. 1\\. SERRAT ~ ttrin (~e"t Il ltllzloi1c) Centesimi J ln1L1\N0 SOCl.ETA EDlTlUOE AVANTl 19ll9 Tipografi!\ So~iett\ Edit rice A'"antt • \J iiuoo, Vi a s. -Jlumiaoo, 16 Questo opuscoletto di propaganda elemeutarissm.za'. /atto per i nostri emigranti, ha una sua storia. Lo scrts>t nel 1902 a ,\ ew York ed una sua prmza edizione dt diecimzla copie venne subito esaurita. Prima che fosse iniziata la stampa della seconda edizione l'opuscoletto veniva proibito m diversi Stati della Confederazione americana per ofji·se alla religione L'autorità gli dette la caccia. Quei democraticissimi quacqueri non volevano che si attribuisse alla religione un carattere di difesa di classe. Essi, clte non credono più, hanno vivo bisogno che i proletari credano ancora. L'opuscoletto tuttavia f u diffuso egualmente. Una terza edizione della D ottrinetta Razionalista venne edita per cura di un cc Comitato di propaganda razionalista » costituito verso il 1 9 03 nella Sviz:ztra, a Ginevra. La D ottrinetta fu commessa allora, per la stampa, alla tipografia della rivìsta L'Università Popolare, del compianto avv. Luigi Moli nari in quei tempi a Mantova. 1lla le diecimila copie stampate finirono quasi tutte presso la Procura del re di quella città clte ne ordinò il sequestro e la confisca. Appena qualche centinaio di copie potè passare il confine e giungere nella Svizzera . Verme incoato contro di me un processo del quale c~me avviene spesso in simili casi di evidente soppressione della libertà del pensiero - non lto più sa1)1f/O 11/illn. la qu,11111 rdi:itme -:•t1mc p11b/il1cata a l.ugano ml dtlla llibliotua dtl J>c1rtitv .\'onalot11 Italiano ndla Si ·:era. ,\'e furono stampati altri dieci m. la cs1·111pr1r e .:01m ro in brc1,1c tc111 po di[!usi ne.'la Confcdaa:ionc Eh:ctica cd 111 Italia, se11:'altrc1 proibi·::ionc. la quinta tdi:iollc', appena stampata dalla nostra Sflclt'tà Edìtri<e « Avanti/ », fu subito fsaurita, e q11tStc1 ;. la S(Sfa clic vrdc la luce fra mc~zo alle 11ostr1· masse opr raie. Segno cv1do1tc clze le masse i11tc11Jono die - - pa libcrarsz dal dominio e dalla soggtzione cco11omica - Ì' auc!tc necessaria la lotta contro il pregi11C!Ìzio c la 111r11· zog11a religiosa clic di qud do111i1110 sono il 11/t':':.O più dirdto td efficace. L'anticlerhalismo d1·111agc1,r,ico t' /W· colo-borg!tesc, che combatte il prete e sostiene /,1 uligionc, clic lotta contro l'istmmc11to e lascia permanere 1l I onJamento ddla oppr1·s.1io11c di claHI', /t,1 /<lito il suo tempo. Oggi gri operai 11011 so110 antrcfrricali, sono arelig~osi. Questa co_mfafazione spfrga il significalo ddla dif/11s1one di questo lfbercolo e dice anclte il ptrclrè 1n questi giorni i preti si accamsco110 tanto contro di esso. i909 ad opm, i\filano. giugno 19r9. g. m. s. f DOTTRINETTA RAZIONALISTA J)o111a11d11. --- ( 'hi ,.i ha creato t~ messo al mondo? RtSt>osla. -- ~Iio paùre e m1a maùre. Essi si suno amati e eia! la. loro unione sessuale io sono nato. E' questo arri.ore, questo mutuo affetto, il quale trae la donna nelle braccia clell'uomo, quello che dà ,·ita alle generazioni e perpetua. le razze 1wi tempi. D. :Ma gli animali hanno arnta essi pure la stessa origine? Debbono anch1· le piante la loro esistenza all'amplesso sessuale? R. Signor sì. Così gl i animai i che le pi3ntc s1 .1mJ110, compiono la funzione sessuale in modi certo rJi,ersi - e dànno Yita ad altri esseri che si perpetuano tlt'l tempo, si modificano, progrerlis<'ono e si migliorano. D. Come spiegate 'ai l'esistenza di tante e din~rse ~pecie <li esseri) Le ha creale forse -iùùio, l'una separata dall'altra e nettan',ente distinta, second0 afferma la tradizione biblica? R. '\o, signore. Tulle quante le specie hanno una ong1nt.. comune e tutte hanno caratteri che le accomunano eù altri che le differenziano. Da esseri inferiori hanno aYuto origine esseri superiori : le forme semplici si sono -6e\Olute in forme composte e tu! la quant.t la grande e Yaria famiglia animale si può cousiùt.rare come unita da una comune catena di affinità. D. - Ma se dio non ha create tutte qua11te le specie auà pure creato il principio di esse? R. - Questa ipotesi di un creatore non è necessaria perchè non è concludente. :t\oi non possiamo spiegarci, per ora, quale sia stato il supremo principio di tutte le cose. Ma la supposizione di un creatore urla colla logica, allontana la soluzione del quesito, non lo risolve. Ammessa l'esistenza di dio noi abbiamo sempre il diritto di chiederci: cc e dio chi l'ha creato? ». D. - Volete YOi dunque lasciare insoluto questo problema? . R., - X~. La scienza - partendo dalle cose note per iscopnre le ignote - larnra alla sua ::;oluzione. La religione - arrischiando una ipotesi così strana quale è quella della esistenza di un dio onnipotente, onnisciente, e sempitern.o, e dogmarinando questa ipotesi si oppone alla ncerca della \'erità e perpetua la superstizione. D. - Ma l~ scienza. non spiega tutto? R. - La scienza spiega tutto ciò che è attualmente spiegabile ed ogni. giorno s'avanza colla sua fiaccola luminosa a rischiarare le tenebre della ignoranza ed a fugare l'err~re. La religione - Yolendo spiegar tutto -· non ha spiegato nulla, ha creato la superstizione ha diffuso il pregiudizio. ' D. - La religione è necessaria per la soddisfazione del cuore e per !a. tranquillità del pensiero? , R. - L~ ~e}igHjr:e è la s~ddisfazionc per gli. egoisti, e la tranqu1lhta pei poltroni. Essendo dio mi.sericoiclioso, n.oi .ci possiamo dispensare dall'essere buoni. Es~ndo dio 11. supremo _percl~è di tutte le cose, possiamo ricorrere a di? per spiegarci ogni fenomeno della natura s~r:za S<?ver~~1a preoccupazione intellettuale. Così la religione mandì:ce i cuori e spegne le inteli igenze. Ad un povero che c1 .domanda ~'~iuto fraterno, rispondiamo: cc V ~ttene con dio ! » e tacitiamo la nostra coscienza. Ad un ignorante che ci chiede il perchè <li una cosa, che egli • non comprende, rispondiamo: " E' dio! » e tacitiamo il nostro cd il suo desiderio di sape1e. D. Come spiegate allora che taluni scienziati sono rimasti creùenti ? R. - E' vero. Vi sono stati e \i sono degli scienziati che credono tuttora in dio. 11a essi non lo fanno perchì: scienziati, ma malgrado la loro scienza. Allo stesso modo \i sono stati e vi sono degli scienziati superstiziosi, che credono al la jettatura, al malocchio, che temono il venerdì, il numero tredici e via dicendo. Questo significa che l'uomo - anche se fatto ad immagine e somiglianza di dio ! - è assai debole e che può avvenire alle volte che ia più robusta intelligenza, sia accompagnata dalla più debole delle coscienze o delle anime. D. - La religione è fautrice di progresso? R. - No. Perchè, appunto, soffocando gli im2ulsi del cuore e smorzando le energie delle intelligenze, volge le attività umane \·erso l'ascetic;mo. L'uomo religioso ideale non è gi.à quello che lotta strenuamente contro le anersità della \ ita e le vince; ma colui che si rassegna facilmente ad ogni privazione e si fa schiarn della av\ ersa natura. Onde i popoli meno civili sono anche quelli che più supinamente obbediscooo ai dettami della religione. D. - Tuttavia vi sono dei paesi veramente civili che hanno profondo il cu-lto della rei igione. Come spiegate questo fatto apparentemente contraddittorio? R. - In taluni paesi del nord - tanto <l'Europa che d'America - la religione si è evoluta per modo che è mr>no legame intimo e continuo dell'individuo alla divinità e pit1 comunità di sforzi collettivi guidata da un'unica legge del dovere - per vincere le avversità della natura ed aumentare il godimento <lei beni terrestri. Dio si è allontanato dall'uomo, la religione è diventata la soddisfa7ione di do\·eri rispondenti al comune interesse, è tollerante, larga, serena; aborre sempre più da ogni forma dogmatica, da ogni superstizione. E' iR questi paesi - dove la religione cessa poco a poco dall'essere religione - che il progresso corre più rapido e la civiltà reca più abbondanti frutti alle popolazioni. - s --- 9- *** /J Per qu.tl fine !;ie!t• \ 01 ct<,,1to? La ,·ita è tìnc a ~~ slt'"''a. Sono 11aco P< r \i\ Lfl', per YiYerc b.::ne, per godere, per approfittare, in comune con tutti i miei simili, di lutti i lieni onde la Yita si ab bella ... D. - \on è ùunque la terra un,t \',iJJ,. di lagrimc entro la quale nvi siamo pelkgrini pt r altro miglior<.. ùestino? R. \o, signore. Il nvslrv regno \.· di 4ueslu mondo. Chi dissc> di,·ersamenll.', affcrmù una raffinata menzogna, accolta lietamente ùai dominatori del m<mdo ai qu,tli prestano eù hanno sempre prestato mano i sacercloti. D. - Come sarebbe a dire? R. - I padroni del p:>ne hanno lu~ingato il popolo prumeltenclogli un paradi,q in un'altra vita ultralt'rrcna. Pnchl· t·sso 11011 ri,·enùi< hi "li qw »ta ll'rra il suo diritto. gli hanno fatto credere cht.;; qu<1ntv pi\1 granùi :;ono i p.t tinwnti 1•1ù·gli soffre in ,questa Yalle <li lagrimc, tanto maggiori saranno i godimenti celesti dei quali avrà il beneficio. 7J. - Per moùo che rni pensate che h Yita eterna. il premio paraclisiale, la lieatituclinc celeste, il plirgatorio, l'inferno, sono tutte mistifìeazioni? R Precisamente. Tt:rpi mistificazioni! Il popolo del laYoro ha sempre avuto bisogno fìn qui di essere condotto secondo la morale dcl premio e del cast igo . morale... immorale perchèi fa ilipenderi• l.1 nostra !'<Jndotta ùalla aspettazione di una rico111pt,;11::.a pt..r~un;il1» anziche dalla consi<leraziom_ dell 'interes~c g~·nerale. f) Che cosa 'i autorizz;t a credere ciò? R. Tre ragioni prin<'ipalissinie. Anzitutto, s1! fossi· \·ero 'hc ci aspett_a una Yita etC'rna nella quale •< i primi sara11110 gli ultimi ,,, i sacerdoti, i preti doucbbero -in modo speciale quelli che si sono da sè stessi definiti " infallibili " - essi per primi. dare I 'e:-• •npio di \'Olcrsi R - , ' conqui:;tarc.: tal.-~ beatitudine rinunciando ai beni ùi questa terra che :;ono cau-sa di dann,1zionc. Essi i11Ye('e operano il contrario. Essi appetiscono le ricchcnc, amano le grasse pebrenùe, non disdegnano i piaceri del.la <;a~ne: agognano il potere. Ciò significa che gli stessi mm1stn del preteso i<ldio non credono alla Yita dell'al di là, e pensano che val meglio un passero in mano che un tordo alla frasca. /), - <Juale è la seconda ragione? R. La seconda ragione si è che t ulli quanti 1 nu11H 1 dLllc a~pirazion i popolari hanno fatto ricorso ali~ fede religiosa per la difesa del loro privilegio'. Tutti 1 padroni pit1 esosi, tutti i tiranni pit1 birbanti, hanno chiamata la religione in loro aiuto 1wr mantenere l'ar~ hilrio " la i11giusti1ia. Essi. i nostri padroni nell.1 gra11de maggioranza non credo110 nè alla esistenza di dio. nè :il paradi:;o. nè all'inferno. ma sti1l'anu opportuno che vi nedano i loro dipendenti pen·hl- rimangano sottomessi, docili, schia,·i. /). ~11 hl; Yoi stimate l,L religione 1·u111t: un mc11.o di opprt·ssiune di classe? . . R. - Si. Dio è sempre stato l'alll'alo dci potenti. il carabiniere del forte coritro il debole. La religione è l'oppio dei popoli: essa addornwnla, spegne. ne~li . ~o mini ogni sentimento cli ribellione contro la rng1ustlZ1a, indu-cc alla serdtù ed incoraggia la ,iJtà. *** T>. Qual<· t.~ dunqut• lo scopo della i1nstr~ esis~en~a se 11ui non viviamo per conoscere, amare, St'f\ Il'C dio 111 terra cd andare poi a goùerlo elernamrntc in paradiso? R. I.•> scopo della nostra Yita è il piacere. n Spicgate,-i pi\1 chiaramente. Siatw> noi. ùu~que nati per , 1\'ere com1; bruti solo Clll"lll(i la soùd1sfazione dei sensi? R. - "\o. Intendo il piacere in un senso piì:i ele:·ato. \ oi dobbiamo s\'iluppare noi stessi, do\Jbiamo den tear<" - IO - tutte le nostre att_iYità, tutte le nostr~ energie a migliorare la nostra esistenza e quella dei nostri simili. La lotta contro tutte le forze avverse della natura, per sott?mette:le, ~er renderle a noi utili, per rica\"arne il massimo d1 godimento=. ecco lo scopo della nostra esistenza. E q~es_to s.copo noi lo raggiungiamo allora che - perpetui nbelh contro quella che ci si vorrebbe far credere la volo~tà di ~n dio ~mnipotente - andiamo strappando, colla scienza, 1 segreti della natura, e di essi ci serviamo p~l. n~stro p~rfezi?namento e li leghiamo in preziosa eredita a1 nostn figli. D. - "lv!a è c~ò contrario alla religione? ~~ S.1gnor.' SI: Q~a.ntunque certi preti - non SO s~ p1u ~urbi o p1u 1pocnt1 vadano oggigiorno tentando d1 farsi. credere ~n~he essi fautori di civiltà e di progresso, 11 fatto s1 . e che i_l v~ro credente non può che prend~re come su~1 modelli Giobbe o il beato Labre che la Chiesa ha santificato. D. Ma perchè il credente deve essere poltrone, pigro e vile? . R. - Ciò dipende dalla stessa essenza della relig10n~ . Non. a~ermano forse i preti che « non si muove fogfta che iddzo non .voglia »? Se adunque tutto ciò che avv1~ne è stato pren.s to e . preordinato da iddio, pecca colui che tenta r~n;ediare a1 voleri divini e tanto più un uomo è .buon re_I1g1oso. quanto maggiormente egli si r assegna, s~ ~ccas:ia _e s1 prostra. Onde l 'ic.leale del perfetto rel1g1oso . e. G10bbe, è Labre, che marciscono tra la sozzura, _eh~ s1 impa~tanano tra il sudiciume, che si coprono d1 piaghe schifose, di schifosissimi insetti e tra tanto luridume contenti, cantano beati le laudi d~l signore ed esaltano il suo nome. D . - Quale è invece il vostro ideale? R. - I_l _nostro ideale è Ia ribellione continua, aperta, cos.t~nte, c1V1le, a tutto ciò che si oppone alla nostra felicità, l~ qu.a le co~siste non già nella rinuncia, ma nell~ sodd1sfa~1one pm completa dei nostri bisogni. Noi crediamo degm del nostro compatimento gli uomini che non sanno lottare e che, sotto il pretesto di obbedire al - II - voll're divino. s1 prostrano dinanzi alle sciagure onde son perseguitati e !ii remlono vili. Prometeo che dà la scalata al cielo e tenta strappare al dio il s<:>greto della nostra esistema e - eterno ribelle vinto, ma non domato sotto i fulmini di GioYe e le persecuzioni, leva altero il capo e ri\enclica il suo d'ritto di tutto sapere, di tutto conoscere, è il simbolo nostro. D. - Eppure il \'Ccrhio dettame popolare afferma che ogni uomo che sa cli lettere non ~ savìo, e spesso l'ignoranza è ragione di tranquillità d'anin'o. !? . - E' questa una delle tante creclcl17.e che i dominatori ckl mondo hanno diffuso per mantenere il proprio dominio Allo stesso modo che hanno tentato di far credere che il ricco abbia pit1 fast idi dcl po\'ero, così fanno anche correre la fiaba che sapere significhi tremare. In tal modo si sono garantiti il priv;legio della ricchezza e della scienza. Certo colui che sa sente maggiormente la propria responsabilità. I l bruto \'Cgcta. L'uomo cosciente \'i\'e. Ma che cosa sarebbe il mondo senza che gli uomini aspirassero sempre maggiormente ad a\'ere una coscienza collettiva e si accontentassero di vivere come bruti? Tutto il progresso umano è in questo sforzo per la conquista del sapere e noi - anche a costo di sentire più intensamente i dolori e le miserie della vita - dobbiamo aspirare alla scienza, perchè solo così noi potremo combattere il male e conquistare quella rela tiva frlicità che è la mèta dci popoli civili. *** /). - Voi dunque siete dei ribelli? R. - Sì, certo. D ei ribelli contro il pregiud!zio, contro il dogma, contro il passato. Noi non accettiamo nulla di tutto ciò che la Chiesa ci impone come la verità. Noi \'Ogliamo sottoporre tutto quanto al nostro giudizio, alla nostra critica. D. - Per modo che non credete che ciò ch e può essere da Yoi controllato? -- 12 - R. - Proprio così! Xoi razionalisti non ammettiamo il soprannaturale, per noi non ci sono miracoli. Ogni fatto de,·e trornre la sua spiegazione naturale. I miracoli di Cristo e di tutti i santi del paradiso sono frottole di donnicciuole, pregiudizi del volgo, i1wenzioni malefiche di preti. D. - Potreste voi citarmi qualcuno di questi miracoli e dimostrarmene la falsità? R. - Volentieri. Ecco, per esempio: secondo le sacre scritture, Giosuè ha fermiato il sole. Ora tutti sanno che non è il sole che gira attorno alla terra come appare - ma è viceversa la terra che gira attorno al sole. Ma Giosuè - o meglio la Bihl>ia - non lo sapeva ed ha i1wentato il miracolo! Miracolo da ciarlatani! Altri miracoli non sono che fenomeni naturali sconosciuti alle genti presso cui passavano a predicare i µrimi apostoli <li Cristo e che valsero ai predicatori stessi, che li conosce' ano, la fama di miracolosi. ~fosè fece ritirare le acque dcl ~far Rosso perchè sapern che si sarebbero ritir..ile, anche ~enza Il suo ordine, per effetto del fenomeno delralta e l>assa marea. Cristo faceva risuscitare Lazzaro perchè Lazzaro non era morto ma semplicemente preso da un ac-cesso epilettico, epilessia nota probabilmente nei suoi effetti al preteso figliuolo di dio. Cristo cambiava l'acqua in ,·ino lo stesw come i giocolieri di piazza, mediante spec-ial i precipitati, facilissimi ad ottenersi, vi tingono in rosso, in verde, in bleu le acque cristalline della fontana con sommo diverti1111c;nto dei contadini estatici. Al giorno d'oggi i medil·i rnmpiono delle operazioni bt:n 11iu difficili senza pretendere d "ess<'re degli dei, 1· la chimica e la fisica ci hanno dato tali scoperte che al loro confronto gli atti di Cristo e dei sanli sono giochetti da bussolotti. Se Cristo è ùio. perchè ha data la parola ad un n'uto se pur è ,·ero che cosa de\'e mai essere Edison rhe ha data la parola ad una marrhina: il fonografo o il grammofono? - IJ - E wm l.· più pulente tlel figlio di dirJ il nostro .Marconi? <'risto non sape\'.t neppure che l'America esistesse, :\larcon; in u11 istante ci pone in comunicazione con quei popoli che sono a migliaia di miglia di-;tanti da noi e l'ht: C'ri:sto non conosce\ a neanche di mime ! E \'Cli \'Olete rh.. ;\larroni si i1whi11i al sapic11/c iddio? \fa v· il dio della. llilihia è un ignorante al rnufrunto di un l1imho clr·lle nostre sruolc eleirn.:nlari ! *** IJ. ~ ! 'osi, IH.:~al'Jn lede al mirarolo, ritìutando\'i tl1 ere• !Prc lltlJa CrPali01JP 1 \'Oi finttt' fWr a ffl'rmare la \Ostra suprriorità sopra di•J. R. - X·m c;i puù essere superiori _ad u11a cosa che non esiste. < ~erto però l'uomo è superiore a quel fantoccio che i credenti hanno m.esso a capo clell ' uni,·erso chiamandolo dio. D. - Ditemi il perchè di questa superiorità. . R. - Dio è un'imcnzione dell'uomo pnm1t1vo, ignorante e pauroso; é una ipotesi di un cen·ello jnfantile Come tale non può chi: essere imperfetto. puenle, umoristico per noi. . . . Così per quanto c:c lo thca.no pcrfetl1ss1m_o errli a\'rebbe create tulle le cose imperfette lasciando ~ . perciò credere che l'assoluta perfezione possa generare l'imperfezione. Il che è assurdo. . . . . Così - per quanto ce lo dicano sap1~nt1ss1mo - egl~ ignora le cose più semplici, per esempio: c~e non ,., può essere luce se non \'i ~ il sole ~~acc_hè e dal sole che la terra rice\'e la luce· che la p1u piccola stella è grande parecchie \'olte più 'della. !erra. Egli impiega plr<'Cl'hi giorni a fare la terra, a d1ndere le acque, a ere.are gli animali, le piante, e poi l'uomo e la. donna, ed unpiega inn~ce una giornata ~ola a r.reare il sole, la luna e tutte le stelle. Forse il primo lavoro lo <\\'eva preso a giornata ed il secondo a cottimo! ... - 14 - Assai curioso è poi il modo da lui tenuto nella creazione della donna. Eva la trae <la una costola di Adamo. Poteva ben risparmiare di fare il beccaio per dare al povero Adamo quella bella compagna che gli pose al fianco! Ma il bello si è che l'uomo e la donna hanno lo stesso numero di costole e che all'uomo non ne manca proprio nessuna. Per modo che della divina operazione non è rimasto segno sul corpo umano, mentre invece permane - in fondo alla spina dorsale un rudimenfo di coda, la quale doveva certo adornare le parti deretane dei nostri lontanissimi antenati. D. - Non pare a yoi che questa ipotesi della comune origine dell'uomo e della scimmia sia una offesa alla umanità intera? R. - E che importa ciò? Forse che il medico quando constata una malattia in un individuo deve preoccuparsi se questa constatazione o ffende? Forse che la affermazione della verità deve essere subordinata all'interesse che da essa si può trarre ? D. - Ma non potete tuttavia negare che la dottrina della creazione è più bella, è, in certo qual modo, più lusinghiera per l'uomo di quella della trasformazione. R. - Lo nego. Il sapermi creato ad immagine e somiglianza di dio, destinato al paradiso, capace di bene e di male, re del creato, mi umilia, mi offende, mi abbassa. Io non sono nulla; lui, dio, è tutto. Il progresso da rr.e compiuto nei secoli non ha valore. Adamo era come me, io sono come lui, il riflesso deffopera divina. I~ -:- homo sapien - divento una marionetta nelle mani d1 dio burattinaio. E' trìste I ~a quando osservo tutta la lunga, immensa catena de_gl_1 esseri; quando risalgo su su dalle forme più semplici alle più complesse, dal protowo al mollusco; dal1'uccello al mammifero; dal mascherino al forte e superbo gorilla della foresta; al boscimane, ali 'ottentotto, a. me, uomo bianco del ventesimo secolo, e scorgo tutta l'immensa, meravigliosa opera di evoluzione compiutasi, al~o:a io mi sento forte, mi sento capace di migliori destm1. Un senso di fraterna solidarietà mi lega cogli - 15 - amo l'unherso 1 amo la ' itn, l'nmo in tutte le manifestazioni i l'ar:no quando me: bella; l'amo anche Tè t~1ste ; .e~to la fom1 a sopportarla, pcrchè so l'ie ~1 la. non ' è nulla, <.'hc tutta l opC'r ,1 mia dc' o c:p:erla m terra. Lilx:ro, solo, nbb.rndonato a m · stesso, lèrul ~ men~ace tutela d1 un dio impot..:nte cd assurdo, ~ acqu1 .to ngorc ad ogni o tacolo e lotto, lotto per lo ::mo d1 !ollare, per ln sicuren.a che ho di me st o. ~r l'ammirazione' che ho della m~n forza. lddio mi rende debole fiacco , ile. mi fa forte , ,"~c:tant \li razionalismo I . . .. •, animoso . ·e < 10 e 1~t1· ~ bi ognrrcbhc uc·c-idcrlo. .;i.1; 11 LIBRERIA EDITRICE "AVANTI!,, VIA SAN DAMIANO, 16 - MILANO o o - --- - - -- - ---- o[] Opere di coltura socialista Opuscoli di propaganda Quadri e Cartolin~ :: Scelto deposito di Romanzi - Opere illustrate - Biblioteche p Oper~ das~ Ragazzi sich~ - Biblioteche teatrali - Libri sco- lastic:i - Dizionari, ec:c. -------=----~~ - - - -- - CATALOGO GRATIS a chi ne fa richiesta anche con semplice biglielfo da visita PACCHI DI PROPAGANDA: Piccole Biblioteche per Circoli e Sezioni