NOI DONATORI 9/12
6-05-2005
10:45
Pagina 1
9
...da “Noi in Fidas”
di Bruno Pizzul
Donare
per partecipare
Esiste lo sport di vertice, riservato ai
professionisti, con il calcio a farla da
padrone e a regalare esempi assai
poco edificanti; ma esiste per fortuna,
anche uno sport che si manifesta in
modo genuino e spontaneo, trascurato dagli organi di informazione, eppure capace di catturare l’attenzione e
l’interesse della gente.
Ne sono palese testimonianza i numerosissimi tornei estivi che si organizzano praticamente in ogni paese o cittadina e mettono di fronte, all’insegna
dell’agonismo più sentito, i rioni, i bar,
le aziende, le parrocchie, le confraternite del territorio.
Bisogna dire che anche a questo livello, dove si gioca su campetti ridotti,
quasi sempre negli oratori, tra squadre di sette elementi, attecchisce
spesso l’erba cattiva della voglia di
vincere a ogni costo per cui si assiste
a una sorta di calcio mercato in tono
minore, dove ognuno cerca di acca-
parrarsi i migliori giocatori della zona
anche se non si tratta di contradaioli,
clienti del bar o dipendenti d’impresa.
Anno dopo anno si articolano regolamenti sempre nuovi, per evitare che
vengano ingaggiati calciatori professionisti o addirittura campioni stranieri
che magari sono in vacanza sul luogo.
Capita sovente che simili tornei siano
organizzati proprio dai donatori di sangue e vi partecipano, naturalmente,
formazioni di svariata composizione,
con il solito problema: quali elementi
possono partecipare e quali no?
Su in Friuli ho constatato che, per
poter giocare, in qualsiasi squadra,
l’aspirante deve certificare di aver
fatto almeno una donazione di sangue; metodo straordinario per catturare nuovi amici, visto che spesso, proprio per potersi iscrivere al torneo, giovani calciatori, cestisti, pallavoliste si
avvicinano al mondo dei donatori e
quasi sempre ne percepiscono lo spi-
rito e continuano a donare.
Metodo che può apparire
vagamente ricattatorio, ma,
quando ero giovane, succedeva lo stesso con il pallone
dell’oratorio. Il prete ce lo
dava solo dopo che avevamo
partecipato al corso di catechismo o alla funzione religiosa.Il
tutto, naturalmente, a fin di bene. Chi
dona il sangue, poi, avverte subito il
senso dell’appartenenza, quindi chiede di giocare nella squadra dei donatori nelle successive edizioni dei succitati tornei, contribuendo a rendere
molto competitivo anche a livello agonistico il gruppo. Insomma spesso
sono proprio le squadre dei donatori a
vincere queste competizioni che - lo
ripeto – sono molto sentite e apprezzate sul territorio. Insomma basta
sapersi guardare un po’ in giro e si
scopre che lo sport nonostante le contaminazioni che ha subito a livello
superprofessionistico, regala ancora
momenti positivi e gratificanti. Se poi
consente di allargare la famiglia dei
donatori significa che possiede ancora forza aggregativa non mirata solo al
denaro, alla fama e al divismo. Ed è
proprio questo lo sport che dobbiamo
salvaguardare e promuovere.
Fidas Verona, Pallavolo Marmi Lanza
ed Hellas Verona insieme per il dono del sangue
Chi dona sangue
vince sempre!
L’importanza della collaborazione fra il
mondo dello sport ad alto livello e il
volontariato è stata sotto gli occhi di tutti
nel mese di marzo. Sono convinto che la
Fidas debba essere orgogliosa del rapporto di amicizia che la lega con l’Hellas
Verona e con la Pallavolo Marmi Lanza.
Il volontariato e lo sport formano un connubio vincente e di grande impatto nei
confronti della società.
Grazie alla disponibilità dei sodalizi
sopra citati, abbiamo organizzato la settimana dello sport… guardato. Per l’occasione, non abbiamo mandato sportivi
a sfidarsi sul campo, ma abbiamo inviato atleti del volontariato sugli spalti di
stadio e palasport. L’idea è nata sfruttando una coincidenza dei calendari di
calcio e pallavolo, dove l’Hellas Verona
era impegnato giovedì 17 marzo con la
Triestina e, la Marmi Lanza, domenica
20, con la Brebanca Cuneo.
Per organizzare al meglio l’evento, è
stato molto importante l’impegno dei
direttivi di decine di sezioni Fidas che
hanno coinvolto centinaia di persone
nell’iniziativa. È stata la conferma che,
se la nostra associazione si muove con
unità d’intenti verso un obiettivo, ha
delle potenzialità enormi che si traducono in un grande ritorno di immagine e,
molto probabilmente, in molte persone
che si avvicinano alla donazione di san-
gue. Nel dettaglio, il giorno 17 sugli spalti del Bentegodi eravamo in 460, muniti
di immancabile cappellino rosso, striscioni e bandiere. Con l’aiuto dei tifosi
del gruppo 1° Febbraio, all’entrata delle
squadre in campo abbiamo sventolato
migliaia di palloncini gialloblu con la
scritta “Fidas-Hellas insieme”, con la
certezza che il messaggio sia stato letto
da moltissime persone. Ma la parte del
leone l’ha fatta il giro di campo, compiuto fra il primo e il secondo tempo, da una
trentina di giovani muniti di casacche
fosforescenti, bandiere e uno striscione
del Gruppo Giovani Fidas, mentre lo
speaker dello stadio leggeva un mes-
saggio sulla donazione. Indimenticabile
il passaggio sotto la curva sud come
sempre stracolma di tifosi. I 13.000 spettatori della partita hanno avuto modo di
conoscere la Fidas e recepire il messaggio di vita che porta.
Ancora più particolare è stata l’iniziativa
al palasport di domenica 20 marzo.
Abbiamo organizzato un ideale gemellaggio sportivo fra la nostra squadra di
pallavolo veronese e quella cuneense.
Per valorizzare ulteriormente la cornice
di pubblico, abbiamo invitato una rappresentanza di alcune decine di donatori della Fidas Michelin di Cuneo. Il risultato? 550 persone con cappellino rosso,
bandiere e striscioni che battevano le
mani ritmicamente su invito dello speaker che ha fatto più volte propaganda
sul dono del sangue ai 4.000 presenti al
palasport.
L’ideale gemellaggio sportivo si è concretizzato all’inizio della partita con lo
scambio dei gagliardetti e dei palloni firmati dalle squadre al centro del campo,
il tutto alla presenza del nostro presidente provinciale e a quello della Fidas
di Cuneo. Consentitemi di dire che vado
orgoglioso della capacità organizzativa
della Fidas, validamente supportata
dalla collaborazione fra dirigenti e donatori.
Non è certamente facile preparare con
buoni risultati, due eventi che ci consentano di raggiungere in un attimo migliaia
di persone, ma con l’aiuto delle società
sportive e la nostra voglia di stare insieme, tutte le difficoltà vengono superate.
Lasciamo ora il compito ai tifosi… del
dono, di recarsi numerosi ai centri trasfusionali, dove si raccoglie il sangue
che permette a molti bisognosi di vincere una partita fondamentale… quella
della vita.
Stefano Tassini
Nella foto, sopra: sfilata dei giovani
donatori Fidas all’interno del Bentegodi;
a sinistra: palloni di pallavolo autografati dai giocatori
NOI DONATORI 9/12
6-05-2005
10:45
Pagina 2
10
FILO DIRETTO
lettere, richieste, curiosità, opinioni in redazione
LE RISPOSTE ALLE LETTERE SONO A CURA
DELLA PRESIDENZA PROVINCIALE
dovesse avere degli episodi febbrili
in questo periodo non potrà donare
per tre anni. Come può notare la
legge è molto precisa e dettagliata,
infatti la Malaria si trasmette facilmente con la trasfusione di sangue
e il Legislatore ha voluto proteggere
il ricevente in modo che un momento terapeutico (quale è la trasfusione) non si trasformi in un danno per
il paziente.
Precauzioni per chi viaggia
nei Paesi a rischio
Gli alunni di Villafranca
ringraziano
Da qualche giorno sono rientrato da
un viaggio di 15 giorni in Kenia. Sto
completando la profilassi antimalarica con il Larian e ho effettuato la
vaccinazione per la febbre gialla.
Vorrei sapere se la mia permanenza
in Kenia o le varie profilassi creano
problemi con la donazione.
G. P.
Spett. Fidas,
siamo stati felici di aver assistito
ad una lezione di un vostro volontario (Silvano).
Abbiamo imparato tante cose sul
sangue e sull’utilità di donarlo.
Abbiamo trovato interessanti e
utili i materiali della busta gialla
che ci avete regalato. Grazie.
In merito alla vaccinazione per la
febbre gialla è prevista una sospensione per 4 settimane. Il problema
malaria è invece diffusamente trattato nell’allegato 4 del D. M.
26.1.2001 “Criteri di esclusione permanente e temporanea del candidato donatore ai fini della protezione
della salute del ricevente” che recita: “Tutti i soggetti che hanno visitato una zona ad endemia malarica
(quale il Kenia) possono essere
accettati come donatori, dopo un
periodo di sei mesi dal ritorno. Chi
ha invece sofferto di episodi febbrili
può essere accettato in presenza di
negatività dei test immunologici sei
mesi dopo essere divenuti asintomatici e dopo la cessazione della
terapia. Se i test immunologici non
sono disponibili (cosa molto frequente in Italia) il soggetto può
essere accettato quale donatore
soltanto dopo un periodo minimo di
tre anni dal ritorno della zona endemica”. Nel suo caso, quindi, se non
le viene la febbre potrà riprendere a
donare tra sei mesi se invece
Classe 5ª A-B-C
Scuola “G. Bellotti” di Villafranca
Un sentito ringraziamento
e un particolare invito
Sono un donatore di sangue e plasma e mi reco regolarmente, ogni
45 gg. circa, presso il Centro
Trasfusionale di Bussolengo per
una donazione.
Il mese scorso sono andato presso
il Centro di Raccolta dell’ospedale
Sacro Cuore di Negrar e ho appreso, con molto piacere, che da alcuni mesi è possibile, anche presso
l’ospedale di Negrar, effettuare
donazioni di sangue dal lunedì al
sabato compresi e la seconda
domenica di ogni mese (prima era
possibile solo nei giorni di lunedì,
mercoledì, venerdì).
Vorrei con questa mia lettera ringraziare tutto il personale dei centri trasfusionali
di
Negrar
e
di
Bussolengo, ma un particolare ringraziamento va al Prof. Ciaffoni,
Una bellissima esperienza
Mi chiamo Silvio e sono un ex
donatore di sangue. Dopo 25 anni
di donazioni ho dovuto lasciare
questa nobile opera che è il dare o
donare a chi ne ha bisogno.
È stata una bellissima esperienza
perché mi ha dato la possibilità di
conoscere tante persone generose
e direi anche premurose, premura
per la propria salute ma con lo
scopo di salvare chi la salute l’ha
persa per qualche malattia e per la
quale qualche volta c’è bisogno di
trasfusioni di sangue.
Perché non doni anche Tu giovane
o adulto che Tu sia? Se hai paura
o forse pensi che è inutile, che non
credi a quello che può fare il dare o
il donare un po’ del tuo sangue,
pensa che potresti essere tu o un
tuo caro ad averne bisogno; ma
non bisogna arrivare a questo,
pensando che tanto ci sono altri
che lo fanno, che devi proteggere
anche te e la tua salute. Donare è
anche sapere che stai bene, donare è essere responsabile di te stesso, della tua salute. Al Centro
Trasfusionale troverai medici ed
infermieri professionali che ti visiteranno e ti aiuteranno a superare
quella diffidenza che hai dentro di
te, troverai tanti amici che da anni
donano, ti aiuteranno anche loro, e
vedrai che dopo il primo impatto
troverai quella soddisfazione e
quella consapevolezza che donare
un po’ del tuo sangue ti aiuterà ad
essere migliore.
Se hai delle titubanze, se vuoi
saperne di più contatta il gruppo
donatori del tuo paese, il loro presidente o uno dei suoi collaboratori
potrà darti le indicazioni che cerchi.
Ti auguro buona fortuna e alla
prossima puntata. Ciao.
Silvio Milani
ex donatore
Lettera di don Mario Gatti, assistente ecclesiastico provinciale
Siate anche apostoli
nell’invitare
molti altri
Carissimi donatori di sangue, vi
scrivo e vi saluto da Casa Perez,
reparto clero di Negrar, dove sono
provvidenzialmente ricoverato da
circa sei mesi, forse e senza forse
per sempre. Mi trovo bene e ho
recuperato alquanto in salute,
assistito amorevolmente da tante
buone e brave persone, pervase
dalla carità di San Giovanni
Calabria.
Ormai sono impossibilitato a svolgere il mio servizio, che è durato
fra di voi circa quarant’anni e più,
di vostro Assistente ecclesiastico
provinciale e ho chiesto al carissimo nostro vescovo, padre Flavio
Roberto, di nominare il mio successore. Vi ringrazio di cuore per
tante vostre gentilezze e premure.
Con Voi e i vostri presidenti ho trascorso incontri, giornate, feste,
àgapi fraterne, sante Messe, viaggi (quello famoso fatto a Gela, in
Sicilia), ecc., sempre fraterni e
meravigliosi.
Vi porto ancora tutti nel cuore e
nella preghiera con le vostre gioie
e i vostri dolori. Vi auguro ogni
bene nel Signore e vi raccomando
di continuare, anzi moltiplicare
con sempre maggiore generosità
il vostro atto sublime, in aiuto di
chi soffre nell’anima e nel corpo.
Siate anche apostoli nell’invitare
molti altri, parenti, amici, conoscenti, vicini e lontani, soprattutto
primario dell’ospedale di Negrar,
per la sua sensibilità in questo
campo.
Vorrei
inoltre
chiedere
alla
Direzione dell’ospedale di Negrar
un ulteriore sforzo e acquistare
almeno una macchina per la donazione del plasma.
Inoltre vorrei invitare tutti i donatori
ad effettuare più donazioni, visto
che il fabbisogno di sangue e dei
suoi derivati è in continuo aumento,
giovani,
a donare
quel sangue ch’è
t a n t o
prezioso urgente e necessario. E
siate anche angeli di pace.
A quel sangue crudele e inutile,
che, ogni giorno, viene sparso
vergognosamente nei troppi delitti, guerre, massacri, aborti, terrorismi, attentati, omicidi, suicidi,
ecc… rispondete con il vostro
sangue pulito, benefico, fraterno e
cristiano, donato generosamente
a fratelli e sorelle, bisognosi della
Vostra squisita carità.
E pensate al premio finale. Se è
vero, com’è vero, che il vangelo ci
assicura che, in cielo, sarà premiato anche un solo bicchiere
d’acqua dato a un fratello assetato… cosa darà il Signore della
Vita al donatore di sangue che
offre uno, due, tre, dieci, trenta,
cinquanta, cento e più flaconi di
sangue?
Coraggio e fede! Io prego sempre
per voi e voi pregate per me.
Con sinceri auguri di buona
Pasqua, buona pace, buon apostolato, buona donazione di sangue, buona salute, con cordiali
saluti e mille benedizioni.
Vostro don Mario Gatti.
Negrar, 10 marzo 2005
in particolar modo nel periodo estivo. Vorrei anche invitare caldamente i non donatori, soprattutto i giovani, a recarsi presso qualsiasi
Centro Trasfusionale e chiedere
informazioni: donare sangue non è
poi così difficile e rappresenta un
gesto di grandissima generosità.
Ciao e buona donazione a tutti.
Nicola Trande
Negrar
FILO DIRETTO
lettere, richieste, curiosità, opinioni in redazione
Aspettiamo i vostri commenti, i vostri
suggerimenti, le vostre richieste che ci
potrete inviare per posta, fax o via
internet, e noi vi garantiamo interesse
e risposta a qualsiasi richiesta, purchè
legittima, etica e non anonima e,
anche, purchè arrivi in tempo
filo diretto “NOI DONATORI” - [email protected] - www.fidasverona.net
viale dell’Agricoltura, 1 - 37135 VERONA - Tel. e Fax 0458202990
NOI DONATORI 9/12
6-05-2005
10:45
Pagina 3
11
Iniziative utilizzate anche in passato, a volte consentono di avvicinare in modo efficace nuovi donatori
Zona sud-ovest: Giornata nuovi donatori
Avvicinare nuovi donatori di sangue
richiede un costante impegno, messo
alla prova dalla ricerca continua di
nuove strade da percorrere; ma,
molte volte, quelle utilizzate in passato consentono di ottenere comunque
buoni risultati. Perciò, basandoci sull’esperienza molto positiva dello scorso anno, abbiamo organizzato una
giornata di raccolta nuovi donatori
presso i poliambulatori dell’ospedale
di Villafranca. Qualche tempo prima,
abbiamo preso accordi sullo svolgimento dell’iniziativa, con la responsabile del centro trasfusionale dell’ospedale di Bussolengo dott.ssa Loredana
Martinelli (nella foto, dirigenti zona
sud-ovest) e affisso manifesti promozionali nei paesi dove ci sono le undici sezioni di zona. Organizzati di tutto
punto, il ritrovo è stato fissato per
domenica 27 febbraio a Villafranca.
Erano presenti,
indossando
l’immancabile
cappellino
rosso, diversi
volontari delle
varie sezioni.
Essi si sono
suddivisi
i
compiti
per
permettere un
regolare svolgimento della giornata. Alcuni si sono
occupati dell’accoglienza degli aspiranti donatori e li hanno indirizzati
ordinatamente nello studio medico
per la visita d’idoneità, altri li hanno
aiutati a compilare i vari moduli e altri
ancora hanno spiegato loro l’importanza di associarsi ad una delle
nostre sezioni Fidas. Molto simpatica
e piacevole è stata la preparazione
sul momento, del ristoro per gli aspiranti donatori presentatisi. Seguendo
delle opportune norme igieniche, ci
sono stati alcuni volontari che, muniti
di affettatrice, hanno preparato i panini freschi di giornata con i salumi
richiesti dai presenti, e altri hanno
versato loro le bevande messe a disposizione.
Ringrazio i vari volontari che si sono
messi a disposizione con molto impegno per favorire la buona riuscita
della giornata. Sono convinto che se
l’iniziativa verrà ripetuta nei prossimi
mesi o l’anno successivo, saremo
sicuramente in grado di ripetere e
migliorare l’aspetto organizzativo e
avvicinare molte altre persone alla
donazione di sangue.
Stefano Tassini
Il presidente della sezione, Massimiliano Bonifacio, ha voluto ricordare che il dono del sangue è un gesto semplice ma indispensabile
FIDAS Colognola: da 40 anni lo stesso spirito generoso
pieno di entusiasmo
In occasione del suo 40esimo compleanno, il gruppo donatori di sangue
della Fidas di Colognola ai Colli ha invitato tutta la cittadinanza a partecipare
allo spettacolo teatrale Circo a due
commedia di Barry Creyton, messa in
scena dalla Compagnia teatrale "La
Moscheta", per la regia di Daniele
Marchesini. "È stato un momento divertente nel quale - ha detto il presidente
della sezione colognolese Massimiliano
Bonifacio - vorremmo anche ricordare
che il dono del sangue è un gesto semplice ma indispensabile per aiutare gli
altri e, talvolta, salvare la vita di un
ammalato.
Ecco allora - ha proseguito - che il traguardo dei nostri 40 anni, diventa un
nuovo inizio e, se il nostro consueto
ritrovarci in tanti ci soddisfa, questa
volta sentiamo che la festa non è completa se non la condividiamo con tutti i
cittadini". I donatori inoltre hanno
festeggiato questo loro importante traguardo, questa volta però in modo più
privato, anche domenica 14 novembre
(nella foto). Durante il pranzo, circostanza ideale per vagliare nuove idee e proposte per il futuro dell’associazione,
sono stati premiati con medaglie, rispettivamente di bronzo, d’argento, e d’oro,
tutti i donatori benemeriti che hanno
raggiunto una soglia di donazioni considerevole. "Nel consegnare questi riconoscimenti, di cui non conta il valore
economico o materiale - ha puntualizzato il presidente - l’intenzione è quella di
fare onore agli associati che più si
distinguono per la continuità del loro
impegno e di ricordare anche a coloro
che sono meno assidui che la necessità di sangue è un’emergenza quotidiana.
Il lavoro svolto in questi anni dalla Fidas
Colognola, con lo stesso spirito generoso e pieno di entusiasmo della storica
Associazione San Camillo nostra antenata - ha continuato - ha portato tanti
nuovi amici ad unirsi a noi non solo per
compiere il gesto concreto della donazione verso chi sta male, ma anche per
diffondere la cultura della solidarietà e
della vita".
Daniela Rama
La sezione impegnata in molteplici manifestazioni che nel tempo sicuramente daranno frutti
Donatori sotto le stelle
a Buttapietra
Nel cortile della settecentesca Villa
Giuliari di Settimo del Gallese, nell’ambito della classica rassegna agostana enogastronomica denominata
“Buttapietra sotto le stelle”, la locale
sezione Fidas, su invito degli organizzatori, per dieci giorni consecutivi ha
promosso, e proporrà la prossima
estate l’invito a giovani e meno giovani di entrar a far parte della nostra
grande famiglia.
Appelli convincenti verranno diffusi
dai vocalist delle orchestre che si
alterneranno nelle serate, con la presenza costante di nostri volontari
sempre pronti ad ascoltare e
informare. Opuscoli informativi,
palloncini contraddistinti Fidas
saranno distribuiti e portati come
trofei da piccoli promotori in erba
e infine in una serata totalmente
dedicata ai giovani, con un’autoambulanza di supporto (nella foto)
richiesta appositamente dalla nostra
sezione per infondere a tutti un messaggio di sicurezza e nello stesso
tempo di moderazione.
Sera dopo sera l’interno del nostro
ampio gazebo si trasformerà in un
punto d’incontro, in una festa all’inter-
no della grande festa, con tanto di D.
J. made in Fidas, dove i soci donatori
familiarizzando si scambieranno idee
che sicuramente metteranno radici.
Analoga esperienza verrà ripetuta in
settembre durante l’annuale festa del
patrono di Buttapietra.
Riteniamo che un nuovo singolo
donatore accolto dal nostro gruppo
diventi per noi un valore di prestigio
inestimabile. Infine un invito, rivolto
soprattutto a quei soci che si tengono
sempre a margine delle iniziative promosse da tutte le sezioni, a partecipare e contribuire con proprie idee per
non rischiare di trasformarsi in un libro
interessante ma sempre chiuso e polveroso.
NOI DONATORI 9/12
6-05-2005
10:45
Pagina 4
12
Il presidente Lino Lavarini esprime soddisfazione per l’iscrizioni di 25 nuovi donatori
Sant’Ambrogio, 361 donazioni:
un traguardo
ragguardevole
Da anni l’8 dicembre per la sezione
Fidas
di
Sant’Ambrogio
di
Valpolicella è un giorno importante,
è il momento del raduno con tutti i
soci, i donatori e i simpatizzanti e si
festeggia con un pranzo sociale.
“Nell’ultimo anno le donazioni, sono
rimaste invariate rispetto all’anno
precedente, dichiara il giovane
intraprendente presidente Lino
Lavarini, e quindi guai abbassare la
guardia ma ricercare nuovi donatori,
in quanto il fabbisogno di sangue
aumenta sempre di più. Ognuno
dovrebbe fare promozione presso il
suo ambiente affinché crescano le
elargizioni di sangue; noi ci stiamo
impegnando per ottenere questo
risultato con alcune iniziative che
valorizzano
il significato
del donare.
Da queste
s i a m o
riusciti a incrementare le fila della
nostra sezione con l’iscrizione di 25
nuovi donatori, 2 riattivati e ben 361
donazioni”.
La giornata è iniziata con una santa
messa presso la chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio, presenti labari
e gagliardetti delle altre associazioni umanitarie di volontariato (nella
foto) e autorità civili e militari del
luogo. Poi tutti a Bardolino, dove,
durante il convivio, hanno ricevuto
benemerenze e medaglie i donatori
più meritevoli. Essi sono: diploma di
benemerenza
a
Carmine
Chiappetta, Stefano Ferrari, Giorgio
Grigoli, Roberto Minetto, Rosaria
Testi, Federico Tosi, Federico Zorzi;
medaglia di bronzo a Mirco
Accordino, Roberto Benedetti,
Matteo Brognara, Gabriella Maria
Cristanelli, Lorena Ferrari; medaglia
d’argento a Sauro Case, Serena
Cristanelli; medaglia d’oro Adriano
Bazzica ed Elvio Cecchini; croce
d’oro a Igino Fasoli e Franco
Savoia; distintivo d’oro al merito a
Mario Zorzi.
Ma l’evento più importante
è stata la consegna di una
preziosa targa a Giacomo
Peroni (nel foto in alto) per
l’impegno, la costanza e la
tenacia nella donazione del sangue.
Il donatore premiato ha raggiunto il
ragguardevole e, per certi versi ineguagliabile traguardo, di ben 173
donazioni. Giacomo ha ricevuto
molti applausi e complimenti, anche
dai rappresentanti provinciali della
Fidas accorsi alla cerimonia.
Nello stesso giorno l’amministrazione comunale ha consegnato un
riconoscimento al nostro grande
donatore per l’opera umanitaria
svolta.
Mirco Franceschetti
Contro il muro dell’indifferenza
Breve bibliografia dell’Autore
Gianni Chesta è nato il 17 dicembre 1944 a Bevilacqua (VR). Nel 1967 si diploma perito tecnico industriale e si specializza presso il centro studi della Bayer di Colonia. Dal
1986 è dirigente industriale presso una grande azienda veronese. Da buon imprenditore ha sempre attribuito molta importanza alla formazione professionale e sociale dei
giovani. Le sue doti di grande umanità e di serietà lo hanno distinto nei rapporti interpersonali, raggiungendo importanti obiettivi professionali e riconoscimenti pubblici. Da
più di trent’anni pratica l’alpinismo, dal 1959 è socio del CAI di Verona. Dal 1994 ha
dovuto abbandonare tutte le attività a causa di una malattia cardiaca, che in poco
tempo lo porterà ad aver assoluto bisogno di un cuore nuovo. È autore di una autobiografia dal titolo "”De bando” (Da parte). La mia incredibile storia con il cuore di
un’altra persona". Ha scritto e pubblicato un altro libro sulle sue avventure fra i monti
della Polonia ed i laghi della Siberia. Da sempre è impegnato nel volontariato. È socio
fondatore e presidente di un ente culturale e ricreativo, collabora con diverse testate
giornalistiche, dal 2001 è pure presidente dell’A. I. D. O. veronese. Ora l’amico Gianni
Chesta ha espresso il desiderio di collaborare per il nostro giornale e continuare a scrivere per un argomento che da sempre lo ha affascinato e impegnato nel volontariato
della solidarietà ma soprattutto contro il muro dell’indifferenza. Ben volentieri esaudiamo il suo desiderio e Lo ringraziamo per la Sua disponibilità.
Dal 1981 ero iscritto all’AIDO di
Villafranca perché ho sempre pensato che la solidarietà umana richiede
una disponibilità reciproca e non ho
mai pensato di poter diventare un
ricevente, un beneficiato da una
donazione altrui. È risaputo, anche se
non accade sempre, che nella stragrande maggioranza dei casi una
persona ammalata grave si senta
messa da parte. La società nonostante progredisca in ogni settore,
emargina sempre più chi non può
“dare”. Vorrei poter dire a chiunque
incontro: “hai mai pensato che tu
stesso o una persona a te cara,
potrebbe avere bisogno di un organo
per continuare a vivere e non trovare
alcuna donazione?”.
In questi ultimi anni sembra scoppiata la novità della donazione d’organi.
Tutti ne parlano, tutti discutono dell’opportunità o meno di effettuare la
donazione dei propri organi a morte
avvenuta, la televisione organizza tavole rotonde, discussioni, statistiche ed
alcuni giornali escono con articoli e
annunci come fosse la novità degli ultimi
giorni, ma il trapianto di organi si effettua
in forma idonea, corretta e duratura da
almeno 30 anni!
Molti scrivono e fanno pubblicare articoli senza avere cognizioni mediche o
scientifiche e arrivano al pubblico con
notizie fantascientifiche, inopportune e
squallide. Accade anche che i promotori
di alcuni articoli distorti si dichiarino persone cattoliche o dirigenti o responsabili di associazioni cattoliche perché così
non posso riconoscermi come cattolico
e non è corretto coinvolgere associazioni e gruppi in opinioni strettamente personali e in alcun modo sorrette dalla
scienza, dalla medicina o dalle leggi
dello Stato. Dalla morte celebrale, in
nessuna parte del mondo, non è mai tornato in vita nessuno! Quando il tronco
del cervello non risponde più ad una sol-
lecitazione elettrica significa che il cervello è morto. Significa che il nostro
corpo non riceve alcun comando e non
solo viene a mancare la termoregolazione corporea ma non respira più. Il corpo
è decapitato, la sua respirazione può
avvenire esclusivamente in maniera artificiale e se il cadavere non viene riscaldato, diviene presto freddo e perde il
colorito roseo divenendo presto del
colore grigio della morte e inizia il processo di putrefazione. Forse per moda o
attualità si rende necessario che ci sia
sempre qualcuno che navighi controcorrente, che contesti anche i fatti più eclatanti, evidenti e scientificamente provati.
Un attento lettore può rilevare, nella
maggioranza dei casi, che nessun giornalista firma l’articolo pubblicato e un
buon cattolico pensa di leggere una opinione di un rappresentante di una setta
religiosa che non ha nulla in comune
con il cattolicesimo. Non c’è nemmeno il
tempo di replicare o di correggere perché ormai è tardi e il male è stato seminato! Quella notizia fantascientifica,
ignorante e inopportuna ha già creato
dubbi, incertezze e un forte freno alle
donazioni. Ricordo ancora quando giacevo su di un letto d’ospedale in attesa
di un cuore nuovo, che notizie false o
errate tipo: “si risveglia dopo essere
stato diagnosticato morto……” o “resuscita dopo essere stato dichiarato
morto…” provocavano per un lungo
periodo una diminuzione di donazioni,
un notevole aumento delle persone in
lista di attesa e molti di coloro che attendevano pieni di speranza morivano.
Perché muoiono tante persone in attesa
di trapianto, potendo essere salvate?
“Perché coloro che muoiono portano
con sé in cielo i loro organi, quando il
cielo sa quanto sono necessari su
questa terra?”
Allora non è vera, non è cattolica, l’affermazione: “Non c’è amore più grande del dono di sé agli altri…”? Ogni
cristiano dovrebbe, per libera scelta e
non per legge, donare i propri organi
affinché qualche altro possa continuare a vivere!
Dare in vita il proprio sangue per curare mali e malattie di questo mondo e
dare alla propria morte le propri cornee a un uomo che non ha mai visto
una aurora, il viso di un bambino e l’amore negli occhi di una donna, dare il
proprio cuore ad una persona che ha
patito infinite sofferenze e dare i propri
reni a chi è legato a una macchina per
sopravvivere è una buona azione che
non potrà non ottenere grazia alla
vista di Dio!
Non è possibile credere che l’egoismo
possa rinunciare alla donazione del
sangue e al termine della vita portare
nella tomba, organi che potrebbero
servire a guarire una persona che non
ha più speranza di poter continuare a
vivere. Nella nostra tomba devono
essere sepolti i difetti, le debolezze e i
pregiudizi umani.
Gianni Chesta
Scarica

PDF, da pagina 9 a pagina 12