investing in people un modello di validazione delle competenze risultati di progetto Provincia di Macerata investing in people un modello di validazione delle competenze risultati di progetto Provincia di Macerata 2 La Provincia di Macerata sta attuando da anni, nell’ambito delle competenze per il lavoro e la formazione, politiche di intervento e di qualificazione delle risorse, mirate allo sviluppo del contesto locale. L’attenzione è stata rivolta, in particolare, a sostenere l’inserimento sociale e lavorativo dei cittadini, con la convinzione che risorse umane qualificate rappresentano una componente sostanziale per l’evoluzione dei territori. Negli anni le iniziative e i servizi offerti hanno acquisito, con sempre maggiore intensità, una dimensione europea e una direzione decisa verso l’analisi e la valutazione delle competenze. La centralità data dalle Istituzioni Europee alla validazione degli apprendimenti non formali e informali e al loro valore rispetto allo sviluppo sociale ed economico dei contesti locali e della stessa Unione hanno sostenuto la Provincia nel compiere un passo ulteriore nell’innovazione. Nel 2005 è stato quindi proposto al territorio Investing in People, progetto che prospettava l’attivazione di un modello sperimentale di validazione degli apprendimenti pregressi all’interno delle organizzazioni del lavoro e che mirava allo sviluppo contestuale degli individui, delle aziende e del sistema locale. I risultati ottenuti sul territorio e gli apprezzamenti rivolti all’iniziativa dal livello nazionale e dalle stesse Istituzioni Europee non hanno solo dato merito al lavoro svolto nei due anni e mezzo di attività. Molto di più, hanno confermato la validità della direzione intrapresa e l’efficacia dell’azione provinciale. Forte delle attestazioni ricevute, la Provincia offre quindi oggi al territorio, attraverso queste pagine, l’illustrazione dettagliata del modello proposto, di quanto ha realizzato ed è in procinto di attuare, con il contributo attivo degli attori locali, per consolidare gli obiettivi raggiunti. L’intento è di sostenere con sempre maggiore efficacia la partecipazione del territorio ai traguardi comuni di sviluppo. Il Presidente della Provincia di Macerata Giulio Silenzi L’Assessore Daniele Salvi 3 Il progetto 6 L’approccio e gli obiettivi Il partenariato di Sviluppo Locale e la Rete territoriale Le attività previste e i risultati Sperimentazione in azienda e formazione individualizzata Azione di trasferimento Campagna di comunicazione La cooperazione transnazionale Il modello 7 8 11 12 16 17 19 24 La struttura Le figure professionali Il metodo sperimentale Commitment Descrizione dell’azienda Definizione dei profili professionali aziendali Creazione degli indicatori di competenza Formazione del tutor aziendale Individuazione dei lavoratori Sensibilizzazione dei lavoratori Compilazione del portfolio Definizione del gruppo di assessment e formazione degli assessor Assessment delle competenze Restituzione dell’assessment Piano di sviluppo individualizzato Previsione, progettazione e realizzazione dell’azione formativa Validazione delle competenze Implementazione 4 26 29 31 34 36 39 42 46 47 49 51 55 58 61 62 64 66 68 Gli esiti 70 L’ipotesi del sistema provinciale di validazione La struttura Implementazione del modello Erogazione del servizio Governo del sistema Le figure professionali La validazione delle competenze Le potenzialità e i punti di attenzione La disseminazione e gli apprezzamenti Il progetto CompeteRe Gli apprezzamenti Appendice 71 72 72 73 73 75 77 79 81 81 83 85 Strumenti di VPL Documenti europei di riferimento Contatti 85 148 160 5 Il Progetto La Provincia di Macerata avvia Investing in People nel luglio 2005. Il progetto, inserito nella seconda fase del Programma Equal, trova la sua motivazione contingente in una crisi del mercato del lavoro che colpisce il territorio negli anni immediatamente precedenti e pone a particolare rischio di disoccupazione i lavoratori maturi. Sono invece gli esiti di “Diversità & Sviluppo”, precedente esperienza Equal condotta dalla Provincia e mirata all’occupabilità delle persone disabili, a sostenerne l’approccio e la fattibilità. Le relazioni fra numerosi soggetti, istituzionali e non, del territorio sono infatti ormai consolidate ed è già attiva una rete fra le aziende locali. Ma soprattutto, grazie alla cooperazione transnazionale, la Provincia e gli stessi attori del territorio sono venuti direttamente a contatto con realtà innovative a livello europeo ed hanno sperimentato metodologie di scambio di esperienze e trasferimento di buone prassi in progetti di rilievo per spessore e complessità. L’esempio dell’Olanda attira in particolare l’attenzione, con un sistema di inserimento lavorativo e di sviluppo professionale dei lavoratori – anche svantaggiati – che risponde alle esigenze di competitività e crescita delle aziende e risulta estremamente flessibile e adeguato al trasferimento in altri contesti territoriali. La Provincia decide quindi di proporre Investing in People in continuità con l’esperienza acquisita, ma in una prospettiva totalmente innovativa. Ai rischi di marginalizzazzione sociale e lavorativa delle categorie svantaggiate reagisce offrendo alle aziende e al sistema locale uno strumento concreto di competitività, basato sulla valorizzazione delle risorse umane, e tracciando per tutti una direzione di sviluppo fondata sull’apprendimento permanente. 6 L’approccio e gli obiettivi Investing in People ha, come beneficiari, lavoratori disabili e “over 45” e mira a supportarne l’occupabilità. Intende contribuire contemporaneamente al miglioramento della gestione delle risorse umane in azienda, all’evoluzione dell’offerta di servizi per il lavoro e all’integrazione fra i percorsi lavorativi e formativi. Seppure mirato all’occupabilità, il progetto si rivolge a lavoratori occupati e sostiene la tesi che non esiste reale spazio di impiego per le categorie considerate senza reale possibilità di sviluppo professionale. Propone inoltre in concreto la verifica di tale approccio e la sua acquisizione perseguendo due obiettivi specifici: • dimostrare ai soggetti coinvolti il funzionamento e la convenienza di un modello di sviluppo aziendale basato sulla valorizzazione delle risorse umane che sia, nello stesso tempo, funzionale all’analisi dei fabbisogni professionali e formativi delle aziende; • trasferire pratiche, metodi e principi del modello al sistema locale, ottenendo il supporto del territorio con una campagna di comunicazione ampia e diversificata, che ne diffonda i temi più rilevanti. L’approccio adottato è fortemente innovativo ed opera tre rovesciamenti sostanziali di prospettiva: • reinserisce lavoratori disabili e maturi nell’ambito delle “risorse per il lavoro”, ipotizzando per loro non solo possibilità – e diritto – di occupazione, ma dando per certo il potenziale di competenze che consente di sostenere sviluppo professionale al pari delle altre categorie; • sposta completamente il fuoco dell’attenzione da “quel che manca” alle categorie svantaggiate, rispetto a standard predefiniti, alla capacità – in chi guarda – di “vedere” quel che c’è di “diverso” e quindi innovativo; che però, proprio in quanto diverso, bisogna “esercitarsi” a vedere; • propone una modalità di fronteggiamento dell’innovazione “dal basso”, che consente la sperimentazione diretta della tesi sostenuta a tutti i soggetti coinvolti – dagli stessi beneficiari ai decisori istituzionali – e, solo successivamente, mira alla rielaborazione guidata e al trasferimento delle pratiche. Il progetto lega quindi con immediatezza la questione dell’inserimento lavorativo delle categorie svantaggiate alle capacità di auto-innovazione del sistema locale. Ne fa un obiettivo di evoluzione economica e sociale e lo centra sulle strategie di sviluppo condivise a livello europeo. Il modello in sperimentazione proposto è, infatti, quello della Validazione 7 degli Apprendimenti Pregressi, denominato VPL (Validation of Prior Learning). Il modello, già consolidato e a regime nel sistema olandese, sostiene la validazione delle competenze dei lavoratori, anche non formali e informali, in linea con i principi europei e ne struttura l’impiego in funzione delle esigenze di sviluppo delle aziende, degli stessi lavoratori e della flessibilizzazione del sistema formativo. Il partenariato di Sviluppo Locale e la Rete territoriale Il modello di VPL propone la validazione degli apprendimenti pregressi all’interno delle organizzazioni del lavoro ed è applicabile nel sistema produttivo e dei servizi, negli enti pubblici e per le attività sociali. Le sue caratteristiche e gli obiettivi innovativi di Investing in People, mirati a questioni strategiche dello sviluppo socioeconomico, hanno raccolto intorno alle attività progettuali un numero ampio e diversificato di soggetti, inseriti nel nucleo dei Partner e nella Rete territoriale. Accanto alla Provincia di Macerata quale partner capofila, il Partenariato di Sviluppo Locale ha infatti visto al proprio interno attori chiave del territorio sia rispetto alla gestione e realizzazione delle attività sia nell’ottica della diffusione e del mainstreaming. Con la particolarità di includere, quale supporto scientifico direttamente collegato all’innovazione, l’organizzazione olandese Cedris, organismo di rappresentanza dei Laboratori Protetti per disabili e già partner in “Diversità & Sviluppo”. Al partenariato hanno inoltre partecipato: • tre aziende del territorio di rilievo nei settori delle carni, delle calzature e del legno, resesi disponibili per la sperimentazione interna del modello di VPL; • tre rappresentanti delle parti sociali e degli organismi del privato sociale, con ruolo specifico nella formazione individualizzata dei beneficiari e nel sostegno all’autoimprenditoria; • le due Università degli Studi del territorio, quale supporto scientifico al trasferimento del modello, per la formazione degli operatori dei servizi per il lavoro e per la formazione a distanza dei beneficiari; • un’organizzazione locale per lo sviluppo europeo, con funzioni di assistenza tecnica e coordinamento delle attività transnazionali. 8 Partnership di Sviluppo Locale Partner capofila Provincia di Macerata Sperimentazione diretta Aziende (Carnj Coop Art, Falc spa, Lube Cucine srl) Formazione dei beneficiari Parti Sociali (Confindustria Macerata, Unione Nazionale delle Cooperative Italiane - UNCI, Associazione Nazionale dei Mutilati e Invalidi Civili - ANMIC) Supporto scientifico per il trasferimento del modello e formazione degli operatori Università di Macerata e Camerino Supporto scientifico per il trasferimento del modello CEDRIS (Organizzazione olandese di rappresentanza dei laboratori protetti) Coordinamento nazionale e transnazionale EuroCentro srl La portata dell’innovazione proposta dal progetto e l’opportunità di coinvolgere e attivare direttamente tutti i soggetti del territorio provinciale interessati ha portato i partner a sostenere la costituzione e l’implementazione della Rete territoriale. Questa raggruppa, al momento, numerosi organismi fra aziende, parti sociali, associazioni e cooperative sociali, i cui referenti hanno seguito con costanza gli sviluppi progettuali e partecipato direttamente e in larga misura alle attività in svolgimento. I rapporti fra i partner e i referenti della Rete hanno costituito un elemento strategico per la sostenibilità del progetto e per la sua stessa efficacia grazie all’apporto delle diverse prospettive e problematiche. Hanno infatti migliorato e precisato l’azione provinciale e dei partner, consentito la disseminazione e il trasferimento delle prassi in itinere e supportato attivamente il processo di mainstreaming. 9 Soggetti della Rete Territoriale Provincia di Macerata Cgil – Macerata Cisl – Macerata Uil – Macerata Confartigianato – Macerata Casartigiani – Macerata Confcoperative – Macerata Lega Cooperative Marche – Macerata Ente Nazionale Protezione e Assistenza Sordomuti – Macerata Unione Italiana Ciechi – Macerata Istituto di Riabilitazione Santo Stefano – Potenza Picena (Mc) Macero Maceratese srl – Macerata Halley snc – Matelica Cooperativa Sociale Amici Delle Cerque arl– Camerata Picena (An) Cooperativa Sociale Hera arl – Castelraimondo (Mc) La consapevolezza dello sforzo di adattabilità e cambiamento che l’introduzione del modello avrebbe richiesto al territorio e l’opportunità di sostenere nella pratica l’approccio “dal basso” hanno infine spinto i partner a dotarsi di un organismo tecnico. E’ stata quindi costituita una struttura di progetto comprendente referenti provinciali e dell’organismo di assistenza tecnica e personale qualificato nell’erogazione di servizi per il lavoro e nelle azioni di comunicazione. La struttura ha coordinato l’intero svolgimento delle attività progettuali gestendone, da un punto di vista tecnico, tutte le fasi di applicazione, promozione e diffusione del modello in funzione del trasferimento e mainstreaming. 10 Le attività previste e i risultati Investing in People prevedeva cinque diversi ambiti di attività: • la sperimentazione diretta nelle aziende partner del modello di VPL, consistente nella ricognizione, valutazione e validazione delle competenze formali, non formali e informali di lavoratori disabili e “over 45”, in funzione dei fabbisogni professionali e formativi delle aziende e dello sviluppo professionale dei lavoratori; • la progettazione di eventuale formazione individualizzata dei lavoratori beneficiari e la sua realizzazione, principalmente in situazione; • il trasferimento del modello al sistema, consistente in _ trasferimento della metodologia di validazione ai Centri per l’Impiego provinciali a scopo di erogazione del servizio alle aziende, tramite formazione degli operatori e implementazione diretta del modello; _ trasferimento delle prassi al sistema attraverso tre diversi gruppi di lavoro, finalizzati all’azione di sperimentazione (gruppo Adaptability), allo sviluppo delle aziende (gruppo Business) e al mainstreaming (gruppo Mainstreaming), con coinvolgimento diretto dei partner, dei referenti di Rete e dei referenti dei soggetti destinatari di mainstreaming; • un’intensa campagna di comunicazione, comprendente azioni di promozione del progetto, illustrazione del modello di validazione e diffusione costante dei risultati, che mirava alle diverse tipologie di interlocutori ed iniziative ed è stata condotta anche attraverso la realizzazione di talk-show televisivi ed eventi di diffusione tematici; • azioni di supporto, mirate ad un approccio attivo alla disabilità, all’età matura e al genere e individuate tramite lo scambio di conoscenza e buone prassi con i partner transnazionali (Francia, Italia, Olanda, Slovenia). L’impegno dei partner e la partecipazione dei soggetti della Rete territoriale hanno consentito la realizzazione delle attività previste, che ha peraltro suscitato nel tempo una graduale attivazione del territorio e implementato i risultati. Esito che ha permesso l’attuazione di iniziative non programmate e un costante maggiore coinvolgimento dei partecipanti e di soggetti esterni, anche al di fuori del territorio provinciale. L’efficacia delle azioni ha infatti sostenuto la formulazione di un’ipotesi di sistema locale di validazione, la disseminazione e il mainstreaming anche a livello nazionale e la promozione presso le Istituzioni Europee. Traguardi, questi, che costituiscono per Investing in People conferme di estremo rilievo della direzione intrapresa (vedi il cap. Gli esiti, pag. 70). 11 Sperimentazione in azienda e formazione individualizzata La sperimentazione del modello di VPL prevede un percorso di ricostruzione, messa in trasparenza e valutazione delle competenze, anche non formali e informali, possedute dai lavoratori beneficiari. Le prime due fasi sono attuate tramite la compilazione di un portfolio e la produzione di “prove” (evidenze) e la valutazione viene effettuata da un team di assessment predefinito, costituito da un supervisore, un tutor dei lavoratori e un assessor interni all’azienda e un assessor esterno. La valutazione si basa su “indicatori di competenza” riferiti ai profili professionali specifici dell’azienda. Profili e indicatori vengono elaborati e definiti, prima della fase rivolta ai lavoratori e in condivisione con il management aziendale, tramite osservazione diretta sul lavoro. L’intera procedura si conclude con la stesura di un “Piano di Sviluppo Individualizzato” dei singoli beneficiari, condiviso fra questi e il management, con validazione delle competenze risultanti possedute. L’assessment permette di identificare in dettaglio non solo le competenze in possesso dei lavoratori, ma anche gli ambiti di miglioramento. E’ in relazione a questi, e solo se la valutazione ne evidenzia l’esistenza e l’azienda lo ritiene opportuno, che viene progettata l’eventuale formazione. I percorsi formativi risultano quindi del tutto individualizzati (tailor made), estremamente flessibili per obiettivi, contenuti e durata, frequentemente molto breve (mediamente 20-30), e particolarmente aderenti ai fabbisogni professionali e formativi dell’azienda. Inoltre l’azione formativa, legata con precisione a competenze tecniche e professionali, può essere realizzata in larghissima parte in situazione, determinando una netta riduzione dei costi, sia in termini finanziari che di impegno dei lavoratori. A conclusione del percorso formativo viene ricostituito il gruppo di assessment ed effettuata la valutazione delle ulteriori competenze acquisite, con relativa validazione, alla presenza di un referente della Regione Marche. La procedura di VPL descritta è stata realizzata nelle tre aziende partner, coinvolgendo 16 beneficiari, 12 dei quali ultraquarantacinquenni e 4 con disabilità. La sperimentazione ha permesso non solo di raggiungere, per il management aziendale, i lavoratori e gli attori locali, l’obiettivo dell’esperienza diretta del modello, in termini di metodologia, procedure e strumenti. Ha soprattutto consentito di far verificare il valore economico e di sviluppo e il potenziale di “riorientamento” della prospettiva, posseduti dal modello. Ha infatti spinto i partner e i referenti di Rete a richiedere la partecipazione attiva all’implementazione del modello e alla sua messa a sistema, portato alla luce aspetti specifici riguardanti il target dei beneficiari 12 e sostenuto in loro empowerment e consapevolezza, estesa in qualche caso ai lavoratori non direttamente coinvolti. La valutazione delle competenze si è basata su 17 diversi profili professionali, che costituiscono – completi di compiti chiave, dichiarazioni di competenze e relativi indicatori – il prodotto finale dell’osservazione sul lavoro. Profili professionali standard definiti nel progetto Investing in People Settore calzature Addetto al finissaggio Sformatore Settore lavorazione legno (produzione cucine) Addetto all’assemblaggio Addetto all’imballaggio Addetto al magazzino accessori (1° e 2° livello) Addetto alla preparazione e al montaggio dei forni Addetto alla pulizia dei prodotti Addetto allo smistamento delle ante - Linea pensili Settore agroalimentare Addetto Addetto Addetto Addetto Addetto Addetto Addetto al controllo dei pesi standard al confezionamento degli spiedini al macchinario delle salsicce alla preparazione degli spiedini al taglio dei peperoni (1° e 2° livello) al taglio delle carni alla linea infilzati Il modello di VPL è stato applicato dopo un approfondito lavoro di contestualizzazione e la procedura è stata integrata, in funzione orientativa, dall’utilizzo degli strumenti di autovalutazione PerformanSe, questionari progettati per la valutazione e gestione delle competenze comportamentali sul lavoro e disponibili on-line. I questionari base, fruibili in più lingue sottoforma di items a scelta forzata e somministrabili in un tempo di 1520 minuti, forniscono immediatamente un report personalizzato. Questo descrive le competenze comportamentali in sei punti (prime impressioni, atteggiamenti sul lavoro, stile di relazione, ecc) ed è completato da un ulteriore report orientativo, che collega il profilo comportamentale con otto tipi di attività (amministrare, scambiare, progettare, ecc.). 13 La particolarità degli strumenti è di essere costruiti per l’impiego in un vero e proprio contesto di gestione delle competenze e, grazie alla combinazione di fondamenti teorici scientifici e soluzioni tecniche esperte, di fornire conclusioni individualizzate e profili differenziati. Gli strumenti, prodotti dalla società francese PerformanSe, vengono verificati scientificamente e costantemente perfezionati attraverso un percorso di validazione realizzato da gruppi universitari indipendenti e riconosciuti per la competenza in materia (studio di validazione 2003: laboratori della Scuola Politecnica di Nantes, dell’Università di Rennes, dell’Università di Parigi-Sud e laboratorio INETOP – Istituto Nazionale di Studio sul Lavoro e l’Orientamento Professionale). In Francia, sono inoltre ufficialmente approvati e riconosciuti dal Ministero dell’Educazione Nazionale e dal Ministero del Lavoro. Per il loro utilizzo gli operatori hanno sostenuto un percorso formativo di accreditamento (quattro giornate) condotto secondo la metodologia della Carta Qualità Europea Bilancio delle Competenze. A seguito della procedura di assessment sono stati progettati, a favore dei beneficiari coinvolti, 12 percorsi formativi, autorizzati dalla Regione Marche come riqualificazione per occupati, relativi ai tre settori produttivi di sperimentazione, per un totale di 224 ore di formazione, realizzate per l’80% del totale in situazione. L’azione di formazione è stata integrata dalla costruzione di una piattaforma informatica – preceduta da una ricerca di fattibilità – finalizzata all’apprendimento a distanza. contenuti moduli ore pratica “on the job” ore teoria aula esame assessment totale ore corso Confezionamento vassoio Misurazione e pesi Taglio della polpa Taglio dei peperoni Macchinario taglio salsicce 27 8 22 10 10 pratica 77 85,6% 2 2 2 --2 teoria 8 8,9% 1 1 1 1 1 esami 5 5,5% 29+1 10+1 24+1 10+1 12+1 totale 90 100% 14 contenuti moduli ore pratica “on the job” ore teoria aula esame assessment totale ore corso Addetto montaggio forni Addetto magazzino accessori Addetto imballaggio Addetto pulizia prodotti Addetto smistamento ante / linea pensili 31 10 11 2 30 4 2 2 1 2 1 1 1 1 1 36 13 14 4 33 pratica 84 teoria 11 esami 5 totale 100 contenuti moduli ore pratica “on the job” ore teoria aula ore teoria on-line esame assessment totale ore corso Addetto finissaggio Addetto sformatore 16 3 pratica 19 2 9 teoria 11 2 --teoria 2 1 1 esami 2 21 13 totale 34 La sperimentazione della procedura è inoltre attualmente in corso all’interno dell’Istituto di Riabilitazione S. Stefano di Potenza Picena, azienda del territorio di estremo rilievo nel settore sanitario, inserita nella Rete territoriale di progetto. La partecipazione attiva ai lavori e alle iniziative di progetto ha portato l’azienda a richiedere la sperimentazione del modello, ritenuto di particolare interesse per gli scopi aziendali. L’attività, non prevista nelle azioni di progetto e svolta in affiancamento con due referenti interni, di cui uno già inserito nella formazione progettuale mirata agli operatori, coinvolge tre reparti dell’Istituto ed 8 beneficiari fra gli infermieri professionali e si pone un duplice obiettivo. Mira, da un lato, all’acquisizione interna del modello e, dall’altro, ad una prima definizione del profilo professionale dell’infermiere di area riabilitativa. La sperimentazione, che sposta l’ambito di azione dai settori produttivi a quello dei servizi sanitari e riguarda una professione regolamentata, costituisce un campo di prova del modello di particolare interesse e rilievo per gli obiettivi di implementazione e trasferimento sul territorio ed è espressione diretta dell’interesse suscitato dal modello e dell’efficacia dell’azione di Rete. 15 Azione di trasferimento Il trasferimento del modello al sistema è stato sviluppato, come previsto, sia verso i servizi per il lavoro e la formazione sia verso gli attori locali del territorio, mirando alla disseminazione delle prassi, dell’approccio e della metodologia di validazione con due diversi obiettivi: • supportare gli operatori dei Centri per l’Impiego provinciali e i referenti dei partner e dei soggetti di Rete nell’acquisizione delle metodologie e tecniche di validazione sia in funzione dell’erogazione del servizio alle aziende e ai lavoratori (Centri per l’Impiego provinciali) che per scopi ed implementazione interni; • sostenere i soggetti strategici del territorio nell’acquisizione degli elementi strutturali e di metodo del modello, delle sue potenzialità e implicazioni, per valutarne la possibilità di trasferimento e messa a sistema. L’azione di disseminazione verso gli operatori è stata strutturata in tre diversi passaggi, intenzionalmente mirati all’approfondimento e all’acquisizione graduale del metodo e dei principi di riferimento. È stata inoltre aperta alla partecipazione volontaria dei referenti dei partner e dei soggetti di Rete interessati, per consentire l’integrazione fra i sistemi e l’omogeneità delle metodologie e dell’approccio all’interno delle diverse strutture. In sintesi è consistita in: • giornate seminariali (21 ore) di sensibilizzazione ai temi, illustrazione del modello ed introduzione alle tecniche e prassi utilizzate, condotte direttamente da un esperto tecnico del partner olandese Cedris con l’inserimento, fra gli operatori, dei componenti il gruppo tecnico di progetto, a scopo di condivisione del linguaggio, delle tecniche e della metodologia; • percorso formativo (60 ore), rivolto ai soli operatori dei Centri provinciali e referenti dei partner e soggetti di Rete, mirato alla sistematizzazione teorica del modello, all’approfondimento delle fasi di sviluppo e procedure e alla prima sperimentazione pratica in situazione, presso la struttura operativa di un soggetto partner resosi disponibile; • implementazione diretta del modello sul lavoro, attraverso l’applicazione sperimentale della procedura di VPL all’interno di aziende inserite nella rete di relazioni dei Centri per l’Impiego e resesi disponibili. L’attività di trasferimento al sistema si è concretizzata attraverso l’attivazione e svolgimento costante dei gruppi di lavoro, programmati in affiancamento alle attività di progetto. 16 I gruppi sono stati avviati nella fase di inizio delle attività progettuali ed hanno accompagnato il progetto per la sua intera durata fino alle fasi conclusive. Secondo l’impianto progettuale i gruppi sono stati costituiti e si sono avvicendati in funzione della sperimentazione in azienda (Adaptability), delle tematiche di particolare interesse per le aziende (Business) e del mainstreaming (Mainstreaming). Hanno inoltre visto al proprio interno un nucleo fisso di partecipanti (decisori provinciali, struttura di coordinamento e gruppo tecnico, partner di progetto e soggetti di Rete) e referenti dei partner, dei soggetti di Rete e dei destinatari di mainstreaming mirati, di volta in volta, ai temi specifici trattati. I gruppi si sono svolti mediamente a cadenza mensile, con picchi di incontri quindicinali nella fase centrale del progetto dedicata alla sperimentazione in azienda. Le attività mirate al trasferimento del modello al sistema, realizzate attraverso i gruppi di lavoro, sono state integrate e completate dalla partecipazione attiva dei referenti dei partner e dei soggetti di Rete alle attività transnazionali e alle azioni di diffusione e disseminazione, organizzate nell’ambito della campagna di comunicazione prevista. La strutturazione generale dell’azione di trasferimento al sistema, integrata con l’azione sperimentale e basata sull’approccio “dal basso” (esperienza diretta ‡ rielaborazione guidata) è risultata strategica e di particolare efficacia ai fini progettuali, permettendo ai partecipanti un reale percorso di apprendimento e formazione, che ha di fatto sostanziato il processo di trasferimento e mainstreaming. Campagna di comunicazione Molto più che rappresentare un’azione complementare di progetto, le attività di comunicazione hanno costituito in Investing in People una componente significativa per l’efficacia delle azioni, grazie alla completezza della campagna realizzata. Questa ha visto concretizzati • il sito web dedicato, con area riservata ai partner e soggetti di Rete; • la newsletter di progetto, inviata periodicamente per via telematica a oltre 200 soggetti sul territorio provinciale e nazionale; • talk-shows a tema, programmati periodicamente su emittenti televisive locali; • due eventi di diffusione tematici (due giornate), con sessioni di lavoro in plenaria e per gruppi ed attività integrative mirate; • la stampa di una guida illustrativa del modello, diretta alle aziende; 17 • la stampa di una guida all’autoimprenditoria, rivolta al target di beneficiari del progetto; • materiale informativo mirato, connesso all’azione di sperimentazione e di sostegno all’autoimprenditoria; • una azione di promozione e informazione, integrante i diversi canali di comunicazione, strumenti e target di destinatari, comprendente: _ brochure, locandine, manifesti promozionali, _ comunicati stampa ed articoli a diffusione locale, _ spot radiofonici, _ vele e manifesti per fiere ed eventi di diffusione, _ kit di visibilità del progetto (penna, bloc notes, segnalibro, adesivo), _ agende per gli anni 2007/2008, con informazioni sul progetto, _ pennino USB con animazione flash riguardante il progetto; • la stampa di questa stessa pubblicazione conclusiva delle attività progettuali. La stampa della guida al VPL per le aziende è stata realizzata in complementarità con l’azione di rete e momenti dedicati a tema (cena di lavoro). Lo scopo era di offrire alle aziende strumenti diversificati di supporto per l’acquisizione del modello e l’approfondimento delle tematiche di maggiore innovazione connesse, riguardanti lo sviluppo aziendale (apprendimento permanente e gestione risorse umane, azienda come soggetto formativo, responsabilità sociale, ecc.). La stampa della guida per l’autoimprenditorialità ha integrato invece l’azione di sostegno all’avvio di impresa verso i lavoratori disabili e maturi, prevista in progetto e realizzata in collaborazione con i Centri per l’Impiego provinciali. L’intera azione è stata completata dal percorso di formazione all’autosostegno (50 ore), rivolto al medesimo target e realizzato, al di fuori delle iniziative programmate, con l’Associazione Lavoro Over 40. L’associazione, costituita nel 2003 da un gruppo di lavoratori maturi espulsi dal mercato ed attualmente diffusa in quattro diverse regioni con altrettante sedi locali, opera per il reinserimento del target considerato, per la diffusione di un approccio positivo e l’attuazione concreta di iniziative e misure istituzionali. La convergenza degli obiettivi dell’associazione con quelli progettuali ha portato ad una presenza attiva dell’associazione all’interno delle azioni di progetto, sfociando nella realizzazione del percorso all’autosostegno. 18 La cooperazione transnazionale In Investing in People, come introdotto brevemente nel paragrafo iniziale, la componente transnazionale ha un ruolo basilare già dalle fasi di costruzione del progetto, sia in relazione ai contenuti che agli esiti positivi precedenti di rete e metodologia di lavoro. In relazione agli obiettivi locali l’apporto del partner olandese Cedris è l’elemento tecnico-scientifico di riferimento fondamentale per la contestualizzazione preventiva del modello e la fase di sperimentazione in azienda. E il suo inserimento nel partenariato di Sviluppo Locale caratterizza in maniera specifica il lavoro dei partner, spostando ancor più le pratiche di rete e di lavoro in ambito europeo. In questo quadro di fondo la dimensione transnazionale del progetto (ENPower – TCA 3975) ha rafforzato l’incidenza della componente europea, completando ed ampliando gli obiettivi progettuali, migliorando la conoscenza di realtà e prassi innovative, approfondendo i rapporti di rete e le metodologie di scambio e trasferimento. La partnership transnazionale prevedeva, oltre al partenariato locale, 4 diverse partnership di sviluppo provenienti da altrettanti paesi europei – Francia, Italia, Olanda e Slovenia - che condividono problematiche analoghe in relazione all’inserimento sociale e lavorativo delle categorie svantaggiate. Partnership Transnazionale ODE – Francia Coordinatore nazionale EPSR APF/CAP EMPLOI LITTORAL Scambio di buone prassi Misure di supporto FLES – Italia Coordinatore nazionale ASSO CONSULT SRL INVESTING IN PEOPLE – Italia Coordinatore nazionale PROVINCIA DI MACERATA EMU-PASS – Olanda Coordinatore nazionale KENNISCENTRUM KENTEQ SINTEZA – Slovenia Coordinatore nazionale RACIO SOCIAL 19 Opuscolo transnazionale “Valorizzazione delle Risorse Umane” Il lavoro transnazionale, che ha aggiunto al target dei lavoratori disabili e maturi le categorie dei giovani a rischio e delle donne, ha mirato a costruire una piattaforma transnazionale per lo scambio, lo sviluppo e il trasferimento di buone prassi attraverso la condivisione della conoscenza di ognuno dei partner e il valore aggiunto, dato dalle diverse realtà territoriali. Gli obiettivi specifici intendevano • sostenere l’empowerment del gruppo target, • supportare l’efficienza dell’inserimento lavorativo, • sviluppare, nei datori di lavoro e nel target dei lavoratori, la consapevolezza del potenziale posseduto da questi ultimi e dell’influenza di un approccio positivo, contribuendo contemporaneamente alla sua acquisizione. Per raggiungere gli obiettivi fissati, i partner hanno strutturato 4 diversi gruppi di lavoro corrispondenti ad altrettante aree di attività: 1/ quadro legislativo di riferimento (partner responsabile: Fles – Italia), 2/ valorizzazione delle risorse umane (partner responsabile: Investing in People), 3/ lifelong learning (partner responsabile: SINTEZA – Slovenia), 4/ ricerca di misure di supporto esistenti (partner responsabile: ODE – Francia). Il lavoro è stato portato a conclusione sia in autonomia, dalle singole partnership, che attraverso le attività transnazionali, consistite in 5 meeting svoltisi nei diversi paesi partner, in incontri formali e informali esterni ai meeting e in attività collaterali. Il risultato del lavoro di scambio è sfociato nella stesura e stampa dell’opuscolo “Valorisation of Human Resources – From the individual complexity to the competitive organisation”. La pubblicazione inquadra la tematica della valorizzazione delle risorse umane rispetto al contesto aziendale sia in relazione al processo di gestione che alle motivazioni, strategia e vantaggi per le aziende. Offre inoltre una panoramica della percezione corrente sul mercato del lavoro, interno ai diversi paesi partner, nei confronti dei target considerati e spunti che ne evidenziano, in particolare, le capacità e il potenziale. Una parte corposa dell’opuscolo è infine dedicata alle buone prassi di valorizzazione, raccolte in relazione allo sviluppo personale e professionale e alle misure di supporto per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. La sezione definisce le diverse pratiche prese in esame e presenta esemplificazioni pratiche della realtà in atto nei diversi paesi, costituendo, grazie 20 all’indicazione dei contatti e delle strutture di riferimento, una risorsa concreta e sostanziale per il trasferimento delle prassi. L’innovazione Il modello di VPL è centrato sul tema cruciale delle competenze, come chiave di volta dello sviluppo sociale ed economico dei territori a tutti i livelli (individui, organizzazioni e sistema locale). Offre però un approccio alla problematica che “ri-orienta” letteralmente lo sguardo e quindi “riallinea” i pensieri e i comportamenti, rendendo “visibili” – e con ciò possibili – non solo elementi, ma soluzioni prima non considerate (guardare “quel che c’è”, “apprezzarlo” e “metterlo a frutto”). Investing in People propone inoltre al territorio di verificare la validità del nuovo approccio direttamente in azienda e nell’ambito difficile e complesso delle categorie svantaggiate, dove la mentalità corrente rende più difficoltoso applicare la nuova prospettiva, ma proprio per questo, molto più evidente il cambiamento. La proposta progettuale è infine sostanziata dalla concretezza del modello in sperimentazione, che mette a disposizione un percorso strutturato, completo di metodologia, strumenti e procedure e quindi immediatamente applicabile. Attraverso il percorso i destinatari e gli attori locali sono effettivamente guidati nei vari passaggi che portano alla validazione delle competenze e al loro impiego in funzione sia delle aziende che dei lavoratori. 21 Quanto delineato basta a tratteggiare lo spessore dell’innovazione apportata da Investing in People, che investe gli ambiti di azione più rilevanti nelle politiche di sviluppo, sociali e del lavoro, sui quali si stanno attualmente misurando i paesi dell’Unione Europea: • la centralità degli individui e il valore della risorse umane, all’interno del contesto aziendale e per i territori; • il valore dei percorsi professionali e di vita (competenze non formali e informali) per l’inserimento sociale e lavorativo degli individui; • la valorizzazione delle categorie svantaggiate come risorse reali per il lavoro; • il valore della diversità (genere, età, cultura, ecc.) come agente di innovazione, • la rilevanza, economica e di sviluppo, _ dell’apprendimento permanente e quindi della qualità dei contesti di vita, formativi e del lavoro; _ di un approccio e di una organizzazione del lavoro e di sistema flessibili e “apprendenti”, _ dell’azienda quale soggetto di responsabilità sociale e agente formativo. Inoltre l’integrazione fra la dimensione di approccio e quella metodologica e procedurale, che veicola “dal basso” il cambiamento, aggiunge agli elementi considerati la disponibilità concreta di strumenti di qualità, completi, immediatamente utilizzabili e trasferibili, mirati a • l’analisi dell’organizzazione e del lavoro; • la definizione di profili professionali flessibili e completi di indicatori di competenze; • la rilevazione, valutazione e validazione delle competenze, anche non formali e informali; • l’introduzione di figure professionali specifiche per il sistema di validazione; • la progettazione e realizzazione di formazione individualizzata; • la gestione delle risorse umane, basata sulla condivisione degli obiettivi di sviluppo fra azienda e lavoratori; • l’innovazione dei servizi per il lavoro e la formazione; • l’integrazione dei percorsi lavorativi e formativi. 22 La strategia adottata dal progetto rappresenta un ulteriore elemento d’innovazione in grado di moltiplicare gli esiti di cambiamento, proponendo il coinvolgimento dell’intero sistema e la rielaborazione guidata dei nuovi approcci proposti solo successivamente all’esperienza diretta dell’innovazione. Questa assicura, infatti, l’acquisizione efficace e contestuale del metodo e dei principi che lo sostengono e un processo di auto-attivazione dei soggetti coinvolti che supporta il trasferimento e l’acquisizione delle prassi. Le caratteristiche del modello – implementabilità “dal basso” e solida base teorica, metodologica e di qualità condivisa a livello europeo – unite alla strategia d’intervento consentono infine di ipotizzare un potenziale d’innovazione in grado di toccare gradualmente, grazie al supporto dei soggetti strategici del sistema, l’intero contesto territoriale. 23 Il modello L’obiettivo dell’Unione Europea di basare la competitività dei territori membri sulla conoscenza ha conferito, negli ultimi anni, ai temi della validazione degli apprendimenti e della trasparenza delle qualifiche una centralità sempre più evidente nelle strategie di sviluppo individuali e dei sistemi locali e nazionali. Il processo ha reso gradualmente stringente l’esigenza di adattare i sistemi educativi e formativi agli obiettivi dell’apprendimento permanente e collegato sempre più decisamente i percorsi formativi con quelli lavorativi e di vita. Fino alla realtà attuale, in cui la costruzione di strutture di sistema flessibili, basate su un criterio di qualità dinamico e mirate alla valorizzazione degli apprendimenti non formali e informali, è diventata pressoché improrogabile. Fra i paesi europei l’Olanda ha avviato la trasformazione dei propri sistemi educativi e formativi verso l’apprendimento permanente nei primi anni ’90, arrivando ad includere nell’ambito della validazione, già alle soglie del 2000, gli apprendimenti non formali e informali. Nello stesso periodo il governo centrale ha deciso di adottare un approccio “bottom up” e lasciare la gestione del sistema di validazione a strutture decentrate di ricerca e sperimentazione, con un ruolo ampio e attivo delle parti sociali e delle organizzazioni di settore, e l’implementazione diretta all’interno delle organizzazioni del lavoro. Attualmente il modello di VPL, in costante evoluzione e crescita, è applicato nelle organizzazioni pubbliche e private e verso categorie svantaggiate, quali i lavoratori disabili, in una serie svariata di settori, da quello manifatturiero fino all’ambito del volontariato. Lo scopo di base è la certificazione, che permette ai lavoratori di ottenere titoli fino al diploma con validità nazionale. La procedura può però dare accesso anche al sistema formativo-educativo, integrato per il livello secondario superiore. Nei vari ambiti il modello è peraltro applicato in funzione delle esigenze specifiche della realtà lavorativa che la attiva: dalla strutturazione di standard professionali, mirati alla qualità delle risorse interne e neoassunte, alla formazione continua degli organici, all’integrazione con i settori collegati, all’analisi e definizione di nuove figure professionali. 24 L’estrema duttilità del modello è data dalla qualità e articolazione dell’impianto. E’ infatti costruito su criteri di metodo e di struttura pienamente coerenti con i principi dell’apprendimento permanente sia verso i lavoratori che l’organizzazione aziendale. Contemporaneamente è basato sulla ricognizione di quanto esiste effettivamente nel contesto specifico di applicazione, in termini di realtà aziendale e individuale specifica e delle esigenze di sviluppo di entrambe le parti. Queste caratteristiche dotano il modello di VPL di una componente di alta trasferibilità in nuovi contesti, dove diventa uno strumento potente e affidabile di innovazione delle pratiche e degli approcci. L’impiego ampio, diversificato e protratto, attuato sul territorio olandese, ne assicura invece la flessibilità, del tutto coerente alle attuali esigenze di qualità, in una prospettiva dinamica e aperta. 25 La struttura Il modello di VPL propone un percorso che si realizza per intero all’interno dell’azienda e si basa sulla sua realtà specifica. L’operatore che lo applica entra quindi fisicamente in azienda e lì svolge tutte le fasi procedurali. Il percorso è rivolto sia all’azienda, in termini di management e organizzazione, che ai lavoratori, ma prende le mosse dall’azienda, realtà in cui il singolo lavoratore è inserito e con la quale deve confrontarsi. Nei fatti l’operatore procede all’osservazione dell’organizzazione, ne fa un’analisi e la riformula per profili professionali aziendali standard, precisandone gli aspetti chiave, le relative competenze e, per ognuna di queste, gli indicatori. Gli indicatori rappresentano il metro di valutazione delle competenze dei lavoratori. Conclusa infatti la loro definizione, l’operatore si rivolge ai lavoratori, ai quali il servizio è erogato singolarmente. Al lavoratore è proposta la compilazione del portfolio, dossier personale che raccoglie tutte le esperienze individuali, educativoformative, professionali e di vita (volontariato, hobby, ecc.), per le quali viene richiesto di documentare le competenze acquisite, nei modi ritenuti più opportuni (titoli di studio, attestati, foto, video, ecc.). Le competenze dichiarate vengono valutate (misurate) rispetto agli indicatori definiti in precedenza, prendendo prima in esame la documentazione presentata (le “evidenze”) e poi direttamente attraverso il lavoratore, se quanto presentato non è sufficiente a dimostrarne il possesso. La valutazione non è quindi un giudizio globale sul lavoratore come individuo, rispetto a quanto genericamente l’azienda vuole in relazione ai propri obiettivi. Al contrario è una valutazione precisa delle competenze più adeguate del lavoratore, rispetto a determinati standard professionali (e solo a quelli), fra tutte le competenze che possiede e che la compilazione del portfolio mette in luce. Spesso sconosciute all’azienda e allo stesso lavoratore. Le competenze rispondenti agli indicatori vengono valutate come possedute e saranno quindi validabili. Per quelle che non li soddisfano, e solo se l’azienda lo ritiene aderente alle proprie esigenze, il lavoratore potrà invece accedere in formazione, progettata appositamente, per competenze e sulla base degli stessi indicatori non soddisfatti. E’ così possibile individualizzare i percorsi formativi, determinarli in durata e per ambiti minimi, realizzarli per lo più in azienda (con una percentuale d’aula residuale), validare in uscita le competenze acquisite, con le stesse modalità che vi hanno dato accesso (nuova sessione di assessment tramite il lavoratore). In entrambi i casi, validazione diretta o accesso in formazione, l’esito verrà impiegato a scopo di sviluppo dei lavoratori e dell’azienda. 26 La procedura si conclude infatti con un Piano di Sviluppo Individualizzato per ogni singolo lavoratore. Questo è costruito sulle esigenze aziendali e gli obiettivi di crescita professionale e personale del lavoratore ed è condiviso fra lavoratore e azienda, includendo – se del caso – la previsione della formazione. Il Piano verrà poi utilizzato nella effettiva gestione dello sviluppo del lavoratore all’interno dell’azienda, mentre la validazione delle competenze potrà avere valore d’uso e di scambio verso l’esterno, in stretta dipendenza con i dispositivi di integrazione fra i sistemi del lavoro e della formazione effettivamente esistenti sul territorio. La procedura, aperta con l’acquisizione del commitment da parte dell’azienda ad attuare l’applicazione sperimentale del modello, si chiude con la valutazione dei risultati ottenuti e dell’opportunità o meno di acquisire il modello stabilmente, come strumento di gestione delle risorse umane e dei fabbisogni futuri di sviluppo. Da un punto di vista di processo il modello di VPL si suddivide in 5 fasi, riferibili tutte sia al lavoratore che all’azienda: 1/ assunzione dell’impegno, 2/ ricognizione, 3/ valutazione, 4/ sviluppo, 5/ implementazione. La prima fase, pur coinvolgendo il lavoratore con l’adesione volontaria alla procedura di validazione, è rivolta principalmente all’azienda, quale realtà produttiva che si mette in gioco in termini di organizzazione, risorse ed obiettivi di crescita. I passaggi interni riguardano quindi in primo luogo, la consapevolezza degli impegni e delle responsabilità, degli obiettivi di sviluppo, dei meccanismi di cambiamento che la procedura potrà attivare e l’analisi della situazione di partenza, come base per lo svolgimento adeguato delle attività. In termini concreti la fase riguarda l’acquisizione del commitment dall’azienda, l’adesione volontaria dei lavoratori, la descrizione della struttura aziendale. La ricognizione comprende la rilevazione delle competenze aziendali e di quelle individuali e si concretizza nell’osservazione diretta del lavoro in azienda e nella compilazione del portfolio da parte dei lavoratori. In questa fase viene attuata di fatto la rilevazione dell’esistente, da un lato, definendo le competenze aziendali utilizzate nella pratica e desiderate dal management e sintetizzandole nel profilo professionale standard. 27 assunzione dell’impegno ricognizione valutazione sviluppo implementazione Portando alla luce, dall’altra, tutte le competenze possedute dai lavoratori e derivate, in particolare, dagli apprendimenti acquisiti sul lavoro e nelle attività di vita quotidiana. Come l’azienda viene supportata nel valutare i propri obiettivi tenendo conto dello sviluppo dei lavoratori, allo stesso modo questi vengono sostenuti nel valutare le competenze emerse, non solo in funzione del proprio sviluppo ma anche di quello dell’azienda. La fase della valutazione comprende la definizione degli indicatori di competenza, la valutazione delle competenze e la definizione di quelle validabili o migliorabili attraverso la formazione. In questa fase del processo viene quindi definito lo standard che renderà possibile la valutazione e vengono messi in trasparenza gli apprendimenti pregressi. Vengono anche definiti i fabbisogni formativi dell’azienda e i relativi obiettivi formativi per i lavoratori, rendendo formali le competenze possedute dai lavoratori e permettendone la valorizzazione. La fase di sviluppo riguarda la pianificazione della valorizzazione stessa, ottenuta attraverso la stesura del Piano di Sviluppo Individualizzato e la progettazione e realizzazione della formazione “su misura”. E’ in questo passaggio che gli obiettivi di sviluppo dei lavoratori si collegano di fatto a quelli dell’azienda, anche attraverso la possibilità di ulteriore apprendimento. La fase di implementazione chiude il processo riportando l’accento sull’azienda. L’azienda valuta in quest’ultimo passaggio i risultati ottenuti con l’applicazione sperimentale del modello e ne decide l’eventuale acquisizione, valutando la validità della procedura in funzione delle politiche di gestione delle risorse umane, delle politiche formative e dei futuri obiettivi di crescita. La struttura del modello mette in luce come sia di fatto costruita su un vero e proprio processo di orientamento, condotto in parallelo verso l’azienda e i lavoratori. Entrambi vengono infatti guidati in un percorso che mira alla consapevolezza del proprio potenziale e dei propri bisogni, alla rielaborazione dell’approccio e alla successiva definizione degli obiettivi di sviluppo. La base è peraltro la ricostruzione della realtà, che mette a confronto la rappresentazione iniziale, posseduta da lavoratori e azienda, con l’oggettività dei fatti. E’ grazie a questa componente che il percorso acquista concretezza, portando a definire obiettivi realistici e raggiungibili e ad attivare meccanismi interni di cambiamento e di assunzione di responsabilità da parte dei lavoratori e dell’azienda. Questi sono inoltre soggetti attivi dell’intero processo, guidati con costanza all’acquisizione del metodo e verso l’autonomia. 28 Le figure professionali Per la realizzazione pratica della procedura il modello di VPL prevede il coinvolgimento di quattro distinte figure professionali: il supervisore, il tutor dei lavoratori e due assessor, uno interno all’azienda e uno esterno. Le figure individuate hanno ruoli distinti e definiti e costituiscono una componente basilare di efficacia della procedura. All’interno del gruppo il supervisore è la figura centrale, sovrintende infatti alla correttezza del processo e ne ha la responsabilità, organizza e gestisce le fasi della procedura, in particolare la valutazione delle competenze ed ha la responsabilità dell’operato dell’intero gruppo. E’ inoltre direttamente responsabile della gestione dei rapporti con l’azienda, e della formulazione e stesura del Piano di Sviluppo Individualizzato. Per svolgere il suo ruolo, il supervisore è dunque un professionista esperto negli ambiti di lavoro connessi alla procedura. La caratteristica fortemente orientativa del modello di VPL richiede, infatti, l’applicazione di una coerente metodologia di tipo attivo, mentre l’obiettivo della validazione delle competenze e la contestualizzazione della procedura all’interno dell’azienda rendono necessarie conoscenze e competenze nell’ambito dell’analisi del lavoro, della valutazione delle competenze e in relazione ai temi connessi all’apprendimento permanente. Il tutor dei lavoratori è un dipendente dell’azienda che affianca i lavoratori in assessment per le fasi della procedura dedicate, fino al momento della validazione. Nello specifico il suo ruolo è di supportare il beneficiario nella compilazione del portfolio, nell’esplorazione delle proprie esperienze, nella messa in evidenza delle relative competenze, nel percorso di valutazione. Il tutor ha quindi una buona conoscenza della procedura di VPL, della strumentazione utilizzata, della metodologia e degli obiettivi, in riferimento specifico alla fase dedicata al lavoratore. Ma ha anche abilità nel rapportarsi adeguatamente con i lavoratori, mantenendo un buon equilibrio tra disponibilità e ruolo e assicurando loro un supporto adeguato agli scopi e ai criteri della procedura. L’assessor interno e l’assessor esterno sovrintendono alla valutazione tecnica delle competenze, con preciso riferimento al processo di lavoro specifico dell’azienda. L’assessor interno è un dipendente dell’azienda con conoscenze tecniche del processo, adeguate a consentire la valutazione delle competenze necessarie. L’assessor esterno è una figura in possesso di esperienza tecnica specifica nel settore delle competenze da valutare e nell’ambito di attività ed è, appunto, esterna all’azienda. 29 La duplice presenza degli assessor mira ad assicurare l’obiettività. Mentre l’assessor interno apporta nella valutazione la prospettiva aziendale, grazie alla sua conoscenza del contesto organizzativo, quello esterno garantisce una valutazione tecnica non collegata alla specifica realtà d’inserimento. Il criterio dell’obiettività guida la scelta dell’assessor interno, dove va valutata con cura la sua posizione nell’organizzazione e la possibile influenza di questa in un uso improprio della valutazione. Come il tutor dei lavoratori, gli assessor sono tenuti ad avere una buona conoscenza della procedura di VPL, della sua metodologia e strumentazione, ma con riferimento specifico alla fase di valutazione, ai criteri di giudizio utilizzati, alle modalità di conduzione della valutazione stessa e dei colloqui. In generale tutte le figure professionali previste devono assicurare imparzialità nello svolgimento della procedura, in particolare il supervisore e l’assessor esterno devono essere figure “indipendenti”, non portatori di interessi di parte e/o con ruoli incompatibili, per garantire la correttezza e l’obiettività nella fase di valutazione. Pur con funzioni chiare e distinte le singole figure operano in gruppo, devono quindi essere in grado di coordinarsi fra loro e di integrare i diversi ruoli, in particolare nella fase di valutazione, coinvolgendo nei modi più opportuni le ulteriori figure messe a disposizione dall’azienda. 30 il metodo sperimentale Nelle pagine seguenti viene illustrata in dettaglio l’intera procedura di VPL, così come svolta nell’azione sperimentale, completa dei passaggi interni alle varie fasi, degli strumenti utilizzati, della metodologia e delle modalità di lavoro messe in atto, delle figure coinvolte. Pur mantenendo inalterata la struttura, il modello, come le figure e gli strumenti di Vpl, sono stati adattati alla situazione di contesto locale con le adeguate modifiche ed integrazioni. Per questo vanno considerati alcuni aspetti preliminari. 1/ In assenza di un sistema integrato fra i percorsi professionali e formativi la progettazione e realizzazione sperimentale della formazione individualizzata è stata inserita come parte integrante della procedura. E’ stata inoltre inserita nell’ambito della riqualificazione per occupati e premessa alla validazione delle competenze. Tale modalità consente di completare la procedura in riferimento all’azienda e avvia la sperimentazione della flessibilizzazione dei percorsi, collegandosi al sistema formativo. Lascia contemporaneamente al lavoro futuro degli attori locali l’individuazione e la definizione delle modalità più adeguate di trasferimento dell’innovazione ad altri ambiti del sistema formativo. 2/ La validazione delle competenze, seppure posposta alla formazione individualizzata, riguarda anche i lavoratori in assessment non inseriti in formazione. 3/ Nel contesto olandese supervisori ed assessor esterni provengono da strutture specializzate, pubbliche o di settore, strettamente connesse al sistema educativo-formativo e/o della formazione professionale. Inoltre entrambe le figure sono riferibili a profili professionali specifici, con percorsi formativi definiti e sono competenti nella valutazione di competenze e in ambito formativo. Il supervisore ha, in più, competenze per l’orientamento. Nel contesto locale le figure rappresentano un’innovazione nel campo delle professioni e sono quindi inesistenti. Nell’applicazione sperimentale della procedura sono quindi state adottate le seguenti soluzioni: a_ il ruolo del supervisore/operatore di VPL è stato svolto dai professionisti della struttura tecnica di progetto, già in possesso di professionalità specifica in ambito orientativo e dei servizi per il lavoro. 31 Questi sono stati adeguatamente formati sulla procedura e metodologia di VPL direttamente dal partner olandese Cedris, sia attraverso formazione in aula che tramite tirocinio transnazionale in Olanda; b_il ruolo dell’assessor esterno è stato assunto da professionisti di settore usciti dal mercato del lavoro ed individuati dalle parti sociali partner di progetto, secondo le modalità e in base alle caratteristiche indicate al successivo step 9 – Definizione del gruppo di assessment e formazione degli assessor (pagg. 55); c_il tutor dei lavoratori e gli assessor interno ed esterno all’azienda sono stati formati direttamente dai professionisti della struttura tecnica impiegati come supervisori, secondo le modalità e sui contenuti indicati allo step 5 – Formazione del tutor aziendale (pag. 46) e step 9 – Definizione del gruppo di assessment e formazione degli assessor (pag. 55). 4/ Non è stato inserito all’interno delle schede di metodo lo step di validazione dei profili professionali aziendali, comunque effettuato all’interno della sperimentazione a conclusione dello step 4 – Creazione degli indicatori di competenza. Nel contesto olandese, provvisto di repertori professionali nazionali coerenti con la metodologia di VPL, il profilo professionale standard ottenuto dall’analisi del lavoro ha validità all’interno del contesto aziendale, mentre la certificazione è riferita al profilo nazionale. In assenza, nel contesto locale, di repertori dei profili professionali nazionali, strutturati per competenze ed indicatori, il passaggio di validazione del profilo è apparso fondamentale, in sede sperimentale, per conferire validità generale al profilo professionale standard dell’azienda. La modalità individuata è stato l’invio del profilo ad altre aziende del settore specifico tramite l’associazione datoriale partner di progetto. Lo scopo era la condivisone del profilo stesso e la proposta di eventuali modifiche e integrazioni. La situazione contingente ha peraltro permesso di attuare tale modalità in maniera non sistematica, non consentendo di modellizzare la pratica. Tale esito ha portato alla decisione di non inserire, nel dettaglio del metodo, la scheda corrispondente. 32 5/ All’interno degli strumenti utilizzati per lo svolgimento della procedura sono stati inseriti la scheda di percorso del lavoratore e l’attestato sperimentale di possesso delle competenze, strumenti costruiti in fase di sperimentazione e non compresi originariamente nel kit reso disponibile dal partner olandese. E’ stata inoltre inserita, quale esempio, la brochure informativa rivolta ai lavoratori ed utilizzata nel passaggio di sensibilizzazione. La brochure contiene quindi indicazioni riferibili direttamente al progetto Investing in People, da eliminare nel caso di utilizzo. 6/ Al kit di strumenti, consultabile in appendice, è stata infine annessa una “lista di controllo rapida” utile a verificare la qualità tecnica di strumentazione e procedure dell’intero processo di VPL. 33 Step 1 Commitment Che cosa si deve fare La procedura di VPL si avvia con l’ottenimento del commitment da parte dell’azienda. Questo consiste nell’ottenere dal management aziendale la conferma della volontà di sperimentare la procedura e l’impegno alla partecipazione e collaborazione attive in ognuna delle fasi previste. Il presupposto base è quindi la consapevolezza da parte del management • degli obiettivi della procedura sia verso i lavoratori (validazione e valorizzazione delle competenze) che l’organizzazione (acquisizione di uno strumento attivo di gestione delle risorse umane in un’ottica di sviluppo); • delle diverse fasi di svolgimento, strumenti, metodologia; • degli impegni a carico dell’azienda sia diretti che di supporto al lavoro dell’operatore di VPL. La fase di commitment rappresenta inoltre l’avvio del rapporto fra il management e l’operatore, che dovrà essere instaurato su basi di fiducia. L’azienda sta infatti affidando all’operatore la gestione di un’azione di rilievo per l’organizzazione aziendale, nella quale l’operatore avrà inoltre il ruolo di mediatore fra gli obiettivi aziendali e quelli dei lavoratori. A quale scopo Il commmitment è un passaggio fondamentale per assicurare l’efficacia della procedura di VPL, che sostiene direttamente il raggiungimento degli obiettivi verso l’organizzazione e nei confronti dei lavoratori, supporta la loro collaborazione attiva, accredita le azioni dell’operatore e consente di creare le migliori condizioni per la realizzazione delle attività. Il commitment assicura inoltre i risultati di innovazione e sviluppo del sistema, implementando il modello di VPL, disseminando le prassi di gestione delle risorse umane e di organizzazione basate sull’apprendimento permanente e avvicinando l’azienda ai modelli di sviluppo aziendale più innovativi (azienda come soggetto formativo e di responsabilità sociale). Modalità e metodo La fase di commitment si sviluppa attraverso uno o più incontri fra il management aziendale e l’operatore, che ne costituisce l’elemento chiave. E’ infatti compito dell’operatore di VPL illustrare il modello nei suoi aspetti pratici e di metodo, gli obiettivi e l’impegno a fronte dei vantaggi immediati, di medio e lungo termine, di cui potrà godere l’azienda attraverso l’acquisizione del modello stesso. L’operatore avrà quindi cura, nella gestione dei colloqui, di verificare il livello e la correttezza delle informazioni in possesso del management e il grado di consapevolezza rispetto ai cambiamenti che stanno per essere introdotti in azienda. 34 Potrà procedere alla verifica durante l’illustrazione dei vari aspetti ed elementi, ponendo domande a scopo esplorativo, fornendo le informazioni corrette o mancanti ed illustrando di volta in volta i vantaggi a fronte degli impegni. Tale modalità consentirà al management di avere chiarezza e consapevolezza dell’intera attività e di valutare il rapporto costi/benefici. Nell’illustrare la procedura l’operatore avrà modo di verificare l’approccio del management alle questioni poste dall’applicazione del modello e la disponibilità al cambiamento. La correttezza nella gestione del colloquio consentirà di avviare l’opportuno rapporto di fiducia fra il management e l’operatore, che dovrà tenere presente la necessità di instaurare successivamente identico rapporto anche nei confronti dei lavoratori. Strumenti Materiale informativo sulla procedura di VPL. Strumenti utilizzati. Tecniche di gestione del colloquio. Risultati ed esiti Acquisizione del commitment e accordi per l’avvio della sperimentazione. Figure coinvolte Operatore/supervisore di VPL Illustrazione completa della procedura di VPL, organizzazione e gestione degli incontri con il management aziendale Management aziendale Disponibilità agli incontri, conferma del commitment. 35 Step 2 Descrizione dell’azienda Che cosa si deve fare In questo step si avvia concretamente la sperimentazione della procedura, attraverso due passaggi: la raccolta delle informazioni riguardanti l’azienda e la sua struttura organizzativa e la definizione degli obiettivi della procedura di VPL. 1/ Dopo una panoramica generale riguardante settore, ambito di attività, sedi, ecc., svolta in back office, è necessario descrivere l’azienda in modo dettagliato in termini di organizzazione: a_ descrizione dei reparti: • quanti sono • di che cosa si occupano • quante persone vi sono impiegate • quante fra le persone impiegate rientrano nel target • se esistono dei sottoreparti • come sono organizzati b_ risorse umane: • che visione hanno del personale dipendente • che strumenti utilizzano • quando utilizzano gli strumenti (se solo in ingresso o con cadenza periodica) • se c’è un ufficio specifico • chi si occupa di risorse umane (chi è il referente) c_ formazione: • se è presente • con che modalità si effettua • quando si effettua • perché (sono obbligati o è una scelta libera dell’azienda) • con che strumenti • dove (interna/esterna) 2/ Con il managemnt aziendale si definiscono gli obiettivi inerenti la procedura di VPL, modalità, tempi, e quanto utile per procedere all’osservazione sul lavoro (livello di dettaglio, ambiti di approfondimento, eventuali referenti interni da contattare, ecc.). Gli obiettivi devono essere raggiungibili e condivisibili fra azienda e lavoratori. 36 A quale scopo Conoscere la realtà e la struttura aziendale è la base della successiva analisi. Permette di conoscere la rappresentazione e le informazioni che il management ha dell’organizzazione e di valutare lo stile dell’azienda nella gestione delle risorse umane, fornisce inoltre elementi per la definizione degli obiettivi rispetto alla procedura di assessment. Consente anche di valutare in concreto la possibilità di proposte innovative e il livello di disponibilità al cambiamento, quindi di sapere cosa proporre e in che modo. La definizione degli obiettivi riguardanti la procedura di VPL e la pianificazione del lavoro costituiscono la base per la fase di osservazione in azienda e per la stesura dei Piani di Sviluppo Individualizzati dei lavoratori in assessment. Modalità e metodo Fasi previste: a_ Costruzione, in back office, di una base di informazioni per ogni singola azienda attraverso tutte le fonti disponibili (sito web, informazioni della Camera di commercio, dati comunicati dalle aziende, informazioni generali di settore). b_ Intervista ai referenti aziendali (in particolare a chi si occupa di risorse umane e di formazione). c_ Rielaborazione in back office delle informazioni rilevate e trasmissione all’azienda per eventuali modifiche e integrazioni, con accordi, se necessario, per un ulteriore incontro. d_ Elaborazione finale delle informazioni e compilazione della griglia di rilevamento. e_ Incontro conclusivo per la definizione degli obiettivi relativi alla procedura di VPL e del programma di lavoro. Strumenti Scheda di lettura dell’azienda (Griglia di rilevamento) Check list: lista strutturata di domande, che correda la griglia di rilevamento e riguarda tutte le informazioni necessarie sull’azienda. Prima dell’intervista vengono spuntate le voci sulle quali si sono già raccolte informazioni attraverso la ricerca in back office, che vengono comunque verificate durante il colloquio. La check list viene utilizzata anche durante l’intervista, come supporto, spuntando ancora le voci relative alle informazioni ricevute. Può essere utile predisporre una lista delle informazioni mancanti per finalizzare l’intervista e contenere i tempi. 37 Risultati ed esiti Figure coinvolte Scheda di lettura dell’azienda compilata. Documento di descrizione dell’azienda e della sua struttura organizzativa condiviso con il management aziendale. Programma di lavoro. Documento relativo agli obiettivi inerenti la procedura e agli accordi necessari per effettuare l’osservazione in azienda. Operatore/supervisore di VPL Ricerca ed elaborazione informazioni, intervista al management aziendale, compilazione della griglia di rilevamento, stesura del programma di lavoro. Management aziendale Fornitura delle informazioni, intervista, feedback sulle informazioni ed eventuale incontro. 38 Step 3 Definizione dei profili professionali aziendali Che cosa si deve fare Lo step 3 avvia la fase di lettura e analisi dei profili professionali aziendali, che sfocerà nella definizione degli indicatori di competenza. Lo step è dettagliabile in: 1/ Fase di preparazione a_ (In back office) Si raccolgono le informazioni sui profili professionali di riferimento partendo dalle fonti disponibili nazionali, regionali, locali, di settore, ecc. (ISFOL, Regione, Parti sociali, Organizzazioni del Privato Sociale, altro). b_ (In back office) Si fa un elenco dei profili professionali che si pensa possano essere presenti nell’azienda (o nei singoli reparti scelti per la sperimentazione), indicando solo la definizione del profilo e non la descrizione delle competenze. c_ Si verifica, con il management, l’effettiva presenza, in azienda o nel reparto scelto per la procedura di VPL, dei profili professionali raccolti. Questi vengono confrontati con i profili descritti dal management e gli eventuali profili aziendali non presenti nelle banche dati vengono aggiunti alla lista. d_ Si inserisce nell’apposita sezione della scheda di lettura dei profili (tab. analisi), il profilo professionale di riferimento che funge da standard (ISFOL/altro) per consentire il successivo confronto con il profilo aziendale osservato. 2/ Fase pratica di osservazione e analisi e_ Il lavoro consiste nell’osservazione diretta delle attività nel reparto aziendale scelto. L’operatore si affianca ad un lavoratore e ne osserva il lavoro per 2/3 giornate o per il tempo concordato con il management o referente aziendale, comunque utile ad osservare l’intera fase di lavoro. L’osservazione è completata da brevi domande mirate al lavoratore. Si estrapolano quante più informazioni possibili, sulla base di una check list strutturata analoga a quella utilizzata per la descrizione dell’azienda e con le stesse modalità (spunta delle domande poste). Durante l’osservazione vengono presi appunti dei dettagli di attività, come base per la successiva compilazione della scheda di descrizione dei profili. Se necessario, l’osservazione viene integrata da ulteriori domande al capolinea/ caporeparto o al referente aziendale. 39 3/ Fase di rielaborazione f_ (In back office) Si rielaborano le informazioni ottenute dall’osservazione e si compila la scheda di lettura dei profili. La sezione relativa all’analisi, in cui è già inserito il profilo di riferimento, viene completata con il profilo aziendale osservato. Nella stesura della scheda le competenze specifiche, effettivamente osservate, vengono correlate con quelle possibilmente rispondenti, presenti nel profilo di riferimento. Si arriva così alla descrizione reale delle attività riguardanti i singoli profili osservati, per ognuno dei quali va compilata una scheda diversa. 4/ Fase di feedback e restituzione g_ Tutte le schede dei profili professionali compilate, vanno successivamente condivise con il management per eventuali modifiche ed integrazioni. In questa fase di restituzione, viene compilata nella sezione relativa all’analisi dei profili la parte “aspettative del management”, sia rispetto ad esigenze aggiuntive che a differenze rilevate con lo standard aziendale fissato. A quale scopo La fase di osservazione e analisi dei profili ha un duplice scopo. Consente in primo luogo l’analisi dell’organizzazione da parte dell’operatore e, quindi, dell’azienda, alla quale l’operatore di VPL la restituisce, permettendo il confronto fra la rappresentazione posseduta e l’effettiva realtà organizzativa (sviluppo della consapevolezza) e l’individuazione di eventuali ambiti di cambiamento. In secondo luogo permette di individuare lo standard aziendale di riferimento utile sia alla valutazione e validazione delle competenze che alla migliore precisazione degli obiettivi aziendali nei confronti dei lavoratori in assessment. Modalità e metodo Il metodo usato è l’osservazione diretta sul posto del lavoro che costituisce l’elemento chiave per una corretta lettura dell’organizzazione e l’analisi dei profili professionali aziendali. L’osservazione è supportata dalle relative schede e check list strutturate. I contenuti e le modalità di osservazione (livello di dettaglio, ambiti di approfondimento, eventuali referenti interni da contattare, ecc.) sono ulteriormente precisate dagli obiettivi aziendali legati alla procedura di VPL e dagli accordi presi con il management. Strumenti Scheda di lettura e analisi dei profili professionali Check list: lista strutturata di domande relative all’osservazione, allegata alla scheda di lettura dei profili professionali (per l’uso vedi step 2 – Descrizione dell’azienda: strumenti, pag. 36). 40 Risultati ed esiti Scheda di lettura dei profili professionali. Documento di sintesi dell’osservazione in azienda, suddiviso in lettura e analisi dei profili professionali aziendali osservati, descrittivo del profilo professionale aziendale standard, successivamente utilizzato per la definizione degli indicatori di competenza. Figure coinvolte Operatore/supervisore di VPL Ricerca dei profili professionali di riferimento, osservazione in azienda, elaborazione ed integrazione delle informazioni, compilazione della scheda di lettura dei profili professionali. Lavoratore Collaborazione nella fase di osservazione. Caporeparto e/o capolinea e/o referente/tutor aziendale Disponibilità per approfondimenti, e chiarimenti riguardanti i processi di lavoro osservati e per la condivisione dell’analisi organizzativa e dei profili elaborati. 41 Step 4 Creazione degli indicatori di competenza Che cosa si deve fare In questa fase, partendo dalle attività definite, si identificano in numero contenuto (5/6) i compiti chiave relativi al profilo professionale in esame e quindi le dichiarazioni di competenza e gli indicatori, riferibili ad ogni compito chiave. Gli indicatori sono le unità minime in cui può essere scomposta una competenza, che descrivono comportamenti verificabili (visibili, udibili e comunque esperibili) e trasferibili in diversi contesti. Attraverso gli indicatori deve essere possibile attribuire al profilo professionale un livello di qualificazione. L’attenzione va posta sul fatto che questo non è dipendente dal numero di indicatori soddisfatti, ma dal livello di ampiezza e complessità delle conoscenze e abilità messe in campo, anche critiche e di metodo, rispetto ad un dato standard, con particolare riferimento al livello di autonomia e assunzione di responsabilità. Il riferimento di base per l’attribuzione del livello di qualificazione è rappresentato dal Quadro Europeo delle Qualificazioni per l’apprendimento permanente (Risoluzione del Parlamento Europeo del 24 ottobre 2007, completo di allegati). A quale scopo Si costruisce lo standard per le esigenze della singola azienda e per poter validare le competenze del singolo lavoratore, che verranno valutate sulla base degli indicatori. Modalità e metodo Il metodo usato per definire gli indicatori di competenze è il seguente: 1/ Problema chiave Per formulare gli indicatori di competenza è necessario partire da un problema chiave. Il problema chiave è una situazione relativa al lavoro che si sta svolgendo, che possiede le seguenti caratteristiche: • si verifica di frequente nella professione in questione, • è caratteristica della professione, • consiste in azioni complete: pianificazione – azione – verifica, • è finalizzata all’ottenimento di un risultato, al raggiungimento di uno scopo. Es.: Problema chiave – Progettare una casa 2/ Dichiarazione di competenza Partendo dal problema chiave vanno identificate le competenze necessarie per gestire la situazione in esame. 42 Dalla risposta alla domanda “Quali competenze hanno un ruolo fondamentale in questa situazione?” si ottiene una dichiarazione di competenza, che ha le seguenti caratteristiche: • descrive comportamenti ed azioni visibili, udibili, in qualche modo esperibili; • è composta da uno o più verbi in forma attiva che descrivono l’azione e rispondono alla domanda “Cosa accade?”; • comprende lo scopo dell’azione, ovvero a chi o a che cosa la stessa è finalizzata e risponde alla domanda “Con quale obiettivo l’azione viene messa in atto?”. In questo modo si ottiene una proposizione chiave ossia una dichiarazione che segue un format prestabilito, così composto: “In….. [problema chiave] ….l’obiettivo è …. [azione] ….. in modo da … [scopo] .....” Es.: Dichiarazione di competenza – Nel progettare una casa [problema chiave] l’obiettivo è immaginarne il futuro utilizzo [azione] in modo da realizzare un clima abitativo accogliente [scopo]. 3/ Indicatori di competenza Gli indicatori di competenza si ottengono scomponendo le dichiarazioni di competenza in unità minime che rispondono alla domanda “Cosa deve mostrare la persona in termini di azioni, comportamenti, effetti, risultati, rispetto a questa competenza?”. L’indicatore di competenza possiede le seguenti caratteristiche: • si rivolge a comportamenti verificabili (visibili, udibili, esperibili), • può essere utilizzato in diversi contesti lavorativi. Ad ogni competenza corrispondono più indicatori che specificano conoscenze, capacità, attitudini, metodo, caratteristici della competenza specifica, nonché livello di autonomia e di assunzione di responsabilità. E’ possibile individuare indicatori legati agli aspetti fondamentali di pianificazione, esecuzione e riflessione, ponendosi domande-guida: • Pianificare – gli indicatori rispondono alla domanda “Cosa mi permette di esperire che il compito è stato pianificato adeguatamente?”; • Eseguire – gli indicatori rispondono alla domanda “Cosa mi permette di esperire che il compito è stato portato a termine nel modo giusto? Quale risultato voglio vedere/sentire?”; • Riflettere – risponde alla domanda “Cosa mi permette di esperire che il lavoratore sa perché fa quello che fa e che è capace di trasferirlo ad altre situazioni?”. 43 Gli errori più frequenti nella formulazione degli indicatori di competenza sono: • elencare le fasi di un’azione. Ad esempio: produce disegni e il materiale grafico di supporto mettendolo in un certo ordine in base a…; • descrivere un’attività senza una norma di valutazione con la quale il risultato o l’effetto dell’azione può essere valutato; • descrivere le opzioni o le alternative usando “e/o”. E’ meglio usare solo “e”. Se realmente c’è più di un’alternativa, vanno usati due indicatori; • descrivere risultati non influenzabili dal singolo individuo. Invece di “i disegni e il materiale grafico sono completi, accurati e devono essere comprensibili a tutti gli utenti” è meglio la formula “i disegni e il materiale grafico sono completi, accurati e in relazione allo stile e al layout sono adeguati al target di utilizzatori previsto”. Es.: Indicatori di competenza • presenta la sua organizzazione usando la formulazione standard corretta • fa domande adeguate (e persiste se le cose non sono chiare) • inoltra/mette in contatto rapidamente con la persona o il reparto giusto • termina la conversazione in modo cortese e corretto In sintesi: Per applicare una procedura di VPL è necessario formulare indicatori di competenza misurabili. A tale scopo è necessario: 1/ Identificare e dare un nome al problema chiave. 2/ Formulare le dichiarazioni di competenza relative al problema. 3/ Tradurre le dichiarazioni di competenza in indicatori di competenza misurabili. Ottenuti gli indicatori, che vanno condivisi con l’azienda, è possibile valutare le competenze dei lavoratori. Es.: Problema chiave la gestione rapida e cortese di richieste telefoniche di clienti durante l’ora di punta, anche con domande difficili e richieste di clienti fastidiosi Dichiarazione di competenza per la gestione e l’inoltro di traffico telefonico in entrata è importante saper combinare velocità, servizio e cortesia, in modo che il cliente sia soddisfatto e rimanga tale 44 Indicatori di competenza • • • • • presenta la sua organizzazione usando la formulazione standard corretta fa domande adeguate (e persiste se le cose non sono chiare) parla in modo chiaro e cortese inoltra/mette in contatto rapidamente con la persona o il reparto giusto cerca di fissare un appuntamento per una telefonata di risposta in caso di problemi • termina la conversazione in modo cortese e corretto in modo che il cliente sia e resti soddisfatto Strumenti Scheda di analisi dei profili funzionali aziendali. Risultati ed esiti Scheda di analisi dei profili funzionali aziendali compilata. Documento di sintesi del lavoro di strutturazione del profilo in compiti chiave, dichiarazioni di competenze e indicatori, successivamente utilizzato per l’assessment delle competenze. Persone coinvolte Operatore di progetto Definizione degli indicatori di competenza di ciascun profilo osservato, compilazione della scheda di analisi dei profili aziendali. Caporeparto e/o capolinea e/o referente/tutor aziendale Disponibilità per la condivisione e revisione degli indicatori di competenza definiti per ciascun profilo osservato. 45 Step 5 Formazione del tutor aziendale Che cosa si deve fare Lo step prevede la formazione del tutor aziendale agli step successivi dell’applicazione del VPL e per le fasi in cui si rende necessaria la sua partecipazione attiva e di supporto. La funzione di tutor dei lavoratori è svolta generalmente dal referente che ha seguito la fase dedicata all’azienda. La formazione è quindi mirata ad illustrare preventivamente e in dettaglio le fasi di compilazione del portfolio, raccolta delle evidenze e assessment e ad approfondire le modalità più adeguate per l’esplorazione dei percorsi individuali, con particolare riguardo ai percorsi lavorativi e alle attività svolte nella vita quotidiana (volontariato, hobby, ecc.). A quale scopo Il tutor aziendale deve essere formato per essere in grado di supportare il beneficiario: • nella compilazione del portfolio, • nella esplorazione delle esperienze e messa in evidenza delle relative competenze, • nello svolgimento della fase di assessment. Modalità e metodo La formazione avviene face to face ed è a cura dell’operatore/supervisore della procedura di VPL, nei tempi e nei modi concordati con l’azienda. Strumenti Portfolio da illustrare in tutte le sue parti. Guida alla compilazione del portfolio inserita nel portfolio. Risultati ed esiti A seguito della formazione il tutor dovrà avere una buona conoscenza della procedura di VPL, della strumentazione utilizzata, della metodologia e degli obiettivi, in riferimento specifico alla fase dedicata al lavoratore. Dovrà inoltre essere in grado di rapportarsi adeguatamente con i lavoratori, mantenendo un buon equilibrio tra disponibilità e mantenimento dei ruoli e di assicurare ai lavoratori stessi un supporto adeguato agli scopi e ai criteri della procedura. Persone coinvolte Operatore/supervisore di VPL Cura della formazione del tutor aziendale. Tutor aziendale Partecipazione alla formazione. 46 Step 6 Individuazione dei lavoratori Che cosa si deve fare Con questo step della procedura si avvia la fase di VPL dedicata in senso stretto ai lavoratori, che porterà alla rilevazione e valutazione delle competenze. In base agli elementi emersi dalla descrizione dell’azienda e agli obiettivi aziendali relativi alla procedura di VPL, si ipotizza insieme al management su quali lavoratori, all’interno dei profili professionali analizzati, applicare il VPL. Viene effettuato un colloquio con il management in cui si esplorano le motivazioni che hanno portato alla scelta di ogni singolo lavoratore e le possibilità di un loro sviluppo professionale all’interno dell’azienda. A quale scopo L’obiettivo finale della procedura di VPL è arrivare ad una validazione delle competenze che sia funzionale agli obiettivi aziendali e del lavoratore. Tale obiettivo non corrisponde solo idealmente ai principi di sviluppo delle aziende e degli individui, basati sull’apprendimento permanente. La procedura di VPL è concretamente uno strumento di gestione delle risorse umane e il Piano di Sviluppo Individualizzato che ne conclude il percorso è, a tutti gli effetti, una pianificazione a breve e medio termine, dell’evoluzione professionale dei singoli lavoratori, che vede d’accordo l’azienda e i lavoratori stessi. È quindi basilare che l’azienda abbia un progetto di sviluppo relativo ai singoli beneficiari, in modo che la procedura abbia esiti concreti e positivi anche per questi ultimi, i lavoratori ne abbiano dei vantaggi e l’azienda verifichi nei fatti la validità della procedura rispetto alla gestione delle risorse umane. Inoltre gli elementi indicati risultano strategici per una diffusione efficace del modello e per la disseminazione delle prassi. Modalità e metodo Colloquio esplorativo con il management aziendale, basato su un approccio e tecniche orientative e di mediazione, per assicurare consapevolezza delle scelte e degli impegni, chiara comprensione delle esigenze aziendali, condivisione degli obiettivi aziendali con i lavoratori, condivisione degli accordi fra azienda e lavoratori. Strumenti Colloquio con il management. Risultati ed esiti Lista della rosa dei possibili lavoratori da sottoporre ad assessment. Definizione di massima degli obiettivi di sviluppo aziendali nei confronti dei lavoratori coinvolti. 47 Persone coinvolte Operatore/supervisore di VPL gestione del colloquio con il management. Management/referente aziendale Proposta di nominativi dei lavoratori, ipotesi di obiettivi aziendali di sviluppo verso i lavoratori individuati. Tutor aziendale Partecipazione al colloquio, su consenso del management. 48 Step 7 Sensibilizzazione dei lavoratori Che cosa si deve fare Lo step prevede l’informazione e sensibilizzazione dei lavoratori individuati dal management aziendale come possibili beneficiari della procedura di VPL e la successiva adesione volontaria. Prevede inoltre l’informazione generale sulla procedura a tutti i dipendenti dell’azienda. A quale scopo È fondamentale che il lavoratore decida consapevolmente, volontariamente e di buon grado la partecipazione alla procedura, in funzione dell’impegno richiesto, della necessaria disponibilità a collaborare, della sensibilizzazione ai temi di riferimento. E’ altrettanto importante che i dipendenti dell’azienda non direttamente coinvolti siano informati sulla procedura in avvio, per diffondere adeguatamente le informazioni relative, supportare l’efficacia della procedura, mettere il management, i lavoratori in assessment e l’operatore di VPL nelle migliori condizioni di lavoro possibili. Modalità e metodo E’ necessario informare approfonditamente e sensibilizzare gli eventuali lavoratori beneficiari della procedura di VPL sugli scopi del progetto, sulle fasi specifiche che li riguardano, sull’impegno che queste comportano, sui vantaggi nel mettersi in gioco. L’azione di sensibilizzazione verrà quindi guidata, con il supporto tecnico dell’operatore di VPL, dallo stesso management aziendale che esporrà le motivazioni per l’attivazione della procedura e gli obiettivi correlati. All’attività parteciperà anche il tutor aziendale e, possibilmente, i dipendenti aziendali direttamente coinvolti (caporeparto, capolinea, ecc.). Sarà il lavoratore a decidere se prendere parte o meno alla procedura sperimentale e potrà essere supportato nella scelta tramite un ulteriore colloquio individuale con lo stesso operatore di VPL affiancato dal tutor aziendale. Durante l’incontro i lavoratori avranno l’opportunità di visionare il portfolio e i materiali per l’assessment e avranno la possibilità di porre domande, anche dettagliate. Con modalità da definire in accordo con l’azienda, verrà svolta un’azione informativa generale sull’iniziativa nei confronti del/dei reparti coinvolti, per informare i lavoratori anche non direttamente interessati di quanto sta succedendo in azienda, per evitare spiegazioni su temi poco noti ai lavoratori beneficiari e diffondere adeguatamente l’innovazione. L’informazione avviene tramite la diffusione della brochure informativa predisposta dall’operatore di VPL, che viene effettuata secondo le modalità più adeguate per l’azienda. Va comunque accompagnata, per iscritto o direttamente da parte di referenti dell’azienda, dalla illustrazione chiara delle motivazioni che hanno spinto l’azienda all’avvio della procedura, chiarendo espressamente l’assenza di 49 sbocchi negativi per i lavoratori, come ad esempio rimozioni o licenziamenti. Al momento dell’adesione del lavoratore verrà aperta una scheda di percorso per ogni singolo beneficiario, che raccolga l’iniziale consenso e le annotazioni dei successivi passaggi. In seguito, ad ogni lavoratore partecipante verrà consegnato il portfolio, da compilare individualmente. Strumenti Brochure informativa da lasciare in distribuzione. Eventuale materiale informativo da predisporre a cura dell’operatore/ supervisore di VPL. Scheda di percorso. Portfolio. Risultati ed esiti Sensibilizzazione dei lavoratori beneficiari, dei lavoratori dell’azienda e delle altre figure coinvolte. Coinvolgimento diretto del management nelle attività. Scheda di percorso compilata per la parte relativa all’adesione dei lavoratori alla procedura di assessment Persone coinvolte Beneficiari Partecipazione (in gruppo e singolarmente) alle attività di sensibilizzazione organizzate. Management aziendale e/o tutor aziendale e/o caporeparto e/o capolinea (secondo le esigenze aziendali) Coinvolgimento dei lavoratri beneficiari nella procedura di VPL, illustrazione delle motivazioni e degli obiettivi aziendali rispetto alla procedura, coinvolgimento diretto nell’azione di sensibilizzazione dei lavoratori benficiari. Operatore/supervisore di VPL Supporto al management nella sensibilizzazione dei lavoratori, conduzione dell’eventuale colloquio individuale, cura della compilazione della scheda di adesione, predisposizione del materiale illustrativo. Tutor aziendale Affiancamento nelle attività di sensibilizzazione e di adesione al percorso. 50 Step 8 Compilazione del portfolio Che cosa si deve fare In questa fase i beneficiari compilano in autonomia il proprio portfolio, supportati dal tutor aziendale e, se necessario, dall’operatore di VPL. Il portfolio è un documento, corredato di istruzioni per la compilazione, suddiviso in tre diverse sezioni, la prima mirata a raccogliere tutte le esperienze formative, professionali e di vita del lavoratore, la seconda finalizzata all’autovalutazione del lavoratore rispetto al profilo professionale per cui è inserito in assessment, la terza dedicata ad aspirazioni e desideri. Il portfolio è di proprietà del lavoratore, al quale verrà consegnato al termine della procedura di VPL, dopo le procedure di validazione. Nel modello sperimentale applicato nella provincia di Macerata, è stato richiesto al lavoratore di compilare il questionario di autovalutazione PerformanSe. Il questionario è mirato all’autovalutazione delle competenze comportamentali nel contesto lavorativo, è disponibile on-line e in diverse lingue e consente di avere, subito dopo la compilazione (15-20 minuti), report personalizzati e indicazioni orientative. La particolarità dello strumento è di essere costruito per l’impiego in un vero e proprio contesto di gestione delle competenze e, grazie alla combinazione di solidi fondamenti teorici scientifici e soluzioni tecniche esperte, di fornire conclusioni individualizzate e profili differenziati. Per il loro utilizzo gli operatori hanno sostenuto un percorso formativo di accreditamento (quattro giornate), condotto secondo la metodologia della Carta Qualità Europea Bilancio delle Competenze. Il report ottenuto tramite la compilazione del questionario è stato restituito al lavoratore dall’operatore, dopo analisi effettuata in back office e lettura dei risultati nel quadro generale risultante dalla compilazione del portfolio. A quale scopo La compilazione del portfolio è la base per procedere alla valorizzazione delle competenze dei lavoratori, in particolare non formali e informali, spesso sconosciute all’azienda e non valutate a scopi di progresso lavorativo e formativo anche dai lavoratori stessi. La compilazione del portfolio è un passaggio chiave nel sostenere il cambiamento dell’approccio sia dell’azienda che del lavoratore, che determina l’efficacia della procedura e quindi i vantaggi effettivi per le parti coinvolte e l’efficacia della disseminazione delle prassi. Inoltre il portfolio, una volta aperto, è un documento implementabile e spendibile dal lavoratore sul mercato del lavoro e nella formazione, seppure non ancora in maniera formale e sistematica, già nella attuale situazione nazionale e regionale. 51 Dove, nei fatti, vengono già attuate pratiche di trasparenza e riconoscimento di crediti formativi da esperienze professionali e di vita. Nello specifico la compilazione del portfolio ha l’obiettivo, nei confronti del beneficiario, di 1/ ripercorrere le proprie esperienze formative, lavorative e di vita, valutarle in una prospettiva di apprendimenti acquisiti (soprattutto non formali e informali) e “rivalutarne” l’impiego (valorizzarle), in funzione del proprio sviluppo professionale e personale; 2/ ottenere una descrizione trasparente e validata delle competenze possedute (apprendimenti pregressi); 3/ avere assicurata la valorizzazione interna delle competenze validate, 4/ avere assicurata la spendibilità delle competenze validate sul mercato del lavoro e nella formazione in un’ottica di integrazione dei percorsi e di sviluppo personale e professionale; nei confronti dell’azienda, di 1/ rendere evidenti e trasparenti competenze del lavoratore precedentemente non considerate, contribuendo all’acquisizione di un approccio di valorizzazione degli apprendimenti non formali e informali e della diversità (target svantaggiati) e alla gestione delle risorse umane in una prospettiva di apprendimento permanente; 2/ permettere la valutazione delle competenze evidenziate in funzione delle competenze necessarie all’azienda e dell’ottimizzazione dell’organizzazione; 3/ permettere la valutazione delle competenze evidenziate in funzione degli obiettivi di sviluppo (aziendali e del lavoratore) precedentemente ipotizzati. Il questionario PerformanSe è stato utilizzato per completare in maniera adeguata l’azione orientativa svolta dall’operatore e fondamentale rispetto alla procedura di VPL. Le caratteristiche del questionario (alta individualizzazione dei profili e autovalutazione non fine a se stessa) e la qualità dello strumento (validato periodicamente da gruppi universitari indipendenti e riconosciuti per la competenza in materia e ufficialmente riconosciuto, in Francia, dal Ministero dell’Educazione Nazionale e dal Ministero del Lavoro) sono sembrati particolarmente adeguati ai tempi brevi di disponibilità aziendale e ad assicurare in ogni caso ai lavoratori la qualità opportuna del supporto orientativo. Lo strumento è inoltre utilizzato nelle attività correnti dei Centri per l’Impiego provinciali, permettendo l’integrazione delle prassi. 52 Modalità e metodo Il lavoratore compila il libretto delle competenze, descrivendo nel modo più completo possibile la propria esperienza formativa e lavorativa e tutte le attività informali svolte (volontariato, hobby, ecc…). Raccoglie intanto gradualmente “le evidenze”, cioè la documentazione utile a dimostrare le competenze dichiarate. Le evidenze sono rappresentate da diplomi, attestati, foto, video e quant’altro si ritenga possa dimostrare le capacità dichiarate. Le competenze sono l’insieme organizzato di conoscenze, abilità e atteggiamenti necessari per svolgere un compito (comprese autonomia e assunzione di responsabilità). Si tratta, quindi, di descrivere quali sono le conoscenze possedute dal beneficiario, se sa applicarle in modo autonomo, con quale livello di responsabilità, ecc., facendo riferimento ai documenti allegati. Il lavoratore dovrà anche compilare la parte relativa all’autovalutazione delle competenze, che ritiene di possedere rispetto al profilo professionale per il quale è inserito in assessment, e la sezione relativa alle proprie ambizioni, aspettative e desideri. Nella compilazione il lavoratore è supportato dal tutor aziendale e, se necessario, dall’operatore di VPL. La compilazione risulta, infatti, impegnativa e complessa sia per la necessità di recuperare memoria di esperienze anche lontane nel tempo che per la raccolta delle relative evidenze che, non ultimo, per la scarsa o nulla attribuzione di valore formativo data alle esperienze lavorative e, in particolare, personali. Il ruolo del tutor è appunto di sostenere e facilitare i lavoratori nei diversi compiti. La compilazione del portfolio determina i risultati della fase di valutazione, gli effetti di empowerment ed attivazione del lavoratore e l’acquisizione di consapevolezza e metodo nell’autovalutazione. Nella fase di sperimentazione della procedura di VPL, in assenza di formazione breve strutturata dei tutor aziendali, l’operatore/supervisore di VPL è tenuto ad assicurare i risultati attesi, affiancando direttamente il tutor aziendale nello svolgimento del compito. La documentazione dimostrativa allegata al portfolio (evidenze) sarà successivamente valutata e, se ritenuta sufficiente, eviterà al lavoratore di sottoporre a valutazione le competenze specifiche alle quali si riferisce. Strumenti Portfolio del lavoratore. Questionario PerformanSe. Risultati ed esiti Portfolio del lavoratore, compilato in ogni sua parte. Profilo individualizzato delle competenze comportamentali sul lavoro di ogni singolo lavoratore (report questionario di autovalutazione PerformanSe). 53 Per il beneficiario: • messa in evidenza delle competenze, anche non formali e informali, dichiarate possedute e delle proprie aspirazioni ed ambizioni; • descrizione delle competenze evidenziate, completa, trasparente e funzionale alla validazione; • acquisizione degli elementi minimi di metodo per la messa in evidenza delle competenze non formali e informali e la loro autovalutazione. Per l’azienda: • messa in evidenza delle competenze, anche non formali e informali, dichiarate possedute dal lavoratore, e delle sue aspirazioni ed ambizioni; • descrizione delle competenze evidenziate, completa, trasparente, funzionale alla validazione, ad ottimizzare l’organizzazione e valorizzare il lavoratore; • consapevolezza degli elementi minimi di metodo per la messa in evidenza delle competenze non formali e informali dei lavoratori, in particolare svantaggiati. Persone coinvolte Lavoratori beneficiari Compilazione del portfolio, raccolta delle evidenze, compilazione del questionario di autovalutazione delle competenze comportamentali Performanse Tutor aziendale e/o operatore/supervisore di progetto Supporto e facilitazione del lavoratore, qualitativamente corretti e funzionali alla procedura di VPL, nella compilazione del portfolio e nella raccolta delle evidenze. Operatore/supervisore di progetto Rielaborazione su documento elettronico dei singoli portfolio. 54 Step 9 Definizione del gruppo di assessment e formazione degli assessor Che cosa si deve fare Lo step prevede di 1/ costituire il team di figure professionali previste dal modello di VPL per effettuare la valutazione delle competenze. Queste devono possedere esperienza tecnica specifica del settore in questione, capacità di valutazione delle competenze dei beneficiari sulla base del portfolio, tramite osservazione della pratica e un colloquio a criterio. Il team di assessment è composto da: • supervisore: nella fase sperimentale, in assenza di formazione specifica per il ruolo, sarà l’operatore di VPL, formato per la procedura e già in possesso di competenze per l’orientamento; • tutor aziendale: lavoratore interno all’azienda, formato dall’operatore di progetto per supportare il candidato nella compilazione del portfolio; • assessor interno: lavoratore interno all’azienda che conosce approfonditamente il processo di lavoro oggetto della valutazione e che, per questo, potrà essere individuato tra: a_ capolinea b_ caporeparto c_ addetto alla qualità e al controllo produzione d_ un lavoratore di livello superiore • assessor esterno: figura in possesso di esperienza tecnica specifica nel settore delle competenze da valutare ed esterno all’azienda. In fase sperimentale, in assenza di figura specifica sul territorio, sarà possibile individuare l’assessor esterno fra: a_ lavoratori in pensione provenienti dalla stessa ditta o dallo stesso settore che abbiano maturato un’esperienza specifica e prolungata e non siano usciti dal mercato del lavoro da un periodo troppo prolungato; b_ docenti in materie tecniche specifiche, con esperienza diretta nel settore; c_ funzionari provenienti dal settore lavorativo specifico; d_ personale individuato all’interno delle associazioni datoriali o dei sindacati dei lavoratori. 55 2/ formare il team di assessment, in particolare gli assessor, sulla procedura di VPL e, specificamente, sulla fase di valutazione, sulla metodologia, gli strumenti, le competenze di base per la valutazione. Attenzione particolare verrà posta alla conduzione di colloqui a criterio per l’esplorazione delle competenze acquisite nei diversi ambiti (vedi step 10 – Assessment delle competenze: strumenti, pag. 58). A quale scopo L’assessment deve essere condotto in team per garantire la correttezza e l’obiettività della valutazione. L’operatore di VPL/supervisore ha la responsabilità del processo di valutazione, della correttezza del metodo e della conduzione del colloquio. Gli assessor valutano le competenze da un punto di vista tecnico, garantendo l’obiettività della valutazione grazie alla doppia presenza, interna ed esterna all’azienda. Il tutor sostiene i lavoratori ed integra la valutazione con indicazioni utili, desunte dalla fase di compilazione del portfolio. La conduzione in team assicura inoltre che eventuali errori di misurazione del singolo esaminatore siano mediati dai valori complessivi derivanti dalle valutazioni dell’intero team. La formazione mira a mettere il gruppo in grado di cooperare e a rendere efficace e corretta la valutazione. Modalità e metodo Agli enti contattati per l’individuazione dell’assessor esterno si chiede di indicare i nominativi e recapiti di persone considerate adeguate a ricoprire il ruolo per l’esperienza professionale posseduta ed attitudini riconosciute a valutare il lavoro di altri. Nello specifico vanno considerate: • competenze tecniche specifiche relative al profilo da valutare • capacità di lavorare in gruppo • capacità di imparzialità e oggettività • capacità espositiva • buone capacità relazionali. La scheda di valutazione riporterà, assieme al nome dei valutatori, quello dell’organismo che ha fornito il nominativo, in modo da rendere trasparente la fonte dell’indicazione. La formazione avviene face to face ed è a cura dell’operatore di VPL. Gli assessor vengono messi in grado di conoscere gli obiettivi, la struttura e gli strumenti della procedura di VPL, in particolare lo sviluppo della valutazione, la strumentazione relativa, i criteri di giudizio e le modalità di conduzione della valutazione e dei colloqui. Devono anche essere in grado di comunicare con il candidato, tenendo conto della sua situazione e rispettando le sue esigenze e richieste, contribuendo a creare un ambiente di lavoro nel quale il candidato possa sentirsi a proprio agio. 56 Strumenti Scheda di valutazione. Strumenti e tecniche di valutazione (vedi step 10 – Assessment delle competenze: strumenti, pag. 58). Risultati ed esiti Costituzione del team di assessment in grado di: • valutare di quali informazioni ulteriori si necessiti per la validazione delle competenze, • scegliere gli strumenti più adeguati, fra quelli disponibili, per la valutazione efficace delle competenze, • valutare correttamente le competenze dei lavoratori in relazione agli indicatori di competenza definiti per ogni singolo profilo. Persone coinvolte Operatore/supervisore di VPL Individuazione degli assessor, cura della formazione del team di assessment. Tutor aziendale, assessor interno, assessor esterno Disponibilità alla formazione. Contatti della rete territoriale Individuazione dell’assessor esterno. 57 Step 10 Assessment delle competenze Che cosa si deve fare In questo step si effettua la valutazione delle competenze, valutando inizialmente il protfolio di ogni singolo lavoratore e le relative evidenze, procedendo successivamente, ove necessario, alla valutazione tramite gli strumenti ritenuti più adeguati fra quelli disponibili. Per ogni competenza richiesta viene valutato se la documentazione presente è sufficiente in quantità e qualità. In caso contrario la competenza in oggetto viene esaminata separatamente. Attraverso le evidenze raccolte si potrà valutare anche quali competenze non sono state sviluppate sufficientemente. A quale scopo Le competenze dichiarate dal lavoratore nel portfolio devono essere analizzate nel dettaglio al fine di verificarne o meno il possesso, per procedere in ultimo alla validazione delle stesse e/o allo sviluppo di un piano formativo personalizzato laddove emergano lacune. Modalità e metodo In un primo momento il team, in particolare gli assessor rispetto ai processi di lavoro, valuta il contenuto del portfolio e le prove documentali portate a dimostrazione del possesso delle competenze. La documentazione viene valutata rispetto ai criteri di autenticità, attualità, rilevanza, quantità e varietà. Si procede quindi ad un colloquio a criterio* per approfondire i contenuti del portfolio e delle competenze. Nel caso in cui non si disponga ancora di indicazioni sufficienti sulle competenze del lavoratore, si procede, ove possibile, alla valutazione multimediale ovvero all’osservazione dell’esecuzione di un compito pratico, in una situazione operativa autentica o simulata. A seguito della stessa si procede ad un ulteriore colloquio a criterio secondo il Metodo START per indagare, in una prospettiva di trasferibilità ad altri contesti, le capacità di pianificazione e riflessive del lavoratore, ovvero la capacità di effettuare le scelte opportune nella preparazione all’esecuzione del compito e la capacità di riflettere sulle motivazioni che hanno portato ad una scelta piuttosto che un’altra. Terminata l’analisi delle competenze, si procede ad una valutazione finale che compari le competenze documentate e valutate con gli indicatori di competenza. 58 Strumenti Griglia di rilevamento: check list degli indicatori di competenza per la valutazione dell’esecuzione dei compiti previsti dal profilo professionale oggetto di assessment. *Colloquio a criterio mediante metodo START utilizzato per l’esplorazione delle competenze acquisite nei diversi ambiti: S_ Situazione nella quale viene svolta l’attività lavorativa T_ Task: incarico che viene eseguito A_ Attività che il lavoratore ha appreso e che sa eseguire R_ Risultato raggiunto dal lavoratore T_ Trasferimento, cioè capacità di saper trasferire quanto appreso dalla situazione “x” in un’altra situazione Esemplificazione: Il lavoratore sceglie una Situazione avvenuta nella vita quotidiana o legata ad un compito pratico, l’assessor chiede quindi al lavoratore di descrivere il compito (“Task”in inglese) da eseguire e successivamente quali concrete Attività ha intrapreso per portare a termine il compito e quali siano stati i Risultati. Infine viene posta una serie di domande riguardanti variazioni della situazione, del compito o delle attività (se ...fosse stato......., cosa avresti fatto?) per verificare la capacità di Trasferire quanto appreso in contesti diversi. Valutazione multimediale: valutazione utilizzata nel caso in cui si voglia testare la reale capacità del lavoratore di saper far fronte a determinate situazioni che possono verificarsi. Attraverso l’ausilio di uno schermo, viene proiettato un filmato di una specifica situazione lavorativa. Improvvisamente il filmato viene interrotto e si chiede al lavoratore, ad esempio, come avrebbe portato avanti quella determinata mansione, che strumenti avrebbe utilizzato per far fronte a quella emergenza, a chi avrebbe chiesto aiuto, ecc…. Compito simulato: si crea un ambiente di lavoro che rispecchi la realtà aziendale e si verifica se il lavoratore è in grado di inserirsi adeguatamente nel contesto (a livello operativo e relazionale). Situazione operativa autentica: è la verifica della pratica lavorativa. Al lavoratore viene assegnato un compito da svolgere, per il quale si valuterà: a_ come il lavoratore si è preparato, b_ come ha pianificato l’attività, c_ come l’ha eseguita, d_ come ha verificato il lavoro svolto, e_ il risultato ottenuto. 59 Risultati ed esiti Si ottiene un quadro esaustivo delle competenze possedute, che possono quindi essere validate e di quelle che andranno invece sviluppate sulla base della lista degli indicatori di competenza. Persone coinvolte Lavoratori in assessment Sostenimento della valutazione. Team di assessment Conduzione della valutazione. Operatore/supervisore di VPL Rielaborazione su documento elettronico dei risultati dell’assessment. 60 Step 11 Restituzione dell’assessment Che cosa si deve fare Lo step prevede la restituzione degli esiti della valutazione, nell’ordine, al lavoratore in assessment e al management aziendale. A quale scopo La restituzione dei risultati dell’assessment è un passaggio fondamentale della procedura per la successiva definizione del Piano di Sviluppo Individualizzato dei singoli lavoratori. Modalità e metodo La restituzione viene effettuata prioritariamente nei confronti del lavoratore in assessment, in quanto soggetto della procedura. I risultati della valutazione lo riguardano direttamente ed è deontologicamente corretto che venga messo al corrente di quanto verrà restituito all’azienda prima che questo avvenga. Inoltre la restituzione permette la discussione dei risultati, l’integrazione di eventuali informazioni che possono modificarli e la piena condivisione da parte del lavoratore. Ottenuto il consenso del lavoratore i risultati dell’assessment vengono restituiti al management dell’azienda. Da un esame degli esiti il management avrà la possibilità di precisare e definire gli obiettivi iniziali di sviluppo ipotizzati. Su questa base sarà possibile elaborare un Piano di Sviluppo Individualizzato condiviso dall’azienda e dal lavoratore. Se all’interno del team di assessment sono già presenti i soggetti che rivestono ruoli decisionali in azienda, l’ipotesi di Piano di Sviluppo Individualizzato viene definita immediatamente dopo la restituzione al lavoratore. Strumenti Scheda di valutazione relativa a ogni singolo lavoratore. Scheda di Percorso di ogni singolo lavoratore. Risultati ed esiti Condivisione dei risultati di assessment fra azienda e lavoratore. Ipotesi del Piano di Sviluppo Individuale. Persone coinvolte Lavoratore in assessment Condivisione dei risultati di assement. Management Presa in visione dei risultati di assessment, definizione degli obiettivi aziendali di sviluppo nei confronti dei lavoratori in assessment. Team di assessment Restituzione dei risultati di assessment ai lavoratori, restituzione dei risultati di assessment al management e ipotesi del Piano di Sviluppo Individualizzato dei singoli lavoratori. 61 Step 12 Piano di sviluppo individualizzato Che cosa si deve fare Lo step prevede: • La predisposizione di un piano di sviluppo personalizzato, ovvero un piano d’azione che, sulla base delle esigenze e aspettative dell’azienda, tenga conto degli obiettivi di sviluppo del lavoratore e delle sue potenzialità. • La restituzione al lavoratore di una sintesi degli elementi emersi dai colloqui con il management, con proposta del Piano di Sviluppo ipotizzato e verifica del consenso. • L’apporto di eventuali modifiche, da condividere nuovamente con il management e il lavoratore. • La stesura definitiva del Piano di Sviluppo Individualizzato di ogni singolo lavoratore. Nel caso in cui il piano di sviluppo dei singoli lavoratori preveda l’acquisizione di competenze legate ad altri profili non osservati, sarà necessario descriverli ed elaborare i relativi indicatori di competenza, per rendere possibile una formazione mirata. A quale scopo Lo scopo è di predisporre il documento finale della procedura di VPL, relativo allo sviluppo professionale del lavoratore in azienda, che farà da riferimento formale degli accordi presi in tal senso fra azienda e lavoratore, e sarà parte integrante degli strumenti aziendali di gestione delle risorse umane. Modalità e metodo Colloqui con il lavoratore e il management aziendale, finalizzati alla condivisione degli obiettivi di sviluppo del lavoratore. Nel lavoro di mediazione l’operatore di VPL dovrà considerare le esigenze dell’azienda e le aspettative nei confronti del lavoratore, le sue potenzialità e la disponibilità a sviluppare la sua preparazione professionale. Strumenti Dossier individuale del lavoratore. Ipotesi di Piano di Sviluppo Individualizzato condivisa con l’azienda. Risultati ed esiti Piano di Sviluppo Individualizzato. 62 Persone coinvolte Operatore/supervisore di VPL Elaborazione su documento elettronico dei Piani di Sviluppo Individualizzati, eventuale nuova procedura di VPL connessa ai Piani di Sviluppo dei lavoratori. Lavoratore in assessment Valutazione del Piano di Sviluppo Individualizzato proposto e relativo consenso. 63 Step 13 Previsione, progettazione e realizzazione dell’azione formativa Che cosa si deve fare Lo svolgimento di questa fase consiste nel • Progettare un percorso formativo individualizzato, basato sui risultati di assessment (competenze da sviluppare rispetto al profilo professionale di riferimento), da realizzarsi principalmente in situazione, definendo la metodologia, i contenuti, i docenti, i materiali e la tempistica. • Realizzare l’azione formativa secondo le modalità concordate e verificare, attraverso un’ulteriore procedura di assessment conclusiva, l’acquisizione delle competenze oggetto della formazione. • Ricostituire il team di assessment e procedere alla valutazione finale delle competenze alla presenza di un referente regionale, per la validazione delle competenze acquisite tramite il percorso. A quale scopo La formazione deve essere “centrata sulla persona” al fine di sviluppare le competenze possedute e basata sugli indicatori di competenza relativi al profilo professionale specifico per rispondere alle esigenze aziendali e consentire la realizzazione principalmente in azienda. Tale modalità determina risparmio dei costi e ottimizzazione di tempi, efficacia e risultati, con vantaggi per l’azienda, il lavoratore e il sistema. Ulteriore scopo è la validazione delle competenze in uscita dal percorso formativo. La progettazione dalla formazione individualizzata è inoltre finalizzata a flessibilizzare, in via sperimentale, il sistema formativo e ad integrarlo, attraverso la procedura di VPL che ne è alla base, al sistema del lavoro. Modalità e metodo Gli incaricati della progettazione del percorso formativo in collaborazione con il team di assessment e il referente aziendale definiscono, come percorso di riqualificazione per occupati, il progetto dell’azione formativa individualizzata, sulla base dei risultati di assessment. Curano inoltre la parte amministrativa e l’organizzazione, in termini di ambiente formativo, tempi e modalità di realizzazione. Strumenti Progetto formativo, sulla base del formulario regionale con relativi allegati. Materiale didattico. Risultati ed esiti Il lavoratore potrà acquisire ulteriori competenze e procedere nel proprio sviluppo personale e professionale, attraverso formazione “su misura”, con la possibilità di ulteriore validazione. L’azienda vedrà soddisfatti i propri bisogni professionali e formativi. 64 Il sistema formativo potrà sperimentare un percorso individualizzato, flessibile ed integrato con il percorso lavorativo. Persone coinvolte Incaricati della progettazione dell’azione formativa Progettazione del percorso formativo individualizzato, gestione amministrativa e organizzazione della formazione. Azienda Realizzazione della formazione, identificazione dei formatori. Team di assessment Collaborazione nella fase progettuale del percorso formativo, assessment delle competenze post-formazione. Regione Approvazione del percorso formativo, accreditamento della valutazione finale delle competenze, tramite presenza di un suo incaricato alla valutazione stessa. Beneficiari Partecipazione al percorso formativo individualizzato. 65 Step 14 Validazione delle competenze Che cosa si deve fare Lo step conclusivo della procedura di VPL prevede la validazione delle competenze messe in evidenza, misurate e valutate sia attraverso l’assessment in azienda che l’assessment in uscita dalla formazione individualizzata. Nel modello sperimentale della procedura sono quindi attuate: • la validazione delle competenze possedute dal lavoratore all’attuazione della procedura di VPL in azienda ed acquisite in precedenza (Validazione degli Apprendimenti Pregressi), • la validazione delle competenze acquisite dal lavoratore in uscita dal percorso formativo individualizzato, progettato sulla base delle unità ed indicatori di competenza, costituenti il profilo professionale di riferimento. A quale scopo L’obiettivo della validazione è quello di riconoscere validità legale al prodotto finale della procedura di VPL, ovvero al documento di attribuzione delle competenze messe in trasparenza attraverso la procedura di assessment pre- e post-formazione individualizzata, affinché siano spendibili sul mercato del lavoro e all’interno del sistema formativo, con vantaggi sociali ed economici per l’intero sistema locale. Modalità e metodo L’ipotesi sperimentale prevede • la validazione delle competenze pregresse e possedute dal lavoratore al momento dell’attuazione del VPL in azienda direttamente ad opera della Provincia, istituzione con competenze specifiche nel riconoscimento delle qualifiche acquisite tramite esperienze professionali e direttamente spendibili sul mercato del lavoro e nel sistema di formazione professionale; • la validazione delle competenze acquisite in uscita dalla formazione individualizzata attraverso un attestato finale sperimentale di frequenza di percorso di riqualificazione per occupati e possesso delle relative competenze, strutturato in analogia agli attestati di qualifica in uso nel sistema della formazione professionale regionale. Entrambe le validazioni sono precedute dall’assessment delle competenze realizzato secondo le modalità previste dal modello di VPL (metodologia e team di assessment), con l’integrazione di un referente regionale all’interno del team di assessment nella fase di assessment post-formazione. La modalità sperimentale è costruita in coerenza con il modello attuato in Olanda che prevede per la procedura di VPL sia un esito funzionale alla sola certificazione delle competenze che alla possibilità di ingresso 66 nel sistema formativo. Poste le differenze sostanziali del contesto, la proposta sperimentale di validazione mantiene aperte le due possibilità, le adatta peraltro alla situazione locale. Si interfaccia infatti, da un lato, con le procedure esistenti e limita l’ambito di cambiamento e innovazione del sistema formativo al livello della riqualificazione per occupati, ma lascia aperta, dall’altro, la via per l’integrazione più ampia fra i sistemi del lavoro e della formazione. Strumenti Procedure istituzionali di riconoscimento di qualifiche/competenze da esperienze lavorative ed auto-formazione. Attestato sperimentale di possesso di competenze acquisite in percorsi individualizzati di riqualificazione per occupati, basati su procedura di VPL. Risultati ed esiti Validazione delle competenze pregresse dei lavoratori e di quelle acquisite in formazione individualizzata, messe in trasparenza, valutate e sviluppate sulla base del modello di VPL. Persone coinvolte Provincia Validazione delle competenze pregresse e possedute dal lavoratore al momento dell’attuazione del VPL in azienda. Provincia/Regione Validazione delle competenze acquisite in uscita dalla formazione individualizzata. Regione Autorizzazione all’utilizzo dell’attestato sperimentale di possesso di competenze. Beneficiari Ottenimento della validazione delle competenze. 67 Step 15 Implementazione Che cosa si deve fare Lo step di implementazione chiude la procedura di VPL, riportando l’accento sull’azienda, così come il commitment l’aveva aperta. In quest’ultimo passaggio l’azienda valuta i risultati ottenuti con l’applicazione sperimentale del modello e ne decide l’eventuale acquisizione, supportata dall’operatore di VPL. La valutazione è svolta a due livelli, l’uno strutturale e l’altro funzionale agli obiettivi di sviluppo. Il management considera quindi gli esiti positivi e le criticità in funzione: • dell’impatto della procedura rispetto all’organizzazione e alle risorse da impegnare; • in relazione alle politiche di gestione delle risorse umane, alle politiche formative e di sviluppo aziendale. A quale scopo La fase di implementazione ha lo scopo dell’acquisizione del modello di VPL da parte dell’azienda. Grazie a questo, l’innovazione introdotta verrà resa stabile con benefici per l’azienda, per i lavoratori e il sistema locale. L’azienda fa proprio uno strumento dinamico di valorizzazione delle risorse umane, di sviluppo e di responsabilità sociale. I lavoratori ottengono definitivamente la possibilità di valorizzare le competenze possedute e di migliorarle all’interno del contesto lavorativo, in funzione dei propri obiettivi di sviluppo professionali e personali. Il sistema riceve i benefici, sociali ed economici, derivanti dalla diffusione di uno strumento attivo di crescita e innovazione degli individui e delle organizzazioni del proprio territorio, basato sull’apprendimento permanente. Modalità e metodo L’azione di implementazione viene condotta con il supporto diretto dell’operatore di VPL. Questo, attraverso uno o più incontri, supporta l’azienda nella valutazione degli esiti e delle criticità, dei benefici e degli impegni correlati all’acquisizione. Ipotizza direttamente eventuali impieghi del modello, sulla base di quanto rilevato durante l’applicazione della procedura. Fornisce all’azienda tutte le informazioni utili e le indicazioni che possono facilitarla sia rispetto all’acquisizione strutturale che in relazione agli eventuali usi della procedura. Strumenti Valutazione finale della procedura. Incontri con il management. Risultati ed esiti Acqusizione del modello di VPL da parte dell’azienda. 68 Figure coinvolte Management aziendale Valutazione finale della sperimentazione attuata, valutazione di costi/benefici rispetto all’acquisizione stabile del modello di VPL, nell’individuazione di obiettivi di sviluppo supportati dal modello. Operatore/supervisore di VPL Supporto al management nella valutazione della sperimentazione e dell’impatto connesso all’acquisizione del modello, supporto nell’individuazione di obiettivi di sviluppo supportati dal modello. 69 Gli esiti Nei due anni e mezzo di attività Investing in People ha consentito al partenariato di raggiungere i risultati di sviluppo posti inizialmente, ottenendo due traguardi fondamentali per la successiva evoluzione. Il modello di VPL ha suscitato l’interesse degli attori chiave del sistema locale e delle aziende, confermando la potenzialità di sortire effetti economici e la strategia del progetto ha mosso il meccanismo di attivazione dei destinatari di mainstreaming e di autoevoluzione del processo. I due elementi hanno dato esiti alle attività progettuali che superano gli obiettivi fissati e consentono, da un lato, di muovere verso l’acquisizione stabile del modello di validazione e, dall’altro, di valutare l’esperienza di Investing in People come buona prassi di introduzione dell’innovazione nei contesti locali, nell’ambito del riconoscimento degli apprendimenti non formali e informali. Sul territorio le attività progettuali si sono infatti chiuse con la richiesta degli attori locali coinvolti e delle aziende di sostenere lo sviluppo del modello sperimentato e di esserne parte attiva, portando non solo alla modellizzazione della sperimentazione ma alla definizione di un’ipotesi di sistema locale per la validazione delle competenze pregresse. Nello stesso tempo la validità del progetto e l’ampia azione di comunicazione e di rete condotta hanno portato ad una validazione nazionale del modello e suscitato l’interesse delle stesse Istituzioni Europee. La procedura di VPL è quindi diventata oggetto di un progetto nazionale di validazione congiunta del modello, inserito nell’Azione 3 del Programma Equal, dove il partenariato di Macerata ha guidato una cordata di altre otto partnership attive in cinque diverse regioni italiane. Contemporaneamente lo stesso progetto Investing in People è stato inserito, quale buona prassi per i sistemi, in attività nazionali ed internazionali nell’ambito della validazione degli apprendimenti non formali e informali, che lo hanno portato nel corso del 2007 a meeting e conferenze internazionali sul territorio nazionale ed europeo e ne hanno fatto oggetto di studio di esperti OCSE in visita in Italia. Grazie agli apprezzamenti ricevuti Investing in People figura oggi, quale buona prassi per lo sviluppo dei sistemi locali, all’interno dell Inventario Europeo sulla validazione degli apprendimenti non formali e informali della Commissione Europea. 70 L’ipotesi del sistema provinciale di validazione L’ipotesi di sistema per il VPL scaturita dal gruppo di Mainstreaming è, sull’esempio dell’esperienza olandese, di avviare un modello locale fondato su principi di qualità validi a livello europeo, ma implementabile da tutti gli attori del sistema. Fra gli sviluppi delle attività di progetto rappresenta l’esito più rilevante, sul territorio, del lavoro condotto con Investing in People. Concretizza infatti il riconoscimento accordato dagli attori locali, istituzionali e non, alla validità del modello verso lo sviluppo economico e sociale, ma ne esprime soprattutto la volontà di acquisirlo e di esserne parte attiva. Tale base d’avvio caratterizza il disegno delineato. L’ipotesi mira infatti, al momento, a supportare la validazione delle competenze all’interno delle organizzazioni del lavoro e a sostenere il meccanismo avviato di partecipazione attiva degli attori locali. Si propone invece, sulla media distanza, di trasferire e sviluppare il modello verso i lavoratori disoccupati e all’interno del sistema formativo. Ma l’obiettivo è posticipato, in attesa che la stabilizzazione del modello nelle organizzazioni generi ulteriore crescita e faccia da base ai successivi cambiamenti. Nonostante i risultati positivi e il lavoro protratto del progetto, l’attuazione di un sistema locale per la validazione resta una sfida di notevole portata. Mancano infatti nel contesto nazionale e locale elementi strutturali di fondo, quali un sistema educativo-formativo basato sulle competenze ed integrato con il mercato del lavoro e repertori di profili professionali collegati. A livello locale dovrà quindi essere dato spazio a soluzioni di qualità, ma realistiche e interfacciabili con il contesto, tutte da costruire fra gli attori locali. L’ipotesi definita non dettaglia quindi procedure e fasi, fissa invece alcune componenti strategiche del sistema e traccia una direzione, condivisa con i partner di progetto e di rete e in diffusione fra i destinatari di mainstreaming pubblici e privati. Il primo passo verso un contesto in cui le risorse locali – umane, organizzative e strutturali – alimentano la qualificazione reciproca attraverso un processo in autoevoluzione. Elementi chiave modellizzazione della procedura di VPL, implementazione dal basso, coinvolgimento delle Parti Sociali e delle Organizzazioni del Privato Sociale, definizione di percorsi formativi per lo svolgimento dei ruoli di supervisore, assessor e tutor dei lavoratori, istituzionalizzazione delle figure del supervisore e dell’assessor esterno, banca dati locale di profili professionali, implementazione della validazione di competenze e della formazione individualizzata, azienda come soggetto formativo. 71 La struttura La struttura del sistema locale ipotizzata prevede tre diversi livelli di gestione del modello di validazione: • il primo costituito dalle strutture che acquisiscono il modello, lo applicano in autonomia a scopi interni e lo implementano; • il secondo riferito alle strutture di erogazione del servizio di VPL, che assicurano la correttezza di processo, la formalizzazione delle procedure e dei risultati e possono ugualmente implementarlo; • il terzo rappresentato dall’organismo che sovrintende alla qualità e presidia i passaggi chiave, gestito in integrazione dalla Provincia di Macerata e dalle Parti Sociali. L’ipotesi risponde, nelle sue linee generali, alle richieste di coinvolgimento attivo nello sviluppo del sistema di validazione, provenienti dai partecipanti al gruppo di Mainstreaming di progetto. Lascia quindi al territorio l’intervento diretto nell’implementazione del modello, ma ne differenzia e ne abbozza contemporaneamente ruolo, funzioni ed obiettivi per consentire il governo del sistema. Implementazione del modello Tutte le organizzazioni del lavoro pubbliche, private e del privato sociale, in coerenza con l’approccio “dal basso” del modello sperimentato, possono acquisire, gestire in proprio a scopi interni ed implementare il sistema di VPL. I requisiti richiesti sono minimi e riguardano: • l’applicazione corretta del modello di vpl in ognuno dei suoi elementi (metodologia, fasi, procedure, strumenti, ecc.); • l’individuazione, all’interno della propria struttura, delle figure del tutor dei lavoratori e dell’assessor, per le quali assicurare formazione e aggiornamento; • l’attivazione delle procedure formali, concordate a livello di sistema, per rendere spendibili sul territorio i prodotti di utilità comune, principalmente collegati al portfolio dei lavoratori, all’assessment delle competenze, ai profili professionali di settore; • l’iscrizione al registro provinciale delle strutture che attuano procedure di VPL. 72 Erogazione del servizio La Provincia di Macerata, eroga il servizio attraverso i CIOF, mettendo a disposizione delle aziende e organizzazioni del territorio supervisori della procedura di VPL, che sovrintendono al processo, ne garantiscono la correttezza e svolgono le procedure formali. Le Parti sociali, i soggetti del sistema d’istruzione e formazione, le organizzazioni del Privato Sociale possono ugualmente fornire il servizio, previa formazione e certificazione delle competenze dei supervisori resi disponibili, per i quali devono assicurare l’aggiornamento. Le aziende e organizzazioni che attivano la procedura di VPL, possono rivolgersi alle strutture indicate anche per il reperimento degli assessor esterni, che effettueranno la valutazione delle competenze dei lavoratori da un punto di vista tecnico-professionale. Gli assessor, quali esperti dei processi di lavoro specifici e di settore, variano di volta in volta e vengono reperiti all’interno di una banca dati di tecnici iscritti ad apposito registro provinciale ed adeguatamente formati rispetto al modello di validazione. Le strutture di erogazione del servizio sono inserite in uno specifico registro provinciale e sono tenute al rispetto dei criteri di qualità nell’applicazione del modello di validazione. Governo del sistema La Provincia in integrazione con le Parti Sociali istituisce e gestisce la struttura integrata per la qualità del sistema, dotata di un organismo interno operativo di ampia autonomia, strettamente connesso al sistema produttivo. La struttura svolge le funzioni istituzionali e di controllo della qualità del sistema. Attraverso l’organismo tecnico raccorda contemporaneamente il livello istituzionale con quello operativo e supporta l’implementazione del modello e lo sviluppo del sistema di validazione locale. La direzione è tracciata dalle indicazioni europee di qualità connesse alla validazione degli apprendimenti non formali e informali, al quadro europeo delle qualificazioni, al trasferimento dei crediti per l’istruzione e la formazione professionale, all’apprendimento permanente. 73 L’organismo operativo interno • supporta la validazione dei profili professionali definiti tramite le procedure di VPL; • gestisce la banca dati dei profili professionali standard territoriali; • gestisce la banca dati provinciale degli assessor; • supporta nella progettazione di formazione individualizzata le aziende e le organizzazioni che attivano la procedura di VPL, per le fasi d’avvio del sistema di validazione; • attiva iniziative provinciali di implementazione del modello; • lavora in integrazione con il sistema produttivo e quello educativoformativo. La struttura integrata per la qualità • provvede alla definizione delle caratteristiche del sistema e alla sua regolamentazione; • attiva una rete stabile di relazioni esterne (regionali, nazionali, europei, di ambito specifico); • attiva azioni per l’innovazione e lo sviluppo del sistema di validazione, anche a livello nazionale ed europeo; • gestisce la formazione iniziale e continua delle figure di sistema (supervisori, assessor esterni, tutor ed assessor interni alle aziende/ organizzazionei) e le procedure di certificazione delle relative competenze; • gestisce i registri delle figure professionali del sistema di validazione (supervisori ed assessor esterni); • gestisce la banca dati delle strutture che erogano la procedura di VPL e delle aziende ed organizzazioni che la implementano; • effettua il monitoraggio periodico e la valutazione del sistema locale. 74 Le figure professionali Le figure professionali previste per il sistema locale di validazione sono, secondo il modello sperimentato, quelle del supervisore, del tutor aziendale dei lavoratori, dell’assessor interno e dell’assessor esterno. Queste rappresentano una innovazione di rilievo nell’ambito delle professioni del territorio, data l’assenza di un sistema di valutazione e validazione delle competenze strettamente connesso all’analisi del lavoro. La stessa figura del tutor, impiegata invece da tempo in una serie svariata di contesti, con funzioni diversificate e per target di destinatari differenziati, si arricchisce di nuove competenze professionali. Tutte legate alla conoscenza specifica del modello, alle tematiche di riferimento e, in particolare, al supporto dei lavoratori nella compilazione del portfolio. Passaggio chiave, quest’ultimo, nel processo di validazione. La centralità delle figure professionali rispetto alla correttezza ed efficacia del processo di validazione e la loro rilevanza nella diffusione del modello sul territorio hanno reso i partecipanti al gruppo di Mainstreaming particolarmente attenti alla qualità della proposta in ipotesi. Il lavoro di analisi ha evidenziato l’esigenza di • definire i profili professionali relativi ad ognuna delle figure previste; • strutturare i percorsi formativi connessi, mirati all’acquisizione di competenze trasversali e specifiche per singolo ruolo; • certificare le competenze acquisite; • richiedere l’iscrizione ad apposito registro provinciale. Contemporaneamente è stata ravvisata l’opportunità di proporre l’innovazione in maniera graduale e adeguata al contesto, consentendo lo sviluppo di quanto già avviato e il lavoro di strutturazione dei profili professionali e dei percorsi formativi. Per questo sono state definite misure complementari di qualità per il miglioramento dei risultati già conseguiti in sede di progetto ed alcune condizioni minime di base. 75 Misure previste per la figura del supervisore • svolgimento del ruolo da parte degli operatori dei Centri per l’Impiego Provinciali, per la fase di predisposizione delle procedure di certificazione delle competenze e istituzione del registro provinciale; • miglioramento delle competenze già acquisite durante la formazione di progetto, tramite visita di studio presso il partner olandese CEDRIS; • miglioramento delle conoscenze acquisite dai referenti dei partner e della Rete, già inseriti in formazione, attraverso giornate seminariali di approfondimento; • valutazione e certificazione delle competenze, per gli operatori già formati, funzionale all’inserimento nel registro provinciale dei supervisori, con successiva eventuale integrazione formativa. Misure previste per la figura dell’assessor esterno: • il reperimento delle figure _fra professionisti di settore fuoriusciti dal mercato del lavoro non oltre i due anni antecedenti il loro impiego come assessor, _fra docenti del sistema d’istruzione e formazione che abbiano conoscenza pratica e diretta del processo di lavoro specifico; • il contributo attivo delle Parti Sociali e delle Organizzazioni settoriali e del Privato Sociale nell’individuazione dei professionisti più adeguati; • la previsione di un momento formativo, per la fase antecedente all’istituzione dei percorsi specifici e del relativo registro provinciale. Misure previste per le aziende: • previsione di giornate seminariali informative e di approfondimento sul modello di validazione (scopi, metodo, principi di riferimento, ecc.), rivolte al personale delle aziende che intendono attivare la procedura; • inserimento dei responsabili aziendali interessati all’interno dei circuiti informativi attivati in sede di progetto (newsletter, ecc.) e delle attività mirate al trasferimento e mainstreaming. 76 La validazione delle competenze Il modello di VPL può condurre, in Olanda, alla certificazione delle competenze o all’inserimento in percorsi formativi. In entrambi i casi il destinatario del processo di valutazione ottiene, come risultato finale, una validazione delle competenze riconosciuta a livello istituzionale in funzione sia di qualifiche professionali che di titoli di studio. L’ipotesi di sistema locale di validazione, seppure nella sostanziale diversità di contesto, tende verso questa direzione, sforzandosi di armonizzare le innovazioni del modello con quelle già attivate sul territorio e di sostenerne l’evoluzione con gradualità e senza spinte eccessive, secondo la disponibilità al cambiamento degli stessi attori locali. La validazione delle competenze proposta si fonda innanzitutto sul riconoscimento, condiviso fra le Istituzioni e i soggetti aderenti, della validità del modello rispetto all’aderenza ai bisogni dei diversi destinatari, agli obiettivi di risultato e di sviluppo e alla qualità. Tale riconoscimento sostanzia di fatto i prodotti del processo di validazione, rappresentati in particolare – rispetto alla validazione - dal profilo aziendale standard. Questo, base della valutazione delle competenze, deve però assumere valore più generale di riferimento per il territorio, affinché la validazione possa essere riconosciuta all’interno del sistema. La validazione del profilo diventa quindi un passaggio ineludibile. L’ipotesi di sistema locale non fissa le modalità di validazione del profilo, da definire in integrazione con gli attori locali. Propone invece la direzione di metodo seguita in sede di progetto, dove la definizione finale del profilo è stata condotta sul territorio con il coinvolgimento diretto delle Parti Sociali partner e delle aziende di settore. Posta questa base l’ipotesi immagina, al momento, un primo livello di validazione formale delle competenze, per i lavoratori in assessment non inseriti in formazione, su intervento diretto della Provincia. La possibilità di attribuire qualifiche ai lavoratori, sulla base di esperienze professionali documentate e criteri diversificati per qualifiche e definiti a livello provinciale, lascia infatti, spazi adeguati di lavoro per ipotizzare l’introduzione della validazione delle singole competenze basata sul documento conclusivo di assessment. La validazione provinciale sposta verso il mercato la spendibilità, per i lavoratori, del risultato di assessment, altrimenti limitata – seppure positivamente – all’azienda di inserimento. Promuove inoltre, nei fatti, il modello di validazione sul territorio grazie all’uso che gli stessi lavoratori faranno del portfolio e dello stesso documento di validazione. 77 Non va infatti dimenticato che è già possibile, presso le agenzie formative locali, richiedere il riconoscimento di crediti per esperienze anche non formali ed informali. A tale scopo il documento di validazione delle competenze, sostenuto dallo stesso portfolio costituiscono strumenti sostanziali di trasparenza. A sostegno della spendibilità l’ipotesi prevede la possibilità immediata, per i lavoratori già beneficiari della procedura, di aggiornare il proprio portfolio presso i Centri per l’Impiego provinciali con ogni ulteriore esperienza ritengano opportuno, predisponendo in tal modo il documento per eventuali esigenze future di validazione. Il passaggio conclusivo di validazione avviene in uscita dalla formazione individualizzata, realizzata in azienda. La formula proposta è quella già sperimentata in sede di progetto: • progettazione della formazione individualizzata sulla base del profilo professionale di riferimento e per gli ambiti di competenze valutate non possedute; • richiesta di realizzazione del percorso formativo alla Regione Marche come riqualificazione per occupati, con eventuale inserimento della dicitura nel Tabulato Regionale, quale percorso sperimentale; • realizzazione della formazione, principalmente in situazione; • assessment post-formazione con la ricostituzione del gruppo di valutazione (supervisore, tutor aziendale, assessor interno ed esterno) e alla presenza di un rappresentante della Regione Marche; • consegna dell’attestato di frequenza e possesso di competenze come da procedura di VPL. La formula adottata consente contestualmente la spendibilità del risultato di assessment in ambito formativo, la validazione delle competenze acquisite in formazione e, implicitamente, dello stesso modello di VPL. Contemporaneamente la delimitazione della formazione nell’ambito della riqualificazione degli occupati completa la coerenza interna del modello proposto, mirato alla validazione delle competenze nelle organizzazioni del lavoro. Ne rafforza inoltre il valore grazie alla condivisione regionale, utilizzando i canali di innovazione già aperti ed impiegati correntemente sul territorio regionale (possibilità di attivare percorsi formativi sperimentali e di richiederne l’inserimento nel Tabulato Regionale delle Qualifiche). 78 Le potenzialità e i punti di attenzione Il modello di VPL mette al proprio centro l’individuo e i suoi percorsi lavorativi, professionali e di vita e lo conduce in un percorso di consapevolezza del loro “valore” (in effettivi termini economici) per la crescita personale e professionale. Attraverso la messa in trasparenza e validazione delle competenze supporta quindi innanzitutto la promozione globale della persona sostenendo un approccio attivo e progettuale verso lo sviluppo. La spinge inoltre a valutare la formazione (implementazione delle competenze) come un investimento e i contesti lavorativi e di vita come luoghi di apprendimento. L’ipotesi di un sistema di validazione stabile, quindi di una diffusione capillare dell’approccio proposto, lascia immaginare effetti moltiplicatori dei risultati di empowerment, una maggiore attenzione alla qualità dei contesti di vita e lavoro, un impulso a formarsi con costanza. Il modello di VPL lega però il processo all’organizzazione aziendale, proponendo all’azienda un percorso analogo. Sviluppa appunto la consapevolezza di “quanto c’è” all’interno (le competenze “invisibili” e le risorse umane più diverse) e “passa” il metodo per analizzare con chiarezza l’organizzazione, i propri fabbisogni interni (professionali e formativi) e gli obiettivi di sviluppo, mostrando nei fatti e suggerendo usi diversi della procedura (gestione delle risorse umane, formazione individualizzata, individuazione di nuove figure professionali, ecc.). Anche nei confronti dell’azienda viene quindi effettuato lo stesso processo di qualificazione delle risorse e del contesto, lasciando che il possesso del metodo porti ulteriori sviluppi. In questo processo l’azienda e i lavoratori vengono poi guidati verso la stessa direzione, producendo un’azione reciproca di rinforzo. Per il sistema l’applicazione del VPL significa quindi attuare dal basso una politica di qualificazione delle risorse con ricadute contestuali e di rilievo per le politiche sociali, del lavoro e formative. In Olanda al 2002 contavano circa 6.000 persone all’interno di 500 organizzazioni, già inserite in procedure di validazione. Fra il 2005 e il 2006 tramite un progetto governativo sono state effettuate 4.149 azioni di validazione, mentre gli organismi privati di validazione ne hanno attuate 1.986 nel solo 2006. Dat non completi dell’effettiva realtà del contesto, con fasce di applicazione scarsamente monitorabili. Il modello di VPL è in grado di creare autoevoluzione e di produrre effetti economici, integrando nei fatti sistema produttivo, mercato del lavoro e formazione. Il ruolo del sistema è in questo processo rilevante. 79 L’esperienza olandese offre alcune indicazioni di fondo: • un sistema aperto, con un ruolo propulsore delle istituzioni e il coinvolgimento attivo ed ampio delle Parti sociali, degli Organismi di settore e del sistema educativo/formativo; • l’accreditamento delle strutture di erogazione della procedura; • l’utilizzo delle sole figure di supervisori e assessor; • la conclusione della procedura con un documento di validazione. La differenza della situazione di contesto, caratterizzata dall’assenza di standard professionali e dalla struttura ancora rigida del sistema educativo-formativo, aggiunge a quelle precedenti indicazioni di particolare attenzione a: • definizione di profili professionali riconosciuti, al minimo sul territorio, individuando modalità condivise di validazione per i profili definiti tramite la procedura all’interno delle singole aziende; • coinvolgimento del sistema formativo per l’implementazione della formazione individualizzata e il relativo supporto nella progettazione alle aziende che attivano la procedura; • individuazione condivisa delle modalità di validazione delle competenze in uscita dalla procedura di assessment; • attivazione di misure e iniziative specifiche che supportino e facilitino l’avvio del sistema, l’attivazione della procedura e la partecipazione dei lavoratori. Al momento in Olanda alcuni contratti nazionali di lavoro prevedono la procedura di VPL. Dal gennaio 2007 le organizzazioni che pagano per l’attivazione della procedura tramite strutture di erogazione accreditate ricevono una riduzione delle tasse, mentre le persone che pagano per averla hanno dalle tasse la deduzione completa. 80 La disseminazione e gli apprezzamenti Investing in People nasce come intervento di sviluppo del sistema locale, con chiari obiettivi di trasferimento e manistreaming delle prassi. Se da un lato, si rivolge quindi agli individui e alle organizzazioni del territorio, mira, dall’altro a raggiungere i decisori e gli attori istituzionali, locali, regionali e nazionali. In questa prospettiva il modello di VPL, collegando gli obiettivi di sviluppo individuali con quelli delle aziende e del sistema, rappresenta un esempio concreto ed affidabile –validato dall’esperienza olandese – di attivazione dei processi evolutivi e di governo legati alla validazione degli apprendimenti non formali e informali. E’ proprio tale caratteristica ad aver dato luogo agli esiti di disseminazione del modello al di fuori del contesto provinciale e agli apprezzamenti ricevuti a livello nazionale ed europeo. Il progetto CompeteRe Fra il 2006 e i primi mesi del 2008 il partenariato di Investing in People ha guidato, come capofila, la Cordata del progetto CompeteRe – COMPETEnze da riconosceRE, inserito nell’Azione 3 del Programma Equal e quindi mirato al trasferimento delle prassi a livello di sistema. La Cordata era costituita da altre otto partnership di sviluppo, geografiche e settoriali, attive in cinque diverse regioni italiane: Abruzzo, Lazio, Liguria, Lombardia e Umbria. L’obiettivo del progetto era di procedere alla validazione congiunta del modello di VPL, verificandone il metodo e l’applicazione negli ambiti di intervento e verso i gruppi target specifici dei diversi partnenariati. Le partnership di Cordata operano tutte all’interno del terzo settore con obiettivi di riconoscimento delle competenze e formazione dei lavoratori occupati e di miglioramento nell’attuazione di piani di formazione aziendali e settoriali, ma anche con scopi di sostegno all’occupabilità di cittadini immigrati ed altre categorie svantaggiate o di recupero di antichi mestieri. Il progetto ha quindi permesso di verificare la trasferibilità del modello di VPL rispetto a svariati contesti territoriali italiani e verso gruppi diversificati di categorie svantaggiate (disabili, over 45, immigrati, lavoratori a rischio di marginalizzazione) e, in particolare, all’interno del terzo settore e della cooperazione sociale. 81 Partnership Cordata CompeteRe Competenze da Riconoscere Capofila della Cordata PS Investing in People - Provincia di Macerata Valorizzazione competenze lavoratori del terzo settore PS E.F.E.S.O. Comune di Foligno Formazione lavoratori del terzo settore PS E-LE Change Consorzio Sociale Agorà scrl Formazione lavoratori occupati PS Empowerment Camera di Commercio di Imperia Riconoscibilità titoli e competenze per immigrati PS Extra Quality – Provincia di Pescara Piani di formazione aziendali e settoriali, di quadri e dirigenti del terzo settore PS FLES – Asso Consult srl (Organizzazione per lo sviluppo europeo) Immigrati e imprenditorialità PS GESTIFONDS – IAL Abruzzo Sviluppo locale e miglioramento delle competenze: settore antichi mestieri/saperi PS Homo Faber MATER scarl Valorizzazione e riconoscimento competenze nelle aziende municipalizzate PS VARCO Confservizi Lazio Sperimentazione e validazione congiunta del modello di validazione delle competenze sviluppato dalla PS investing in people Le attività prevedevano un’analisi metodologica del modello di VPL e sperimentazioni della procedura da integrare alle azioni dei singoli partenariati. Il lavoro è sfociato in un documento di validazione congiunta completato da una valutazione esterna. Questa è stata condotta sia rispetto alla validità della contestualizzazione degli strumenti e del metodo (esperto tecnico proveniente dal Kenniscentrum EVC olandese) sia alla validazione delle modalità di trasferimento ai diversi contesti locali (esperto tecnico dell’Associazione Italiana Valutatori). I risultati hanno permesso di individuare alcuni elementi chiave: • il modello è trasferibile e fondamentalmente adeguato anche negli ambiti considerati; • il percorso proposto al lavoratore, in particolare, la compilazione del portfolio e il Piano di Sviluppo Individualizzato, conferma i risultati di empowerment sul lavoratore e i possibili benefici nei confronti dell’azienda; 82 • il modello è di efficacia immediata nel rispondere ai fabbisogni professionali dell’azienda; • le criticità maggiori sono rappresentate dall’assenza di standard comuni di riferimento e di figure adeguate a svolgere in particolare il ruolo di assessor; • il portfolio ed alcuni passaggi interni della procedura richiedono adeguamenti, riferibili in particolare alle esigenze del target specifico. In generale dai partner di Cordata viene la conferma dell’applicabilità locale del modello e della sua efficacia anche nel campo della cooperazione sociale e nel terzo settore. Gli apprezzamenti Il progetto CompeteRe, al di là dei risultati specifici, ha inoltre contribuito attivamente al mainstreaming e alla diffusione delle prassi e delle attività progettuali di Investing in People, grazie alla partecipazione ai tavoli di lavoro della rete tematica nazionale e ai contatti con il livello nazionale. Proprio questi hanno permesso ad Investing in People di partecipare alle conferenze tematiche “Competences, Learning outcomes, Qualifications: Transparency contributing to Employability” e “Active ageing: Labour, Lifelong Learning, Welfare. Comparing Ideas”, tenutesi a Roma e Trento nel 2007 e organizzate, l’una, nell’ambito del relativo Gruppo Tematico del Programma Leonardo da Vinci e, l’altra, dalla Provincia Autonoma di Trento e dall’ISFOL, nel quadro delle attività FSE art.6. Nello stesso periodo ancora in relazione all’attuazione di buone prassi di mainstreaming, la Provincia ha partecipato per Investing in People a due eventi internazionali di notevole rilievo nell’ambito della validazione degli apprendimenti non formali e informali. Nel luglio 2007 ha potuto presentare, su invito delle autorità nazionali, le attività di progetto all’interno di uno dei meeting periodici del Cluster sulla validazione degli apprendimenti non formali e informali della Direzione Generale per l’Educazione e la Cultura della Commissione Europea. Al meeting, tenutosi a Parigi, erano presenti i maggiori esperti europei del settore e referenti di una larghissima parte degli Stati Membri. Nel dicembre 2007, su invito diretto degli organizzatori, la Provincia ha poi partecipato alla Conferenza europea “Anticipating Change: effective approaches to lifelong learning and age management”, tenutasi ad Atene e promossa dalla Commissione Europea in collaborazione con il Ministro del 83 Lavoro e Protezione Sociale greco. In questa occasione Investing in People è stato inserito fra 20 progetti, selezionati in tutta Europa, con la possibilità di illustrare le attività progettuali nella prospettiva di sistema, all’interno di un workshop dedicato. Le due iniziative hanno portato ad includere il progetto, quale esempio di buone prassi per lo sviluppo dei sistemi territoriali sia all’interno di una pubblicazione della Commissione, dedicata all’invecchiamento attivo che, in particolare, nell’Inventario Europeo sulla validazione degli apprendimenti non formali e informali. Quest’ultimo è lo strumento principale della Commissione Europea nel settore e raccoglie le migliori prassi da ogni paese europeo. Investing in People è inserito nell’aggiornamento 2007 relativo al contesto italiano. Nel mese di novembre 2007 il progetto è stato, infine, oggetto di analisi, accanto a soli due altri progetti sul territorio nazionale, di una delegazione OCSE in visita in Italia, nell’ambito delle attività di valutazione di modelli finalizzati all’apprendimento non formale e informale. Lo scopo dell’attività è di fornire ai responsabili europei tutti gli elementi utili per sostenere lo sviluppo di modelli efficaci, vantaggiosi ed equi. 84 Appendice Strumenti di VPL 85 E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria STRUMENTI PROGETTO EQUAL PER GLI OPERATORI DI PROGETTO PREPARAZIONE AL VPL 1° STEP LETTURA DELL’AZIENDA : GRIGLIA DI RILEVAMENTO Nome azienda: _________________________________________________ Sede e indirizzo:________________________________________________ Sito web: _____________________________________________________ Referente di progetto: __________________________________________ Ruolo nell’azienda: ____________________________________________ Contatti: tel__________________ cell___________ e-mail____________________ Referente Risorse umane: ________________________________________ Contatti: tel__________________ cell___________ e-mail____________________ Operatore di progetto: ___________________________________________ Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria CONTATTI AVUTI CON L’AZIENDA DATA e ORA MODALITA’ REFERENTE OGGETTO NOTE Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria DESCRIZIONE DELLA REALTA’ AZIENDALE1 Azienda2 _________________________________________________________________ Sede3 (specificare la sede operativa in cui avverrà la sperimentazione) _________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Sede principale (specificare se la ditta fa parte di una compagnia nazionale o internazionale e quale è la sede centrale di riferimento)________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Tipo di attività e prodotti4 (della sede coinvolta nella sperimentazione) _________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Numero totale di persone occupate5____________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ 1 Domande da 1 a 6 della check list di supporto allegata 2 Denominazione dell’azienda 3 Ubicazione dell’azienda 4 Indicare il tipo di attività ed il prodotto: ad esempio attività manifatturiera, fabbricazione di calzature (per adulti, bambini, sportive..), lavorazione di carni, produzione cucine, ecc. 5 Indicare il numero dei dipendenti attualmente assunti in azienda. Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria DESCRIZIONE DEI REPARTI1 Reparto 12 Denominazione: __________________________________________________________ Attività:_________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Numero di persone impiegate: ______________________________________________ Lavoratori over 45 presenti: ________________ di cui donne:___________________ Lavoratori con disabilità: ___________________ di cui donne: __________________ Reparto 2 Denominazione: __________________________________________________________ Attività:_________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Numero di persone impiegate: ______________________________________________ Lavoratori over 45 presenti: ________________ di cui donne:___________________ Lavoratori con disabilità: ___________________ di cui donne: __________________ 1 2 Domande da 7 a 15 della check list di supporto allegata Ripetere il format per ogni reparto indicato e per ogni eventuale sottoreparto Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria SEZIONE RELATIVA ALLE RISORSE UMANE Lo stile e i principi con cui l’azienda percepisce e gestisce le risorse umane1 ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Indicare la presenza di un ufficio specifico dedicato e il referente2 ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Indicare le attività3 ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Indicare gli strumenti utilizzati4 ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Indicare i progetti dell’azienda per il futuro nel settore delle risorse umane: ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ 1 Ad es. se c’è una gestione formalizzata o informale, se ha come obiettivo la valorizzazione delle risorse umane… 2 Domande n. 16 ,17 e 18 della check list di supporto allegata 3 Domande dalla 19 alla 29 della check list di supporto allegata 4 Domande n. 30 della check list di supporto allegata Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria SEZIONE RELATIVA ALLA FORMAZIONE Lo stile e i principi con cui l’azienda percepisce la formazione 1 ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Indicare la presenza di un ufficio specifico dedicato2 ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Indicare le attività3 ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Indicare gli strumenti utilizzati4 ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Indicare i progetti dell’azienda per il futuro nel settore della formazione: _______________________________________________________________ _______________________________________________________________ _______________________________________________________________ 1 2 3 4 Ad es. se la considerano una risorsa per l’azienda… Domande n. 31 e 32 della check list di supporto allegata Domande n. 33 e 45 della check list di supporto allegata Domande n. 46 e 50 della check list di supporto allegata Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria CHECK LIST AZIENDA5 Descrittiva azienda 1 2 3 4 5 6 SI NO SI NO SI NO Di che cosa si occupa l’azienda È una realtà aziendale a sé o appartiene a un gruppo più grande (è una filiale, è la casa madre, è un gruppo internazionale o nazionale, ecc…) Se è filiale di una casa madre, in che rapporti è con essa? …che autonomia organizzativa ha? ….che autonomia decisionale ha? Avete un sito internet? Organizzazione aziendale 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Quanti sono i reparti presenti in azienda? Quali sono i reparti (denominazione)? I reparti sono suddivisi in sottoreparti(denominazione)? Di che cosa si occupano (attività dei reparti)? In ogni reparto quante persone vi sono impiegate? E di queste, quante hanno più di 45 anni? …di cui donne? E quanti sono i lavoratori con disabilità? …di cui donne? Risorse umane 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 C’è un ufficio specifico che si occupa di risorse umane? Chi si occupa di risorse umane (chi è il referente?) Quanto il management conosce tutte le parti che costituiscono l’azienda? Quali sono le attività di questo ufficio? …si occupa di selezione? …cosa fa per il personale interno? ...esistono sistemi di valutazione? …qual è il risultato della valutazione (un premio produzione, un avanzamento di carriera, un riposizionamento all’interno dell’azienda, ecc…)? ….fa attività di monitoraggio? ….solo in ingresso o con cadenza periodica? …prevede riunioni periodiche con tutto il personale? ….o solo con i capi reparto? …o con il singolo lavoratore? Cosa si fa in termini di valorizzazione? Che strumenti utilizzano? 5 La checklist viene utilizzata per registrare le informazioni di cui si è in possesso, pertanto la casella “sì – no” va barrata a seconda che i campi relativi siano stati indagati o meno e non rappresenta una risposta alle domande elencate. Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria Formazione SI 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 NO C’è un ufficio specifico che si occupa di formazione? Chi si occupa di formazione (chi è il referente?) Quali sono le attività di questo ufficio? A chi è rivolta la formazioni (al management, al personale impiegato nella produzione o ad entrambi)? L’adesione è volontaria o obbligatoria? Si fa formazione interna? …su che argomenti? …con quali modalità? …quando? …chi sono i formatori? Si fa formazione esterna? …su che argomenti? …con quali modalità? …quando? …chi sono i formatori? Con che modalità si valuta se una persona ha bisogno di formazione? Con quali risorse si effettua la formazione? Se con risorse interne, quali sono (aziende, committenti, clienti, affiancamento al lavoro)? Se con risorse esterne, quali sono (fondi impresa, FSE, voucher, altro)? Con che criteri e modalità si effettua la rilevazione dei fabbisogni formativi? Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People – IT- G2-MAR-013, realizzato assieme a: ANMIC Macerata CARNJ COOP A.R.L. CEDRIS (Olanda) CONFINDUSTRIA Macerata CUCINE LUBE S.r.l. EUROCENTRO S.r.l. FALC S.p.a. UNICAM UNCI Marche UNIMC Facoltà di Scienze della Formazione E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria STRUMENTI PROGETTO EQUAL PER GLI OPERATORI DI PROGETTO PREPARAZIONE AL VPL 2° STEP SCHEDA DI LETTURA DEI PROFILI PROFESSIONALI Nome azienda: _______________________________________________________ Sede e indirizzo:______________________________________________________ Sito web: ___________________________________________________________ Referente di progetto: _________________________________________________ Ruolo nell’azienda: ___________________________________________________ Contatti: tel__________________ cell___________ e-mail__________________________ Referente Risorse umane: ______________________________________________ Contatti: tel__________________ cell___________ e-mail__________________________ Operatore di progetto: _________________________________________________ Reparto scelto: ______________________________________________________ Profilo scelto: _______________________________________________________ Numero di persone impiegate: __________________________________________ Lavoratori over 45 presenti: ________________ di cui donne:________________ Lavoratori con disabilità: ___________________ di cui donne: _______________ Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria CONTATTI AVUTI CON L’AZIENDA DATA e ORA MODALITA’ REFERENTE OGGETTO NOTE Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Presenza Contatto telefonico Email Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria LISTA DI PROFILI PROFESSIONALI PRESENTI NEL SETTORE CALZATURE1 DENOMINAZIONE (esempio): Addetto al finissaggio Addetto al magazzino e spedizioni Addetto al montaggio Addetto al montaggio e rifinitura Addetto al taglio Addetto all’applicazione della suola Addetto all’imballaggio e al controllo di qualità Addetto alla preparazione delle tomaie Addetto alle macchine di finissaggio Addetto alle macchine di giunteria Addetto alle macchine di premonta Addetto alle macchine di rifinitura Addetto alle macchine di stampaggio Addetto alle macchine di taglio Capo operaio Impiegato in amministrazione Imprenditore settore articoli da viaggio e calzature Macchinista cucitore Orlatore – Rifinitore Responsabile amministrativo e programmazione produzione Responsabile amministrazione Responsabile della programmazione della produzione Responsabile di produzione Stilista modellista Tagliatore tomaie Tranciatore 1 presente non presente Riferimento alla classificazione ISFOL : http://isfol.tilab.com/db_pub/nav-enduser_settore-figura.php Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria LISTA DI PROFILI PROFESSIONALI PRESENTI NEL SETTORE ALIMENTARE1 Denominazione (esempio): Addetto al confezionamento Addetto al controllo qualità lavorazione biologica Addetto alla lavorazione Addetto alla manutenzione Addetto alla produzione Addetto alla rappresentanza Addetto alla rete commerciale Addetto alla sicurezza sul lavoro Addetto alla vendita Addetto alle consegne Addetto alle spedizioni Addetto allo spaccio Addetto ufficio amministrazione Addetto ufficio clienti Addetto ufficio del personale Addetto ufficio soci Addetto vendita e commercializzazione Affinatore Autista Conduttore di processi di pre-trasformazione Confezionatore Contabile Direttore e segretario di cooperative Direttore generale Disossatore Esperto di impianti e macchine Formatore Impiegato amministrativo Imprenditore per la fabbricazione di altri prodotti alimentari Pezzatore 1 presente non presente Riferimento alla classificazione ISFOL : http://isfol.tilab.com/db_pub/nav-enduser_settore-figura.php Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Denominazione Responsabile acquisto, produzione e vendita Responsabile amministrativo Responsabile commerciale Responsabile commerciale e organizzazione vendite Responsabile confezionamento Responsabile del processo di trasformazione Responsabile della qualità Responsabile frigoconservazione Responsabile gestione sistemi qualità Responsabile produzione a marchio Responsabile reparto biologico Responsabile stabilimento Standista Tecnico commerciale contabile Tecnico di ricerca e sviluppo alimentare Tecnico di sviluppo di prodotto e marketing presente non presente Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria LISTA DI PROFILI PROFESSIONALI PRESENTI NEL SETTORE FABBRICAZIONE DI Denominazione (esempio): Addetto alla produzione Addetto alla produzione Amministratore Falegname Gestore approvvigionamenti e logistica Impiegato Imprenditore Imprenditore industria fabbricazione mobili Montatore Operaio addetto al taglio e al cucito Operaio addetto alle macchine Operaio assemblatore Operaio carteggiatore Operaio cucitore Operaio falegname Operaio generico tappezziere Operaio laccatore Operaio magazziniere Operaio specializzato (fondo) Operaio specializzato (lucidatore) Operaio verniciatore Ragioniere Reponsabile di reparto Responsabile commerciale Responsabile commerciale Responsabile di produzione Responsabile di produzione Responsabile officina Responsabile qualità del processo produttivo Responsabile ufficio amministrativo 1 presente MOBILI1 non presente Riferimento alla classificazione ISFOL : http://isfol.tilab.com/db_pub/nav-enduser_settore-figura.php Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria Denominazione Responsabile ufficio tecnico Responsabile qualità del processo produttivo Segretaria Tappezziere Tecnico di falegnameria (prototipi; su misura; montaggi complessi) Tecnico di produzione Tecnico progettista Tecnologo di industrializzazione di prodotto e processo presente non presente Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria SCHEDA DI LETTURA DEL PROFILO FUNZIONALE1 Denominazione 2 ______________________________________________________________________ Compiti svolti: ________________________________________________________________________ In che fase del processo produttivo si colloca ________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ ATTIVITÀ 3 Preparazione del lavoro 4 Azioni svolte per prepararsi allo svolgimento del compito 5 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Che strumenti utilizza 6: _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Organizzazione (per prepararsi a svolgere la singola azione, come si organizza?) 7 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Con chi si relaziona all’interno del reparto 8 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Con chi si relaziona all’esterno del reparto 9 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Attraverso l’osservazione diretta del lavoratore in azione, l’operatore descrive in modo semplice l’area/divisione/ reparto in cui egli 1 lavora, le azioni che concretamente svolge, gli strumenti che utilizza, i lavoratori con i quali interagisce. 2 3 Inserire la denominazione del profilo professionale. 4 5 6 7 8 9 Descrivere le azioni che il lavoratore svolge per mettersi in condizioni di iniziare il proprio compito. L’attività va descritta nel suo intero processo. Per facilitare l’osservazione mirata da parte dell’operatore egli è chiamato a suddividere il processo in tre fasi: preparazione, svolgimento e verifica del lavoro. Domande da 1 a 6 della check list di supporto allegata Domande da 7 a 9 della check list di supporto allegata Domanda 10 della check list di supporto allegata Domande dalla 11 alla 16 della check list di supporto allegata Domande dalla 17 alla 19 della check list di supporto allegata Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Conoscenze specifiche di cui ha bisogno 10 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Svolgimento del lavoro11 Azioni svolte per eseguire i propri compiti 12 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Compie le stesse attività tutti i giorni? 13 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Che strumenti utilizza: 14 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Organizzazione (per svolgere la singola azione, come si organizza?) 15 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Con chi si relaziona all’interno del reparto 16 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Con chi si relaziona all’esterno del reparto 17 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Conoscenze specifiche di cui ha bisogno (ad esempio utilizzo software, macchinari specifici,….) 18 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ 10 Domande dalla 20 alla 23 della check list di supporto allegata 11 12 13 14 15 16 17 18 Descrivere le azioni che il lavoratore esegue per svolgere il proprio compito. Domande dalla 24 alla 29 della check list di supporto allegata Domande dalla 24 alla 29 della check list di supporto allegata Domande dalla 30 alla 32 della check list di supporto allegata Domanda 33 della check list di supporto allegata Domande dalla 34 alla 40 della check list di supporto allegata Domande dalla 41 alla 43 della check list di supporto allegata Domande dalla 44 alla 48 della check list di supporto allegata Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Gestione delle criticità ordinarie e straordinarie 1 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Verifica del lavoro2 Azioni svolte 3 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Strumenti utilizzati: 4 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Organizzazione (per verificare la giusta procedura della singola azione, come si organizza?) 5 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Con chi si relaziona all’interno del reparto 6 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Con chi si relaziona all’esterno del reparto 7 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Conoscenze specifiche di cui ha bisogno 8 _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ 1 Domande dalla 49 alla 54 della check list di supporto allegata 2 Descrivere le azioni che il lavoratore esegue per controllare il processo messo in atto nello svolgimento del compito e per controllare l’esito del compito svolto. 3 4 5 6 7 8 Domande dalla 55 alla 59 della check list di supporto allegata Domande dalla 60 alla 64 della check list di supporto allegata Domande 65 della check list di supporto allegata Domande dalla 66 alla 72 della check list di supporto allegata Domande dalla 73 alla 76 della check list di supporto allegata Domande dalla 77 alla 82 della check list di supporto allegata Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria ANALISI DEL PROFILO OSSERVATO PROFILO BANCHE DATI1 (esempio): PROFILO FUNZIONALE2 Addetto alle consegne Contenuto del lavoro: L’Addetto alle consegne si occupa delle seguenti attività: - preparazione alle spedizioni; organizzazione del piano di consegne; studio dei percorsi; consegne; manutenzione dei camion; imballaggio. Caratteristiche della figura professionale: Le caratteristiche necessarie allo svolgimento delle attività di lavoro dell’Addetto alle consegne si riconducono alle seguenti aree di competenza: 1. competenze strumentali - applicazione di tecniche di carico delle merci (sui camion) secondo le norme di sicurezza; - applicazione di tecniche di imballaggio; - uso di cartine e stradari; - preparazione dei documenti necessari alla spedizione; - conoscenza dei percorsi stradali. (inserire ciò che si osserva in azienda, le singole mansioni, attività e competenze del profilo professionale che si sta osservando e correlarlo al profilo della colonna affianco. le informazioni iniziali si scrivono a parte. Qui nella tabella si scrivono solo le competenze rielaborate in back office) 2. competenze organizzative - pianificazione delle consegne sulla base delle priorità e del percorso più agevole. 3. competenze relazionali - comunicazione e collaborazione con i responsabili del magazzino. 4. competenze strategiche ASPETTATIVE DEL MANAGEMENT3 1 Inserire la descrittiva del profilo professionale standard presa dalla banca dati ISFOL ed eventualmente integrata con i profili regionali e delle associazioni di categoria 2 3 Inserire ciò che si è osservato Inserire eventuali discrepanze tra profilo funzionale e profilo atteso dal management Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria CHECK LIST LAVORATORE1 Preparazione del lavoro 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 SI NO SI NO Quali sono le prime azioni che compi quando inizi il lavoro? … devi rispettare delle procedure standard? … indossi abiti particolari? (ad esempio camice da lavoro, calzature particolari ecc…) … e degli ausili necessari per la sicurezza? (ad esempio tappi per le orecchie, occhiali schermati, ecc…) … devi preparare il luogo di lavoro? … devi prendere le consegne da parte del lavoratore del turno precedente? Che strumenti utilizzi? … dei macchinari particolari? … dei software? Come organizzi gli strumenti e le singole attività prima di intraprendere il compito? Con chi ti relazioni per prepararti al compito? … sono solo relazioni interne al reparto? … con tutti i colleghi del reparto? …solo con alcuni? …quali e con quali ruoli? … per quale motivo? … c’è relazione con il personale anche all’esterno del reparto? … con chi e con quali ruoli? … per quale motivo? Quali sono le conoscenze specifiche che utilizzi? …conoscenza delle procedure relative alla sicurezza? …conoscenza della normativa relativa all’igiene? …conoscenza di specifici macchinari? Svolgimento del lavoro 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 1 Quali sono i singoli compiti che svolgi? … svolgi attività ordinarie e straordinarie? … le attività ordinarie sono quotidiane (ogni giorno gli stessi compiti?) … se non sono quotidiane, poi spiegarmi in che cosa consistono e come sono organizzate? …in che consistono le attività straordinarie? …che frequenza hanno? Che strumenti utilizzi? … dei macchinari particolari? … dei software? Come organizzi gli strumenti e le singole attività per intraprendere il compito? Svolgi tutte le tue attività in autonomia? …con chi ti relazioni per la singola attività? … sono solo relazioni interne al reparto? … con tutti i colleghi del reparto? …solo con alcuni? …quali e con quali ruoli? La checklist viene utilizzata per registrare le informazioni di cui si è in possesso, pertanto la casella sì che i campi relativi siano stati indagati o meno e non rappresenta una risposta alle domande elencate. no va barrata a seconda Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 … per quale motivo? … c’è relazione con il personale anche all’esterno del reparto? … con chi e con quali ruoli? … per quale motivo? Quali sono le conoscenze specifiche che utilizzi? …conoscenza delle procedure relative alla sicurezza? …conoscenza della normativa relativa all’igiene? …conoscenza di specifici macchinari? …conoscenza di specifici software? Ti capita mai di dover gestire e risolvere situazioni critiche e di emergenza? … emergenze ordinarie e straordinarie? … di che tipo? … come cerchi di risolverle? … in autonomia? … con l’aiuto di qualcuno? Verifica del lavoro SI 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 NO Ogni volta terminata la singola azione, devi eseguire delle verifiche? … di che tipo? … con quale frequenza? … quotidianamente, a fine giornata o periodicamente? …come viene effettuata? Che strumenti utilizzi? … dei macchinari particolari? … dei software? … dei test? … delle procedure relative alla qualità? Come organizzi gli strumenti e le singole attività per verificare il lavoro che hai svolto? Svolgi tutte le attività di verifica in autonomia? …con chi ti relazioni per la singola attività di verifica? … sono solo relazioni interne al reparto? … con tutti i colleghi del reparto? …solo con alcuni? …quali e con quali ruoli? … per quale motivo? … c’è relazione con il personale anche all’esterno del reparto? … con chi e con quali ruoli? … per quale motivo? … c’è qualcuno che controlla il tuo lavoro? Quali sono le conoscenze specifiche che utilizzi? …conoscenza delle procedure relative alla sicurezza? …conoscenza della normativa relativa all’igiene? …conoscenza di specifici macchinari? …conoscenza di specifici software? …conoscenze relative alla qualità? Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Azienda: ________________________________________________________ Reparto e Profili prescelti: __________________________________________ ___________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Beneficiari coinvolti: Nome: ___________________________________________________________________ Lavoratore over 45 Lavoratore con disabilità Donna Uomo Nome: ___________________________________________________________________ Lavoratore over 45 Lavoratore con disabilità Donna Uomo Nome: ___________________________________________________________________ Lavoratore over 45 Lavoratore con disabilità Donna Uomo Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria Nome: ___________________________________________________________________ Lavoratore over 45 Lavoratore con disabilità Donna Uomo Nome: ___________________________________________________________________ Lavoratore over 45 Lavoratore con disabilità Donna Uomo Nome: ___________________________________________________________________ Lavoratore over 45 Lavoratore con disabilità Donna Uomo Nome: ___________________________________________________________________ Lavoratore over 45 Lavoratore con disabilità Donna Uomo Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People – IT- G2-MAR-013, realizzato assieme a: ANMIC Macerata CARNJ COOP A.R.L. CEDRIS (Olanda) CONFINDUSTRIA Macerata CUCINE LUBE S.r.l. EUROCENTRO S.r.l. FALC S.p.a. UNICAM UNCI Marche UNIMC Facoltà di Scienze della Formazione E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria STRUMENTI PROGETTO EQUAL PER GLI OPERATORI DI PROGETTO PREPARAZIONE AL VPL 3° STEP SCHEDA DI ANALISI DEI PROFILI FUNZIONALI AZIENDALI Nome azienda:___________________________________________________ Sede: __________________________________________________________ Referente di progetto:______________________________________________ Contatti: tel_______________________ email_____________________________________ Referente Risorse umane: __________________________________________ Contatti: tel__________________ cell___________ e-mail______________________ Reparto scelto: __________________________________________________ Profili professionali scelti: __________________________________________ _______________________________________________________________ Operatore di progetto: _____________________________________________ Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Azienda: ______________________________________________________ Denominazione profilo funzionale aziendale1 : _______________________________________________________________ 1 Inserire denominazione del profilo in assessment Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria ANALISI DEL PROFILO OSSERVATO PROFILO BANCHE DATI1 (esempio): Addetto alle consegne PROFILO FUNZIONALE2 Contenuto del lavoro: L’Addetto alle consegne si occupa delle seguenti attività: - preparazione alle spedizioni; organizzazione del piano di consegne; studio dei percorsi; consegne; manutenzione dei camion; imballaggio. Caratteristiche della figura professionale: Le caratteristiche necessarie allo svolgimento delle attività di lavoro dell’Addetto alle consegne si riconducono alle seguenti aree di competenza: 1. competenze strumentali - applicazione di tecniche di carico delle merci (sui camion) secondo le norme di sicurezza; - applicazione di tecniche di imballaggio; - uso di cartine e stradari; - preparazione dei documenti necessari alla spedizione; - conoscenza dei percorsi stradali. (inserire ciò che si osserva in azienda, le singole mansioni, attività e competenze del profilo professionale che si sta osservando e correlarlo al profilo della colonna affianco. le informazioni iniziali si scrivono a parte. Qui nella tabella si scrivono solo le competenze rielaborate in back office) 2. competenze organizzative - pianificazione delle consegne sulla base delle priorità e del percorso più agevole. 3. competenze relazionali - comunicazione e collaborazione con i responsabili del magazzino. 4. competenze strategiche ASPETTATIVE DEL MANAGEMENT3 1 Inserire la descrittiva del profilo professionale standard presa dalla banca dati ISFOL ed eventualmente integrata con i profili regionali e delle associazioni di categoria 2 3 Inserire ciò che si è osservato Inserire eventuali discrepanze tra profilo funzionale e profilo atteso dal management Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria SCHEDA DI RILEVAZIONE DELLE FIGURE FUNZIONALI AZIENDALI PROFILO FUNZIONALE AZIENDALE STANDARD A - Definizione della figura professionale Denominazione __________________________________________________________________ Settore di attività dell’azienda (o organizzazione) _______________________________________ Ambito di lavoro (amministrazione,programmazione, macchine, montaggio, imballaggio,ecc)_____ _______________________________________________________________________________ B – Contenuti del lavoro (attività/compiti/mansioni) - _______________________________________________________________________________ - _______________________________________________________________________________ C – Competenze richieste - Strumentali _____________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ - Organizzative ___________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ - Relazionali _____________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ - Strategiche _____________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria D – Livello di qualifica1 - livello 1: lavoratore semplice-apprendista - livello 3: professionista completo - livello 4: lavoratore centrale, amministrativo o esperto. - livello 5: manager . livello 2: lavoratore esperto di base E - Certificazioni Titolo di accesso: ___________________________________________________________________ Specializzazioni o certificazioni: _______________________________________________________ Certificazioni di prospettiva: _____________________________________________________________ 1 Vedi “Qualifiche e struttura delle qualifiche” in allegato Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria TABELLA INDICATORI DI COMPETENZA PROBLEMA CHIAVE DICHIARAZIONE DI COMPETENZA4 INDICATORI DI COMPETENZA5 4 Inserire competenze rilevate nel profilo standard relativo al soggetto in assessment. 5 Estrarre secondo il Metodo Pragmatico gli indicatori di competenza da ogni competenza. Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria QUALIFICHE E STRUTTURA DELLE QUALIFICHE Si presume che i livelli di qualifica possano essere distinti in base a tre criteri: responsabilità (a che livello le azioni lavorative hanno conseguenze sull’esecuzione di compiti lavorativi di altri), complessità (in che misura la pratica lavorativa è basata su procedure standard) e trasferibilità (a che livello la pratica lavorativa può essere applicata in diverse situazioni lavorative). Livello 1: assistente Livello 2: lavoratore con qualifica di base Livello 3: lavoratore con una professionalità completa Livello 4: livello manageriale medio o lavoratore specializzato Livello 1: Assistente Il lavoratore è responsabile per l’esecuzione del proprio lavoro. Il lavoro consiste prevalentemente nell’applicazione di routine automatizzate e solo in misura minima nell’applicazione di procedure standard (semplici mansioni esecutive). Implica abilità e conoscenze impiego-specifiche, ovvero abilità e conoscenze legate solo al posto di lavoro specifico in cui la persona in questione opera. Questo iter è pensato per coloro che non sono in grado di ottenere una qualifica di base (livello 2), ma che così possono comunque ottenere un certificato. Livello 2: Lavoratore qualificato Il lavoratore è responsabile per l’esecuzione del proprio lavoro. In aggiunta, esiste una responsabilità collettiva, collaborativa sul lavoro, in base alla quale ha luogo una cooperazione con i colleghi. Il lavoro consiste nell’applicazione di routine automatizzate e procedure standard (mansioni esecutive ad un livello leggermente più alto). Implica abilità e conoscenze lavoro-specifiche, ovvero abilità e conoscenze che possono essere trasferite a differenti luoghi di lavoro dello stesso settore (la persona in questione può compiere le sue mansioni sia nell’azienda A che nell’azienda B se il processo lavorativo in entrambe le aziende è abbastanza simile). Il diploma ottenuto a questo livello è equivalente ad una qualifica di base, che è la qualifica minima che tutti dovrebbero possedere. Livello 3: Lavoratore professionista Il lavoratore è responsabile per l’esecuzione del proprio lavoro (è in grado di portare a termine compiti in maniera del tutto autonoma) e deve anche rispondere delle sue azioni nei confronti dei colleghi (non gerarchicamente). In aggiunta si assume esplicite responsabilità gerarchiche: monitorare e supervisionare routine automatizzate e procedure standard portate avanti da altri. Il lavoro comprende procedure standard e procedure complesse o pianificate, in funzione della preparazione del lavoro e delle attività di supervisione. Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria Livello 4: Manager di medio livello o lavoratore specializzato Il lavoratore è responsabile per l’esecuzione del proprio lavoro (ha la possibilità di portare a termine compiti in maniera completamente autonoma, insieme alla capacità di eseguire un’ampia gamma di compiti all’interno di un campo specifico) e deve anche rispondere delle sue azioni nei confronti dei colleghi (non gerarchicamente). In aggiunta si assume esplicite responsabilità gerarchiche; queste responsabilità riguardano la pianificazione e/o amministrazione e/o il management e/o lo sviluppo dell’intero ciclo produttivo. Inoltre integra procedure o ne stabilisce di nuove. Include abilità e conoscenze specialistiche e/o abilità e conoscenze indipendenti dall’occupazione, come il pensiero tattico e strategico e può aspettarsi di ottenere posti di lavoro in cui ha responsabilità gerarchiche, formali e organizzative. Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People – IT- G2-MAR-013, realizzato assieme a: ANMIC Macerata CARNJ COOP A.R.L. CEDRIS (Olanda) CONFINDUSTRIA Macerata CUCINE LUBE S.r.l. EUROCENTRO S.r.l. FALC S.p.a. UNICAM UNCI Marche UNIMC Facoltà di Scienze della Formazione E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria Data ______________________ Il/La sottoscritto/a _________________________________________________________________ DICHIARA di aderire liberamente al percorso di Validazione delle Competenze Pregresse che si articolerà in: § § § § § § § Colloqui individuali Compilazione del Portfolio Valutazione del Portfolio da parte del team di assessment Eventuale prova pratica alla presenza del team di assessment Colloqui di approfondimento sulla prova pratica con il team di assessment Elaborazione di un Piano di Sviluppo Individualizzato Eventuale formazione individualizzata Firma del beneficiario _________________________________ Il beneficiario sarà seguito lungo tutto il percorso da un tutor e dal supervisore della procedura. Il tutor, il supervisore e quanti compongono il team di assessment si impegnano alla riservatezza delle informazioni ricevute, a non divulgare quindi nessuna informazione circa il beneficiario se non preventivamente concordato con lo stesso e solo ed esclusivamente per scopi connessi allo svolgimento della procedura. I prodotti e i documenti relativi al percorso, quali Portfolio e Piano di Sviluppo Individualizzato, sono di proprietà del beneficiario che ne deciderà il successivo utilizzo e le modalità di un’eventuale divulgazione. Firma del supervisore _____________________________________ Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People IT- G2-MAR-013: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni realizzato assieme a: ANMIC Macerata CARNJ COOP A.R.L. CEDRIS (Olanda) CONFINDUSTRIA Macerata CUCINE LUBE S.r.l. EUROCENTRO S.r.l. FALC S.p.a. UNICAM UNCI Marche UNIMC Facoltà di Scienze della Formazione E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria DOSSIER INDIVIDUALE LIBRETTO FORMATIVO E DELLE COMPETENZE VPL effettuato presso <nome dell’azienda> Livello <vedi Scala dei livelli di qualifica> Per chiarimenti e spiegazioni rivolgersi a ___________________ Tel. _______________ ____________________ Tel. _______________ DESCRIZIONE DELLE COMPETENZE E DELLE QUALIFICAZIONI ACQUISITE Libretto formativo e delle competenze di Nome del candidato ........................................................................................................................ Reparto lavorativo ........................................................................................................................... Rilasciato da ................................................................................................................................... Nella regione/provincia ................................................................................................................... Data di primo rilascio ...................................................................................................................... Data di ultimo .................................................................................................................................. Data di ultimo aggiornamento ........................................................................................................ INDICE BREVE INTRODUZIONE SULLA COMPOSIZIONE DEL LIBRETTO FORMATIVO E DELLE COMPETENZE 1. DATI PERSONALI DEL CANDIDATO 2. TITOLI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE 3. ESPERIENZE FORMATIVE 4. ESPERIENZE LAVORATIVE / PROFESSIONALI 5. ALTRE ESPERIENZE RELATIVE AL VOLONTARIATO 6. ALTRE ESPERIENZE RELATIVE AGLI HOBBY 7. PRIMA RIFLESSIONE RISPETTO ALLE COMPETENZE 8. AMBIZIONI E DESIDERI Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria BREVE INTRODUZIONE SULLA COMPOSIZIONE DEL LIBRETTO FORMATIVO E DELLE COMPETENZE Cos’è un Libretto formativo e delle competenze? Il Libretto formativo e delle competenze è uno strumento utile a documentare in modo trasparente e formalizzato dati, informazioni, certificazioni e crediti, che potrai utilizzare nel tuo percorso lavorativo, di formazione, crescita e mobilità professionale. Lo scopo del Libretto formativo e delle competenze è quello di valorizzare le tue qualità attraverso la descrizione delle conoscenze e delle abilità che possiedi. E’, quindi, uno strumento personale che parla di te attraverso la presentazione organica di informazioni sul tuo curriculum di apprendimento formale, non formale e informale1. Il Libretto formativo e delle competenze, infatti, mette in evidenza le competenze che hai maturato attraverso il percorso formativo e lavorativo finora compiuto, tenendo in considerazione anche gli hobby o altre attività occasionali che hai svolto, che ti hanno consentito di acquisire nuove abilità. Puoi anche inserire diplomi o altri tipi di attestati per documentare le tue competenze e certificarle. Compila il Libretto formativo e delle competenze in tutti i suoi punti con l’aiuto del tutor, al quale potrai rivolgere qualsiasi domanda di chiarimento e/o chiedere istruzioni e manifestare dubbi o incertezze. A sua volta il tutor ti porrà domande guida qualora non risultassero sufficientemente chiare le informazioni da inserire nelle varie parti del Libretto formativo e delle competenze. Per facilitare la riconoscibilità delle tue competenze il Libretto formativo e delle competenze deve risultare più chiaro e completo possibile. Il libretto sarà di tua proprietà, e assieme ai documenti che verranno allegati, ad altri attestati, certificati, ecc.. rappresenterà la memoria della tua esperienza lavorativa che potrai presentare al tuo datore di lavoro o ai servizi per l’impiego ogni volta che lo riterrai necessario (per valutare se puoi aspirare ad una nuova mansione, per esempio). Che cos’è il VPL? VPL è la sigla per Validation of Prior Learning ed è un processo di convalida/validazione degli apprendimenti non formali ed informali. Comincia col tracciare un inventario delle abilità possedute ed apprese attraverso le esperienze formative, lavorative e non, finora vissute. Il Libretto ed il suo contenuto saranno valutati per facilitare una tua adeguata collocazione/ricollocazione sul posto di lavoro e/o, più in generale, sul mercato del lavoro, ma anche per offrirti, qualora fosse necessario, un’attività formativa per apprendere e/o affinare abilità e conoscenze utili al tuo percorso lavorativo. 1 Apprendimento formale: Apprendimento che si acquisisce all’interno di un contesto organizzato e strutturato (istruzione scolastica e universitaria, formazione professionale). L’apprendimento formale può portare ad un riconoscimento formale (diploma, qualifica, …). Apprendimento non formale: Apprendimento incluso in attività pianificate che, pur non avendo una diretta finalità formativa, contengono importanti elementi di apprendimento. Come opposto di “apprendimento formale”, l’apprendimento non formale comprende: a)ciò che è talvolta descritto come ‘apprendimento semi-strutturato’, ossia l’apprendimento insito negli ambienti di lavoro; b)apprendimento casuale, derivato dalle situazioni della vita di ogni giorno e definito di seguito ‘apprendimento informale’ (informal learning). Apprendimento informale: Apprendimento derivante dalle attività della vita quotidiana collegate alla famiglia, al tempo libero, ecc. L’apprendimento informale è parte dell’apprendimento non formale. Esso è spesso riferito all’apprendimento derivato dall’esperienza (experiential learning) e può ad un certo grado essere inteso come ‘apprendimento casuale’ (accidental learning). Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Come funziona il VPL? Il primo passo è quello di fare un inventario delle esperienze finora vissute. Questa parte riguarda le esperienze di apprendimento/formazione, le esperienze lavorative professionali ed altre esperienze non formali (hobby, attività di volontariato, tirocini, ecc.). E’ bene aggiungere a queste informazioni un’adeguata documentazione. La raccolta e l’organizzazione delle informazioni per il Libretto formativo e delle competenze comprendono diversi passi, quali: Step 1: Riflettere sulle esperienze Descrivi nel modo più completo possibile le attività che stai svolgendo, eventuali lavori svolti precedentemente, il volontariato, gli hobby, ecc. Nel caso in cui tu stia seguendo o abbia seguito uno o più corsi di formazione, descrivi anche questi. Valuta insieme al tutor se può essere utile inerire queste esperienze nel Libretto formativo e delle competenze. Step 2: Raccogliere la documentazione Dopo aver elencato le tue esperienze, occorre cercare la documentazione che dimostri che effettivamente hai svolto le attività in questione. Lo si può fare in vari modi: il più facile, naturalmente, è allegare al Libretto formativo e delle competenze un certificato o un diploma o un attestato. Nel caso in cui non avessi un’attestazione formale puoi pensare a forme sostitutive come, ad esempio, una dichiarazione scritta del tuo datore di lavoro (precedente e/o corrente) che affermi la tua capacità lavorativa e/o una dichiarazione scritta di enti, associazioni, scuole, ecc. presso le quali puoi aver svolto corsi o percorsi formativi e che ugualmente affermi i traguardi di apprendimento che hai raggiunto. Puoi anche allegare foto, video o quanto altro possa documentare le tue capacità. Step 3: Utilizzare la documentazione per descrivere le competenze Le competenze sono l’insieme organizzato di conoscenze, abilità e atteggiamenti necessari per svolgere un compito. Si tratta, quindi, di descrivere quali sono le conoscenze che possiedi, se sai applicarle in modo autonomo, facendo riferimento ai documenti allegati in cui si dimostra che possiedi queste competenze. Con l’aiuto di queste informazioni il datore di lavoro può valutare se possiedi abbastanza competenze per il ruolo lavorativo che ricopri o per il ruolo che intendi ricoprire o potresti ricoprire. In questo documento troverai le indicazioni per descrivere la tua esperienza professionale. Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Note generali sulla compilazione del documento Il documento ti è stato spiegato in ogni sua parte. Adesso qualche piccola “dritta” per la compilazione: - per iniziare, leggi con calma tutto il documento - comincia a scrivere quello che ti viene richiesto - se hai dubbi scrivi la risposta con una matita - segna su un foglio a parte le cose che devi verificare (date di assunzione, certificati, attestazioni, ecc..) - segna su un altro foglio le domande che devi rivolgere all’operatore o al tutor (fai riferimento al n° di pagina) se trovi questo simbolo sappi che puoi decidere di tralasciare la risposta e verificare poi il da farsi con l’operatore o il tutor 1 INFORMAZIONI PERSONALI Nota: inserisci i tuoi dati personali Nome e Cognome ...................................................................................................................................... Codice Fiscale ................................................................................................................................................. Sesso M ...................................................... F .......................................................... Data di nascita ......../......../............... Comune (o Stato Estero) di nascita................................................................. Provincia ................................ Nazionalità .................................................................................................................................................. Comune di residenza .................................................. CAP ............................. Provincia ............................. Indirizzo di residenza ...................................................................................................................................... Comune di domicilio .................................................. CAP ............................. Provincia ............................. Indirizzo di domicilio ...................................................................................................................................... Numero di telefono cellulare .......................................................................................................................... Numero di telefono ..................................................................................................................................... Numero di fax ................................................................................................................................................. Indirizzo di posta elettronica (E-mail) ............................................................................................................ Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria 2 TITOLI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE Nota: le tabelle seguenti riguardano il tuo percorso formativo. Vanno ripetute per ogni esperienza citata. Prova a compilare le tabelle nel modo più completo possibile descrivendo in modo chiaro abilità e competenze. Puoi anche descrivere corsi o percorsi che non hai completato o che non hai ancora finito di frequentare. Scrivi in modo chiaro la forma di attestazione o documento relativo. Inizia dalle tue esperienze più recenti e procedi andando indietro nel tempo fino alle esperienze più lontane. Aggiungi una copia di ogni prova documentale (diploma, certificato, foto, dichiarazione dell’organizzatore del corso, dichiarazione di frequenza, ecc.). Numera i documenti in base alla sezione (ad esempio 3.1, 3.2, 3.3, ecc.) Non avere timore di fare degli errori, ogni parte sarà poi rivista insieme e discussa Esempio di compilazione: Titolo di studio Diploma di maturità scientifica Se in apprendistato indicare se Apprendistato per il diritto/dovere o Apprendistato per l’alta formazione o Nome dell’Istituto Scolastico/Ente/Università Sede dell’Istituto Scolastico/Ente/Università Liceo scientifico Galileo Galilei di Macerata Contenuti Materie letterarie, matematiche, fisiche, linguistiche, filosofiche, storiche Periodo Durata in ore (giorni/mesi) Anno di conseguimento (Concluso nel…) Votazione conseguita (numeratore/ denominatore) numero dei documenti di riferimento 1 (allegato copia del Diploma) Da 1989 a 1994 ......................... / ........................./ ............... Concluso nell’anno scolastico 1994 52./60.................................cum laude ....... ..................................................................... .......................... .......................... Ultimo anno frequentato (se abbandonato) .......................... Anno di frequenza (se in corso) Numero di esami sostenuti (se abbandonato o in corso) Tipo di attestazione/certificazione rilasciata o validata dall’ente pubblico ........................... o diploma o certificato o altro …… ……………………………………................. Altre attestazioni indicare se ottenuto in Tirocinio/stage o Ente / azienda ospitante (tirocinio / stage) Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Ora compila utilizzando un foglio diverso per ogni attività formativa: numero dei documenti di riferimento Titolo di studio Se in apprendistato indicare se Apprendistato per il diritto/dovere o Apprendistato per l’alta formazione o Nome dell’Istituto Scolastico/Ente/Università Sede dell’Istituto Scolastico/Ente/Università Contenuti Periodo Durata in ore (giorni/mesi) Anno di conseguimento (Concluso nel…) Votazione conseguita (numeratore/ denominatore) Da....................................... a ....................... .......... ......................... / ............................/ ............... ............................................... ......................... .............../...................... cum laude ............. ............................................... ......................... Ultimo anno frequentato (se abbandonato) ......................... Anno di frequenza (se in corso) ......................... Numero di esami sostenuti (se abbandonato o in corso) Tipo di attestazione/certificazione rilasciata o validata dall’ente pubblico o diploma o certificato o altro …………………………………………. Altre attestazioni indicare se ottenuto in Tirocinio/stage o Ente / azienda ospitante (tirocinio / stage) Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria 3 ESPERIENZE FORMATIVE Esempio di compilazione: Elettricista Titolo attività formativa Numerazione progressiva dei documenti di riferimento 2 (allegato certificato di servizio rilasciato dall’Azienda) Se ottenuto in apprendistato indicare Apprendistato per il diritto/dovere o Apprendistato professionalizzante o Apprendistato per l’alta formazione o Indicare se ottenuto in Contratto di inserimento o Contenuti Tecniche di istallazione Scelta dei materiali Utilizzo di elettrodi, cavi, ecc... Periodo Da 1995 a 1999 Durata in ore (giorni/mesi) Concluso nel ......................... / ............................/ ................ .......................................................................... 48 mesi di apprendistato Concluso a maggio del 1999 ......................... .......................................................................... .......................................................................... ......................... Soggetto che ha erogato l’attività formativa Sede soggetto erogatore (comune o stato estero) Tipo di attestazione/certificazione rilasciata o validata dall’ente pubblico ......................... ......................... o diploma o certificato o altro …………………………………………………… Altre attestazioni Indicare se ottenuto in Tirocinio/stage o Ente / azienda ospitante (tirocinio / stage) Conseguito in apprendistato presso la ditta Elettroidea di Macerata Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Ora compila utilizzando un foglio diverso per ogni esperienza formativa: Numerazione progressiva dei documenti di riferimento Titolo attività formativa Se ottenuto in apprendistato indicare Apprendistato per il diritto/dovere o Apprendistato professionalizzante o Apprendistato per l’alta formazione o Indicare se ottenuto in Contratto di inserimento o Contenuti Periodo Da ...................... a .......................................... Durata in ore (giorni/mesi) Concluso nel ......................... / ............................/ ................ .......................................................................... Soggetto che ha erogato l’attività formativa Sede soggetto erogatore (comune o stato estero) .......................................................................... .......................................................................... Tipo di attestazione/certificazione rilasciata o validata dall’ente pubblico Altre attestazioni o diploma o certificato o altro …………………………………………………..… ……………………………………………………. Indicare se ottenuto in Tirocinio/stage o ......................... ......................... ......................... ......................... Ente / azienda ospitante (tirocinio / stage) Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria 4 ESPERIENZE LAVORATIVE / PROFESSIONALI Nota: la tabella seguente riguarda le attività di lavoro retribuito che hai svolto. Va ripetuta per ogni esperienza lavorativa. Puoi includere anche i lavori che non hanno niente o poco a che fare con la formazione, i corsi e l’addestramento seguiti e precedentemente descritti. Inizia dalle tue esperienze più recenti e procedi andando indietro nel tempo fino alle esperienze più lontane. Prova a compilare le tabelle nel modo più completo possibile descrivendo in modo chiaro abilità e competenze. Scrivi in modo chiaro la forma di attestazione o il documento relativo. Aggiungi una copia di ogni prova documentale (diploma, certificato, foto, dichiarazione del datore di lavoro, ecc.). Numera i documenti in base alla sezione (ad esempio 4.1, 4.2, 4.3, ecc.). Esempio di compilazione: Data di inizio del rapporto di lavoro Data di cessazione del rapporto di lavoro Tipologia contrattuale Tipo di impiego/funzione Mansione svolta (qualifica SIL ) Tipo di azienda/reparto Settore economico (codice ISTAT) Compiti eseguiti / principali attività svolte 03/01/2001 03/03/2003 Numerazione progressiva dei documenti di riferimento 3 (allegato certificato di servizio rilasciato dall’azienda) Contratto a tempo determinato part time di 20ore settimanali Centralinista telefonico e addetto alla reception Azienda operante nel settore dell’informatica e in particolare nella programmazione e realizzazione di nuovi software Gestione delle telefonate Gestione degli appuntamenti Gestione delle visite aziendali Gestione della posta in entrata e in uscita Ecc... ........................ ........................ ........................ ........................ Nome del datore di lavoro Indirizzo del datore di lavoro Autovalutazione Tipo di attestazione BIT SRL Via dei Circuiti elettronici n.14 Tolentino Ho svolto i compiti descritti in modo: o indipendente o dipendente note: ......................................................................... ........................ ........................ ........................ o certificato o dichiarazione o altro ………………………………………… Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Ora compila utilizzando un foglio diverso per ogni attività lavorativa: Numerazione progressiva dei documenti di riferimento Data di inizio del rapporto di lavoro Data di cessazione del rapporto di lavoro ..................../............................../...................... ..................../............................../...................... Tipologia contrattuale Tipo di impiego/funzione Mansione svolta (qualifica SIL) …………………………………………………...... …………………………………………………...... Tipo di azienda/reparto Settore economico (codice ISTAT) …………………………………………………….. .…………………………………………………… ........................ Compiti eseguiti / principali attività svolte ........................ Nome del datore di lavoro Indirizzo del datore di lavoro …………………………………………………….. …………………………………………………….. ........................ ........................ Autovalutazione Tipo di attestazione Ho svolto i compiti descritti in modo: o indipendente o dipendente note: ........................ .......................................................................... ........................ ........................ o certificato o dichiarazione o altro ………………………………………….. Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria 5 ALTRE ESPERIENZE RELATIVE AL VOLONTARIATO Nota: la tabella seguente riguarda le attività svolte nel volontariato. Va ripetuta per ogni esperienza. Il volontariato riguarda un lavoro per un’associazione (associazioni sportive, gruppi scout) o un’organizzazione di altro genere, per il quale non hai ricevuto retribuzione. Inizia dalle tue esperienze più recenti e procedi andando indietro nel tempo fino alle esperienze più lontane. Prova a compilare le tabelle nel modo più completo possibile, in modo da creare una panoramica chiara delle tue abilità e delle tue conoscenze. Scrivi in modo chiaro la forma di attestazione o il documento relativo. Aggiungi una copia di ogni prova documentale (diploma, certificato, foto, dichiarazione del datore di lavoro, ecc.). Numera i documenti in base alla sezione (ad esempio 5.1, 5.2, 5.3, ecc.) Numero progressivo dei documenti di riferimento Periodo di realizzazione dell’esperienza Da....................................... a .......................... Numero di ore alla settimana / mese …………. ……................................................................... Tipo di attività svolta ........................ Tipo di enti/associazioni/organizzazioni/privati ........................ Compiti eseguiti ........................ Autovalutazione Tipo di attestazione Ho svolto i compiti descritti in modo: o indipendente o dipendente note: ........................ .......................................................................... ........................ o certificato o dichiarazione o altro ………………………………………….... .......................................................................... ........................ ........................ Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria 6 ALTRE ESPERIENZE RELATIVE AGLI HOBBY Nota: la tabella seguente riguarda le attività svolte nel tempo libero. Va ripetuta per ogni esperienza. Dentro e fuori casa e mentre ci si dedica ad un hobby si svolgono molte attività che vengono svolte anche in (molti) lavori retribuiti, o attraverso le quali si acquisiscono competenze che risultano rilevanti per il mercato del lavoro. Inizia dalle tue esperienze più recenti e procedi andando indietro nel tempo fino alle esperienze più lontane. Prova a compilare le tabelle nel modo più completo possibile, in modo da creare una panoramica chiara delle tue abilità e delle tue conoscenze. Scrivi in modo chiaro la forma di attestazione o il documento relativo. Aggiungi una copia di ogni prova documentale (diploma, certificato, foto, dichiarazione del datore di lavoro, ecc.). Numera i documenti in base alla sezione (ad esempio 5.1, 5.2, 5.3, ecc.) Numero progressivo dei documenti di riferimento Tipo di attività svolta e descrizione Autovalutazione Ho svolto i compiti descritti in modo: o indipendente o dipendente note: ................................................................. .......................................................................... Tipo di attestazione o certificato o dichiarazione o altro ………………………………………….. .......................................................................... Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria 7 PRIMA ESPLORAZIONE DELLE ESPERIENZE RISPETTO ALLE COMPETENZE Nota: qui di seguito trovi le competenze previste per il profilo professionale di < inserire la denominazione >. Nella colonna di destra potrai indicare se ritieni di possedere o meno le competenze descritte. Esempio: Addetto alle consegne Hai esperienza nelle seguenti attività? Si/No Contenuto del lavoro - preparazione alle spedizioni - organizzazione del piano di consegne - studio dei percorsi - consegne - manutenzione dei camion - imballaggio commento competenze strumentali - applicazione di tecniche di carico delle merci (sui camion) secondo le norme di sicurezza Caratteristiche della figura professionale - applicazione di tecniche di imballaggio - uso di cartine e stradari - preparazione dei documenti necessari alla spedizione - conoscenza dei percorsi stradali competenze organizzative - pianificazione delle consegne sulla base delle priorità e del percorso più agevole. competenze relazionali - comunicazione e collaborazione con i responsabili del magazzino. Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria 8 AMBIZIONI E DESIDERI Nota: qui di seguito troverai un certo numero di domande sui tuoi desideri ed ambizioni. Cerca di rispondere in modo accurato ed esauriente. In quale reparto o sottoreparto dell’azienda in cui attualmente lavori ti piacerebbe lavorare? E con quale mansioni? <inserire la denominazione di settori/reparti/sottoreparti > Perché? Quali competenze ritieni di possedere per potere effettuare queste attività? Che tipo lavoro e di attività preferiresti fare se avessi la possibilità di scegliere liberamente? Perché? Quali competenze ritieni di possedere per potere effettuare queste attività? Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People – IT- G2-MAR-013, realizzato assieme a: ANMIC Macerata CARNJ COOP A.R.L. CEDRIS (Olanda) CONFINDUSTRIA Macerata CUCINE LUBE S.r.l. EUROCENTRO S.r.l. FALC S.p.a. UNICAM UNCI Marche UNIMC Facoltà di Scienze della Formazione E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria PIANO DI SVILUPPO INDIVIDUALIZZATO Nome dell’azienda …………………………………………………………………………………………….. Sede e indirizzo dell’azienda …………………………………………………………………………………. Nome del candidato ...........................................……………................................................................ Nome del supervisore ………………………………………………………………………………………… Nome del tutor aziendale ………………………………………………..................................................... Nome dell’assessor interno ...........................................……………..................................................... Nome dell’assessor esterno ………………………………………………………………………………….. Profilo di appartenenza ….…………………………………………………………………………………… Piano di sviluppo ………………………………………………………………………………………………... Data …………………. Piano di sviluppo di: Nome e cognome: Data di nascita: Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Piano di sviluppo di: Nome e cognome: Data di nascita: 1. INFORMAZIONI PRELIMINARI 1.1 Informazioni sul candidato - Nome: __________________________________________________________________ - Luogo e data di nascita: ___________________________________________________ 1.1 Informazioni sull’azienda - Denominazione: __________________________________________________________ - Sede ed indirizzo: ________________________________________________________ - Sede operativa: __________________________________________________________ - Tipo di attività e prodotti: __________________________________________________ - Numero totale di persone occupate: ________________________________________ 1.1 Occupazione, funzioni e principali attività del candidato 1 - Ruolo attualmente ricoperto: _______________________________________________ - Compiti/mansioni/contenuti del lavoro attualmente svolto1: - Anni di permanenza nel ruolo attualmente ricoperto: __________________________ - Anni di permanenza in azienda: ____________________________________________ Inserire Profilo Professionale Standard corrispondente. Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria GRIGLIA DI ASSESSMENT -> REPARTO: Profilo: Nome del candidato: Compito: Nominativo dell’assessor interno: Nominativo dell’assessor esterno: Nominativo del tutor aziendale: Nominativo dell’operatore di progetto: Osservazione diretta Assessment del processo Idoneo Non idoneo Parzialmente idoneo Intervista Non valutabile Idoneo Non idoneo Parzialmente idoneo Non valutabile Assessment del risultato Assessment delle conoscenze Note: Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Piano di sviluppo di: Nome e cognome: Data di nascita: Relazione Riassuntiva1 1 Inserire un riassunto discorsivo dei risultati dell’assessment, compresi gli esiti del PerformanSe, ed esplicitare finalità, motivazioni e modalità del Piano di Sviluppo che è stato individuato. (Vedi Linee Guida per l’elaborazione del PSI) Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Piano di sviluppo di: Nome e cognome: Data di nascita: RISULTATI COMPITO1: COMPETENZE POSSEDUTE2 COMPETENZE DA PERFEZIONARE2 COMPETENZE DA SVILUPPARE2 COMPETENZE DA PERFEZIONARE2 COMPETENZE DA SVILUPPARE2 COMPITO1: COMPETENZE POSSEDUTE2 1 2 Specificare a quale compito chiave fanno riferimento gli indicatori di competenza elencati. Suddividere gli indicatori di competenza nelle tre colonne in base alla valutazione rilevabile dalla griglia di assessment. Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria Piano di sviluppo di: Nome e cognome: Data di nascita: PREVISIONE DELL’AZIONE FORMATIVA INTERVENTO FORMATIVO PER UN TOTALE DI ……… ORE Metodologia Contenuti Docenti Materiali ore Tempistica Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People – IT- G2-MAR-013, realizzato assieme a: ANMIC Macerata CARNJ COOP A.R.L. CEDRIS (Olanda) CONFINDUSTRIA Macerata CUCINE LUBE S.r.l. EUROCENTRO S.r.l. FALC S.p.a. UNICAM UNCI Marche UNIMC Facoltà di Scienze della Formazione E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Progetto di Iniziativa Comunitaria EQUAL II fase Progetto Investing in People IT-G2-MAR-013 Formazione beneficiari Attestato di frequenza e di possesso delle competenze Percorso individualizzato di riqualificazione professionale per occupati (modell VPL) Profilo di riferimento ___________________________________________________ Codice ___________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Si attesta che il Sig. ______________________________________ , a seguito della frequenza del percorso formativo individualizzato, progettato e realizzato sulla base della procedura VPL all’interno dell’azienda ____________________________, è risultato in possesso delle relative competenze, verificate tramite procedura di assessment (modello VPL), come da schema dettagliato riportato sul retro. Firme Il Team di assessment Firma Il Funzionario regionale E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria 1- DENOMINAZIONE DEL CORSO: Corso di riqualificazione per occupati 2- PROFILO PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO: Addetto al finissaggio 3- REQUISITI DI ACCESSO: Superamento della procedura di assessment in azienda (Assessment Portfolio, colloquio, prova pratica) 4- CONTENUTI: PROBLEMA CHIAVE COMPETENZE POSSEDUTE IN INGRESSO VERIFICATE DA ASSESSMENT COMPETENZE ACQUISITE IN FORMAZIONE ORE DI FORMAZIONE EFFETTUATE Applicazione delle procedure relative alla sicurezza Utilizzo dei macchinari 10 ORE Applicazione delle tecniche di finissaggio adeguate al modello di scarpa 10 ORE Applicazione delle operazioni di finissaggio 5 ORE Verifica dell’idoneità del processo 5- TIPO DI PROVE DI VALUTAZIONE FINALE: Assessment delle competenze Firme Il Team di assessment Firma Il Funzionario regionale E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Lista di controllo rapida Questa lista di controllo può aiutare nella esecuzione o nello sviluppo della procedura VPL. Il sottostante elenco comprende vari punti rilevanti, spesso sotto forma di domande. I. Test sulla qualità tecnica di strumentazione e procedure Validità: misuri ciò che realmente vuole misurare Nel VPL lei desidera misurare le competenze; si assicuri che esse siano determinate nel modo più autentico Quali competenze vuole misurare? Formuli degli indicatori di competenza misurabili. Quale strumentazione o combinazione di strumentazioni sarà utilizzata? Per la sua procedura VPL scelga strumenti che siano il più possibilmente autentici. Le capacità pratiche non possono essere misurate sulla carta. Prepari un elenco definendo per ogni competenza, quali strumenti saranno utilizzati (portfolio, test pratici, simulazioni, ecc.) Sono presenti tutte le competenze? Valuti la documentazione del portfolio su autenticità, attualità, rilevanza, quantità e varietà. Stabilisca simulazioni e test pratici che rispecchino le competenze che lei desidera misurare. I compiti assegnati rispecchiano la pratica professionale? Sono sufficientemente complessi ed indirizzati alla pratica? Vengono anche osservate in modo approfondito le capacità che il candidato possiede? Gli assessors sono esperti nella pratica professionale oggetto della valutazione? Consistenza/affidabilità Il risultato non dipenderà da cause incidentali o dagli esaminatori, ma gli strumenti forniranno una immagine affidabile delle competenze del candidato. La consistenza/affidabilità sarà aumentata da provvedimenti atti a valutare il comportamento rilevato in modo standardizzato. Strumentazione Una competenza sarà misurata da più strumenti ed in diversi momenti. Sono utilizzati più strumenti per misurare determinate competenze? È presente una lista che riporti quale competenza viene valutata tramite ogni strumento? Vengono utilizzati mezzi di ausilio per il colloquio standardizzato e le procedure di valutazione come manuali, risposte modello, liste di controllo, scale di valutazione, consigli e procedure di votazione? Gli strumenti sono completi? (materiale per candidato, assessor, archivio) Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria Organizzazione Le condizioni per il colloquio di valutazione sono ottimali? Le fasi della procedura VPL sono descritte chiaramente? Assessors Sono impegnati più esaminatori? Vi è una chiara distinzione di funzioni tra il tutor de portfolio e gli assessors/esaminatori, ed eventualmente altre persone interessate? I compiti e le responsabilità per i tutors sono descritte? I compiti e le responsabilità per gli assessors sono descritte? Viene utilizzata in modo ottimale la intersoggettività degli assessors? Gli assessors/esaminatori sono stati selezionati e sottoposti al training? Utilizzabile La procedura VPL non chiede altro che una reale partecipazione da parte di assessor e candidato. La procedura è eseguibile, organizzabile, adattabile al tempo disponibile? Il tempo da dedicare alla procedura è realistico? Le liste di votazione e gli strumenti sono chiari e facilmente compilabili? Trasparente La procedura è chiara per tutti gli interessati. Per i candidati è importante avere una visione su modo e criteri di valutazione, sulle situazioni di valutazione, sull’esito e sulle relative conseguenze. Gli esaminatori sanno cosa si può e non si può fare e sono facilitati da procedure di valutazione e di regolamentazione chiare. È chiaro ai candidati per quali aspetti saranno valutati? È chiaro ai candidati cosa ci si aspetta da loro? È chiaro cosa succederà dopo la valutazione? La procedura per la composizione della valutazione finale è trasparente? I risultati intermedi e finali saranno archiviati? Accettabile I risultati saranno accettati da tutti gli interessati. I risultati saranno accettati? Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E REGIONE MARCHE U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria La valutazione può portare a certificati (anche parziali)? La valutazione finale ed il colloquio finale sono riconoscibili e costruttivi? II. Inserimento organizzativo Scopo Lo scopo, o gli scopi, che ci si prefigge con la procedura VPL, sono descritti chiaramente e conosciuti dagli interessati. Lo scopo della procedura VPL è descritto in modo chiaro? Cosa vuole raggiungere l’organizzazione tramite la procedura VPL? Qual è lo scopo per il candidato? A quale gruppo è destinata la procedura VPL? Inserimento nella organizzazione Le condizioni sono strutturate in modo da rendere raggiungibili gli scopi prefissati. Quali condizioni in termini di tempo e denaro devo essere offerte per rendere la procedura VPL realizzabile? La procedura VPL è collegata alla visione sulla formazione? Vi è consenso nella organizzazione per la procedura VPL? Standardizzazione Nella procedura VPL si utilizzerà uno standard con competenze misurabili, che differiscono dalla pratica professionale. Quale standard si è scelto? Lo standard è indirizzato alle competenze? Gli indicatori di competenze sono in accordo con i compiti della pratica professionale? Rendimento La procedura VPL è finanziariamente interessante a corto e lungo termine. Aspetto quantitativo I dati generali sono stati fissati? Quante persone si iscriveranno? A quale gruppo è destinata? Quanti parteciperanno? Quanti termineranno la procedura? Costi aggiuntivi: partecipazione di tutors e assessors? Rendimento Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People: Lucia Barbieri - Emanuela Mandozzi - Alessandra Natali - Stefano Orlandoni E U A L E Q REGIONE MARCHE L E Q U A iniziativa comunitaria Aspetti qualitativi Lo svolgimento della procedura VPL ha influenza sull’applicazione della politica di formazione in senso positivo o negativo? Accessibilità della procedura L’azienda si impegna affinché il maggior numero di dipendenti sia nella condizione per partecipare alla procedura VPL Cosa viene fatto per reclutare i gruppi interessati? I gruppi interessati sono stati raggiunti? In che modo sono messi al corrente i dipendenti (brochure, questionario di iscrizione)? Metodo e strumenti del CEDRIS – Olanda, rielaborati dal Gruppo Tecnico del progetto di iniziativa comunitaria Equal – Investing in People – IT- G2-MAR-013, realizzato assieme a: ANMIC Macerata CARNJ COOP A.R.L. CEDRIS (Olanda) CONFINDUSTRIA Macerata CUCINE LUBE S.r.l. EUROCENTRO S.r.l. FALC S.p.a. UNICAM UNCI Marche UNIMC Facoltà di Scienze della Formazione Equal II Partner di progetto ANMIC Macerata CARNJ COOP A.R.L. CEDRIS (Olanda) CONFINDUSTRIA Macerata CUCINE LUBE S.r.l. EUROCENTRO S.r.l. FALC S.p.a. UNICAM UNCI Marche UNIMC Facoltà di Scienze della Formazione DI COSA SI TRATTA È un progetto della Provincia di Macerata, che prevede la sperimentazione di un metodo chiamato VPL per la valorizzazione delle risorse umane in azienda È il riconoscimento delle competenze reali possedute da ogni individuo, ciò che la persona sa fare, al di là dei suoi titoli di studio e delle sue certificazioni. Per sapere se una persona possiede una certa competenza dobbiamo guardare le sue azioni e non i suoi attestati A COSA SERVE · Offrire alle persone un riconoscimento delle competenze possedute, partendo da ciò che sanno fare. · Consentire all’azienda di riconoscere e usare queste competenze LAVORATORI COINVOLTI · lavoratori con più di 45 anni · lavoratori disabili Il sistema economico locale ha infatti più difficoltà a valutare le reali competenze e possibilità di queste due categorie di lavoratori COME FUNZIONA? · Compilazione del libretto delle competenze ogni lavoratore coinvolto descrive tutte le competenze che ha acquisito sia attraverso una formazione regolare, sia con esperienze informali come hobby, volontariato, lavori occasionali, ecc… e allega la documentazione relativa o prove di qualsiasi genere (foto, referenze, prodotti realizzati, ecc…) · Prova pratica se per alcune competenze le prove non sono sufficienti, il lavoratore potrà dimostrare di possederle, attraverso una prova pratica, che consiste semplicemente nel mettere in pratica la competenza in questione, durante lo svolgimento del proprio lavoro, in presenza di un piccolo gruppo di persone esperte del settore · Piano di sviluppo personale insieme di azioni da mettere in pratica per favorire lo sviluppo professionale del lavoratore coinvolto come ad esempio: · Validazione delle competenze evidenziate · predisposizione di attività pratiche di formazione Il progetto Investing In People è realizzato nell’ambito del Fondo Sociale Europeo – programma di iniziativa comunitaria Equal – finanziato da: Unione Europea – Fondo sociale europeo Ministero del lavoro Regione Marche E U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria REGIONE MARCHE Appendice Documenti europei di riferimento 148 Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 24 ottobre 2007 sulla proposta di raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio sulla costituzione del Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli per l’apprendimento permanente (COM(2006)0479 – C6-0294/2006 – 2006/0163(COD)) Il Parlamento europeo , – vista la proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2006)0479), – visti l’articolo 251, paragrafo 2, e gli articoli 149, paragrafo 4, e 150, paragrafo 4, del trattato CE, a norma dei quali la proposta gli è stata presentata dalla Commissione (C6-0294/2006), – visto l’articolo 51 del suo regolamento, – visti la relazione della commissione per l’occupazione e gli affari sociali e i pareri della commissione per la cultura e l’istruzione e della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia e della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere (A6-0245/2007), 1. approva la proposta della Commissione quale emendata; 2. chiede alla Commissione di presentargli nuovamente la proposta qualora intenda modificarla sostanzialmente o sostituirla con un nuovo testo; 3. incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione. Posizione del Parlamento europeo definita in prima lettura il 24 ottobre 2007 in vista dell’adozione della raccomandazione 2007/.../ CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (testo rilevante ai fini del SEE) IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA, visto il trattato che istituisce la Comunità europea, e in particolare l’articolo 149, paragrafo 4, e l’articolo 150, paragrafo 4, vista la proposta della Commissione, visto il parere del Comitato economico e sociale europeo(1) , visto il parere del Comitato delle regioni(2) , deliberando secondo la procedura di cui all’articolo 251 del trattato(3) , considerando quanto segue: (1) Lo sviluppo e il riconoscimento delle conoscenze, abilità e competenze dei cittadini sono fondamentali per lo sviluppo individuale, la competitività, l’occupazione e la coesione sociale della Comunità. Sotto tale profilo essi dovrebbero favorire la mobilità transnazionale dei lavoratori e dei discenti e contribuire a far fronte alle esigenze dell’offerta e della domanda sul mercato europeo del lavoro. A tal fine, occorre promuovere e migliorare, a livello nazionale e comunitario, l’accesso e la partecipazione all’apprendimento permanente per tutti, compresi i gruppi svantaggiati, e l’uso delle qualifiche. (2) Le conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona del 2000 hanno stabilito che una maggior trasparenza delle qualifiche dovrebbe essere una delle componenti principali necessarie per adeguare i sistemi di istruzione e formazione europei alle esigenze della società della conoscenza. Inoltre il Consiglio europeo di Barcellona nel 2002 ha chiesto sia una più stretta cooperazione nel settore universitario sia un miglioramento della trasparenza e dei metodi di riconoscimento nel campo dell’istruzione e formazione professionale. (3) La risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 sull’apprendimento permanente(4) invitava la Commissione, in stretta cooperazione con il Consiglio e gli Stati membri, a sviluppare un quadro per il riconoscimento delle qualifiche in materia di istruzione e formazione, partendo dai risultati del processo di Bologna e promuovendo iniziative analoghe nel campo della formazione professionale. (4) I rapporti congiunti del Consiglio e della Commissione sull”attuazione del programma di lavoro Istruzione e Formazione 2010, adottati nel 2004 e 2006, hanno sottolineato la necessità di sviluppare un quadro europeo delle qualifiche. (5) Nell’ambito del processo di Copenaghen, le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 15 novembre 2004 sulle future priorità per una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale, hanno dato priorità allo sviluppo di un quadro e uropeo delle qualifiche aperto e flessibile, fondato sulla trasparenza e sulla fiducia reciproca, quale riferimento comune sia per l’istruzione che per la formazione. (6) E’ opportuno promuovere la convalida dei risultati dell’apprendimento non formale e informale, conformemente alle conclusioni del Consiglio del 28 maggio 2004 relative ai principi comuni europei concernenti l’individuazione e la convalida dell’apprendimento non formale e informale. (7) I Consigli europei di Bruxelles del marzo 2005 e del marzo 2006 hanno sottolineato l’importanza di adottare un quadro europeo delle qualifiche. 149 (8) La presente raccomandazione tiene conto della decisione n. 2241/2004/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 dicembre 2004, relativa ad un quadro comunitario unico per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze (Europass)(5) , e della raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente(6) . (9) La presente raccomandazione è compatibile con il quadro per lo spazio europeo dell”istruzione s uperiore e i descrittori dei cicli concordati dai ministri responsabili per l’istruzione superiore di 45 paesi europei , riuniti a Bergen il 19 e 20 maggio 2005, nel contesto del processo di Bologna . (10) Le conclusioni del Consiglio sulla garanzia della qualità nell’istruzione e formazione professionale del 23 e 24 maggio 2004, la raccomandazione 2006/143/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 febbraio 2006, sul proseguimento della cooperazione europea in materia di certificazione della qualità nell’istruzione superiore(7), e le norme e gli orientamenti per la certificazione della qualità nello spazio europeo dell’istruzione superiore concordati dai ministri responsabili dell’istruzione superiore nella riunione di Bergen contengono principi comuni in materia di garanzia della qualità su cui dovrebbe basarsi l’attuazione del quadro europeo delle qualifiche. (11) La presente raccomandazione lascia impregiudicata la direttiva 2005/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 settembre 2005, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali(8), che conferisce diritti e doveri sia alla competente autorità nazionale sia al migrante. Il riferimento ai livelli del quadro europeo delle qualifiche non dovrebbe influire sull’accesso al mercato del lavoro, se le qualifiche professionali sono state riconosciute conformemente alla direttiva 2005/36/CE. (12) L’obiettivo della presente raccomandazione è di istituire un quadro di riferimento comune che funga da dispositivo di traduzione tra i diversi sistemi delle qualifiche e i rispettivi livelli, sia per l’istruzione generale e superiore che per l’istruzione e la formazione professionale. Ciò consentirà di migliorare la trasparenza, la comparabilità e la trasferibilità delle qualifiche dei cittadini rilasciate secondo le prassi esistenti nei vari Stati membri. Ciascun livello di qualifica dovrebbe, in linea di principio, essere raggiungibile tramite vari percorsi di istruzione e di carriera. Il Quadro europeo delle qualifiche dovrebbe consentire inoltre alle organizzazioni settoriali internazionali di mettere in relazione i propri sistemi di qualifica con un punto di riferimento comune europeo, mostrando così il rapporto tra le qualifiche settoriali internazionali e i sistemi nazionali delle qualifiche. La presente raccomandazione contribuisce quindi al conseguimento degli obiettivi più ampi di promuovere l’apprendimento permanente e di aumentare l’occupabilità, la mobilità e l’integrazione sociale dei lavoratori e dei discenti. L’applicazione di principi trasparenti di garanzia della qualità e lo scambio di informazioni forniranno un sostegno all’attuazione della presente raccomandazione, contribuendo a sviluppare la fiducia reciproca. (13) La presente raccomandazione dovrebbe contribuire ad ammodernare i sistemi dell’istruzione e della formazione, a collegare istruzione, formazione e occupazione e a gettare un ponte fra l’apprendimento formale, non formale e informale, conducendo anche alla convalida di risultati dell’apprendimento ottenuti grazie all’esperienza. (14) La presente raccomandazione, dato il suo carattere non vincolante, è conforme al principio di sussidiarietà di cui all’articolo 5 del trattato, considerato che l’obiettivo è sostenere e completare le attività degli Stati membri facilitando un’ulteriore cooperazione tra di essi per aumentare la trasparenza e promuovere la mobilità e l’apprendimento permanente; essa dovrebbe essere attuata in conformità delle legislazioni e prassi nazionali. La presente raccomandazione è conforme al principio di proporzionalità, di cui allo stesso articolo, perché non sostituisce né definisce sistemi nazionali delle qualifiche e/o qualifiche nazionali. Il quadro europeo delle qualifiche non descrive titoli specifici o competenze individuali e una particolare qualifica dovrebbe essere rapportata al livello corrispondente del quadro europeo delle qualifiche tramite i sistemi nazionali delle qualifiche. RACCOMANDANO AGLI STATI MEMBRI: 1. di usare il Quadro europeo delle qualifiche come strumento di riferimento per confrontare i livelli delle qualifiche dei diversi sistemi delle qualifiche e per promuovere sia l’ apprendimento permanente che le pari opportunità nella società basata sulla conoscenza, nonché l’ulteriore integrazione del mercato del lavoro europeo, rispettando al contempo la ricca diversità dei sistemi d’istruzione nazionali ; 2. di rapportare i loro sistemi nazionali delle qualifiche al Quadro europeo delle qualifiche entro il 2010 , segnatamente collegare in modo trasparente i livelli delle qualifiche nazionali ai livelli di cui all”allegato II e, ove lo ritengono opportuno, sviluppare quadri nazionali delle qualifiche conformemente alla legislazione e alle procedure nazionali; 3. di adottare misure, se del caso, affinché entro il 2012 tutti i nuovi certificati di qualifica, i diplomi e i documenti Europass rilasciati dalle autorità competenti contengano un chiaro riferimento – in base ai sistemi nazionali delle qualifiche – all’appropriato livello del quadro europeo delle qualifiche; 4. di adottare un approccio basato sui risultati dell’apprendimento nel definire e descrivere le qualifiche, e di promuovere la convalida dell’apprendimento non formale e informale, secondo i principi europei comuni concordati nelle conclusioni del Consiglio del 28 maggio 2004, prestando particolare attenzione ai cittadini più esposti alla disoccupazione o a forme di occupazione precarie, per i quali tale approccio potrebbe contribuire ad aumentare la partecipazione all’apprendimento permanente e l’accesso al mercato del lavoro ; 5. di promuovere e applicare i principi di garanzia della qualità nell’istruzione e nella formazione di cui all’allegato III al momento di correlare le qualifiche relative all’istruzione superiore e all’istruzione e formazione professionale previste nei sistemi nazionali delle qualifiche al Quadro europeo delle qualifiche; 150 6 . di designare punti nazionali di coordinamento, collegati alle strutture e alle condizioni specifiche degli Stati membri, che sostengano e unitamente ad altre autorità nazionali competenti, orientino la correlazione tra il sistema nazionale delle qualifiche e il quadro europeo delle qualifiche, per promuovere la qualità e la trasparenza di tali correlazioni . I punti nazionali di coordinamento dovrebbero svolgere le seguenti funzioni: a) b) c) d) correlare i livelli delle qualifiche previsti dai sistemi nazionali a quelli del quadro europeo delle qualifiche descritti nell’allegatoII; assicurare che il metodo usato per correlare i livelli delle qualifiche nazionali al quadro europeo delle qualifiche sia trasparente, onde facilitare i raffronti, e assicurare che le decisioni che ne derivano vengano pubblicate; fornire alle parti interessate accesso alle informazioni e orientamenti sul collegamento stabilito tra le qualifiche nazionali e il quadro europeo delle qualifiche attraverso i sistemi nazionali delle qualifiche; promuovere la partecipazione di tutte le parti interessate, compresi , conformemente alla legislazione e alle prassi nazionali, gli istituti di istruzione superiore, gli istituti di istruzione e formazione professionale, le parti sociali, i settori e gli esperti in materia di comparazione e uso delle qualifiche a livello europeo. APPROVANO L’INTENZIONE DELLA COMMISSIONE DI: 1. Sostenere gli Stati membri nello svolgimento dei compiti di cui sopra e le organizzazioni settoriali internazionali nell”applicazione dei livelli di correlazione e dei principi del quadro europeo delle qualifiche stabiliti nella presente raccomandazione, soprattutto agevolando la cooperazione, lo scambio di buone prassi e la sperimentazione, anche tramite controllo reciproco volontario e progetti pilota nell’ambito dei programmi comunitari, avviando azioni di informazione e consultazione dei comitati di dialogo sociale e sviluppando materiale di supporto e di orientamento. 2. Istituire, entro...(9), un gruppo consultivo per il quadro europeo delle qualifiche (composto da rappresentanti degli Stati membri e che associ le parti sociali europee e, se del caso, altre parti interessate ) incaricato di garantire la coerenza complessiva e promuovere la trasparenza del processo volto a correlare i sistemi di qualifica e il Quadro europeo delle qualifiche . 3. Esaminare e valutare, in cooperazione con gli Stati membri e previa consultazione delle parti interessate, i provvedimenti presi in risposta alla presente raccomandazione , compresi il mandato e la durata del gruppo consultivo, e riferire, cinque anni dopo la sua adozione, al Parlamento europeo e al Consiglio sull’esperienza acquisita e sulle implicazioni future, compresi l’eventuale riesame e revisione della presente raccomandazione . 4. Promuovere stretti collegamenti tra il quadro europeo delle qualifiche e sistemi esistenti e futuri per il trasferimento e il cumulo delle unità di credito nel contesto dell’istruzione superiore e della formazione professionale, onde migliorare la mobilità dei cittadini ed agevolare il riconoscimento dei risultati dell’apprendimento . Fatto a , Per il Parlamento europeo Per il Consiglio Il presidente Il presidente […] […] _____________ (1) GU C 175 del 27.7.2007, pag. 74. (2) GU C 146 del 30.6.2007, pag. 77. (3) Posizione del Parlamento europeo del 24 ottobre 2007. (4) GU C 163 del 9.7.2002, pag. 1. (5) GU L 390 del 31.12.2004, pag. 6. (6) GU L 394 del 30.12.2006, pag. 10. (7) GU L 64, del 4.3.2006, pag. 60. (8) GU L 255 del 30.9.2005, pag. 22. Direttiva modificata dalla direttiva 2006/100/CE del Consiglio (GU L 363 del 20.12.2006, pag. 141). (9) * Un anno dall’adozione della presente raccomandazione. 151 ALLEGATO I Definizioni Ai fini della presente raccomandazione, si applicano le seguenti definizioni: a) “qualifica”: risultato formale di un processo di valutazione e validazione, acquisito quando l’autorità competente stabilisce che i risultati dell’apprendimento di una persona corrispondono a standard definiti; b) “sistema nazionale di qualifiche”: complesso delle attività di uno Stato membro connesse con il riconoscimento dell’apprendimento e altri meccanismi che raccordano l’istruzione e la formazione con il mercato del lavoro e la società civile. Ciò comprende l’elaborazione e l’attuazione di disposizioni e processi istituzionali in materia di garanzia della qualità, valutazione e rilascio delle qualifiche. Un sistema nazionale di qualifiche può essere composto di vari sottosistemi e può comprendere un quadro nazionale di qualifiche; c) “quadro nazionale di qualifiche”: strumento di classificazione delle qualifiche in funzione di una serie di criteri basati sul raggiungimento di livelli di apprendimento specifici. Esso mira a integrare e coordinare i sottosistemi nazionali delle qualifiche qualifica e a migliorare la trasparenza, l’accessibilità, la progressione e la qualità delle qualifiche rispetto al mercato del lavoro e alla società civile; d) “settore”: raggruppamento di attività professionali in base a funzione economica, prodotto, servizio o tecnologia principali; e) “organizzazione settoriale internazionale”: associazione di organizzazioni nazionali, anche, ad esempio, di datori di lavoro e organismi professionali, che rappresenta gli interessi di settori nazionali; f) “risultati dell’apprendimento”: descrizione di ciò che un discente conosce, capisce ed è in grado di realizzare al termine di un processo d’apprendimento. I risultati sono definiti in termini di conoscenze, abilità e competenze; g) “conoscenze”: risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative a un settore di studio o di lavoro. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche; h) “abilità”: indicano le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l’uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (comprendenti l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti ); i) “competenze”: comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. 152 ALLEGATO II Descrittori che definiscono i livelli del quadro europeo delle qualifiche Ciascuno degli 8 livelli è definito da una serie di descrittori che indicano i risultati dell’apprendimento relativi alle qualifiche a tale livello in qualsiasi sistema delle qualifiche. Livello 1 I risultati dell’apprendimento relativi al livello 1 sono Livello 2 I risultati dell’apprendimento relativi al livello 2 sono Livello 3 I risultati dell’apprendimento relativi al livello 3 sono Livello 4 I risultati dell’apprendimento relativi al livello 4 sono 153 Conoscenze Abilità Competenze Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche, le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche, le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l’ uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (comprendenti l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti e utensili) Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche, le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. conoscenze generale abilità di base necessarie lavoro o studio, sotto la di base a svolgere mansioni diretta supervisione, in un /compiti semplici contesto strutturato Conoscenza pratica Abilità cognitive di base in un ambito e pratiche di base di lavoro o di studio necessarie all’uso di informazioni pertinenti per svolgere compiti e risolvere problemi ricorrenti usando strumenti e regole semplici. Lavoro o studio sotto la supervisione con una certo grado di autonomia Conoscenza di fatti, principi, processi e concetti generali, in un ambito di lavoro o di studio. Una gamma di abilità cognitive e pratiche necessarie a svolgere compiti e risolvere problemi scegliendo e applicando metodi di base, strumenti, materiali ed informazioni Assumere la responsabilità di portare a termine compiti nell’ambito del lavoro o dello studio; adeguare il proprio comportamento alle circostanze nella soluzione dei problemi, Conoscenza pratica e teorica in ampi contesti in un ambito di lavoro o di studio Una gamma di abilità cognitive e pratiche necessarie a risolvere problemi specifici in un campo di lavoro o di studio Sapersi gestire autonomamente, nel quadro di istruzioni in un contesto di lavoro o di studio, di solito prevedibili, ma soggetti a cambiamenti; Sorvegliare il lavoro di routine di altri, assumendo una certa responsabilità per la valutazione e il miglioramento di attività lavorative o di studio Livello 5* I risultati dell’apprendimento relativi al livello 5 sono Livello 6** I risultati dell’apprendimento relativi al livello 6 sono Livello 7*** I risultati dell’apprendimento relativi al livello 7 sono Livello 8**** I risultati dell’apprendimento relativi al livello 8 sono Conoscenza teorica e pratica esauriente e specializzata, in un ambito di lavoro o di studio e consapevolezza dei limiti di tale conoscenza Una gamma esauriente di abilità cognitive e pratiche necessarie a dare soluzioni creative a problemi astratti Saper gestire e sorvegliare attività nel contesto di attività lavorative o di studio esposte a cambiamenti imprevedibili; esaminare e sviluppare le prestazioni proprie e di altri Conoscenze avanzate in un ambito di lavoro o di studio, che presuppongano una comprensione critica di teorie e principi Abilità avanzate, che dimostrino padronanza e innovazione necessarie a risolvere problemi complessi ed imprevedibili in un ambito specializzato di lavoro o di studio Gestire attività o progetti, tecnico/professionali complessi assumendo la responsabilità di decisioni in contesti di lavoro o di studio imprevedibili; assumere la responsabilità di gestire lo sviluppo professionale di persone e gruppi. Conoscenze altamente specializzate, parte delle quali all’avanguardia in un ambito di lavoro o di studio, come base del pensiero originario e/o della ricerca; consapevolezza critica di questioni legate alla conoscenza in un certo ambito e rispetto ai punti di interfaccia tra ambiti diversi Abilità specializzate, orientate alla soluzione di problemi, necessarie nella ricerca e/o nell’innovazione al fine di sviluppare conoscenze e procedure nuove e integrare la conoscenza ottenuta in ambiti diversi Gestire e trasformare contesti di lavoro o di studio complessi, imprevedibili che richiedono nuovi approcci strategici; assumere la responsabilità di contribuire alla conoscenza e alla prassi professionale e/o di verificare le prestazioni strategiche dei gruppi Le conoscenze più all’avanguardia in un ambito di lavoro o di studio e rispetto ai punti di interfaccia tra ambiti diversi Le abilità e le tecniche più avanzate e specializzate, comprese le capacità di sintesi e di valutazione, necessarie a risolvere problemi complessi della ricerca e/o dell’innovazione e ad estendere e ridefinire le conoscenze o le pratiche professionali esistenti Dimostrare effettiva autorità, capacità di innovazione, autonomia, integrità tipica dello studioso e del professionista e impegno continuo nello sviluppo di nuove idee o processi all’avanguardia in contesti di lavoro, di studio e di ricerca. Compatibilità con il Quadro dei titoli accademici dell’Area Europea dell’Istruzione Superiore Il Quadro dei titoli accademici dell’Area Europea dell’Istruzione Superiore fornisce descrittori per cicli. Ogni descrittore di ciclo dà una definizione generica di aspettative tipiche di esiti e capacità legati alle qualifiche/ai titoli accademici che rappresentano la fine di tale ciclo. * Il descrittore per il ciclo breve dell’istruzione superiore (all’interno o collegato al primo ciclo), sviluppato dall’Iniziativa congiunta per la qualità come parte del processo di Bologna, corrisponde ai risultati dell’apprendimento al livello 5 del Quadro europeo delle qualifiche . ** Il descrittore per il primo ciclo nel Quadro dei titoli accademici dell’Area Europea dell’Istruzione Superiore, approvato dai ministri responsabili dell’istruzione superiore riuniti a Bergen nel maggio 2005, nel contesto del processo di Bologna, corrisponde ai risultati dell’apprendimento al livello 6 del Quadro europeo delle qualifiche . 154 *** Il descrittore per il secondo ciclo nel Quadro dei titoli accademici dell’Area Europea dell’Istruzione Superiore, approvato dai ministri responsabili dell’istruzione superiore riuniti a Bergen nel maggio 2005, nel contesto del processo di Bologna, corrisponde ai risultati dell’apprendimento al livello 7 del Quadro europeo delle qualifiche . **** Il descrittore per il terzo ciclo nel Quadro dei titoli accademici dell’Area Europea dell’Istruzione Superiore, approvato dai ministri responsabili dell’istruzione superiore riuniti a Bergen nel maggio 2005, nel contesto del processo di Bologna, corrisponde ai risultati dell’apprendimento al livello 8 del Quadro europeo delle qualifiche . ALLEGATO III Principi comuni di garanzia della qualità nell’istruzione superiore e nell’istruzione e formazione professionale nel contesto del quadro europeo delle qualifiche Nell’attuazione del quadro europeo delle qualifiche, il livello di qualità necessaria a garantire l’affidabilità e il miglioramento dell’istruzione e della formazione va elaborato conformemente ai seguenti principi: le politiche e procedure a garanzia della qualità devono essere alla base di tutti i livelli dei sistemi del quadro europeo delle qualifiche ; • la garanzia della qualità deve essere parte integrante della gestione interna delle istituzioni di istruzione e di formazione; • la garanzia della qualità comprenderà attività regolari di valutazione delle istituzioni o dei programmi da parte di enti o di agenzie di controllo esterne; • gli enti o le agenzie di controllo esterne che effettuano valutazioni a garanzia della qualità andranno esaminate regolarmente; • la garanzia della qualità riguarderà anche gli elementi del contesto, gli input, la dimensione dei processi e degli output, evidenziando gli output e i risultati dell’apprendimento; • i sistemi di garanzia della qualità comprenderanno i seguenti elementi: • obiettivi e norme chiari e misurabili; • orientamenti di attuazione, come il coinvolgimento delle parti interessate; • risorse adeguate; • metodi di valutazione coerenti, che associno auto-valutazione e revisione esterna; • sistemi e procedure per la rilevazione del “feedback” , per introdurre miglioramenti; • risultati delle valutazioni ampiamente accessibili. • Le iniziative internazionali, nazionali e regionali a garanzia della qualità vanno coordinate per mantenere il profilo, la coerenza, le sinergie e l’analisi dell’intero sistema. • La garanzia della qualità sarà frutto di un processo di cooperazione attraverso tutti i livelli e i sistemi di istruzione e formazione con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, negli Stati membri e nell’intera Comunità. • Orientamenti a garanzia della qualità a livello comunitario potranno fornire dei punti di riferimento per le valutazioni e le attività di apprendimento fra pari. 155 Bozza di conclusioni dell’incontro del Consiglio e dei Rappresentanti dei Governi dei Paesi Membri tenutosi nell’ambito del Consiglio sui Principi Comuni Europei per l’identificazione e la validazione dell’apprendimento non formale e informale. NELL’INCONTRO DEL CONSIGLIO E DEI RAPPRESENTANTI DEI GOVERNI DEGLI STATI MEMBRI NELL’AMBITO NEL CONSIGLIO, Nella consapevolezza che Nel contesto dei principi dell’apprendimento nel corso della vita, l’identificazione e il riconoscimento non formale e informale, sono dirette a rendere visibile e a valorizzare l’insieme delle conoscenze e delle competenze possedute da un individuo, a prescindere dal dove e come queste siano state acquisite. L’identificazione e la validazione dell’apprendimento non formale e informale hanno luogo all’interno e all’esterno dell’istruzione e della formazione formale, sul luogo di lavoro e nella società civile. L’identificazione e la validazione divengono strumenti chiave per consentire il trasferimento e l’accoglimento di tutte le competenze in ambiti differenti. L’identificazione registra e rende visibile le competenze di un individuo. Questa non deriva da un certificato formale o da un diploma, ma può fornire le basi per tale riconoscimento formale. E’ basata sulla valutazione delle competenze di un individuo e può risultare da un certificato o da un diploma.1 L’istruzione, la formazione professionale e l’occupabilità sono state riconosciute dal Consiglio Europeo di Lisbona nel Marzo 2000 come parte integrante delle politiche economiche e sociali in vista della realizzazione dell’obiettivo strategico di “fare dell’Europa entro il 2010 la società della conoscenza più dinamica del mondo”. In seguito al rapporto sui futuri concreti obiettivi dei sistemi europei di istruzione e formazione (Marzo 2001), il dettagliato programma di lavoro adottato dal Consiglio (14 Giugno 2002), richiamava lo sviluppo di possibili modi per validare ufficialmente alle esperienze di apprendimento non formale. Il Libro Bianco della Commissione, intitolato “Una nuova impulso per la Gioventù Europea” (21 Novembre 2001) individuava una nuova cornice per la cooperazione europea sulle tematiche giovanili, ha posto l’accento sull’importanza dell’apprendimento e dell’istruzione non formale. La Risoluzione del Consiglio sul Lifelong Learning (27 Giungo 2002), invita gli Stati Membri ad incoraggiare la cooperazione e l’adozione di misure efficaci per validare le competenze.. Il Documento “Quadro di azioni per lo sviluppo permanente delle competenze e delle qualificazioni” delle Parti Sociali europee (14 Marzo 2002), sottolinea che il riconoscimento delle competenze e delle qualificazioni è sia un obiettivo condiviso, sia una priorità fondamentale per un’azione a livello europeo. La Dichiarazione di Copenaghen (30 Novembre 2002) e la Risoluzione del Consiglio (19 Dicembre del 2002) sulla promozione di una rafforzata cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale, ha riconosciuto che la priorità dovrebbe essere data allo sviluppo di un insieme di principi comuni sul riconoscimento dell’apprendimento non formale e informale con lo scopo di assicurare una 1 Il termine è usato in senso molto specifico nel testo di cui sopra ma è usato in maniera differente dai diversi Stati Membri. Per alcuni il termine è usato in maniera estesa per (ri)comprendere l’identificazione come la valutazione e il riconoscimento dell’apprendimento non formale e informale. 156 maggiore comparabilità tra gli approcci presenti nei diversi paesi e a differenti livelli. Il rapporto intermedio congiunto di Consiglio e Commissione (26 Febbraio 2004) diretto al Consiglio Europeo di Primavera “Istruzione e Formazione 2010”, afferma che lo sviluppo di comuni riferimenti e principi europei può sostenere in maniera proficua le politiche nazionali. Sebbene tali principi comuni non creano obblighi per gli Stati Membri, contribuiscono sviluppare una fiducia reciproca tra gli attori e ad incoraggiare le riforme. Il rapporto intermedio congiunto richiama specificamente allo sviluppo dei principi comuni europei per l’identificazione e la validazione dell’apprendimento non formale e informale. Si riconosce che Gli Stati Membri, la Commissione, l’EEA-EFTA e i paesi aderenti, nonché le parti sociali a livello europeo, nel perseguire la Dichiarazione di Copenaghen, la Risoluzione del Consiglio e il programma di lavoro sugli Obiettivi Futuri, hanno fatto progressi nello sviluppare principi comuni europei per l’identificazione e la validazione dell’apprendimento non formale e informale. L’identificazione e la validazione dell’apprendimento non formale e informale è al servizio dell’individuo che apprende e dei suoi fabbisogni. Essa sostiene l’integrazione sociale, l’occupabilità nonché lo sviluppo e l’impiego delle risorse umane nei contesti civili, sociali e d economici. Tale prassi inoltre risponde ai fabbisogni specifici di quelle persone in cerca di integrazione o re-intregrazione nei sistemi educativi e formativi, nel mercato del lavoro e nella società. Esiste una pluralità di approcci e di pratiche nei processi di identificazione e validazione e ciò è evidente a livello europeo, nazionale, regionale e locale. Inoltre vi è coinvolta una pluralità di soggetti socio-istituzionali. Tra di loro vi sono agenzie formative, autorità competenti in materia di istruzione e formazione “formale”, parti sociali nell’ambito del lavoro e organizzazioni non governative nella società civile. Tuttavia, laddove il processo di identificazione coinvolge un’ampia pluralità di soggetti, oltre che naturalmente gli individui stessi, in un discreto numero di Stati Membri il processo di validazione riguarda esclusivamente le autorità competenti in coerenza con la legislazione nazionale. Si sottolinea che I principi comuni europei sono necessari per incoraggiare e guidare lo sviluppo di approcci e sistemi per l’identificazione e validazione dell’apprendimento non formale e informale affidabili e di qualità. I principi sono necessari per assicurare la comparabilità e l’accoglimento ampio tra differenti approcci e sistemi nei diversi Stati Membri. Essi consentono inoltre il trasferimento e la riconoscibilità di tutte le competenze maturate nei diversi contesti. Essi inoltre tengono in particolare considerazione i fabbisogni e le prerogative individuali. I seguenti principi comuni europei sono indirizzati agli stati membri, alla commissione e ai diversi soggetti socio-istituzionali impegnati nei processi di identificazione e validazione dell’apprendimento non formale e informale. Essi dovranno essere adottati su base volontaria. Essi inoltre rispettano pienamente i diritti, le responsabilità e le competenze degli stati membri e dei diversi soggetti socio istituzionali. Essi ispirano lo sviluppo di sistemi ed approcci all’identificazione e validazione e non prescrivono alcun particolare approccio e sistema. 157 I Principi Comuni Europei riflettono l’impegno di cooperazione a livello europeo nel perseguire i contenuti della Dichiarazione di Copenaghen, la Risoluzione del Consiglio del 19 Dicembre 2002, il programma di lavoro sugli Obiettivi Futuri e, in particolare, il apporto intermedio congiunto “Istruzione e Formazione 2010” del Febbraio 2004. I principi sono strutturati sulla base delle seguenti voci principali: • Diritti dell'individuo L’identificazione e la validazione dell’apprendimento non formale e informale dovrebbero, in linea di principio, essere su base volontaria per gli individui. Dovrebbe essere possibile un equo accesso e un equo e imparziale trattamento per tutti gli individui. La privacy e i diritti dell’individuo devono essere rispettati. • Obblighi degli attori socio-istituzionali Gli attori principali dovrebbero decidere, conformemente ai loro diritti, responsabilità e competenze, sistemi e approcci per l’identificazione e la validazione dell’apprendimento non formale e informale. Questi dovrebbero poi comprendere appropriate procedure di garanzia di qualità. Ancora, dovrebbero fornire agli individui orientamento, counselling e informazione su tali sistemi e sugli approcci. • Agibilità e fiducia I processi, le procedure e i criteri per l’identificazione e il riconoscimento dell’apprendimento non formale e informale devono essere giusti, trasparenti e ancorati a meccanismi di sicurezza di qualità. • Credibilità e legittimità I sistemi e gli approcci per l’identificazione e la validazione dell’apprendimento non formale e informale dovrebbero rispettare gli interessi legittimi, assicurare la partecipazione equilibrata dei principali attori. I processi di valutazione dovrebbero essere imparziali, e i meccanismi dovrebbero essere posti in essere in maniera tale da evitare ogni genere di conflitto e interesse. Ancora, la competenza professionale dei valutatori dovrebbe allo stesso modo essere garantita. IN RELAZIONE ALL’IDENTIFICAZIONE E ALLA VALIDAZIONE DELL’APPRENDIMENTO NON FORMALE E INFORMALE, INVITANO GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE NELL’AMBITO DELLE LORO RISPETTIVE COMEPTENZE A disseminare e a promuovere l’utilizzo dei Principi Comuni Europei. Ad incoraggiare le Parti Sociali Europee, nel contesto di un dialogo sociale, ad usare e adattare i Principi Comuni Europei agli specifici bisogni nei diversi ambiti di lavoro. Ad incoraggiare le Organizzazioni Non Governative impegnate a provvedere opportunità di Lifelong Learning ad usare e adattare i Principi Comuni Europei in maniera appropriata. A sostenere lo scambio di esperienze e mutuo apprendimento compreso lo sviluppo di un Repertorio Europeo sull’identificazione e validazione dell’apprendimento non formale e informale. A rafforzare la cooperazione con le organizzazioni internazionali in vista del raggiungimento di sinergie in questo campo. 158 A sviluppare e sostenere mezzi coerenti e comparabili di presentazione delle esperienze di identificazione e validazione dell’apprendimento non formale e informale a livello europeo e a considerare come gli esistenti strumenti per la trasparenza delle qualificazioni e delle competenze nel quadro di Europass possono contribuire a questo obiettivo. A considerare come i Principi Comuni Europei possono sostenere il lavoro in corso sulla capitalizzazione e sul trasferimento dei crediti, sull’apprendimento e sulla garanzia di qualità e, in generale, a contribuire allo sviluppo di un Quadro Europeo di Qualificazioni richiamato nel rapporto intermedio congiunto della Commissione e del Consiglio del Febbraio 2004. A sostenere lo sviluppo dei processi di garanzia di qualità e, in modo particolare, come promuovere lo sviluppo professionale dei valutatori, per esempio attraverso il sostegno di reti finalizzate allo sviluppo e alla diffusione delle buone pratiche. 159 Contatti e ringraziamenti 160 Partnership di Sviluppo Locale Provincia Assessorato alla Formazione, Politiche del Lavoro, Industria e Artigianato di Macerata Via Armaroli, 42/44 - 62100 Macerata Assessore: Daniele Salvi / Tel: +39 0733 248333 / [email protected] Settore VII Politiche del Lavoro Dirigente: Simone Ciattaglia / Tel: +39 0733 248314/ [email protected] http://lavoro.provincia.mc.it Lucia Barbieri / Tel: +39 0733 248846 / [email protected] www.equalmacerata.it C.I.O.F via F.T. Marinetti, 2 - 62012 Civitanova Marche (MC) Civitanova Marche Resp.: Luigi Matassini / Tel: +39 0733 783411 / [email protected] http://lavoro.provincia.mc.it C.I.O.F Macerata Via Lorenzoni, 8 - 62100 Macerata Resp.: Giovanna Ciavattini / Tel: +39 0733 40551 [email protected] C.I.O.F Tolentino http://lavoro.provincia.mc.it C.da Santa Lucia, 5 - 62029 Tolentino (MC) Resp.: Claudia Pasimeni / Tel: +39 0733 968257 [email protected] http://lavoro.provincia.mc.it A.N.M.I.C. Macerata Via Silone, 14/16 - 62100 Macerata Fabio Mariani / Tel: +39 0733 53193 / [email protected] [email protected] Carnj Coop A.r.l. Via Martiri della Libertà, 37 - 60035 Jesi (AN) (FILENI) Rossano Martarelli / Tel: +39 0733 606211 / [email protected] [email protected] CEDRIS - Olanda Philip Huizer / [email protected] / www.cedris.nl Confindustria Macerata Via Weiden, 35 - 62100 Macerata Umberto Pietroni / Tel: +39 0733 279625 [email protected] www.confindustriamacerata.it 161 EuroCentro viale Don Minzoni, 3/ter - Jesi (AN) Claudio Carlone / Stefano Orlandoni / Tel: +39 0731 215564 [email protected] [email protected] www.eurocentro.it FALC Spa C.da S. Domenico, 24 - 62012 Civitanova Marche (MC) Nadia Papili / Tel: +39 0733 79091 / [email protected] Lube S.r.l. Via dell’Industria, 4 - 62010 Treia (MC) Luca Travaglini / Tel: +39 0733 8401 / [email protected] www.cucinelube.it U.N.C.I. – Unione Federazione Regionale Marchigiana Nazionale Cooperative Via Lorenzoni, 18 - 62100 Macerata Italiane Marco Giachini / Tel: +39 0733/261308 / [email protected] Università degli Studi Dipartimento di Matematica e Informatica di Camerino Via Madonna delle Carceri - 62032 Camerino (MC) Fabio Corradini / Tel: +39 0737 402500 / [email protected] www.unicam.it Università degli Studi Facoltà di Scienza della Formazione di Macerata Piaggia dell‘Università, 11 - 62100 Macerata Piero Crispiani / Maria Letizia Capparucci / Tel: +39 0733 258929 [email protected] [email protected] www.unimc.it Rete Territoriale di progetto Amici delle Cerque Via Castelferretti, 37 - 60020 Camerata Picena (AN) Coop. A.r.l Andrea Barchiesi / Tel: +39 0737-787820 / [email protected] C.G.I.L. Via Garibaldi - 62100 Macerata Stefano Tordini / Tel: +39 0733 245711 / [email protected] C.I.S.L. Via Valenti, 27/33 - 62100 Macerata Dino Ottaviani / Tel: +39 0733 407511 / [email protected] Casartigiani Corso Cavour, 96 - 62100 Macerata Simona Francia / Tel: +39 0733-230198 / [email protected] 162 Confartigianato Vicolo S.Croce, 11 - 62100 Macerata Giorgio Menichelli / Tel: +39 0733 366 301 / [email protected] Confcooperative via Roma, 362 - 62100 Macerata Macerata Angelo Sciapichetti / Tel: +39 0733/269581 / [email protected] E.N.S. – Ente Nazionale Via Trento, 90/92 - 62100 Macerata Protezione e Assistenza Gino Pracchia / Tel: +39 0733 235894 Sordomuti [email protected] Halley S.n.c. Via Circonvallazione, 131 - 62024 Matelica (MC) Sandra Boarelli / Tel: +39 0737 781211 / [email protected] HERA Coop. A.r.l. Via Collina 65 - 62022 Castelraimondo (MC) Daniela Scartoccetti / [email protected] Istituto di Riabilitazione Via Aprutina, 194 - 62016 Potenza Picena (MC) Santo Stefano Paolo Moscioni / Tel: +39 0733-6891 / [email protected] Annabella Marinozzi / Tel: +39 0733-881085 / [email protected] Lega delle Cooperative via XXIV maggio, n. 10 - 62100 Macerata Marche Massimo Lanzavecchia / Tel: +39 071-2805882 [email protected] Macero Maceratese Via Velluti, 18 - 62100 Macerata S.r.l. Liana Iesari / Tel: +39 0733 283028 / [email protected] U.I.L. Macerata Via Mozzi, 72 - 62100 Macerata Roberto Broglia / Tel: +39 0733 231645 / [email protected] Unione Italiana Ciechi Via Lauro rossi 59 - 62100 Macerata ONLUS Giuseppe Giampieri / Tel: +39 0733 230669 / [email protected] Associazione Lavoro Giuseppe Zaffarano / [email protected] over 40 163 Partnership transnazionale Francia - ODE Gaëlle Delannoy EPSR APF/CAP EMPLOI Gaelle.delannoy@capemploilittoral Littoral Italia - FLES Stefano Masotti / [email protected] ASSO CONSULT S.r.l. Italia - Investing Italia - Investing in People / Provincia di Macerata in People Stefano Orlandoni / [email protected] Olanda - EMU PASS Kenniscentrum Kenteq Theo Grefkens / [email protected] Slovenia – SINTEZA Tatjana Dolinšek / [email protected] RACIO SOCIAL Istituzioni Regione Marche Servizio Istruzione, Formazione e Lavoro Via Tiziano, 44 - 60125 Ancona Raffaella Triponsi / Tel: 071-8063823 / [email protected] Silvana Maria Arnaldi / Tel: 071 8063778 / [email protected] ISFOL Via Morgagni 30/e - 00161 Roma Gabriella Di Francesco / [email protected] 164 165 Provincia di Macerata Assessorato alla Formazione, Politiche del Lavoro, Industria e Artigianato Via Armaroli, 42/44 - 62100 Macerata Assessore: Daniele Salvi / Tel: +39 0733 248333 [email protected] A cura di Lucia Barbieri Hanno collaborato Simone Ciattaglia Claudio Carlone Stefano Orlandoni Emanuela Mandozzi Alessandra Natali Marina Iride Ricci Le metodologie, le buone prassi e le informazioni contenute in questa pubblicazione sono frutto della collaborazione europea sviluppatasi grazie al progetto Investing in People, realizzato dalla Provincia di Macerata nell’ambito del Programma Equal II. Ai partner, ai membri della struttura tecnica dedicata, ai soggetti della Rete territoriale, ai lavoratori beneficiari e a tutti coloro che hanno sostenuto con il proprio lavoro la realizzazione delle attività progettuali, vanno i ringraziamenti per aver reso possibile l’iniziativa. Ulteriori informazioni su Investing in People e sul modello di Validazione degli Apprendimenti Pregressi possono essere scaricate dal sito dedicato www.equalmacerata.it o richieste contattando direttamente i partner tramite i recapiti indicati nelle pagine conclusive del volume. 166 167 Progettazione grafica e impaginazione Iceberg Stampa Tipografia San Giuseppe Finito di stampare febbraio 2008 168 E U A L E Q L E Q U A iniziativa comunitaria REGIONE MARCHE Provincia di Macerata