Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana
Verso l’equilibrio
in movimento!
10 anni del Servizio Gender
Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana
Verso l’equilibrio
in movimento!
10 anni del Servizio Gender
Ringraziamenti
Editore
Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI)
Redazione
SUPSI, Servizio Gender
Coordinamento editoriale e impaginazione
SUPSI, Comunicazione istituzionale
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Fontana Print, Pregassona, Svizzera
Tiratura
1’000 copie, stampato su carta certificata FSC
© Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana
Dicembre 2012
Si ringrazia la Direzione per il sostegno
e la promozione del Gender Mainstreaming
all’interno della SUPSI.
Un ringraziamento particolare è rivolto a Wilma
Minoggio, Direttrice DSAS, essendo stato il
Servizio sotto la sua diretta responsabilità fino
al 2010 e a Nadia Bregoli, attuale capo staff
dei Servizi centrali della Direzione.
Si ringraziano il team del Servizio Gender, le
collaboratrici e i collaboratori SUPSI, le colleghe
del Servizio per le pari opportunità dell’USI,
i partner e gli attori sul territorio che collaborano
e hanno collaborato alle attività e ai progetti
e ne hanno reso possibile la realizzazione.
Particolare gratitudine va a Cristina Zanini
Barzaghi e Martina Fontana, docenti alla
SUPSI, Mimi Lepori Bonetti, presidente della
Commissione Gender dal 2001 al 2011 e ad
Angelika Pesavento, già collaboratrice SUPSI
che hanno dato avvio alla Commissione
Gender.
Si ringraziano Monica Duca Widmer, membro
del Consiglio SUPSI e le rappresentanti
gender che si sono succedute dal 2001 al
2011: Anna Alinari, Antonietta Colubriale
Carone, Ileana Comaschi, Isabelle De LucaSchirrmeister, Alessandra Di Maria,
Martina Fontana, Renate Gerritzen, Susanne
Knüppel, Cindy Lombardo, Tessa Rosa,
Alexandra Rossini, Paola Solcà, Anja Stibane,
Cristina Zanini Barzaghi.
Un sentito grazie a Cecilia Beti, già collaboratrice
del Servizio Gender, il cui apporto al Servizio è
stato fondamentale per la professionalizzazione
e il consolidamento di Promtec.
Inoltre si ringraziano anche Alessandra
Altmann, Isabella Cassina, Sara Pettinaroli
e Florinda Sauli che hanno condiviso
per un tratto di strada l’avventura del Servizio
apportando il loro entusiasmo e le loro
conoscenze ad alcuni nostri progetti.
Si esprime riconoscenza all’Ufficio federale
della formazione professionale e della
tecnologia per l’importante sostegno.
Un omaggio è rivolto alle persone intervistate
nell’ambito di questa pubblicazione per
averci dedicato il loro tempo e per aver
condiviso la loro esperienza nonché a Florinda
Sauli per il suo prezioso contributo alla
redazione; a Cristina Zanini Barzaghi, Martina
Fontana e Alexandra Rossini per l’importante
apporto alla rilettura dei testi e al team
del Servizio comunicazione istituzionale per
la progettazione e realizzazione della
veste grafica della presente pubblicazione.
Non da ultimo, un grazie a voi, lettrici
e lettori che leggendo questa pubblicazione
contribuite a valorizzare le esperienze
e le competenze sviluppate sino ad ora.
Indice
6Prefazione
8Introduzione
11
Promozione delle professioni atipiche
La linea del tempo
19Presentazione
20Promtec
24PromSAN
26PromEco
Conciliazione vita personale, lavoro e/o studio
29Presentazione
30SUPSInido
Risorse umane
32
La famiglia si ingrandisce
33
Festa delle famiglie
34
Modalità di studio Flexibility
37Presentazione
38
Didattica
41Presentazione
42
Consulenza
Conclusioni
Workshop Gender and Design
44
La sensibilità presente al Conservatorio della Svizzera italiana
47Presentazione
48
Attività con il territorio
Corso teamwork
“La pianificazione della carriera professionale e personale“
51Presentazione
52
Attività con il territorio
56
Diversità è ricchezza
58Glossario
4
5
Prefazione
Fin dalla sua costituzione, abbiamo investito
molte energie nell’ambito della promozione
delle pari opportunità, riconoscendo la propria
responsabilità sociale come istituzione
accademica sia in qualità di qualificato
datore di lavoro di oltre 800 collaboratrici
e collaboratori, sia come ente di ricerca
applicata e formazione che coinvolge
annualmente 9’000 studentesse e studenti,
con un impatto ad ampio spettro nell’intera
società.
Questa sensibilità, promossa dal Servizio
Gender con riferimenti in ogni Dipartimento
e scuola affiliata, trova spazio e applicazione
a diversi livelli, dallo statuto ai regolamenti
del personale, fino ai piani degli studi, orientati
alla flessibile conciliazione tra lavoro, studio
e famiglia con una serie di misure concrete.
6
Franco Gervasoni
Direttore della Scuola universitaria
professionale della Svizzera italiana
Ne sono interessanti esempi la realizzazione
di SUPSI Nido – l’asilo nido istituzionale
a disposizione di collaboratori e studenti –,
i congedi parentali per madri e padri o l’adesione
della SUPSI alla modalità di studio Flexibility
che permette di offrire alle studentesse
e agli studenti la possibilità di personalizzare
il piano di studi a livello di orari, di chiedere
congedi o di ottenere un riconoscimento delle
competenze extra-universitarie e della
loro equivalenza in crediti di formazione.
Siamo anche attivi, a fianco delle scuole
professionali, delle associazioni di categoria
e di altri partner istituzionali, alla promozione
di un maggiore equilibrio fra uomini e donne
in alcune professioni particolari, convinti che
sia un fattore fondamentale in ogni professione
per un coerente e proficuo approccio
ai problemi e per assicurarne l’effettiva
sostenibilità. Esempi in cui abbiamo maturato
significative esperienze sono i progetti
PROMTEC che vuole promuovere le professioni
tecniche presso le giovani ragazze e PROMSAN
che mira a far conoscere in maniera più
dettagliata e completa le professioni sanitarie,
in particolare presso i giovani ragazzi.
Per queste e le numerose altre iniziative
intraprese e i concreti risultati ottenuti
negli ultimi anni, abbiamo ha avuto l’onore
di ottenere il Prix Egalité 2011.
In occasione della ricorrenza dei 10 anni
del Servizio Gender SUPSI possiamo
testimoniare come le energie investite
nella sensibilizzazione verso le pari
opportunità, oltre a offrire benefici concreti
alle collaboratrici, ai collaboratori,
alle studentesse e agli studenti, sono fonte
di vantaggi per l’istituzione nel suo insieme.
Un doveroso ringraziamento va quindi a tutti
coloro che si sono impegnati a vario titolo
in questi 10 anni per concretizzare i progetti
descritti e per accrescere così la reputazione
della SUPSI quale attrattivo luogo di studio
e di lavoro nel nostro Cantone.
7
Introduzione
Verso l’equilibrio in movimento!
Perché aver scelto questo titolo per la
pubblicazione che desidera valorizzare le
attività e i progetti realizzati nell’ultimo
decennio? Le due parole chiave “equilibrio”
e “movimento” che possono apparire
di primo acchito in antitesi, sono emerse
nella discussione con i designer che
hanno curato la veste grafica di questa
pubblicazione. Dopo aver ascoltato le nostre
spiegazioni riguardo il nostro operato
e il senso che desideravamo darle, hanno
rilevato che il nostro lavoro è caratterizzato
dal dinamismo e la tensione verso la ricerca
all’equilibrio. Non avremmo saputo trovare
formulazione migliore!
In effetti, “equilibrio” è una parola chiave
che caratterizza fortemente la nostra attività.
Tra i nostri progetti e attività, ve ne sono
proprio alcuni che hanno per obiettivo un
maggior equilibrio numerico tra studentesse
e studenti nei diversi corsi di laurea (vedi pagine
19-27) e nelle differenti posizioni professionali
presenti alla SUPSI.
8
Danuscia Tschudi
Responsabile Servizio Gender
Non è tanto l’equilibrio numerico come
valore in sé ma piuttosto la convinzione che
la diversità è ricchezza e che possa essere
fonte di creatività, innovazione e stimolo allo
sviluppo personale, formativo e professionale
a guidare proposte e attività.
Un altro ambito importante del nostro operato
è la proposta di misure (vedi pagine 29-35)
tese a favorire un maggior equilibrio tra le diverse
sfere della vita di studentesse, studenti,
collaboratrici e collaboratori SUPSI.
La diversità è sicuramente ricchezza, a patto
che vi sia un continuo impegno della direzione
nel sostenere una cultura organizzativa
che ne favorisca lo sviluppo e che siano diffusi
gli strumenti che permettono alle persone
di comprendersi e di creare equilibrio tra le
diverse opinioni e modi di esprimersi all’interno
di gruppi di studio e di lavoro misti. In effetti,
in presenza di differenze di genere, età, origine
culturale e abilità, possono nascere anche
malintesi o conflitti se non si dispone delle
competenze sociali e relazionali per farvi
fronte. Per questo motivo il Servizio propone,
in collaborazione con altri attori, iniziative
formative su temi legati alla gestione delle
differenze in classe o sul posto di lavoro.
La ricerca dell’equilibrio è però sempre
dinamica e in continuo movimento poiché
le nostre attività si rivolgono a persone
che nel corso della loro esperienza formativa
e professionale mutano le loro esigenze ed
aspettative non solo secondo le differenti
fasi della vita ma anche perché la società evolve
sempre più velocemente.
Nei contenuti della pubblicazione, abbiamo
voluto dare voce proprio a coloro che
hanno beneficiato in questi anni delle nostre
attività e a coloro che le hanno rese possibili
collaborandovi e sostenendole.
Uno spazio introduttivo di apertura di ogni
capitolo è stato dato alle rappresentati gender
che in ogni dipartimento operano come
fondamentali antenne del Servizio. Le loro
citazioni sottolineano aspetti delle attività
o l’ideale verso il quale si tende con esse.
Tra le seguenti pagine emerge quindi la terza
parola chiave che benché non appaia nel
titolo non è meno indispensabile per il successo
delle attività: la rete.
9
La linea del tempo
10
11
Commissione Gender SUPSI:
dieci anni di soddisfazioni
Cristina Zanini Barzaghi
Ingegnera civile ETH, Docente DACD,
delegata Commissione Gender dal 2001
Negli anni novanta ho iniziato ad organizzare
in Ticino piccole attività di promozione
delle professioni tecniche per ragazze per
conto dell’Associazione svizzera delle
donne ingegnere 1, riprendendo esperienze
analoghe già svolte nel resto della Svizzera.
In quegli anni a livello federale si iniziava ad
accorgersi che la sottorappresentanza di
donne nella scienza e nella tecnica, nella ricerca
e nell’insegnamento è una perdita di risorse
a livello sociale, economico e formativo.
Nel 1999 la Confederazione ha stanziato
importanti crediti per promuovere la
presenza femminile nelle scuole universitarie
e universitarie professionali – approccio
che è in seguito evoluto in azioni rivolte sia
a donne che a uomini – e ha istituito apposite
Commissioni federali di esperte per definire
l’utilizzo di tali fondi. Sull’onda di questo
intervento federale anche in Ticino è stato
possibile avviare importanti progetti
nella SUPSI.
In qualità di pioniera, nel 2000 sono stata
scelta come esperta nella Commissione
federale dell’Ufficio federale della formazione
professionale e della tecnologia, nel contempo
ho avviato il progetto Promtec alla SUPSI
e sono stata chiamata a partecipare alla neo
costituita Commissione Gender SUPSI come
delegata dell’allora Dipartimento costruzioni
e territorio, ora Dipartimento ambiente,
costruzioni e design. Ho seguito perciò assieme
alla collega Martina Fontana, docente al
Dipartimento tecnologie innovative e pure
già presente nell’avviare Promtec, tutti i
primi dieci anni di lavoro della Commissione
assistendo nel contempo anche alla
trasformazione e all’ampliamento della SUPSI.
Negli anni molti cambiamenti sono avvenuti
sia nella SUPSI sia nella Commissione:
si è passati da una piccola scuola di indirizzo
prettamente tecnico ad una scuola
riconosciuta e apprezzata con numerosi
Dipartimenti e Scuole affiliate. La Commissione
oggi non svolge più i progetti in proprio come
agli albori, ma supporta il Servizio Gender,
istituito nel 2005 e integrato inizialmente nel
Dipartimento scienze aziendali e sociali
e attualmente sotto la Direzione, il quale svolge
le variegate attività in modo professionale
e trasversale. Il riconoscimento Prix Egalité
regionale ricevuto lo scorso anno dimostra
che le attività promosse, ben integrate nelle
attività SUPSI, sono apprezzate non solo
all’interno ma anche all’esterno dell’Università
professionale.
In dieci anni il Servizio Gender SUPSI è infatti
divenuto un centro unico nel suo genere
in Ticino con numerose competenze sviluppate
nel corso degli anni: un punto di riferimento
per tutta la SUPSI e anche per le associazioni
femminili, le associazioni professionali,
per le altre scuole e per enti pubblici e privati.
Spero vivamente che continuerà ad esserlo
anche in futuro.
Negli anni si sono succedute nella Commissione
molte delegate e abbiamo festeggiato anche
l’arrivo di numerosi bimbi.
Sono stati dieci anni molto arricchenti sia
a livello professionale che umano, anche
se non è sempre stato facile fare comprendere
la necessità dei progetti nell’ambito delle
pari opportunità.
Abbiamo promosso da subito, con il prezioso
aiuto dei crediti federali, progetti concreti
e molto apprezzati, ora parte integrante delle
attività SUPSI: la promozione delle professioni
tecniche Promtec e delle professioni sanitarie
PromSAN, le attività per migliorare la
conciliabilità fra famiglia e lavoro o famiglia
e studio come il modello Flexibility, il supporto
alla Direzione nella stesura dei regolamenti
del personale, la consulenza diretta al corpo
studentesco e docente, come pure
a collaboratrici e collaboratori. Inoltre, grazie
all’importante sostegno della Direzione SUPSI
e agli aiuti finanziari federali per la custodia
di bambini complementare alla famiglia è nato
SUPSInido, l’asilo nido della SUPSI. Consiglio
di visitare il sito www.supsi.ch/gender per
conoscere meglio tutto quanto viene offerto.
Trovo che sia stata vincente l’impostazione
iniziale, discussa intensamente nei primi
mesi, di scegliere per la Commissione il nome
Gender 2 (e non pari opportunità) e di adottare
come slogan “diversità è ricchezza” . Questo
approccio, non solo legato all’esigenza di pari
opportunità fra uomo e donna, ha permesso
una migliore accettazione e integrazione nella
SUPSI.
Per terminare questi ricordi sparsi vorrei
ricordare chi ha messo molto impegno
nell’avvio della Commissione: Chiara
Simoneschi, già presidente della Commissione
Federale per le Questioni Femminili per 10
anni fino al 2008, Mimi Lepori, già membro
del Consiglio SUPSI e prima presidente della
Commissione, Angelika Pesavento, già
collaboratrice SUPSI e prima coordinatrice
della Commissione, Danuscia Tschudi e Cecilia
Beti, che hanno costituito il primo team del
Servizio Gender e hanno dato grande impulso
alle attività. Il loro aiuto è stato prezioso
come lo è quello di tutte coloro che si sono
succedute. Un caro augurio di altri 10 anni di
soddisfazioni, per raggiungere al più presto
una società più giusta dove non sarà più
necessario promuovere le pari opportunità!
www.svin.ch
“Il termine descrive i ruoli e le relazioni fra i sessi dettati
dalla società e definiti dalle condizioni economiche, sociali,
politiche e culturali“ in un dato momento (Cit. in Direzione
dello Sviluppo e della Cooperazione, Che cos’è?, DSC, Berna,
2003, p.14).
1
2
12
13
La linea del tempo
Nasce il progetto
delle SUP svizzere
Info+Lunch
(prevede momenti
informativi per
le studentesse delle
Scuole professionali
tecniche sulle
possibilità
formative e
professionali
future).
Il Dipartimento
scienze aziendali
e sociali (DSAS)
è il primo
dipartimento
ad implementare
la modalità di studio
Flexibility per i
Bachelor in Economia
aziendale e in Lavoro
sociale.
Nasce il progetto
“EGGS – English
through Gamebased & Genderoriented Scenarios”,
coordinato dal
Centre for Languages
and International
Relations (CLIR).
Nasce il progetto
PromSANPromozione
delle professioni
sanitarie.
Viene creata la
Commissione
Gender SUPSI,
composta da un/a
rappresentante
di ogni Dipartimento
o Scuola affiliata.
Progetto “Gender
Mainstreaming alla
SUPSI!”, promosso
dal Servizio Gender
e sostenuto dall’UFFT
e dalla Direzione
SUPSI. L’approccio
del Gender
Mainstreaming viene
promosso tutt’oggi.
La SAMT (Scuola arti
e mestieri di Trevano)
diventa partner
della SUPSI nel
progetto Promtec,
a partire dall’anno
accademico.
Viene creato il
Servizio Gender
SUPSI. Composto
dalla delegata
gender e da una
collaboratrice.
La Commissione
Gender SUPSI
cambia nome
in Gruppo di lavoro
gender.
2001
2003/2006
2004
2005
2005
2007
2008
2009
2001
2004
2004/2005
2005
2005
2007
2008
2009
Nasce il progetto
PromtecPromozione delle
professioni tecniche
con la prima
edizione delle
Giornate tecniche
per ragazze.
Prima edizione
della Festa delle
famiglie USISUPSI, riproposta
annualmente.
viene realizzata
un’edizione
delle Giornate
tecniche aperta
anche ai ragazzi.
Il Servizio Gender
diventa un servizio
comune USI-SUPSI,
viene istituita la
Commissione
gender USI-SUPSI
per elaborare la
strategia e le attività
da svolgere in
comune.
Il progetto di un
asilo nido per la
SUPSI curato dal
Servizio Gender
si concretizza,
SUPSInido, l’asilo
nido della SUPSI,
apre le porte.
Viene pubblicato
l’opuscolo “La
famiglia si
ingrandisce” in
collaborazione
con il servizio per
le pari opportunità
dell’Università.
A partire dal 2008 il
progetto Promtec
è sostenuto da SUPSI,
SAMT e da sponsor
e non beneficia
più del sostegno
del programma
federale per le pari
opportunità nelle
SUP.
Prima edizione
del corso “La
pianificazione
della carriera
professionale
e personale”
in collaborazione
con il Servizio
orientamento.
14
15
La linea del tempo
Il Servizio Gender
riceve mandato
dall’Ufficio cantonale
della legislazione,
delle pari opportunità
e della trasparenza
per implementare
alcune attività della
Giornata Nuovo
Futuro, promossa
a livello nazionale.
Lancio del workshop
“Gender e design”
al DACD.
Anno di anniversari:
◆◆ Il Servizio Gender
festeggia 10 anni
◆◆ Il progetto
Promtec compie
10 anni.
Modalità di
studio Flexibility
nel bachelor
in Ingegneria
informatica, in
Comunicazione
visiva e in cure
infermieristiche.
2010
2011
2011
2012
2011
2011
2011
Si sviluppa il
progetto PromECOPromozione
delle professioni
dell’economia
aziendale.
Prima edizione del
corso “Teamwork”
rivolto al personale
amministrativo
SUPSI.
Il Servizio Gender
vince il Prix Egalité
regionale, il
riconoscimento
promosso da SIC
Ticino che premia le
aziende ticinesi che si
distinguono
in materia di
pari opportunità.
16
17
Promozione delle formazioni
e delle professioni atipiche
Con la promozione delle formazioni e delle
professioni atipiche il Servizio Gender
intende ampliare le opportunità relative
alle scelte professionali e di vita, troppo spesso
influenzate dalla tradizionale divisione
dei ruoli tra donne e uomini. Si constata, anche
alla SUPSI, una maggiore presenza femminile
nelle aree pedagogica, sanitaria e sociale
e una marcata presenza maschile nell’ambito
dell’ingegneria. I progetti Promtec e PromSAN
partono dal presupposto che non dovrebbero
esistere “professioni da donna” o “professioni
da uomo”, e che tutti hanno le stesse possibilità
nella formazione. I progetti sensibilizzano
le studentesse e gli studenti, le loro famiglie
e l’opinione pubblica agli stereotipi di
genere legati alle professioni e alle carriere
professionali e operano per instaurare un clima
di insegnamento e di studio non discriminatorio
nei confronti di un genere. Promtec coinvolge
il Dipartimento ambiente, costruzioni e design
e il Dipartimento tecnologie innovative
nei quali vi sono corsi di laurea frequentati in
maggioranza da ragazzi mentre PromSAN,
il Dipartimento sanità, dove sono le studentesse
ad essere più numerose.
Dopo 10 anni di attività di Promtec si constata
un importante incremento nella proporzione
di studentesse nel corso di laurea in Architettura
(da 13% nel 2001 a 32% nel 2011) e un aumento
in Ingegneria informatica (da 5% nel 2001
a 9% nel 2011). In merito al progetto PromSAN,
più giovane rispetto a Promtec poiché attivo
a partire dal 2009, sono stati evidenziati risultati
incoraggianti in particolar modo nell’aumento
del numero di iscrizioni per il corso di laurea in
Cure infermieristiche.
18
Oltre a Promtec e PromSAN, il Servizio Gender
sostiene il progetto PromECO che coinvolge
il Dipartimento scienze aziendali e sociali
nella promozione delle carriere professionali
soprattutto per le ragazze. Nel corso di laurea
in Economia aziendale, con il 57% di ragazzi
e il 43% di ragazze nel 2011, la rappresentazione
dei generi è abbastanza equa ma si constata
all’aumentare del grado di formazione,
una diminuzione delle iscritte così come
in seguito nell’ambito professionale
un numero esiguo di donne nelle posizioni di
responsabilità.
19
Promtec
”Promtec – Promozione delle professioni
tecniche” è un progetto promosso dal Servizio
Gender e dal Dipartimento ambiente, costruzioni
e design SUPSI (DACD), dal Dipartimento
tecnologie innovative SUPSI (DTI) e dalla Scuola
arti e mestieri di Trevano (SAMT).
20
Promtec, nato nel 2001, comprende un ventaglio
di moduli che si rivolgono a diversi ordini
scolastici del Canton Ticino: Scuole Medie,
Scuole professionali (rami tecnici) e SUPSI.
Per apportare un maggior equilibrio numerico
tra studentesse e studenti nelle formazioni
tecniche, Promtec desidera eliminare
gli stereotipi e i cliché legati alle professioni
tecniche, spesso percepite come fredde,
impersonali e troppo complicate, che possono
limitare le scelte di orientamento dei ragazzi
e soprattutto delle ragazze. Nato come progetto
per le ragazze, a partire dal 2004, grazie
alla collaborazione con la SAMT e al successo
del progetto, è stato possibile ampliare
l’offerta di attività anche ai ragazzi. Oltre al
modulo storico delle Giornate tecniche per
le terze e le quarte medie organizzato in edizioni
per ragazze e ragazzi, Promtec comprende
oggi proposte quali la rete di studentesse SUPSI,
che mette in relazione le studentesse dei corsi
di laurea tecnici della SUPSI oppure Info+Lunch,
un’attività rivolta alle studentesse delle Scuole
professionali tecniche che offre, durante la pausa
di mezzogiorno, dei momenti informativi con
testimonianze di professioniste nei rami tecnici
(ingegneria e architettura).
“La tecnica è tradizionalmente considerata
prerogativa degli uomini. Durante
le giornate tecniche è emerso in modo
lampante come ciò sia semplicemente
uno stereotipo. L’entusiasmo, la passione
e la precisione dimostrata dalle ragazze
di fronte all’assemblaggio di un componente
elettronico piuttosto che alla compilazione
di un programma informatico ha reso evidente
come la tecnica sia indipendente dal
sesso di chi la pratica. Si tratta solo di aver
coraggio nell’assecondare le proprie capacità
intellettuali.”
Martina Fontana, rappresentante gender per il DTI
Approfondimento
Vittoria Calabretta,
responsabile Promtec SUPSI
e Cecilia Beti, vicedirettrice
della SAMT.
Una caratteristica
determinante per il
successo di Promtec risiede
nel sostegno da parte di
un’estesa rete sul territorio.
Promtec coinvolge, oltre
alla Scuola arti e mestieri di
Trevano, partner dal 2004,
diversi attori: datori di lavoro
privati e pubblici, uffici
cantonali, associazioni
e sponsor. Gli sponsor, oltre
che finanziare il progetto,
vi aderiscono in maniera
attiva, ad esempio mettendo
a disposizione testimonianze
sul mondo del lavoro
e partecipando alle attività
di Promtec.
Fino ad oggi il progetto è
stato sostenuto dai seguenti
sponsor: Divisione della
formazione professionale,
Gruppo Specializzato
per Lavori in Sotterraneo
della SIA, il pool delle tre
aziende IFEC consulenze sa,
More Engineering
e Siplus, Ordine ingegneri
e architetti del Canton Ticino,
Società Svizzera Impresari
Costruttori Sezione Ticino,
Studio Borlini & Zanini
SA, Studio Lombardi SA
Ingegneri Consulenti di
Minusio e Swiss Engineering
ATS Ticino. Promtec
dispone inoltre di una rete
di collaborazioni, variabile
a seconda di obiettivi
specifici, fra cui citiamo
l’Associazione Svizzera delle
Donne Ingegnere, l’Ufficio
dell’orientamento scolastico
e professionale del Canton
Ticino e l’Ufficio per
l’insegnamento medio del
Canton Ticino. Anche
le famiglie delle studentesse
e degli studenti ai quali
il progetto si rivolge sono
un importante tassello
coinvolto nelle attività:
il loro sostegno è infatti
fondamentale per ragazze
e ragazzi che si apprestano
a compiere scelte formative
e professionali importanti.
È grazie a questa estesa rete
di collaborazioni che
Promtec ha potuto crescere
e svilupparsi andando
incontro alle esigenze multiple
dei vari attori coinvolti.
21
Promtec
Le attività alla FFHS
Renate Gerritzen, rappresentante gender FFHS
Briga.
Die FFHS- Fernfachhochschule Schweiz,
Mitglied der SUPSI, legt im Bereich
der GENDER-/ Diversity- Orientierung
besondere Akzente. Das höchst flexible
Ausbildungskonzept ist bereits prädestiniert,
um bildungsinteressierten Personen, neben
Berufsarbeit oder Familienbetreuung,
eine Hochschul-Ausbildung zu ermöglichen.
Der grosse Selbststudienanteil, präzise
Lernvorgaben, intensiver Austausch
und Betreuung über die Lernplattform, kleine
Gruppen, Orts- und Zeitunabhängigkeit
und Wahl zwischen vier regionalen Zentren
machen dies möglich.
22
In der Periode 2008 - 2011/12 werden
wir zusätzlich im Rahmen eines GENDERProgrammes vom Bund unterstützt.
Geplant ist die Steigerung des
Frauenanteils in den technisch orientierten
Bachelorstudiengängen der FFHS
(Informatik, Wirtschaftsinformatik,
Wirtschaftsingenieurwesen) um 30%.
Massnahmen, wie gender-konforme
Modulpläne und Unterrichtsmaterialien,
bewusste Suche nach weiblichen
Dozierenden für technische Disziplinen,
Seminarangebote zur Potenzial-Erkennung,
Zusammenarbeit mit Frauenorganisationen
und technischen Verbänden, Inseraten
in Familien- und Frauen-Journalen und
letztlich dem Angebot von Frauenklassen,
sind nur bedingt erfolgversprechend.
Das Interesse für Technik muss bereits in der
Kindphase, spätestens in der obligatorischen
Schulzeit gelegt und gefördert werden, und
zwar für Mädchen und Jungen!
Sandra Gabaglio, ex partecipante e animatrice delle attività
Promtec al Dipartimento tecnologie innovative.
In che modo ha beneficiato delle attività di Promtec?
“La mia esperienza con Promtec è cominciata in terza media, quando
ho partecipato come allieva alle giornate tecniche e più tardi
agli Info+lunch organizzati alla Scuola d’Arti e Mestieri di Trevano
e al Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI di Manno.
Queste attività mi hanno permesso di conoscere più da vicino il mondo
dell’informatica e l’offerta formativa proposta nel nostro Cantone,
convincendomi quindi a seguire questo percorso professionale. Ancora
prima di concludere la mia formazione ho avuto la possibilità
di animare queste giornate trasmettendo il mio entusiasmo per la
professione scelta a possibili future/i studentesse/i”.
Nicola Nembrini, vice presidente OTIA
Perché un’associazione o un’azienda dovrebbe sostenere Promtec?
In generale in Svizzera e in Ticino si nota da anni una mancanza di
personale qualificato nei settori della tecnica, dell’industria e dei servizi.
Le aziende hanno spesso difficoltà nel reperire nuovi collaboratori nel
campo dell’ingegneria (in quasi tutti i settori) e sono spesso portate a
rivolgersi all’estero dato che il bacino di nuove figure professionali formate
e di alto livello in Ticino risulta essere insufficiente a coprire le esigenze.
Il progetto Promtec in questo contesto risulta essere estremamente
importante per poter avvicinare le studentesse e gli studenti ai campi
della formazione tecnica a tutti i livelli, in particolare quello superiore.
Da una parte perché permette di mostrare che l’accesso a queste
professioni è aperto ad entrambi i generi femminile e maschile senza
alcuna preclusione, dall’altra permette di mostrare quali possibili strade
possono aprirsi a coloro che scelgono di intraprendere questo stimolante e
valido percorso professionale. È importante poter rimarcare che la scelta
di un percorso di formazione tecnologico non preclude (anzi amplifica)
ulteriori sviluppi in ambito del management, della conduzione aziendale,
della gestione di personale o del project management, come pure può
permettere evoluzioni verso diversi settori in ambito imprenditoriale.
Le solide basi scolastiche apprese abbinate alle competenze tecniche e
pratiche rappresentano già alla prima esperienza lavorativa un valido
insieme di esperienza e strumenti per permettere un rapido inserimento
nel contesto lavorativo con produttività qualitativa subito elevata.
Solitamente sono già inoltre chiare le basi per l’evoluzione del singolo
all’interno di piani di carriera che possono essere pensati nelle aziende
già dal primo impiego su questo tipo di profili, a beneficio certamente
dell’azienda stessa e del contesto nel quale si opera. Per questo motivo,
le associazioni professionali di categoria, come OTIA (ordine ticinese
degli ingegneri e degli architetti) appoggiano il progetto Promtec, che
da anni mostra anche con cifre concrete il proprio successo, ritenendolo
un valido strumento di promozione verso le professioni rappresentate
dall’ordine oltre che un mezzo per avvicinare anche le aziende al
mondo dell’apprendimento, permettendo così di creare interscambio
professionale che crea valore ed eccellenza.
23
PromSAN
“PromSAN – Promozione delle professioni
sanitarie” è un progetto promosso
dal Servizio Gender e dal Dipartimento sanità
SUPSI (DSAN).
Il progetto PromSAN, attivo dal 2008, nasce
dalla costatazione che sono soprattutto
le ragazze che intraprendono una formazione
in ambito sanitario mentre si contano
pochissimi ragazzi. Inoltre, le professioni
sanitarie, proprio perché considerate
tipicamente femminili, sono purtroppo
meno valorizzate e se ne conoscono meno
le potenzialità e le prospettive di carriera
rispetto ad altre professioni. Gli obiettivi del
progetto intendono scardinare gli stereotipi
di genere che definiscono le professioni
sanitarie come essenzialmente femminili,
incrementare il numero di ragazzi nelle
formazioni sanitarie SUPSI e far conoscere
i percorsi di carriera in quest’ambito,
soprattutto per il pubblico femminile. A tale
scopo PromSAN è presente nei Licei, nella
Scuola Cantonale di Commercio e nella Scuola
Specializzata per le Professioni Sanitarie e
Sociali con stand informativi durante
i momenti dedicati all’orientamento e ha
realizzato dei video promozionali sulle carriere
in ambito sanitario e sugli stage all’estero
offerti durante la formazione al DSAN.
24
“Elemento centrale delle
professioni sanitarie è “la cura”.
Quest’ultima è un concetto
con molteplici sfaccettature che
si estendono dall’autocura al
prendersi cura del proprio prossimo
alle cure professionali. Senza
cura non c’è vita. Le donne hanno
coltivato e sviluppato la capacità
della cura nel corso degli ultimi
secoli. A livello professionale, da
tempo però anche gli uomini
hanno creato il loro spazio e
arricchiscono cosi la dimensione
della cura. Le sfide sanitarie odierne
e future richiedono risposte
fornite da professionisti, donne
e uomini, preparati anche a livello
accademico.”
Susanne Knüppel, rappresentante Gender
DSAN
Susanne Knüppel, capo progetto PromSAN
Qual è il bilancio di PromSAN? (accento su risultati e sfide future)
Il primo passo del progetto PromSAN era quello di fare conoscere la reale
immagine delle professioni sanitarie e il loro potenziale di sviluppo tramite un
opuscolo informativo, la capillare presenze con stand, eventi informativi
e atelier rivolti agli studenti e studentesse dei licei e delle scuole di commercio.
Lo scopo del progetto PromSAN è di attirare l’attenzione sulle professioni
sanitarie e di illustrare il loro inserimento nel mondo di lavoro. L’idea è quella
di valorizzare gli aspetti legati alla cura e le relazioni umane mettendo in luce
però anche tutti gli aspetti tecnici e scientifici altrettanto importanti per
un agire professionale competente. Troppo spesso ancora si identificano
queste professioni con un’immagine stereotipata che, per esempio, dipinge
la professione dell’infermiera come una professione esecutiva nella quale
si eseguono gli ordini medici. In realtà, da tempo, tale immagine è superata
e le infermiere e gli infermieri assumono un ruolo autonomo supportato
da una grande bagaglio di competenze. Quest’anno con dei piccoli filmati
sul sito web composti da testimonianze legate agli stage all’estero e la
pratica professionale si è aperto un altro canale di comunicazione più vicino
al pubblico dei giovani. Modificare le rappresentazioni individuali e sociali
non avviene dall’oggi al domani e necessita di differenti approcci. La sfida
del progetto è di creare delle opportunità di incontro vicino ai giovani per
svegliare in loro la curiosità per il mondo della sanità. Oltre ciò si rivolge alle
persone interessate alle professioni sanitarie rispondendo ai loro quesiti
permettendo così una reale scelta professionale basata sui propri interessi
e potenzialità. Il bilancio del progetto è sicuramente positivo, siamo all’inizio,
la strada è stata aperta ma il percorso è ancora lungo. Continuità e creatività
dovranno essere gli slogan che guideranno il progetto anche in futuro.
Mattia Jurietti, laureato in Cure infermieristiche alla SUPSI
Quali effetti ha avuto sulla sua scelta il fatto che le formazioni e le
professioni in ambito sanitario sono considerate essenzialmente femminili?
“Sono una persona che è abituata a sorvolare il pregiudizio, ad evitare
semplici classificazioni di genere. La professione infermieristica,
la storia insegna, ha subito profonde trasformazioni; il suo ruolo è mutato
ed è in costante movimento. In questo periodo storico non ritengo
ci debbano essere delle difficoltà particolari o dei limiti che influenzino
in maniera negativa l’essere uomo nell’affrontare la scelta della professione
infermieristica o sanitaria. Un fatto reale è che vi è una maggioranza
di personale femminile ma questo non è un problema.
Uomo o donna? A me non interessa. L’importante è il lavoro, l’attitudine,
l’attenzione. Non esistono a mio avviso caratteristiche preponderanti,
se non alcune mere distinzioni fisiche tra i due sessi. Esistono donne con
caratteristiche “maschili”, associate per esempio all’iniziativa, all’azione...
come esistono uomini più “femminili”, più riflessivi, sensibili. Chi pensa che
l’infermiere, l’assistente di cura, l’OSS (operatore sociosanitario), o l’OSA
(operatore socio assistenziale) siano professioni femminili direi che nutre
un senso ed un concetto che ad oggi appare ormai ampiamente superato
e non più attuabile; fallimentare nelle costruzioni di significato e di codifica
della realtà”.
25
PromECO
“PromECO – Promozione delle professioni in
ambito economico aziendale” è un progetto
del Servizio Gender e del Dipartimento scienze
aziendali e sociali.
PromECO, attivo dal 2011, ha lo scopo di
incentivare soprattutto il pubblico femminile
a proseguire gli studi in Economia aziendale
alla SUPSI e pianificare la propria carriera
in ambito economico. Il progetto si rivolge
in particolar modo a ragazze e ragazzi
che stanno conseguendo una Maturità
professionale commerciale (MPC).
Infatti ci sono molte meno ragazze che ragazzi
che proseguono i propri studi in una SUP
e questo benché le studentesse detentrici
di una MPC siano spesso in maggioranza
rispetto ai ragazzi. Nel 2011 sono state realizzate
le prime testimonianze di studentesse e
studenti del bachelor in economia aziendale
nelle Scuole commerciali professionali
e alla Scuola cantonale di commercio al fine
di dare a ragazze e ragazzi degli esempi di donne
e uomini che hanno proseguito gli studi alla
SUPSI.
26
“Rispetto ad altre formazioni e professioni,
nell’area dell’economia aziendale sembra
emergere un certo equilibrio tra il numero
di uomini e il numero di donne.
Analizzando il fenomeno con maggiore
attenzione, si constata che all’avanzare del
percorso formativo (Maturità – Bachelor
– Master) si riduce la percentuale di donne
rispetto agli uomini.”
Cindy Lombardo, rappresentante gender DSAS
Approfondimento
Ricerca tasso di passaggio
MPC-SUP.
In Svizzera ci sono più ragazze
che ragazzi che conseguono
una Maturità professionale
commerciale (MPC), eppure a
proseguire il proprio percorso
formativo in una Scuola
universitaria professionale
sono soprattutto i ragazzi. A
cosa si può ricondurre questa
differenza? In che modo le
studentesse e gli studenti
scelgono di proseguire i propri
studi in una SUP o, piuttosto,
di entrare direttamente nel
mondo del lavoro?
A partire da giugno 2012 al
DSAS è stata lanciata una
ricerca sul tasso di passaggio
MPC – SUP e in particolar
modo nel corso di laurea in
Economia aziendale SUPSI.
In tutta la Svizzera si constata
infatti un diverso tasso
di passaggio MPC-SUP
a seconda del genere. In
Ticino, nel 2009 il tasso di
passaggio immediato (cioè la
percentuale di studentesse
e studenti che si iscrivono
alla SUPSI l’anno successivo
al conseguimento della
maturità) era del 14% per
le ragazze e del 20% per i
ragazzi, mentre nel 2008 del
10% per le ragazze e del 19%
per i ragazzi.
La ricerca si focalizza su
due elementi: da una parte,
l’impatto delle norme
di genere sul progetto
professionale e personale di
ragazze e ragazzi e, dall’altra,
l’influenza sulle motivazioni
dei giovani da parte degli
attori coinvolti nella scelta
di proseguire gli studi (la
famiglia, il gruppo di pari, la
scuola, le orientatrici e gli
orientatori). I risultati della
ricerca saranno diffusi nel
2013.
27
Conciliazione tra vita personale,
lavoro e/o studio
Un punto cardine del lavoro del Servizio
Gender è l’offerta di attività, misure e strumenti
che favoriscono l’armonizzazione tra vita
personale, lavoro e/o studio di collaboratrici,
collaboratori, studentesse e studenti.
Sono stati lanciati progetti concreti e azioni
per facilitare e sensibilizzare all’importanza
della condivisione dei compiti tra donne e
uomini, sia in casa che al lavoro o durante gli
studi, come per esempio l’asilo nido SUPSInido
oppure l’integrazione della modalità di studio
Flexibility nei corsi di laurea SUPSI.
28
Investire nella conciliazione tra vita personale,
lavoro e studio risulta proficuo per tutte le parti
coinvolte: per le collaboratrici, i collaboratori,
le studentesse e gli studenti che sviluppano
al meglio il proprio potenziale e beneficiano
di condizioni di lavoro e di studio favorevoli
e per la SUPSI che può contare su dipendenti,
studentesse e studenti più motivati ed efficaci.
29
SUPSInido
SUPSInido, aperto nel 2005, è l’asilo nido
della SUPSI. Esso risponde alla necessità di
armonizzare impegni familiari, lavorativi
e formativi di collaboratrici, collaboratori,
studentesse e studenti SUPSI.
Situato a Manno, SUPSInido dispone di 21 posti
e ospita sia bambini di famiglie interne alla
SUPSI che bambini di famiglie esterne di età
compresa tra i 4 mesi e i 3 o 4 anni.
Gli ampi e luminosi spazi offerti ai piccoli utenti,
una linea pedagogica improntata sullo
sviluppo personale del bambino e un’équipe
educativa qualificata fanno di SUPSInido
il fiore all’occhiello della SUPSI in materia di
conciliazione tra famiglia, studio e lavoro.
“Abbiamo recentemente appurato
l’esigenza delle persone che
studiano o lavorano al DFA di
disporre di posti in asili nido
nelle vicinanze del dipartimento,
in quanto SUPSInido, ubicato
a Manno, è troppo distante.
Siccome la presenza di strutture
per la prima infanzia è limitata,
auspichiamo di poter realizzare
una sede di SUPSInido a Locarno
con un servizio di pari qualità
a quello di Manno. Intravediamo
in questa iniziativa anche la
possibilità di federare la comunità
del DFA attorno ad un progetto che
raccoglie sostegno ed entusiasmo”.
Alessandra Di Maria, rappresentante Gender
DFA
30
Diego Lunati, padre di 2 figli che hanno frequentato SUPSInido
In che modo SUPSInido aiuta voi genitori a conciliare famiglia e
lavoro/studio?
A giugno 2011, Sofia – la nostra secondogenita – ha salutato il suo
“asilo-nilo” per affrontare la scuola dell’infanzia. Prima di lei, Matteo,
ha fatto lo stesso percorso. In buona sostanza, abbiamo seguito
da vicino i primi 6 anni di storia di SUPSInido, imparando a conoscere
bene il personale, il sistema educativo e le attività svolte. Credo
di non sbagliare dicendo che è relativamente facile tenere in custodia
dei bambini piccoli per 10 ore, ma ciò che rende difficile questo
compito è farlo in modo amorevole (oltre che professionale), seguendo
una linea educativa chiara e rispettando le individualità dei bambini
o le loro abitudini familiari. Per questo motivo, come genitore,
sarò sempre riconoscente per l’indispensabile aiuto che SUPSInido
ha saputo offrire alla nostra famiglia, non solo per consentirci
di conciliare lavoro e custodia dei figli, ma anche per il complemento
pedagogico ricevuto dai bimbi nel (molto) tempo trascorso all’asilo.
Elena Giambini Barutta, responsabile SUPSInido
Quali sono gli obiettivi di SUPSInido?
SUPSInido è un servizio aperto dal 2005 rivolto ai bambini nella
fascia d’età 4-36/48 mesi e ai loro genitori. Il nucleo essenziale
del lavoro al nido è di consentire al bambino di sviluppare legami
significativi (oltre a quelli famigliari) e di garantirgli una “base sicura”
per la costruzione del sé e delle sue competenze. Questo importante
“processo” si sviluppa attraverso la relazione con la famiglia a partire
dal momento dell’accoglienza (accoglienza delle emozioni), inteso
come modo di porsi, di stare e di agire nelle relazioni e nella costante
comunicazione e collaborazione tra nido e genitori. La pedagogia
del nido è basata in primo luogo sulla relazione: genitore-bambino,
bambino-gruppo di bambini e gruppo educativo. Il nido ha quindi
una triplice valenza: educativa per il bambino, formativa per
gli adulti e di supporto alla funzione genitoriale. Un secondo aspetto
che emerge come parte integrante del progetto pedagogico
di SUPSInido è il lavoro di cura che rappresenta l’aspetto qualificante
dell’attività educativa con il bambino. Prendersi cura del corpo
del bambino significa prendersi cura dei suoi bisogni fisici e psichici.
Terzo elemento considerato pure un luogo di relazione è lo spazio,
pensato e organizzato, ricco di opportunità e di materiali per
la sperimentazione e l’evoluzione delle competenze del bambino nelle
sue varie fasi di sviluppo.
31
La famiglia si ingrandisce
Festa delle famiglie
“La famiglia si ingrandisce” è una pubblicazione
del Servizio Gender in collaborazione con il
Servizio per le pari opportunità USI. Si rivolge
a persone che studiano o lavorano alla SUPSI
e all’USI confrontate con impegni familiari
quali la cura dei figli o di altri membri della
famiglia. “La famiglia si ingrandisce” è un valido
strumento per promuovere una cultura della
conciliabilità tra impegni familiari, professionali
e/o di studio: contiene infatti informazioni
utili e riassume le normative a livello federale,
cantonale e interne alla SUPSI su tematiche
quali la gravidanza e la maternità, aiuti ai quali
hanno diritto i genitori, assenze e congedi
e proposte di accoglienza per l’infanzia.
Ogni anno il Servizio Gender, in collaborazione
con il Servizio per le pari opportunità USI,
organizza la Festa delle famiglie SUPSI-USI.
Si tratta di un momento conviviale di ritrovo
e di scambio per le famiglie di collaboratrici,
collaboratori, studentesse e studenti dei due
atenei e viene ospitato ad anni alterni negli
spazi della SUPSI e dell’USI. Durante la festa
diverse attività creative e animazioni teatrali
e musicali sono proposte a grandi e piccoli.
La famiglia si ingrandisce
Servizio Gender
Contatto
Scuola universitaria professionale
della Svizzera italiana
T +41 (0)58 666 61 53
F +41 (0)58 666 61 01
[email protected]
www.supsi.ch/gender
32
33
Modalità di studio Flexibility
Ilaria Mencarani, diplomanda in Lavoro sociale
Perché ha scelto la modalità di studio Flexibility?
“Hanno programmato gli orari di inizio e la frequentazione dei
moduli affinché non si rinunciasse troppo a fare la mamma e per non
destabilizzare l’equilibrio del bambino. Per esempio iniziare alle 8.45,
che è un orario perfetto se un bambino va alle elementari o prende il
bus e finire al massimo alle 16.15”.
La SUPSI propone per alcuni dei suoi corsi di
laurea la modalità di studio Flexibility che
permette di conciliare lo studio con altri impegni
extra-formativi, quali ad esempio la famiglia,
una carriera sportiva, artistica, musicale o militare.
Le sue caratteristiche consistono in un piano
di studio più flessibile e nella possibilità
di beneficiare, se necessario, di un periodo
di congedo.
Matteo Ballabio, studente in Lavoro sociale e musicista
“Ho scelto di fare due formazioni perché ho la passione per tutti e due
i mondi, non perché avevo bisogno di avere un altro lavoro oltre alla
musica”.
34
La modalità Flexibility è attualmente offerta
nei corsi di laurea in Lavoro sociale ed Economia
aziendale al DSAS e, a partire dall’anno
accademico 2012/13, in Ingegneria informatica
al DTI, in Comunicazione visiva al DACD
e in Cure infermieristiche al DSAN.
Si intende estendere gradualmente l’offerta
anche agli altri corsi di laurea SUPSI.
La modalità Flexibility agevola la scelta di
continuare gli studi permettendo nel
contempo di occuparsi della famiglia o di
seguire la propria passione. In ambito
economico, dove c’è un importante numero
di ragazze che detengono una MPC ma
che non proseguono immediatamente gli studi
dopo l’ottenimento della maturità,
la modalità Flexibility va incontro alle esigenze
di conciliazione, sostenendo così gli obiettivi
perseguiti con PromECO.
Come sottolineato da Monica Pongelli e Pascal
Fara, responsabili rispettivamente del corso
di laurea in Economia aziendale e in Lavoro
sociale, pionieri nell’introduzione della modalità
Flexibility alla SUPSI, questa misura, oltre
che ad aumentare il numero di studentesse e
studenti e a renderli più motivati e indipendenti
promuove un’immagine della SUPSI come
scuola attenta alle esigenze del corpo
studentesco e all’evoluzione dei bisogni della
società.
Estratti dalla puntata de “Il Quotidiano”, 8 marzo 2012, in onda sulla RSI.
Loris Voneschen, studente Economia aziendale
Quali sono i benefici della modalità Flexibility?
“Ho l’opportunità di frequentare una formazione universitaria senza
dover rinunciare alla mia passione: lo sport. Riesco a conciliare bene i
miei due impegni”.
35
Risorse umane
Nel mondo del lavoro non c’è una ripartizione
numerica equa tra donne e uomini sia
orizzontalmente – ci sono infatti settori
a prevalenza femminile (sanità, lavoro
sociale, servizi alla persona, amministrazione
etc.) e settori a prevalenza maschile (ad es.
settore tecnico) – sia verticalmente poiché
le donne occupano generalmente le
posizioni più in basso nella scala gerarchica
e sono molto meno presenti degli uomini
nelle posizioni ai vertici. Il Servizio Gender
promuove misure specifiche in collaborazione
con le Risorse Umane con lo scopo
di raggiungere un’equa rappresentazione
dei generi in tutti i settori e a tutti i livelli
della SUPSI. In futuro si intende proporre
delle indicazioni chiare concernenti i processi
di assunzione selettiva e di promozione
del personale per evitare l’insorgere
di stereotipi che possono influire sull’assunzione
o sul percorso di carriera di collaboratrici
e collaboratori.
36
Alla SUPSI, inoltre, vi è un’importante
sostegno ad un’organizzazione che facilita
l’armonizzazione tra la sfera professionale
e le altre sfere della vita personale: si può citare
quale esempio la promozione del tempo
parziale anche per gli uomini e per le persone
in posizioni di responsabilità. Nell’ambito
delle Risorse Umane riveste un ruolo importante
anche la formazione; per questo motivo
il Servizio ha proposto corsi su tematiche quali
la pianificazione della propria carriera o la
diversità nei gruppi di lavoro.
37
Corso teamwork
Il corso “Teamwork: incontrarsi dentro la propria
individualità” è stato lanciato dal Servizio Gender
SUPSI e il Servizio per le pari opportunità USI
a partire dal 2011 per il personale amministrativo
SUPSI e USI.
Questa formazione, realizzata dalla psicologa
ed economista aziendale Raffaella Delcò, ha lo
scopo di fornire le basi teoriche e gli strumenti
metodologici per lavorare efficacemente
in gruppo. In un team, infatti, intervengono
diverse variabili, individuali e collettive,
che possono avere un effetto sugli obiettivi
e i risultati del lavoro in comune.
Riconoscere le dinamiche che entrano in
gioco all’interno di un gruppo è quindi
importante per disinnescare situazioni
conflittuali o stereotipi legati a diversi fattori,
quali il genere, la generazione o la cultura.
Questo corso si inserisce nell’ottica di sviluppo
delle competenze relazionali di collaboratrici
e collaboratori migliorando il clima di lavoro
e la qualità e valorizzando le diversità
all’interno di un team misto al fine di trovare
soluzioni più creative e consone alla realtà.
38
Lorena Frapolli Petrillo, CLIR
In che modo ha potuto mettere in pratica quanto appreso durante
il corso?
Il corso mi ha permesso fin da subito di riflettere sulle relazioni
esistenti fra colleghi e di capire come migliorarle. Grazie ad un esercizio
molto efficace svolto durante il corso, è fortemente emerso
che uno degli errori più comuni che facciamo è quello di interpretare
arbitrariamente i pensieri, le emozioni e i sentimenti delle persone
con cui interagiamo. Questa errata interpretazione ci porta a pensare
o ad agire di conseguenza, creando talvolta tensioni e divergenze
che non hanno ragion d’essere.
Nella vita lavorativa (e non solo) questa consapevolezza mi spinge
a cercare il dialogo (laddove intravvedo la possibile nascita
di incomprensioni) e ad ascoltare senza pregiudizi.
Non è facile ma vale la pena fare uno sforzo al fine, non solo di garantire
un buon clima di lavoro, ma di favorire relazioni interpersonali sane
e serene.
39
Didattica
Oggi è fondamentale che le insegnanti
e gli insegnanti tengano in considerazione
la diversità presente in classe nella
pianificazione dell’insegnamento, nei metodi
e nei materiali didattici, nella gestione,
nell’animazione e nella valutazione della
classe. A causa di una socializzazione
differenziata e percorsi di vita variegati
possono emergere delle differenze di genere,
generazione e cultura che influiscono
sul modo di comunicare e di relazionarsi delle
persone. La letteratura sottolinea ad esempio
che la socializzazione prepara maggiormente
le donne a sviluppare capacità di ascolto
e di attenzione all’altro mentre gli uomini
a mettersi in primo piano e ad occupare
la scena. Si tratta ovviamente di tendenze,
ma averne coscienza permette di vegliare
ad esempio che, in un lavoro di gruppo, il ruolo
di portavoce non sia sistematicamente
attribuito ad un uomo e il ruolo di verbalista
ad una donna o che in classe si sollecitino
in egual misura donne e uomini. Il Servizio
Gender partecipa alle riunioni del gruppo
di lavoro del Servizio didattica e formazione
docenti (SEDIFO) nell’ambito del quale
propone presentazioni e corsi rivolti all’insieme
dei docenti per sensibilizzarli agli effetti
delle differenze in classe e per proporre
indicazioni sulla gestione della diversità.
Questa sensibilizzazione si rivela utile per
prestare una maggiore attenzione alla
partecipazione di studentesse e studenti
in classe e, sul lungo termine, per promuovere
e sostenere scelte di orientamento libere
da stereotipi.
40
Oltre alla formazione dei docenti, il Servizio
Gender ha curato progetti concreti
nell’ambito della didattica. In collaborazione
con il Centre for Languages and International
Relations (CLIR) è stato ad esempio realizzato
il progetto EGGS – English through Gamebased & Gender-oriented Scenarios che
propone un corso di inglese, sensibile alla
dimensione di genere, in modalità blended
learning ossia in parte a distanza, basandosi
sul videogioco online “Mysterycove”, e in
parte in presenza. Il corso, oltre che migliorare
il proprio livello di inglese, permette di
sensibilizzare studentesse e studenti ad una
comunicazione che non veicola stereotipi di
genere e di proporre una didattica differenziata
con tipi di esercizi diversi per rispondere alle
molteplici forme di apprendimento.
Il Servizio ha inoltre offerto consulenza e curato
degli interventi su varie tematiche legate
al genere in corsi e seminari di Bachelor della
SUPSI e in altre scuole del Canton Ticino,
fra cui la Scuola specializzata per le professioni
sanitarie e sociali (SSPSS) e il Liceo di Mendrisio.
Il Servizio Gender non è l’unico promotore
di proposte nell’ambito della didattica
differenziata alla SUPSI, il suo compito è
anche quello di valorizzare le iniziative sorte
nei Dipartimenti: a questo proposito si
presentano due interessanti testimonianze,
una relativa al workshop “Gender e design”
promosso su iniziativa del DACD e una relativa
all’esperienza del Conservatorio della Svizzera
italiana.
41
Workshop “Gender e design”
Il workshop “Gender e design” è una proposta
didattica per studenti e studentesse in
Comunicazione visiva del Dipartimento
ambiente costruzioni e design sorta nell’ambito
del progetto di ricerca “Genderspezifische
Designmethoden” delle SUP seguenti: SUPSI,
ZHdK (Zurigo) e FHNW (Basilea e Aarau).
L’iniziativa è stata lanciata nel 2011 da Cecilia
Liveriero Lavelli, responsabile del Bachelor in
Comunicazione visiva e del workshop fino al 2012.
La sensibilizzazione agli effetti del genere
nella comunicazione visiva nell’ambito del
Workshop si rivolge a studentesse e studenti
che costituiscono le future professioniste
e i futuri professionisti in questo campo. Da
un lato vi è lo scopo di portare l’attenzione
su come le rappresentazioni relative ai ruoli
femminili e maschili in società possono
influire sulla creazione di prodotti di design
(p.es. poster, film, immagini, fotografie
etc.) e, dall’altro lato, di far riflettere sull’impatto
che questi prodotti possono avere sulla
costituzione dell’immaginario relativo ai
ruoli femminili e maschili nella società.
Rappresentare i generi in maniera equa
permette di evitare di rinforzare gli stereotipi
legati al genere e favorisce delle scelte e
degli stili di design più liberi dai cliché in cui
spesso vengono rinchiusi determinati gruppi.
42
Francesca Micheloni, coordinatrice workshop Gender e design
Perché è importante tenere in considerazione gli effetti di genere
nella comunicazione visiva?
Credo che il considerare gli effetti di genere nella comunicazione
visiva sia fondamentale, sia perché sono un indice della tipologia di
target cui ci si riferisce, sia perché influiscono inevitabilmente sulla
tipologia di messaggio che viene veicolato.
Il pubblico di riferimento è elemento fondante della progettazione
di una comunicazione e, come tale, più è delineato con precisione
e rispondenza alla realtà, più permetterà di produrre un elaborato
efficace raggiungendo l’obiettivo preposto.
Nella creazione di una comunicazione però non vi è solo il messaggio
esplicitato ma una serie di livelli di lettura che completano e danno
il significato del messaggio stesso.
Soprattutto in questo ambito della comunicazione spesso la poca
consapevolezza del progettista porta a realizzare lavori assoggettati
a cliché.
La conseguenza è il rischio di diffondere un pensiero ed una accettazione
non consapevole di stereotipi poco costruttivi, contribuendo
all’alimentazione di un immaginario riduttivo di quelle che possono
essere caratteristiche e peculiarità del gender.
Un progettista consapevole della proprio identità di genere e di quella
dei fruitori potrà porsi eticamente in condizione di verificare che
tipologia di messaggio sta veicolando, assumendosi la responsabilità
di produrre una comunicazione visiva funzionale e non offensiva.
Fred Voorhorst, docente workshop Gender e design
In che modo questa proposta didattica sensibilizza studentesse e
studenti a tenere in considerazione il genere nella comunicazione visiva?
The workshop confronted the students with the theme Gender, by
the target segment for whom to design, and also by the organization
of the mixed teams they are working in. The set-up of the workshop,
the organization of the teams and the interaction between the teams
proved very effective in assimilating the gender theme, and turning
this into engaging visual publication.
43
La sensibilità presente al Conservatorio
della Svizzera italiana
Cinzia Cruder, MA, ricercatrice e
collaboratrice
È stato ampiamente dimostrato come
l’apprendimento musicale favorisca l’apertura
mentale, il coinvolgimento intellettuale
ed emotivo, lo sviluppo di abilità motorie
specifiche nonché il miglioramento nel grado di
percezione sensoriale. Va inoltre puntualizzato
che l’apprendimento musicale si svolge in
incontri individuali. Il rapporto maestro-alunno
rappresenta quindi un ambito privilegiato per
lo sviluppo di svariate e molteplici qualità all’interno
di ogni singolo individuo, e questa relazione
consente sia all’alunno sia al maestro di beneficiare
di un grado di flessibilità,e di una profondità
maggiori rispetto all’insegnamento collettivo.
Nell’ambito della musica, il rapporto che si
instaura tra maestro e allievo è molto
più personale, essendovi spesso lezioni a due
nelle quali la fiducia e apertura reciproca
sono fondamentali per un insegnamento
rispettoso della persona, della sua personalità
e delle sue motivazioni come lo rileva la
ricercatrice Cinzia Cruder nella testimonianza
seguente.
La musica è universale; è un modo
di vivere e di esprimersi
indipendente dalla nazionalità,
dalla cultura, dalla religione,
dal sesso o dall’età di chi la pratica.
Non vi sono vincoli di sorta se a
guidare studenti e docenti vi sono
capacità, inclinazione, passione,
impegno e costanza.
Non vi è spazio per alcun tipo di
stereotipo: la scelta dello strumento
è intima e personale mentre
la scelta della scuola è dettata dalla
qualità del corpo docenti - siano
essi uomini o donne - il cui nome
e la cui fama attira studenti
di talento da tutto il mondo.
Alexandra Rossini, Ass. direzione/Resp.
Gender per CSI/SUM
44
45
Consulenze
Avete dubbi in merito alla conciliazione tra
famiglia, studio e lavoro? Volete sapere come
redigere un testo tenendo in considerazione
sia il femminile che il maschile? Siete interessati
a realizzare un lavoro di semestre o la vostra
tesi di Bachelor o di Master su un tema relativo
al genere? Semplicemente siete curiosi o
curiose di saperne di più riguardo all’approccio
di genere e della diversità?
46
Il Servizio è a disposizione di coloro che
desiderano rispondere a queste e altre domande
e possiede una raccolta di documentazione
consultabile su richiesta. Dispone inoltre di
rappresentanti in ogni Dipartimento e Scuola
affiliata della SUPSI che ricoprono il ruolo
di “antenna” nei propri contesti lavorativi:
osservano e analizzano la realtà secondo
un’ottica di genere, fungono da punto
di riferimento e propongono misure adeguate
per integrare la dimensione di genere a tutti
i livelli e in tutte le aree della SUPSI.
Nelle pagine seguenti si presenta l’esempio
di un corso, nato in seguito alla raccolta di input
e esigenze sollevate dal pubblico nell’ambito
delle prestazioni di consulenza.
47
Corso “La pianificazione della carriera
professionale e personale”
Dal 2009 il Servizio Gender, in collaborazione
con il Servizio orientamento SUPSI,
offre il corso “La pianificazione della carriera
professionale e personale” a tutte
le studentesse e tutti gli studenti SUPSI
dell’ultimo anno di Bachelor e Master,
del quarto anno PAP e ai neolaureati per
favorire il loro inserimento nel mercato
del lavoro. Il corso, tenuto da Raffaella Delcò,
psicologa ed economista aziendale
e da Enrico Rossi, responsabile del Servizio
orientamento, dà la possibilità di acquisire
strumenti e tecniche per elaborare il proprio
progetto professionale in accordo con
il progetto di vita. Fare il bilancio dei propri
valori e punti forti, redigere un Curriculum
Vitae, una lettera di presentazione
o gestire un colloquio di lavoro sono solo
alcune delle tematiche affrontate nel corso
che integra anche le testimonianze
di responsabili delle Risorse Umane di aziende
del territorio ticinese e un intervento del
Servizio Gender.
Nell’edizione 2012, ad esempio, sono intervenute
l’Amministrazione federale e la rete di
cooperazione EURES (European Employment
Services), la Radiotelevisione della Svizzera
italiana e Credit Suisse.
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Ennes Bentaïba, partecipante al corso
In che modo il corso l’ha aiutata a pianificare la sua carriera
professionale e personale?
Questi tre anni di formazione alla SUPSI (Lugano) concludono un ciclo
significativo nel mio percorso sia personale che professionale. Alla fine di
ogni fase importante, mi è sempre stato importante poter fare un bilancio
per poter valutare ciò che è stato fatto e ciò che si potrà fare.
Il corso di Pianificazione della carriera professionale e personale mi
ha permesso di fare questo punto della situazione. Ovviamente,
non risponde alla domanda “E ora che cosa faccio?”, ma non è neanche
il suo scopo. Permette in realtà a ciascuno di noi di porsi delle domande
giuste e fondamentali:
◆◆ Come voglio continuare?
◆◆ Come posso proseguire essendo in accordo con me stesso?
◆◆ Conosco ciò di cui ho veramente bisogno?
La prima fase del corso cerca di farci ragionare su quali sono i valori che
ci definiscono per poter prenderne coscienza e mantenerli in mente
quando si cerca un lavoro.
Può sembrare superfluo, ma per chi cerca di vivere in accordo con se
stesso è una fase essenziale per poter dare senso alla propria vita.
La seconda fase cerca di renderci attenti alle aspettative delle aziende
che offrono ai neolaureati un posto di lavoro o di stage.
Ci si (ri)mette le idee in chiaro su come si scrivono una lettera di
motivazione e un curriculum e su come si presenta ad un colloquio
di lavoro.
Nel mio caso è stata la prima fase quella più significativa. In effetti,
la società attuale ci porta sempre a fare ma poco a essere; nemmeno
a fermarsi per porsi quelle domande fondamentali.
Il corso mi ha aiutato a fermarmi, ad affrontare me stesso, a confrontarmi
con lo sguardo degli altri e ad andare alla ricerca dei miei bisogni e dei miei
valori. Mi ha anche portato riconoscere e ad accettare certi bisogni che
fin’ora cercavo di nascondere o altri su cui portavo uno sguardo negativo.
49
Attività con il territorio
Tessere una rete di contatti sul territorio
è importante non solo per lo sviluppo
di determinati progetti, come ad esempio
Promtec, ma anche per l’organizzazione
di eventi che sensibilizzino il pubblico
alle tematiche di genere e della diversità.
50
Grazie alla collaborazione di scuole,
associazioni, servizi ed enti cantonali e
professionali sono stati realizzati
eventi su diversi temi che spaziano, ad
esempio, dalla dimensione di genere
nei media o nella cooperazione e lo sviluppo
al tema della conciliazione famiglia
e lavoro secondo diverse prospettive.
51
Attività con il territorio
Ecco alcuni esempi di eventi realizzati negli
ultimi anni:
◆◆ 6 maggio 2009, “Mosaico delle differenze
coinvolte nel territorio”, in collaborazione
con Associazione Dialogare, Associazione
Svizzera delle Donne Ingegnere,
Federazione Associazioni Femminili Ticino,
Servizio per le pari opportunità USI,
Ufficio cantonale della legislazione, delle
pari opportunità e della trasparenza
e con il DACD. L’evento ha trattato il tema
della pianificazione del territorio secondo
diversi approcci (culturale, sociale
ed economico) mettendo l’accento
sull’importanza di integrare le differenze
di genere, generazione e cultura durante
il processo di pianificazione.
◆◆ 9 giugno 2009, “Diritti umani tra Sud
e Nord: risposte al femminile in Bolivia”,
in collaborazione con il DSAS, la
Federazione delle ONG della Svizzera
italiana (FOSIT) e l’Associazione Interagire.
Attraverso l’esempio della Bolivia,
l’evento ha presentato il modo di operare
delle organizzazioni non governative
attive nell’ambito della parità tra donna
e uomo.
◆◆ 18 marzo 2011, pomeriggio di studio “Voci
e immagini femminili e maschili nei mezzi
di comunicazione”, in collaborazione
con il Servizio per le pari opportunità USI
e Consegna del Premio Ermiza, promosso
dalla Commissione consultiva per le pari
opportunità tra i sessi in collaborazione con
il Servizio Gender SUPSI, il Servizio
per le pari opportunità USI e l’associazione
BPW – Ticino (Business & Professional
Women). Con questo pomeriggio di studio
si è colta l’occasione di far riflettere sul tema
della presenza di uomini e donne nei mezzi
di comunicazione da diverse prospettive. Il
52
premio Ermiza, riproposto ogni due anni,
promuove un’attenzione maggiore
rispetto agli stereotipi di genere veicolati
dai media premiando un servizio televisivo
o radiofonico che porta un’attenzione
particolare alla dimensione di genere.
◆◆ 12 maggio 2011, evento per i 10 anni di
Promtec “Quali le opportunità delle
formazioni e delle professioni tecniche?”,
in collaborazione con la Scuola arti
e mestieri di Trevano. Il decimo anniversario
di Promtec è stata l’occasione per tracciare
un bilancio del progetto, ringraziare tutti
gli attori coinvolti e i sostenitori e lanciare
una discussione sul tema delle possibilità
di formazioni e professioni in ambito tecnico.
◆◆ 27 febbraio 2012, seminario “Interventi
organizzativi in un’ottica di genere”,
in collaborazione con il Servizio per le pari
opportunità USI. Il seminario ha offerto
una panoramica dei principali strumenti
di analisi, intervento e gestione utili
per attivare processi di cambiamento e di
innovazione nelle organizzazioni, al fine
di garantire una maggiore equità di genere.
◆◆ 24 aprile 2012, “Famiglia e lavoro: i genitori
condividono i compiti”, in collaborazione
con la Società impiegati di commercio
del Canton Ticino e la Commissione
consultiva per le pari opportunità tra i sessi.
La manifestazione ha approfondito
il tema della conciliazione tra famiglia e lavoro
dal punto di vista di alcuni attori coinvolti:
la coppia, i datori di lavoro e lo Stato.
Fotografia tratta dal sito
www.nuovofuturo.ch
Approfondimento
La giornata Nuovo futuro
A partire dal 2010 l’Ufficio
cantonale della legislazione,
delle pari opportunità
e della trasparenza ha dato
mandato al Servizio Gender
per realizzare un programma
specifico rivolto alle terze
medie durante la Giornata
federale “Nuovo futuro:
prospettive diverse per
ragazze e ragazzi” (in passato
“Giornata nazionale delle
ragazze”).
Lo scopo di questa giornata
è di scardinare gli stereotipi
che ancora oggi influenzano
le scelte formative e di vita
dei giovani: il programma
prevede infatti per le ragazze
la possibilità di conoscere le
professioni tecniche e per
i ragazzi le professioni in
ambito educativo e sociosanitario. Queste attività sono
rese possibili grazie alla gentile
collaborazione di aziende,
uffici ed enti del territorio
attivi nell’ambito delle
costruzioni e delle tecnologie
innovative quali studi di
architettura e di ingegneria
o aziende del campo
dell’informatica da una parte
e, dall’altra, enti educativi
e socio-sanitari, come per
esempio asili nido e una
struttura ospedaliera dell’Ente
Ospedaliero Cantonale.
Nel 2011 vi è stata
un’impennata nel numero
di iscrizioni alla Giornata,
così come è sensibilmente
aumentato il numero di posti
messi a disposizione
dalle aziende. Questi risultati
attestano l’interesse
da parte di ragazze e ragazzi
e la sensibilità dei datori
di lavoro verso gli obiettivi
della giornata.
53
Conclusione
54
55
Diversità è ricchezza
Sono passati più di 10 anni dall’avvio
dell’avventura “gender” alla SUPSI iniziata
dapprima con la commissione gender e
continuata in seguito con il Servizio omonimo
e una rete sempre più grande di collaborazioni
e sostenitori.
Il Servizio si è guadagnato, nel corso degli anni
con le proprie attività e progetti, un maggiore
riconoscimento sia all’interno della SUPSI
sia sul territorio. Lo scorso anno l’attenzione
della SUPSI alla dimensione di genere e alle
pari opportunità e il lavoro del Servizio Gender
sono stati ricompensati dal Prix Egalité
regionale promosso da SICTicino e vinto in
ex-aequo con l’azienda Chocolat Stella SA.
Il premio è stato senza dubbio un’apprezzata
ricompensa della professionalità del
Servizio ma rileggendo le pagine di questa
pubblicazione ricche di ricordi ed esperienze,
il bilancio più significativo dell’operato del
decennio appena trascorso è reso dalle
testimonianze, dalla voce di chi ha beneficiato
dei nostri progetti, di chi vi ha collaborato,
di chi li ha sostenuti e tutt’ora li sostiene.
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La diffusione delle competenze di gestione
delle differenze di genere all’interno della
SUPSI e la sensibilizzazione sull’importanza
del prestare attenzione a queste differenze,
sono fondamentali per uscire dagli
stereotipi legati ai ruoli femminili e maschili
e permettere veramente a ciascuna
e ciascuno di noi di scegliere liberamente
il proprio percorso formativo e professionale
senza tradire una parte di sé o il proprio
progetto personale. Armonizzare le differenti
sfere della vita è un vantaggio non solo
per il benessere di studentesse e studenti,
collaboratrici e collaboratori ma anche
per la SUPSI, poiché per un’università
professionale la diversità di esperienze del
corpo studentesco e del personale costituisce
un bacino fruttuoso di idee e progetti.
Non è tempo, con questa conclusione, di
scrivere la parola fine alla storia dell’avventura
gender alla SUPSI: alcuni obiettivi sono stati
raggiunti ma ve ne sono altri all’orizzonte.
In particolare nei prossimi quattro anni,
in accordo con l’orientamento dato dalla KFH
(sigla in tedesco della Conferenza dei Rettori
delle Scuole Universitarie Professionali
Svizzere), si apre il capitolo della Diversity.
In continuità con quanto svolto in passato,
si desidera prestare attenzione non solo alla
dimensione di genere ma all’interconnessione
tra questa e l’età, l’origine culturale e l’abilità.
Al centro del lavoro del Servizio vi sarà sempre
la persona con tutte le sue appartenenze:
l’essere donna o uomo, l’avere una
determinata nazionalità, un bagaglio
di conoscenze ed esperienze, l’appartenere
ad una generazione. Per affrontare questa
sfida e proporre progetti e misure concrete
che tocchino l’organizzazione sarà
fondamentale l’impegno e il sostegno della
Direzione SUPSI.
In effetti quando si parla di Diversity
Management vi sono due tranelli da evitare:
da una parte il rischio di ghettizzare il corpo
studentesco e il personale in categorie
stereotipiche lontane dalla realtà (p.es. le
donne, gli uomini i disabili, i giovani, i vecchi)
e dall’altra il rischio di negare le differenze
sulla base dell’equità. È quindi fondamentale
investire risorse affinché la ricchezza della
SUPSI, costituita dal caleidoscopio di persone,
culture professionali e dipartimenti che
la compongono, sia valorizzato e reale fonte
di creatività e innovazione. Non è semplice,
ma è un percorso da affrontare con
dinamismo tendendo verso l’equilibrio tra
le esigenze delle persone che fanno
vivere la SUPSI e le esigenze organizzative
di quest’ultima.
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Glossario
CLIR
Centre for Languages and International Relations (SUPSI)
CSI
Conservatorio della Svizzera italiana (Scuola affiliata SUPSI)
DACD Dipartimento ambiente, costruzioni e design (SUPSI)
DFA Dipartimento formazione e apprendimento (SUPSI)
DSAN Dipartimento sanità (SUPSI)
DSAS Dipartimento scienze aziendali e sociali (SUPSI)
DTI Dipartimento tecnologie innovative (SUPSI)
EGGS
English through Game-based and Gender-oriented Scenarios (SUPSI)
FFHS Fernfachhochschule Brig (Scuola affiliata SUPSI)
MPC
Maturità professionale commerciale
MPT
Maturità professionale tecnica
PAP
Parallelo all’Attività Professionale (modalità di studio alla SUPSI)
RU
Risorse Umane
SAMT Scuola arti e mestieri di Trevano
SEDIFO Servizio didattica e formazione docenti (SUPSI)
STD
Scuola Teatro Dimitri (Scuola affiliata SUPSI)
SUP
Scuola universitaria professionale
SUPSI
Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana
UFFT
Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia
USI Università della Svizzera italiana
58
59
SUPSI, Servizio Gender
Palazzo E, CH-6928 Manno
T +41 (0)58 666 61 53
F +41 (0)58 666 61 01
[email protected]
www.supsi.ch/gender
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