Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana Verso l’equilibrio in movimento! 10 anni del Servizio Gender Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana Verso l’equilibrio in movimento! 10 anni del Servizio Gender Ringraziamenti Editore Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) Redazione SUPSI, Servizio Gender Coordinamento editoriale e impaginazione SUPSI, Comunicazione istituzionale Stampa Fontana Print, Pregassona, Svizzera Tiratura 1’000 copie, stampato su carta certificata FSC © Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana Dicembre 2012 Si ringrazia la Direzione per il sostegno e la promozione del Gender Mainstreaming all’interno della SUPSI. Un ringraziamento particolare è rivolto a Wilma Minoggio, Direttrice DSAS, essendo stato il Servizio sotto la sua diretta responsabilità fino al 2010 e a Nadia Bregoli, attuale capo staff dei Servizi centrali della Direzione. Si ringraziano il team del Servizio Gender, le collaboratrici e i collaboratori SUPSI, le colleghe del Servizio per le pari opportunità dell’USI, i partner e gli attori sul territorio che collaborano e hanno collaborato alle attività e ai progetti e ne hanno reso possibile la realizzazione. Particolare gratitudine va a Cristina Zanini Barzaghi e Martina Fontana, docenti alla SUPSI, Mimi Lepori Bonetti, presidente della Commissione Gender dal 2001 al 2011 e ad Angelika Pesavento, già collaboratrice SUPSI che hanno dato avvio alla Commissione Gender. Si ringraziano Monica Duca Widmer, membro del Consiglio SUPSI e le rappresentanti gender che si sono succedute dal 2001 al 2011: Anna Alinari, Antonietta Colubriale Carone, Ileana Comaschi, Isabelle De LucaSchirrmeister, Alessandra Di Maria, Martina Fontana, Renate Gerritzen, Susanne Knüppel, Cindy Lombardo, Tessa Rosa, Alexandra Rossini, Paola Solcà, Anja Stibane, Cristina Zanini Barzaghi. Un sentito grazie a Cecilia Beti, già collaboratrice del Servizio Gender, il cui apporto al Servizio è stato fondamentale per la professionalizzazione e il consolidamento di Promtec. Inoltre si ringraziano anche Alessandra Altmann, Isabella Cassina, Sara Pettinaroli e Florinda Sauli che hanno condiviso per un tratto di strada l’avventura del Servizio apportando il loro entusiasmo e le loro conoscenze ad alcuni nostri progetti. Si esprime riconoscenza all’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia per l’importante sostegno. Un omaggio è rivolto alle persone intervistate nell’ambito di questa pubblicazione per averci dedicato il loro tempo e per aver condiviso la loro esperienza nonché a Florinda Sauli per il suo prezioso contributo alla redazione; a Cristina Zanini Barzaghi, Martina Fontana e Alexandra Rossini per l’importante apporto alla rilettura dei testi e al team del Servizio comunicazione istituzionale per la progettazione e realizzazione della veste grafica della presente pubblicazione. Non da ultimo, un grazie a voi, lettrici e lettori che leggendo questa pubblicazione contribuite a valorizzare le esperienze e le competenze sviluppate sino ad ora. Indice 6Prefazione 8Introduzione 11 Promozione delle professioni atipiche La linea del tempo 19Presentazione 20Promtec 24PromSAN 26PromEco Conciliazione vita personale, lavoro e/o studio 29Presentazione 30SUPSInido Risorse umane 32 La famiglia si ingrandisce 33 Festa delle famiglie 34 Modalità di studio Flexibility 37Presentazione 38 Didattica 41Presentazione 42 Consulenza Conclusioni Workshop Gender and Design 44 La sensibilità presente al Conservatorio della Svizzera italiana 47Presentazione 48 Attività con il territorio Corso teamwork “La pianificazione della carriera professionale e personale“ 51Presentazione 52 Attività con il territorio 56 Diversità è ricchezza 58Glossario 4 5 Prefazione Fin dalla sua costituzione, abbiamo investito molte energie nell’ambito della promozione delle pari opportunità, riconoscendo la propria responsabilità sociale come istituzione accademica sia in qualità di qualificato datore di lavoro di oltre 800 collaboratrici e collaboratori, sia come ente di ricerca applicata e formazione che coinvolge annualmente 9’000 studentesse e studenti, con un impatto ad ampio spettro nell’intera società. Questa sensibilità, promossa dal Servizio Gender con riferimenti in ogni Dipartimento e scuola affiliata, trova spazio e applicazione a diversi livelli, dallo statuto ai regolamenti del personale, fino ai piani degli studi, orientati alla flessibile conciliazione tra lavoro, studio e famiglia con una serie di misure concrete. 6 Franco Gervasoni Direttore della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana Ne sono interessanti esempi la realizzazione di SUPSI Nido – l’asilo nido istituzionale a disposizione di collaboratori e studenti –, i congedi parentali per madri e padri o l’adesione della SUPSI alla modalità di studio Flexibility che permette di offrire alle studentesse e agli studenti la possibilità di personalizzare il piano di studi a livello di orari, di chiedere congedi o di ottenere un riconoscimento delle competenze extra-universitarie e della loro equivalenza in crediti di formazione. Siamo anche attivi, a fianco delle scuole professionali, delle associazioni di categoria e di altri partner istituzionali, alla promozione di un maggiore equilibrio fra uomini e donne in alcune professioni particolari, convinti che sia un fattore fondamentale in ogni professione per un coerente e proficuo approccio ai problemi e per assicurarne l’effettiva sostenibilità. Esempi in cui abbiamo maturato significative esperienze sono i progetti PROMTEC che vuole promuovere le professioni tecniche presso le giovani ragazze e PROMSAN che mira a far conoscere in maniera più dettagliata e completa le professioni sanitarie, in particolare presso i giovani ragazzi. Per queste e le numerose altre iniziative intraprese e i concreti risultati ottenuti negli ultimi anni, abbiamo ha avuto l’onore di ottenere il Prix Egalité 2011. In occasione della ricorrenza dei 10 anni del Servizio Gender SUPSI possiamo testimoniare come le energie investite nella sensibilizzazione verso le pari opportunità, oltre a offrire benefici concreti alle collaboratrici, ai collaboratori, alle studentesse e agli studenti, sono fonte di vantaggi per l’istituzione nel suo insieme. Un doveroso ringraziamento va quindi a tutti coloro che si sono impegnati a vario titolo in questi 10 anni per concretizzare i progetti descritti e per accrescere così la reputazione della SUPSI quale attrattivo luogo di studio e di lavoro nel nostro Cantone. 7 Introduzione Verso l’equilibrio in movimento! Perché aver scelto questo titolo per la pubblicazione che desidera valorizzare le attività e i progetti realizzati nell’ultimo decennio? Le due parole chiave “equilibrio” e “movimento” che possono apparire di primo acchito in antitesi, sono emerse nella discussione con i designer che hanno curato la veste grafica di questa pubblicazione. Dopo aver ascoltato le nostre spiegazioni riguardo il nostro operato e il senso che desideravamo darle, hanno rilevato che il nostro lavoro è caratterizzato dal dinamismo e la tensione verso la ricerca all’equilibrio. Non avremmo saputo trovare formulazione migliore! In effetti, “equilibrio” è una parola chiave che caratterizza fortemente la nostra attività. Tra i nostri progetti e attività, ve ne sono proprio alcuni che hanno per obiettivo un maggior equilibrio numerico tra studentesse e studenti nei diversi corsi di laurea (vedi pagine 19-27) e nelle differenti posizioni professionali presenti alla SUPSI. 8 Danuscia Tschudi Responsabile Servizio Gender Non è tanto l’equilibrio numerico come valore in sé ma piuttosto la convinzione che la diversità è ricchezza e che possa essere fonte di creatività, innovazione e stimolo allo sviluppo personale, formativo e professionale a guidare proposte e attività. Un altro ambito importante del nostro operato è la proposta di misure (vedi pagine 29-35) tese a favorire un maggior equilibrio tra le diverse sfere della vita di studentesse, studenti, collaboratrici e collaboratori SUPSI. La diversità è sicuramente ricchezza, a patto che vi sia un continuo impegno della direzione nel sostenere una cultura organizzativa che ne favorisca lo sviluppo e che siano diffusi gli strumenti che permettono alle persone di comprendersi e di creare equilibrio tra le diverse opinioni e modi di esprimersi all’interno di gruppi di studio e di lavoro misti. In effetti, in presenza di differenze di genere, età, origine culturale e abilità, possono nascere anche malintesi o conflitti se non si dispone delle competenze sociali e relazionali per farvi fronte. Per questo motivo il Servizio propone, in collaborazione con altri attori, iniziative formative su temi legati alla gestione delle differenze in classe o sul posto di lavoro. La ricerca dell’equilibrio è però sempre dinamica e in continuo movimento poiché le nostre attività si rivolgono a persone che nel corso della loro esperienza formativa e professionale mutano le loro esigenze ed aspettative non solo secondo le differenti fasi della vita ma anche perché la società evolve sempre più velocemente. Nei contenuti della pubblicazione, abbiamo voluto dare voce proprio a coloro che hanno beneficiato in questi anni delle nostre attività e a coloro che le hanno rese possibili collaborandovi e sostenendole. Uno spazio introduttivo di apertura di ogni capitolo è stato dato alle rappresentati gender che in ogni dipartimento operano come fondamentali antenne del Servizio. Le loro citazioni sottolineano aspetti delle attività o l’ideale verso il quale si tende con esse. Tra le seguenti pagine emerge quindi la terza parola chiave che benché non appaia nel titolo non è meno indispensabile per il successo delle attività: la rete. 9 La linea del tempo 10 11 Commissione Gender SUPSI: dieci anni di soddisfazioni Cristina Zanini Barzaghi Ingegnera civile ETH, Docente DACD, delegata Commissione Gender dal 2001 Negli anni novanta ho iniziato ad organizzare in Ticino piccole attività di promozione delle professioni tecniche per ragazze per conto dell’Associazione svizzera delle donne ingegnere 1, riprendendo esperienze analoghe già svolte nel resto della Svizzera. In quegli anni a livello federale si iniziava ad accorgersi che la sottorappresentanza di donne nella scienza e nella tecnica, nella ricerca e nell’insegnamento è una perdita di risorse a livello sociale, economico e formativo. Nel 1999 la Confederazione ha stanziato importanti crediti per promuovere la presenza femminile nelle scuole universitarie e universitarie professionali – approccio che è in seguito evoluto in azioni rivolte sia a donne che a uomini – e ha istituito apposite Commissioni federali di esperte per definire l’utilizzo di tali fondi. Sull’onda di questo intervento federale anche in Ticino è stato possibile avviare importanti progetti nella SUPSI. In qualità di pioniera, nel 2000 sono stata scelta come esperta nella Commissione federale dell’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia, nel contempo ho avviato il progetto Promtec alla SUPSI e sono stata chiamata a partecipare alla neo costituita Commissione Gender SUPSI come delegata dell’allora Dipartimento costruzioni e territorio, ora Dipartimento ambiente, costruzioni e design. Ho seguito perciò assieme alla collega Martina Fontana, docente al Dipartimento tecnologie innovative e pure già presente nell’avviare Promtec, tutti i primi dieci anni di lavoro della Commissione assistendo nel contempo anche alla trasformazione e all’ampliamento della SUPSI. Negli anni molti cambiamenti sono avvenuti sia nella SUPSI sia nella Commissione: si è passati da una piccola scuola di indirizzo prettamente tecnico ad una scuola riconosciuta e apprezzata con numerosi Dipartimenti e Scuole affiliate. La Commissione oggi non svolge più i progetti in proprio come agli albori, ma supporta il Servizio Gender, istituito nel 2005 e integrato inizialmente nel Dipartimento scienze aziendali e sociali e attualmente sotto la Direzione, il quale svolge le variegate attività in modo professionale e trasversale. Il riconoscimento Prix Egalité regionale ricevuto lo scorso anno dimostra che le attività promosse, ben integrate nelle attività SUPSI, sono apprezzate non solo all’interno ma anche all’esterno dell’Università professionale. In dieci anni il Servizio Gender SUPSI è infatti divenuto un centro unico nel suo genere in Ticino con numerose competenze sviluppate nel corso degli anni: un punto di riferimento per tutta la SUPSI e anche per le associazioni femminili, le associazioni professionali, per le altre scuole e per enti pubblici e privati. Spero vivamente che continuerà ad esserlo anche in futuro. Negli anni si sono succedute nella Commissione molte delegate e abbiamo festeggiato anche l’arrivo di numerosi bimbi. Sono stati dieci anni molto arricchenti sia a livello professionale che umano, anche se non è sempre stato facile fare comprendere la necessità dei progetti nell’ambito delle pari opportunità. Abbiamo promosso da subito, con il prezioso aiuto dei crediti federali, progetti concreti e molto apprezzati, ora parte integrante delle attività SUPSI: la promozione delle professioni tecniche Promtec e delle professioni sanitarie PromSAN, le attività per migliorare la conciliabilità fra famiglia e lavoro o famiglia e studio come il modello Flexibility, il supporto alla Direzione nella stesura dei regolamenti del personale, la consulenza diretta al corpo studentesco e docente, come pure a collaboratrici e collaboratori. Inoltre, grazie all’importante sostegno della Direzione SUPSI e agli aiuti finanziari federali per la custodia di bambini complementare alla famiglia è nato SUPSInido, l’asilo nido della SUPSI. Consiglio di visitare il sito www.supsi.ch/gender per conoscere meglio tutto quanto viene offerto. Trovo che sia stata vincente l’impostazione iniziale, discussa intensamente nei primi mesi, di scegliere per la Commissione il nome Gender 2 (e non pari opportunità) e di adottare come slogan “diversità è ricchezza” . Questo approccio, non solo legato all’esigenza di pari opportunità fra uomo e donna, ha permesso una migliore accettazione e integrazione nella SUPSI. Per terminare questi ricordi sparsi vorrei ricordare chi ha messo molto impegno nell’avvio della Commissione: Chiara Simoneschi, già presidente della Commissione Federale per le Questioni Femminili per 10 anni fino al 2008, Mimi Lepori, già membro del Consiglio SUPSI e prima presidente della Commissione, Angelika Pesavento, già collaboratrice SUPSI e prima coordinatrice della Commissione, Danuscia Tschudi e Cecilia Beti, che hanno costituito il primo team del Servizio Gender e hanno dato grande impulso alle attività. Il loro aiuto è stato prezioso come lo è quello di tutte coloro che si sono succedute. Un caro augurio di altri 10 anni di soddisfazioni, per raggiungere al più presto una società più giusta dove non sarà più necessario promuovere le pari opportunità! www.svin.ch “Il termine descrive i ruoli e le relazioni fra i sessi dettati dalla società e definiti dalle condizioni economiche, sociali, politiche e culturali“ in un dato momento (Cit. in Direzione dello Sviluppo e della Cooperazione, Che cos’è?, DSC, Berna, 2003, p.14). 1 2 12 13 La linea del tempo Nasce il progetto delle SUP svizzere Info+Lunch (prevede momenti informativi per le studentesse delle Scuole professionali tecniche sulle possibilità formative e professionali future). Il Dipartimento scienze aziendali e sociali (DSAS) è il primo dipartimento ad implementare la modalità di studio Flexibility per i Bachelor in Economia aziendale e in Lavoro sociale. Nasce il progetto “EGGS – English through Gamebased & Genderoriented Scenarios”, coordinato dal Centre for Languages and International Relations (CLIR). Nasce il progetto PromSANPromozione delle professioni sanitarie. Viene creata la Commissione Gender SUPSI, composta da un/a rappresentante di ogni Dipartimento o Scuola affiliata. Progetto “Gender Mainstreaming alla SUPSI!”, promosso dal Servizio Gender e sostenuto dall’UFFT e dalla Direzione SUPSI. L’approccio del Gender Mainstreaming viene promosso tutt’oggi. La SAMT (Scuola arti e mestieri di Trevano) diventa partner della SUPSI nel progetto Promtec, a partire dall’anno accademico. Viene creato il Servizio Gender SUPSI. Composto dalla delegata gender e da una collaboratrice. La Commissione Gender SUPSI cambia nome in Gruppo di lavoro gender. 2001 2003/2006 2004 2005 2005 2007 2008 2009 2001 2004 2004/2005 2005 2005 2007 2008 2009 Nasce il progetto PromtecPromozione delle professioni tecniche con la prima edizione delle Giornate tecniche per ragazze. Prima edizione della Festa delle famiglie USISUPSI, riproposta annualmente. viene realizzata un’edizione delle Giornate tecniche aperta anche ai ragazzi. Il Servizio Gender diventa un servizio comune USI-SUPSI, viene istituita la Commissione gender USI-SUPSI per elaborare la strategia e le attività da svolgere in comune. Il progetto di un asilo nido per la SUPSI curato dal Servizio Gender si concretizza, SUPSInido, l’asilo nido della SUPSI, apre le porte. Viene pubblicato l’opuscolo “La famiglia si ingrandisce” in collaborazione con il servizio per le pari opportunità dell’Università. A partire dal 2008 il progetto Promtec è sostenuto da SUPSI, SAMT e da sponsor e non beneficia più del sostegno del programma federale per le pari opportunità nelle SUP. Prima edizione del corso “La pianificazione della carriera professionale e personale” in collaborazione con il Servizio orientamento. 14 15 La linea del tempo Il Servizio Gender riceve mandato dall’Ufficio cantonale della legislazione, delle pari opportunità e della trasparenza per implementare alcune attività della Giornata Nuovo Futuro, promossa a livello nazionale. Lancio del workshop “Gender e design” al DACD. Anno di anniversari: ◆◆ Il Servizio Gender festeggia 10 anni ◆◆ Il progetto Promtec compie 10 anni. Modalità di studio Flexibility nel bachelor in Ingegneria informatica, in Comunicazione visiva e in cure infermieristiche. 2010 2011 2011 2012 2011 2011 2011 Si sviluppa il progetto PromECOPromozione delle professioni dell’economia aziendale. Prima edizione del corso “Teamwork” rivolto al personale amministrativo SUPSI. Il Servizio Gender vince il Prix Egalité regionale, il riconoscimento promosso da SIC Ticino che premia le aziende ticinesi che si distinguono in materia di pari opportunità. 16 17 Promozione delle formazioni e delle professioni atipiche Con la promozione delle formazioni e delle professioni atipiche il Servizio Gender intende ampliare le opportunità relative alle scelte professionali e di vita, troppo spesso influenzate dalla tradizionale divisione dei ruoli tra donne e uomini. Si constata, anche alla SUPSI, una maggiore presenza femminile nelle aree pedagogica, sanitaria e sociale e una marcata presenza maschile nell’ambito dell’ingegneria. I progetti Promtec e PromSAN partono dal presupposto che non dovrebbero esistere “professioni da donna” o “professioni da uomo”, e che tutti hanno le stesse possibilità nella formazione. I progetti sensibilizzano le studentesse e gli studenti, le loro famiglie e l’opinione pubblica agli stereotipi di genere legati alle professioni e alle carriere professionali e operano per instaurare un clima di insegnamento e di studio non discriminatorio nei confronti di un genere. Promtec coinvolge il Dipartimento ambiente, costruzioni e design e il Dipartimento tecnologie innovative nei quali vi sono corsi di laurea frequentati in maggioranza da ragazzi mentre PromSAN, il Dipartimento sanità, dove sono le studentesse ad essere più numerose. Dopo 10 anni di attività di Promtec si constata un importante incremento nella proporzione di studentesse nel corso di laurea in Architettura (da 13% nel 2001 a 32% nel 2011) e un aumento in Ingegneria informatica (da 5% nel 2001 a 9% nel 2011). In merito al progetto PromSAN, più giovane rispetto a Promtec poiché attivo a partire dal 2009, sono stati evidenziati risultati incoraggianti in particolar modo nell’aumento del numero di iscrizioni per il corso di laurea in Cure infermieristiche. 18 Oltre a Promtec e PromSAN, il Servizio Gender sostiene il progetto PromECO che coinvolge il Dipartimento scienze aziendali e sociali nella promozione delle carriere professionali soprattutto per le ragazze. Nel corso di laurea in Economia aziendale, con il 57% di ragazzi e il 43% di ragazze nel 2011, la rappresentazione dei generi è abbastanza equa ma si constata all’aumentare del grado di formazione, una diminuzione delle iscritte così come in seguito nell’ambito professionale un numero esiguo di donne nelle posizioni di responsabilità. 19 Promtec ”Promtec – Promozione delle professioni tecniche” è un progetto promosso dal Servizio Gender e dal Dipartimento ambiente, costruzioni e design SUPSI (DACD), dal Dipartimento tecnologie innovative SUPSI (DTI) e dalla Scuola arti e mestieri di Trevano (SAMT). 20 Promtec, nato nel 2001, comprende un ventaglio di moduli che si rivolgono a diversi ordini scolastici del Canton Ticino: Scuole Medie, Scuole professionali (rami tecnici) e SUPSI. Per apportare un maggior equilibrio numerico tra studentesse e studenti nelle formazioni tecniche, Promtec desidera eliminare gli stereotipi e i cliché legati alle professioni tecniche, spesso percepite come fredde, impersonali e troppo complicate, che possono limitare le scelte di orientamento dei ragazzi e soprattutto delle ragazze. Nato come progetto per le ragazze, a partire dal 2004, grazie alla collaborazione con la SAMT e al successo del progetto, è stato possibile ampliare l’offerta di attività anche ai ragazzi. Oltre al modulo storico delle Giornate tecniche per le terze e le quarte medie organizzato in edizioni per ragazze e ragazzi, Promtec comprende oggi proposte quali la rete di studentesse SUPSI, che mette in relazione le studentesse dei corsi di laurea tecnici della SUPSI oppure Info+Lunch, un’attività rivolta alle studentesse delle Scuole professionali tecniche che offre, durante la pausa di mezzogiorno, dei momenti informativi con testimonianze di professioniste nei rami tecnici (ingegneria e architettura). “La tecnica è tradizionalmente considerata prerogativa degli uomini. Durante le giornate tecniche è emerso in modo lampante come ciò sia semplicemente uno stereotipo. L’entusiasmo, la passione e la precisione dimostrata dalle ragazze di fronte all’assemblaggio di un componente elettronico piuttosto che alla compilazione di un programma informatico ha reso evidente come la tecnica sia indipendente dal sesso di chi la pratica. Si tratta solo di aver coraggio nell’assecondare le proprie capacità intellettuali.” Martina Fontana, rappresentante gender per il DTI Approfondimento Vittoria Calabretta, responsabile Promtec SUPSI e Cecilia Beti, vicedirettrice della SAMT. Una caratteristica determinante per il successo di Promtec risiede nel sostegno da parte di un’estesa rete sul territorio. Promtec coinvolge, oltre alla Scuola arti e mestieri di Trevano, partner dal 2004, diversi attori: datori di lavoro privati e pubblici, uffici cantonali, associazioni e sponsor. Gli sponsor, oltre che finanziare il progetto, vi aderiscono in maniera attiva, ad esempio mettendo a disposizione testimonianze sul mondo del lavoro e partecipando alle attività di Promtec. Fino ad oggi il progetto è stato sostenuto dai seguenti sponsor: Divisione della formazione professionale, Gruppo Specializzato per Lavori in Sotterraneo della SIA, il pool delle tre aziende IFEC consulenze sa, More Engineering e Siplus, Ordine ingegneri e architetti del Canton Ticino, Società Svizzera Impresari Costruttori Sezione Ticino, Studio Borlini & Zanini SA, Studio Lombardi SA Ingegneri Consulenti di Minusio e Swiss Engineering ATS Ticino. Promtec dispone inoltre di una rete di collaborazioni, variabile a seconda di obiettivi specifici, fra cui citiamo l’Associazione Svizzera delle Donne Ingegnere, l’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale del Canton Ticino e l’Ufficio per l’insegnamento medio del Canton Ticino. Anche le famiglie delle studentesse e degli studenti ai quali il progetto si rivolge sono un importante tassello coinvolto nelle attività: il loro sostegno è infatti fondamentale per ragazze e ragazzi che si apprestano a compiere scelte formative e professionali importanti. È grazie a questa estesa rete di collaborazioni che Promtec ha potuto crescere e svilupparsi andando incontro alle esigenze multiple dei vari attori coinvolti. 21 Promtec Le attività alla FFHS Renate Gerritzen, rappresentante gender FFHS Briga. Die FFHS- Fernfachhochschule Schweiz, Mitglied der SUPSI, legt im Bereich der GENDER-/ Diversity- Orientierung besondere Akzente. Das höchst flexible Ausbildungskonzept ist bereits prädestiniert, um bildungsinteressierten Personen, neben Berufsarbeit oder Familienbetreuung, eine Hochschul-Ausbildung zu ermöglichen. Der grosse Selbststudienanteil, präzise Lernvorgaben, intensiver Austausch und Betreuung über die Lernplattform, kleine Gruppen, Orts- und Zeitunabhängigkeit und Wahl zwischen vier regionalen Zentren machen dies möglich. 22 In der Periode 2008 - 2011/12 werden wir zusätzlich im Rahmen eines GENDERProgrammes vom Bund unterstützt. Geplant ist die Steigerung des Frauenanteils in den technisch orientierten Bachelorstudiengängen der FFHS (Informatik, Wirtschaftsinformatik, Wirtschaftsingenieurwesen) um 30%. Massnahmen, wie gender-konforme Modulpläne und Unterrichtsmaterialien, bewusste Suche nach weiblichen Dozierenden für technische Disziplinen, Seminarangebote zur Potenzial-Erkennung, Zusammenarbeit mit Frauenorganisationen und technischen Verbänden, Inseraten in Familien- und Frauen-Journalen und letztlich dem Angebot von Frauenklassen, sind nur bedingt erfolgversprechend. Das Interesse für Technik muss bereits in der Kindphase, spätestens in der obligatorischen Schulzeit gelegt und gefördert werden, und zwar für Mädchen und Jungen! Sandra Gabaglio, ex partecipante e animatrice delle attività Promtec al Dipartimento tecnologie innovative. In che modo ha beneficiato delle attività di Promtec? “La mia esperienza con Promtec è cominciata in terza media, quando ho partecipato come allieva alle giornate tecniche e più tardi agli Info+lunch organizzati alla Scuola d’Arti e Mestieri di Trevano e al Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI di Manno. Queste attività mi hanno permesso di conoscere più da vicino il mondo dell’informatica e l’offerta formativa proposta nel nostro Cantone, convincendomi quindi a seguire questo percorso professionale. Ancora prima di concludere la mia formazione ho avuto la possibilità di animare queste giornate trasmettendo il mio entusiasmo per la professione scelta a possibili future/i studentesse/i”. Nicola Nembrini, vice presidente OTIA Perché un’associazione o un’azienda dovrebbe sostenere Promtec? In generale in Svizzera e in Ticino si nota da anni una mancanza di personale qualificato nei settori della tecnica, dell’industria e dei servizi. Le aziende hanno spesso difficoltà nel reperire nuovi collaboratori nel campo dell’ingegneria (in quasi tutti i settori) e sono spesso portate a rivolgersi all’estero dato che il bacino di nuove figure professionali formate e di alto livello in Ticino risulta essere insufficiente a coprire le esigenze. Il progetto Promtec in questo contesto risulta essere estremamente importante per poter avvicinare le studentesse e gli studenti ai campi della formazione tecnica a tutti i livelli, in particolare quello superiore. Da una parte perché permette di mostrare che l’accesso a queste professioni è aperto ad entrambi i generi femminile e maschile senza alcuna preclusione, dall’altra permette di mostrare quali possibili strade possono aprirsi a coloro che scelgono di intraprendere questo stimolante e valido percorso professionale. È importante poter rimarcare che la scelta di un percorso di formazione tecnologico non preclude (anzi amplifica) ulteriori sviluppi in ambito del management, della conduzione aziendale, della gestione di personale o del project management, come pure può permettere evoluzioni verso diversi settori in ambito imprenditoriale. Le solide basi scolastiche apprese abbinate alle competenze tecniche e pratiche rappresentano già alla prima esperienza lavorativa un valido insieme di esperienza e strumenti per permettere un rapido inserimento nel contesto lavorativo con produttività qualitativa subito elevata. Solitamente sono già inoltre chiare le basi per l’evoluzione del singolo all’interno di piani di carriera che possono essere pensati nelle aziende già dal primo impiego su questo tipo di profili, a beneficio certamente dell’azienda stessa e del contesto nel quale si opera. Per questo motivo, le associazioni professionali di categoria, come OTIA (ordine ticinese degli ingegneri e degli architetti) appoggiano il progetto Promtec, che da anni mostra anche con cifre concrete il proprio successo, ritenendolo un valido strumento di promozione verso le professioni rappresentate dall’ordine oltre che un mezzo per avvicinare anche le aziende al mondo dell’apprendimento, permettendo così di creare interscambio professionale che crea valore ed eccellenza. 23 PromSAN “PromSAN – Promozione delle professioni sanitarie” è un progetto promosso dal Servizio Gender e dal Dipartimento sanità SUPSI (DSAN). Il progetto PromSAN, attivo dal 2008, nasce dalla costatazione che sono soprattutto le ragazze che intraprendono una formazione in ambito sanitario mentre si contano pochissimi ragazzi. Inoltre, le professioni sanitarie, proprio perché considerate tipicamente femminili, sono purtroppo meno valorizzate e se ne conoscono meno le potenzialità e le prospettive di carriera rispetto ad altre professioni. Gli obiettivi del progetto intendono scardinare gli stereotipi di genere che definiscono le professioni sanitarie come essenzialmente femminili, incrementare il numero di ragazzi nelle formazioni sanitarie SUPSI e far conoscere i percorsi di carriera in quest’ambito, soprattutto per il pubblico femminile. A tale scopo PromSAN è presente nei Licei, nella Scuola Cantonale di Commercio e nella Scuola Specializzata per le Professioni Sanitarie e Sociali con stand informativi durante i momenti dedicati all’orientamento e ha realizzato dei video promozionali sulle carriere in ambito sanitario e sugli stage all’estero offerti durante la formazione al DSAN. 24 “Elemento centrale delle professioni sanitarie è “la cura”. Quest’ultima è un concetto con molteplici sfaccettature che si estendono dall’autocura al prendersi cura del proprio prossimo alle cure professionali. Senza cura non c’è vita. Le donne hanno coltivato e sviluppato la capacità della cura nel corso degli ultimi secoli. A livello professionale, da tempo però anche gli uomini hanno creato il loro spazio e arricchiscono cosi la dimensione della cura. Le sfide sanitarie odierne e future richiedono risposte fornite da professionisti, donne e uomini, preparati anche a livello accademico.” Susanne Knüppel, rappresentante Gender DSAN Susanne Knüppel, capo progetto PromSAN Qual è il bilancio di PromSAN? (accento su risultati e sfide future) Il primo passo del progetto PromSAN era quello di fare conoscere la reale immagine delle professioni sanitarie e il loro potenziale di sviluppo tramite un opuscolo informativo, la capillare presenze con stand, eventi informativi e atelier rivolti agli studenti e studentesse dei licei e delle scuole di commercio. Lo scopo del progetto PromSAN è di attirare l’attenzione sulle professioni sanitarie e di illustrare il loro inserimento nel mondo di lavoro. L’idea è quella di valorizzare gli aspetti legati alla cura e le relazioni umane mettendo in luce però anche tutti gli aspetti tecnici e scientifici altrettanto importanti per un agire professionale competente. Troppo spesso ancora si identificano queste professioni con un’immagine stereotipata che, per esempio, dipinge la professione dell’infermiera come una professione esecutiva nella quale si eseguono gli ordini medici. In realtà, da tempo, tale immagine è superata e le infermiere e gli infermieri assumono un ruolo autonomo supportato da una grande bagaglio di competenze. Quest’anno con dei piccoli filmati sul sito web composti da testimonianze legate agli stage all’estero e la pratica professionale si è aperto un altro canale di comunicazione più vicino al pubblico dei giovani. Modificare le rappresentazioni individuali e sociali non avviene dall’oggi al domani e necessita di differenti approcci. La sfida del progetto è di creare delle opportunità di incontro vicino ai giovani per svegliare in loro la curiosità per il mondo della sanità. Oltre ciò si rivolge alle persone interessate alle professioni sanitarie rispondendo ai loro quesiti permettendo così una reale scelta professionale basata sui propri interessi e potenzialità. Il bilancio del progetto è sicuramente positivo, siamo all’inizio, la strada è stata aperta ma il percorso è ancora lungo. Continuità e creatività dovranno essere gli slogan che guideranno il progetto anche in futuro. Mattia Jurietti, laureato in Cure infermieristiche alla SUPSI Quali effetti ha avuto sulla sua scelta il fatto che le formazioni e le professioni in ambito sanitario sono considerate essenzialmente femminili? “Sono una persona che è abituata a sorvolare il pregiudizio, ad evitare semplici classificazioni di genere. La professione infermieristica, la storia insegna, ha subito profonde trasformazioni; il suo ruolo è mutato ed è in costante movimento. In questo periodo storico non ritengo ci debbano essere delle difficoltà particolari o dei limiti che influenzino in maniera negativa l’essere uomo nell’affrontare la scelta della professione infermieristica o sanitaria. Un fatto reale è che vi è una maggioranza di personale femminile ma questo non è un problema. Uomo o donna? A me non interessa. L’importante è il lavoro, l’attitudine, l’attenzione. Non esistono a mio avviso caratteristiche preponderanti, se non alcune mere distinzioni fisiche tra i due sessi. Esistono donne con caratteristiche “maschili”, associate per esempio all’iniziativa, all’azione... come esistono uomini più “femminili”, più riflessivi, sensibili. Chi pensa che l’infermiere, l’assistente di cura, l’OSS (operatore sociosanitario), o l’OSA (operatore socio assistenziale) siano professioni femminili direi che nutre un senso ed un concetto che ad oggi appare ormai ampiamente superato e non più attuabile; fallimentare nelle costruzioni di significato e di codifica della realtà”. 25 PromECO “PromECO – Promozione delle professioni in ambito economico aziendale” è un progetto del Servizio Gender e del Dipartimento scienze aziendali e sociali. PromECO, attivo dal 2011, ha lo scopo di incentivare soprattutto il pubblico femminile a proseguire gli studi in Economia aziendale alla SUPSI e pianificare la propria carriera in ambito economico. Il progetto si rivolge in particolar modo a ragazze e ragazzi che stanno conseguendo una Maturità professionale commerciale (MPC). Infatti ci sono molte meno ragazze che ragazzi che proseguono i propri studi in una SUP e questo benché le studentesse detentrici di una MPC siano spesso in maggioranza rispetto ai ragazzi. Nel 2011 sono state realizzate le prime testimonianze di studentesse e studenti del bachelor in economia aziendale nelle Scuole commerciali professionali e alla Scuola cantonale di commercio al fine di dare a ragazze e ragazzi degli esempi di donne e uomini che hanno proseguito gli studi alla SUPSI. 26 “Rispetto ad altre formazioni e professioni, nell’area dell’economia aziendale sembra emergere un certo equilibrio tra il numero di uomini e il numero di donne. Analizzando il fenomeno con maggiore attenzione, si constata che all’avanzare del percorso formativo (Maturità – Bachelor – Master) si riduce la percentuale di donne rispetto agli uomini.” Cindy Lombardo, rappresentante gender DSAS Approfondimento Ricerca tasso di passaggio MPC-SUP. In Svizzera ci sono più ragazze che ragazzi che conseguono una Maturità professionale commerciale (MPC), eppure a proseguire il proprio percorso formativo in una Scuola universitaria professionale sono soprattutto i ragazzi. A cosa si può ricondurre questa differenza? In che modo le studentesse e gli studenti scelgono di proseguire i propri studi in una SUP o, piuttosto, di entrare direttamente nel mondo del lavoro? A partire da giugno 2012 al DSAS è stata lanciata una ricerca sul tasso di passaggio MPC – SUP e in particolar modo nel corso di laurea in Economia aziendale SUPSI. In tutta la Svizzera si constata infatti un diverso tasso di passaggio MPC-SUP a seconda del genere. In Ticino, nel 2009 il tasso di passaggio immediato (cioè la percentuale di studentesse e studenti che si iscrivono alla SUPSI l’anno successivo al conseguimento della maturità) era del 14% per le ragazze e del 20% per i ragazzi, mentre nel 2008 del 10% per le ragazze e del 19% per i ragazzi. La ricerca si focalizza su due elementi: da una parte, l’impatto delle norme di genere sul progetto professionale e personale di ragazze e ragazzi e, dall’altra, l’influenza sulle motivazioni dei giovani da parte degli attori coinvolti nella scelta di proseguire gli studi (la famiglia, il gruppo di pari, la scuola, le orientatrici e gli orientatori). I risultati della ricerca saranno diffusi nel 2013. 27 Conciliazione tra vita personale, lavoro e/o studio Un punto cardine del lavoro del Servizio Gender è l’offerta di attività, misure e strumenti che favoriscono l’armonizzazione tra vita personale, lavoro e/o studio di collaboratrici, collaboratori, studentesse e studenti. Sono stati lanciati progetti concreti e azioni per facilitare e sensibilizzare all’importanza della condivisione dei compiti tra donne e uomini, sia in casa che al lavoro o durante gli studi, come per esempio l’asilo nido SUPSInido oppure l’integrazione della modalità di studio Flexibility nei corsi di laurea SUPSI. 28 Investire nella conciliazione tra vita personale, lavoro e studio risulta proficuo per tutte le parti coinvolte: per le collaboratrici, i collaboratori, le studentesse e gli studenti che sviluppano al meglio il proprio potenziale e beneficiano di condizioni di lavoro e di studio favorevoli e per la SUPSI che può contare su dipendenti, studentesse e studenti più motivati ed efficaci. 29 SUPSInido SUPSInido, aperto nel 2005, è l’asilo nido della SUPSI. Esso risponde alla necessità di armonizzare impegni familiari, lavorativi e formativi di collaboratrici, collaboratori, studentesse e studenti SUPSI. Situato a Manno, SUPSInido dispone di 21 posti e ospita sia bambini di famiglie interne alla SUPSI che bambini di famiglie esterne di età compresa tra i 4 mesi e i 3 o 4 anni. Gli ampi e luminosi spazi offerti ai piccoli utenti, una linea pedagogica improntata sullo sviluppo personale del bambino e un’équipe educativa qualificata fanno di SUPSInido il fiore all’occhiello della SUPSI in materia di conciliazione tra famiglia, studio e lavoro. “Abbiamo recentemente appurato l’esigenza delle persone che studiano o lavorano al DFA di disporre di posti in asili nido nelle vicinanze del dipartimento, in quanto SUPSInido, ubicato a Manno, è troppo distante. Siccome la presenza di strutture per la prima infanzia è limitata, auspichiamo di poter realizzare una sede di SUPSInido a Locarno con un servizio di pari qualità a quello di Manno. Intravediamo in questa iniziativa anche la possibilità di federare la comunità del DFA attorno ad un progetto che raccoglie sostegno ed entusiasmo”. Alessandra Di Maria, rappresentante Gender DFA 30 Diego Lunati, padre di 2 figli che hanno frequentato SUPSInido In che modo SUPSInido aiuta voi genitori a conciliare famiglia e lavoro/studio? A giugno 2011, Sofia – la nostra secondogenita – ha salutato il suo “asilo-nilo” per affrontare la scuola dell’infanzia. Prima di lei, Matteo, ha fatto lo stesso percorso. In buona sostanza, abbiamo seguito da vicino i primi 6 anni di storia di SUPSInido, imparando a conoscere bene il personale, il sistema educativo e le attività svolte. Credo di non sbagliare dicendo che è relativamente facile tenere in custodia dei bambini piccoli per 10 ore, ma ciò che rende difficile questo compito è farlo in modo amorevole (oltre che professionale), seguendo una linea educativa chiara e rispettando le individualità dei bambini o le loro abitudini familiari. Per questo motivo, come genitore, sarò sempre riconoscente per l’indispensabile aiuto che SUPSInido ha saputo offrire alla nostra famiglia, non solo per consentirci di conciliare lavoro e custodia dei figli, ma anche per il complemento pedagogico ricevuto dai bimbi nel (molto) tempo trascorso all’asilo. Elena Giambini Barutta, responsabile SUPSInido Quali sono gli obiettivi di SUPSInido? SUPSInido è un servizio aperto dal 2005 rivolto ai bambini nella fascia d’età 4-36/48 mesi e ai loro genitori. Il nucleo essenziale del lavoro al nido è di consentire al bambino di sviluppare legami significativi (oltre a quelli famigliari) e di garantirgli una “base sicura” per la costruzione del sé e delle sue competenze. Questo importante “processo” si sviluppa attraverso la relazione con la famiglia a partire dal momento dell’accoglienza (accoglienza delle emozioni), inteso come modo di porsi, di stare e di agire nelle relazioni e nella costante comunicazione e collaborazione tra nido e genitori. La pedagogia del nido è basata in primo luogo sulla relazione: genitore-bambino, bambino-gruppo di bambini e gruppo educativo. Il nido ha quindi una triplice valenza: educativa per il bambino, formativa per gli adulti e di supporto alla funzione genitoriale. Un secondo aspetto che emerge come parte integrante del progetto pedagogico di SUPSInido è il lavoro di cura che rappresenta l’aspetto qualificante dell’attività educativa con il bambino. Prendersi cura del corpo del bambino significa prendersi cura dei suoi bisogni fisici e psichici. Terzo elemento considerato pure un luogo di relazione è lo spazio, pensato e organizzato, ricco di opportunità e di materiali per la sperimentazione e l’evoluzione delle competenze del bambino nelle sue varie fasi di sviluppo. 31 La famiglia si ingrandisce Festa delle famiglie “La famiglia si ingrandisce” è una pubblicazione del Servizio Gender in collaborazione con il Servizio per le pari opportunità USI. Si rivolge a persone che studiano o lavorano alla SUPSI e all’USI confrontate con impegni familiari quali la cura dei figli o di altri membri della famiglia. “La famiglia si ingrandisce” è un valido strumento per promuovere una cultura della conciliabilità tra impegni familiari, professionali e/o di studio: contiene infatti informazioni utili e riassume le normative a livello federale, cantonale e interne alla SUPSI su tematiche quali la gravidanza e la maternità, aiuti ai quali hanno diritto i genitori, assenze e congedi e proposte di accoglienza per l’infanzia. Ogni anno il Servizio Gender, in collaborazione con il Servizio per le pari opportunità USI, organizza la Festa delle famiglie SUPSI-USI. Si tratta di un momento conviviale di ritrovo e di scambio per le famiglie di collaboratrici, collaboratori, studentesse e studenti dei due atenei e viene ospitato ad anni alterni negli spazi della SUPSI e dell’USI. Durante la festa diverse attività creative e animazioni teatrali e musicali sono proposte a grandi e piccoli. La famiglia si ingrandisce Servizio Gender Contatto Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana T +41 (0)58 666 61 53 F +41 (0)58 666 61 01 [email protected] www.supsi.ch/gender 32 33 Modalità di studio Flexibility Ilaria Mencarani, diplomanda in Lavoro sociale Perché ha scelto la modalità di studio Flexibility? “Hanno programmato gli orari di inizio e la frequentazione dei moduli affinché non si rinunciasse troppo a fare la mamma e per non destabilizzare l’equilibrio del bambino. Per esempio iniziare alle 8.45, che è un orario perfetto se un bambino va alle elementari o prende il bus e finire al massimo alle 16.15”. La SUPSI propone per alcuni dei suoi corsi di laurea la modalità di studio Flexibility che permette di conciliare lo studio con altri impegni extra-formativi, quali ad esempio la famiglia, una carriera sportiva, artistica, musicale o militare. Le sue caratteristiche consistono in un piano di studio più flessibile e nella possibilità di beneficiare, se necessario, di un periodo di congedo. Matteo Ballabio, studente in Lavoro sociale e musicista “Ho scelto di fare due formazioni perché ho la passione per tutti e due i mondi, non perché avevo bisogno di avere un altro lavoro oltre alla musica”. 34 La modalità Flexibility è attualmente offerta nei corsi di laurea in Lavoro sociale ed Economia aziendale al DSAS e, a partire dall’anno accademico 2012/13, in Ingegneria informatica al DTI, in Comunicazione visiva al DACD e in Cure infermieristiche al DSAN. Si intende estendere gradualmente l’offerta anche agli altri corsi di laurea SUPSI. La modalità Flexibility agevola la scelta di continuare gli studi permettendo nel contempo di occuparsi della famiglia o di seguire la propria passione. In ambito economico, dove c’è un importante numero di ragazze che detengono una MPC ma che non proseguono immediatamente gli studi dopo l’ottenimento della maturità, la modalità Flexibility va incontro alle esigenze di conciliazione, sostenendo così gli obiettivi perseguiti con PromECO. Come sottolineato da Monica Pongelli e Pascal Fara, responsabili rispettivamente del corso di laurea in Economia aziendale e in Lavoro sociale, pionieri nell’introduzione della modalità Flexibility alla SUPSI, questa misura, oltre che ad aumentare il numero di studentesse e studenti e a renderli più motivati e indipendenti promuove un’immagine della SUPSI come scuola attenta alle esigenze del corpo studentesco e all’evoluzione dei bisogni della società. Estratti dalla puntata de “Il Quotidiano”, 8 marzo 2012, in onda sulla RSI. Loris Voneschen, studente Economia aziendale Quali sono i benefici della modalità Flexibility? “Ho l’opportunità di frequentare una formazione universitaria senza dover rinunciare alla mia passione: lo sport. Riesco a conciliare bene i miei due impegni”. 35 Risorse umane Nel mondo del lavoro non c’è una ripartizione numerica equa tra donne e uomini sia orizzontalmente – ci sono infatti settori a prevalenza femminile (sanità, lavoro sociale, servizi alla persona, amministrazione etc.) e settori a prevalenza maschile (ad es. settore tecnico) – sia verticalmente poiché le donne occupano generalmente le posizioni più in basso nella scala gerarchica e sono molto meno presenti degli uomini nelle posizioni ai vertici. Il Servizio Gender promuove misure specifiche in collaborazione con le Risorse Umane con lo scopo di raggiungere un’equa rappresentazione dei generi in tutti i settori e a tutti i livelli della SUPSI. In futuro si intende proporre delle indicazioni chiare concernenti i processi di assunzione selettiva e di promozione del personale per evitare l’insorgere di stereotipi che possono influire sull’assunzione o sul percorso di carriera di collaboratrici e collaboratori. 36 Alla SUPSI, inoltre, vi è un’importante sostegno ad un’organizzazione che facilita l’armonizzazione tra la sfera professionale e le altre sfere della vita personale: si può citare quale esempio la promozione del tempo parziale anche per gli uomini e per le persone in posizioni di responsabilità. Nell’ambito delle Risorse Umane riveste un ruolo importante anche la formazione; per questo motivo il Servizio ha proposto corsi su tematiche quali la pianificazione della propria carriera o la diversità nei gruppi di lavoro. 37 Corso teamwork Il corso “Teamwork: incontrarsi dentro la propria individualità” è stato lanciato dal Servizio Gender SUPSI e il Servizio per le pari opportunità USI a partire dal 2011 per il personale amministrativo SUPSI e USI. Questa formazione, realizzata dalla psicologa ed economista aziendale Raffaella Delcò, ha lo scopo di fornire le basi teoriche e gli strumenti metodologici per lavorare efficacemente in gruppo. In un team, infatti, intervengono diverse variabili, individuali e collettive, che possono avere un effetto sugli obiettivi e i risultati del lavoro in comune. Riconoscere le dinamiche che entrano in gioco all’interno di un gruppo è quindi importante per disinnescare situazioni conflittuali o stereotipi legati a diversi fattori, quali il genere, la generazione o la cultura. Questo corso si inserisce nell’ottica di sviluppo delle competenze relazionali di collaboratrici e collaboratori migliorando il clima di lavoro e la qualità e valorizzando le diversità all’interno di un team misto al fine di trovare soluzioni più creative e consone alla realtà. 38 Lorena Frapolli Petrillo, CLIR In che modo ha potuto mettere in pratica quanto appreso durante il corso? Il corso mi ha permesso fin da subito di riflettere sulle relazioni esistenti fra colleghi e di capire come migliorarle. Grazie ad un esercizio molto efficace svolto durante il corso, è fortemente emerso che uno degli errori più comuni che facciamo è quello di interpretare arbitrariamente i pensieri, le emozioni e i sentimenti delle persone con cui interagiamo. Questa errata interpretazione ci porta a pensare o ad agire di conseguenza, creando talvolta tensioni e divergenze che non hanno ragion d’essere. Nella vita lavorativa (e non solo) questa consapevolezza mi spinge a cercare il dialogo (laddove intravvedo la possibile nascita di incomprensioni) e ad ascoltare senza pregiudizi. Non è facile ma vale la pena fare uno sforzo al fine, non solo di garantire un buon clima di lavoro, ma di favorire relazioni interpersonali sane e serene. 39 Didattica Oggi è fondamentale che le insegnanti e gli insegnanti tengano in considerazione la diversità presente in classe nella pianificazione dell’insegnamento, nei metodi e nei materiali didattici, nella gestione, nell’animazione e nella valutazione della classe. A causa di una socializzazione differenziata e percorsi di vita variegati possono emergere delle differenze di genere, generazione e cultura che influiscono sul modo di comunicare e di relazionarsi delle persone. La letteratura sottolinea ad esempio che la socializzazione prepara maggiormente le donne a sviluppare capacità di ascolto e di attenzione all’altro mentre gli uomini a mettersi in primo piano e ad occupare la scena. Si tratta ovviamente di tendenze, ma averne coscienza permette di vegliare ad esempio che, in un lavoro di gruppo, il ruolo di portavoce non sia sistematicamente attribuito ad un uomo e il ruolo di verbalista ad una donna o che in classe si sollecitino in egual misura donne e uomini. Il Servizio Gender partecipa alle riunioni del gruppo di lavoro del Servizio didattica e formazione docenti (SEDIFO) nell’ambito del quale propone presentazioni e corsi rivolti all’insieme dei docenti per sensibilizzarli agli effetti delle differenze in classe e per proporre indicazioni sulla gestione della diversità. Questa sensibilizzazione si rivela utile per prestare una maggiore attenzione alla partecipazione di studentesse e studenti in classe e, sul lungo termine, per promuovere e sostenere scelte di orientamento libere da stereotipi. 40 Oltre alla formazione dei docenti, il Servizio Gender ha curato progetti concreti nell’ambito della didattica. In collaborazione con il Centre for Languages and International Relations (CLIR) è stato ad esempio realizzato il progetto EGGS – English through Gamebased & Gender-oriented Scenarios che propone un corso di inglese, sensibile alla dimensione di genere, in modalità blended learning ossia in parte a distanza, basandosi sul videogioco online “Mysterycove”, e in parte in presenza. Il corso, oltre che migliorare il proprio livello di inglese, permette di sensibilizzare studentesse e studenti ad una comunicazione che non veicola stereotipi di genere e di proporre una didattica differenziata con tipi di esercizi diversi per rispondere alle molteplici forme di apprendimento. Il Servizio ha inoltre offerto consulenza e curato degli interventi su varie tematiche legate al genere in corsi e seminari di Bachelor della SUPSI e in altre scuole del Canton Ticino, fra cui la Scuola specializzata per le professioni sanitarie e sociali (SSPSS) e il Liceo di Mendrisio. Il Servizio Gender non è l’unico promotore di proposte nell’ambito della didattica differenziata alla SUPSI, il suo compito è anche quello di valorizzare le iniziative sorte nei Dipartimenti: a questo proposito si presentano due interessanti testimonianze, una relativa al workshop “Gender e design” promosso su iniziativa del DACD e una relativa all’esperienza del Conservatorio della Svizzera italiana. 41 Workshop “Gender e design” Il workshop “Gender e design” è una proposta didattica per studenti e studentesse in Comunicazione visiva del Dipartimento ambiente costruzioni e design sorta nell’ambito del progetto di ricerca “Genderspezifische Designmethoden” delle SUP seguenti: SUPSI, ZHdK (Zurigo) e FHNW (Basilea e Aarau). L’iniziativa è stata lanciata nel 2011 da Cecilia Liveriero Lavelli, responsabile del Bachelor in Comunicazione visiva e del workshop fino al 2012. La sensibilizzazione agli effetti del genere nella comunicazione visiva nell’ambito del Workshop si rivolge a studentesse e studenti che costituiscono le future professioniste e i futuri professionisti in questo campo. Da un lato vi è lo scopo di portare l’attenzione su come le rappresentazioni relative ai ruoli femminili e maschili in società possono influire sulla creazione di prodotti di design (p.es. poster, film, immagini, fotografie etc.) e, dall’altro lato, di far riflettere sull’impatto che questi prodotti possono avere sulla costituzione dell’immaginario relativo ai ruoli femminili e maschili nella società. Rappresentare i generi in maniera equa permette di evitare di rinforzare gli stereotipi legati al genere e favorisce delle scelte e degli stili di design più liberi dai cliché in cui spesso vengono rinchiusi determinati gruppi. 42 Francesca Micheloni, coordinatrice workshop Gender e design Perché è importante tenere in considerazione gli effetti di genere nella comunicazione visiva? Credo che il considerare gli effetti di genere nella comunicazione visiva sia fondamentale, sia perché sono un indice della tipologia di target cui ci si riferisce, sia perché influiscono inevitabilmente sulla tipologia di messaggio che viene veicolato. Il pubblico di riferimento è elemento fondante della progettazione di una comunicazione e, come tale, più è delineato con precisione e rispondenza alla realtà, più permetterà di produrre un elaborato efficace raggiungendo l’obiettivo preposto. Nella creazione di una comunicazione però non vi è solo il messaggio esplicitato ma una serie di livelli di lettura che completano e danno il significato del messaggio stesso. Soprattutto in questo ambito della comunicazione spesso la poca consapevolezza del progettista porta a realizzare lavori assoggettati a cliché. La conseguenza è il rischio di diffondere un pensiero ed una accettazione non consapevole di stereotipi poco costruttivi, contribuendo all’alimentazione di un immaginario riduttivo di quelle che possono essere caratteristiche e peculiarità del gender. Un progettista consapevole della proprio identità di genere e di quella dei fruitori potrà porsi eticamente in condizione di verificare che tipologia di messaggio sta veicolando, assumendosi la responsabilità di produrre una comunicazione visiva funzionale e non offensiva. Fred Voorhorst, docente workshop Gender e design In che modo questa proposta didattica sensibilizza studentesse e studenti a tenere in considerazione il genere nella comunicazione visiva? The workshop confronted the students with the theme Gender, by the target segment for whom to design, and also by the organization of the mixed teams they are working in. The set-up of the workshop, the organization of the teams and the interaction between the teams proved very effective in assimilating the gender theme, and turning this into engaging visual publication. 43 La sensibilità presente al Conservatorio della Svizzera italiana Cinzia Cruder, MA, ricercatrice e collaboratrice È stato ampiamente dimostrato come l’apprendimento musicale favorisca l’apertura mentale, il coinvolgimento intellettuale ed emotivo, lo sviluppo di abilità motorie specifiche nonché il miglioramento nel grado di percezione sensoriale. Va inoltre puntualizzato che l’apprendimento musicale si svolge in incontri individuali. Il rapporto maestro-alunno rappresenta quindi un ambito privilegiato per lo sviluppo di svariate e molteplici qualità all’interno di ogni singolo individuo, e questa relazione consente sia all’alunno sia al maestro di beneficiare di un grado di flessibilità,e di una profondità maggiori rispetto all’insegnamento collettivo. Nell’ambito della musica, il rapporto che si instaura tra maestro e allievo è molto più personale, essendovi spesso lezioni a due nelle quali la fiducia e apertura reciproca sono fondamentali per un insegnamento rispettoso della persona, della sua personalità e delle sue motivazioni come lo rileva la ricercatrice Cinzia Cruder nella testimonianza seguente. La musica è universale; è un modo di vivere e di esprimersi indipendente dalla nazionalità, dalla cultura, dalla religione, dal sesso o dall’età di chi la pratica. Non vi sono vincoli di sorta se a guidare studenti e docenti vi sono capacità, inclinazione, passione, impegno e costanza. Non vi è spazio per alcun tipo di stereotipo: la scelta dello strumento è intima e personale mentre la scelta della scuola è dettata dalla qualità del corpo docenti - siano essi uomini o donne - il cui nome e la cui fama attira studenti di talento da tutto il mondo. Alexandra Rossini, Ass. direzione/Resp. Gender per CSI/SUM 44 45 Consulenze Avete dubbi in merito alla conciliazione tra famiglia, studio e lavoro? Volete sapere come redigere un testo tenendo in considerazione sia il femminile che il maschile? Siete interessati a realizzare un lavoro di semestre o la vostra tesi di Bachelor o di Master su un tema relativo al genere? Semplicemente siete curiosi o curiose di saperne di più riguardo all’approccio di genere e della diversità? 46 Il Servizio è a disposizione di coloro che desiderano rispondere a queste e altre domande e possiede una raccolta di documentazione consultabile su richiesta. Dispone inoltre di rappresentanti in ogni Dipartimento e Scuola affiliata della SUPSI che ricoprono il ruolo di “antenna” nei propri contesti lavorativi: osservano e analizzano la realtà secondo un’ottica di genere, fungono da punto di riferimento e propongono misure adeguate per integrare la dimensione di genere a tutti i livelli e in tutte le aree della SUPSI. Nelle pagine seguenti si presenta l’esempio di un corso, nato in seguito alla raccolta di input e esigenze sollevate dal pubblico nell’ambito delle prestazioni di consulenza. 47 Corso “La pianificazione della carriera professionale e personale” Dal 2009 il Servizio Gender, in collaborazione con il Servizio orientamento SUPSI, offre il corso “La pianificazione della carriera professionale e personale” a tutte le studentesse e tutti gli studenti SUPSI dell’ultimo anno di Bachelor e Master, del quarto anno PAP e ai neolaureati per favorire il loro inserimento nel mercato del lavoro. Il corso, tenuto da Raffaella Delcò, psicologa ed economista aziendale e da Enrico Rossi, responsabile del Servizio orientamento, dà la possibilità di acquisire strumenti e tecniche per elaborare il proprio progetto professionale in accordo con il progetto di vita. Fare il bilancio dei propri valori e punti forti, redigere un Curriculum Vitae, una lettera di presentazione o gestire un colloquio di lavoro sono solo alcune delle tematiche affrontate nel corso che integra anche le testimonianze di responsabili delle Risorse Umane di aziende del territorio ticinese e un intervento del Servizio Gender. Nell’edizione 2012, ad esempio, sono intervenute l’Amministrazione federale e la rete di cooperazione EURES (European Employment Services), la Radiotelevisione della Svizzera italiana e Credit Suisse. 48 Ennes Bentaïba, partecipante al corso In che modo il corso l’ha aiutata a pianificare la sua carriera professionale e personale? Questi tre anni di formazione alla SUPSI (Lugano) concludono un ciclo significativo nel mio percorso sia personale che professionale. Alla fine di ogni fase importante, mi è sempre stato importante poter fare un bilancio per poter valutare ciò che è stato fatto e ciò che si potrà fare. Il corso di Pianificazione della carriera professionale e personale mi ha permesso di fare questo punto della situazione. Ovviamente, non risponde alla domanda “E ora che cosa faccio?”, ma non è neanche il suo scopo. Permette in realtà a ciascuno di noi di porsi delle domande giuste e fondamentali: ◆◆ Come voglio continuare? ◆◆ Come posso proseguire essendo in accordo con me stesso? ◆◆ Conosco ciò di cui ho veramente bisogno? La prima fase del corso cerca di farci ragionare su quali sono i valori che ci definiscono per poter prenderne coscienza e mantenerli in mente quando si cerca un lavoro. Può sembrare superfluo, ma per chi cerca di vivere in accordo con se stesso è una fase essenziale per poter dare senso alla propria vita. La seconda fase cerca di renderci attenti alle aspettative delle aziende che offrono ai neolaureati un posto di lavoro o di stage. Ci si (ri)mette le idee in chiaro su come si scrivono una lettera di motivazione e un curriculum e su come si presenta ad un colloquio di lavoro. Nel mio caso è stata la prima fase quella più significativa. In effetti, la società attuale ci porta sempre a fare ma poco a essere; nemmeno a fermarsi per porsi quelle domande fondamentali. Il corso mi ha aiutato a fermarmi, ad affrontare me stesso, a confrontarmi con lo sguardo degli altri e ad andare alla ricerca dei miei bisogni e dei miei valori. Mi ha anche portato riconoscere e ad accettare certi bisogni che fin’ora cercavo di nascondere o altri su cui portavo uno sguardo negativo. 49 Attività con il territorio Tessere una rete di contatti sul territorio è importante non solo per lo sviluppo di determinati progetti, come ad esempio Promtec, ma anche per l’organizzazione di eventi che sensibilizzino il pubblico alle tematiche di genere e della diversità. 50 Grazie alla collaborazione di scuole, associazioni, servizi ed enti cantonali e professionali sono stati realizzati eventi su diversi temi che spaziano, ad esempio, dalla dimensione di genere nei media o nella cooperazione e lo sviluppo al tema della conciliazione famiglia e lavoro secondo diverse prospettive. 51 Attività con il territorio Ecco alcuni esempi di eventi realizzati negli ultimi anni: ◆◆ 6 maggio 2009, “Mosaico delle differenze coinvolte nel territorio”, in collaborazione con Associazione Dialogare, Associazione Svizzera delle Donne Ingegnere, Federazione Associazioni Femminili Ticino, Servizio per le pari opportunità USI, Ufficio cantonale della legislazione, delle pari opportunità e della trasparenza e con il DACD. L’evento ha trattato il tema della pianificazione del territorio secondo diversi approcci (culturale, sociale ed economico) mettendo l’accento sull’importanza di integrare le differenze di genere, generazione e cultura durante il processo di pianificazione. ◆◆ 9 giugno 2009, “Diritti umani tra Sud e Nord: risposte al femminile in Bolivia”, in collaborazione con il DSAS, la Federazione delle ONG della Svizzera italiana (FOSIT) e l’Associazione Interagire. Attraverso l’esempio della Bolivia, l’evento ha presentato il modo di operare delle organizzazioni non governative attive nell’ambito della parità tra donna e uomo. ◆◆ 18 marzo 2011, pomeriggio di studio “Voci e immagini femminili e maschili nei mezzi di comunicazione”, in collaborazione con il Servizio per le pari opportunità USI e Consegna del Premio Ermiza, promosso dalla Commissione consultiva per le pari opportunità tra i sessi in collaborazione con il Servizio Gender SUPSI, il Servizio per le pari opportunità USI e l’associazione BPW – Ticino (Business & Professional Women). Con questo pomeriggio di studio si è colta l’occasione di far riflettere sul tema della presenza di uomini e donne nei mezzi di comunicazione da diverse prospettive. Il 52 premio Ermiza, riproposto ogni due anni, promuove un’attenzione maggiore rispetto agli stereotipi di genere veicolati dai media premiando un servizio televisivo o radiofonico che porta un’attenzione particolare alla dimensione di genere. ◆◆ 12 maggio 2011, evento per i 10 anni di Promtec “Quali le opportunità delle formazioni e delle professioni tecniche?”, in collaborazione con la Scuola arti e mestieri di Trevano. Il decimo anniversario di Promtec è stata l’occasione per tracciare un bilancio del progetto, ringraziare tutti gli attori coinvolti e i sostenitori e lanciare una discussione sul tema delle possibilità di formazioni e professioni in ambito tecnico. ◆◆ 27 febbraio 2012, seminario “Interventi organizzativi in un’ottica di genere”, in collaborazione con il Servizio per le pari opportunità USI. Il seminario ha offerto una panoramica dei principali strumenti di analisi, intervento e gestione utili per attivare processi di cambiamento e di innovazione nelle organizzazioni, al fine di garantire una maggiore equità di genere. ◆◆ 24 aprile 2012, “Famiglia e lavoro: i genitori condividono i compiti”, in collaborazione con la Società impiegati di commercio del Canton Ticino e la Commissione consultiva per le pari opportunità tra i sessi. La manifestazione ha approfondito il tema della conciliazione tra famiglia e lavoro dal punto di vista di alcuni attori coinvolti: la coppia, i datori di lavoro e lo Stato. Fotografia tratta dal sito www.nuovofuturo.ch Approfondimento La giornata Nuovo futuro A partire dal 2010 l’Ufficio cantonale della legislazione, delle pari opportunità e della trasparenza ha dato mandato al Servizio Gender per realizzare un programma specifico rivolto alle terze medie durante la Giornata federale “Nuovo futuro: prospettive diverse per ragazze e ragazzi” (in passato “Giornata nazionale delle ragazze”). Lo scopo di questa giornata è di scardinare gli stereotipi che ancora oggi influenzano le scelte formative e di vita dei giovani: il programma prevede infatti per le ragazze la possibilità di conoscere le professioni tecniche e per i ragazzi le professioni in ambito educativo e sociosanitario. Queste attività sono rese possibili grazie alla gentile collaborazione di aziende, uffici ed enti del territorio attivi nell’ambito delle costruzioni e delle tecnologie innovative quali studi di architettura e di ingegneria o aziende del campo dell’informatica da una parte e, dall’altra, enti educativi e socio-sanitari, come per esempio asili nido e una struttura ospedaliera dell’Ente Ospedaliero Cantonale. Nel 2011 vi è stata un’impennata nel numero di iscrizioni alla Giornata, così come è sensibilmente aumentato il numero di posti messi a disposizione dalle aziende. Questi risultati attestano l’interesse da parte di ragazze e ragazzi e la sensibilità dei datori di lavoro verso gli obiettivi della giornata. 53 Conclusione 54 55 Diversità è ricchezza Sono passati più di 10 anni dall’avvio dell’avventura “gender” alla SUPSI iniziata dapprima con la commissione gender e continuata in seguito con il Servizio omonimo e una rete sempre più grande di collaborazioni e sostenitori. Il Servizio si è guadagnato, nel corso degli anni con le proprie attività e progetti, un maggiore riconoscimento sia all’interno della SUPSI sia sul territorio. Lo scorso anno l’attenzione della SUPSI alla dimensione di genere e alle pari opportunità e il lavoro del Servizio Gender sono stati ricompensati dal Prix Egalité regionale promosso da SICTicino e vinto in ex-aequo con l’azienda Chocolat Stella SA. Il premio è stato senza dubbio un’apprezzata ricompensa della professionalità del Servizio ma rileggendo le pagine di questa pubblicazione ricche di ricordi ed esperienze, il bilancio più significativo dell’operato del decennio appena trascorso è reso dalle testimonianze, dalla voce di chi ha beneficiato dei nostri progetti, di chi vi ha collaborato, di chi li ha sostenuti e tutt’ora li sostiene. 56 La diffusione delle competenze di gestione delle differenze di genere all’interno della SUPSI e la sensibilizzazione sull’importanza del prestare attenzione a queste differenze, sono fondamentali per uscire dagli stereotipi legati ai ruoli femminili e maschili e permettere veramente a ciascuna e ciascuno di noi di scegliere liberamente il proprio percorso formativo e professionale senza tradire una parte di sé o il proprio progetto personale. Armonizzare le differenti sfere della vita è un vantaggio non solo per il benessere di studentesse e studenti, collaboratrici e collaboratori ma anche per la SUPSI, poiché per un’università professionale la diversità di esperienze del corpo studentesco e del personale costituisce un bacino fruttuoso di idee e progetti. Non è tempo, con questa conclusione, di scrivere la parola fine alla storia dell’avventura gender alla SUPSI: alcuni obiettivi sono stati raggiunti ma ve ne sono altri all’orizzonte. In particolare nei prossimi quattro anni, in accordo con l’orientamento dato dalla KFH (sigla in tedesco della Conferenza dei Rettori delle Scuole Universitarie Professionali Svizzere), si apre il capitolo della Diversity. In continuità con quanto svolto in passato, si desidera prestare attenzione non solo alla dimensione di genere ma all’interconnessione tra questa e l’età, l’origine culturale e l’abilità. Al centro del lavoro del Servizio vi sarà sempre la persona con tutte le sue appartenenze: l’essere donna o uomo, l’avere una determinata nazionalità, un bagaglio di conoscenze ed esperienze, l’appartenere ad una generazione. Per affrontare questa sfida e proporre progetti e misure concrete che tocchino l’organizzazione sarà fondamentale l’impegno e il sostegno della Direzione SUPSI. In effetti quando si parla di Diversity Management vi sono due tranelli da evitare: da una parte il rischio di ghettizzare il corpo studentesco e il personale in categorie stereotipiche lontane dalla realtà (p.es. le donne, gli uomini i disabili, i giovani, i vecchi) e dall’altra il rischio di negare le differenze sulla base dell’equità. È quindi fondamentale investire risorse affinché la ricchezza della SUPSI, costituita dal caleidoscopio di persone, culture professionali e dipartimenti che la compongono, sia valorizzato e reale fonte di creatività e innovazione. Non è semplice, ma è un percorso da affrontare con dinamismo tendendo verso l’equilibrio tra le esigenze delle persone che fanno vivere la SUPSI e le esigenze organizzative di quest’ultima. 57 Glossario CLIR Centre for Languages and International Relations (SUPSI) CSI Conservatorio della Svizzera italiana (Scuola affiliata SUPSI) DACD Dipartimento ambiente, costruzioni e design (SUPSI) DFA Dipartimento formazione e apprendimento (SUPSI) DSAN Dipartimento sanità (SUPSI) DSAS Dipartimento scienze aziendali e sociali (SUPSI) DTI Dipartimento tecnologie innovative (SUPSI) EGGS English through Game-based and Gender-oriented Scenarios (SUPSI) FFHS Fernfachhochschule Brig (Scuola affiliata SUPSI) MPC Maturità professionale commerciale MPT Maturità professionale tecnica PAP Parallelo all’Attività Professionale (modalità di studio alla SUPSI) RU Risorse Umane SAMT Scuola arti e mestieri di Trevano SEDIFO Servizio didattica e formazione docenti (SUPSI) STD Scuola Teatro Dimitri (Scuola affiliata SUPSI) SUP Scuola universitaria professionale SUPSI Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana UFFT Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia USI Università della Svizzera italiana 58 59 SUPSI, Servizio Gender Palazzo E, CH-6928 Manno T +41 (0)58 666 61 53 F +41 (0)58 666 61 01 [email protected] www.supsi.ch/gender 60