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GENNAIO
SETTEMBRE
2003
SOGLIA, LIMITE, CONFINE
Dede Riva
IL NOSTRO PIÙ GRANDE LIMITE?
PAURA DELLA LIBERTÀ
Giulietta Bandiera
LA
INCONTRO CON AMMA
Gabriella Magrini
DANTE, ULISSE E LE COLONNE D'ERCOLE
Maria Soresina
AL DI LA DEL LIMITE: SUGARTHERAPY E
TRASFORMAZIONE
Susanna Garavaglia
L'ANGELO DEI NUOVI TEMPI
Gabriele Burrini
I GUARDIANI DELLA SOGLIA
Gabriella Campioni
aiuto ai più deboli, ai più poveri, e riceve
tutti coloro che la cercano, senza distinzione di razza, credo o condizione sociale.
INCONTRO CON AMMA
INFANZIA DI UNA "PICCOLA"
di Gabriella Magrini
Si parla molto di santi
cristiani e poco di quelli che
appartengono ad altre
religioni o semplicemente
alla più ecumenica
spiritualità. Perciò siamo
andati ad incontrare una
"mahatma" che viene da
Kèrala, una donna semplice e
bellissima che dedica se
stessa a servire il prossimo e
a risvegliarlo alla vita
spirituale.
suoi devoti la chiamano
"Amma", che vuol dire madre.
Un mattino piovigginoso, ma
non triste: lucentezza nelle foglie degli alberi e colori autunnali appena velati, dolcissimi. L'autobus percorreva i grandi viali della periferia torinese
fino a un paese dell'hinterland, Collegno,
dove si teneva il raduno degli amici e dei
devoti di Amma. Arrivo al Palasport a
metà mattina e già il parcheggio è saturo
di auto; sotto una grande tenda sono disposti gli scaffali, in bell'ordine, dove la-
sciare le scarpe. Già, poiché l'incontro
con Amma inizia spogliandosi anche
simbolicamente di qualcosa.
Entro nel vastissimo ambiente dove
più di un migliaio di persone sono sedute a terra, su stuoie o su pareo: parlano
sottovoce, forse pregano o semplicemente attendono il loro turno per avvicinarsi
ad Amma. Il servizio di accoglienza è efficace e veloce, svolto da ragazze nella
bianca tenuta dei sannyasin, sono loro
che rispondono alle richieste d'informazioni, loro che dispongono ordinatamente i gruppi. E al limite dell'emiciclo del
Palasport hanno allestito alcune bancarelle dove si acquistano libri in varie lingue riguardanti la vita e l'insegnamento
di Amma, opuscoli gratuiti che illustrano
le sue opere sociali e anche qualche semplice gadget indiano, belle fotografie di
lei o fiori da fare benedire. Si captano
qua e là, da chi passa, frasi in tedesco, in
inglese, in francese.
E lei è là, su un gradino soprelevato
perché la si possa vedere, assisa in una
poltrona ricoperta di teli bianchi, avvolta in un sari di cotone candido, il volto
scurissimo e attento, di volta in volta, a
chi si avvicina per parlarle e ricevere il
suo abbraccio.
Ma chi è Amma, questa donna calma e
sorridente, che da ore (e poi per tre giorni) si dedica a ricevere e abbracciare con
la stessa equanime tenerezza devoti e non
devoti, sconosciuti e curiosi, perché que-
...E lei è là, avvolta in un sari di cotone
candido, il volto scurissimo e attento...
sta è la sua vocazione, il suo compito silenzioso: dare conforto a tutti, risvegliare
le loro anime alla consapevolezza di avere
una scintilla divina dentro di sé? Amma è,
secondo la definizione induista, un
"mahatma", una grande anima, un essere
che si è realizzato con la pratica spirituale
fino ad ampliare la propria scintilla di
luce e fonderla con la divinità. Noi occidentali, che poco o nulla sappiamo delle
altre religioni e pochissimo ci curiamo di
spiritualità, ci limitiamo a chiamare santoni queste anime realizzate; in realtà i mistici fioriscono in tutte le fedi e hanno le
più diverse connotazioni psicologiche: ci
sono i mistici asceti, quelli che vivono nelle comunità religiose, quelli che camminano nel mondo per servire il prossimo e alleviarne le sofferenze. Amma appartiene
a tutte e tre categorie: vice secondo una
regola ascetica nell'ashram che lei stessa
ha fondato, è instancabile nelle opere di
Nasce il 27 settembre del 1953 a Parayakavu un villaggio sulla costa del Kèrala, in realtà un grumo di case di pescatori stanziate su una stretta penisola
coperta da spiaggia e palme da cocco. Il
Kèrala è lo stato più meridionale del
subcontinente indiano, una striscia di
terra affacciata al Mare arabico, verdissima di foreste subtropicali e ricca di lagune. La bimba viene chiamata Sudhamani, che vuoi dire " gioiello di nettare",
ma di dolcezze ne ebbe poche nella sua
infanzia perché la famiglia la trascurò:
terza di tredici figli, era l'unica ad avere
la pelle molto scura, così scura da paragonarla alla carnagione blu di Krysna. E
fu quel nome e quella immagine a dominare anche i primi anni di vita della
bambina che sorrideva, cantava i bhajan
ed era amata dal villaggio che la chiamava Kuju, la piccola. A nove anni dovette
lasciare la scuola e sostituire sua madre,
malata e di pessimo carattere, in tutte le
cure della casa. Poi venne mandata a
servire presso dei parenti (abitudine assai diffusa per liberarsi di un femmina
considerata una figlia di poco valore) e
quando tornò la sua vita fu sempre quella di una serva di casa, spesso angariata
dai fratelli e dalle sorelle che i genitori
prediligevano. Furono anni durissimi
che Sudhamani sopportò rivelando comunque buon umore, intelligenza,
un'energia illimitata e una devozione incrollabile in Krysna che, nella fede induista, è la principale incarnazione di
Vishnu, cioè di Dio nell'aspetto di conservatore dell'universo.
La biografia di Amma, scritta in India
e poi tradotte in diverse lingue, riferisce
molti episodi della sua infanzia e adolescenza raccontandoli con la retorica ingenua che spesso si ritrova nelle vite dei
santi; ma ciò che colpisce, in questa narrazione, sono le sue dirette parole, le sue
risposte a domande o situazioni in cui
era interpellata: parole sobrie, concetti
precisi, illuminati da una consapevolezza spirituale che va al di là delle sue stesse affermazioni religiose. Sudhamani
ebbe, fin dalla primissima giovinezza,
una conoscenza innata delle verità e delle scritture sacre della fede induista, ma
il suo slancio verso l'Assoluto fece di lei
un'anima ecumenica nella quale era ben
chiaro il fondamento comune di tutte le
grandi religioni.
A questo proposito vorrei citare un
episodio semplice ma significativo: giovanissima, aveva 16 anni, venne mandata a scuola di cucito presso una parrocchia cristiana cattolica, e quando la
lezione terminava si fermava spesso
nell'attigua cappella. Fissava Gesù Cristo
crocefisso e contemplandolo sulla croce
sentiva che Lui era il suo amato Krysna.
Meditava sull'uno e sull'altro dicendosi:
"Come hanno sacrificato tutto per l'umanità! Gli uomini si sono rivoltati contro
di loro e tuttavia Essi li hanno amati. Se
l'hanno fatto loro, perché non potrei tentare di farlo anch'io? "
IL KRYSNA-BHAVA
Questi pensieri sembrano ingenue
velleità, ma in concreto Sudhamani era
al servizio di tutti, non solo dei famigliari ma di tutti i poveri che le chiedevano
cibo e aiuto, spesso in contrasto con genitori e fratelli; intanto continuava nella
sua sadhana, la pratica spirituale di preghiera e di meditazione sperando ardentemente che fosse il suo ponte con il divino. E finalmente, d'improvviso,
mentre era seduta sotto un banyan sulla
spiaggia, si manifestò il primo Krysnabhava, quello stato di estasi, di identificazione con la divinità che in seguito, da
allora, si ripetè ad intervalli regolari. Un
evento sorprendente, in una ragazza di
ventidue anni vissuta in un'enclave di
pescatori e contadini, ma i mistici non
hanno età e, pur appartenendo a diverse
religioni, si somigliano tutti nella beatitudine che diviene come un'invisibile dimora interiore, incomprensibile agli altri, che li screditano, li avversano e
spesso li perseguitano.
Mentre i primi devoti accorrevano dai
villaggi vicini, Sudhamani ebbe detrattori e nemici acerrimi guidati dal fratello
maggiore che convinse il padre della "
follia" della povera sorella-servetta che
credeva di essere Krysna, e suggerì di
spedirla in manicomio. Per di più, un'organizzazione di ben tredici villaggi limitrofi, definitasi" Movimento razionalista" decise di screditare e sopprimere
quella che definivano la superstizione di
una ragazza ammattita che illudeva dei
pescatori ignoranti.
"Se sei Krysna, avanti: fa' dei miracoli" la sfidarono. Ma lei si rifiutò decisamente. Una sola volta, dopo aver benedetto i devoti con acqua pura, davanti
agli occhi esterrefatti dei suoi detrattori
mutò l'acqua della stessa brocca in latte,
e poiché, ancora increduli, gridavano
alla truffa lo cambiò in una crema dolce
fatta con latte, banane, zucchero grezzo
e uvetta e l'offrì liberamente sempre
versandola dalla medesima brocca sì
che tutti, devoti, antagonisti e curiosi, se
ne cibarono.
"L'ho fatto soltanto per inculcare in
voi la fede" disse poi Sudhamani, "ma
non avvicinatevi più a me con desideri del
genere. Non sono qui per soddisfare desideri, ma per allontanarli".
LA MADRE UNIVERSALE
Le angherie non cessarono, soprattutto da parte del padre e del fratello maggiore che per vederla "normalizzata"
decisero che doveva sposarsi, ma tutte
le pratiche per combinare un matrimonio naufragavano, sia contro la sua tenace volontà di darsi esclusivamente
alle pratiche spirituali, sia a causa di misteriosi contrattempi che giocavano a
suo favore. Tuttavia, non resistendo più
alla tensione di vivere in casa dove le
toccavano solo fatiche e continui maltrattamenti, se ne andò a vivere sulla
spiaggia, a ciel sereno, nutrendosi solo
di quel che trovava. Gli animali, mucche, capre, piccioni, scoiattoli, pappagalli e persino aquile le facevano compagnia mentre nelle meditazioni e nelle
sue preghiere ora si rivolgeva anche alla
Devi, la Madre Universale, l'energia divina femminile che si manifesta nel cosmo. Il suo desiderio di trascendere i limiti della sua umanità unendosi a lei
era così intenso e continuo che implorava di morire perché non aveva altro da
offrirle se non il suo ultimo respiro: così
ella racconta nelle pagine più sorprendenti della sua biografia. Finché venne
esaudita e, come lei stessa scrisse in un
famoso inno:
" Dimenticando me stessa mi fusi in un so
gno dorato che sorse dentro di me ..... la Ma
dre Divina con mani risplendenti e gentili mi
carezzò la testa. A capo chino dissi alla Ma
dre che la mia vita era dedicata a lei. Sorri
dendo, Lei divenne uno splendore divino e si
fuse in me. La mia mente sbocciò bagnata
dalla luce multicolore della Divinità e gli
eventi di milioni di anni passati sorsero den
tro di me...."
E' il racconto ispirato di un evento misterioso, e domandarsi fino a che punto
sia una proiezione interiore e in qual
modo sia stato invece una mistica esperienza di vetta non ha senso, perché non
è verificabile, appartiene ad un'altra dimensione dell'essere. Da quel giorno
Sudhamani cambiò il suo nome in quello
di Amma; la sua identificazione con la
Madre divina divenne una modalità costante della sua anima, un'essenza che si
manifesta ai suoi devoti nel Devi-bhava,
la cerimonia nella quale Amma assume
le vesti e la ritualità della divinità più antica, quella che tutte le religioni hanno
onorato nel corso dei millenni con nomi
diversi: Gaia, Rhea. Isthar, Iside, Era, Demetra e, in India, Devi, e si è poi sublimata nella Vergine Maria come Theotokos, Mater Dei, quella immagine
femminile di Dio che anche un papa
(papa Luciani) chiamò Dio Madre.
E a proposito dei suoi Bhava, le sue
diverse manifestazioni del divino,
Amma stessa spiega nella sua biografia
ai suoi fedeli: "Tutte le divinità del
pantheon indù rappresentano gli innumerevoli aspetti dell'Unico Essere Supremo, ed esistono dentro di noi. Il Krishna-bhava è la manifestazione
dell'aspetto Puro Essere, mentre il
Devi-bhava è la manifestazione del
Femminile, la Creatrice, il Principio attivo dell'Assoluto Impersonale. Un'anima realizzata, un'Incarnazione divina
può manifestare ogni aspetto del divino
a beneficio dell'umanità. Qui vedete
davanti a voi una qualunque ragazza
che indossa i panni di Krishna e della
Devi, ma è all'interno di questa ragazza
che esistono entrambi. Io indosso i panni di Kryshna e della Devi per rafforzare l'attitudine devozionale della gente
che viene per il darshan, ma l'Atman, o
il Sé, che è in me è anche in voi. Se riuscirete a realizzare il Principio Indivisibile che splende
eternamente
in
voi,
diverrete
Quello".
IL SUO DARSHAN
"II darshan di Amma è un abbraccio avvolgente, tenero come il profumo
d'incenso e di fiori che emana dal suo sari"
Questa la storia
spirituale
di
Amma che ripercorrevo aspettando
di avvicinarmi a
lei. Mi avevano avvertito che non
concede interviste
né fotografie, che
potevo farle due
domande tramite
un interprete ma
non era permesso
usare un registratore. La prima domanda è scaturita
dall'angoscia che
gli avvenimenti quotidiani del mondo
non ci risparmiano, infatti le ho chiesto:
"Amma, questo povero pianeta abitato da milioni di uomini che soffrono è
ancora, secondo la vostra cosmogonia,
nel fondo del Kali-Yuga, l'era terribile
dell'oscurità e del male che sta imperversando. Mi dica: stiamo almeno cominciando a risalire verso un'età migliore? E
se sì, quando la vedremo? "
Non appena il monaco che le era accanto tradusse la mia domanda, lei si
volse verso di me, serena, e rispose in
malayam, la lingua del Kèrala colma di
vocali e consonanti liquide: l'ascoltai
come si ascolta un uccello che canta.
"Tu mi chiedi una profezia e sai che
vi sono altre ere attraverso le quali
transiterà l'umanità: il Dwapara-Yuga,
in cui gli uomini cominceranno a svegliarsi pur essendo ancora separati dal
divino, il Treta-Yuga, un'era di equilibrio e di armonia, poi infine il SatyaYuga l'era della verità e della consapevolezza interiore. Ma per risponderti ti
dirò che tutte queste ere non sono fuori
di noi ma dentro di noi, sono modalità
della nostra vita che spesso si alternano
a seconda dei nostri pensieri e comportamenti, perciò dipende da noi svegliarci e salire verso quel Satya-Yuga che
noi soli possiamo ricreare".
La risposta di Amma mi colpì facendomi riflettere, perché accantonava il
percorso lineare della storia umana per
privilegiare il percorso interiore di
ognuno, il risveglio di ogni anima che,
in definitiva, può condizionare e accelerare l'evoluzione della storia stessa. Mi
misi in fila e attesi che mi desse il suo
darshan che non è, come per molti
guru, una pacata e distante benedizione: il darshan di Amma è un abbraccio
avvolgente, tenero come il profumo
d'incenso e di fiori che emanava dal
suo sari di cotone mentre la mia faccia
sprofondava sul suo seno materno e la
sua voce mi sussurrava all'orecchio, in
italiano, alcune parole: esattamente
quelle di cui in quel momento avevo intimamente bisogno.
LE SUE OPERE
A lungo sono rimasta seduta in disparte mentre persone di ogni età si facevano avanti per ricevere il suo abbraccio; una fila silenziosa di teste
giovani, infantili, canute, ricciute, grigie
si chinava sul suo petto mentre alcuni
musicisti accompagnavano i bhajans
cantati con voce discrete.
Pensavo a tutto ciò che in trent'anni
ha fatto questa santa del Kèrala che somiglia tanto nelle opere a Madre Teresa, a come dal suo ashram di Amritapuri, non lontano dal suo paese natale,
siano partite iniziative sostenute
dall'apporto di decine di migliaia di
suoi devoti in tutto il mondo. E in qual
modo Amma ha saputo parlare a gente
degli Stati Uniti, del Canada, dell'Europa, Germania, Francia, Italia, Grecia, e
poi Russia, Paesi arabi, Giappone e ancora altri luoghi in cui la gente, sentendo parlare di lei accorreva? Durante
questi incontri, nei suoi viaggi intorno
al mondo iniziati nel 1987, Amma dà il
suo darshan, tiene discorsi spirituali,
risponde alle domande, medita con tutti. Niente viene chiesto ma tutti, se lo
desiderano, danno un contributo piccolo o grande, come vogliono e come possono. Ma quanti milioni di oboli hanno
costruito le sue opere? Milioni di gesti
d'amore. La sua voce ha avuto anche
una risonanza ufficiale e sovranazionale quando nel 1993 al "Congresso mondiale delle religioni" Amma è stata
eletta come uno dei tre presidenti rappresentanti la fede induista e ha pronunciato un discorso sui principi
dell'etica globale, e nel 1995 fu invitata
a parlare a New York alla "Celebrazione fra i diversi Credo" per la commemorazione del 50° anniversario delle
Nazioni Unite. E quando qualcuno le
ha chiesto quale fosse la sua religione,
Amma ha risposto: "La religione della
Madre è l'amore".
Così ora, mentre ciascuno che era accorso a vederla, magari solo per curiosità, riceveva il suo abbraccio e un prasad, un piccolo dono semplice e
benedetto (un frutto, una caramella)
sono uscita quasi in punta di piedi. Nello spazio adiacente, gli organizzatori
avevano installato un bar e una cucina:
cibo indiano e cucina piemontese, e
molti già si mettevano in fila per occupare le lunghe tavole bianche.
Fuori pioveva adagio. Mi sono in
camminata in silenzio. Toccavo ogni
tanto, in tasca, la piccola mela, rossa e
lucida, che Amma mi aveva donato.
sorridendo.
♦
LE REALIZZAZIONI DI AMMA
Nell'ashram di Amritapuri, dove Amma vive,
ha sede il M.A.Math, un'organizzazione caritatevole pubblica che ha creato:
• Una casa per 600 bambini orfani, collega
ta ad una scuola secondaria con corsi
fino a livello preuniversitario,
• La pensione mensile per 50.000 donne,
vedove, disabili o comunque povere
• Dispensari medici mensili gratuiti per
persone indigenti con cure specialistiche
e farmaci pure gratuiti
• Pasti gratis per 50.000 persone povere
ogni mese nei vari centri del Math
• Una casa di cura per anziani a Sivakasi
vicino a Madurai
• L'ospedale di Amritapuri che serve i residenti dell'ashram, migliaia di visitatori
e le comunità di pescatori della regione
• Quindici scuole elementari per i bambini
del distretto di Palakad
• Una scuola per bambini sordomuti, una
delle poche del Kèrala
• L'Istituto Amrita di Scienze mediche e
Centro ricerche, inaugurato nel maggio
'98 dal primo ministro indiano. Dispone
di 8oo posti letto, centri di pneumologia,
nefrologia, cardiologia, chirurgia e immagini computerizzate.
• Una serie di scuole e colleges specializza
ti che offrono corsi di farmacologia, ingegneria, computer, tecnologie industriali e
management
• La ricostruzione, dopo il terremoto nel
Gujarat, di tre villaggi con 800 case antisismiche, un ospedale e scuole. Per risparmiare i mattoni vengono fatti da volontari dell'ashram.
• E infine il Progetto Amici verdi per la
consapevolezza ambientale, che in un
solo anno ha rimboscato zone del Kèrala
con 100.000 giovani alberi.
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gennaio settembre 2003