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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
CONSIGLIO DIRETTIVO
COLLEGIO REVISORI DEI CONTI
PRESIDENTE
VICE PRESIDENTE
SEGRETARIO (Odont.)
TESORIERE
CONSIGLIERI
PRESIDENTE
Dott.
COMPONENTE EFFETTIVO
Dott.
Dott.
COMPONENTE SUPPLENTE
Dott.
Dott. Gennaro BARONE
Dott. Sergio ZARRILLI
Dott. Domenico COLOCCIA
Dott. Filomena GALLO
Dott. Celestina CLEMENTE
Dott. Elda DELLA FAZIA
Dott. Sonia DE NOTARIS
Dott. Angelo Elio GENNARELLI
(Odont.)
Dott. Gianfranco GIGLIO
Dott. Ernesto LA VECCHIA
Maria Carmela MASCARO
Florio REALE
Bartolomeo TERZANO
Daniele Antonio FALCONE
COMMISSIONE ISCRITTI ALBO ODONTOIATRI
COMITATO DI REDAZIONE
PRESIDENTE
COMPONENTE
DIRETTORE
REDATTORE
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Attilio CICCHETTI
Raffaella AMORUSO
Domenico COLOCCIA
Angelo Elio GENNARELLI
William SUSI
Mena VASELLINO
Dott. Gennaro BARONE
Dott. Attilio CICCHETTI
Dott. Luciano GRECO
Dott. Giovanni SPÀRANO
Dott. Sergio ZARRILLI
BOLLETTINO DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO
www.ordinedeimedici.cb.it - E-mail: [email protected]
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C.da Pescofarese, 44 - 86100 RIPALIMOSANI (CB)
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Le foto di copertina sono del Dott. Luciano Greco
In prima di copertina: La Tresca - Riccia. Quarta di copertina: La Madonna dei Monti - Campobasso
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dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
Sommario
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L’Angolo del Presidente
PAG. 4
“L’Ambiente ferito nelle Terre dell’Illegalità”
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6
Il gioco delle perle e dei delfini
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8
Sport e salute. Attività fisica e diabete
» 10
XIII Giornata Nazionale del sollievo
» 14
I tumori della tiroide
» 16
Il medico tra scienza coscienza economia e legislazione
» 18
Storie in controtendenza: la chirurgia laparoscopica
mini-invasiva al Sud
» 20
Analisi integrale istantanea della pelle
» 21
VIII Giornata Scientifica Cardarelliana
» 24
“Pagina Odontoiatrica”
» 27
La Storia dell’Ordine dei Medici della Provincia di Campobasso » 28
Urbano Cardarelli
» 31
“Notizie utili”
» 34
“Non solo medicina”
» 37
“Ai medici scomparsi”
» 42
“I dati dell’Ordine”
» 43
AVVISA
Tutti coloro che vogliono pubblicare articoli, suggerimenti, notizie e quant’altro possono farlo inviando
il materiale alla segreteria dell’ordine oppure all’indirizzo di posta elettronica.Ci aspettiamo la collaborazione di tutti i medici iscritti e faremo del nostro meglio per pubblicare ogni vostra richiesta
Si ricorda di compilare e spedire all’Ordine il modulo che vi è stato inviato per aggiornare
l’anagrafica ai sensi delle nuove normative e utile anche ai fini previdenziali. Il modulo può anche essere scaricato direttamente dal sito dell’Ordine.
Obbligo PEC - Posta Elettronica Certificata: si ricorda che il D. L. 185 del 29 /11/2008 convertito con L. 28/01/2009, n.2, stabilisce l’obbligo, per le società di capitali, per le società di persone e per i professionisti iscritti in albi o elenchi e le pubbliche amministrazioni, di dotarsi di una
casella di posta elettronica certificata (l’indirizzo pec dovrebbe divenire l’unico mezzo di comunicazione con le pubbliche amministrazioni, compresi gli organi giudiziari ed il consiglio dell’Ordine di appartenenza); per i professionisti (architetti, avvocati, ingegneri, medici, odontoiatri,ecc...) diviene
obbligatoria dal 29/11/2011. Nella fattispecie si rammenta che l’art. 16, comma 7, del D.L 185/08 dispone che “i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata”.
Si rende noto che le domande di verifica messaggi pubblicitari, per essere sottoposte all’approvazione
del Consiglio Direttivo nel mese in cui vengono inoltrate, devono pervenire entro il 10 di ogni mese.
Gli iscritti all’Ordine sono pregati di inviare i loro indirizzi mail aggiornati in modo da ricevere tutte le
comunicazioni in modo tempestivo.
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
L’ANGOLO DEL PRESIDENTE
L’isola non più felice
Dott. Gennaro Barone
l Molise era “un’isola felice”. La natura incontaminata e la salubrità del
nostro territorio almeno rendevano
parziale giustizia dei tanti svantaggi sociali e delle tante altre criticità da sempre esistenti nella nostra regione (il pensiero va
inevitabilmente alla mancanza di lavoro,
tanto per citare un esempio …..). L’’aria pulita, l’acqua potabilissima, i prodotti della
terra genuini e sicuri, rappresentavano la
ricchezza della nostra regione, certamente
povera, ma tutta da valorizzare, forse
orientando l’economia e la programmazione locale in modo diverso, sfruttando con
maggiore lungimiranza e intelligenza proprio le potenzialità naturali esistenti. E invece adesso, ai problemi di sempre, si sono
aggiunti quelli di un ambiente ferito, inquinato, non rispettato, calpestato dall’incuria,
dalla stupidità e dalla avidità di molti. Anche se poche sono le certezze, troppe
sono le ipotesi e pesanti sono i sospetti di
grave inquinamento territoriale che devono
essere chiariti e approfonditi. Ne vanno di
mezzo la sicurezza e la tutela della salute di tutti. Molto spesso il nostro Ordine, in
collaborazione con l’ISDE (Associazione
Medici per l’ambiente), è sceso in campo denunciando l’importanza delle ormai accertate interazioni tra ambiente inquinato e salute e sottolineando la necessità di un radicale cambiamento di rotta delle politiche
ambientali, se non altro per promuovere una
seria prevenzione primaria in campo sanitario. L’ultima nostra iniziativa finalizzata a
promuovere una efficace tutela dell’ambiente, si è svolta recentemente a Termoli e si
è concretizzata con la organizzazione di un
convegno interregionale dall’emblematico
titolo “L’ambiente ferito nelle terre dell’ille-
I
galità. Inquinamento delle catene alimentari, interferenza sul genoma umano” (vedi
anche un dettagliato resoconto nell’interno del Bollettino). Dal riuscito convegno è
scaturito un documento che ha preso spunto soprattutto dalla tavola rotonda finale, alla
quale hanno partecipato i Presidenti degli Ordini dei Medici di quattro regioni (Abruzzo,
Campania, Molise e Puglia, invitati per l’occasione). Il documento, preparato dal sottoscritto e condiviso da tutti i colleghi Presidenti, sarà consegnato prossimamente alle istituzioni che si occupano di salute e di ambiente nelle suddette regioni. Con esso si vuole
anche rappresentare l’ormai irrinunciabile impegno della classe medica verso problematiche che hanno a che fare non poco con la
salute di tutti. Ve lo propongo in questo Editoriale prevacanziero, certo di incontrare la
condivisione dei lettori. Intanto, auguro a tutti una serena estate!
“E’ questo il Documento scaturito dalla
tavola rotonda cui hanno partecipato numerosi Presidenti di Ordine delle Regioni Abruzzo, Campania , Molise e Puglia al termine del
Convegno “L’ambiente ferito nelle terre dell’illegalità. Inquinamento delle catene alimentari, interferenza sul genoma umano”
che si è svolto a Termoli il 31 maggio scorso e che ha fatto seguito a due importanti
iniziative che hanno coinvolto la Commissione Nazionale “Professione, Salute e Ambiente, Sviluppo economico” della Federazione
Nazionale degli Ordini e l’ISDE (Associazione Medici per l’ambiente) centro-sud. La larga partecipazione di cittadini e di personale impegnato in Sanità, ha confermato il crescente interesse della collettività verso le
problematiche inerenti la tutela dell’ambiente intesa anche come tutela della salute, vi-
BOLLETTINO
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dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
L’ANGOLO DEL PRESIDENTE
sto lo strettissimo legame, ormai acclarato,
esistente tra numerosi inquinanti e gravi patologie. Uno dei significati più pregnanti dell’iniziativa termolese (patrocinata dalla nostra Federazione Nazionale) è stato il coinvolgimento di numerosissimi medici e degli
Ordini Professionali di quattro regioni tra loro
confinanti, purtroppo accomunate dalla piaga dell’inquinamento del territorio, spesso
accertato e in qualche caso ipotizzato. Un
coinvolgimento che ha voluto testimoniare
l’impegno della professione medica nella tutela dell’ambiente derivante da precisi dettami deontologici e che porta inevitabilmente ad un allargamento della funzione sociale della medicina. Infatti il medico, essendo
il primo testimone delle evidenti ricadute che
il danno ambientale provoca sulla salute
umana inserita nell’ecosistema, non può restarne indifferente. Dalla tavola rotonda che
ha concluso il proficuo convegno e che è stata coordinata dal presidente dell’Ordine dei
Giornalisti della regione Molise dott. Antonio
Lupo, è emersa la necessità di chiedere alle
istituzioni competenti, proprio in virtù del
ruolo di organo ausiliario dello stato svolto
dagli Ordini provinciali dei Medici, politiche
chiare ed inequivocabili a tutela del territorio, che partano dal presupposto di orientarsi verso un forte ripensamento sull’attuale modello di sviluppo e dell’intero sistema
economico al fine di riconoscere la centralità del binomio ambiente/salute. In particolare viene richiesto:
• Rispetto, in ogni caso, del principio di
precauzione in base al quale va comunque evitato tutto ciò che rappresenta un
rischio per la salute, anche se solo ipotizzato.
• Una corretta gestione dei rifiuti in tutti
i comuni, con raccolta differenziata
“porta a porta” e iniziative volte alla riduzione, al riuso e al riciclaggio degli
stessi.
•
Un controllo capillare del territorio per
evitare e reprimere discariche abusive e
dispersione di inquinanti nell’ambiente.
• Una maggiore attenzione per la qualità
dell’acqua e dell’aria con drastica riduzione del traffico urbano e creazione di
vaste isole pedonali.
• Creazione di piani energetici regionali
che rispettino l’ambiente.
• Eliminazione di ogni forma di nocività
negli ambienti di lavoro evitando l’ignobile alternativa, laddove dovesse esistere, “o salute o lavoro”.
• Incentivazione di colture biologiche e
adozione di una severa regolamentazione dell’uso dei pesticidi.
• Maggiore attenzione all’esposizione a
campi elettromagnetici, evitandone la
prossimità a scuole e a centri ad alta
densità di popolazione o di presenza di
bambini, riesaminando la opportunità di
avere aree wireless nelle scuole.
Da ultimo si è unanimemente concordato di sollecitare alle competenti istituzioni la
attivazione, dove ancora assente, del registro
tumori, strumento purtroppo in uso “a macchia di leopardo” sul territorio nazionale nonostante la riconosciuta e imprescindibile utilità per una concreta e corretta prevenzione
in ambito oncologico, vista la genesi ambiente-correlata di molti tipi di neoplasie.
Sono queste le proposte nate dal convegno e dalla tavola rotonda dei Presidenti di
Ordine delle quattro regioni citate, a tutela
della salute dei cittadini che vivono nel contesto sociale nel quale operano i medici. Sono
proposte, tra l’altro, in perfetta sintonia con
i programmi portati avanti dall’ISDE (Associazione Medici per l’ambiente) con cui sono
stati condivisi i programmi e gli obiettivi della iniziativa svoltasi a Termoli.”
BUONE VACANZE
Gennaro Barone
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BOLLETTINO
l pomeriggio di venerdì 30
maggio, il giorno precedente l’evento più atteso,
promosso dall’Ordine dei Medici
della Provincia di Campobasso (L’Ambiente ferito nelle terre
dell’illegalità), nella sala dell’Hotel Meridiano a Termoli si è svolta una duplice riunione. Si sono incontrati infatti i componenti della
Commissione ambiente salute e
sviluppo della Federazione Nazionale degli ordini dei Medici invitati dal nostro Presidente Dr. Gennaro Barone, e in una sala contigua
hanno avuto modo di confrontarsi i medici iscritti ed impegnati nell’ISDE provenienti da tutte le regioni del centro sud Italia e coinvolti
nel convegno del giorno dopo.
I
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
Questa duplice occasione era
stata immaginata per poter discutere, coinvolgendo al massimo livello, sia l’istituzione ordinistica sia
i responsabili territoriali della associazione medici per l’ambiente.
Da troppo tempo, oramai, si parla delle atrocità perpetuate a discapito di un ambiente che nelle nostre terre veniva considerato tra i
più sani e fertili d’Italia; un ambiente ferito dalla illegalità progettata lucidamente per frodare le leggi italiane e per aggirare le regole esistenti nello smaltimento di rifiuti tossici e pericolosi della aziende di tutto il paese. Ma al fianco
delle cosche criminali esiste anche
un colpevole atteggiamento lassivo e rimandatario degli enti prepo-
sti al controllo del territorio e all’obbligo di avviare in maniera seria e dignitosa la raccolta differenziata nei territori di quasi tutto il
meridione. Non a caso, infatti, la
regione Molise è all’ultima posizione nella graduatoria che la vede
raccogliere appena il 14% della
massa di rifiuti solidi urbani quotidianamente scaraventati nella
culla dei nostri figli, come citava,
anni fà, una famosa pubblicità.
Questo evento ideato da oltre
un anno, ha avuto un importante
impulso dalle notizie che quasi
giornalmente si affacciano sui media nazionali, notizie provenienti da
confessioni di personaggi della camorra che coinvolgono proprio vaste aree del confine molisano e notizie allarmanti di incidenza di patologie, e sia ben chiaro purtroppo non si parla solo di neoplasie,
provenienti dallo studio “Sentieri”
che ha analizzato 18 siti tra i più a
rischio d’Italia, molti di questi localizzati nel sud.
Le due riunioni hanno operato su temi però completamenti
differenti. La Commissione ha
proceduto nel lungo lavoro iniziato ormai da oltre un anno e che
porterà a compimento con un
programma di informazione e formazione per tutti i medici italiani coinvolgendoli in un corso FAD
sui temi della salute e dell’ambiente. Una prima intelligente
proposta e risposta della Federazione Nazionale che si rivolge in
tal modo a tutti i medici italiani
stimolandoli verso una problematica ancora non perfettamente
conosciuta e forse anche troppo
sottovalutata. Nell’incontro invece dell’ISDE sono state confrontate le esperienze provenienti
dalla Campania e dalla Puglia
con quelle forse meno eclatanti
dell’Abruzzo e del Molise. Si è affrontato anche il problema del registro tumori che se non presente in molte provincie, è in altre in
via di dismissione o mal funzionante. Si è definito, infine un
quadro a tinte forti che sicuramente non promette passi in
avanti immediati sulla via della
prevenzione primaria e lascia ancora una volta sola la classe medica e il sistema della salute a
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
tentare di alleviare le sofferenze
e ridurre l’impatto con le patologie cronico degenerative vero flagello degli ultimi anni nelle società occidentali.
Al termine della riunione ISDE,
che porterà ad un verbale sottoscritto dai partecipanti, sono sta-
ti proposti alcuni indirizzi di comportamento e di lavoro validi per
situazioni di allarme sociale e sanitario e che possano essere punto di partenza sia per i medici che
per le associazioni, comitati e Istituzioni le quali costantemente si
trovano a dover affrontare realtà
Siamo qui a sostenere una bella iniziativa partita alcuni mesi orsono che vede, finalmente, il momento di arrivo. Non è sempre facile portare a conclusione quanto viene proposto e avviato anche se nel migliore dei modi e sotto i più fausti auspici. Sempre in
agguato ci sono mille difficoltà e, nel groviglio di impegni e problemi, tutto si perde banalmente per strada. Ci vuole, infatti, costanza e determinazione, bisogna reggere con forza la barra del timone e conoscere la rotta in modo perfetto.
Questa però è stata una mano fortunata e ci congratuliamo con i promotori e con i primi studi premiati. Il progetto innovativo, per il territorio nazionale e
completamente messo a punto dal Consiglio dell’Ordine dei Medici della provincia di Campobasso con
l’aiuto della sezione ISDE di Campobasso, progetto
denominato “AMBULATORIO VERDE” ha avuto i primi riscontri sul territorio.
10 studi hanno risposto impegnandosi per l’anno in corso ma ancor di più per gli anni a venire a rispettare i 18 “comandamenti” per migliorare nel nostro piccolo, l’ambiente che ci circonda e portare un
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drammatiche dove vengono coinvolte, si pensi bene, non solo i sacrosanti concetti di salute pubblica e personale ma, specialmente,
i sentimenti di familiari e parenti
inermi verso patologie spesso devastanti e di lunga durata.
Bartolomeo Terzano
messaggio pratico, fattivo e immediato ai pazienti e
a coloro che frequentano gli studi medici e odontoiatrici della provincia.
10 studi, dicevo, sono stati premiati con una particolare targa murale in plexiglass e con un logo, che
scelto dalla commissione ambiente dell’Ordine, designerà oggi e nel futuro gli studi e gli ambulatori pubblici e privati come “STUDI CERTIFICATI”, pionieri di
un nuovo modo di affrontare i problemi: per l’appunto poche parole e molti fatti.
Il percorso, accennavo all’inizio, è stato lungo e
meditato, la commissione ambiente dell’Ordine ha
promosso i punti cardini del progetto (si va dalla raccolta differenziata in studio, al risparmio energetico
e dell’acqua, alla mobilità sostenibile in città e nei paesi, al consumo di prodotti non tossici per le pulizie fino
all’uso di farmaci meno nocivi per le persone e per
l’ambiente e farmaci low dose), ha pubblicato sul sito
dell’Ordine le modalità di adesione ed ha eseguito le
verifiche presso gli ambulatorie che ne facevano richiesta, registrando infatti una particolare e singolare sensibilità dei colleghi interessati.
Infine il 31 maggio nel corso del convegno
di Termoli “ L’ambiente ferito, nelle terre dell’illegalità, sono state consegnate le targhe premio dal Presidente dell’Ordine Gennaro Barone
e dal presidente ISDE Nazionale Roberto Romizi, con la partecipazione educazionale al progetto della GUNA Srl che si proporrà partner anche
per un progetto di Ambulatorio Verde di interesse nazionale.
Il progetto continua, visitate il sito dell’ordine dei Medici della Provincia di Campobasso e aderite in tanti.
Bartolomeo Terzano
Il gioco delle perle e dei delfini
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
Sergio Zarrilli
Riflessioni per aiutare genitori e amici dei bambini in eccesso ponderale delusi dalla dieta
“Il vero viaggio di scoperta non consiste
nel cercare nuove terre,
ma nell’avere nuovi occhi”
M. Proust
econdo appuntamento con la dottoressa Rita Tanas
nell’ambito degli incontri di
formazione proposti dal nostro Ordine provinciale. Ancora in tema di obesità infantile, ma questa volta dal punto di vista del trattamento: lo
scopo principale del progetto,
condotto dall’équipe di Rita
Tanas, è quello di favorire il
cambiamento dei comportamenti della famiglia e del
bambino verso uno stile di
vita più sano. Riflessioni,
strategie, tecniche e suggerimenti utilizzabili per realizzare questo cambiamento e
fare da supporto a un progetto di cura per l’eccesso di
peso basato sull’educazione
piuttosto che sulla dieta. L’intervento proposto si basa
sulla collaborazione e la crescita di tutta la famiglia. Il titolo del programma (e del
volume omonimo) è stato
scelto cercando con i bambini qualcosa che fosse condiviso come bello e simpatico
anche se rotondo e si è arrivati a “Le Perle e i Delfini” che
sembrano suggerire il messaggio del piacere e piacersi
in un gioco simpatico e attivo. Infatti, bellezza e simpatia non sono necessariamente legate alla magrezza, ma
si possono associare al piacere di piacersi, le perle, e di
star bene giocando insieme
S
come i delfini, perché
anche tondo è bello se
simpatico e attivo. Accanto all’alimentazione la sedentarietà svolge un ruolo
attivo nel determinare il sovrappeso. E la TV è uno tra i
fattori più importanti associati all’obesità, verosimilmente
perché incrementa la sedentarietà, la noia ed il mangiare per noia. La Società Italiana di Pediatria ci fornisce un
aiuto importante:
Primo passo: cercare di
metterne in pratica i suggerimenti proposti :
Bambini e televisione:
1) Consentire la visione dei
programmi televisivi per un
massimo di due ore al giorno;
2) Non consentire ai ragazzi
di guardare la TV subito prima di andare a dormire e appena svegli; 3) Evitare di
utilizzare la TV come premio/castigo attribuendole un
“valore morale” che non le
compete; 4) Scegliere insieme ai propri figli i programmi adatti a loro e motivare
sempre le esclusioni; 5) Essere presenti il più possibile
nei momenti in cui i figli
guardano l a TV; 6) essere
sempre disponibili a parlare
con i propri figli di quanto si
vede in TV e cercare di stimolarli a esprimere pareri, gusti,
perplessità o timori; 7) Prestare grande attenzione alla
qualità e quantità di alimen-
ti e bevande che i ragazzi sono portati a consumare mentre
guardano la TV; 8) Fornire alternative alla televisione
(sport, passeggiate, letture,
incontri con gli amici). La TV
non è l’unico passatempo disponibile! 9) Essere consapevoli che gli effetti positivi o
negativi che possono dipendere dalla TV derivano non
solo dalla qualità dei programmi, ma anche dall’uso
che si fa in famiglia del mezzo televisivo
Secondo passo: evitare di imporre una linea dura.
Periodi più o meno lunghi di
restrizioni e sofferenze senza
i risultati miracolosi attesi,
scelte di vita troppo dure
hanno dimostrato la loro totale inefficacia.
Terzo passo: cercare
la consapevolezza e la motivazione per iniziare un programma di cambiamento.
Obiettivo è il raggiungimento da parte di genitori e ragazzi della consapevolezza
di essere capaci di gestire e
favorire un cambiamento nello stile di vita. Questo si costruisce a partire dall’infanzia
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
in base alla cultura della famiglia,
all’ambiente sociale, ad emozioni
ed esperienze e lo si cambia solo
se si hanno forti motivazioni a farlo. I genitori dovrebbero essere i
primi a far proprio l’obiettivo del
cambiamento per condividerlo con
i figli facendo da modello.
I DUE PUNTI DI FORZA DEL
PROGRAMMA.
Sedersi meno e muoversi
di più.
Gli studi più recenti dimostrano che sono numerosi i vantaggi che derivano dal movimento:
1 L’attività fisica aumenta il consumo di energia del nostro corpo
2 L’attività fisica aiuta a controllare l’appetito
3 L’attività fisica migliora la salute e riduce i problemi legati all’obesità più della semplice corretta alimentazione
4 L’attività fisica migliora il tono
dell’umore, l’autostima e l’immagine corporea.
L’invito ad un’attività motoria
piacevole è naturalmente rivolto a
tutta la famiglia sia con attività non
programmata (essere più attivi
nella quotidianità e nel tempo libero) che con l’attività fisica programmata , quella che ciascuno
può scegliere e svolgere con l’aiuto di strutture adeguate.
Le attività più indicate quando si vuole perdere peso sono
quelle di tipo aerobico come la corsa, il basket, di intensità lieve-media (marcia veloce, bicicletta, nuoto, ballo, cyclette); altra caratteristica è quella di essere piacevole
così da poter essere continuata negli anni .
Mangiare un po’ meno.
Sana alimentazione in famiglia: essere di buon esempio (invito rivolto ai genitori!), rivolgere una particolare attenzione alle porzioni,
cominciando la giornata con una
sana prima colazione; e curando la
qualità delle merende. Ricordando,
poi, che la risposta alla sete è l’acqua! Un aiuto per una corretta
scelta degli alimenti arriva da un
“sistema” inventato negli anni ’80
da uno psicologo americano, Leonard Epstein: il gioco del semaforo. Dividiamo tutti i cibi in tre gruppi che prendono il nome dai colori del semaforo: verde, giallo, rosso.
VERDI: gli alimenti che possono
essere consumati regolarmente
anche tutti i giorni e anche in porzioni doppie;
GIALLI: quelli sani da usare in
quantità adeguata;
ROSSI: quelli che sappiamo nonsani, ma ai quali non sappiamo rinunciare completamente, e che è
preferibile consumare in maniera
moderata per esempio non più
spesso di tre volte alla settimana
e in dose definita.
Il riferimento ai colori del semaforo aiuta genitori e bambini a
sviluppare, giocando, la capacità
di scegliere i cibi per una sana alimentazione piuttosto che seguire
una dieta rigida scelta da altri e
che spesso scatena la voglia di
trasgredire e di conseguenza fa
aumentare il peso. La distribuzione dei cibi nei tre colori è determinata prevalentemente dal contenuto più o meno elevato di lipidi, zuccheri e sale nei vari alimenti, ma anche dalla possibilità che
il loro uso apra la strada verso abitudini alimentari considerate a rischio (es. i popcorn o altri
cibi che facilmente si
mangiucchiano per
passatempo).
Il lavoro prospettato dalla dott. Tanas
e dalla sua équipe
rappresenta
un
esempio importante
ed innovativo di come
il problema sovrappeso/obesità possa essere affrontato con
più concrete opportu-
9
nità di successo; un progetto sicuramente applicabile anche alla nostra realtà caratterizzata da una elevata percentuale di bambini e ragazzi in sovrappeso o francamente
obesi. La sfida proposta è quella di
coinvolgere professionisti diversi e
con obiettivi e formazione diversi in
un lavoro comune in grado di raggiungere i risultati attesi.
Sergio Zarrilli
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
PRIMA PARTE
SPORT e SALUTE
Attività fisica e diabete
19 marzo - 2 e 9 aprile 2014
Dott.ssa Mariarosaria CRISTOFARO
Relazione: “Il diabete mellito di tipo 2”
Il Seminario di formazione non poteva non avere inizio con un’opportuna esplicitazione del tema oggetto di approfondimento e cioè il diabete, questa affezione cronica caratterizzata da instabilità del livello glicemico nel sangue, argomento predominante delle relazioni che seguiranno nel prosieguo degli incontri programmati.
La dott.ssa Cristofaro ha così esordito nella sua
esposizione enunciando l’etimologia e la definizione
scientifica della malattia diabetica, specificandone i modi
ed i processi fisiopatologici attraverso cui questo disturbo metabolico si stabilisce e si sviluppa, che si possono ricondurre essenzialmente a due meccanismi:
• deficit di secrezione di insulina, il principale ormone che regola l’ingresso dal sangue nelle cellule del
glucosio, la più importante fonte di energia per le cellule del nostro organismo,
• inadeguata risposta delle cellule stesse a captare ed utilizzare il glucosio, chiamata in sintesi insulino-resistenza.
Dopo questa nota di patogenesi, l’esposto ha delineato la classificazione di questo disturbo metabolico
nelle diverse forme conosciute e nelle diverse modalità di insorgenza che ne caratterizzano l’eziologia, soffermandosi su quello cosiddetto “di tipo 2”, che rappresenta circa il 90% di tutti i casi riscontrati di diabete.
È seguita una dettagliata analisi di dati statistici sui numeri che caratterizzano la malattia, sia nel
mondo, che in Italia e soprattutto nella regione Mo-
lise. Significativo e molto preoccupante è stato il dato
riferito alla proiezione nei prossimi 35 anni del proliferare di questo disturbo.
La dott.ssa Cristofaro è così entrata nel vivo della relazione quando ha definito gli esiti della malattia sugli individui che ne sono colpiti, elencando tutta una serie di complicanze, soffermandosi su quelle che vanno ad incidere soprattutto sul distretto cerebrale, sugli apparati cardio-vascolare, visivo corneale e sul piede, descrivendone tutti gli effetti (ictus cerebrale, infarto, perdita della vista, insufficienza renale, ulcera con rischio di gangrena ed amputazione
dell’arto o di parte di esso). Per quanto riguarda direttamente le complicanze vascolari nei soggetti affetti da diabete, queste possono interessare sia le piccole che le grosse arterie, divenendo così causa di aumento della mortalità nei pazienti diabetici da 3 a 5
volte più alta rispetto alla popolazione generale.
Segue l’esposizione di un importante capitolo che
riguarda il diabete, e cioè quello della sua diagnosi clinica, la cui tempestività consente di ridurre il rischio
di serie complicanze; anche in considerazione del fatto che prima di avere la possibilità di procedere ad una
diagnosi clinica possono trascorrere anche 7 anni durante i quali l’iperglicemia esercita effetti dannosi su
tutti gli organi del corpo umano.
A questo punto, conseguentemente, sono stati
illustrati i criteri per determinare la diagnosi di “diabete mellito”, osservazioni caratterizzate dalla misurazione dei valori del livello di glicemia nel sangue,
rilevate in diverse modalità di tempo e di modo: gli-
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cemia a digiuno (Fasting Plasma Glucose, FPG) e glicemia alla 2^ora dopo il test da carico orale di glucosio (Oral Glucose Tolerance Test, OGTT).
L’intervento della dott.ssa Cristofaro ha avuto il
suo epilogo quando sono state definite le tipologie dei
soggetti a rischio “diabete”. Un alto rischio di essere/diventare soggetti diabetici lo corrono le persone con più
di 45 anni di età che presentano soprattutto problemi
di sovrappeso e di obesità o che risultano inattivi dal
punto di vista fisico. Anche la familiarità di 1° grado (genitori, fratelli) è una componente molto presente nella definizione delle categorie di persone a rischio. Infine, è stato sottolineato il pericolo, naturalmente ed
esclusivamente di genere femminile, del diabete contratto durante la gravidanza. Infine, altri fattori di rischio sono stati individuati nei soggetti di particolari
gruppi etnici, con ipertensione arteriosa, con bassi livelli di colesterolo HDL (quello cosiddetto “buono”), e
sempre nelle donne, le madri che hanno partorito un
figlio dal peso superiore a 4 kg.
Dott.ssa Emanuela MAZZOLA
Relazione: “L’alimentazione corretta:
tra tradizioni e falsi miti”
Nella definizione delle tipologie dei soggetti a rischio “diabete”, la prima relazione di questo seminario ha incluso i soggetti che praticano poco movimento attivo e quelli che presentano problemi di sovrappeso o addirittura di obesità.
La dott.ssa Mazzola ha dato inizio al suo intervento integrando proprio questa correlazione tra alimentazione e l’insorgenza del diabete, questa malattia detta “moderna epidemia silenziosa”, specificando lo stretto legame che unisce le due dipendenze con
la ricerca della salute e del benessere. Qualunque sia
il tipo di diabete, un’alimentazione sana ed equilibrata è la terapia fondamentale per ottenere un compenso glicemico e quindi un normale assetto lipidico che
11
possa contrastare il sovrappeso e l’obesità. Per delineare una corretta e sana alimentazione è stata rappresentata la cosiddetta “piramide alimentare”, la stilizzazione iconografica di una figura geometrica, che
dispone su piani, in maniera scalare, i vari gruppi alimentari con differenti contenuti nutrienti e che richiedono così diverse frequenze di consumo.
Dopo aver sottolineato gli errori più frequenti che
si commettono nell’assunzione di nutrienti, e dopo
aver constatato come i fattori ambientali possono favorire l’obesità, è stato presentato uno studio statistico del 2005 che ha messo a confronto i dati relativi dell’indice di massa corporea di giovani dai 18 anni
in poi in Italia e nel Molise.
Analogamente alla “piramide alimentare”, interessante è stata l’indicazione che esiste anche una “piramide dell’attività fisica” che illustra i tempi ed i modi
con i quali sviluppare il giusto quantitativo di attività
motoria e sportiva. Un particolare cenno è stato riservato alla dieta, vista non come fattore negativo, cioè
elemento di restrizioni e di negazioni, ma come ingrediente per definire uno stile di vita sano ed efficiente.
Relativamente ad un soggetto affetto da diabete di tipo 2, sono state sottolineate le caratteristiche
della dieta da seguire, le indicazioni dietetiche, il bilancio energetico, l’orario e la composizione dei pasti, gli aspetti quantitativi.
La dott.ssa Mazzola ha continuato la sua comunicazione circostanziando l’insieme dei composti
fondamentali , denominati “nutrienti”, presenti nei cibi
(carboidrati-proteine-grassi-minerali-vitamine-fibre),
delineandone le caratteristiche, le utilità e le percentuali in essi contenuti. Una particolare attenzione è
stata rivolta al tema dell’apporto di sale, specie nel
paziente diabetico, ed al problema dell’alcool, e cioè
al suo giusto uso e non abuso. Un capitolo a parte ha
analizzato gli argomenti riguardanti l’indice glicemico, la cartina di tornasole per verificare una condizio-
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BOLLETTINO
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ne patologica riferita al diabete, e tutta l’ampia offerta dei dolcificanti, che devono essere assunti con tanta cautela per evitare il rischio che “il rimedio” possa essere peggiore del male”.
La trattazione ha ripreso, a questo punto,
espressamente il titolo del tema in discussione: la nostra tradizionale vocazione alla buona cucina, un valore che contraddistingue la popolazione italiana. Così
ha riferito la dott.ssa Mazzola, sottolineando l’importanza della buona cucina e delle nostre tradizioni alimentari: “Consideriamo il pranzo, o più semplicemente lo stare insieme a tavola, un importante momento di socializzazione, una buona occasione per comunicare, un invito ad esprimere emozioni, ad ascoltare gli altri, a condividere informazioni, alle quali nessuno di noi vorrebbe rinunciare”. Però non sempre la
nostra tradizione si sposa con le giuste pratiche dietetiche; per esempio, al bar come al ristorante, si dovrebbe cercare di consumare cibi e bevande che soddisfino alle esigenze di una sana e corretta dieta alimentare; soprattutto per quanto riguarda il consumo
di dolci. E per restare sul tema, come ci lasciamo spesso condizionare dalle tradizioni culinarie, così siamo
anche influenzati nelle scelte alimentari dai cosiddetti “falsi miti” che ci sono imposti dalle sollecitazioni
di mercato o dalle false proposte dietetiche delle promozioni pubblicitarie.
L’intervento si è concluso con una nota di sintesi su quanto precedentemente esposto. Per un soggetto diabetico, ma vale per tutti, si devono attivare una giusta e corretta alimentazione ed una giusta
e corretta attività fisica, con l’obiettivo principale di
conseguire un buon compenso glicemico che passa
attraverso la riduzione del peso corporeo, la riduzione del consumo di grassi, di zuccheri semplici e di sale,
e con l’aumento del consumo di fibre.
Dott. Gerardo CORIGLIANO
Relazione: “Calcolo del dispendio energetico
nell’esercizio fisico strutturato”
In una società sempre più orientata al fitness, nella sua accezione di stato generale di benessere fisico
e di salute o di forma fisica, sono in continuo aumento le persone che praticano attività sportiva, sia proprio per fini salutistici e/o estetici e sia per la ricerca
della performance. Tra tutti questi individui ci sono anche un gran numero di soggetti diabetici, tra i quali possiamo trovare anche atleti che conseguono risultati lusinghieri dal punto di vista tecnico che nulla hanno da
invidiare ai loro colleghi non diabetici. Il dott. Corigliano, dall’alto della sua vasta esperienza professionale con
questa particolare categoria di sportivi, ha trattato proprio questo aspetto, e cioè come controllare lo sforzo
fisico di uno sportivo diabetico, salvaguardandone la salute e consentendogli, allo stesso tempo, di poter continuare in sicurezza la propria attività.
Esperienza e tecnologia, sono i due titoli di supporto allo sportivo diabetico. In riferimento alla prima condizione, sono state riportate le indicazioni dettate dai protocolli sanciti dalla AMD (Associazione Medici Diabetologi) e dalla SID (Società Italiana di Dia-
betologia) sugli standard italiani per la cura del diabete mellito, le cui linee guida prevedono l’autocontrollo glicemico, condiviso con il team diabetologico,
prima-durante-dopo l’esercizio fisico, prestando particolare attenzione all’alimentazione. Sempre in tema
di raccomandazioni, è stato riferito un interessante
spunto dell’ADA (American Diabetes Association) sull’elaborazione dell’autocontrollo glicemico. Infine
sono stati illustrati tutti i vantaggi ed i benefici che
si traggono dall’uso di un lettore glicemico da parte
di uno sportivo diabetico.
A proposito di monitoraggio del livello glicemico, è stato illustrato un grafico che ha messo in correlazione i due sistemi tipici di verifica e cioè il monitoraggio glicemico continuo, il CGM (Continuous
Glucose Monitoring) e l’autocontrollo, cioè il SMGB
(Self Monitoring of Blood Glucose). La differenza fra
SMBG e CGM è intuitiva: è evidente la mole aggiuntiva di informazioni che può venire da uno strumento che effettua rilevazioni frequentissime, senza richiedere l’intervento attivo del paziente, anche in momenti della giornata realisticamente non indagabili in modo
approfondito con i sistemi tradizionali.
Il dott. Corigliano ha quindi illustrato alcuni grafici cartesiani sul CGM, il controllo continuo del livello glicemico, rilevati durante varie prestazioni sportive ed in diverse situazioni metaboliche a carattere
aerobico/anaerobico – alattacido/lattacido: durante
uno spinning, praticando sci alpino, in un’escursione
in piano tra i boschi, durante una navigazione a vela,
in corso di un’immersione subacquea.
Per quanto riguarda la seconda condizione di supporto allo sportivo diabetico, la tecnologia, è stato trattato a lungo l’apparecchio detto” microinfusore” , il dispositivo che consente l’infusione continua, 24 ore su
24, di insulina nel tessuto sottocutaneo, il cosiddetto
CSII (Continuous subcutaneous insulin infusion) favorendo il raggiungimento del miglior controllo glicemico possibile. Notevoli sono i vantaggi di questo dispositivo. Infatti l’apparecchio, di dimensioni così ridotte
da poter essere portato a contatto con il corpo senza
che si noti, può essere utilizzato secondo le necessità,
il tempo e la durata dell’impegno sportivo; inoltre lo si
può attivare e disattivare quando bisogna; per esempio si può ridurre del 10/30% l’infusione notturna, oppure prima o durante l’esercizio fisico.
L’ultima parte della esposizione relativa al tema
in discussione ha visto protagonista anche la prof.ssa
DE FAZIO che ha diretto un atleta dimostratore che
ha eseguito uno sforzo fisico al tapis roulant, ai fini
del monitoraggio di una performance fisica e del dispendio energetico in essa riscontrato. Intanto il dott.
Corigliano, per proseguire in tema di tecnologie di supporto al diabetico, ha definito le utilità e descritto l’uso
di alcuni apparecchi utili al calcolo del dispendio energetico, e cioè all’impiego del “contapassi” per il monitoraggio della specialità della marcia, che misura il
consumo energetico del cammino in Kcal; all’impiego del “cardiofrequenzimetro” nel monitoraggio della FC (frequenza cardiaca); infine all’impiego dell’ARMBAND, un apparecchio rivoluzionario, un monitor
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multi-sensore, indossabile a “fascia” sul tricipite posteriore in posizione molto comoda e che non disturba il monitoraggio durante attività di vita normale anche per giorni interi. Lo strumento permette un campionamento in continuo di variabili fisiologiche e dati
di attività fisica, determina e presenta dati relativi a
dispendio energetico/calorie consumate (EE = Energy expenditure) calcolati grazie ad un esclusivo e brevettato algoritmo, i livelli di attività, gli stati di sonno e veglia ed altri parametri, in condizioni assolutamente fisiologiche durante normali attività fisiche, in
qualsiasi ambiente. Permette, cioè, di monitorare, prescrivere e verificare l’efficacia di un giusto dosaggio
di esercizio fisico.
La prof.ssa De Fazio, nello stesso tempo, dopo
aver programmato questo apparecchio inserendo i dati
salienti del dimostratore (peso, altezza, età, ecc.) necessari per il calcolo dei parametri di consumo energetico teorico e per la misura del dispendio energetico, e dopo averlo posizionato al suo braccio, ha programmato il tapis roulant per far eseguire una performance fisica allo stesso dimostratore.
Al termine dell’esercizio fisico, i dati così ricavati dall’esercitazione al tapis roulant sono stati elaborati con l’ausilio di un apposito software ed illustrati
a schermo in tempo reale dalla prof.ssa Cristina De
Fazio (nella foto). Gli elementi così rilevati, sempre tramite un software, dopo essere stati acquisiti
e visualizzati, possono anche essere stampati ed utilizzati per successive valutazioni.
Il dott. Corigliano, prima di trarre le dovute
conclusioni alla sua relazione, ha riferito di altri opportunità utili ai soggetti diabetici che praticano attività fisica: l’esame BIA (Body Impedence Assessment), che analizza in modo scientifico le percentuali di massa grassa, massa magra e acqua totale
presenti nel corpo umano. Attraverso l’esame bioimpedenziometrico è possibile calcolare con esattezza
il metabolismo basale e, dunque, realizzare dei programmi di allenamento e/o nutrizione finalmente efficaci.; il baropodometro, la Calza Mico Diabetic Sport.
La dott.ssa Simonetta DE VINCENZO,
che ha sostituito in dott. Antimo AIELLO
assente per motivi di famiglia, ha relazionato
sul tema: “E’ possibile prevenire il diabete!”
Un dato statistico purtroppo molto allarmante per
la popolazione regionale introduce l’intervento della
dott.ssa Di Vincenzo: nel Molise la prevalenza del diabete è percentualmente superiore alla media nazionale e addirittura il dato si colloca tra i primi in Italia. La situazione dell’incidenza della patologia diabetica in prospettiva futura è altrettanto allarmante,
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tanto che ormai per il diabete si parla di pandemia,
pur essendo questa malattia non comunicabile e quindi non infettiva. Altri dati riferibili ad ambiti regionali e nazionali sono stati illustrati e mettono in evidenza l’incidenza del diabete nella popolazione di soggetti di 18 anni in poi, in relazione all’indice di massa corporea, IMC, o il BMI (Bodi Mass Index).
Dopo aver illustrato uno studio di ricerca sulla
prevalenza dell’eccesso ponderale nella popolazione
scolastica in Provincia di Campobasso condotto proprio dalla U.O. di Diabetologia del P.O. dell’Ospedale “A.Cardarelli” di Campobasso, la dott.ssa Di Vincenzo ha rimarcato l’ultimo dato relativo alla prevalenza delle persone obese in Molise che è al 10,4%.
Ma il fatto più allarmante è che se tale dato lo
si misura tra i ragazzi di 8/9 anni, la percentuale sale
a quasi il 15%, a fronte dell’11,1% del riferimento nazionale. Un vero primato negativo.
Ma il diabete mellito si può prevenire?
Elliott Proctor Joslin, il primo medico americano specializzato in Diabetologia e fondatore dell’omonimo centro diabetico, affermava già nel 1921
che: ... ora è sempre più importante porre attenzione non solo al trattamento, ma di più alla prevenzione del diabete.......
La prevenzione del diabete è sicuramente
un’azione utile, perché di riflesso si previengono gli eventi cardiovascolari e le disabilità derivate dallìalterazione del metabolismo degli
zuccheri. Inoltre la prevenzione del diabete è un
obiettivo raggiungibile, come hanno dimostrato numerosi lavori sperimental, quali il DPP (Diabetes Prevention Program).
Un’ultima domanda riguarda il problema dei costi della prevenzione. A fronte dei costi elevati per la
cura del diabete, investendo sulla prevenzione, si impiegherebbero meno risorse, ottenendo vantaggi non
solo dal punto di vista economico, ma anche di migliore qualità della vita.
Tra gli strumenti più efficaci, e soprattutto a
basso costo, nella prevenzione e cura del diabete, c’è
sicuramente quello della promozione di corretti stili
di vita, abitudini a comportamento salutari che devono passare necessariamente attraverso la consapevolezza di rendere operante una corretta alimentazione integrata all’esercizio fisico. Combattere l’indolenza e la sedentarietà con la pratica di attività fisiche, unitamente ad una appropriata buona prassi quotidiana nell’assunzione di cibo: due regole che costano poco e fanno guadagnare tanto.
Dott. Antimo Aiello
Continua……..
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XIII GIORNATA NAZIONALE
DEL SOLLIEVO
omenica 25 maggio
2014 presso l’Auditorium Palazzo Ex GIL di
Campobasso si è tenuta la XIII
Giornata Nazionale del Sollievo.
In Molise la manifestazione
si è svolta proponendo il tema in
una accezione diversa: “Il sollievo in un racconto”.
Il tema trattato è ispirato al lavoro proposto per il Premio Gerbera d’oro 2014, “Ci sono anch’io anche se non sono malato” e che ha
ottenuto la menzione speciale che
la Conferenza delle Regioni e la
Fondazione “Gigi Ghirotti” hanno
conferito al progetto presentato dal
Dottor Mariano Flocco Responsabile dell’HospicE dell’ASREM con la
collaborazione della dottoressa
Giovanna Mastrangelo.
D
“Ci sono anch’io,
anche se non sono malato” è ispirato e dedicato ai fratelli e alle sorelle di bambini malati gravemente di patologie oncologiche o degenerative che si trovano a vivere uno stadio avanzato o terminale della loro malattia.
“Ci sono anch’ io, anche se
non sono malato” rappresenta uno
status che i fratelli non malati
percepiscono e vivono, “soli”, lasciati in un baratro di mille perché
e a cui deve essere data una rispo-
sta concreta, espressione di una
assistenza di qualità.
L’incontro a cui hanno partecipato autorità,professionisti e
utenti ha evidenziato l’importanza
che l’incipit di una “Buona Sanità”
è espressione di attitudini che non
prescindono dalla professionalità
che emerge imponente nella Regione Molise.
“La tenerezza accanto a chi è
stato ferito dalla vita” è stato tema
della tavola rotonda a cui hanno
preso parte: Paolo Di Laura Frattura Presidente della Regione Molise, Angelo Percopo Direttore Generale Azienda Sanitaria Regionale Molise, Antonio La Storia Direttore per la Salute Regione Molise,
Don Fabio Di Tommaso Direttore
Pastorale della Salute Diocesi Campobasso Bojano, Ermanno Dell’Omo Primario Oculista, Alessio
Morganti Direttore UO Radioterapia e Terapia Palliative Fondazione
“Giovanni Paolo II” Campobasso,
Angela Tarasco Coordinatrice Didattica Professionale Corso di Laurea in infermieristica Università
Cattolica, Mariano Flocco Responsabile HospicE Azienda Sanitaria
Regionale del Molise. La discussione è stata moderata dal giornalista RAI dottor Giovanni Romano.
All’incontro ha partecipato attivamente la cittadinanza, condividendo personali esperienze di vita
vissuta nel momento più delicato
del fine vita.
L’argomento, trattato da diversi punti di vista, converge inequivocabilmente sul protagonista
unico che è al centro delle cure: la
Persona.
L’empatia è l’attitudine richie-
sta all’operatore che si trova costantemente al fianco di chi soffre,
ed ancor di più nella terminalità.
Ogni esperienza rappresenta
uno specifico universo di emozioni, spesso “contrastanti”, i cui tratti richiedono, di volta in volta, particolari attenzioni e accortezze che
vengono costantemente riservate
al singolo caso perché ciascuno
unico ed importante.
All’unanimità concordi che per
avere una assistenza di qualità non
c’è bisogno di intraprendere “viaggi della speranza”, poiché l’eccellenza delle cure è garantita anche
nella Regione Molise.
Quanto finora svolto rappresenta una condizione necessaria
ma non sufficiente a garantire un
elevato livello di qualità assistenziale, poiché inevitabilmente correlato all’impellente esigenza di
avere personale costantemente
formato e informato allo scopo.
L’assoluta necessità di competenze, individuate e riconosciute,
di figure professionali, con l’attitudine ad impegnarsi quotidianamente nell’affrontare complessità
di una certa evidenza, riscontrabili in un ambito così delicato come
le cure di fine vita, non può scontrarsi con la precarietà del sistema.
Il Paziente deve rappresentare per
ciascun operatore “la persona a lui
più cara” e soltanto in questo
modo si può portare la qualità assistenziale a livelli di eccellenza.
Questo rappresenta il principio
ispiratore dell’opera prestata all’interno dell’HospicE della Regione
Molise.
Dott. Mariano Flocco
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FIABA ALLEGATA AL PROGETTO “CI SONO ANCH’IO, ANCHE SE NON SONO MALATO”
“IL TEMPO CONGELATO NEGLI OCCHI DI MARTINO”
Cʼera una volta, in un tempo lontano,
un villaggio lambito dal mare e sovrastato dai monti, ameno e ridente.
Viveva nel villaggio un giovane fanciullo di nome Martino, che come ogni abitante, possedeva un dono.
Egli in particolare aveva la capacità
di creare la neve e di trasformare qualunque oggetto in ghiaccio in modo da
preservarlo per sempre.
Martino viveva felice circondato dagli
amici, e dʼinverno organizzava gare di
pattinaggio sul ghiaccio e realizzava,
con la compagnia dei suoi amici buffi pupazzi di neve.
Nonostante lʼinverno silenzioso il villaggio riecheggiava di risate gioiose.
Un giorno qualunque, inaspettatamente, in una delle solite gaie scorribande con la slitta, il piccolo Giacomo,
il migliore amico di Martino, scivolò ,
cadde e si ferì gravemente.
Tutti nel villaggio si premurarono per
lui , ma dopo qualche giorno il piccolo Giacomo morì.
Martino era addolorato, si sentiva in
colpa, non aveva mai pensato che la
neve e il ghiaccio potessero essere
così pericolosi, decise di non creare
mai più la neve, di non toccare più
nessuno con le sue mani di ghiaccio,
aveva paura di quello che aveva dentro e guardava spaventato le sue
mani che coprì con spessi guanti neri.
E fu così che Martino non giocò più,
non creò più neve e ghiaccio, smise
di sorridere, né più il villaggio risuonò
delle allegre risate dei bambini.
Un velo di tristezza calò sugli occhi di
Martino , neri e profondi come la notte, farfalle dai colori bluastri come la
malinconia iniziarono a sbocciare dal
suo cuore.
Il Tempo quello sì che era congelato, sospeso, e nulla era più come prima Gli attimi duravano giorni.
Allʼimprovviso qualcosa cambiò, repentinamente, il clima non fu più lo
stesso ,le giornate diventavano sempre più calde.
Un caldo senza sole, afoso e grigio, incombeva sul villaggio, prosciugando
fiumi e torrenti, provocando morte e distruzione per gli animali e le piante.
Gli abitanti erano disperati la terra martoriata non dava più frutti, il deserto era
imminente.
Tutti gli abitanti del villaggio si riunirono per trovare una soluzione, una possibilità in fondo cʼera, la neve e il ghiaccio con il caldo si sarebbero trasformati in acqua con la quale irrigare i
campi e dissetare uomini e animali.
Martino non sapeva cosa fare, per un
lungo tempo aveva temuto quello
che aveva dentro, ritenendo che la
neve e il ghiaccio fossero responsabili di tutte le sue sofferenze e di quelle degli altri, e adesso sembravano essere utili. Occorreva agire, Martino superando le sue paure si tolse delicatamente i guanti e iniziò a creare piccoli batuffoli di neve che appena usciti dalle sue mani si trasformavano in
una delicata pioggerellina che ristorava la terra, le piante, gli uomini e gli
animali.
Il clima ritornò mite e il villaggio ameno e ridente.
Ma il velo dagli occhi del fanciullo però
non scomparve, né la sua malinconia,
né le farfalle color dellʼindaco smise-
ro di sbocciare dal suo cuore.
Un giorno giunse nel villaggio un
viandante alla ricerca di bacche con
le quali creare colori da donare agli
abitanti per dipingere le farfalle che
sbocciavano dai loro cuori.
Era alla ricerca di bacche speciali che
creassero mille sfumature, una diversa dallʼaltra.
Così nel bosco, il viandante incontrò
il giovane Martino e scorto il velo sugli occhi lo pregò di raccontargli la sua
storia, lo ascoltò per lungo tempo.
Dopo quellʼincontro Martino e il viandante compresero molte cose.
Il viandante capì che la maestria nel
mescolare i colori, quello cui lui aspirava, non bastava, perché i granelli di
sabbia della clessidra del Tempo, custodita nel monte più alto, erano ormai
congelati nel Tempo sospeso e nessun colore vermiglio avrebbe mai liberato gli occhi di Martino dal velo azzurro della malinconia.
Martino, dal canto suo, scoprì che venature color della porpora coloravano le farfalle che sbocciavano dal suo
cuore. Ad entrambi si rese limpido un
pensiero: che sul percorso della vita
esistono cose possono essere modificate, ed in virtù di questo si può e si
deve cambiare, altre che vanno semplicemente accettate perché inevitabili. Scoprirono così che il segreto che
si cela nella
magia delle
parole è la
capacità di
distinguere
le une dalle
altre.
Disegni a cura
della piccola
SOPHIA, 6 anni.
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
I TUMORI DELLA TIROIDE
Gestione clinico-chirurgica
e nuove prospettive terapeutiche
Dott. Pietro Princi - Prof. Camillo Cavicchioni
U.O.C. di Chirurgia Generale ed Oncologica
Dipartimento di Oncologia Fondazione di Ricerca e Cura Giovanni Paolo II - Campobasso
iovedì 12 Giugno 2014 si è tenuto presso
casi, ha permesso solo in parte un miglioramento dell’Aula “Francesco Crucitti” della Fondaziola diagnosi precoce di malattia neoplastica proprio per
ne di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II”
la frequenza delle patologie nodulari benigne e per la
di Campobasso un congresso sul tema: “I tumori
difficoltà di diagnosi differenziale.
della tiroide – Gestione clinico-chirurgica e
Il ricorso all’agobiopsia tiroidea (agoaspirato) da
nuove prospettive terapeutiche”.
eseguire preferibilmente sotto guida ecografica, d’alI lavori sono stati aperti dai Saluti del Direttore
tra parte non sempre consente di chiarire il dubbio
Generale, Dr. Gianfranco Rastelli, del Direttore del
diagnostico. Pertanto di estrema attualità rimangoDipartimento di Oncologia, Prof. Camillo Cavicchiono i criteri radiologici e clinici di sospetto e le indicani e dal presidente dell’ordine dei medici di Campozioni all’agobiopsia con ago sottile (quale nodulo punbasso Dott. Gennaro Barone.
gere, quando, dopo quanto tempo ripetere l’esame).
Al congresso, coordinato dal Dr. Pietro PrinIn tale ambito metodiche come l’utilizzo della immuci, hanno partecipato quali relatori illustri docenti di
nocitochimica è stato proposto anche se va chiarita
endocrinologia ed endocrinochirurgia riconosciuti a lila loro effettiva utilità.
vello mondiale come esperti dell’argomento ovvero il
Uno degli scopi dell’endocrinologia moderna è
Prof. Alfredo Pontecorvi, Direttore dell’Endocrinoquindi rappresentato dal raggiungimento di nuovi
logia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Univerobiettivi quali la definizione di nuovi criteri citologici
sità Cattolica del Sacro Cuore-Policlinico A. Gemelli di
per la diagnosi differenziale oltre all’applicazione di
Roma, il Prof. Celestino Pio Lombardi, Direttore
nuove metodiche di imaging, l’utilizzo di markers siedella Chirurgia Endocrina del Complesso Integrato Corici e la valutazione in maniera critica di nuove teclumbus e docente presso l’Università Cattolica del Saniche di biologia molecolare.
cro Cuore di Roma, il Prof Furio Pacini Direttore delUn ulteriore passo in avanti è rappresentato dalla Struttura Complessa di Endocrinologia dell’Azienla recente introduzione della nuova classificazione cida Ospedaliera Universitaria di Siena e la Prof.ssa
topatologia delle categorie TIR3A e TIR3B dei noduRossella Elisei, Responsabile delle attività cliniche
li tiroidei follicolari sottoposti ad ago aspirato con il
di“Oncologia Endocrina” del Dipartimento di Endocrifine di evitare un “overtreatment” ovvero interventi
nologia dell’ Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa.
chirurgici non necessari (vedi tabella 1).
Tali relatori, considerati fra i maggiori esperti a livello nazionale ed internazionale, hanno illustrato le più moderne
strategie di diagnosi e cura di questa patologia.
Il carcinoma differenziato della tiroide rappresenta la neoplasia più frequente tra quelle che colpiscono le
ghiandole endocrine. Interessa in maggioranza pazienti di sesso femminile (4 Tabella 1: Consensus AIT, AME, SIE, & SIAPEC-IAP per la classificafemmine per un maschio colpito) ed è zione della citologia tiroidea (J Endocrinol Invest, 2014).
caratterizzata da un’incidenza in significativo aumento in tutti i paesi occidentali al punto
In sintesi molte sono le problematiche relative alla
che si prevede che nel 2020 rappresenterà la secondiagnosi che meritano un’attenta riflessione.
da neoplasia per frequenza nella donna dopo il carIn ambito terapeutico la chirurgia endocrina ha
cinoma della mammella.
risentito dell’influenza delle nuove tecnologie mini-inLa diffusione dell’ecografia del collo, pur avendo
vasive che devono comunque essere impiegate con
consentito la diagnosi di lesioni nodulari anche subattenta ponderazione dei criteri di selezione. La tiroicentimetriche della tiroide in un maggior numero di
dectomia video-assistita, eseguita ormai da diversi
G
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
anni presso la Fondazione Giovanni Paolo II, rappresenta una valida opzione terapeutica per la terapia chirurgica anche nei noduli tiroidei maligni in casi selezionati (diametro < 25 mm, non precedente chirurgia del collo). La sua validità ed i vantaggi ad essa legati sono stati dimostrati in numerosi studi.
La tecnica chirurgica video-assistita eseguibile attraverso una piccola incisione in regione cervicale anteriore di circa 2 cm, è simile alla tiroidectomia tradizionale per ciò che riguarda risultati e complicanze, non ha maggior rischio di disseminazione o di rottura della capsula e presenta vantaggi significativi nel
decorso con minor dolore post-operatorio e con miglior risultato estetico (vedi Fig. 1-3).
La tiroidectomia video-assistita può rappresentare l’opzione terapeutica di scelta in caso di noduli
di ridotte dimensioni anche nei casi in cui si debba
eseguire la linfoadenectomia del comparto centrale.
Infine va riconsiderato l’impiego di una terapia
adiuvante come il radioiodio anche allo scopo di ridurre al minimo gli effetti collaterali e di eseguirla solo
nei casi effettivamente necessari considerando anche
il costo che ha tale trattamento.
Il Prof. Furio Pacini ha presentato nella sua
esaustiva relazione un’anteprima della nuova tendenza mondiale nel trattamento post-operatorio e del follow-up da eseguire nei pazienti con carcinoma differenziato della tiroide ovvero la stratificazione del rischio relativo al paziente e la somministrazione del
radioiodio solo nei casi effettivamente necessari
dopo stimolazione con rh-TSH (TSH ricombinante).
La terapia del carcinoma midollare della tiroide,
malattia più rara degli istotipi precedenti ma più aggressiva e spesso a trasmissione familiare, come illustrato dalla Prof.ssa Elisei, invece può vantare oggi
la disponibilità di nuovi agenti terapeutici che si sono
dimostrati efficaci nel trattamento oncologico dei pazienti con malattia avanzata.
Una seconda parte del congresso (video-session)
vedeva la presentazione di filmati relativi alle più moderne tecniche chirurgiche di trattamento delle neoplasie non solo della tiroide ma anche di altre ghiandole endocrine come paratiroide e surrene.
La sessione video è stata aperta dal Dottor Pietro Princi che ha presentato i vari step della tiroidectomia video-assistita con particolare attenzione alla tecnica chirurgica che prevede un’incisione in regione cervicale anteriore di circa 2 cm, la creazione di un’adeFig. 1
Fig. 2
17
guato spazio a livello dei piani sottocutanei; incisa quindi la linea mediana si accede alla loggia cervicale e con
ausilio di un’ottica 30° 5 mm si procede a sezione tra
legature o con bisturi ad ultrasuoni del polo vascolare
superiore, identificazione e risparmio del nervo ricorrente e delle paratiroidi superiore ed inferiore, ed infine sezione dei restanti vasi completando la dissezione in modo
analogo controlateralmente. Tale tecnica è applicabile,
come dicevo anche in caso di carcinomi differenziati di
piccole dimensioni, con risultati sovrapponibili alla chirurgia convenzionale in termini di radicalità oncologica
e di complicanze e con notevoli vantaggi per il paziente in termini di minor dolore post-operatorio e di miglior
risultato estetico (Lombardi CP, Raffaelli M, De Crea C,
Princi P, Castaldi P, Spaventa A, Salvatori M, Bellantone R. Report on 8 years of experience with video-assisted thyroidectomy for papillary thyroid carcinoma. Surgery. 2007 Dec;142(6):944-51.). Una ulteriore variante della tecnica eseguita sempre presso la Fondazione
Giovanni Paolo II è rappresentata dalla tiroidectomia
mini-invasiva video-assistita 3D (MIVAT 3D) con utilizzo di una complessa strumentazione tridimensionale che
permette di vedere meglio le strutture anatomiche vicine alla tiroide cpn percezione della profondità.
Nella sessione video sono stati presentati inoltre
da illustri relatori provenienti da altri centri d’eccellenza di rilevanza internazionale, altri filmati di tecnica chirurgica riguardanti la linfoadenectomia del comparto centrale e tiroidectomia per carcinoma papillare della tiroide, la paratiroidectomia per adenoma paratiroideo, la linfoadenectomia laterocervicale per il trattamento chirurgico delle metastasi laterocervicali da
carcinoma differenziato della tiroide, la surrenectomia
retroperitoneoscopica sia con tecnica “single-access”
che con l’utilizzo di 3 trocar per l’introduzione degli strumenti chirurgici mini-invasivi. La sessione video è stata chiusa dal Prof. Lombardi che ha presentato un video sull’esecuzione di una surrenectomia robotica per
neoplasia surrenalica; tale tecnica presenta vantaggi
importanti in termini di minor manipolazione del nodulo neoplastico anche se i costi di tale procedura restano a tutt’oggi ancora molto elevati.
I numerosi partecipanti sono rimasti particolarmente soddisfatti del congresso anche in considerazione dell’elevata qualità delle relazioni oltre che dalla discussione animata da preparati moderatori e discussant.
Dott. Pietro Princi - Prof. Camillo Cavicchioni
Fig. 3
Figure 1-3: incisione nella MIVAT e risultato estetico a distanza
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dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
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abato 7 giugno, presso
la Sala Convegni della
Basilica dell’Addolorata
di Castelpetroso, si è tenuto il Secondo Convegno Regionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI) sul tema “ La Salute Oggi”. Alle ore 9 i posti della
sala erano già occupati dai medici venuti dal Molise, dalla Campania e dall’Abruzzo, da soci appartenenti a varie Associazioni
(ARVAS, Croce Rossa, Unitalsi),
da studenti dei licei di Isernia, da
appartenenti a varie comunità e
da tanti cittadini interessati a
conoscere lo stato attuale della
Sanità in Italia, che, pur garantendo una vita media tra le più
alte in Europa, è sempre più
spesso oggetto di denunce e attacchi da parte dei media e di cittadini che vedono deluse le loro
aspettative. In una realtà sanitaria, sempre più dominata dall’efficientismo e dalla tecnologia,
dal nuovo concetto di salute che
non significa più solo assenza di
malattie, ma godimento di un
buon equilibrio psicofisico della
persona in relazione all’ambiente
e al tessuto sociale, dalla diminuzione delle risorse economiche,
dallo sviluppo di una medicina difensiva in risposta all’aumento
delle richieste di risarcimento, il
compito del medico è sempre
più difficile perché non riesce a
soddisfare tutte le aspettative
del cittadino, al pari dell’avvocato che non può garantire assoluzioni in tutti i casi. Ha aperto il
Convegno il moderatore Fernando Galluppi, specializzato in
medicina legale, medicina del lavoro, medicina aerospaziale e
docente di Bioetica all’Università
di Chieti e Pescara, vicepresidente nazionale per il centro Italia dell’AMCI, che, rivolgendosi in
particolar modo ai giovani medici e agli studenti liceali, ha definito il medico cattolico un professionista formato dal punto di vista spirituale, etico e scientifico.
Egli si avvicina alla persona malata con atteggiamento di professionista e di credente. Come professionista si impegna a prendersi cura del malato con competenza e serietà; come credente è
S
consapevole che gli viene affidato un corpo che è involucro di anima immortale; centra la sua professione sull’amore di Dio e del
prossimo, vedendo, soprattutto
nel malato povero e abbandonato, il volto di Cristo. Il suo comportamento si ispira al modello
del Buon Samaritano che, prendendosi cura del viandante ferito
e abbandonato, provvede alle
sue esigenze e ne recupera la dignità perduta.
Ha fatto seguito il saluto dei
presidenti. Il dottor Salvatore
Forte, presidente della sezione di
Campobasso Bojano e cittadino di
Castelpetroso, ha salutato con calore il sindaco e gli amministratori del suo comune, i relatori e i
convenuti, esprimendo la soddisfazione e l’onore per aver potuto ospitare un Convegno in cui venivano discusse problematiche
di elevata importanza etica e sociale da relatori che, per competenza e posizione occupano i vertici dell’AMCI nazionale.
Il dottor Franco Carugno,
presidente della sezione di Isernia Venafro, tra l’altro, ha messo in evidenza la presenza nella sua zona di eremi e chiese
dedicate ai primi medici Cosma
e Damiano che la leggenda vuole abbiano compiuto il primo
trapianto di un arto.
Il dottor Giovanni Sparano,
presidente dell’Associazione nella Regione Molise, ha espresso
gioia e commozione per aver potuto realizzare nel Molise un Convegno a valenza nazionale, per la
presenza di personalità di così alta
levatura umana che ricoprono i
vertici dell’Associazione Nazionale. Ha poi precisato che il medico cattolico è credibile, solo se
nella professione dà testimonianza della sua fede. Per essere tale
deve esercitare il suo ruolo perseguendo una medicina solidale
e globale che, nel prendersi cura
del paziente, mette al centro la
persona vista globalmente come
unità inscindibile di anima e corpo e abbraccia tutti, credenti e
non credenti, in quanto fratelli e
sorelle, figli di un unico Dio. A tal
fine ha ricordato le parole di S.
Giuseppe Moscati: “Non la scien-
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dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
za ma la carità cambierà il mondo” e “Il dolore va trattato come un grido dell’anima a cui un altro fratello, il medico accorre con l’ardenza dell’amore: la carità! Quanti
dolori lenirete più con i consigli dati all’animo, che con la
fredda prescrizione di farmaci!”
Il dottor Gennaro Barone, presidente dell’Ordine dei
medici chirurghi ed odontoiatri della Provincia di Campobasso, ha portato il saluto dell’Ordine, esprimendo plauso a un Convegno che tratta le spinose tematiche di bioetica e i diritti dei malati, in un momento in cui viene messo in discussione la validità dello stesso codice deontologico di Ippocrate.
La professoressa Maria Benedetta Donati, già ricercatrice della Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso, attualmente in servizio al Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS di Pozzilli, ha introdotto
le tematiche di bioetica, soffermandosi su i suoi studi nella ricerca e prevenzione delle malattie vascolari e dismetaboliche nel popolo molisano.
Il professor Filippo Boscia, presidente nazionale dell’AMCI e professore della fisiopatologia della riproduzione
umana e bioetica nell’università di Bari, ha affascinato la
numerosa e attenta platea, illustrando un video sulla procreazione, mettendo bene in risalto che la vita inizia nel
momento in cui lo spermatozoo penetra nell’ovulo. Da quel
momento la crescita è graduale, progressiva e autonoma
e deve avvenire in un ambiente non inquinato da alcool o
fumo. Il figlio messo al mondo ha una sua dignità che merita accoglienza totale e rispetto dalla madre e dalla società, che lo deve difendere, fin dal momento del concepimento, in quanto persona unica al mondo e con i diritti di ogni cittadino. Un figlio, concepito in un utero in affitto, equivale a un prodotto o manufatto realizzato in laboratorio e dato al committente a soddisfacimento di un
desiderio, per cui la dignità dell’embrione è compromessa. Anche la fecondazione eterologa è da condannare, perché toglie il diritto all’embrione a conoscere i suoi genitori e a riconoscere in essi le proprie origini genetiche.
Il professor Giuseppe Battimelli, medico internista
specializzato in Igiene e Medicina preventiva e vicepresidente AMCI Nazionale per il Sud Italia, ha paventato il
pericolo che in sanità prevalga un modello utilitaristico della cura della persona malata, in termini produttivistici e
sociologici. Ha ribadito che bisogna condannare ogni rischio che configuri l’abbandono terapeutico, ma se, nelle ultime fasi di vita di un paziente terminale, si configura un’inutile accanimento terapeutico, questo è altrettanto da condannare. Il professor Battimelli, dopo aver analizzato l’importanza dei costi benefici, dei costi utilità e dei
rischi benefici, ha concluso che nella programmazione sanitaria bisogna tener conto di una duplice prospettiva: a
livello individuale è la persona malata ad essere titolare
del diritto alla salute e come tale ha preminenza rispetto alla società e all’economia. In una prospettiva solidaristica, a livello sociale e comunitario, bisogna allocare
equamente le risorse, massimizzando i benefici e minimizzando i costi, ricercare il bene comune attraverso il
bene del singolo, dando di più a chi è più grave e ha più
bisogno. Ne deriva che oggi il medico, oltre a svolgere la
sua funzione di professionista che opera secondo il principio di beneficialità in alleanza di cura con il paziente, di
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proporzionalità tenendo conto dei costi in rapporto ai benefici attesi, è anche un manager, in quanto ha un budget da amministrare.
S. E. Monsignor Bregantini si è congratulato per i relatori per le relazioni che invitavano i medici a condividere con carità cristiana la sofferenza dei malati, prendendo ad esempio l’Addolorata nello “Stabat Mater” che,
con il cuore straziato dal dolore, assisteva in silenzio il figlio crocifisso e poi giacente inerte sulle sue ginocchia.
Il professor Giovanni Adinolfi, figlio di un allievo di
S. Giuseppe Moscati, primario emerito della Divisione Di
Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Regionale di Caserta, consigliere nazionale e presidente dell’AMCI di Caserta, ha fatto conoscere nei minimi particolari vita e miracoli di S. Giuseppe, grande medico e grande santo che,
con umiltà e semplicità, ha testimoniato nella professione l’amore per Dio e per il prossimo. Per la tenacia con
cui ha chiesto trasparenza e giustizia negli Ospedali e per
gli operatori sanitari, per il modo in cui ha amato ed assistito la persona umana sofferente, vista nella sua completezza di corporeità e spiritualità, merita giustamente
di essere venerato come patrono degli Ospedali e come
santo ispiratore di ogni attività di umanizzazione che dà
centralità alla persona malata, alle strutture in cui viene
ospitata, alle modalità di cura e di assistenza. Di Lui Paolo VI ha detto: “È un Laico che ha fatto della sua vita una
missione percorsa con autenticità evangelica. È un medico che ha fatto della professione una palestra di apostolato, una missione di carità. È un professore d’università, che ha lasciato tra i suoi alunni una scia di profonda ammirazione. È uno scienziato d’alta scuola, noto per
i suoi contributi scientifici di livello internazionale”. S. Giuseppe Moscati, grazie alle profonde convinzioni religiose
innate e trasmesse dai genitori, è riuscito, caso non frequente, ad armonizzare la scienza con la fede, il soprannaturale con il mondo materiale, con la semplice ed indiscussa convinzione che Dio è l’Autore di tutto.
Ben conosceva i limiti e la fugacità della scienza terrena quando diceva: “Non la scienza ma la carità ha trasformato il mondo; esercitiamoci quotidianamente nella
carità: Dio è Carità!
A conclusione del Convegno, che ha visto tutti soddisfati per aver vissuto tre ore di arricchimento spirituale in religioso silenzio, sono state presentate due testimonianze di medici che hanno operato una buona sanità in silenzio, senza il rumore di chi preferisce e incentiva il bla, bla, bla dei media: fa più rumore un albero che
cade che una foresta che cresce. Nella prima testimonianza una figlia, la professoressa Rosanna Ricciardi ha
ricordato il padre medico Michele, umile e bravo ginecologo che, con semplicità e amore accoglieva e si prendeva cura delle donne che, a qualsiasi ora, si rivolgevano
fiduciose a lui. La seconda testimonianza del professor
Aldo Ricciardi, autore di canzoni, poesie e scritti in lingua e in dialetto locale, ha testimoniato la sua riconoscenza verso il primario della UOC di Cardiologia di Campobasso e la sua equipe, per l’ottima, competente e umana assistenza ricevuta in un momento drammatico della sua vita, tanto da sentire il bisogno di dire a tutti: “Perché cercare altrove quello che si può avere in casa”.
Dott. Giovanni Spàrano
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STORIE IN CONTROTENDENZA:
la Chirurgia laparoscopica mini-invasiva al Sud
n questi ultimi anni la chirurgia oncologica e ricostruttiva ha compiuto notevoli progressi, grazie alla laparoscopia, una nuova tecnica chirurgica, basata su un sofisticato sistema di videocamera
che permette la visione di immagini ingrandite relativamente alla zona di intervento. In tal modo interventi fino a qualche anno fa impensabili come la rimozione isolata di un tumore renale, con preservazione
dell’organo e della sua funzionalità, sono diventati routine. Questo vale anche per interventi di prostatectomia per tumore prostatico, dove la laparoscopia permette di preservare, ove possibile, l’integrità di un maggiore numero di nervi, garantendo ottimi risultati postoperatori riguardo alla continenza urinaria e all’erezione. Oltre ai vantaggi riconosciuti, questa tecnica riduce il trauma chirurgico, quindi il dolore postoperatorio e la degenza del paziente.
Coinvolto nello sviluppo attivo di tecniche mini invasive, in particolare di laparoscopia in mono-accesso (Single-Port) e di Mini Laparoscopia è senza dubbio il Prof. Francesco Greco, già Professore e
Responsabile del dipartimento di chirurgia laparoscopica presso l’Università Martin Luther di Halle in Germania, che ha deciso di lasciare il nord Europa, all’avanguardia nel settore, per realizzare un
progetto unico nel sud Italia.
“Ho chiesto di raggiungere il Professor Greco in
Germania in qualità di Dottorando di Ricerca presso
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la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Chieti-Pescara e ho avuto la fortuna ed il piacere di lavorare
al suo fianco per 1 anno. Ho potuto così toccare con
mano la sua grande professionalità ed esperienza nel
trattare i casi più complessi attraverso la chirurgia mini
invasiva ed ho potuto constatarne i vantaggi.”
A parlare in prima persona è il Dott. Vincenzo Maria Altieri, urologo molisano, cresciuto professionalmente presso l’Ateneo di Chieti e costretto ad emigrare in Germania per apprendere le tecniche di chirurgia laparoscopica miniinvasiva.
“ho accettato di buon grado l’invito del Professor
Greco di tornare in Italia da Gennaio 2014, in qualità di Aiuto e, precisamente in Calabria, dove sorge
la clinica Romolo Hospital, sita a Rocca di Neto (Kr),
già nota per le sue competenze in ambito urologico
e che, oggi, torna a far parlare di sé per le nuove tecniche chirurgiche mini invasive: la laparoscopia
e la mini laparoscopia.
Per noi è la realizzazione di un progetto, sinonimo di orgoglio e di impegno per rimanere al passo con
le ultime innovazioni medico-scientifiche attraverso studio, ricerca e scambio ed è un ulteriore segno tangibile per la creazione di strutture di eccellenza competitive in campo europeo, così da offrire
ai nostri pazienti il meglio della terapia e cura.”
Dott. Vincenzo Maria Altieri
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ANALISI INTEGRALE ISTANTANEA
DELLA PELLE®
INSTANT SKIN MAP
ANTI-CANCEROGENESI e ANTI-AGING
Pasquale Fruscella
Centro Ricerche sulla Plasticità Tessutale
Campobasso - Roma
Quel che c’è di più profondo nell’uomo è la pelle
P. Valéry
n centimetro quadrato di pelle è popolato
da tre milioni di cellule, tremila neuroni collegati, tra loro, da quattro metri di terminazioni assonali, duecento recettori che raccolgono
sensazioni dolorifiche, cento ghiandole preposte alla
secrezione del sudore.
Questa minuscola tessera è un vero e proprio
organo dotato di proprietà ancora lontane dalla completa decifrazione. Le funzioni, fino ad ora individuate sono le seguenti:
• Filtro immunologico - individua elementi estranei e nocivi al nostro organismo e ne blocca la diffusione (cellule di Langerhans APC.)
• Schermo fisico – limita la penetrazione delle radiazioni elettromagnetiche.
• Radar - intercetta e identifica segnali all’ambiente esterno trasmettendoli al Sistema Nervoso Centrale (termo- presso-algocettori.)
• Fabbrica biosintetica - produce vitamina D3 e fibre d’elevata forza tensile (collagene ed elastiche),
• Tessuto seducente – è il principale organo d’attrazione sessuale (ferormoni.)
• Contenitore idro-repellente – trattiene i liquidi corporei, impedisce l’assorbimento d’acqua
dall’esterno, oltre a regolare l’escrezione di elettroliti.
•
Pannello termoregolatore – dai suoi frigo e calocettori partono gli stimoli diretti all’encefalo per la
stabilizzazione della temperatura corporea.
• Membrana assorbente – consente la penetrazione nell’organismo di farmaci.
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A rigor di termini, non esiste ancora esame strumentale in grado di soddisfare le esigenze del terapeuta (e del suo paziente.)
L’analisi integrale istantanea della pelle, INSTANT SKIN MAP®, rappresenta il primo, basilare
mezzo, che apre ai chirurghi plastici e dermatologi il tracciato nell’intricato dedalo diagnostico-terapeutico delle dermopatie, la cui complessità è già
annunciata dalla derivazione degli strati superficiali del “mantello cutaneo” (epidermide) dal medesimo tessuto embrionale che genera l’encefalo.
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TECNICA E STRUMENTI
L’analisi si svolge in sei passaggi successivi:
Compilazione dei test ISM®
Fotografia
Phmetria
Impedenzometria
Esame alla luce di Wood
Dermatoscopia.
1. TEST ISM®
Oltre al questionario per la classica ricognizione anamnestica, contiene le tabelle per l’individuazione del fototipo e le silhouette sulle quali marcare le lesioni.
2. FOTOGRAFIA
Le aree sono contrassegnate con matita demografica, numerate, fotografate, e registrate sui profili acclusi al questionario.
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te con scarso contenuto d’acqua e il grasso sottocutaneo sono cattivi conduttori, al contrario del derma, ricco di vasi sanguigni, acqua ed elettroliti.
3. PH METRIA
Il pH è misurato dall’elettrodo di vetro a contatto con la superficie cutanea. L’acidità della pelle è legata prevalentemente all’attività di secrezione ghiandolare e di degradazione dei cheratinociti,
che formano una provvidenziale patina protettiva,
denominata Fattore d’Idratazione Naturale.
Aminoacidi, acido piroglutamico, lattato di sodio, urea, glucidi, elettroliti, che provengono dalla
secrezione delle ghiandole sudoripare (pH del sudore 5-7,5), sebacee (pH del sebo 3-4) e dalla decomposizione dei cheratinociti, producono una pellicola idrolipidica igroscopica, che mantiene il valore medio di acidità tra 4,2 - 5,6 e un livello fisiologico d’idratazione anche quando l’umidità relativa
è al di sotto del 50%.
L’importanza e la delicatezza del manto idrolipidico è indicata dall’insorgenza di INFIAMMAZIONE CRONICA E PRURITO GENERALIZZATO non appena si verifichi una riduzione delle fosfatasi acide
e dei glucosilceramidi dei corpi lamellari di Odland.
Il giusto rapporto fra la miriade di sostanze che
compongono il Fattore d’Idratazione produce una
naturale pellicola antibiotica che ostacola la proliferazione di miceti e batteri, senza, tuttavia turbare la vitalità della microflora commensale.
Elettrodo di vetro ad alta sensibilità per la misurazione del
ph cutaneo.
4. MISURAZIONE DELL’IMPEDENZA
BIOELETTRICA
L’IMPEDENZA BIOELETTRICA è la resistenza che
la pelle oppone al passaggio della corrente alternata. Gli strati cellulari della cute rispondono in
modo differente. Il corneo, composto di cellule mor-
Il misuratore dell’impedenza bioelettrica totalizza le diverse impedenze collegate tra loro in parallelo.
Lo strumento emette un segnale sinusoidale di
3,5 Volt, con frequenza di 50 KHertz, che non stimola né influenza la struttura cellulare. L’interposizione della pelle tra gli elettrodi causa una variazione del guadagno dell’amplificatore, che si traduce in uno spostamento della lancetta dell’amperometro. La risposta del segnale sinusoidale sarà inversamente proporzionale alla resistenza che la cute
offre alla corrente alternata, parametro indicatore
dei processi di mitosi e, dunque, biomarker della
GUARIGIONE TESSUTALE. D’impedenza bioelettrica è un metodo veloce e pratico per analizzare il livello di IDRATAZIONE DERMICA, di attività cellulare epidermica, e per monitorare l’attecchimento degli INNESTI CUTANEI.
5. LAMPADA DI WOOD
Emette una luce non ionizzante di lunghezza
d’onda compresa tra 340 nm (UVA) e 420 nm (radiazione visibile bluastra) che evidenzia alterazioni invisibili ad occhio nudo, utilizzando la proprietà
di alcune sostanze di rimandare le radiazioni elettromagnetiche ricevute, con una lunghezza d’onda
visibile. Segnala la fluorescenza bianco latte delle
chiazze di VITILIGINE, i divari cromatici del CLOASMA agli esordi, il giallo oro della MALASSEZIA, il
verdastro dei dermatofiti della TIGNA e il rosso corallo dell’ERITRASMA.
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2004: Chirurgia avulsiva
6. DERMATOSCOPIA
La regola ABCDEFG (asimmetria, bordo irregolare, colore non uniforme, diametro superiore a 6
mm, evoluzione rapida della morfologia, familiarità e fototipo, grande quantità) orienta il paziente
nell’autocontrollo periodico dei NEVI.
È un esame utile anche nella diagnosi precoce
del CARCINOMA BASOCELLULARE, malattia di BOWEN, DISCHERATOSI, SCABBIA.
Nevo giunzionale
2014: Chemiochirurgia
Nevo
melanocitico
intradermico
Carcinoma
basocellulare
NUOVI ORIENTAMENTI PLASTICO
RIGENERATIVI PER L’INVECCHIAMENTO
E I PROCESSI DEGENERATIVI CUTANEI
La capacità della pelle di rigenerarsi, guarendo le sue lesioni, e di aumentare il suo spessore
quando sia sottoposta a microtraumi continui, fa sì
che consideriamo quest’organo dotato di attitudine
all’autonomia, sottovalutando, spesso, i rischi cui lo
espone il suo ruolo di barriera primaria agli insulti
dell’ambiente esterno. Tuttavia, proprio sul potenziale delle cellule germinali (staminali) puntano le
attuali tecniche plastico-rigenerative-oncologiche.
Il bisturi è sostituito da STRUMENTI AGHIFORMI che non lasciano esiti cicatriziali; MICRO INNESTI (unità vascolarizzate o cellule in emulsione) sono
trapiantati per via iniettiva, MOLECOLE, con attività cheratoregolatrice, antivirale, antimitotica, caustica, antiradicalica, rimpiazzano le escissioni con
lama fredda o laser.
Unità staminale
mesenchimale
vascolarizzata
CONCLUSIONI
il monitoraggio periodico delle neoformazioni
cutanee, mediante gli strumenti di amplificazione
ottica, registrazione dell’attività bioelettrica, biochimica ed elettromagnetica permette di ottimizzare
le nuove risorse tecnologiche, a disposizione del chirurgo plastico, che attivano gli strati germinali-staminali, sviluppano collagenopoiesi attraverso vie
d’accesso millimetriche, e cancellano, con la semplice erogazione di una soluzione chimica, lesioni virali, batteriche e neoplastiche. Permette anche di individuare terapie topiche, preparazioni barriera, peeling, idrocolloidi, medicazioni non aderenti o adesive con attività batteriostatiche, antinvecchiamento, anti-degenerative, studiate su misura per il paziente, arricchendo, così, il bagaglio tecnologico del
chirurgo con l’inesauribile scorta di estratti freschi
naturali e l’infinita varietà di molecole ad attività metabolica, cromo-regolatrice, cheratoplastica.
Dott. Pasquale Fruscella
BIBLIOGRAFIA
- La Plasticità Come Potenziale del
Corpo-Mente. Realtà Nuova, Istituto
Culturale Rotariano, 1994.
- A Motor Driven Syringe. Gazzetta
Medica Italiana, archivio per le scienze mediche, 154 n° 5/6 1995:221.
- Reconstruction of the upper eyelid
border through posterior lamella expansion. OSPEDALI D’ITALIA CHIRURGIA, 2: 144-146, 2012.
- Chirurgia Collagenopoietica. Airpt
Editrice, 1° edizione ISBN 978-88900566-8-0, febbraio 2013.
- Bioreversione - 6° Meeting Associazione Italiana Ricerche sulla Plasticità Tessutale, 2011.
- Effetti Tegumentali della PCOS, Terapie Plastico Rigenerative, “La sindrome dell’ovaio policistico: updating e infertilità” Centro Congressi NH Vittorio
Veneto, Roma, 13 Aprile 2013.
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dott.ssa Maria Luigia Di Palma
VIII
G IORNATA
S CIENTIFICA
CARDARELLIANA
24 MAGGIO 2014
Auditorium Comunale
di Civitanova del Sannio
“Attualità in tema
di patologie ambientali”
l 24 maggio 2014 presso l’auditorium comunale di Civitanova del Sannio si è svolta la
VIII giornata scientifica Cardarelliana. L’evento è inserito nel programma ECM per medici, infermieri e tecnici di radiologia ed è stato organizzato dagli
ordini dei medici di Campobasso e Isernia, dall’IPASVI, dall’Università degli studi del Molise. Il Dottor Antimo Aiello (UOC Endocrinologia-Diabetologia ASReM),
moderatore della I Sessione, introduce le finalità del
corso sottolineando la tossicità dei metalli pesanti per
gli organismi viventi. I metalli pesanti sono presenti
nell’ambiente perchè componenti naturali della crosta terrestre, non sono degradati dall’attività biologica e fotochimica e se rilasciati nell’ambiente in
quantità abnorme (inceneritori e uso criminale del fuoco per distruggere rifiuti) possono restarci per centinaia di anni. I metalli pesanti possono entrare nel
nostro corpo attraverso l’acqua, l’aria e l’alimentazione e alcuni sono parte integrante del nostro corpo.
Il dottor Italo Testa (Accademia di Storia dell’Arte sanitaria) illustra una sua ricerca sulla famiglia Cardarelli. Il Prof. Giuseppe Pianese, professore di Anatomia Patologica all’Università di Napoli, nipote di Antonio Cardarelli perchè figlio della sorella Maddalena
fu eletto al parlamento nel collegio di Boiano (1904)
ma dopo un anno presentò le dimissioni. Fu eletto presidente dell’Ordine dei medici di Napoli ma poco dopo
si dimise.Contrariò non poco il celebre zio per la “fuitina” con la cugina Giovanna,figlia di Giuseppe Cardarelli, fratello del prof. Antonio Cardarelli. Pare che
l’Illustre clinico abbia punito il prof Pianese favorendo il suo incarico in Anatomia Patologica.
Il Prof Erberto Melaragno parte da una lezione
di Cardarelli del 1912: Intossicazione saturnina con
encefalopatia. Il giovane paziente, figlio di un venditore di colori era esposto alla inalazione di pulviscolo di piombo nel negozio del padre. Dall’anamnesi risultava già essere stato affetto da pallore e astenia
intensa e da una piccola listarella bluastra lungo l’or-
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lo gengivale. Un medico consultato gli prescrisse delle cure e gli vietò di soggiornare nel negozio del padre. Guarì, tornò nel negozio e ricomparvero non solo
l’astenia e l’anemia ma anche disturbi digestivi. Dopo
circa 4 anni si presentarono dolori colici intensi e forte mal di testa seguiti da uno violenta convulsione, tremore agli arti superiori e offuscamento della vista. Il
medico consultato prescrisse cure e allontanamento dal
negozio paterno. La sintomatologia scomparve. Tornò
al negozio ma ebbe di nuovo dolori agli arti inferiori a
tipo mialgie intense ai polpacci e artralgie alle ginocchia associati a disturbi visivi, qualche convulsione e
una leggera incoordinazione nei movimenti.La sintomatologia regredì dopo l’allontanamento dal negozio
di vernici. Tornato in negozio ebbe una convulsione a
cui seguì formicolio e crampi all’arto superiore sinistro
e subito dopo la mano rimase flessa sull’avambraccio
e gli fu impossibile estendere le dita. Dopo qualche giorno la paralisi passò all’arto controlaterale.
Quindi nella intossicazione da piombo Cardarelli
descrive 4 periodi clinici:
1 anemico-dispeptico
2 interessamento nervoso con convulsioni
3 artralgico e mialgico
4 paralitico
Il prof Stefano Ruggeri del IRCCS NEUROMED entra nel merito delle patologie ambientali con la relazione “Ambiente e sistema nervoso centrale” sottolineando i danni al SNC causati da tossici quali DDT,
piombo, arsenico, mercurio.
Dopo aver ricordato alcune storiche intossicazioni causate dal piombo (Cleopatra- piombo e sali di
piombo contenuti nel trucco per scurire e adornare gli
occhi, Van Gogh intossicato dal piombo dei suoi colori) fa riferimento a studi recenti che mettono in relazione l’inquinamento ambientale della “Terra dei Fuochi” con la riduzione della capacità riproduttiva maschile. Il piombo può essere assorbito dall’uomo per inalazione, per bocca, per via transdermica, dai proiettili. Responsabili vecchie tubature in piombo degli acquedotti, pesticidi, vernici e industrie collegate, saldature in piombo, ecc. La distribuzione all’interno dell’organismo è multicompartimentale. Caratteristica la neuropatia motoria degli arti superiori e l’encefalopatia. Intossicazione può essere acuta e cronica.
L’Arsenico, veleno per topi, è presente in vernici
ed anche in alcuni pannelli fotovoltaici. Esiste una in-
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tossicazione acuta e una cronica, caratterizzata da macchie nere sulle piante dei piedi. Sembra essere responsabile di cancro al fegato, alla pelle, alla vescica e alla
mammella. Napoleone forse fu avvelenato da arsenico. Lo stesso arsenico venne usato per tentare di uccidere Rasputin che pure ne assumeva 3 gocce al giorno per evitare un avvelenamento. Emma Bovary
muore per avvelenamento da arsenico nel romanzo Madame Bovary di Gustave Flaubert. Recentemente si è
parlato di valori abnormi di arsenico nell’acquedotto di
Roma Nord. L’arsenico è presente nell’acqua,anche nelle acque minerali e non c’è l’obbligo di riportarlo in etichetta.
Il mercurio responsabile di alterazioni al sistema
nervoso,danni al cervello e al DNA ormai bandito da
termometri, non più in produzione come mercurocromo è presente nell’amalgama usata per le otturazioni dentarie. L’uso dell’amalgama nelle donne in gravidanza e nei bambini è regolamentato in Italia da un
decreto del 2001. C’è un grosso movimento di opinione e addirittura una clinica dell’amalgama a UPSALA
il cui direttore afferma che alcune patologie gravi (SLA)
sono migliorate dopo la rimozione delle otturazioni con
amalgama.
La malattia di Minamata causata da una intossicazione acuta da mercurio è stata scoperta per la prima
volta in giappone nel 1956. Fu causata dal rilascio di metilmercurio nelle acque reflue di un’industria chimica che
inquinò tutta la baia di Minamata. Molluschi crostacei e
pesci entrando nella catena alimentare causarono l’avvelenamento da mercurio degli esseri viventi della zona.
La sintomatologia era caratterizzata da atassia, parestesie alle mani e ai piedi, generale debolezza dei muscoli, indebolimento del campo visivo, danni all’udito, difficoltà nell’articolare le parole; a volte disordine mentale, paralisi, coma e morte nel giro di alcune settimane
dai primi sintomi.
La terapia con chelanti non risolve il problema perché opera soltanto la ridistribuzione del tossico senza
eliminarlo dall’organismo.
Il Prof. Maurizio Gasperi (Unimol) tratta degli interferenti endocrini. Queste sostanze molto diffuse (pesticidi,bisfenolo A, diossine, idrocarburi policiclici aromatici) sono in grado di alterare il sistema endocrino
influenzando negativamente diverse funzioni vitali quali lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e il comportamento sia nell’uomo che negli animali. Agiscono a vari
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BOLLETTINO
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livelli:
•
simulando l’azione degli ormoni prodotti dal sistema andocrino
•
bloccando l’azione degli ormoni
•
interferendo su sintesi,trasporto,metabolismo e
escrezione degli ormoni naturali alterandone la concentrazione.
La ricerca scientifica,comportamenti e stili di vita
consapevoli, l’induzione di resistenze negli organismi
viventi possono ridurre la vulnerabilità dell’organismo
proteggendolo da un sovraccarico di contaminanti. Di
recente alcune analisi condotte sugli uccelli nella zona
di Chernobyl hanno mostrato una maggiore resistenza alla radioattività attraverso la produzione di una
maggiore quantità di antiossidanti.
La dott.ssa Florinda Scognamiglio dell’UOC Oncologia dell’Osp. Cardarelli di Napoli sostituisce il prof. Giacomi Carteni e presenta una relazione su “Patologie tumorali da ambiente”.
Non è facile collegare le contaminazioni ambientali ai diversi tipi di cancro perché queste patologie hanno cause multiple e tempi di latenza lunghi. L’amianto ad esempio pur essendo state vietata la produzione chiudendo le fabbriche nel 1992 è presente in tubature, serbatoi, pannelli ondulati. L’amianto è responsabile non solo del mesotelioma pleurico ma anche di
patologie a carico di altri organi quali cervello,prostata, ovaio, e tessuti emolinfopoietici (leucemie e linfomi). Cromo e nichel sono causa di tumori a polmone,
naso e faringe; l’arsenico è correlato alla diagnosi di
tumori a polmone, vescica, pelle. Gli studi condotti sulle popolazioni residenti nei pressi di centrali al carbone o di inceneritori che emettono in atmosfera polveri sottili, benzopirene, benzene, metalli pesanti, diossine e isotopi radioattivi hanno dimostrato aumento dell’incidenza di tumori del laringe, polmoni, vescica, cute
(no melanoma) e stomaco. Molto rilevante il ruolo dela
prevenzione primaria. Ma è realmente possibile attraverso la prevenzione primaria intervenire su alcuni
comportamenti a rischio o su fattori ambientali quale
l’inquinamento chimico e industriale? Sicuramente un
grande alleato è una buona alimentazione soprattutto per tumori di colon, stomaco, mammella. Tanto si
è fatto ma molto ancora bisogna fare! È possibile fare
prevenzione e diagnosi precoce per i tumori del cavo
orale, cervice uterina, colon-retto, cute, endometrio,
mammella, polmone, prostata, testicoli.
Oggi sono disponibili 3 screening per prevenire i
tumori: mammella, cervice uterina e colon retto.
Moderatore della seconda sessione è il Prof Camillo Cavicchione della fondazione di Ricerca e Cure”Giovanni Paolo II”.
Il dott. Bartolomeo Terzano, ISDE di Campobasso
e MMG ha presentato una relazione dal titolo: La salute umana e i pesticidi. Il pesticida ideale dovrebbe essere tossico per l’organismo che si desidera eliminare
(specie target) e inocuo per tutti gli altri organismi. Ma
non è così:i fitofarmaci si trovano nella catena alimentare sia attraverso i prodotti dell’agricoltura sia attravarso l’acqua contaminata o per esposizione residenziale di
prossimità, sono composti inorganici permanenti che agiscono anche come interferenti endocrini. Esiste un legame tra malattia di Parkinson e pesticidi così come esiste una correlazione tra pesticidi e SLA.
La dott.ssa Carmela Sica (ISDE di Termoli) ha presentato una ampia relazione su”Campi elettromagnetici a RF: rischi per la salute?” Nel 1979 a Denver, Colorado (USA) un epidemiologa (N. Wertheimer) segnala un aumento dei tumori infantili (leucemie e tumori cerebrali) in bambini che vivono vicino a sistemi elettrici. Un fisico (E. Leeper) suggerisce che responsabile dell’aumento osservato sia il campo magnetico. I
campi elettromagnetici generano dipoli indotti e dipoli permanenti, provocano rotazioni nelle proteine con
conseguenti episodi di termogenesi e rotture, producono cioè uno stress elettrofisiologico. L’uso costante
del cellulare soprattutto nei bambini, la diffusione di
antenne per la telefonia mobile ci sottopone a rischi ancora non ben conosciuti. Esiste un decalgo per l’uso responsabile del cellulare.
Il dott. Antonio Muccino dell’IPASVI presenta una
ampia e approfondita relazione sull’inquinamento indoor da Radon.
Vincitrice della V edizione del concorso intitolato
ad Antonio Cardarelli per la migliore tesi di laurea per
medici laureati nel 2013 è risultata la dott.ssa Fabiana Brigante laureata presso l’Università Politecnica delle Marche con una tesi dal titolo ”Terapia Immunosoppressiva nei pazienti trapiantati di rene da donatore
marginale”
Il convegno si è concluso con la verifica dell’apprendimento e il conseguimento del credito formativo
per i partecipanti.
dott.ssa Maria Luigia Di Palma
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PAGINA ODONTOIATRICA
L’ortodonzia funzionale
funziona?
’ortodonzia funzionale funziona? Al di là del gioco di parole, il dibattito sull’efficacia dell’ortodonzia
funzionale - tuttora argomento di discussione nell’ortognatodonzia moderna - è messo ben in evidenza dal titolo provocatorio dell’evento culturale organizzato sabato 24 maggio dalla Cao presso
la sala consiliare dell’Ordine dei Medici di Campobasso e tenuto dal prof. Domenico Ciavarella, ordinario di
Ortognatodonzia e di Materiali Dentari all’università di Foggia, oltre che docente al Master post-lauream di
Ortodonzia presso lo stesso ateneo.
L’ortodonzia funzionale è ormai una realtà: la copiosa letteratura lo assicura e lo confermano vari decenni di pratica clinica, svolta non solo nei centri universitari o di ricerca, come era all’inizio, ma anche negli studi dentistici sparsi in tutto il mondo. Eppure spesso si incontra una certa reticenza verso questi apparecchi ortodontici, a volte velata, altre volte più manifesta, da parte delle famiglie dei giovani pazienti e
talora persino da parte di molti odontoiatri. Infatti sembra difficile concepire che un apparecchio mobile, senza trazionare o spingere in maniera meccanica come le apparecchiature fisse, possa rieducare la funzione
masticatoria in età evolutiva, andando ad armonizzare le arcate dentarie come conseguenza della riabilitazione neuro-muscolare della lingua e della muscolatura periorale, interagendo con la deglutizione e la fonazione e garantendo risultati spesso più stabili e duraturi e meno soggetti a recidive.
“Dottore, ma serve realmente l’apparecchio? Meglio quello fisso o quello mobile? È questa l’età giusta
o è bene aspettare che con l’adolescenza il ragazzo abbia cambiato tutti i denti? Se ora si agisce sui denti
da latte, si corre poi il rischio che i denti permanenti nascano comunque storti?” Queste sono domande semplici e frequenti che tutti noi ci sentiamo porre nei nostri studi dai genitori dei pazienti ortodontici, soprattutto in questo periodo. Infatti oggigiorno la crisi economica spinge le famiglie ad ottimizzare le risorse e a
propendere per un solo apparecchio, fisso e in dentizione definitiva; inoltre la ridondanza di informazioni che
provengono da internet o da altri genitori o da professionisti (altri dentisti, pediatri, ecc.) di scuola scientifica differente spesso disorienta le famiglie.
Proprio in quest’ottica ha saputo abilmente argomentare la discussione il prof. Ciavarella, che non ha
mai perso il contatto con i pazienti nonostante gli impegni accademici e che è abituato ad interfacciarsi con
altri specialisti, in particolare con otorinolaringoiatri e con neurologi, interessandosi anche di dispositivi intraorali per le patologie del sonno, e con pediatri, essendo responsabile regionale del Progetto Pediatri della Società Italiana di Ortodonzia, oltre che con logopedisti e fisioterapisti.
Dr. William Susi
L
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
La Storia dell’Ordine dei Medici
della Provincia di Campobasso
Italo Testa
...continua
omunque la legge modificata alla Camera dovette tornare in Senato dove
si svolse una discussione alla quale
presero parte i Senatori: Durante, Astrengo,
Grassi, Lucchini, Maragliano che era stato il relatore, Todaro ed il primo Ministro Luzzatti, che
appoggiò le modifiche apportate alla Camera.
Il 10 luglio il Senato approvò il disegno senza apportare ulteriori variazioni che avrebbero
richiesto un ritorno alla Camera.
Dei Senatori molisani fu presente al dibattito ed alla votazione il solo On. Ugo Petrella.
Le modifiche apportate alla Camera al disegno di legge Giolitti furono importanti, anche se
non riuscirono a ripristinare lo spirito informatore del primitivo disegno della Federazione, e
furono possibili perché quando la legge fu discussa alla Camera e successivamente al Senato in
seconda lettura a dirigere il governo ed il ministero dell’interno c’era Luzzatti e non Giolitti che
non avrebbe consentito alcuna modifica al suo
disegno di legge.
Alla fine possiamo concludere che il rinvio
della discussione del disegno alla Camera dalla
seconda sessione del 1909 alla prima del 1910
giovò alla causa dei Sanitari.
Alla notizia dell’approvazione definitiva in Senato del disegno legge sul riconoscimento giuridico degli Ordini la Presidenza della Federazione, nonostante destinata a scomparire quando
la legge sarebbe entrata in vigore, inviò al nostro Emilio Pittarelli il seguente telegramma:
C
“Dottore Emilio Pittarelli
Campochiaro
Nel giorno in cui anche dal Senato approvasi progetto riconoscimento giuridico Ordine
Sanitarii, questa Presidenza rivolge memore,
affettuoso pensiero a chi ne fu primo efficace
relatore.”
Pittarelli rispose:
“Ringraziando gentile pensiero, auguro sospirata legge, per cui abbiamo lavorato dieci anni
contro mille ostacoli, segni nuova era classi sanitarie.”
Sul periodico «La provincia di Campobasso»
dell’11 agosto fu pubblicato un lungo articolo di
Emilio Pittarelli dal titolo “Sull’organizzazione legale delle classi Sanitarie” nel quale riportò tutto il travagliato iter che aveva, alla fine, portato al risultato del riconoscimento giuridico
Il riconoscimento per legge degli Ordini dei
Sanitari, anche se con le limitazioni del disegno
Giolitti furono accolte con grande soddisfazione
dalla maggior parte dei medici che vedevano riconosciute, almeno parzialmente le loro aspettative; la parte più attenta della categoria si rese
conto che la forza propositiva e propulsiva che
fino ad allora gli Ordini dei Sanitari provinciali,
divenute Camere Sanitarie, avevano svolto in
materia di pubblica salute ed anche di difesa della categoria si era esaurita con la trasformazione degli ordini in strutture burocratiche con scarso potere di incidere sulle scelte di politica sanitaria locale.
Anche l’impegno preso dal ministro Luttazzi di riportare nel regolamento attuativo il terzo emendamento Pietravalle, quello più qualificante perché consentiva agli ordini di partecipare alle scelte di igiene e sanità pubblica, cadde
perché alla stesura e firma del decreto contenente il regolamento attuativo della legge sugli
ordini Sanitari era tornato a dirigere il Governo
ed il ministero dell’Interno Giovanni Giolitti.
Le funzioni sindacali furono riprese e portate avanti dalle associazioni di categoria da cui
poi nacquero i sindacati dei medici.
I tempi lunghi della legislazione italiana richiesero circa due anni perché la legge ed i suoi
effetti entrassero in vigore per cui sia le Camere Sanitarie che la Federazione continuarono ad
operare.
BOLLETTINO
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A Campobasso si riunì il 4 ottobre, in assemblea, la Sezione provinciale dell’Associazione Nazionale dei Medici Condotti per discutere dei temi
che si sarebbero trattati al Congresso Nazionale dell’associazione che, previsto per il mese di
settembre a Perugia, era stato rinviato a causa
di una epidemia di colera che aveva interessato tutto il territorio nazionale.
I temi all’Ordine del Giorno erano quelli già
discussi negli altri congressi:
il minimo di stipendio; le condotte piene; la
vigilanza igienica; i Medici Condotti supplenti;
l’avocazione delle condotte allo Stato o alla Provincia.
Il primo argomento fu a lungo discusso con
l’intervento di numerosi medici ed alla fine fu
presentato e approvato un O.d.g. nel quale veniva richiesto un minimo di stipendio annuo di
lire 1500. L’assemblea dette poi mandato al Presidente, il dottor Altobello, di redigere un memoriale sulle condizioni dei medici condotti da
inviare al Prefetto della Provincia, al Consiglio
Provinciale di Sanità ed alla Giunta Provinciale
Amministrativa.
Altobello che era uomo deciso, in breve tempo scrisse il memoriale che fece stampare in un
opuscolo indirizzato alle autorità cui erano destinate ma diffuso attraverso la stampa sanitaria e politica in tutte le province del Regno.
Intitolato: “Per un minimo di stipendio”
l’opuscolo riporta, sotto al titolo, il seguente pensiero del grande maestro bolognese Augusto
Murri, estrapolato dalle sue lezioni:
“Noi sappiamo di adempiere una funzione
sociale, di cui non ci sarà mai la più alta, finché
la vita e la salute saranno il fondamento indispensabile d’ogni altro bene.”
Ma anche la seguente lettera a stampa indirizzata a tutti i medici condotti della Provincia:
Campobasso, 15 0ttobre 1910.
Egregio Collega,
Io ho appena iniziata l’opera di redenzione
che dovrà essere continuata ed intensificata e
spetta a voi ora l’aiutarmi col mandarmi prima
d’ogni altro la vostra adesione a Socio della nostra Associazione, se fino ad ora non l’avete fatto, per agire tutti d’accordo in caso di una even-
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tuale azione collettiva; col concorrere a preparare su pei giornali della Provincia la pubblica opinione e tener desta la quistione; coll’interessare vivamente i Deputati, le Autorità, i vostri amici Componenti la G.P.A. ed il Consiglio Sanitario per la definitiva approvazione dei nostri onesti desiderati. Se questo farete noi vinceremo.
Cordiali saluti dal vostro
G. Altobello
Il lungo memoriale, di cui riporto di seguito alcuni stralci, descrive in maniera alquanto
drammatica, ma veritiera, la situazione in cui si
trovavano ad operare i medici condotti nella nostra Provincia (ed anche in molte altre Province specialmente meridionali), non solo per
l’esiguo trattamento economico, ma anche per
l’isolamento in cui si trovavano a causa della precaria viabilità; per la protervia della Autorità Comunale che molte volte, come abbiamo visto, infieriva sui medici o perché non allineati o per altri motivi sempre discutibili; per la difficoltà oggettiva di far comprendere alla Autorità l’importanza della igiene pubblica nei Comuni senza fogne dove al mattino passava il carretto per le deiezioni; e molto altro.
Tra le altre cose nel memoriale si legge:
“[…]Date poi le condizioni poco igieniche delle nostre popolazioni, l’ignoranza, la superstizione, le pessime inveterate abitudini, la deficienza
di nutrizione con la conseguente miseria fisica si
comprende quale continuo, improbo lavoro debba fare il Medico, quest’essere sempre frettoloso e affaticato della cui opera ognuno pretende
erigersi a giudice ed a cui è negato non solo un
po’ di riposo ma anche il diritto che hanno tutti
di un onesto ed equo compenso.[…]
[…] A diminuire poi maggiormente le risorse del Medico concorre in gran parte la compilazione della lista dei poveri perché attualmente nelle Amministrazioni comunali vi è una tendenza ingiusta ad allargare su vasta scala quell’elenco includendovi, non quelli che veramente hanno bisogno, ma per lo più parenti, compari, amici, elettori che sfruttano continuamente la faticosa opera del Sanitario.[…] Per tornare poi all’elenco dei povero, occorre notare che
per legge il Medico Condotto deve far parte della Commissione per la revisione delle liste: ma
in quale Comune della nostra Provincia si è mai
osservata questa legge? Quale Medico è stato
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mai invitato?[…]
[…]Le SS.VV. sanno bene come gli Amministratori credono di avere in mano le sorti del
Medico, come credono di poterlo comandare e
condannare falcidiando il già misero stipendio,
scacciandolo, quando possono, per non fargli
acquistare la stabilità perché aspettano il figlio,
il nipote che deve trovare in paese il posto libero per continuare le…. buone tradizioni di sua
famiglia.
A Lei, Ill.mo signor Prefetto, a Loro Componenti del Consiglio Sanitario e della Giunta Amministrativa queste cose sono più che
note perché in ogni loro riunione hanno sotto gli occhi le calunnie, le persecuzioni di cui
è vittima il povero Medico Condotto e le bassezze di alcuni Amministratori che soltanto per
non aver avuto il voto nelle elezioni brigano
da mane a sera A danno del Sanitario che pur
avendo un mondo di ragioni dalla sua deve
stare in pensiero per i ricorsi che piovono sul
suo capo, per gli anonimi alle Autorità, per le
liti che deve intentare e che gli costano del suo
mentre che per gli Amministratori paga… il Comune.[…]
[…]I Medici attuali sono giovani pieni di vita
e d’entusiasmo che temono di rimanere indietro, di fossilizzarsi, ed hanno una premura continua di apprendere sempre, di aumentare le
proprie cognizioni leggendo periodici, acquistando libri, invocando corsi di perfezionamento e
convenendo numerosi alle Adunanze della classe ed ai Congressi dove son sempre i primi a
portare il frutto del loro studio e della loro continua osservazione.
Essi son convinti che in una gola delle Alpi
o dell’Appennino, che sembra dimenticata
perfino dal sole, come insegna il Murri mio venerato Maestro, uno può crearsi tanta nobiltà
di vita, quanta non ne han mai sognata altri che
seggono nei più illustri Atenei. “Basta pensare che ciò che a noi è affidato, è quanto gli uomini hanno di più prezioso. Noi non possiamo
sempre difenderlo, ma dobbiamo sempre sentire l’obbligo di far tutto per salvarlo, se a questo può bastare l’opera umana”. Ma tutto il
buon volere, tutta la sete di apprendere e di sapere non bastano da sole perché occorre un
compenso adeguato, occorre un giusto corrispettivo che a sua volta ritorna a beneficio di
chi lo concede perché serve per un ulteriore miglioramento che si esplica con l’applicazione
delle moderne conoscenze scientifiche a vantaggio della collettività.[…].”
Il memoriale ottenne il risultato sperato perché il Prefetto di Campobasso inviò a tutti i Comuni della Provincia la circolare che di seguito
trascrivo:
“Ai sig,ri Sindaci della Provincia , e per norma ai signori Sottoprefetti di Isernia e Larino.
La Presidenza di questa Sezione Provinciale dell’Associazione Nazionale dei medici condotti, si è rivolta a me interessandomi a far si che
nei bilanci dei Comuni lo stipendio dei medici
condotti venga elevato ad un minimo di lire 1500
e vi sia stanziata la somma occorrente per la
supplenza dei medesimi durante il mese di congedo cui hanno diritto.
Tali desiderata sono meritevolissimi di essere presi nella più benevola considerazione,
essendo giusto che ad una classe cosi benemerita sia fatto un trattamento pari alla sua
dignità professionale e proporzionato ai disagi, sacrifizi, pericoli ai quali va incontro nell’esercizio della sua missione altamente umanitaria.
È doloroso constatare che in parecchi Comuni di questa Provincia lo stipendio dei medici non arriva che a poche centinaia di lire, le
quali rappresentano un compenso irrisorio
tanto più se si consideri che su di esso gravano la tassa di Ricchezza Mobile ed il contributo pel Monte Pensione, e se si tenga conto del
mutamento avvenuto nelle condizioni generali economiche, nonché delle accresciute esigenze del servizio.
È regola generale che le prestazioni devono essere retribuite in ragione del loro valore
specifico; ora quali prestazioni nell’ambito del
territorio Comunale hanno importanza maggiore di quelle del medico condotto, che è il tutore della salute di tutti i cittadini?
Confido quindi nella compilazione del bilancio pel venturo esercizio le Amministrazioni Comunali, compenetrandosi delle ragioni che militano a favore dei loro Sanitari, s’inducano a migliorarne le sorti, anche per evitare che si faccia luogo all’applicazione dell’art. 26 della legge 1° agosto n. 636.
Il Prefetto
Bertagnoni
…continua
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Antonio Cardarelli Figlio dʼarte
URBANO CARDARELLI
BOLLETTINO
a ragazzo mi piaceva ascoltare storie che riguardavano, esaltandolo, il grande Antonio
Cardarelli; quelle che maggiormente mi rimasero impresse si riferivano al grande amore e rispetto che Egli nutriva per il padre, Urbano, che, stando a quanto riferito, era un contadino. Ero particolarmente colpito dal racconto che quando il padre si recava a Napoli per visitarlo, vestito con il costume da
contadino, specificando che il costume era caratterizzato da un gilét di pelle di capra e dalle cioce che da
noi si chiamano i “zampitt”, era dal figlio presentato con
orgoglio a tutti, amici, conoscenti, allievi.
Dedicandomi, in seguito, allo studio della vita del
Maestro scoprii che suo padre non era affatto un contadino, come mi era stato riferito, ma era anch’egli medico di notevole bravura. Grande fu la mia meraviglia
quando lessi, su di un libro recente che parlava di toponomastica di Campobasso, nel capitolo relativo a via
Antonio Cardarelli, lo stesso aneddoto che avevo sentito da ragazzo con la sola variante della professione
del padre e che riporto qui di seguito.
[…] Un bel giorno il padre, pure medico, volle andare a trovare il figlio a Napoli; le cronache dicono che
D
papà Urbano, in costume molisano antico, si presentò al personale dell’Università. Il predetto personale,
credendo di far cosa gradita al professore Antonio Cardarelli, fecero indossare al padre vestiti moderni, e così
vestito lo presentarono al figlio che in quel momento
era in cattedra attorniato dai suoi numerosi allievi.
Il celebre professore, vedendo il padre con tali vestiti moderni, esclamò “veramente questo non è mio
padre!”. Tra il disappunto e lo sconcerto del personale Urbano Cardarelli fu rivestito dei suoi tradizionali abiti e riportato in aula. Alla vista del padre nel costume
antico molisano, l’illustre clinico, tra lo stupore dei presenti, scende dalla cattedra, va incontro al padre e lo
fa salire sulla medesima: poi rivolto alla scolaresca
dice” Ragazzi, da questo ceppo, nacqui in una fredda
e lontana giornata di marzo, tra i monti di quella dolce terra che si chiama Molise!”.
Da questo e non solo da questo fatto ci si rende
conto di come una leggenda metropolitana, perché tale
è la storiella, diventi storia.
Urbano Cardarelli non avrebbe mai portato il costume antico molisano; se fosse andato a Napoli il figlio gli avrebbe mandato la carrozza a prenderlo (non
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BOLLETTINO
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esistevano le auto); quando il figlio Antonio ebbe la cattedra universitaria nel 1889 lui aveva 90 anni; e, soprattutto, come vedremo in seguito, nessuno avrebbe avuto il potere di fargli cambiare abito se non avesse voluto: chiunque ci avesse provato sarebbe stato
messo sugli attenti.
È evidente che questa storiella, come molte altre
derivano dal mito di Antonio Cardarelli, mito che nacque dopo la sua scomparsa avvenuta nel 1927 all’età
di 96 anni.
In generale il mito richiede che l’eroe, in questo
caso il clinico, abbia origini oscure, che nasca per volontà e per azione diretta degli dei, magari attraverso comuni mortali dei ceti inferiori: più basso è il ceto
originario maggiore è il merito dell’eroe. Dal mito nascono le leggende popolari alcune delle quali più credibili col tempo diventano storia e come tale riportate, in buona fede, anche da studiosi importanti
Ad esempio ho letto anche in un articolo di un accreditato storico della medicina contemporaneo che Vincenzo Tiberio altro nostro illustre conterraneo, ricordato come lo scopritore della penicillina, era nato in una
famiglia contadina mentre in realtà il padre ed anche un
bisnonno erano notai; come pure su un libro di uno importante storico molisano, e successivamente in altri libri di storia locale, si legge che il professor Enrico Presutti, onorevole di Campobasso negli anni ’20 dello scorso secolo, cattedratico di diritto costituzionale all’Università di Napoli, economista e autore della nota monografia sul basso Molise “Fra il Trigno ed il Fortore”, era nato
in una famiglia contadina mentre il padre era un alto magistrato che aveva iniziato la sua carriera nel Regno delle due Sicilie e l’aveva conclusa come Presidente di Tribunale nel Regno d’Italia.
C’è anche da dire che per l’immaginario collettivo il Molise è stato considerato sempre terra di contadini e tutte le personalità nate in queste contrade erano considerate di origini “cafone”.
Ma chi era Urbano Cardarelli.
La prima volta che la mia attenzione cadde su Urbano Cardarelli fu quando lessi sulla bella opera di Raffaele De Cesare “La fine di un Regno” che Vittorio Emanuele II:
“ […] A Castel di Sangro ebbe l’annunzio del plebiscito; se ne mostrò assai compiaciuto e tutti dello stato maggiore con lui. Era scongiurato definitivamente
il pericolo ”rosso”. Ricevette le deputazioni di Capracotta, Carovilli, San Pietro Avellana, Castel del Giudice, condotte da Gaetano Conti di Capracotta, maggiore della guardia nazionale; quella di Civitanova del
Sannio, guidata da Don Urbano Cardarelli, distinto medico, e altre dei paesi della valle del Sangro.[…]”
Il mio interesse per lui crebbe quando su di un
giornale periodico di Isernia del 1892, lessi le “Effemeridi della Provincia di Molise” di Alfonso Perrella, tra
le quali, scrivendo degli avvenimenti accaduti il 21 luglio 1890 riferiva:
“Muore a Civitanova del Sannio, a 91 anni il Dottor Urbano Cardarelli, padre dell’illustre clinico Professor Antonio e del non meno bravissimo Dottor Giuseppe. Patriota di antico stampo, egli prese parte a tut-
ti i movimenti liberali della Provincia: medico fra i primi di essa, egli arrischiò spesso la vita nelle epidemie
che in così lungo volgere di anni la infestarono. Vita
laboriosa. Intemerata, ed universalmente benedetta.”
Urbano Cardarelli nacque a Civitanova del Sannio
nel fatidico 1799, da Fedele, possidente, e da Pia Lalli; nel 1823 si laureò in Medicina presso l’Università di
Napoli. Rientrato a Civitanova, centro che all’epoca contava oltre 2500 abitanti, si dedicò alla professione medica divenendo, in seguito, medico condottato o come
si diceva allora “stipendiato dal Comune pe’ poveri”
A 25 anni sposò la giovane signorina Clementina Lemme di Belmonte del Sannio, donna intelligente e parsimoniosa che rimise in sesto le finanze della
famiglia, ma anche prolifica, gli dette, infatti, undici figli: otto femmine e tre maschi. Tutti nati vivi (una bimba, la nona nata, Maria Fedele, morì intorno ai tre anni
di colera) e tutti molto intelligenti.
Doveva essere devota della Madonna perché a tutti i figli impose come primo o secondo nome “Maria”: il
Nostro si chiamava, infatti, Antonio Maria ed il fratello
medico Giuseppe Maria. Le donne: Maria Maddalena, Maria Angelica, Maria Rosa, Maria Letizia, Maria Amalia, Maria Teresa, Maria Fedele Concetta e Beatrice Maria Fedele. L’unico che fu esonerato dal marianità fu l’ultimo
dei figli ed il terzo dei maschi che si chiamò Fedele
come il nonno paterno (ma al fonte battesimale gli furono imposti i nomi di Alessandro, Raffaele, Eustacchio,
Fedele) e che non seguì l’esempio paterno ma scelse la
professione dell’ingegnere e divenne, specializzandosi in
Inghilterra, uno massimi esperti di elettronica italiani.
Rivestì la carica di Direttore Generale delle Poste e Telegrafi; collaborò con Guglielmo Marconi, di cui divenne amico, nei suoi esperimenti all’isola di Wright. Fu anche collega e amico di Pacinotti che gli tenne a battesimo il primo figlio al quale, in onore del padrino impose il nome di Dinamo.
Sicuramente liberale, sostiene il Perrella che Urbano prese parte a tutti i movimenti liberali della Provincia: non ho trovato ancora notizie che lo riguardano sui fatti del 1848 nei quali si trovò, invece, coinvolto il diciassettenne figlio Antonio che andò a studiare nella capitale proprio in quel fatidico anno. Sicuramente partecipò alle elezioni dei deputati del primo parlamento napoletano ed alle proteste per il suo
rapido scioglimento.
Nel 1860, Urbano Cardarelli fra i pochi liberali della borbonica Civitanova, dovette affrontare, quasi da
solo la violenta reazione antiunitaria iniziata ad Isernia con risultati inizialmente favorevoli per i lealisti e
diffusasi nel circondario. Anche a Civitanova del Sannio, come ad Isernia, ci furono efferate violenze: fu
massacrato un religioso, il sacerdote Alberto Maria
Ciolfi ritenuto un liberale. Dopo questo atto la folla inferocita si recò a casa Cardarelli per arrestare i dottori Antonio e Giuseppe, noti liberali, rientrati da Napoli e che furono costretti a fuggire. Sulla soglia di casa
trovarono, però, Urbano con la sua imponente figura
che li aspettava: di fronte a lui la folla si placò e anche i più facinorosi non ebbero il coraggio di entrare
in casa alla ricerca dei suoi figli.
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
Secondo la stampa dell’epoca Urbano con i suoi figli partecipò, armato, alla bonifica del territorio dal brigantaggio politico nell’immediata fase postunitaria. A
questa impresa avrebbe partecipato anche il figlio Antonio, ma di tale evento non ho trovato documenti. Come
non ho ancora trovato documentazione sulle notizie lette nei necrologi che Urbano avrebbe avuto incarichi amministrativi dal nuovo governo, tra cui, per un periodo,
anche la responsabilità della sottoprefettura di Isernia.
Mi sono chiesto dove e quando Urbano Cardarelli, cattolico, che viveva in un piccolo centro di una regione di sicura fede borbonica e reazionaria si sia convertito al liberalesimo.
Urbano nell’adolescenza aveva vissuto, anche se in
Paese, il periodo francese, particolarmente quello murattiano che aveva lasciato anche in periferia delle tracce significative; quando si recò a Napoli per studiare medicina, dopo la restaurazione, doveva essere il 1818 se
consideriamo che all’epoca per studiare medicina erano richiesti cinque anni: i primi due propedeutici dove
si studiava filosofia, latino e matematica e tre nei quali si studiava la medicina. Erano quelli gli anni della carboneria e degli attacchi all’Assolutismo con la richiesta
delle Costituzioni: a Napoli Ferdinando I nel 1820 concesse la costituzione che poi ritirò nel 1821 all’arrivo
delle truppe austriache da lui chiamate. Da tale comportamento scaturirono i moti rivoluzionari ai quali parteciparono attivamente gli studenti di medicina specialmente quelli del collegio medico cerusico che, per questo motivo, prima fu chiuso e, successivamente, riaperto, fu affidato alle cure di un importante prelato, Monsignor Scotti (lo stesso che fu poi considerato il persecutore di Leopardi e Ranieri), il quale impose un regime ferreo, dettato dalla sua opera:
“Catechismo Medico, ossia Sviluppo delle dottrine, che conciliano la Religione colla Medicina”.
Il testo era diviso in tre parti: la prima trattava “de’
vantaggi che la medicina ha ricevuto dalla religione”;
la seconda “degli utilissimi servigi che la medicina può
rendere alla religione”; la terza “de’ doveri che la religione prescrive alla medicina”.
In questa ultima parte si considerava tra l’altro di
quanto gli studenti di medicina fossero esposti alla corruzione ed all’empietà perché in essi:
“suole osservarsi anticipata, e troppo anticipata la
conoscenza delle oscenità, una certa dimenticanza
della parte spirituale dell’uomo, e dell’eterno suo fine;
una insensibilità prodotta dall’abuso della Notomia, la
quale per essi è indispensabile; una indifferenza nel riguardar la morte, onde ne scema il salutevole timore”.
Da ciò derivava che gli studenti di medicina dovevano dare ampio spazio agli esercizi religiosi pari a
quelli dei seminaristi avviati al sacerdozio.
Come è facile comprendere la rivolta regnò molto a lungo all’interno del collegio e questo spiega anche perché la gran parte dei medici usciti da quella
scuola divenne liberale.
“Medico fra i primi di essa”.
Iniziata la professione a Civitanova ne divenne il medico condotto e la sua fama di medico bravo ed umano
ma, soprattutto, coraggioso, si diffuse in tutto il circon-
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dario ed oltre raggiungendo anche il vicino Abruzzo. Coraggioso perché durante tutte le epidemie di colera che
dal 1837, la più importante, interessarono la nostra regione (nella recrudescenza del 1842 perse la figlia Maria Fedele Concetta di tre anni), rimase a lottare in tutto il circondario, dal quale molti medici fuggirono, nel tentativo di strappare da morte certa i colpiti dal morbo con
i modesti mezzi terapeutici a sua disposizione.
(La Sopraintendenza Generale della Salute del
Reame delle Due Sicilie aveva inviato, all’epoca, una
circolare con i seguenti farmaci e rimedi per la cura
del Cholera Morbus:
Acetato di Morfina, Aceto canforato, Aceto di quattro ladri, Alkali fluore, Amido di frumento, Canfora, Castoro di Russia, Cloruro di Calce, Estratti di oppio acquoso, Empiastro vescicante, Etere solforico, Gomma
arabica, Laudano liquido di Sidenham, Mercurio dolce, Olio essenziale di Rosmarino, Olio essenziale di
Menta, Olio essenziale di Camomilla, Oppio puro, Semi
di lino, Semi di senape, Spirito di sale ammoniaco.)
Nel 1846 ci fu in zona anche una epidemia di vaiuolo che lo vide sempre attento e solerte accorrere ad
ogni chiamata.
Coraggioso anche perché andava in giro con il suo
cavallo, con tutti i tempi, raggiungendo, se chiamato,
anche il vicino Abruzzo, incurante del pericolo dei briganti che infestavano le zone dei tratturi, importanti
ed a volte uniche vie di comunicazione tra i Comuni,
compreso il tratturo del Ponte della Zittola – Lucera che
attraversa Civitanova del Sannio.
Non solo bravo, umano e coraggioso, ma anche dotto: si aggiornava continuamente ed aveva studiato una
forma di stomatite che colpiva i bambini cachettici, specie quelli delle famiglie contadine e che era segno infausto ed era conosciuta come “afta cachettica del dottor Urbano Cardarelli” conosciuta successivamente
anche come morbo di Riga (medico condotto di Sant’Elia
Fiumerapido, e successivamente di Riga-Fede).
Sperimentatore, al fine di irrobustire la costituzione fisica dell’ultimo figlio, Fedele, adottò, nonostante
le perplessità della moglie, l’allevamento secondo natura consistente nel lasciar crescere il ragazzo con la
sola camicia sia d’estate che d’inverno.
Esercitò la professione tenendo occupata la condotta medica fino al 1889 quando aveva l’età di 90
anni. In quell’anno a Civitanova del Sannio vi esercitavano la professione Urbano Cardarelli quale condotto, Giuseppe Cardarelli che era il condotto di Chiauci,
ed Alberico Valerio, che esercitò in paese fino al 1894.
L’anno successivo all’età di 91 anni si spegneva serenamente ricevendo un tributo che gli derivava solo in
parte dal fatto di essere il padre di Antonio e Giuseppe, ma soprattutto per quanto aveva seminato con la
sua opera di medico.
Antonio Cardarelli aveva ereditato dal padre non
solo la statura e la longevità ma da lui gli era stata indicata, con l’esempio, la via maestra della professione medica; il suo grande merito è stato quello di aver
superato in dottrina ed in pratica suo padre maestro.
Italo Testa
NOTIZIE UTILI
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI
DELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO
86100 VIA MAZZINI, 129
Tel. 0874.69177 - Fax 0874.618358
e-mail: [email protected]
Oggetto: Iniziative di solidarietà
Cari Colleghi,
anche quest’anno l’Associazione Molisesorriso onlus e l’Associazione Luciano Lama onlus
accoglieranno, presso famiglie molisane, numerosi bambini provenienti dalla Bosnia nel periodo
estivo e natalizio.
Da anni, con ammirevole slancio, alcuni colleghi pediatri, cardiologi e odontoiatri, iscritti al
nostro Ordine, hanno disinteressatamente offerto la loro disponibilità professionale per assistere
questi bambini, in caso di necessità, durante la loro permanenza in Molise. È stata e sarà questa
una occasione per manifestare la solidale generosità dei medici molisani ai meno fortunati.
Di seguito l’elenco di coloro che hanno aderito e ai quali va il più sentito ringraziamento da
parte dell’Ordine.
IL PRESIDENTE
(Dott. Gennaro Barone)
Tutte le notizie sono riportate integralmente nel sito dell’ordine.
ELENCO CARDIOLOGI
ELENCO PEDIATRI
(Iniziativa di solidarietà bambini Bosnia - anno 2014)
CENTRITTO VINCENZO
CUSMANO VITALE srl
DʼASCENZO GIUSEPPE
DI SALVATORE FERDINANDO
MUSACCHIO EMILIO
TRIVISONNO GIUSEPPE
TROZZO RAFFAELE
COLAROCCHIO NUNZIO SALVATORE
CORDISCO ELVIRA
CUTRONE LUIGIALBERTO
DI BLASIO ENZO
DI CICCO CARMELA
DI NUNZIO MARIA LUCIA
GOLINELLI LORENZA
MEFFE DONATO
PETRELLA PATRIZIA
PINTI COSTANZO
SANTILLO VINCENZO
SORELLA ATTILIO
STIVALETTA MAURO
TITTAFERRANTE FEDORA
TRICOVEF (LA VECCHIA)
CENTROPOLISPECIALISTICO
TUTOLO VINCENZO
VIGLIARDI MARIA
ZARRILLI SERGIO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
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ELENCO ODONTOIATRI
AMORUSO RAFFAELLA
BARONE GIANFRANCO
BARONE LOREDANA
CIAFARDINI LIDIA
CICCHETTI ATTILIO
COLOCCIA DOMENICO
DEL CORSO CARAMUELE
ELISEO DANIELE
FALCONE DANIELE ANTONIO
FLORIO MASSIMO
GIULIANO ANTONELLA
IOFFREDI DOMENICO - Riccia
IOFFREDI DOMENICO - Campobasso
LIBERATORE GIAN LUIGI
MAZZANTI SERGIO
MONTALTI GIAMPIERO
NIRO ANTONIO
PERRELLA GIOVANNA
ROSATI MICHELE
ROSSI AGOSTINO CLAUDIO
RUCCOLO CELESTINA
SERAFINO ENRICO
SUSI WILLIAM
TOTARO AMATO - Trivento
TOTARO AMATO - Campobasso
TRAVAGLINI RITA
TUCCI ANTONIO
VINCELLI MARIA PATRIZIA
NOTIZIE UTILI
BOLLETTINO
Il sottoscritto dott. Pasquale Sabelli, nella qualità di Direttore Generale della Clinica Villa
Maria Srl, con sede in Campobasso cia P. di Piemonte n. 4, con la presente comunica di mettere
a disposizione tutta la struttura che rappresenta, per qualsiasi necessità di ordine medico dei bambini bosniaci che saranno accolti nella Regione Molise nei periodi da voi indicati.
Con l’occasiobne cordiali saluti
Campobasso 29 maggio 2014
IMPORTANTE
Sul sito dell’Ordine potete visionare il nuovo Codice Deontologico ap­
provato dalla FNOMCeO nella seduta del 18 maggio u.s., il nuovo Giu­
ramento Professionale e il Vademecum per i neo­laureati.
Tutte le notizie sono riportate integralmente nel sito dell’ordine.
Spett. ORDINE DEI MEDICI
CAMPOBASSO
Alla c.a. del Presidente
Dott. Gennaro Barone
Tutte le notizie sono riportate integralmente nel sito dell’ordine.
NOTIZIE UTILI
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
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MEDICIinMUSICA
Caro Collega, se ami la musica ma non hai mai avuto modo o tempo per imparare a suonare (e ora magari
ne hai la possibilità), se sei molto determinato, hai pazienza, costanza e fiducia in te stesso, in tempi ragio­
nevoli sarai in grado di apprendere teoria e pratica musicale divenendo esperto tastierista o fisarmonicista
(fisa standard). E’ volontariato musicale quindi non ti costerà nulla ed aumenterà il tuo benessere. Per tutte
le informazioni puoi contattarmi, sono il Dott. Franco Manfrida, Via de Attellis 6/A, Campobasso, tel
08747/38497n oppure cell. 3396084939. Di seguito un mio spartito come dono per tutti voi
NON SOLO MEDICINA
BOLLETTINO
NON SOLO MEDICINA
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
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Napoli, 11 aprile 2014
ordine in tour
Facciamo Due Risate!
Carissimi Gennaro e Giuliana volevo ringraziarvi per la splendida dome­
nica trascorsa insieme:
GRAZIE: perchè vi siete prodigati affinchè il tempo fosse ideale (non trop­
po caldo nè troppo freddo)
GRAZIE per le risate e la spensieratezza
GRAZIE per l’attesa che ci rende più pazienti e quindi più forti... e con­
sente di chiacchierare, piacevolmente, con il vicino
GRAZIE per la bontà delle sfogliatelle, prenotate ed acquistate dai vo­
stri congiunti, poichè anche la scelta della pasticceria non fosse “per caso”
GRAZIE per aver riservato a voi stessi ed ai vostri accompagnatori sem­
pre l’ultimo posto (dopo aver servito gli altri)
GRAZIE per lo sforzo dell’organizzazione (chi non fa non può apprezza­
re la fatica e chi non fa non sbaglia mai)
GRAZIE per il coinvolgente spettacolo, dal vivo, di Renzo Arbore
GRAZIE per averci fatto scoprire il meraviglioso spettacolo della natura
partenopeo (sconosciuto anche a me)
Ma... al termine di questa mia lettera, è doveroso trarre le conclusioni
affinchè, in futuro, si possa migliorare (anche la perfezione può essere
migliorata)!
Non me ne vogliate per il seguente appunto che, spero, vi sia di aiuto nel­
l’organizzazione della prossima gita, per la quale, tenetemi presente fin
da ora.
Desidererei (visto i potenti mezzi di cui disponete e le vostre intrinseche
capacità) un pullman con i sedili leopardati, colorato di verde chiaro po­
steriormente, rosa al centro e giallo anteriormente con dei piccoli pois
viola.
Se nelle vostre disponibilità, mi piacerebbe, anche, che l’autista fosse Brad
Pitt o, almeno, qualcuno che gli somigli.
Certa della vostra disponibilità, la vostra affezionatissima FAN!!
Bacioni ad entrambi
Antonella Giordano
Doverosa Risposta
Carissima Antonella, la tua mail ha avuto il terapeutico effetto di una ton­
nellata di PROZAC; di un decalitro di acqua LETE (ben fresca) trovato sot­
to una palma in un rovente deserto; di un efficace lassativo assunto dopo
una settimana di penosa stipsi; di un benefico e risollevante pediluvio
dopo dieci Km percorsi con scarpe strette …. Ne siamo talmente solleva­
ti che esaudiremo in ogni dettaglio i tuoi desiderata … Però, mancando
Brad impegnato ad accompagnare il CRAL dei postelegrafonici, coop­
teremo l’affascinante Giancarlo Magalli, mentre, per farti ancor più pia­
cere, distribuiremo bandane leopardate a chi “la vuole cotta e cruda con­
temporaneamente ….” per una migliore individuazione.
A chi invece, come te, è fedele nei secoli come la Benemerita, sarà con­
ferito un premio speciale consistente in un maglioncino per cani (di ta­
glia gigante) corredato da dentifricio e spazzolino per uso veterinario in
quantità sufficienti per garantire, al migliore amico dell’uomo, un alito
fresco e accattivante. Ma certamente avrai in più la nostra totale affet­
tuosa simpatia… Thanks!
Gennaro Barone
NON SOLO MEDICINA
BOLLETTINO
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
Leandro Carile
Ricordando il Prof.
NON SOLO MEDICINA
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dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
Mercoledì 14 maggio, presso
la sede dell’Ordine si è svolta la cerimonia di commemorazione del compianto prof.
Leandro Carile, libero docente in Semeiotica Medica,
valente internista, cardiologo e neurologo, figura importante della sanità molisana
cui ha dedicato passione e
competenza come primario
medico presso gli ospedali di
Agnone, Larino e Campobasso fino alla sua scomparsa avvenuta prematuramente nel 1991. Dopo l’incontro,
che ha visto la sala dell’Ordine colma, è stata scoperta
una lapide marmorea che lo
ricorderà per sempre ai cittadini di Campobasso posta
nelle vicinanze della sua casa
vicino al terminal degli autobus del capoluogo. Con tale
iniziativa il nostro Ordine
Professionale, del quale il
prof. Carile è stato indimenticato presidente dal 1982 al
1987, ha voluto ricordarlo
adeguatamente dando un segno concreto di profonda gratitudine per il suo prezioso e
apprezzato operato. Da adesso, e grazie all’Ordine, il
Prof. Leandro Carile sarà ricordato in città insieme ai
tanti illustri Medici che già
vedono il loro nome su molte strade di Campobasso. Un
caloroso ringraziamento va al
sig. Umberto Vallillo per la
preziosa collaborazione offerta all’Ordine per questa
iniziativa. Alla cerimonia
erano presenti i familiari del
defunto Professore che hanno
voluto ringraziare il Presidente Gennaro Barone per
l’iniziativa che ha riscosso
tanto successo ed entusiasmo da parte di tutti i partecipanti.
ndr
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NON SOLO MEDICINA
BOLLETTINO
AI MEDICI SCOMPARSI
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
Al dott. Michele Praitano
Vivo il Molise da circa 7 anni ed in
questo periodo ho avuto la fortuna di
stringere amicizia con alcune persone di elevato spessore umano e culturale. Michele Praitano è stato fra i
primi ad accogliermi in questa Terra,
regalandomi la sua Amicizia. Non ho
conosciuto il collega (era in pensione
da tempo), ma ho apprezzato l’uomo,
colto, generoso, ironico e sensibile.
Ho ammirato il suo amore per l’ Arte
goduta, condivisa e praticata. Godeva nel raccogliere opere di artisti non
solo molisani e disponeva a casa di
una pinacoteca di grande valore, ma
non ne era per niente geloso, tanto
da decidere di donarne una gran parte, attualmente raccolta a Palazzo Pistilli, alla comunità. Era un raffinato
ritrattista e paesaggista, che ancora
cercava di produrre nonostante impedimenti legati ad età e malattie. I partecipanti alle “Giornate Italiane
della Tiroide”, congresso nazionale tenutosi a Campobasso nel dicembre 2010 hanno portato a casa in ricordo del Molise una stampa raffigurante una delle porte del centro storico, opera realizzata e riprodotta da Michele. Ma Michele Praitano era soprattutto un gentiluomo,
e come tale sarà ricordato.
Prof. Maurizio Gasperi
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
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ALBO MEDICI CHIRURGHI
ISCRIZIONI
COGNOME E NOME
LUOGO E DATA RESIDENZA
DI NASCITA
CONSIGLIO DEL 23.05.2014
DI MICCO Annalisa
Campobasso
12/07/1980
CONSIGLIO DEL 05.06.2014
MANES GRAVINA Costantino Campobasso
25.02.1958
Campobasso
- nuova iscritta
Castelmauro (CB) - trasferitosi dall’O.M.
di Roma
CANCELLAZIONI
CONSIGLIO DEL 23.05.2014
PRAITANO Michele
Campobasso
22/08/1931
VESCE Giovanni
Ariano Irpino (AV)
18/01/1964
I DATI DELL’ORDINE
BOLLETTINO
- deceduto il
10.05.2014
- trasferitosi all’O.M.
di Pescara
CONSIGLIO DEL 05.06.2014
———————
NESSUNA MODIFICA
ALBO ODONTOIATRI
CONSIGLIO DEL 23.05.2014
———————
ISCRIZIONI
NESSUNA MODIFICA
CONSIGLIO DEL 05.06.2014
———————
NESSUNA MODIFICA
CANCELLAZIONI
CONSIGLIO DEL 23.05.2014
——————
NESSUNA MODIFICA
CONSIGLIO DEL 05.06.2014
——————
NESSUNA MODIFICA
TOTALE ISCRITTI ALL’ALBO DEGLI ODONTOIATRI AL 05.06.2014 N° 224
Tutte le notizie sono riportate integralmente nel sito dell’ordine.
TOTALE ISCRITTI ALL’ALBO DEI MEDICI-CHIRURGHI AL 05.06.2014 N° 1525
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