Natale come cammino……………….…………………………..………...…………………………………. p. 3 Visita Pastorale, la lettera del Vescovo……………………………………………………………....… p. 4 Pellegrinaggio all’abazia di Follina…..…………………………………………..……………………..… p. 6 Il nuovo anno pastorale……..……………………………………………………………………….………… p. 7 The Marriage Course….……………………………………………………………………………………….… p. 8 Figli in 4D.................................................................................................................... p. 9 Il Consiglio della Collaborazione, un cammino di “comunione”…………………………….. p. 10 Il fuoco di Pentecoste………………………………………..……………………………………………..….. p. 11 Scuola dell’Infanzia “Gobbato” di Volpago……………………………………………………….….. p. 12 Scuola materna “Zille-Sernagiotto” di Selva………………………………………………….………. p. 13 Scuola materna “C.ssa Matilde Spineda” di Venegazzù…………………………………………. p. 14 Il passero Goffredo………….………………………………………….……………………………………….. p. 16 L’omino di neve…………..……………….……………….………………………...…………………………… p. 17 Campiscuola/Grest estate 2014…..…………….……………………………………………….………… p. 18 La festa di ognissanti, dolcetto o scherzetto?………………………………………………………. p. 20 Bentornata sagra di Venegazzù!................................................................................ p. 21 L’ultimo sacrestano…………………………………………………………………………………………..….. p. 22 Il presepe vivente di Santa Maria………………………………………………………………………….. p. 22 Festa della Madonna del Rosario………………………………………………………………………….. p. 23 Ci ha lasciati Don Tarcisio Dal Zotto………………………………………………………………………. P. 24 Nessuno deve soffrire per la mancanza del necessario…….…………………………………… p. 24 Appuntamenti “Selva Nostra”……………….……………………………………………………………… p. 25 Il Bosco del Montello……………………………………………………………………………………………. p. 26 Seminario “Nuova Vita”……………………………………………………………………………………….. p. 28 Elenchi dei sacramenti anno 2014………………………………………………………………………… p. 29 COMUNITÀ periodico della Collaborazione Pastorale Volpaghese In Redazione: Don Luigi Dal Bello, Don Massimo Lazzari, Remo Barbisan, Mirco Cavallin, Davide Cigana, Monica Follador, Francesca Girardi. www.pastoralevolpaghese.it contatti: [email protected] Sono ben accette proposte di collaborazione, segnalazioni, suggerimenti e commenti. In copertina: Paolo Veneziano (1300-1360), olio su tela, chiesa parrocchiale di Selva del Montello, Treviso. 2 NATALE COME CAMMINO Le feste del Natale hanno un particolare riferimento alla strada e al cammino. Gesù nasce mentre il “papà” e la mamma sono in viaggio, Maria fa un lungo viaggio durante la gravidanza, e un altro ancora più lungo quando la vita del figlio è minacciata dalle manie folli di Erode. Il Battista recuperando il pensiero di un profeta parlava della necessità di preparare una via drizzando storture e spianando alture e asperità. La figura del cammino parla di noi e della nostra vicenda. Ci ricorda innanzitutto che Dio non abita in un luogo dove noi andiamo a recuperarlo. Dio vive con noi, ci accompagna, ci segue (ci insegue!). Quindi, non solo noi siamo in cammino, ma lo è anche Dio con noi, disposto ad accompagnarci ovunque, anche nei posti più disparati, con l’intenzione di essere sempre pronto a recuperarci. Il cammino poi ci riporta a noi, alla nostra esistenza, nella quale tutto è sempre in divenire, in crescita. Come il corpo, come il creato, come tutto è in divenire, così anche i nostri rapporti. Compreso quello con Dio. Spesso sono gli eventi a spingerci a muoverci: un figlio che cresce, una novità da realizzare nel lavoro, un fatto non previsto. Insieme a tutto che si muove, cammina e cresce c’è anche la nostra fede che per vivere necessita di attenzione e obiettivi sempre nuovi. In cammino è la nostra comunità… sono le nostre comunità. Ogni comunità cristiana è come un corpo che cresce, un corpo che va alimentato e sostenuto. Un corpo chiamato a realizzarsi nel dono di sé. È il percorso di ogni nostra parrocchia ma anche quello che stanno già vivendo assieme nel loro cercare di essere sempre più in collaborazione. In cammino è anche il nostro mondo, anche la nostra Europa e la nostra Italia. Sembra un cammino destinato a poco di buono e di interessante. In questo tanto modo di far notizia non ci aiuta. Ci soccorre piuttosto la parola che ascolteremo proprio nella notte di Natale: Dio mette la tenda proprio in mezzo a questa umanità, ferita, disorientata, individualista. C’è dunque un cammino da fare insieme, una strada che non può essere compiuta da sola. E c’è poi un cammino personale, fatto di obiettivi da raggiungere sia fuori che dentro. In tutto questo muoversi è possibile tenere il cuore sempre aperto e disponibile affinché proprio il Signore venga ad affiancarci e ad illuminare la strada da compiere, mai così incerta come i questo tempo. Don Massimo, don Luigi, don Diego, il diacono Beniamino, assieme alle persone del Consiglio della Collaborazione e dei Consigli Pastorali Parrocchiali. 3 Visita Pastorale, la lettera del Vescovo “R ingrazio vivamente voi e i fedeli delle quattro parrocchie per l’accoglienza, Dal 30 aprile al 17 maggio per i momenti delle celebrazioni e 2014 le nostre comunità cridell’assemblea e anche per gli inconstiane hanno ricevuto la Vitri informali con tante persone: li ho vissuti insita del Vescovo, Gianfranco tensamente e particolarmente graditi per la partecipazione e la spontaneità. Agostino Gardin, che l’8 giuI territori delle vostre parrocchie sono gno ha scritto una lettera ai ricchi di tradizioni sociali, culturali e religiose; nostri Sacerdoti don Luigi, si sono anche velocemente modificati nell’urbadon Massimo e don Diego. Ecnistica, nella viabilità (perdendo in parte l’ancone una breve sintesi. tica vocazione agricola) e nella composizione demografica, con tanti nuovi cittadini stranieri. Le vostre comunità sono state capaci di osmosi, cioè di uno scambio vitale tra la gente e il territorio. Vi invito a curare i Consigli Pastorali, di recente rinnovati e molto partecipati: sono organismi qualificati di riflessione, discernimento e orientamento. Dovranno anche aprirsi alla Collaborazione pastorale, mediando sapientemente tra le esigenze della singola comunità e quelle della Collaborazione. Nelle relazioni avete segnalato la frammentazione dei rapporti sociali ed ecclesiali, dove emerge anche la constatazione che a volte c’è poca gioia e un senso di pesantezza nelle liturgie. Condivido il vostro desiderio di recuperare il gusto e la gioia di essere cristiani e che la liturgia sia un momento di festa e condivisione. Qui è necessaria un’instancabile opera formativa, soprattutto da parte di voi sacerdoti. La vostra Collaborazione è ben incamminata e coinvolge diversi ambiti della pastorale. Ricordo sempre che stiamo passando da una visione tradizionale della parrocchia ad una più aperta e missionaria. Le Collaborazioni sono una sfida alle nostre tentazioni di chiusura, alla logica del “si è sempre fatto così”; le comunità cristiane devono evangelizzare, ma per questo serve prima essere evangelizzati, formando cristiani adulti che annuncino Cristo ad altri adulti. Ringrazio tutti i catechisti: vi chiedo di accettare le fatiche del servizio, cercando di rendere l’approccio alla fede sempre più esperienziale e 4 meno scolastico. Ho apprezzato la volontà di coinvolgere i genitori nella trasmissione della fede e l’impegno ad adeguare il catechismo alla situazione dei ragazzi e delle loro famiglie. Continuate su questa strada, recependo le proposte dell’Ufficio catechistico diocesano. Grazie all’opera della Caritas, nelle vostre comunità sta crescendo la sensibilità verso i più poveri e le situazioni di disagio: la carità non si può fermare di fronte a problemi, incomprensioni e valutazioni errate. La carità è dovere di ogni cristiano e non la si fa col superfluo o con l’inutilizzato; in questo senso apprezzo molto che abbiate istituito la “Giornata della carità” per sensibilizzare tutti, in particolare i più giovani. Per quanto riguarda i giovani, coinvolti soprattutto nelle iniziative dell’Azione Cattolica e del NOI, avete manifestato una certa soddisfazione per la buona partecipazione e il loro spirito di servizio. Sarà necessario stringere un’alleanza educativa tra tutti coloro che si occupano di formare i giovani e anche tra le quattro parrocchie. Ho apprezzato le diverse iniziative per la formazione precedente e successiva al matrimonio cristiano; bisognerà curare le proposte per i genitori legate al catechismo dei figli e ai sacramenti dell’iniziazione (Battesimo, Comunione, Cresima), avendo attenzione anche per le situazioni difficili di matrimoni in crisi. Raccomando infine di avere una particolare attenzione anche alla pastorale delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, come pure di sostenere e incoraggiare le principali associazioni di laici. Vi saluto e Vi benedico con grande gioia e sincero affetto. Gianfranco Agostino Gardin, Arcivescovo-Vescovo di Treviso 5 Pellegrinaggio all’abazia di Follina Quale migliore occasione iniziare l’anno pastorale affidandoci a Maria. Questo è stato il punto di partenza sul quale i membri del Consiglio della Collaborazione si sono trovati concordi all’unanimità. Affidarsi a Maria, affidarle il nostro tempo, le nostre capacità, la nostra disponibilità ad essere servitori della comunità in cui viviamo. Affidare alla Madre di Cristo il nostro cuore, perché con la Sua intercessione ci aiuti a far entrare in noi lo Spirito Santo che ci guida nel nostro cammino di servizio. Da lì la scelta di visitare l’Abazia di Follina, un posto straordinario e poco distante da casa. Pellegrinare verso la Madonna, portando nel cuore il desiderio di affidamento e la ri- chiesta di essere guidati nel nuovo anno di servizio a cui siamo stati chiamati. L’invito a tutta la comunità della Collaborazione, in particolare alle famiglie ed agli operatori di pastorale di tutti i settori, di partecipare ad un momento di comunione scandito da tempi di preghiera, di riflessione personale, di cultura e convivialità. Nel pomeriggio di domenica 21 settembre siamo partiti dalla piazza di Volpago verso Follina. In pullman c’è stato un momento di preghiera comunitaria con l’orazione dell’ora media a cui poi è seguito un momento di riflessione personale durante il quale è stato chiesto ai partecipanti di scrivere una semplice preghiera da consegnare alla Vergine durante la S. Messa in basilica. All’arrivo, per coloro che si sentivano in forze, è stato proposto un tempo di cammino lungo un percorso appena fuori dal 6 centro abitato di Follina, immerso nella natura. Una passeggiata, una piccola processione molto suggestiva ed emozionante, durante il quale si è pregato con il rosario, scandito dai Misteri della Gioia, da canti mariani e dalla Parola del Signore. Arrivati all’abazia, ci attendeva una visita guidata dei luoghi: l’antico chiostro contornato da magnifiche arcatelle a singola colonna, pieno di significato e di storia sul quale si affacciano gli ambienti più importanti dell'abazia: Sala del Capitolo, Refettorio, Biblioteca, Parlatorio. Al centro la tradizionale fontana con vasca monolitica, fulcro centrale della vita del monastero. La visita si è conclusa all’interno della basilica, che è suddivisa in tre navate con copertura a capriate, dove lo spazio è diviso in cinque campate da ampie arcate a sesto acuto poggianti su semplici colonne. Nella navata centrale sopra ai capitelli slanciate lesene aumentano il senso di verticalità. Sul transetto si aprono tre absidi, in quella centrale dove è posto l’altare maggiore, trova posto la piccola statua in pietra della Madonna, meta del nostro pellegrinaggio spirituale. La luce che entrava, attraverso quattro finestre gotiche a lancia e due rosoni, enfatizzava la sacralità del luogo creando un clima di pace e di meditazione. Al termine del nostro momento culturale, è stata celebrata la S. Messa. Dopo l’Eucarestia, siamo stati chiamati al cospetto della Vergine. È stato un momento molto intenso, intriso di fede ed umiltà. Ci siamo raccolti tutti intorno all’altare per pronunciare all’ unisono la preghiera di affidamento a Maria, affidando alla Madre di Cristo le nostre vite, il nostro servizio e le nostre comunità. Prima di partire, come consuetudine, l’immancabile tempo di convivialità. Un brindisi al nostro pellegrinaggio, con l’augurio di poterci ritrovare, anche in numero maggiore, nelle prossime occasioni di comunione della Collaborazione. Morris Conte Il nuovo anno pastorale “Se uno è in Cristo, è una nuova creatura". È un passo della seconda Lettera di san Paolo ai Corinzi a fare da “titolo-programma" al nuovo anno pastorale della Diocesi di Treviso. Il Vescovo, con la lettera pastorale “Se tu conoscessi il dono di Dio”, dello scorso anno, ci ha proposto un cammino di approfondimento del Battesimo nella sua duplice dinamica: “essere sepolti con Cristo” per “risorgere con Lui”. Quest’anno stiamo ponendo la nostra attenzione al momento della “risalita battesimale”, cioè agli effetti del battesimo nella vita concreta. Il Vescovo aveva chiesto a tutte le comunità che, accanto all’impegno di formare alcune coppie o laici adulti per abilitarli ad accompagnare e formare altri adulti, in particolare i genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli, si attivasse anche un cammino di consapevolezza battesimale che coinvolgesse più diffusamente le comunità cristiane. Nella serata dell’11 giugno, conclusiva dell’anno pastorale 2013-2014, diceva: “Essere consapevoli del dono del Battesimo, ritrovare e riconoscere gli “inizi che ci sono stati dati” non è superfluo. Anzi, ci pare di comprendere sempre meglio che, se tale consapevolezza non si fa punto fermo, convinzione profonda capace di orientarci nell’individuare l’autentica “vita buona”, noi rischiamo di perdere quella libertà che Cristo ci ha conquistato e donato nel Battesimo”. «Cristo ci ha liberati per la libertà!», esclama Paolo nella lettera ai Galati. Il nuovo anno pastorale è pertanto dedicato alla riflessione sul rapporto tra Battesimo ed esistenza cristiana, con l’approfondimento dei contenuti relativi alle implicanze “operative” del Battesimo nella vita concreta, illuminata dalla vita del Risorto a noi comunicata. Nel corso dell’anno cercheremo di valorizzare maggiormente alcuni momenti dell’anno liturgico. Nella nostra Collaborazione Pastorale particolare attenzione è riservata al percorso di avvicinamento al Battesimo da parte dei genitori che lo chiedono per i figli. Anche il fonte battesimale, dove possibile, viene valorizzato per tutto l’anno; in alcune domeniche dell’anno liturgico (ce ne saranno due in Quaresima e due nel Tempo Pasquale, mentre due sono state ad ottobre e in Avvento) saremo chiamati a riflettere su alcuni aspetti e atteggiamenti: SPERARE: Battesimo, sorgente di speranza e di vita nell’oscurità; SERVIRE: Battesimo, la vita fruttuosa di chi dona; ALLARGARE: Battesimo, una fraternità che si allarga, RIMANERE: Battesimo, l’amore come carta di identità. Mirco Cavallin 7 The Marriage Course La relazione di coppia e il matrimonio sono di importanza vitale per l'intera società e per questo motivo è importante che le coppie di sposi, anche conviventi o risposate, ne prendano coscienza, e investano tempo ed energie per crescere nella relazione, rafforzando il proprio amore! Il segreto del The Marriage Course è molto semplice: un'atmosfera accogliente, una cena piacevole condivisa con altre due o tre coppie, la proiezione di un video con tematiche pratiche e stimolanti per la coppia, delle conversazioni di coppia, mai a livello di gruppo, con un dessert e un caffè. Il tutto in un clima familiare. Si tratta di un percorso in otto cene, nel corso delle quali le coppie partecipanti avranno la possibilità di acquisire alcune tecniche e regole utili per la loro vita di coppia. Ecco cosa ha scritto di questa esperienza una coppia partecipante… Metti una sera a cena fuori…… …Sì, ma in casa di amici, in un clima intimo e accogliente. Ogni sera il menù è una sorpresa, ogni sera l’argomento è diverso, profondo. Per otto settimane abbiamo avuto l’opportunità e la gioia di essere invitati a questo banchetto dove, in realtà, il momento conviviale è solo il punto di partenza per una esperienza di cammino personale e di coppia che ci ha coinvolto intensamente. Il TMC – The Marriage Course- ci ha permesso di trovare, a volte anche a fatica, del tempo per noi e solo per noi, riflettendo su argomenti come il matrimonio, la comunicazione, i conflitti, il perdono in maniera fattiva ed attiva. Una formula questa, ideata da Nicky e Sila, coppia inglese della parrocchia di Brompton (Londra). Ad ogni incontro ci hanno accompagnato nell’esplorazione di tali argomenti attraverso racconti di vita e riflessioni sul loro stesso vissuto di coppia. Gli “esercizi” proposti dopo questo primo momento introduttivo, ci hanno offerto gli spunti per un confronto a due permettendoci di aprire il nostro cuore all’altro, consapevoli della ricchezza di riscoprirci anche molto diversi ma forse proprio per questo uniti. Molte sono le strategie indicate da Nicky e Sila per ascoltare efficacemente il partner, per prendersi 8 cura dell’altro, per perdonare. Strategie da custodire e far proprie, specialmente in questo tempo in cui le nostre vite sono intrise di frenesia ed impegni a non finire. È stato bello sentirsi invitati per nome ma, se possibile, ancor più grande è stata la gioia di rispondere sì a tale chiamata. Un grazie di cuore alla coppia ospitante, che con tanta cura e dedizione ci ha aperto le porte della propria abitazione e ci ha coccolati come mai ci saremmo aspettati. Carissimi, ci avete dato la possibilità di riscoprirci coppia in cammino, che molto ancora deve imparare, ma molto può dare. Un cammino che ci permetta di dire “Sì” ogni giorno, l’uno all’altra, nonostante le nostre particolarità che ci rendono così unici. Un Sì detto con il desiderio di RITROVARSI ogni giorno + SPOSI consapevoli che non viviamo da soli questa esperienza di vita ma che apparteniamo a Lui, non solo come individui, ma anche e soprattutto come coppia. R. & F. Volete saperne di più? Daniele e Stefania: 3490894026 Mauro e Giorgia: 3401864264 www.misterogrande.org Figli in 4D Non è la nuova frontiera del cinema, che finora è arrivato alle proiezioni in 3D, cioè in tre dimensioni; solo quando ci farà sentire anche gli odori, il caldo e i l freddo, aggiungeremo la quarta… Mentre i cristiani celebrano l’incarnazione del Figlio di Dio e il mondo celebra un altro Natale spesso senza Gesù, sul nostro piccolo pianeta ci sono più di 7 miliardi di persone: si stima che saranno più di 9 entro 25 anni e che fossero appena 200 milioni 2014 anni fa. Il primo miliardo di abitanti è stato calcolato nell’epoca della rivoluzione industriale, a metà del 19° secolo. Dunque le nascite si sono enormemente moltiplicate nel periodo recente della modernità, ma sono sempre stato una caratteristica dell’uomo e della natura: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela” (Genesi 1,28). Ultimamente, soprattutto nei paesi occidentali la popolazione aumenta in modo molto lento o addirittura diminuisce, come succede in Europa; cresce moltissimo invece Asia e Africa. Quasi che modernità non facesse rima con fecondità. C’è poi la questione delle 4D… D come desiderio Anche Maria e Giuseppe, da promessi sposi ebrei, avranno avuto nel cuore il desiderio umano e naturale di “allargare la famiglia”; di certo si è realizzato, ma in modo del tutto originale e unico! Quanti oggi hanno ancora questo desiderio? Quanti lo coltivano con serenità? Quanti invece lo reprimono per dare spazio ad altro? Oppure lo esaltano e lo assolutizzano tanto da diventare la seconda D? D come diritto È come per alcuni capricci infantili: voglio una cosa, perché mi piace e la desidero (o voglio solo possederla?), perché è un mio diritto averla e per raggiungerla uso ogni mezzo disponibile. Il diritto ad un figlio è invocato spesso nel dibattito sulle coppie ste- rili, sulla fecondazione assistita, sulla fecondazione eterologa, sulle adozioni da parte di coppie omosessuali. Ma si parla quasi solo del diritto degli adulti e quasi mai di quello dei figli. D come dovere Esiste anche un altro pericolo: oltre al presunto diritto ad essere padre e madre, si scivola spesso nel dovere “sociale” di esserlo. Il figlio in questo caso diventa strumento degli adulti per assolvere un obbligo imposto dalle tradizioni religiose e culturali, dal modo di pensare comune, dall’emulazione e forse anche dall’invidia. Anche qui Maria e Giuseppe ci insegnano qualcosa: la loro vita per 30 anni fu incentrata su Gesù, sul custodirlo, nutrirlo ed educarlo, cioè sull’amarlo senza ricambi e senza invocare il diritto di essere amati e gratificati. È la stessa cosa che dice il codice civile italiano; lo dice anche il rito cristiano, quando elenca i doveri del matrimonio, solo che li fa precedere dalla quarta D. D come dono “Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi?” Ecco la parola che ci fa vedere meglio del 3D! Lo ha ricordato anche il Papa parlando ai medici cattolici: “Il pensiero dominante propone a volte una ‘falsa compassione’: quella che ritiene sia una conquista scientifica ‘produrre’ un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre”. Mirco Cavallin 9 Il Consiglio della Collaborazione, un cammino di comunione Sono passati quasi due anni da quando il nostro Vescovo Gianfranco Agostino Gardin ha decretato la costituzione della Collaborazione Pastorale di Volpago il 2 dicembre 2012 e contemporaneamente istituito il Consiglio della Collaborazione. Rileggendo il decreto mi ha colpito soprattutto questa parte: “Per favorire forme di comunione tra tutti i membri del Consiglio della Collaborazione Pastorale, in particolare concrete esperienze di fraternità e di vita condivisa finalizzata ad una comune azione pastorale, è opportuno che tale Consiglio si riunisca almeno una volta al mese, condividendo tempi di preghiera e discernimento, di programmazione pastorale e di vita fraterna”. Ecco, in questi due anni abbiamo cercato di far spazio, di accogliere, di far nostre queste parole offerteci dal nostro vescovo. È stato un vero cammino di comunione tra di noi, lasciando sempre all’inizio dei nostri incontri uno spazio importante alla preghiera condivisa, in particolare alla preghiera di Lode e alla preghiera di invocazione allo Spirito Santo. All’inizio non è stato facile soprattutto per alcuni di noi, ma abbiamo scoperto che partendo dalla preghiera, che mette al centro il Signore, poi l’incontro ha sempre preso la giusta piega. Abbiamo preso coscienza che ciò che più conta non è il fare chissà quali progetti o attività, quanto invece disporre il nostro cuore e la nostra mente a lasciarsi guidare e trasformare dal Signore secondo la Sua volontà per discernere ciò che lo Spirito Santo desidera per le nostre comunità. Non sono mancate le fatiche perché la collaborazione non nasce spontanea, siamo legati alle nostre Parrocchie, ci siamo nati, ci siamo cresciuti, ma la collaborazione ci chiede di ampliare il nostro sguardo oltre la Parrocchia, non perché lo vogliamo noi, ma perché ce lo chiede il Signore. 10 Quest’anno, dal 30 aprile al 17 maggio, abbiamo vissuto la Visita pastorale del nostro vescovo. È stata una prima verifica fatta all’interno dei gruppi attivi nelle nostre comunità e poi assieme al nostro vescovo dopo un anno di cammino. In questo tempo, infatti, come CdC abbiamo preso in mano la lettera che il vescovo ci ha inviato dopo la sua visita. Attraverso la preghiera, la meditazione ed il confronto vogliamo cercare di lasciarci guidare dal Signore per individuare ciò che è più importante per le nostre comunità. Per prima cosa abbiamo confermato la priorità del cammino di collaborazione da percorrere con pazienza ma anche con determinazione. Finora siamo consapevoli di aver fatto “in collaborazione” attività che non hanno toccato in profondità le nostre parrocchie chiedendoci un maggiore sacrificio, infatti quando abbiamo tentato di spingere per fare qualche altra esperienza di comunione più concreta, sono sorti dubbi e difficoltà. Dobbiamo continuare con fiducia. In questo anno abbiamo vissuto anche delle belle e profonde esperienze di “Collaborazione” con la Giornata della Carità ed il Fuoco di Pentecoste in cui abbiamo sperimentato la gioia di incontrare il Signore e di invocare il dono del suo Santo Spirito. Vorremmo tanto che la bellezza di questa fraternità vissuta nel Consiglio della Collaborazione cominciassimo a trasferirla anche ai Consigli di Pastorale Parrocchiali e per questo abbiamo pensato a due futuri incontri da vivere il prossimo anno. Altro tema è l’evangelizzazione, a cui tutti siamo chiamati come battezzati, ma con particolare attenzione al dono ed al carisma che viene affidato alle coppie di sposi in forza del matrimonio cristiano. È partita nello scorso mese di ottobre la scuola di evangelizzazione, chiediamo a tutte le comunità di pregare affinché davvero tutti possano conoscere il “Padre” anche attraverso la nostra umile testimonianza. Altro campo di azione è la Pastorale dei Giovani, da sostenere e da far crescere. Vi lascio, a conclusione di questi pensieri, una parte del canto fatto da noi del consiglio della collaborazione in occasione del Fuoco di Pentecoste a Santa Maria della Vittoria. Eugenio Bardini W GESÙ Facciam fatica ad esser contenti Un arricchimento dei nostri cuori Quando si parla di cambiamenti È come aggiungere alla vita i colori Ci portan via la nostra sicurezza Belli, sgargianti specie se siamo in tanti Ma donan spesso bellezza e freschezza A tenerci la mano per andare lontano… Il Signore ci aiuti in questo tempo di attesa a crescere nella comunione con Lui e tra di noi per essere sempre più suoi umili “collaboratori”. Il fuoco di Pentecoste Sabato sera 7 giugno un “gruppetto di amici” (il Consiglio della Collaborazione), capitanati da don Massimo Lazzari e don Luigi dal Bello ha riunito le 4 parrocchie di Venegazzù, Volpago, Selva e Santa Maria invitandole a vivere un’esperienza davvero unica. Il contesto: incantevole, una dolce valle ai piedi della Chiesa di Santa Maria, al centro della quale spiccava un grande braciere alimentato da pezzi di legna che ognuno di noi aveva portato da casa. Il momento: magico, quello del crepuscolo, dopo un pomeriggio afoso ma appena prima del buio dolce della notte, quando a fatica si intravedono le prime stelle. Gli invitati: famiglie, bambini, ragazzi, anziani, tutti seduti nell’erba attorno al fuoco, accompagnati da un piccolo coro lodevole, immersi nel silenzio e nella pace del Montello. A fare cosa? Invocare, in un clima di gioia e unità, lo Spirito Santo, e festeggiare, danzando e pregando, gustando soprattutto la pace, il giorno della nascita della chiesa. Già, quella pace che Gesù portò ai suoi discepoli, impauriti, titubanti e rinchiusi nei giorni strani e difficili che seguirono la Sua Resurrezione, entrando a porte chiuse nel cenacolo dove erano riuniti. E infatti la festa è iniziata proprio con la lettura degli Atti (in cui si narra la Pentecoste), che ha aiutato tutti a rivivere quei momenti di pace e unità rinfrancanti, che possono provenire solo dalla Sua Parola. Poi, tutto un susseguirsi di bans, canti, uno addirittura inventato per l’occasione dal ‘gruppetto di amici’, e, da ultimo, ormai a sera inoltrata, illuminati solo dal grande fuoco centrale, ognuno poteva scrivere in un foglietto una preghiera da deporre poi nel braciere e lasciare che, ardendo, salisse al cielo fino ad arrivare al Diretto interessato. Amelia 11 Scuola dell’infanzia “Gobbato” di Volpago Superata e ben conclusa la fase di inserimento e di benvenuto dei nuovi piccoli, la “Scuola dell'Infanzia Gobbato” di Volpago del Montello ha cominciato a pieno ritmo il suo programma didattico fra laboratori musicali, artistici, uscite e quant'altro per la gioia dei nostri bimbi e, onestamente, anche dei loro genitori. Nel rispetto della filosofia che guida questa scuola paritaria e dei valori cattolici che cerca di portare avanti e di trasmettere con impegno, ecco allora un'iniziativa quanto meno “originale” che, oltre a divertire i piccoli, ha fatto tornare bambini anche alcuni grandi fra mamme e papà. Con l'avvicinarsi del Santo Natale si è infatti pensato di introdurre la tematica natalizia e i valori che porta con sé attraverso una drammatizzazione fatta a scuola durante una mattinata. Ecco allora un grande papà dal lungo vestito azzurro nei panni di Dio, buono e dispensatore di saggi consigli, ecco allora le mamme tornate bambine che bisticciano per una sciocchezza e che vengono osservate dagli occhi divini per poi tornare in pace e armonia grazie al grande dono inviato da Dio stesso sulla terra: suo figlio Gesù. Fra mantelli aurei, aureole improvvisate e finte scaramucce i bimbi hanno colto il messaggio buono e pacificatore della Festività in arrivo, depauperato del modello consumistico: quello che è passato è il senso di un Dono grande, gratuito e finalizzato al Bene comune. Mattinata alternativa, divertente e coinvol- 12 gente: tanti i sorrisi nel riconoscere i genitori coinvolti, tanti i resoconti dalle mille sfaccettature, tante le versioni riportate dai bimbi con un denominatore comune: il Grande Dono. Se da un punto di vista didattico il coinvolgimento adulto era finalizzato a una trasmissione più empatica, inevitabilmente da un punto di vista umano la rappresentazione inscenata ha offerto anche ai grandi un momento oltre che di impegno sicuramente anche di riflessione più profonda. Ancora una volta questa scuola ha dato la possibilità di essere coinvolti e di condividere un momento importante per i nostri bimbi infittendo così la trama di rapporti scuola-famiglia e fra famiglie. Tra i valori che maggiormente porta avanti infatti è da riconoscere l'insieme di iniziative per il bene della struttura e quindi dei suoi piccoli alunni, per offrire loro attività e laboratori utili al loro sviluppo “scolastico”, ma anche e soprattutto umano. Fioccano infatti iniziative di condivisione integrazione scuola-famiglia: castagnata, vendita torte, raccolta fondi, pulizie di mamme volontarie, mercatini. Credo infatti che solo con l'esempio si possa realmente trasmettere un valore, ma un esempio continuo, fatto di parole, di momenti insieme, fatto di emozioni dentro e fuori la scuola, dove gli attori si mischiano, si confondono fino a identificarsi in un’unica grande idea di Amore che anche questo Natale saprà portare nelle nostre case e soprattutto nei nostri cuori. Lorenza Gasparetto Scuola materna “Zille-Sernagiotto” di Selva Una giornata alla Scuola dell’infanzia… Al mattino, dalle 7.30 i bambini vengono accolti in salone, verso le 9.00, quando arriva il pulmino ci sediamo per una piccola merenda e per ringraziare Gesù affinché ci guidi durante l’intera giornata. A questo punto siamo pronti per proseguire! Andiamo in classe, ci salutiamo tutti e vediamo chi è presente a scuola e chi è rimasto a casa. Questo moed imparano a modulare la voce, memorizmento di routine ci dà il benvenuto e ci zano parole in un contesto giocoso e diveraiuta ad imparare, ad esprimerci e a conotente. scerci meglio. È anche il momento in cui Durante la mattinata un’altra attività edupossiamo parlare insieme, raccontare di noi cativa importante è quella del gioco. Si scoed imparare ad ascoltarci; inoltre le inseprono gli angoli preparati dalle insegnanti: gnanti ci spiegano cosa si farà durante la ci sono le costruzioni, gli animali di plastica, mattinata e così scopriamo quali sorprese ci i giochi da tavolo, le bambole, la casetta con riserva ogni nuova giornata alla scuola la cucina, i libri da sfogliare, il mini-atelier dell’infanzia. in cui disegnare, colorare, incollare, ritaLe attività didattiche costituiscono il fulcro gliare e molto altro ancora. Si sceglie un andelle proposte strutturate. Si golo e quali giochi fare e con propongono come stimolo alla La scuola dell’infanzia è il chi; si impara a stare insieme luogo dove si fanno scocreatività, alla conoscenza, perte, si cresce e si costrui- agli altri, a litigare e a risolvere allo sviluppo di abilità e com- sce la fiducia nelle proprie i conflitti trovando un modo petenze in relazione al bam- capacità, dove si può pro- corretto e civile di gestirli. Imbino in quanto persona e so- vare e riprovare, con le pariamo anche a rispettare i prattutto come parte del mani, con gli occhi, con la giocattoli, le regole del gruppo lingua, e si può persino sbagruppo. e a riordinare. gliare, dove si impara a star Attraverso la lettura di storie bene con gli altri, a condivi- Alle 11.45 tutti i bimbi vanno a e racconti si offre al bambino dere e a gestire i conflitti. mangiare in sala da pranzo: la possibilità di aumentare i La nostra scuola è un luogo questo è un luogo fondamensuoi tempi d’attenzione, si dove si gioca sul serio, dove tale per fare nuove esperienze. crea l’abitudine all’ascolto, si si impara giocando e si ri- Qualche volta ci sono cibi scosollecita la sua capacità di im- flette su ciò che si è impa- nosciuti che piacciono, altre rato. maginare. volte che non piacciono o che Insieme a tutto ciò si arricchisce, mano a alla vista non ispirano, ma piano piano, con mano, il suo lessico e la sua capacità espresl’assaggio, i bambini possano capire se in siva e verbale. realtà la pietanza piace o no. Non è come Anche il canto è un momento piacevole di mangiare a casa. Ci sono tempi più lunghi di espressione e condivisione. I bambini perattesa, si condividono gli spazi con altri cepiscono il ritmo e la scansione del tempo bambini, ci si conosce e ci si confronta. 13 Dopo una mattinata intensa, verso le 12.30, se il tempo lo permette, si va tutti a correre e a giocare in giardino, altrimenti, dopo un po’ di gioco libero in salone, verso le 13.30, i più piccoli vanno a riposare. Qualcuno stringe il suo peluche, qualcun’altro porta con sé il ciuccio o un oggetto caro. Prima di addormentarsi le insegnanti rimboccano le coperte, una coccola per chi è molto triste, ci si augura il buon riposo e si chiudono gli occhietti. I bambini medi e grandi completano invece le attività iniziate al mattino o ascoltano una storia e giocano in classe. Alle 14.30 circa ci si alza, mangiata la merenda, si aspettano la mamma o il papà, i nonni o le tate, o si prende il pulmino per andare a casa. Prima della merenda mattutina, prima del pranzo, prima di andare a dormire si va in bagno a lavarsi le mani e a fare la pipì …è davvero un bel momento perché si impara a diventare autonomi nei bisogni fisiologici, nel lavarsi le mani, nel mettere la canottiera nei pantaloni … per noi adulti è scontato, ma non è poi tanto facile, serve molto alle- “Un bambino creativo è un bambino felice” (Alberto Munari) Crediamo fermamente che se incoraggiati ad esprimersi liberamente e gratificati nelle loro scelte e capacità, i bambini intraprendano il lungo percorso della costruzione della propria identità, della conquista dell'autonomia e di un pensiero positivo che valorizzi la loro appartenenza al mondo che li circonda. Riteniamo fondamentale, quindi, promuovere e sviluppare le potenzialità estetiche del bambino attraverso esperienze sia fruitivo-critiche che espressivo-artistiche, mediante la progettazione e l'utilizzo di tecniche diverse, sia pittoriche che plastico-manipolative. Gli anni della scuola dell’infanzia sono densi di narrazioni, di storie, di trame semantiche e fantastiche; trame in cui si intrecciano differenti culture, modi di vivere, diversità e sensibilità. namento! In bagno possiamo anche chiacchierare con i nostri amici e fare i giochi con l’acqua … senza fare la “doccia” però! Diana, Chiara, Lorena, Elisa Scuola materna “C.ssa Matilde Spineda” di Venegazzù La nostra Scuola Materna accoglie in questo anno scolastico 86 bambini divisi per età in 4 sezioni. Il personale è composto da quattro insegnanti, un’assistente, una cuoca, un'autista e ausiliaria, un'addetta alla segreteria e diversi volontari che a vario titolo contribuiscono al buon funzionamento della scuola. Dall’osservazione quotidiana e costante, si è formato il nostro modo di lavorare con un obiettivo ben preciso: dare ai bambini la possibilità di acquisire modi sempre nuovi e diversi di guardare il mondo. Sappiamo che ogni bambino, quando arriva alla Scuola dell’Infanzia, ha 14 una propria storia personale; nel bambino è viva una certa “curiosità” che lo spinge all’indagine o, più semplicemente, che lo porta a mettere alla prova le cose e le persone, per vedere “che cosa succede se…” “che cosa succede quando…”. La nostra scuola cerca di dare la possibilità ad ognuno di sperimentare il mondo attraverso occasioni significative mettendo in atto le singole capacità. Pertanto, il nostro compito è quello di “dare occasioni” cercando di riuscire a creare quel tipo di clima nel quale i bambini si ritrovano a vivere per conoscere facendo esperienze. Essendo la nostra scuola una realtà di forte ispirazione Cristiana, abbiamo cercato di unire questi obiettivi del “fare” a quelli importantissimi dell’“essere”. Da qui la scelta di tornare un po’ alle origini: aiutare i bambini a tirar fuori il meglio di sé e ritrovare, nei semplici gesti quotidiani, il valore delle piccole cose e dei piccoli gesti. Prendendo come riferimento la figura di S. Francesco (quest’anno, tra l’altro, ricorre anche il 75° anniversario da quando S. Francesco è diventato il patrono della nostra bella Italia) si è pensato di strutturare il percorso dando valore a delle parole che abbiamo chiamato “magiche” e che riteniamo fondamentali per una buona educazione e convivenza, non solo nell’ambito scolastico, ma in generale in quello sociale: ciao, grazie, per favore, scusa, ti voglio bene. “CIAO”, io sono Francesco e tu? (Progetto Accoglienza Settembre-Ottobre) Lavorare sulla parola chiave “ciao” (imparare a salutare come ci ha insegnato Francesco: si saluta con un sorriso perché scalda il cuore di chi lo riceve e di chi lo dà) su fratello Autunno che Francesco ci sta facendo conoscere ed apprezzare (frutti, animali etc…) e gli amici di Francesco: chi sono? Dove vivono? “GRAZIE” un dono speciale per tutti (Natale Novembre - Dicembre) Il periodo natalizio sarà incentrato sul dono della nascita, partendo dai bambini, da quando sono nati e quando è nato Gesù. Vivere la nascita di Gesù e la nostra come un dono prezioso per il quale dobbiamo saper ringraziare il Creatore. “PER FAVORE”, il creato è un dono che va amato e rispettato (Gennaio- Febbraio) Conosceremo il cantico delle creature attraverso il quale scopriremo che tutto è un dono e che come tale va rispettato… animali, piante etc… “SCUSA”... dov’è odio che io porti amore… ( Marzo- Aprile) Il periodo pasquale lo abbiamo identificato come un passaggio dalla morte alla nuova vita e per questo abbiamo pensato di far vivere ai bambini questo passaggio attraverso la preghiera semplice di San Francesco. “TI VOGLIO BENE”… ti apro il mio cuore…. (Maggio- Giugno) Con il canto “Dolce sentire” concludiamo il nostro percorso, perché attraverso tutte le parole magiche ora siamo pronti ad aprire il cuore alla vita e a saper dire: ti voglio bene. Nella nostra scuola vengono attivati anche vari progetti e percorsi educativi che integrano e completano la normale programmazione curricolare. Tali progetti, svolti direttamente dagli insegnanti o condotti da esperti esterni, costituiscono parte dell’offerta formativa, possono essere riconfermati di anno in anno per continuità o sostituiti da altri in base alle esigenze didattiche e alle risorse disponibili. Ben consapevoli dell’impegno del percorso che abbiamo deciso di intraprendere, siamo fiduciosi delle risposte e delle risorse positive dei bambini e delle loro famiglie, persuasi dal fatto che ogni piccolo seme gettato, nel tempo, se coltivato, porta il suo frutto. Le Maestre 15 Il passero Goffredo Il passero Goffredo, ascoltava rapito i racconti della nonna e delle zie che parlavano delle disavventure e delle imprese dei suoi antenati. Talvolta i suoi occhietti si chiudevano per il sonno, soprattutto quando arrivava il freddo e con la sua famiglia si rintanava in luoghi di fortuna. A Goffredo piaceva tanto la storia di S. Francesco d'Assisi, perché il grande Santo chiamava tutti fratelli; non solo, ma riusciva a comunicare anche con gli uccelli, per non parlare del lupo di Gubbio! Il suo cuoricino batteva forte quando, d'inverno, molti dei suoi fratelli correvano seri pericoli perché “gli umani” preparavano delle trappole per catturarli! Questo succedeva nei tempi andati, quando gli uomini avevano fame, come gli spiegava nonna Passi. Ma purtroppo l'uomo avido imbraccia il fucile anche oggi, ed i poveri passeri, insieme ad altre specie, finiscono arrosti! (“Poenta e osei!”) Che strazio, quanto piangevano i parenti! Anche a Goffredo spuntavano due lacrimucce. Qualche giorno prima il suo caro amico Cincio aveva fatto quella fine! “Coraggio”, lo scuoteva nonna Passi, “pensiamo alle cose belle e questo sia motivo, per te, di vivere sempre in pace, senza fare male a nessuno”! Proprio quella notte, il passerotto sognò S. France- 16 sco che lo invitava a recarsi ad Assisi. Al risveglio, pensò che quel sogno fosse proprio quello che lui desiderava fare nella realtà. “In fin dei conti ho le ali, non ci vorrà proprio molto tempo!” Prese il coraggio e si confidò con la mamma. Mamma Flora gli promise che ci avrebbe pensato e ne avrebbe parlato con tutta la famiglia. Una sera di pioggia la famigliola dei passeri ne discusse a tavola, mentre papà Ernesto si passava ripetutamente le ali sulla fronte, molto preoccupato. “È un mondo pieno di pericoli, figlio mio, ma se il tuo desiderio è grande, sono certo che andrà tutto bene!” Goffredo si sentì gonfiare il petto per la gioia e subito si diede da fare per prepararsi alla partenza. Mamma Flora preparò un fagottino e gli mise dentro qualche briciola di pane, le calze di lana, un berretto con il fiocco verde e un’immaginetta del Santo Francesco perché lo proteggesse! Fino all'ultimo la mamma provò a trattenerlo, era ancora così piccolo ed ingenuo, inoltre il tempo era dei peggiori, si stava avvicinando il Natale ed avrebbe potuto incorrere in una tempesta di neve! Ma Goffredo, accalorato dal suo entusiasmo, partì. Lungo la strada chiedeva informazioni: “scusate, per Assisi?” “Sempre dritto” gli rispondevano. Un po' volando ed un po' zampettando, vide scorrere paesi e città. Ad un certo punto, si fermò e si chiese: “ma io, dove mi trovo ora? Quanto mancherà?” Un pettirosso lo sentì e gli chiese: “dove sei diretto amico?” “Ad Assisi” rispose Goffredo. L'uccellino riprese: “non ne sono sicuro, ma ormai ci dovresti essere, vai sempre dritto!” Da un poco aveva anche ripreso a nevicare e le calze di lana si stavano gelando insieme alle sue zampette. Era sera ormai, e s'accorse di essersi trovato davanti ad un grande edificio. Pensò “sarà una chiesa oppure un convento?” Volò fino ad una finestra illuminata e con il becco picchiettò sul vetro, ma niente, nessuno si fece vivo. Provò a cinguettare e finalmente la finestra si aprì. “Che volete a quest'ora?” gli disse un'ombra scura, “mi sono smarrito” rispose Goffredo. “Frate Carrucola” chiamò la stessa voce “calate la cesta, c'è un povero che ha bisogno di noi”! In men che non si dica, il passero salì e sorridendo pensò: “che strano ascensore, ma efficace, ne avevo proprio bisogno ormai non sentivo più le ali!” Un po' intimidito, fu aiutato a scendere e ... che meraviglia! Si trovò davanti ad un grande presepe! Poi frate Carrucola lo condusse in cucina per rifocillarlo un po'. Il cuore di Goffredo si bloccò e pensò: “sono perduto! Mi faranno arrosto”! Il suo pensiero venne “ascoltato” dai fraticelli che lo rassicurarono: “devi riprendere le forze figliolo, piuttosto raccontaci di te, come mai sei venuto sin qui ad Assisi?” Goffredo, dopo un buon brulè, si presentò e raccontò la sua vicenda. “Che ne dite frate Cantore?”, disse frate Carrucola “non avevamo giusto bisogno di una voce solista per cantare alla Santa Messa di mezzanotte? “Ma certo” risposero tutti battendo le mani! Goffredo non riusciva più a contenere la sua gioia ed in cuor suo ringraziò Santo Francesco per tutte le cose belle che stava vivendo. Nella Notte Santa, nessuno si meravigliò di sentire il cinguettio di un piccolo passero che accompagnava i canti natalizi dei fraticelli! Ad Assisi, luogo di pace e amore, ogni cosa era possibile, anche la voce fuori dal coro che cantava “Tu scendi dalle stelle o Re del cielo”..., che fosse stato il Santo Francesco? Goffredo ne era certo! Francesca Girardi Campiscuola estate 2014 Anche quest’anno, i ragazzi e i giovani della collaborazione pastorale Volpaghese, e non solo, hanno avuto la possibilità di vivere una settimana condividendo luoghi, emozioni e sentimenti tra di loro e con Gesù, accompagnati dai loro educatori e dai don delle nostre parrocchie. Ogni classe ha partecipato ad un’esperienza diversa, facendo sì che i ragazzi si arricchissero individualmente e crescessero nell’unità e nella fraternità di gruppo. ACR I ragazzi di 1^ e 2^ media delle Parrocchie di Venegazzù, Volpago, Selva, Giavera, Santi Angeli e Cusignana, hanno trascorso la settimana del 3 – 10 agosto a Sagron, presso il campeggio della parrocchia di Santandrà. I ragazzi, accompagnati da Erica, Sara, Lorenzo, Andrea, Amedeo e don Otello, hanno svolto attività basandosi sul film Avatar, affrontando temi come la diversità, il rispetto, l’amore e l’avventura. 44 ragazzi di 3^ media delle parrocchie di Venegazzù, Volpago, Santa Maria, Selva, Santi Angeli, Giavera e Cusignana, accompagnati da Marika, Tiziana, Mattia, Erika, Irene e don Massimo, sono partiti il 4 agosto per trascorrere una settimana ad Assisi. Hanno avuto la possibilità di conoscere le vite di Santa Chiara e di San Francesco, condividendo forti emozioni e conoscendo i luoghi della città, incontrando i loro abitanti e chi la visita, portando loro un messaggio autentico che hanno nel cuore. Definito il camposcuola più “wild” della storia, 21 avventurosi ragazzi di 1^ e 2^ superiore delle parrocchie di Venegazzù, Volpago, Santa Maria, Selva, Giavera e Santi Angeli, accompagnati da Lisa, Luigi, Gianluca, Laura, Matteo, Emma e don Massimo, hanno pedalato per 170 km! Sono partiti da Possagno ed arrivati a Punto Sabbioni, attraversando qualsiasi tipo di tempo atmosferico senza mai abbattersi! 18 La 3^ superiore, costituita da 8 ragazzi delle parrocchie di Venegazzù e di Selva, accompagnati da Elena, Marianna, Giovanni e don Luigi, hanno svolto, dal 29 giugno al 6 luglio, un campo di servizio presso la Caritas Giovanni Paolo II, Colle Oppio, Roma. Dal 28 luglio al 3 agosto, 12 ragazzi di 3^ e 4^ superiore della parrocchia di Volpago, accompagnati da Elisa, Caterina, Fany e don Massimo, hanno vissuto una forte esperienza di convivenza, condivisione e spiritualità ad Assisi. Il campo è cominciato con una faticosa e allo stesso tempo meravigliosa camminata di tre giorni che da Gubbio ci ha condotti fino ad Assisi, percorrendo così un tratto del cammino di San Francesco. La bellezza della natura e del verde prima, la particolare suggestività di una città come Assisi poi, hanno contribuito ad instaurare un clima sereno e di relazioni autentiche, nonché favorito un percorso di ricerca di fede personale, anche attraverso momenti particolari di preghiera e di conoscenza di due grandi santi quali San Francesco e Santa Chiara. Selva Volpago Venegazzù 19 La festa di ognissanti, dolcetto o scherzetto? In concomitanza con la festa cristiana di tutti i Santi, da qualche anno, anche nei nostri paesi, si va diffondendo l'usanza di Halloween. Una festa che non ci appartiene come cultura, ma che, ben curata a scopi consumistici, ci stiamo abituando a celebrare, “perché tanto ormai tutti fanno così”! Nei supermercati vengono esposti i vari dolcetti a forma di zucche sdentate, pipistrelli, streghe e varie, nonché costumi e maschere della stessa serie, simboli esorcizzanti, dicono, per allontanare lo spettro della morte! Però, anche noi grandi, talvolta, viviamo la funzione in cimitero, in modo folcloristico! Siamo guidati dal desiderio certamente di fare cosa buona, per rendere omaggio ai nostri cari. Le tombe diventano veri giardini fioriti, lustrate anzitempo, splendenti di lumi, i familiari le circondano, quasi a proteggerle, qualcuno “solo qualcuno” chiacchiera e continua a masticare la gomma. È anche vero che “il camposanto” diventa occasione per rivedere parenti e amici e quasi diventa “un salotto” per raccontarsi, con scrollate di spalle, sperando che la tomba di Tizio sia meno bella della loro, mentre quella di Sempronio è proprio brutta e con pochi fiori! “Atu vist che rassa de ceseta che i se ha fat?” (Hai visto che bella chiesetta hanno fatto per i loro morti?) Forse facciamo così per mascherare il dolore, come Halloween! Però, anche una volta... Sentite cosa mi ha raccontato qualcuno... Nella festa di Ognissanti, anche ai tempi in cui Berta filava, si associava alla sacralità del giorno, una certa credenza popolare. Le zucche erano protagoniste anche allora, quelle che nascevano nei campi, svuotate e sistemate da sembrare un teschio; all'interno veniva messa una candela e quindi poste, nella sera dei Santi sopra una caneviera (un bastone di bambù) davanti al cancello di casa o sopra un albero. Si chiamava “la lumiera”. I 20 bambini venivano mandati a letto molto presto, spero non senza cena, perché dovevano “passare i morti”! Infatti si diceva loro che i defunti uscivano dalle tombe e si avviavano in processione lungo le vie del paese, visitando prima la Chiesa e poi le proprie abitazioni. L'ultimo morto in quei giorni, portava la Croce. Poveri bambini, spaventati, si rintanavano sotto le “etesèe” (i piumoni), battendo i denti per la paura che il nonno o la nonna andassero a tirali giù per i piedi! Accompagnava tutta questa allegria, una filastrocca molto in voga all'epoca: “quando si era vivi si mangiava pane e fighi, ora che siamo morti giriamo per i nostri orti!” Nemmeno l'orto era risparmiato dalla “spaventosa” visita! Il giorno dei morti, dopo le celebrazioni, ci si abbandonava ancor di più alla mestizia, questo lo ricordo bene anch'io. Con la mamma, andavamo a “salutare” parenti e conoscenti, ne uscivano lacrime e preghiere. Io ero curiosa di andare a visitare quella parte del cimitero dove erano sepolti i bambini nati morti, o morti nella primissima infanzia. Le loro tombe erano dei piccoli tumuli di terra, dove spiccavano le bandierine rosa o celesti. Le mamme avevano ricamato con amore e dolore i nomi delle loro creature su quei fazzoletti, che sembravano piccoli angeli spezzati! Ma i più birichini, coglievano quella “felice” occasione per andare a raccogliere i rimasugli delle candele, li portavano a casa, li fondevano e poi, tagliata una caneviera a metà mettevano uno spago “da saeadi” (salami), la chiudevano ed oph, che meraviglia, nasceva una candela nuova di zecca! Qualcuno riusciva perfino a scambiare la merce, per un qualche profitto! A parte le tradizioni popolari di ogni tempo, mischiate ad un po' di paganesimo, noi crediamo che i nostri cari vivono nella gioia e nella pace di Cristo Risorto e la preghiera, la sola cosa di cui hanno più bisogno, ci accomuni a coltivare quella fede semplice e generosa, che ci hanno trasmesso. Francesca Girardi Bentornata sagra di Venegazzù! Coraggio! Sì, ci vuole una buona dose di coraggio per mettersi di sana pianta, di questi tempi, ad organizzare una sagra, con tutti gli oneri e la burocrazia che richiede, soprattutto se mancano le strutture necessarie. Ma era un sogno di tanti poterla riportare in vita, un sogno che, condiviso, si è potuto ampiamente e felicemente realizzare! Pure il meteo, dopo un’estate burrascosa, ci ha graziati, quasi a darci il benestare, perché una sagra è soprattutto un momento di grandissima aggregazione, sia tra chi la gestisce, sia tra chi vi partecipa; è fonte di comunità, di collaborazione. Grandissimo il successo dopo quasi 20 anni di assenza (qualche tentativo era stato fatto ma non di queste proporzioni); i veterani del posto sono stati percorsi da un brivido lungo la schiena rivedendo proprio qui a Venegazzù, gli autoscontri, le gabbie, il tendone gli aerei. Un’emozione fortissima! E decisamente azzeccata è stata anche la proposta di don Massimo di anticipare a fine agosto l’evento tradizionalmente previsto per metà settembre in occasione della festa della Madonna Addolorata, perché ha concesso molta più affluenza e pure molta più preziosissima disponibilità dei tanti giovani che hanno prestato servizio perché ancora non erano cominciate le scuole. Un casting azzeccatissimo, se pur per molti sia stata la prima occasione di “lavorare” insieme: vini di alto pregio, cucina varia, originale e sopraffina, tantissimi sponsor e tanta, tantissima gente, molta di più di quanto sperato, a segno che questo era davvero il sogno di tutti i venegazzunesi. Bravi fioi! Lodevoli anche le tante iniziative: la biciclettata, la sfilata di moda, il pranzo a base di patate del Montello, il concerto dei giovani, il teatro, il concorso fotografico, i mercatini. Unica nota nostalgica… mancava la tradizionale pesca, ma abbiamo speranza che si possa ripristinare anche quella. Un ricco carnet che attendiamo di rivivere con la stessa intensità la prossima fine estate all’insegna della buona compagnia, della buona tavola e della bella gente di Venegazzù e dintorni. Monica Follador 21 L’ultimo sacrestano Spesso ci si accorge di quanto siano preziose le persone solo quando ci mancano. Non dovrebbe essere così, dovremmo riuscire ad apprezzarle sempre, a non cadere nell’abitudinarietà, ma alla fine siamo tutti nella stessa barca, viviamo intensamente, di corsa e diamo per scontato che certi servizi non debbano mai venire meno perché c’è sempre qualcuno che è disponibile. Disponibilità…gran parolone. È stato evidente da subito, quando il nostro sacrestano, per problemi di salute e di famiglia, ha cominciato ad assentarsi, che non sarebbe stato facile trovare qualcun altro disponibile a dedicare così tanto tempo alle esigenze della parrocchia. Perché, chi finora si è assunto questo impegno, ha dedicato anima e cuore alla Chiesa, quasi come avesse due case, sempre pronto per le emergenze, per i funerali, S. Messe ecc., con notevoli capacità di adattamento ai vari parroci che si sono susseguiti in tempi brevi nella nostra parrocchia. Sembra un compito semplice, ma quante cose ci sono da preparare per celebrare una battesimo, un funerale, un matrimonio? E se nessuno, a parte i preti, sa come farle? Le prime volte un po’ di ansia e di “similpanico” non sono mancati (l’incenso che non si accende, una caccia al tesoro per trovare le chiavi del Tabernacolo, le vesti per i Battesimi, per capire quali campane suonare…). Tuttavia una comunità è espressione anche della capacità di condividere gioie e dolori della stessa; se da una parte crea dispiacere l’idea di non avere più un sacrestano unico, con il bagaglio di certezze e di conoscenze che ne consegue, dall’altra questa circostanza ha concesso ad altre persone di mettersi in gioco, così ora ci sono molte persone che fanno dei piccoli servizi, chi apre e chiude la chiesa, chi prepara tovaglie e altari, chi sistema i fiori, chi fa le pulizie, chi aiuta nella varie Messe, chi si sta specializzando nei funerali… e dopo quasi un anno di aggiustamenti, sembra che forse questa sia la formula giusta. Un servizio più semplice, ma non per questo meno importante, che garantisce la gestione della Chiesa con tempi accettabili per chiunque. Grazie a tutti coloro che si sono resi disponibili e, nel caso qualcuno volesse aggiungersi, ci sono ancora piccoli servizi scoperti. Doveroso dunque ringraziare di cuore Secondo (Angelo Tocchetto) per i 20 anni di servizio intenso che ha svolto per noi, augurandogli di poter vivere serenamente il suo “pensionamento”. Resterà per sempre ...l’ultimo dei sacrestani! Monica Follador Il presepe vivente di Santa Maria Un vero bue e un vero asinello, degli angeli e dei pastori, l'oste e il viandante, insomma dei veri figuranti che rappresentano la nascita di Gesù Bambino in una magnifica cornice nel cuore del Montello. Il primo presepe vivente della storia fu opera di San Francesco d'Assisi, nel borgo di Greccio (Rieti) nel 1223. A Santa Maria invece è arrivato dieci anni or sono, su iniziativa di Don Giuseppe Ravanello. Sono due i momenti cardine di questa tradizione: il primo la notte di Natale, dopo la messa della Vigilia (quest'anno inizierà alle 23); 22 sul sagrato del santuario arriveranno Giuseppe e Maria in groppa ad un asinello: tutti insieme, attraverso i dialoghi dei figuranti e alcuni canti rivivremo la grandiosità di Dio fattosi uomo. Ma ancor più suggestivo l'appuntamento nel giorno dell'Epifania; i Magi arrivano a cavallo portando i loro doni per adorare il Bambino nella capanna. Quest'anno l'appuntamento è alle 17.30 in chiesa, dove, per iniziare, Don Luigi benedirà tutti bambini presenti e poi usciremo all’arrivo dei Magi.*In seguito, secondo la tradizione, dopo questo lungo viaggio dall'oriente lontano i tre Re, Gasparre, Melchiorre e Baldassarre, faranno una sosta presso il salone dell'oratorio per trascorrere del tempo con i presenti. Questo è il cuore della nostra tradizione come l’ha voluta fin dall'inizio il caro Don Giuseppe, perché attraverso le domande che si potranno rivolgere ai sapienti Re, le famiglie con i loro bambini potranno vivere assieme un momento di trasmissione della fede. I Magi poi avranno con loro dei doni per tutti bambini presenti e dopo averli salutati vivremo un momento conviviale tutti assieme. Questa rappresentazione vuole essere uno strumento che ci aiuti a vivere il Natale con la consapevolezza del suo significato più semplice e profondo, affinché Gesù possa nascere nei nostri cuori, rafforzando la fede negli adulti e aiutando ad accrescere quella dei nostri bambini. Vi aspettiamo numerosi! Davide Cigana Dal 3 al 12 ottobre si è svolta la tradizionale sagra (del Montello e della castagna) a Santa Maria della Vittoria, nella cornice dei festeggiamenti della Vergine del Rosario. Ben otto giorni, nel susseguirsi di diversi eventi: dalle cene a tema con il churrasco, la paella e le trippe, agli eventi organizzati dal Gruppo Sportivo, come il torneo di Calcio Balilla e il Palio delle contrade, arrivato quest’anno alla sua VIII edizione, dove le varie strade del paese, chiamate “prese”, si sfidano in tre discipline: mountain bike, corsa podistica e la corsa dei mussi. Ma non solo! Nelle due domeniche, durante tutta la giornata, sono stati organizzati i mercatini in piazza con prodotti e artigianato locali e i più piccini si sono divertiti con l’intrattenimento e i giochi del gruppo “Giocamondo”. Per tutta la durata della sagra è stata allestita una ricca pesca di beneficenza. Facendo una riflessione sull’esperienza di quest’anno, possiamo dire che essa è stata soddisfacente e positiva sotto molti aspetti: innanzitutto l’affiatamento dell’intero gruppo di persone che hanno collaborato in diversi ambiti; questo permette di coltivare nuove relazioni, di imparare a conoscersi, a fidarsi e a stimarsi a vicenda. Molto incoraggiante è stata anche la presenza, tra i volontari, di tanti giovani e giovanissimi: oltre a dare allegria è un segno di buon auspicio per gli anni a venire; un’esperienza anche formativa, in quanto ognuno si assume delle piccole responsabilità. In generale crediamo sia stata proprio una bella festa, innanzitutto per la parrocchia. Ringraziamo don Luigi che ci ha incoraggiato e sostenuto già dalle prime riunioni con la sua presenza e ha pregato con noi. Davide Cigana Festa della Madonna del Rosario 23 Ci ha lasciati don Tarcisio Dal Zotto Lo scorso 6 ottobre, la comunità di Altivole si è ritrovata per l'ultimo saluto a Don Tarcisio Dal Zotto, 86 anni, il pastore che l'ha guidata per ben 33 anni (dal 1971 al 2004). La Messa di esequie, presieduta da mons. Gianfranco Agostino, ha visto la partecipazione anche di molti sacerdoti che lo conobbero e lo stimarono. Don Tarcisio, nato a Venegazzù nel 1928, trovò terreno fertile per il suo futuro di consacrato, nella famiglia profondamente religiosa e nella sua comunità parrocchiale, sotto lo sguardo attento del parroco di allora Don Sante Brusa, artefice di altre vocazioni in paese. Divenne presbitero il 21 giugno 1953, per mano del Vescovo Mons. Antonio Mantiero. Dopo alcuni anni di esperienze pastorali, in varie comunità, Don Tarcisio avverte la necessità di approfondire i suoi studi frequentando la facoltà teologica a S. Giustina (PD) ed un biennio a Pordenone per verificare continuamente la sua vita, la dottrina e la pratica pastorale. Il Vescovo, riferendosi alla lunga permanenza di Don Tarcisio nella parrocchia di Altivole, ha ricordato come questa sia stata un dono ed una responsabilità, data a molti parroci della sua generazione. Un tempo particolare e provvidenziale, che è stato il post-Concilio, una stagione che non poteva lasciare nessuno “tranquillo” nelle proprie consuetudini. “Una vita buona” ha continuato Mons. Gardin, interamente dedicata alla comunità di Altivole, che diventò la sua famiglia e per la quale si è speso con dedizione e amore. Prete colto ed intelligente, attento alla Parola di Dio, sensibile ai problemi e ai bisogni delle famiglie, alle quali riservava gesti concreti di carità e sostegno”. Nel 2004 Don Tarcisio, dopo aver concluso il suo servizio pastorale in quel di Altivole, si ritira a Venegazzù, dove ha continuato ad operare per circa due anni, collaborando con il parroco per la celebrazione delle Messe, confessando, visitando gli ammalati, portando loro Gesù Eucaristia e tanta consolazione. Arrivato allo stremo delle forze e con segni pesanti per l'arrivo della malattia, ha trascorso gli ultimi anni in casa del Clero a Treviso sino alla sua dipartita. Un momento prima di essere tumulato nel cimitero di Venegazzù, Don Tarcisio è stato accolto dal parroco Don Massimo, nella sua chiesa natale per una preghiera ed un ultimo saluto commosso da parte dei fedeli convenuti. Francesca Girardi Nessuno deve soffrire per la mancanza del necessario Selva Nostra 2014 Nella Comunità odierna è sempre più necessaria la vicinanza alle fasce più povere dei nostri fratelli Cristiani e non solo, a nessuno devono mancare i beni necessari per una vita Dignitosa. Soccorrere “il bisognoso” è uno dei doveri del Cristiano e sempre più urge un aiuto, più che materiale, L’attività Selva aiuto Nostra, neltestimonianza 2014, è stata dell’Amore fondamentalmente incentrata pubblicazione Spirituale.diQuesto è una di Gesù per tutti i suoisulla fratelli indifferentedi più testi. mente e permette anche a chi lo dà di capire che le altre persone sono importanti quanto noi se non ancora di più e che vanno amate partendo dal riconoscimento che l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Questo è quello che si propone di fare la nostra Famiglia collaborando con la Caritas di Volpago e facendo parte attivamente alle attività dell’associazione Giardino Fiorito ONLUS che rappresenta. In 10 anni di sostegno scolastico a distanza di 105 bambini e ragazzi del Burundi abbiamo compreso quanto siano diversi i loro bisogni primari dai nostri. La loro maggiore necessità è materiale, la nostra, purtroppo, è molto più grave perché è Spirituale, la perdita dei Valori. È necessario che le nostre Famiglie rispolverino, difendano e testimonino quei Principi Irrinunciabili che la Chiesa promuove, indispensabili per la costruzione di una società nella quale tutti hanno la stessa dignità e si sentono amati, soprattutto i nascituri, i più poveri, i malati anziani, le persone gravemente disabili, ovvero chi rischia di essere gettato fuori da una macchina che deve essere efficiente a tutti i costi. Sentiamoci quindi tutti figli di Dio e riconosciamolo come un Padre Amoroso che si dona gratuitamente per la nostra felicità. Questo è l’augurio che facciamo alla nostra Comunità per un vero Natale di Pace e Carità! Chiara e Davide Passudetti 24 Appuntamenti “Selva Nostra” Selva Nostra desidera dare il massimo riLa fatidica data del 2014, millenario della salto alla “tre giorni” che dal 21 al 23 genfondazione del castello di Selva ad opera naio 2015 ricorderà il centenario della della famiglia baronale dei Vidoti, è stato il morte di Luigi Pastro. Il motivo per la presentaProgetto Luigi Pastro, zione di tre differenti nato nel 2006, aveva saggi: proprio questo tra-il terzo ed ultimo Alguardo. In questi nove bum storico con una anni sono stati pubblipanoramica di ricocati nove volumi nei struzioni ideali di diquali il protagonista inverse angolazioni del discusso è stato, apcastello; punto, Luigi Pastro. A -il catalogo ragionato gennaio prossimo sarà di tutto il patrimonio la volta del decimo e pittorico della chiesa conclusivo. Questo il parrocchiale; programma: -un compendio della Mercoledì 21.01, ore storia di Selva in questi 21.00, Sala Foresti (acultimi mille anni. canto chiesa di VolAd ottobre è stato dato pago) serata di Canti Rialle stampe il 9° vosorgimentali. Coro G.D. lume del Progetto Luigi Faccin di Trevignano, Pastro, una raccolta di dir. Lino Pizzolato. suggestive foto inedite Giovedì 22.01, ore che hanno voluto docu21.00, Auditorium comentare i cambiamenti munale, giorno centeavvenuti nel paese, nei nario della morte di cento anni dopo la Don Francesco Andreatta Luigi Pastro. Presentamorte del Sen. Pastro. zione del 10° ed ultimo volume del Progetto Il 3 giugno scorso ricorrevano i cinLuigi Pastro. Relazione storica a cura del quant’anni della morte di don Francesco prof. Daniele Ceschin, Università di Venezia. Andreatta, parroco di Selva dal 1940 al Venerdì 23.01, ore 21.00, Sala convegni 1964. Selva Nostra, non avendo avuto il (municipio vecchio), intitolazione della sala tempo materiale di pubblicare un opuscolo a Luigi Pastro. Commemorazione ufficiale. nell’anniversario dato, manterrà comunque Relazione storica a cura del prof. Bruno De la promessa di farlo entro l’anno. Per cui Donà, storico e giornalista. l’ultima pubblicazione sarà dedicata alla fiAss. Selva Nostra gura e alle opere di don Andreatta e verrà presentata nella chiesa di Selva domenica 28 dicembre, alle 16.00. INIZIATIVE DELLA COLLABORAZONE PER LA CARITÀ Molte quest'anno le iniziative sul fronte della carità: il musical, la lettura teatrale, i mercatini, l'istituzione della giornata della carità, la veglia, il coinvolgimento dei pensionati per la raccolta di generi alimentari e per chiudere in bellezza "Lo spiedo della solidarietà" che vede abbinare la gioia di condividere la cena in un clima di allegria con il contribuire a migliorare la vita di persone dei nostri paesi particolarmente in difficoltà-. Gioia-carità... abbinamento possibile? Sembra proprio di sì...continuiamo così! 25 Il bosco del Montello Il testo, originale con termini della metà dell’800 è tratto dallo “Stato Personale del Clero della Diocesi di Treviso” dell’anno 1860 conservato in Archivio Parrocchiale di Venegazzù: … Poiché risiede nella villa di Giavera l’Ispezione forestale del Bosco Montello (52), ci sembra qui opportuno di dare un breve cenno storico e descrittivo del Bosco stesso. Col nome di Silva Montelli esso ha origine vetustissima ai tempi romani. Situato fra la via Postumia ed il Silis, ossia Piave, esso è uno dei vasti rimasugli della grande selva Fetontea, detta anche Silva magna (53). La sua forma è di un’elisse, posta sopra facili colline del circuito di venti miglia, le quali colline si estendono da ponente a levante. È copiosissimo di querce, di faggi, di castagni, di cerri. È circoscritto dal Piave a settentrione e ad oriente; a sera ed a mezzodì ha nella pianura le ville di Ciano, Biadene, Caonada, Venegazzù, Volpago, Selva, Giavera, Bavaria e Narvesa. Da fonti sicure sappiamo che la sua complessiva superficie è di pertiche censuarie 59,3 10:05 esiste negl’indicati comuni: e la sua rendita censuaria complessiva è di Lire austriache 71,51 1: 49. Bellissimo a vedersi è il sito pittoresco detto il Forame, poco lontano dalla residenza degli Ufficii Forestali, il quale s’apre nella collina a guisa di anfiteatro, contornato all’intorno di alberi e di cespugli. Dalle viscere del colle scaturisce un’acqua limpida, che utilmente in rigagnolo si devia da quel luogo. Di questo Bosco sono celebri ed eccellenti i funghi, che vegetano in grande copia. Nell’interno del Bosco sono tuttora alcune proprietà private, come l’Abazia di Narvesa, la chiesa ed il beneficio parrocchiale di Giavera, alcuni edifizi da molino, da battiferro, da sega e macina. Nei secoli barbari gli uomini, per maggior loro sicurezza, abitando i luoghi montani, popolarono anche il Montello; e forse tutte le ville, che ora fioriscono al piano di esso, avevano loro sede per entro il Bosco. Grande prova n’è la Chiesa di Giavera, come osservammo: e, se vuolsi anche, quelle di Venegazzù, Selva, Bavaria e di Narvesa, che stanno ora al limitare del Bosco, e forse un tempo erano da esso contornate. Era già diviso esso in varie proprietà di privati: e ricorderemo solo fra questi, che il rev. Capitolo dei Canonici di Treviso possedeva e nel Bosco e fuori d’esso in ville di Selva, circa duecento campi, ch’erano di ragione del canonico decano Corrado De’ Brancasecchi, morto nel 1347 (54): ed era attiva la possessione nell’anno 1403 (55). Molte case e capanne (a non dire dei Castelli già accennati) esistevano nella selva e vari tratti di terreno erano dissodati. Anche la Comunità di Treviso ne aveva diritto, e forse il maggiore. Perciocché ragionevolmente è da credersi, che la Repubblica Veneziana s’impossessasse del Bosco, allorché Treviso le fece la dedizione della città e del territorio, con le regalie e proprietà di tutte della Comunità. Ciò avveniva nel 5 febbraio 1344 (56). Ma egli è certo, che più d’un secolo dopo il Senato con decreto 27 dicembre 1471 ordinava, che il Bosco del Montello fosse riserbato ai lavori navali dell’Arsenale, e fosse in esso proibito di tagliare legnami senza licenza del principe. I villaggi confinanti col Bosco ebbero per esso, fin dal principio del secolo XVI, vari obblighi, privilegi ed esenzioni, 26 numerar i quali sarebbe qui cosa troppo lunga. Ricorderemo solo i nomi di questi detti Comuni privilegiati, ch’erano tredici, quattro dei quali non formano oggidì ne villa, ne’ parrocchia particolare, erano: 1 – S. Mamma di sopra e di sotto 8 - Volpago 2 – Ciano 9 - Lavagio 3 – Busco 10 - Selva 4 – Biadene 11 - Giavera 5 – Caonada 12 - Bavaria 6 - Venegazzu’ 13 - Narvesa 7 – Martignago Ordinava un proclama del 1519 la demolizione delle capanne erette entro il Bosco. Nel 1527, sottoposto il Bosco all’immediata protezione del Consiglio dei Dieci, eleggevasi un Capitano alla sua custodia. Il detto Consiglio nel 1590 nominava tre Provveditori al Montello. Nel 1592 una Ducale tal Pasqual Cicogna ordinava l’estirpazione nel Bosco di tutte le vigne. Nell’anno stesso si segnavano i suoi confini, e si tracciava la strada di circonvallazione. Era pure in quest’anno 1592, che la casa in Giavera (che fu di Piranca di Scolari) venne scelta ed ampliata ad uso di residenza dei Provveditori, chiamandosi essa la Provvederia. Vi stanno anche oggidì gli uffici erariali dell’Ispezione Forestale. A questi pure è annesso l’Oratorio, deidicato a S. Francesco d’Assisi, sul cui altare è in pregio un dipinto, che ben si attribuisce a Leandro da Ponte, detto il Bassano. Nel 1748 rinnovarono altare e chiesetta i tre Provveditori Andrea Diedo, Antonio Savorgnano e Flaminio Cornaro, l’ultimo de’ quali celebratissimo fin d’allora per la sua Storia ecclesiastica delle chiese Veneziane (57). Molte leggi ha emanato la Repubblica relative al Bosco del Montello. Furono da ultimo raccolte le principali, e pubblicate in un libro del 1776 (58). Le quali santissime e sapientissime leggi della nostra Repubblica, che non dimenticheremo mai, nate, costituite e modificate a poco a poco coll’esperienza dei secoli, erano (come propria veste indossata a persona) accomodate ai luoghi nostri, al clima nostro, ai costumi antichissimi nostri e chi le dettava era de’ seniori nostri: e chi volentieri e senza frode le eseguiva eravamo noi stessi, noi pacifici e contentissimi abitatori di questa terra invidia. (A cura di Massimo Visentin) (52) (53) (54) (55) (56) (57) (58) Sede del Comando dei Provveditori, preposti al presidio e rispetto delle Leggi sul Bosco Dell’antica Storia e Giurisprudenza forestale in Italia. Saggio di A. Berenger. Treviso, Longo, 1859. pag. 9. Burchelati, Comment. Pag 245. Archivio Capitolare, scodaroli ec.. Rossi Giamb. Dedizione di Treviso, Memorie scient. Dell’Ateneo ec. Vol. I, pag. 97 Iscrizione ivi scolpita. Decreti, Proclami e Terminazioni riguardanti li doveri del Capitanio al Bosco del Montello, ed altri subalterni ministri. Venezia 1776. Pinelli, In 4.to 27 Seminario “Nuova vita” Dopo mesi di incontri di formazione, di preparazione e soprattutto di preghiere, finalmente il seminario NUOVA VITA! Nuova Vita! Quante volte lo abbiamo letto nella Bibbia e quante volte lo sentiamo dire a Messa. Ma non sempre ci facciamo caso, ci diamo il giusto peso.*********************** Gesù ci dà nuova vita con il battesimo e con i vari sacramenti, eppure noi cristiani non sempre siamo coscienti del Dono prezioso che portiamo. **************************** Nuova vita è anche il nome del seminario vissuto nel week end del 5 - 7 dicembre nella Casa Don Paolo Chiavacci di Crespano del Grappa, al quale abbiamo partecipato con una quarantina di persone, per la maggior parte appartenenti alle nostre parrocchie. In questi giorni abbiamo vissuto una intensa esperienza spirituale di catechesi, preghiera e condivisione, immersi in un bel clima di fraternità.*********************** È stato bellissimo vedere come il condividere la preghiera, le testimonianze di vita vissuta e le attività abbia fatto nascere negli occhi dei partecipanti una nuova Luce. Abbiamo sentito forte la presenza dello Spirito Santo che ci ha accompagnati e guidati in questa esperienza. ******************** Tutto questo è stato possibile grazie alla proposta di Don Massimo che ci ha invitati, prima come partecipanti e poi come equipe, al seminario Nuova Vita.***************** Un grazie ai nostri amici di Bovolone che si sono resi disponibili ad aiutarci alla realizzazione del seminario. Fany, Gianluca, Laura, Luisa, Manuela Per informazioni rivolgersi Presso il bar dell’oratorio al sabato e alla domenica pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00 Oppure: [email protected] 28 Battesimi VOLPAGO Tonon Federico Bergamasco Zoe Foltran Vanessa Dal Colle Davide Bernardi Vittoria Chloè Fornasier Celeste Sartor Maria Sole Zavarise Samuele Bonariol Luigi Bombarda Gioia Cadorin Gioele Cadorin Alex Martini Alberto Baseggio Emily De Bortoli Emily Montagner Mattia Giacon Francesco Parolin Gioia Pizzolato Andrea Pizzolato Maria Felicetta Alberghini Riccardo Zanatta Simone Cattelan Veronica Campion Alessia Binotto Azzurra Sara Bordin Franco Castellan Giorgia Martini Jeremy Pagnossin Matilde Guarnieri Nicole Raimondi Rebecca Ginevra Metti Adele Marina De Stefano Giovanni Marinello Manuel Durante Elisa De Conti Gioele Sartor Angelica Sartor Lisa Giotto Christian Pellizzari Elis Giotto Nicola Posmon Francesco Muraca Elia Zavarise Sara Conte Giovanni Simeoni Chiara Bonetto Marco Panziera Allegra Spagnol Stefano Antonio Gobbato Alice Sartor Stella Pellizzari Alessia Pellizzari Matilde De Marchi Lorenzo Durante Vittoria Salvador Aurora Pierina Merun Leo Manuel Angeli Alessandro Angeli Valentina Fontana Giorgia Fontana Lorenzo Manfanetti Lorenzo Semenzin Mattia Francisco Simioni Vittoria Stefan Emma Mazzocato Carlotta VENEGAZZÙ Viviani Filippo Cavallin Tommaso Baseggio Leone Patino Emili carolina Domengoni Anita Cima Angela Bernardin Rocco Montagner Francesca Fabris Camilla SELVA Gasparetto Matteo Barbisan Edoardo Busato Diego Cappellari Alessandro Semenzin Denise Feltrin Thomas Lucchetta Martina SANTA MARIA Doro Sabrina Berra Michele Durante Paolo Prima Comunione SANTA MARIA Cappellari Matteo Cigana Arianna Colle Mattia Drago Imelda Martini Nicolò Poloni Marco Zanella Irene 29 Cresime VOLPAGO Ardissono Tommaso Biancchini Alex Bonvino Manuel Bordignon Chiara Borsatto Michela Caccin Giuliano Cadorin Alberto Cadorin Matteo Cadorin Nicolò Casteller Brian Cattelan Annalisa Cecconato Federica Cecconato Sara Celotto Michele Cietto Veronica De Luchi Christopher Di Turi Francesco Egidi Marco Facchin Agnese Franceschetto Nicole Gasparetto Alex Gottardo Giovanni Lucchesi Andrea Luise Gaia Marchioni Andrea Martini Lisa Mussato Giovanni Pagnossin Gloria Pagnossin Jenny Panziera Nicolò Pizzolato Lorenzo Pozzobon Alice Prenol Veronica Sartor Miriam Scantamburlo Virginia Semenzin Gianluca Visentin Francesca Zanatta Aurora Zanatta Tommaso Zanellato Martina Marchesin Alessandro Martignago Luca Martimbianco Giulio Negrin Alberto Nicoletti Daniel Poloni Daniele Santolin Nicola Sartor Jacopo Sartor Paolo Segala Teresa Spolaore Silvia Vagretti Alessandro Zanatta Christian Zanatta Riccardo Zanellato Alex Girardi Serena Marcon Matteo Martimbianco Riccardo Mattarollo Lorenzo Piazza Claudio Pisan Nicola Rizzardi William Rasera Benedetta Stefani Beatrice Visentin Ludovica VENEGAZZÙ Baseggio Riccardo Carraro Matteo D'Arrigo Federica Favretto Chiara Garbuio Fabio Garbuio Julio Cesar Lo Porto Luca Marangon Aurora SELVA Barattin Angelica Campeol Francesco Cauduro Anna Fabris Eleonora Forner Mattea Matrimoni VOLPAGO Menegon Alessio e Durante Sara Cadorin Silvio e Onnivello Alessia Tessaro Mattia e Mattiuzzo Elisa Pizzolato Christian e Silvestrini Gloria De Zen Denis e Martinelli Silvia 30 Parolin Mirko e Bressan Elena Merlo Enrico e Rizzardo Angela Michielin Rudy e Gobbato Monica Reginato Manuel e Scala Licia Alberghini Andrea e De Bortoli Monica VENEGAZZÙ Martignago Christian e Battaglia Alessia Cisotto Christian e Gallina Alessandra Rinaldin Giuseppe e Feltrin Elena Sara Marconato Giovanni e Pozzobon Nausica Elena SELVA Zuccolotto Fabio e Durante Serena De Marchi Carlo e Bardini Roberta * Dal Bosco Giacomo e Lembo Annalisa * Guerra Davide e Baldin Assunta * (*matrimonio celebrato fuori parrocchia) SANTA MARIA Cigana Davide e Dal Ferro Elisa Binotto Fabio e Pasin Elisa Ballesto Simone e Gobbo Elisa Trevisin Stefano e Baù Nadia Ci hanno lasciato VOLPAGO Rizzardo Giuseppe Mirko; Schieven Pierina; Munaretto Maria Letizia; Bon Giulia; Cecchel Armando; Soligo Rosina Gabriella; Rossi Maria Gemma; Semenzin Anna Candida; Rech Teresina; Cadorin Lodovico; Fantin Evaristo; Fedato Carmela; Parolin Roberto; Venturin Maria Carlotta; Pizzolato Carla; Gheno Mercedes; Bolzonello Maria; Rizzardo Gianfranco; Bordignon Lidia Ginevra; Rizzardo Anna Olga; Visentin Marco; Pizzolato Antonia; Bianchin Luigia; Pizzolato Sante Luigi; Agnoletti Dina; Semenzin Emilio; Rosato Greta; Gasparetto Guido. VENEGAZZÙ Frassetto Alfredo Luigi; Barbisan Ester; Bonesso Gioachino Leone; Pizzolato Rodolfo; Sartor Antonio; Favero Teresa Oliva; Durante Gino; Zaletto Elena; Durante Giorgio Luigi; Citron Giuseppina; Carrer Rinaldo; Cecchetto Maria; Cecchetto Severino; Sartor Giovanna; Adami Giuseppe; Semenzin Quirino; Rizzotto Mauro; Garbuio Giovanni; Ziliotto Eugenio. SELVA Crema Anna; Stefani Rosa; De Marchi Stefano; Gallina Giovanni Vitale; Trevisiol Giovanna; Durante Prima; Marcon Avellino; Gastaldo Maria; Girardi Marcello; Zanatta Emilia; Morosini Bruno; Bardini Claudio; De Marchi Clara; Longo Adelinda; Paruzzolo Rita; Marcon Rosalia; Bertuola Ernesto; Guizzo Anselmo; Guerra Lucio; De Marchi Arduino; Tonellotto Maria; Durante Aurelia; Guzzo Angela; Furlanetto Norma; Bianchin Giulietta; Salamon Danilo; Mussato Adelina; Zanatta Rosa; Mariotto Fausta; Panziera Luigino, Durigon Elisa. SANTA MARIA Marini Guerrino; Costa Ida; Frison Maria; Marsura Ezio; Alban Moreno; Piovesana Francesco; Parolin Elena; Perotto Elisa; Durighello Ferdinando. 31 PERIODICO DELLA COLLABORAZIONE PASTORALE DELLE PARROCCHIE DI S. MARIA- SELVA- VENEGAZZÙ- VOLPAGO