Le priorità del Partito Socialista
Marzo 2010
Come partito della giustizia e della solidarietà, che si batte per la coesione sociale
e territoriale, per uno sviluppo compatibile in ambito sociale e ambientale e per
una corretta ridistribuzione della ricchezza, che opera per soluzioni costruttive
senza creare insicurezze o discriminazioni, il Partito Socialista (PS) ha scelto per i
prossimi anni le seguenti priorità d’intervento:
1. Pari opportunità e giustizia sociale
2. Più potere d'acquisto
3. Ambiente, territorio e energia sostenibili
In questo opuscolo sono esposte in modo succinto le riflessioni che hanno portato
a queste scelte. La loro definizione non significa naturalmente che altri obiettivi (ad
esempio di politica economica, di difesa del servizio pubblico, per l’integrazione
degli stranieri ecc.) siano stati abbandonati o messi da parte, ma semplicemente
che sulle scelte prioritarie si concentreranno più energie e risorse.
Queste scelte prioritarie sono in linea con le priorità attuali espresse dal Partito
Socialista Svizzero (PSS) e completano con misure cantonali quanto si propone di
fare il partito nazionale.
Vi ringraziamo di cuore per il vostro sostegno all’importante lavoro politico che ci
aspetta!
Manuele Bertoli
Presidente PS
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Partito Socialista
Sezione ticinese del PSS
Piazza Governo 4
6500 Bellinzona
Telefono 091 825 96 01
Fax
091 825 96 01
[email protected]
www.ps-ticino.ch
1. Pari opportunità e giustizia sociale
Il PS vuole opportunità e sicurezza per tutti, ribadendo la preminenza degli interessi
collettivi rispetto a quelli privati. Con la modernizzazione delle istituzioni sociali e
l’ampliamento della prevenzione dei disagi sociali intendiamo prima di tutto proteggere
il cittadino dalla povertà e dall'emarginazione e, qualora la prevenzione non abbia dato
risultati sufficienti, sostenerlo grazie alla rete sociale.
E’ innanzitutto necessario intervenire prima che le persone siano costrette a rivolgersi
allo stato sociale. Ciò è possibile anche con una serie di misure cantonali per noi
prioritarie. In particolare:
-
con il miglioramento della scuola dell’obbligo e dei servizi extrascolastici di
sostegno alle famiglie (asili nido, mense, doposcuola, corsi d’appoggio). Per
questo abbiamo sostenuto attivamente l’iniziativa popolare “aiutiamo le scuole
comunali per il futuro dei nostri ragazzi” che ha tra i suoi obiettivi proprio queste
misure. Ora l’iniziativa dovrà fare il suo corso davanti al Gran Consiglio, ma noi
siamo pronti ad una battaglia popolare qualora il Parlamento ticinese non
volesse considerare questa importante proposta;
-
con più posti di tirocinio in azienda e più posti nelle scuole professionali. Per
questo abbiamo promosso con successo nel 2005 un’iniziativa popolare che ha
portato alla nascita nel 2010 del fondo cantonale per la formazione
professionale, che chiede contributi alle imprese che non formano apprendisti e
sostiene le aziende formatrici;
-
con il miglioramento delle borse di studio e dell’accesso alla formazione
continua, mettendo più risorse in questa politica, elevando gli standard e
rimuovendo tutti gli ostacoli controproducenti, come i limiti di età per accedere
agli aiuti al perfezionamento professionale. Per questo nel quadro del
Preventivo 2009 ci siamo battuti con successo affinché la trasformazione di 1/3
delle borse di studio in prestito ipotizzata dal Consiglio di Stato venisse
abbandonata;
-
con una maggiore integrazione sociale e lavorativa per chi è in difficoltà,
potenziando le misure cantonali per l’occupazione dei giovani, dei lavoratori
sopra i 55 anni, dei disoccupati, dei disabili;
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con il potenziamento dei servizi a domicilio e delle strutture sociosanitarie per
anziani (Spitex, case per anziani, servizi d’appoggio) e per invalidi;
-
con la riduzione degli squilibri regionali tramite la cantonalizzazione di tutte le
imposte per le persone giuridiche (moltiplicatore unico), una conseguente nuova
e forte perequazione intercomunale basata sulla ridistribuzione di risorse dal
Cantone ai Comuni e non dai Comuni forti ai Comuni deboli e una coraggiosa
politica delle aggregazioni, soprattutto per gli agglomerati.
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Quanto al sostegno e all’ammodernamento della rete sociale, che è soprattutto una
competenza della politica federale, essa ha per nodi centrali le periodiche riforme delle
grandi assicurazioni sociali nazionali. Per il PSS la politica della sicurezza sociale è
una priorità assoluta, con la lotta contro lo smantellamento delle prestazioni e il loro
ammodernamento, in particolare
-
-
-
contro lo smantellamento delle rendite, per l’11esima revisione dell’AVS sociale,
per un’AVS flessibile per uomini e donne, contro un ulteriore attacco al 2°
pilastro (tasso d’interesse minimo, aliquota minima di conversione);
per una revisione equilibrata dell’assicurazione contro la disoccupazione (AD);
per un rafforzamento dell’assicurazione invalidità (AI) dopo la decisione
popolare sul finanziamento supplementare del 27 settembre 2009 e contro un
ulteriore smantellamento;
per una riforma della sicurezza sociale fondata su 4 settori, vecchiaia (AVS,
casse pensioni, prestazioni complementari), sanità e cure (LaMal, LAINF, AI),
perdita di guadagno (AD, misure di reinserimento dell’AI, LAINF) e famiglia
(prestazioni complementari per famiglie, alimenti, ecc.).
2. Più potere d’acquisto
L’economia capitalistica degli ultimi anni ha generato salari da capogiro per pochissimi
con disparità crescenti e minore potere d'acquisto per i ceti medi e bassi. Il PS sostiene
il ritorno a una dimensione economica generatrice di ricchezza e di sicurezza per tutte
e tutti, in risposta all’odierna deriva del settore finanziario segnata da un’ingordigia
senza freni.
A livello nazionale il PSS preconizza
-
salari più alti, per tenere conto dell’aumento di produttività, e l’effettiva
uguaglianza salariale per donne e uomini;
un aumento delle rendite e degli assegni per i figli;
una reale armonizzazione fiscale, contro la irrazionale concorrenza al ribasso
tra i Cantoni, e un reale sostegno fiscale alle famiglie;
prezzi più bassi, in particolare degli affitti e della cassa malati (premi
proporzionali al reddito).
Per il PS cantonale le misure prioritarie sono:
-
l’introduzione di salari minimi legali nei settori economicamente sfavoriti. Per il
Ticino si tratta di una necessità, soprattutto per contrastare il possibile dumping
salariale da sempre praticato dai datori di lavoro in alcuni settori economici,
grazie alla presenza di una manodopera frontaliera disponibile e qualificata e a
scarse tutele contrattuali. Trattandosi di una competenza federale, il PS ticinese
ha sostenuto con convinzione la decisione favorevole al lancio a livello
nazionale di un’iniziativa popolare per raggiungere questo obiettivo, iniziativa
che verrà promossa nel corso del 2010 dalle forze della sinistra e del sindacato;
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-
l’ampliamento dei contratti collettivi di lavoro, anche mediante un maggior
coinvolgimento dell’ente pubblico nella loro promozione;
-
migliori assegni per figli, per esempio con l’estensione di questo diritto ai
lavoratori indipendenti, che per pochissimi voti nel 2008, su proposta socialista,
il Gran Consiglio non ha accettato;
-
una salute di qualità accessibile a tutti, grazie alle riduzioni dei premi di cassa
malati (sussidi). Su questo tema il PS ha lanciato un’iniziativa popolare nel
2005, che sarà discussa dal Gran Consiglio nel 2010, accanto alla riforma di
questi aiuti messa a punto dal Consiglio di Stato, ed è intervenuto a più riprese
per bloccare i tagli e per proporre aumenti delle prestazioni;
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l’aumento dell’offerta di alloggi a pigione moderata, con un maggiore intervento
pubblico nel mercato degli alloggi in locazione.
3. Ambiente, territorio e energia sostenibili
Il PS riconosce da decenni all’ambiente e al territorio la propria importanza e opera per
assicurarne un utilizzo razionale e sostenibile, evitando interventi dissennati e
permettendo uno sviluppo economico duraturo. Le aree periferiche vanno valorizzate
sostenendo iniziative di sviluppo, ma facendo in modo che possano nel contempo
mantenere le proprie caratteristiche sociali e territoriali.
Per raggiungere questi obiettivi il PS cantonale vuole:
-
una pianificazione del territorio equa, con la compensazione di vantaggi e
svantaggi (principio bonus-malus) a livello cantonale;
-
la riduzione dell’inquinamento tramite la promozione dei trasporti pubblici;
-
l’introduzione di regole pianificatorie per salvaguardare gli spazi comuni di vita
(arredo urbano, aree verdi) e una migliore protezione e valorizzazione del
paesaggio e dei beni culturali.
L'approvvigionamento del Ticino con energie rinnovabili è tecnicamente fattibile e per
noi è una priorità, nel quadro delle discussioni sul Piano energetico cantonale che il
Consiglio di Stato presenterà nel 2010. Si tratta inoltre di un obiettivo economicamente
importante, poiché genera posti di lavoro e valore aggiunto. Per questo vogliamo:
-
la promozione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, e la
riduzione della dipendenza dai combustibili fossili. Un Ticino che si approvigioni
con le energie rinnovabili locali è possibile, se si fanno le opportune scelte di
politica energetica e se si promuovono adeguatamente risparmio ed efficienza
energetica;
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-
il risanamento energetico degli edifici. Per questo siamo stati i principali
promotori dell’iniziativa popolare “per il risparmio energetico e la riconversione
energetica degli alloggi” che ha tra i suoi obiettivi proprio queste misure. Ora
l’iniziativa dovrà fare il suo corso davanti al Gran Consiglio, ma noi siamo pronti
a una battaglia popolare qualora il Parlamento ticinese non volesse considerare
questa importante proposta.
A livello nazionale il PSS, certamente non da solo, sostiene che il futuro energetico
della Svizzera può essere garantito interamente dalle energie rinnovabili e dalla
promozione dell’efficienza energetica. L’approvvigionamento energetico con energie
rinnovabili ci permette di fare quasi l’intera spesa energetica all’interno della Svizzera.
Ciò genera prezzi più bassi e migliaia di nuovi posti di lavoro interessanti. Per questo il
PSS preconizza:
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una riduzione del CO2 di almeno il 30 % entro il 2020 nel quadro della legge sul
clima;
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l’incentivazione delle energie rinnovabili promuovendo le alternative credibili
all’energia nucleare e riducendo la nostra dipendenza da petrolio e gas. Per
questo nel 2010 sarà lanciata un’iniziativa popolare federale per incentivare la
produzione di energie rinnovabili togliendo il plafonamento attuale per la
rimunerazione a copertura dei costi per l’immissione in rete di energia pulita;
-
di impedire la costruzione di una nuova centrale nucleare con un referendum
popolare e di ricorrere contro le proroghe delle concessioni federali alle centrali
nucleari attuali.
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