DISABILI Confronti con la diversità ■ DIP ENDENZ A La voglia di ricominciare ■ INFANZIA Essere e fare per i bambini ■ SEMIN ARIO La voglia di impegnarsi nel sociale ■ ANZIANI Maestri e amici ■ MULTICULTUR ALITA’ Esperienze tra i bimbi del mondo EUROPANEWS n. 27 del 05/04/2004 anno XIV° - Organo ufficiale dell’associazione “L’INCONTRO” - Bisettimanale di informazione, politica e attualità. - Editrice Direzione Redazione: Mopak s.r.l. - I strada 66 35129 Padova - Direttore resposabile: ALBERTO ZUCCATO - Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1214 del 12/05/90 Spedizione in A.P. - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Padova. - Sped. Abb. Indiretto - Contiene I.P. - Stampa Centrooffset Master - via Bologna 1/2 - Mestrino, (PD) - Prezzo E 0,0997 ■ Apr il e 2004 UNI EN ISO 9001:2000 Corsi di formazione per Operatori Socio Assistenziali nel campo dell’assistenza a: Multiculturalità - Infanzia - Anziani - Disabili - Tossicodipendenti Istituto Cortivo - Via Padre Ramin, 1 - 35136 Padova - www.cortivo.it Quando economia fa rima con etica Obiettivo di un'impresa è conseguire profitti. E su questo potremmo essere tutti d'accordo. Se invece consideriamo come questi profitti sono generati ecco che alle volte vengono a galla problemi che spesso hanno a che fare con la correttezza dei comportamenti produttivi e gestionali, ovvero con l'etica imprenditoriale. Gli esempi in negativo non mancano di certo, dalle recenti eclatanti vicende Cirio e Parmalat a tante altre realtà italiane e internazionali denunciate per impiego di manodopera minorile o per il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori. Da un po’ di tempo in qua, però, possiamo anche parlare di esempi in positivo. E non sulla base del sentito dire o della segnalazione estemporanea di un'azienda che in qualche frangente si è rivelata particolarmente "buona", ma a partire da dati precisi, da una valutazione approfondita e scientifica, portata avanti dai più prestigiosi enti certificatori (sì, proprio quelli che rilasciano le tanto ambite certificazioni di qualità) al fine di dichiarare un'impresa degna di fregiarsi della Certificazione Etica Sa8000 (Social Accountability). Una medaglia importante, che va a premiare non tanto il trend positivo del fatturato quanto invece la correttezza dei rapporti, la trasparenza della gestione, l'equità del trattamento e il rispetto dei diritti dei dipendenti. Una bella novità, che ha particolarmente attecchito proprio nel nostro bel Paese. Se 2 in tutto il pianeta, infatti, le imprese con il bollino della correttezza sono circa trecento, qui da noi sono oltre cinquanta, un numero che ci qualifica come i primi al mondo in questa particolare classifica seguiti dalla Cina con 42, dal Brasile con 36, dall'India con 28, dal Vietnam con 22 e dal Pakistan con 17. Per quanto riguarda le nazioni più avanzate le aziende eticamente certificate si contano davvero sulle dita di una mano: 5 in Francia, 4 in Spagna, 3 nel Regno Unito, 2 negli Stati Uniti. I perché di questo scarso interesse sembra stiano nel fatto che in questi Paesi molte aziende già rispettano codici etici che si sono autonomamente date ma comunque, una volta tanto, abbiamo un primato e vediamo di tenercelo ben stretto. Sa8000, nata nel 1997 sulla base dei principi etici sanciti dall'Onu, dalla dichiarazione dei diritti del fanciullo, dalle convenzioni Ilo (International labour organization) e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, certifica che l'azienda non utilizza lavoro minorile o lavoro forzato, rispetta la salute, la sicurezza e la libertà di associazione dei dipendenti, non discrimina, non applica punizioni o coercizioni, rispetta l'orario di lavoro, garantisce una giusta retribuzione e adotta sistemi di gestione affidabili e trasparenti. Detto questo non ci resta altro che augurare lunga e felice vita alle aziende certificate Sa8000: crescete e moltiplicatevi, per una società più etica. La redazione CONFRONTI CON LA DIVERSITA’ "Ho svolto la seconda parte del tirocinio in una struttura per disabili. All'interno operava già personale O.T.A. (Operatore tecnico assistenziale) mentre la presenza di operatori O.S.A. era stata solo sporadica. Al mio arrivo, quindi, non tutti conoscevano questa nuova figura professionale. Spesso ho dovuto quindi spiegare le differenze fra i due ruoli. Ma è stato soprattutto nella pratica quotidiana che ho potuto esprimere le qualità e le potenzialità di un O.S.A. che vengono non solo da una buona preparazione ma anche da una forte volontà e da una spiccata predisposizione a dare aiuto agli altri". "Il lavoro OSA e OTA si differenzia infatti solo per alcune mansioni. Il nostro campo d'intervento è più vasto e tocca diversi aspetti della vita del paziente. Nel nostro mansionario sono previste non solo la cura dell'igiene, l'alimentazione e il governo della casa o dell'ambiente in cui l'utente vive ma anche attività socializzanti, ricreativo-culturali, accompagnamento, aiuto nel rapporto con i familiari, ecc. Un lavoro di grande dedizione, quindi, ma sempre svolto in modo da favorire la piena autonomia del paziente. La nostra è una professione che può cadere nel tranello della "routine". La soluzione a questo problema è il continuo aggiornamento, continuare a studiare e a migliorarsi per poter stare al passo con le evoluzioni del settore. Rispetto al mio primo tirocinio credo di essere molto maturata sia nella relazione con l'equipe e con i degenti sia nella capacità di agire da sola. Per quanto riguarda il mio viaggio nel sociale oggi posso dire di avere una Carmela Rago, al suo secondo tirocinio per la buona esperienza anche nel campo della disabilità, specializzazione disabili, si è messa nuovamen- in particolare quella psichica. I disabili sono persone te alla prova nella stessa struttura salernitana spesso fortemente dipendenti, bisognose d'affetto e che la vide tirocinante con gli anziani. sostegno, molto ansiose, ipersensibili, con una per3 sonalità fragile. Con loro è fondamentale non parte agli arti superiori. Il suo programma preve- lasciarsi condizionare dalla prima impressione, de attività finalizzate a fargli conseguire la massi- spesso negativa. Bisogna isolare il disturbo e ma indipendenza possibile. Oggi Fabio conduce rivolgere l'attenzione alla loro globalità e agli una vita quasi normale e anche le sedute con il aspetti più profondi". logopedista hanno permesso di raggiungere risultati sorprendenti. Di enorme aiuto sono stati i suoi "C'è stata una persona nella mia vita che mi ha familiari, che lo hanno sempre amato incondizio- insegnato che il "diverso" è spesso fonte di natamente e lo hanno supportato in tutto, facendo inesauribile amore. Cecilia era mia zia, una in modo che potesse realizzarsi al meglio. Fabio tenera e dolce bambina nel corpo di un'adulta. ha sofferto per la sua condizione, ma è una per- Tra noi c'era un legame profondo, fatto anche di sona affettivamente e socialmente capace. Il mio coccole e interminabili giochi con le bambole". intervento nei suoi confronti si è limitato a favorire il processo di socializzazione e integrazione. "Trovarmi a contatto con i disabili mi ha portato a Fabio è una persona sensibile e altruista, qualità riflettere sul termine handicap. La parola ha una che ho contribuito a rafforzare perché potesse storia curiosa: hand in cap significa infatti la mano metterle a disposizione degli altri. In questo senso nel cappello e indicava, in origine, il sorteggio Fabio è protagonista della sua vita, un assistente della posizione dei cavalli allo starter. Alcuni par- e non un assistito. tivano "svantaggiati" e il termine fu quindi coniato per indicare uno svantaggio in una corsa sportiva. Infelice è la trasposizione metaforica: "svantaggiato" nella corsa per la vita… Chiunque può essere quindi considerato o considerarsi tale se i compiti o i traguardi da raggiungere risultano superiori alle sue possibilità. Potremmo allora chiamare handicappato non solo chi ha difficoltà motorie o mentali ma chiunque non riesca a riempire il divario tra le proprie capacità e il risultato che vorrebbe raggiungere. Ma le capacità di una persona sono tante: motorie, intellettive, percettive, affettive e altre ancora. Non è detto che la persona apparentemente "normale" non difetti in alcuno di questi aspetti. Eppure nessuno si sognerebbe di definirlo handicappato. Io penso che ogni individuo vada considerato nella sua complessità e preso in considerazione per quello che la sua personalità, nella sua interezza, esprime. Il mio viaggio nel sociale mi ha insegnato a non giudicare per categorie. Ogni persona, anche con capacità ridotte, ha potenzialità nascoste, da sviluppare e valorizzare. Nel centro dove ho lavorato ogni paziente segue un programma personalizzato. Fabio, ad esempio, poco più che quarantenne, soffre dalla nascita di paraparesi spastica che gli causa una riduzione della motilità volonta4 ria localizzata soprattutto agli arti inferiori e in "Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo ma per amarlo" B. Brecht 5 L’ISTITUTO CORTIVO è convenzionato con ADECCO per la creazione di opportunità lavorative per i propri allievi 6 ASILI AZIENDALI: UN SERVIZIO INDISPENSABILE Approvata la legge ed erogati i primi finanziamenti, gli asili aziendali spuntano come funghi. Con piena soddisfazione di dipendenti, quadri e dirigenti che, risolto il problema di "dove mettere il bambino", dovranno adesso confrontarsi con metodi pedagogici e educativi. L'asilo nido, infatti, rappresenta un'esperienza importante per un bambino che può rivelarsi negativa se la struttura che lo accoglie funziona solo come "parcheggio" e diventare invece molto positiva se sono rispettati i diritti a un sano sviluppo psicofisico. La legge, comunque, richiede requisiti ben precisi: tutto, dalle norme di igiene alle attività ludiche, deve consentire al bambino di crescere in perfetta armonia. Sinora il Ministero del Welfare ha stanziato 10 milioni di euro e approvato già 97 dei 227 progetti presentati. Tra le aziende più rilevanti che presto apriranno un proprio micronido sono la ditta di abbigliamento per bambini Teddy, Dolce & Gabbana, Viaggi del Ventaglio, Nokia, Teuco e Wella. Un'ottima opportunità per piccole cooperative e imprese sociali che hanno scelto come area di intervento il mondo della prima infanzia. CRESCE L'INTERESSE PER L'IMPRESA SOCIALE Si svolgono con sempre maggior successo le giornate di studio Cortivo Planet, finalizzate a sviluppare nuovi progetti di Impresa sociale presso la splendida sede di Villa Ottoboni, moderno centro servizi inserito in un'antica e prestigiosa villa veneta. La partecipazione, numerosa e interessata, ha visto impegnate allieve ed ex allieve dell'Istituto Cortivo desiderose di avviare una propria impresa nel sociale. Alla formazione teorica, finaliz- zata all'acquisizione di strumenti scientifici, giuridici e gestionali utili per una buona conduzione dell'impresa, si affianca la possibilità di visitare direttamente l'asilo nido aziendale di Villa Ottoboni, riuscito esempio di microimpresa e soprattutto laboratorio in progress di nuove idee e nuovi percorsi educativi. La prossima sessione Cortivo Planet è prevista per i giorni 22, 23 e 24 settembre 2004; la partecipazione, riservata ad allievi ed ex allievi, è gratuita. Per informazioni contattare: Istituto Co r t i vo - M arco Moro 049.8901222 7 8 RICOMINCIARE LA VOGLIA DI RICOMIN “Ho iniziato il tirocinio seguendo i casi di A.e S., due persone con un passato veramente sofferto. La voglia di uscire dalla tragica esperienza della droga li accomunava, ma con diverse motivazioni. S. voleva dimostrare al figlio che aveva sempre deluso che, questa volta, ce l’avrebbe fatta. Non solo, aveva intenzione di riprendere la scuola e così, io ed un altro volontario, lo abbiamo aiutato negli studi. Ho conosciuto anche la moglie, mingherlina e dimessa, con nel volto i segni della sofferenza. Eppure quando guardava S. il suo sguardo s’accendeva d’una luce speciale.Più volte ho pensato che proprio quell’amore sarebbe stato l’ancora di salvezza per S., la vera speranza per ricostruire una vita, una famiglia”. ostacolata da una forma depressiva che manifestava Questo il racconto di Erika Vagaggini, tirocinan- Nel programma di riabilitazione del Centro fondamentali sono i gruppi terapeutici, durante i quali si analizzano le varie problematiche personali. Sono momenti cruciali, soprattutto per i nuovi arrivati che, spesso per la prima volta, trovano finalmente qualcuno capace di ascoltarli e di accettarli per come sono. te presso un centro diurno per l’assistenza e il reinserimento dei tossicodipendenti in provincia di Firenze. La sua testimonianza continua con la storia di A., una persona estremamente fragile ma con la quale Erika è riuscita a stabilire sin da subito un buon rapporto. “Una vita dura anche quella di A.: poco più di 30 nel cambio repentino dell’umore, che lo faceva sembrare un’altra persona. Aveva bisogno di relazioni positive, di persone che gli stessero accanto. Io e A. parlavamo di tutto: di musica, di quello che succedeva nel mondo… e questo lo rendeva più sereno. Quando è finito il tirocinio, A. ha chiesto all’equipe se potevo tornare, magari a cena, qualche volta. Ciò mi ha reso molto felice perché significava che, in fondo, ero riuscita a portare qualcosa di buono nella sua vita, un piccolo aiuto per imparare nuovamente a credere in valori importanti come l’amicizia, la stima e il rispetto. Stare accanto a tossicodipendenti sulla strada del recupero mi ha insegnato molto: sono persone deboli da un lato ma a volte anche molto capaci di manipolare gli altri a proprio vantaggio, un modo d’essere tipico di chi è dovuto sopravvivere nel difficile mondo della droga. E’ fondamentale conquistare la loro fiducia, solo allora riescono ad essere veramente se stessi". anni, abbandonato dalla madre a 14, dieci anni trascorsi in carcere dei quali molti mesi scontati per errore giudiziario, due fratelli anch’essi con problemi di droga ed entrambi in prigione. A. ha iniziato a ‘farsi’ quando aveva solo 15 anni. Mi accorsi del grande dolore che si portava dentro la prima volta che lo sentii parlare nelle riunioni di gruppo. Ma dietro la sua fragilità nascondeva un grande desiderio di smettere con la droga, di chiudere con il passato, di rinascere. La voglia era tanta, ma 9 ESSERE E FARE PER I BAMBINI "Ho 26 anni, amo stare a contatto con la gente e non riesco a restare indifferente di fronte ai tanti problemi che affliggono l'umanità. Ma c'è una realtà in particolare che mi ha portato a decidere il mio futuro: i bambini, quelli in difficoltà, che crescono con fatica, che non conoscono l'infanzia spensierata che gli spetta. Diventare operatrice socio-assistenziale è stata così una scelta "obbligata", il mio impegno concreto per essere vicina ai bambini che soffrono". possibilità di stare con bambini piccoli e di imparare da loro la forza della spontaneità, del "fare amicizia" semplicemente, magari stando insieme anche una sola giornata. Ho inoltre potuto confrontarmi con molti problemi legati al disagio infantile ma anche con alcuni aspetti di me stessa che non conoscevo. Ho potuto fare i conti con le mie iniziali insicurezze, affinare la pazienza e la capacità di ascolto, sviluppare soprattutto le abilità professionali di un bravo operatore socio-assistenziale e cioè l'autonomia di giudizio, l'elaborazione critica delle conoscenze, l'acquisizione di più alti livelli di maturità. Importante è stata l'esperienza di una settimana con il gruppo dei bambini grandi, nella fascia d'età tra 2 e 3 anni. La maestra titolare dovette assentarsi per motivi personali e mi chiese di Per Diana Schifio impegnarsi professionalmente sostituirla lasciandomi piena libertà nella scelta delle nel sociale è un imperativo morale. La sua voglia attività, dei giochi e nell'organizzazione degli spazi. E' di esprimere solidarietà e altruismo emerge limpi- stata una settimana intensa, che ho pianificato giorno da e schietta da queste pagine dedicate alla sua dopo giorno in base all'umore e alle richieste dei bam- esperienza pratica in una struttura per la prima bini, tranne che per alcune attività fondamentali. Il infanzia attiva nella provincia di Milano. lunedì ci siamo dedicati al disegno libero, il martedì alla manipolazione, il mercoledì ai giochi all'aria aper- 10 "Le trecento ore di tirocinio si sono rivelate un'espe- ta, il giovedì alle costruzioni e il venerdì ai travesti- rienza significativa e gratificante, hanno arricchito il menti con foulard, stoffe, borse e cappelli particolar- mio bagaglio culturale e relazionale, mi hanno dato la mente indicati per i giochi simbolici e di ruolo". L'asilo nido, se ben organizzato e gestito da per- bili ed esperte sonale competente, è sicuramente un ambiente in è stato un pri- cui il bambino può fare esperienze che lo aiutano vilegio perché a sviluppare le sue capacità di espressione e la mi ha consentito di capire quanta umiltà, dedizione e sua autonomia. determinazione sono necessarie per far crescere i bambini con equilibrio, soprattutto se sono bambini "Quando mi si è offerta la possibilità di riprendere problematici. Ma la parte più gratificante è stata la gli studi non ho esitato, finalmente quel futuro che relazione con i bimbi, fatta di sorrisi, tenerezze, inge- avevo sempre sognato era a portata di mano. Mi nuità e allegria, un mondo speciale pieno di vita, sin- sono iscritta senza pensare alle difficoltà che cero e carico d'affetto. Mi hanno regalato 300 ore d'a- avrei incontrato, avevo solo voglia di poter far more che non potrò mai più dimenticare. qualcosa di concreto per me e per gli altri". “Amo stare con i bambini. Mi fanno sentire viva, Paola De Gianni, che ha svolto il suo tirocinio in una scuola per l'infanzia nella provincia di mi caricano di energia, mi danno gioia. Il loro entusiasmo mi accompagna per tutta la gior- Sondrio, ha 30 anni e una famiglia. nata. Ogni cosa per loro è bella, Eppure ha saputo conciliare anche quella che per noi è insi- lavoro, impegni familiari e gnificante. I bambini hanno studio pur di coronare il altri occhi per conoscere, suo desiderio di lavorare occhi che vedono con il con i bambini. cuore, questo è il loro fascino…” "Non credevo di farcela e invece eccomi al tra- “Tutte le persone che guardo, fiera delle mie si trovano a fare una capacità. cosa Finalmente la prima volta si pongono mille potrò esprimere i valori in interrogativi: ce la farò? cui credo da sempre come Sarò in grado di affrontare la solidarietà e l'altruismo, determinate che già metto in pratica nel mio situazioni? Saprò essere sicura di me o saltuario volontariato in varie strut- avrò delle incertezze? Andrò d'ac- ture locali tra cui il reparto di pediatria nell'Ospedale della mia città. I miei tre mesi di pra- per cordo con le persone che mi circondano?” ticantato sono stati indimenticabili. A contatto con i bambini e gli altri operatori ho potuto mettermi alla Ed è proprio a quest'ultima domanda che rispon- prova e aumentare la fiducia in me stessa e nelle mie de in queste pagine Marina Gemma Pizza, reduce capacità. Oggi so che sono in grado di lavorare con i da un tirocinio in una scuola elementare in pro- bambini, di stare bene con loro, di intervenire profes- vincia di Avellino durante il quale ha potuto speri- sionalmente anche nei casi che esprimono profondo mentare il lavoro d'equipe. Vediamo cosa ci rac- disagio. ll rapporto con l'equipe è stato altrettanto conta. positivo: ho imparato ad ascoltare, a confrontarmi, a esprimere le mie idee e le mie difficoltà. Le maestre "Devo dire che dopo pochi giorni tutte le paure erano mi hanno insegnato ad instaurare il giusto rapporto passate. Merito soprattutto dell'ambiente sereno in cui con i bambini, senza eccessivi coinvolgimenti emotivi. mi sono trovata a lavorare. I rapporti con l'equipe, Poter affiancare durante il giorno professioniste sensi- infatti, sono stati buoni sin dagli inizi. Mi sono sentita 11 subito parte integrante del gruppo. Forse perché la disponibilità è stata totale, sia da parte mia sia da parte di tutti gli operatori, veramente eccezionali sul piano umano e professionale. Ho imparato molto dall'assistente C., con cui ho instaurato una profonda amicizia e tanto devo anche alla mia supervisore, che si è fidata di me e delle mie capacità, preziosa guida nei momenti più difficili. Delle mae- sempre vive nella memoria le parole di una di loro: stre P. e M. ricordo il grande senso dell'amicizia e 'Non pensare di essere stata solo tu ad imparare la capacità di condividere la loro esperienza con qualcosa da noi. Sappi che anche noi abbiamo chi, come me, era alle prime armi. E poi la maestra imparato qualcosa da te. Spero che tu abbia presto A., sempre pronta ad offrirmi un passaggio la mat- l'occasione di svolgere il tuo lavoro perché sei vera- tina, e le insegnanti di sostegno, con cui ho forma- mente in gamba'. Una vera e propria iniezione di to un eccezionale gruppo d'aiuto per bambini in dif- fiducia!". ficoltà. Tutte insieme mi hanno sempre aiutato e gratificato. Mi hanno fatto sentire una persona al loro stesso livello lasciando spazio alle mie opinioni e chiedendomi dei suggerimenti. Il clima che si era instaurato era di forte complicità e affiatamento e, quando è giunto il momento di accomiatarmi, mi hanno ringraziato per il mio contributo. Porterò "I primi giorni non sapevo come relazionarmi con i bambini e con i componenti dell'equipe. A volte nei miei interventi non riuscivo a stabilire le priorità, a pianificare con logica le attività. La mia fortuna è stata di avere al fianco un'equipe che mi ha supportato nell'assunzione delle mie prime responsabilità con consigli e suggerimenti. Così ho imparato a stare con i bambini e a lavorare in armonia con il gruppo". Le foto sono tratte dalle Relazioni Finali di Laura Corso, Crescenza Mirizzi e Giuseppina Sirugo 12 UNI EN ISO 9001:2000 Per offrire ai nostri allievi le migliori condizioni per un graduale inserimento nei loro nuovi ambiti professionali, abbiamo attivato significative sinergie con partner attivi nel Terzo Settore. Fra queste Banca Etica, specializzata nel credito all'impresa sociale, Privatassistenza, attiva nella fornitura di servizi assistenziali,Vedior e Adecco, agenzie di lavoro temporaneo e Vita, il settimanale che dà voce al sociale interamente dedicato all'universo del non profit. sociale re nel i n g o it d n Impre a n c h i s r in f D I A M O C R E D I TO A L S O C I A L E Facciamo lavorare i talenti NON PROFIT MAGAZINE 13 Il seminario sui "Sistemi di valutazione nell'area educativa e organizzativa nella scuola d'infanzia": per i molti allievi del Cortivo giunti da tutta Italia un'occasione unica di conoscenza e confronto. Ore 10.30: la splendida sala convegni di Villa Ottoboni è gremita. Merito dell'argomento trattato ma anche delle due relatrici, disinvolte e molto preparate. Il seminario, due intense giornate sotto la suggestiva volta a carena di nave rovesciata, riguarda la valutazione della qualità e degli interventi educativi nella scuola d’infanzia. Il pubblico è costituito in gran parte da allievi ed ex allievi dell’Istituto Cortivo provenienti da tutta Italia. “Sono momenti importanti. - afferma Paolo Nalon, presidente dell'Istituto Cortivo - Riunire i nostri allievi ed ex allievi significa mettere insieme le tante gocce di un unico mare, quello della professionalità nel sociale sostenuta da valori forti quali la solidarietà e la condivisio- 14 ne degli stessi obiettivi”. E’ ciò che emerge un po’ da tutti i partecipanti, uniti da un "pensiero unico": scegliere di essere accanto agli altri, nel lavoro o nel volontariato, non solo con il cuore ma anche con una formazione ai migliori livelli. Durante la pausa caffè avvicino i partecipanti o, meglio, le partecipanti, visto che la maggioranza è decisamente al femminile. Gli accenti sono i più diversi. Sardo, veneto, siciliano, emiliano, pugliese… Al gruppetto vicino alla macchinetta del caffè chiedo una riflessione sul seminario. Mi risponde la giovane Federica da Montagnana, educatrice in una scuola materna. “E’ molto interessante. Ci dà strumenti semplici e immediati per lavorare meglio con i bambini. Credo che sarà molto utile anche per affrontare il capitolo della riforma Moratti che riguarda il portfolio, ovvero il curriculum che noi operatrici dovremo stilare per ogni bambino”. Poi incontro Katiuscia che viene dalla Sardegna. Nella vita fa la contabile. Si è iscritta al Cortivo per passione. Il suo desiderio è dare il meglio di sé nel sociale “Frequentando il Cortivo ho trovato informazioni, valori e propositività per aiutare nel giusto modo i bambini in difficoltà, che sono tanti, non solo negli istituti ma anche nelle scuole normali”. Le chiedo un parere su queste giornate a Padova. Mi risponde che le sembra tutto perfetto, non solo gli argomenti trattati dal seminario ma anche l’accoglienza calda e partecipativa degli organizzatori. E’ rimasta colpita dalla serata dedicata alla musica e alla poesia di Antonio Bellò: un momento molto emozionante. La pausa caffè è quasi terminata ma ho ancora il tempo di scambiare qualche parola con due simpatiche ragazze. Concetta ha 27 anni e viene da Palermo, anche lei fa la segretaria ed è impegnata nel volontariato. Confessa di aver avuto già una prima esperienza con Cortivo nel 1999. “Poi ho lasciato, ma ho ripreso alla fine del 2000 ed ora eccomi qui, contenta di poter disporre di tutti gli strumenti per trovare uno sbocco gratificante nel campo del sociale. Il mio sogno? Aprire una ludoteca con amici professionalmente affini: psicologi, educatori, ecc. Certo aver frequentato l’Istituto Cortivo mi ha dato sicurezza e anche le competenze per avviare un’attività". Le chiedo cosa pensa di questi incontri organizzati presso la sede centrale. “Sono molto stimolanti. Ti fanno sentire all’interno di un circuito dove circolano idee, conoscenze ed esperienze. Essere qui, con compagne che provano i miei stessi sentimenti e desiderano le stesse cose, non fa che confermare le mie aspettative”. Mi rivolgo alla sua amica, Lucia, che viene da Ferrara. “Veramente sono siciliana di madre modenese. - confessa sorridendo - Sono a Ferrara con il mio fidanzato e sono molto contenta della scelta che ho fatto. Gente e realtà diverse ma l’obiettivo è il sociale, non per nulla sono iscritta a Scienze dell’Educazione e sto per laurearmi”. Mi racconta che è anche impegnata nel servizio civile, settore handicap. “Un’esperienza a volte cruda ma comunque importante sul piano umano”. Le chiedo che differenza ha notato tra la preparazione universitaria e la formazione Cortivo. “Non c’è dubbio - dice l’Università offre una maggiore preparazione teorica, ovvero una maggiore quantità di nozioni, ma come studente mi sono sentita molto più seguita dal Cortivo: insegnanti più attenti, iter personalizzati e soprattutto tanta disponibilità per il tirocinio e il lavoro di tesi finale, che viene vagliato, verificato, analizzato in ogni dettaglio. E questo, se hai lavorato bene, ti dà molte soddisfazioni. Dico la verità: è stato frequentando il Cortivo che ho potuto conoscermi meglio, giudicare le mie capacità e capire che questa, del sociale, è la mia strada. Se poi posso esprimere un giudizio, questi incontri sono utilissimi perché offrono strumenti validi per affrontare con più professionalità i casi particolari”. La pausa caffè termina, torniamo al semi- 15 nario: l’atmosfera è serena e rilassata, la concentrazione molto alta. Le due relatrici coinvolgono continuamente la platea invitando a raccontare le proprie esperienze. E’ molto interessante ascoltare quello che le persone hanno da dire, emerge in ogni caso una grande capacità analitica e una profonda conoscenza delle tematiche. La fine della mattinata è dedicata alla visione del film “Essere e avere” che descrive la realtà di una multiclasse in una piccola scuola rurale tra le montagne francesi. Nella pausa pranzo siamo tutti invitati al ricco buffet allestito nell’area mensa, ricavata da un'antica rimessa di Villa Ottoboni. Pranziamo con negli occhi il panorama dello splendido giardino. Faccio conoscenza con molte ragazze e con Alberto, uno dei pochi maschi partecipanti. Viene dalla provincia di Vicenza, ha 36 anni e fa l’operaio. Ha deciso di iscriversi al Cortivo dopo aver casualmente visto la pubblicità su un giornale. “Non mi sono lasciato sfuggire l’occasione. Volevo dare più valore alla mia vita. Sentivo che lavorare solo per lo stipendio mi impoveriva umanamente. Avevo voglia di confrontarmi, di stare in un ambiente con maggiore apertura mentale e qui, al Cortivo, ho trovato le persone giuste. La mia è un’esperienza positiva: gli insegnanti sono stati splendidi, mi hanno molto supportato e incoraggiato, c’era 16 molto dialogo fra noi. Il massimo è stato il tirocinio. Una parte l’ho svolta collaborando con “Il mondo nelle città”, associazione che opera all'interno del programma nazionale di asilo ai rifugiati. Il mio compito era supportare una famiglia di pakistani. E’ stata un’esperienza bellissima, per la prima volta ho potuto confrontarmi con una cultura diversa dalla mia e capire le enormi difficoltà che vive chi arriva in Italia da straniero. Associazioni come queste e operatori ben preparati sono la migliore risposta ai pregiudizi e soprattutto all’ignoranza. Ci vogliono competenza e strumenti chiari come quelli che stiamo apprendendo oggi”. Gli chiedo le sue impressioni sulla giornata “Trovarsi tra allievi del Cortivo che giungono da tutta Italia ti fa sentire che non sei solo ma che sei una forza, tante persone che la pensano come te e con la stessa voglia di fare”. E’ d’accordo anche Sara, 19 anni e un sorriso radioso. Si è appena diplomata in ragioneria ma il suo futuro non lo vede tra i libri contabili "Ho bisogno di sentirmi utile - esclama - di trovare un lavoro che sia d’aiuto ad altri. L’ho capito facendo la volontaria nella 'Scuola della pace', un progetto della Comunità di S. Egidio che si occupa di bambini extracomunitari. Al Cortivo apprendiamo molte cose utili per il nostro lavoro, ma soprattutto troviamo un ambiente ricco di valori importanti, di persone che sanno esserti vicine. Qui sento che posso mettermi in gioco e fare progetti. Credo che nella vita bisogna anche accettare i rischi. Un lavoro difficile, un caso particolarmente coinvolgente… Ma se uno vive gli ostacoli come impulsi a migliorare, come prove da superare, allora la vita diventa una magnifica avventura. E’ questo lo spirito che anima anche molti altri miei coetanei che oggi ho incontrato al seminario”. Altrettanta determinazione esprime Maria Luisa, capelli scuri e uno sguardo che rivela dolcezza e forza al tempo stesso. Una ragazza coraggiosa. Terminati gli studi al Cortivo ha lasciato Agrigento e si è impegnata per un anno nel servizio civile in una struttura dell’area milanese che ospita minori vittime di abusi e maltrattamenti. “Il mio non è stato coraggio. Ho solo seguito la mia strada, quella di essere coerente con i miei valori. Certo, se non avessi avuto chi mi spingeva a credere in me stessa forse non ce l’avrei fatta. Il merito è anche del grande feeling con i professori dell’Istituto, che mi hanno seguito passo dopo passo garantendomi un percorso formativo veramente personalizzato. Mi hanno capita e mi hanno stimolata a fare scelte consapevoli. Senza di loro non avrei mai trovato la forza di trasferirmi”. La sollecito a raccontare la sua esperienza. “Lavorare in una città che non cono- scevo e con ragazzi fortemente provati è stato agli inizi difficile. Molti miei compagni del servizio civile hanno mollato. Ma io no. Avevo tutte le conoscenze e gli strumenti per comprendere e superare le difficoltà. Ero preparata, nessuno mi aveva illusa che bastasse la buona volontà. Ora, finito il servizio, troverò un lavoro a tutti gli effetti”. Le chiedo di fare una riflessione sulla realtà del Cortivo “Una giornata come oggi ne è la testimonianza: il Cortivo sa offrire risposte concrete a molti giovani che vogliono dare un senso alla loro vita. Oggi qui siamo in tanti, ma tutti abbiamo l’impressione di essere un unico organismo, mosso dalla stessa volontà”. I suoi compagni annuiscono. Ci salutiamo e li lascio alla seconda parte della giornata di studio. Come un operoso sciame d’api rientrano nella grande sala, in pochi minuti il silenzio si fa assoluto. Fa bene vedere tanti giovani che credono in se stessi, nei loro sogni, nelle loro possibilità. Fa bene soprattutto constatare che ci sono realtà capaci di garantire loro le conoscenze, i valori e gli strumenti per poter operare nel sociale mantenendo puri e intatti gli impulsi che vengono dal cuore. 17 GLI ANZIANI, MAESTRI E AMICI "Attraverso la mia esperienza di tirocinio posso dire di aver scoperto me stessa, in quanto ho visto emergere doti e capacità che hanno aperto un nuovo capitolo della mia vita e lo hanno colorato di profonde emozioni: mi sono accorta di essere una buona osservatrice, di essere comprensiva e disponibile, soprattutto ho scoperto di avere la forza e il coraggio necessari per affrontare le difficoltà". età, studiarne caratteristiche e problematiche, in fondo è facile: vivere quotidianamente a contatto, condividere sofferenze e stati d’animo, è tutt’altro. Stare vicino a un anziano autosufficiente, cordiale, aperto al dialogo e accompagnarlo a passeggio è piacevole. E’ difficile, invece, approcciare l’altra faccia della medaglia, la sofferenza. Solo così, però, ho avuto l'occasione di conoscere persone eccezionali, piene di grinta e con una Così Annamaria Milo commenta il suo primo con- grande voglia di fronto con la realtà degli anziani in un istituto della vivere nonostan- provincia di Salerno. Un periodo durante il quale, te le malattie e la anche grazie agli aiuti, consigli e stimoli degli altri solitudine. operatori, ha saputo dare il meglio di se stessa. “maestri di vita” Veri che, con le loro 18 “Ho imparato a nascondere le ansie e le preoccupazio- storie ed esperien- ni, ad autocontrollarmi e a pormi nei confronti degli ze, mi hanno fatto utenti in modo positivo ed equilibrato. Parlare di terza capire i valori che contano: 18 due generazioni a confronto, il passato che ritorna e insegna al futuro mentre una lacrima spunta fra la ragnatela di rughe”. "Sono entrata in contatto con il mondo della terza età con trasporto e ammirazione. Per me, che non avevo potuto conoscere i giamenti. Tino parlava quasi sempre per proverbi, miei nonni e che con le mie nonne avevo ne aveva uno per ogni situazione. Anch’egli, però, avuto solo contatti saltuari, era una realtà riusciva a darmi consigli e a farmi pensare. Giovanni sconosciuta. Anche per questo il tirocinio è e Carla erano invece una splendida, innamoratissi- stato per me un’esperienza veramente ricca, ma coppia. Mi volevano dimostrare che l’amore stimolante e profonda". vero esiste, che loro ne erano la prova e mi spingevano a non perdere mai la speranza”. Stefania Ricci, tirocinante presso una Cooperativa assistenziale della provincia di Viterbo, racconta dei suoi assistiti come di persone con le quali ha intessuto rapporti veri, fatti di rispetto, ammirazione e… amicizia. “Gino aveva 83 anni. Ostinato, forte, faceva di tutto nonostante avesse solo il braccio sinistro. Ognuno di loro mi ha dato tanto, un bagaglio di ricordi, riflessioni e risate del quale saprò far tesoro per tutta la mia vita. Osservare la sua ricercata autonomia mi rendeva orgogliosa e fiera di lui e mi faceva riflettere molto. Piera, con la sua amarezza per le disgrazie del passato e la sua grande forza interiore, suscitava la mia Le foto sono tratte dalle Relazioni Finali di Vincenza Tatiana Mancuso e Angela Ciliberti ammirazione. Da lei traevo insegnamenti e incorag- 19 C’è una banca che coltiva progetti. Raccoglie il risparmio mette a frutto l’impegno, fa crescere l’economia sociale. Con Banca Etica la solidarietà ha messo radici. Banca Etica é convenzionata con l’Istituto Cortivo per la promozione e lo sviluppo dei progetti Cortivo Baby Planet ® D I A M O C R E D I TO A L S O C I A L E 20 ® tel.: 049 8771166 fax.: 049 664922 Piazzetta Forzatè, 2 - 35137 Padova www.bancaetica.com [email protected] ESPERIENZE TRA I BIMBI DEL MONDO Per tutti era un lunedì come un altro ma per me era il primo giorno di "lavoro", c'era il sole ed era una giornata meravigliosa, perfetta. Varcato l'uscio della classe dove avrei lavorato iniziai subito a conoscere le altre insegnanti e, pian piano, anche i bambini, le mie "gioie". Dovendo prendere in considerazione il ramo "multiculturalità", ho concentrato sin dall'inizio la mia attenzione sui piccoli di altre nazionalità… e attento, il giorno della recita di fine anno. Ciò nonostante l'atteggiamento di Gina mi preoccupava e non poco. Arrivava sempre a scuola a testa bassa, con gli occhi al pavimento, spalle curve in avanti: portava con sé un orsacchiotto molto vecchio con cui giocava e dal quale non si separava mai. Non parlava, al massimo quando le dicevo di fare qualcosa annuiva o meno con il capo. Sembrava aver capito ciò che le proponevo ma poi mi rendevo conto che non era così e che annuiva a caso tanto per soddisfare in qualche modo l'interlocutore. Mi stringeva il cuore. Abbandonata dopo la nascita dai veri genitori, vissuta sempre in un istituto, non aveva mai conosciuto le coccole della mamma. Era solitaria e un po’ aggressiva… spero Barbara Mauro racconta così il debutto del suo proprio che per lei ci sia un futuro migliore, se lo meri- periodo di tirocinio, svolto in una scuola materna ta davvero. di Ancona con bambini da meno di tre a sei anni di Un altro bimbo di tre anni era Ziung, arrivato da pochi cui alcuni stranieri, a cominciare da Gina. mesi dalla Corea del Sud. Suo padre è un famoso musicista, sempre in giro per il mondo per motivi pro- "Aveva tre anni, Gina, era nata in Ucraina ed era stata fessionali. Ziung non parlava mai ma mi capiva quan- adottata da italiani. Da pochi mesi in Italia, riccioli do gli dicevo qualcosa e rispondeva a gesti o con biondi e occhi azzurri, era letteralmente adorata dal sguardi sempre molto eloquenti. Gli volevo bene con papà che avevo avuto modo di osservare, premuroso quei due meravigliosi occhioni neri, era molto educa- 21 21 to, rispettava tutti, seguiva le regole e non litigava mai Nico. Di circa due anni e mezzo, erano ben predisposti con i suoi compagni. verso la musica e il movimento ma richiedevano di Quattro anni aveva invece Giorgio, albanese, in Italia da essere costantemente stimolati perché dimostravano meno di un anno. Biondo, occhi verdi e carnagione scarso o nessun interesse per qualsiasi cosa. Nel chiara, sembrava un norvegese. Era dolcissimo, pacato tempo sono migliorati, hanno raggiunto dei buoni tra- e tranquillo, giocava con tutti ma aveva ancora molti guardi di comunicazione con i compagni e mi hanno progressi da fare nelle attività didattiche. Non che gli dato delle belle soddisfazioni". mancasse l'intelligenza, ma lavorava bene solo quando si sentiva seguito con pazienza e re della pelle ha sempre avuto un solo comprensione. significato: la meraviglia di una Poi c'erano le tre coppie. La prima Per me la diversità di cultura, lingua e colo- erano Ingrid realtà così diversa e così unica e in questo mondo meraviglio- Marianne, sorelline di quattro e cinque anni nate so. All'inizio credevo che in lavorare Germania da papà tede- con bambini sco e mamma italiana. immigrati sarebbe stato Bravissime, due bambo- più semplice per me le di porcellana dai straniera ma mi sba- capelli scuri e lunghis- gliavo: serve comun- simi e dagli occhi que tutta l'attenzione grandi e penetranti, e la disponibilità per conoscevano abba- capire stanza la nostra lin- di ognuno, sempre gua e riuscivano in diverse e sorpren- quasi tutte le attività, denti. le storie disegnavano benissimo e, come due vere Questo è il preambolo "donne", si immedesi- all'esperienza di tiroci- mavano nei mestieri da nio di Banga Simfa adulte, facevano Tejero, svolto in una le scuola materna affiancan- mamme, le dottoresse, le do una maestra in tutte le commercianti, le ballerine, le attività dei bambini: didattica, cantanti, le maestre e così via. ricreativa, in palestra, in mensa La seconda erano due legatissimi cugini di Santo Domingo, in Italia da circa nove mesi. Meravigliosi, solari, capelli scurissimi con eccentriche acconciatu- e nel riposo pomeridiano. Impegnativi mesi di lavoro che, come la stessa Banga racconta, l'hanno resa più re, mostravano molto affetto nei miei confronti, mi salu- forte, più sensibile e più comprensiva, più pronta a tavano e mi abbracciavano. Letizia conosceva poco la rispettare e accettare le persone e i loro valori. lingua, si migliorava con qualche imprecisione ma sem- 22 pre con grande forza di volontà. Den invece mostrava "Nei miei primissimi giorni come operatrice non sapevo tante difficoltà. Gli sono stata molto vicina ma aveva come comportarmi. Per fortuna il mio tutor mi dava le poco interesse per la scuola, era un bambino particola- giuste indicazioni su come affrontare certe situazioni re, tanto timido quanto permaloso con tutti. soprattutto senza cadere nel pietismo che di certo non La terza, infine, erano i due gemellini greci, Costa e può aiutare me né tanto meno i bambini. I bambini. E' di loro che voglio raccontare. Ci sono state occasioni durante il tirocinio nelle quali ho svolto attività di doposcuola. Proprio in una di queste situazioni ho conosciuto Taldek, un bambino di 7 anni provenien- stato Mali, indiano di cinque anni, da poco in Italia, te dall'Eritrea. Ricordo ancora i suoi occhi neri e il suo molto amato dai genitori. Era un bambino sveglio, sguardo forte e penetrante. Lo aiutai a finire i compi- con problemi di lingua perché anche i suoi non par- ti così che potesse andare fuori a giocare e questo è lavano bene l'italiano. Una volta siamo venute a stato il primo passo verso un profondo rapporto di sapere dalla mamma che l'atteggiamento positivo amicizia. Avevo conquistato la sua fiducia ma dove- dimostrato a scuola ha il suo rovescio della medaglia va ancora sorprendermi. Un giorno mi ha preso in a casa: spesso piange perché soffre la mancanza dei disparte e, mentre io mi ero preparata a parlare con parenti e degli amici. Mi sono sempre impegnata ad lui come a un bambino, mi resi ben presto conto con aiutarlo il più possibile affrontando la situazione con mio grande stupore che mi stava raccontando la sua tranquillità e cuore sereno: un suo sorriso era la vita utilizzando un linguaggio e degli strumenti comu- migliore ricompensa ai miei sforzi e devo dire che nicativi tipici di una persona molto più grande della con il passare del tempo ne ricevevo sempre di più e sua età. sempre più convinti. Un altro bambino che ha attratto la mia attenzione è L'ultima bambina della quale desidero raccontare in questa occasione è Olga, quattro anni, di origine russa. Vive con la mamma perché il babbo è morto prima che lei nascesse. La sua famiglia è composta anche dalla nonna materna e da due fratelli che vivono in Russia e che lei non ha mai conosciuti se non attraverso le fotografie che la mamma le fa vedere spesso. Olga è molto particolare per la sua maturità. Anche se è quasi sempre triste e pensierosa, dimostra di comprendere il fatto che la mamma deve lavorare tanto per aiutare i due figli rimasti con la nonna in Russia. Quando vengono le altre mamme a prelevare i loro figli probabilmente anche lei spera di poter dire come i suoi compagni "è arrivata la mamma!" ma comunque rimane tranquilla ad aspettare il suo momento, nel tardo pomeriggio, quando finalmente la mamma arriverà per davvero a prenderla per portarla a casa. Sia io che gli altri operatori abbiamo non solo seguito il meglio possibile la bambina nella sua crescita ma abbiamo anche esteso la nostra disponibilità alla mamma per aiutarla in qualsiasi cosa abbia bisogno". 23 Il Comitato Scientifico, organo indipendente di controllo per la valutazione dell’attività didattica dell’Istituto Cortivo, è costituito da personalità di chiara fama scelte nel mondo accademico e delle professioni. Il Comitato affianca costantemente la direzione dell’Istituto Cortivo nell’elaborazione del progetto didattico-formativo, esprimendo la propria autonoma valutazione e suggerendo tutti gli interventi ritenuti opportuni per il miglioramento della attività formativa, con l’obiettivo di una sempre maggiore qualificazione dei corsi. Presentazione del Comitato Scientifico Prof. Antonio Condini: Prof.ssa Giovanna Axia: Prof. Filippo Calamoneri: Prof. Piero Cavagnoli: Prof. Rosario Drago: 24 Ordinario di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Padova, Direttore dei Servizi Sociali, azienda uls 16 - Padova Presidente del Comitato Scientifico Docente di Psicologia dello Sviluppo dell’Università di Padova Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile Università di Messina Psicologo - Presidente Regionale SIPEF - Società Italiana di Psicologia, Educazione e Formazione Consulente del Ministro dell’Istruzione, dell’ Università e della ricerca L'attività dell'Istituto Cortivo prevede da sempre la fornitura di servizi per l'organizzazione tecnica e logistica di congressi di elevato profilo scientifico su temi inerenti le problematiche del sociale. Oggi, nella nuova struttura congressuale inserita nella prestigiosa cornice di Villa Ottoboni, l'Istituto Cortivo mette a disposizione un moderno e attrezzato Centro Convegni con reception e tre sale di varie dimensioni perfettamente attrezzate per accogliere eventi e meeting di levatura nazionale e internazionale. Il nostro Istituto, con la collaborazione del Comitato Scientifico, opera nel settore dell'editoria privilegiando pubblicazioni sulle tematiche sociali che più interessano le attività dell'Istituto Cortivo. Al periodico "Incontri" si aggiungono una collana editoriale con saggi di alto valore scientifico e una prestigiosa rivista di psicopatologia e psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza. Iniziative di notevole spessore, che testimoniano il nostro impegno e il nostro interesse nei riguardi di una comunicazione che va oltre l'immagine per valorizzare analisi e studi utili allo sviluppo della ricerca scientifica. 25 S I Il v p azio n contri re a r ienze di tirocinio ma anche ostr c i n Ecc o due belle t estimonianze tr a le o sp u azio er com tan t e che ci giungono dalle nostre della loro vita e dei loro sta ti d'a p aff e ziona t e lettr ici. R acc on tano di espe ni mo. C osì ci scr iv ono S ilvia e M ar ia… Spettabile Istituto Cortivo, colgo l'opportunità per ringraziarvi in quanto grazie a voi sono riuscita e realizzare il mio desiderio di lavorare nel sociale. Al momento infatti lavoro come operatrice sociale nella Cooperativa in cui ho svolto il tirocinio, un impegno che mi dà non solo la possibilità di sentirmi realizzata in campo professionale ma soprattutto di rendermi utile e di aiutare chi è meno fortunato. Inizialmente ero un po’ scettica sul fatto che questo corso mi avrebbe fatto trovare un posto di lavoro sicuro ma ora sono pronta a incoraggiare tutti coloro che in questo momento hanno le mie stesse incertezze. Nel ringraziarvi nuovamente, porgo i miei più distinti saluti Silvia Cristofani Caro Istituto Cortivo, l'incontro con la vostra realtà si è rivelato per me come una manna discesa dal cielo. Oggi credo che diventare un'operatrice socio assistenziale sia stata la risposta giusta ai tanti dubbi che hanno tormentato la mia infanzia e parte dell'adolescenza, anni in cui ho trascorso tantissime intere giornate a chiedermi il motivo per cui una bambina abbia dovuto imparare a soli nove anni ad accettare di vivere in una famiglia in cui era venuto a mancare l'uomo che tuttora ritengo il più importante della mia vita, mio padre. Il tempo scorreva lentamente e in ogni istante sentivo più di tutto la consapevolezza di essere… un'orfana. A volte mi capita di pensare che tutto ciò che il destino ci offre non capita mai per caso ma che tutto sia regolato da una legge divina, proprio quella che ha voluto che un giorno come tanti divenisse per me il più bello della vita: 25 giugno 2003. Prima, leggendo i vostri opuscoli, mi chiedevo se aver cura di qualcuno può davvero cambiare una persona. Poi, da quel giorno speciale, i miei dubbi e le mie perplessità sono svanite per lasciare il posto a una dolce brezza che, con la sua intensità, ha colmato il grande vuoto che attanagliava il mio cuore da circa… un'eternità! Dopo le prime settimane con i bambini, tutte quelle "utopie" che leggevo fra le righe della rivista Incontri sono diventate una dimensione familiare, tanto da farmi ricredere su tutto ciò che avevo pensato. In effetti ogni giorno vissuto con le mie piccole pesti mi ha donato nuove ed entusiasmanti emozioni. Ogni loro gesto mi giungeva dritto al cuore con forza incredibile. I loro sorrisi rallegravano le mie giornate, i loro successi gratificavano il mio operato, i loro pianti mi incoraggiavano a dare di più, tutto per me aveva valore. Stando con loro ho rievocato i momenti in cui ho goduto delle tante premure di mio padre, ma non con tristezza, finalmente con gioia. Tutto questo grazie a voi Maria Napolitano 26 Riportiamo, come di consueto, le ultime offerte di lavoro giunte presso la sede dell’Istituto Cortivo. Gli allievi che abbiano già conseguito l’attestato possono farne richiesta direttamente presso l’Istituto. Ricordiamo alle Strutture che potranno inviare la loro richiesta al Centro di formazione professionale Cortivo - Via Padre Ramin, 1 – Padova o mediante fax (049/8901213) o via e-mail: [email protected]. Le richieste saranno esaminate e otterranno risposta al più presto. Inoltre, salvo richiesta specifica, saranno pubblicate su questa pagina del nostro notiziario, nel primo numero disponibile. COOP. SOCIALE “IL SENTIERO” ricerca per servizi di tipo domiciliare Operatori Socio Assistenziali per anziani e disabili. CASA DI RIPOSO ricerca Operatori Socio assistenziali per anziani. COOPERATIVA SOCIALE “CRAS” ricerca per inserimento in proprie strutture Operatori Socio assistenziali per anziani e disabili. ASSOCIAZIONE CULTURALE “PLAYTOWN” seleziona Operatori Socio assistenziali per l'infanzia e Operatori multiculturali. ASSOCIAZIONE “ALBACHIARA” ricerca per selezione Operatori Socio assistenziali da impiegare in servizi domiciliari. “SERENI ORIZZONTI” seleziona Operatori Socio assistenziali per anziani. COOP. SOCIALE “IL MELOGRANO” operante nel settore socio-educativo, di assistenza domiciliare per anziani e disabili, seleziona personale in possesso della qualifica di Operatore Socio assistenziale. COOP: SOCIALE “CAAP” seleziona allievi dell'Istituto Cortivo che abbiano conseguito il titolo di Operatore Socio assistenziale per disabili. “EURO-PLACEMENT” agenzia specializzata nella ricerca e selezione di personale ricerca Operatori Socio assistenziali per infanzia, per disabili, e Operatori Multiculturali. “SOLUTION” agenzia di servizi, ricerca per propria clientela selezionata Operatori Socio assistenziali per anziani e disabili. 27 TOTE ADV - Moro - Pd Centro Formazione Professionale per Operatori Socio Assistenziali INCONTRI/INF - B Desidero avere personalmente tutte le informazioni relative al Corso di Operatore Socio Assistenziale per: Ambiti di specializzazione: ❏ Infanzia ❏ Disabili ❏ Anziani ❏ Tossicodipendenti ❏ Operatore Multiculturale ❏ Assistente Turistico per disabili Cognome Nome Abitante in via nº Località ( Titolo di studio ) Tel. c.a.p. Data di nascita e-mail Occupazione attuale / / Multiculturalità Infanzia Anziani Disabili To s s i c o d i p e n d e n t i Assistente Turistico per Disabili ✔ ✔ ✔ ✔ Corsi e frequenze personalizzati 300 ore di Tirocinio Pratico Assistenza alla ricerca di impiego Centri didattici in tutta Italia Orario di reperibilità Motivo dell’interesse CEDOLA DA COMPILARE, RITAGLIARE E SPEDIRE IN BUSTA CHIUSA A: Istituto Cortivo Via Padre Ramin, 1 - 35136 PADOVA I dati trasmessi e che Lei, ai sensi della legge 675/96, ci autorizza a trattare e comunicare saranno utilizzati ai soli fini della presente selezione attitudinale. Aggiornamenti o cancellazioni dei dati dovranno essere richiesti all’Istituto Cortivo, via Padre Ramin 1 - 35136 Padova www.cortivo.it L’Istituto Cortivo opera dal 1984 - Certificazione di Qualità UNI EN ISO 9001:2000 certificato n.M059