n. 8 - aprile 2014 ·
l'anniversario
9
661 numeri dal primo del 1877 a quello che state leggendo
Diecimila candeline per l'Indicatore
La storia del nostro giornale riletta dal collezionista Claudio Sgarbanti
Il municipio di Mirandola alla fine
dell'Ottocento. A sinistra, il primo
numero dell'Indicatore
a cura di Claudio Sgarbanti
Premessa
Nella ricorrenza dei 300 anni trascorsi dallo scoppio a Mirandola del
grande Torrione di Giovan Francesco
II° Pico nel 1714 nel quale, come ci rivela in un manoscritto inedito il dottor
Vilmo Cappi: «…andarono perduti in
quella rovina i magazzini, le legnaie,
le case dei servi, la Rocchetta antica
con la sua torre, la Torre del Soccorso,
i vecchi palazzi, le cose preziose che
contenevano, che erano scampate al
malgoverno, ai furti e all’inezia, le cose
accumulate e distribuite nelle sale, i
dipinti, le statue, i mobili, il vasellame,
gli argenti, i libri...» e il tutto fu dovuto
forse a un tragico evento atmosferico
o, come si ritiene più probabile, all’incuria o alla volontà dei modenesi di
distruggere per sempre il ricordo della
dinastia pichense, parte l’idea di una
Mirandola libera. Dall’inizio dell’‘800
in tutta l’Italia si formò un moto di
rivolta contro quei regnanti che soggiogavano il popolo italiano. Nello stato
estense, in particolare, nei moti del
1821 e 1831 furono condannati a morte, all’esilio o a molti anni di dura galera anche valorosi mirandolesi come
Francesco e Giuseppe Montanari,
Alessandro e Luigi Barbetti, Alberto
Tabacchi, Flaminio Lolli, Lorenzo
Panizzi, Domenico Polacchini, Paolo Martinelli, Luciano Malavasi,
Giovanni Muller, Giacomo Bignardi
e altri cittadini che sfuggirono alle
retate dei Dragoni estensi. Furono i
primi sintomi dell’Unità d’Italia che si
formò nel 1861 dopo la seconda guerra
d’indipendenza del 1959 e lo sbarco a
Marsala di Garibaldi. L’apporto dei
circa 80 mirandolesi ad ogni spedizione militare in lotta per la libertà fu
notevole come l’impegno che diedero
per la vita pubblica al loro ritorno in
città. La nuova mentalità, la parificazione sociale, le società patriottiche
e operaie trasformarono Mirandola
in poco tempo in un centro politico e
culturale dei più in vista in tutta Italia.
è da questo momento che tanti paesi,
come Mirandola, per anni soggiogati
dai tiranni che nulla avevano a che
fare con la cultura locale, hanno un
sussulto per valorizzare la loro storia
antica. Diversi risultano essere, nella
seconda metà dell’’800, gli studi o
le memorie storiche che mettono in
luce i gloriosi fatti di cittadine che
vogliono avere un posto di riguardo
nel nuovo scenario italiano. La nobile
terra mirandolese della grande dinastia
dei Pico è una delle più studiate alla
ricerca di antiche storie rimaste inedite.
Infatti, dopo accurate ricerche, antichi
manoscritti creduti persi o tenuti celati negli archivi modenesi vengono
proposti alle stampe nei volumi editi
dalla Commissione di Storia Patria dal
1872, denominati “Memorie Storiche
della città e dell’antico ducato della
Mirandola”. A questi volumi si affiancò
anche un giornale locale L’Indicatore
Mirandolese che oltre a brevi saggi
di storia antica metteva in luce anche
ciò che succedeva di più particolare
a livello amministrativo e culturale
nella nostra città. Furono edite inoltre,
durante il corso dei vari anni, antiche
memorie fra le quali ci pare giusto
ricordare la rarissima opera “La Cronaca dei figlioli di Manfredo e della
corte di Quarantola”, un manoscritto
del 1552 che diviso in corti capitoli
narra una storia coeva dei primi anni
della Mirandola. Il giornalismo e la
libertà di stampa formarono una vera
potenza sociale.
1877: anno di nascita del nostro
giornale
Nel gennaio 1877 vede la luce il
primo numero de L’Indicatore Mirandolese, di sole 8 pagine, anche se
numero doppio, che comprende i mesi
di gennaio e febbraio.
La prima recensione si ha su “Opuscoli religiosi letteralj e morali” editi
a Modena dalla Società Tipografica
che recita: «L’Indicatore Mirandolese.
Periodico mensuale di memorie patrie
con varietà. Mirandola Tipografia di
Gaetano Cagarelli... è un giornaletto
mensile cominciato in quest’anno per
cura della benemerita Commissione
Mirandolese di Storia Patria e di belle
Arti: ed oltre all’essere l’organo di essa
Commissione Municipale, si propone
per iscopo principale «d’indicare e
raccogliere ciò che possa in particolar
modo interessare di essere conosciuto
dà Mirandolesi... Darà anche un sunto
delle principali discussioni e deliberazioni del Consiglio Comunale e delle
altre pubbliche amministrazioni locali,
e tutte le altre notizie religiose, civili,
amministrative, ecc. E’ quasi inutile dichiarare che non saranno assolutamente ammessi scritti relativi a pettegolezzi
del paese, o che possono offendere in
qualsiasi modo le persone». Questo
periodico quindi avrà un carattere specialmente locale... Imperocchè e verissimo che se parecchie delle notizie che
essi vengono raccogliendo al momento
possono sembrare di poca importanza,
come succede generalmente di quasi
tutti i fatti contemporanei, torneranno certamente utilissime; e saranno
ricercate da quelli che l’età nostra
chiameranno antica». A parte il modo
di scrivere tipico ottocentesco, l’autore
dell’articolo, il professor Bartolomeo
Veratti, che insegnò Diritto Patrio
e Arte Notarile, colse veramente il
“succo” del giornale.
Rammentiamo che tanti articoli
apparsi su L’Indicatore fino al 2008
erano tratti dalle pagine dei primi numeri dello stesso giornale dell’inizio
del secolo scorso, cioè riportati a 100
anni di distanza. La bibliografia mensile appare poi indispensabile per una
ricostruzione di tutto quanto si scrisse
a Mirandola o sui Pico e anche oltre le
mura della città, che in quel periodo
non erano ancora state abbattute.
Tornando al primo numero del 1877
alcune brevi note scritte in carattere
minuscolo riportano che il giornale si
stamperà un numero ogni mese in un
foglietto di almeno 4 pagine a doppia
colonna e che, occorrendo, si faranno
supplementi che alla fine della prima
serie edita fino al 1908, risulteranno essere ben 21. Qualsiasi informazione per
abbonamenti, notizie o corrispondenze
dovranno essere presentate presso la
redazione al tipografo Gaetano Cagarelli che fu lo stampatore ufficiale per
ben trent’anni. Le lettere non affrancate
verranno respinte e i manoscritti non
si restituiranno e si darà una breve
recensione su ogni libro inviato gratuitamente presso la redazione. Riteniamo
che i manoscritti siano nel fondo della
biblioteca comunale di Mirandola
nel lascito del grande collezionista
Francesco Molinari che oltre a essere
l’ideatore, il fondatore e lo sponsor del
giornale, fu attivo scrittore di diversi
articoli per vari anni.
Francesco Bulgarelli che era il
gerente responsabile de L’Indicatore
avvisa che l’associazione annua è
di lire 1,20 e che gli associati fuori
Mirandola potranno pagare anche con
francobolli. Per dare credito alla nuova
iniziativa riporta che il mensile che si
vende in città “La scuola di Pico” non
è un proprio e vero giornale locale perché non si occupa di Pico, è pochissimo
conosciuto e non vi è nessun associato
mirandolese. L’Indicatore si occuperà
di problemi riguardanti la storia patria,
ricca di grandi fatti, darà un sunto delle
discussioni e deliberazioni del Consiglio comunale e delle altre pubbliche
amministrazioni locali, lo stato civile
della città e del Comune e tutte quelle
notizie religiose, militari, civili, amministrative, edilizie, agricole, industriali,
commerciali, scolastiche, musicali,
teatrali e artistiche che in qualche modo
possono interessare Mirandola..
Si ritiene che a distanza di quasi
130 anni le finalità de L’Indicatore
siano immutate a parte che ora si scrive
e si distribuisce anche in altri Comuni
della Bassa modenese e anche del mantovano. Poi si può leggere su Internet,
ma questa è una novità che i giovani
conoscono meglio dell’autore di questo
articolo. Proseguendo la lettura del
primo numero rileviamo che: «Il gerente avvisa che le questioni politiche
saranno per sistema estranee al nostro
periodico e se qualche volta saranno
accolte alcune generali considerazioni
sulle grandi questioni del giorno, si
avrà diligente cura affinché sia sempre
conservata la massima temperanza
e moderazione per non offendere la
suscettibilità di chicchesia».
Una nota goliardica ma importante
per quel tempo rileva che saranno
ricordate le grandi feste di carnevale
fatte dalle due società che a Mirandola
sono in concorrenza “Il Mirandolano”
e “Francia Corta”. Nei primi anni di
vita si rileva che L’Indicatore è contro
queste frivolezze che si svolgono appena prima o entro la Quaresima dato
che il giornale era di tendenza cattolica.
La redazione all’epoca preferiva quelle
del Mirandolano perché più sfarzose
e anche perché in Francia Corta vi
erano sempre ferimenti e piccoli furti.
Il primo articolo del primo numero de
L’Indicatore è dedicato a Giovanni
Pico ed è scritto da Francesco Molinari. Riportiamo per dovere di cronaca e
per il grande amore che lo scrivente ha
verso il filosofo mirandolano le prime
righe: «Nell’accingerci a scrivere un
periodico destinato principalmente a
conservare ed illustrare le memorie di
questa Città, che fu già sede gloriosa
della principesca famiglia Pico, il
pensiero e la penna ricorrono tosto a
quel Grande, che fu la più splendida
illustrazione così della nobilissima sua
progenie, come della terra che gli fu
madre avventurata.
Ed in vero crederemmo di venir
meno ad un dovere di cittadini amatori
della gloria del loro paese, se non consacrassimo le prime linee della nostra
pubblicazione a ricordare brevemente
La Fenice degli Ingegni ed a rendere
omaggio alla sua immortale memoria». Vengono poi riportatele notizie
storiche lette dal sacerdote Felice
Ceretti alla Commissione di Storia
Patria riguardanti i cenni biografici di
Giovan Tommaso figlio del filosofo
Giovan Francesco II° Pico e il sunto è
del segretario della commissione dottor
Nicandro Panizzi.
Segue un altro interessante articolo, firmato dal Molinari sulla
costruenda ferrovia Sassuolo-Modena
-Mirandola con la quale nel corso
degli anni il “Trenin dal Cucc” porterà i passeggeri attraverso i territori
modenesi. Poche righe sulla sicurezza
pubblica, un bel resoconto sul ballo di
beneficenza fatto nelle sale del municipio a favore dell’Asilo Infantile e un
necrologio sulla morte del dottore e
scrittore Domenico Bacci, “illustre e
benemerito nostro cittadino” chiudono
il primo numero de L’Indicatore.
è stato un piacere rileggere questo
primo numero con tante notizie interessanti e non mi capacito del fatto che
le prime annate, così piene di notizie
storiche riportate dai nostri scrittori
locali non siano state ristampate. La
rarità del giornale, a differenza di altre
ristampe di comuni libri o di memorie
storiche, che tanti collezionisti possiedono anche in varie copie, ci obbliga a
pensare che non vi siano a oggi persone
in grado di pensare al bene della cultura
locale ma che si vada un po’ con scelte
a caso o ottenute chiedendo informazioni a persone che poco conoscono
della storia dell’800 mirandolese e che
svolgono abitualmente attività diverse.
Notiamo che lo stampatore Cagarelli era solito rilegare le varie
annate, prima legando un solo anno,
poi solitamente col passare dei vari
numeri venivano assemblate anche
ogni 4 anni, con pagina adeguata di
introduzione, che raccoglieva i dati
e gli articoli esposti nel quadriennio.
Unica eccezione i primi 8 anni che si
trovano solitamente rilegati insieme
con legatura modenese di fine ottocento
in pelle a piatti marmorizzati e dorso
con fregi in oro e filetti che riportano
il titolo dell’opera.
1882:
un bilancio a
5
anni dalla
fondazione del giornale
Riportiamo ora quanto apparso nel
mese di agosto del 1882 per avere un
inquadramento preciso di cosa si leggerà su L’Indicatore fino alla fine della
prima serie che terminerà nel 1908. Si
propone un corposo articolo di storia
locale sul deposito di allevamento
cavalli a Quarantoli e a San Martino
Spino dove viveva l’antica razza dei
cavalli di casa Pico. La Corsiera, la
Zanetta e la Villana sono le tre razze
che meglio riuscivano a commercializzare i Pico e dalle quali vendite ne
ricavavano Ongari e Zecchini d’oro.
I mercanti veneti ne erano i maggiori
acquirenti ma tanti nobili italiani erano
sempre disposti all’acquisto di questi
cavalli rinomati anche in Europa. Il
numero prosegue con l’elenco dei fatti
di rilevanza nella seduta del Consiglio
comunale del 19 luglio. Da questo
numero tutti gli atti mensilmente vennero riportati. Si scrive su Guglielmo
Andreoli musicista del Conservatorio di Milano, figlio di Evangelista,
che dovette abbandonare Mirandola
quando gli studi che voleva eseguire
di pianoforte e di violino risultarono
troppo impegnativi per i maestri della
scuola musicale della nostra città.
L’Indicatore riporta poi la Bibliografia
di Storia Patria cioè l’elenco di tutte le
cose stampate a Mirandola nel corso
del mese. Vengono riferiti meticolosamente tutti i libri, gli inviti a nozze,
i necrologi, le comunioni o i volantini
per feste o informazioni di carattere
comunale. Si può trovare nell’elenco
anche dei libri stampati in Italia su fatti
accaduti ai Pico o nella nostra città.
L’elenco risulta di importanza rilevante
in quanto permette di ricostruire la
storia della stampa e degli stampatori
mirandolesi e collazionare, cioè sapere
il numero delle pagine, l’editore e l’autore, tutto quanto si stampò nell’‘800
a Mirandola.
(continua)
10 · n. 8 - aprile 2014
l'anniversario
La prima serie si conclude dopo 376 numeri, con 3.836 pagine in totale
Il forzato stop del 1908 e la rinascita
L'Indicatore Mirandolese chiuse alla morte del fondatore Francesco Molinari
(segue da pag. 9)
Sempre nello stesso numero si
ricorda lo Scaldatoio dei Poveri, un
luogo dove le persone meno abbienti si
riunivano per la lavorazione di sporte e
stuoie che venivano confezionate con
il truciolo come nella vicina Carpi. La
paglia veniva sapientemente intrecciata
e una volta lavorata formava questi
manufatti. Gli iscritti alle sale di ricovero erano 60 uomini, 82 donne e 44
fanciulli. Le sporte fatte furono oltre
10.000 e oltre 1.000 le stuoie. Furono
distribuite in un anno 7.847 minestre e
2116 chilogrammi di pane. In questo
modo le famiglie povere mirandolesi
nei freddi mesi invernali trovavano
ricovero e col loro lavoro avevano di
che sfamarsi. Ricordo che la tradizione
del truciolo è stata molto di aiuto a una
parte delle famiglie meno agiate di
Mirandola, fino alla fine degli anni ‘50,
quando le donne che rimavano in casa
per i lavori domestici arrotondavano la
scarsa paga mensile del marito con questo lavoro. Si scrive poi sulla “Piccola
cronaca mirandolese” che tratta dello
stato civile, cioè dei matrimoni, dei
nati, dei morti in campagna e in città.
Vengono inoltre descritte le malattie
che furono causa di decessi: vizio organico, marasma, pneumonite, tifoide,
tubercolosi, encefalite, apoplessia,
polmonite, ecc. Alcuni di questi mali
oggi sono stati debellati o le malattie si
chiamano con nomi diversi, o vi sono
mali che allora non esistevano, ma alla
fine il risultato è identico: si muore lo
stesso. Seguono le Osservazioni Meteorologiche e Agrarie, così sappiamo a
distanza di tanti anni che il 22 agosto si
ebbe un uragano con grandine leggera
e pioggia. Il vento impetuoso e freddo
dominò per tutto il mese di agosto. La
Cronaca Commerciale con i prezzi del
frumento, del pane, del vino, del bestiame ci rammenta che anche allora i
prezzi aumentavano ma per varie cause
potevano anche ridursi. L’Indicatore ce
ne dà anche le motivazioni: il prezzo
del frumento a causa del pessimo mese
di luglio ha avuto una abbondantissima
e straordinaria raccolta quindi ha subito
grandi ribassi portandosi a 23 lire dalle
25 al quintale.
Proseguendo leggiamo le Notizie
Militari e impariamo che a Mirandola
è di passaggio l’8° Reggimento Artiglieria con carri e cannoni. Si fermerà
un giorno e poi proseguirà per Verona.
Nelle Notizie Locali si scrive di un
incendio in un locale del Municipio,
annesso all’ex convento delle suore
dove vi erano depositato 800 quintali
di fieno. L’incendio si sviluppò negli
uffici del demanio, delle scuole e del
registro. Si distrusse così parte di un
antichissimo fabbricato costruito nel
1469. Le Notizie di Politica ci ragguagliano sulle votazioni per le elezioni
amministrative, si danno gli elenchi degli eletti e dei voti ottenuti per ciascun
candidato. Vinsero i Progressisti sui
Moderati e il dottor Domenico Pardini
ebbe il maggior numero di voti anche
perché in quel momento era Sindaco di
Mirandola. In otto pagine L’Indicatore
riporta tutte queste notizie. Alcune erano già state pubblicate anche su pochi e
costosi giornali dell’epoca modenesi o
italiani. Nel nostro si poteva avere uno
splendido insieme di notizie mensili a
carattere locale a un prezzo assolutamente vantaggioso.
1903: la Cronica della Mirandola
del Manfredi
Nel corso degli anni vennero proposti su L’Indicatore interessantissimi
saggi che risultano essere poi posti
in vendita anche come estratti. Sono
rappresentativi la Storia della Chiesa e
del Convento di San Francesco d’Assisi nella Mirandola o le Indicazioni
topografiche, storiche e statistiche mirandolesi a cura di don Felice Ceretti
oppure la narrazione fatta sul Conte
Annibale Maffei che fu Vicerè d’Italia
in Sicilia a spese dei Savoia. L’annata
Sopra, la "Cronica" apparsa sull'Indicatore. Sotto, le copertine del numero unico
del 1967 e del n. 2 del 1984. In alto, un articolo della prima serie
con maggior rilevanza storica è quella
datata 1903 in quanto riporta la “Cronica della Mirandola, et della nobilissima
progenie delli figliuoli Manfredi della
Corte di Quarantola: con molte altre
cose notabili et degne di memoria
raccolte di Gio. Battista Manfredi”.
è una cronaca dall’anno 1000 fino al
1557 di quanto successo o ritenuto
tale a Mirandola e nelle terre dei Pico.
Francesco Molinari si lamenta di averla
proposta 30 anni prima come volume
da inserire nelle Memorie Storiche Mirandolesi e dopo tanto aspettare decide
di pubblicarla su L’Indicatore.
In ordine puramente cronologico
doveva essere il volume secondo delle
Memorie Storiche Mirandolesi, come
specificato dal Molinari nella Cronaca
detta dell’Anonimo e visto che venne
pubblicata solo in parte nel 1876 in
Modena dal tipografo Paolo Toschi
sul periodico “Educazione e Diletto”
che fu subitamente esaurito si diede
l’autorizzazione alla stampa completa
dell’opera che occupò svariate pagine
de L’Indicatore. Ne fu fatto anche un
estratto in poche copie che risulta assai
raro a reperirsi sul mercato antiquario
dei libri antichi. A quei tempi, conferma
il Molinari, anche la biblioteca estense
di Modena era sprovvista di questa
Cronaca e
dato che venne stampata
con vari errori
ortografici si
pensò di riproporla con
le adeguate
correzioni sul
giornale mirandolese. Nella
prefazione l’autore ci ricorda:
«… per i pregi
ricordati di cui va
adorna la Cronaca del Manfredi
io porto fiducia
che sarà accolta
con molto favore, e che i cultori
di studi storici la
riconosceranno
meritevole della
stampa. Io non ho
risparmiato fatiche
affinché questa edizione della Cronaca
avesse la maggior
perfezione possibile ed ho curata con
molta diligenza la
esatta revisione delle
stampe…». Anche
a oggi risulta essere
molto rara nonostante
l’edizione del 1903
su L’Indicatore. Non è possibile acquistarla in forma digitale su Internet
e neppure in fotocopia come
le comuni Memorie Storiche
Mirandolesi, poi ristampate sia
in città o di provenienza americana, si auspica quindi una, appena possibile, veloce ristampa
del raro estratto di 110 pagine.
La Cronaca del Manfredi
contiene anche la bella “storica
favola” di Euride che diede alla
luce le varie discendenze della
famiglia di Manfredo: Manfredi, Pio, Pico, Papazzoni, Pandelli, Pedoca, Fanti e Siculo
che vissero tutti inizialmente
nella corte comune di Quarantoli. Della vita del Manfredi, forse
mirandolese e avo di questa
nobile progenie nulla ci è dato
sapere pur avendo cercato a lungo sue notizie sia il Ceretti che
il Molinari. La descrizione dei
fatti della Cronaca è articolata
in modo essenziale e deriva da
un codice manoscritto della biblioteca
universitaria di Bologna.
L’autore stende la storia mirandolese quasi allo stesso modo del volume
primo delle Memorie Storiche Mirandolesi del Bratti ma, anche se le assomiglia molto, conserva alcune notizie
storiche inedite e altre riproposte con
un angolo di lettura diverso. Anche nel
‘500 la storia patria la si poteva interpretare secondo le proprie convenienze.
Anche lo scrittore e poeta mirandolese
Giovanni Cavicchioli nell’opuscolo
“La culla della Fenice” edito nel 1963 e
letto recentemente presso alcune quinte
delle scuole elementari di Mirandola,
anche per ricordarne il 50° anniversario
dalla scomparsa, pubblica una favola
leggermente diversa nella quale Euride
diede alla luce in un unico parto Pico,
Pio e Papazzoni, ai quali seguirono poi,
a distanza di anni, altri 7 figli. In totale
furono 8 maschi e 2 femmine e questo
servì per dare lustro alla progenie e per
dare un inizio di data certa alle varie
discendenze. Fino al mese di marzo
1908 filò tutto lisco e L’Indicatore
mai per nessun motivo interruppe le
stampe. Le solite 8 pagine venivano
regolarmente stampate dal Cagarelli nel
solito formato in foglio che una volta
sapientemente ripiegato e tagliato ai
bordi formava il fascicolo che in alto
riportava l’anno seguente di edizione,
scritto in numeri romani, il mese e
l’anno corrente, il numero relativo e il
numero progressivo delle pagine.
1908:
la morte
FranMolinari
In marzo si
scrisse sulla Società
Storica, Letteraria
ed Artistica della
Mirandola; della
seduta del Consiglio comunale; dei
“Fasti del Socialismo” con gli scioperi agricoli degli
operai e delle leghe dei lavoratori;
della costituzione
di una fabbrica
di conserve alimentari; dalla
Bibliografia Patria ricordando
le edizioni del
Mirandolano, de
Al Barnardon,
de La Fenice e
altri opuscoli;
sui garibaldini
che ricevettero un milione
di sussidio e
la solita Piccola Cronaca
Mirandolese
che descrive
esattamente i
colori e i tipi
di tessuto dei vestiti di tutte
le dame mirandolesi che si tenne al
Circolo Danzante di Mirandola. Nulla
lasciò pensare che il mese successivo
L’Indicatore uscisse listato a lutto. «Un
doloroso annunzio siamo per recare ai
nostri lettori cortesi. Il 9 aprile il dottor
Francesco Molinari fondatore di questo
periodico cessò di vivere dopo brevissima malattia sopportata con cristiana
rassegnazione…». Si scrive del grande
amore che aveva per gli studi della
Storia Patria, si ricordano i numerosi
saggi a stampa, le 17 pubblicazioni e
la vita nella pubblica amministrazione
mirandolese. Molinari nacque nel
1841 e compì gli studi dai Gesuiti per
ottenere la laurea in giurisprudenza, fu
fondatore della Commissione di Storia
Patria e per 16 anni fu presidente della
Congregazione di Carità. Fu grande
collezionista è donò tutto quanto possedeva alla città di Mirandola: monete
antiche, cofani, quadri, autografi antichi
e moderni, libri pregevoli scelti con
buon gusto e intelligenza. Con i suoi
libri si formò la base della moderna
biblioteca comunale. Nell’ultimo numero leggiamo ancora un lungo articolo
precedentemente preparato sull’Istituto
Autonomo per le case popolari con la
descrizione dei 3 diversi tipi di alloggi
previsti, la Bibliografia Patria e la Piccola Cronaca Mirandolese. Il numero
edito con diversi tipi di carta, tanto per
finire le scorte, conserva nelle ultime 2
pagine l’elenco delle Memorie Storiche
Mirandolesi, le Pubblicazioni della
Società Storica Letteraria ed Artistica
con l’elenco dei fascicoli degli Atti e
gli Estratti suddetti. Un ultimo regalo
al completamento della bibliografia
mirandolese. Il signor Paltrinieri,
gerente responsabile de L’Indicatore
afferma: «Noi saremmo tentati a
proseguire un’opera che è l’unica che
astenendosi da bizze personali narra
modestamente i lieti e tristi fatti della
nostra Mirandola, ma vediamo bene
essere cosa superiore alla nostra capacità ed alla nostra pazienza; tralasciamo
quindi con dolore…». La prima serie
de L’Indicatore va dal gennaio 1877
all’aprile 1908 e comprende 376 numeri che con i supplementi arrivano
a 397 uscite e in totale sono 3.836
pagine. I mensili vennero tutti stampati
dal tipografo Cagarelli di Mirandola e
ricordiamo i direttori che si susseguirono: Francesco Bulgarelli per i primi 2
anni, Pietro Vaccari per i seguenti 13,
Zeffiro Zeni per 9 e Angelo Paltrinieri
per i rimanenti 8 finali.
del fondatore
cesco
(continua)
n. 8 - aprile 2014 ·
l'anniversario
11
Nel 1993 parte una nuova serie con largo spazio alla nostalgia
Le prime foto a colori della città
Nel 1972 sul nostro giornale si fa strada un'altra storica novità
(segue da pag. 10)
1944: un articolo celebrativo
"Gazzetta di Modena"
della
Giovedì 2 marzo 1944 su la Gazzetta dell’Emilia nella cronaca di Modena
appare un artico del giornalista Emilio
Missere su L’Indicatore Mirandolese
che lo ricorda come giornale serio di
fine ‘800 a differenza di tanti altri umoristici o di poco conto. è l’unica perla
che ricorda il giornale mirandolese che
viene ampiamente elogiato per i vari
argomenti trattati. La ferrovia SassuoloModena-Mirandola; l’inondazione del
Po del 1880; la lotteria di beneficenza
pro Asilo Infantile; la cronaca teatrale;
le società di scherma, ginnastica e
tiro; i vari articoli sulla commissione
municipale di Storia Patria sono quelli
che ci propone il giornalista modenese. Fu l’organo mensile della città
di Mirandola, afferma, nonché della
sua giunta comunale, del suo ristretto
circolo cattolico intellettuale e dei fatti
più salienti della cronaca bianca e nera
dell’abitato e dintorni a soli 24 soldi
l’anno forniva una interessantissima
miniera di notizie.
Le celebrazioni pichiane del 1963
movimentano una Mirandola da troppo
assopita ma che ha la consapevolezza
di ritrovare in quel periodo la forza per
emergere in ambito internazionale. Si
deve parlare del grande avvenimento
che ha coinvolto Eugenio Garin, vari
filosofi internazionali, il Senatore Giuseppe Medici, il Ministro dell’Istruzione Luigi Gui e lo scrittore Ferruccio
Reggiani che per primo parla di un
Centro Internazionale di Cultura Pichiano e stampa “Gli ideali di Pico” a
proprie spese in un estratto di un suo
articolo edito su Il corriere di Roma i
cui incassi saranno devoluti a beneficio
del Centro Pichiano. Nel 1990 il dottor
Vilmo Cappi (Vilmo e non Wilmo come
erroneamente riportato in certi anni e
come testimoniato dalla carta d’identità
rilasciata dal Comune di Mirandola)
ricorda, in un suo manoscritto, per
un’intervista rilasciata al giornalista
Giuseppe Morselli su quanto fosse
stato fatto in tanti anni di positivo per
la cultura mirandolese, «…ma poco,
anzi pochissimo in confronto a quanto
si sarebbe potuto e dovuto fare, a quello
che non si è lasciato fare e a quello che
si è distrutto». E se lo dice lui che per
sessant’anni è stato presente, onorato
premiato e riverito, nella vita culturale
mirandolese sarà proprio vero.
1963:
la rinascita come organo
dell'Amministrazione comunale
Per scrivere degli avvenimenti del
dopo 1963 si riporta alla luce come
testata L’Indicatore Mirandolese. Il
professor Umberto Casari, relatore alle
conferenze pichiane, afferma essere una
sua iniziativa la riscoperta del nome.
La raccolta del materiale è a carico del
dipendente comunale Benassi. L’Indicatore rinasce come organo del Comune
di Mirandola. Il primo numero ciclostilato è di 10 pagine, solo fronte, esce
nel luglio 1964 con una presentazione
del Sindaco Celso Gherardi a nome
della Giunta. Si scrive del ventennale
della resistenza nella seduta solenne
del Consiglio comunale; si elencano
i componenti della Giunta municipale; si rammenta l’adeguamento della
pubblica illuminazione e il riassetto
della Statale 12; si descrive la nuova
sistemazione degli uffici comunali e si
avanzano ipotesi sulle colonie estive per
i bimbi che comprendono anche quelle
di soggiorno con Villejuif, grazie al
gemellaggio fatto nel 1958 con la cittadina francese. Sono 5 in totale i numeri
editi in ciclostile con copertine con lo
stemma comunale, con colori giallo/
blù o con banda tricolore. Dal 1966 al
1970 il nuovo direttore Francesco Neri
stampa numeri unici presso le litografie
Bozzoli, Cantelli, Pivetti, Bozzoli e
Redolfi. L’ultimo della serie riporta, in
edizione speciale, la sintesi dal 1966 al
sione, lo speciale bilancio comunale,
la sovraimposta sulla casa, la musica,
la gastronomia, lo sport, la mostra
antologica di Ligabue e lo Speciale
Occupazione che conteneva all’interno
una bella veduta di Mirandola a colori
a volo d’uccello.
1985:
senz'anima
La copertina del numero 3 del 1986
1969 di 5 anni di amministrazione democratica a Mirandola. E’ a due colori
e per la prima volta presenta pubblicità
di ditte mirandolesi.
1972: le prime foto a colori della
città
Dopo un paio d’anni di assenza
L’indicatore torna con una nuova veste
tipografica. Il direttore sarà Francesco
Neri per tutto il periodo che comprenderà 50 numeri, oltre a qualche
supplemento, in vari formati e uscirà
dapprima semestralmente, poi ogni
quattro mesi infine trimestralmente. Il
redattore sarà Sergio Poletti. Nel 1972
escono 2 numeri speciali che citano i
servizi sociali gestiti dal comune: il selfservice, i trasporti, i soggiorni estivi,
la scuola e gli asili. L’industria potrà
avere a disposizione ben 160.000 metri
quadrati di terreno per l’insediamento di
nuovi manufatti. Naturalmente se cresce
l’industria cala l’agricoltura che perde
circa il 20% della forza lavoro.
L’edilizia, come raffigurato in una
bella veduta aerea di Mirandola nel
numero 1 del 1972, si sta espandendo
a macchia d’olio nei dintorni della cinta
muraria dei Pico e si ripristinano antichi
edifici per realizzare uffici comunali. Si
fabbricano nuovi quartieri a San Martino Spino, Mortizzuolo e Quarantoli.
Si progetta all’inizio degli anni ‘70
la costruzione della piscina comunale
ma anche la sala di cultura che sarà
utilizzata per conferenze e mostre, più
che altro, di pittura. A quel tempo la
Fiera di Mirandola era visitata da oltre
30.000 persone e le imponenti macchi-
ne agricole erano poste al centro della
piazza cittadina. Le banche locali, nelle
pagine pubblicitarie de L’Indicatore
preannunciavano prestiti a tutti a prezzo agevolato. Tutti gli anni si corre la
Sgambada, maratona popolare, che
riserva anche una gara professionistica
vinta per le prime edizioni da Magnani
che vincerà poi la medaglia olimpica
a Montreal. Viene festeggiato da oltre
1.300 donatori il 25° anniversario
dell’Avis che a Mirandola ha sempre
avuto grande successo. Il 3° numero del
1974 è lo Speciale Scuola che spiega
la grande conquista democratica dei
Decreti Delegati, i contributi dei buoni
libri, elenca i promossi dei vari diplomi
di maturità, dà rilevanza all’apertura
della nuova scuola materna di via Toti,
propone borse di studio regionali e
l’Amministrazione comunale si impegna a contribuire con 20 milioni per i
trasporti scolastici.
Le celebrazioni del trentennale
della Resistenza chiudono il numero
mostrando illustrazioni, che sono ancora in bianco e nero o bicolori, delle varie
mostre grafiche eseguite dagli studenti
nelle loro scuole. La copertina del numero 2 del 1975 vede piazza Garibaldi
gremita all’inverosimile e mostrando
all’interno del giornale manifesti e volantini dell’epoca facendo un riassunto
degli ultimi 5 anni di amministrazione
democratica. Nei vari numeri seguenti
le copertine illustrano le elezioni politiche, l’emergenza della finanza locale,
la riqualificazione del nostro centro
storico, il centro nuoto come conquista
sociale, il maggiore impegno per la
cultura, la Fiera campionaria in espan-
un opuscoletto bello ma
Quasi irriconoscibile il numero
2 del 1985 un opuscoletto che vuole
rappresentare una guida illustrata di
Mirandola, con vecchie cartoline e
alcuni modesti appunti di alcuni noti
personaggi locali e a cura di Vittorio
Erlindo. Chiaramente sotto tono dopo
le imponenti mostre organizzate dal
curatore del libretto. Lo direi comunque bello per le illustrazioni ma forse
senz’anima.
In aprile del 1986 si ricordano i 40
anni di Consigli democratici con una
bella foto degli eletti nel primo Consiglio comunale a Mirandola nel 1946,
mentre il numero seguente è tutto dedicato all’ambiente con uno speciale che
ci consiglia di buttare le pile scariche
nelle nuove apposite campane. Ancora a
seguire uno Speciale Economia, Speciale Volontariato, Speciale Fiera, Speciale
Bilancio, Speciale Scuola per chiudere
la serie nel dicembre 1991 con Speciale
Celebrazioni Pichiane, per un convegno
che verrà realizzato nel 1994. Allora si
pensavano veramente in anticipo le cose
che si sarebbero dovute fare poi. Lo
scrivente, ormai datato, cerca di usare
lo stesso sistema di quel tempo che non
pare lontanissimo e cerca di prepararsi
sempre anticipatamente per ricordare
quegli avvenimenti storici che hanno
fatto grande la nostra città. Notiamo
che gli ultimi numeri sono stati realizzati su carta riciclata e stampati dalla
fotocomposizione Denny di Mirandola.
La varietà di notizie di questi anni
1972/1992 è stupefacente dato che il
giornale descrive una moltitudine di
cose avvenute a Mirandola e frazioni.
1993: nella nuove serie c'è spazio
per la nostalgia
Il primo numero della nuova serie
esce nel giugno 1993 e ha una nuova
veste tipografica. Il Direttore Responsabile è Adriano Negri ma il direttore di
testata è Corrado Neri. A questi seguirà
poi Vittorio Erlindo. Si notano innanzi
tutto le grandi e belle cartoline che
vengono disposte in ogni pagina che ci
mostrano visioni di una Mirandola del
primo ‘900. Seguono pagine de L’Indicatore riprodotte da quelle edite 100
anni prima per evidenziare le differenze
delle notizie ad un secolo di distanza.
Bella la carta patinata, belle le innumerevoli e grandi illustrazioni della città e
i giornali ci mostrano anche i volti dei
nostri politici mirandolesi. Di alcuni
notiamo la differenza d’espressione a
vent’anni di distanza ma anche il colore
dei capelli, a quelli a cui sono rimasti.
I numeri solitamente a fine anno contengono il calendario per l’anno nuovo
con i numeri di telefono di emergenza
e i numeri utili e uno è corredato da una
piantina più volte ripiegata con l’antica
veduta di Mirandola al tempo dei Pico e
varie ricostruzione di come era l’abitato
nel centro storico della città. Si nota in
questa serie l’attenzione per il filosofo
Giovanni Pico con vari articoli a lui
dedicati in diversi numeri. Anche il Centro Internazionale di cultura Giovanni
Pico della Mirandola è più volte citato
e presenta i libri della bellissima collana
edita da Olschki. Nel Comitato Scientifico del Centro, che opera anche come
referente sul convegno internazionale
per il 500° anniversario della scomparsa
di Pico, troviamo l’importante storico
francese Jaques le Goff, scomparso
di recente. Con una breve nota, nello
stesso numero, L’Indicatore ringrazia
il collezionista Claudio Sgarbanti
(che sta scrivendo questo articolo) per
aver messo a disposizione per la stampa
sul giornale alcuni disegni originali e
antiche mappe di Mirandola. La nuova
sezione “Lettere al Sindaco” dà modo
ai mirandolesi di chiedere spiegazioni
avendo risposte direttamente dal Sindaco stesso che all’epoca era Corrado
Neri. La prima di questa rubrica edita
nel 1993 chiede se con le manifestazioni
pichiane del ‘94 si avvierà il recupero
del Castello dei Pico. La risposta è
positiva ma dato che ancora in parte
è in mano ai privati e che il progetto è
ambizioso e impegnativo, e visto che i
costi saranno elevati, si provvederà con
risorse locali, regionali e nazionali quindi i tempi saranno ragionevolmente lunghi. Comunque, dopo 13 anni, nel 2006
fu inaugurato. Rimaneva solo qualche
monetina da sistemare al museo. Speriamo ora di avere la stessa fortuna e
che passati gli stessi 13 anni dal 2012,
quando sarete nel 2025 lo possiate vedere bello e restaurato come prima, con un
bel Museo cittadino aperto tutti i giorni.
Molto probabilmente lo scrivente avrà
la fortuna di vederlo dall’alto.
Un paio di numeri del 1997 presentano il quattrocentesimo anniversario
dal titolo di Città dato a Mirandola.
Si svolsero concerti musicali e un
interessante convegno di studi fu allestito nella Sala Granda comunale che
richiamò storici, architetti, urbanisti e
storici dell’arte. Una lapide affissa al
palazzo comunale ricorderà l’avvenimento ufficiale avvenuto con decreto da
parte dello stato italiano. Un banchetto
rinascimentale in piazza e una giostra
con gara fra cavalieri con i colori delle
varie contrade mirandolesi chiuderanno
queste manifestazioni che al termine
saranno allietate da danze e musiche.
Sempre nello stesso anno si ricordano
don Francesco Gavioli e il suo importante lascito alla città di Mirandola, don
Felice Ceretti storico di Mirandola e
dei Pico e l’Assessore alla Cultura,
professor Bruno Andreolli, ci spiega
che “la cultura non è un optional”. Del
1998 fra i tanti avvenimenti importanti
che L’Indicatore ha raccolto vorremmo
premiare la pagina dell’ambiente per
la bellissima grafica e per l’intervento dell’Assessore Anna Greco che
testimonia la presentazione di una
nuova guida per le Valli mirandolesi,
la valorizzazione dell’oasi dell’area
faunistica della Tomina e il recupero
dei Barchessoni di San Martino Spino.
Le importanti mostre su “L’arte
restaurata”con la presentazione dei capolavori pittorici mirandolesi e “Cento
disegni italiani”, con schizzi dei maggiori autori italiani del Rinascimento
chiudono l’annata culturale. Il 1999
vede l’elezione del nuovo Sindaco
Luigi Costi che reggerà Mirandola
per 2 mandati, il ricordo di don Zeno a
100 anni dalla nascita e diversi articoli
dedicati all’Associazionismo. Questa
nuova serie de L’Indicatore senz’altro
è caratterialmente strutturata in modo
diverso rispetto a quelle fin qui viste,
dato che mancano molte notizie sui
vari Consigli comunali, si tende a dare
la parola a tutti i capigruppo politici e
le illustrazioni a volte superano la parte
scritta. Per dovere di cronaca rammentiamo che nessuno di questi numeri fu
stampato a Mirandola.
(continua)
12 · n. 8 - aprile 2014
mirandola
L'ennesima rinascita grazie al "Corriere". Oggi stampiamo nel Bresciano
Ogni quindici giorni in tutta la Bassa
Nel 2010 una nuova svolta con il raddoppio delle uscite e la diffusione ampliata
Da sinistra, i giornalisti professionisti Fabio Montella e
Luca Marchesi, che curano i contenuti e l'impaginazione del
giornale (foto Luigi Ottani)
Un interno del Municipio di Mirandola,
sede del giornale
prima del 20 maggio,
in una foto scattata
dopo il sisma
Sotto, il settore commerciale (grafici e pubblicitari) del nostro giornale. Da sinistra Imo Vanni Sartini, Chiara Mazzoli, Maria
Paola Nicolini, Alice Galavotti, Sonia Bertazzoni e Graziano Citelli (foto Studio Gi)
Quirino Mantovani, collaboratore, diffusore
e "colonna" dell'Indicatore, qui ritratto in
piazza Costituente nell'estate del 2012, quando
il giornale era stampato dal Corriere della Sera
(segue da pag. 11)
Due degli storici
numeri stampati con le rotative
del Corriere
2000: cambio di direzione e nuovo
progetto editoriale
Fabio Montella, il ragazzo che
arrivò nel 2000 a coordinare le uscite
de L’Indicatore, era un giornalista
professionista serio. è il direttore che
ha all’attivo il maggior numero di giornali pubblicati. Portando L’Indicatore
a uscire ogni 15 giorni gli si affianca
il collega Luca Marchesi formando
una coppia di grande esperienza che
non si lascia intimidire da ingiustificate
provocazioni.
Partiamo dall’inizio dell’avventura
del nuovo secolo per raccontare L’Indicatore come è adesso. Il primo numero
è del maggio 2000 di 12 pagine con
tiratura di 9.800 copie e stampato (a
seguito di un bando di gara) a Vignola.
Si dà vita ad un angolo con una nuova
rubrica (tutt'ora esistente) riservata al
dottor Giampaolo Ziroldi, dirigente
del settore cultura del Comune di
Mirandola e si dichiara che vuole essere
un contributo de L’Indicatore alla riscoperta delle tracce del nostro passato. Nel
mese di giugno è riportato un frammento di lettera di Giovanni Pico al nipote
Giovan Francesco con la traduzione di
Eugenio Garin. E’ sempre presente la
pagina “Tribuna” che raccoglie i lavori
del Consiglio comunale nell’opinione
dei Capigruppo.
Il primo numero si presenta con
importanti articoli sulla sicurezza, sul
biomedicale, sull’informatica nelle
scuole, sull’occupazione e con un ampia
recensione sulla ristampa a cura del
Circolo Morandi del volume del Cappi
“Storia urbanistica di una città”. Un
paio di pagine sono dedicate allo sport
mirandolese e si scrive sui 250 anni trascorsi dal feudo dei Menafoglio a San
Martino Spino. I fatti più salienti visti
nelle varie copertine de L’Indicatore dal
2000 al 2009 ci ricordano nei vari titoli:
2000 “La lotta contro i cibi manipolati”
2001, “A New York ho visto l’inferno”
(dopo l'attentato alle Torri Gemelle),
2002 “La spesa ai tempi dell’euro”,
2003 “Giuseppe Morselli, Lo scoppio
del Castello Pico? Un mistero ma non
troppo”, 2004 “Aimag nell’ex zuccherificio”, 2005 “Il 25 aprile E’ la festa degli
Italiani”, 2006” L’ospedale si rinnova”,
e ancora, “Diecimila per il Castello”,
2007 “Tra Fellini musica e danza”,
2008 “Nuovo look per il centro”, 2009
“Il biomedicale che cambia”. Notiamo
la varietà di argomenti trattati che oltre
all’operato della Amministrazione comunale si allarga a tutte le problematiche cittadine e delle frazioni nelle varie
materie: ambientali, culturali, sociali,
storico, politiche, economiche, sanitarie
e di costume. Il giornale aveva, in quel
periodo, una tiratura di 10.000 copie e
alcuni numeri con 32 pagine, anziché
le 16 della precedente tiratura, ma era
ancora mensile.
2010:
il giornale diventa quin-
dicinale
Solo dal 2010 diventerà quindicinale. è un grande salto di qualità, per
la possibilità di poter rendere fruibili
sempre maggiori informazioni a tutti
i cittadini e per una periodicità molto
appetibile per gli inserzionisti, che sono
cresciuti nel tempo. I costi per l’Amministrazione comunale non aumentano
anzi il giornale con le varie pubblicità
si autofinanzia. Si ha una maggiore tempestività delle informazioni per essere
sempre più vicini ai cittadini e viene
sempre fornito gratuitamente a tutti.
Il direttore ricorda nel primo numero del 2010 che il giornale non cambierà
nei suoi contenuti che hanno ottenuto il
gradimento di tanti lettori e darà ancora
più spazio alle informazioni di servizio.
Si continuerà a stamparlo a Grisignano
del Zocco presso Vicenza e la pubblicità è gestita alla New Millenium di
Mirandola. è possibile trovare da qualche distributore del comprensorio dei 9
Comuni anche la testata “Centri Storici.
L’Indicatore” ma il contenuto è lo stesso
de L’Indicatore. La tiratura raggiunge
le 20.000 copie. Per la testata prosegue
tutto tranquillamente fino al numero
10 del maggio 2012. Era sempre stato
regolarmente stampato e distribuito.
2012: il terremoto e la rinascita
Corriere della Sera
con l'aiuto del
Il numero successivo è del luglio
2012, un piccolo salto ma assolutamente prima di così non si poteva fare! Con
l’aiuto del Corriere della Sera rinasce
L’Indicatore e la tipografia della R.C.S
stamperà fino a settembre il nostro
giornale. Oggi viene invece stampato
nel Bresciano, a Borgosatollo, presso
F.D.A. Eurostampa S.r.l. è stato veramente utile in quel brutto periodo dare
sollievo alle persone che sotto le tende
leggevano le notizie di una Mirandola
devastata. La grande foto del primo
numero vede l’abbraccio alla città del
Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano. Per i due anni successivi
fino a questo numero ne L’Indicatore
si è scritto tanto, anche della messa
in sicurezza e della ricostruzione di
Mirandola e delle frazioni. L’Indicatore
ha sempre svolto bene il proprio lavoro
di informazione: parole, parole, parole
per diffondere tutto quanto succede
nel territorio. Tanto si è già fatto e
tanto si farà per mantenere le promesse
fatte perché solo le parole a volte non
bastano. La posa fatta pochi giorni fa
della prima pietra per le nuove scuole
elementari De Amicis di Quarantoli ci
conforta e ci lusinga. In questo numero
si accendono anche 200 candeline per
Fabio Montella per i numeri pubblicati
da direttore.
Claudio Sgarbanti
Scarica

La storia del nostro giornale riletta dal collezionista Claudio Sgarbanti