POTENZIAMENTO DEI SERVIZI DI RIABILITAZIONE ISTITUZIONALI E TERRITORIALI A FAVORE DEI BAMBINI CON DANNO NEUROLOGICO SIRIA – DAMASCO, HAJAR AL ASWAD 2008-2011 Rendicontazione finale a cura di Francesca Bellecci e Marina Rodocanachi Luglio 2011 1 INDICE DEL DOCUMENTO: 1. Introduzione 2. Presentazione del documento 3. Antefatti e obiettivi del progetto 4. Breve descrizione del partner 5. Breve descrizione di ZAM 6. Breve descrizione del dipartimento di riabilitazione del Ministero della sanità (DPMR) 7. 8. Componenti per la valutazione: la situazione di partenza 7.1 La sede del Centro ZAM nel 2008 7.2 Il personale 7.3 I bambini e le donne 7.4 L‟attività riabilitativa a Zam nel giugno 2008 Le richieste del Ministero della sanità (MOH) e la valutazione dei bisogni formativi 8.1 Medici specialisti 8.2 Fisioterapisti 8.3 Tecnici ortopedici 8.4 I bisogni formativi percepiti e richiesti 8.5 Le proposte formative concordate con il MOH e le strategie di programmazione 9. IL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI: le attività realizzate 2009-2010 9.1 Primo Obiettivo specifico Rafforzare e migliorare le competenze tecniche e l‟assistenza ai bambini disabili della municipalità di Hajar Al Aswad. 9.1.1 Il Nuovo Centro Zam 9.1.2 I cambiamenti nell‟unità di fisioterapia 9.1.3 Le patologie più frequenti e le problematiche riabilitative 2 affrontate 9.1.4 Gli ausili 9.1.5 I problemi di nutrizione e crescita 9.1.6 Il ruolo dei volontari 9.1.7 Il lavoro con le famiglie 9.1.8 Sviluppo di una rete di riferimenti per famiglie e bambini 9.1.9 Questionario per le famiglie sulla qualità della vita e delle cure 9.2 Secondo Obiettivo specifico Migliorare le competenze riabilitative del personale medico e paramedico locale 9.2.1 Gli eventi formativi a Damasco: obiettivi – personale formato – ricadute cliniche 9.2.2 Gli stage a Milano: obiettivi – personale formato – ricadute cliniche 10. Obiettivi non raggiunti 11. Lezione apprese 12. Criticità 12.1 12.2 13. Gestione Fondazione Rapporti con Armadilla e suo personale in loco 12.3 Rischi 12.4 Instabilità del paese e sistema politico 12.5 Auto sostenibilità del centro 12.6 Cultura locale Conclusioni 3 1. INTRODUZIONE Il progetto triennale “Potenziamento dei servizi di riabilitazione istituzionali e territoriali a favore di bambini con danno neurologico” promosso e finanziato dalla Fondazione Mariani in collaborazione con il partner locale Armadilla Medioriente, il Ministero della Salute Siriano, l‟Ospedale Maggiore di Milano Policlinico (Regina Elena) e l‟Istituto don Calabria di Milano a favore del centro sociale ZAM, viene avviato nel febbraio 2008. Obiettivo principale, migliorare l‟assistenza ai bambini disabili affetti da disturbi neurologici in Siria ed in particolare nella zona di Damasco e nello specifico: Rafforzare e migliorare le competenze tecniche del personale di ZAM e l‟assistenza ai bambini disabili della municipalità di Hajar Al Aswad. Migliorare le competenze riabilitative del personale medico e paramedico locale (Ministero della Sanità) Promuovere l‟inclusione sociale e l‟inserimento dei bambini e delle loro famiglie, in particolare delle donne, nel territorio. Nel corso dell‟implementazione del progetto, la Fondazione Mariani ha considerato obiettivo ultimo del suo intervento, che ha spaziato dalla formazione professionale, all‟assistenza 4 sanitaria, dalla protezione all‟advocacy, quello della qualità della vita che si pone come punto ideale di arrivo di tutte le politiche di sviluppo. In questo senso il progetto ha affrontato tutte le possibili tematiche collegate con il problema della qualità della vita: bisogni fondamentali, know how di base, risorse, strutture, servizi e diritti fondamentali, nonché trasferimento di tecnologie, rispetto dell‟ambiente, cercando di considerare tutte le interrelazioni esistenti fra le varie aree di intervento. In quest‟ottica, quindi, lo sforzo della Fondazione Mariani è stato quello di sganciarsi da una concezione di semplice assistenza per divenire promozione di uno sviluppo autentico e auto sostenibile, tenendo conto del fatto che il successo o l‟insuccesso della cooperazione non risiede necessariamente negli aspetti materiali di un progetto particolare, bensì nel grado in cui viene realizzata una transizione nei beneficiari, da uno stato di dipendenza ad uno di autosufficienza. Il progetto è terminato istituzionalmente nell‟aprile del 2011, con esiti ad oggi, più che soddisfacenti, ma ancora molte restano le cose da fare: consolidare i risultati ottenuti nell‟ambito della formazione del personale sanitario e socio educativo e garantire la completa sostenibilità, intervenendo con maggiore incisività sulla componente legata all‟integrazione sociale dei bambini disabili e delle donne. 2. PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE FINALE Lo scopo di questo documento di valutazione è quello di fornire una stima/giudizio, il più sistematico e obiettivo possibile, del progetto “Potenziamento dei servizi di riabilitazione istituzionali e territoriali a favore dei bambini con danno neurologico” implementato in Siria dalla Fondazione Mariani in collaborazione con la cooperativa Armadilla e l‟associazione locale ZAM. Il tentativo è stato quello di fornire informazioni credibili e utili che garantissero l‟incorporazione della lezione appresa, nel sistema decisionale sia di Armadilla e Zam che della Fondazione, attraverso il rispetto di alcuni principi fondamentali: imparzialità ed indipendenza, credibilità, partecipazione dei beneficiari/stakeholder, utilità. Questo documento raccoglie i principali risultati, difficoltà e insegnamenti acquisiti durante l‟esecuzione del progetto, così come un compendio di dati statistici riguardo ai beneficiari diretti dello stesso. 5 3. CONTESTO, ANTEFATTI E OBIETTIVI DEL PROGETTO La costituzione siriana stabilisce il diritto di tutta la popolazione ad avere cure sanitarie gratuite La struttura organizzativa del sistema sanitario conferisce al Ministro della Salute la responsabilità di coordinare e gestire l‟erogazione dei servizI. Il principale apparato responsabile per la pianificazione sanitaria è il Ministero della Salute (MOH) che a livello centrale è responsabile delle politiche del Paese, mentre regionale (Governorates) i servizi sanitari sono a livello amministrati dagli Health Directorates. Il MOH è il principale fornitore di cure per la salute primaria, secondaria e terziaria e l‟unico fornitore di servizi preventivi. La salute primaria è erogata attraverso gli Health Centres, mentre la secondaria e terziaria attraverso ospedali generali o specialistici. Ulteriori responsabilità per il finanziamento, l„amministrazione e l‟ erogazione dei servizi sanitari sono di competenza dei seguenti Ministeri: Ministero delle Finanze; Ministero dell‟Amministrazione Locale; Alta Commissione del Piano; Ministero dell‟Alta Educazione; Ministero del Lavoro e Affari sociali; Ministero della Difesa. Inoltre, altri Ministeri, Agenzie e Associazioni Professionali provvedono un certo livello di assistenza sanitaria diretta ed indiretta per i loro dipendenti. Il ruolo dei privati nella fornitura dell‟assistenza sanitaria è recentemente aumentato. Nel 1998, allo scopo di migliorare l‟efficacia, l‟efficienza e la qualità dei servizi sanitari, il MOH ha iniziato una riforma che gradatamente garantisce status autonomo agli ospedali pubblici. Il sistema sanitario pubblico in Siria garantisce i servizi di curativi e di promozione alla salute) attraverso 1382 salute primaria (preventivi, “Health Units” che possono essere classificati come segue: - 1015 Centri di salute - 227 Health Points - 44 Centri specialistici di salute - 12 Policlinici Le rimanenti 84 unità sono ONG o erogatori privati. Queste Health Units erogano servizi di salute preventiva, curativa e di promozione alla salute nei seguenti ambiti della salute primaria: - vaccinazioni - salute materno infantile - Reproductive Health - Nutrizione - Malattie croniche e ambientali 6 - Salute nell‟anziano - Salute orale - Salute mentale - Salute negli ambienti di lavoro - Educazione sanitaria Non tutti i centri garantiscono tutto il range di servizi di PHC; le tipologie di servizi erogati dipendono dalle caratteristiche della popolazione, dai bisogni di salute dell‟area correlati con le risorse disponibili, dalla presenza di altre fonti di erogazione dei servizi sanitari e dal tipo di Health Centre I servizi di salute primaria sono erogati dal 2001 dal PHC Directorate. La Siria è un paese fortemente caratterizzato da un‟impostazione oligarchica nella vita politica e autarchica in quella economica e verso l‟Occidente e il mercato libero. Pertanto le attività di cooperazione allo sviluppo richiedono il coinvolgimento delle istituzioni e nello specifico nel settore della neurologia pediatrica e delle disabilità, i principali attori sono il Ministero degli Affari Sociali (MOSAL) e il Ministero della Sanità (MOH) con le loro rispettive funzioni e responsabilità. Il Ministero degli Affari Sociali è responsabile di tutte le azioni riguardanti ogni tipo di disabilità, ha funzioni di coordinamento ed ad esso fanno capo tutte le organizzazioni di volontariato. Una legge del 2004 ha stabilito i diritti dei disabili e definito i servizi garantiti: educazione, riabilitazione, aspetti occupazionali ecc. Di conseguenza è cresciuto l‟impegno delle istituzioni e delle associazioni locali per rispondere ai bisogni dei disabili. I centri per disabili sono circa 60, in parte gestiti direttamente dal MOSAL ed in parte da associazioni senza fini di lucro. Una ventina sono in costruzione. La copertura non è omogenea, ed i governatorati periferici sono meno serviti di quelli centrali. Un sussidio per disabili istituito recentemente copre, per esempio solo 3 governatorati, per scarsità di fondi e per assenza di dati statistici reali. Tra i principali problemi si segnala il costo elevato dei servizi medici per disabili nel settore privato, il mancato aggiornamento professionale del personale paramedico, la disponibilità limitata di attrezzature mediche (il costo elevato della loro importazione e la carenza quantitativa e in alcuni casi qualitativa della produzione locale), la scarsità di tecnici qualificati. Fino al 2000 in Siria esistevano solo associazioni di beneficenza. In seguito ad una politica di apertura è stato introdotto il concetto di ONG e di programmi di sviluppo, anche se tuttora 7 non esiste una regolamentazione. Perciò la trasformazione da associazione di beneficenza ad ONG di sviluppo è un processo in corso rallentato sia da aspetti burocratici (statuto, diritti e doveri, legislazione) sia da un modus operandi difficile da superare. Alcune hanno una precisa matrice religiosa e anche se non discriminano gli assistiti in base alla fede e alla nazionalità, hanno una comunità di riferimento da cui proviene la maggior parte dei volontari. Il carattere volontario del lavoro è in parte obbligato per la scarsità di risorse finanziarie ed in parte ostentato come valore aggiunto. La dedizione e il disinteresse personale dei volontari contrasta con l‟atteggiamento nel mondo dell‟assistenza privata. Le associazioni non operano tutte allo stesso modo: le differenze dipendono in buona parte dai riferimenti internazionali e dalla qualità dei corsi di formazione al personale e dalle risorse economiche a disposizione. Alcune associazioni come il centro di Cerebral Palsy forniscono tutti i servizi gratuiti per statuto, anche a chi potrebbe permettersi di pagarli. Altre associazioni come Terre des Hommes Siria pur fornendo un servizio gratuito fanno pagare le loro protesi/ortesi ad un prezzo mediamente superiore a quello del settore privato. In questo caso l‟obiettivo è di garantire l‟alta qualità del prodotto e stipendi equi al personale tecnico formato, assicurando sostenibilità e continuità al lavoro dell‟associazione: è riconosciuta la fornitura gratuita, ma solo in caso di comprovata necessità. Tuttavia, altre ONG chiedono un contributo alle famiglie, spesso simbolico e sempre minore dei costi effettivi. Chi non può permetterseli ne è esentato. Questo contributo inizialmente avvertito come una necessità per rispondere alle ristrettezze finanziarie, comincia ad essere interpretato come un mezzo per motivare i beneficiari, e questo è positivo. L‟assistenza specialistica psichiatrica e neurologica risente della mancanza di strutture di riferimento, sia nel pubblico che nel privato che nell‟associazionismo. Per queste ragioni al malato non viene mai prospettato un percorso terapeutico completo, e quindi l‟assistenza si riduce ad una visita medica e alla prescrizione di una ricetta. Nelle ONG del settore operano degli psicologi, diplomati o “promossi sul campo” da una lunga pratica assistenziale, che si occupano di sostegno alle famiglie, di assistenza precoce ai disabili, di sviluppare la manualità e gli atti della vita quotidiana. Ciascuna entità lavora per conto suo, le esperienze non sono condivise, mancano momenti di confronto con gli altri (che già solo per la messa in comune dei dati statistici faciliterebbero progressi qualitativi). 8 Il MoSAL, cui spetterebbe un compito di coordinamento e direzione, non ha promosso finora alcuna iniziativa in questo senso, apparentemente per la mancanza di quadri e di personale qualificato al suo interno. Per esempio, una ONG straniera specializzata in formazione come Karim Rida Said Foundation (KRSF) ha svolto, dopo un accordo con il MoSAL, un corso di formazione sull‟autismo, rivolto ad un‟associazione siriana (Rajah Foundation). Questo corso però rivolto a psicologhe impiegate come educatrici non aveva fini terapeutici, e pertanto non ha coinvolto né neurologi né psichiatri e aveva come unico obiettivo dichiarato di facilitare la gestione quotidiana della scuola dell‟associazione. L‟assistenza fisioterapica afferisce sia al MoSAL che al MOH che al Ministero della Istruzione Superiore (MOHE). I corsi della KRSF ai fisioterapisti per il MOH sono stati estesi a più città, è stato previsto un secondo anno di controllo/aggiornamento dopo un primo anno di training vero e proprio, e soprattutto esiste una struttura nel MOH che si occupa di valutazione, coordinamento, continuità. In altri termini, i contenuti formativi possono essere assorbiti da specialisti del settore e inseriti in una struttura operativa. Anche per la terapia occupazionale, di fatto gestita dal MoSAL o da ONG a lui collegate, l‟esigenza di un salto qualitativo, della formazione di formatori, e l‟organizzazione di una prima conferenza sul tema, sono nate in ambienti MOH (dipartimento per la riabilitazione). Un intervento sulla disabilità a livello di territorio, di comunità di base, comporta la collaborazione con una ONG operativa nella zona e/o nel campo prescelti. Non vi sono tendenze a collaborare stabilmente, tanto meno ad agire come consorzio. Uno sviluppo in questa direzione può essere facilitato dal MoSAL. Si possono però facilitare momenti di collaborazione su temi specifici (es. training pratico a fisioterapisti cui siano invitati anche quelli che lavorano per altre ONG, promuovere iniziative su temi specifici o analisi sul territorio in cui coinvolgere più di un‟associazione). Hajar Al-Aswad (Pietra Nera), periferia di Damasco, è popolata da Palestinesi e contadini provenienti dai villaggi siriani, o dalle aree occupate del Golan. A partire dagli anni ‟60 ha subito una rapidissima urbanizzazione, che ha determinato una crescita urbana disorganizzata, dando vita ad un quartiere densamente popolato (350.000 ab. su 3 km2) e privo di servizi sociali e spazi verdi pubblici. La Repubblica Araba Siriana (RAS) ha recentemente sviluppato programmi a sostegno dei portatori di handicap. Varie istituzioni, come il Ministero degli Affari Sociali, Ministero della 9 Sanità e alcune associazioni locali sono stati coinvolti nella definizione della strategia d‟intervento. Gli studi condotti da varie organizzazioni internazionali1 hanno evidenziato un‟alta percentuale di disabilità nel Paese (anche se analisi statistiche a livello nazionale non sono ancora realizzate). In particolare nell‟area periferica di Hajar Al-Aswad, secondo il Ministero degli Affari Sociali particolarmente disagiata, è stato condotto uno studio sull‟incidenza della disabilità. L‟analisi è stata condotta dal 2001 al 2003 dall‟ associazione locale (ZAM) con un forte coinvolgimento della comunità e con il supporto di Movimondo2. Lo studio su meno del 30% della popolazione ha rivelato che i casi di disabilità raggiungono la percentuale dell‟ 1.5%. Analisi dei problemi: 1) Mancanza di autosufficienza formativa a livello medico, paramedico e tecnico su importanti aspetti relativi sia alla diagnosi che all‟assistenza delle disabilità, in particolare nel campo della riabilitazione. 2) Difficoltà a sviluppare una concezione di lavoro d‟equipe tra fisiatra, fisioterapista e tecnico ortopedico che è ancora agli inizi. 3) Mancanza di una produzione di protesi ed ortesi di qualità ad un prezzo abbordabile da parte di un‟officina pubblica. 4) Scarsità di servizi qualitativi ai disabili nella municipalità di Hajar Al Aswad. 5) Mancanza di dati attendibili ed aggiornati sulla prevalenza e la tipologia delle disabilità sia a livello nazionale che locale, per programmare servizi che rispondano ai bisogni dei potenziali beneficiari. 6) Mancanza di una metodologia gestionale dell‟associazione Zahret Al Mada‟en che le consenta di agire nel medio e nel lungo periodo in favore dei disabili, in particolare nel territorio di Hajar Al Aswad. Pertanto i bisogni che emergono dai punti precedenti possono essere riassunti come segue: 1. Formazione di formatori siriani che raggiungano un livello elevato di professionalità. Questo permetterebbe l‟istituzione presso il dipartimento per es. del MOH di un centro di formazione/aggiornamento continuativo gestito a livello nazionale. Questo eviterebbe nell‟arco del tempo la necessità di formazioni da parte di esperti stranieri e 1 2 Save The children UK, WHO, ILO ONG italiana 10 segnerebbe il salto di qualità. 2. Capacity building delle organizzazioni siriane, sia a livello gestionale che tecnica. 4. BREVE DESCRIZIONE DEL PARTNER La Cooperativa Sociale Armadilla: E‟ un‟organizzazione italiana con sede a Roma, nata nel 1984. Il suo scopo è quello di realizzare attività di interesse generale per la comunità, dal miglioramento delle condizioni di vita all‟integrazione sociale, attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi a favore dei cittadini italiani, stranieri, immigrati e categorie della popolazione particolarmente vulnerabili. Al momento, oltre alle attività in Italia, implementa progetti di cooperazione internazionale in Mozambico e in Medioriente. In Siria, nello specifico collabora da circa quattro anni con l‟associazione locale ZAM. Settori di intervento Diritti umani Infanzia ed istruzione Inclusione sociale e identità di genere Intermediazione culturale e risoluzione di conflitti Integrazione degli immigrati Capacity building e sviluppo locale Formazione, informazione e attività di sensibilizzazione Aiuti umanitari e supporto in casi di emergenze Ristrutturazione di infrastrutture sociali come scuole, centri di assistenza sanitaria/ospedali, interventi sanitari per raggiungere i livelli standard di vivibilità Commercio equo-solidale 5. BREVE DESCRIZIONE DI ZAM Il centro Zahret Al Mada’en, ZAM, (Fiore della città, riferito a Gerusalemme) si trova nell‟area di intervento. Adiacente vi è la zona occupata dal campo profughi palestinese di Yarmouk, ora indistinguibile da un quartiere cittadino dal punto di vista urbanistico se non per l‟evidente mancanza di alcun piano regolatore. 11 ZAM che ha affittato per anni, un piccolo appartamento ove svolgere tutte le attività è ora proprietaria di un edificio di due piani di circa 500 mq costruito nel quadro di un progetto fianziato dalla Fondation Assistance Internationale (FAI) e implementato da Armadilla SCS e ZAM, su un terreno donato dal Ministero degli Affari Sociali. Le attività principali implementate dall‟associazione sono attualmente: - servizi offerti ai bambini disabili (interventi per la prevenzione, logopedia, classi di educazione elementare e riabilitazione) - servizi alle donne (corsi di alfabetizzazione per donne, corsi di computer, sessioni di sensibilizzazione su tematiche che interessano le donne e sulla prevenzione delle disabilità) - nel 2009, con il supporto dell'Unione Europea è stato creato nell'unità delle donne un laboratorio di produzione artigianale che realizza corsi di ricamo cucito e crochet. Il personale dell‟associazione è composto da 19 operatori, di cui 18 donne. Tutto il personale vive a Hajar el Aswad o nelle vicinanze, un elemento che fa di loro i candidati migliori per un centro sociale community based. I bambini che attualmente seguono un percorso di riabilitazione sono circa 60. La riabilitazione comunitaria di base Ci sono molti modi di definire la riabilitazione, ma la definizione che troviamo in un libro di D. Werner (Disabled Village Children) ci permette, meglio di altre, di definire gli obiettivi e gli scopi della riabilitazione in genere e della "riabilitazione su base comunitaria" in particolare. In questo testo la riabilitazione viene definita "l'arte di aiutare una persona ad imparare a vivere nel miglior modo possibile e a fare il più possibile da se stessa - tenendo conto delle proprie limitazioni e disabilità". Come possiamo vedere, uno dei principali obiettivi del trattamento riabilitativo- soprattutto quando una malattia ha lasciato come conseguenza dei segni (disabilità) permanenti- non è la ricerca di una miracolistica guarigione, ma obiettivo del trattamento è permettere alla persona disabile di adattarsi alla sua realtà socio-ambientale e di interagire con essa. Riabilitare significa quindi favorire l'integrazione di una persona con disabilità, tenendo conto dei suoi limiti e delle sue potenzialità. Scopo del trattamento sarà allora di dare alla persona disabile degli strumenti che accrescano la propria autonomia, intendendo per autonomia la capacità delle persone di 12 spostarsi, comunicare, compiere le attività della vita quotidiana, applicarsi in un'attività professionale o scolastica, ecc. Se lo scopo è l'autonomia della persona e l'obiettivo è la sua integrazione sociale, l'intervento riabilitativo non può essere focalizzato solo sulla persona, ma deve proiettarsi soprattutto nel contesto in cui questa persona vive, proprio per ridurre o eliminare quelle barriere (sia fisiche che sociali) presenti nella comunità e che favoriscono l'emarginazione. Quindi la riabilitazione può e deve attuarsi il più possibile dove la persona vive e non all'interno di costose strutture (centri di riabilitazione, lebbrosari, ecc). Se il trattamento riabilitativo non si limita ad una ripetizione di gesti e movimenti fini a se stessi il cui significato è noto solo al tecnico, ma significa insegnare ed aiutare la persona con disabilità nell'esecuzione di movimenti e comportamenti utili per la vita quotidiana come nutrirsi, vestirsi, lavarsi, spostarsi e così via, allora anche dei "non professionisti" - se opportunamente formati e supervisionati - sono in grado di eseguire le attività sopraccitate. Queste premesse che stanno alla base della riabilitazione in generale costituiscono anche i presupposti della cosiddetta "riabilitazione su base comunitaria" (RBC). La RBC parte dal presupposto che la comunità deve essere direttamente coinvolta nel processo riabilitativo; solo se la comunità si fa carico in prima persona delle problematiche delle persone disabili ne può comprendere i bisogni. Che cosa significa in pratica riabilitazione nella comunità: non significa "fare la terapia" vicino a casa e non significa medicalizzare la famiglia o la comunità alterandone il ruolo; significa semmai consigliare chi è coinvolto nel programma a livello di comunità (persone disabili, genitori e componenti il nucleo familiare, operatori di base, volontari, ecc.) sul come una persona disabile può essere aiutata nel compiere le attività della vita quotidiana, con l'obiettivo di accrescerne l'autonomia personale. Perché tutto ciò sia possibile ci deve essere un trasferimento di conoscenze inerenti le diverse disabilità e di competenze riabilitative da parte dei tecnici a chi opera nella comunità. Per scendere nel concreto, prenderò ad esempio il progetto di RBC in Mongolia (un paese grande cinque volte l'Italia, con due milioni e mezzo di abitanti metà dei quali nomadi): grazie al coinvolgimento dei medici di base e dei volontari presenti nel territorio, alla loro formazione su tematiche inerenti la riabilitazione, alla produzione di materiale informativo per genitori, parenti e persone disabili, è stato possibile dare risposte riabilitative ai bisogni di una parte consistente della popolazione disabile. Operare in un'ottica di globalità ha inoltre significato migliorare non solo le condizioni fisiche di molte persone disabili, ma 13 creare maggiori opportunità lavorative, favorire l'inserimento scolastico dei bambini con disabilità, rendere più visibili e partecipi le persone con disabilità all'interno della società, ecc. La strategia della RBC soddisfa due importanti esigenze: il coinvolgimento della comunità, oltre a rendere possibile l'estensione dell'assistenza ad un maggior numero di persone disabili, permette a queste di rimanere nel loro ambiente socio-familiare facilitando così il loro reinserimento. La RBC proponendosi come approccio riabilitativo globale, ha permesso di focalizzare meglio i bisogni e di conseguenza orientare gli interventi riabilitativi. Troppo spesso, infatti, si tende ad enfatizzare solo gli aspetti medici della disabilità a scapito della componente sociale, lavorativa o educativa. In altre parole: non sempre per es. una lieve paresi di un arto è causa di emarginazione o necessita di un intervento riabilitativo. Oppure viceversa: come nel caso della lebbra possiamo avere emarginazione senza nessuna disabilità visibile ma unicamente a causa del pregiudizio (stigma). Perciò l'intervento riabilitativo sulla persona deve camminare in parallelo con l'intervento sul contesto ambientale per favorire la rimozione delle "barriere" fisiche, sociali e ambientali. Abbiamo cercato fin qui di elencare alcuni dei presupposti teorici che stanno alla base di questo approccio riabilitativo. Credo inoltre, che pure essendo questi presupposti facilmente condivisibili, sorgano spontanee alcune domande. Una prima domanda è quanto realistico sia il coinvolgimento della comunità nel campo della riabilitazione. Credo che le esperienze maturate in questi anni e i molti progetti di RBC esistenti in realtà molto diverse da loro siano una risposta indiretta a questa domanda, soprattutto se l'intervento sulla disabilità viene visto come parte di un processo più globale grazie al quale la comunità acquisisce un maggiore controllo sul proprio sviluppo ed una maggiore consapevolezza sulle proprie capacità di risolvere i problemi. Un'altra domanda è circa l'efficacia della RBC. Molti studi e valutazioni sono stati condotti in paesi diversi. Nel valutare il programmi di RBC si rischia però di focalizzare l'attenzione solo su ciò che si riesce subito a misurare, mentre spesso vengono trascurati - perché difficilmente misurabili - gli aspetti qualitativi come le migliorate relazioni umane, l'accresciuta autostima delle persone, le sensazioni di maggiore speranza, ecc. La RBC non è un metodo di trattamento o un modello rigido, ma una strategia che - nel rispetto delle tradizioni e delle culture delle diverse comunità - offre loro degli strumenti perché trovino al proprio interno le risposte più idonee per migliorare la qualità della vita delle persone più deboli e vulnerabili, disabili inclusi. Anche solo migliorando la qualità della loro vita, senza 14 aver guarito nessuno, avremmo raggiunto il nostro scopo. 6. BREVE DESCRIZIONE DEL DIPARTIMENTO DI RIABILITAZIONE DEL MINISTERO DELLA SANITA’ (DPMR) Il Dipartimento di medicina fisica e riabilitazione del Ministero della Sanità si trova all‟interno dell‟Ospedale pubblico Ibn el Nafis del Ministero della Sanità. Fanno parte del Dipartimento: - l‟ufficio di direzione del DPMR, - una sala per visite per bambini e adulti ove si alternano 4 medici fisiatri, con un accesso alle cure riabilitative di circa 30 bambini al mese, - il servizio di riabilitazione per bambini con disabilita motoria che è attivo dal 2001 ed è stato avviato in partenariato con la Fondazione Said; vi lavorano 8 fisioterapisti. - un laboratorio in cui lavorano 8 tecnici ortopedici dotato di apparecchiature di importazione tedesca per la costruzione in loco di ortesi e protesi Al momento tale strumentazione non viene ancora utilizzata per mancanza di spazio e di materia prima. Gli ausili prescritti dai medici sono realizzati nell‟officina di un altro ospedale pubblico. Il laboratorio del DPMR dovrebbe spostarsi presto in un edificio adiacente con più spazio a disposizione. 7. COMPONENTI PER LA VALUTAZIONE: La situazione di partenza 7.1 La sede di ZAM nel 2008 Il centro si trova nell‟area di intervento con una popolazione mista siriana e palestinese. Adiacente vi è la zona occupata dal campo profughi palestinese di Yarmouk, ora indistinguibile da un quartiere cittadino dal punto di vista urbanistico se non per l‟evidente mancanza di alcun piano regolatore. Il centro sociale é stato fondato a Hajar el Aswad per rispondere ai bisogni delle persone affette di disabilità fisica e mentale. Questo bisogno specifico è stato rivelato attraverso una indagine sociale condotta nel 2002 nella zona, senza pretese di completezza, aveva individuato 237 bambini disabili (77 casi di prevalente ritardo mentale, 62 di deficit motori, 2 di handicap visivo, 44 di handicap uditivo, 48 casi misti, prevalenti mentali e motori e 4 casi non sufficientemente definiti). Questi dati indicherebbero una copertura di poco più del 50%, 15 ma le stime dell‟associazione sono di una copertura non superiore al 25% della richiesta (i dati di cui sopra erano parziali come copertura del territorio, e nuovi casi saranno sopraggiunti nel frattempo). I limiti di spazio e di personale obbligano ad una selezione dei beneficiari, privilegiando i casi con un miglior potenziale di tempo/beneficio ed appartenenti alla fascia più povera della popolazione. Il centro affitta un appartamento di circa 150 metri quadri, con aula, spazio per la fisioterapia (un‟unica stanza di quasi 30 metri quadri), largo corridoio utilizzato come sala d‟attesa e dove vi sono le sbarre per la deambulazione , 2 stanze adibite rispettivamente ad ufficio e ad stanza polivalente (usata dai vari servizi), bagno e cucina. Il centro si occupa di fisioterapia per bambini con problemi neurologici, di educare bimbi con gravi problemi di ritardo mentale ad eseguire azioni semplici della vita quotidiana, di procedure diagnostiche ed atte a sviluppare la manualità, di logopedia. Inoltre, il centro offre classi di alfabetizzazione, assistenza a 150 famiglie distribuendo cibo e si presta come referente di applicazioni per richieste di assistenza medica fornita da altre organizzazioni caritative. 16 7.2 Il personale del centro Il personale presente interviene a livello di “volontariato” percependo un piccolo stipendio. Si tratta prevalentemente di donne (una sola figura maschile) residenti nel quartiere con spesso una formazione “on the job”, che opera con orari flessibili per alcune giornate alla settimana, prevalentemente le mattine nelle diverse unità di lavoro che si sono organizzate. I volontari dell‟associazione sono 19 di cui 18 donne. Di nazionalità siriana o palestinese, di età media intorno ai 35 anni (range da 24 a 52anni). (Allegato 1: elenco volontari) La formazione del personale è di scuola superiore con successivi corsi brevi di formazione specifica, alcune hanno una laurea. Il programma delle attività prevede la loro presenza due o tre volte a settimana, il che consente loro la possibilità di lavorare anche presso altri enti pubblici o privati o nelle proprie case, senza sostanziali interferenze. 17 Associazione Zahret al Madaen - Centro Sociale Hajar al Aswad: attività dei volontari Attivita Riabilitazione fisica Descrizione Personale bambini tra i 0-16 anni. Dopo aver valutato le 1 Fisioterapista capacità del bambino, un piano di riabilitazione 5 assistenti individuale viene progettato al fine di facilitare la vita quotidiana del bambino e l'inclusione sociale. Intervento precoce bambini tra 0-5 anni. Dopo aver effettuato una 3 volontari valutazione che determina il livello cognitivo, sociale, comunicazione e cura di sé e movimento fisico del bambino, l'unità lavora con il bambino su un programma di terapia individuale che gli consente all'età di cinque anni di iscriversi all‟unità di educazione per bambini. Logoterapia Bambini 5-16 anni con disturbi del linguaggio 1 volontario Educazione classi bambini tra i 5-14 anni L'unità lavora sulla riabilitazione 2 volontari per bambini 5-14 dei bambini per aiutare il processo di inclusione nelle anni scuole in base al livello cognitivo di ogni bambino attraverso gruppi di lavoro o programmi individuali. Sport club raccoglie i bambini da tutte le unità e organizza attività 1 volontario ricreative e sportive. Il club riunisce bambini disabili con i bambini del quartiere. Le famiglie partecipano con i loro figli alle attività. Attività dedicate Attività dedicate alle donne che frequentano il alle donne centro. L'unità offre corsi di alfabetizzazione, di cucito e ricamo, corsi di computer e sessioni di sensibilizzazione su temi di salute,sociali, economiche e ambientali. 18 2 volontari I volontari percepiscono un incentivo economico (prima dell‟inizio del progetto l‟incentivo era molto basso, con l‟inizio del progetto è stato raddoppiato con il mantenimento dell‟aumento alla fine del progetto). Alcune volontarie hanno partecipato a dei corsi di formazione (Allegato 2: Formazione ZAM) 7.3 I bambini e le donne I bambini frequentano al mattino e sono trattati da un fisioterapista e da 4 donne formate dal terapista stesso. Presso un altro locale una persona formata in logopedia accoglie i bambini con disturbi di linguaggio e propone stimolazioni linguistiche con modalità a piccolo gruppo. I bambini trattati sono prevalentemente piccoli, a partire anche dal primo anno di vita e comunque entro i 14 anni. L‟ambulatorio è sempre pieno e sono prevalentemente le mamme ad accompagnare i bambini, anche se in alcune situazione di gravi disabilità accedono a volte anche i papà. Periodo 1/1/2005 al 1/8/2006 98 bambini iscritti all‟Unità di fisioterapia Le patologie prevalenti (80%) sono tetraplegie e paraplegie di vario tipo (coreo-atetosica, spastica, atassica). Tra le patologie più rare vi sono lesioni del plesso brachiale, del nervo sciatico, spina bifida occulta (3 casi), esiti di encefalite (1), di idrocefalia (3) e sindromi di Down (2). Le diagnosi sono spesso poco precise sia per una confusione tra i termini di tetraplegia e paralisi cerebrale infantile che per la mancanza spesso di accertamenti diagnostici e per la presenza di situazioni di gravità motoria e mentale su probabile gravità genetica. 19 DATI SU 19 MESI (RANGE DI ETA‟ 1-16 ANNI) Tipo di patologia Numero Tetraplegia 27 Atetosi 11 Paraplegia spastica 15 Tetraplegia atassica 10 Paraplegia atassica 8 Diplegia 9 Paralisi ostetrica 7 Lesione nervo sciatico 2 Spina bifida occulta 3 Encefalite 1 Sindrome di Down 2 Idrocefalia 3 Nel 2008 l‟accesso riferito è di 130 bambini così distribuiti fra le varie unità. distribuzione #bambini centro ZAM 2008 edu grandi 14% fisioterapia 33% edu piccoli 18% interv prec 18% 20 logoterapia 17% ZAM inoltre implementa al centro sociale di Hajar al Aswad e al centro di Khalsa in partenariato con il Ministero della Cultura – Dipartimento per Educazione per Adulti, il programma nazionale di alfabetizzazione. Vengono svolti in ogni centro un ciclo all‟anno diviso fra 6 mesi di studio e 6 mesi di follow up. I partecipanti sono circa 20 donne (fra 15-50 anni) / a ciclo. A fine ciclo presentano un esame e ottengono un diploma rilasciato dal Ministero della Cultura. 7.4 L‟attività riabilitativa a Zam nel giugno 2008 Per quanto concerne l‟intervento riabilitativo il modello è assimilabile a quello della Community Based Rehabilitation, tuttavia si evidenzia una mancanza di conoscenze sullo sviluppo del bambino e sui modelli di intervento che si sono sviluppati a partire dagli anni 90 internazionalmente e le cui basi possono essere sicuramente applicabili ad un intervento riabilitativo basato sulla comunità. In sintesi vengono riportati i punti salienti dell‟organizzazione di partenza: - alcune figure di medico si alternano per visitare i bambini, ma senza una regolarità (figura del neurologo, il centro starebbe cercando una figura di fisiatra, talvolta è presente un fisiatra); - esistono alcune schede-questionario per l‟accesso al Centro e delle schede sanitarie del bambino; - sulle schede non sempre è riportata una diagnosi clinica; - non vi sono collegamenti tra la valutazione dello specialista e l‟attività del fisioterapista; - non vi sono progetti riabilitativi individualizzati per ogni singolo bambino - il fisioterapista interviene prevalentemente con tecniche di massaggio e rilassamento muscolare, rinforzo muscolare attivo e con mobilizzazioni articolari con modalità abbastanza omogenea in tutte le patologie motorie, i bambini che non sono deambulanti vengono inoltre messi tutti in statica si tavoli da statica da supino e vi rimangono abbastanza a lungo alla fine del trattamento e lasciati da soli in tale posizione senza un piano anteriore di appoggio e senza interazione con le volontarie o i genitori; - le volontarie donne sono formate e dipendono nel lavoro dal fisioterapista, lavorano prevalentemente con tecniche di massaggio; 21 - l‟utilizzo di ortesi (tutori, plantari e scarpe) è molto limitato e gli ausili per la postura o per la mobilità (seggiolini, carrozzine, deambulatori..) sono praticamente assenti, i bambini non deambulanti non hanno per lo più carrozzelle e vengono portati in braccio; - gli ausili non sono a carico del sistema pubblico e vengono pagati dalle famiglie oppure regalati da associazioni di beneficenza o tramite raccolta di fondi; - il gioco è praticamente assente dal modello riabilitativo, anche se sia terapisti che mamme sembrano molto attente a recepire differenti modalità di interazione con i bambini; - non vi sono orari prestabiliti per i trattamenti, ma solo giornate e quando un bambino arriva aspetta il suo turno; - le volontarie si occupano di tutti i bambini a seconda della disponibilità del momento e dell‟ordine di arrivo, non è presente il concetto di figura di riferimento per bambino e famiglia, non è conosciuta l‟idea di un settino per lo svolgimento delle attività riabilitative; - nell‟unità di logopedista viene utilizzata una modalità figurata/verbale di stimolazioni del linguaggio a piccolo gruppo (cartelli con disegno di oggetti, scritto del nome e verbalizzazione della parola con molta enfasi); - ci viene riferito che alcuni bambini, che erano sempre stati in casa prima dell‟arrivo al Centro e che non avevano mai parlato, dopo questo intervento hanno iniziato a parlare ed alcuni hanno anche potuto essere accolti alla scuola pubblica; Il servizio di riabilitazione è aperto 5 giorni a settimana per 3 – 4 ore il giorno (dalle 11 alle 14 ). 22 8. LE RICHIESTE DEL MINISTERO DELLA SANITÀ (MOH) E LA VALUTAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI In seguito ai due incontri con il Dr. Hisham Tenbakji, direttore del Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione del Ministero, sono stati discussi i bisogni formativi dei fisiatri e dei tecnici ortopedici e sono state individuate alcune linee per estendere la formazione alle figure sanitarie principali coinvolte nel percorso riabilitativo del bambino con disabilità neurologica motoria (medici specialisti fisiatri, fisioterapisti, tecnici ortopedici). 8.1 Medici specialisti In Siria non esiste la figura del Neuropsichiatria infantile. Vi è un servizio di neurologia all‟ospedale pediatrico dell‟università (Ministry of Higher Education) di Damasco, che si occupa principalmente di diagnosi e terapia d‟urgenza. E‟ il solo servizio neurologico specifico per l‟età pediatrica nel sistema pubblico. La riabilitazione infantile, secondo la Legge di riforma della sanità del 2004 (Allegato 3: Disability law in Syria), viene attribuita alla competenza specialistica del dipartimento di riabilitazione, cui fanno capo i medici specializzati in fisiatria. Non esistono in Siria fisiatri con formazione specifica sull‟età evolutiva. La scuola di specializzazione non prepara sull‟argomento e scarsa sembra anche la conoscenza di base dello sviluppo infantile. Sembra esservi una buona motivazione da parte di alcuni fisiatri già operanti nel Dipartimento di Riabilitazione del Ministero, ad occuparsi di questo ambito della riabilitazione. Del resto al Dipartimento stesso (che è in fase di ampliamento strutturale con un futuro reparto che prevederà anche dei letti di degenza) è attivo un ambulatorio di cure riabilitative frequentato da bambini con patologie neurologiche. 8.2 Fisioterapisti Non esiste per i fisioterapisti siriani una formazione specifica sul bambino durante gli anni di formazione. Con il supporto del WHO è stato istituito un corso di 2 anni per fisioterapisti, cui sono ammessi studenti con il diploma di scuola media superiore. Ora in Siria, oltre a Damasco, vi sono istituti per la formazione di fisioterapisti anche a Homs, Aleppo e Deir Al Zoor. Il curriculum dovrebbe essere aggiornato, in quanto è ancora quello iniziale. Vi sono piani per cambiare questa formazione in un corso di tipo universitario di 4 anni. 23 8.3 I tecnici ortopedici In Siria i tecnici ortopedici sono dipendenti del ministero della sanità (MOH) ed operano all‟interno del dipartimento di riabilitazione. Il dipartimento si è dotato recentemente di apparecchiature di importazione tedesca per la costruzione in loco di ortesi e protesi d‟arto. E‟ stata svolta all‟estero (Svezia) una formazione per la produzione di protesi d‟arto inferiore. Al momento della prima fase del progetto era in discussione la normativa per l‟accesso agli ausili da parte del sistema sanitario pubblico. Tuttavia le protesi (tutori, carrozzine, deambulatori) non sono fornite dal sistema pubblico. Il ministero avrebbe di recente approvato la copertura pubblica per la fornitura di protesi d‟arto superiore ed inferiore e per corsetti per scoliosi. 8.4 I bisogni formativi percepiti e richiesti da parte del Ministero La richiesta iniziale del ministero è stata di approfondimento di alcuni ambiti specifici della formazione all‟intervento riabilitativo per i bambini con danno neurologico. Queste le richieste iniziali da parte del responsabile della riabilitazione (discusse e modificate successivamente): - Sviluppo del bambino - Tecniche riabilitative (in particolare richiesta di formazione a tecniche specifiche come Vojta e Bobath) - Modalità di somministrazione della tossina botulinica e criteri di prescrizione - Gait analysis - Chirurgia funzionale - Applicazione dell‟ICF – CY - Formazione di fisiatri, fisioterapisti e tecnici ortopedici - Produzione di ortesi (arto inferiore) – plantari - Produzione di sistemi di postura (posizione seduta) - Produzione di sistemi per la stazione eretta - Produzione di corsetti 8.5 Le proposte formative concordate con MOH e le strategie di programmazione E‟ stato spiegato al responsabile l‟enorme cambiamento dell‟approccio riabilitativo avvenuto negli ultimi 15-20 anni ed è stato concordato che la formazione sarebbe impostata a partire 24 dalle acquisizioni scientifiche più recenti. In seguito alla missione in Italia del responsabile del Ministero della Sanità Siriano per lo sviluppo della attività sanitarie di riabilitazione in Siria, missione avvenuta nel novembre 2008, e alla sua presa di coscienza della realtà italiana organizzativa e scientifica, è stato possibile definire e concordare tra i partners (Ministero della Sanità e ZAM da parte siriana e Armadilla e Fondazione Mariani da parte italiana) gli obiettivi generali e specifici e delineare una strategia di intervento. 9. IL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI: LE ATTIVITÀ’ REALIZZATE NEL 20092010 Obiettivo generale: Migliorare l’assistenza ai bambini disabili affetti da disturbi neurologici in Siria ed in particolare nella zona di Damasco Per il conseguimento degli obiettivi si sono stabiliti alcuni punti da sviluppare nel corso dei due anni successivi tenendo conto sia dei bisogni del Ministero che dell‟implementazione dei Servizi riabilitativi dell‟Unità di fisioterapia di ZAM: - Modificare la percezione dell‟intervento riabilitativo concepito come tecnica o intervento di rinforzo muscolare a favore di una comprensione dei modelli di funzionamento del sistema nervoso centrale del bambino sano e patologico ed una rilettura delle basi per l‟intervento adottando il modello del motor learning, dell‟intervento riabilitativo attraverso il gioco guidato e della family Centered Care mediante una formazione sia teorica che pratica - Organizzare eventi formativi rivolti a medici, terapisti e tecnici e momenti di formazione sul campo (interventi diretti del medico e/o del terapista della riabilitazione) sia presso la sede di ZAM che presso l‟ambulatorio del Ministero. - Prevedere momenti di formazione, in particolar modo per la figura del medico fisiatra, in Italia. - Approfondire le modalità più idonee per affrontare la formazione dei tecnici ortopedici alla luce della realtà italiana (attività che si svolge presso officine private) e delle normative siriane (capacità locale di produrre ausili presso officine private, ma assenza di possibilità di fornitura di ausili per i bambini 25 con il sistema sanitario pubblico per una normativa legislativa che al momento non prevedeva la fornitura con il Servizio Sanitario Nazionale) - Implementare a ZAM le figure professionali tecniche (medico fisiatra, fisioterapista) le loro competenze e quelle delle volontarie e la consapevolezza e partecipazione delle famiglie ai processi di cura. - Sviluppare per ZAM una rete di conoscenze e di punti di riferimento a Damasco per la presa in carico multidisciplinare allargata dei bambini afferenti al servizio di fisioterapia. - Migliorare la dotazione degli ausili e degli strumenti adattati per il gioco guidato per l‟ambulatorio di Zam. - Formare fisioterapisti, tecnici ortopedici e fisiatri alla progettazione e costruzione di semplici sistemi di postura per la posizione seduta e la stazione eretta utilizzando materiale povero, ma predisposto con finalità di corretto supporto posturale e prevenzione del danno ortopedico e favorire l‟utilizzo di questi ausili in famiglie e a scuola; - Favorire modalità corrette per valutare ed intervenire sull‟alimentazione del bambino con grave disabilità e deficit della motricità orofacciale; 9.1 Primo Obiettivo specifico : Rafforzare e migliorare le competenze tecniche e l’assistenza ai bambini disabili della municipalità di Hajar Al Aswad. 9.1.1 Il Nuovo Centro Zam Il nuovo centro ZAM é localizzato su un terreno di 1000 m2 . Il terreno e stato donato dal Ministero degli Affari Sociali. Facilmente raggiungibile, tra un‟importante arteria di comunicazione ed 2 scuole primarie, il terreno e a circa un km di distanza dalla vecchia sede. Armadilla e ZAM, con una donazione di una fondazione privata, hanno implementato il progetto di costruzione del nuovo centro un palazzo di 2 piani per una superficie totale di 500 m2. (Allegato 4: Pianta ZAM) Il piano terra dedicato alle unità di servizi per bambini disabili (riabilitazione, intervento precoce, logoterapia e classi di educazione) mentre il primo piano é dedicato all‟unità di donne (alfabetizzazione formazione professionale per donne). Vi si trovano una grande sala 26 polivalente e l‟amministrazione. Un giardino educativo circonda il centro, realizzato nel quadro di un progetto di ZAM con UNDP sulla sensibilizzazione sull‟ambiente. Il nuovo centro ZAM a Hajar al Aswad é stato inaugurato sotto il patronato del Ministero del Affari Sociali a giugno del 2009. Mentre la vecchia sede aveva solo due sale a disposizione per vari servizi del centro, il nuovo centro ha consentito a tutte le unità uno spazio di lavoro dedicato (tranne la logopedia e classe di educazione per piccoli che condividono la stessa aula) 9.1.2 I cambiamenti nell‟unità di fisioterapia Premessa: si decide con la Direzione del Centro e in accordo con il Ministero della Sanità (MOH) di concentrare l‟intervento principalmente sull‟Unità di Fisioterapia di ZAM, che raccoglie circa un terzo delle presenze dei bambini, in quanto a questa fascia appartengono i bambini con problematiche neurologiche più severe, che accedono anche precocemente, spesso su segnalazione da parte dell‟Unità di early intervention quando il ritardo di sviluppo rilevato riguarda l‟area motoria. Una scelta di questo tipo è anche in linea con gli accordo presi con il Ministero per la formazione dei medici fisiatri, terapisti e tecnici ortopedici del servizio sanitario pubblico prevista all‟interno del progetto. IL MODELLO RIABILITATIVO IN ATTO ALL‟INIZIO DEL PROGETTO (punti sui quali si è lavorato per un cambiamento): - Accesso con scheda generica di accettazione al centro; - Valutazione medica (neurologo o pediatra) non costante e non preliminare all‟avvio del lavoro riabilitativo e compilazione di scheda sanitaria; - Genitore e bambino indirizzati al trattamento riabilitativo senza una definizione diagnostica e degli obiettivi della presa in carico; - Non definizione di orario (accesso definito in frequenza settimanale, non in orario, lunghe attese di mamma e bambino); - Assenza di persona di riferimento tra le volontarie; Da parte del terapista: approccio tramite mobilizzazione passiva, rinforzo muscolare attivo seguito da posizionamento in statica da supino; - Da parte delle volontarie: intervento di massaggio 27 CAMBIAMENTI PROPOSTI E AVVIATI: - Invio da parte del Ministero della Sanità. Dipartimento di Riabilitazione di un fisiatra (selezionato anche per partecipare a tutti gli eventi formativi in sede e in Italia) che è stato presente da Luglio 2009 a Luglio 2010 (all'inizio 2 volte a settimana e poi una volta a settimana per circa 4 ore). Lo specialista ha proseguito con accesso volontario una volta a settimana circa 4 ore e mantiene la sua presenza di supporto al Centro - Introduzione di una scheda riabilitativa (Allegato 5: Scheda riabilitativa) - Valutazione della sviluppo e della disabilità con definizione degli obiettivi terapeutici e richiesta degli approfondimenti diagnostici - Condivisione con terapista e volontarie e famiglie degli obiettivi di intervento - Incontri tra fisiatra, terapista e volontarie: inizialmente fra fisiatra terapista e volontarie 1 volta a settimana per circa 2 mesi., successivamente: confronti con fisiatra, terapista e volontarie sui pazienti una volta a settimana da circa un anno e mezzo (Introduzione dell‟équipe!). - definizione degli orari di terapia per i bambini; - attribuzione di una volontaria di riferimento; - accesso al trattamento ed attivazione di un setting specifico a seconda degli obiettivi con utilizzo del gioco - verifiche periodiche da parte del medico fisiatra con ridefinizione degli obiettivi - costruzione di piccoli ausili posturali su misura con materiale a basso costo (gesso, gommapiuma) - avvio di una formazione rivolta a volontarie e famiglie per una corretta modalità di alimentazione per il bambino grave. 9.1.3 Le patologie più frequenti e le problematiche riabilitative affrontate Periodo 2008 – 2010: Nel triennio 2008-10 il numero dei bambini seguiti a ZAM mensilmente, pur registrando un incremento rispetto al periodo che ha preceduto l‟avvio del progetto, è stato relativamente stabile, questo fatto è dovuto all‟impossibilità ad ampliare il personale volontario e a trovare un secondo fisioterapista disponibile ed in grado di formarsi. Il centro, in accordo con i responsabili del progetto, ha pertanto puntato su cambiamenti di tipo qualitativo che sono stati molto rilevanti. 28 Numeri totali dei bambini e degli accessi nei tre anni (2008,2009,2010) # bambini unita fisioterapia 70 60 50 2008 40 30 2009 2010 20 10 0 gen febb marzo aprile maggio giugno luglio agos accesso centro ZAM 3 2 1 130 2010 accesso annuo 128 2009 anno 139 2008 29 sett ott nov dic classificazione bambini unita di fisioterapia per eta 2008 0-3 4-6 7-12 12> classificazione bambini unita di fisioterapia per eta 2009 0-3 4-6 7-12 12> classificazione bambini unita fisioterapia per eta 2010 0-3 4-6 7-12 12< 30 Distribuzione patologie alla chiusura del progetto (febbraio 2011) classificazione patologie Torcicollo congenito 2% tetraplegia genetica 3% Tetraplegia 6% spina bifida 6% scoliosi 2% Ritardo sviluppo psicomotorio 13% CP 52% ERB paralisi 9% Elbow contarcture 2% Sindrome down 2% Distrofia muscolare 3% 31 E‟ evidente una percentuale notevole di accessi di bambini della fascia di età 0 -3 anni, segno di una sensibilizzazione del territorio all‟intervento precoce, argomento molto sviluppato a livello teorico nei corsi di formazione che si sono tenuti nell‟ambito del progetto stesso (vedi paragrafo successivo). Rispetto ai dati raccolti nel periodo precedente al progetto si registra una maggiore accuratezza diagnostica. A partire da giugno 2009 infatti i bambini: - sono stati visitati dal Fisiatra inviato dal Ministero che successivamente ha proseguito la sua consulenza con un accesso alla settimana presso l‟Unità di Fisioterapia ; - assieme al fisiatra è stata redatto per ogni bambino un piano riabilitativo che è stato condiviso con il fisioterapista, con le volontarie e con la famiglia; - sono stati definiti orari e frequenza settimanali - è stato definito il bisogno di ausili; - sono stati chiesti ed eseguiti alcuni accertamenti diagnostici; - è stato aperto un dialogo con le famiglie cercando di coinvolgere in particolare le mamme, che nel modello precedente erano abituate a delegare il bambino totalmente nelle mani del terapista e delle volontarie percependo l‟intervento ri-abilitativo come qualcosa di tecnico e sanitario e quindi avulso dalla realtà della relazione del bambino nel suo contesto di vita; - sono stati individuati i bambini con maggiori difficoltà posturali e senza ausili che facilitassero la possibilità di stare seduti; - sono stati individuati i bambini che presentavano difficoltà di alimentazione per definire alcune linee di intervento Nei 60 bambini seguiti nel servizio al momento della chiusura del progetto (febbraio 2010) le schede riabilitative utilizzate riportavano gli obiettivi del trattamento ed un giudizio espresso dal terapista, volontarie e fisiatra circa i risultati. Un miglioramento nelle competenze motorie è stato segnalato in 46 bambini su 60 (76.6%). In 18 dei 46 bambini migliorati (39%) gli operatori segnalavano anche un miglioramento in altre aree di sviluppo (esplorazione visiva, comunicazione, interazione affettiva e stabilità emotiva). Questi dati indicano un aumento dell‟attenzione degli operatori verso il bambino nella sua globalità ed una maggiore capacità di intervenire sul danno motorio a partire dall‟interazione rispetto ad un modello precedente molto meccanicistico e passivo. 32 9.1.4 Gli ausili L‟equipaggiamento comprendeva inizialmente 7 lettini, 3 vecchie lampade ad infrarossi, 2 vibromassaggiatori, 2 stufe rispettivamente per idroterapia e per terapia con paraffina, 1 apparecchio ad ultrasuoni per massaggio cutaneo, un neurostimolatore, 1 cyclette per bambini, 2 piccole spalliere, set di palloni e cilindri. Una sbarra per deambulazione 1 deambulatore 4 statiche. Nel corso del progetto è stata implementata la dotazione interna di ausili e materiale per la riabilitazione attraverso sia acquisti che donazioni. Attualmente sono presenti: 4 tavoli per trattamenti riabilitativi - altezza regolabile 2 statiche da prono per bambini 1 statica per bambini 2 deambulatori anteriori 1 deambulatore posteriore parallele per deambulazione Specchi 7 tappeti rivestiti da teli colorati Giochi motori e cognitivi vari 1 lavagna Giochi acquistati con donazione moglie dell‟Ambasciatore Italiano a Damasco Pallacanestro e 5 palloncini Percorso colorato di plastica Barile di plastica Giochi cognitivi e manuali (Dressing frames per imparare la manualità bottoni, zip, allacci ...etc) maschio e femmina, Marionette (animali e mestieri) 4 vari tipi di palloni per la riabilitazione 2 a forme di animali Gli ausili posturali in gesso e gommapiuma Durante le missioni formative è stato affrontato l‟argomento della gestione delle posture nei bambini con disabilità motoria (vedo paragrafo successivo) e della prevenzione del danno ortopedico. Queste missioni sono state l‟occasione non solo di formare il personale alla costruzione di piccoli ausili su misura, ma anche di fornire ai bambini ci ZAM (e ad alcuni bambini 33 dell‟ambulatorio del Ministero) alcuni ausili per la posizione seduta, per la stazione eretta che hanno contribuito a poter posizionare i bambini in posizione seduta stabile per partecipare alla vita di famiglia e alle attività scolastiche (molti bambini non sono dotati di passeggini o carrozzelle e, se non sono in grado di mantenere la posizione seduta, trascorrono le giornata o in braccio ad un familiare o sdraiati a terra Elenco dei piccoli ausili su misura costruiti durante il corso di formazione: 2 seggiolini bassi in gesso di tipo attivo (bambini con sufficiente controllo del tronco e della prensione) 3 seggiolini alti con poggiatesta (bambini con forma tetraparetiche e gravi difficoltà di controllo posturale e di posizionamento seduto e con difficoltà ai alimentazione) 1 doccia pelvi-podalica in gesso per la posizione eretta (bambino con grave rischio di lussazione, ma con discrete possibilità di verticalizzazione) 1 sistema di postura in gommapiuma ( bambino di 2 anni molto disturbato emotivamente, ma con bisogno di mantenere la posizione seduta stabile per investire sull‟uso della manualità) 1 divaricatore in gommapiuma per il cammino guidato 1 divaricatore per lo spostamento a carponi preventivo della postura seduta a Y (trotte lapin) 1 cuscino posturale in gommapiuma 2 calchi per plantari a guscio con correzione della deformità del piede (i plantari saranno confezionati dai tecnici ortopedici) Durante le missioni successive i formatori insieme ai partecipanti hanno aggiustato 3 seggiolini e costruito uno nuovo seggiolino di gesso e uno di gommapiuma. Durante la missione cui ha partecipato il tecnico ortopedico italiano assieme ai tecnici del DPMR sono stati realizzati inoltre: 1 AFO 1 doccia pelvi-podalica in materiale plastico + ginocchiere in gesso 1 seggiolino in materiale plastico 2 seggiolini di gommapiuma 2 seggiolini alti di gesso con incastro in gommapiuma per appoggio per terra attraverso una nuova tecnica proposta dall‟esperto tecnico ortopedico che i partecipanti non avevano sperimentato durante i corsi precedenti 2 seggiolini bassi di gesso con incastro in gommapiuma per appoggio per terra 1 taping 34 9.1.5 I problemi di nutrizione e crescita Sono emersi molto problemi relativi alle difficoltà di alimentazione correlate alla disabilità motoria. I bambini più problematici sono stati individuati attraverso un questionario sull‟alimentazione e valutati nel corso di una delle missioni formative teorico pratiche. Il questionari ha consentito di individuare i casi più gravi e bisognosi di intervento (Allegato 6: Questionario sull‟alimentazione) Alcuni bambini sono stati successivamente seguiti con indicazioni alla famiglia ed alle volontarie per favorire posture corrette durante il pasto e modalità di facilitazione della masticazione. I casi più problematici sono stati discussi con il fisiatra ed il pediatra. Al termine del progetto il fisiatra del centro ha riferito che i problemi di malnutrizione si sono sensibilmente ridotti con l‟adozione da parte delle volontarie e delle mamme delle strategie di alimentazione apprese durante le sessioni formative. 9.1.6 Il ruolo dei volontari Tutti i volontari vivono a Hajar el Aswad o le circostanti vicinanze, un elemento che fa di loro i candidati migliori per un centro sociale community based. Il gruppo attuale di volontarie ha un lodevole impegno per il lavoro e un legame con il gruppo di beneficiari con cui lavorano. E‟ presente una buona relazione di gruppo con molta capacità di 35 sostegno reciproco, elemento che si è dimostrato molto utile per le nuove arrivate che non avevano seguito i principi del CBR. I volontari dell‟associazione che lavorano presso il centro di Hajar Al-Aswad erano inizialmente 18 donne. Attualmente sono 21 le volontarie che ricevono incentivi dal centro oltre a altre 2 che lavorano nell‟unità di educazione per piccoli e grandi e sono considerate volontarie di secondo grado. Le volontarie dell‟unità di fisioterapia nell‟arco della vita del progetto sono riuscite a passare dal ruolo di assistenti esecutrici alle proposte del fisioterapista ad un ruolo attivo nell‟elaborazione dell‟implementazione del piano di terapia proposto dal medico fisiatra, attraverso un processo di “empowerment di genere”. Le volontarie sono state incoraggiate a discutere, elaborare, ragionare, preparare il loro lavoro, avendo la sensazione di crescere professionalmente. 9.1.7 Il lavoro con le famiglie Sostegno al ruolo della famiglia, in particolare della donna, nella gestione del bambino con disabilità neurologica con applicazione a ZAM dei concetti della Family Centered Care cercando il coinvolgimento attivo del terapista, delle volontarie, attivando momenti di discussione tra le famiglie e la direzione, tra le famiglie e la mini equipe, tra le famiglie ed il medico. Le famiglie seguite al centro si sono trovate ad affrontare, assieme alle volontarie e al terapista, un importante cambiamento nel setting riabilitativo. Non è stato facile inizialmente trasmettere il messaggio che l‟obiettivo del trattamento non era che il bambino diventasse “meno rigido”, ma che vi fosse una reale promozione di tutti gli sviluppi che andava sviluppata a partire da modifiche del contesto, con l‟utilizzo del gioco adattato. Nel corso del 2009/2010 sono stati pertanto svolti per spiegare e condividere il nuovo approccio riabilitativo: - 3 incontri con fisiatra – direzione ZAM – famiglie dei bambini dell‟unità di fisioterapia; - 1 incontro del fisiatra con famiglie dei bambini che frequentano tutte le altre unità del centro ZAM - 1 incontro con fisiatra – direzione ZAM – Responsabile scientifica del progetto Mariani Dott.ssa Marina Rodocanachi con famiglie dei bambini dell‟unità di fisioterapia per spiegare e rispondere ai dubbi dei genitori sul nuovo approccio riabilitativo. - un ulteriore incontro era previsto, anche a commento del questionario somministrato alle famiglie, nell‟ultima missione prevista per aprile 2011 a conclusione del percorso (missione sospesa per la situazione di instabilità creatasi nel paese). 36 9.1.8 Sviluppo di una rete di riferimenti per le famiglie e per i bambini Con la responsabile locale di Armadilla, il medico fisiatra di riferimento del Centro ed attraverso alcuni incontri presso le sedi di altre istituzioni è stato redatto un elenco dei centri principali che si occupano di bambini con disabilità sul territorio di Damasco e sono stati elencati i principali centri per svolgere approfondimenti diagnostici per una presa un carico multidisciplinare della disabilità e per consentire alle famiglie di avere dei riferimenti per gli aspetti più complessi della disabilità. La struttura gestionale di ZAM non ha consentito che potesse essere pubblicato un opuscolo con i riferimenti, tuttavia la presenza di luoghi di riferimento è a disposizione del personale medico per l‟invio di eventuali bambini che necessitino di approfondimenti diagnostici. Inoltre è stata definita una collaborazione tra ambulatorio del ministero e ZAM, che potrà essere attivata soprattutto per la produzione di piccoli ausili. 9.1.9 Questionario per le famiglie sulla qualità della vita e delle cure Nell‟ottica di verificare le ricadute sulla famiglie e sul personale di ZAM dei cambiamenti 37 nell‟approccio riabilitativo è stata discussa con la Direzione di ZAM l‟ipotesi di somministrare un questionario che, nel rispetto della realtà culturale e sociale locale, valutasse le ricadute sulla famiglie dei cambiamenti attuati. E‟ stato mostrato il questionario MPOC 20 del Can Child (1998, Woodside, Rosenbaum, King & King, Can Chil Center for Disability Research) e sono inoltre state mostrate le proposte redatte dal dr. Cerioli (www.riabilitazioneinfantile.com) di 7 questionari (qualità della vita del genitore, qualità della vita del figlio, qualità delle cure, partecipazione, attività, prospetto complessivo). La Direzione del Centro ha selezionato le domande più adatte alla cultura locale ed alla realtà del Centro dai questionari di Cerioli scegliendo le 10 domande sulla qualità della vita del genitore e 7 domande dalla scheda sulla qualità delle cure. Le domande sono state tradotte in arabo e somministrate alle famiglie. Hanno risposto 43 famiglie di bambini seguiti dall‟Unità di fisioterapia (Allegato 7). E‟ stato somministrato inoltre un questionario di 10 domande a 6 volontarie secondo il modello della family centered care per professionisti (Allegato 8) e sono state rivolte alla Direttrice del centro alcune domande specifiche per verificare il suo giudizio complessivo sul progetto (Allegato 9). E‟ evidente un buon livello aderenza ad un modello di tipo partecipativo ed un‟apertura alla famiglia. Rispetto al giudizio del Ministero è stato proposto un questionario al responsabile del Ministero, che tuttavia ha ritenuto più indicato rispondere attraverso una relazione. (Allegato 10) 80 60 40 20 0 Qualità della vita Qualità delle cure 70 42 36.023 36.093 Totale 43 famiglie 9.2 Secondo Obiettivo specifico Migliorare le competenze riabilitative del personale medico e paramedico locale Per il conseguimento di questo obiettivo sono stati organizzati eventi formativi teorico-pratici a 38 Damasco rivolti sia al personale di ZAM che al personale del Ministero della Sanità (medici in prevalenza fisiatri, fisioterapisti e tecnici ortopedici). Ogni missione formativa italiana ha previsto anche momenti di valutazione clinica ai fini riabilitativi di bambini seguiti sia a ZAM che presso l‟ambulatorio del Ministero in presenza di medici e fisioterapisti locali. Alcune missioni sono state di “formazione sul campo” con presenza di personale italiano direttamente presso le due strutture. Inoltre sono stati organizzati momenti formativi in Italia essenzialmente per medici fisiatri. 9.2.1 Gli eventi formativi a Damasco: obiettivi – personale formato – ricadute cliniche PRIMA MISSIONE: Damasco 15 - 22 Marzo 2009 Personale italiano coinvolto: Un medico Neurofisiatra (Marina Rodocanachi) . 2 TNPEE (Daniela Cambiaghi . Alessandra Ciannella) EVENTO FORMATIVO Child Development and Rehabilitation in neurological and developmental DisordersMarina Rodocanachi, Daniaela Cambiagli, Alessandra Cannella Damasco, 15-16 Marzo 2009 – sala Convegni Ministero della Sanità Durata: 2 giorni – 14 ore Numero Partecipanti 25 Professioni e appartenenza: Fisiatri, fisioterapisti del MOH Fisioterapista e volonatri di ZAM Fisioterapisti del Ministero degli Affari sociali Terapisti della Syrian Association for the Disabled AAMAL L‟evento è stato concepito per gettare le basi teoriche dei cambiamenti avvenuti negli ultimi 20 anni relativamente all‟approccio riabilitativo al bambino con danno neurologico alla luce dell‟avanzamento delle neuroscienze. Era la prima volta che, a livello di formazione nazionale, veniva affrontata in Siria questa tematica. Al corso è stata data particolare rilevanza, con apertura dell‟evento da parte del Ministro della Sanità. Era presente il rappresentante dell‟ambasciata italiana per la cooperazione. 39 FORMAZIONE PRATICA (valutazioni riabilitative effettuate alla presenza del personale locale e delle famiglie con spiegazione dei bisogni clinici e degli obiettivi primari dell‟intervento riabilitativo) Damasco: 18,19 e 21,22 Marzo 2011 BAMBINI VISITATI A ZAM: 19 BAMBINI VISITATI AL MINISTERO: 3 Sono stati valutati in totale 22 bambini. Alla valutazione è seguita l‟esemplificazione di alcune possibili strategie di intervento mirato ed un dialogo con i genitori (in prevalenza le mamme). Uno o più medici fisiatri hanno seguito tutte le valutazioni mentre una pediatra era presente per la valutazioni dei bambini di ZAM. Presenti al ministero i terapisti che lavorano sul bambino e a ZAM il terapista e le volontarie Sono stati discussi con i medici alcuni bisogni più specificamente sanitari (approfondimenti diagnostici, radiologici, nutrizionali edi salute di base….). E‟ stato lasciato a ZAM del materiale sia di gioco e specifico (tappeto riabilitativo, materiale per le stimolazioni visive). E‟ stata apprezzata e condivisa la modalità di lavoro con il bambino a tappeto anziché sul lettino riabilitativo. Sia le mamme che le volontarie hanno mostrato 40 sensibilità e capacità nel comprendere i bisogni dei bambini e le strategie di gioco facilitanti che venivano fatte vedere loro dalle terapiste e spiegate in relazione al bambino su cui si stava lavorando SECONDA MISSIONE Damasco: 3 Luglio – 8 settembre 2009 Personale italiano coinvolto e periodo: - TNPEE Daniela Cambiagli: 3 luglio – 8 settembre 2009 2 mesi di lavoro sul campo; - Fisioterapista Monica Perjini: 26 Luglio 2009 14 agosto 2009, 2 settimane di lavoro sul campo Sedi della formazione: 3 gg a settimana a ZAM e 2 gg a settimana al DPMR FORMAZIONE PRATICA: Lavoro sul campo a ZAM e al ministero affiancando le terapiste e le volontarie ed interagendo con le famiglie Le terapiste hanno lavorato sull‟approccio partecipativo e di equipe. In più ognuna delle due ha studiato i casi di bambini secondo la propria competenza, ha dato consigli ai genitori e formato i volontari di ZAM e le terapiste del DPMR. Le terapiste durante la loro missione hanno organizzato vari momenti formativi (di 2 ore ciascuno) per lo staff dell'unita di fisioterapia di ZAM. Tali sedute sono state la prima occasione in cui sono stati coinvolti tutti i volontari insieme al medico fisiatra. Le terapiste, osservando il lavoro dei volontari hanno individuato bisogni formativi e conseguentemente hanno dato a questi priorità, elaborando materiali didattici adeguati per illustrare le informazioni teoriche. 41 TERZA MISSIONE: Damasco 26 Ottobre 2009 – 4 Novembre 2009 Personale italiano coinvolto: 2 medici fisiatri (Marina Rodocanachi – Odoardo Picciolini) EVENTO FORMATIVO: The 4th Pan Arab Congress of Physical Medicine and Rehabilitation “Physiatry for better quality of life” Damascus October 29-31, 2009 Il Dr. Isham Tenbakji ha chiesto specificamente di intervenire alla responsabile del progetto di predisporre interventi mirati ed ha voluto aggiungere un workshop specificatamente dedicato alla riabilitazione precoce del bambino con danno neurologico. Questa formazione è stata svolta con la collaborazione della Fondazione Policlinico di Milano, Dr. Odoardo Picciolini Al convegno hanno partecipato circa 250 persone provenienti da 20 nazioni. Presentazioni esposte: 1.Cerebral Palsy: rehabilitation and follow up Marina Rodocanachi MD - Don Calabria Institute - Mariani Foundation 42 2. Reasons for Rehabilitation in Cerebral Palsy Marina Rodocanachi MD - Don Calabria Institute - Mariani Foundation Milan, Italy 3. Can we prevent hip dislocation in children with cerebral palsy? A pilot study Odoardo Picciolini MD – Fondazione Policlinico, Milano 4. Stretching casts in the shortening of triceps surae in children with CP Results before and after rehabilitation Odoardo Picciolini MD – Fondazione Policlinico, Milano 5 Workshop on Cerebral Palsy (5 hours ): Cerebral Palsy: rehabilitation and follow up Marina Rodocanachi, Italy What are children at risk? (mainly premature) Odoardo Picciolini, Italy Follow up and outcomes of anomalies and descriptions of the main neuroimaging features – Neurofunctinal evaluation and classification Odoardo Picciolini, Italy Early Intervention Marina Rodocanachi and Odoardo Piccciolini . Italy Esperienza molto positiva nel corso della quale si sono verificati momenti di scambio con fisiatri e fisioterapisti sia di distretti periferici della Siria, sia di altri professionisti di nazioni rappresentate al convengo. In particolare nella discussione che ha avuto luogo nel corso del workshop è stata colto un grande interesse verso l‟approfondimento della presa in carico dei bambini con paralisi cerebrale infantile. 43 FORMAZIONE PRATICA (valutazioni riabilitative effettuate alla presenza del personale locale e delle famiglie con spiegazione dei bisogni clinici e degli obiettivi primari dell‟intervento riabilitativo) Damasco: 28 Ottobre e 3 Novembre 2009 BAMBINI VISITATI A ZAM :12 bambini (età compresa tra 14 masi e 9 anni) Obiettivo: valutare il progetto riabilitativo in atto anche alla luce della formazione svolta dalle TNPEE durante i mesi estivi e di verificare le necessità di fornitura di fornitura di piccoli ausili su misura (da eseguire nel corso della prossima missione). Le valutazioni sono state effettuate in 44 presenza del Fisiatra del centro, del personale e delle famIglie, con valenza formativa e discussione successiva dei casi. Osservazioni sui cambiamenti riscontrati: - Ottima accettazione da parte del personale di ZAM della figura del fisiatra dr. Mohannad che viene stimato e le cui indicazioni sono ascoltate dalle famiglie - Cambiamento del setting terapeutico con uso del gioco nella seduta, (percorso ancora da consolidare, ma avviato) - Maggior partecipazione dei bambini e minor stress (pianto, rifiuto…) - Orari di accesso organizzati (precedentemente i bambini venivano ad accesso libero) - Utilizzo del materiale a contrasto proposto dalle terapiste italiane per l‟attenzione visiva, si tiene conto degli schemi di proposte di attività indicati dalle terapiste italiane (schemi disegnati per volontarie e mamme) e lasciati al Centro - Riferimenti stabili dei bambini alle volontarie con possibilità di lavorare sulla fiducia del bambino e dei genitori - Iniziale attivazione del lavoro di gruppo tra terapista e volontari (descrittomi dalle terapiste Daniela e Monica) QUARTA MISSIONE Damasco 14 - 18 Febbraio 2010 Personale italiano coinvolto: 1 medico neurofisiatra (Marina Rodocanachi), 3 TNPEE (Giuseppina Viganò, Valentina Gestra, Simona Maspero), 1 fisioterapista (Massimo Cozzaglio) EVENTO FORMATIVO TEORICO-PRATICO Damasco, Hajar Al Aswad - Centro di Riabilitazione ZAM 14 – 18 Febbraio 2010 Istituto Don Calabria, Milano - Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani – Armadilla WORKSHOP: Postural motor assessment of children with cerebral palsy or multihandicap in terms of improving antigravity postural skills Training on building postural aids from plaster and foam for the sitting and the standing position. Massimo Cozzaglio, Valentina Gestra, Simona Maspero, Marina Rodocanachi, Giuseppina Vigano Partecipanti al corso teorico: 20 tra medici fisiatri, terapisti e tecnici ortopedici del DPMR, Terapista e volontari di ZAM e 2 45 terapisti dell‟Associazione Light and Flowers. Partecipanti al corso pratico: Come prestabilito dai formatori il corso pratico era riservato per un gruppo ristretto di partecipanti per acquisire bene il lavoro di manualità. Dal Ministero della Sanità hanno partecipato 2 fisiatri, 4 fisioterapisti e 2 tecnici ortopedici Uno dei fisioterapisti dell'Associazione Light and Flowers ha dimostrato grande interesse a partecipare al corso pratico ed è stato quindi ammesso al posto del secondo terapista di ZAM Durata della formazione 5 gg / 8 ore/ La giornata di formazione era divisa in 3 momenti: - valutazione del bambino - costruzione dell‟ ausilio - prova dell‟ ausilio fatto la mattina o la giornata precedente L'équipe insieme ai partecipanti ha costruito 6 ausili di gesso e 4 di gomma piuma I partecipanti hanno provato a costruire 2 ausili con la supervisione dei formatori. Alla fine del corso è stato somministrato un questionario di gradimento e sono stati chieste 46 indicazioni e suggerimenti. I partecipanti hanno mostrato un alto livello di gradimento. Gli argomenti maggiormente apprezzati sono elencati qui sotto Quali argomenti sono stati di particolare interesse per te? Processo di valutazione clinica del bambino e il suo bisogno del tipo di ausili e il suo follow up. Processo di costruzione del seggiolino di gesso e gomma piuma a basso costo Metodo di prendere le misurazioni per costruire gli ausili per la posizione seduta Cercare la posizione adatta per la costruzione degli ausili per la posizione eretta e seduta Acquisizione del concetto di lussazione dell'anca, la sua diagnosi clinica e come misurarla Modo di relazionare con i bambini disabili e capire i loro bisogni dai gesti e i movimenti l'importanza della posizione seduta adatta attraverso la quale si possono avviare capacita funzionali il lavoro di squadra (fra le varie figure) L'importanza di creare una relazione di fiducia fra il terapista e il bambino QUINTA MISSIONE Damasco 27 Giugno – 3 Luglio 201 Personale italiano coinvolto: 1 medico neurofisiatra (Marina Rodocanachi), 1 TNPEE (Giuseppina Viganò), 1 fisioterapista (Massimo Cozzaglio) EVENTO FORMATIVO TEORICO-PRATICO Il bambino con disabilità complessa: disturbi orofacciali ed alimentazione Durata: due giorni (28 e 29 giugno) Sede: Ospedale Ibn el Nafis – Ministero della Sanità Siriano - Damasco Numero di partecipanti: 39 tra medici fisiatri, fisioterapisti e tecnici ortopedici del dipartimento di Medicina fisica e riabilitazione del Ministero della Sanità Siriano, fisioterapisti e volontari dell‟Unità di fisioterapia di ZAM e un pediatra di base che di recente si è reso disponibile per visitare i bambini di ZAM (spesso carenti di cure pediatriche di base). Programma del corso: - Le problematiche del bambino con disabilità complessa - Il significato dell‟alimentazione nello sviluppo del bambino e della relazione con la mamma 47 - Valutazione funzionale ed ipotesi di intervento per facilitare l‟alimentazione nel bambino con disturbi della motricità orofacciale Metodologia del corso: Teorico-pratica con presentazione di video e valutazione di due bambine. Un questionario sulle difficoltà di alimentazione è stato sottoposto a tutte le famiglie dei bambini seguiti a ZAM e ad alcuni bambini seguiti al Ministero in precedenza (invio del questionario dell‟Italia. traduzione in arabo, somministrazione alle famiglie in presenza del medico fisiatra del ministero che presta servizio a ZAM). Il questionario ha consentito ai formatori di individuare preventivamente le problematiche alimentari più frequenti e di “tarare” alcuni aspetti della parte pratica ai bisogni dei bambini. Nei due giorni precedenti il corso sono stati valutati alcuni bambini da parte dei terapisti formatori consentendo di individuare due casi con caratteristiche compatibili con la didattica e di spiegare alla famiglia il significato della valutazione raccogliendo il consenso. Valutazione finale del corso: A fine corso è stato consegnato un questionario ai partecipanti per valutare il contenuto del corso e le performances dei formatori (Allegato 11). La maggior parte dei partecipanti ha scritto di essere interessata ad approfondire in futuro l‟argomento trattato. 48 SESTA MISSIONE Damasco Ottobre – Novembre 2010 Alla sesta missione, prettamente istituzionale e di programmazione, hanno partecipato la dott.ssa Francesca Bellecci e la dott.ssa Marina Rodocanachi. Lo scopo della missione è stato quello di incontrare, insieme ad Armadilla, i diversi partner del progetto e pianificare il programma delle attività ancora da realizzare nell‟ambito dell‟accordo quadro attuale con il Ministero della Sanità discutendo le eventuali proposte e definendo date e contenuti. A novembre 2010 risultava chiusa la contabilità del secondo trimestre della terza annualità di progetto ed era in fase di preparazione la rendicontazione della terza. E‟ stato concordato con la responsabile locale: Inviare ogni mese una scheda con i dati aggiornati dei bambini del centro (patologia, volontario di riferimento, data di inizio riabilitazione, nazionalità) Seguire in maniera costante insieme a Zam la problematica della costruzione dei seggiolini e plantari /ortesi. Possibile accordo con laboratorio privato dei tecnici che hanno seguito il corso. Recuperare pediatra e affiancare/spingere ZAM nel caso in cui non portino avanti le attività concordate. Preparare una brochure per le famiglie con gli eventuali enti di riferimento (ospedali, laboratori altre associazioni). 49 Riprendere il discorso dell‟eventuale rete di collegamento (ospedale pediatrico). Organizzare almeno una volta ogni due mesi organizzare un incontro con i genitori e i terapisti di ZAM. Si è svolto altresì un incontro con l‟Ambasciata Italiana di Damasco, in particolare con il primo segretario e il responsabile della cooperazione italiana accompagnato dall‟esperto sanitario per la cooperazione italiana in Siria. L‟esperto sanitario, interessato al progetto si è recato il giorno successivo a visitare il centro ZAM ed ha espresso grande apprezzamento per il lavoro svolto all‟unita di fisioterapia. Nel corso di questa missione ci viene riferito che ZAM ha firmato un accordo di collaborazione con l‟organizzazione SOS village (SOS village è una organizzazione presente in Siria e in Libano che offre servizi di tutela ai bambini orfani o bambini in situazioni difficile nelle loro famiglie). Offrono ai bambini nelle case di SOS village vitto e alloggio e una persona responsabile che risponde ai loro bisogni materiali e affettivi. (I bambini frequentano le scuole pubbliche fuori dal villaggio). SOS village negli ultimi ha sviluppato una metodologia di lavoro che favorisce il supporto alla famiglia evitando di separare i figli dai genitori (e / o dalla famiglia allargata). Organizzano nelle comunità corsi di capacity building per le donne. L‟accordo con ZAM prevede la realizzazione di sessioni formative alle donne su temi che ZAM e SOS dovrebbero scegliere insieme in piu SOS villane potrebbe mandare dei beneficiari ai vari servizi che ZAM offre. Questa iniziativa dimostra le potenzialità del centro che dovrebbe piano piano iniziare a sperimentare e avere l‟opportunità di farsi conoscere da altre organizzazioni e comunità della zona. Inoltre ZAM e Armadilla sono state invitate a partecipare al Forum Nazionale sulla Disabilità organizzato da AAMAL e organizzazioni UN. L‟obiettivo è quello di coinvolgere enti della società civile e enti pubblici per discutere ed elaborare delle raccomandazioni sugli 8 temi legati sulla disabilità : - La legge - I servizi - L‟inclusione scolastica - Le iniziative private - Le politiche - L‟ambiente - Il lavoro - Lobby e il ruolo dei Media 50 SETTIMA MISSIONE Damasco 2 – 7 Gennaio 2011 Personale italiano coinvolto: 1 TNPEE (Giuseppina Viganò), 1 fisioterapista (Massimo Cozzaglio), 1 tecnico ortopedico (Maaurizio Sibona) EVENTO FORMATIVO TEORICO-PRATICO Disturbi orofacciali ed alimentazione - costruzione di ausili posturali in gesso o gommapiuma per la posizione seduta e per la stazione eretta. Durata: 6 giorni Sede: Dipartimento di riabilitazione del DPMR e ZAM Numero di partecipanti: Ministero della Sanità ZAM 3 medici fisiatri 1 terapista 10 tecnici ortopedici 5 volontarie 8 terapisti Programma del corso: Formazione pratica di follow up su argomenti delle precedenti missioni formative in Siria: postura seduta ed eretta e costruzione di ausili a basso costo per bambini con disabilità e disturbi orofacciali. Sono stati affrontati i seguenti punti : 1. Valutazione, insieme agli esperti, dei casi complessi scelti dai terapisti del Centro ZAM e da quelli del Ministero; 2. valutazione dei bisogni specifici di alcuni bambini per quel che concerne gli ausili per la posizione seduta o eretta e la realizzazione di questi ausili con i tecnici ortopedici; 3. valutazione dei metodi, strumenti e bisogni formativi dei tecnici ortopedici del Ministero I- Corso di formazione pratica – Ministero della Sanità Il corso di formazione, della durata di tre giorni, si è realizzato dal 3-5 gennaio 2011 nella sede del dipartimento di medicina fisica e di riabilitazione (DPMR) Ospedale Ibn el Nafis dove la sala di riabilitazione dei bambini e l‟officina dei tecnici ortopedici sono adiacenti, facilitando così il lavoro di interscambio richiesto da questa tipologia di corsi di formazione pratico - operativa. I-a Preparativi Durante la fase preparatoria del corso il direttore del DPMR ha chiesto ai terapisti di scegliere fra i bambini che frequentano l‟unità di riabilitazione i casi complessi che presentano disturbi 51 orofacciali o che potrebbero aver bisogno di ausili per la posizione seduta o eretta o ortesi per arti inferiori. I bambini sono stati individuati e il lavoro impostato nella seguente modalità: Gli esperti terapisti, insieme ai terapisti del Ministero, valutavano 3 bambini al giorno (per un totale di 9 casi) Il tecnico ortopedico, insieme ai tecnici ortopedici, ha realizzato le ortesi per arti inferiori per 4 bambini. I-b Metodologia Gli esperti terapisti e il tecnico ortopedico hanno partecipato alla valutazione dei casi scelti dai terapisti. Il terapista che segue il piano riabilitativo del bambino presenta ai partecipanti il caso prima di fare entrare il bambino in seduta: nome, età, diagnosi, data d‟ingresso in terapia, le capacità attuali del bambino (motorio, cognitivo, comunicazione) e quale aspetto il terapista vorrebbe valutare (valutazione generale, valutare problemi orofacciali e alimentazione, valutare possibilità di ausili o ortesi...etc) Dopo la presentazione del caso si passa all‟osservazione del bambino in seduta prima con il terapista che lo segue e in un secondo momento con gli esperti terapisti. Dopo la seduta gli esperti discutono il caso e rispondono alle domande dei terapisti in uno scambio di suggerimenti in accordo ai bisogni del bambino. Invece per i bambini che necessitano di ortesi o ausili gli esperti insieme al terapista del bambino discutono il caso con i tecnici ortopedici che lavoreranno insieme al tecnico ortopedico sulla realizzazione dell‟ausilio. I-c Valutazione del corso al MOH Durante le 3 giornate di lavoro al DPMR gli esperti terapisti hanno visto in seduta insieme ai terapisti 10 bambini (invece di 9 - i terapisti hanno chiesto di aggiungere un caso per valutarlo insieme agli esperti. Ciò dimostra l‟interesse del gruppo di terapisti nello scambio utile percepito durante queste giornate di lavoro pratico). Il tecnico ortopedico e i tecnici del DPMR hanno realizzato 1 AFO 1 gouttiere in plastica + ginocchiere in gesso 1 seggiolino in plastica 52 Il direttore del DPMR era molto soddisfatto del lavoro che si stava svolgendo e ha percepito l‟interesse dalla qualità di partecipazione dei beneficiari. II-Corso di formazione pratico a ZAM Durante il primo giorno della missione i formatori hanno visitato il centro ZAM per valutare, insieme al medico fisiatra e il nuovo terapista, le condizione dei bambini che frequentano l‟unità di fisioterapia e che hanno bisogno di ausili per la posizione seduta. Sono stati individuati 7 bambini che sono stati divisi secondo un calendario di lavoro predefinito: 1 pomeriggio dopo MOH valutazione del lavoro dell‟unità di early intervention a ZAM 1 pomeriggio dopo MOH per realizzare 2 seggiolini di gommapiuma 1 giornata per realizzazione di seggiolini di gesso 1 mezza giornata per prova seggiolini e fare seduta con 2 bambini. Dopo le 3 giornate al Ministero i terapisti, aiutati da 2 terapisti e 2 tecnici del DPMR, il medico fisiatra e il nuovo terapista a ZAM hanno lavorato sulla realizzazione di: 2 seggiolini di gommapiuma 2 seggiolini alti di gesso con incastro in gommapiuma per appoggio per terra attraverso una 53 nuova tecnica proposta dall‟esperto tecnico ortopedico che i partecipanti non avevano sperimentato durante i corsi precedenti 2 seggiolini bassi di gesso con incastro in gommapiuma per appoggio per terra. 1 taping L‟ultimo giorno della missione i bambini sono tornati per fare la prova dei seggiolini e sono stati fatti gli aggiustamenti necessari. 2 di loro hanno anche seguito una seduta con i terapisti insieme alle volontarie e al nuovo terapista. La proposta di un corso di solo pratica di un numero di giorni è stata molto apprezzata dai partecipanti e dai formatori che hanno percepito l‟interesse dal livello di attenzione e di partecipazione che ha significato un esperienza di scambio utile per tutti. 9.2.2 Gli stage a Milano: obiettivi – personale formato – ricadute cliniche PRIMO STAGE Visita del Dr Isham Tenbakji, responsabile del Dipartimento di riabilitazione del DPMR, a Milano per definire gli obiettiVi formativi e verificare la congruità delle richieste iniziali. 54 Periodo: 9 – 19 Novembre 2008 Giornate lavorative: 7 Obiettivi della missione: pianificazione strategica della formazione per l‟anno 2009 Contatti: 1. Organizzazione di un servizio territoriale: Istituto Don Calabria 2. Follow up riabilitativo del bambino prematuro: Ospedale Policlinico 3. Modalità di impiego della tossina botulinica: Ospedale Humanits 4. ICF: Istituto neurologico Besta, incontro con Dr.sssa Matilde Leonardi 5. Problematiche visive del bambino con danno neurologico: Istituto Mondino 6. Attività di un‟Officina Ortopedica: visita ortopedia Pirola di Monza 7. Gait Analysis: visita al Laboratorio analisi del Cammino Centro Riabilitativo Don Calabria, Verona Risultati della missione: - Stesura condivisa delle tappe formative successive e degli obiettivi specifici con chiarimenti sul modello di funzionamento della presa in carico riabilitativa nel bambino; - Contatti per poter avviare le prime formazioni ICF in Siria; - Verifica della complessità di realizzazione di alcuni degli obiettivi precedentemente richiesti (Tossina botulinica, gait analysis, percorso formativo in Italia dei tecnici ortopedici) SECONDO STAGE Stage di 2 medici fisiatri: Dr. Mohannad Shihadeh – Dr. Hussam Touma Periodo 17-30 maggio 2009 Sedi: Milano, Istituto Don Calabria – Centro di Riabilitazione (Responsabile Dr.ssa Marina Rodocanachi; Milano Fondazione Policlinico – Regina Elena; Ambulatorio follow up neonatale (responsabile Dr. Odoardo Picciolini); Rozzano, Ospedale Humanitas, Divisione di ortopedia pediatrica (Responsabile Prof. Nicola Portinaio) Giornate lavorative: 10 Argomenti approfonditi: - approccio riabilitativo al bambino con danno neurologico e definizione del percorso 55 riabilitativo; - follow up del bambino prematuro e/o con danno neurologico; - valutazione del danno neuroortopedico nei bambini con paralisi cerebrale infantile con particolare riguardo all‟utilizzo della tossina botulinica. Risultati della formazione: Sono stati monitorati con questionari di gradimento da parte sia della struttura ospitante che da parte del medico in formazione (Allegati 12 e 13). La frequenza è stata assidua, l‟interesse molto elevato ed il giudizio da entrambi le parti molto buono. Entrambi i medici osservano tuttavia che il periodo formativo avrebbe dovuto essere più lungo. TERZO STAGE Stage di 4 medici fisiatri: Dr.ssa Aida Zidan, Dr. Mohanna Shihadeh, Dr. Basem Alsalhani and Dr. Raid Almasharra Periodo 20/9 – 3/10 2010 Sedi: Milano, Istituto Don Calabria – Centro di Riabilitazione (Responsabile Dr.ssa Marina Rodocanachi; Milano Fondazione Policlinico – Regina Elena; Ambulatorio follow up neonatale (responsabile Dr. Odoardo Picciolini); Milano, Istituto di Fisiologia umana. Laboratorio di analisi del cammino Lamb (responsabile dr. Ioannis isaias e Ing. Merzegan) Argomenti approfonditi: valutazione di bambini con paralisi cerebrale infantile e dei risultati delle infiltrazioni di tossina botulinica ottenuti nei bambini trattati; follow up del bambino prematuro e/o con danno neurologico; valutazione di percorsi riabilitativi di bambini con danno neurologico e degli obiettivi dell‟intervento; valutazione di sedute di idroterapia nel bambino; osservazione del laboratorio di analisi del cammino Lamb con aggiornamento sulla valutazione di casi di distonia; partecipazione ad un convegno sul “bambino prematuro, dall‟Ospedale al territorio” presso la Clinica Mangiagalli Giornate di formazione: 11 Risultati della formazione: valutati con I questionari con risultati molto soddisfacenti. 56 QUARTO STAGE Stage di 2 fisioterapisti e di un tecnico ortopedico del Servizio di Riabilitazione del DPMR Periodo 27/3/- 2/4 2011 Sede: Sedi: Milano, Istituto Don Calabria – Centro di Riabilitazione (Responsabile Dr.ssa Rodocanachi; Policlinico Milano – Marina Fondazione Regina Elena; Ambulatorio follow up neonatale (responsabile Dr. Odoardo Picciolini) – Officina Ortopedica Cris – Torino (Tutor tecnico ortopedico Murizio Sibona) Argomenti approfonditi Giornate di formazione: 5 Risultati della formazione: i terapisti hanno avuto modo di seguire le sedute riabilitative presso i due Centri frequentati, affiancandosi alle terapiste. Sono stati forniti di una scheda di osservazione (Allegato 14) e rilevazione delle problematiche dei bambini osservati ed hanno avuto modo di confrontarsi nel corso di due incontri programmati con la responsabile del servizio del Don Calabria, dr.ssa Rodocanachi sulle osservazioni effettuate ponendo domande. Le domande fatte sono state pertinenti rispetto ai bambini osservati. La brevità della missione, dovuta all‟instabilità politica del momento, non ha consentito una permanenza più lunga per un consolidamento delle osservazione e per un approfondimenti degli scambi con i terapisti italiani. Il tecnico ortopedico ha avuto modo di vedere un‟officina ortopedica attgrezata per la costruzione di ausili e di confrontarsi con il tecnico tutor circa le modalità di fornitura e appropriatezza degli ausili per i bambini con danno neurologico, in particolar modo i sistemi di postura. Missione in Italia della Direttrice del centro ZAM Raghda Ammowra e della coordinatrice locale del Progetto Stephanie Mardini Periodo 30/3 – 2/4 2011 Armadilla e la Fondazione Mariani hanno valutato utile a fine progetto organizzare una visita in Italia della direttrice del centro ZAM per darle la possibilità di vedere il funzionamento dei servizi di riabilitazione italiani. E stata realizzata una breve missione della direttrice di ZAM e il capo progetto, dal 30 marzo al 57 2 aprile 2011. La direttrice e il capo progetto hanno trascorso 2 giornate all'Istituto Don Calabria di Milano dipartimento di riabilitazione dove hanno potuto osservare la struttura del centro i vari dipartimenti e gli strumenti e attrezzature usati, l'organizzazione del lavoro di equipe e le metodologie di riabilitazione nel lavoro svolto. Hanno avuto un incontro con il Direttore dell‟Istituto Don Calabria, Fratel Raffaele Corrà al quale hanno potuto rivolgere domande sull‟organizzazione del centro. Hanno inoltre incontrato presso la Fondazione Mariani la Vicepresidente Dr.ssa Luisa Bonora e la responsabile della Cooperazione Dr.ssa Francesca Bellecci La direttrice ha valutato positivamente la missione in quanto le ha permesso di conoscere le entità che hanno permesso il coinvolgimento degli esperti per le attività di formazione e addestramento del personale locale del Centro ZAM. 10. OBIETTIVI NON RAGGIUNTI Rispetto alle richieste iniziali del Ministero Sono state riconsiderate alcune richieste iniziali e non sono stati raggiunti, perché complessi dal punto di vista organizzativo per un progetto triennale (la cui parte operativa si è concretamente realizzata a partire dal secondo anno) alcuni obiettivi: - l‟avvio di un‟indagine epidemiologica - la formazione in Italia dei tecnici ortopedici (è tuttavia stata realizzata una formazione in loco); - un corso di formazione sull‟utilizzo della tossina botulinica, - una formazione approfondita sulla gait analysis - Il responsabile del Ministero inoltre nel corso dello svolgimento del progetto ha avanzato ulteriori richieste cui non è stato possibile dare una risposta per mancanza di tempi tecnici e perché, pur essendo pertinenti, esulavamo da quanto inizialmente concordato (richiesta di approfondimento sulla protesizzazione delle malformazioni di arto superiore, richiesta di formazione su prescrizione e confezionamento di corsetti per scoliosi, richiesta di approfondire le normative che regolano in Italia la definizione e quantizzazione dei criteri per il riconoscimento dell‟invalidità civile per cause neurologiche disabilitanti; richiesta di formazione per la riorganizzazione e gestione dei servizi di riabilitazione infantile) Rispetto a ZAM Non è stato possibile intervenire a livello di formazione teorico-pratica sulle altre unità di lavoro di ZAM , in particolar modo creare dei legami ed implementare l‟unità di early intervention e di 58 logopedia ed avviare contatti per favorire l‟avvio di formazione alla comunicazione in bambini senza possibilità di linguaggio articolatorio (Comunicazione Aumentativi Alternativa. Le rete dei servizi territoriali, della quale è stata fatta una mappatura, è ancora fragile e poco consolidato il suo utilizzo. Pur essendo aumentata la dotazione di ausili del Servizio ancora carente l‟accesso agli ausili per tutti i bambini (in particolar modo le carrozzine) La capacità di effettuare diagnosi precise andrebbe rinforzata, vi è ancora una certa incertezza nella definizione e classificazione delle paralisi cerebrali infantili, come dimostra la tabella delle diagnosi dei bambini presenti a ZAM alla chiusura del progetto, e anche le patologie più rare hanno difficoltà ad essere inquadrate. Non è stato possibile trovare un secondo terapista per ZAM. La presenza del pediatra non è stabile. 11. LEZIONE APPRESE Una Best Practice è un‟azione di tipo innovativo, che ha consentito di risolvere un problema in termini più efficienti ed efficaci rispetto a prassi note e consolidate nell‟uso, ma soprattutto essa lo è rispetto ad altre pratiche anch‟esse di tipo innovativo. Una BP è una concreta azione che è stata generata in un dato contesto locale e da cui si è appresa una „lezione‟, cioè un metodo e un percorso operativo per risolvere con efficacia un dato tipo di problema: è appunto questa „lezione appresa‟ l‟oggetto del trasferimento, che è un processo attraverso il quale la competenza, acquisita tramite la BP, viene applicata in un altro contesto per risolvere al meglio un problema analogo. Il trasferimento pone, a sua volta, un problema di BP,cioè di pratica innovativa. Ma la produzione della BP non è sufficiente ai fini del pieno dispiegamento dei benefici, che possono derivare dal potenziale innovativo insito nella BP stessa. Affinché ciò avvenga, bisogna attivare un efficace processo di trasferimento della lezione appresa dalla sperimentazione: le BPs non basta saperle produrre, bisogna anche saperle trasferire nella Fondazione e nei suoi partners; le istruzioni per il loro trasferimento sono parte inscindibile della descrizione stessa della BP. In questo senso sono state individuate all‟interno del progetto delle indicazioni utili raccolte attraverso un ragionamento sulle lezioni apprese: È necessaria all‟interno di ZAM la presenza di un fisiatra e di un pediatra (per lo meno settimanalmente) E‟ possibile sviluppare un programma di riabilitazione integrata dei bambini con danno neurologico anche in contesti culturali e politici arretrati come la Siria 59 L‟assistenza e la cura dei bambini con patologie neurologiche deve necessariamente coinvolgere il sistema pubblico in modo da garantire sostenibilità, replicabilità e durabilità L‟individuazione di modalità di lavoro o di raccolta dati (questionari, schede di osservazione..) adatti ad un contesto con scarse competenze riabilitative è non soltanto applicabile, ma contribuisce a migliorare le stesse prassi riabilitative in usa nel nostro paese e nelle routine quotidiane dei servizi di riabilitazione infantile e le competenze degli operatori italiani coinvolti L‟approccio di intervento basato sulla CBR facilita, a differenza del contesto italiano in cui il concetto di comunità si progressivamente perso, il sostegno di ogni intervento sia esso riabilitativo, educativo, formativo o sociale. 12. CRITICITÀ 12.1 Gestione Fondazione Il progetto ha risentito di momenti di difficoltà interne alla Fondazione e la responsabile scientifica si è trovata per quasi tutto il secondo anno senza un referente istituzionale della Fondazione nel rapporto con i partners istituzionali locali, in particolar modo con referenti del Ministero della Sanità. Non vi è stata chiarezza nell‟assegnazione del ruolo alla responsabile scientifica del progetto che era chiaramente individuata come tale dai partners locali, ma che soltanto dall‟ultimo anno del progetto ha avuto una conferma scritta del ruolo assegnatole. Non essendo previsto alcun compenso per i terapisti formatori italiani (eccettuata la missione di due mesi di una terapista) ci si è dovuti basare sull‟adesione volontaria di formatori, che sono tuttavia stati scelti tra persone molto qualificate e che hanno aderito con entusiasmo. Di questo aspetto si è dovuto tener conto nella scelta delle date e nella durata delle missioni. La mancanza di una strategia a medio e lungo termine, consapevolmente sostenuta dal CDA e dal comitato scientifico della Fondazione, la carenza all‟interno degli organi direttivi di competenze nell‟ambito della cooperazione allo sviluppo e nella gestione di un progetto con strumenti adeguati (vedi Project Cycle Management, etc) hanno ostacolato la piena realizzazione degli obiettivi progettuali e causato la perdita di credibilità della stessa istituzione e dei suoi rappresentanti nei confronti degli attori locali. Infine, la scelta della Fondazione di sospendere il settore cooperazione non ha consentito l‟ipotesi di un prolungamento della missione che avrebbe comportato un consolidamento ed una stabilizzazione delle prassi operative apprese. 60 12.2 Rapporti con Armadilla e suo personale in loco I rapporti tra la Fondazione Mariani, la sede di Armadilla a Roma e quella di Damasco, non sempre sono stati facili. Inizialmente i ritardi nella presentazione da parte di Armadilla, dei report mensili e finanziari hanno provocato tensioni nella gestione delle attività progettuali. La sostituzione improvvisa della referente locale e il trasferimento del responsabile di Armadilla a Beirut, hanno causato una battuta di arresto del progetto e fatto emergere la necessità di una ridefinizione degli accordi di parte. La nuova coordinatrice locale, poco esperta di gestione di progetti di sviluppo in ambito sanitario/riabilitativo, ha al principio faticato ad entrare nelle dinamiche programmatiche già in corso ed è stato necessario affiancarla e seguirla costantemente nella realizzazione di ciascuna attività, anche a causa della scostante presenza dei rappresentanti di Armadilla. Tuttavia, una volta definite le modalità operative, di rendicontazione e di gestione della comunicazione, nell‟ultimo anno sono stati raggiunti importanti traguardi e il progetto si è concluso con ampia soddisfazione da entrambe le parti. 12.3 Rischi di non consolidamento delle acquisizioni scientifiche e delle prassi riabilitative L‟iter formativo teorico-pratico è stato giudicato unanimemente valido. Tuttavia la breve durata della formazione (iniziata dal marzo 2009 e conclusasi a primavera 2011) e l‟ampio ventaglio di persone formate renderebbe importante un consolidamento delle acquisizioni ed un monitoraggio delle loro applicazioni nelle prassi operative locali, con una supervisione dell‟operato e della sostenibilità di quanto appreso attraverso ulteriori missioni, nell‟ottica dell‟avvio di un processo di formazione continua e soprattutto di formazione di formatori per un‟autosostenibilità futura anche a livello di aggiornamento. 12.4 Instabilità del paese e sistema politico La storia siriana è costellata, sin dalle sue origini, da frequenti momenti di instabilità, dovuti, come nel caso di moltissimi altri Paesi arabi, alle forti ingerenze del mondo occidentale, che dapprima l‟ha resa colonia francese e dopo inglese, concedendole l‟indipendenza solo al termine della seconda guerra mondiale. L‟instabilità siriana è dettata anche dalla sua posizione geografica, che la vede confinare con Turchia, Iraq, Giordania, Israele e Libano, coinvolgendola in quasi tutti i conflitti del mondo arabo. Il controllo della regione è passato fin dagli anni ‟50 in mano al partito baathsita, partito cui fanno parte l‟attuale presidente Basher al-Assad, che ha “ereditato” la carica dal padre, ex presidente siriano. 61 La protesta in Siria, contrariamente a quelle del Maghreb, non è scoppiata in fretta. I dissidenti hanno più volte indetto manifestazioni di protesta, che, però, sono andate deserte. La rivolta, già ribattezzata “intifada”, è montata lentamente. Assad gode, infatti, di largo consenso da parte della classe sociale medio-alta, che, grazie al regime, gode di notevoli privilegi e garanzie. Inoltre, il controllo del territorio avviene in modo capillare grazie all‟ausilio delle forze dell‟ordine, guidate dal cugino dello stesso presidente. La corruzione e la privazione delle libertà individuali sono tratti distintivi del regime di Assad, tanto che altri tentavi di rivolta erano già scoppiati nel 1982, anno in cui la protesta fu poi cavalcata dall‟organizzazione islamista dei Fratelli Musulmani. Anche quella rivolta, come quella attuale, venne soffocata nel sangue. All‟inizio della protesta i siriani sono scesi in piazza per chiedere lo scioglimento dei servizi di intelligence, che si distinguono per corruzione, arbitrarietà nelle decisioni e violenza e l‟abrogazione dell‟ articolo 8 della Costituzione, che sancisce l‟egemonia del partito Baath sulla società e sullo Stato. Il presidente Assad, conscio della pericolosità della rivolta che stava montando, ha accettato la revoca dello Stato d‟emergenza, che era in vigore dal 1963 e che conferiva poteri straordinari alla polizia ed al governo. Il diritto a manifestare non è, però, stato ancora garantito, dal momento che occorre chiederne l‟autorizzazione al Ministero dell‟Interno, che deciderà arbitrariamente se concederlo o meno. Il, seppur minimo, cedimento da parte di Assad ha fatto sì che la protesta si allargasse sempre più ad altre città, assumendo la fisionomia di una rivolta totalizzante, che non chiede più soltanto la modifica di alcuni aspetti del regime, ma vuole un cambiamento radicale, un nuovo governo privo di corruzione e che garantisca la libera circolazione di idee e persone all‟interno dello Stato siriano. Le concessioni del regime hanno, infatti, funzionato da breccia per una rivolta che non conosce nemmeno la divisione religiosa, tant‟è che ad essa si sono unite anche comunità cristiane. Lo scenario politico e il rischio di una ascesa della lotta civile e quindi di una ulteriore repressione o nella migliore delle ipotesi, la caduta del regime e l‟avvio di un percorso democratico, creano in entrambi i casi il rischio di una paralisi parziale o totale dei servizi pubblici. Il centro Zam potrebbe continuare ad erogare i propri servizi, solo nel caso in cui riuscisse a rendersi indipendente economicamente dal Ministero degli Affari Sociali. Il DPMR del Ministero della Sanità corre il rischio di sospendere le proprie attività e di perdere quanto finora appreso e non ancora propriamente consolidato. 12.5 Auto sostenibilità del centro La gestione del nuovo centro per l‟associazione ZAM prevede il potenziamento dei servizi esistenti, sia in termini di spazio che di personale e di tempo, e l‟apertura di nuovi servizi (es. 62 l‟asilo per bambini disabili). Tutto ciò implica l‟aumento dei costi e la necessità di entrate aggiuntive. E‟ necessario dunque in questa fase affiancare ai volontari del personale qualificato, cui riconoscere, se non un vero salario, almeno degli incentivi più consistenti. Le entrate attuali, basate su contributi poco più che simbolici da parte delle famiglie, non sono sufficienti. Almeno una parte dei servizi dovrà essere a breve a pagamento, ma con tariffe competitive rispetto al mercato privato. Condizione necessaria è la qualità dei servizi, oltre al loro ampliamento. Alla qualità si potrà giungere con un programma di formazione e poi di reclutamento adeguati, con la fornitura di equipaggiamenti avanzati, anche se ovviamente corrispondenti al quadro locale e non troppo sofisticati e di difficile gestione tecnologica. Diventa fondamentale anche non limitarsi alla sola fascia di reddito più basso (es. per la logopedia), raggiungere uno strato più largo di beneficiari (es. estendendo i servizi fisioterapici ad una clientela adulta e/o post traumatica), prevedere attività produttive di tipo artigianale (es. da parte delle donne frequentanti il centro) o commerciale (es. con l‟apertura di un negozio di cancelleria che sfrutti la vicinanza con le scuole). Oggi l‟Unità di Fisioterapia svolge i servizi di fisioterapia a titolo gratuito per quelli che non possono permettersi di pagare; riceve 200 SYP per i servizi offerti in un mese per una o due sedute a settimana; 500 SYP per i servizi di un mese se le sedute sono almeno tre a settimana. Per la sostenibilità del centro bisogna prevedere una strategia che intervenga su due piani: da una parte, e conformemente alla natura dell‟associazione, fornire gratuitamente i servizi a quanti non possono permettersi di pagare. Dall‟altra, si potrà chiedere un pagamento di 250 SYP a seduta da parte di quanti possono permettersi di pagare. Per gli adulti che frequenteranno il centro, invece, una seduta potrebbe essere fatta pagare fino a 500 SYP. Adiacente alla terra si trova una scuola con circa 400 studenti e nelle vicinanze si trovano altre due scuole. Nell‟area non ci sono molti negozi, per cui una fonte di reddito per il centro potrebbe essere una cartolibreria in cui vendere quanto necessario agli studenti dell‟area. Da uno studio condotto su altre cartolibrerie dell‟area, è risultato che una attività del genere potrebbe rendere intorno ai 7 000 (140 USD)-10 000 SYP (200USD) al mese, in dipendenza anche dalla stagione (in estate la richiesta sarà ovviamente minore). Il pagamento dei servizi, almeno quelli per gli adulti e/o post traumatici insieme alla cartolibreria saranno strumenti di sostenibilità del centro. E‟ in atto un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato da Armadilla che ha come obiettivo quello di favorire attività produttrici di reddito e rafforzare le capacità del personale del Centro in vista della sua sostenibilità economico- finanziaria. Tale sostenibilità sarà garantita dal reddito generato attraverso la produzione artigianale e la commercializzazione / vendita dei prodotti realizzati dalle donne del Centro. Data l'importanza di tale attività si sta investendo in attività di formazione e addestramento per favorire l‟ imprenditorialità femminile e organizzare micro imprese cooperative locali. 63 La produzione nel settore artigianale darà un utile che sarà reinvestito nelle attività del Centro e nel miglioramento dei servizi offerti. Infine, tali attività permetteranno l‟elaborazione di nuove progettualità da proporre sia alle autorità locali sia a entità di cooperazione internazionale aumentando la disponibilità delle risorse gestite dal centro e dando la possibilità di una miglior economia di scala che favorirà la sostenibilità e continuità della azioni avviate. 12.6 Cultura locale Vanno sottolineati alcuni aspetti della cultura locale che hanno caratterizzato lo svolgimento del progetto e delle quali si è tenuto conto nello svolgimento delle missioni. La condizione della donna, nel contesto del quartiere di Ajar al Aswad, è caratterizzata da un suo ruolo rilevante nella gestione ed accudimento dei figli all‟interno della famiglia. Le famiglie nel quartiere sono generalmente povere ed hanno un numero abbastanza elevato di figli (facilmente più di tre). Le donne si sposano in età molto giovane rispetto alla media europea, sono prevalentemente casalinghe. In caso di presenza di un bambino disabile, che necessita quindi di cure ed attenzioni particolari e che difficilmente esce di casa, anche per la scarsità di passeggini ortopedici o carrozzine, la donna difficilmente esce se non per compiti primari di gestione domestica e ha pochissime opportunità di relazioni sociali. La possibilità di avere nel quartiere un Centro aperto alle cure del bambino disabile ed alla formazione delle donne è stata particolarmente importante per favorire le relazioni e la solidarietà tra donne che condividono la stessa condizione e per sostenere la famiglia nella relazione con il bambino. Un altro rilievo è la presenza, tra le famiglie dei bambini valutati, di un certo numero di matrimoni tra consanguinei. Il dato non è stato analizzato quantitativamente perché spesso le famiglie preferiscono non parlarne, in particolar modo con il medico. Tuttavia è stato riportata una consanguineità in un certo numero di bambini con forme di tipo tetraparetico o malformativo o con possibili malattie rare con interessamento del SNC . Una certa incidenza di matrimoni tra consanguinei corrisponde alla realtà di un quartiere di immigrazione palestinese nel quale molte famiglie hanno tra loro alcuni gradi di parentela. Una maggiore conoscenza della cultura locale è importante per chi svolge missioni formative come quelle che hanno fatto parte del progetto. Non essendo tuttavia possibile contare, per missioni brevi e mirate, su esperti formati anche antropologicamente, occorre essere molto attenti, saper cogliere stili e modalità di vita e saper modificare i progetti adattandoli alle caratteristiche culturali specifiche delle famiglie. Nello stabilire un progetto riabilitativo occorre ad esempio considerare che l‟uso delle scarpe non è previsto in casa, quindi la prescrizione di tutori e scarpe non deve essere imposta per tutte le ore del giorno, ma va discussa con la famiglia. Un altro dato emerso nel corso del progetto è quello dell‟assenza di sedie in molte case con uso del sedersi a terra che rendono improponibile l‟ipotesi di posizionare i seggiolini 64 costruiti per i bambini su una sedia (come viene abitualmente fatto nei nostri contesti), proponendo di mettere il bambino seduto più in alto rispetto al livello degli adulti. 13. CONCLUSIONI Nonostante alcune criticità esposte nei paragrafi precedenti i risultati conseguiti sono da ritenersi molto positivi. Complessivamente sono state realizzate a Damasco 21 ore di formazione frontale, 76 ore di formazione teorico pratica distribuite tra i due centri e 36 giornate lavorative di formazione pratica (valutazioni e sedute riabilitative con i bambini) da parte del personale tecnico italiano. In Italia il personale sanitario siriano, dipendente dal Ministero della sanità ha svolto 27 giornate di stage per un totale di 7 medici fisiatri siriani e 5 giornate di stage per un totale di due fisioterapisti e 1 tecnico ortopedico siriani. Il cambiamento avvenuto nel modello di approccio al bambino con danno neurologico è stato netto, i presupposti teorici e gli sviluppi recenti delle neuroscienze in ambito riabilitativo sono stati recepiti sia a ZAM che presso l‟ambulatorio del Ministero, ma anche da parte dei molti medici e terapisti del servizio pubblico che hanno partecipato ai vari eventi formativi e che operano in vari distretti del territorio siriano, nonché da parte dei partecipanti al convegno panarabo di riabilitazione provenienti da altre nazioni del mondo arabo. A livello del personale volontario i cambiamenti sono stati recepiti molto favorevolmente e le modalità di approccio riabilitativo al bambino si sono modificate; i bambini difficilmente piangono durante le sedute riabilitative, vengono definiti gli obiettivi della seduta, riconosciuti i cambiamenti a livello motorio, ma è maturata anche una capacità di cogliere e valorizzare cambiamenti in altri ambiti di sviluppo (funzioni sensoriali, funzioni adattive, capacità relazionali ed aspetti emotivi). Le volontarie avrebbero ancora bisogno di consolidare quanto appreso e di riuscire a dare più spazio partecipativo alle famiglie, in particolare alle mamme che hanno fatto una fatica maggiore, specie nelle fasi iniziali, ad accettare il cambiamento. Significativo e meritevole di una riflessione il fatto che alla fine del progetto le famiglie percepiscono molto positivamente le cure, ma ritengono non molto adeguata la loro qualità di vita. Questo aspetto dovrebbe essere un punto di partenza ed un obiettivo di base per un prolungamento del progetto. La richiesta da parte del Ministero della sanità siriano ai responsabili del progetto di una disponibilità a studiare e progettare, con un nuovo progetto, un piano di sviluppo dell‟organizzazione dei servizi riabilitativi per il bambino per il dipartimento centrale che potesse servire da modello da estendere a tutte le province del paese è significativo della stima e dell‟alta considerazione che ha avuto il modello riabilitativo proposto e dell‟importanza del 65 ruolo della Fondazione Mariani nella diffusione delle prassi operative per l‟intervento riabilitativo in età evolutiva. Spiace che la Fondazione abbia deciso vie differenti rispetto ai progetti di cooperazione, perdendo l‟occasione di sviluppare un modello di cooperazione unico nel suo genere, in quanto in grado di mettere a disposizione, attraverso la sua rete di conoscenze e collaborazioni, una serie di figure tecniche competenti al fine di poter esportare in paesi emergenti modelli e prassi operative che si stanno consolidando in Italia anche grazie a gruppi di lavoro policentrici sponsorizzati da anni dalla Fondazione stessa (vedi i lavori del Gruppo Italiani Paralisi cerebrali Infantili – GIPCI) Infine riteniamo che la qualità del progetto sia stata possibile grazie al coinvolgimento di una rete di operatori italiani formati (anche tramite le iniziative formative della Fondazione Mariani) che hanno accettato di coinvolgersi nel progetto apportando le loro competenze e svolgendo un ruolo formativo di alto livello. Si è venuta così a creare una sorta di mini-équipe dedicata al progetto Siria che ha lavorato in rete e che è stata coordinata dalla responsabile della cooperazione per la Fondazione. Si sono così create sinergie positive durante le varie fasi del progetto trasmettendo ai partners il senso della rete, del lavoro di équipe e l‟importanza di un modello che ne tenga conto nell‟affrontare le molteplici problematicità del bambino con danno neurologico e contribuendo ad un potenziamento dei servizi riabilitativi sia istituzionali che locali. Ringraziamo: L‟équipe di professionisti italiani che ha collaborato attivamente al progetto: Daniela Cambiaghi, Alessandra Ciannella, Massimo Cozzaglio, Valentina Gestra, Simona Maspero, Monica Perjini, Maurizio Sibona e Nuccia Viganò La Direzione dell‟Istituto Istituto Don Calabria che ha accettato le assenze del personale coinvolto nel progetto e gli operatori del Centro di Riabilitazione per l‟accoglienza mostrata agli operatori siriani durante i periodi di stage Il Dr. Odoardo Picciolini e la Direzione della Fondazione Policlinico per la partecipazione al Convegno Panarabo di Riabilitazione e per i periodi formativi svolti dal personale siriano presso l‟ambulatorio di follow up del neonato all‟Ospedale Regina Elena Il dr. Ioannis Isaias per la sua accoglienza del personale siriano al laboratorio Lamb di analisi del cammino L‟Ortopedia Cris di Torino per l‟accoglienza del tecnico ortopedico siriano Infine un ringraziamento speciale alla vicepresidente della Fondazione Mariani Dott.ssa Luisa Bonora per il costante incoraggiamento e per la sensibilità mostrata in tutte le fasi del progetto. 66