Giornale della Parrocchia n.2/2013
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N. 2 2013 121-463
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EDITORIALE
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STORIA DEL SANTUARIO
Diffusione... internazionale!
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SPIRITUALITÀ MARIANA
Immacolata perché redenta
da Cristo nel modo più sublime
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AVVENIMENTI DEL SANTUARIO
Il restauro dell’immagine della
Madonna Addolorata
di Campocavallo
CATECHISMO PER TUTTI
Angeli e demoni
La Croce pegno della salvezza
Un giovane di Campocavallo
racconta e spiega con alcune
riflessioni la sua conversione
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AVVENIMENTI DEL SANTUARIO
San Giuseppe da Copertino
a Campocavallo
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AVVENIMENTI DEL SANTUARIO
In copertina: Immagine restaurata della Madonna
Addolorata del Santuario di Campocavallo con il corpo
di san Giuseppe da Copertino.
La presente pubblicazione è gratuita
e non rappresenta una testata giornalistica
in quanto viene pubblicata senza periodicità.
Non può pertanto considerarsi
un prodotto editoriale ai sensi
della legge n. 62 del 7.03.2001 e non
è soggetta alle disposizioni ex art. 5 legge 47/48
Ideatore del giornale parrocchiale
Don Giovanni Sorbellini
(fondatore del Santuario - 1892)
Redazione del giornale parrocchiale
Parrocchia B. V. Addolorata
di Campocavallo
Via Cagiata, 101 - 60027 Osimo (AN)
Tel. 071-7133003
Sito internet della Parrocchia:
www.santuariocampocavallo.com
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È giunta ormai al termine l’estate!
Dovrebbe essere stato tempo di vacanza..., per chi ha la grazia di lavorare,
considerando i tempi.
Ma che significa tempo di vacanza?
Forse il poter fare quello che si vuole,
con ogni divertimento sfrenato a tutti i
costi? Certamente no!
La vacanza dovrebbe essere un tempo
in cui, certamente il corpo e la mente si
svagano e si riposano, lontano dalla routine di ogni giorno, senza però dimenticare
Dio; questa ultima considerazione diventa
essenziale: molte volte si pensa che la vacanza giustifichi dal pensare o amare il Signore, oppure che anche Dio per qualche
mese vada in vacanza; niente di più falso:
bisogna amare sempre Dio, andare ogni
domenica alla Santa Messa ed evitare i
peccati in ogni stagione.
La vacanza, il caldo, il divertirsi non
dispensano dall’evitare i peccati, altrimenti questo tempo diventa tempo del
diavolo, dove è lui che si diverte all’impazzata su di noi.
Signore, dacci la forza di amarti in
ogni stagione della nostra vita: da quando si è piccoli, da giovani, da uomini e
donne maturi, da anziani, sempre e in
ogni stagione dell’anno, sempre, sempre.
Un esempio di come poter vivere la
vacanza: il campo estivo di Campocavallo di giugno; circa 80 ragazzi che nel periodo delle vacanze vivono tre settimane
con gli animatori della Parrocchia: c’è
gioco, divertimento, pranzo insieme, piscina, gite, ecc., ecc., ma anche rigorosamente ogni giorno: la Santa Messa con la
Confessione e il Santo Rosario; i bambini hanno risposto bene a questo invito di
preghiera con sorpresa degli stessi genitori, vale a dire, è possibile e bello giocare, fare vacanza ma nello stesso tempo
pregare insieme, non dimenticandosi di
Dio.
La Vergine Maria ci conduca tutti al
Signore Gesù in una via più rapida e perfetta, come Lei sola può fare.
Ave Maria!
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“Il presente vive del passato”. Rivivere
insieme le origini del proprio paese è una
cosa sempre affascinante. La lettura di
questa sezione della Rivista farà ripercorrere le tappe della storia di Campocavallo e del suo Santuario.
Diffusione in Ungheria
All’inizio la Madonna, sotto il titolo
di Addolorata di Campocavallo, era poco conosciuta in Ungheria, ma in seguito
la devozione verso la celeste Madre si
diffuse più che in qualsiasi altro Paese
d’Europa.
Vi contribuì decisamente un degnissimo sacerdote, il dott. C. Zoppéry. Questi fu a Campocavallo prima del 1898 e
vi si trattenne vari mesi, vide quanto accadeva nel Santuario e come procedevano i lavori del nuovo edificio. Tradusse
in lingua ungherese Le Meraviglie della
Madonna di Campocavallo e le fece
stampare.
Grazie allo zelo di quell’incomparabile sacerdote, vari giornali impreso a
parlare di Campocavallo, tra i quali
l’Olhotmány, il Romènyrègünk, il Foglio di Sant’Antonio, il Piccolo Messaggero della Sacra Famiglia e altri. Furono pure stampati numerosi opuscoli. Lo
Zoppéry inoltre organizzò pellegrinaggi
ungheresi a Loreto e a Campocavallo.
Ne l’ECO dell’anno successivo, 1899, si
legge quanto segue: «La devozione alla Madonna di Campocavallo in Ungheria si va
sempre più diffondendo. La pietà di quel popolo verso la Vergine dei Sette Dolori e l’entusiasmo eccitato in esso dalla lettura dei fatti avvenuti a Campocavallo, ci fanno sperare
che colà si farà del gran bene. Noi dobbiamo
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ringraziare il dott. Várgá di cui si serve la divina Provvidenza per spargere la devozione
alla nostra cara Madonna...».
«S. E. R. Mons. Vescovo di Vàir deve la
sua guarigione alla mediazione della Santissima Vergine Addolorata. Ecco come avvenne. Fu avvisato il Vescovo di Osimo che il
Vescovo di Vàir era ammalato gravemente. Il
Vescovo di Osimo fece cominciare, in presenza di numeroso popolo, adunato in chiesa
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a cura di Francesca Buccolini
per un’altra funzione, un triduo di preghiere per l’illustre infermo.
Alle preghiere prese parte il Vescovo stesso di Osimo. Mentre tali preghiere si svolgevano a Campocavallo, fu posta sotto gli occhi dell’infermo una grande immagine della Madonna dei dolori.
La notte stessa l’infermo, più che ottuagenario, migliorò ed ora è
guarito. Mons. Vescovo di Vàir, in riconoscenza del favore ottenuto invia per la costruzione del nuovo tempio 500 fiorini...».
I signori Mihali e Veronike Pelok narrano, con lettera del 7
giugno 1903 da Endröd (Ungheria) la guarigione del figlio Emerio da un tumore a un labbro, ribelle ad ogni cura. Pregarono intensamente e con assiduità. Dopo le preghiere il male decrebbe e
scomparve del tutto con meraviglia di ognuno.
Diffusione in Romania
Nell’elencare i Paesi, nei quali si diffuse la devozione alla Vergine Addolorata di Campocavallo, non faremo altro che riferire le
grazie che la comune Madre celeste disperse dovunque è invocata
con fede.
La Romania è Paese a maggioranza ortodossa, ma è noto che
gli Ortodossi sono devotissimi della Madonna, che, nelle liturgie
orientali, è invocata o nominata assai più spesso che in quella latina.
Quando però le notizie da Nazioni ortodosse o protestanti vengono a noi, esse vengono da cattolici. Tale è la seguente.
Fr. Ulderico M. Cipolloni, missionario apostolico, scrisse da
Galatr, il 6 gennaio 1894, chiedendo preghiere nel Santuario di
Campocavallo per un bambino di tre anni, malato da 40 giorni,
della cui guarigione gli stessi medici disperavano. La madre allo-
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ra ripose tutta la sua fiducia nella Vergine
Addolorata. Pregò e fece pregare. Contro
ogni umana aspettativa, il bambino guarì
perfettamente. Lo stesso Cipolloni riscrisse a Campocavallo dandone notizia e iniziando la lettera con queste parole: «Lode
in eterno alla Vergine Santissima di Campocavallo, che si è degnata di esaudire le
preghiere dei suoi figli».
Diffusione in Spagna
Scrive da S. P. de Mar (Barcellona) il
sacerdote P. S. Castel, in data 22 agosto
1910, quanto segue: «Mi fo un dovere di
inviare alla Santa Vergine un’offerta che
mi è stata consegnata per il Santuario di
Campocavallo, da una pia persona per due
grazie ottenute dalla Santissima Vergine
Addolorata. Eccole in breve l’episodio. La
Vedova D. A. promise un’offerta alla Madonna di Campocavallo, se questa divina
Madre avesse cambiato le disposizioni di
sua figlia che lasciavano molto desiderare.
La giovinetta si cambiò subito per incanto
e divenne ubbidientissima alla madre sua
in modo esemplare. Il genero della stessa
vedova aveva bisogno d’una grazia importante assai. Fece anch’egli promessa d’inviare un’offerta di ringraziamento a Campocavallo, se avesse ottenuto ciò che bramava. La buona Madre accettò di buon
grado la promessa e concesse quanto si
chiedeva». Io bramerei che la devozione
alla Madonna di Campocavallo si propagasse per tutta la Spagna, a conforto e sollievo dei suoi figli devoti.
Diffusione in Inghilterra e Irlanda
Nelle Isole Britanniche, chiamate un
tempo la terra dei Santi, si va propagando
con sommo nostro piacere, la devozione
alla Madonna di Campocavallo e con essa
la santa Opera delle Messe. L’Irlanda spe-
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cialmente ci dà motivo di conforto, giungendoci spesso lettere di là piene di simpatia per questo nuovo Santuario dedicato alla gran Vergine, e con realazioni di celesti
favori compartiti dalla nostra buona Madre
Maria Santissima Addolorata. Ne riferiamo in breve alcuni.
Scrive Patrik Helehan, da Terlicken C.
Long, nel gennaio 1909, quanto segue:
«Accludo due lunghe liste contenenti i nomi delle persone ascritte alla S. Opera di
Campocavallo...».
«Ringrazio vivamente la Santissima
Vergine Addolorata dell’assistenza che ha
della mia cara figliola. Ella era inferma
gravemente, come ebbi a scrivere più volte. Se rammenta, pregai la Santa Vergine di
far fare preghiere per la povera ammalata.
La Madonna ci ha esaudito subito. Non
appena furono richieste queste preghiere,
intervenne un notevole miglioramento nella salute della figlia...».
Scrive Mary O’Malley, da Ratoath (Irlanda), il 9 gennaio 1909: «Accludo un biglietto, che è una preghiera, da porsi ai
piedi della Sacra Immagine della Madonna
di Campocavallo. In esso scongiuro la celeste Regina di concedermi alcune grazie.
Ad onore della cara nostra Signora io debbo dichiarare d’aver ricevuto da lei tanti
favori e quindi ora sono in obbligo di sciogliere l’inno della gratitudine e del ringraziamento».
Scrive James P. Berrett da Tullamore
(Inghilterra) nel gennaio 1909: «Con grande gioia dell’animo mio fo prevenire alla
Santa Vergine un’offerta per la continuazione del suo Santuario, in ringraziamento
alla Beata Vergine Addolorata per favori
recenti. La cara Madre è tanto buona e vorrà accettare il piccolo tributo della mia riconoscenza. In diversi bisogni l’invocai in
aiuto, ed Ella subito mi consolò. Aggiungo
i nomi di nuovi ascritti all’Opera...». L'ECO 2 OK Iparte.qxd
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a cura di Padre Giovanni M. Severini, FI
CHI SONO GLI ANGELI?
Dio affidò agli Angeli in modo speciale
Gli Angeli sono i ministri invisibili di Dio, ed la custodia degli uomini fin dal loro primo
anche nostri custodi, avendo Dio affidato concepimento. Il profeta Daniele (cf. Dn
ciascun uomo ad uno di essi.
10,13-20) parla di principi celesti o Angeli ai
quali è affidata da Dio la protezione e la cuLa parola greca “angelos” significa: mi- stodia dei popoli (persiani, ebrei, greci), ed è
nistro, ambasciatore, inviato. La fede adope- certo che ogni Nazione e, probabilmente, anra questo nome non per indicare la natura de- che ogni città, è affidata alla tutela di un Angli Angeli, ma il loro ufficio.
gelo in particolare. L’apostolo san
In Cielo gli Angeli formano la corte del Giovanni, indirizzando il libro
Re eterno, cantano le sue lodi, lo glorificano; dell’Apocalisse ai vescovi di
inoltre llo servono governando secondo i suoi sette Chiese dell’Asia Minore,
voleri il mondo inanimato e special- dando loro il nome di “Angeli”
mente gli uomini.
lascia credere che le singole Diocesi siano affidate da Dio a un Angelo in particolare.
Nostro Signore dice
che gli Angeli dei
bambini vedo-
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no sempre la faccia del Padre celeste (cf.
Mt 18,10).
Un bellissimo esempio della cura
che l’Angelo Custode si prende di
ciascuno di noi lo leggiamo nel libro
ispirato di Tobia.
L’Angelo cui siamo affidati in
particolare, dall’ufficio principale
che esercita in nostro favore è
detto “Custode”, è sempre al nostro fianco, continuamente c’illumina, ci suggerisce buone ispirazioni, buoni propositi, pii sentimenti, ci custodisce dai pericoli e
dalle tentazioni, da satana, ci protegge anche contro i pericoli fisici.
Soltanto in Cielo comprenderemo di
quanti aiuti e grazie siamo debitori al
nostro Angelo Custode, cui dovremo la
nostra Salvezza eterna.
ABBIAMO DEI DOVERI VERSO GLI ANGELI?
Verso gli Angeli abbiamo il dovere
della venerazione; e verso l’Angelo
Custode abbiamo anche quello di
essergli grati, di ascoltarne le
ispirazioni e di non offenderne
mai la presenza col peccato.
Dobbiamo venerare gli Angeli
per la loro perfezione naturale di esseri superiori a noi uomini, e soprattutto per
la grazia, la gloria e la dignità eccelsa di cui
Dio li ha rivestiti, e per la riconoscenza per
l’opera che compiono in nostro favore.
Dall’Angelo Custode, che è sempre al nostro fianco unicamente occupato del nostro
bene e sempre intento a illuminarci, ispirarci, guidarci e custodirci, riceviamo innumerevoli benefici. Perciò gli dobbiamo prima di tutto riconoscenza, amore e gratitudine, che non deve limitarsi ai pii sentimenti e
alle parole, ma si deve concretare nella docilità alle sue ispirazioni (i moniti della coscienza) e nella lotta contro ogni peccato.
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I DEMONI CHI SONO?
I demoni sono angeli ribelli a Dio per superbia e precipitati nell’inferno, i quali, per odio
contro Dio, tentano l’uomo al male.
Dio creò una moltitudine di puri spiriti o
Angeli e li sottopose a una prova di fedeltà,
perché meritassero la gloria soprannaturale e
la felicità della visione beatifica. Una parte di
Angeli fu fedele a Dio. Invece Lucifero, il cui
nome significa “portatore di luce”, e molti altri angeli rifiutarono di riconoscere la propria
dipendenza da Dio e pretesero di essere uguali a Lui, nonostante comprendessero tutta la
malizia del loro peccato e il castigo da cui sarebbero stati necessariamente e inesorabilmente colpiti. Questo gravissimo peccato di
superbia non aveva le attenuanti dell’ignoranza e della debolezza propria dell’uomo viatore, e meritò dalla divina Giustizia una punizione terribile e immediata.
Appena per bocca di Lucifero e dei suoi
angeli echeggiò il grido di rivolta, seguì in Cielo una grande battaglia tra san Michele Arcangelo e Lucifero, il quale non vinse e fu precipitato insieme a tutti i suoi satelliti all’inferno.
Gli angeli ribelli o demoni sono privi di
tutti i doni soprannaturali, ma conservano
l’intelligenza e la potenza propria della loro
natura; i demoni nell’inferno sono confermati nell’odio contro Dio e nella volontà del male. Impotenti contro l’Altissimo, sfogano la
loro rabbia, l’odio, specialmente contro l’uomo, cercando di indurlo al peccato e condurlo alla dannazione eterna.
Dio permette che il demonio tenti l’uomo
e lo tormenti solo in quella misura che può
giovare all’uomo stesso per esercitare la virtù
e meritare una più splendente corona di gloria
in Cielo. Oltre che invitare l’uomo al male
con la tentazione, il demonio può nuocergli,
quando Dio lo permette, invasando il corpo
della vittima prescelta e muoverlo come se
egli stesso sostituisse l’anima; altre volte può
infestare persone o cose dall’esterno, senza
tuttavia poter muovere le facoltà interiori della vittima prescelta. Esempi
- Dio permise che il demonio comparisse spesso a santa Francesca Romana, la tormentasse in molti modi e sfogasse contro di
lei la sua rabbia brutale. Però nello stesso
tempo la protesse per mezzo dell’Angelo
Custode. La Santa se lo vedeva sempre sotto forma di un bellissimo fanciullo di circa
nove anni, vestito di bianco e raggiante. Poteva vedere il suo chiarore, ma non sostenerne lo sguardo. Quando era assalita dagli
spiriti maligni, l’Angelo si faceva più
splendente e con la sua luce metteva in fuga i demoni. Se la Santa commetteva qualche lieve mancanza, l’Angelo, quasi ne
sentisse vergogna, si copriva il volto e la
rimproverava aspramente.
- San Bernardo, mentre cantava il Te
Deum con i suoi monaci, vide una moltitudine di Angeli entrare in coro, mettersi ciascuno al fianco di ogni religioso, esortare
parecchi di essi a una maggiore devozione
e precedere tutti con la soavità del canto.
- Nell’orrida solitudine di Subiaco, san
Benedetto fu assalito da una violentissima
tentazione impura, che vinse buttandosi nudo in un cespuglio spinoso. San Francesco
d’Assisi, in un’analoga circostanza, vinse
la tentazione gettandosi in uno stagno di acqua gelida, in pieno inverno.
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’importanza della croce nella conversione: sono un ragazzo come
tanti, con sogni, ambizioni ma soprattutto insicurezze e paure. Voglio dare la mia testimonianza di conversione affinché, spero, possa essere illuminante per tanti ragazzi che si sentono persi in questi tempi
difficili.
Per tutta la mia vita finora sono stato sempre alla ricerca di qualcosa
che mi desse la felicità piena dell’anima. Ho sempre sentito un vuoto dentro di me e cercavo di colmarlo con gioie effimere, fugaci momenti di felicità, dati da cose, persone o eventi.
Nulla di tutto ciò mi faceva stare bene realmente e una volta colta l’essenza breve di quei momenti, tutto sfumava ed ero di nuovo alla ricerca.
Parecchie sofferenze ed eventi della mia vita mi hanno portato a rivolgermi all’unica figura che realmente mi potesse aiutare: la Madonna.
Sono stato sempre un credente poco praticante. Non avevo quel fuoco
dentro, quell’innamoramento che ti cattura completamente l’anima e ti
apre gli occhi su quale sia la strada da percorrere per la vera felicità su questa terra.
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Il figlio di Dio è venuto su questa terra e
ha sofferto più di chiunque altro.
E noi? Noi siamo solo buoni a lamentarci
quando qualcosa non ci va bene, quando non
riceviamo quello per cui preghiamo. Quando
vorremmo di più di quello che abbiamo.
La verità è che il dolore va accettato, il dolore purifica l’anima e ci avvicina a Dio.
Una volta che accetti questo, la conversione è a un passo.
Io mi sono abbandonato completamente al
Signore nel mio momento peggiore, accettando i miei dolori.
Proprio da qui una luce mi ha scaldato il
cuore e i miei occhi hanno visto per la prima
volta la vera luce del mondo.
Questo è stato solo il mio primo passo per
il ritorno a Dio. La strada da fare davanti è ripida e piena di insidie. Il mio non è stato un
traguardo ma soltanto un punto di partenza per
una nuova vita, cercando di renderla Santa e
conquistarmi un giorno un posto vicino al Signore.
Il mio consiglio ai giovani come me è di
non perdersi tra le mille illusioni del mondo
terreno. Non buttate la vostra anima nel vuoto.
Con questo non dico che nella vita non ci
possiamo contornare di gioie terrene, ma che
con la nostra anima rivolta a Dio, tutto si guarda con una luce diversa. Migliore.
Il vero conforto lo trovate solo in Dio.
Pregate Maria, Madre consolatrice, e vedrete
che la vostra vita avrà veramente un senso
pieno. Dopo più di un anno, sgranando il Rosario tutti i giorni e rivolgendomi a Maria costantemente per alleviare i miei dolori e darmi conforto nei momenti più bui, finalmente
ho ricevuto un grandissimo dono: la conversione, quella vera.
Quella vera dico, perché troppe persone
si dicono credenti ma non è altro che una finzione, una menzogna a se stessi e a Dio.
Per essere Cristiani credenti bisogna vivere la vita terrena in funzione di quella che
ci attenderà dopo la morte.
È difficile, soprattutto in questo periodo in
cui il mondo intero cerca di tirarci, con tutte le
«Gesù ha molti che amano il suo Regno celeste,
sue forze, dentro a vizi e perdizioni.
ma pochi che portano la sua Croce.
La preghiera è la nostra arma più potente.
Perché
dunque temi di prendere la Croce, per
Pregando si possono ricevere innumerevoli
mezzo
della
quale si sale al Regno? Nella Croce
grazie. Ma c’è una cosa che a mio parere scaè salvezza, nella Croce è vita, nella Croce è difetena ancora di più la voglia di Dio: il dolore, sa dai nemici, nella Croce è infusione di celeste
la croce.
soavità, nella Croce è vigore di mente, nella CroCome Gesù che si è fatto carico della sua
ce è gioia di spirito, nella Croce è l’apice della
croce fisicamente con sofferenze indicibili,
virtù, nella Croce è perfezione di santità».
per salvarci, così dobbiamo fare noi, accettare
Imitazione di Cristo
le nostre croci per raggiungere la Salvezza.
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di Padre Alessandro M. Apollonio, FI
Un mistero ineffabile quello dell’Immacolata
Concezione, confermato attraverso Dogma
dalla Chiesa. Una realtà anche assolutamente
logica: poteva non essere Purissima da ogni
macchia Colei che avrebbe generato
l’Altissimo nel suo Grembo?
er comprendere cos’è l’Immacolato Concepimento di Maria, bisogna capire cos’è
il peccato originale e cos’è la redenzione.
In effetti il Dogma dell’8 dicembre 1854 dice
che la Madonna è stata redenta da Cristo nel modo più sublime e, per questo, è stata concepita
senza ombra di peccato originale.
Il peccato originale è per l’anima quello
che una tara ereditaria è per il corpo. Insegna il
Dogma cattolico che la trasmissione del peccato originale avviene per mezzo della generazione naturale. Ciò significa che il peccato originale si distingue dai peccati attuali personali
per questo: il primo ha invaso la natura umana,
e dalla natura si comunica a tutte le persone; il
secondo contamina la persona, ma la persona è
essenzialmente incomunicabile, come insegna
il beato Duns Scoto, e dunque non si comunica
ad altri, ma è circoscritto all’individuo che
compie il peccato. Per rendere l’idea con un
esempio: se cadesse del veleno nell’impasto
del pane, tutti i panini sarebbero avvelenati; se
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invece il veleno cadesse su un solo panino,
tutti gli altri sarebbero ancora buoni.
Possiamo dunque paragonare il peccato
originale ad una malattia spirituale che è
stata trasmessa agli uomini dalla coppia capostipite, che, in origine, rappresentava la
natura umana, ossia “l’impasto” dal quale
sarebbero stati tratti i futuri individui.
Come la malattia priva gli organi corporei dalla loro perfezione e funzionalità,
così il peccato ereditario toglie all’anima
la “somiglianza con Dio” che aveva in origine, prima del peccato e, di conseguenza,
anche le facoltà dell’anima ne rimangono
indebolite e sconvolte. Come la malattia
conduce il corpo alla corruzione della
morte corporale, così il peccato originale
conduce l’anima alla morte spirituale. La
morte dell’anima, poi, non avviene per
corruzione materiale, ma per la privazione
eterna di Dio, al quale l’anima tende per
sua natura, «come la cerva anela ai corsi
d’acqua». L’anima umana non può corrompersi materialmente, poiché è una sostanza spirituale, e le sostanze spirituali
sono immateriali, dunque, incorruttibili.
Può tuttavia staccarsi da Dio, e questo è lo
stato di peccato in cui si trovano tutti gli
uomini prima del Battesimo. Ovviamente,
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finché permane
lo stato di peccato,
non si può entrare nel Regno dei Cieli.
Nessuna creatura avrebbe potuto liberare se stessa,
e gli altri, da questa penosa
condizione, perché nessuna
pura creatura può meritare,
per stretta giustizia, una ricompensa superiore
alla perfezione della propria natura. Facciamo
anche qui un esempio: un cane, per quanto sia
stato fedele alla propria padrona, non potrà mai
meritare di essere il “figlio adottivo” di quella
signora, o l’erede (per quanto vi siano aberrazioni del genere nella giurisprudenza contemporanea, soprattutto anglosassone). Similmente, una
persona umana priva della grazia, non può meritare la grazia, perché questa supera la perfezione naturale della persona umana. La Grazia, infatti, è la deificazione della persona umana, ed è
anche diventare figli adottivi di Dio e suoi eredi;
nessuna persona semplicemente umana può meritare, e ancor meno esigere, una perfezione divina come questa.
Tuttavia Dio, per puro amore libero e gratuito, ha preceduto ogni iniziativa umana e,
senza che nessuna persona umana lo meritasse,
ha voluto donarci un Redentore (cf. Gen 3,15),
un Sommo Sacerdote santo e perfetto, capace
di offrire un sacrificio che riconciliasse Dio
con l’umanità. Questo Redentore, santo e perfetto, è Cristo, lo stesso Figlio di Dio che si è
fatto uomo.
Siamo giunti finalmente alla domanda fondamentale che ci conduce direttamente al Dogma: come doveva essere la Madre del Figlio di
Dio Redentore, per essere degna di portarlo in
grembo, educarlo e di corredimere con Lui il
genere umano?
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Era sommamente conveniente che la madre dell’uomo-Dio Redentore fosse Immacolata, ossia redenta in modo più sublime dal Figlio
suo, il quale, essendo Dio, poteva preservarla
dal contagio del peccato originale sin dal primo momento della sua concezione, e riempirla
di ogni grazia e perfezione. Ciò conveniva non
solo alla degna glorificazione di Dio, ma anche
per abilitare la Vergine Madre all’opera più eccelsa per una pura creatura: cooperare con il
Redentore alla liberazione dell’umanità dalla
schiavitù del peccato, e ridonare ad essa la grazia divina, pegno della gloria futura. Gesù poteva farlo perché è Dio, era conveniente che lo
facesse perché Ella è la Madre sua, dunque lo
fece perché Egli è il Redentore perfettissimo.
Maria, di conseguenza, è Immacolata perché è
la Madre di Dio, redenta in modo più sublime,
perfettissimo, dal suo stesso Figlio.
Tornando alla metafora del pane, Maria è
quel pane bianco ed immacolato che, pur venendo dall’impasto comune, è stato messo da parte
prima che il veleno contaminasse la massa. Dal
pane immacolato di Maria è venuto, poi, il pane
divino di Cristo Gesù. Nell’Eucaristia Egli è per
noi cibo che dona la Vita eterna. Grazie Gesù
per il dono dell’Immacolata. Grazie Immacolata
per il dono di Gesù. Grazie beato Pio IX che ci
dai la gioia di poter celebrare questo ineffabile
mistero dell’Amore di Dio. 
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2013 n.2 - Santuario BV Addolorata