Natale come cammino……………….…………………………..………...………………………………….
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3
Visita Pastorale, la lettera del Vescovo……………………………………………………………....…
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Pellegrinaggio all’abazia di Follina…..…………………………………………..……………………..…
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Il nuovo anno pastorale……..……………………………………………………………………….…………
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The Marriage Course….……………………………………………………………………………………….…
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Figli in 4D....................................................................................................................
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9
Il Consiglio della Collaborazione, un cammino di “comunione”……………………………..
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10
Il fuoco di Pentecoste………………………………………..……………………………………………..…..
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Scuola dell’Infanzia “Gobbato” di Volpago……………………………………………………….…..
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Scuola materna “Zille-Sernagiotto” di Selva………………………………………………….……….
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Scuola materna “C.ssa Matilde Spineda” di Venegazzù………………………………………….
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Il passero Goffredo………….………………………………………….………………………………………..
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L’omino di neve…………..……………….……………….………………………...……………………………
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17
Campiscuola/Grest estate 2014…..…………….……………………………………………….…………
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La festa di ognissanti, dolcetto o scherzetto?……………………………………………………….
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Bentornata sagra di Venegazzù!................................................................................
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L’ultimo sacrestano…………………………………………………………………………………………..…..
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Il presepe vivente di Santa Maria…………………………………………………………………………..
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22
Festa della Madonna del Rosario…………………………………………………………………………..
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Ci ha lasciati Don Tarcisio Dal Zotto……………………………………………………………………….
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Nessuno deve soffrire per la mancanza del necessario…….……………………………………
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Appuntamenti “Selva Nostra”……………….………………………………………………………………
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25
Il Bosco del Montello…………………………………………………………………………………………….
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Seminario “Nuova Vita”………………………………………………………………………………………..
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Elenchi dei sacramenti anno 2014…………………………………………………………………………
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COMUNITÀ
periodico della Collaborazione Pastorale Volpaghese
In Redazione: Don Luigi Dal Bello, Don Massimo Lazzari, Remo Barbisan, Mirco Cavallin,
Davide Cigana, Monica Follador, Francesca Girardi.
www.pastoralevolpaghese.it
contatti: [email protected]
Sono ben accette proposte di collaborazione, segnalazioni, suggerimenti e commenti.
In copertina: Paolo Veneziano (1300-1360), olio su tela, chiesa parrocchiale di Selva del
Montello, Treviso.
2
NATALE COME CAMMINO
Le feste del Natale hanno un
particolare riferimento
alla
strada e al cammino.
Gesù nasce mentre il “papà” e la
mamma sono in
viaggio, Maria fa
un lungo viaggio
durante la gravidanza, e un altro
ancora più lungo
quando la vita
del figlio è minacciata
dalle
manie folli di Erode. Il Battista recuperando
il pensiero di un profeta parlava della necessità di preparare una via drizzando storture e spianando alture e asperità.
La figura del cammino parla di noi e della
nostra vicenda.
Ci ricorda innanzitutto che Dio non abita in
un luogo dove noi andiamo a recuperarlo.
Dio vive con noi, ci accompagna, ci segue (ci
insegue!). Quindi, non solo noi siamo in
cammino, ma lo è anche Dio con noi, disposto ad accompagnarci ovunque, anche nei
posti più disparati, con l’intenzione di essere sempre pronto a recuperarci.
Il cammino poi ci riporta a noi, alla nostra
esistenza, nella quale tutto è sempre in divenire, in crescita. Come il corpo, come il
creato, come tutto è in divenire, così anche
i nostri rapporti. Compreso quello con Dio.
Spesso sono gli eventi a spingerci a muoverci: un figlio che cresce, una novità da realizzare nel lavoro, un fatto non previsto. Insieme a tutto che si muove, cammina e cresce c’è anche la nostra fede che per vivere
necessita di attenzione e obiettivi sempre
nuovi.
In cammino è la nostra comunità… sono le
nostre comunità. Ogni comunità cristiana è
come un corpo che cresce, un corpo che va
alimentato e sostenuto. Un corpo chiamato
a realizzarsi nel dono di sé. È il percorso di
ogni nostra parrocchia ma anche quello che
stanno già vivendo assieme nel loro cercare
di essere sempre più in collaborazione.
In cammino è anche il nostro mondo, anche
la nostra Europa e la nostra Italia. Sembra
un cammino destinato a poco di buono e di
interessante. In questo tanto modo di far
notizia non ci aiuta. Ci soccorre piuttosto la
parola che ascolteremo proprio nella notte
di Natale: Dio mette la tenda proprio in
mezzo a questa umanità, ferita, disorientata, individualista.
C’è dunque un cammino da fare insieme,
una strada che non può essere compiuta da
sola. E c’è poi un cammino personale, fatto
di obiettivi da raggiungere sia fuori che
dentro. In tutto questo muoversi è possibile
tenere il cuore sempre aperto e disponibile
affinché proprio il Signore venga ad affiancarci e ad illuminare la strada da compiere,
mai così incerta come i questo tempo.
Don Massimo, don Luigi, don Diego, il diacono Beniamino, assieme alle persone del
Consiglio della Collaborazione e dei Consigli Pastorali Parrocchiali.
3
Visita Pastorale, la lettera del Vescovo
“R
ingrazio vivamente voi e i fedeli delle
quattro parrocchie per l’accoglienza,
Dal 30 aprile al 17 maggio
per i momenti delle celebrazioni e
2014 le nostre comunità cridell’assemblea e anche per gli inconstiane hanno ricevuto la Vitri informali con tante persone: li ho vissuti insita del Vescovo, Gianfranco
tensamente e particolarmente graditi per la
partecipazione e la spontaneità.
Agostino Gardin, che l’8 giuI territori delle vostre parrocchie sono
gno ha scritto una lettera ai
ricchi di tradizioni sociali, culturali e religiose;
nostri Sacerdoti don Luigi,
si sono anche velocemente modificati nell’urbadon Massimo e don Diego. Ecnistica, nella viabilità (perdendo in parte l’ancone una breve sintesi.
tica vocazione agricola) e nella composizione
demografica, con tanti nuovi cittadini stranieri.
Le vostre comunità sono state capaci di osmosi,
cioè di uno scambio vitale tra la gente e il territorio.
Vi invito a curare i Consigli Pastorali, di recente rinnovati e molto partecipati: sono organismi qualificati di riflessione, discernimento e orientamento. Dovranno anche aprirsi alla Collaborazione
pastorale, mediando sapientemente tra le
esigenze della singola comunità e quelle
della Collaborazione.
Nelle relazioni avete segnalato la
frammentazione dei rapporti sociali ed
ecclesiali, dove emerge anche la constatazione che a volte c’è poca gioia e un senso
di pesantezza nelle liturgie. Condivido il
vostro desiderio di recuperare il gusto e la gioia di essere cristiani e che la liturgia sia un momento di festa e condivisione. Qui è necessaria un’instancabile opera formativa, soprattutto da
parte di voi sacerdoti.
La vostra Collaborazione è ben incamminata e coinvolge diversi ambiti della pastorale.
Ricordo sempre che stiamo passando da una visione tradizionale della parrocchia ad una più
aperta e missionaria. Le Collaborazioni sono una sfida alle nostre tentazioni di chiusura, alla
logica del “si è sempre fatto
così”; le comunità cristiane devono evangelizzare, ma per
questo serve prima essere evangelizzati, formando cristiani
adulti che annuncino Cristo ad
altri adulti.
Ringrazio tutti i catechisti: vi chiedo di accettare le
fatiche del servizio, cercando di
rendere l’approccio alla fede
sempre più esperienziale e
4
meno scolastico. Ho apprezzato la volontà di
coinvolgere i genitori
nella trasmissione della
fede e l’impegno ad adeguare il catechismo alla
situazione dei ragazzi e
delle loro famiglie. Continuate
su
questa
strada, recependo le
proposte dell’Ufficio catechistico diocesano.
Grazie all’opera della Caritas, nelle
vostre comunità sta crescendo la sensibilità verso i più poveri e le situazioni di disagio: la carità
non si può fermare di fronte a problemi, incomprensioni e valutazioni errate. La carità è dovere
di ogni cristiano e non la si fa col superfluo o con l’inutilizzato; in questo senso apprezzo molto
che abbiate istituito la “Giornata della carità” per sensibilizzare tutti, in particolare i più giovani.
Per quanto riguarda i giovani, coinvolti soprattutto nelle iniziative dell’Azione Cattolica e del NOI, avete manifestato una certa soddisfazione per la buona partecipazione e il loro
spirito di servizio. Sarà necessario stringere un’alleanza educativa tra tutti coloro che si occupano di formare i giovani e anche tra le quattro parrocchie.
Ho apprezzato le diverse iniziative per la formazione precedente e successiva al matrimonio cristiano; bisognerà curare le proposte per i genitori legate al catechismo dei figli e ai
sacramenti dell’iniziazione (Battesimo, Comunione, Cresima), avendo attenzione anche per le
situazioni difficili di matrimoni in crisi.
Raccomando infine di avere una particolare attenzione anche alla pastorale delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, come pure di sostenere e incoraggiare le principali
associazioni di laici.
Vi saluto e Vi benedico con grande gioia e sincero affetto.
 Gianfranco Agostino Gardin,
Arcivescovo-Vescovo di Treviso
5
Pellegrinaggio all’abazia di Follina
Quale migliore occasione iniziare l’anno pastorale affidandoci a Maria.
Questo è stato il punto di partenza sul quale
i membri del Consiglio della Collaborazione
si sono trovati concordi all’unanimità. Affidarsi a Maria, affidarle il nostro tempo, le
nostre capacità, la nostra disponibilità ad
essere servitori della comunità in cui viviamo.
Affidare alla Madre di Cristo il nostro cuore,
perché con la Sua intercessione ci aiuti a far
entrare in noi lo Spirito Santo che ci guida
nel nostro cammino di servizio. Da lì la
scelta di visitare l’Abazia di Follina, un posto straordinario e poco distante da casa.
Pellegrinare verso la Madonna, portando
nel cuore il desiderio di affidamento e la ri-
chiesta di essere guidati nel nuovo anno di
servizio a cui siamo stati chiamati.
L’invito a tutta la comunità della Collaborazione, in particolare alle famiglie ed agli
operatori di pastorale di tutti i settori, di
partecipare ad un momento di comunione
scandito da tempi di preghiera, di riflessione personale, di cultura e convivialità.
Nel pomeriggio di domenica 21 settembre
siamo partiti dalla piazza di Volpago verso
Follina. In pullman c’è stato un momento di
preghiera comunitaria con l’orazione
dell’ora media a cui poi è seguito un momento di riflessione personale durante il
quale è stato chiesto ai partecipanti di scrivere una semplice preghiera da consegnare
alla Vergine durante la S. Messa in basilica.
All’arrivo, per coloro che si sentivano in
forze, è stato proposto un tempo di cammino lungo un percorso appena fuori dal
6
centro abitato di Follina, immerso nella natura. Una passeggiata, una piccola processione molto suggestiva ed emozionante, durante il quale si è pregato con il rosario,
scandito dai Misteri della Gioia, da canti mariani e dalla Parola del Signore. Arrivati
all’abazia, ci attendeva una visita guidata
dei luoghi: l’antico chiostro contornato da
magnifiche arcatelle a singola colonna,
pieno di significato e di storia sul quale si
affacciano gli ambienti più importanti
dell'abazia: Sala del Capitolo, Refettorio, Biblioteca, Parlatorio. Al centro la tradizionale fontana con vasca monolitica, fulcro
centrale della vita del monastero. La visita
si è conclusa all’interno della basilica, che è
suddivisa in tre navate con copertura a capriate, dove lo spazio è
diviso in cinque campate
da ampie arcate a sesto
acuto poggianti su semplici colonne. Nella navata centrale sopra ai capitelli slanciate lesene
aumentano il senso di
verticalità. Sul transetto
si aprono tre absidi, in
quella centrale dove è posto l’altare maggiore, trova posto la piccola statua
in pietra della Madonna,
meta del nostro pellegrinaggio spirituale. La luce
che entrava, attraverso quattro finestre gotiche a lancia e due rosoni, enfatizzava la sacralità del luogo creando un clima di pace e
di meditazione.
Al termine del nostro momento culturale, è
stata celebrata la S. Messa. Dopo l’Eucarestia, siamo stati chiamati al cospetto della
Vergine. È stato un momento molto intenso,
intriso di fede ed umiltà. Ci siamo raccolti
tutti intorno all’altare per pronunciare all’
unisono la preghiera di affidamento a Maria, affidando alla Madre di Cristo le nostre
vite, il nostro servizio e le nostre comunità.
Prima di partire, come consuetudine, l’immancabile tempo di convivialità. Un brindisi al nostro pellegrinaggio, con l’augurio
di poterci ritrovare, anche in numero maggiore, nelle prossime occasioni di comunione della Collaborazione.
Morris Conte
Il nuovo anno pastorale
“Se uno è in Cristo, è una nuova creatura".
È un passo della seconda Lettera di
san Paolo ai Corinzi a fare da “titolo-programma" al nuovo anno pastorale della Diocesi di Treviso. Il Vescovo, con la lettera pastorale “Se tu conoscessi il dono di Dio”,
dello scorso anno, ci ha proposto un cammino di approfondimento del Battesimo
nella sua duplice dinamica: “essere sepolti
con Cristo” per “risorgere con Lui”.
Quest’anno stiamo ponendo la nostra attenzione al momento
della “risalita battesimale”, cioè agli effetti
del battesimo nella
vita concreta.
Il Vescovo aveva chiesto a tutte le comunità
che, accanto all’impegno di formare alcune
coppie o laici adulti
per abilitarli ad accompagnare e formare
altri adulti, in particolare i genitori che chiedono il Battesimo per i
loro figli, si attivasse
anche un cammino di
consapevolezza battesimale che coinvolgesse più diffusamente le comunità cristiane.
Nella serata dell’11 giugno, conclusiva
dell’anno pastorale 2013-2014, diceva:
“Essere consapevoli del dono del Battesimo, ritrovare e riconoscere gli “inizi che ci
sono stati dati” non è superfluo. Anzi, ci
pare di comprendere sempre meglio che, se
tale consapevolezza non si fa punto fermo,
convinzione profonda capace di orientarci
nell’individuare l’autentica “vita buona”,
noi rischiamo di perdere quella libertà che
Cristo ci ha conquistato e donato nel Battesimo”.
«Cristo ci ha liberati per la libertà!»,
esclama Paolo nella lettera ai Galati.
Il nuovo anno pastorale è pertanto dedicato
alla riflessione sul rapporto tra Battesimo
ed esistenza cristiana, con l’approfondimento dei contenuti relativi alle implicanze
“operative” del Battesimo nella vita concreta, illuminata dalla
vita del Risorto a noi
comunicata. Nel corso
dell’anno cercheremo
di valorizzare maggiormente alcuni momenti
dell’anno
liturgico.
Nella nostra Collaborazione Pastorale particolare attenzione è riservata al percorso di
avvicinamento al Battesimo da parte dei genitori che lo chiedono
per i figli. Anche il fonte
battesimale, dove possibile, viene valorizzato per tutto l’anno; in
alcune
domeniche
dell’anno liturgico (ce
ne saranno due in Quaresima e due nel
Tempo Pasquale, mentre due sono state ad
ottobre e in Avvento)
saremo chiamati a riflettere su alcuni aspetti e atteggiamenti:
 SPERARE: Battesimo, sorgente di
speranza e di vita nell’oscurità;
 SERVIRE: Battesimo, la vita fruttuosa di chi dona;
 ALLARGARE: Battesimo, una fraternità che si allarga,
 RIMANERE: Battesimo, l’amore
come carta di identità.
Mirco Cavallin
7
The Marriage
Course
La relazione di coppia e il matrimonio sono di importanza vitale
per l'intera società e per questo
motivo è importante che le coppie di sposi, anche conviventi o
risposate, ne prendano coscienza, e investano tempo ed
energie per crescere nella relazione, rafforzando il proprio
amore! Il segreto del The Marriage Course è molto semplice: un'atmosfera accogliente, una
cena piacevole condivisa con altre due o tre coppie, la proiezione di un video con tematiche
pratiche e stimolanti per la coppia, delle conversazioni di coppia, mai a livello di gruppo, con
un dessert e un caffè. Il tutto in un clima familiare. Si tratta di un percorso in otto cene, nel
corso delle quali le coppie partecipanti avranno la possibilità di acquisire alcune tecniche e
regole utili per la loro vita di coppia.
Ecco cosa ha scritto di questa esperienza una coppia partecipante…
Metti una sera a cena fuori……
…Sì, ma in casa di amici, in un clima intimo e
accogliente. Ogni sera il menù è una sorpresa, ogni sera l’argomento è diverso, profondo. Per otto settimane abbiamo avuto
l’opportunità e la gioia di essere invitati a
questo banchetto dove, in realtà, il momento
conviviale è solo il punto di partenza per una
esperienza di cammino personale e di coppia
che ci ha coinvolto intensamente. Il TMC –
The Marriage Course- ci ha permesso di trovare, a volte anche a fatica, del tempo per noi
e solo per noi, riflettendo su argomenti come
il matrimonio, la comunicazione, i conflitti, il
perdono in maniera fattiva ed attiva. Una
formula questa, ideata da Nicky e Sila, coppia inglese della parrocchia di Brompton
(Londra). Ad ogni incontro ci hanno accompagnato nell’esplorazione di tali argomenti
attraverso racconti di vita e riflessioni sul
loro stesso vissuto di coppia. Gli “esercizi”
proposti dopo questo primo momento introduttivo, ci hanno offerto gli spunti per un
confronto a due permettendoci di aprire il
nostro cuore all’altro, consapevoli della ricchezza di riscoprirci anche molto diversi ma
forse proprio per questo uniti. Molte sono le
strategie indicate da Nicky e Sila per ascoltare efficacemente il partner, per prendersi
8
cura dell’altro, per perdonare. Strategie da
custodire e far proprie, specialmente in questo tempo in cui le nostre vite sono intrise di
frenesia ed impegni a non finire. È stato bello
sentirsi invitati per nome ma, se possibile,
ancor più grande è stata la gioia di rispondere sì a tale chiamata. Un grazie di cuore
alla coppia ospitante, che con tanta cura e
dedizione ci ha aperto le porte della propria
abitazione e ci ha coccolati come mai ci saremmo aspettati. Carissimi, ci avete dato la
possibilità di riscoprirci coppia in cammino,
che molto ancora deve imparare, ma molto
può dare. Un cammino che ci permetta di
dire “Sì” ogni giorno, l’uno all’altra, nonostante le nostre particolarità che ci rendono
così unici. Un Sì detto con il desiderio di RITROVARSI ogni giorno + SPOSI consapevoli
che non viviamo da soli questa esperienza di
vita ma che apparteniamo a Lui, non solo
come individui, ma anche e soprattutto come
coppia.
R. & F.
Volete saperne di più?
Daniele e Stefania: 3490894026
Mauro e Giorgia: 3401864264
www.misterogrande.org
Figli in 4D
Non è la nuova frontiera del cinema, che finora è arrivato alle proiezioni in 3D, cioè in
tre dimensioni; solo quando ci farà sentire
anche gli odori, il caldo e i l freddo, aggiungeremo la quarta…
Mentre i cristiani celebrano l’incarnazione
del Figlio di Dio e il mondo celebra un altro
Natale spesso senza Gesù, sul nostro piccolo pianeta ci sono più di 7 miliardi di persone: si stima che saranno più di 9 entro 25
anni e che fossero appena 200 milioni 2014
anni fa. Il primo miliardo di abitanti è stato
calcolato nell’epoca della rivoluzione industriale, a metà del 19° secolo.
Dunque le nascite si sono enormemente
moltiplicate nel periodo recente della modernità, ma sono sempre stato una caratteristica dell’uomo e della natura: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e
soggiogatela” (Genesi 1,28).
Ultimamente, soprattutto nei paesi occidentali la popolazione aumenta in modo
molto lento o addirittura diminuisce, come
succede in Europa; cresce moltissimo invece Asia e Africa. Quasi che modernità non
facesse rima con fecondità.
C’è poi la questione delle 4D…
D come desiderio
Anche Maria e Giuseppe, da promessi sposi
ebrei, avranno avuto nel cuore il desiderio
umano e naturale di “allargare la famiglia”;
di certo si è realizzato, ma in modo del tutto
originale e unico! Quanti oggi hanno ancora
questo desiderio? Quanti lo coltivano con
serenità? Quanti invece lo reprimono per
dare spazio ad altro? Oppure lo esaltano e
lo assolutizzano tanto da diventare la seconda D?
D come diritto
È come per alcuni capricci infantili: voglio
una cosa, perché mi piace e la desidero (o
voglio solo possederla?), perché è un mio
diritto averla e per raggiungerla uso ogni
mezzo disponibile. Il diritto ad un figlio è invocato spesso nel dibattito sulle coppie ste-
rili, sulla fecondazione assistita, sulla fecondazione eterologa, sulle adozioni da parte
di coppie omosessuali. Ma si parla quasi
solo del diritto degli adulti e quasi mai di
quello dei figli.
D come dovere
Esiste anche un altro pericolo: oltre al presunto diritto ad essere padre e madre, si scivola spesso nel dovere “sociale” di esserlo.
Il figlio in questo caso diventa strumento
degli adulti per assolvere un obbligo imposto dalle tradizioni religiose e culturali, dal
modo di pensare comune, dall’emulazione e
forse anche dall’invidia. Anche qui Maria e
Giuseppe ci insegnano qualcosa: la loro vita
per 30 anni fu incentrata su Gesù, sul custodirlo, nutrirlo ed educarlo, cioè sull’amarlo
senza ricambi e senza invocare il diritto di
essere amati e gratificati. È la stessa cosa
che dice il codice civile italiano; lo dice anche il rito cristiano, quando elenca i doveri
del matrimonio, solo che li fa precedere
dalla quarta D.
D come dono
“Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi?” Ecco la parola
che ci fa vedere meglio del 3D! Lo ha ricordato anche il Papa parlando ai medici cattolici: “Il pensiero dominante propone a volte
una ‘falsa compassione’: quella che ritiene
sia una conquista scientifica ‘produrre’ un
figlio considerato come un diritto invece di
accoglierlo come dono; o usare vite umane
come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre”.
Mirco Cavallin
9
Il Consiglio della Collaborazione,
un cammino di comunione
Sono passati quasi due anni da quando il
nostro Vescovo Gianfranco Agostino Gardin
ha decretato la costituzione della Collaborazione Pastorale di Volpago il 2 dicembre
2012 e contemporaneamente istituito il
Consiglio della Collaborazione.
Rileggendo il decreto mi ha colpito soprattutto questa parte: “Per favorire forme di
comunione tra tutti i membri del Consiglio
della Collaborazione Pastorale, in particolare concrete esperienze di fraternità e di
vita condivisa finalizzata ad una comune
azione pastorale, è opportuno che tale Consiglio si riunisca almeno una volta al mese,
condividendo tempi di preghiera e discernimento, di programmazione pastorale e di
vita fraterna”. Ecco, in questi due anni abbiamo cercato di far spazio,
di accogliere, di far nostre
queste parole offerteci dal
nostro vescovo. È stato un
vero cammino di comunione tra di noi, lasciando
sempre all’inizio dei nostri
incontri uno spazio importante alla preghiera condivisa, in particolare alla preghiera di Lode e
alla preghiera di invocazione allo Spirito
Santo. All’inizio non è stato facile soprattutto per alcuni di noi, ma abbiamo scoperto che partendo dalla preghiera, che
mette al centro il Signore, poi l’incontro ha
sempre preso la giusta piega. Abbiamo
preso coscienza che ciò che più conta non è
il fare chissà quali progetti o attività, quanto
invece disporre il nostro cuore e la nostra
mente a lasciarsi guidare e trasformare dal
Signore secondo la Sua volontà per discernere ciò che lo Spirito Santo desidera per le
nostre comunità.
Non sono mancate le fatiche perché la collaborazione non nasce spontanea, siamo legati alle nostre Parrocchie, ci siamo nati, ci
siamo cresciuti, ma la collaborazione ci
chiede di ampliare il nostro sguardo oltre la
Parrocchia, non perché lo vogliamo noi, ma
perché ce lo chiede il Signore.
10
Quest’anno, dal 30 aprile al 17 maggio, abbiamo vissuto la Visita pastorale del nostro
vescovo. È stata una prima verifica fatta
all’interno dei gruppi attivi nelle nostre comunità e poi assieme al nostro vescovo
dopo un anno di cammino.
In questo tempo, infatti, come CdC abbiamo
preso in mano la lettera che il vescovo ci ha
inviato dopo la sua visita. Attraverso la preghiera, la meditazione ed il confronto vogliamo cercare di lasciarci guidare dal Signore per individuare ciò che è più importante per le nostre comunità.
Per prima cosa abbiamo confermato la priorità del cammino di collaborazione da percorrere con pazienza ma anche con determinazione. Finora siamo consapevoli di
aver fatto “in collaborazione” attività che non
hanno toccato in profondità
le nostre parrocchie chiedendoci un maggiore sacrificio, infatti quando abbiamo tentato di spingere
per fare qualche altra esperienza di comunione più
concreta, sono sorti dubbi e difficoltà. Dobbiamo continuare con fiducia.
In questo anno abbiamo vissuto anche delle
belle e profonde esperienze di “Collaborazione” con la Giornata della Carità ed il
Fuoco di Pentecoste in cui abbiamo sperimentato la gioia di incontrare il Signore e di
invocare il dono del suo Santo Spirito.
Vorremmo tanto che la bellezza di questa
fraternità vissuta nel Consiglio della Collaborazione cominciassimo a trasferirla anche ai Consigli di Pastorale Parrocchiali e
per questo abbiamo pensato a due futuri incontri da vivere il prossimo anno.
Altro tema è l’evangelizzazione, a cui tutti
siamo chiamati come battezzati, ma con
particolare attenzione al dono ed al carisma
che viene affidato alle coppie di sposi in
forza del matrimonio cristiano.
È partita nello scorso mese di ottobre la
scuola di evangelizzazione, chiediamo a
tutte le comunità di pregare affinché davvero tutti possano conoscere il “Padre” anche attraverso la nostra umile testimonianza. Altro campo di azione è la Pastorale
dei Giovani, da sostenere e da far crescere.
Vi lascio, a conclusione di questi pensieri,
una parte del canto fatto da noi del consiglio
della collaborazione in occasione del Fuoco
di Pentecoste a Santa Maria della Vittoria.
Eugenio Bardini
W GESÙ
Facciam fatica ad esser contenti
Un arricchimento dei nostri cuori
Quando si parla di cambiamenti
È come aggiungere alla vita i colori
Ci portan via la nostra sicurezza
Belli, sgargianti specie se siamo in tanti
Ma donan spesso bellezza e freschezza
A tenerci la mano per andare lontano…
Il Signore ci aiuti in questo tempo di attesa a crescere nella comunione con Lui e tra di
noi per essere sempre più suoi umili “collaboratori”.
Il fuoco di Pentecoste
Sabato sera 7 giugno un “gruppetto di
amici” (il Consiglio della Collaborazione),
capitanati
da
don Massimo
Lazzari e don
Luigi dal Bello
ha riunito le 4
parrocchie di
Venegazzù, Volpago, Selva e
Santa Maria invitandole a vivere un’esperienza davvero
unica.
Il contesto: incantevole, una
dolce valle ai
piedi della Chiesa di Santa Maria, al centro
della quale spiccava un grande braciere alimentato da pezzi di legna che ognuno di noi
aveva portato da casa. Il momento: magico,
quello del crepuscolo, dopo un pomeriggio
afoso ma appena prima del buio dolce della
notte, quando a fatica si intravedono le
prime stelle.
Gli invitati: famiglie, bambini, ragazzi, anziani, tutti seduti nell’erba attorno al fuoco,
accompagnati da un piccolo coro lodevole,
immersi nel silenzio e nella pace del Montello.
A fare cosa? Invocare, in un clima di gioia e
unità, lo Spirito Santo, e festeggiare, danzando e pregando, gustando soprattutto la
pace, il giorno
della
nascita
della chiesa. Già,
quella pace che
Gesù portò ai
suoi discepoli,
impauriti, titubanti e rinchiusi
nei giorni strani
e difficili che seguirono la Sua
Resurrezione,
entrando
a
porte chiuse nel
cenacolo dove
erano riuniti.
E infatti la festa è iniziata proprio con la lettura degli Atti (in cui si narra la Pentecoste),
che ha aiutato tutti a rivivere quei momenti
di pace e unità rinfrancanti, che possono
provenire solo dalla Sua Parola. Poi, tutto
un susseguirsi di bans, canti, uno addirittura inventato per l’occasione dal ‘gruppetto di amici’, e, da ultimo, ormai a sera
inoltrata, illuminati solo dal grande fuoco
centrale, ognuno poteva scrivere in un foglietto una preghiera da deporre poi nel
braciere e lasciare che, ardendo, salisse al
cielo fino ad arrivare al Diretto interessato.
Amelia
11
Scuola dell’infanzia “Gobbato” di Volpago
Superata e ben conclusa la fase di inserimento e di benvenuto dei nuovi piccoli, la
“Scuola dell'Infanzia Gobbato” di Volpago
del Montello ha cominciato a pieno ritmo il
suo programma didattico fra laboratori musicali, artistici, uscite e quant'altro per la
gioia dei nostri bimbi e, onestamente, anche
dei loro genitori.
Nel rispetto della filosofia che guida questa
scuola paritaria e dei valori cattolici che
cerca di portare avanti e di trasmettere con
impegno, ecco allora un'iniziativa quanto
meno “originale” che, oltre a divertire i piccoli, ha fatto tornare bambini anche alcuni
grandi fra mamme e papà.
Con l'avvicinarsi del Santo
Natale si è infatti pensato di
introdurre la
tematica natalizia e i valori
che porta con
sé attraverso
una drammatizzazione
fatta a scuola
durante una
mattinata.
Ecco allora un
grande papà
dal lungo vestito azzurro nei panni di Dio,
buono e dispensatore di saggi consigli, ecco
allora le mamme tornate bambine che bisticciano per una sciocchezza e che vengono osservate dagli occhi divini per poi
tornare in pace e armonia grazie al grande
dono inviato da Dio stesso sulla terra: suo
figlio Gesù.
Fra mantelli aurei, aureole improvvisate e
finte scaramucce i bimbi hanno colto il messaggio buono e pacificatore della Festività
in arrivo, depauperato del modello consumistico: quello che è passato è il senso di un
Dono grande, gratuito e finalizzato al Bene
comune.
Mattinata alternativa, divertente e coinvol-
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gente: tanti i sorrisi nel riconoscere i genitori coinvolti, tanti i resoconti dalle mille
sfaccettature, tante le versioni riportate dai
bimbi con un denominatore comune: il
Grande Dono.
Se da un punto di vista didattico il coinvolgimento adulto era finalizzato a una trasmissione più empatica, inevitabilmente da
un punto di vista umano la rappresentazione inscenata ha offerto anche ai grandi
un momento oltre che di impegno sicuramente anche di riflessione più profonda.
Ancora una volta questa scuola ha dato la
possibilità di essere coinvolti e di condividere un momento importante per i nostri
bimbi
infittendo così la
trama di rapporti scuola-famiglia e fra famiglie.
Tra i valori che
maggiormente
porta avanti infatti è da riconoscere l'insieme di iniziative per il bene
della struttura
e quindi dei
suoi
piccoli
alunni, per offrire loro attività e laboratori
utili al loro sviluppo “scolastico”, ma anche
e soprattutto umano. Fioccano infatti iniziative di condivisione integrazione scuola-famiglia: castagnata, vendita torte, raccolta
fondi, pulizie di mamme volontarie, mercatini.
Credo infatti che solo con l'esempio si possa
realmente trasmettere un valore, ma un
esempio continuo, fatto di parole, di momenti insieme, fatto di emozioni dentro e
fuori la scuola, dove gli attori si mischiano,
si confondono fino a identificarsi in
un’unica grande idea di Amore che anche
questo Natale saprà portare nelle nostre
case e soprattutto nei nostri cuori.
Lorenza Gasparetto
Scuola materna “Zille-Sernagiotto” di Selva
Una giornata alla Scuola
dell’infanzia…
Al mattino, dalle 7.30 i
bambini vengono accolti
in salone, verso le 9.00,
quando arriva il pulmino
ci sediamo per una piccola merenda e per ringraziare Gesù affinché ci
guidi durante l’intera
giornata. A questo punto
siamo pronti per proseguire! Andiamo in classe,
ci salutiamo tutti e vediamo chi è presente a
scuola e chi è rimasto a casa. Questo moed imparano a modulare la voce, memorizmento di routine ci dà il benvenuto e ci
zano parole in un contesto giocoso e diveraiuta ad imparare, ad esprimerci e a conotente.
scerci meglio. È anche il momento in cui
Durante la mattinata un’altra attività edupossiamo parlare insieme, raccontare di noi
cativa importante è quella del gioco. Si scoed imparare ad ascoltarci; inoltre le inseprono gli angoli preparati dalle insegnanti:
gnanti ci spiegano cosa si farà durante la
ci sono le costruzioni, gli animali di plastica,
mattinata e così scopriamo quali sorprese ci
i giochi da tavolo, le bambole, la casetta con
riserva ogni nuova giornata alla scuola
la cucina, i libri da sfogliare, il mini-atelier
dell’infanzia.
in cui disegnare, colorare, incollare, ritaLe attività didattiche costituiscono il fulcro
gliare e molto altro ancora. Si sceglie un andelle proposte strutturate. Si
golo e quali giochi fare e con
propongono come stimolo alla La scuola dell’infanzia è il chi; si impara a stare insieme
luogo dove si fanno scocreatività, alla conoscenza, perte, si cresce e si costrui- agli altri, a litigare e a risolvere
allo sviluppo di abilità e com- sce la fiducia nelle proprie i conflitti trovando un modo
petenze in relazione al bam- capacità, dove si può pro- corretto e civile di gestirli. Imbino in quanto persona e so- vare e riprovare, con le pariamo anche a rispettare i
prattutto come parte del mani, con gli occhi, con la giocattoli, le regole del gruppo
lingua, e si può persino sbagruppo.
e a riordinare.
gliare, dove si impara a star
Attraverso la lettura di storie bene con gli altri, a condivi- Alle 11.45 tutti i bimbi vanno a
e racconti si offre al bambino dere e a gestire i conflitti. mangiare in sala da pranzo:
la possibilità di aumentare i La nostra scuola è un luogo questo è un luogo fondamensuoi tempi d’attenzione, si dove si gioca sul serio, dove tale per fare nuove esperienze.
crea l’abitudine all’ascolto, si si impara giocando e si ri- Qualche volta ci sono cibi scosollecita la sua capacità di im- flette su ciò che si è impa- nosciuti che piacciono, altre
rato.
maginare.
volte che non piacciono o che
Insieme a tutto ciò si arricchisce, mano a
alla vista non ispirano, ma piano piano, con
mano, il suo lessico e la sua capacità espresl’assaggio, i bambini possano capire se in
siva e verbale.
realtà la pietanza piace o no. Non è come
Anche il canto è un momento piacevole di
mangiare a casa. Ci sono tempi più lunghi di
espressione e condivisione. I bambini perattesa, si condividono gli spazi con altri
cepiscono il ritmo e la scansione del tempo
bambini, ci si conosce e ci si confronta.
13
Dopo una mattinata intensa, verso le 12.30,
se il tempo lo permette, si va tutti a correre
e a giocare in giardino, altrimenti, dopo un
po’ di gioco libero in salone, verso le 13.30,
i più piccoli vanno a riposare. Qualcuno
stringe il suo peluche, qualcun’altro porta
con sé il ciuccio o un oggetto caro. Prima di
addormentarsi le insegnanti rimboccano le
coperte, una coccola per chi è molto triste,
ci si augura il buon riposo e si chiudono gli
occhietti. I bambini medi e grandi completano invece le attività iniziate al mattino o
ascoltano una storia e giocano in classe.
Alle 14.30 circa ci si alza, mangiata la merenda, si aspettano la mamma o il papà, i
nonni o le tate, o si prende il pulmino per
andare a casa.
Prima della merenda mattutina, prima del
pranzo, prima di andare a dormire si va in
bagno a lavarsi le mani e a fare la pipì …è
davvero un bel momento perché si impara
a diventare autonomi nei bisogni fisiologici,
nel lavarsi le mani, nel mettere la canottiera
nei pantaloni … per noi adulti è scontato,
ma non è poi tanto facile, serve molto alle-
“Un bambino creativo è un bambino
felice” (Alberto Munari)
Crediamo fermamente che se incoraggiati ad
esprimersi liberamente e gratificati nelle loro
scelte e capacità, i bambini intraprendano il
lungo percorso della costruzione della propria
identità, della conquista dell'autonomia e di
un pensiero positivo che valorizzi la loro appartenenza al mondo che li circonda. Riteniamo fondamentale, quindi, promuovere e
sviluppare le potenzialità estetiche del bambino attraverso esperienze sia fruitivo-critiche che espressivo-artistiche, mediante la
progettazione e l'utilizzo di tecniche diverse,
sia pittoriche che plastico-manipolative.
Gli anni della scuola dell’infanzia sono densi di
narrazioni, di storie, di trame semantiche e
fantastiche; trame in cui si intrecciano differenti culture, modi di vivere, diversità e
sensibilità.
namento! In bagno possiamo anche chiacchierare con i nostri amici e fare i giochi con
l’acqua … senza fare la “doccia” però!
Diana, Chiara, Lorena, Elisa
Scuola materna “C.ssa Matilde Spineda”
di Venegazzù
La nostra Scuola Materna accoglie in questo anno scolastico 86
bambini divisi per età in 4 sezioni. Il personale è composto
da quattro insegnanti, un’assistente, una cuoca, un'autista e
ausiliaria, un'addetta alla segreteria e diversi volontari che a
vario titolo contribuiscono al
buon funzionamento della
scuola.
Dall’osservazione quotidiana e
costante, si è formato il nostro
modo di lavorare con un obiettivo ben preciso: dare ai bambini la possibilità di acquisire
modi sempre nuovi e diversi di guardare il
mondo. Sappiamo che ogni bambino,
quando arriva alla Scuola dell’Infanzia, ha
14
una propria storia personale; nel bambino
è viva una certa “curiosità” che lo spinge
all’indagine o, più semplicemente, che lo
porta a mettere alla prova le cose e le persone, per vedere “che cosa succede se…”
“che cosa succede quando…”. La nostra
scuola cerca di dare la possibilità ad ognuno
di sperimentare il mondo attraverso occasioni significative mettendo in atto le singole capacità. Pertanto, il nostro compito è
quello di “dare occasioni” cercando di riuscire a creare quel tipo di clima nel quale i
bambini si ritrovano a vivere per conoscere
facendo esperienze.
Essendo la nostra scuola una realtà di forte
ispirazione Cristiana, abbiamo cercato di
unire questi obiettivi del “fare” a quelli importantissimi dell’“essere”. Da qui la scelta
di tornare un po’ alle origini: aiutare i bambini a tirar fuori il meglio di sé e ritrovare,
nei semplici gesti quotidiani, il valore delle
piccole cose e dei piccoli gesti. Prendendo
come riferimento la figura di S. Francesco
(quest’anno, tra l’altro, ricorre anche il 75°
anniversario da quando S. Francesco è diventato il patrono della nostra bella Italia)
si è pensato di strutturare il percorso dando
valore a delle parole che abbiamo chiamato
“magiche” e che riteniamo fondamentali
per una buona educazione e convivenza,
non solo nell’ambito scolastico, ma in generale in quello sociale: ciao, grazie, per favore, scusa, ti voglio bene.
“CIAO”, io sono Francesco e tu? (Progetto
Accoglienza Settembre-Ottobre)
Lavorare sulla parola chiave “ciao” (imparare a salutare come ci ha insegnato Francesco: si saluta con un sorriso perché scalda
il cuore di chi lo riceve e di chi lo dà) su fratello Autunno che Francesco ci sta facendo
conoscere ed apprezzare (frutti, animali
etc…) e gli amici di Francesco: chi sono?
Dove vivono?
“GRAZIE” un dono speciale per tutti (Natale Novembre - Dicembre)
Il periodo natalizio sarà incentrato sul dono
della nascita, partendo dai bambini, da
quando sono nati e quando è nato Gesù.
Vivere la nascita di Gesù e la nostra come un
dono prezioso per il quale dobbiamo saper
ringraziare il Creatore.
“PER FAVORE”, il creato è un dono che
va amato e rispettato (Gennaio- Febbraio)
Conosceremo il cantico delle creature attraverso il quale scopriremo che tutto è un
dono e che come tale va rispettato… animali, piante etc…
“SCUSA”... dov’è odio che io porti
amore… ( Marzo- Aprile)
Il periodo pasquale lo abbiamo identificato
come un passaggio dalla morte alla nuova
vita e per questo abbiamo pensato di far vivere ai bambini questo passaggio attraverso la preghiera semplice di San Francesco.
“TI VOGLIO BENE”… ti apro il mio
cuore…. (Maggio- Giugno)
Con il canto “Dolce sentire” concludiamo il
nostro percorso, perché attraverso tutte le
parole magiche ora siamo pronti ad aprire
il cuore alla vita e a saper dire: ti voglio
bene.
Nella nostra scuola vengono attivati anche
vari progetti e percorsi educativi che integrano e completano la normale programmazione curricolare. Tali progetti, svolti direttamente dagli insegnanti o condotti da
esperti esterni, costituiscono parte dell’offerta formativa, possono essere riconfermati di anno in anno per continuità o sostituiti da altri in base alle esigenze didattiche
e alle risorse disponibili.
Ben consapevoli dell’impegno del percorso
che abbiamo deciso di intraprendere, siamo
fiduciosi delle risposte e delle risorse positive dei bambini e delle loro famiglie, persuasi dal fatto che ogni piccolo seme gettato, nel tempo, se coltivato, porta il suo
frutto.
Le Maestre
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Il passero Goffredo
Il passero Goffredo, ascoltava rapito i racconti della nonna e
delle zie che parlavano delle disavventure e delle
imprese dei suoi
antenati. Talvolta i
suoi occhietti si
chiudevano per il
sonno,
soprattutto
quando arrivava il freddo
e con la sua famiglia si rintanava in luoghi di fortuna. A Goffredo
piaceva tanto
la storia di S.
Francesco
d'Assisi, perché il grande
Santo chiamava tutti fratelli; non solo, ma
riusciva a comunicare anche con gli uccelli,
per non parlare del lupo di Gubbio! Il suo
cuoricino batteva forte quando, d'inverno,
molti dei suoi fratelli correvano seri pericoli
perché “gli umani” preparavano delle trappole per catturarli! Questo succedeva nei
tempi andati, quando gli uomini avevano
fame, come gli spiegava nonna Passi.
Ma purtroppo l'uomo avido imbraccia il fucile anche oggi, ed i
poveri passeri, insieme ad altre
specie, finiscono arrosti! (“Poenta e
osei!”) Che strazio,
quanto piangevano i parenti! Anche a Goffredo spuntavano due lacrimucce. Qualche giorno
prima il suo caro amico Cincio aveva
fatto quella fine! “Coraggio”, lo scuoteva
nonna Passi, “pensiamo alle cose belle e questo sia motivo, per te, di vivere sempre in
pace, senza fare male a nessuno”! Proprio
quella notte, il passerotto sognò S. France-
16
sco che lo invitava a recarsi ad Assisi. Al risveglio, pensò che quel sogno fosse proprio
quello che lui desiderava fare nella realtà.
“In fin dei conti ho le ali, non ci vorrà proprio
molto tempo!” Prese il coraggio e si confidò
con la mamma. Mamma Flora gli promise che
ci avrebbe pensato e ne avrebbe parlato con
tutta la famiglia. Una sera di pioggia la famigliola dei passeri ne discusse a tavola, mentre papà Ernesto si passava ripetutamente le
ali sulla fronte, molto preoccupato. “È un
mondo pieno di pericoli, figlio mio, ma se il
tuo desiderio è grande, sono certo che andrà
tutto bene!” Goffredo si sentì gonfiare il
petto per la gioia e subito si diede da fare
per prepararsi alla partenza. Mamma Flora
preparò un fagottino e gli mise dentro qualche briciola di pane, le calze di lana, un berretto con il fiocco verde e un’immaginetta
del Santo Francesco perché lo proteggesse!
Fino all'ultimo la mamma provò a trattenerlo,
era ancora così piccolo ed ingenuo, inoltre il
tempo era dei peggiori, si stava avvicinando
il Natale ed avrebbe potuto incorrere in una
tempesta di neve! Ma Goffredo, accalorato
dal suo entusiasmo, partì. Lungo la strada
chiedeva informazioni: “scusate, per Assisi?”
“Sempre dritto” gli rispondevano. Un po' volando ed un po' zampettando, vide scorrere paesi e città. Ad un certo punto, si
fermò e si chiese: “ma io, dove mi
trovo ora? Quanto mancherà?” Un pettirosso
lo sentì e gli chiese:
“dove sei diretto
amico?” “Ad Assisi”
rispose
Goffredo.
L'uccellino
riprese:
“non ne sono sicuro, ma ormai ci dovresti essere, vai sempre
dritto!” Da un poco aveva anche ripreso a nevicare e le calze di lana si stavano gelando
insieme alle sue zampette. Era sera ormai, e
s'accorse di essersi trovato davanti ad un
grande edificio. Pensò “sarà una chiesa oppure un convento?” Volò fino ad una finestra
illuminata e con il becco picchiettò sul vetro,
ma niente, nessuno si fece vivo. Provò a cinguettare e finalmente la finestra si aprì.
“Che volete a quest'ora?” gli disse un'ombra
scura, “mi sono smarrito” rispose Goffredo.
“Frate Carrucola” chiamò la stessa voce “calate la cesta, c'è un povero che ha bisogno di
noi”! In men che non si dica, il passero salì e
sorridendo pensò: “che strano ascensore, ma
efficace, ne avevo proprio bisogno ormai non
sentivo più le ali!” Un po' intimidito, fu aiutato a scendere e ... che meraviglia! Si trovò
davanti ad un grande presepe! Poi frate Carrucola lo condusse in cucina per rifocillarlo
un po'. Il cuore di Goffredo si bloccò e
pensò: “sono perduto! Mi faranno arrosto”! Il
suo pensiero venne “ascoltato” dai fraticelli
che lo rassicurarono: “devi riprendere le
forze figliolo, piuttosto raccontaci di te,
come mai sei venuto sin qui ad Assisi?” Goffredo, dopo un buon brulè, si presentò e raccontò la sua vicenda. “Che ne dite frate Cantore?”, disse frate Carrucola “non avevamo
giusto bisogno di una voce solista per cantare alla Santa Messa di mezzanotte? “Ma
certo” risposero tutti battendo le mani! Goffredo non riusciva più a contenere la sua
gioia ed in cuor suo ringraziò Santo Francesco per tutte le cose belle che stava vivendo.
Nella Notte Santa, nessuno si meravigliò di
sentire il cinguettio di un piccolo passero che
accompagnava i canti natalizi dei fraticelli!
Ad Assisi, luogo di pace e amore, ogni cosa
era possibile, anche la voce fuori dal coro
che cantava “Tu scendi dalle stelle o Re del
cielo”..., che fosse stato il Santo Francesco?
Goffredo ne era certo!
Francesca Girardi
Campiscuola
estate 2014
Anche quest’anno, i ragazzi e i giovani della collaborazione
pastorale
Volpaghese, e non solo,
hanno avuto la possibilità
di vivere una settimana
condividendo luoghi, emozioni e sentimenti
tra di loro e con Gesù, accompagnati dai loro
educatori e dai don delle
nostre parrocchie.
Ogni classe ha partecipato ad un’esperienza diversa, facendo sì che i ragazzi si arricchissero individualmente e crescessero nell’unità e nella
fraternità di gruppo.
ACR
I ragazzi di 1^ e 2^ media delle
Parrocchie di Venegazzù, Volpago, Selva, Giavera, Santi Angeli
e Cusignana, hanno trascorso la
settimana del 3 – 10 agosto a Sagron, presso il campeggio della
parrocchia di Santandrà. I ragazzi,
accompagnati da Erica, Sara, Lorenzo, Andrea, Amedeo e don
Otello, hanno svolto attività basandosi sul film Avatar, affrontando temi come la diversità, il rispetto, l’amore e l’avventura.
44 ragazzi di 3^ media delle parrocchie
di Venegazzù, Volpago, Santa Maria,
Selva, Santi Angeli, Giavera e Cusignana,
accompagnati da Marika, Tiziana, Mattia, Erika, Irene e don Massimo, sono
partiti il 4 agosto per trascorrere una
settimana ad Assisi. Hanno avuto la possibilità di conoscere le vite di Santa
Chiara e di San Francesco, condividendo
forti emozioni e conoscendo i luoghi
della città, incontrando i loro abitanti e
chi la visita, portando loro un messaggio
autentico che hanno nel cuore.
Definito il camposcuola più “wild” della storia, 21 avventurosi ragazzi di 1^ e 2^ superiore delle parrocchie di Venegazzù, Volpago, Santa Maria, Selva, Giavera e Santi Angeli, accompagnati da Lisa, Luigi, Gianluca, Laura, Matteo, Emma e don Massimo, hanno
pedalato per 170 km! Sono partiti da Possagno ed arrivati a Punto Sabbioni, attraversando qualsiasi tipo
di tempo atmosferico senza mai abbattersi!
18
La 3^ superiore, costituita da 8 ragazzi delle parrocchie
di Venegazzù e di Selva, accompagnati da Elena, Marianna, Giovanni e don Luigi, hanno svolto, dal 29 giugno
al 6 luglio, un campo di servizio presso la Caritas Giovanni Paolo II, Colle Oppio, Roma.
Dal 28 luglio al 3 agosto, 12 ragazzi di 3^ e 4^ superiore della parrocchia di Volpago, accompagnati da Elisa, Caterina, Fany e don Massimo,
hanno vissuto una forte esperienza di convivenza, condivisione e spiritualità ad Assisi. Il
campo è cominciato con una faticosa e allo
stesso tempo meravigliosa camminata di tre
giorni che da Gubbio ci ha condotti fino ad Assisi,
percorrendo così un tratto del cammino di San
Francesco. La bellezza della natura e del verde
prima, la particolare suggestività di una città
come Assisi poi, hanno contribuito ad instaurare
un clima sereno e di relazioni autentiche, nonché
favorito un percorso di ricerca di fede personale,
anche attraverso momenti particolari di preghiera e di conoscenza di due grandi santi quali
San Francesco e Santa Chiara.
Selva
Volpago
Venegazzù
19
La festa di ognissanti,
dolcetto o scherzetto?
In concomitanza con la
festa
cristiana di tutti
i Santi, da
qualche anno,
anche nei nostri paesi, si va diffondendo l'usanza di Halloween. Una festa che non ci appartiene come cultura, ma che, ben curata a
scopi consumistici, ci stiamo abituando a
celebrare, “perché tanto ormai tutti fanno
così”! Nei supermercati vengono esposti i
vari dolcetti a forma di zucche sdentate, pipistrelli, streghe e varie, nonché costumi e
maschere della stessa serie, simboli esorcizzanti, dicono, per allontanare lo spettro
della morte! Però, anche noi grandi, talvolta, viviamo la funzione in cimitero, in
modo folcloristico! Siamo guidati dal desiderio certamente di fare cosa buona, per
rendere omaggio ai nostri cari. Le tombe diventano veri giardini fioriti, lustrate anzitempo, splendenti di lumi, i familiari le circondano, quasi a proteggerle, qualcuno
“solo qualcuno” chiacchiera e continua a
masticare la gomma. È anche vero che “il
camposanto” diventa occasione per rivedere parenti e amici e quasi diventa “un salotto” per raccontarsi, con scrollate di
spalle, sperando che la tomba di Tizio sia
meno bella della loro, mentre quella di Sempronio è proprio brutta e con pochi fiori!
“Atu vist che rassa de ceseta che i se ha fat?”
(Hai visto che bella chiesetta hanno fatto
per i loro morti?) Forse facciamo così per
mascherare il dolore, come Halloween!
Però, anche una volta... Sentite cosa
mi ha raccontato qualcuno...
Nella festa di Ognissanti, anche
ai tempi in cui Berta filava, si associava alla sacralità del giorno,
una certa credenza popolare. Le
zucche erano protagoniste anche allora, quelle che nascevano
nei campi, svuotate e sistemate
da sembrare un teschio; all'interno veniva
messa una candela e quindi poste, nella sera
dei Santi sopra una caneviera (un bastone
di bambù) davanti al cancello di casa o sopra un albero. Si chiamava “la lumiera”. I
20
bambini venivano mandati a letto molto
presto, spero non senza cena, perché dovevano “passare i morti”! Infatti si diceva loro
che i defunti uscivano dalle tombe e si avviavano in processione lungo le vie del
paese, visitando prima la Chiesa e poi le
proprie abitazioni. L'ultimo morto in quei
giorni, portava la Croce. Poveri bambini,
spaventati, si rintanavano sotto le “etesèe”
(i piumoni), battendo i denti per la paura
che il nonno o la nonna andassero a tirali
giù per i piedi! Accompagnava tutta questa
allegria, una filastrocca molto in voga all'epoca: “quando si era vivi si mangiava pane
e fighi, ora che siamo morti giriamo per i nostri orti!” Nemmeno l'orto era risparmiato
dalla “spaventosa” visita!
Il giorno dei morti, dopo le celebrazioni, ci
si abbandonava ancor di più alla mestizia,
questo lo ricordo bene anch'io. Con la
mamma, andavamo a “salutare” parenti e
conoscenti, ne uscivano lacrime e preghiere. Io ero curiosa di andare a visitare
quella parte del cimitero dove erano sepolti
i bambini nati morti, o morti nella primissima infanzia. Le loro tombe erano dei piccoli tumuli di terra, dove spiccavano le bandierine rosa o celesti. Le mamme avevano
ricamato con amore e dolore i nomi delle
loro creature su quei fazzoletti, che sembravano piccoli angeli spezzati! Ma i più birichini, coglievano quella “felice” occasione
per andare a raccogliere i rimasugli delle
candele, li portavano a casa, li fondevano e
poi, tagliata una caneviera a metà mettevano uno spago “da saeadi” (salami), la
chiudevano ed oph, che meraviglia,
nasceva una candela nuova di
zecca! Qualcuno riusciva perfino a scambiare la merce, per
un qualche profitto!
A parte le tradizioni popolari di
ogni tempo, mischiate ad un po'
di paganesimo, noi crediamo
che i nostri cari vivono nella gioia
e nella pace di Cristo Risorto e la preghiera,
la sola cosa di cui hanno più bisogno, ci accomuni a coltivare quella fede semplice e
generosa, che ci hanno trasmesso.
Francesca Girardi
Bentornata sagra
di Venegazzù!
Coraggio! Sì, ci vuole una buona dose di coraggio per mettersi di sana pianta, di questi tempi, ad organizzare una sagra, con tutti gli oneri e la burocrazia che richiede, soprattutto se mancano le strutture necessarie. Ma era un sogno
di tanti poterla riportare in vita, un sogno che, condiviso, si
è potuto ampiamente e felicemente realizzare! Pure il meteo, dopo un’estate burrascosa, ci ha graziati, quasi a darci
il benestare, perché una sagra è soprattutto un momento di grandissima aggregazione, sia
tra chi la gestisce, sia tra chi vi partecipa; è fonte di comunità, di collaborazione. Grandissimo
il successo dopo quasi 20 anni di assenza (qualche tentativo era stato fatto ma non di queste
proporzioni); i veterani del posto sono stati percorsi da un brivido lungo la schiena rivedendo
proprio qui a Venegazzù, gli autoscontri, le gabbie, il tendone gli aerei. Un’emozione fortissima! E decisamente azzeccata è
stata anche la proposta di don Massimo di anticipare
a
fine
agosto
l’evento tradizionalmente previsto
per metà settembre in occasione
della festa della
Madonna Addolorata, perché ha
concesso molta più affluenza e pure molta più preziosissima disponibilità dei tanti giovani
che hanno prestato servizio perché ancora non erano cominciate le scuole.
Un casting azzeccatissimo, se pur per molti sia stata la prima occasione di “lavorare” insieme:
vini di alto pregio, cucina varia, originale e sopraffina, tantissimi sponsor e tanta, tantissima
gente, molta di più di quanto sperato, a segno che questo era davvero il sogno di tutti i venegazzunesi. Bravi fioi!
Lodevoli anche le tante iniziative: la biciclettata, la sfilata di moda, il pranzo a base di patate
del Montello, il concerto dei giovani, il
teatro, il concorso fotografico, i mercatini. Unica nota nostalgica… mancava la tradizionale pesca, ma abbiamo speranza che si possa ripristinare anche quella.
Un ricco carnet che attendiamo di rivivere con la stessa intensità la prossima fine estate all’insegna della
buona compagnia, della buona tavola
e della bella gente di Venegazzù e dintorni.
Monica Follador
21
L’ultimo sacrestano
Spesso ci si accorge di quanto siano preziose le persone solo quando ci mancano.
Non dovrebbe essere così, dovremmo riuscire ad apprezzarle sempre, a non cadere
nell’abitudinarietà, ma alla fine siamo tutti
nella stessa barca, viviamo intensamente, di
corsa e diamo per scontato che certi servizi
non debbano mai venire meno perché c’è
sempre qualcuno che è disponibile. Disponibilità…gran parolone. È stato evidente da
subito, quando il nostro sacrestano, per
problemi di salute e di famiglia, ha cominciato ad assentarsi, che non sarebbe stato
facile trovare qualcun altro disponibile a
dedicare così tanto tempo alle esigenze
della parrocchia. Perché, chi finora si è assunto questo impegno, ha dedicato anima e
cuore alla Chiesa, quasi come avesse due
case, sempre pronto per le emergenze, per i
funerali, S. Messe ecc., con notevoli capacità
di adattamento ai vari parroci che si sono
susseguiti in tempi brevi nella nostra parrocchia. Sembra un compito semplice, ma
quante cose ci sono da preparare per celebrare una battesimo, un funerale, un matrimonio? E se nessuno, a parte i preti, sa come
farle? Le prime volte un po’ di ansia e di “similpanico” non sono mancati (l’incenso che
non si accende, una caccia al tesoro per trovare le chiavi del Tabernacolo, le vesti per i
Battesimi, per capire quali campane suonare…). Tuttavia una comunità è espressione anche della capacità di condividere
gioie e dolori della stessa; se da una parte
crea dispiacere l’idea di non avere più un
sacrestano unico, con il bagaglio di certezze
e di conoscenze che ne consegue, dall’altra
questa circostanza ha concesso ad altre persone di mettersi in gioco, così ora ci sono
molte persone che fanno dei piccoli servizi,
chi apre e chiude la chiesa, chi prepara tovaglie e altari, chi sistema i fiori, chi fa le pulizie, chi aiuta nella varie Messe, chi si sta
specializzando nei funerali… e dopo quasi
un anno di aggiustamenti, sembra che forse
questa sia la formula giusta. Un servizio più
semplice, ma non per questo meno importante, che garantisce la gestione della
Chiesa con tempi accettabili per chiunque.
Grazie a tutti coloro che si sono resi disponibili e, nel caso qualcuno volesse aggiungersi, ci sono ancora piccoli servizi scoperti.
Doveroso dunque ringraziare di cuore Secondo (Angelo Tocchetto) per i 20 anni di
servizio intenso che ha svolto per noi, augurandogli di poter vivere serenamente il suo
“pensionamento”. Resterà per sempre
...l’ultimo dei sacrestani!
Monica Follador
Il presepe vivente di Santa Maria
Un vero bue e un vero asinello, degli angeli
e dei pastori, l'oste e il viandante, insomma
dei veri figuranti che rappresentano la nascita di Gesù Bambino in una magnifica cornice nel cuore del Montello.
Il primo presepe vivente della storia fu
opera di San Francesco d'Assisi, nel borgo
di Greccio (Rieti) nel 1223. A Santa Maria
invece è arrivato dieci anni or sono, su iniziativa di Don Giuseppe Ravanello. Sono
due i momenti cardine di questa tradizione:
il primo la notte di Natale, dopo la messa
della Vigilia (quest'anno inizierà alle 23);
22
sul sagrato del santuario arriveranno Giuseppe e Maria in groppa ad un asinello: tutti
insieme, attraverso i dialoghi dei figuranti e
alcuni canti rivivremo la grandiosità di Dio
fattosi uomo.
Ma ancor più suggestivo l'appuntamento
nel giorno dell'Epifania; i Magi arrivano a
cavallo portando i loro doni per adorare il
Bambino nella capanna. Quest'anno l'appuntamento è alle 17.30 in chiesa, dove, per
iniziare, Don Luigi benedirà tutti bambini
presenti e poi usciremo all’arrivo dei
Magi.*In seguito, secondo la tradizione,
dopo questo lungo viaggio dall'oriente lontano i tre Re, Gasparre, Melchiorre e Baldassarre, faranno una sosta presso il salone
dell'oratorio per trascorrere del tempo con
i presenti. Questo è il cuore
della
nostra
tradizione
come l’ha voluta fin dall'inizio il caro Don
Giuseppe, perché attraverso
le
domande
che si potranno
rivolgere ai sapienti Re, le famiglie con i loro bambini potranno vivere
assieme un momento di trasmissione della
fede. I Magi poi avranno con loro dei doni
per tutti bambini presenti e dopo averli salutati vivremo un momento conviviale tutti
assieme.
Questa rappresentazione vuole essere uno
strumento che
ci aiuti a vivere
il Natale con la
consapevolezza del suo significato
più
semplice e profondo, affinché
Gesù possa nascere nei nostri
cuori, rafforzando la fede
negli adulti e
aiutando ad accrescere quella dei nostri
bambini. Vi aspettiamo numerosi!
Davide Cigana
Dal 3 al 12 ottobre si è svolta la tradizionale
sagra (del Montello e della castagna) a
Santa Maria della Vittoria, nella cornice dei
festeggiamenti della Vergine del Rosario.
Ben otto giorni, nel susseguirsi di diversi
eventi: dalle cene
a tema con il
churrasco,
la
paella e le trippe,
agli eventi organizzati
dal
Gruppo Sportivo,
come il torneo di
Calcio Balilla e il
Palio delle contrade, arrivato
quest’anno alla
sua VIII edizione,
dove le varie
strade del paese,
chiamate “prese”, si sfidano in tre discipline: mountain bike, corsa podistica e la
corsa dei mussi. Ma non solo! Nelle due domeniche, durante tutta la giornata, sono
stati organizzati i mercatini in piazza con
prodotti e artigianato locali e i più piccini si
sono divertiti con l’intrattenimento e i giochi del gruppo “Giocamondo”. Per tutta la
durata della sagra è stata allestita una ricca
pesca di beneficenza.
Facendo una riflessione sull’esperienza di
quest’anno, possiamo dire che essa è stata
soddisfacente e positiva sotto molti aspetti:
innanzitutto l’affiatamento dell’intero
gruppo di persone che hanno collaborato in
diversi
ambiti;
questo permette
di
coltivare
nuove relazioni,
di imparare a conoscersi, a fidarsi
e a stimarsi a vicenda. Molto incoraggiante
è
stata anche la
presenza, tra i volontari, di tanti
giovani e giovanissimi: oltre a
dare allegria è un
segno di buon auspicio per gli anni a venire;
un’esperienza anche formativa, in quanto
ognuno si assume delle piccole responsabilità. In generale crediamo sia stata proprio
una bella festa, innanzitutto per la parrocchia. Ringraziamo don Luigi che ci ha incoraggiato e sostenuto già dalle prime riunioni con la sua presenza e ha pregato con
noi.
Davide Cigana
Festa della Madonna del Rosario
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Ci ha lasciati don Tarcisio Dal Zotto
Lo scorso 6 ottobre, la comunità di
Altivole si è ritrovata per l'ultimo
saluto a Don Tarcisio Dal Zotto, 86
anni, il pastore che
l'ha guidata per ben
33 anni (dal 1971
al 2004). La Messa
di esequie, presieduta da mons.
Gianfranco Agostino, ha visto la
partecipazione anche di molti sacerdoti che lo
conobbero e lo stimarono. Don Tarcisio, nato
a Venegazzù nel 1928, trovò terreno fertile per
il suo futuro di consacrato, nella famiglia profondamente religiosa e nella sua comunità parrocchiale, sotto lo sguardo attento del parroco
di allora Don Sante Brusa, artefice di altre vocazioni in paese. Divenne presbitero il 21 giugno 1953, per mano del Vescovo Mons. Antonio Mantiero. Dopo alcuni anni di esperienze
pastorali, in varie comunità, Don Tarcisio avverte la necessità di approfondire i suoi studi
frequentando la facoltà teologica a S. Giustina
(PD) ed un biennio a Pordenone per verificare
continuamente la sua vita, la dottrina e la pratica pastorale. Il Vescovo, riferendosi alla
lunga permanenza di Don Tarcisio nella parrocchia di Altivole, ha ricordato come questa
sia stata un dono ed una responsabilità, data a
molti parroci della sua generazione. Un tempo
particolare e provvidenziale, che è stato il
post-Concilio, una stagione che non poteva lasciare nessuno “tranquillo” nelle proprie consuetudini. “Una vita buona” ha continuato
Mons. Gardin, interamente dedicata alla comunità di Altivole, che diventò la sua famiglia
e per la quale si è speso con dedizione e amore.
Prete colto ed intelligente, attento alla Parola
di Dio, sensibile ai problemi e ai bisogni delle
famiglie, alle quali riservava gesti concreti di
carità e sostegno”. Nel 2004 Don Tarcisio,
dopo aver concluso il suo servizio pastorale in
quel di Altivole, si ritira a Venegazzù, dove ha
continuato ad operare per circa due anni, collaborando con il parroco per la celebrazione
delle Messe, confessando, visitando gli ammalati, portando loro Gesù Eucaristia e tanta consolazione. Arrivato allo stremo delle forze e
con segni pesanti per l'arrivo della malattia, ha
trascorso gli ultimi anni in casa del Clero a
Treviso sino alla sua dipartita. Un momento
prima di essere tumulato nel cimitero di Venegazzù, Don Tarcisio è stato accolto dal parroco
Don Massimo, nella sua chiesa natale per una
preghiera ed un ultimo saluto commosso da
parte dei fedeli convenuti.
Francesca Girardi
Nessuno deve soffrire per la mancanza del necessario
Selva Nostra 2014
Nella Comunità odierna è sempre più necessaria la vicinanza alle fasce più povere dei nostri fratelli
Cristiani e non solo, a nessuno devono mancare i beni necessari per una vita Dignitosa.
Soccorrere “il bisognoso” è uno dei doveri del Cristiano e sempre più urge un aiuto, più che materiale,
L’attività
Selva aiuto
Nostra,
neltestimonianza
2014, è stata dell’Amore
fondamentalmente
incentrata
pubblicazione
Spirituale.diQuesto
è una
di Gesù per
tutti i suoisulla
fratelli
indifferentedi
più testi.
mente
e permette anche a chi lo dà di capire che le altre persone sono importanti quanto noi se non
ancora di più e che vanno amate partendo dal riconoscimento che l’uomo è stato creato a immagine
e somiglianza di Dio.
Questo è quello che si propone di fare la nostra Famiglia collaborando con la Caritas di Volpago e
facendo parte attivamente alle attività dell’associazione Giardino Fiorito ONLUS che rappresenta.
In 10 anni di sostegno scolastico a distanza di 105 bambini e ragazzi del Burundi abbiamo compreso
quanto siano diversi i loro bisogni primari dai nostri. La loro maggiore necessità è materiale, la nostra,
purtroppo, è molto più grave perché è Spirituale, la perdita dei Valori. È necessario che le nostre
Famiglie rispolverino, difendano e testimonino quei Principi Irrinunciabili che la Chiesa promuove,
indispensabili per la costruzione di una società nella quale tutti hanno la stessa dignità e si sentono
amati, soprattutto i nascituri, i più poveri, i malati anziani, le persone gravemente disabili, ovvero chi
rischia di essere gettato fuori da una macchina che deve essere efficiente a tutti i costi.
Sentiamoci quindi tutti figli di Dio e riconosciamolo come un Padre Amoroso che si dona gratuitamente per la nostra felicità.
Questo è l’augurio che facciamo alla nostra Comunità per un vero Natale di Pace e Carità!
Chiara e Davide Passudetti
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Appuntamenti “Selva Nostra”
Selva Nostra desidera dare il massimo riLa fatidica data del 2014, millenario della
salto alla “tre giorni” che dal 21 al 23 genfondazione del castello di Selva ad opera
naio 2015 ricorderà il centenario della
della famiglia baronale dei Vidoti, è stato il
morte di Luigi Pastro. Il
motivo per la presentaProgetto Luigi Pastro,
zione di tre differenti
nato nel 2006, aveva
saggi:
proprio questo tra-il terzo ed ultimo Alguardo. In questi nove
bum storico con una
anni sono stati pubblipanoramica di ricocati nove volumi nei
struzioni ideali di diquali il protagonista inverse angolazioni del
discusso è stato, apcastello;
punto, Luigi Pastro. A
-il catalogo ragionato
gennaio prossimo sarà
di tutto il patrimonio
la volta del decimo e
pittorico della chiesa
conclusivo. Questo il
parrocchiale;
programma:
-un compendio della
Mercoledì 21.01, ore
storia di Selva in questi
21.00, Sala Foresti (acultimi mille anni.
canto chiesa di VolAd ottobre è stato dato
pago) serata di Canti Rialle stampe il 9° vosorgimentali. Coro G.D.
lume del Progetto Luigi
Faccin di Trevignano,
Pastro, una raccolta di
dir. Lino Pizzolato.
suggestive foto inedite
Giovedì 22.01, ore
che hanno voluto docu21.00, Auditorium comentare i cambiamenti
munale, giorno centeavvenuti nel paese, nei
nario della morte di
cento anni dopo la
Don Francesco Andreatta
Luigi Pastro. Presentamorte del Sen. Pastro.
zione del 10° ed ultimo volume del Progetto
Il 3 giugno scorso ricorrevano i cinLuigi Pastro. Relazione storica a cura del
quant’anni della morte di don Francesco
prof. Daniele Ceschin, Università di Venezia.
Andreatta, parroco di Selva dal 1940 al
Venerdì 23.01, ore 21.00, Sala convegni
1964. Selva Nostra, non avendo avuto il
(municipio vecchio), intitolazione della sala
tempo materiale di pubblicare un opuscolo
a Luigi Pastro. Commemorazione ufficiale.
nell’anniversario dato, manterrà comunque
Relazione storica a cura del prof. Bruno De
la promessa di farlo entro l’anno. Per cui
Donà, storico e giornalista.
l’ultima pubblicazione sarà dedicata alla fiAss. Selva Nostra
gura e alle opere di don Andreatta e verrà
presentata nella chiesa di Selva domenica
28 dicembre, alle 16.00.
INIZIATIVE DELLA COLLABORAZONE
PER LA CARITÀ
Molte quest'anno le iniziative sul fronte della carità: il musical, la lettura teatrale, i mercatini, l'istituzione della giornata della carità, la veglia, il coinvolgimento dei pensionati per la raccolta di generi alimentari e per chiudere in
bellezza "Lo spiedo della solidarietà" che vede abbinare la gioia di condividere la cena in un clima di allegria con il contribuire a migliorare la vita di
persone dei nostri paesi particolarmente in difficoltà-. Gioia-carità... abbinamento possibile? Sembra proprio di sì...continuiamo così!
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Il bosco del Montello
Il testo, originale con termini della metà dell’800 è tratto dallo “Stato Personale del Clero
della Diocesi di Treviso” dell’anno 1860 conservato in Archivio Parrocchiale di Venegazzù:
… Poiché risiede nella villa di Giavera l’Ispezione forestale del Bosco Montello (52), ci
sembra qui opportuno di dare un breve cenno storico e descrittivo del Bosco stesso. Col nome
di Silva Montelli esso ha origine vetustissima ai tempi romani. Situato fra la via Postumia ed
il Silis, ossia Piave, esso è uno dei vasti rimasugli della grande selva Fetontea, detta anche
Silva magna (53). La sua forma è di un’elisse, posta sopra facili colline del circuito di venti
miglia, le quali colline si estendono da ponente a levante. È copiosissimo di querce, di faggi,
di castagni, di cerri. È circoscritto dal Piave a settentrione e ad oriente; a sera ed a mezzodì
ha nella pianura le ville di Ciano, Biadene, Caonada, Venegazzù, Volpago, Selva, Giavera,
Bavaria e Narvesa. Da fonti sicure sappiamo che la sua complessiva superficie è di pertiche
censuarie 59,3 10:05 esiste negl’indicati comuni: e la sua rendita censuaria complessiva è di
Lire austriache 71,51 1: 49.
Bellissimo a vedersi è il sito pittoresco detto il Forame, poco lontano dalla residenza degli
Ufficii Forestali, il quale s’apre nella collina a guisa di anfiteatro, contornato all’intorno di alberi
e di cespugli. Dalle viscere del colle scaturisce un’acqua limpida, che utilmente in rigagnolo si
devia da quel luogo. Di questo Bosco sono celebri ed eccellenti i funghi, che vegetano in
grande copia.
Nell’interno del Bosco sono tuttora alcune proprietà private, come l’Abazia di Narvesa, la
chiesa ed il beneficio
parrocchiale di Giavera,
alcuni edifizi da molino,
da battiferro, da sega e
macina. Nei secoli barbari gli uomini, per maggior loro sicurezza, abitando i luoghi montani,
popolarono anche il
Montello; e forse tutte le
ville, che ora fioriscono
al piano di esso, avevano loro sede per entro
il Bosco. Grande prova
n’è la Chiesa di Giavera,
come osservammo: e, se vuolsi anche, quelle di Venegazzù, Selva, Bavaria e di Narvesa, che
stanno ora al limitare del Bosco, e forse un tempo erano da esso contornate. Era già diviso
esso in varie proprietà di privati: e ricorderemo solo fra questi, che il rev. Capitolo dei Canonici
di Treviso possedeva e nel Bosco e fuori d’esso in ville di Selva, circa duecento campi,
ch’erano di ragione del canonico decano Corrado De’ Brancasecchi, morto nel 1347 (54): ed
era attiva la possessione nell’anno 1403 (55). Molte case e capanne (a non dire dei Castelli
già accennati) esistevano nella selva e vari tratti di terreno erano dissodati. Anche la Comunità
di Treviso ne aveva diritto, e forse il maggiore. Perciocché ragionevolmente è da credersi, che
la Repubblica Veneziana s’impossessasse del Bosco, allorché Treviso le fece la dedizione
della città e del territorio, con le regalie e proprietà di tutte della Comunità. Ciò avveniva nel 5
febbraio 1344 (56). Ma egli è certo, che più d’un secolo dopo il Senato con decreto 27 dicembre 1471 ordinava, che il Bosco del Montello fosse riserbato ai lavori navali dell’Arsenale, e
fosse in esso proibito di tagliare legnami senza licenza del principe. I villaggi confinanti col
Bosco ebbero per esso, fin dal principio del secolo XVI, vari obblighi, privilegi ed esenzioni,
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numerar i quali sarebbe qui cosa troppo lunga. Ricorderemo solo i nomi di questi detti Comuni
privilegiati, ch’erano tredici, quattro dei quali non formano oggidì ne villa, ne’ parrocchia particolare, erano:
1 – S. Mamma di sopra e di sotto
8 - Volpago
2 – Ciano
9 - Lavagio
3 – Busco
10 - Selva
4 – Biadene
11 - Giavera
5 – Caonada
12 - Bavaria
6 - Venegazzu’
13 - Narvesa
7 – Martignago
Ordinava un proclama del 1519 la demolizione delle capanne erette entro il Bosco. Nel 1527,
sottoposto il Bosco all’immediata protezione del Consiglio dei Dieci, eleggevasi un Capitano
alla sua custodia. Il detto Consiglio nel 1590 nominava tre Provveditori al Montello. Nel 1592
una Ducale tal Pasqual Cicogna ordinava l’estirpazione nel Bosco di tutte le vigne. Nell’anno
stesso si segnavano i suoi confini, e si tracciava la strada di circonvallazione. Era pure in
quest’anno 1592, che la casa in Giavera (che fu di Piranca di Scolari) venne scelta ed ampliata
ad uso di residenza dei Provveditori, chiamandosi essa la Provvederia. Vi stanno anche oggidì
gli uffici erariali dell’Ispezione Forestale. A questi pure è annesso l’Oratorio, deidicato a S.
Francesco d’Assisi, sul cui altare è in pregio un dipinto, che ben si attribuisce a Leandro da
Ponte, detto il Bassano. Nel 1748 rinnovarono altare e chiesetta i tre Provveditori Andrea
Diedo, Antonio Savorgnano e Flaminio Cornaro, l’ultimo de’ quali celebratissimo fin d’allora
per la sua Storia ecclesiastica
delle
chiese
Veneziane
(57). Molte leggi ha
emanato la Repubblica relative al Bosco del Montello. Furono da ultimo raccolte le principali, e
pubblicate in un libro
del 1776 (58). Le
quali santissime e
sapientissime leggi
della nostra Repubblica, che non dimenticheremo mai, nate,
costituite e modificate a poco a poco coll’esperienza dei secoli, erano (come propria veste
indossata a persona) accomodate ai luoghi nostri, al clima nostro, ai costumi antichissimi nostri
e chi le dettava era de’ seniori nostri: e chi volentieri e senza frode le eseguiva eravamo noi
stessi, noi pacifici e contentissimi abitatori di questa terra invidia.
(A cura di Massimo Visentin)
(52)
(53)
(54)
(55)
(56)
(57)
(58)
Sede del Comando dei Provveditori, preposti al presidio e rispetto delle Leggi sul Bosco
Dell’antica Storia e Giurisprudenza forestale in Italia. Saggio di A. Berenger. Treviso, Longo, 1859.
pag. 9.
Burchelati, Comment. Pag 245.
Archivio Capitolare, scodaroli ec..
Rossi Giamb. Dedizione di Treviso, Memorie scient. Dell’Ateneo ec. Vol. I, pag. 97
Iscrizione ivi scolpita.
Decreti, Proclami e Terminazioni riguardanti li doveri del Capitanio al Bosco del Montello, ed altri
subalterni ministri. Venezia 1776. Pinelli, In 4.to
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Seminario “Nuova vita”
Dopo mesi di incontri di formazione, di preparazione e soprattutto di preghiere, finalmente il seminario NUOVA VITA!
Nuova Vita! Quante volte lo abbiamo letto
nella Bibbia e quante volte lo sentiamo dire
a Messa. Ma non sempre ci facciamo caso, ci
diamo il giusto peso.***********************
Gesù ci dà nuova vita con il battesimo e con
i vari sacramenti, eppure noi cristiani non
sempre siamo coscienti del Dono prezioso
che portiamo. ****************************
Nuova vita è anche il nome del seminario
vissuto nel week end del 5 - 7 dicembre
nella Casa Don Paolo Chiavacci di Crespano
del Grappa, al quale abbiamo partecipato
con una quarantina di persone, per la maggior parte appartenenti alle nostre parrocchie.
In questi giorni abbiamo vissuto una intensa esperienza spirituale di catechesi,
preghiera e condivisione, immersi in un bel
clima di fraternità.***********************
È stato bellissimo vedere come il condividere la preghiera, le testimonianze di vita
vissuta e le attività abbia fatto nascere negli
occhi dei partecipanti una nuova Luce.
Abbiamo sentito forte la presenza dello Spirito Santo che ci ha accompagnati e guidati
in questa esperienza. ********************
Tutto questo è stato possibile grazie alla
proposta di Don Massimo che ci ha invitati,
prima come partecipanti e poi come equipe,
al seminario Nuova Vita.*****************
Un grazie ai nostri amici di Bovolone che si
sono resi disponibili ad aiutarci alla realizzazione del seminario.
Fany, Gianluca, Laura, Luisa, Manuela
Per informazioni rivolgersi Presso il bar dell’oratorio al
sabato e alla domenica pomeriggio dalle 15.00 alle
18.00
Oppure: [email protected]
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Battesimi
VOLPAGO
Tonon Federico
Bergamasco Zoe
Foltran Vanessa
Dal Colle Davide
Bernardi Vittoria Chloè
Fornasier Celeste
Sartor Maria Sole
Zavarise Samuele
Bonariol Luigi
Bombarda Gioia
Cadorin Gioele
Cadorin Alex
Martini Alberto
Baseggio Emily
De Bortoli Emily
Montagner Mattia
Giacon Francesco
Parolin Gioia
Pizzolato Andrea
Pizzolato Maria Felicetta
Alberghini Riccardo
Zanatta Simone
Cattelan Veronica
Campion Alessia
Binotto Azzurra Sara
Bordin Franco
Castellan Giorgia
Martini Jeremy
Pagnossin Matilde
Guarnieri Nicole
Raimondi Rebecca Ginevra
Metti Adele Marina
De Stefano Giovanni
Marinello Manuel
Durante Elisa
De Conti Gioele
Sartor Angelica
Sartor Lisa
Giotto Christian
Pellizzari Elis
Giotto Nicola
Posmon Francesco
Muraca Elia
Zavarise Sara
Conte Giovanni
Simeoni Chiara
Bonetto Marco
Panziera Allegra
Spagnol Stefano Antonio
Gobbato Alice
Sartor Stella
Pellizzari Alessia
Pellizzari Matilde
De Marchi Lorenzo
Durante Vittoria
Salvador Aurora Pierina
Merun Leo Manuel
Angeli Alessandro
Angeli Valentina
Fontana Giorgia
Fontana Lorenzo
Manfanetti Lorenzo
Semenzin Mattia Francisco
Simioni Vittoria
Stefan Emma
Mazzocato Carlotta
VENEGAZZÙ
Viviani Filippo
Cavallin Tommaso
Baseggio Leone
Patino Emili carolina
Domengoni Anita
Cima Angela
Bernardin Rocco
Montagner Francesca
Fabris Camilla
SELVA
Gasparetto Matteo
Barbisan Edoardo
Busato Diego
Cappellari Alessandro
Semenzin Denise
Feltrin Thomas
Lucchetta Martina
SANTA MARIA
Doro Sabrina
Berra Michele
Durante Paolo
Prima Comunione
SANTA MARIA
Cappellari Matteo
Cigana Arianna
Colle Mattia
Drago Imelda
Martini Nicolò
Poloni Marco
Zanella Irene
29
Cresime
VOLPAGO
Ardissono Tommaso
Biancchini Alex
Bonvino Manuel
Bordignon Chiara
Borsatto Michela
Caccin Giuliano
Cadorin Alberto
Cadorin Matteo
Cadorin Nicolò
Casteller Brian
Cattelan Annalisa
Cecconato Federica
Cecconato Sara
Celotto Michele
Cietto Veronica
De Luchi Christopher
Di Turi Francesco
Egidi Marco
Facchin Agnese
Franceschetto Nicole
Gasparetto Alex
Gottardo Giovanni
Lucchesi Andrea
Luise Gaia
Marchioni Andrea
Martini Lisa
Mussato Giovanni
Pagnossin Gloria
Pagnossin Jenny
Panziera Nicolò
Pizzolato Lorenzo
Pozzobon Alice
Prenol Veronica
Sartor Miriam
Scantamburlo Virginia
Semenzin Gianluca
Visentin Francesca
Zanatta Aurora
Zanatta Tommaso
Zanellato Martina
Marchesin Alessandro
Martignago Luca
Martimbianco Giulio
Negrin Alberto
Nicoletti Daniel
Poloni Daniele
Santolin Nicola
Sartor Jacopo
Sartor Paolo
Segala Teresa
Spolaore Silvia
Vagretti Alessandro
Zanatta Christian
Zanatta Riccardo
Zanellato Alex
Girardi Serena
Marcon Matteo
Martimbianco Riccardo
Mattarollo Lorenzo
Piazza Claudio
Pisan Nicola
Rizzardi William
Rasera Benedetta
Stefani Beatrice
Visentin Ludovica
VENEGAZZÙ
Baseggio Riccardo
Carraro Matteo
D'Arrigo Federica
Favretto Chiara
Garbuio Fabio
Garbuio Julio Cesar
Lo Porto Luca
Marangon Aurora
SELVA
Barattin Angelica
Campeol Francesco
Cauduro Anna
Fabris Eleonora
Forner Mattea
Matrimoni
VOLPAGO
Menegon Alessio e Durante Sara
Cadorin Silvio e Onnivello Alessia
Tessaro Mattia e Mattiuzzo Elisa
Pizzolato Christian e Silvestrini Gloria
De Zen Denis e Martinelli Silvia
30
Parolin Mirko e Bressan Elena
Merlo Enrico e Rizzardo Angela
Michielin Rudy e Gobbato Monica
Reginato Manuel e Scala Licia
Alberghini Andrea e De Bortoli Monica
VENEGAZZÙ
Martignago Christian e Battaglia Alessia
Cisotto Christian e Gallina Alessandra
Rinaldin Giuseppe e Feltrin Elena Sara
Marconato Giovanni e Pozzobon Nausica Elena
SELVA
Zuccolotto Fabio e Durante Serena
De Marchi Carlo e Bardini Roberta *
Dal Bosco Giacomo e Lembo Annalisa *
Guerra Davide e Baldin Assunta *
(*matrimonio celebrato fuori parrocchia)
SANTA MARIA
Cigana Davide e Dal Ferro Elisa
Binotto Fabio e Pasin Elisa
Ballesto Simone e Gobbo Elisa
Trevisin Stefano e Baù Nadia
Ci hanno lasciato
VOLPAGO
Rizzardo Giuseppe Mirko; Schieven Pierina; Munaretto Maria Letizia; Bon Giulia; Cecchel Armando; Soligo Rosina Gabriella; Rossi Maria Gemma; Semenzin Anna Candida; Rech Teresina;
Cadorin Lodovico; Fantin Evaristo; Fedato Carmela; Parolin Roberto; Venturin Maria Carlotta; Pizzolato Carla; Gheno Mercedes; Bolzonello Maria; Rizzardo Gianfranco; Bordignon Lidia Ginevra;
Rizzardo Anna Olga; Visentin Marco; Pizzolato Antonia; Bianchin Luigia; Pizzolato Sante Luigi;
Agnoletti Dina; Semenzin Emilio; Rosato Greta; Gasparetto Guido.
VENEGAZZÙ
Frassetto Alfredo Luigi; Barbisan Ester; Bonesso Gioachino Leone; Pizzolato Rodolfo; Sartor Antonio; Favero Teresa Oliva; Durante Gino; Zaletto Elena; Durante Giorgio Luigi; Citron Giuseppina;
Carrer Rinaldo; Cecchetto Maria; Cecchetto Severino; Sartor Giovanna; Adami Giuseppe; Semenzin Quirino; Rizzotto Mauro; Garbuio Giovanni; Ziliotto Eugenio.
SELVA
Crema Anna; Stefani Rosa; De Marchi Stefano; Gallina Giovanni Vitale; Trevisiol Giovanna; Durante Prima; Marcon Avellino; Gastaldo Maria; Girardi Marcello; Zanatta Emilia; Morosini Bruno;
Bardini Claudio; De Marchi Clara; Longo Adelinda; Paruzzolo Rita; Marcon Rosalia; Bertuola Ernesto; Guizzo Anselmo; Guerra Lucio; De Marchi Arduino; Tonellotto Maria; Durante Aurelia; Guzzo
Angela; Furlanetto Norma; Bianchin Giulietta; Salamon Danilo; Mussato Adelina; Zanatta Rosa;
Mariotto Fausta; Panziera Luigino, Durigon Elisa.
SANTA MARIA
Marini Guerrino; Costa Ida; Frison Maria; Marsura Ezio; Alban Moreno; Piovesana Francesco;
Parolin Elena; Perotto Elisa; Durighello Ferdinando.
31
PERIODICO DELLA COLLABORAZIONE PASTORALE DELLE PARROCCHIE DI
S. MARIA- SELVA- VENEGAZZÙ- VOLPAGO
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natale come cammino - collaborazione pastorale volpaghese