magazine
HS+E
the occupational health & safety +
environmental quarterly magazine
Italian/English Edition
Vol.
Vol. X
3 -- N.
N. 2
2
Poste Italiane - Spedizione in a.p. 45% - art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - D.R.T. - D.C.B. - TO n. 2/2012
Apr-Jun 2012
Obiettivo alfabetizzazione
Partendo dalla constatazione
che l’ergonomia in Italia non
gode della meritata visibilità,
e che la professione dell’ergonomo non è correttamente
valutata all’interno dei processi organizzativi, formativi
e decisionali sia nel mondo
del lavoro che in quello della scuola, il Gruppo di Lavoro, attualmente composto
dai membri della sezione ma
aperto a tutti coloro che vo-
*E. Sandon, **G. Cavassi
Abstract
Il ruolo dell’Ergonomo ed in generale
la cultura ergonomica appaiono grandemente trascurate a livello nazionale.
Il nuovo consiglio direttivo di SIE ha
costituito un certo numero di Gruppi di Lavoro con l’intento esplicito di
avviare un progetto di sviluppo che
mira a restituire a SIE il suo ruolo di
punto di riferimento. La sezione SIE
Emilia-Romagna cui è stato affidato il
gruppo di lavoro “Alfabetizzazione” si
è posta l’obiettivo di realizzare nell’arco di circa due anni uno strumento
accattivante ed innovativo a supporto
della divulgazione e del rafforzamento
della cultura ergonomica sia nel mondo dell’educazione e della formazione
(specialmente nella scuola secondaria)
che del mondo del lavoro.
Introduzione
Nel corso della sua prima riunione del
30 novembre 2010 il nuovo consiglio
direttivo di SIE ha avviato la costituzione dei Gruppi di Lavoro e delle
Aree Tematiche, per incentivare tutti
i soci ad essere parte integrante di un
progetto volto al rafforzamento e alla
divulgazione dell’ergonomia sul terri-
Fig. 1 - Pulsantiera ascensore.
torio nazionale. Gli otto gruppi di lavoro individuati copriranno le seguenti
tematiche: Formazione e Certificazione, Revisione dello Statuto, Certificazione dei Prodotti e dei processi produttivi, Comunicazione, Rapporti con
le altre Società scientifiche, Rapporti
con gli Enti di Ricerca, Rapporti con le
Associazioni di Impresa e le associazioni dei consumatori, Alfabetizzazione. Congiuntamente ai gruppi di Lavoro sono state individuate le seguenti
Aree Tematiche: Design for All, Ergonomia e Sostenibilità, Ergonomia e Sanità, Ergonomia Cognitiva, Ergonomia
e Sicurezza sul Lavoro. Il Gruppo di
Lavoro denominato ”Alfabetizzazione”
è stato affidato alla sezione SIE Emilia
Romagna la quale ha già messo a punto un progetto che prevede di concludere i lavori nella primavera del 2013.
continua a pag. 2
In questo numero/In this issue
1 Obiettivo
alfabetizzazione
2 editoriale
5 la saldatura:
tecnologia e sicurezza
possono andare
d'accordo (II parte)
8
Bookshop
9
Site Map
10 Top Gear
11 Press Review
12 Events Calendar
13 HS+E News
2
HS+E MAGAZINE
Trimestrale di Sicurezza, Igiene
Industriale e Ambiente
The Occupational Health & Safety and
Environmental Quarterly Magazine
EDITORIALE
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come già preannunciato, prende l’avvio con questo numero la pubblicazione on-line del nostro magazine.
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Apr-Jun 2012 / Vol. X - N. 2
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Direttore Responsabile /
Editor in Chief:
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Hanno collaborato a questo numero/
Contributors:
E. Sandon, G. Cavassi,
Roberto Nicolucci, Silvia Signorini
Traduzioni / Translations:
Chiara De Angelis
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Buona lettura.
La redazione
gliono dare il loro contributo, si propone di promuovere e rilanciare l’Ergonomia, e più in Rivista italiana di
ergonomia concreto la SIE, attraverso
un processo di sensibilizzazione, di
educazione e di comunicazione. Obiettivo centrale è la realizzazione di uno
strumento di supporto alla attività di
alfabetizzazione.
ostacola e rallenta l’applicazione dei
principi ergonomici alla prevenzione
dei rischi nell’ambito della sicurezza
sul lavoro, quando invece proprio l’ergonomia potrebbe introdurre notevoli
benefici, come ad esempio nel caso dei
rischi da stress-lavoro correlato, dove
il ruolo dell’ergonomia cognitiva appare essenziale. In effetti l’ergonomia è
Inquadramento ed obiettivi
“L’ergonomia è ancora oggi un campo
di studi poco conosciuto in Italia. Nel
mondo accademico, spesso organizzato in modo rigidamente disciplinare, trova spazio con difficoltà perché
opera in modo interdisciplinare. Nei
luoghi di lavoro promuove la prevenzione con studi che considerano insieme aspetti tecnologici, organizzativi
ed ambientali e quindi viene vista con
diffidenza da chi ancora intende la sicurezza come un armamentario farraginoso che serve ad evitare sanzioni”
(Ivaldi, 2010). Questo punto di vista
Fig. 2 - L'uomo al centro.
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HS+E magazine
davvero una Cenerentola tra le scienze
sia in campo educativo accademico sia
nel mondo del lavoro. Spesso non solo
è sottovalutata la sua importanza, e
poco chiaro il suo campo d’azione, ma
addirittura a molti manca la percezione
della sua utilità. Eppure come scrive D.
Norman nel suo fondamentale testo La
caffettiera del masochista, “perché mai
devono volerci delle ore” per imparare
come funziona un oggetto di uso quotidiano? Ho parlato con tanta gente”
scrive Norman, “che non riesce a usare
tutte le funzioni della lavatrice o della
macchina fotografica, che non riesce a
far funzionare una macchina da cucire
o un videoregistratore, che accende regolarmente il fuoco sbagliato sul piano
di cottura della propria cucina”. Leggendo queste poche righe di Norman
la domanda però, sorge spontanea: è
sbagliato l’uomo o sono sbagliati gli
oggetti che egli usa? Sinceramente è
una domanda difficile alla quale rispondere; proviamo allora a fare un
piccolo esercizio mentale. Costruiamo nella nostra mente un ambiente
famigliare composto da almeno due
generazioni opposte, nonni, e nipoti e
pensiamo di dare a loro un oggetto di
uso quotidiano come il telecomando
della televisione senza istruzioni per
l’uso ed immaginiamo cosa può accadere. Sicuramente la maggiore parte di
voi ha pensato che la generazione più
giovane ha trovato minor difficoltà ad
interagire con lo strumento mentre la
generazione più anziana ha trovato più
difficoltà. E quindi, in questo contesto,
dove si colloca l’ergonomia o meglio
come deve essere applicata? Ma ancora prima, i nonni e i nipoti sanno
che le difficoltà trovate utilizzando il
telecomando potevano essere diminuite/eliminate dal costruttore utilizzando i metodi dell’ergonomia? Tutti noi
sappiamo che la maggior parte delle persone interagisce per istinto con
ambienti ed oggetti. È impressionante
osservare quante posizioni/posture può
assumere una persona all’interno di un
ambiente, a seconda di come lo percepisce e si relaziona con esso, e quante
varianti di queste possono nascere dal
semplice utilizzo di oggetti. Secondo i membri del Gruppo di Lavoro
emerge in modo chiaro la necessità
di promuovere e sostenere una sorta
di “alfabetizzazione” sul tema della
Ergonomia, per diffondere la consapevolezza che si tratta di una cultura
trasversale che può apportare benefici
significativi e misurabili in quasi tutti
i campi della attività umana. Il Gruppo
di lavoro di SIE Emilia-Romagna si
propone di affrontare questo obbiettivo
attraverso la costruzione di uno strumento (possiamo anticipare che sta già
prendendo forma nei suoi concetti di
base) che non dovrà essere un corso di
ergonomia, non dovrà formare esperti
nel campo ma dovrà in modo accattivante e pervasivo stimolare attenzione
sui temi ergonomici, il loro impatto sul
mondo del lavoro e sulla società in generale (“raising awareness”). Possiamo
dire quindi, che l’obiettivo principale
è portare il soggetto che interagisce
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HS+E magazine
con lo strumento a parlare di ergonomia senza menzionarla, a catturarne i
principi fondamentali senza studiarli
ma soprattutto a praticare l’ergonomia
come principio fondamentale del vivere quotidiano esattamente come un
bambino in età pre scolastica, che prima impara a fare le cose e poi impara
il loro nome.
centro dell’universo, e sono gli attori
principali del contesto all’interno del
quale si muovono e pensano, e sono i
soli e veri fruitori degli oggetti in esso
contenuti.
Bibliografia
I. Ivaldi (2010), Progetti di Benessere.
Ergonomia, partecipazione, consapevolezza, Milano: Franco Angeli Editore.
D. A. Norman (1997), La caffettiera
del masochista, Firenze: Giunti Gruppo Editoriale.
Organizzazione e metodologia
L’ergonomia è un sapere ed una cultura
che si presta elettivamente ad essere
trasmessa e comunicata con l’utilizzo
di forme innovative e non tradizionali.
In particolare sfruttando tutte quelle
metodologie emergenti che sfruttano la
stimolazione emozionale per rinforzare
e catalizzare la comunicazione e l’apprendimento. Accanto quindi ai supporti classici (documentazione scritta,
depliant, opuscoli, brochure) potranno
essere utilizzati strumenti più vivaci ed
attraenti quali:
• grafica creativa
• produzioni multimediali
• videoclip di formatori/comunicatori
• presentazioni ed eventi in-sito di
durata variabile presso strutture sia
educative che aziendali (con l’utilizzo di attori-formatori - oramai noti
col neologismo “formattori”).
Questa è una forma di comunicazione/
formazione straordinariamente efficace
che sfrutta voce-corpo ed emozione e
che trova ampia applicazione in contesti molto diversi: dalla scuola dell’infanzia alla formazione manageriale in
azienda (vedi esperienze di Teatro di
Impresa).
In effetti l’uso di tecniche teatrali in
ambito formativo ed aziendale, introdotto nel 1984 in Canada col nome di
“Thèâtre d’entreprise “appare estremamente efficace nel veicolare l’informazione verso i destinatari. Esso
impiega i mezzi fortemente coinvolgenti tipici del mestiere dell’attore per arricchire emotivamente
la comunicazione e rafforzarne così la ricezione e ritenzione da parte
dell’ascoltatore. Allo stesso modo e
con le stesse finalità saranno utilizzate anche le capacità espressive di
grafici e vignettisti.
Conclusioni
Il progetto “Alfabetizzazione” avviato
dalla sezione SIE Emilia Romagna si
inserisce nel quadro delle attività di
rilancio della SIE promosse dal nuovo
consiglio direttivo della associazione.
Il Gruppo di Lavoro ha avviato i suoi
lavori nel febbraio di quest’anno e produrrà nell’arco di due anni un valido
strumento per catalizzare l’attenzione sulla cultura ergonomica e della
professione dell’ergonomo, promuovendone una accresciuta visibilità nel
mondo del lavoro, della educazione e
più in generale nella società.
Le attività del gruppo di lavoro prevedono:
• elaborazione di una metodologia e
definizione dettagliata del “format”
• individuazione degli argomentichiave, anche attraverso contatti con
altri gruppi di lavoro
• redazione dei contenuti
• promozione della attività del gruppo
di lavoro attraverso articoli ed eventi mirati
• Presentazione finale dello strumento
[in]formativo.
L’obiettivo finale è quello di creare la
consapevolezza che le persone sono al
*METRICS S.r.l. (socio SIE sezione Emilia
Romagna e membro del Gruppo di Lavoro
Alfabetizzazione).
**FAENTIA CONSULTING S.r.l. (membro
del consiglio direttivo SIE, Presidente della sezione Emilia Romagna e coordinatore
del Gruppo di Lavoro alfabetizzazione).
Objective:
diffusion of “ergonomic” literacy
The role played by the “Ergonomist” and, as a general rule, the
ergonomic culture seem to be
largely disregarded at a national
level. SIE’s new Board of Directors has established several Working Groups with the intent to start
a development project aimed at
restoring SIE’s role as a reference
point. The Emilia Romagna section, which has been entrusted
with the “Diffusion of ‘ergonomic’
literacy” working group, has set
among its main objectives the realization, within a two-year term,
of a snappy and innovative instrument for the popularization and
strengthening of the ergonomic
culture both in the education and
training world (especially in secondary school) and in the world of
business.
5
HS+E magazine
LA SALDATURA: TECNOLOGIA E SICUREZZA
POSSONO ANDARE D’ACCORDO
* Roberto Nicolucci
Va notato che un aspetto che accomuna numerosi procedimenti di saldatura autogena ed eterogenea all’arco elettrico
è rappresentato dalla necessità di adottare accorgimenti che
consentano di evitare, per quanto possibile, il contatto del
metallo fuso con l’aria e, in particolare, con l’ossigeno: è
infatti questo elemento gassoso, componente fondamentale
dell’aria che respiriamo, uno dei principali fattori alla base
dei difetti, e di conseguenza dei limiti prestazionali, dei
giunti saldati.
Per evitare, o quanto meno limitare, questo dannoso
contatto si cerca di interporre tra il metallo fuso (di base
e/o d’apporto) e l’atmosfera un “flusso” protettivo in forma
gassosa, liquida o solida; oltre ad assolvere questa funzione
di separazione, il flusso ha il compito il apportare al bagno
di fusione anche elementi di lega in grado di assolvere varie
altre funzioni.
Nel caso della saldatura manuale ad elettrodo rivestito,
ad esempio, il flusso protettivo è fornito dal materiale che
riveste l’anima metallica conduttrice dell’elettrodo: si tratta
in questo caso di un flusso costituito da polvere agglomerata. In alcuni procedimenti semiautomatici il flusso è invece
costituito da gas che vengono “spruzzati” in pressione sul
materiale fuso attraverso un diffusore coassiale al foro da
cui esce l’elettrodo conduttore presente nella torcia manovrata dall’operatore; in altri procedimenti semiautomatici,
il flusso è contenuto all’interno dell’elettrodo (nei processi
di saldatura cosiddetti a “filo animato”). In alcuni processi
automatici, la protezione è invece fornita da un flusso granulare che cade per gravità sul metallo fuso ricoprendolo completamente ed isolandolo così dall’aria dell’ambiente.
Come molti altri processi tipici dell’industria, la saldatura
comporta problematiche che investono la sfera della sicurezza
e della salute dell’operatore a causa della presenza di agenti
di rischio che, per quanto notevolmente ridotti dal progresso
tecnologico, risultano di fatto ineliminabili: si pensi, ad esempio, alla presenza della corrente che genera l’arco elettrico;
alla presenza, - nel materiale base o d’apporto, - di elementi
di lega talvolta tossici, ma non totalmente eliminabili poiché
garanti della buona riuscita del processo o delle prestazioni
tecnologiche del giunto; si pensi ancora alle posizioni, spesso non ergonomicamente corrette, in cui si trova a lavorare
l’operatore, problema insuperabile soprattutto per le saldature
effettuate “in opera” nei cantieri; e così via.
Tutto ciò si traduce, quindi, in una serie di problematiche,
di natura, come già accennato, preminentemente chimica
e fisica, che traggono origine sia dal procedimento (incluse alcune operazioni accessorie quali la smerigliatura, la
scriccatura, il taglio, ecc.)
che dall’ambiente in cui si
opera.
Prima di affrontare, sia
da un punto di vista qualitativo che quantitativo, il
problema dell’esposizione a tutti i possibili agenti
che possono impattare sulla
salute e la sicurezza degli
operatori, occorre definire in modo il più possibile
standardizzato come debba
essere computato il tempo
di esposizione durante ogni
singolo processo.
La durata dell’esposizione ai vari agenti chimicofisici in saldatura può essere
definita semplicemente considerando la reale modalità
con cui si svolge il processo
medesimo.
Nel caso di qualsiasi procedimento occorre prendere come riferimento un singolo ciclo e poi, una volta analizzato
nel dettaglio, considerare quante volte il singolo ciclo è
ripetuto in modo pressoché invariabile durante un turno di
lavoro; si consideri che il singolo ciclo di lavoro è fondamentalmente caratterizzato dalla modalità di alimentazione
dell’elettrodo fusibile; nel caso di un procedimento SMAW,
ad esempio, il ciclo è caratterizzato dal tempo necessario a
fondere un singolo elettrodo, mentre nei procedimenti semiautomatici a filo continuo occorre effettuare considerazioni
di tipo diverso basate sulle interruzioni operative determinate da altre esigenze; nel caso della SMAW la durata del ciclo
è data dalla somma dei tempi necessari alla preparazione
dell’attrezzatura (inserimento dell’elettrodo nella pinza,
regolazione parametri elettrici, ecc.), al posizionamento
dell’operatore, all’accensione dell’arco, alla vera e propria
attività di saldatura, alla smerigliatura necessaria alla rimozione della scoria ed alle eventuali altre attività accessorie.
Nell’arco dell’intero turno di lavoro dovranno però essere
detratti tutti i periodi di riposo o eventualmente dedicati ad
altre attività.
Ad esempio, ipotizziamo che in un procedimento SMAW
il tempo caratteristico di un ciclo sia pari a 2 minuti (ovvero
120 sec.); secondo quanto emerso da alcuni studi, di questo
periodo solo il 60% (pari a 72 sec.) può essere considerato
indicativamente come il tempo massimo in cui l’operatore
è effettivamente impegnato con la pinza ad effettuare la sal-
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datura (ovvero il tempo che intercorre tra
la accensione dell’arco e l’esaurimento
dell’elettrodo), mentre
il rimanente 40% (48
sec.) è tempo dedicato al posizionamento delle attrezzature
e dell’operatore, alla
sostituzione dell’elettrodo, alla rimozione
della scoria, ecc; l’esposizione del saldatore a tutti i possibili
agenti chimici e fisici deve quindi essere rapportata al reale
tempo di esposizione ai fattori di rischio specifici durante il
periodo di riferimento e non al tempo complessivo: nel periodo standard preso come esempio, l’esposizione al rischio
elettrico o termico può quindi essere considerato certamente
pari a 120 secondi; l’esposizione a fumi di saldatura, UV,
ecc. può essere considerata pari a 72 secondi; l’esposizione
al rumore da smerigliatura (derivante dalla propria attività)
risulterà invece certamente inferiore a 48 secondi (ovvero a
120 – 72 sec.); infine, per quanto riguarda le problematiche
di tipo ergonomico, andrà probabilmente considerata nuovamente una esposizione di 120 secondi, sebbene in differenti
“configurazioni” a seconda della sottoattività.
Si consideri che il tempo di effettiva accensione dell’arco dipende dalla lunghezza della bacchetta, dal tipo di
elettrodo, dai parametri della corrente e da numerose altre
variabili; in altri studi condotti su procedimenti manuali di
diverso tipo, sono stati rilevati tempi di accensione effettiva
dell’arco più ridotti, compresi tra il 25 ed il 60% del tempo
totale: a questo proposito, quindi, di volta in volta occorrerà
verificare attentamente i tempi in relazione allo specifico
procedimento.
La natura e l’entità dell’esposizione ai vari fattori di rischio da parte dell’operatore dipende da numerose variabili
principalmente correlate alla tipologia di processo adottato,
all’ambiente in cui si opera e non da ultimo al comportamento dell’operatore: più nel dettaglio, il rischio può
derivare dalle caratteristiche del materiale base, di quello
d’apporto, dai parametri di saldatura (temperatura, intensità e tensione della corrente, ecc), dalle caratteristiche del
manufatto stesso (forma, dimensioni, presenza di eventuali
inquinanti, ecc.) e di conseguenza dalla posizione del corpo
(ed in particolare del viso) dell’operatore e dalla sua distanza dalla sorgente di emissione degli agenti inquinanti, dalla
durata dell’attività, dalla ventilazione dell’ambiente, ecc.
L’ambiente di lavoro influisce poi in relazione ad ulteriori rischi derivanti da postazioni di lavoro in quota,
in ambiente confinato, da microclima (acustico, termico e luminoso), ecc.
Per quanto riguarda i fattori di rischio chimico, questi
hanno in generale come bersaglio differenti organi del corpo
umano, sebbene nel caso dei saldatori l’apparato respiratorio
risulti uno tra quelli più colpiti in ragione del fatto che si
tratta della via di assorbimento preferenziale per gli inquinanti aerodispersi; l’occhio risulta un organo altrettanto fre-
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quentemente colpito
sia da agenti chimici
che fisici.
In linea generale, è
possibile ritenere che
le forme di intossicazione acuta risultino
notevolmente ridotte in epoca moderna
grazie alla maggiore
efficacia dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e alla maggiore conoscenza dei pericoli
presenti in ambiente di lavoro, mentre le affezioni croniche risultano ancora relativamente diffuse, probabilmente
in conseguenza della scarsa sensibilità alla protezione
della propria salute frequentemente dimostrata dai lavoratori fino a tempi relativamente recenti.
Secondo numerosi studi le principali problematiche che
investono la salute e la sicurezza dell’operatore possono essere riassunte ai fini pratici, anche se in un modo non completamente rigoroso, nelle seguenti macrofamiglie:
■ inalazione e ingestione di sostanze tossiche (da fumi, vapori, gas);
■ contatto della pelle e degli occhi con fumi, vapori, gas;
■ tagli, abrasioni (superficiali e profonde) e schiacciamenti
interessanti diverse parti del corpo inclusi gli occhi (da
contatto con utensili, pezzi in lavorazione, proiezione di
schegge, ecc.);
■ ustioni alla pelle (da contatto con materiali ad alta temperatura e proiezione di materiale fuso);
■ esposizione al rumore (prodotto dalle attrezzature di lavoro e d’ambiente);
■ elettrocuzione (da contatto con corrente elettrica);
■ esposizione a radiazioni ionizzanti (generate da alcuni
materiali d’apporto o da particolari tecnologie);
■ esposizione a radiazioni luminose (luce visibile, UV e IR
prodotte dall’arco elettrico);
■ esposizione a campi elettromagnetici (prodotti dalla corrente elettrica);
■ posture scorrette (dovute alla forma del pezzo in lavorazione o al suo posizionamento nell’ambiente di lavoro);
■ esposizione a vibrazioni (prodotte da utensili di lavoro);
■ movimenti ripetitivi (originati dalla particolare procedura
operativa);
■ stress termico (da irraggiamento dovuto al processo e da
caldo e freddo estremi nell’ambiente di lavoro).
Si tratta quindi di un ampio spettro di pericoli e correlati
rischi che, se non affrontati adeguatamente, possono comportare danni più o meno gravi (talvolta irreversibili o addirittura letali) nel breve, medio o lungo termine.
E’ però altrettanto vero che, proprio per la criticità di alcune delle problematiche precedentemente accennate, negli
ultimi cinquant’anni sono stati condotti estensivamente studi
epidemiologici e ricerche di laboratorio finalizzati all’approfondimento delle conoscenze dei meccanismi di causa ed
effetto sulla sicurezza e salute degli operatori, con il risultato
che oggi, ove sia stato possibile, sono stati eliminati i rischi
HS+E magazine
all’origine ed ove ciò non sia stato possibile per qualche motivo sono state sviluppate attrezzature di lavoro, dispositivi
personali e collettivi di sicurezza e procedure operative altamente affidabili.
Non c’è alcun motivo (tanto meno economico) che possa oggi giustificare la mancata informazione e formazione
dei lavoratori o la mancata implementazione delle necessarie misure protettive di tipo tecnologico e organizzativo;
fortunatamente, la percezione del rischio e l’aspettativa di
protezione dai rischi occupazionali da parte delle giovani
generazioni di lavoratori risulta molto più elevata che in passato e anche questo ha contribuito notevolmente a diminuire
le conseguenze derivanti dai vari rischi espositivi.
Tra le organizzazioni più attive nello studio delle problematiche legate alla sicurezza nei processi di saldatura si
possono sicuramente ricordare l’American Welding Society
(AWS), l’International Institute of Welding (IIW), la European Federation for Welding, Joining and Cutting (EWF)
e certamente anche l’Istituto Italiano di Saldatura (IIS); di
particolare rilievo l’attività della Commissione VIII (Health, Safety and Environment) dell’IIW attiva anche nella
definizione degli standard internazionali di riferimento (ad
esempio EN ISO 15011 – “Health and Safety in Welding
and Allied Processes”).
Altrettanto attivi sono stati i grandi produttori di apparecchiature e materiali per saldatura tra i quali, solo per citare
qualche esempio, merita ricordare le multinazionali americane
Lincoln Electric e Miller Electric e le svedesi ESAB e Sandvik.
Per quanto riguarda le specifiche legislazioni e gli standard tecnici in materia di protezione dei lavoratori dai rischi
derivanti dalle attività di saldatura adottate nei vari Paesi
industrializzati, si osserva che, in tutti i casi, esse risultano
assai simili tra loro e, in generale, da un punto di vista operativo, poco o nulla si discostano dalle norme di buona pratica universalmente riconosciute.
Tra i più importanti ed affidabili studi condotti fino ad
oggi in materia di effetti sul lungo periodo prodotti dai fumi
di saldatura, che tra tutti è certamente uno dei rischi di maggiore rilevanza, va citato uno studio epidemiologico condotto dalla International
Agency for Research on Cancer (IARC)
su un gruppo campione composto da circa
11.000 lavoratori addetti alla saldatura di
acciai al carbonio e inossidabili, operanti nell’industria metalmeccanica e nella
cantieristica navale in nove Paesi europei;
questo studio ha portato a classificare il
fumo di saldatura tra gli agenti potenzialmente cancerogeni.
Secondo quanto affermato da G.H. Grant
McMillan, i casi di tumore ai polmoni nei
saldatori è del 30÷40% superiore rispetto
a quanto si riscontra in gruppi di lavoratori addetti ad altre attività: occorre però
precisare che nei numerosi studi epidemiologici condotti nel corso degli ultimi decenni questo dato risente fortemente di fattori
confondenti di tipo sociale (in particolare
7
dell’esposizione al fumo di tabacco) e legati all’ambiente di
lavoro (ad esempio esposizione a fibre di amianto per i saldatori
addetti alla cantieristica navale).
Uno studio condotto dal Finnish Institute of Occupational
Health di Helsinki tra il 1993 ed il 2002 sulla base dei dati
di denuncia di malattia professionale relativi alla generica
categoria dei saldatori (operanti in diversi comparti produttivi) ha mostrato come, su un campione di 1.186 lavoratori, le
denunce riguardassero nel 35% dei casi ipoacusie, nel 19%
dei casi fotocheratiti e nel 16% dei casi patologie da stress a
carico degli arti superiori; nel 21% dei casi sono stati rilevati
problemi di varia natura afferenti l’apparato respiratorio,
ma in circa la metà dei casi l’esposizione all’amianto è stata
considerata un fattore confondente.
Nello stesso periodo, sul medesimo campione è stato riscontrato un solo caso di “febbre da fumi di saldatura”, un
valore che, in considerazione della popolazione professionalmente esposta, potrebbe essere allineato, come ordine di
grandezza, alla stima dell’ Occupational Health and Safety
Agency (OSHA), che indica in 2.500÷3.500 i casi rilevati
annualmente negli USA.
L’esperienza quotidiana di chiunque si trovi a stretto contatto con saldatori che operino con procedimento SMAW
sembrerebbe però testimoniare una incidenza ben superiore
di questa tipica patologia, su cui si tornerà successivamente.
Dati diffusi dalla Airliquide indicano, per il settore della saldatura, percentuali di incidenza infortunistica (non
di malattia professionale) del 55% con interessamento del
viso e degli occhi (radiazioni luminose, proiezione di materiale fuso, ecc.), del 32% con interessamento del corpo
e delle mani (ustioni, elettrocuzioni, ecc.), del 10% con
interessamento delle vie respiratorie (fumi, polveri, vapori, gas, ecc.) e del 3% con interessamento dell’apparato
uditivo.
Stabilire una scala di importanza tra i diversi fattori di
rischio cui sono soggetti gli operatori di saldatura non è però
propriamente corretto, anche perché i rischi variano sensibilmente a seconda del procedimento e, a parità di procedimento, variano in funzione di numerosi
parametri caratteristici del procedimento
stesso.
Si osservi infine che la saldatura, così
come tutti i procedimenti ad essa correlati,
rappresenta oggi, nella sua generalità, una
tecnica altamente sicura per l’operatore alla semplice condizione che vengano
adottate le opportune misure prevenzionistiche e protezionistiche sia di tipo tecnico
che organizzativo. Su questo tema si avrà
occasione di tornare in futuro con altri
articoli.
*Ingegnare esperto di sicurezza industriale, è presidente di Techno srl. Ha
ricoperto il ruolo di HSE manager per
società di general contracting operanti in
ambito internazionale nella cantieristica
civile, industriale, navale ed offshore.
8
Bioterrorism: A Guide for Hospital Prepardeness, è divenuto in pochi anni un testo
classico per gli specialisti di sicurezza che operano nelle strutture sanitarie sia di piccola che di grande
dimensione; non meno utile può risultare anche a chi si occupa di sicurezza in altri tipi di strutture in cui
può comunque verificarsi una emergenza di tipo microbiologico. Il libro scritto da Joseph Masci - oridinario di malattie infettive alla Mount Sinai School of Medicine di New York - assieme alla collega Elizabeth Bass, focalizza l’attenzione sul problema del bioterrorismo passando in rassegna i possibili agenti
contaminanti, i mezzi e le metodologie per monitorare gli ambienti e rilevare con il massimo anticipo
possibile un eventuale attacco. Altri temi trattati riguardano la diagnosi e la gestione delle specifiche
patologie, la gestione dell’emergenza con particolare riguardo alla prevenzione e alla difesa del personale e dei pazienti non infetti, nonché i più corretti metodi di valutazione dell’entità del problema e la
corretta gestione dell’informazione nei confronti dei media.
Una sezione del libro è dedicata all’analisi della problematica “antrace” divenuta famosa nei giorni immediatamente successivi all’attacco delle Twin Towers.
Il testo fornisce una esaustiva linea guida per chiunque debba gestire sia piani di emergenza interni che
il coordinamento con strutture o singoli operatori sanitari esterni.
BIOTERRORISM:
A GUIDE FOR HOSPITAL PREPARDNESS
di Joseph R. Masci e Elizabeth Bass
CRC Press
ISBN: 978-0-8493-1660-9
©2004 - pp 400 - USD 144.95
HS+E magazine
Global Network for Environment Science
and Technology (GlobalNEST) è una associazione tra scienziati, tecnici e studiosi di varie discipline impegnati nello
studio dell’ambiente e delle soluzioni sostenibili volte alla
sua conservazione e al suo miglioramento. L’associazione ha carattere internazionale sebbene la maggior parte
dell’attività si svolga in Grecia.
Il sito istituzionale dell’associazione, www.gnest.org, è una
sorta di portale che consente l’accesso al materiale scientifico prodotto dalla associazione o presentato nell’ambito
delle conference organizzate dalla associazione.
Attraverso la homepage si può accedere a diverse informazioni tra le quali una pagina dedicata ai link
ad altri siti (è presente una selezione di website internazionali attinenti le problematiche ambientali)
e una pagina dedicata al Journal dell’associazione; il link è a pagamento, ma i contenuti dell’organo
associativo scaricabile on-line è di indubbio interesse per chiunque si occupi di problematiche legate
all’ambiente.
www.gnest.org
9
10
HS+E magazine
TOP GEAR
SafeCaddy® viene presentata dal
suo produttore, come un’attrezzatura innovativa, di
dimensioni compatte, decisiva nel contenere le situazioni di emergenza.
Si tratta di un carrello su ruote a moduli intercambiabili che può essere equipaggiato con kit di primo soccorso di varia natura secondo le specifiche del cliente;
le opzioni relative al primo intervento antincendio
includono manichette per idranti, estintori di qualsiasi
natura e utensili di vario genere; le opzioni per la parte
dedicata al primo soccorso sanitario spaziano da kit
medicali con vario contenuto ai defibrillatori, dai dispositivi lavaocchi alle barelle pieghevoli.
A richiesta i carrelli sono equipaggiabili con dispositivi di rilevazione e misura, equipaggiamenti per il recupero
(treppiedi con verricello, ecc.), kit di primo intervento ambientale e DPI di vario genere inclusi autorespiratori.
Il carrello è realizzato in Germania secondo specifiche
molto severe utilizzando materiali di alta qualità; il dispositivo è corredato di una copertura in PVC (perfettamente idoneo ad un uso in ambiente esterno), dotato di zip
di chiusura e finestre trasparenti per la rapida individuazione del contenuto. Il carrello è facilmente individuabile
anche in condizioni di visibilità precaria e trasportabile
da una sola persona.
www.safecaddy.com
HS+E magazine
Secondo uno studio diffuso dall’ Health and Safety Executive britannico, nel periodo
tra il marzo 2010 e l’aprile 2011 in UK si sono verificati 3956 infortuni gravi correlabili a lavori in quota. Molto
spesso si è portati a pensare che il problema sia principalmente da ascrivere a carenze legate a dispositivi di
protezione collettivi o a scale, piattaforme elevabili, ecc. Ciò è vero solo in parte poiché in realtà in molti casi
la causa non è direttamente da imputare a difetti di funzionamento o cedimenti di queste attrezzature (o addirittura al loro mancato utilizzo) quanto piuttosto alla mancata verifica del manufatto su cui si stava operando
(piani di calpestio non portanti, piani di appoggio cedevoli o scivolosi e così via). Si è infatti potuto verificare
che in molti casi l’infortunato aveva ricevuto un sufficiente addestramento in relazione al corretto montaggio
di una lifeline, al corretto angolo di inclinazione di una scala, ecc. ma non altrettanta formazione gli era stata
impartita sulla necessità e sulle tecniche di valutazione del rischio legato al manufatto sul quale doveva operare. Vi è un’importante componente psicologica (negativa) in molti di questi incidenti: l’avere effettuato, senza
incorrere in alcun incidente, centinaia o migliaia di volte una simile attività senza avere effettuato le necessarie
valutazioni o senza avere utilizzato i necessari dispositivi di protezione collettiva ed individuale o le necessarie
attrezzature di lavoro. La fortuna ha in pratica generato una inopportuna e pericolosa confidenza cementando
la consapevolezza che quanto effettuato costituisse di fatto la corretta procedura di lavoro.
HEALTH AND SAFETY
INTERNATIONAL
“Working at height”
di David Gault
11
12
HS+E magazine
2012
24 – 26 aprile
Città del Messico
(Messico)
IFSEC AND SECURITY SOLUTIONS
Salone internazionale della sicurezza
14 – 17 maggio
Birmingham
(UK)
SAFETY & HEALTH EXPO
Salone internazionale della sicurezza e della salute
15 – 17 maggio
Birmingham
(UK)
SKYDD
Salone internazionale della protezione e della sicurezza
18 – 21 settembre
Stoccolma
(Svezia)
POLLUTEC
Salone internazionale degli equipaggiamenti, tecnologie e dei
servizi dell’ambiente
27 – 30 novembre
Lione
(Francia)
EXPOPROTECTION/FEU
Salone internazionale per la prevenzione incendi e sicurezza.
4 – 7 dicembre
Parigi
(Francia)
NFPA México Fire Expo
Salone internazionale per la prevenzione incendi
Le date indicate potrebbero subire variazioni o alcune manifestazioni potrebbero venire annullate.
Prima di recarsi alle manifestazioni si consiglia di verificare con gli organizzatori dei singoli eventi la correttezza delle
date indicate.
Il Sestante
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SICUREZZA ED IGIENE INDUSTRIALE
AL VIA GLI ACCORDI STATO-REGIONI
SULLA FORMAZIONE
Il 21 dicembre scorso è stato approvato l’accordo Stato-Regioni sulla formazione di lavoratori,
preposti, dirigenti e datori di lavoro/RSPP ed
entro la fine del mese di gennaio è prevista la
pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale.
L’accordo prevede alcune modifiche delle ore di
formazione obbligatorie per ciascuna figura. In
primo luogo, il percorso formativo, per il datore
di lavoro che intende svolgere i compiti propri
del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi, contempla corsi di durata variabile in funzione della natura dei rischi presenti sul luogo
di lavoro. A tale proposito è stata introdotta una
nuova classificazione delle imprese in base ai
rischi presenti:
– ATTIVITÀ A RISCHIO BASSO: commercio, artigiani, alberghi e servizi;
– ATTIVITÀ A RISCHIO MEDIO: agricoltura,
pesca, trasporti, assistenza sociale non residenziale, pubblica amministrazione e istruzione;
– ATTIVITÀ A RISCHIO ALTO: industrie estrattive, costruzioni, alimentari, tessile, conciario,
legno, carta, metalli, costruzioni meccaniche
ed elettriche, auto, mobili, energia, rifiuti, chimica, gomma, plastica, sanità e assistenza
sociale residenziale.
In base a questa classificazione la durata dei
corsi formativi è 16 ore per le attività a basso rischio, 32 ore per le attività a medio rischio e 48
per le attività ad alto rischio. È previsto inoltre
anche un aggiornamento con periodicità quinquennale della durata di 6, 10 e 14 ore rispettivamente per le 3 categorie di attività.
Per quanto riguarda la formazione di lavoratori,
è previsto un modulo della durata minima di 4
ore di carattere generale al quale viene aggiunto
un corso di formazione specifica della durata di
4, 8 o 12 ore in funzione della classe di rischio
di appartenenza.
HS+E NEWS
La formazione dei preposti deve comprendere
quella dei lavoratori e deve essere integrata da
una formazione particolare in relazione ai compiti da lui esercitati in materia di salute e sicurezza sul lavoro. La durata minima del modulo
per preposti è di 8 ore.
La formazione dei dirigenti sostituisce integralmente quella prevista per i lavoratori ed è strutturata in 4 moduli della durata minima complessiva di 16 ore.
Per i lavoratori, per i preposti e per i dirigenti, è
previsto un aggiornamento quinquennale della
durata minima di 6 ore per tutti e tre i livelli di
rischio sopra individuati.
Secondo quanto riportato ai punti 10 e 11
dell’accordo Stato-Regioni è riconosciuta la
formazione erogata dal datore di lavoro entro
e non oltre 5 anni dall’entrata in vigore dell’accordo stesso. Per tutti coloro che abbiano effettuato formazione in data antecedente alla
pubblicazione dell’accordo sussiste l’obbligo di
aggiornamento da effettuarsi entro 12 mesi.
VERIFICA PERIODICA ATTREZZATURE:
NUOVA PROROGA
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 24
gennaio 2012 n.9 il Decreto del 20 gennaio 2012
“Differimento dell’entrata in vigore del Decreto
11 aprile 2011, recante disciplina delle modalità
di effettuazione delle verifiche periodiche di cui
all’All. VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008,
n. 81, nonché i criteri per l’abilitazione dei soggetti di cui all’art. 71, comma 13, del medesimo
Decreto Legislativo”.
Il Decreto arriva a prorogare fino a 390 giorni
l’entrata in vigore del Decreto 11 aprile 2011 e
dovrebbe quindi entrare in vigore alla fine di
maggio 2012. Ricordiamo che lo stesso Decreto
aveva ricevuto proroga il 22/07/2011, vedendo
la sua entrata in vigore fissata a 270 giorni anziché gli originali 90 dalla sua pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale.
ACCORDO STATO-REGIONI
SULLA FORMAZIONE: FACCIAMO IL PUNTO
Come ormai noto il 21/12/2011 è stato approvato l’Accordo Stato-Regioni sulla formazione di
lavoratori, preposti, dirigenti e datori di lavoroRSPP. Tale Accordo è stato pubblicato in GU n°8
dell’11/01/2012 ed è entrato in vigore il 26/01/2012.
14
HS+E magazine
L’Accordo stabilisce il percorso, i contenuti e il
monte ore di formazione per lavoratori, preposti, dirigenti e datori di lavoro-RSPP.
Di seguito riportiamo un elenco delle situazioni
possibili riscontrabili all’interno delle aziende e
le relative azioni formative da pianificare:
LAVORATORI E PREPOSTI – Formazione generale e specifica
Situazione riscontrabile in azienda
Formazione in corso o da iniziare a breve
ma con iscrizione documentata prima
del 26/01/2012 e da completare entro il
26/01/2013
Formazione
Nessuna azione formativa
Aggiornamento
Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso
NEOASSUNTI
PROVENIENTI DA ALTRA AZIENDA
DELLO STESSO SETTORE PRODUTTIVO E ADIBITO A STESSA MANSIONE
(formazione già effettuata nell’azienda di
provenienza, documentata correttamente)
N.B.: il Datore di Lavoro deve valutare la
formazione pregressa, ed eventualmente
integrarla sulla base del proprio DVR.
Nessuna azione formativa
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
Nessuna formazione o formazione fatta in
altra azienda ma non documentata
Parte generale + parte specifica in funzione dei rischi di comparto e del DVR, entro
60 giorni
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
Formazione generale assolta (es. qualora
prevista nella contrattazione collettiva nazionale di settore)
Nessuna parte generale
Formazione specifica da fare entro 60 gg,
in funzione dei rischi di comparto e del
DVR
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
PROVENIENTI DA ALTRA AZIENDA DI
DIVERSO SETTORE PRODUTTIVO E
ADIBITI A DIVERSA MANSIONE
(formazione già effettuata nell’azienda di
provenienza, documentata correttamente)
Nessuna parte generale
Formazione specifica da fare entro 60
gg, in funzione dei rischi di comparto, del
DVR e dei rischi delle nuove mansioni
svolte
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
già ASSUNTI
Formazione già effettuata al 11/01/2012
(comprovata dal Datore di Lavoro) e fatta
prima del 11/01/2007
Nessuna azione formativa
L’aggiornamento va concluso entro
11/01/2013 e poi periodicamente entro 5
anni dalla data di conclusione del corso
Formazione già effettuata al 11/01/2012
(comprovata dal Datore di Lavoro) e fatta
dopo il 11/01/2007
Nessuna azione formativa
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
Nessuna formazione
Fare parte generale + parte specifica,
conforme all’accordo in funzione dei rischi di comparto e del DVR.
Per i PREPOSTI la formazione, compresa quella particolare aggiuntiva, è da
completare entro l’11/07/2013
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
CAMBIO DI MANSIONE, STESSA
AZIENDA
Formazione documentata correttamente
Nessuna parte generale
Formazione specifica da fare per i rischi
non coperti da formazione già fatta (modulo integrativo attinente ai rischi delle
nuovi mansioni svolte)
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
CAMBIO PROCESSO, INTRODUZIONE
ATTREZZATURE, PRODOTTI, ECC.
Formazione documentata correttamente
Nessuna parte generale
Formazione specifica da fare limitata alle
modifiche o ai contenuti di nuova introduzione
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
15
HS+E magazine
PREPOSTI – Formazione particolare aggiuntiva
Situazione riscontrabile in azienda
Formazione
Aggiornamento
Formazione in corso o da iniziare a breve
ma con iscrizione documentata prima del
26/01/2012 e da completare entro il
26/01/2013
Nessuna azione formativa
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
NEOASSUNTI PROVENIENTI DA ALTRA
AZIENDA
(formazione in altra azienda documentata
correttamente)
Nessuna azione formativa
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
GIÀ ASSUNTI
Nessuna formazione
Da fare conforme all’accordo e da completare entro l’11/07/2013
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
NEOASSUNTI O ASSUNTI CON CAMBIO DI RUOLO (NUOVA NOMINA)
Nessuna formazione
Da fare conforme all’accordo entro
60 gg.
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
DIRIGENTI
Situazione riscontrabile in azienda
Formazione
Aggiornamento
Formazione in corso o da iniziare a breve
ma con iscrizione documentata prima
del 26/01/2012 e da completare entro il
26/01/2013
Nessuna azione formativa
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
NEOASSUNTI PROVENIENTI DA ALTRA
AZIENDA
(formazione in altra azienda documentata
correttamente)
Nessuna azione formativa
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
GIÀ ASSUNTI
Formazione già effettuata al 11/01/2012
conforme a DM 16/01/97 o modulo A
Nessuna azione formativa
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
GIÀ ASSUNTI
Nessuna formazione
Da fare conforme all’accordo e da completare entro l’11/07/2013
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
NEOASSUNTI O ASSUNTI CON CAMBIO DI RUOLO (NUOVA NOMINA)
Nessuna formazione
Da fare conforme all’accordo entro
60 gg.
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
16
HS+E magazine
DATORE DI LAVORO - RSPP
Situazione riscontrabile in azienda
Formazione
Aggiornamento
Formazione in corso o da iniziare a breve
ma con iscrizione documentata prima
del 26/01/2012 e da completare entro il
26/07/2012, fatti secondo DM 16/01/1997
Nessuna azione formativa
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
Nomina RSPP effettuata prima del
31/12/1996
Nessuna formazione
Nessuna azione formativa
Entro 11/01/2014 e poi periodico entro 5
anni dalla data di conclusione del corso
Nomina RSPP effettuata dopo il
01/01/1997
Formazione già effettuata al 11/01/2012
conforme a DM 16/01/97 e documentata
Nessuna azione formativa
Entro 11/01/2017 e poi periodico entro 5
anni dalla data di conclusione del corso
Nomina RSPP effettuata dopo il
01/01/1997
Formazione già effettuata al 11/01/2012
conforme ad Accordo Stato Regioni
26/01/2006: Moduli A,B,C
Nessuna azione formativa
Entro 11/01/2017 e poi periodico entro 5
anni dalla data di conclusione del corso
Nomina RSPP effettuata dopo il
01/01/1997
Nessuna formazione
Da fare secondo il rischio del settore di
appartenenza (16-32-48 ore)
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
Nuova attività con nuova nomina RSPP
Nessuna formazione
Da fare secondo il rischio del settore di
appartenenza (16-32-48 ore). Completare la formazione entro max 90 gg dall’inizio della nuova attività
Periodico entro 5 anni dalla data di
conclusione del corso
17
HS+E magazine
ATTREZZATURE DI LAVORO: NUOVO ACCORDO PER LA FORMAZIONE
a)Piattaforme di lavoro mobili elevabili (PLE)
La Conferenza Stato Regioni del 22 febbraio
scorso ha approvato un nuovo accordo in attuazione dell’articolo 73, comma 5, del D. Lgs.
81/2008 “Informazione, formazione e addestramento” in merito all’uso delle attrezzature di
lavoro.
Questo nuovo accordo individua le attrezzature
di lavoro per le quali è richiesta una specifica
abilitazione degli operatori e le modalità per il
riconoscimento di questa abilitazione; definisce
inoltre i soggetti formatori, la durata, gli indirizzi
e i requisiti minimi di validità della formazione
da erogare a questi lavoratori.
L’Accordo dovrà ora essere pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale e secondo quanto indicato al
punto 13 dell’Allegato A, entrerà in vigore dopo
12 mesi dalla data di pubblicazione.
Ma è però previsto un ulteriore tempo limite di
24 mesi entro il quale i lavoratori, che alla data
di entrata in vigore dell’accordo sono incaricati dell’uso di queste attrezzature, dovranno
effettuare i corsi. L’accordo riconosce infatti la
formazione già effettuata solo se conforme ai
nuovi requisiti (si veda il punto 9 formazione
pregressa), prevedendo in caso di formazione
difforme specifici corsi integrativi da svolgere
entro 24 mesi.
Le attrezzature di lavoro individuate dall’Accordo per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori sono:
c)Gru mobile
b)Gru a torre
d)Gru per autocarro
e)Carrelli elevatori semoventi con conducente
a bordo (a braccio telescopico, industriali
semoventi, sollevatori/elevatori semoventi
telescopici rotativi), tra cui, quindi, anche i cosiddetti “muletti”
f)Trattori agricoli o forestali
g)Macchine movimento terra (escavatori idraulici, a fune, pale caricatrici frontali, terne, autoribaltabile a cingoli)
h)Pompe per calcestruzzo.
L’Accordo stabilisce che solo alcuni soggetti
formatori possono erogare la formazione: oltre a quelli istituzionali (Il Ministero del lavoro,
l’Inail, le Regioni e le Province, ecc) sono previsti gli organismi paritetici e gli enti bilaterali, le
associazioni sindacali, gli ordini e i collegi professionali, pur con alcune limitazioni previste
dal punto 1 dell’accordo. Sono inoltre abilitati
gli enti di formazione accreditati presso i sistemi regionali con una esperienza minima di 3 anni nel settore specifico o di 6 anni in materia di
sicurezza e salute sul lavoro.
Il percorso formativo prevede vari moduli teorici
e pratici con verifiche intermedie e finali i cui
contenuti variano in riferimento alla tipologia di
attrezzature.
18
HS+E magazine
Attrezzatura
Modulo teorico
(ore)
Modulo pratico (ore)
Piattaforma di Lavoro mobili elevabili (PLE)
4
4 (PLE con stabilizzatori)
4 (PLE senza stabilizzatori)
6 (PLE con e senza stabilizzatori)
Gru caricatrici idrauliche
4
8
Gru a Torre
8
4 (gru a rotazione in basso)
4 (gru a rotazione in alto)
6 (gru a rotazione in basse e in alto)
Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo
8
4 (carrelli industriali semoventi)
4 (carrelli semoventi a braccio telescopico)
4 (carrelli elevatori telescopici rotativi)
8 (carrelli elevatori industriali semoventi, semoventi
a braccio telescopico, telescopici rotativi)
Conduzione gru mobili
(corso base)
7
7
Conduzione gru mobili
(modulo aggiuntivo per gru mobili su ruote con falcone telescopico o brandeggiabile)
4
4
Trattori agricoli o forestali
3
5 per trattori a ruote
5 per trattori a cingoli
Escavatori, pale caricatrici, terne, autoribaltabili a
cingoli
4
6 per escavatori idraulici
6 per escavatori a fune
6 per caricatori frontali
6 per terne
6 per autoribaltabili a cingoli
12 per escavatori idraulici, caricatori frontali, terne
Pompe per calcestruzzo
7
7
L’Accordo prevede che l’abilitazione sia rinnovata ogni 5 anni dalla data di rilascio dell’attestazione
dell’abilitazione, a condizione che sia svolto un corso di aggiornamento della durata minima di 4 ore di
cui almeno 3 ore relative agli argomenti previsti dai moduli pratici.
19
HS+E magazine
ambiente
PROROGA PER ALCUNE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE AMBIENTALI
In data 29 dicembre 2011 è stato pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n° 302 il Decreto del 29 dicembre 2011 n° 216 recante “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative”. Di seguito riportiamo i passi principali del Decreto all’articolo 13:
- comma 1 = il rinvio al 31 dicembre 2012 dell’applicazione ai Presidenti degli Enti parco
dell’art. 6, comma 2 (Riduzione dei costi amministrativi) del D.L. 78/2010;
- comma 2 = il rinvio al 31 dicembre 2012 della
soppressione delle Autorità d’ambito territoriale ottimale (ATO), già posticipata al 31 dicembre 2011 dal D.P.C.M. 25 febbraio 2011;
- comma 3 = la PROROGA del SISTRI al 2 aprile
2012;
- comma 4 = la proroga al 2 luglio 2012 del regime di esonero dall’iscrizione al SISTRI per
gli imprenditori agricoli che producono e trasportano ad una piattaforma di conferimento,
oppure conferiscono ad un circuito organizzato
di raccolta, i propri rifiuti pericolosi in modo
occasionale e saltuario (termine originariamente previsto dall’art. 39, comma 9 del D.Lgs.
205/2010 al 31 dicembre 2011);
- comma 5 = la proroga al 31 dicembre 2012 dei
poteri “emergenziali” dei Comuni campani per
la gestione di rifiuti urbani (il termine di cui
dall’articolo 11, comma 2-ter, del D.L. 195/2009
era già stato prorogato al 31 dicembre 2011 dal
D.P.C.M. 25 febbraio 2011);
- comma 6 = la possibilità di ammettere ancora in
discarica i rifiuti con PCI (Potere calorifico inferiore) > 13.000 kJ/kg fino al 31 dicembre 2012 (l’originario termine del 31 dicembre 2006 previsto dal
D.Lgs. 36/2003 era già stato prorogato più volte);
- comma 7 = la proroga al 31 dicembre 2012 del
divieto di esportazione di prodotti per carrozzeria e per l’edilizia con limiti di COV (composti organici volatili) superiori a quelli previsti
nell’allegato II del D. Lgs. 161/2006.
PROROGA DEI TERMINI IN MATERIA AMBIENTALE DEL DECRETO “MILLEPROROGHE”
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.48 del
27 febbraio 2012 il Decreto Legge del 24 febbraio
2012 recante “Conversione in legge, con modificazioni del decreto legge del 29 dicembre 2011 n.
216, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Differimento di termini relativi
all’esercizio di deleghe legislative”.
Il Decreto stabilisce una serie di differimenti in
materia ambientale, all’articolo 13:
- comma 3: viene ulteriormente prorogato il SISTRI; nuovo entrata in vigore prevista per il 30
giugno 2012;
- comma 4: obbligo di iscrizione al SISTRI entro
il 2 luglio 2012 per gli imprenditori agricoli che
trattano e trasportano rifiuti pericolosi occasionalmente e saltuariamente;
- comma 6: viene prorogata al 31 dicembre 2012
la scadenza per il conferimento in discarica
di rifiuti speciali e urbani con PCI superiori a
13000 kJ/kg.
PREVENZIONe incendi
PROROGA TERMINI SOSTITUZIONE DISPOSITIVI
DI APERTURA PORTE LUNGO VIE D’ESODO
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 299 del 24/12/2011 è stato
pubblicato il D.M. 06/12/2011 che va a modificare il
D.M. 03/11/2004 concernente “Disposizioni relative
all’installazione e alla manutenzione dei dispositivi per
l’apertura delle porte installate lungo le vie d’esodo, relativamente alla sicurezza nel caso d’incendio”.
In particolare con l’articolo 2 viene differito di due anni
il termine (originariamente previsto in 6 anni e in scadenza a febbraio 2012) per la sostituzione dei dispositivi non muniti di marcatura CE e già installati alla data di
entrata in vigore del Decreto del 2004.
Sempre a norma dell’articolo 2 restano comunque
fermi i casi nei quali la sostituzione dei dispositivi a
cura del titolare è obbligatoria, ossia nelle ipotesi di
rottura del dispositivo, o sostituzione della porta o
modifiche dell’attività che comportino un’alterazione
peggiorativa delle vie d’esodo.
20
HS+E magazine
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obiettivo alfabetizzazione