n. 8 - aprile 2014 · l'anniversario 9 661 numeri dal primo del 1877 a quello che state leggendo Diecimila candeline per l'Indicatore La storia del nostro giornale riletta dal collezionista Claudio Sgarbanti Il municipio di Mirandola alla fine dell'Ottocento. A sinistra, il primo numero dell'Indicatore a cura di Claudio Sgarbanti Premessa Nella ricorrenza dei 300 anni trascorsi dallo scoppio a Mirandola del grande Torrione di Giovan Francesco II° Pico nel 1714 nel quale, come ci rivela in un manoscritto inedito il dottor Vilmo Cappi: «…andarono perduti in quella rovina i magazzini, le legnaie, le case dei servi, la Rocchetta antica con la sua torre, la Torre del Soccorso, i vecchi palazzi, le cose preziose che contenevano, che erano scampate al malgoverno, ai furti e all’inezia, le cose accumulate e distribuite nelle sale, i dipinti, le statue, i mobili, il vasellame, gli argenti, i libri...» e il tutto fu dovuto forse a un tragico evento atmosferico o, come si ritiene più probabile, all’incuria o alla volontà dei modenesi di distruggere per sempre il ricordo della dinastia pichense, parte l’idea di una Mirandola libera. Dall’inizio dell’‘800 in tutta l’Italia si formò un moto di rivolta contro quei regnanti che soggiogavano il popolo italiano. Nello stato estense, in particolare, nei moti del 1821 e 1831 furono condannati a morte, all’esilio o a molti anni di dura galera anche valorosi mirandolesi come Francesco e Giuseppe Montanari, Alessandro e Luigi Barbetti, Alberto Tabacchi, Flaminio Lolli, Lorenzo Panizzi, Domenico Polacchini, Paolo Martinelli, Luciano Malavasi, Giovanni Muller, Giacomo Bignardi e altri cittadini che sfuggirono alle retate dei Dragoni estensi. Furono i primi sintomi dell’Unità d’Italia che si formò nel 1861 dopo la seconda guerra d’indipendenza del 1959 e lo sbarco a Marsala di Garibaldi. L’apporto dei circa 80 mirandolesi ad ogni spedizione militare in lotta per la libertà fu notevole come l’impegno che diedero per la vita pubblica al loro ritorno in città. La nuova mentalità, la parificazione sociale, le società patriottiche e operaie trasformarono Mirandola in poco tempo in un centro politico e culturale dei più in vista in tutta Italia. è da questo momento che tanti paesi, come Mirandola, per anni soggiogati dai tiranni che nulla avevano a che fare con la cultura locale, hanno un sussulto per valorizzare la loro storia antica. Diversi risultano essere, nella seconda metà dell’’800, gli studi o le memorie storiche che mettono in luce i gloriosi fatti di cittadine che vogliono avere un posto di riguardo nel nuovo scenario italiano. La nobile terra mirandolese della grande dinastia dei Pico è una delle più studiate alla ricerca di antiche storie rimaste inedite. Infatti, dopo accurate ricerche, antichi manoscritti creduti persi o tenuti celati negli archivi modenesi vengono proposti alle stampe nei volumi editi dalla Commissione di Storia Patria dal 1872, denominati “Memorie Storiche della città e dell’antico ducato della Mirandola”. A questi volumi si affiancò anche un giornale locale L’Indicatore Mirandolese che oltre a brevi saggi di storia antica metteva in luce anche ciò che succedeva di più particolare a livello amministrativo e culturale nella nostra città. Furono edite inoltre, durante il corso dei vari anni, antiche memorie fra le quali ci pare giusto ricordare la rarissima opera “La Cronaca dei figlioli di Manfredo e della corte di Quarantola”, un manoscritto del 1552 che diviso in corti capitoli narra una storia coeva dei primi anni della Mirandola. Il giornalismo e la libertà di stampa formarono una vera potenza sociale. 1877: anno di nascita del nostro giornale Nel gennaio 1877 vede la luce il primo numero de L’Indicatore Mirandolese, di sole 8 pagine, anche se numero doppio, che comprende i mesi di gennaio e febbraio. La prima recensione si ha su “Opuscoli religiosi letteralj e morali” editi a Modena dalla Società Tipografica che recita: «L’Indicatore Mirandolese. Periodico mensuale di memorie patrie con varietà. Mirandola Tipografia di Gaetano Cagarelli... è un giornaletto mensile cominciato in quest’anno per cura della benemerita Commissione Mirandolese di Storia Patria e di belle Arti: ed oltre all’essere l’organo di essa Commissione Municipale, si propone per iscopo principale «d’indicare e raccogliere ciò che possa in particolar modo interessare di essere conosciuto dà Mirandolesi... Darà anche un sunto delle principali discussioni e deliberazioni del Consiglio Comunale e delle altre pubbliche amministrazioni locali, e tutte le altre notizie religiose, civili, amministrative, ecc. E’ quasi inutile dichiarare che non saranno assolutamente ammessi scritti relativi a pettegolezzi del paese, o che possono offendere in qualsiasi modo le persone». Questo periodico quindi avrà un carattere specialmente locale... Imperocchè e verissimo che se parecchie delle notizie che essi vengono raccogliendo al momento possono sembrare di poca importanza, come succede generalmente di quasi tutti i fatti contemporanei, torneranno certamente utilissime; e saranno ricercate da quelli che l’età nostra chiameranno antica». A parte il modo di scrivere tipico ottocentesco, l’autore dell’articolo, il professor Bartolomeo Veratti, che insegnò Diritto Patrio e Arte Notarile, colse veramente il “succo” del giornale. Rammentiamo che tanti articoli apparsi su L’Indicatore fino al 2008 erano tratti dalle pagine dei primi numeri dello stesso giornale dell’inizio del secolo scorso, cioè riportati a 100 anni di distanza. La bibliografia mensile appare poi indispensabile per una ricostruzione di tutto quanto si scrisse a Mirandola o sui Pico e anche oltre le mura della città, che in quel periodo non erano ancora state abbattute. Tornando al primo numero del 1877 alcune brevi note scritte in carattere minuscolo riportano che il giornale si stamperà un numero ogni mese in un foglietto di almeno 4 pagine a doppia colonna e che, occorrendo, si faranno supplementi che alla fine della prima serie edita fino al 1908, risulteranno essere ben 21. Qualsiasi informazione per abbonamenti, notizie o corrispondenze dovranno essere presentate presso la redazione al tipografo Gaetano Cagarelli che fu lo stampatore ufficiale per ben trent’anni. Le lettere non affrancate verranno respinte e i manoscritti non si restituiranno e si darà una breve recensione su ogni libro inviato gratuitamente presso la redazione. Riteniamo che i manoscritti siano nel fondo della biblioteca comunale di Mirandola nel lascito del grande collezionista Francesco Molinari che oltre a essere l’ideatore, il fondatore e lo sponsor del giornale, fu attivo scrittore di diversi articoli per vari anni. Francesco Bulgarelli che era il gerente responsabile de L’Indicatore avvisa che l’associazione annua è di lire 1,20 e che gli associati fuori Mirandola potranno pagare anche con francobolli. Per dare credito alla nuova iniziativa riporta che il mensile che si vende in città “La scuola di Pico” non è un proprio e vero giornale locale perché non si occupa di Pico, è pochissimo conosciuto e non vi è nessun associato mirandolese. L’Indicatore si occuperà di problemi riguardanti la storia patria, ricca di grandi fatti, darà un sunto delle discussioni e deliberazioni del Consiglio comunale e delle altre pubbliche amministrazioni locali, lo stato civile della città e del Comune e tutte quelle notizie religiose, militari, civili, amministrative, edilizie, agricole, industriali, commerciali, scolastiche, musicali, teatrali e artistiche che in qualche modo possono interessare Mirandola.. Si ritiene che a distanza di quasi 130 anni le finalità de L’Indicatore siano immutate a parte che ora si scrive e si distribuisce anche in altri Comuni della Bassa modenese e anche del mantovano. Poi si può leggere su Internet, ma questa è una novità che i giovani conoscono meglio dell’autore di questo articolo. Proseguendo la lettura del primo numero rileviamo che: «Il gerente avvisa che le questioni politiche saranno per sistema estranee al nostro periodico e se qualche volta saranno accolte alcune generali considerazioni sulle grandi questioni del giorno, si avrà diligente cura affinché sia sempre conservata la massima temperanza e moderazione per non offendere la suscettibilità di chicchesia». Una nota goliardica ma importante per quel tempo rileva che saranno ricordate le grandi feste di carnevale fatte dalle due società che a Mirandola sono in concorrenza “Il Mirandolano” e “Francia Corta”. Nei primi anni di vita si rileva che L’Indicatore è contro queste frivolezze che si svolgono appena prima o entro la Quaresima dato che il giornale era di tendenza cattolica. La redazione all’epoca preferiva quelle del Mirandolano perché più sfarzose e anche perché in Francia Corta vi erano sempre ferimenti e piccoli furti. Il primo articolo del primo numero de L’Indicatore è dedicato a Giovanni Pico ed è scritto da Francesco Molinari. Riportiamo per dovere di cronaca e per il grande amore che lo scrivente ha verso il filosofo mirandolano le prime righe: «Nell’accingerci a scrivere un periodico destinato principalmente a conservare ed illustrare le memorie di questa Città, che fu già sede gloriosa della principesca famiglia Pico, il pensiero e la penna ricorrono tosto a quel Grande, che fu la più splendida illustrazione così della nobilissima sua progenie, come della terra che gli fu madre avventurata. Ed in vero crederemmo di venir meno ad un dovere di cittadini amatori della gloria del loro paese, se non consacrassimo le prime linee della nostra pubblicazione a ricordare brevemente La Fenice degli Ingegni ed a rendere omaggio alla sua immortale memoria». Vengono poi riportatele notizie storiche lette dal sacerdote Felice Ceretti alla Commissione di Storia Patria riguardanti i cenni biografici di Giovan Tommaso figlio del filosofo Giovan Francesco II° Pico e il sunto è del segretario della commissione dottor Nicandro Panizzi. Segue un altro interessante articolo, firmato dal Molinari sulla costruenda ferrovia Sassuolo-Modena -Mirandola con la quale nel corso degli anni il “Trenin dal Cucc” porterà i passeggeri attraverso i territori modenesi. Poche righe sulla sicurezza pubblica, un bel resoconto sul ballo di beneficenza fatto nelle sale del municipio a favore dell’Asilo Infantile e un necrologio sulla morte del dottore e scrittore Domenico Bacci, “illustre e benemerito nostro cittadino” chiudono il primo numero de L’Indicatore. è stato un piacere rileggere questo primo numero con tante notizie interessanti e non mi capacito del fatto che le prime annate, così piene di notizie storiche riportate dai nostri scrittori locali non siano state ristampate. La rarità del giornale, a differenza di altre ristampe di comuni libri o di memorie storiche, che tanti collezionisti possiedono anche in varie copie, ci obbliga a pensare che non vi siano a oggi persone in grado di pensare al bene della cultura locale ma che si vada un po’ con scelte a caso o ottenute chiedendo informazioni a persone che poco conoscono della storia dell’800 mirandolese e che svolgono abitualmente attività diverse. Notiamo che lo stampatore Cagarelli era solito rilegare le varie annate, prima legando un solo anno, poi solitamente col passare dei vari numeri venivano assemblate anche ogni 4 anni, con pagina adeguata di introduzione, che raccoglieva i dati e gli articoli esposti nel quadriennio. Unica eccezione i primi 8 anni che si trovano solitamente rilegati insieme con legatura modenese di fine ottocento in pelle a piatti marmorizzati e dorso con fregi in oro e filetti che riportano il titolo dell’opera. 1882: un bilancio a 5 anni dalla fondazione del giornale Riportiamo ora quanto apparso nel mese di agosto del 1882 per avere un inquadramento preciso di cosa si leggerà su L’Indicatore fino alla fine della prima serie che terminerà nel 1908. Si propone un corposo articolo di storia locale sul deposito di allevamento cavalli a Quarantoli e a San Martino Spino dove viveva l’antica razza dei cavalli di casa Pico. La Corsiera, la Zanetta e la Villana sono le tre razze che meglio riuscivano a commercializzare i Pico e dalle quali vendite ne ricavavano Ongari e Zecchini d’oro. I mercanti veneti ne erano i maggiori acquirenti ma tanti nobili italiani erano sempre disposti all’acquisto di questi cavalli rinomati anche in Europa. Il numero prosegue con l’elenco dei fatti di rilevanza nella seduta del Consiglio comunale del 19 luglio. Da questo numero tutti gli atti mensilmente vennero riportati. Si scrive su Guglielmo Andreoli musicista del Conservatorio di Milano, figlio di Evangelista, che dovette abbandonare Mirandola quando gli studi che voleva eseguire di pianoforte e di violino risultarono troppo impegnativi per i maestri della scuola musicale della nostra città. L’Indicatore riporta poi la Bibliografia di Storia Patria cioè l’elenco di tutte le cose stampate a Mirandola nel corso del mese. Vengono riferiti meticolosamente tutti i libri, gli inviti a nozze, i necrologi, le comunioni o i volantini per feste o informazioni di carattere comunale. Si può trovare nell’elenco anche dei libri stampati in Italia su fatti accaduti ai Pico o nella nostra città. L’elenco risulta di importanza rilevante in quanto permette di ricostruire la storia della stampa e degli stampatori mirandolesi e collazionare, cioè sapere il numero delle pagine, l’editore e l’autore, tutto quanto si stampò nell’‘800 a Mirandola. (continua) 10 · n. 8 - aprile 2014 l'anniversario La prima serie si conclude dopo 376 numeri, con 3.836 pagine in totale Il forzato stop del 1908 e la rinascita L'Indicatore Mirandolese chiuse alla morte del fondatore Francesco Molinari (segue da pag. 9) Sempre nello stesso numero si ricorda lo Scaldatoio dei Poveri, un luogo dove le persone meno abbienti si riunivano per la lavorazione di sporte e stuoie che venivano confezionate con il truciolo come nella vicina Carpi. La paglia veniva sapientemente intrecciata e una volta lavorata formava questi manufatti. Gli iscritti alle sale di ricovero erano 60 uomini, 82 donne e 44 fanciulli. Le sporte fatte furono oltre 10.000 e oltre 1.000 le stuoie. Furono distribuite in un anno 7.847 minestre e 2116 chilogrammi di pane. In questo modo le famiglie povere mirandolesi nei freddi mesi invernali trovavano ricovero e col loro lavoro avevano di che sfamarsi. Ricordo che la tradizione del truciolo è stata molto di aiuto a una parte delle famiglie meno agiate di Mirandola, fino alla fine degli anni ‘50, quando le donne che rimavano in casa per i lavori domestici arrotondavano la scarsa paga mensile del marito con questo lavoro. Si scrive poi sulla “Piccola cronaca mirandolese” che tratta dello stato civile, cioè dei matrimoni, dei nati, dei morti in campagna e in città. Vengono inoltre descritte le malattie che furono causa di decessi: vizio organico, marasma, pneumonite, tifoide, tubercolosi, encefalite, apoplessia, polmonite, ecc. Alcuni di questi mali oggi sono stati debellati o le malattie si chiamano con nomi diversi, o vi sono mali che allora non esistevano, ma alla fine il risultato è identico: si muore lo stesso. Seguono le Osservazioni Meteorologiche e Agrarie, così sappiamo a distanza di tanti anni che il 22 agosto si ebbe un uragano con grandine leggera e pioggia. Il vento impetuoso e freddo dominò per tutto il mese di agosto. La Cronaca Commerciale con i prezzi del frumento, del pane, del vino, del bestiame ci rammenta che anche allora i prezzi aumentavano ma per varie cause potevano anche ridursi. L’Indicatore ce ne dà anche le motivazioni: il prezzo del frumento a causa del pessimo mese di luglio ha avuto una abbondantissima e straordinaria raccolta quindi ha subito grandi ribassi portandosi a 23 lire dalle 25 al quintale. Proseguendo leggiamo le Notizie Militari e impariamo che a Mirandola è di passaggio l’8° Reggimento Artiglieria con carri e cannoni. Si fermerà un giorno e poi proseguirà per Verona. Nelle Notizie Locali si scrive di un incendio in un locale del Municipio, annesso all’ex convento delle suore dove vi erano depositato 800 quintali di fieno. L’incendio si sviluppò negli uffici del demanio, delle scuole e del registro. Si distrusse così parte di un antichissimo fabbricato costruito nel 1469. Le Notizie di Politica ci ragguagliano sulle votazioni per le elezioni amministrative, si danno gli elenchi degli eletti e dei voti ottenuti per ciascun candidato. Vinsero i Progressisti sui Moderati e il dottor Domenico Pardini ebbe il maggior numero di voti anche perché in quel momento era Sindaco di Mirandola. In otto pagine L’Indicatore riporta tutte queste notizie. Alcune erano già state pubblicate anche su pochi e costosi giornali dell’epoca modenesi o italiani. Nel nostro si poteva avere uno splendido insieme di notizie mensili a carattere locale a un prezzo assolutamente vantaggioso. 1903: la Cronica della Mirandola del Manfredi Nel corso degli anni vennero proposti su L’Indicatore interessantissimi saggi che risultano essere poi posti in vendita anche come estratti. Sono rappresentativi la Storia della Chiesa e del Convento di San Francesco d’Assisi nella Mirandola o le Indicazioni topografiche, storiche e statistiche mirandolesi a cura di don Felice Ceretti oppure la narrazione fatta sul Conte Annibale Maffei che fu Vicerè d’Italia in Sicilia a spese dei Savoia. L’annata Sopra, la "Cronica" apparsa sull'Indicatore. Sotto, le copertine del numero unico del 1967 e del n. 2 del 1984. In alto, un articolo della prima serie con maggior rilevanza storica è quella datata 1903 in quanto riporta la “Cronica della Mirandola, et della nobilissima progenie delli figliuoli Manfredi della Corte di Quarantola: con molte altre cose notabili et degne di memoria raccolte di Gio. Battista Manfredi”. è una cronaca dall’anno 1000 fino al 1557 di quanto successo o ritenuto tale a Mirandola e nelle terre dei Pico. Francesco Molinari si lamenta di averla proposta 30 anni prima come volume da inserire nelle Memorie Storiche Mirandolesi e dopo tanto aspettare decide di pubblicarla su L’Indicatore. In ordine puramente cronologico doveva essere il volume secondo delle Memorie Storiche Mirandolesi, come specificato dal Molinari nella Cronaca detta dell’Anonimo e visto che venne pubblicata solo in parte nel 1876 in Modena dal tipografo Paolo Toschi sul periodico “Educazione e Diletto” che fu subitamente esaurito si diede l’autorizzazione alla stampa completa dell’opera che occupò svariate pagine de L’Indicatore. Ne fu fatto anche un estratto in poche copie che risulta assai raro a reperirsi sul mercato antiquario dei libri antichi. A quei tempi, conferma il Molinari, anche la biblioteca estense di Modena era sprovvista di questa Cronaca e dato che venne stampata con vari errori ortografici si pensò di riproporla con le adeguate correzioni sul giornale mirandolese. Nella prefazione l’autore ci ricorda: «… per i pregi ricordati di cui va adorna la Cronaca del Manfredi io porto fiducia che sarà accolta con molto favore, e che i cultori di studi storici la riconosceranno meritevole della stampa. Io non ho risparmiato fatiche affinché questa edizione della Cronaca avesse la maggior perfezione possibile ed ho curata con molta diligenza la esatta revisione delle stampe…». Anche a oggi risulta essere molto rara nonostante l’edizione del 1903 su L’Indicatore. Non è possibile acquistarla in forma digitale su Internet e neppure in fotocopia come le comuni Memorie Storiche Mirandolesi, poi ristampate sia in città o di provenienza americana, si auspica quindi una, appena possibile, veloce ristampa del raro estratto di 110 pagine. La Cronaca del Manfredi contiene anche la bella “storica favola” di Euride che diede alla luce le varie discendenze della famiglia di Manfredo: Manfredi, Pio, Pico, Papazzoni, Pandelli, Pedoca, Fanti e Siculo che vissero tutti inizialmente nella corte comune di Quarantoli. Della vita del Manfredi, forse mirandolese e avo di questa nobile progenie nulla ci è dato sapere pur avendo cercato a lungo sue notizie sia il Ceretti che il Molinari. La descrizione dei fatti della Cronaca è articolata in modo essenziale e deriva da un codice manoscritto della biblioteca universitaria di Bologna. L’autore stende la storia mirandolese quasi allo stesso modo del volume primo delle Memorie Storiche Mirandolesi del Bratti ma, anche se le assomiglia molto, conserva alcune notizie storiche inedite e altre riproposte con un angolo di lettura diverso. Anche nel ‘500 la storia patria la si poteva interpretare secondo le proprie convenienze. Anche lo scrittore e poeta mirandolese Giovanni Cavicchioli nell’opuscolo “La culla della Fenice” edito nel 1963 e letto recentemente presso alcune quinte delle scuole elementari di Mirandola, anche per ricordarne il 50° anniversario dalla scomparsa, pubblica una favola leggermente diversa nella quale Euride diede alla luce in un unico parto Pico, Pio e Papazzoni, ai quali seguirono poi, a distanza di anni, altri 7 figli. In totale furono 8 maschi e 2 femmine e questo servì per dare lustro alla progenie e per dare un inizio di data certa alle varie discendenze. Fino al mese di marzo 1908 filò tutto lisco e L’Indicatore mai per nessun motivo interruppe le stampe. Le solite 8 pagine venivano regolarmente stampate dal Cagarelli nel solito formato in foglio che una volta sapientemente ripiegato e tagliato ai bordi formava il fascicolo che in alto riportava l’anno seguente di edizione, scritto in numeri romani, il mese e l’anno corrente, il numero relativo e il numero progressivo delle pagine. 1908: la morte FranMolinari In marzo si scrisse sulla Società Storica, Letteraria ed Artistica della Mirandola; della seduta del Consiglio comunale; dei “Fasti del Socialismo” con gli scioperi agricoli degli operai e delle leghe dei lavoratori; della costituzione di una fabbrica di conserve alimentari; dalla Bibliografia Patria ricordando le edizioni del Mirandolano, de Al Barnardon, de La Fenice e altri opuscoli; sui garibaldini che ricevettero un milione di sussidio e la solita Piccola Cronaca Mirandolese che descrive esattamente i colori e i tipi di tessuto dei vestiti di tutte le dame mirandolesi che si tenne al Circolo Danzante di Mirandola. Nulla lasciò pensare che il mese successivo L’Indicatore uscisse listato a lutto. «Un doloroso annunzio siamo per recare ai nostri lettori cortesi. Il 9 aprile il dottor Francesco Molinari fondatore di questo periodico cessò di vivere dopo brevissima malattia sopportata con cristiana rassegnazione…». Si scrive del grande amore che aveva per gli studi della Storia Patria, si ricordano i numerosi saggi a stampa, le 17 pubblicazioni e la vita nella pubblica amministrazione mirandolese. Molinari nacque nel 1841 e compì gli studi dai Gesuiti per ottenere la laurea in giurisprudenza, fu fondatore della Commissione di Storia Patria e per 16 anni fu presidente della Congregazione di Carità. Fu grande collezionista è donò tutto quanto possedeva alla città di Mirandola: monete antiche, cofani, quadri, autografi antichi e moderni, libri pregevoli scelti con buon gusto e intelligenza. Con i suoi libri si formò la base della moderna biblioteca comunale. Nell’ultimo numero leggiamo ancora un lungo articolo precedentemente preparato sull’Istituto Autonomo per le case popolari con la descrizione dei 3 diversi tipi di alloggi previsti, la Bibliografia Patria e la Piccola Cronaca Mirandolese. Il numero edito con diversi tipi di carta, tanto per finire le scorte, conserva nelle ultime 2 pagine l’elenco delle Memorie Storiche Mirandolesi, le Pubblicazioni della Società Storica Letteraria ed Artistica con l’elenco dei fascicoli degli Atti e gli Estratti suddetti. Un ultimo regalo al completamento della bibliografia mirandolese. Il signor Paltrinieri, gerente responsabile de L’Indicatore afferma: «Noi saremmo tentati a proseguire un’opera che è l’unica che astenendosi da bizze personali narra modestamente i lieti e tristi fatti della nostra Mirandola, ma vediamo bene essere cosa superiore alla nostra capacità ed alla nostra pazienza; tralasciamo quindi con dolore…». La prima serie de L’Indicatore va dal gennaio 1877 all’aprile 1908 e comprende 376 numeri che con i supplementi arrivano a 397 uscite e in totale sono 3.836 pagine. I mensili vennero tutti stampati dal tipografo Cagarelli di Mirandola e ricordiamo i direttori che si susseguirono: Francesco Bulgarelli per i primi 2 anni, Pietro Vaccari per i seguenti 13, Zeffiro Zeni per 9 e Angelo Paltrinieri per i rimanenti 8 finali. del fondatore cesco (continua) n. 8 - aprile 2014 · l'anniversario 11 Nel 1993 parte una nuova serie con largo spazio alla nostalgia Le prime foto a colori della città Nel 1972 sul nostro giornale si fa strada un'altra storica novità (segue da pag. 10) 1944: un articolo celebrativo "Gazzetta di Modena" della Giovedì 2 marzo 1944 su la Gazzetta dell’Emilia nella cronaca di Modena appare un artico del giornalista Emilio Missere su L’Indicatore Mirandolese che lo ricorda come giornale serio di fine ‘800 a differenza di tanti altri umoristici o di poco conto. è l’unica perla che ricorda il giornale mirandolese che viene ampiamente elogiato per i vari argomenti trattati. La ferrovia SassuoloModena-Mirandola; l’inondazione del Po del 1880; la lotteria di beneficenza pro Asilo Infantile; la cronaca teatrale; le società di scherma, ginnastica e tiro; i vari articoli sulla commissione municipale di Storia Patria sono quelli che ci propone il giornalista modenese. Fu l’organo mensile della città di Mirandola, afferma, nonché della sua giunta comunale, del suo ristretto circolo cattolico intellettuale e dei fatti più salienti della cronaca bianca e nera dell’abitato e dintorni a soli 24 soldi l’anno forniva una interessantissima miniera di notizie. Le celebrazioni pichiane del 1963 movimentano una Mirandola da troppo assopita ma che ha la consapevolezza di ritrovare in quel periodo la forza per emergere in ambito internazionale. Si deve parlare del grande avvenimento che ha coinvolto Eugenio Garin, vari filosofi internazionali, il Senatore Giuseppe Medici, il Ministro dell’Istruzione Luigi Gui e lo scrittore Ferruccio Reggiani che per primo parla di un Centro Internazionale di Cultura Pichiano e stampa “Gli ideali di Pico” a proprie spese in un estratto di un suo articolo edito su Il corriere di Roma i cui incassi saranno devoluti a beneficio del Centro Pichiano. Nel 1990 il dottor Vilmo Cappi (Vilmo e non Wilmo come erroneamente riportato in certi anni e come testimoniato dalla carta d’identità rilasciata dal Comune di Mirandola) ricorda, in un suo manoscritto, per un’intervista rilasciata al giornalista Giuseppe Morselli su quanto fosse stato fatto in tanti anni di positivo per la cultura mirandolese, «…ma poco, anzi pochissimo in confronto a quanto si sarebbe potuto e dovuto fare, a quello che non si è lasciato fare e a quello che si è distrutto». E se lo dice lui che per sessant’anni è stato presente, onorato premiato e riverito, nella vita culturale mirandolese sarà proprio vero. 1963: la rinascita come organo dell'Amministrazione comunale Per scrivere degli avvenimenti del dopo 1963 si riporta alla luce come testata L’Indicatore Mirandolese. Il professor Umberto Casari, relatore alle conferenze pichiane, afferma essere una sua iniziativa la riscoperta del nome. La raccolta del materiale è a carico del dipendente comunale Benassi. L’Indicatore rinasce come organo del Comune di Mirandola. Il primo numero ciclostilato è di 10 pagine, solo fronte, esce nel luglio 1964 con una presentazione del Sindaco Celso Gherardi a nome della Giunta. Si scrive del ventennale della resistenza nella seduta solenne del Consiglio comunale; si elencano i componenti della Giunta municipale; si rammenta l’adeguamento della pubblica illuminazione e il riassetto della Statale 12; si descrive la nuova sistemazione degli uffici comunali e si avanzano ipotesi sulle colonie estive per i bimbi che comprendono anche quelle di soggiorno con Villejuif, grazie al gemellaggio fatto nel 1958 con la cittadina francese. Sono 5 in totale i numeri editi in ciclostile con copertine con lo stemma comunale, con colori giallo/ blù o con banda tricolore. Dal 1966 al 1970 il nuovo direttore Francesco Neri stampa numeri unici presso le litografie Bozzoli, Cantelli, Pivetti, Bozzoli e Redolfi. L’ultimo della serie riporta, in edizione speciale, la sintesi dal 1966 al sione, lo speciale bilancio comunale, la sovraimposta sulla casa, la musica, la gastronomia, lo sport, la mostra antologica di Ligabue e lo Speciale Occupazione che conteneva all’interno una bella veduta di Mirandola a colori a volo d’uccello. 1985: senz'anima La copertina del numero 3 del 1986 1969 di 5 anni di amministrazione democratica a Mirandola. E’ a due colori e per la prima volta presenta pubblicità di ditte mirandolesi. 1972: le prime foto a colori della città Dopo un paio d’anni di assenza L’indicatore torna con una nuova veste tipografica. Il direttore sarà Francesco Neri per tutto il periodo che comprenderà 50 numeri, oltre a qualche supplemento, in vari formati e uscirà dapprima semestralmente, poi ogni quattro mesi infine trimestralmente. Il redattore sarà Sergio Poletti. Nel 1972 escono 2 numeri speciali che citano i servizi sociali gestiti dal comune: il selfservice, i trasporti, i soggiorni estivi, la scuola e gli asili. L’industria potrà avere a disposizione ben 160.000 metri quadrati di terreno per l’insediamento di nuovi manufatti. Naturalmente se cresce l’industria cala l’agricoltura che perde circa il 20% della forza lavoro. L’edilizia, come raffigurato in una bella veduta aerea di Mirandola nel numero 1 del 1972, si sta espandendo a macchia d’olio nei dintorni della cinta muraria dei Pico e si ripristinano antichi edifici per realizzare uffici comunali. Si fabbricano nuovi quartieri a San Martino Spino, Mortizzuolo e Quarantoli. Si progetta all’inizio degli anni ‘70 la costruzione della piscina comunale ma anche la sala di cultura che sarà utilizzata per conferenze e mostre, più che altro, di pittura. A quel tempo la Fiera di Mirandola era visitata da oltre 30.000 persone e le imponenti macchi- ne agricole erano poste al centro della piazza cittadina. Le banche locali, nelle pagine pubblicitarie de L’Indicatore preannunciavano prestiti a tutti a prezzo agevolato. Tutti gli anni si corre la Sgambada, maratona popolare, che riserva anche una gara professionistica vinta per le prime edizioni da Magnani che vincerà poi la medaglia olimpica a Montreal. Viene festeggiato da oltre 1.300 donatori il 25° anniversario dell’Avis che a Mirandola ha sempre avuto grande successo. Il 3° numero del 1974 è lo Speciale Scuola che spiega la grande conquista democratica dei Decreti Delegati, i contributi dei buoni libri, elenca i promossi dei vari diplomi di maturità, dà rilevanza all’apertura della nuova scuola materna di via Toti, propone borse di studio regionali e l’Amministrazione comunale si impegna a contribuire con 20 milioni per i trasporti scolastici. Le celebrazioni del trentennale della Resistenza chiudono il numero mostrando illustrazioni, che sono ancora in bianco e nero o bicolori, delle varie mostre grafiche eseguite dagli studenti nelle loro scuole. La copertina del numero 2 del 1975 vede piazza Garibaldi gremita all’inverosimile e mostrando all’interno del giornale manifesti e volantini dell’epoca facendo un riassunto degli ultimi 5 anni di amministrazione democratica. Nei vari numeri seguenti le copertine illustrano le elezioni politiche, l’emergenza della finanza locale, la riqualificazione del nostro centro storico, il centro nuoto come conquista sociale, il maggiore impegno per la cultura, la Fiera campionaria in espan- un opuscoletto bello ma Quasi irriconoscibile il numero 2 del 1985 un opuscoletto che vuole rappresentare una guida illustrata di Mirandola, con vecchie cartoline e alcuni modesti appunti di alcuni noti personaggi locali e a cura di Vittorio Erlindo. Chiaramente sotto tono dopo le imponenti mostre organizzate dal curatore del libretto. Lo direi comunque bello per le illustrazioni ma forse senz’anima. In aprile del 1986 si ricordano i 40 anni di Consigli democratici con una bella foto degli eletti nel primo Consiglio comunale a Mirandola nel 1946, mentre il numero seguente è tutto dedicato all’ambiente con uno speciale che ci consiglia di buttare le pile scariche nelle nuove apposite campane. Ancora a seguire uno Speciale Economia, Speciale Volontariato, Speciale Fiera, Speciale Bilancio, Speciale Scuola per chiudere la serie nel dicembre 1991 con Speciale Celebrazioni Pichiane, per un convegno che verrà realizzato nel 1994. Allora si pensavano veramente in anticipo le cose che si sarebbero dovute fare poi. Lo scrivente, ormai datato, cerca di usare lo stesso sistema di quel tempo che non pare lontanissimo e cerca di prepararsi sempre anticipatamente per ricordare quegli avvenimenti storici che hanno fatto grande la nostra città. Notiamo che gli ultimi numeri sono stati realizzati su carta riciclata e stampati dalla fotocomposizione Denny di Mirandola. La varietà di notizie di questi anni 1972/1992 è stupefacente dato che il giornale descrive una moltitudine di cose avvenute a Mirandola e frazioni. 1993: nella nuove serie c'è spazio per la nostalgia Il primo numero della nuova serie esce nel giugno 1993 e ha una nuova veste tipografica. Il Direttore Responsabile è Adriano Negri ma il direttore di testata è Corrado Neri. A questi seguirà poi Vittorio Erlindo. Si notano innanzi tutto le grandi e belle cartoline che vengono disposte in ogni pagina che ci mostrano visioni di una Mirandola del primo ‘900. Seguono pagine de L’Indicatore riprodotte da quelle edite 100 anni prima per evidenziare le differenze delle notizie ad un secolo di distanza. Bella la carta patinata, belle le innumerevoli e grandi illustrazioni della città e i giornali ci mostrano anche i volti dei nostri politici mirandolesi. Di alcuni notiamo la differenza d’espressione a vent’anni di distanza ma anche il colore dei capelli, a quelli a cui sono rimasti. I numeri solitamente a fine anno contengono il calendario per l’anno nuovo con i numeri di telefono di emergenza e i numeri utili e uno è corredato da una piantina più volte ripiegata con l’antica veduta di Mirandola al tempo dei Pico e varie ricostruzione di come era l’abitato nel centro storico della città. Si nota in questa serie l’attenzione per il filosofo Giovanni Pico con vari articoli a lui dedicati in diversi numeri. Anche il Centro Internazionale di cultura Giovanni Pico della Mirandola è più volte citato e presenta i libri della bellissima collana edita da Olschki. Nel Comitato Scientifico del Centro, che opera anche come referente sul convegno internazionale per il 500° anniversario della scomparsa di Pico, troviamo l’importante storico francese Jaques le Goff, scomparso di recente. Con una breve nota, nello stesso numero, L’Indicatore ringrazia il collezionista Claudio Sgarbanti (che sta scrivendo questo articolo) per aver messo a disposizione per la stampa sul giornale alcuni disegni originali e antiche mappe di Mirandola. La nuova sezione “Lettere al Sindaco” dà modo ai mirandolesi di chiedere spiegazioni avendo risposte direttamente dal Sindaco stesso che all’epoca era Corrado Neri. La prima di questa rubrica edita nel 1993 chiede se con le manifestazioni pichiane del ‘94 si avvierà il recupero del Castello dei Pico. La risposta è positiva ma dato che ancora in parte è in mano ai privati e che il progetto è ambizioso e impegnativo, e visto che i costi saranno elevati, si provvederà con risorse locali, regionali e nazionali quindi i tempi saranno ragionevolmente lunghi. Comunque, dopo 13 anni, nel 2006 fu inaugurato. Rimaneva solo qualche monetina da sistemare al museo. Speriamo ora di avere la stessa fortuna e che passati gli stessi 13 anni dal 2012, quando sarete nel 2025 lo possiate vedere bello e restaurato come prima, con un bel Museo cittadino aperto tutti i giorni. Molto probabilmente lo scrivente avrà la fortuna di vederlo dall’alto. Un paio di numeri del 1997 presentano il quattrocentesimo anniversario dal titolo di Città dato a Mirandola. Si svolsero concerti musicali e un interessante convegno di studi fu allestito nella Sala Granda comunale che richiamò storici, architetti, urbanisti e storici dell’arte. Una lapide affissa al palazzo comunale ricorderà l’avvenimento ufficiale avvenuto con decreto da parte dello stato italiano. Un banchetto rinascimentale in piazza e una giostra con gara fra cavalieri con i colori delle varie contrade mirandolesi chiuderanno queste manifestazioni che al termine saranno allietate da danze e musiche. Sempre nello stesso anno si ricordano don Francesco Gavioli e il suo importante lascito alla città di Mirandola, don Felice Ceretti storico di Mirandola e dei Pico e l’Assessore alla Cultura, professor Bruno Andreolli, ci spiega che “la cultura non è un optional”. Del 1998 fra i tanti avvenimenti importanti che L’Indicatore ha raccolto vorremmo premiare la pagina dell’ambiente per la bellissima grafica e per l’intervento dell’Assessore Anna Greco che testimonia la presentazione di una nuova guida per le Valli mirandolesi, la valorizzazione dell’oasi dell’area faunistica della Tomina e il recupero dei Barchessoni di San Martino Spino. Le importanti mostre su “L’arte restaurata”con la presentazione dei capolavori pittorici mirandolesi e “Cento disegni italiani”, con schizzi dei maggiori autori italiani del Rinascimento chiudono l’annata culturale. Il 1999 vede l’elezione del nuovo Sindaco Luigi Costi che reggerà Mirandola per 2 mandati, il ricordo di don Zeno a 100 anni dalla nascita e diversi articoli dedicati all’Associazionismo. Questa nuova serie de L’Indicatore senz’altro è caratterialmente strutturata in modo diverso rispetto a quelle fin qui viste, dato che mancano molte notizie sui vari Consigli comunali, si tende a dare la parola a tutti i capigruppo politici e le illustrazioni a volte superano la parte scritta. Per dovere di cronaca rammentiamo che nessuno di questi numeri fu stampato a Mirandola. (continua) 12 · n. 8 - aprile 2014 mirandola L'ennesima rinascita grazie al "Corriere". Oggi stampiamo nel Bresciano Ogni quindici giorni in tutta la Bassa Nel 2010 una nuova svolta con il raddoppio delle uscite e la diffusione ampliata Da sinistra, i giornalisti professionisti Fabio Montella e Luca Marchesi, che curano i contenuti e l'impaginazione del giornale (foto Luigi Ottani) Un interno del Municipio di Mirandola, sede del giornale prima del 20 maggio, in una foto scattata dopo il sisma Sotto, il settore commerciale (grafici e pubblicitari) del nostro giornale. Da sinistra Imo Vanni Sartini, Chiara Mazzoli, Maria Paola Nicolini, Alice Galavotti, Sonia Bertazzoni e Graziano Citelli (foto Studio Gi) Quirino Mantovani, collaboratore, diffusore e "colonna" dell'Indicatore, qui ritratto in piazza Costituente nell'estate del 2012, quando il giornale era stampato dal Corriere della Sera (segue da pag. 11) Due degli storici numeri stampati con le rotative del Corriere 2000: cambio di direzione e nuovo progetto editoriale Fabio Montella, il ragazzo che arrivò nel 2000 a coordinare le uscite de L’Indicatore, era un giornalista professionista serio. è il direttore che ha all’attivo il maggior numero di giornali pubblicati. Portando L’Indicatore a uscire ogni 15 giorni gli si affianca il collega Luca Marchesi formando una coppia di grande esperienza che non si lascia intimidire da ingiustificate provocazioni. Partiamo dall’inizio dell’avventura del nuovo secolo per raccontare L’Indicatore come è adesso. Il primo numero è del maggio 2000 di 12 pagine con tiratura di 9.800 copie e stampato (a seguito di un bando di gara) a Vignola. Si dà vita ad un angolo con una nuova rubrica (tutt'ora esistente) riservata al dottor Giampaolo Ziroldi, dirigente del settore cultura del Comune di Mirandola e si dichiara che vuole essere un contributo de L’Indicatore alla riscoperta delle tracce del nostro passato. Nel mese di giugno è riportato un frammento di lettera di Giovanni Pico al nipote Giovan Francesco con la traduzione di Eugenio Garin. E’ sempre presente la pagina “Tribuna” che raccoglie i lavori del Consiglio comunale nell’opinione dei Capigruppo. Il primo numero si presenta con importanti articoli sulla sicurezza, sul biomedicale, sull’informatica nelle scuole, sull’occupazione e con un ampia recensione sulla ristampa a cura del Circolo Morandi del volume del Cappi “Storia urbanistica di una città”. Un paio di pagine sono dedicate allo sport mirandolese e si scrive sui 250 anni trascorsi dal feudo dei Menafoglio a San Martino Spino. I fatti più salienti visti nelle varie copertine de L’Indicatore dal 2000 al 2009 ci ricordano nei vari titoli: 2000 “La lotta contro i cibi manipolati” 2001, “A New York ho visto l’inferno” (dopo l'attentato alle Torri Gemelle), 2002 “La spesa ai tempi dell’euro”, 2003 “Giuseppe Morselli, Lo scoppio del Castello Pico? Un mistero ma non troppo”, 2004 “Aimag nell’ex zuccherificio”, 2005 “Il 25 aprile E’ la festa degli Italiani”, 2006” L’ospedale si rinnova”, e ancora, “Diecimila per il Castello”, 2007 “Tra Fellini musica e danza”, 2008 “Nuovo look per il centro”, 2009 “Il biomedicale che cambia”. Notiamo la varietà di argomenti trattati che oltre all’operato della Amministrazione comunale si allarga a tutte le problematiche cittadine e delle frazioni nelle varie materie: ambientali, culturali, sociali, storico, politiche, economiche, sanitarie e di costume. Il giornale aveva, in quel periodo, una tiratura di 10.000 copie e alcuni numeri con 32 pagine, anziché le 16 della precedente tiratura, ma era ancora mensile. 2010: il giornale diventa quin- dicinale Solo dal 2010 diventerà quindicinale. è un grande salto di qualità, per la possibilità di poter rendere fruibili sempre maggiori informazioni a tutti i cittadini e per una periodicità molto appetibile per gli inserzionisti, che sono cresciuti nel tempo. I costi per l’Amministrazione comunale non aumentano anzi il giornale con le varie pubblicità si autofinanzia. Si ha una maggiore tempestività delle informazioni per essere sempre più vicini ai cittadini e viene sempre fornito gratuitamente a tutti. Il direttore ricorda nel primo numero del 2010 che il giornale non cambierà nei suoi contenuti che hanno ottenuto il gradimento di tanti lettori e darà ancora più spazio alle informazioni di servizio. Si continuerà a stamparlo a Grisignano del Zocco presso Vicenza e la pubblicità è gestita alla New Millenium di Mirandola. è possibile trovare da qualche distributore del comprensorio dei 9 Comuni anche la testata “Centri Storici. L’Indicatore” ma il contenuto è lo stesso de L’Indicatore. La tiratura raggiunge le 20.000 copie. Per la testata prosegue tutto tranquillamente fino al numero 10 del maggio 2012. Era sempre stato regolarmente stampato e distribuito. 2012: il terremoto e la rinascita Corriere della Sera con l'aiuto del Il numero successivo è del luglio 2012, un piccolo salto ma assolutamente prima di così non si poteva fare! Con l’aiuto del Corriere della Sera rinasce L’Indicatore e la tipografia della R.C.S stamperà fino a settembre il nostro giornale. Oggi viene invece stampato nel Bresciano, a Borgosatollo, presso F.D.A. Eurostampa S.r.l. è stato veramente utile in quel brutto periodo dare sollievo alle persone che sotto le tende leggevano le notizie di una Mirandola devastata. La grande foto del primo numero vede l’abbraccio alla città del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Per i due anni successivi fino a questo numero ne L’Indicatore si è scritto tanto, anche della messa in sicurezza e della ricostruzione di Mirandola e delle frazioni. L’Indicatore ha sempre svolto bene il proprio lavoro di informazione: parole, parole, parole per diffondere tutto quanto succede nel territorio. Tanto si è già fatto e tanto si farà per mantenere le promesse fatte perché solo le parole a volte non bastano. La posa fatta pochi giorni fa della prima pietra per le nuove scuole elementari De Amicis di Quarantoli ci conforta e ci lusinga. In questo numero si accendono anche 200 candeline per Fabio Montella per i numeri pubblicati da direttore. Claudio Sgarbanti