PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA FEDERAZIONE MALATTIE RARE INFANTILI DI TORINO 012 2 o i bra b e f , 29 o n i Tor Anno 2012 - n.1 - Spedizione in A. P. - comma 20/C Legge 662/96 Filiale di Torino “Impegno per una vita migliore” - Via Susa 37 - 10138 TORINO - Anno XV - n. 1 ANNO 2012 Rare Disease Day 29 febbraio 2012 Quinta Giornata Mondiale delle Malattie Rare www.malattie-rare.org [email protected] Per donazioni e contributi c/c postale 1 5957 285 IBAN: IT51 W076 0101 0000 0001 5957 285 Per destinare il 5 x 1000 indicare il codice fiscale 97599030018 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 Sommario IMPEGNO PER UNA VITA MIGLIORE Periodico d’informazione della Federazione Malattie Rare Infantili Anno XV - n. 1 Anno 2012 Registrato presso il Tribunale di Torino, n. 5167 del 12 giugno 1998 Direzione e Redazione: Via Susa 37 - 10138 Torino [email protected] Direttore Responsabile: Maria Antonietta Ricci Redazione: Prof. Alberto Musso Donatella Garitta, Vincenzo Vitagliano Realizzato da: Associazione Culturale Carta e Penna Via Susa, 37 - 10138 Torino Tel.: 011.434.68.13 www.cartaepenna.it [email protected] EDITORIALE ............................................. 2 SINDROME DI KALLMANN ...................... 4 NOTIZIE: DA SANITÀ NEWS ................................... 6 DA SUPERANDO.IT ................................. 6 LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI ............ 10 LO SPORTELLO DELLA SCUOLA .......... 17 SCARTABELLANDO ................................ 20 GIOCHI ...................................................... 25 LE RICETTE DI ELENA ............................ 27 L’ISOLA DEI DESIDERI ............................ 28 Stampa: AGV - Torino FEDERAZIONE MALATTIE RARE C.so Galileo Galilei, 38 - 10126 Torino Tel. 011 67 6002 - Fax: 011 678 70 52 www.malattie-rare.org - [email protected] Associazione Italiana Niemann Pick - ONLUS c/o Ospedale ex Mauriziano Via Marchesi della Rocca, 30 - 10074 Lanzo (TO) Tel. / Fax 0123.300585 [email protected] - www.niemannpick.org ASSOCIAZIONE ITALIANA LAFORA Via F.lli Sardi, 19 14041 Agliano Terme (AT) GLI AMICI DI VALENTINA (Atassia Teleangiectasia o Sindrome di Louis-Bar ) Via C.L.N. 42/a - 10095 Grugliasco (TO) Tel. fax: 011 4152920 www.atassia-teleangiectasia.it - [email protected] AISMAC Onlus Associazione Italiana Siringomielia e Arnold Chiari Via Monte Bianco, 20 - 10048 VINOVO (TO) C.F. 94051200015 tel. 011.9653031 - 011.9615193 - fax 011.9654723 e-mail [email protected] - www.aismac.org ANF Associazione nazionale NeuroFibromatosi Sede del Piemonte: Sig. Mostacci Tel - fax: 011 411 36 43 www.neurofibromatosi.org ANIPI - Portatori Patologia Ipofisarie Dott. Walter Zaccagnini C.so Matteotti 23 - Torino Cell.: 335 330 087 [email protected] APADEST - Sindrome di Turner Sig.ra Marta Giunti - Via Selvaggio, 188 10094 - Giaveno (TO) Tel.: 011 9339873- [email protected] ArfSAG - Famiglie Adrenogenitale Piemonte Sig.ra Domenica Palermo presso Ospedale Regina Margherita Tel. 011 313 53 45 [email protected] Federazione Associazione Soggetti Prader-Willi Presidente: Silvano Ciancamerla Cell.: 333.120.68.02 Sede: L.go G. Veratti, 24 – 00146 Roma www.praderwilli.it - [email protected] EAMAS European Association Friends of McCuneAlbright Syndrome Via Borgovecchio 25 - 10041 Carignano (TO) Tel.-fax: 011 969 72 58 [email protected] META - Associazione Malattie Metaboliche Ereditarie OIRM Clinica Pediatrica Tel.: 011 313 53 63 [email protected] 1 Impegno per una vita migliore EDITORIALE Prof. Alberto MUSSO Buongiorno a tutti Fin qui tutto bene! Il che vuol dire che non ci sono novità negative, non ci hanno aumentato troppo il ticket, non ci hanno tolto le esenzioni, non ci hanno ridotto la pensione, non hanno approvato una legge sulla eutanasia (assurdo? Ho sentito proporla in una trasmissione televisiva, ammantata ovviamente dalle migliori intenzioni e con un nome politicamente corretto…). Avete notato? Ormai da anni, almeno 10, siamo contenti se non ci fanno ulteriori danni, se la qualità della nostra vita non peggiora. Siamo soddisfatti di dove siamo arrivati, e ci siamo fermati. Non parlo della nazione o della società in generale, parlo di tutti noi! Risultato? Ci siamo ridotti a lottare per salvare il salvabile, per mantenere l’esistente. La parola d’ordine più sentita, dai sindacati, dalle forze politiche, dalla cosiddetta e inesistente società civile, è “bisogna salvaguardare i diritti acquisiti”. Migliorare, progredire, stare meglio: parole scomparse dal sentire comune, non più pronunciate dai “Maitres a Penser” che poi non si sa bene cosa mai abbiano insegnato di buono. Parole sparite anche dal linguaggio dei politici, e la cosa è davvero preoccupante. Siamo diventati un popolo che ha perso la speranza, e con essa la spinta a progredire, a fare. Conosco troppe persone che tirano i remi in barca (cioè si fermano), e sognano solo di andare in pensione o se professionisti o imprenditori sognano di cedere l’attività. Persone bravissime, ma Conoscete la barzelletta dell'uomo che precipita dal 50° piano e -ad ogni pianosi ripete: "fin qui tutto bene" fin qui tutto bene fin qui tutto bene fin qui tutto bene fin qui tutto bene fin qui tutto bene fin qui tutto bene fin qui tutto bene fin qui tutto bene fin qui tutto bene fin qui tutto bene fin qui tutto bene fin qui tutto bene i d di i i l che non hanno altre prospettive future se non una vecchiaia anonima e monotona, e che non si rendono conto che così muoiono anticipatamente sia da un punto di vista sociale che personale. Ne conosco troppe, mi pare talvolta siano la maggioranza, e se è così la nostra società non ha futuro, e non hanno futuro i nostri figli. Fin qui tutto bene? Saluti a tutti L’Arca di Noè è stata costruita da dilettanti. Il Titanic è stato costruito da tecnici, da professionisti. L’immagine dell’Arca è da millenni l’immagine della salvezza. Il Titanic è l’immagine contemporanea del disastro. (Ogni riferimento all’attuale governo dei tecnici è voluto) 2 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 SERVIZIO DI INFORMAZIONE E ORIENTAMENTO PER I PAZIENTI AFFETTI DA PATOLOGIA RARA, PER I LORO FAMILIARI E PER GLI OPERATORI SANITARI a cura del dott. Luca NAVE Le persone colpite da malattie rare e i loro familiari raccontano spesso le complicazioni e le difficoltà che affrontano ad essere ascoltate, informate e indirizzate verso strutture mediche competenti, ad ottenere una corretta diagnosi e una terapia appropriata, oltre a un servizio adeguato di continuità assistenziale, con il risultato di un enorme spreco di tempo, di energie e di denaro, privato e pubblico. È proprio la rarità di tali patologie a determinare una serie di problematiche peculiari, che si riferiscono in particolare alla difficoltà dei pazienti a ottenere una diagnosi adeguata e tempestiva, alla scarsità delle opzioni terapeutiche (qui ritroviamo il fenomeno dei “farmaci orfani” o usati con prescrizioni off label), alla carenza di percorsi assistenziali strutturati, all’andamento spesso cronico e invalidante della malattia e, infine, al forte impatto emotivo che la patologia esercita sui pazienti e le loro famiglie. Alla luce di tutte queste difficoltà, la Federazione delle Malattie Rare Infantili (FMRI) ha istituito, nell’ambito territoriale del Piemonte e della Valle d’Aosta, un nuovo “Servizio di informazione e orientamento” rivolto ai pazienti affetti da patologia rara, ai loro familiari e alle Associazioni con l’obiettivo di aiutarli ad uscire dall’isolamento sociale, consentendo loro un miglior utilizzo delle strutture sanitarie e di quanto messo a disposizione dagli enti pubblici e dal volontariato sociale. Il servizio è rivolto anche agli operatori non specialisti in malattie rare che necessitano di informazioni relative ai diversi aspetti diagnostici, terapeutici ed assistenziali delle patologie orfane. Nello specifico, intende offrire: - al paziente, alla famiglia e alle Associazioni un punto di riferimento a cui rivolgersi per manifestare i propri bisogni in termini bio-psico-sociali ed esistenziali, ricevere risposte adeguate al fine di ottenere una diagnosi corretta, una terapia appropriata e un servizio adeguato di continuità assistenziale; - al personale medico-sanitario il collegamento funzionale e scientifico con le Strutture, i Centri e i Professionisti che si occupano di patologie rare, al fine di assicurare un approccio complessivo ai bisogni del paziente e per mettere in atto una cura globale. Tra gli obiettivi del progetto rientra anche quello di sensibilizzare la popolazione piemontese e valdostana nei confronti delle problematiche e delle disabilità connesse alle malattie rare, attraverso il sostegno e la diffusione delle diverse iniziative riconducibili a tali patologie. Tale progetto, realizzato con il contributo della Fondazione CRT di Torino, sarà attivo a partire dal 29 febbraio 2012 (Giornata internazionale delle malattie rare) nei seguenti giorni e orari: lunedì, mercoledì, venerdì, dalle h. 09.00 alle h. 13.00. Di seguito i contatti per accedere al “Servizio di informazione e orientamento”: Web: www.malattie-rare.org Mail: [email protected] Tel.: 366.1529016 Direzione scientifica: Prof. Alberto Musso, Dott. Roberto Lala. Coordinatore del progetto: Dott. Luca Nave. 3 Impegno per una vita migliore SINDROME DI KALLMANN La Sindrome di Kallmann è una malattia genetica rara che colpisce preferenzialmente il sesso maschile e si presenta principalmente con ipogonadismo (genitali poco sviluppati) secondario, dovuto perciò ad ipopituitarismo, e ridotta o assente capacità di percepire gli odori (iposmia o anosmia). L’ipopituitarismo è una condizione patologica caratterizzata da ridotta o assente secrezione di ormoni adenoipofisari, con conseguente disfunzione delle ghiandole periferiche bersaglio di tali ormoni. L’ipopituitarismo può essere congenito, ossia dovuto a malformazioni innescate a livello embrionale, o acquisito, ossia dovuto a cause secondarie come neoplasie intracraniche; e ancora può essere organico, ossia dato da una patologia intrinseca delle cellule coinvolte, oppure funzionale, ossia dovuto ad uno sbilanciamento nell’organismo e nell’asse regolatorio del rilascio ormonale, come succede in casi di malnutrizione o stress. Alla base della Sindrome di Kallmann c’è, seguendo l’inquadramento sovraesposto, una condizione definibile come ipopituitarismo congenito selettivo di natura organica. Selettivo indica una secrezione inibita di un solo tipo di cellule ipofisarie, quindi di un solo tipo di ormoni, nel caso della Sindrome di Kallmann tali ormoni sono le gonadotropine, FSH ed LH, responsabili dello sviluppo degli organi sessuali primari e del loro corretto funzionamento. La Sindrome di Kallmann deve la sua sintomatologia caratteristica ad un ipogonadismo ipogonadotropo da deficit di GnRH, che è l’ormone ipotalamico che induce il rilascio delle gonadotropine (FSH ed LH) da parte dell’ipofisi anteriore, e ad ipoplasia o aplasia dei bulbi olfattivi. La prevalenza di tale sindrome è di 1 su 10.000 nati di sesso maschile ed 1 su 50.000 femmine, ed è la causa più comune di deficit ipogonadotropinico isolato. La Sindrome di Kallmann è, come si è detto, una malattia congenita, che si trasmette per via ereditaria in due modi: o per mutazione legata al cromosoma X , motivo per cui i maschi sono più frequentemente sintomatici, o raramente per via autosomica. Il gene responsabile della Sindrome, denominato gene KAL, è stato recentemente individuato ed è localizzato sul braccio corto del cromosoma X. Tale gene codifica per una proteina, l’anosmina, che è coinvolta nel processo embrionale di migrazione dei neuroni GnRH secernenti dalla sede olfattiva all’ipotalamo e dei neuroni olfattivi al bulbo olfattorio. Le delezioni o mutazioni del gene KAL e il deficit i anosmina conseguente determinano alterata migrazione dei sovracitati neuroni e perciò deficit di sintesi di GnRH e ipoanosmia. Il deficit di gonadotropine nella Sindrome di Kallmann può essere completo, ossia deficit sia di FSH che di LH associato perciò a sviluppo sessuale nullo, oppure incompleto, quindi con un parziale sviluppo sessuale consentito dall’FSH. In genere il primo sintomo che porta all’osservazione clinica già nell’infanzia per il maschio è l’ipogonadismo , evidenziabile come micropene e/o criptorchidismo. In età preadolescenziale o adolescenziale il paziente o i suoi genitori possono presentarsi all’osservazione del medico per assenza di pubertà e sviluppo sessuale secondario che nei maschi si manifesta come basso volume testicolare, scarso sviluppo muscolare, un timbro di voce alto, crescita inadeguata del pene e dei testicoli, scroto piccolo, peli pubici e ascellari radi e assenza di peli sul corpo, ginecomastia e habitus eunucoide (apertura delle braccia > altezza di 5 cm; distanza pube-suolo > distanza pube-vertice di 5 cm) , mentre nelle femmine si manifesta con amenorrea (assenza di mestruazioni) primaria. Mentre nei rarissimi casi che colpiscono il sesso femminile la patologia viene facilmente individuata in periodo puberale per la mancanza del menarca (prima mestruazione), nei maschi può rimanere sconosciuta fino all’età adulta, in cui viene messa in evidenzia come causa di infertilità. Il difetto trasmesso in maniera X legata si associa frequentemente ad altri segni neurologici come la sincinesia, il soggetto esegue movimenti cosidetti ‘speculari’ degli arti superiori, segno apparentemente specifico della forma legata al cromosoma X; e la sindrome cerebellare, ossia astenia muscolare, incapacità a mantenere l’equilibrio, nistagmo, vertigini e dismetria (incapacità a coordinare i movimenti nello spazio). Inoltre possono essere presenti problemi renali come aplasia renale unilaterale o bilaterale. Altri difetti possono associarsi con minore frequenza e tra questi ci sono la palatoschisi, la agenesia den4 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 o transdermico (td) nell’ uomo o di Estradiolo (orale, td) nella donna. Nei ragazzi puo essere stimolata la produzione di Testosterone endogeno con la Gonadotropina corionica (hCG) i.m. In alternativa la terapia pulsatile con GnRH erogato per via sottocutanea in pompa portatile stimola la secrezione endogena di steroidi sessuali, la progressiva virilizzazione e anche la fertilità. L’ incremento delle dosi sostitutive va effettuato ogni 3-6 mesi sulla base della risposta clinica e del monitoraggio di laboratorio. Dopo la puberta la terapia puo essere continuata con il Testosterone i.m. nel maschio e con combinazioni di estro-progestinici nella donna. Un periodo di sospensione va programmato dopo il completamento della puberta per poter identificare le sovracitate forme reversibili. La terapia con gonadotropine (hCG ed FSH nell’uomo, FSH seguito da hCG nella donna) stimola la gametogenesi ed è indicata se si desidera la fertilità. La Sindrome di Kallmann è una patologia oltre che debilitante fisicamente nei casi in cui la sintomatologia sia più pronunciata, è soprattutto causa di forte preoccupazione nei giovani e nei loro genitori che si accorgono di una disfunzione nell’età dello sviluppo puberale. Mentre nei genitori questo può causare apprensione, nei ragazzi può essere fonte di stati emotivi pericolosi dato il fragile periodo che attraversano, ossia quello definito pre-puberale/puberale. In questa fase della vita in cui normalmente il corpo attua un cambiamento è difficile affrontare una situazione di diversità nei confronti dei propri coetanei, e questo può portare ad un atteggiamente eccessivamente introverso, ad un tentativo di sfuggire alle relazioni sociali e ad un isolamento progressivo che mirando ad evitare il confronto con il mondo esterno può sfociare in sindromi psichiatriche e depressive anche gravi. Fortunatamente con l’individuazione della patologia e l’immediato inizio della terapia è possibile riportare il paziente ad una situazione di normalità di sviluppo fisiologico del suo corpo e delle sue funzioni, e quindi riportarlo anche in armonia con se stesso e con la società Chiara ZANARDO Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Udine, tirocinio professionalizzante presso il reparto di Endocrinologia AOUSSM (Ospedale Santa Maria della Misericordia Udine). taria e alcune malformazioni scheletriche come la sindattilia (fusione di due o più dita), il quarto metacarpo corto o l’asimmetria cranio faciale. La diagnosi oltre che basata sulla clinica (riscontro di anosmia ed ipogonadismo) è confermata da test olfattometrici e laboratoristici. Primi fra tutti sono i dosaggi ormonali delle gonadotropine sieriche e del testosterone/estradiolo, i cui valori risulteranno molto bassi, ed in seconda battuta un test di stimolo con somministrazione esogena di GnRH, che darà un aumento delle gondotropine circolanti. ulteriori approfondimenti diagnostici sono rappresentati dalla misura del volume testicolare con orchidometro di Prader e riscontro di volume intorno ai 4ml ( normale volume nel maschio in pubertà è 12-15 ml e nell’adulto è 20-25 ml) e dall’analisi mediante RMN, che mette spesso in luce una ipoplasia del bulbo olfattorio, e cioè di quell’area del cervello deputata alle percezioni olfattive. Un ultimo test che può porre il sospetto di sindrome di Kallmann è il riscontro di azospermia (ossia pochi spermatozoi nel liquido seminale), che spiega poi l’infertilità. La Sindrome di Kallmann entra in diagnosi differenziale con altre cause di ipogonadismo ipogonadotropo ipotalamico, come nei pazienti affetti da patologie psichiatriche o sofferenti per stress psico-fisici o ancora per difetti isolati di GnRH non associati ad anosmia. Tale diagnodi differenziale viene però resa più complessa dalla penetranza variabile, ossia da una varietà nello spettro di manifestazioni sintomatiche, della Sindrome. In certi casi infatti si può presentare sono come ipogonadismo o come anosmia isolate. L’anosmia è generalmente presente nell’80% dei casi. la Sindrome di Kallmann quando individuata è facilmente curabile e in qualche sporadico caso anche reversibile, ossia in cui somministrazioni esogene di androgeni (ormoni sessuali maschili) mandano in remissione la malattia con aumento delle dimensioni testicolari e dei valori di gonadotropine anche una volta sospesa la terapia. La terapia anche nelle forme non reversibili consiste essenzialmente nell’induzione ormonale della pubertà e della fertilità correggendo la disfunzione ipotalamo-ipofisaria alla base della Sindrome. Per indurre la puberta si somministrano dosi crescenti di Testosterone intramuscolo (i.m.) 5 Impegno per una vita migliore NOTIZIE DA SANITÀ NEWS AGGIORNAMENTO DELLA GUIDA DEI DIRITTI DEI CITTADINI CON DISABILITÀ Tra le novità, le disposizioni attuative delle norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico e le relative Linee Guida, le modifiche al processo previdenziale e alla riserva dei posti di lavoro, le nuove norme sulle controversie in materia di discriminazione, le nuove disposizioni in materia di permessi e l’inserimento della sezione “Mobilità, Turismo e Sport”, con l’attenzione sul tema della disabilità all’interno del Codice del Turismo. Tra gli ampliamenti, sono da segnalare le normative riguardanti la procreazione medicalmente assistita e le donazioni di osso. È disponibile il secondo aggiornamento 2011 della guida “Dai diritti costituzionali ai diritti esigibili”, in italiano e in inglese, nel portale del CNMR, Centro Nazionale Malattie Rare, dell’Istituto Superiore di Sanità. La Guida, realizzata grazie alla collaborazione tra il CNMR e le Associazioni Crescere-Bologna e Prader Willi-Calabria, rappresenta un prezioso strumento per le persone con disabilità e i loro familiari, per gli operatori sanitari, i giuristi, i lavoratori del settore scolastico e, in generale, per chiunque si confronti con questo mondo. DA SUPERANDO.IT MALATTIE RARE: QUELL’11 GENNAIO PUÒ ESSERE UNA DATA MOLTO IMPORTANTE PER LE MALATTIE RARE: CHE IL GOVERNO DIA ORA VELOCEMENTE SEGUITO A QUELLA MOZIONE. stesse Malattie Rare formalmente riconosciute dallo Stato e a costituire un fondo ad hoc per garantire l’accesso ai farmaci innovativi . La Consulta Nazionale - va ricordato - sostiene da tempo il Testo Unico sulle Malattie Rare (ex Disegno di Legge n. 52) al Senato, oltre che la pari dignità per le centonove Malattie Rare che attendono addirittura dal 2004 di essere inserite nella lista delle patologie esenti, all’interno dell’Allegato 1 del Decreto Ministeriale 279/ 01 e che attualmente continuano quindi ad essere escluse dalla ricerca e dal vedere riconosciuti i propri diritti. «Grazie al voto in Senato dell’11 gennaio perosegue Bertoglio - speriamo che quella possa realmente diventare una “data storica” per i Malati Rari e auspichiamo che finalmente sia resa giustizia, dando loro lo spazio che meritano ai tavoli legislativi, negli osservatori e nelle commissioni che il Governo vorrà aprire per agevolare al massimo tutti gli iter necessari a ottenere la pari dignità che la persona Malata Rara attende Tale la giudicano, ad esempio,la Consulta Nazionale delle Malattie rare nel commentare con soddisfazione l’approvazione di quella mozione approvata dal Senato, l’11 gennaio appunto, che ha stabilito tra l’altro l’adozione di un Piano Nazionale per le Malattie Rare, di durata triennale, oltre all’impegno ad ampliare l’elenco delle stesse Malattie Rare formalmente riconosciute dallo Stato e a costituire un fondo ad hoc per garantire l’accesso ai farmaci innovativi. «La mozione e l’impegno che il Governo sembra disposto a dedicare verso i Malati Rari non possono che essere accolti con estrema soddisfazione»: questo il commento di Flavio Bertoglio, presidente della Consulta Nazionale delle Malattie Rare (CdMR-INSIEME), dopo l’approvazione, l’11 gennaio scorso, da parte dell’Assemblea del Senato, di quella mozione che ha stabilito tra l’altro l’adozione di un Piano Nazionale per le Malattie Rare, di durata triennale, oltre all’impegno ad ampliare l’elenco delle 6 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 da troppo tempo. Questa nuova mozione ci spinge inoltre a lanciare un nuovo appello, affinché le decisioni che riguardano i Malati Rari siano prese insieme a chi vive costantemente e quotidianamente le criticità di queste patologie. La nostra Consulta, nata nel 2007 come organo consultivo dell’allora Ministro della Salute e non confermata come organo ministeriale dall’ex Ministro Fazio, ribadisce oggi, nel suo ruolo di soggetto privato, la volontà di sedersi accanto ai decisori politici, centrali e locali, per dare il proprio contributo al migliora- mento della qualità della vita di oltre due milioni di Malati Rari in Italia, oltre che la disponibilità e l’interesse a riprendere la collaborazione con il Governo». «Ci auguriamo infine - conclude Bertoglio che tematiche quali la home therapy [“terapia domiciliare”], la costituzione di una regia nazionale per le Malattie Rare e gli screening neonatali per tutte quelle malattie che hanno e che avranno in futuro una cura, rappresentino temi urgenti, da portare prontamente e definitivamente alla discussione al tavolo dei decisori politici». LA MACCHINA DEL FANGO, OVVERO TUTTI FALSI PERCHÉ INVALIDI! di Giorgio GENTA della Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi) Usa un linguaggio tra il letterario e il fantastico, Giorgio Genta, per raccontare come la “macchina del fango” sia stata, nella storia, una delle peggiori invenzioni dell’umanità. Ma il suo sguardo è rivolto a un’attualità quanto mai concreta, quella cioè in cui difficilmente, nel 2001, qualcuno potrà salvare le persone con disabilità dallo stigma di “falsi invalidi”. Tra le peggiori invenzioni della storia dell’umanità vi è certamente la cosiddetta “macchina del fango”, che possiamo raffigurare con una rappresentazione a metà tra l’inferno dantesco e le macchine belliche di Leonardo da Vinci. Nella prima versione il mostro-macchina assume sembianze di drago, solo che invece di sputare fuoco, sputa fango. Espressione diretta della perversità del Maligno, la macchina del fango insozza con il suo secreto ogni anima candida che si oppone alla propagazione della Menzogna. In particolare si accanisce a vomitare il suo “putrido impasto” sui casti amanti della Verità. Nella versione leonardesca, invece, il diabolico macchinario assume sembianze di perfetta macchina da guerra, rinforzata con piastre di ferro, precorritrice di corazzate terrestri, che erutta la sua zozzeria a ciclo continuo, servita da migliaia di schiavi che ne rifocillano le ingorde fauci. Ma di cosa si nutre tal perversa creatu- ra o tal orrida machina? Prevalentemente di tesi precostituite a tavolino. Poi di anime e di corpi. Come tutti i mostri mitologici, la macchina del fango è immortale. O meglio risorge periodicamente, a mo’ di Araba Fenice, quando la Ragione si addormenta, come dipingeva Goya. Tale “immonda Bestia” ha un padrone e per il suo padrone “lavora”. Il suo padrone si chiama Potere. Palese od occulto, istituzionalizzato o nascosto tra le pieghe oscure della Società, il suo Padrone schiocca le dita e la Macchina inizia il suo perverso lavoro. Oggi contro le persone con disabilità. Che, essendo disabili, hanno più difficoltà a levarsi di dosso il liquame scagliato dal Mostro. Cosicché se nell’inferno dantesco è il Dio di Giustizia a incatenare la Bestia e nelle favole il Principe Azzurro sconfigge inesorabilmente il drago, nella realtà italiana del 2011 nessuno ci salverà dallo stigma di “falsi invalidi”. Tutti falsi perché invalidi. Gli “originali” non sono invalidi e quindi non mentono. E gli “originali” siedono sugli scranni vellutati dei Palazzi del Potere e sulle poltrone managerial-presidenziali di finissima pelle nera degli Enti e degli Istituti. Peccato, però, che le loro dichiarazioni - lette pochi mesi o pochi anni dopo rivelino un abisso di malafede ed errori e un bel po’ di squallore. 7 Impegno per una vita migliore INPS: CHI È CADUTO NELLA TRAPPOLA? di Flavio Savoldi Movimento Handicap - Veneto «Bisogna chiedere subito - scrive Flavio Savoldi - la sospensione delle verifiche straordinarie da parte dell’INPS! Che si avvii un’azione investigativa sulle anomalie rilevate - i dati disponibili sono tanti - e che si ritorni all’ordinarietà». E aggiunge: «Dobbiamo ritornare ad essere consapevolmente protagonisti, per impedire che si neghino i diritti e si cancellino le persone» Diciamo la verità, nel “trappolone” predisposto dall’”antico” Ministro del Tesoro sembra passato un secolo e invece si tratta solo di poche settimane - sono caduti in tanti, disabili, familiari, associazioni, partiti, organizzazioni sindacali e la cosiddetta gente comune. Le dichiarazioni rilasciate a suo tempo dal ministro Tremonti avrebbero dovuto mettere tutti sull’avviso. Invece no. Al coro di chi additava i “falsi invalidi” come la causa dell’incremento della spesa per l’invalidità, si sono uniti, seppur con qualche distinguo, anche “amici insospettabili”. Senza rendercene conto, con affermazioni del tipo «ben vengano i controlli», «si condannino anche i medici che hanno certificato il falso», «i falsi invalidi ci sono», è stata legittimata la devastante azione dell’INPS, i cui comunicati sono al proposito un abile esempio di ambiguità e confusione. Questa arrendevolezza associativa ha lasciato mano libera a chi aveva deciso di dare una pesante “sforbiciata” ai trattamenti di invalidità. Altro che tagli ai privilegi della casta, altro che tagli agli sprechi, il vero obiettivo era - ed è - il taglio degli assegni, per altro riuscito solo in parte. Dovevamo rispondere che queste verifiche sono ridicole e dannose, che l’invalidità è una cosa e le truffe un’altra. Che per il riconoscimento dell’invalidità ci sono apposite commissioni, mentre per le truffe ci sono le forze dell’ordine. Non lo abbiamo fatto con la necessaria convinzione, abbiamo temuto di non essere capiti, ci siamo rifugiati nella protesta solitaria e nel silenzio rassegnato, e siamo stati travolti. La campagna mediatica è stata orchestrata alla grande. Un fiorire di ciechi che leggono il giornale e guidano la macchina, uno scoop al giorno e dichiarazioni a gogò con- tro “falsi invalidi” e “medici compiacenti”. Così mentre noi, un po’ “polli”, ce la bevevamo e discutevamo di… falsi e veri invalidi, l’INPS chiamava a visita di controllo decine di migliaia di persone con disabilità permanente [sono esattamente 800.000 le verifiche predisposte dal 2009 alla fine del 2012] e tagliava un po’ di assegni di accompagnamento. Da una parte vessazioni e ancora vessazioni, dall’altra un associazionismo debole e confuso, non in grado di contrastare una così virulenta aggressione. Solo la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha denunciato con forza l’operazione controlli, ma la protesta delle associazioni aderenti è stata sotto tono. D’altra parte, se uno apriva bocca per denunciare la vere intenzioni dei soliti sparlatori, veniva subito messo a tacere con frasi perentorie del tipo «ma allora difendi i falsi invalidi», «difendi i truffatori», «difendi i medici che hanno certificato il falso». So, per diretta esperienza, che non è semplice rispondere a chi ti accusa di essere tenero con i truffatori ed evasivo su tale problema. Ora, però, anche da testate come il «Corriere della Sera» e il «Sole 24 Ore» comincia a fare capolino un’altra verità e forse è giunto il momento di alzare la voce per evitare che l’assurdo prosegua per tutto il 2012, e magari si ripeta. Tocca alla FISH prendere l’iniziativa - e a mio avviso è il momento giusto per farlo e trovare il modo appropriato per chiedere al Presidente del Consiglio (e al Ministro dell’Economia) di porre fine a tutto ciò. Insomma, bisogna fare qualche cosa per fermare questa insensatezza, non possiamo permettere che tutto prosegua come se niente fosse. In Veneto ci stiamo provando e i risultati sono positivi. La serietà delle nostre argomentazioni convince, la disponibilità alla protesta è alta e gli “elementi probatori” da esibire agli organi di informazione e in tribunale sono evidenti. Sono controlli inutili e la spesa è pazzesca, oltretutto sempre e comunque a nostro carico, prima con le verifiche e poi con i 8 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 revolezza per farlo, sulle verifiche come sull’articolo 5 del cosiddetto “Decreto Salva-Italia” [si fa riferimento alla Legge 214/ 11 il cui articolo 5 prevede la revisione dei criteri e delle modalità applicative del’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica equivalente]. Gli appelli a contrastare la deriva che arrivano da associazioni e singoli devono spronarci ad uscire dal torpore. Diversamente, la Convenzione ONU, che pure è legge dello Stato [Legge 18/09], rimarrà ancora per lungo tempo un utopistico orizzonte senza alcuna influenza sulle nostre esistenze. Ritengo sia necessario superare il “lamento” del comunicato stampa e dar vita, ora più che mai, alla mobilitazione dei corpi e delle coscienze. Dobbiamo ritornare ad essere consapevolmente protagonisti, per impedire che si neghino i diritti e si cancellino le persone. ricorsi. Visto che siamo sull’orlo del precipizio - il Governo ce lo ricorda in continuazione - non possiamo accettare che i pochi fondi disponibili finiscano nel pozzo nero della stupidità. Bisogna dunque chiedere subito la sospensione delle verifiche straordinarie! Che si avvii un’azione investigativa sulle anomalie rilevate - i dati disponibili sono tanti - e che si ritorni all’ordinarietà. Il significato della nostra protesta - che proseguirà - va oltre i comportamenti dell’INPS, non è fine a se stesso e si inserisce in quella più ampia azione politica e culturale che la FISH indica come condizione imprescindibile per l’affermazione dei diritti. Se le manovre economiche sono ispirate anche dai luoghi comuni, come dice Pietro Barbieri [presidente nazionale della FISH], noi dobbiamo smantellare tali presupposti. Penso che la FISH abbia la forza e l’auto- IL RAPPORTO 2011 SUI REGISTRI DELLE MALATTIE RARE Nonostante molto sia stato fatto negli undici anni da quando è stato creato il Registro Nazionale delle Malattie Rare, il sistema italiano è molto complesso e ci sono varie difficoltà da affrontare per mettere a punto una mappatura precisa della situazione. Al Registro Nazionale, infatti, si affiancano quelli Regionali/Interregionali, istituiti in tempi e modi diversi e gestiti quindi con modalità differenti, ciò che non consente un’interpretazione univoca dei dati a livello nazionale. È questo uno dei tanti elementi che emergono dal Rapporto ISTISAN 11/20, denominato “Registro Nazionale e i Registri Regionali/interregionali delle malattie rare. Rapporto anno 2011”, recentemente presentato. Nei giorni scorsi è stato presentato il Rapporto ISTISAN 11/20, denominato Registro Nazionale e i Registri Regionali/interregionali delle malattie rare. Rapporto anno 2011, in cui sono raccolti i dati dell’attività svolta dal Registro Nazionale delle Malattie Rare [avviato presso l’Istituto Superiore di Sanità, tramite il Decreto Ministeriale 279/ 01] fra il mese di giugno del 2007 e il mese di giugno del 2010. Il documento presenta il sistema di sorveglianza delle Malattie Rare realizzato in Italia, costituito appunto dal Registro Nazio- nale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità e dai Registri Regionali/Interregionali. Esso illustra inoltre, in diversi capitoli, il quadro sulle iniziative europee nelle Malattie Rare, l’evoluzione del contesto normativo, programmatico e istituzionale della rete nazionale italiana dedicata alle stesse, le fasi della pianificazione e implementazione del Registro Nazionale, la descrizione dei Registri Regionali/Interregionali che forniscono i dati epidemiologici a quello Nazionale, la valutazione della qualità dei dati e alcuni modelli metodologici per la stima di indicatori epidemiologici. In conclusione vengono illustrati i risultati epidemiologici ottenuti a livello nazionale nel periodo 20072010. Si tratta di un documento complesso, di oltre cento pagine, curato da Domenica Taruscio, direttore del Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, a cui ha lavorato un gruppo di specialisti, tra i quali anche i rappresentanti delle reti di ciascuna Regione.Tra i molti elementi contenuti nella pubblicazione emerge che, nonostante molto sia stato fatto in questi undici anni, da quando cioè fu creato il Registro Nazionale, il sistema italiano è molto complesso e ci sono diverse difficoltà da affrontare per mettere a punto un sistema che dia una mappatura precisa della 9 Impegno per una vita migliore situazione. Al Registro Nazionale si affiancano infatti quelli Regionali/Interregionali, istituiti in tempi e modi diversi e gestiti quindi con modalità differenti, che non consentono un’interpretazione univoca dei dati a livello nazionale. «Certo è che - come commenta nella prefazione del Rapporto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Enrico Garaci questo sistema di sorveglianza nazionale, unico nel suo genere nel panorama europeo e internazionale, costituisce un prezioso e articolato complesso, composto da numerose e diversificate componenti, che sono parte attiva e integrante dell’in- tera rete nazionale delle Malattie Rare». E aggiunge che «dall’analisi dei dati sono emerse alcune importanti criticità (soprattutto relative a completezza e aggiornamento), connesse anche alla complessità della materia trattata; queste, se opportunamente affrontate e corrette, porteranno a un grande arricchimento in termini di informazioni scientifiche e potranno costituire una solida base, utile sia per intraprendere decisioni di sanità pubblica (nazionale e/o regionale) che per stimolare e sviluppare ulteriori ricerche scientifiche mirate a singole Malattie Rare o a gruppi di esse». 10 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI FEDERAZIONE TRA LE ASSOCIAZIONI PER L’AIUTO AI SOGGETTI CON LA SINDROME DI PRADER WILLI RICHIESTA ANEDDOTI E CURIOSITÀ SUI NOSTRI RAGAZZI Un’interessante proposta ci giunge da Domenico Posterino, Presidente dell’Associazione Prader Willi della Calabria. Posterino intende scrivere un libro nel quale raccogliere gli aneddoti, i racconti, le scenate, le malefatte e tutte le cose simpatiche e non, che hanno visto protagonisti i nostri ragazzi. Con questo progetto Posterino intende sdrammatizzare e fare un poco di auto ironia sulla nostra sofferenza. Le famiglie interessate che vogliono condividere questo stimolante progetto possono inviare i loro racconti al dott. Domenico Posterino email: [email protected]. Naturalmente le famiglie, se desiderano, saranno trattate in anonimato. Pubblichiamo la lettera di Alessandro, fratello di un ragazzo affetto dalla sindrome di Prader Willi. Alessandro racconta in modo sereno e reale la vita nella sua famiglia e da lui ci arrivano degli spunti, delle idee che ci fanno riflettere e ci incoraggiano ad andare avanti nella giusta direzione. Grazie Alessandro anche per il tuo invito di creare in Italia un collegamento sempre più stretto tra le varie famiglie e più in particolare tra fratelli e sorelle dei ragazzi PW. Invito che ci auguriamo accoglieranno in tantissimi. fano. Spesso lo osservo, cerco di capire le sue intenzioni, le sue debolezze, i suoi bisogni; perché lui ha sempre bisogno di aiuto (nonostante sia autonomo quasi in tutto). Una ricerca di ‘aiuto’ che accomuna tutti i ragazzi Prader-Willi. Non si tratta di un aiuto medico (che lasciamo agli esperti delle varie e numerose problematiche che questa Sindrome, purtroppo, va ad interessare) ma un aiuto diverso, un aiuto morale e assistenziale; un aiuto che, allo stesso tempo, si ripercuote favorevolmente anche nei confronti di quelle persone che hanno sofferto con loro e, forse anche più di loro, e che spesso si trovano in grosse difficoltà e, addirittura, hanno i sintomi di una ‘resa’, fisica e mentale: parlo dei GENITORI. Faccio riferimento a questo perché io ogni giorno vivo la sofferenza dei miei genitori: … l’ho vista da piccolo alla nascita di Stefano, quando si son trovati ‘spiazzati’ dal sopravvento di una sindrome che sino ad allora nessuno di noi aveva mai sentito, e UN FUTURO MIGLIORE PER I RAGAZZI P.W.: È UN LORO DIRITTO! SIDERNO (RC), 21/01/2012 “Essere affetto da una malattia rara non è una scelta; non è una colpa e non la si può far passare come tale al mondo esterno!”. Questo è il primo pensiero che mi viene da esprimere qui, in un periodico d’informazione così importante, in ‘qualità’ di fratello di un ragazzo con Sindrome di Prader-Willi. E’ un concetto che spesso rimane estraneo dalle menti di persone anche vicine (con stretti legami familiari) a questi ragazzi, che mi vien da definire come ‘rari’, non perché diversi dagli altri, ma perché ‘speciali’!!! Certo questo loro essere speciali potrebbe fare, in un certo senso, ‘paura’ a chi sta loro vicino, in primis a fratelli e sorelle. Ed è proprio ai fratelli e alle sorelle di ragazzi con Sindrome di Prader-Willi che vorrei rivolgermi qui, in questa sede. Come ho già scritto prima, sono fratello di un bellissimo ragazzo PW di 20 anni, Ste11 Impegno per una vita migliore quando ogni 20 giorni facevano lunghi viaggi fino a Genova, al Gaslini, con 15 ore di treno, per le cure e i controlli medici necessari , e tornavano sempre più sconfortati per le scoperte che, di volta in volta, apprendevano in ospedale; … e la vedo, ancora oggi, anche dopo un piccolo litigio (per motivi futili)o, semplicemente, dopo aver nascosto un dolce nel cassetto in una stanza chiusa a chiave! Fin da piccolo ho capito quanto fosse difficile essere genitori e, soprattutto, essere genitori di un ragazzo disabile: perché sono tanti gli ostacoli da superare, i problemi da risolvere, le sfide da vincere! Nonostante tutto, tante volte sopraggiungono anche belle soddisfazioni e momenti di gioia, perché questi ragazzi sono ‘speciali’ e, come tali, sanno dare un amore speciale. Non mi stancherei mai di ripeterlo! Ricapitolando, tutti noi sappiamo che i ragazzi con Sindrome di Prader-Willi hanno bisogno di una continua assistenza, sia fisica che morale; sappiamo che non possono essere lasciati soli neanche per un attimo (perché in quell’attimo loro farebbero di tutto); sappiamo che quest’assistenza deve essere data dal primo all’ultimo istante della loro vita. A questo punto, vengono spontanee alcune domande: 1) Che futuro ci sarà per questi ragazzi una volta diventati adulti? 2) Come e, soprattutto, da chi saranno assistiti una volta che i loro genitori saranno anziani o verrà meno la loro forza o, addirittura, verranno a mancare? Cercando di rispondere a queste domande, penso che questi ragazzi abbiano diritto di vivere una vita dignitosa, dall’inizio alla fine, e che quindi debbano avere (anche dal punto di vista affettivo) tutto quello che ognuno di noi vorrebbe avere per sé. E chi può assicurare tutto ciò, se non le persone che li conoscono bene, che gli hanno voluto bene dal primo momento, che hanno seguito le varie fasi della loro vita, che si sono anche sentiti un pò trascurati dai loro genitori (con la consapevolezza, però, che qualcun altro avesse bisogno di maggiori attenzioni)? Eh si, qui faccio riferimento ai fratelli e alle sorelle di questi ragazzi. Oggi, essendo giovani e carichi di pensieri che, ovviamente, fanno parte di un’età, quella nostra, che ci distoglie dalla vera realtà e dai tanti problemi che affliggono la nostra società, spesso non ci rendiamo conto di quanto sia importante la nostra presenza sia per i nostri fratelli Prader-Willi, sia per i nostri genitori. Il tempo, però, passa in fretta ; presto i momenti in cui servirà il nostro aiuto arriveranno e allora, lì, dovremo essere pronti a fare le scelte più giuste, per il bene dei ragazzi! E qui, è arrivato il momento di farvi sapere il motivo principale per cui io sto scrivendo tutto ciò: un motivo che è anche un desiderio e una speranza. Semplicemente vorrei che si creasse in Italia un collegamento sempre più stretto tra le varie famiglie e più in particolare tra fratelli e sorelle dei ragazzi PW. E come lo si può fare? Le risposte sono varie: le Associazioni regionali e la Federazione Nazionale hanno un ruolo fondamentale in questo, ma forse non basta. Sicuramente oggi, a differenza di qualche anno fa, creare un così vasto collegamento non è più un’impresa impossibile: le distanze si sono assottigliate (e di parecchio) grazie a vari strumenti tecnologici (in primis internet, ma anche telefoni cellulari) che ci permettono di esprimere qualunque tipo di emozione in presa diretta con il resto dell’Italia e del mondo. A questo proposito vi vorrei raccontare, in breve, una mia piccola idea che ho già messo in atto direttamente da casa mia davanti al PC: ho utilizzato un grande strumento di comunicazione, qual è FACEBOOK (che oggi sta impazzando tra la popolazione mondiale e che tanti utilizzano male in base a quanto, invece, potrebbe dare), per creare un collegamento con tante famiglie italiane (e non) che vivono quotidianamente la Sindrome di Prader-Willi. Ebbene, è da 2 anni che ho creato questo gruppo, ed ad oggi posso dire che prima che un gruppo questo è diventato una vera e propria famiglia di ben 150 componenti; qui tutti esprimono le proprie idee, paure, delusioni; perché ognuna di queste emozioni espressa da una sola persona costituisce un grande aiuto per tutte le altre. Inoltre, da un mese ne ho creato un altro, che appunto unisce Fratelli e Sorelle (sarebbe bellissimo allargarlo non solo virtualmente ma anche con contatti diretti). So delle tante difficoltà che ci saranno nell’allargare questo gruppo, ma non mi scoraggio. L’ho creato perché credo veramente nel progetto del ‘Dopo di noi’ che i genitori 12 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 tanto auspicano; un progetto che trova consensi ma anche dissensi; l’ho constatato proprio dal gruppo su Facebook dove alla mia domanda ‘Cosa ne pensate del progetto DOPO DI NOI’?, ci sono state varie risposte: c’è chi pensa ad un futuro dei ragazzi vicino ai familiari più stretti (quali appunto i fratelli); c’è chi pensa a delle Case Famiglie o ad appositi Centri, dove i ragazzi possano crescere con le necessarie cure e la giusta assistenza; c’è chi propone as- sistenza domiciliare da soggetti specializzati; c’è chi vorrebbe una congruenza tra tutte queste possibilità. Quindi tante idee ma un unico obiettivo: CREARE UN FUTURO MIGLIORE PER QUESTI RAGAZZI: È UN LORO DIRITTO. P.S.: Chi avesse intenzione di contattarmi può farlo tranquillamente inviandomi un’email all’indirizzo [email protected]. Grazie! Saluti, Alessandro Archinà MALATTIE RARE: CONOSCERE PER CURARE Sabato 18 febbraio presso l’Auditorium “Disarò “ di Cesano Maderno (MB) si è svolto il Convegno “Malattie rare: conoscere per curare” organizzato dall’Associazione Perigeo - una luce nel buio Onlus. Il Convegno di approfondimento sul tema delle malattie rare ha visto protagonisti medici e psicologi che hanno raccontato la loro esperienza diretta. Tra i relatori dell’incontro, la Dottoressa Annalisa Bisconti dell’Associazione Italiana Niemann Pick ONLUS che ha parlato dell’importanza della presenza delle Associazioni e del loro ruolo nei confronti dei pazienti con malattia rara e delle loro famiglie, illustrando anche gli ultimi progetti che l’Associazione stessa ha all’attivo. Gli interventi di tutti i relatori - il Dr. Roberto Lala specialista in endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera OIRMS Sant’Anna di Torino, il Dr. Pasquale Quattrone dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, la Dott.ssa Elisabetta Molteni psicologa - sono stati ascoltati con grande attenzione dal pubblico presente, che peraltro è intervenuto puntualmente nel dibattito con osservazioni e domande di rilievo. Non ultima, va ricordata la capacità del moderatore, il Dr. Alberto Gramaglia, che ha saputo ben coordinare il tutto con garbo ed esperienza. Toccanti poi sono state le testimonianze dirette di Lucia e Raffaella, mamme di due bambine affette da malattia rara, che hanno testimoniato il loro difficile “percorso” fatto di incertezze, paure, speranze ma soprattutto di tanto coraggio. Più che degli aspetti scientifici si è discettato del problema umano, incentrando il tema non tanto sulle difficoltà della malattia, ma sull’importanza di considerare il malato una persona, con la sua dignità ed il suo giusto diritto a vivere una vita come gli altri, non solo con le stesse aspettative, ma con in più un attenzione ed un riguardo assolutamente dovuto. 13 Impegno per una vita migliore Come già annunciato precedentemente la Federazione Nazionale Prader Willi in collaborazione con l’Associazione P.W. della Puglia e Basilicata il giorno 7 e 8 Settembre 2012 a San Giovanni Rotondo (Foggia) presso il Centro di Spiritualità di Padre Pio, a due passi dal santuario e dalle strutture ospedaliere, hanno organizzato il XIV° Congresso Nazionale della Federazione e il secondo Workshop sulla sindrome di Prader Willi. Come sempre ci sarà la giornata dei ragazzi. Invitiamo tutti a partecipare. Qui di seguito pubblichiamo l’interessante programma dei due giorni. II WORKSHOP SULLA SINDROME DI PRADER-WILLI PROGRAMMA SCIENTIFICO 07.09.2012 - San Giovanni Rotondo 08:30 Registrazione dei partecipanti 09:00 Saluto delle autorità locali: Ospedale - ,5&&6³&DVD6ROOLHYRGHOOD6RIIHUHQ]D´ S.E. Mons. M.Castoro (Presidente) D. Crupi (Direttore Generale) D. Di Bisceglie (Direttore Sanitario) A. Vescovi (Direttore Scientifico) Presentazione del Convegno: M. Sacco, S. Ciancamerla A.G. Ugazio E. Ghigo R.Vettor G. Presta (Presidente SIP) (Presidente SIE) (Presidente SIO) (Presidente regionale SIN) 09:45 Apertura dei lavori: M.Cappa ( Presidente SIEDP) 10:00 Lettura magistrale: Un ragazzo con la S. di Prader-Willi 10:20 ,OSXQWRGLYLVWDGHOO¶HQGRFULQRORJR Moderatori: L. Gargantini,S. De Cosmo Aspetti pediatrici ed adolescenziali 3UREOHPDWLFKHGHOO¶HWjadulta Prospettive e limiti della terapia con GH G. Chiumello A. Crinò G. Grugni A. Franzese 11:30 Open Bar 11:45 Aspetti clinici Moderatori : T. De Toni,A. Gatta Disturbi respiratori, apnee e polisomnografia Approccio alle complicanze ortopediche Gestione anestesiologica L. Nosetti T. Greggi M. Boiardi 13:15 Colazione di lavoro 14:15 Management Moderatori: G. Saggese , A. Potenza Raccomandazioni per la gestione clinica Gestione delle malattie intercorrenti Gestione dei disturbi neuropsichiatrici del bambino I problemi comportamentali QHOO¶DGXOWR 16:00 /DQRYLWjLQWHPDGL« Moderatori: S. Bernasconi, M.Sacco Genetica Endocrinologia A. Salvatoni L. Iughetti M. Germano M. Elia C. Romano M. Delvecchio 17:00 9DOXWD]LRQHGHOO¶DSSUHQGLPHQWRHFKLXVXUDGHLODYRUL 14 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 XIV CONGRESSO NAZIONALE FEDERAZIONE SINDROME DI PRADER WILLI 08.09.2012 San Giovanni Rotondo 08:30 Registrazione dei partecipanti 08:45 Saluto delle autorità Presentazione del Convegno: S.Ciancamerla, M. Sacco, G. Chiumello 09:15 Problematiche assistenziali e terapeutiche Moderatori: N.A. Greggio, N. La Forgia Dal sospetto clinico ai problemi assistenziali nel 1° anno di vita Aspetti endocrinologici in età pediatrica ed adolescenziale 3UREOHPDWLFKHGHOO¶HWjDGXOWD Indicazioni per una corretta alimentazione G.Trifirò S.Di Candia L. Ragusa R.Vettor 10:50 Open Bar 11:00 Il ruolo degli specialisti Moderatori: M. Pettoello ± Mantovani, E. Praitano /¶RGRQWRLDWUD /¶RFXOLVWD Lo pneumologo /¶ ortopedico /¶RWRULQR 13:00 A. Galeotti A. Magli M. Pavone M. Crostelli P.Castelnuovo Colazione di lavoro 14:00 Aspetti assistenziali particolari Moderatori: L.Beccaria,R. Piazzolla Gestione dei farmaci e delle malattie intercorrenti Disturbi comportamentali nei soggetti Prader Willi La Neuroriabilitazione A. Corrias I. Achutegui L. Russi 15:30 Normative in materia di invalidità. Ospitalità in strutture protette. Moderatori: L. Parisi, M.A. Ricci /¶DFFHUWDPHQWRHGLl sostegno Le tutele giuridiche per le invalidità Durante e Dopo di noi:presentazione esperienze in atto Esperienza di Casa Sora E. Stasi D. Posterino G. Fornasier ±M. Mastriforti M. Natali Sora 17:10 /¶LPSHJQR istituzionale per le Malattie Rare Moderatori: L.Zelante,L. Cavallo Il &HQWUR1D]LRQDOH0DODWWLH5DUHHO¶HVSHULHQ]DFRQOD)HGHUD]LRQHPW D.Taruscio Il piano regionale per le malattie rare G.Annicchiarico /¶LPSHJQRGL&66QHLFRQIURQWLGHOOH0DODWWLH5DUH06FDUSD 18:15 Saluti e chiusura dei lavori 15 Impegno per una vita migliore ASSOCIAZIONE META LA MERAVIGLIOSA ESPERIENZA DI DIVENTARE MAMMA... ANCHE CON LA FENILCHETONURIA! di Sona CASADEI rato tranquillamente fino al giorno prima del mio ricovero in ospedale, niente pressione alta né altri problemi che possono avere le donne in gravidanza. Unico neo la dieta….Ovviamente per dare nutrimento alla bambina dovevo bere un concentrato di amminoacidi (PKU3 della Milupa) che non era buonissimo ma saziava e soprattutto faceva crescere benissimo Sara. Un paio di settimane prima dalla scadenza del termine previsto per il parto (intorno al 15/20 ottobre), avverto delle perdite rossastre che nel giro di due giorni diventano perdite di sangue quasi puro, allora vado in maternità ad Aosta dove vengo visitata e ricoverata domenica 3 ottobre 2004; per sicurezza, mi fanno fare il tracciato, tutto sembra regolare ma per sicurezza mi tengono tutto il lunedì 4 ottobre in osservazione (io non provavo nessun dolore). Il martedì 5 ottobre 2004, giorno in cui mi avrebbero rispedita a casa, invece ho partorito una bellissima bambina di kg. 3,280 e lunga 49 cm.. Alla visita di dimissioni mi segue il primario del reparto maternità di Aosta e mi dice che in tutta la sua carriera non aveva mai visto delle analisi del sangue di una partoriente così perfette come le mie. Riprese un po’ le forze (cioè dopo aver fatto una bella mangiata senza badare troppo alla dieta), telefono al Dottor Spada per dargli la bella notizia che lui accoglie con grandissimo entusiasmo e che manifesta anche a tutto il suo staff dicendo: “Abbiamo avuto una bambina di kg. 3,280 e lunga 49 cm!!!” Poi fisso un appuntamento per far visitare la bambina e quando il Dottore la vede la prende subito in braccio e la porta per il corridoio a farla vedere a tutti i suoi collaboratori come se fosse un trofeo: la visita, la misura centimetro per centimetro ed ovviamente la segue per tutto il primo anno di vita scrupolosamente anche se il valore dei guthrie di Sara è sempre stato sin dall’inizio sotto il tre. Ora la bambina ha 6 anni, frequenta la prima elementare, è dolcissima ed intelligente e soprattutto… può mangiare di tutto e di più fin dalla nascita! Il mio sacrificio di nove mesi e la bravura di tutto il reparto delle malattie metaboliche, che non smetterò mai di ringraziare, hanno fatto in modo che la mia bambina nascesse e crescesse sana come un pesce. Grazie ancora a tutti Voi e soprattutto coraggio a tutte le donne nella mia situazione… diventare mamma è la cosa più bella del mondo! Tutto ha inizio per caso...mi trovo per lavoro all’Ospedale Regina Margherita di Torino e mentre aspetto un utente che deve fare una visita (effettuo il servizio di TAXI), mi addentro nell’ospedale alla ricerca di qualche informazione in più sulla mia malattia: la FENILCHETONURIA. Chiedo informazioni all’entrata e mi indirizzano al reparto delle Malattie Metaboliche...appena entrata mi accoglie un’infermiera e mi chiede se ho bisogno di aiuto ed io le spiego che sono affetta da fenilchetonuria e che vorrei informazioni su questa malattia. Nel giro di cinque minuti sono attorniata da Dottori ed infermieri che mi chiedono se possono effettuare il prelievo del sangue per vedere il valore dei guthrie. Io accetto molto volentieri e rimango stupita dalla professionalità e dalla passione per il proprio lavoro di queste persone. Mi viene diagnosticato un valore intermedio della malattia (i guthrie si aggirano intorno a 15/16 a dieta libera) e mi spiegano che nel caso in cui volessi affrontare una gravidanza, dovrei iniziare qualche mese prima una dieta consona per l’abbassamento di questi valori che devono essere al di sotto di 3. Siccome in quel periodo non avevo ancora previsto nessun bebè, esco soddisfatta e contenta dall’ospedale, con le idee più chiare e tranquilla per il mio futuro di mamma perchè avevo trovato un ambiente e delle persone eccezionali. Arrivato il momento in cui io ed il mio compagno decidiamo di avere un bambino, ci rechiamo all’ospedale e veniamo seguiti direttamente dal bravissimo e simpaticissimo Dott. Spada. Dopo un primo esame del sangue fatto ad entrambe, il Dottore mi prescrive una dieta molto ferrea: frutta, verdura, pasta aproteica, niente latticini, niente carne, niente pesce, niente farinacei e niente legumi. Credetemi, una buona forchetta come me ha trovato un po’ lungo ma ne è valsa la pena! Qulache visita di routine dopo ogni visita ginecologica per vedere la crescita della bambina (regolarissima fin dal primo giorno) e l’obbligo di inviare le cartine dei prelievi un giorno sì ed un giorno no tramite posta. Semplicissimo, no? La gravidanza è stata stupenda e tranquilla fin dal primo giorno, niente nausee, niente vomito, ho lavo16 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 LO SPORTELLO DELLA SCUOLA LA “DEROGA” TRA DIRITTI DEGLI ALUNNI E RAGIONI ECONOMICO-FINANZIARIE di Francesco MARCELLINO la possibilità di poter ricorrere all’assunzione in deroga agli organici previsti di ulteriori insegnanti di sostegno. Si ritiene che questo sistema abbia contribuito - se non, persino, determinato - l’aumento esponenziale della spesa. Di converso, l’abrogazione di una normativa ad hoc nei confronti degli alunni riconosciuti gravi, ex art. 3 comma 3 l. 104/92 per cui è prevista dallo Stato “priorità negli interventi e servizi”, risulta certamente incostituzionale. Si ritiene, però, di dover far chiarezza su un punto. Ancora oggi, nella pratica, si sente far confusione sul concetto di “deroga”. Ed a chi o a cosa si riferisca la suddetta “deroga”. Molti docenti e dirigenti (ed anche i genitori) affermano, infatti, che in deroga “sono le ore assegnate all’alunno con disabilità” (con fantasiose classificazioni del tipo l’assegnazione di 4-6 ore di sostegno agli alunni disabili lievi e 18 ore per i gravi!) oppure che in “deroga è l’alunno” se grave. Si comprende che la prima delle affermazioni sconfessa la soggettività, l’individualità e la personalizzazione delle esigenze visto che, come noto, la disabilità è qualcosa di estremamente eterogeneo, come eterogeneo è il panorama di persone “normodotate”! La seconda delle affermazioni, invece, etichetta, stigmatizza e rende diverso dagli altri l’alunno con disabilità grave; il quale, invece, è in tutto e per tutto uguale agli altri alunni, salvo il fatto che, ai sensi dell’art. 3 comma 3 l. 104/92, può beneficiare di priorità negli interventi e servizi. Il pericolo nella “pratica” che oggi si corre è, di nuovo, quello di un “aumento esponenziale” di assunzione in deroga di insegnanti di sostegno. Perico- «Il numero di alunni con disabilità frequentanti le scuole - scrive Francesco Marcellino - aumenta considerevolmente ogni anno; ma nel contempo non vi è un sistema normativo e organizzativo che abbia (o stia) tenendo conto di questo elemento. Pertanto, è forse il momento di rivedere seriamente quelle dinamiche, determinate dalle regole dell’amministrazione scolastica e, in particolare, dell’organizzazione degli organici mediante graduatorie, che caratterizzano il “docente specializzato per il sostegno” come “figlio di un dio minore” e l’alunno con disabilità come un alunno con diversi diritti di cittadinanza rispetto agli altri». È apparsa in questi giorni in «Tuttoscuola», la rivista per insegnanti, genitori e studenti, una nota di grande interesse dal titolo Docenti di sostegno. Quel 70% che non tiene più. Rinviando alla lettura di quel testo, esso dà spunto per riprendere vecchie analisi, oggi attuali e pericolose, sia per i diritti degli alunni con disabilità, sia per le ragioni economico-finanziarie dello Stato. Circa due anni fa, nel Trattato dei Nuovi Danni, edito da CEDAM, sostenni quanto segue: «Schematizzando e sintetizzando, il sistema previgente di assegnazione dell’insegnante specializzato per il sostegno (precedente alle Leggi Finanziarie 2007-2008), poco (o nulla) si fondava su un’analisi dei bisogni individuali e su una personalizzazione dell’assistenza scolastica dell’alunno con disabilità. Spesso, nella pratica, purtroppo, il tutto si riduceva ad un tentativo di distribuzione di ore di sostegno che, qualora nel complesso non sufficienti, venivano colmate con 17 Impegno per una vita migliore (con una tendenza a salire) di posti di sostegno “in deroga”, si comprende come la “certezza del sostegno” per l’alunno, “la stabilità del rapporto di lavoro” per il dipendente, e la “stabilizzazione organizzativa ed economico-finanziaria” per l’amministrazione scolastica, siano obiettivi assai difficili da raggiungersi. Forse, quindi, una profonda verità è che il numero di alunni con disabilità frequentanti le scuole, purtroppo, aumenta considerevolmente ogni anno; ma nel contempo non vi è un sistema normativo e organizzativo che abbia (o stia) tenendo conto di questo elemento. I princìpi economici di domanda-offerta, con i dovuti temperamenti, se non affatto ascoltati o analizzati, possono condurre, nel tempo, non solo a una lesione di diritti soggettivi (dell’alunno, come del lavoratore) ma anche a un aumento dei costi sociali e dell’inefficienza complessiva del sistema. Pertanto, come in altre sedi ho manifestato, è forse il momento di rivedere seriamente quelle dinamiche (non sempre foriere di efficacia, efficienza ed economicità), determinate dalle regole dell’amministrazione scolastica e, in particolare, dell’organizzazione degli organici mediante graduatorie, che caratterizzano il “docente specializzato per il sostegno” come “figlio di un dio minore” e l’alunno con disabilità come un alunno con diversi diritti di cittadinanza rispetto agli altri alunni. Ciò al fine di evitare - come sostenuto dal Consiglio di Stato, Sezione VI, 17 ottobre 2000, n. 245 - che il sostegno possa «tradursi in vuoto simulacro di ottemperanza formale alla normativa», che l’insegnante non possa ritenersi sufficientemente motivato e garantito nell’espletamento (stabile e professionale) delle proprie mansioni, e che l’alunno (e la sua famiglia) non possa effettivamente beneficiare di quel livello essenziale di istruzione previsto da tutte le norme vigenti. lo che, oltre a ledere le ragioni economico-finanziarie dello Stato non garantisce, automaticamente, una migliore qualità dell’istruzione scolastica per l’alunno con disabilità». Oggi, l’articolo giornalistico pubblicato da «Tuttoscuola», confermando espressamente il paventato pericolo di allora, mi induce a riflettere. Vi si afferma, infatti, che «rispetto alla nuova quantità complessiva di posti di sostegno, la quota fissa vale ora il 64,6%, mentre la quota aggiunta è salita al 35,4%. È una situazione destinata ad aggravarsi, facendo ritornare il tutto indietro a quattro anni fa. Occorrono nuovi criteri per una rinnovata stabilizzazione». La Corte Costituzionale, nella famosa pronuncia n. 80/10, chiaramente statuì «l’illegittimità costituzionale dell’art. 2, comma 414, della legge n. 244 del 2007, nella parte in cui esclude la possibilità, già contemplata dalla legge 27 dicembre 1997, n. 449, di assumere insegnanti di sostegno in deroga, in presenza nelle classi di studenti con disabilità grave, una volta esperiti gli strumenti di tutela previsti dalla normativa vigente». Il timore - a questo punto non del tutto infondato - è che la “prassi quotidiana” non sia stata sufficientemente rispettosa del disposto della Corte Costituzionale e delle norme vigenti, ovvero che la possibilità di assunzione in “deroga” non sia stata solo «una volta esperiti gli strumenti di tutela previsti dalla normativa vigente». Il principio di legalità, di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa, infatti, imporrebbe un nucleo indefettibile di livello essenziale di istruzione scolastica da garantire agli alunni con disabilità e un utilizzo del tutto eccezionale e volto alla tutela del diritto soggettivo dell’alunno con gravità (e della “priorità in interventi e servizi” che da essa ne deriva) - della possibilità dell’assunzione di docenti in “deroga”. Laddove invece le percentuali raggiunte si attestano su un 35,4% 18 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 IMPORTANTE SENTENZA DEL TAR DELLA SARDEGNA SUL DIRITTO AL SOSTEGNO DEGLI ALUNNI CON HANDICAP GRAVE La sentenza del TAR della Sardegna n. 699/ 2011, decisa il 22 giugno 2011 e depositata in Segreteria il 5 luglio scorso, è estremamente importante non solo perché ha confermato il diritto esigibile degli alunni con handicap in situazione di gravità al sostegno scolastico, ma anche per aver riconosciuto in euro 3 mila il risarcimento del danno esistenziale provocato dal numero delle ore assegnate di sostegno insufficienti a garantire il rapporto 1/1. Inoltre il TAR ha condannato il Ministro dell’istruzione, dell’Università e della ricerca al pagamento delle spese e onorari di giudizio a favore della parte ricorrente liquidandole forfetariamente in euro 3.500,00. Il risarcimento del danno esistenziale sancito dal provvedimento in oggetto si pone sullo stesso piano della sentenza della Sezione prima del TAR della Lombardia n. 785/2011 decisa il 9 marzo 2011 e depositata in Segreteria il 24 dello stesso mese in cui il Comune di Dresano era stato condannato a versare la somma di euro 2.200,00 per il danno esistenziale subito da una persona con handicap invalidante grave a causa del differimento di due mesi della data di inizio della frequenza del centro diurno. Per quanto concerne la vicenda esaminata dal TAR della Sardegna risulta che la scuola, sulla base delle richieste del Consiglio di classe e dell’equipe psicopedagogica, in sede di formazione del PEP (Progetto educativo personalizzato), aveva richiesto per l’anno scolastico 2010/2011 il supporto dell’insegnante di sostegno in rapporto 1/1. Detto supporto era stato assegnato inizialmente per un numero di ore inferiore a quelle necessarie, mentre dopo il ricorso presentato dai genitori del minore C. D., la Direzione scolastica regionale aveva soddisfatto la richiesta di sostegno per il rapporto 1/1. Nel valutare la domanda risarcitoria il TAR della Sardegna ha precisato che “l’operato dell’Amministrazione scolastica che riduce ai minori, portatori di handicap in situazione di gravità, il numero delle ore di sostegno, disattendendo la richiesta formulata dalla scuola, è illegittimo” ricordando che nella sentenza della Corte costituzionale n. 80/2010 era stato puntualizzato che “sebbene il legislatore goda di discrezionalità nell’individuazione delle misure necessarie per la tutela dei diritti delle persone disabili, tale discrezionalità non ha carattere assoluto e trova un limite nel rispetto di un nucleo indefettibile di garanzie per gli interessati”. Inoltre ha ricordato che “il diritto all’istruzione dei disabili ed alla loro integrazione scolastica è previsto dalla legge 5 febbraio 1992 n. 104, legge che- come già evidenziato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 215 del 1987- riconosce che la partecipazione del disabile al processo educativo può contribuire in modo decisivo e stimolare le potenzialità dello svantaggiato”. Nel provvedimento in oggetto viene ribadito che “se si tiene in giusto conto il testo dell’articolo 38 della Costituzione (“Gli inabili al lavoro ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avanzamento professionale”) il diritto del disabile all’istruzione si configura come un “diritto fondamentale”, che va assicurato mediante “misure di integrazione e sostegno idonee a garantire ai portatori di handicap la frequenza degli istituti di istruzione””. Nella sentenza in oggetto viene altresì ricordato che “per i disabili in condizione di gravità, il legislatore con la legge 27 dicembre 1997, n. 949, all’articolo 40, comma 1, ha previsto la possibilità di assumere, con contratto a tempo determinato, insegnanti di sostegno in base al rapporto alunni-docenti, criterio minimo invero sostituito con il principio delle “Effettive esigenze rilevate”, introdotto dall’articolo 1, comma 605 della legge 27 dicembre 2006, n. 296". 19 Impegno per una vita migliore SCARTABELLANDO Pubblichiamo tre documenti scritti dal C.S.A. (Coordinamento Sanità e Assistenza di Torino)relativi alla richiesta dell’indicazione della situazione economica (ISEE). Da utilizzare dai beneficiari che richiedono prestazioni socio-sanitarie: 1) Facsimile di nota “Precisazioni sull’Ise (Indicatore della situazione economica) e sull’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente)” eventualmente da utilizzare da parte delle associazioni per informare in merito gli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali del proprio territorio; 2) Facsimile di “Dichiarazione sostitutiva di certificazione” (autocertificazione) 3) Facsimile di lettera di accompagnamento (“Risposta per richiesta Dsu ai fini Isee”) all’autocertificazione quale risposta da parte dell’utente/familiare/tutore all’Ente gestore delle funzioni socio-assistenziali (Comune, Consorzio, …). PRECISAZIONI SULL’ISE (INDICATORE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA) E SULL’ISEE (INDICATORE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA EQUIVALENTE) (Testo da riporta su carta intestata dell’associazione) Torino, data Spett.le Ente gestore funzioni socio-assistenziali Riceviamo tuttora da nostri Soci la segnalazione che Enti gestori dei servizi socioassistenziali richiedono l’Isee dell’intero nucleo familiare della persona con handicap in situazione di gravità o del soggetto ultrasessantacinquenne non autosufficiente che fruisce di prestazioni socio-sanitarie in strutture residenziali o semiresidenziali (centri diurni). Mentre detta richiesta è valida per gli assistiti autosufficienti, è certamente illegittima per quanto concerne i soggetti sopra indicati. Infatti l’articolo 25 della legge 328/2000 dispone che «ai fini dell’accesso ai servizi disciplinati dalla presente legge, la verifica della situazione economica del richiedente è effettuata secondo le disposizioni previste dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, come modificato dal decreto legislativo 3 maggio 2000,n. 130». Il comma 2 ter dell’articolo 3 del testo unificato dei decreti legislativi 109/1998 e 130/ 2000 stabilisce che per le prestazioni sociali fornite ai soggetti colpiti da handicap in situazione di gravità ed agli ultrasessantacinquenni non autosufficienti, occorre far riferimento esclusivamente alla situazione economica dell’assistito. La condizione di handicap in situazione di gravità deve essere accertata dalle apposite commissioni sanitarie di cui all’articolo 4 della legge quadro n. 104/1992, mentre la non autosufficienza va certificata dalle Uvg (Unità valutative geriatriche) istituite presso le Asl. Il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali” stabilisce che nessuno, compresa la pubblica amministrazione, può richiedere, trattare e trasmettere dati personali «eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono raccolti e successivamente trattati» (cfr. articolo 11). Lo stesso articolo stabilisce in modo inequivocabile che possono essere raccolti e registrati solo dati “legittimi” e “pertinenti”. A tale proposito il Garante per la protezione dei dati personali ha precisato nella Newsletter n. 276 del 12 maggio 2006, che «ai fini del riconoscimento di prestazioni sociali agevolate a persone con handicap permanente grave e ad ultrasessantacinquenni l’Inps può raccogliere soltanto le informazioni riguardanti la situazione economica dell’interessato e non quella del nucleo familiare di appartenenza». Anche il Difensore civico della Regione Piemonte, da noi sollecitato in tale questione, ha 20 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 espresso nella sua lettera del 6 luglio 2010 le seguenti considerazioni: «Al riguardo, l’articolo 11 del Codice della privacy dispone che i dati personali oggetto di trattamento devono essere pertinenti e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti. Orbene, la richiesta formulata da codesto Consorzio agli aventi diritto alle prestazioni, di fornire mediante certificazione Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) i dati economici relativi al nucleo familiare di appartenenza non appare coerente con il succitato dettato normativo poiché la raccolta ed il trattamento di tali dati non risultano proporzionati, né tanto meno inerenti rispetto alla finalità, individuate dalla legge e dalla normativa di attuazione, consistenti nell’evidenziare esclusivamente la situazione economica del solo assistito». Ricordiamo inoltre che la delibera n. 37/2007 della Regione Piemonte ha previsto incentivi economici ai Comuni a condizione che per il calcolo della quota alberghiera a carico degli ultrasessantacinquenni non autosufficienti ricoverati presso strutture residenziali, gli stessi Comuni tengano in considerazione esclusivamente le risorse economiche dei ricoverati e non quelle dei loro congiunti, compresi quelli conviventi. Ne consegue che per i soggetti con handicap in situazione di gravità e per gli ultrasessantacinquenni non autosufficienti non deve essere richiesto l’Isee, Indicatore situazione economia equivalente (comma 5 dell’articolo 2 dei decreti legislativi 109/1998 e 130/2000) ma l’Ise Indicatore della situazione economica (comma 4 del succitato articolo 2). Cordiali saluti. Timbro/firma Allegato: modulo facsimile “Dichiarazione sostitutiva di autocertificazione 2)DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI CERTIFICAZIONE (Facsimile) (Articoli 5 e 46 Dpr 28 dicembre 2000, n. 445) __ sottoscritt_____________________________________nat__ a ______________________________(Prov._______) il __________________residente a __________________________ (Prov._____) via ______________________________________________ n._________ consapevole delle sanzioni penali, nel caso di dichiarazioni non veritiere e falsità negli atti, richiamate dall’articolo 76 del Dpr 445 del 28 dicembre 2000 dichiara che (ai sensi e per gli effetti dei decreti legislativi 109/1998 e 130/2000) 1. il proprio reddito è così costituito: _______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________; 2. è titolare di indennità di accompagnamento pari, per l’anno ________ ad euro _________mensili per 12 mensilità; 3. possiede i seguenti beni immobili (*)_______________________________________________ _____________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ il cui reddito catastale è il seguente: _________________________________________________ ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________; 4. possiede i seguenti beni mobili (azioni, obbligazioni, depositi bancari (**) il cui valore è il seguente:__________________________________________________ Data ________________ Il/la dichiarante (il Tutore) La presente dichiarazione non necessita dell’autenticazione della firma e sostituisce a tutti gli effetti le normali certificazioni richieste o destinate ad una pubblica amministrazione o ad un concessionario o gestore di pubblico servizio. 21 Impegno per una vita migliore (*) L’alloggio in cui abita la persona che richiede la prestazione socio-sanitaria o socioassistenziale beneficia della franchigia fin all’importo di euro 51.645,56 da calcolare in base ai dati catastali (**) La franchigia sui bei mobili è di euro 15.493,70. 3)RISPOSTA PER RICHIESTA DSU (DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA UNICA) AI FINI ISEE Su carta intestata Associazione (Facsimile) Al (Comune, Consorzio o Asl) Indirizzo completo dell’Ente e p. c. all’Utim Via Artisti, 36 10124 Torino Il/la sottoscritt_ _________________________________________________ nat__ a ________________________________________________ (_____) il _____________________residente a _____________________________________ (___) in Via______________________________________________ n._____________ ricorda che quando si tratta di persona riconosciuta, ai sensi della legge n. 104/1992 articolo 3, handicappata in situazione di gravità o di persona ultrasessantacinquenne non autosufficiente, la situazione economica di cui tenere conto ai fini di una eventuale compartecipazione ai costi, è esclusivamente quella del dichiarante (cfr. decreti legislativi 109/1998 e 130/2000 nonché l’articolo 25 della legge n. 328/2000). Fa inoltre presente che anche il Garante per la protezione dei dati personali, nella lettera inviata all’Utim ed all’Inps con prot. n. 6251 del 24 marzo 2006 ha affermato che «(…) il trattamento dei dati personali ai fini del riconoscimento di prestazioni sociali agevolate deve avvenire in conformità ai principi del predetto quadro normativo di settore, oltre che alle disposizioni in materia di protezione dei dati personali (….) Devono essere rispettati, quindi, anche i principi di indispensabilità, pertinenza e non eccedenza dei dati raccolti rispetto alle finalità perseguite» (decreto legislativo 30 giugno 2003 n. 196 - Codice in materia di protezione dei dati personali). Sulla base dei principi e delle specifiche indicazioni delle norme citate si invia dunque, in allegato, in luogo della Dichiarazione sostitutiva unica riferita al solo soggetto richiedente non ancora predisposta dall’Inps, una dichiarazione con la quale si provvede ad autocertificare la situazione economica dell’interessato. Data ________________ Il/la dichiarante (il Tutore) ________________ Allegata: Dichiarazione 22 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 LE PROVVIDENZE ECONOMICHE PER IL 2012 In corrispondenza con l’uscita della Circolare prodotta dalla Direzione Centrale delle Prestazioni dell’INPS, che ha ridefinito anche per quest’anno le provvidenze economiche riguardanti varie categorie di persone con disabilità, in base all’inflazione e al costo della vita, presentiamo, come di consueto, tutti i nuovi importi, messi a confronto con quelli del 2011 Come ogni anno, l’INPS ha ridefinito - collegandoli agli indicatori dell’inflazione e del costo della vita - gli importi delle pensioni, degli assegni e delle indennità che vengono erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi e i relativi limiti reddituali previsti per alcune provvidenze economiche. A fissare dunque per l’anno 2012, i vari importi e i relativi limiti reddituali è stata esattamente la Circolare n. 10 (allegato n. 2) della Direzione Centrale delle Prestazioni dell’INPS, prodotta il 2 febbraio 2012. D seguito riportiamo gli importi in euro, comparati con quelli del 2011. Pensione ciechi civili assoluti 2012: 289,36 (limite di reddito: 15.627,22) - 2011: 282,02 (limite di reddito: 15.305,79) Pensione ciechi civili assoluti (se ricoverati) 2012: 267,57 (limite di reddito: 15.627,22) - 2011: 260,78 (limite di reddito: 15.305,79) Pensione ciechi civili parziali 2012: 267,57 (limite di reddito: 15.627,22) - 2011: 260,78 (limite di reddito: 15.305,79) Pensione invalidi civili totali 2012: 267,57 (limite di reddito: 15.627,22) - 2011: 260,78 (limite di reddito: 15.305,79) Pensione sordi 2012: 267,57 (limite di reddito: 15.627,22) - 2011: 260,78 (limite di reddito: 15.305,79) Assegno mensile invalidi civili parziali 2012: 267,57 (limite di reddito: 4.596,02) - 2011: 260,78 (limite di reddito: 4.479,54) Indennità mensile frequenza minori 2012: 267,57 (limite di reddito: 4.596,02) - 2011: 260,78 (limite di reddito: 4.479,54) Indennità accompagnamento ciechi civili assoluti 2012: 827,05 (limite di reddito: nessuno) - 2011: 807,35 (limite di reddito: nessuno) Indennità accompagnamento invalidi civili totali 2012: 492,97 (limite di reddito: nessuno) - 2011: 487,39 (limite di reddito: nessuno) Indennità comunicazione sordi 2012: 245,63 (limite di reddito: nessuno) - 2011: 243,10 (limite di reddito: nessuno) Indennità speciali ciechi ventesimisti 2012: 183,26 (limite di reddito: nessuno) - 2011: 189,63 (limite di reddito: nessuno) Lavoratori con drepanocitosi o talassemia major 2011: 480,53 (limite di reddito: nessuno) - 2010: 468,35 (limite di reddito: nessuno) 23 Impegno per una vita migliore USCITA LA NUOVA EDIZIONE DELL’OPUSCOLO TUTTI HANNO DIRITTO ALLE CURE SANITARIE ne delle barriere architettoniche negli edifici privati; La nuova edizione dell’opuscolo “Tutti hanno diritto alle cure sanitarie compresi: anziani cronici non autosufficienti, malati di Alzheimer, malati psichiatrici, handicappati con gravi patologie”, iniziativa promossa da Alzheimer Piemonte, Auser, Avo (Associazione volontari ospedalieri), Cpd (Consulta per le persone in difficoltà), Csa (Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti), Diapsi (Difesa ammalati psichici), Gvv (Gruppo volontariato vincenziano), Sea Italia (Servizio emergenza anziani), Società San Vincenzo de’ Paoli e Utim (Unione tutela insufficienti mentali). affronta i seguenti argomenti: 14 Che cosa sono e come funzionano le strutture residenziali socio-sanitarie (RSA, Residenza sanitaria assistenziale e RAF, Residenza assistenziale flessibile). Vi sono inoltre i fac-simili delle lettere per opporsi alle dimissioni da ospedali e da case di cura private convenzionale e per richiedere la prosecuzione delle cure riguardanti: a) gli anziani cronici non autosufficienti, i malati di Alzheimer e le persone colpite da altre forme di demenza senile; 1 Chi ha diritto alle cure sanitarie; b) i pazienti psichiatrici con limitata autonomia. 2 Che cosa affermano le leggi; 3 Le tariffe delle strutture di ricovero; La guida si può richiedere al seguente 4 Rapporti utenti / struttura di ricove- numero di telefono: C.S.A. (Coordinamento Sanità e Assistenza di base Toro; rino) telef. 0118124469. 5 Come disdire impegni indebitamente sottoscritti; 6 La malattia mentale: che cos’è e quali sono i diritti; 7 La continuità terapeutica prevista dalla delibera regionale del Piemonte; 8 come opporsi alle dimissioni da una struttura sanitaria; 9 Che cosa bisogna sapere prima di accettare le dimissioni dall’ospedale o dalla casa di cura; 10 Che cosa bisogna sapere prima di accettare le cure domiciliari e/o l’inserimento in un centro diurno; 11 Unità di valutazione geriatrica (UVG) e Unità di valutazione handicap (UVH); 12 Interdizione, inabilitazione e amministrazione di sostegno; 13 Contributi previsti per l’eliminazio24 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 GIOCHI a cura di Vincenzo Vitagliano Ciao a tutti, nonostante la crisi ripartiamo coi nostri giochi enigmistici anche nel 2012. Le previsioni non sono buone ma noi vogliamo sperare che l’economia ricominci a marciare nella direzione dello sviluppo. Nell’attesa, cerchiamo di trovare le soluzioni giuste.…. almeno per i quesiti enigmistici! (Tutte le soluzioni dei giochi di questo numero le troverete su quello prossimo). GIOCO 1 - ENIGMISTICA CLASSICA Cambio di iniziale (Il gioco si risolve trovando le parole che differiscono tra loro solo per la prima lettera) 1) È certo un XXXXX, con un tipo tanto YXXXX è difficile stringere un ZXXXX, per questo, WXXXX me la KXXXX! ( ______ _______ _______ _______ _______) i suoi piccoli segreti XXXXXXXXX. (________ _______) Falsi accrescitivi (La seconda parola si ottiene facendo l’accrescitivo della prima (es. mela – melone) 1) Del fabbro il freddoloso garzone usa il pesante XXXXXX protetto da un XXXXXXXX. (____ _________) 2) Su per la salita arranca e sbuffa la cara Balilla: una gloriosa XXXX col XXXXXXX. (_____ __________) 3) Secondo voi è possibile fare con una fotocamera digitale una XXXX ad un XXXXXX? (____ ________) 4) Artista di strada: Non ha bisogno di teatro, lui dà prova di bel XXXXX della piazza in un XXXXXXX. (_______ _____________) 5) Nell’antica Grecia. Sotto il XXXX dell’Acropoli aspettano gli ateniesi il discorso di XXXXXX. (_______ __________) Anagramma (le parole indicate dalle X sono composte dalle stesse lettere). Writer irriducibile: Sui muri di XXXX, la città eterna, lascio indelebile XXXX del mio immenso XXXX per una bella XXXX! ( ______ ______ ______ ______ ) Falsi iterativi (la seconda parola si ottiene mettendo le lettere RI davanti alla prima) 1) In tempo di crisi ho deciso, stasera non XXXX così qualche soldino a risparmiar XXXXXX. ( ____ _____) 2) La pettegola: lei lo sa che l’amica XXXXXXX se GIOCO 2 e 3 - SUDOKU e SERIE ARITMETICHE 2 3 4 5 1 3 4 2 6 9 7 8 7 4 2 6 6 2 1 8 5 1 3 5 7 7 6 8 5 4 2 5 3 Come si risolve un Sudoku: in ogni riga, ogni colonna ed in ogni quadrato dai bordi ingrossati bisogna inserire tutte le cifre da 1 a 9 tenendo conto di quelle già inserite. Non vi sono altre regole e ognuno, con un poco di allenamento, riuscirà a sviluppare tecniche che porteranno facilmente alla soluzione. Un consiglio: è importante guardare tutto lo schema senza concentrarsi solo su una cifra per volta! GIOCO N. 3 ʹ Serie aritmetiche. Si tratta di inserire i numeri che mancano nelle serie esposte individuando la ͞ƌĞŐŽůĂ͟ĐŚĞůĞŐĂƵŶŶƵŵĞƌŽĂƋƵĞůůŽƐƵĐĐĞƐƐŝǀŽ 1 5 8 12 15 ___ 22 ___ 5 4 3 2 1 25 1 3 7 13 ___ 31 ___ 57 1 2 3 21 ___ 5 ___ 13 Impegno per una vita migliore GIOCO 4 - REBUS: ne presentiamo alcuni facili, facili. I IBI Φϲͬ<Ő DSA IN Φϭ͕50 / Kg FRASE: (5, 3, 7)_________________________ FRASE: (9, 2, 10)_________________________ FR I DI ͙͙͙͙͙͘ S FRASE: (7, 2, 6 , 7) _______________________ NO X FRASE: (1, 8, 9, 3, 59 E dopo i rebus il solito incontro con la natura: Le recenti vicende relative alle forti nevicate di inizio febbraio, con moltissimi danni, disagi per la popolazione e addirittura molti morti provocati dal freddo, hanno messo ancora una volta in risalto il fatto che la natura è invincibile e, nelle sue manifestazioni estreme, riesce facilmente ad aver ragione di tutto il pregresso e l’intraprendenza dell’uomo. Dal canto suo l’uomo continua nei comportamenti che, facendo aumentare la temperatura dell’ambiente, rendono ancora più estremi e imprevedibili i fenomeni atmosferici. Fin dalle elementari ci hanno insegnato che l’Italia, protetta dalle Alpi, gode di un clima più mite rispetto al nord dell’Europa;cosa verissima fino a quando il freddo proviene dal polo nord. La cosa è più difficile da spiegare quando l’aria freddissima proviene dalla Russia (quindi dall’est) e colpisce con durezza anche l’Italia centrale e meridionale. Ma se osserviamo che il famosissimo “anticiclone atlantico” nel periodo preso in considerazione si è spostato verso nord (e quindi non ha bilanciato l’aria fredda proveniente dalla Russia), allora di- ventano comprensibili sia le abbondanti precipitazioni nevose e il gran freddo sull’Italia, ma anche l’inverno mite del quale hanno potuto godere nel nord dell’Europa e degli stati Uniti e, infine, perché la barriera delle Alpi non ha funzionato. Forse le anomalie climatiche si sono sempre verificate ma i mutamenti indotti dalle attività umane nell’ambiente ne hanno accentuato la frequenza e l’intensità per cui la maggior parte degli scienziati ritiene che è sempre più urgente attivare delle serie politiche per contenere l’innalzamento della temperatura globale. Il vero problema è che tali politiche hanno un costo elevato e per vari motivi non si riesce ad andare oltre le buone intenzioni, infatti, alcuni Stati per non rinunciare alla crescita, altri perché pressati dalla crisi economica in atto non fanno altro che rinviare a domani ciò che avrebbe dovuto essere fatto già da ieri. DUE DOMANDE: 1) Come viene generalmente chiamato l’anticiclone atlantico? 2) Quali sono le principali “scale” con le quali si misurano le temperature? 26 Anno XV - N. 1 gennaio, febbraio, marzo 2012 LE RICETTE DI ELENA PENSIERO Molte domeniche vado a visitare Torino, facciamo una passeggiata in centro, ci sono tante persone e non riusciamo a camminare, prima mi dava tanto fastidio ma adesso non mi da più fastidio. Andiamo con il pullman e certe volte aspettiamo tanto tempo alla fermata. A me piace andare in giro con il pullman, con il tram e con la metropolitana. Adesso che arriva l’estate andrò al mare e farò tante passeggiate. Poi spero sempre di andare in ferie in comunità, spero anche di andare in soggiorno. ZITI AL SALTO Ziti g. 500, pomodoro g. 500, olive g. 500, capperi g. 50, porro g. 50, prezzemolo, 6 acciughe, olio, sale. Mettete sul fuoco una capace casseruola con abbondante acqua che salerete al bollore e che vi servirà per lessare gli ziti dopo averli spezzati a metà. Intanto affettate il porro a rondelle sottili e fatelo appassire, in una larga padella, in 4 cucchiai d’olio. Aggiungete i filetti d’acciuga, stemperateli nel condimento poi unite la polpa di pomodoro, le olive tritate, i capperi sciacquati dal sale e gli ziti lessati e scolati al dente. Saltateli velocemente nel sugo per farli insaporire (eventualmente correggete di sale) cospargeteli con abbondante prezzemolo tritato, trasferiteli in un piatto adeguato e serviteli immediatamente. LASAGNE CON RAGÙ E VERDURE 50 g. farina g 500, sale, 2 uova, ragù g. 500, besciamella g. 500, zucchine g. 500, porro g. 500, prosciutto g. 500, parmigiano, burro, olio, pepe. Con gli ingredienti indicati preparate la pasta. Lasciatela riposare per 30 e, intanto, fate appassire in 3 cucchiai d’olio il porro e le zucchine, il tutto tagliato a rondelle, salate e pepate. Tirate la pasta in sfoglie sottili, lessatele al dente, scolatele su un canovaccio quindi sistematele a strati in una pirofila condendole con la besciamella, il ragù, le fettine di prosciutto, le verdure rosolatele, abbondante parmigiano e fiocchetti di burro. Passate in forno a 200 per 30 circa. Servite le lasagne tiepide. GNOCCHI ALLA RUSTICANA Gnocchi g. 500, fave g. 500, pancetta g. 500, aglio, prezzemolo, olio, sale, pepe. Mettete sul fuoco una capace casseruola con abbondante acqua che salerete al bollore e che vi servirà per lessare la pasta e le fave. Iniziate con queste ultime, lasciandole cuocere per 5, poi toglietele con il mestolo forato e unite gli gnocchi. Private intanto le fave della pellicina di rivestimento e fatele insaporire in una larga padella, in 4 cucchiai d’olio caldo, aromatizzato da 2 spicchi d’aglio interi leggermente schiacciati, insieme alla pancetta ridotta in dadolata fine. Salate, pepate, bagnate l’intingolo con un mestolino di acqua della pasta e unite gli gnocchi lessati. Saltateli velocemente in padella e cospargeteli con un trito di prezzemolo. PIZZOCCHERI ALLA VALLIGIANA Salvia, sale, pepe, grana g. 200, patata g. 200, cavolini g. 200, burro g. 200, parmigiano g. 100, pecorino g. 100, pizzoccheri g 500. Mettete sul fuoco una capace pentola con abbondante acqua che salerete al bollore e che vi servirà per lessare le verdure e la pasta. Riducete a dadini la patata, tagliate a metà i cavolini, mettete il tutto nell’acqua in ebollizione e, dopo 10 unite anche i pizzoccheri. A parte fate sciogliere il burro insaporito con alcune foglie di salvia, una generosa macinata di pepe e un pizzichino di sale. Scolate al dente le verdure e la pasta, sistemate il tutto a strati in un piatto caldo condendo con il parmigiano, il grana e il pecorino a lamelle e con il burro spumeggiante. 27 Impegno per una vita migliore L’isoLa dei desideri L’ITALIA A TAVOLA di Gianguido Silvio Saracino Noi italiani siamo famosi per farlo bene e farne tanto: ovviamente si parla del mangiare, cosa pensavate? Mangiare, non è solo un atto quotidiano indispensabile ma, a quanto pare, visto che anche la tv se n’è accorta, il mangiare per noi, è una cosa molto, molto importante e che merita un’attenzione particolare. Da una decina d’anni a questa parte ogni emittente televisiva ha il suo programma di cucina, non solo nell’ora di pranzo, con tante belle ricette, idee per stupire, nuovi intrugli saporiti e simpatiche trovate per unire, ad esempio, bambini e verdure, impresa sempre difficile. In ogni caso credo che l’andamento venga come al solito dalla “scuola” americana, che realizza da molti anni svariate trasmissioni di cucina. Mi immagino una bella trasmissione con una simpatica conduttrice dai biondi capelli e dentatura sbiancatissima, che sta cucinando un’anatra e la tipica famigliola americana, seduta, di fronte alla TV, ognuno con un bel hamburger che commenta tra un morso e l’altro quanto deve essere gustoso quel piatto: che idilliaco quadretto. Ma ritorniamo a casa nostra; a quanto pare, risulta, avendo avuto modo di conoscere persone che appartengono ad altre culture, che gli italiani in generale parlano di mangiare mentre mangiano, ed è una cosa continua: par- lano del buon sapore che aveva la data cosa in un dato posto, della prelibatezza del sugo della nonna, o del cosa si prova a mangiare le cozze nella trattoria PincoPallino, insomma una sinfonia di parole che si muove a ritmo di forchetta e coltello. Curioso e anche un po’ stupito dalla “notizia” ho cercato di fare attenzione, di vedere se è proprio uso nostro di parlare costantemente di mangiare mentre si è seduti a tavola, e rivelazione delle rivelazioni: è così. Costantemente, prima o poi, un commensale, tirerà fuori una frasetta innocua e innocente che scatenerà la discussione sul cibo. Costume o usanza, differenza di pensare nostro rispetto agli altri, tutto quello che volete, ma ora, quasi quasi, dato che ho parlato tanto di mangiare, vado a fare un saluto al frigorifero. Alberto Sordi in una famosa scena del film Un Americano a Roma 28 PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA FEDERAZIONE MALATTIE RARE INFANTILI DI TORINO 012 2 o i bra b e f , 29 o n i Tor Anno 2012 - n.1 - Spedizione in A. P. - comma 20/C Legge 662/96 Filiale di Torino “Impegno per una vita migliore” - Via Susa 37 - 10138 TORINO - Anno XV - n. 1 ANNO 2012 Rare Disease Day 29 febbraio 2012 Quinta Giornata Mondiale delle Malattie Rare