2009, l’anno di Galileo
Quattro secoli fa a Padova lo scienziato pisano puntò il cannocchiale al cielo
scoprendo nuovi mondi e fondando la nuova scienza
Padova
Centro Culturale
San Gaetano - Altinate
il futuro
di Galileo
28 febbraio
14 giugno 2009
scienza e tecnica dal Seicento
al Terzo Millennio
Quante cose vide attraverso la canna o occhiale che costruì con
perizia da provetto artigiano nel 1609: vetri olandesi, ma tagliati e
resi limpidi a Murano. Vide i monti e le valli della Luna, le fasi di
Venere, i satelliti di Giove, le anomalie di Saturno; vide la rotazione e
le macchie del Sole, le stelle delle costellazioni e la Via Lattea. Il 16
aprile del 1611, a Roma, a cena sul Gianicolo con il principe Cesi sembra ci fosse anche il grande accusatore, il pm del Sant’Uffizio,
cardinal Bellarmino - battezzò la sua tecnologia con un nome che
sarebbe restato impresso nei secoli: telescopio. L’osservazione
diretta dei cieli, l’annotazione minuta delle visioni che davano man
mano una nuova fisionomia al mondo degli spazi infiniti, al ruotare
di corpi lontani, ma anche la matematica che è il linguaggio in cui è
scritto il libro della natura, furono gli ingredienti della nuova scienza,
la prima costruita realmente con il metodo della sperimentazione
sul campo, prodotta da Galileo Galilei, lo scienziato pisano. L’anno
di Galileo, il 2009, sta per aprirsi. Giusto quattro secoli fa, nel 1609,
egli puntò per la prima volta un cannocchiale verso il firmamento e
lo fece qui a Padova.
Quando nel 1592 viene chiamato alla cattedra di Matematica dello
Studio di Padova Galileo ha 28 anni, e qui rimane fino al 1610. Per
18 anni insegna, lamentando la magra retribuzione, arrotondata
affittando camere agli studenti, e fa ricerca. Proprio qui, nella
Repubblica Veneta, in un ambiente di straordinaria libertà politica
e intellettuale che lo stimola e lo protegge, con la possibilità di
mantenere contatti stretti con quanto è stato fatto e si va facendo in
Europa e in Oriente (Duns Scoto, Keplero, Tycho Brahe), raccoglie il
materiale che scintillerà come oro nelle grandi opere della maturità,
da Il Saggiatore (1623) al Dialogo sopra i due massimi sistemi del
mondo (1632), fino ai Discorsi e dimostrazioni intorno a due nuove
scienze (1638).
Lo stile di Galileo è vivace, pur nel rigore delle analisi che compie.
Secondo Italo Calvino, Galileo è stato il più grande prosatore
italiano, mentre Keplero, che scopre che le orbite planetarie sono
ellissi e che fa cantare i pianeti in un’orchestra polifonica surreale,
è, per Jorge Luis Borges, il primo scrittore di fantascienza, (cit.
da Piergiorgio Odifreddi – “Il matematico impertinente”). Galileo
scruta l’orizzonte notturno in Borgo Vignali, il nome probabilmente
derivava dalle vigne di un’agricoltura ossidionale presente in centro
storico. In quella casa su cui la basilica del Santo proietta la propria
ombra, lo scienziato visse dal 1592 al 1610 e qui come recita la
lapide di G. Toffanin, “Diede al mondo il presagio dell’era nascente
e nostra”. Dietro, nell’orto con la vigna, la notte del 10 gennaio
1610 scoprì con il telescopio i quattro satelliti di Giove, battezzati
“pianeti medicei”. Trent’anni dopo scrisse: “Siccome io sono pieno
d’infinito stupore, rendo grazie a Dio che si sia compiaciuto di far
me solo primo osservatore di cosa ammirata e tenuta a tutti i secoli
occulta”. Con tutto questo, che dimostra profondissima fede, nel
1633 Galileo fu condannato, dopo essere stato interrogato dal
Sant’Uffizio, agli “arresti domiciliari “ perpetui. Pretesto: Giosuè
nell’Antico Testamento aveva detto per poter sconfiggere il nemico,
dilatando i tempi della battaglia “Fermati o Sole” mica “Fermati o
Terra”.
Lo scienziato, pur facendo parte dell’Accademia d’armi Delia (il
sottopasso alla fine di via Tiso da Camposampiero), fondata nel 1608
a cui erano preposti un esperto di cavalli, un maestro di scherma,
uno di matematica ed uno di architettura militare, venne escluso
come docente di matematica e a lui si preferì tale Ingolfo Conti (da
Lionello Puppi – Guida di Padova). Come dire che anche allora le
raccomandazioni contavano più del talento.
Galileo osserva, annota, disegna, ma anche “fotografa”. Al posto
dell’obiettivo usa il pennello e sono stati ritrovati dipinti delle fasi
lunari, di pianeti e satelliti. Stupiscono per la precisione, ma anche
per una vena artistica non indifferente.
Per Padova e per la sua Università le celebrazioni galileiane
rappresentano non solo l’elemento unificatore, il “fil rouge” che lega
buona parte degli eventi culturali in programma nel 2009, ma anche
il coronamento di una lunga serie di iniziative realizzate in questi anni
in vista di una ricorrenza che sancirà per la nostra città quel ruolo
di capitale internazionale della scienza che la storia le riconosce.
In questa cornice va collocato il “Premio Letterario Galileo” (con
il 2009 giunge alla sua terza edizione) il cui scopo è di segnalare e
far conoscere i migliori testi di divulgazione scientifica pubblicati in
Italia; lo stesso segno ha avuto il conferimento della cittadinanza
onoraria a scienziati di fama mondiale come Stephen Hawking,
Steven Weinberg e Mario Capecchi che hanno tenuto lezione in
città.
Scrivono Giulio Peruzzi e Sofia Talas, curatori della mostra “Il futuro di
Galileo” che sarà allestita al Centro Culturale San Gaetano e costituirà
l’evento centrale dell’anno galileiano: “La mostra ricostruisce
la trama che lega le ricerche di ieri con quelle di oggi, aprendosi
alle prospettive future. In questi quattro secoli la scienza nata tra
il XVI e il XVII secolo ha ampliato enormemente il perimetro delle
conoscenze dei fenomeni naturali e, allo stesso tempo, ha fornito
all’umanità gli strumenti per migliorare le proprie condizioni di vita. Il
suo dispiegarsi è stato possibile grazie alla crescita della comunità
scientifica che opera senza confini, fuori dalle logiche di campanile.
Una comunità di cui fanno parte anche molti ricercatori della nostra
città. E le modalità con le quali la scienza è cresciuta, Galileo ne era
consapevole, sono un insostituibile punto di riferimento proiettato
ben al di là dell’ambito scientifico. Scienza vuol dire educazione alla
libertà, opposizione a qualunque “auctoritas” che non sia basata sui
fatti e sulle capacità di interpretarli, significa primato della ragione e
dello spirito critico dove si ha a che fare solo con verità fino a nuovo
ordine e non con verità assolute”. Tutto questo è nello spirito della
“Patavina Libertas” che dà forma a didattica e ricerca nel nostro
Ateneo.
Sulla rassegna anche il sindaco Zanonato: “Un’esposizione
importante, di grande contenuto scientifico, ma anche spettacolare
sotto il profilo comunicativo perché utilizza un linguaggio moderno
fondato sull’interattività. L’accostamento di esperimenti e simulazioni
multimediali, strumenti scientifici antichi e sorprendenti strumenti
moderni, dimostra quanto la scienza sia stata capace di rinnovarsi,
di proseguire il proprio cammino proprio a partire dalle intuizioni di
Galileo. Una mostra pensata per offrire molteplici livelli di lettura e
modalità di fruizione, e dunque capace di comunicare a un pubblico
di tutte le età e di tutti i livelli di istruzione”.
“Attorno al “Futuro di Galileo” - dice l’assessore Monica Balbinot –
fioriranno moltissime altre iniziative tra cui un’esposizione di grande
significato culturale. Si chiama “Lo spirito e il corpo” e presenta
cento anni di ritratti dipinti a Padova nell’età di Galileo. Protagonisti
di questa galleria sono personaggi padovani o comunque legati
all’ambiente locale. Nel percorso espositivo si potrà apprezzare,
accanto a opere di Tiziano e Tintoretto, una selezione di altissima
qualità proveniente dalle nostre ricche raccolte civiche”.
ACCORDO TRA COMUNE E BANCHE
MUTUI PIÙ FAVOREVOLI AI CITTADINI
E’ questa, forse, la più importante iniziativa di solidarietà realizzata
dal Comune. L’accordo con gli istituti bancari per la surroga o la
rinegoziazione gratuita dei mutui casa, partito con la legge Bersani, ha
messo a punto un dispositivo che dà respiro alle famiglie in difficoltà
per l’accrescersi del costo della vita in generale e del caro mutui in
particolare.
“Nonostante il problema fosse nazionale, se non addirittura mondiale
– dice l’assessore Gaetano Sirone – abbiamo deciso che il Comune
dovesse mettere in campo tutto il suo peso istituzionale nei confronti
degli istituti di credito per rendere operativo il decreto dell’allora ministro
Bersani e ampliandone maggiormente la portata a favore di tutti i
cittadini. L’accordo, nella percezione dell’urgenza, è stato concluso
a tempo di record, raggiungendo la sottoscrizione in soli tre mesi.
L’iniziativa si è estesa a macchia d’olio: prima hanno aderito Banca
Antonveneta e Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in seguito
Carife, Banca Etica, Banca Popolare Friuladria, Federazione Veneta
delle Banche di Credito Cooperativo, Credito Emiliano, Banca Popolare
di Vicenza, Unicredit, Banca Carige, Banca Popolare di Verona. Non
solo, l’iniziativa padovana ha fatto da apripista all’adesione di oltre 60
comuni del padovano e di tutti i comuni capoluogo del Veneto”.
La convenzione tra Comune di Padova e banche è stata siglata il
28 maggio e dal 29 i cittadini di Padova possono trasferire il mutuo
residuo in un altro istituto bancario modificando condizioni e durata
(surrogazione) o restare nella stessa banca riducendo l’importo della
rata per effetto dell’allungamento della durata ed eventualmente
cambiando la tipologia di tasso da variabile e fisso (rinegoziazione). Il
tutto a costo zero per il cliente. Quali vantaggi? Il cittadino, grazie alla
rinegoziazione, potrà godere dei benefici di legge previsti dall’articolo
8 del D.L. 7/07 come modificato dalla legge di conversione 40/07
e dalla legge 244/2007 (Finanziaria 2008), cioè nessuna penale per
l’estinzione del vecchio mutuo; nessuna imposta sostitutiva sul nuovo
mutuo, nessuna spesa bancaria per la concessione del nuovo mutuo,
mantenimento delle detrazioni fiscali prima casa. Saranno integralmente
a carico della banca surrogante le spese notarili (convenzione con
il Collegio dei Notai) e le spese di perizia del valore dell’immobile a
garanzia del mutuo. A completare il quadro, aggiungendo un tassello
importante: la possibilità di rinegoziare il mutuo a costo zero per chi
ha le rate di mutuo prima casa arretrate e non pagate per un importo
massimo di 20 mila euro.
L’iniziativa è stata pubblicizzata dal Comune, anche a fronte
dell’accordo Berlusconi-Abi che è tutt’altra cosa, inviando alle famiglie
90 mila opuscoli che spiegano nel dettaglio i termini dell’accordo.
Inoltre dal 15 dicembre è aperto il nuovo sportello mutui, un punto
per tutte le informazioni sulla surroga e la rinegoziazione gratuita
dei mutui. Si trova al secondo piano di palazzo Moroni con accesso
dalla gradinata di Palazzo della Ragione. Il numero di telefono è
0498205209; l’orario: lunedì e venerdì dalle 8,30 alle 12,30, mercoledì
dalle 14,30 alle 17,30.
“E’ stata sparsa la voce – aggiunge Sirone – che per la rinegoziazione il
cittadino deve accendere una polizza vita e che il Comune lo prevede.
Ebbene, la notizia è assolutamente falsa”.
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