NOI DONATORI 9/12 6-05-2005 10:45 Pagina 1 9 ...da “Noi in Fidas” di Bruno Pizzul Donare per partecipare Esiste lo sport di vertice, riservato ai professionisti, con il calcio a farla da padrone e a regalare esempi assai poco edificanti; ma esiste per fortuna, anche uno sport che si manifesta in modo genuino e spontaneo, trascurato dagli organi di informazione, eppure capace di catturare l’attenzione e l’interesse della gente. Ne sono palese testimonianza i numerosissimi tornei estivi che si organizzano praticamente in ogni paese o cittadina e mettono di fronte, all’insegna dell’agonismo più sentito, i rioni, i bar, le aziende, le parrocchie, le confraternite del territorio. Bisogna dire che anche a questo livello, dove si gioca su campetti ridotti, quasi sempre negli oratori, tra squadre di sette elementi, attecchisce spesso l’erba cattiva della voglia di vincere a ogni costo per cui si assiste a una sorta di calcio mercato in tono minore, dove ognuno cerca di acca- parrarsi i migliori giocatori della zona anche se non si tratta di contradaioli, clienti del bar o dipendenti d’impresa. Anno dopo anno si articolano regolamenti sempre nuovi, per evitare che vengano ingaggiati calciatori professionisti o addirittura campioni stranieri che magari sono in vacanza sul luogo. Capita sovente che simili tornei siano organizzati proprio dai donatori di sangue e vi partecipano, naturalmente, formazioni di svariata composizione, con il solito problema: quali elementi possono partecipare e quali no? Su in Friuli ho constatato che, per poter giocare, in qualsiasi squadra, l’aspirante deve certificare di aver fatto almeno una donazione di sangue; metodo straordinario per catturare nuovi amici, visto che spesso, proprio per potersi iscrivere al torneo, giovani calciatori, cestisti, pallavoliste si avvicinano al mondo dei donatori e quasi sempre ne percepiscono lo spi- rito e continuano a donare. Metodo che può apparire vagamente ricattatorio, ma, quando ero giovane, succedeva lo stesso con il pallone dell’oratorio. Il prete ce lo dava solo dopo che avevamo partecipato al corso di catechismo o alla funzione religiosa.Il tutto, naturalmente, a fin di bene. Chi dona il sangue, poi, avverte subito il senso dell’appartenenza, quindi chiede di giocare nella squadra dei donatori nelle successive edizioni dei succitati tornei, contribuendo a rendere molto competitivo anche a livello agonistico il gruppo. Insomma spesso sono proprio le squadre dei donatori a vincere queste competizioni che - lo ripeto – sono molto sentite e apprezzate sul territorio. Insomma basta sapersi guardare un po’ in giro e si scopre che lo sport nonostante le contaminazioni che ha subito a livello superprofessionistico, regala ancora momenti positivi e gratificanti. Se poi consente di allargare la famiglia dei donatori significa che possiede ancora forza aggregativa non mirata solo al denaro, alla fama e al divismo. Ed è proprio questo lo sport che dobbiamo salvaguardare e promuovere. Fidas Verona, Pallavolo Marmi Lanza ed Hellas Verona insieme per il dono del sangue Chi dona sangue vince sempre! L’importanza della collaborazione fra il mondo dello sport ad alto livello e il volontariato è stata sotto gli occhi di tutti nel mese di marzo. Sono convinto che la Fidas debba essere orgogliosa del rapporto di amicizia che la lega con l’Hellas Verona e con la Pallavolo Marmi Lanza. Il volontariato e lo sport formano un connubio vincente e di grande impatto nei confronti della società. Grazie alla disponibilità dei sodalizi sopra citati, abbiamo organizzato la settimana dello sport… guardato. Per l’occasione, non abbiamo mandato sportivi a sfidarsi sul campo, ma abbiamo inviato atleti del volontariato sugli spalti di stadio e palasport. L’idea è nata sfruttando una coincidenza dei calendari di calcio e pallavolo, dove l’Hellas Verona era impegnato giovedì 17 marzo con la Triestina e, la Marmi Lanza, domenica 20, con la Brebanca Cuneo. Per organizzare al meglio l’evento, è stato molto importante l’impegno dei direttivi di decine di sezioni Fidas che hanno coinvolto centinaia di persone nell’iniziativa. È stata la conferma che, se la nostra associazione si muove con unità d’intenti verso un obiettivo, ha delle potenzialità enormi che si traducono in un grande ritorno di immagine e, molto probabilmente, in molte persone che si avvicinano alla donazione di san- gue. Nel dettaglio, il giorno 17 sugli spalti del Bentegodi eravamo in 460, muniti di immancabile cappellino rosso, striscioni e bandiere. Con l’aiuto dei tifosi del gruppo 1° Febbraio, all’entrata delle squadre in campo abbiamo sventolato migliaia di palloncini gialloblu con la scritta “Fidas-Hellas insieme”, con la certezza che il messaggio sia stato letto da moltissime persone. Ma la parte del leone l’ha fatta il giro di campo, compiuto fra il primo e il secondo tempo, da una trentina di giovani muniti di casacche fosforescenti, bandiere e uno striscione del Gruppo Giovani Fidas, mentre lo speaker dello stadio leggeva un mes- saggio sulla donazione. Indimenticabile il passaggio sotto la curva sud come sempre stracolma di tifosi. I 13.000 spettatori della partita hanno avuto modo di conoscere la Fidas e recepire il messaggio di vita che porta. Ancora più particolare è stata l’iniziativa al palasport di domenica 20 marzo. Abbiamo organizzato un ideale gemellaggio sportivo fra la nostra squadra di pallavolo veronese e quella cuneense. Per valorizzare ulteriormente la cornice di pubblico, abbiamo invitato una rappresentanza di alcune decine di donatori della Fidas Michelin di Cuneo. Il risultato? 550 persone con cappellino rosso, bandiere e striscioni che battevano le mani ritmicamente su invito dello speaker che ha fatto più volte propaganda sul dono del sangue ai 4.000 presenti al palasport. L’ideale gemellaggio sportivo si è concretizzato all’inizio della partita con lo scambio dei gagliardetti e dei palloni firmati dalle squadre al centro del campo, il tutto alla presenza del nostro presidente provinciale e a quello della Fidas di Cuneo. Consentitemi di dire che vado orgoglioso della capacità organizzativa della Fidas, validamente supportata dalla collaborazione fra dirigenti e donatori. Non è certamente facile preparare con buoni risultati, due eventi che ci consentano di raggiungere in un attimo migliaia di persone, ma con l’aiuto delle società sportive e la nostra voglia di stare insieme, tutte le difficoltà vengono superate. Lasciamo ora il compito ai tifosi… del dono, di recarsi numerosi ai centri trasfusionali, dove si raccoglie il sangue che permette a molti bisognosi di vincere una partita fondamentale… quella della vita. Stefano Tassini Nella foto, sopra: sfilata dei giovani donatori Fidas all’interno del Bentegodi; a sinistra: palloni di pallavolo autografati dai giocatori NOI DONATORI 9/12 6-05-2005 10:45 Pagina 2 10 FILO DIRETTO lettere, richieste, curiosità, opinioni in redazione LE RISPOSTE ALLE LETTERE SONO A CURA DELLA PRESIDENZA PROVINCIALE dovesse avere degli episodi febbrili in questo periodo non potrà donare per tre anni. Come può notare la legge è molto precisa e dettagliata, infatti la Malaria si trasmette facilmente con la trasfusione di sangue e il Legislatore ha voluto proteggere il ricevente in modo che un momento terapeutico (quale è la trasfusione) non si trasformi in un danno per il paziente. Precauzioni per chi viaggia nei Paesi a rischio Gli alunni di Villafranca ringraziano Da qualche giorno sono rientrato da un viaggio di 15 giorni in Kenia. Sto completando la profilassi antimalarica con il Larian e ho effettuato la vaccinazione per la febbre gialla. Vorrei sapere se la mia permanenza in Kenia o le varie profilassi creano problemi con la donazione. G. P. Spett. Fidas, siamo stati felici di aver assistito ad una lezione di un vostro volontario (Silvano). Abbiamo imparato tante cose sul sangue e sull’utilità di donarlo. Abbiamo trovato interessanti e utili i materiali della busta gialla che ci avete regalato. Grazie. In merito alla vaccinazione per la febbre gialla è prevista una sospensione per 4 settimane. Il problema malaria è invece diffusamente trattato nell’allegato 4 del D. M. 26.1.2001 “Criteri di esclusione permanente e temporanea del candidato donatore ai fini della protezione della salute del ricevente” che recita: “Tutti i soggetti che hanno visitato una zona ad endemia malarica (quale il Kenia) possono essere accettati come donatori, dopo un periodo di sei mesi dal ritorno. Chi ha invece sofferto di episodi febbrili può essere accettato in presenza di negatività dei test immunologici sei mesi dopo essere divenuti asintomatici e dopo la cessazione della terapia. Se i test immunologici non sono disponibili (cosa molto frequente in Italia) il soggetto può essere accettato quale donatore soltanto dopo un periodo minimo di tre anni dal ritorno della zona endemica”. Nel suo caso, quindi, se non le viene la febbre potrà riprendere a donare tra sei mesi se invece Classe 5ª A-B-C Scuola “G. Bellotti” di Villafranca Un sentito ringraziamento e un particolare invito Sono un donatore di sangue e plasma e mi reco regolarmente, ogni 45 gg. circa, presso il Centro Trasfusionale di Bussolengo per una donazione. Il mese scorso sono andato presso il Centro di Raccolta dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar e ho appreso, con molto piacere, che da alcuni mesi è possibile, anche presso l’ospedale di Negrar, effettuare donazioni di sangue dal lunedì al sabato compresi e la seconda domenica di ogni mese (prima era possibile solo nei giorni di lunedì, mercoledì, venerdì). Vorrei con questa mia lettera ringraziare tutto il personale dei centri trasfusionali di Negrar e di Bussolengo, ma un particolare ringraziamento va al Prof. Ciaffoni, Una bellissima esperienza Mi chiamo Silvio e sono un ex donatore di sangue. Dopo 25 anni di donazioni ho dovuto lasciare questa nobile opera che è il dare o donare a chi ne ha bisogno. È stata una bellissima esperienza perché mi ha dato la possibilità di conoscere tante persone generose e direi anche premurose, premura per la propria salute ma con lo scopo di salvare chi la salute l’ha persa per qualche malattia e per la quale qualche volta c’è bisogno di trasfusioni di sangue. Perché non doni anche Tu giovane o adulto che Tu sia? Se hai paura o forse pensi che è inutile, che non credi a quello che può fare il dare o il donare un po’ del tuo sangue, pensa che potresti essere tu o un tuo caro ad averne bisogno; ma non bisogna arrivare a questo, pensando che tanto ci sono altri che lo fanno, che devi proteggere anche te e la tua salute. Donare è anche sapere che stai bene, donare è essere responsabile di te stesso, della tua salute. Al Centro Trasfusionale troverai medici ed infermieri professionali che ti visiteranno e ti aiuteranno a superare quella diffidenza che hai dentro di te, troverai tanti amici che da anni donano, ti aiuteranno anche loro, e vedrai che dopo il primo impatto troverai quella soddisfazione e quella consapevolezza che donare un po’ del tuo sangue ti aiuterà ad essere migliore. Se hai delle titubanze, se vuoi saperne di più contatta il gruppo donatori del tuo paese, il loro presidente o uno dei suoi collaboratori potrà darti le indicazioni che cerchi. Ti auguro buona fortuna e alla prossima puntata. Ciao. Silvio Milani ex donatore Lettera di don Mario Gatti, assistente ecclesiastico provinciale Siate anche apostoli nell’invitare molti altri Carissimi donatori di sangue, vi scrivo e vi saluto da Casa Perez, reparto clero di Negrar, dove sono provvidenzialmente ricoverato da circa sei mesi, forse e senza forse per sempre. Mi trovo bene e ho recuperato alquanto in salute, assistito amorevolmente da tante buone e brave persone, pervase dalla carità di San Giovanni Calabria. Ormai sono impossibilitato a svolgere il mio servizio, che è durato fra di voi circa quarant’anni e più, di vostro Assistente ecclesiastico provinciale e ho chiesto al carissimo nostro vescovo, padre Flavio Roberto, di nominare il mio successore. Vi ringrazio di cuore per tante vostre gentilezze e premure. Con Voi e i vostri presidenti ho trascorso incontri, giornate, feste, àgapi fraterne, sante Messe, viaggi (quello famoso fatto a Gela, in Sicilia), ecc., sempre fraterni e meravigliosi. Vi porto ancora tutti nel cuore e nella preghiera con le vostre gioie e i vostri dolori. Vi auguro ogni bene nel Signore e vi raccomando di continuare, anzi moltiplicare con sempre maggiore generosità il vostro atto sublime, in aiuto di chi soffre nell’anima e nel corpo. Siate anche apostoli nell’invitare molti altri, parenti, amici, conoscenti, vicini e lontani, soprattutto primario dell’ospedale di Negrar, per la sua sensibilità in questo campo. Vorrei inoltre chiedere alla Direzione dell’ospedale di Negrar un ulteriore sforzo e acquistare almeno una macchina per la donazione del plasma. Inoltre vorrei invitare tutti i donatori ad effettuare più donazioni, visto che il fabbisogno di sangue e dei suoi derivati è in continuo aumento, giovani, a donare quel sangue ch’è t a n t o prezioso urgente e necessario. E siate anche angeli di pace. A quel sangue crudele e inutile, che, ogni giorno, viene sparso vergognosamente nei troppi delitti, guerre, massacri, aborti, terrorismi, attentati, omicidi, suicidi, ecc… rispondete con il vostro sangue pulito, benefico, fraterno e cristiano, donato generosamente a fratelli e sorelle, bisognosi della Vostra squisita carità. E pensate al premio finale. Se è vero, com’è vero, che il vangelo ci assicura che, in cielo, sarà premiato anche un solo bicchiere d’acqua dato a un fratello assetato… cosa darà il Signore della Vita al donatore di sangue che offre uno, due, tre, dieci, trenta, cinquanta, cento e più flaconi di sangue? Coraggio e fede! Io prego sempre per voi e voi pregate per me. Con sinceri auguri di buona Pasqua, buona pace, buon apostolato, buona donazione di sangue, buona salute, con cordiali saluti e mille benedizioni. Vostro don Mario Gatti. Negrar, 10 marzo 2005 in particolar modo nel periodo estivo. Vorrei anche invitare caldamente i non donatori, soprattutto i giovani, a recarsi presso qualsiasi Centro Trasfusionale e chiedere informazioni: donare sangue non è poi così difficile e rappresenta un gesto di grandissima generosità. Ciao e buona donazione a tutti. Nicola Trande Negrar FILO DIRETTO lettere, richieste, curiosità, opinioni in redazione Aspettiamo i vostri commenti, i vostri suggerimenti, le vostre richieste che ci potrete inviare per posta, fax o via internet, e noi vi garantiamo interesse e risposta a qualsiasi richiesta, purchè legittima, etica e non anonima e, anche, purchè arrivi in tempo filo diretto “NOI DONATORI” - [email protected] - www.fidasverona.net viale dell’Agricoltura, 1 - 37135 VERONA - Tel. e Fax 0458202990 NOI DONATORI 9/12 6-05-2005 10:45 Pagina 3 11 Iniziative utilizzate anche in passato, a volte consentono di avvicinare in modo efficace nuovi donatori Zona sud-ovest: Giornata nuovi donatori Avvicinare nuovi donatori di sangue richiede un costante impegno, messo alla prova dalla ricerca continua di nuove strade da percorrere; ma, molte volte, quelle utilizzate in passato consentono di ottenere comunque buoni risultati. Perciò, basandoci sull’esperienza molto positiva dello scorso anno, abbiamo organizzato una giornata di raccolta nuovi donatori presso i poliambulatori dell’ospedale di Villafranca. Qualche tempo prima, abbiamo preso accordi sullo svolgimento dell’iniziativa, con la responsabile del centro trasfusionale dell’ospedale di Bussolengo dott.ssa Loredana Martinelli (nella foto, dirigenti zona sud-ovest) e affisso manifesti promozionali nei paesi dove ci sono le undici sezioni di zona. Organizzati di tutto punto, il ritrovo è stato fissato per domenica 27 febbraio a Villafranca. Erano presenti, indossando l’immancabile cappellino rosso, diversi volontari delle varie sezioni. Essi si sono suddivisi i compiti per permettere un regolare svolgimento della giornata. Alcuni si sono occupati dell’accoglienza degli aspiranti donatori e li hanno indirizzati ordinatamente nello studio medico per la visita d’idoneità, altri li hanno aiutati a compilare i vari moduli e altri ancora hanno spiegato loro l’importanza di associarsi ad una delle nostre sezioni Fidas. Molto simpatica e piacevole è stata la preparazione sul momento, del ristoro per gli aspiranti donatori presentatisi. Seguendo delle opportune norme igieniche, ci sono stati alcuni volontari che, muniti di affettatrice, hanno preparato i panini freschi di giornata con i salumi richiesti dai presenti, e altri hanno versato loro le bevande messe a disposizione. Ringrazio i vari volontari che si sono messi a disposizione con molto impegno per favorire la buona riuscita della giornata. Sono convinto che se l’iniziativa verrà ripetuta nei prossimi mesi o l’anno successivo, saremo sicuramente in grado di ripetere e migliorare l’aspetto organizzativo e avvicinare molte altre persone alla donazione di sangue. Stefano Tassini Il presidente della sezione, Massimiliano Bonifacio, ha voluto ricordare che il dono del sangue è un gesto semplice ma indispensabile FIDAS Colognola: da 40 anni lo stesso spirito generoso pieno di entusiasmo In occasione del suo 40esimo compleanno, il gruppo donatori di sangue della Fidas di Colognola ai Colli ha invitato tutta la cittadinanza a partecipare allo spettacolo teatrale Circo a due commedia di Barry Creyton, messa in scena dalla Compagnia teatrale "La Moscheta", per la regia di Daniele Marchesini. "È stato un momento divertente nel quale - ha detto il presidente della sezione colognolese Massimiliano Bonifacio - vorremmo anche ricordare che il dono del sangue è un gesto semplice ma indispensabile per aiutare gli altri e, talvolta, salvare la vita di un ammalato. Ecco allora - ha proseguito - che il traguardo dei nostri 40 anni, diventa un nuovo inizio e, se il nostro consueto ritrovarci in tanti ci soddisfa, questa volta sentiamo che la festa non è completa se non la condividiamo con tutti i cittadini". I donatori inoltre hanno festeggiato questo loro importante traguardo, questa volta però in modo più privato, anche domenica 14 novembre (nella foto). Durante il pranzo, circostanza ideale per vagliare nuove idee e proposte per il futuro dell’associazione, sono stati premiati con medaglie, rispettivamente di bronzo, d’argento, e d’oro, tutti i donatori benemeriti che hanno raggiunto una soglia di donazioni considerevole. "Nel consegnare questi riconoscimenti, di cui non conta il valore economico o materiale - ha puntualizzato il presidente - l’intenzione è quella di fare onore agli associati che più si distinguono per la continuità del loro impegno e di ricordare anche a coloro che sono meno assidui che la necessità di sangue è un’emergenza quotidiana. Il lavoro svolto in questi anni dalla Fidas Colognola, con lo stesso spirito generoso e pieno di entusiasmo della storica Associazione San Camillo nostra antenata - ha continuato - ha portato tanti nuovi amici ad unirsi a noi non solo per compiere il gesto concreto della donazione verso chi sta male, ma anche per diffondere la cultura della solidarietà e della vita". Daniela Rama La sezione impegnata in molteplici manifestazioni che nel tempo sicuramente daranno frutti Donatori sotto le stelle a Buttapietra Nel cortile della settecentesca Villa Giuliari di Settimo del Gallese, nell’ambito della classica rassegna agostana enogastronomica denominata “Buttapietra sotto le stelle”, la locale sezione Fidas, su invito degli organizzatori, per dieci giorni consecutivi ha promosso, e proporrà la prossima estate l’invito a giovani e meno giovani di entrar a far parte della nostra grande famiglia. Appelli convincenti verranno diffusi dai vocalist delle orchestre che si alterneranno nelle serate, con la presenza costante di nostri volontari sempre pronti ad ascoltare e informare. Opuscoli informativi, palloncini contraddistinti Fidas saranno distribuiti e portati come trofei da piccoli promotori in erba e infine in una serata totalmente dedicata ai giovani, con un’autoambulanza di supporto (nella foto) richiesta appositamente dalla nostra sezione per infondere a tutti un messaggio di sicurezza e nello stesso tempo di moderazione. Sera dopo sera l’interno del nostro ampio gazebo si trasformerà in un punto d’incontro, in una festa all’inter- no della grande festa, con tanto di D. J. made in Fidas, dove i soci donatori familiarizzando si scambieranno idee che sicuramente metteranno radici. Analoga esperienza verrà ripetuta in settembre durante l’annuale festa del patrono di Buttapietra. Riteniamo che un nuovo singolo donatore accolto dal nostro gruppo diventi per noi un valore di prestigio inestimabile. Infine un invito, rivolto soprattutto a quei soci che si tengono sempre a margine delle iniziative promosse da tutte le sezioni, a partecipare e contribuire con proprie idee per non rischiare di trasformarsi in un libro interessante ma sempre chiuso e polveroso. NOI DONATORI 9/12 6-05-2005 10:45 Pagina 4 12 Il presidente Lino Lavarini esprime soddisfazione per l’iscrizioni di 25 nuovi donatori Sant’Ambrogio, 361 donazioni: un traguardo ragguardevole Da anni l’8 dicembre per la sezione Fidas di Sant’Ambrogio di Valpolicella è un giorno importante, è il momento del raduno con tutti i soci, i donatori e i simpatizzanti e si festeggia con un pranzo sociale. “Nell’ultimo anno le donazioni, sono rimaste invariate rispetto all’anno precedente, dichiara il giovane intraprendente presidente Lino Lavarini, e quindi guai abbassare la guardia ma ricercare nuovi donatori, in quanto il fabbisogno di sangue aumenta sempre di più. Ognuno dovrebbe fare promozione presso il suo ambiente affinché crescano le elargizioni di sangue; noi ci stiamo impegnando per ottenere questo risultato con alcune iniziative che valorizzano il significato del donare. Da queste s i a m o riusciti a incrementare le fila della nostra sezione con l’iscrizione di 25 nuovi donatori, 2 riattivati e ben 361 donazioni”. La giornata è iniziata con una santa messa presso la chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio, presenti labari e gagliardetti delle altre associazioni umanitarie di volontariato (nella foto) e autorità civili e militari del luogo. Poi tutti a Bardolino, dove, durante il convivio, hanno ricevuto benemerenze e medaglie i donatori più meritevoli. Essi sono: diploma di benemerenza a Carmine Chiappetta, Stefano Ferrari, Giorgio Grigoli, Roberto Minetto, Rosaria Testi, Federico Tosi, Federico Zorzi; medaglia di bronzo a Mirco Accordino, Roberto Benedetti, Matteo Brognara, Gabriella Maria Cristanelli, Lorena Ferrari; medaglia d’argento a Sauro Case, Serena Cristanelli; medaglia d’oro Adriano Bazzica ed Elvio Cecchini; croce d’oro a Igino Fasoli e Franco Savoia; distintivo d’oro al merito a Mario Zorzi. Ma l’evento più importante è stata la consegna di una preziosa targa a Giacomo Peroni (nel foto in alto) per l’impegno, la costanza e la tenacia nella donazione del sangue. Il donatore premiato ha raggiunto il ragguardevole e, per certi versi ineguagliabile traguardo, di ben 173 donazioni. Giacomo ha ricevuto molti applausi e complimenti, anche dai rappresentanti provinciali della Fidas accorsi alla cerimonia. Nello stesso giorno l’amministrazione comunale ha consegnato un riconoscimento al nostro grande donatore per l’opera umanitaria svolta. Mirco Franceschetti Contro il muro dell’indifferenza Breve bibliografia dell’Autore Gianni Chesta è nato il 17 dicembre 1944 a Bevilacqua (VR). Nel 1967 si diploma perito tecnico industriale e si specializza presso il centro studi della Bayer di Colonia. Dal 1986 è dirigente industriale presso una grande azienda veronese. Da buon imprenditore ha sempre attribuito molta importanza alla formazione professionale e sociale dei giovani. Le sue doti di grande umanità e di serietà lo hanno distinto nei rapporti interpersonali, raggiungendo importanti obiettivi professionali e riconoscimenti pubblici. Da più di trent’anni pratica l’alpinismo, dal 1959 è socio del CAI di Verona. Dal 1994 ha dovuto abbandonare tutte le attività a causa di una malattia cardiaca, che in poco tempo lo porterà ad aver assoluto bisogno di un cuore nuovo. È autore di una autobiografia dal titolo "”De bando” (Da parte). La mia incredibile storia con il cuore di un’altra persona". Ha scritto e pubblicato un altro libro sulle sue avventure fra i monti della Polonia ed i laghi della Siberia. Da sempre è impegnato nel volontariato. È socio fondatore e presidente di un ente culturale e ricreativo, collabora con diverse testate giornalistiche, dal 2001 è pure presidente dell’A. I. D. O. veronese. Ora l’amico Gianni Chesta ha espresso il desiderio di collaborare per il nostro giornale e continuare a scrivere per un argomento che da sempre lo ha affascinato e impegnato nel volontariato della solidarietà ma soprattutto contro il muro dell’indifferenza. Ben volentieri esaudiamo il suo desiderio e Lo ringraziamo per la Sua disponibilità. Dal 1981 ero iscritto all’AIDO di Villafranca perché ho sempre pensato che la solidarietà umana richiede una disponibilità reciproca e non ho mai pensato di poter diventare un ricevente, un beneficiato da una donazione altrui. È risaputo, anche se non accade sempre, che nella stragrande maggioranza dei casi una persona ammalata grave si senta messa da parte. La società nonostante progredisca in ogni settore, emargina sempre più chi non può “dare”. Vorrei poter dire a chiunque incontro: “hai mai pensato che tu stesso o una persona a te cara, potrebbe avere bisogno di un organo per continuare a vivere e non trovare alcuna donazione?”. In questi ultimi anni sembra scoppiata la novità della donazione d’organi. Tutti ne parlano, tutti discutono dell’opportunità o meno di effettuare la donazione dei propri organi a morte avvenuta, la televisione organizza tavole rotonde, discussioni, statistiche ed alcuni giornali escono con articoli e annunci come fosse la novità degli ultimi giorni, ma il trapianto di organi si effettua in forma idonea, corretta e duratura da almeno 30 anni! Molti scrivono e fanno pubblicare articoli senza avere cognizioni mediche o scientifiche e arrivano al pubblico con notizie fantascientifiche, inopportune e squallide. Accade anche che i promotori di alcuni articoli distorti si dichiarino persone cattoliche o dirigenti o responsabili di associazioni cattoliche perché così non posso riconoscermi come cattolico e non è corretto coinvolgere associazioni e gruppi in opinioni strettamente personali e in alcun modo sorrette dalla scienza, dalla medicina o dalle leggi dello Stato. Dalla morte celebrale, in nessuna parte del mondo, non è mai tornato in vita nessuno! Quando il tronco del cervello non risponde più ad una sol- lecitazione elettrica significa che il cervello è morto. Significa che il nostro corpo non riceve alcun comando e non solo viene a mancare la termoregolazione corporea ma non respira più. Il corpo è decapitato, la sua respirazione può avvenire esclusivamente in maniera artificiale e se il cadavere non viene riscaldato, diviene presto freddo e perde il colorito roseo divenendo presto del colore grigio della morte e inizia il processo di putrefazione. Forse per moda o attualità si rende necessario che ci sia sempre qualcuno che navighi controcorrente, che contesti anche i fatti più eclatanti, evidenti e scientificamente provati. Un attento lettore può rilevare, nella maggioranza dei casi, che nessun giornalista firma l’articolo pubblicato e un buon cattolico pensa di leggere una opinione di un rappresentante di una setta religiosa che non ha nulla in comune con il cattolicesimo. Non c’è nemmeno il tempo di replicare o di correggere perché ormai è tardi e il male è stato seminato! Quella notizia fantascientifica, ignorante e inopportuna ha già creato dubbi, incertezze e un forte freno alle donazioni. Ricordo ancora quando giacevo su di un letto d’ospedale in attesa di un cuore nuovo, che notizie false o errate tipo: “si risveglia dopo essere stato diagnosticato morto……” o “resuscita dopo essere stato dichiarato morto…” provocavano per un lungo periodo una diminuzione di donazioni, un notevole aumento delle persone in lista di attesa e molti di coloro che attendevano pieni di speranza morivano. Perché muoiono tante persone in attesa di trapianto, potendo essere salvate? “Perché coloro che muoiono portano con sé in cielo i loro organi, quando il cielo sa quanto sono necessari su questa terra?” Allora non è vera, non è cattolica, l’affermazione: “Non c’è amore più grande del dono di sé agli altri…”? Ogni cristiano dovrebbe, per libera scelta e non per legge, donare i propri organi affinché qualche altro possa continuare a vivere! Dare in vita il proprio sangue per curare mali e malattie di questo mondo e dare alla propria morte le propri cornee a un uomo che non ha mai visto una aurora, il viso di un bambino e l’amore negli occhi di una donna, dare il proprio cuore ad una persona che ha patito infinite sofferenze e dare i propri reni a chi è legato a una macchina per sopravvivere è una buona azione che non potrà non ottenere grazia alla vista di Dio! Non è possibile credere che l’egoismo possa rinunciare alla donazione del sangue e al termine della vita portare nella tomba, organi che potrebbero servire a guarire una persona che non ha più speranza di poter continuare a vivere. Nella nostra tomba devono essere sepolti i difetti, le debolezze e i pregiudizi umani. Gianni Chesta