Un’associazione per imparare a vivere meglio. Centro di riabilitazione malati neoplastici - Padova VOLONTÀ DI VIVERE SOS dall’Associazione LA PAROLA AGLI SPECIALISTI TESTIMONIANZE E STORIE DI VITA CONSIGLI DI LETTURA NEWS IN ONCOLOGIA PERIODICO QUADRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE ART. 2 COMMA 20/LETT. C. - LEGGE 662/1996 - PADOVA CMP n° 78 - febbraio 2016 CONOSCIAMO IL PATRIMONIO DI PADOVA MuSMe - Museo della Storia della Medicina “Perché a Padova la regina della scienza, piuttosto che la teologia come invece a Parigi, era la medicina” Questa frase di Herbert Butterfield, ben riassume il ruolo della Scuola Medica Padovana nel contesto delle università europee nel 1400 e 1500, dove i più grandi maestri hanno insegnato e prodotto i loro migliori lavori. Partendo da questa consapevolezza, la Provincia di Padova ha promosso il restauro del complesso monumentale dell’antico Ospedale di San Francesco Grande – primo ospedale patavino, attivo dal 1416 al 1789, collocato nel centro cittadino – per ospitarvi un Museo in grado di esaltare la memoria storica del fulgente passato che ha illuminato con il proprio sapere medico tutta l’Europa, per raccogliere, custodire e valorizzare le testimonianze di una cultura medica e scientifica padovana che ieri, come oggi, rappresenta un’eccellenza a livello internazionale. Il Musme oggi rappresenta un’imperdibile occasione di visitare un luogo che coniuga una storia antica con la moderna tecnologia. TECNOLOGIA “SILENZIOSA”. Riconoscimento della posizione e dei movimenti del corpo nello spazio, riconoscimento della posizione delle dita della mano nello spazio, touchscreen, videoproiettori, luci, amplificatori audio: sono solo alcune delle tecnologie alla base di un sistema integrato che ha avuto come obiettivo quello di “far vivere” i reperti esposti, rendendo unica l’esperienza all’interno del museo. Una tecnologia “silenziosa”, che pone l’accento su ciò che viene esibito e sul suo significato, nascondendo i sensori e tutti gli apparati elettronici che si attiveranno solo se necessario. Questi i numeri delle tecnologie nascoste: 35 computer, 15 workstation, 28 monitor, 24 proiettori, 12 sistemi multitouch, 32 sensori. Gli spazi allestiti sono: 7 sale, 8 nicchie, 1 salone con il Teatro Anatomico Vesaliano. Il MUSME, innovativo Museo di Storia della Medicina in Padova, è stato inaugurato il 5 giugno 2015. In equilibrio tra Passato e Futuro, coniuga Storia e Tecnologia. Tra reperti antichi, exhibit interattivi e giochi multimediali, racconta il percorso della scuola di Medicina padovana, illustrando i segreti del Corpo Umano seguendo l’ordine in cui sono stati svelati nel corso dei secoli. Sala A – storia dell’ex Ospedale di San Francesco Grande Sala B – l’Università di Padova e la Rivoluzione Scientifica del XV secolo Sala C – Anatomia: le risposte della Medicina alla domanda “Com’è fatto il Corpo Umano?” Sala D – Fisiologia: le risposte della Medicina alla domanda “Come funziona il Corpo Umano?” Sala E – Patologia: le risposte della Medicina alla domanda “Come si guasta il Corpo Umano?” Sala F – Terapia: le risposte della Medicina alla domanda “Come si cura il Corpo Umano?” Teatro Anatomico Vesaliano – Lezioni di Anatomia e Fisiologia per grandi e piccini su un modello di corpo umano lungo 8 metri Per la sua forte connotazione multimediale il MUSME si rivolge a tutti, proponendo un percorso espositivo che si adatta al visitatore: dalla narrazione giocosa per i più piccoli all’approfondimento scientifico per gli studiosi. In particolare, si presta molto bene alle attività didattiche con le scuole. Musme - Museo di Storia della Medicina in Padova Via S. Francesco, 94, Padova Telefono:049 658767 3 Associazione “Noi e il Cancro – Volontà di Vivere” ONLUS Via Paruta, 32 – 35126 Padova tel. 049 – 8025069 fax 049 – 8035774 cell. 331-1477310 e-mail: [email protected] sito Internet: www.volontadivivere.org posta certificata: [email protected] anno XVIII n. 78 COD. FISC. 80040220289 Riconoscimento giuridico N. 115 (PD/495) L’Associazione è iscritta al Registro Regionale del Volontariato Veneto al N. PD0050, al Registro Provinciale delle libere forme associative al N. 25/A e al Registro Comunale al N.125 sez. 5 Conto corrente postale: 000014469357 Conti Correnti Bancari: BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA Ag. S. Osvaldo IBAN: IT38Y0103012194000001032671 BANCA ANNIA CRED. COOP. CARTURA E POLESINE Fil. Ponte S. Nicolò – IBAN: IT66W0845262770010130001749 L’Associazione non ha delegato nessuno a raccogliere offerte a domicilio. Siamo soci di: Periodico quadrimestrale N. 78 FEBBRAIO 2016 Direttore di redazione: Federica Cappellato Direttore responsabile: Caterina Tanzella Segreteria di redazione presso l’Associazione Volontà di Vivere Hanno collaborato alla redazione di questo numero: Andriolo Stagno L.; Arcangeli M., Bolzonella L., Businaro C., Conca L., Fabretto M., Falasco M., Furlan ML., Mariggiò A.L., Pegoraro E., Salomoni S., Tanzella C., Toderini L., Trevisan E. La collaborazione alla rivista è aperta a tutti. Decliniamo la responsabilità per gli articoli pubblicati, che ricade esclusivamente sugli autori. I diritti d’autore dei lavori sono riservati all’Associazione Volontà di Vivere. Impostazione grafica e impaginazione: Anna Donegà Servizio previsto dal Bando del CSV – Centro Servizio Volontariato provinciale di Padova Le immagini utilizzate sono realizzate dai soci dell’Associazione o tratte dal sito pixabay.com Per l’immagine di copertina ringraziamo Paolo Conca. Stampa: Tipografia Nuova Grafotecnica Autorizzazione Tribunale di Padova n° 1274 del 27.3.1991 Spedizione in abbonamento postale Art. 2 comma 20/C Legge 662/1996 Padova CMP Sommario pag. 3 Conosciamo il patrimonio di Padova pag. 6 Editoriale pag. 9 La parola agli specialisti 20 ANNI DI PSICONCOLOGIA CON L’ASSOCIAZIONE COME CAMBIA L’INFORMAZIONE E LA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE ONCOLOGICO COSA MI HA LASCIATO L’ASSOCIAZIONE E IN COSA L’HO VISTA CAMBIATA NEGLI ANNI SESSUALITÀ ED AFFETTIVITÀ DOPO IL CANCRO AL SENO L’IMPORTANZA DI TRATTAMENTI MANTENUTI NEL TEMPO PAG. 15 Testimonianze e storie di vita pag. 18 Appuntamenti e opportunità APPUNTAMENTI ISTITUZIONALI - ASSEMBLEA DEI SOCI CONSULTA MASCHILE CICLO DI CONFERENZE A CURA DEL DR. TREVISAN “VOLONTA’ DI REAGIRE” LABORATORIO CREATIVO MULTIDISCIPLINARE OBIETTIVO RIVIVERE RAPPRESENTAZIONE TEATRALE “INQUILINI AGITATI COME UNA VASCA DI PESCI ROSSI” CONCERTO DI PRIMAVERA - MUSICA E SOLIDARIETÀ CON IL CORO PIEMME UNA DOMENICA INSIEME - PRANZO SOCIALE pag. 21 Notizie, eventi e recensioni QUATTRO GIORNI CON ELENA ALQUATI PER IMPARARE LA SANA CUCINA CHE AIUTA IL CORPO E ALIMENTA LO SPIRITO DI CORSA CONTRO IL CANCRO YOGA DELLA RISATA - IMPRESSIONI ED EMOZIONI CENA DI NATALE: I RINGRAZIAMENTI IMMAGINI DAL 2015 CONSIGLI DI LETTURA pag. 26 News in oncologia CON LO ZUCCHERO CRESCE IL RISCHIO DI CANCRO AL SENO TUMORI: MORTALITA’ IN CALO NEL 2016 BIOPSIA LIQUIDA: A PICCOLI PASSI - VERSO IL TEST DELLA SALIVA PER SCOPRIRE IL TUMORE pag. 27 Varie dalla segreteria pag. 28 Agenda pag. 29 Ringraziamenti pag. 31 Promemoria e collaborazioni EDITORIALE SOS dall’Associazione Volontà di Vivere di Caterina Tanzella Carissimi soci, utenti e simpatizzanti Dopo 36 anni di servizio continuativo - svolto con grande sacrificio fisico ed economico da parte di quanti si sono prestati a collaborare, sostenere e stimolare per offrire sempre il meglio e per dare supporto ai malati oncologici nel percorso di recupero psicofisico dopo l’intervento e le terapie - siamo arrivati a lanciare un SOS. Dobbiamo farlo se vogliamo continuare ad essere un punto fermo per quanti - pazienti e familiari - dopo la burrascosa esperienza del cancro sentono il bisogno di essere accolti, ascoltati, sostenuti, informati e curati. Il percorso riabilitativo del malato oncologico ha visto impegnata l’Associazione a • retribuire consulenti e professionisti dell’area psicologica e fisica per garantire la continuità e la qualità dei servizi offerti • cercare e pagare a privati una sede ove svolgere le attività nonostante le numerose richieste rivolte agli enti pubblici, sia comunali sia sanitari. Su questo tema tali enti da sempre si sono deresponsabilizzati giocando a ping pong attribuendo l’uno all’altro le competenze per le quali ci rivolgevamo loro. C’è voluto molto coraggio per accettare questa indifferenza e sottovalutazione dei bisogni dei tanti cittadini lasciati a se stessi dopo l’intervento chirurgico e concluse le pesanti terapie. C’è voluto coraggio anche per organizzare un’azienda che - seppur piccola – richiede presenza, responsabilità, creatività ed economia, ma quel che più conta un’azienda realizzata e gestita da volontari. Eppure siamo un’associazione che rappresenta la “storia” del sostegno al malato oncologico a livello locale e nazionale; Volontà di Vivere infatti è stata la prima realtà dell’ambito oncologico a promuovere il servizio di linfodrenaggio manuale dedicato alle operate al seno in tutte le regioni, avendo verificato la sua validità all’estero ed impegnandosi nell’organizzazione di corsi di formazione ai quali hanno partecipato fisioterapisti da tutta Italia. Presso di noi si è specializzata e formata alla tecnica del LDM anche la Dr.ssa Zanetti, direttore dei servizi di Linfodrenaggio dell’Azienda Ospedaliera. Ma soprattutto Volontà di Vivere ha avuto un ruolo fondamentale nell’ambito delle politiche sanitarie, con un’opera continua di informazione sulla prevenzione: quale altro ente porta avanti da 16 anni un programma di educazione e prevenzione dei tumori giovanili nelle scuole con 25-27 lezioni rivolte ad oltre 2000 studenti all’anno con il Progetto Martina? Un progetto che i Lions hanno voluto a tutti i costi per portarlo a livello nazionale, ma quanti si impegnano a metterlo in pratica con la stessa costanza e frequenza? 6 EDITORIALE La nostra non è l’Associazione che propone manifestazioni eclatanti di un giorno per richiamare l’attenzione e il sostegno economico di chi dopo deve sostenere le spese riempiendosi gli occhi per una frazione di tempo. Noi siamo in trincea 365 giorni all’anno da 36 anni, noi operiamo in silenzio senza far rumore, senza esplosioni pirotecniche. Non possiamo mostrare per rispetto lo sfacelo psicofisico di chi curiamo per ridare loro dignità e serenità. Ci occupiamo inoltre di formazione all’umanizzazione delle attività sanitarie, medici specializzandi e tirocinanti, e di formazione di tecnici della fisioterapia e di psicologi. Inoltre, nell’ottica di un’attenzione costante al benessere del malato oncologico, abbiamo promosso e suggerito agli enti preposti spazi nuovi e più consoni ai pazienti in cura oncologica. Siamo stati una sorta di “Grillo Parlante” affinché “chi di dovere” facesse il suo dovere, spingendo vari settori pubblici ad essere più rispondenti ai bisogni del malato. Tutti nelle alte sfere sanno dell’infaticabile opera svolta da Volontà di Vivere nei tanti anni, del grande valore morale e umano profuso a favore dei cittadini ma per non riconoscere esplicitamente il valore fingono di non sapere. E poi si parla di solidarietà. Noi come associazione la solidarietà l’abbiamo avuta soprattutto dai pazienti e dai familiari stessi che abbiamo seguito e sostenuto con i nostri servizi, i quali oltre a confortarci con il loro ritrovato Senso della Vita ci hanno dato la possibilità di continuare attraverso piccole offerte composte da lavoretti artigianali, libere elargizioni, il 5 per mille. Purtroppo la crisi generale che ci attanaglia da qualche anno ha ridotto le entrate ed ha fatto aumentare le richieste di aiuto e se non cambiano le cose saremo costretti … a fermarci? Chiudere? Licenziare professionisti? E’ umiliante per tutti noi pensare e comunicare alle tante persone che sono in terapia di rivolgersi altrove, perché già conosciamo la risposta. Infatti molti di loro sono arrivati al nostro centro per l’immediatezza che trovano nella risposta ai loro bisogni e per evitare la preoccupazione dei costi dei servizi simili e le lunghe attese dei servizi pubblici. Da questa situazione il lancio del SOS. Chi può, chi conosce chi può aiutarci, lo faccia – e non aspetti tempo. Oltre ai numeri che quantificano la mole di lavoro che svolgiamo, nelle pagine che seguono trovate le relazioni dei consulenti esperti che operano con noi da molti anni e le testimonianze di alcune persone che esprimono il disagio che si vive con l’arrivo del cancro, sia come paziente che come familiari e anche come volontari. 7 EDITORIALE 8 LA PAROLA AGLI SPECIALISTI Dr. Evelino Trevisan Psicologo, psicoterapeuta 20 anni di Psiconcologia con l’Associazione Verrebbe la tentazione di concedersi al ricordo e ripercorrere così le molte storie personali che ho attraversate, i mille volti che ho incrociati, le mille speranze che ho condiviso e sorretto, le gioie delle vittorie come anche le tristezze delle delusioni e delle sconfitte. Ed allora sarei spinto a riconoscere ancora una volta il privilegio della mia professione che consente di vivere più vite, attraversando vette immacolate ma anche precipizi insidiosi. Ma tutto questo sarebbe solo un esercizio nostalgico e la sacralità della privacy oltre che una sedimentata sensibilità per la vostra pazienza mi obbligano ad astenermi. Penso allora più utile dedicare qualche riflessione su come è cambiato il modo di percepire il tumore e le modalità di reazione alla malattia in questo lasso di tempo, proponendomi di argomentare prendendo spunto da alcune domande. E’ migliorata la sensibilità per il disagio dei familiari? “Per gestire un cancro servono almeno due persone”. E’ in questa schietta affermazione di Paola tutta l’evidenza di una grande verità, spesso trascurata, a volte sottaciuta ed omessa: la sofferenza provocata dal cancro ha sempre una forte dimensione relazionale; il cancro coinvolge sempre in modo intenso anche tutti coloro che vivono attorno all’ammalata. E’ un coinvolgimento che ha indubbiamente aspetti pratici e logistici (basti pensare alla necessaria assistenza durante le visite, durante le terapie, come anche in ambiente domestico) ma che si estende, ed è questa la dimensione più trascurata, con pregnanza a dimensioni più squisitamente psicologiche, in modo così intenso da spingere Carla a sostenere “credo che il cancro sia una malattia contagiosa perché colpisce il corpo di chi la subisce, il cuore e la mente di chi gli è a fianco”. Che il “sostegno sociale” svolga un importante ruolo nella battaglia contro il cancro non è solo una facile convinzione intuitiva ma trova sempre più abbondanti ed autorevoli riscontri nella letteratura Psico Oncologica internazionale dove viene ampiamente ribadita la sua valenza nel contrastare l’isolamento, la solitudine, quindi il senso di impotenza che è la porta d’accesso a dinamiche depressive. Dedicare più attenzioni a chi sostiene l’ammalata, aiutare chi aiuta, non può essere allora un imperativo retorico ma diviene sempre più una necessità operativa ineludibile per evitare “effetti domino” che possono compromettere l’efficace gestione della malattia. Da sempre la nostra Associazione è concretamente impegnata in tale direzione. I gruppi di auto aiuto ma anche la Consulta Maschile ne sono testimonianza. Questo gruppo di mariti/ compagni che amichevolmente si incontra da diversi anni, che è sorto come luogo di confronto e di autoaiuto ed è oggi diventato valido strumento di conforto per coloro che vengono travolti dall’esperienza del 9 cancro nella compagna, che spesso soffrono in solitudine questa loro condizione poiché sappiamo quanto difficile sia per un uomo condividere i propri sentimenti, le proprie emozioni. E’ l’incontro con i simili a giovare e favorire lo sfogo, con l’immancabile implicita offerta di un sodalizio che seda le ansie e le angosce, che fa sentire compresi, ed è questo forse il più alto gesto civico di un uomo verso un altro uomo. Trovo vi sia più disponibilità al confronto e meno reticenza nel chiedere aiuto e questo non può che giovare al “sistema famiglia” del quale l’ammalata non solo è parte significativa ma dal quale trae linfa vitale per la sua motivazione alla guarigione. Sono cambiati i fattori che influenzano il disagio psicologico? Non direi! La sofferenza psicologica pur essendo comune rimane fortemente soggettiva, molto diversificata da persona a persona e da fase a fase; nella sua intensità può limitarsi a manifestazioni sub cliniche che trovano naturale compensazione nell’ambito delle relazioni affettive e può altresì esplodere e divenire disturbo psicologico. Da cosa dipende? E qui mi perdonerete ma sono necessari alcuni riferimenti alla letteratura. E’ ancora oggetto di valutazione se lo stress (cronico) sia co-fattore etiopatogenetico (influenzi l’insorgenza) nel cancro al seno. Le evidenze che abbiamo sono contraddittorie anche se Taylor et al. Riportano che ben il 41% di un campione di donne operate al seno riteneva fermamente che lo stress fosse la causa principale del K - sicuramente influisce nel decorso e gestione della malattia - la manifestazione clinica della malattia non corrisponde al suo esordio - negli studi animali esiste qualche evidenza - la genesi del K ha correlazioni con la funzionalità immunitaria LA PAROLA AGLI SPECIALISTI - alcune funzioni immunitarie vengono influenzate da fattori psicosociali stressanti (Bartrop R., Luckhurst E.., Lazarus L. Kiloh L. Penny R. Depressed lymphocyte function after bereavement. Lancet, 1977). Sembra invece non accreditabile l’ipotesi che un particolare orientamento di personalità (Temoshok L., Heller BW., Introducing the “Tipe C” costellation into psychosocial oncology: theory, measurement and evidence for validity. American Psychological Association 1983 ) favorisca l’insorgenza di cancro al seno. (Tipo C: atteggiamenti di compiacenza, accondiscendenza, passività, tendenza alla repressione delle emozioni ostili). Decade la convinzione mitologica che il cancro al seno sia una malattia che colpisce persone inibite, sessualmente represse, rassegnate, prive di spontaneità, incapaci di esprimere la rabbia e la collera Convinzione che oltre ad essere scientificamente inesatta è causa di sensi di colpa ( allora ho provocato io la malattia) di vergogna (mi sono ammalata perché sono inadeguata) e motivo ulteriore di angoscia e senso di impotenza (è successo senza che me ne accorgessi, può risuccedere). Le variabili che si sono dimostrate più correlate alla sofferenza psicologica sono : - supporto sociale famiglia, amici, figure di riferimento, esempi di gestione efficace della malattia; intervento di gruppo: fonte di supporto emotivo - fase del ciclo di vita donne giovani senza partner, donne con più di 65 anni - anamnesi di psicopatologia recente o remota - appartenenza etnica ispaniche più stress delle americane africane - livello socio-economico - gravità clinica consapevole recidiva o primo evento tipo di intervento (mastectomia vs quadrante) trattamenti chemioterapici adiuvanti - fattori di personalità * ottimismo predisposizionale * investimento nell’immagine corporea * stile di adattamento Strategie di coping A) spirito combattivo atteggiamento di fiducia, livelli moderati di ansia, buona compliance B) negazione / esitamento tendenza a minimizzare, assenza di ansia/depressione, cattiva compliance C) preoccupazione ansiosa perenne stato di allerta, ansia elevata, ricerca parossistica di informazioni D) fatalismo rassegnazione passiva, stoicismo, elevato rischio di depressione E) disperazione Senso di inutilità, sconfitta, elevata ansia/depressione, scarsa compliance (Rowland J.H., Massie M.J. “Breast cancer” in Holland J.C. “Textbook of Psycho-Oncology” Oxford University Press, New York 1998). Alcuni ricercatori evidenziano che la presenza di coping disadattativi è più facilmente associata a recidiva di malattia (Watson M., Havilland J., Greer S., Davidson J., Bliss J. Influence of psychological response on survival in breast cancer: a population-based cohort study. Lancet 354: 1331-1336, 1999). Lo stile di reazione cognitiva alla diagnosi ed ai trattamenti adiuvanti può essere predittivo sul decorso di malattia (Greer S., Morris T., Pettinale K., Haybittle J. Psychological response to breast cancer and 15 year outcome. Lancet 1: 49-50 (1990). Non esiste invece evidenza di efficacia sulla sopravvivenza. Si può costruire il fighting spirit? Si: i coping disadattativi possono 10 venire corretti da interventi di terapia cognitiva. (Greer S., Moorey S., Baruch J., Watson M., Robertson B., Mason A. Et al. Adjuvant psychological therapy for patients with cancer: a prospective randomized trial. British Madical Journal 304: 675-680 (1992)) Dr.ssa Anna Luisa Mariggiò Psicologa, psicoterapeuta Come cambia l’informazione e la presa in carico del paziente oncologico Sono psicologa psicoterapeuta e psicooncologa. Sin dal 1990 ho svolto la mia attività lavorativa prevalentemente nell’ambito oncologico padovano (in oncologia e in chirurgia oncologica oltre che in associazioni del settore) dove mi sono occupata della realizzazione di programmi di cura psicologica e riabilitazione psicofisica dedicati a malati oncologici ed ai loro familiari nelle varie fasi di malattia. Da circa sei anni continuo a svolgere la mia attività di assistenza psicoterapica ai malati oncologici e/o ai loro familiari che si rivolgono all’Associazione Volontà di Vivere. Nella mia pluriennale esperienza di lavoro in questo settore, ho potuto prendere atto dei cambiamenti in- LA PAROLA AGLI SPECIALISTI tervenuti in questi decenni nello scenario oncologico, in termini di prevenzione, diagnosi e cura. Dai dati diffusi si stima che oggi, pur con un incremento costante del numero dei malati di cancro dovuto anche al progressivo invecchiamento della popolazione ed alla diagnosi precoce, ci sia un numero sempre più crescente di malati guariti ed un aumento dei tempi di sopravvivenza, mentre il tasso di mortalità è calato. Nel corso degli anni la ricerca ha portato a terapie sempre più efficaci in grado di ridurre la mortalità e nel contempo di procurare meno effetti collaterali. Alle cure tradizionali si aggiungono quelle di ultima generazione, le terapie “biologiche” o “intelligenti” (target therapy), che agiscono selettivamente su recettori specifici e permettono di risparmiare le cellule sane, a tutto vantaggio della qualità di vita del malato. Anche la chirurgia è stata investita dal progresso tecnologico; in questi anni l’asportazione totale dell’organo è stata sostituita da interventi personalizzati e conservativi che il più delle volte vanno nella direzione del benessere della persona. Parallelamente ai progressi tecnologici nella cura del cancro si è assistito anche a nuove e più consapevoli modalità di affrontare la malattia stessa. C’è stata un’epoca in cui fare una diagnosi di cancro equivaleva ad emettere una sentenza di morte ed il parlare di esso era da considerarsi argomento tabù; la malattia era qualcosa da nascondere, di cui vergognarsi e suscitava paure di contagio. Nel caso del tumore al seno, la chirurgia comportava come è noto una deturpazione del corpo con lo svuotamento dei linfonodi ascellari e l’asportazione dei muscoli pettorali, che mettevano a nudo la parete toracica. In questa fase storica, le paure più dominanti di fronte alle quali si trovavano gli psicologi, oltre a quella di morte, erano legate al radicale e irreversi- bile cambiamento del proprio corpo per la mutilazione subita e alle conseguenti difficoltà sul piano relazionale e sessuale. Tali paure sono oggi molto contenute grazie proprio alla chirurgia conservativa. In quegli anni, inoltre, in Italia l’80 - 90% dei medici riteneva di non dover “dire la verità” ai propri pazienti poiché si credeva che ciò avrebbe potuto danneggiarli annullando loro speranze e motivazioni. Dunque era molto oneroso per il medico il compito di informare e ancor più quello di comunicare con il paziente sulla malattia e sulle cure. In questo clima di tabù e di “non detto” sono state proprio le donne operate al seno a portare avanti una politica di informazione e di maggiore coscienza del problema cancro, anche grazie alle numerose Associazioni sorte nell’ambito le quali si sono battute per una sempre maggiore chiarezza sul problema e conseguentemente per il rispetto dei diritti di autonomia e autodeterminazione del paziente e dunque una più rilevante sua partecipazione nelle decisioni terapeutiche riguardanti la propria malattia, dominio fino ad allora solo del medico. Negli ultimi decenni, per esempio, l’espressione “informazione sulla malattia” ha sostituito quella di “verità” e la sostituzione è sostanziale. A livello semantico il termine “verità” trasmette significati di potere e paternalismo da parte del medico, di inaccessibilità alla conoscenza e il suo opposto è la menzogna. Il concetto di informazione fa riferimento ad una posizione del medico meno paternalistica più paritaria dal punto di vista contrattuale. Il suo opposto è associato al “non dire nulla” piuttosto che al “mentire”. Oggi è ormai condiviso che l’informazione completa ed esauriente costituisce il prerequisito ad una adeguata relazione medico-paziente, e può presentare effetti terapeutici, attenuando i vissuti emotivi favorendo il senso di controllo e facilitando 11 l’adattamento alla malattia; inoltre, consentendo la partecipazione alle scelte, stimola l’autodeterminazione e migliora la compliance alle cure. Anche sul piano della gestione della comunicazione nel rapporto medico-paziente, dunque, molto è stato fatto in questi anni in termini di sensibilizzazione, formazione e spinta al cambiamento, sebbene, a mio parere, quello della comunicazione sulla malattia rimane ad oggi un problema ancora abbastanza aperto, soprattutto quando è in gioco la gestione di una prognosi infausta. Indubbiamente, dunque, tutti i dati attualmente esistenti nel panorama della cura della malattia neoplastica testimoniano un’inversione di tendenza rispetto al diffuso stigma del “cancro uguale morte” di alcuni anni fa. I miti, le credenze, i pregiudizi legati a questa malattia sono stati superati. La patologia neoplastica continua tuttavia ad avere forti ripercussioni nella sfera psico-affettiva e sociale dell’individuo colpito e della sua famiglia. In questo periodo storico in cui più frequentemente si sperimenta la fase della sopravvivenza e della remissione da malattia, la sofferenza psicologica, le paure ed i bisogni emergenti nei malati oncologici, sono rappresentati maggiormente dalle difficoltà relative al recupero della migliore qualità di vita possibile alla luce degli esiti devastanti dei trattamenti effettuati. La letteratura riporta che, sebbene la fase di remissione possa essere ovviamente considerata un obiettivo importante ed auspicabile nel processo terapeutico, può rivelarsi anche più stressante di quelli precedenti e gran parte delle richieste di intervento psicologico viene fatta proprio in questa fase. Il malato può sperimentare, dopo i trattamenti, una condizione particolarmente critica, anche a distanza di alcuni anni; in questa fase sono LA PAROLA AGLI SPECIALISTI riportati sentimenti di incertezza, preoccupazioni per la propria salute, senso di perdita di controllo della propria vita, disturbi della sessualità e difficoltà di adattamento lavorativo, oltre all’individuazione di più chiari segni di sofferenza psichica compatibile con una diagnosi psichiatrica. In particolare si riscontrano disturbi d’ansia, disturbi post-traumatici da stress e disturbi dell’umore persistente, rintracciabili nel 20-30% delle persone guarite da cancro. Spesso tali disturbi sono non riconosciuti o sottovalutati e possono evolversi e cronicizzare nel tempo. Emerge dunque l’esigenza di percorsi di riabilitazione e sostegno psicologico realizzati con programmi di intervento interdisciplinare che si attivano già nel corso delle prime fasi della malattia. Ad oggi, da quanto riportato nel 7° Rapporto annuale dell’Osservatorio sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, nella relazione di introduzione del presidente FAVO, Dr. Francesco De Lorenzo, il Servizio Sanitario Nazionale non pone la necessaria attenzione ai bisogni di riabilitazione psicofisica e sociale dei malati oncologici, limitandosi ad annoverarla tra le tipologie riabilitative desunte dalla Classification Functioning Disability and Health (ICF) dell’OMS, che fa riferimento alle rieducazioni articolari, cardiocircolatorie, del linguaggio ecc. La riabilitazione in oncologia presuppone invece la presa in carico globale della persona e deve essere basata su un modello bio-psico-sociale, con interventi volti a garantire il benessere della persona non solo fisico ma anche cognitivo, psicologico e sociale/lavorativo. Ancora una volta, dunque, come si sottolinea nella suddetta relazione, il Volontariato Oncologico, potrà avere un ruolo importante “nel promuovere con forza e dedizione una campagna informativa in grado di raggiungere i malati al termine del trattamento della fase acuta e le persone guarite, per un’azione di prevenzione terziaria e di specifica riabilitazione”. Dr.ssa Chiara Vitalone Psicologa Psicoterapeuta Cosa mi ha lasciato l’Associazione e in cosa l’ho vista cambiata negli anni Sono passati circa dieci anni dal mio arrivo in “Volontà di Vivere”: era la primavera del 2006 e iniziavo l’anno di tirocinio post-lauream. Molte sono le esperienze vissute in questo luogo, momenti e progetti che mi hanno fatto crescere professionalmente e umanamente. In diversi momenti mi sono trovata a pensare al perché mi trovassi ancora qui, dopo tutti questi anni, dal momento che, come spesso mi trovo a dire ai miei pazienti, a volte ci si imbatte in alcuni luoghi ed esperienze per caso, ma quando ci si sofferma in esse, nel bene o nel male, credo sia sempre importante interrogarsi sul senso di questo “stare”. E ritengo che riflettere su che cosa mi abbia lasciato l’Associazione in questi anni voglia dire anche interrogarsi su cosa io abbia assimilato, elaborato e trasformato, partendo anche - e soprattutto - da bisogni personali 12 (oltre che professionali) profondi. Nel caso di “Volontà di Vivere” il mio “stare” di questi anni mi è servito (e mi serve tuttora) innanzitutto a comprendere, quasi quotidianamente, il mio rapporto con la vita, con la morte, con la malattia e con il dolore. Questa matura consapevolezza all’inizio della mia esperienza come tirocinante non c’era (negli anni seguenti ho intrapreso anche un lungo percorso di formazione in Psicoterapia Psicoanalitica Fenomenologica che è stato fondamentale in tal senso), però ero ugualmente affascinata dal poter avvicinarmi ad un luogo che affrontava la patologia oncologica a 360 gradi, ambito che all’Università non avevo affrontato. Ho iniziato così questo percorso come tirocinante, con curiosità, spinta dalla voglia di poter osservare quanto più possibile e di accogliere storie ed esperienze delle persone che ogni giorno incontravo (pazienti, professionisti, volontari, operatori), anche con qualche timore iniziale, non lo nego. Iniziare a comprendere la malattia oncologica dal punto di vista psicologico soprattutto, motivo per cui ero lì, ha significato gradualmente “abbracciare con la mente e con l’anima” il cancro, ma anche interrogarsi intimamente sul senso profondo della vita e della morte e da qui molte altre cose… In questi anni l’Associazione mi ha dato la possibilità di sperimentarmi e di comprendere la complessità dell’esperienza oncologica attraverso diversi punti di vista, diversi ambiti operativi (psicoterapia individuale; gruppi di auto-aiuto; laboratori creativi del gruppo “Crescere con arte”; formazione delle volontarie; progetti; pubblicazioni), tutti molto stimolanti, il cui filo conduttore è legato a mio parere all’importanza del cambiamento che il cancro impone nella vita delle persone; cambiamento dettato quasi sempre dal profondo LA PAROLA AGLI SPECIALISTI bisogno di riconciliarsi con se stessi e con la vita. Perché il cancro, come ho imparato in Associazione in questi anni, può rappresentare davvero, anche se dolorosamente, un’opportunità di cambiamento, per ritrovare se stessi, per riprogettarsi, al di là della tendenza ad identificarsi con la malattia, con il corpo malato. Tutto questo è stato ed è ogni giorno come affrontare un viaggio, o meglio, tanti piccoli viaggi, insieme alle persone che incontro nella pratica clinica e non solo. Il cancro costituisce nella vita di una persona un vero e proprio trauma, che minaccia l’esistenza fisica ed il momento della diagnosi rappresenta una sorta di spartiacque tra un “prima” e un “dopo”. Questa minaccia arriva a creare un punto di rottura nel senso più profondo di sé, cioè l’identità, che è intimamente legata a quel bisogno profondo dell’essere umano di sperimentare un sentimento di continuità nella propria esistenza. A tali considerazioni si lega l’aspetto della crisi aperta dalla malattia, un momento molto delicato per le sue caratteristiche perturbanti ma anche - e soprattutto - evolutive. Ed è proprio l’aspetto della crisi quello a mio parere più edificante nel mio lavoro in Associazione, in quanto essa può essere un’importante opportunità di cambiamento per la persona. La fase di elaborazione della malattia (alla quale è chiamato a rispondere lo psicoterapeuta) rappresenta l’aspetto potenzialmente evolutivo della crisi ma anche il più delicato; quel “pensare alla malattia”, dopo quel doloroso vissuto di smarrimento che molte persone provano terminato il periodo “attivo” delle cure, in cui tutto, o quasi, sembra esternamente tornato come prima, mentre internamente, a livello psicologico profondo, molto è mutato, o si accinge a farlo. L’Associazione mi ha dato l’opportunità di agire sul piano clinico proprio in questo delicato contesto, aiutando i pazienti a trovare un luogo all’interno di sé che possa accogliere questo percorso. Una sorta di “viaggio” terapeutico, che si snoda attraverso l’elaborazione della perdita della vecchia immagine di sé, per poter così arrivare a reintegrare la propria - nuova - presenza nel mondo, giorno dopo giorno, attribuendo un senso alla propria vita, intraprendendo con fiducia e consapevolezza un cambiamento, dove necessario. A questo delicato lavoro terapeutico associo l’antica arte giapponese del kintsugi, una tecnica che consiste nel riparare oggetti preziosi rotti aggiungendo una vena di lacca dorata dove i frammenti si ricongiungono, valorizzando la crepa, invece di occultarla, evidenziando quello che non è più un difetto, ma un nuovo e sorprendente tratto distintivo, sovvertendo così l’idea di integrità e perfezione attraverso la cura e la preziosità della riparazione. Il pensiero occidentale, in particolare, fa fatica a fare pace con le crepe, le fratture, le ferite. Quando qualcosa di bello e fragile si “rompe” siamo subito portati a vederlo come irrimediabilmente perduto e se in qualche modo riusciamo a “ripararlo”, i segni delle fratture sembrano togliere qualcosa alla bellezza originaria. E il nocciolo della questione è qui: 13 occultare l’integrità perduta o esaltare la storia della ricomposizione. Il dolore, quando è profondo, ci dice che siamo vivi; poi passa e ci lascia spesso cambiati. A volte anche più saggi, più forti. In ogni caso lascia il segno, un prezioso segno. Il kintsugi, dunque, non è solo metafora di ri-storificazione e valorizzazione dell’esperienza, ma anche metafora di cambiamento, di articolazione delle parti con il tutto, di trasformazione creativa della vita a partire dalla perdita di alcuni frammenti che non possono più essere reintegrati, di accettazione positiva di tale trasformazione, che concepisce l’identità come mobile e continua allo stesso tempo. Perché in fondo la vita è questo: integrità e rottura insieme, ri-composizione costante ed eterna. In conclusione ho constatato negli anni una crescita dell’Associazione, grazie al contributo di tutti, che si è manifestata attraverso una sempre più ricca prospettiva psicologica, relazionale, sociale ed assistenziale. Questa crescita si è mostrata a mio parere sia dal punto di vista “quantitativo”, con l’aumento delle attività e dei servizi offerti (innovativi e funzionali ai bisogni sempre più specifici dei pazienti, in molti casi sempre più giovani, e dei familiari); sia dal punto di vista “qualitativo”, con un aumento della specializzazione degli interventi e della presenza sul Territorio, sia nel rapporto con le Istituzioni che con la cittadinanza. L’auspicio è che, nonostante le crescenti difficoltà soprattutto di natura economica, il ruolo dell’Associazione a livello assistenziale, istituzionale e territoriale non venga meno negli anni, ma si possa continuare a dare il proprio contributo per una migliore qualità delle cure, in tutte le fasi della malattia e per tutti gli interlocutori coinvolti, con il consueto spirito innovativo e vitale. LA PAGINA DELLO PSICOLOGO Dr.ssa Serenella Salomoni Psicologa, psicoterapeuta, sessuologa e terapia della coppia Sessualità ed affettività dopo il cancro al seno Scrivo queste poche righe per ringraziare l’Associazione Volontà di Vivere del sostegno che mi ha dato in questi anni. Ho cominciato a conoscerla quando mi ha aiutata nella compilazione della mia tesi di laurea molti anni fa. Mi ha fatto capire l’importanza della solidarietà femminile quando mi sono ammalata e ho ripassato tutto quello che mi avevano confidato le donne a cui avevo sottoposto il mio questionario di tesi. Ho conosciuto i pilastri che la sostengono attraverso Caterina e tutte le volontarie del centro e, specialmente, la loro forza e serenità in quello che hanno fatto e stanno facendo. Ho imparato tante cose; ormai sono molti anni che faccio la psicologa –psicoterapeuta e ho appunto imparato che ogni paziente ha una “ sua “ storia. Bisogna entrare in empatia con le persone che richiedono il nostro intervento cercando il più possibile di capire e gestire le loro difficoltà. Il mio lavoro nell’Associazione Volonta’ di Vivere è rivolto a tutte le donne che , avendo avuto un problema al seno hanno bisogno di un certo sostegno per ciò che vivono in quel momento che è una rivoluzione di come erano prima della malattia. Bisogna gestire la visione di un corpo diverso e difficile da accettare che ti porta a non vivere più così come era prima il tuo femminile e l’immagine corporea. Oltre le difficoltà legate alla propria immagine ci sono quelle legate alla coppia dove i due partners si vivono con una distanza maggiore perché non sanno come muoversi l’uno nei confronti dell’altro e prendere coscienza che le cose sono cambiate. Tutto questo può sfociare in aggressività e in ansie che disturbano i buoni rapporti di coppia. Gli incontri che vengono fatti per la terapia di coppia hanno la finalità di ritrovare il giusto equilibrio e rinnovare e scoprire nuove forme di approccio corporeo verso una sessualità e affettività più matura e responsabile. Spero che tutto questo continui nel tempo perché così posso aiutare me stessa e gli altri e continuare a dipanare questo sottile ma forte filo che unisce tutte noi. Dr.ssa Cristina Businaro Fisioterapista L’importanza di trattamenti mantenuti nel tempo Da 24 anni faccio la fisioterapista e dal 2010 sono entrata a far parte dell’organico di Volontà di Vivere. 14 All’interno dell’Associazione tratto quotidianamente le pazienti operate al seno, facendo linfodrenaggio manuale secondo il metodo Vodder. Seppur breve la mia esperienza all’interno di questa realtà mi porta a fare alcune riflessioni, rispetto ai cambiamenti che ci sono stati nel tempo relativamente alla patologia e all’utenza che si rivolge all’Associazione. La chirurgia del tumore della mammella negli ultimi decenni è diventata sempre meno invasiva sia per quel che riguarda l’asportazione della ghiandola mammaria sia per il numero dei linfonodi ascellari asportati. L’età media delle pazienti si è abbassata coinvolgendo donne ancora inserite nel mondo del lavoro. Diventa quindi necessario il ruolo del fisioterapista volto a prevenire o ridurre la comparsa del linfedema mediante l’esecuzione di drenaggio linfatico manuale ed esercizi di rieducazione fisica mirati a ripristinare l’articolarità della spalla. Si è resa evidente l’importanza di un trattamento mantenuto nel tempo per monitorare il linfedema ed intervenire tempestivamente in caso di peggioramento. È altresì di aiuto l’utilizzo di un tutore elastocompressivo indossato quotidianamente durante le attività fisiche più gravose, fermo restando che alcune attività sono off-limits perché sottopongono i vasi linfatici ad uno stress che è meglio evitare. Il trattamento del linfedema deve essere un lavoro di gruppo che coinvolge aspetti non solo locali ma anche generali come ad esempio un corretto stile alimentare e una adeguata cura ed igiene della pelle, spesso stressata anche dai postumi della radioterapia. TESTIMONIANZE E STORIE DI VITA Ciao Caterina, come stai? Mi auguro bene. Ricevo sempre con piacere la vostra rivista, così interessante e colma di avvenimenti già successi o in programma. Mi complimento di vero cuore con tutta l’Associazione per il grande lavoro che riuscite a svolgere. Recentemente ho raggiunto il traguardo dei 70 anni. Non ci credo, ma ci sono. Ho pensato a voi e così stamattina vi ho mandato un contributo per festeggiare il mio compleanno. Nel lontano 1979 a me è andata bene e così voglio sperare che sia buono e positivo il percorso di tutte le vostre assistite. Il vostro operato è prezioso per chi deve affrontare il difficile cammino della malattia: trovare conforto e preziosi consigli in persone amiche ed esperte è già una buona parte della cura. Colgo l’occasione per inviare a te in particolare e a tutto lo staff i saluti più cari. E. Grazie cara amica. Intanto anche se in ritardo vogliamo farti giungere gli auguri più cari da parte di tutti gli associati per il tuo traguardo, non solo di età anagrafica, raggiunto quanto per i molti anni di vita dopo la comune esperienza di malattia e ti assicuro che veramente siamo in tante a testimoniare che anche dal cancro si può guarire. Provo sempre una grande gioia quando incontro o sento persone incontrate o/e aiutate nei primi anni di costituzione dell’Associazione e pubblico volentieri la tua missiva perché infonde speranza a quanti sono in difficoltà oggi. Io sto bene grazie, a parte qualche disturbetto dovuto all’età, che cerco di risolvere velocemente per non avere pensieri. Spero sempre di vederti ed in attesa ti abbraccio forte. Caterina La Fenice che risorge dalle proprie ceneri: la storia di Barbara 27 novembre 2013 è il giorno in cui la mia vita cambiò, è il giorno in cui persi due pietre d’angolo che reputavo, erroneamente, i capisaldi della mia vita. Al mattino feci una normale mammografia di controllo ed il medico, un po’ superficiale a mio parere, mi disse che c’era qualcosa da controllare, e che non essendo cosa di cui preoccuparsi troppo potevo scegliere fra un ago aspirato la settimana successiva, o un controllo “serrato” dopo tre mesi. Al pomeriggio ebbi una riunione al lavoro, d’urgenza, con i miei capi milanesi atterriti perché, senza alcuna avvisaglia, la ditta che ci appaltava il lavoro aveva deciso di chiudere la filiale di Padova. Eccomi qui oggi, assidua e costante frequentatrice dalla primavera del 2015, della sede dell’Associazione che, attraverso il supporto psicologico, mi sta aiutando ad Accettare e a Ricominciare, come la Fenice che risorge dalle proprie ceneri. L’altro giovedì ho incrociato, in sede, la Sig.ra Tanzella che mi ha chiesto di scrivere la mia testimonianza, vi dico già che questa è la seconda versione, se non la terza! Raccontarvi di me, mi ha messa in difficoltà, infatti in prima battuta avevo fatto la cronologia del mio tumore, un elenco di visite, terapie ed operazioni, speranze e delusioni. Ma quello che vi voglio raccontare, invece, è la storia delle persone che ho incontrato da quando è iniziato il mio personale cammino interiore. Premetto che mi sento molto fortunata, in quanto non mi sono mai sentita sola durante i momenti più bui della malattia, infatti ho sempre potuto chiamare qualcuno, con la disponibilià per ascoltarmi. Nella vita, prima, ero abituata ad accorgermi degli imprevisti nefasti, ma difficilmente coglievo le sorprese, questa invece vuole essere una storia di sorprese, di lieti eventi. Quando facevo la chemioterapia mi mettevo le cuffie e ascoltavo a palla Radio DeeJay, era il sistema migliore per isolarsi dalle chiacchiere petulanti, che talvolta sono inevitabili. Un giorno notai una donna meravigliosa, elegante, raffinata e bella (sono una sostenitrice della teoria che “la bellezza salverà il mondo”), e come me anche lei aveva voglia di parlare di altro, siamo così diventate amiche, io raccontavo di mia figlia e lei dei suoi figli ormai grandi, finita la terapia ci sentivamo per telefono, finché lei è partita. Ma sua figlia, con la quale avevo scambiato, al tempo, poche parole è diventata una mia carissima amica; noi veniamo da mondi diversi ma siamo profondamente legate, unite da un affetto sincero ed intenso. Successivamente, il mio soggiorno all’ospedale per la mastectomia l’ho condiviso con una donna meravigliosa; penso che mio papà, di lassù, me l’abbia messa in stanza perché sapeva che avevo bisogno di una compagna come lei, abbiamo passato solo due notti insieme, ma che notti! Ci siamo raccontate le nostre vite, le speranze, le paure, i sogni infranti e gli affetti con onestà e sincerità, quale dono meraviglioso essere diventate amiche. 15 TESTIMONIANZE E STORIE DI VITA - Non in ultimo, un luogo dove confrontarsi per arrivare a stringere nuove amicizie, con cui magari giocare a burraco o far festa insieme (cena, concerti, spettacoli). Nella mia storia, ci sono molti altri gesti di affetto, che spesso mi hanno dato la forza di andare avanti, non pensiate che sia vissuta in un mondo senza sgarbi, amarezze, delusioni, rabbia e sconfitte, ce ne sono state tante e profonde, ma quello che ho imparato, quello che ho voluto cambiare nella mia esistenza è lo sguardo sul mondo, è la voglia di soffermarmi sul bene che mi circonda, tralasciando il resto. Non sempre ci riesco, ogni tanto ho qualche ricaduta nella vecchia Barbara, ma quando mi capita, cerco di correggere il tiro e ripartire dalla nuova pietra d’angolo. Volontà di Vivere, la “mia” Associazione: la testimonianza di Lucia, una volontaria Parlare o scrivere dell’Associazione non è per me mai facile perché come tutte le volte che abbiamo a che fare con le questioni di cuore, i discorsi si ingarbugliano. Facciamo così, scrivo per flash. L’associazione è per me: - Un ambiente familiare dove la nota dominante è l’accoglienza e la comprensione del vissuto di dolore del malato - Un accompagnamento nei momenti più bui della malattia - Stimolo alla ripresa psicofisica dopo la terapia - Un luogo dove fare volontariato di qualità - Un’occasione di esperienze, le più varie che toccano la persona nelle sue dimensioni: mente (psicoterapia, corsi, seminari) corpo (linfodrenaggio, corsi di alimentazione ecc.) - Un’occasione per imparare a prendersi cura di sé con maggiore consapevolezza dei propri vissuti e meccanismi di risposta - Valorizzazione della dimensione estetica, che talora apre anche alla dimensione dello spirito - Un’occasione per apprezzare il valore della prevenzione e di stili di vita più sani Per quel che mi riguarda personalmente, l’Associazione ha voluto dire oltre tutte queste cose insieme anche un momento per riflettere sulla mia vita precedente e anche sul problema della morte, in generale su problematiche esistenziali quali il dolore. Questo mi ha portato ad un’apertura alla dimensione spirituale che non ho più visto lontana da me, ma l’ho sperimentata come intrecciata alla mia vita “qui e ora”. Ho colto, frequentando l’Associazione e “frequentando la malattia e la ripresa” insieme a lei, verità molto importanti che rappresentano ancora per me un caposaldo per la mia vita e un orientamento che tutt’ora mi guida e mi ispira nei momenti critici che comunque sempre si presentano. L’Associazione, il salvagente a cui mi sono aggrappata: il racconto di Daniela Sono Daniela; molti dell’associazione “Volontà di Vivere” mi conoscono già, dato che sono tra voi da cinque anni. Tra di voi, nel senso che i nostri occhi si sono spesso incrociati: i miei occhi a volte preoccupati, a volte lucidi, a volte pieni di speranza, i vostri occhi sempre sereni nel dare comprensione e coraggio. Sono dei vostri anche se non sono io “l’ammalata”; l’ammalato è Dario, io sono sua moglie, quella che sempre stata al suo fianco, nella salute per tanti anni e lo è nella malattia in questi ultimi cinque. Vivo questo periodo come se qualcuno mi abbia voluto buttare apposta tra le onde minacciose dell’oceano in un momento imprevisto, alle spalle, di nascosto, vigliaccamente. Diagnosi: mesotelioma al peritoneo, quello brutto dell’amianto di cui troppo spesso abbiamo sentito colpire gli altri, appunto gli altri, non mio marito. Smarrimento, angoscia, sentire le onde sbattere con violenza sulla mia testa per sovrastarmi, per sovrastarci, Dario ed io. Aver sentito parlare di medici oncologi ma non sapere come e dove trovarli, aver sentito parlare di chemio senza sapere nulla se non di una cura necessaria ma devastante, aver sentito parlare di radio terapia senza sapere che cosa fosse. E poi inaspettatamente, qualcuno mi ha lanciato il salvagente al quale mi sono aggrappata. Un’amica mi ha messo in contatto con la signora Tanzella presidente dell’Associazione “Volontà di Vivere” e la forza che credevo ormai persa è tornata. Già alla moglie di un malato oncologico si esigono, senza sconti sempre e comunque, forza e determinazione ma in questi cinque anni ci sono stati e ci sono momenti di disorientamento, insofferenza e ribellione ed è proprio in questi momenti 16 TESTIMONIANZE E STORIE DI VITA che il dr. Trevisan dell’Associazione è sempre lì con me facendomi scoprire nuove risorse che nemmeno io sapevo di possedere. In Associazione (ora la vivo come seconda casa) ho conosciuto la gratuità di Cinzia che mi ha stupito e continua a stupirmi portandomi nella sua saggia visione di vita; ho conosciuto Laura generosa, entusiasta e di buon senso. Grazie a voi tutti di “Volontà di Vivere” di via Paruta. Grazie alla disponibilità della signora Tanzella e del dr. Trevisan, grazie ai sorrisi che ho ricevuto e continuo a ricevere. Condividere ed esplorare con la Scrittura Creativa: le parole di Laura Lo Yoga, un percorso alla scoperta di corpo e spirito: le impressioni di Maria Luisa …ma dai perché non ti fai una bella esperienza yoga qui in Associazione? Quando i treni passano bisogna prenderli al volo e quindi ho preso questo treno per un viaggio nuovo dentro allo “yoga”! Di fatto ci avevo provato anche in passato presso delle palestre ma non era scattato l’amore, certe posizioni mal si accordavano con le limitazioni fisiche …. Diligente mi sono presentata al giovedì pronta ad incontrare il gruppo variegato delle consociate e dell’insegnante Lilly. Fantastica atmosfera mi sono sentita subito “a casa” e le cose sono ancora migliorate con l’andare della lezione. Si può fare yoga nel rispetto dei propri limiti, anzi Lilly ci esorta a rispettarci e ad ascoltarci per imparare fin dove possiamo spingerci ed è una gran scoperta! Le lezioni oltre a far lavorare ed a farci scoprire il nostro corpo lavorano molto sulla nostra spiritualità conducendoci in percorsi che ci portano dentro di noi e questa è una grande occasione! Un’occasione che ci vede protagoniste perché possiamo scegliere quanto dentro di noi vogliamo entrare. Spero che tante donne abbiano voglia di fare un “viaggio” come io sto facendo. Un’altra occasione “magica” che la nostra Associazione offre in un ambiente accogliente ed amichevole. Ci sono momenti della vita veramente molto difficili e la malattia oncologica credo sia tra le più pesanti da fronteggiare – anche per i tempi necessari alle cure. Avevo bisogno di trovare un porto dove poter alzare i remi e lasciarmi andare dopo tanto vogare. La passata quotidianità mi stava stretta, avevo bisogno di ammorbidirmi e guardandomi attorno ho scoperto l’associazione Volontà di Vivere dove, da come sono stata accolta ho pensato: è il mio porto. Ho frequentato un po’ tutte le attività dalle quali ho tratto grande beneficio psico-fisico accompagnata da tanta umanità da parte di tutti – professionisti e volontari. Tra le varie proposte dell’Associazione mi va di citarne una perché ho la sensazione che la “dicitura” intimidisca. Parlo della Scrittura Creativa. Fare parte di questo gruppo significa condividere, esplorare e poco importa come riusciamo ad esprimerlo. L’importante è farlo. Con l’aiuto delle coordinatrici – le Dr.sse Chiara Vitalone e Marina Agostinacchio – le parole escono da sé, la penna scorre da sé; io riesco a sentirmi libera, accettata, accolta, capita. E poi, che dire delle nostra compagne di viaggio…È davvero come raccogliere tante monetine per riempire il salvadanaio. Il nostro, Ecco! Mi sento felice di aver condiviso con voi questo mio sentire con l’augurio di ritrovarci in tante. Grazie. 17 APPUNTAMENTI E OPPORTUNITA’ Appuntamenti istituzionali Assemblea dei soci con rinnovo cariche venerdì 15 aprile 2016 Carissimi Soci, siete invitati a partecipare all’Assemblea Annuale prevista per Venerdì 15 aprile alle ore 16 nella sede di Via Paruta. Questa Assemblea prevede il rinnovo del Consiglio Direttivo che, come da Statuto, va rieletto ogni due anni. Chiunque può candidarsi, purché sinceramente convinto di condividere lo spirito di servizio che da sempre alimenta l’animo dell’Associazione. Nel corso dell’Assemblea la Presidente presenterà una relazione morale di quanto è stato svolto durante l’ultimo anno di operatività e i relativi risultati. Verrà inoltre presentato il bilancio da parte dei revisori dei conti e il programma delle iniziative per il prossimo anno. Consulta maschile Ciclo di conferenze a cura del dr. Trevisan “Volontà di reagire” da venerdì 29 gennaio 2016 Da gennaio a maggio, con cadenza mensile, anche quest’anno, vengono riproposti gli incontri della Consulta Maschile; si tratta di un piccolo gruppo di compagni/mariti di donne interessate dalla malattia, gestito dallo psicologo dell’Associazione, il Dr. Evelino Trevisan. Nel corso degli incontri vengono discussi ed elaborati quei problemi che insorgono durante e/o dopo la malattia di un membro della famiglia, visti dalla parte di chi, “sano”, spesso si sente bloccato dalla paura di sbagliare comportamento. da venerdì 4 marzo 2016 Un proverbio recita “Non importa quante volte cadi, ciò che conta è quante volte trovi in te la forza di rialzarti”. Quanto conta nella crisi la voglia di combattere? Quanto conta il non rinunciare ed insistere, stringendo i denti e sopportando lo sforzo, il dolore, la paura? Quanto conta nella malattia la voglia di farcela? Certamente molto! Non possiamo sostenere sia preclusivo al processo di guarigione ma possiamo indubbiamente ritenerlo un suo fondamento. Ed allora diviene molto importante sviluppare questo atteggiamento soprattutto nell’ambito della nostra Associazione. C’è in tutti la volontà di reagire? Da cosa dipende? Quali sono i suoi ingredienti? Come coltivarla e favorirla? Questi sono alcuni interrogativi che verranno affrontati dal Dr. Trevisan nella serie di cinque incontri che si terranno nel mese di marzo e aprile il venerdì pomeriggio alle 17.00. E’ un’esperienza che è giunta al suo quindicesimo anno, grazie ai positivi risultati ottenuti sia a livello personale che, di riflesso, per l’aiuto concreto che i partecipanti imparano ad offrire alle proprie compagne o mogli. Gli incontri si tengono di venerdì alle ore 21.00 presso la sede di Via Paruta 32. Per conoscere tutte le date consulta la sezione Agenda o contatta la Segreteria allo 049 8026059. Per l’elenco completo delle date vedere la sezione agenda. 18 APPUNTAMENTI E OPPORTUNITA’ Laboratorio creativo multidisciplinare da mercoledì 23 marzo 2016 Il benessere psicofisico della persona è l’obiettivo principale dell’opera di Volontà di Vivere, che con qualsiasi mezzo si impegna a stimolare i cambiamenti in positivo dello stile di vita ed il miglioramento delle relazioni sociali ed emozionali del singolo. Nasce in quest’ambito la nuova iniziativa che prende il via a marzo e che – sotto forma di laboratorio – mette insieme più discipline artistico-creative, che ruotano intorno ad un tema portante, la donna; il femminile viene declinato nella rielaborazione e nel riadattamento di un testo letterario. Coordinati da un formatore, in collaborazione con uno psicologo e con una volontaria esperta in laboratori performativi, i partecipanti sono coinvolti in movimenti espressivi, pitture e letture testi dal vivo e video multimediali. A conclusione del laboratorio si prevede la possibilità di esporre le attività svolte nella forma di uno spettacolo performativo teatrale. Possono partecipare al progetto – che vuole essere intergenerazionale - persone di differenti fasce di età. Saranno ospiti di uno degli appuntamenti gli associati di “Cantare suonando”. I laboratori si svolgeranno nella nostra sede in Via Paruta, di mercoledì alle ore 17; gli incontri, della durata di 1 ora e mezza, saranno 10. L’attività è realizzata con il contributo del CSV Padova all’interno del PROGETTO IDEE DI BUONE PRATICHE - TAVOLO ANZIANI DISABILI - ANNO 2015. Per l’intero calendario degli incontri consultare la sezione agenda. Per informazioni e iscrizioni, contattare la Segreteria allo 049 8025069. Obiettivo rivivere in programmazione “Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di parlare. Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare”. Daniel Pennac Sempre attenta a cogliere le metodologie più innovative in ambito psiconcologico, l’Associazione presenta un nuovo progetto di sostegno nel percorso terapeutico del paziente oncologico. Si tratta di “OBIETTIVO RIVIVERE”, un progetto di metodologia photovoice che nasce pensando alla fotografia come un mezzo utile al cambiamento sociale. Questo significa che la fotografia diventa parola, messaggio, condivisione di tutte quelle paure, di tutte quelle domande e preoccupazioni che, durante e dopo, la malattia in qualche modo impone. Il progetto si svolgerà in cicli di incontri, in cui si inizierà con la conoscenza del mezzo fotografico fino ad arrivare a discutere e condividere i vissuti guardando le foto scattate, volta per volta, dagli stessi partecipanti. L’“OBIETTIVO” sarà quello di RIVIVERE i propri trascorsi di malattia per dar loro un senso e riprendersi i contesti di ogni giorno: quello della cura di sé, quello del lavoro, quello del rapporto con la propria immagine e con chi costituisce il nido d’intimità più vicino, tenendo sempre il focus sull’importanza della condivisione. Grazie alla fotografia, chi farà parte del gruppo dei partecipanti potrà sentirsi - ed essere - il vero protagonista della sua storia e dei suoi diritti, senza lasciare che, come accade nella maggior parte delle volte, la vita dopo la malattia sia solo un susseguirsi di iter imposti dall’alto delle istituzioni. Il progetto è rivolto ai pazienti oncologici e ai lungo sopravviventi; i gruppi saranno seguiti da uno psiconcologo e da dottoresse in psicologia magistrale. Per informazioni e per essere contattato appena la programmazione sarà stabilita, chiamare la Segreteria allo 0498025069. 19 APPUNTAMENTI E OPPORTUNITA’ Spettacolo teatrale “Inquilini agitati come una vasca di pesci rossi venerdì 1 aprile 2016 La primavera si apre con un pomeriggio di teatro dedicato a Volontà di Vivere: la Compagnia teatrale Upel Auser della nostra cara amica Mirella Camporese mette in scena per l’Associazione la commedia brillante “Inquilini agitati come una vasca di pesci rossi”. L’appuntamento è per venerdì 1 aprile alle ore 20.45 presso la Sala Parrocchiale del Patronato di San Bellino all’Arcella, in Via Jacopo della Quercia 24. Vi aspettiamo numerosi per un pomeriggio piacevole all’insegna della solidarietà; i fondi raccolti nell’occasione andranno infatti a sostenere i servizi attivi in Associazione per i malati oncologici. Concerto di primavera Musica e solidarietà con il coro Piemme Una domenica insieme Pranzo sociale domenica 12 giugno 2016 venerdì 20 maggio 2016 Un pranzo per conoscere nuovi amici dell’Associazione e consolidare lo spirito di appartenenza alla nostra realtà: lo proponiamo a soci, volontari, utenti e simpatizzanti per domenica 12 giugno nella bellissima Villa Todesco di Villa del Conte. Sarà un’occasione speciale per stare insieme e godere di una bella domenica in compagnia; oltre al pranzo saremo allietati dall’intrattenimento di balli e musica. Dopo la bella serata del novembre 2014 torna ad esibirsi per Volontà di Vivere il Coro Piemme – Parole in Musica; il gruppo musicale di Padova - diretto dalla Maestra Mariarosa Fidora - è di scena venerdì 20 maggio alle ore 21.00 nella Parrocchia di Santa Rita, in Via Santa Rita 18 a Padova. Il concerto - che apre le celebrazioni parrocchiali per le festività di Santa Rita - propone un repertorio rinnovato di musica italiana e internazionale; nel coro, al folto gruppo di cantanti, si affiancheranno alcuni strumentisti e il presentatore Carlo Meneghini. Il concerto non è solo l’occasione per passare una serata piacevole ma anche per sostenere concretamente Volontà di Vivere; nel corso dell’evento saranno infatti raccolti fondi a favore dei servizi attivi in Associazione e dedicati ai malati oncologici. Vi aspettiamo numerosi! 20 NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI Quattro giorni con Elena Alquati per imparare la sana cucina che aiuta il corpo e alimenta lo spirito Michela CUCINA MACROBIOTICA , ovvero MACROS= grande BIO= vita Quindi “LUNGA VITA” , da qui è partita la mia curiosità di aderire a questo corso di cucina; lunga vita ho pensato, visto che la malattia mi ha insegnato a vivere la vita e ad affidarmi ad essa, ecco un motivo in più per partire anche con questa esperienza. Elena Alquati, la nostra mitica “guida” in questo corso, ci ha dato un obbiettivo, che si può riassumere in una parola “EQUILIBRIO”, da raggiungere migliorando il nostro rapporto con il cibo rendendolo sereno ed equilibrato e imparando a cucinare con creatività anche se non si è abituati a farlo. Nei momenti di ansia e insoddisfazione, per me cucinare è un modo per dimenticare le preoccupazioni. Realizzare una ricetta poi è anche una ginnastica mentale, aumenta la capacità di concentrazione, perché ai fornelli non ci si può distrarre e di fronte a un buon risultato si sviluppa l’autostima. Impressioni dal corso 2015 Luisa Che emozione pensare di fare un corso con il guru Elena Alquati! Elena è inconfondibile alla stazione, dove vado a prelevarla, con la sua chioma rossa ed un sorriso più grande di lei. Si parla come se ci fossimo conosciute da sempre e quindi viene spontaneo iniziare in piena sintonia il nostro corso. Il suo atteggiamento mette magicamente tutte/i i partecipanti a proprio agio intorno ai fornelli. Si parte infatti con la pratica per poi passare, passo dopo passo, ad inserire la parte teorica che va a rafforzare e chiarire quanto fatto nella pratica. Sono quattro giornate super intense dove assorbiamo informazioni, filosofie che sembravano inaccessibili, e tanta sana pratica per trasformare l’impossibile in possibile!! Ad Elena e all’Associazione che ha sposato l’idea nata dalla nostra volontaria Ornella dico un grande GRAZIE ed a prestissimo. A tutti gli altri che ci leggono dico “COGLIETE L’OCCASIONE” penso sia un grande regalo che ogni uno si può fare. 21 NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI Di corsa contro il cancro 12 donne alla maratona di New York Un gruppo compatto, combattivo e giocoso. Dieci donne, ognuna con le proprie motivazioni e la propria storia alle spalle, legate dall’esperienza del tumore al seno e dalla volontà di mettersi in gioco sui 42 chilometri della Maratona più famosa del mondo, quella di New York. Il progetto è nato per iniziativa di Sandra Callegarin, paziente dell’Istituto Oncologico Veneto, che durante il percorso di cura ha tratto grande sostegno dalla corsa, al punto di porsi l’obiettivo di mettere insieme una squadra di dieci donne e una rappresentanza del personale medico che corra per lo Iov, il 6 novembre 2016. Per questo Sandra, col marito Michele, ha proposto l’idea allo Iov, che l’ha sposata con entusiasmo, e ha fondato la Run Your Life Again (Ryla), onlus che raccoglie fondi attraverso La Rete del Dono. Ed è qui che questa storia si intreccia con quella della nostra socia Monica De Spirito, 33 anni. Il tumore le è stato diagnosticato nel luglio del 2014 e ad agosto ha subito un intervento di quadrantectomia. A giugno del 2015, una delle due amiche con cui divide l’appartamento le ha portato il volantino della Run Your Life Again. “Ero ancora in piena chemioterapia – racconta – ma questo obiettivo proiettato nel futuro mi ha subito attirata”. Per entrare nella squadra Monica ha dovuto sottoporsi a una rigida selezione basata su criteri fisici, psicologici e motivazionali, alla quale hanno partecipato una cinquantina di pazienti. “L’aspetto psicologico – racconta Monica - è stato curato dalla dottoressa Samantha Serpentini, che corre con noi e che ci seguirà per tutto l’iter del progetto, con l’obiettivo di trarne uno studio su come questa esperienza abbia influito su di noi e su come il pensiero positivo possa incidere sul “dopo”. Poi, a fine ottobre, sono iniziati i test fisici: cardiologici, sotto sforzo, di equilibrio e altro, anche per ottenere il certificato di attività agonistica, necessario per partecipare alla maratona”. I test saranno ripetuti a metà percorso, dopo circa sei mesi dai precedenti, e quindi prima di partire per New York. Oltre a Monica, della squadra fanno parte Susanna Barison, Martina Cassandro, Paola Cavallin, Ornella Dandolo, Alessandra Mercante, Sabrina Rizzo, Patrizia Sassano, Alberta Scudeller, Daniela Zambon, Donatella Berardone (riserva), due chirurghi oncologi dell’UO di Senologia dello Iov: la dottoressa Silvia Michieletto e la dottoressa Tania Saibene, più la dottoressa Stefania Zovato (riserva), endocrinologa dell’U.O. Tumori Ereditari e Sandra Callegarin, la promotrice dell’iniziativa. Dodici pazienti tra i 31 e i 63 anni, più tre medici. Il progetto è coordinato dalla dottoressa Flavia Della Rosa, dell’ufficio marketing dello Iov. “Ci alleniamo insieme – racconta Monica - tre volte a settimana. Ognuna ha il suo programma”. La prima tappa sarà a Padova la mezza maratona di Sant’Antonio, ad aprile 2016, poi la Pink Run, a maggio e infine New York. “Siamo tutte belle cariche. Tutte operate al seno, ma tutte con storie diverse di malattia. E’ bello potersi raccontare come ognuno l’ha superata, gli effetti che ha avuto sulla famiglia, scherzare. Rende quello che è successo molto più normale. In spogliatoio nessuno si vergogna delle cicatrici o di parlare del periodo della menopausa…”. Ad unire il gruppo non è solo il trascorso di malattia, ma l’impegno agonistico. “Ognuno ha una motivazione diversa. Ma senti quello che ancora puoi fare. E’ bello sentire il tuo corpo che risponde. Quando gli allenatori ci dicono: guardate che la Maratona di New York non è una passeggiata. Sono 42 chilometri. Correre è faticoso! Noi ci guardiamo e pensiamo: cosa vuoi che sia questo per noi? Noi siamo abituate a dirci: resisti!”. 22 NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI Yoga della risata Impressioni ed emozioni Cena di Natale I ringraziamenti Quando Volontà di Vivere ha proposto una giornata di “Yoga della risata” condotta da Letizia Espanoli ho deciso di partecipare per capire se, con questo tipo di “terapia”, il mio carattere tendente al pessimismo avrebbe potuto trarne giovamento. La giornata è stata a dir poco entusiasmante, non solo per la bravura di Letizia che ci ha spiegato molto bene gli effetti che la risata, anche se indotta, produce alla nostra mente e al nostro corpo (si liberano endorfina, serotonina ed altre sostanze utilissime a renderci più positivi);a rendere speciale questo evento è stata anche l’unione che si è creata tra i vari partecipanti, circa una ventina, molti dei quali prima sconosciuti, tutti uniti nei vari esercizi di respirazione, rilassamento e …risate! Credo proprio di aver appreso un modo nuovo e positivo per affrontare la vita! Lilia Per aver contribuito con generosi omaggi alla lotteria di beneficenza organizzata nel corso della Cena di Natale, il cui ricavato è andato a sostenere le attività istituzionali di Volontà di Vivere, l’Associazione ringrazia: Calzature Altino Paola Babolin Farmacia Balbinot Gloria Calzature Bedei Profumeria Beghin Maglificio Bertha Cafè Collant Calore Piante Confetteria Cappellari Choco Pelle Farmacia Ciato Collezioni Arcella Concetta De Francesco Lucia Desimini Pulisecco Elen Sec Pasticceria Estense Annalisa e Otello Esposito Parrucchiere Fernando Galleria Fiorentina Graziella G.not only skin Intimi segreti L’Idea Service Calzature Longo Mademoiselle snc Mazzoleni Articoli da regalo e sportivi Gianni e Luciana Michelazzo e gli amici di Campodarsego Adriano Ometto Giancarlo e Giovanna Ottonello Maurilla Pastorello Simonetta Piva Centro Sportivo Plebiscito Ida Presti Ruggeri srl Ottica San Domenico Dr.ssa Nicoletta Sonino Dr. Evelino Trevisan Gabriella Trolio Coltelleria Valesio Dr.ssa Chiara Vitalone Dagmar Winkler Farmacia Zambon 23 IMMAGINI DAL 2015 NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI Race for the cure, Maratona Komen – Bologna Convegno “Così vicini, così lontani: Cancro e Famiglia” – Sala Convegni Palazzo Monte di Pietà Torneo di Burraco Solidale – Canottieri Padova Concerto “Natale insieme” con Folkstudio – Teatro Don Bosco “Lisistrata – Gruppo Crescere con Arte” – Teatro Q. De Giorgio, Vigonza Corso di Cucina per la prevenzione con Elena Alquati – Patronato S.Paolo Seminario “Il limite come opportunità di crescita” con il Dr. Trevisan – in sede “Una giornata particolare – Il volontariato incontra la scuola” Istituto Severi Festa Provinciale del Volontariato – Padova 24 NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI Consigli di lettura NEL CIELO DEGLI UOMINI Preghiere da tutto il mondo Brunilde Neroni Edizioni Messaggero Padova A RUOTA LIBERA 30.000 km con il cancro alle spalle Federico Grandesso “…io corro perché ce l’ho fatta, corro per chi non ce l’ha fatta, corro per chi sta lottando, corro per la mia famiglia, corro per i miei amici, corro per le famiglie di chi soffre, corro forse per buttare fuori con il sudore la mia paura, ma corro anche perché sono felice. Orgoglioso di me che nonostante i problemi, amo questa vita, corro contento di avercela fatta e ora voglio correre per testimoniare che con la positività si ha in mano il 50% della guarigione”. Quella di Federico è una storia non solo di malattia e paura ma anche di amore e fede e della forza che può dare la condivisione. Ed è una storia vissuta in sella ad una bicicletta. “Federico pedala” gli dice l’oncologa dopo le chemio. E Federico pedala per 30 mila km e scopre che la bici è una terapeuta a 360° Federico Grandesso Nasce a Badia Polesine nel 1968; dalla sua prima pubblicazione è nato un sito http://federicograndesso.it/, che al suo interno comprende un blog. IL RITRATTO DELLA SALUTE (alla faccia del cancro) Chiara Stoppa con Mattia Fabbri Mondadori “Io non sono più brava degli altri, non sono più forte degli altri, forse sono semplicemente più fortunata, chissà di sicuro non sono migliore dopo la malattia. Ci sono passata attraverso, ecco tutto. E sono sempre io, Chiara”. Chiara Stoppa è un’attrice ed ha solo 26 anni quando le viene diagnosticato un tumore, che a detta dei medici le dà pochissime speranze. Dopo 10 anni racconta la sua esperienza, quella di una guarigione che ha del miracoloso, attraverso uno monologo teatrale pieno di ironia e con una carica vitale contagiosa e in un libro scritto a quattro mani con Mattia Fabbri. Chiara Stoppa, nata a Pordenone nel 1979 fa parte della Compagnia A.T.I.R., che persegue un teatro popolare di qualità. Svolge attività di formazione con bambini, adolescenti e disabili presso le scuole e all’interno del progetto “Gli spazi del teatro”. 25 Una raccolta di preghiere da tutto il mondo da Sant’Agostino all’Upanishad, da Guru Nanak al canto chassidim, da Simeone il Nuovo Teologo a Filarete, dalla preghiera islamica a Lao-Tse. A tutte le latitudini e in ogni tempo la presenza di Dio è desiderata dall’uomo nella sua solitudine, nella sua orfanità, nel suo sogno di libertà, bellezza e pace. Brunilde Neroni, italianista e orientalista, è docente universitaria, traduttrice e scrittrice. Impegnata sul fronte della pace e dell’ecumenismo, coltiva la passione per la poesia e la cucina. ANDAR PER RUGIADA Quando anche la notte brilla Santa Costanzo Albatros “L’esperienza del cancro e come attraversare una lunga notte senza essere certi che il giorno arriverà. (…)La notte del malato di cancro è come le notti reali: più fitto è il buio, più stelle si vedono brillare in cielo. E tutta l’umidità che la terra rilascia durante le ore più fredde si trasforma in perle traslucide che adornano ogni cosa e splendono come diamanti. La rugiada, il respiro della notte che condensa il calore che il frenetico giorno ha lasciato di sé. Andar per rugiada è cercare ciò che brilla nel buio: come in Alto così in basso…le stelle e la rugiada.” Santa Costanzo, nata in Sicilia vive a Padova ed è medico in pensione. Attualmente coordina il Settore Cultura dell’Ordine dei Medici della Provincia di Padova. NEWS IN ONCOLOGIA Con lo zucchero cresce il rischio di cancro al seno Junk food (cibo spazzatura), bevande zuccherate e dolci: il loro consumo eccessivo aumenta il rischio di cancro al seno e al polmone. E’ quanto risulta dallo studio del MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas, i cui risultati sono stati pubblicati dall’autorevole rivista dell’American Association for Cancer Research. I ricercatori del centro americano puntano il dito contro i regimi alimentari occidentali, dove la presenza massiccia dello zucchero aumenta – secondo lo studio – la possibilità di sviluppare il cancro e successivamente le metastasi. Lo studio ha analizzato lo sviluppo della malattia in due gruppi di topi, evidenziando come il campione nutrito con una dieta ricca di zuccheri semplici sviluppasse in percentuale più alta la malattia, che tendeva a crescere al mantenimento per gli animali di una dieta dolce. Quest’ultimo lavoro non fa che confermare precedenti studi epidemiologici che mostrano come l’apporto di zuccheri dal cibo ha un impatto significativo sullo sviluppo di un carcinoma mammario, favorendo meccanismi infiammatori o i picchi di insulina che agevolano l’insorgenza della malattia. Tumori: mortalità in calo nel 2016 Buone notizie per il 2016: il tasso di mortalità per malattia oncologica è destinato anche quest’anno a confermare la tendenza alla diminuzione. Lo sostiene uno studio portato a termine da ricercatori italiani, svizzeri e americani e pubblicato da Annalis of Oncology, che ha messo sotto la lente i dati dei 28 paesi dell’Unione Europea, con particolare riguardo a sei dei paesi con maggiore popolazione. Lo studio ha considerato i dati sia nel complesso che in maniera disaggregata (divisi per tipo di patologia e per sesso). Le notizie più confortanti sono quelle che riguardano le leucemie, i cui tassi di mortalità nei bambini e nei ragazzi sono diminuiti fino al 38% negli ultimi sette anni; il merito va ai progressi nella gestione della malattia e nelle maggiori possibilità terapeutiche. Programmi di screening, diagnosi precoce, maggiore efficacia delle terapie sono invece responsabili della riduzione dei tassi di mortalità per il cancro della mammella e del colon retto; diminuiscono anche i tassi per il cancro alla prostata (favoriti dai più efficaci protocolli terapeutici) e per il cancro allo stomaco. Biopsia liquida: a piccoli passi verso il test della saliva per scoprire il tumore Ancora uno studio che rende più concreta la possibilità di diagnosticare la presenza di un tumore in maniera rapida e poco invasiva: si tratta della cosidetta “biopsia liquida”, studiata presso il Center for Oral/Head and Neck Oncology Research della UCLA dal team di David Wong. L’esperto americano ha parlato dei progressi della ricerca presentando il prototipo del dispositivo al recente convegno dell’Associazione americana per l’avanzamento delle Scienze (Aaas); basta una singola goccia di saliva e nel giro di una decina di minuti il test è in grado di rilevare la presenza di frammenti del DNA tumorale. Oltre ad essere rapido ed indolore, il test sarebbe anche abbastanza economico (solo una ventina di euro) e potrebbe essere fatto non solo dal proprio medico ma anche a casa. Il condizionale è però d’obbligo, perché il dispositivo per il momento si è dimostrato accurato solo sul tumore ai polmoni, e deve ancora ricevere l’approvazione della Food and drug administration (l’agenzia Usa che regola i farmaci), cosa che secondo Wong potrebbe avvenire in un paio d’anni. 26 26 VARIE DALLE SEGRETERIA 27 27 AGENDA Aprile 2016 Gennaio 2016 15 venerdì 20.30 24 domenica 29 venerdì 21.00 “Felicità e salute” workshop di yoga della risata con Letizia Espanoli - Auditorium Noventa Padovana (PD) “Corso base di Yoga della Risata” con Letizia Espanoli - in sede 10.00 26 21.00 Secondo incontro Consulta Maschile - in sede venerdì 11 venerdì 18 venerdì 23 mercoledì 17.00 17.00 17.30 1 21.00 6 17.30 8 17.00 13 17.30 15 16.00 20 17.30 27 17.30 29 21.00 venerdì venerdì mercoledì Marzo 2016 17.00 20.45 mercoledì “Tempo di detox”, incontro di cucina per la prevenzione con Elena Alquati – Patronato di S.Paolo 4 1 venerdì Primo incontro Consulta Maschile - in sede 6 venerdì 17.00 venerdì Febbraio 2016 sabato 1 venerdì Primo incontro “Volontà di reagire” con il Dr. Trevisan in sede Secondo incontro “Volontà di reagire” con il Dr. Trevisan - in sede Terzo incontro “Volontà di reagire” con il Dr. Trevisan in sede Primo incontro “Laboratorio Creativo Multidisciplinare” in sede mercoledì mercoledì venerdì Quarto incontro Consulta Maschile - in sede 18 17.30 20 20.45 Concerto con il coro Piemme - Parrocchia di Santa Rita 25 17.30 Decimo e ultimo incontro “Laboratorio Creativo Multidisciplinare” - in sede 27 21.00 Quinto incontro Consulta Maschile - in sede Secondo incontro “Laboratorio Creativo Multidisciplinare” - in sede mercoledì mercoledì venerdì mercoledì venerdì Giugno 2016 12 domenica 28 Settimo incontro “Laboratorio Creativo Multidisciplinare” - in sede Ottavo incontro “Laboratorio Creativo Multidisciplinare” in sede Nono incontro “Laboratorio Creativo Multidisciplinare” in sede 17.30 mercoledì mercoledì Quinto incontro “Laboratorio Creativo Multidisciplinare” in sede Sesto incontro “Laboratorio Creativo Multidisciplinare” in sede 11 L’Associazione riapre dopo le festività pasquali 17.30 Assemblea dei soci con elezioni 17.30 29 30 Terzo incontro “Laboratorio Creativo Multidisciplinare” in sede Quinto e ultimo incontro “Volontà di reagire” con il Dr. Trevisan - in sede Quarto incontro “Laboratorio Creativo Multidisciplinare” in sede 3 Ultimo giorno prima delle festività pasquali martedì Terzo incontro Consulta Maschile - in sede Maggio 2016 23 mercoledì Quarto incontro “Volontà di reagire” con il Dr. Trevisan in sede Rappresentazione teatrale “Inquilini agitati come una vasca di pesci rossi” – Patronato San Bellino Pranzo sociale - a Villa Todesco (Villa del Conte) GRAZIE! Ringraziamo coloro che, dal 17/06/2015 al 03/02/2016, hanno contribuito con le loro offerte a mantenere attivi i servizi di riabilitazione in atto. Ricordiamo che, essendo la nostra Associazione riconosciuta come ONLUS, i contributi inviati per conto corrente postale, tramite bonifico bancario o effettuati presso di noi con assegno, sono deducibili in base all’Art.13 del D.L. 460/97. Non è possibile detrarre i versamenti in contanti. Agostinis Elisabetta Agresti Agar ALAO Alibardi Patrizia Allegro Luciana Andreoli Paolo Andreosi Rosanna Andriolo Lucia Anguillari Elda Antonucci Virginia Arcangeli Michela Artosin Giuseppina Askale Zelew Badanai Paola Baldan Flora Baraldo Monica Baraldo Silvia Battistello Carlisa Becattini Maria Bellesso Silvia Beo Daniela Bertin Franca Berton Annamaria Bettella Vittorina Bettin Ilva Maria Betto Nazzarena Biasin Giovanna Biasiolo Dolores Biasiolo Lauretta Bilato Rosanna Bollini Carla Bolzonella Lilia Bonato Adriana Borgato Barbara Bottaro Monica Botton Silvana Bozza Manuela Bozzolan Adelina Branca Maria Rosaria Bresciani Marta Camporese Mirella Camuffo Roberta Candian Sonia Canovese Bertilla Capitanio Roberta Caprara Marialuisa Carraro Eddy Carraro Maddalena Casarini Angela Cassella Maria Cataldo Oscar Cavalletto Elisa Cavattoni Annamaria Cavezzana Annamaria Ceccarello Luciana Cecchinato Loredana Chiodetto Maria Teresa Coccato Adriana Conte Luigina Costanzo Santa Crema Teresina Cunico Ines Cuscianna Antonietta Dainese Donatella Dal Fior Anna D’Andrea Emma Danieli Massimo Dante Giulia De Angeli Fausta Del Basso Pinuccia del Giudice Augusta De Marco Marilena Do Mori Antonella De Spirito Monica De Toni Donatella Discardi Adriano Dobrillo Vido Doni Francesca Duzzin Marina Esposito Anna Fabretto Madina Fabris Nicoletta Facchin Giuliano Falasco Franca Fantini Luigina Fasolato Edda Fior Giuseppina Francescato Sabrina Franco Maria Donata Ringraziamo sentitamente tutti coloro che, indicando il nostro codice fiscale 80040220289 nel riquadro “sostegno del volontariato....”della dichiarazione dei redditi, hanno scelto di destinare il cinque per mille alla nostra Associazione. Frate Costantino Frison Lauretta Furlan Maria Luisa Gallani Giulio e Paola Gallo Maria Grazia Galtarossa Maria Gambato Rossella Garbari Gino Gelmini Dario Giacomazzi Sline Giacomini Marina Giorato Luciana Guadagnini Ines Maria Gusella Dina Hodnik Ines Lago Roberto Lavorato Adriana Lazzaro Fulvio Lazzaro Susanna Lentola Mariarosa Lion Giuliana Lissandron Fabiola Longo Katiuscia Luciani Gabriella Lunardi Anna Maccarone Lidia Magarotto Maria Maiorino Maria Mancini Paola Maniero Ivana Marcato Cristina Marcolin Annamaria Marcon Gianpaolo Marconato Tiziana Martinello Giancarla Masin Luciana Masin Maria Teresa Maso Gianni Maso Stefania Massella Cristina Mattei Silvana Meneghetti Sandra Michelazzo Gianni Miotello Maddalena Montin Emilia 29 Moro Rina Muiesan Anna Muti Cosetta Nascimbeni Daniela Nicastri Margherita Nicolai Vinicio Norbiato Renata Palo Giuseppina Pan Gemma Paronitti Doriana Pasinati Marisa Pastore Maria Chiara Pastorello Maurilla Pegoraro Emanuela Petrosino Filomena Pezzato Gianna Piccolo Sandra Pini Laura Piovan Roberta Pirolo Loredana Pizzato Enzina Piva Simonetta Polchi Maria Gabriella Poli Dolores Poliero Francesca Portalupi Cele Presti Ida Preto Lucia Rampazzo Sonia Rampi Mariantonietta Redrezza Giannina Romanello Stefania Rosati Luisa Russo Maria Sabbion Lucia Saccon Marisa Salmistraro Margherita Sanvitale Giuliana Sassano Nadia Scarpazza Ines Schiavon Francesca Scorzon Alessandra See Ilonka Sernini Marcella Simeonato Ivana Sonino Nicoletta Spatalino Luigi Spatalino M.Rosaria Speranza Alessandra Sperati Federica Stocchi Carlo e Lauretta Stocchi Chiara Stramazzo Liviana Tamiazzo Cinzia Tanzella Caterina Tanzella Olga Targa Annamaria Tassinato Doriana Tazza M.Paola Tentori Stella Toffano Graziella Torresin Nadia Tredici Rossella Trivillin Laura Toffano Graziella Trolio Gabriella Turrini Fernando Ucci Alessandra Vanzo Elda Varotto Stefania Vecchia Chiara Vellar Donatella Verza Cristina Vescovi Barbara Villano Raffaele Vittadello Lucia Zagagli Lauretta Zambello M.Vittoria Zampieron Sandra Zampieron Tosca Zanetti Roberta Zanforlin Brunetta Zanovello Milvia Zanusso Manuela Zennari Paola GRAZIE! Ringraziamenti per donazioni particolari I gesti di generosità – piccoli o grandi che siano – sono di fondamentale importanza per un’Associazione come la nostra che riesce a garantire ai suoi assistiti la quantità e la qualità dei propri servizi solo grazie all’autofinanziamento. Per questo dedichiamo uno spazio all’interno di ogni Notiziario a quanti sostengono concretamente il nostro impegno a fianco dei malati oncologici. In questo numero vogliamo ringraziare per il contributo dato le Signore Maria Cavallo e Susanna Luxardo, la Dr.ssa Nicoletta Sonino ed il Signor Sergio Panizza. Un ringraziamento di cuore va anche alle persone che scelgono di ricordare chi non c’è più compiendo un gesto concreto di sostegno a quanti lottano contro la malattia: ricordiamo con gratitudine le donazioni fatte in memoria di Adelio Maso e Andrea Zanetti; il contributo del personale del Liceo Scientifico “Nievo” in memoria del Dott. Giampaolo Cera e le offerte di parenti amici e colleghi in memoria di Lorenza Longato. Grazie inoltre a quanti condividono con entusiasmo e solidarietà le nostre iniziative di raccolta fondi: in particolare i partecipanti al Torneo di Burraco di mercoledì 11 novembre, il pubblico entusiasta e numeroso che ha assistito al Concerto dei Folkstudio di domenica 22 novembre, i presenti alla Cena di Natale 2015. La nostra gratitudine va anche alle ditte ed alle associazioni che ci hanno fatto pervenire i loro contributi, come la S.Com srl e l’ASD “Il Maestro per amico”. Un caloroso ringraziamento anche alla Cooperativa “El Tamiso” ed al Negozio biologico “L’Olmo” di Moreno Martignon, che con grande spirito di solidarietà hanno sostenuto la realizzazione del Corso di Cucina per la prevenzione dell’autunno 2015. Grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il cui contributo ci ha permesso di realizzare gli opuscoli dedicati alla prevenzione e alla diagnosi precoce che vengono distribuiti nelle scuole in occasione degli incontri del Progetto Martina. Infine un ringraziamento di cuore all’Avvocato Roberto Orfeo per la consulenza professionale che con grande spirito di solidarietà ha offerto gratuitamente all’Associazione in merito ad una questione burocratica che – pur avendo ragione – poteva creare problemi di varia natura. I lasciti testamentari sono un gesto di generosità che lascia un segno importante per chi lo fa e in chi lo riceve; per questo ringraziamo di cuore la Signora Santacroce – nostra sostenitrice – che ha nominato anche la nostra Associazione tra i beneficiari di una polizza vita. Come si può vedere, ci sono tanti modi per sostenere concretamente l’Associazione e per questo ci teniamo a ricordare che chi volesse aiutare l’Associazione può farlo anche dedicando poche ore al mese per piccoli lavoretti per il mantenimento in buono stato dei nostri locali; tale sostegno è molto apprezzato, al pari dei contributi in denaro. 30 PROMEMORIA SEGRETERIA Per qualsiasi informazione rivolgersi in Via Paruta al N. 32 tel: 049-8025069 fax: 049-8035774 cell: 3311477310 e-mail: [email protected] sito internet: www.volontadivivere.org facebook: Volontà di Vivere twitter: @VolontaDiVivere dal lunedì al giovedì dalle 8.30 alle 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00; il venerdì dalle 8.30 alle 12.00 La sede dell’Associazione si trova a Padova nella Zona S. Rita ed è raggiungibile con gli autobus n. 14 e n. 16. ACCOGLIENZA Previo appuntamento telefonico per essere certi di trovare una volontaria addetta a questo servizio SERVIZO DI PROVA PROTESI, CORSETTERIA, FORNITURE DI TUTORE ELASTICO E PARRUCCHE Previo appuntamento telefonico per essere certi di trovare una volontaria addetta a questo servizio SERVIZIO DI LINFODRENAGGIO MANUALE Segnalazioni utili AMBULATORIO psiconeuroendocrinologico Il servizio con la Dr.ssa Nicoletta Sonino, precedentemente attivo all’ULSS 16, è adesso disponibile presso Analisi Mediche Pavanello – Poliambulatorio Scrovegni, Via Berchet 8/a Tel. 049 8759311. AMBULATORIO FISIATRICO con la Dr.ssa Sonia Fasolo, presso l’Ospedale dei Colli. Per appuntamento chiamare il CUP al n. 840000664, con impegnativa. AMBULATORIO GINECOLOGICO con la Dr.ssa Polonia, presso la Clinica GinecologicaOstetrica (Piano Terra). Per appuntamento chiamare il CUP al n.840000664, con impegnativa, che deve recare l’indicazione visita ginecologica oncologica. Metodo Vodder (con prescrizione da parte di un fisiatra o di uno specialista), chiamando in segreteria per l’appuntamento. Il servizio è disponibile tutti i giorni. ATTIVITÀ MOTORIE • GINNASTICA DOLCE - martedì • YOGA - giovedì Per informazioni e iscrizioni contattare la segreteria. PSICOLOGIA • Servizio di sostegno psicologico e psicosomatico,consulenza e psicoterapia: incontri individuali per pazienti e familiari • Servizio di sessuologia e terapia di coppia • Consulta maschile per mariti e compagni • Seminari • Gruppi di auto aiuto • Incontri di formazione per le volontarie I servizi sono sostenuti da 5 psicologi. Corsi di formazione per operatori (medici, psicologi, infermieri, fisioterapisti) e volontari Campagne di informazione sulla prevenzione rivolte ai giovani e convegni I servizi di psicologia e riabilitazione fisica sono accessibili a pazienti con qualsiasi patologia oncologica. 31 31 Sostienici anche con il 5 x 1000. Insieme possiamo fare molto! C.F. 80040220289 Quando compili la dichiarazione dei redditi, ricordati di firmare il modello per la destinazione del cinque per mille nel riquadro “sostegno del volontariato....” e di inserire il nostro codice fiscale: 80040220289. I proventi del cinque per mille contribuiscono al mantenimento dell’Associazione e di tutti i servizi offerti; per questo ti chiediamo di fare “passa parola” con le persone che conosci, perché con un piccolo gesto puoi aiutarci molto. Ti ricordiamo inoltre che puoi comunque continuare a destinare anche l’otto per mille come hai sempre fatto. Questa è solo un’opportunità in più.