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La sezione Fidas di Fane premia i suoi
Donatori e festeggia Novello Guardini
Il 1° ottobre 2006 si è svolta a Fane la
31ma Festa del Donatore. La piccola frazione della Valpolicella conta su un gruppo di oltre 100 donatori che come ogni
anno si sono impegnati nella buona
riuscita della loro festa, che ha visto la
partecipazione di oltre 15 sezioni provenienti da paesi limitrofi.
La cerimonia è stata come di consueto
aperta dalla banda comunale di Negrar
che ha accompagnato i partecipanti dal
monumento ai Caduti alla chiesa dei
“Santi Giorgio e Antonino” di Fane.
La messa presieduta dal parroco don
Giovanni Bertagna si è conclusa con le
premiazioni dei donatori: 6 diplomi di
benemerenza, 7 medaglie di bronzo, 3
medaglie d’argento, 2 medaglie d’oro e
per finire 2 croci d’oro, rispettivamente
consegnate a Franco Guardini (77 donazioni) e a Novello Guardini (71 donazioni). Novello, ormai storico componente
del Consiglio direttivo della sezione,
viene qui ritratto con la famiglia: da sinistra Riccardo, Paolo (18 anni neo-donatore), Laura, Novello e Daiana (presidente della sezione). L’unica mancante della
famiglia, unita anche nella donazione di
sangue, è la piccola Giorgia di soli 12
anni che per ragioni di anagrafe non può
ancora far parte del gruppo.
Il Consiglio direttivo della sezione Fidas
di Fane, ringrazia tutti i partecipanti:
donatori, simpatizzanti, sezioni e autorità,
che ogni anno contribuiscono alla buona
riuscita della festa.
onora tutta la comunità cadidavese.
Un aperitivo al “Bar da Roby” la domenica verso le 11.30 è stato anche un modo
per avvicinare nuovi giovani. Gli interve-
nuti hanno così potuto respirare quell’aria
del donare che sanno dare i donatori e
che i gestori del bar offrono quali donatori Fidas attivi e promotori.
Fidas Cadidavid:
un aperitivo
per far gruppo
Anche trovarsi per un aperitivo al bar è un modo semplice di fare
gruppo. Lo hanno sperimentato i molti giovani che formano la nuova
presidenza della sezione di Cadidavid.
Tra una patatina ed un sorso di bitter (o anche di Custoza) nasce
quell’affiatamento che unisce in un medesimo comportamento nei
confronti dell’incarico ricevuto, verso chi già dona e per dare il benvenuto ai nuovi donatori.
E da lì nascono le idee e le proposte per vecchie e nuove iniziative
per mantenere e migliorare la storia associativa ed operativa che
150 donazioni e 35 anni al timone
di Fidas Caselle
di Stefano Tassini
Cosa sarà passato per la mente di
Mario Sorio durante la grande festa
per il 35mo di fondazione della sezione di Caselle? Quante immagini,
quante emozioni avranno affollato i
suoi pensieri? Difficile dirlo.
Lui che è uno dei principali artefici
della nascita della locale Fidas e che
l’ha sempre presieduta, poco ha
lasciato trasparire del suo stato d’animo. Ma una cosa è certa. La sezione che ha accudito e guidato assieme a persone disponibili che si sono
succedute negli anni, ce l’ha nel
cuore. Mario è un presidente di
poche parole, ma che con i fatti ha
dato una forte testimonianza di
amore nei confronti del prossimo.
Fidas Caselle è ormai cresciuta ed è
diventata una delle associazioni più
vive del paese. Dal 1971 ad oggi
sono 15mila e 400 le donazioni effettuate dai donatori di Caselle mentre
oggi sono più di 250 i donatori attivi.
La festa è certamente servita per
celebrare degnamente questi bei traguardi centrati dal gruppo, ma il cul-
mine è stato raggiunto con i festeggiamenti al nostro presidente che ha
onorato l’evento raggiungendo nel
corso di quest’anno le 155 donazioni;
una cifra incredibile che chi dona sa
quanto sia difficile raggiungere e
quanto impegno e costanza richieda
per arrivarci. 35 anni di presidenza
non sono pochi; si può dire che sono
una vita passata a favore della vita.
Ora è Gilberto Castioni il presidente
neo-eletto che tutti noi abbiamo scelto e voluto, certi che con il nostro
aiuto e quello di Mario saprà dirigere
al meglio Fidas Caselle verso nuovi
obiettivi da conquistare. La sezione
ha celebrato il 35° anniversario dalla
sua fondazione coinvolgendo i bambini della scuola elementare chiedendo loro di scrivere una serie di
slogan sul dono del sangue. Il più
bello è stato scelto e scritto su un
nuovo striscione (vedi foto), uno stri-
scione di forte impatto, lungo otto
metri e che mette volutamente in evidenza la scritta prescelta: “Il mio sangue nel tuo, speranza di vita”.
Questa frase dà un forte significato al
dono fatto da un donatore: il suo sangue sano si unisce a quello di un
malato dandogli vita e speranza.
Tanti auguri, dunque, a Fidas Caselle
che prosegue sicura nella rotta tracciata da Mario Sorio e da tanti amici
e che ci consentirà di proseguire a
vele spiegate nella missione a favore
della vita.
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Un debito di riconoscenza
... da Noi in Fidas
di Bruno Pizzul
Solo chi avendone la necessità, per esigenze
personali o di qualche suo caro, si giova del
sangue altrui può maturare la consapevolezza
di quanto sia grande e importante il gesto dell’anonimo donatore della cui generosità si
avvale.
L’ho constatato di persona quando mia madre,
superata ormai la soglia dei novanta anni, ebbe
bisogno di sottoporsi a frequenti trasfusioni per
ovviare a certi problemi: per
un paio d’anni, con cadenze
più o meno mensili, si sottopose alla pratica e ogni volta,
mentre gli infermieri la preparavano, non mancava di
chiedere a chi dovesse dir
grazie, come potesse sdebitarsi verso chi le regalava
ancora qualche scampolo di
vita. Senso di gratitudine
ovviamente condiviso da tutti
i familiari che partecipavano
a quei momenti, tra l’altro
dopo un po’ affrontati con
quasi
gioiosa
serenità,
anche per l’amabilità del personale sanitario preposto
alla bisogna.
Debbo dire che, contrariamente alle convinzioni dei
medici curanti, d’un tratto i
valori del sangue di mia
madre ridivennero normali e
quindi non ebbe più bisogno
di sottoporsi a quello che per lei era diventato
una sorta di rito: non dico che se ne dispiacque, ma quelle visite all’ospedale di Gorizia
dove veniva assistita e trasfusa si erano trasformate in un diversivo e in un’occasione per
manifestare la soddisfazione di poter usufruire
dell’altrui bontà e solidarietà.
Era una brontolona mia madre, molto critica
verso le cattiverie e le brutture del mondo, sen-
tirla tessere gli elogi di
qualcosa o qualcuno era
poco meno che un avvenimento: verso i donatori
del sangue invece non
aveva da ultimo che accenti d’elogio e di gratitudine.
Per la verità anni addietro l’avevo sentita
mugugnarmi addosso quando occasionalmente partecipavo a qualche raduno o festa di
donatori, rimproverandomi eccessive frequentazioni “con quelli lì che pensano solo a mangiare, bere e divertirsi”.
Giudizi immediatamente capovolti quando capì
che cosa volesse dire sentirsi un debito di riconoscenza verso un anonimo donatore.
Credo che simili reazioni da parte di coloro che
ricevono il sangue siano facilmente intuibili dai
donatori, per i quali diventa motivo di ulteriore
soddisfazione la consapevolezza di regalare
non solo il proprio sangue ma anche un grande
e positivo messaggio, capace di far intendere
come pur nel nostro mondo così pieno di egoismi e brutture, esistono momenti di solidarietà
e di attenzione per il prossimo.
E, coi tempi che corrono, non è certo messaggio di secondaria importanza.
Soprattutto perché lascia intuire come si possono ancora assumere atteggiamenti e operare scelte che, in piena gratuità d’impegno e con
spirito di servizio, regalano soddisfazione personale e appagamento di coscienza a chi
dona, commosso senso di riconoscenza a chi
riceve.
I Donatori Fidas di Povegliano ricordano il presidente Giorgio Bonizzato
Grazie Giorgio!
di Silvano Salvagno
Ci ha lasciato l’amico
carissimo
Giorgio
Bonizzato, se n’è andato in silenzio sabato 28
ottobre e il lunedì successivo
l’abbiamo
accompagnato nel suo
ultimo viaggio.
C’erano i Donatori di
Povegliano, che ha guidato per ben 36 anni,
con il labaro al quale
altri facevano corona;
ho visto centinaia e
centinaia di persone
commosse fare ala al
suo passaggio, ho
osservato soprattutto quel rispetto che si
riserva a chi ha dato tanto alla comunità
in cui ha vissuto.
Ed è in quei momenti che ti arriva l’onda
dei ricordi che hanno accomunato la tua
vita alla sua.
Lo conobbi all’inizio “dell’avventura” di
Fidas Verona; con la sua semplicità mi
invitò ad un incontro informativo alle
scuole medie. “Se li prepariamo adesso mi disse - fra cinque anni avremo i primi
donatori giovani tra di loro”.
Con poche parole ci accordammo e una
cosa che di lui mi colpì fu
quel suo parlare poco ed
il grande desiderio di
“fare”.
E la sua vita fu sempre
impostata nel “fare”
soprattutto per il bene
degli altri, per i suoi donatori, per gli ammalati, per
chi aveva bisogno di lui e
del gruppo che presiedeva.
Ci siamo incontrati molte
volte in questi otto anni e
dai colloqui scaturiva
sempre qualcosa di positivo che sempre veniva
realizzato.
La sezione è cresciuta, e molto, con lui
perché ne era la testa che non solo proponeva ma era sempre davanti per “fare,
e fare bene”.
Ora se n’è andato, ma ci ha lasciato
anche tanti ricordi che dobbiamo custodire con cura perché ci serviranno come
esempi sempre validi da utilizzare, perché nel suo “fare” c’è sempre stato tanto
cuore e dal suo cuore è uscito solo desiderio di amare.
Grazie Giorgio!
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Le sezioni del Basso Veronese in
“Mostra” a Cerea
di Thomas Braga
L’annuale appuntamento con la Mostra
Campionaria di novembre a Cerea si è tenuto quest’anno nei due fine settimana 4-5 e 11-12 novembre in Zona Perfosfati.
Consci dell’attrazione che tale manifestazione esercita nella popolazione e forti del successo riscosso
dall’iniziativa nel 2005, anche quest’anno le sezioni
Fidas del Basso Veronese hanno mandato una loro
rappresentanza tra gli stand della fiera affinché, con
la distribuzione di opuscoli informativi e rispondendo alle domande dei numerosi visitatori interessati,
avvicinasse il maggior numero di persone possibili
alla realtà della donazione del sangue.
Così, nel corso delle quattro giornate della fiera,
dietro il banco dello stand della Fidas Verona si
sono alternati i giovani delle sezioni di Cerea, San
Pietro di Morubio e Bonavicina, pronti a soddisfare
le parecchie richieste di informazioni da parte dei
visitatori, segno di un aumentato interesse della
popolazione nei confronti della donazione del sangue. In questo modo, la buona volontà di questi gio-
vani e l’instancabile operato dei gruppi di donatori
attivi nel territorio riescono a trasformare quella
che dapprima nasce
come una semplice curiosità in una scelta di vita, e
i buoni frutti non tardano
a maturare: non a caso
infatti nel corso degli ultimi anni nel Basso
Veronese il numero delle
donazioni è andato sempre
crescendo.
Prendendo come riferimento i dati del centro trasfusionale dell’ospedale
“Mater Salutis” di Legnago, si riscontra un aumento
delle donazioni del 25 per cento negli ultimi sei anni,
con una previsione di ben 10.000 donazioni per il
solo anno 2006.
Tra le iniziative intraprese dalle sezioni Fidas del
Basso Veronese, oltre alla partecipazione alla
Mostra campionaria, ricordiamo l’annuale “biciclettata” di primavera e i vari tornei di calcio e pallavolo
durante l’estate, che attirano sempre più numerose
persone, giovani ma anche meno giovani, verso l’universo della donazione di sangue.
Giornata memorabile per le Officine Biasi
Mercoledì 17 maggio 2006: una giornata
memorabile per la nostra sezione. Ci
accoglie il sole mentre ci avviamo contenti verso Piazza S. Pietro verso la
zona assegnataci per l’udienza di S.S.
Benedetto XVI. Siamo in 100 donatori e
familiari della sezione Officine Biasi, un
gruppo che abbina alle numerose e consolidate donazioni diversi momenti promozionali come questa gita a Roma.
Cappellini rossi in testa ci uniamo all’applauso delle migliaia di persone presenti
per accogliere l’arrivo del Papa; ascoltiamo attenti le sue parole che parlano
sempre di fede, amore e solidarietà,
valori che noi donatori viviamo tutti i giorni e che esprimiamo col nostro impegno
di donazione. Evviva, applausi e la mac-
chia rossa dei nostri cappellini dona
colore a tutta la piazza; poi i saluti con i
quali Sua Santità ringrazia i presenti e
l’ultimo lo riserva a noi: “Gruppo Fidas
Donatori di sangue delle Officine Biasi di
Verona”. Un urlo di gioia invade la piazza, alziamo lo striscione sulle nostre
teste e la Rai-Tv, colpita da tanto entusiasmo, ci inquadra a lungo e termina il
suo servizio sfumando pian piano l’immagine su di noi e sullo striscione. E’
una scena che abbiamo registrato e che
farà parte del nostro patrimonio associativo ma che resterà soprattutto nei nostri
cuori a ricordo di un momento irripetibile
vissuto in un ambiente unico come piazza San Pietro e con la persona più
amata da tutto il mondo, il nostro Papa.
Riunite di Salizzole: 35 anni di solidarietà
e nuovo Direttivo
di Claudia Ferrarini
Il dinamismo, l’entusiasmo e lo spirito di solidarietà hanno accomunato i
partecipanti alla festa per il 35°
anniversario della fondazione del
gruppo Fidas Verona - Sezioni
Riunite di Salizzole, organizzata
presso un noto ristorante di
Bardolino.
Durante la S. messa, celebrata da
don Sergio Formigari, sono stati
ricordati i Donatori scomparsi. In
particolare era vivo il ricordo di un
grande amico perito tragicamente
alcuni
mesi
orsono,
Guido
Battistella, che aveva raggiunto le
120 donazioni.
Successivamente si è proceduto al
rinnovo del Direttivo sezionale cui è
seguito il pranzo sociale.
Erano presenti il presidente provinciale Andrea
Campara, il sindaco di
Salizzole Angelo Campi,
il
sindaco
di
Concamarise
Vasco
Bellini, il presidente onorario della sezione Arrigo
Scapini, i rappresentanti
delle dieci sezioni Fidas della Bassa
veronese. Si è poi proceduto all’assegnazione dei riconoscimenti ai
Donatori benemeriti della sezione.
Motivo di particolare soddisfazione
è stata la consistente presenza di
giovani donatori che ha portato vivacità oltre che materia vitale: sangue
e plasma, come bene racconta (vedi
articolo a pagina 12) Laura
Mantovanelli, una ragazza che si è
accostata al mondo dei donatori per
curiosità ed ora attende con entusiasmo la sua prima donazione.
Brava Laura!
Soddisfazione è stata infine espres-
sa anche dal presidente Umberto
Corrà, distintivo d’oro con più di 110
donazioni a soli 46 anni, e da tutti i
Donatori che si sentono parte viva
delle Sezioni Riunite di Salizzole.
Nella foto: il nuovo Direttivo dei
Donatori Fidas delle Sezioni
Riunite di Salizzole
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Non solo mondiali: il torneo di calcio a 7 della Fidas a Fonzaso (Belluno) - Fatale la “visita” a Pedavena.
Cronaca ufficiosa di una partecipazione
brillante (e un po’ sfortunata)
di Massimiliano Bonifacio
Sabato 24 giugno: dopo non poche
difficoltà organizzative, per la prima
volta vedo, tutta insieme, la squadra
che dovrà rappresentare la sezione
di Colognola ai Colli al 3° Torneo
interregionale di calcio a sette riservato ai donatori FIDAS. Sulla carta
è una grande formazione: Andrea
Brusco, Franco Cucchetto, Nicola
Martelletto, Stefano Molinaroli,
Fabio Taioli, Marco Marinello, Elia
Cerato,
Leonardo
Montanari,
Matteo Salvoro, Manuel Grobberio;
allenatore: il sottoscritto.
Si parte alla volta di Fonzaso
(Belluno). Insieme a noi anche un
camper di tifosi capitanato dal
nostro tesoriere\segretario\bomber
(di riserva) Stefano Olivieri.
Appena arrivati, l’impressione è di
trovarsi di fronte ad un evento grandioso, con centinaia di ragazzi da
ogni città del Triveneto, tutti donatori di sangue, tutti desiderosi di vincere per la propria squadra.
La seconda impressione è che se la
Coca-Cola è sponsor ufficiale dei
campionati mondiali, qui sarà la
birra a farla da padrona.
Scherzi a parte, penso che molti di
questi giovani sono diventati donatori apposta per partecipare al torneo, magari incitati dai loro amici
che hanno già vissuto la stessa
esperienza gli scorsi anni.
Anche nella nostra squadra abbiamo tre neo-donatori e tanto basta
per farmi convinto che una vittoria
l’abbiamo già ottenuta!
Ore 15. Lo speaker invita a prepararsi le 32 formazioni, anzi 31 visto
che, come sottolinea più volte, la
squadra della Polizia di Padova ha
dato forfait. I nostri primi impegni
sono contro l’Arsenale F.S. di
Vicenza e la formazione di lunga
esperienza (un po’ veci insomma)
del Campagna: giochiamo con
grande facilità e troviamo due naturali vittorie.
Qualificazione assicurata.
E qui sta l’errore tattico: ogni buon
allenatore sa che deve tenere la
squadra sotto pressione e ben concentrata in vista della finale. Io me lo
dimentico e finisce che dopo cena ci
troviamo, non si sa come, protagonisti di un addio al nubilato in quel di
Pedavena.
Prima che sia troppo tardi convinco
i giocatori a tornare al tendone presso i campi da gioco. È notte fonda
ma c’è ancora un clima di grande
festa. Con doveroso senso dell’amicizia cerchiamo il gemellaggio con il
maggior numero di squadre possibi-
Boscochiesanuova:
il cielo colorato di palloncini
le. Per ogni gemellaggio un giro di
birre, ovvio.
La mattina dopo mi pare che i miei
giocatori siano meno brillanti, ed
infatti riceviamo subito la mazzata,
perdendo per 5-1 nell’ultimo incontro di qualificazione contro i padroni
di casa dell’Arten (ma non erano
anche loro a Pedavena la sera
prima? e il gemellaggio che fine ha
fatto?).
Poco male: siamo agli ottavi, ed
abbiamo pure evitato lo scontro fratricida con il Tregnago.
Dobbiamo vedercela contro il
Fonzaso B: si sente la tensione dell’incontro, i ragazzi in campo sono
carichi.
Andiamo in vantaggio 2 volte e
altrettante veniamo raggiunti ma
stiamo dominando. Nei minuti finali
un difensore avversario blocca la
palla in area con la mano: è fatta,
penso… e invece no!
L’arbitro non vede, non sa, non
decide.
Al polso indossa un orologio di valore: sarà legittimo il sospetto? (ah, se
ci fossero stati quelli della Polizia di
Padova a indagare…)
Ogni nostra protesta è inutile: si va
ai supplementari e poi ai rigori. La
lotteria dei tiri dal dischetto ci condanna: usciamo dal torneo, ma con
grande onore… Grazie ragazzi!
Per la cronaca, il trofeo alla fine va
alla squadra di Lavagno. Almeno
portiamo la coppa a Verona!
Si festeggia tutti insieme con l’ultimo
giro e poi a casa: speriamo di non
incontrare proprio adesso la Polizia
di Padova…
A piedi sul “Camino de
Santiago de Compostela”
di Alberto Salan
Nel programma delle feste di
paese
la
sezione
di
Boscochiesanuova si è inserita
scendendo in piazza con coloratissimi palloncini FIDAS.
Gonfiati, a differenza delle volte
precedenti, con gas elio, centi-
naia di palloncini sono
stati liberati in cielo dai
numerosi bambini accorsi, non prima di aver legato allo spago un biglietto
arrotolato con slogan per
la donazione scritti da
loro stessi.
Con questa iniziativa oltre
a colorare il cielo estivo
sopra la Magnaloppet, la festa
del miele e dei gnocchi sbatui, la
sezione si augura di aver sensibilizzato tutti coloro che possono
donare e ancora non l’hanno
fatto.
Ci permettiamo di segnalare “l’impresa” che è stata compiuta da tre
donatori della sezione Fidas di
Parona.
La famiglia Bertaso, con Giorgio,
Paola e il figlio Marco, si è cimentata in un’avventura che l'ha portata dal 6 al 13 maggio scorso a
percorrere a piedi per un totale di
120 km il famoso “Camino de
Santiago”, partendo dalla località
di Sarria fino ad arrivare alla tanto
agognata meta storica di Santiago
de Compostela.
Una cosa li distingueva, in mezzo
agli altri pellegrini: il famoso cappellino rosso della Fidas Verona,
che li ha protetti dal sole e dalla
pioggia (poca per fortuna) della
Galizia.
Il cappellino è stato immortalato
all'arrivo alla Cattedrale di
Santiago e che i nostri amici
donatori ci mostrano con tanta
soddisfazione, dopo aver ricevuto
la famosa Compostela cioè il
“diploma” che certifica l'effettiva
percorrenza del Cammino e la
Concha, la conchiglia che in pas-
sato veniva donata ai pellegrini e
che loro usavano per dissetarsi
alle fonti.
Non sappiamo se sia la prima
volta che la Fidas Verona arriva
“ufficialmente” in questa famosissima località della Spagna. Ci
sentiamo di raccomandare ai
marciatori provetti di cimentarsi in
questa esperienza, che certamente impegna sia dal punto di
vista fisico che spirituale e che
può anche arrivare a segnare la
vita: proprio come donare o ricevere una donazione di sangue.
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