www.lasicurezzanoneunlimite.it 2 introduzione A cura di Pietro Marturano - Ministero dei Trasporti - Direzione Generale per la Motorizzazione G ià dai tempi dell’antica Roma, la circolazione stradale è stata oggetto di norme e regolamentazione. Giulio Cesare, un anno prima della sua morte, promulgò la “Lex Iulia Municipalis” che comprendeva un insieme di regole riguardanti l’accesso e la conduzione dei carri all’interno della città. Successivamente, altri simili regolamenti sono stati emanati in varie località del mondo, per arrivare infine al marzo del 1865, sempre in Italia, quando fu varata una legge che stabiliva alcune regole sulla velocità e sul comportamento per i conducenti dei veicoli a trazione animale. Nel 1923, con un Regio decreto, vennero scritte le norme per disciplinare il traffico di quel tempo e nel 1959 entrò in vigore il “Testo Unico” sulla circolazione stradale, composto da 147 articoli (oltre i 607 del Regolamento di attuazione) rimanendo in vigore per oltre 30 anni fino al “Nuovo Codice della Strada” del 1992. Gli incidenti stradali nascono con l’avvento degli stessi autoveicoli. Si narra che l’inventore della prima automobile, il francese NicolasJoseph Cugnot, nel 1770, si schiantò contro un muro, durante il primo giro a bordo del suo triciclo a vapore. 3 perchè questo opuscolo La strada, la guida, i rischi. Conoscerli è spesso decisivo. Ecco allora alcune informazioni da trasmettere ai ragazzi. N 4 umeri, per cominciare. Numeri forniti dall’Istat, l’istituto nazionale di rilevamenti statistici che ogni anno fotografa tendenze, abitudini, caratteristiche degli italiani. La prima serie è 224.553: gli incidenti che si sono verificati sulle strade del nostro Paese nel 2004. Dalla Val D’Aosta alla Sicilia, da Trieste a Otranto, sono morte per incidenti stradali 5.625 persone (nel 2002 erano quasi 7.000) e 316.630 sono stati i feriti. Un numero apparentemente “accettabile” se paragonato a quello globale delle persone che, per vari motivi, in quell’anno hanno perso la vita: 550.000. La maggior parte di quelle morti sono tuttavia “fisiologiche” (la metà di tutti i decessi avviene, infatti, sopra i 78 anni di età). Ma attenzione: il 50% delle vittime di incidenti stradali riguarda soggetti sotto i 41 anni e il 25% quelli sotto i 25 anni. Questo vuol dire che se in termini generali “solo” l’1,5% delle morti è dovuta ad un incidente su strade e autostrade, sotto i 40 anni gli incidenti stradali costituiscono attualmente la prima causa di morte. Il problema, dunque, interessa in modo particolare i più giovani. Pensate che negli ultimi 30 anni sono morte per incidente stradale oltre 300.000 persone, più di un quarto delle quali aveva età compresa tra i 15 e i 29 anni. E sapete qual è la principale causa di incidenti? Il fattore umano. Già, oltre il 95% degli incidenti trova origine in tutta quella serie di comportamenti scorretti dell’utente della strada (il guidatore, ma anche i passeggeri), come il mancato rispetto dei cartelli stradali, dei semafori, delle distanze di sicurezza, i sorpassi azzardati, l’eccesso di velocità, l’incauto uso del telefono cellulare, l’assunzione di sostanze alcoliche o di stupefacen- ti, la sonnolenza, la stanchezza, la distrazione. Insomma, quasi sempre è il comportamento di chi viaggia su quattro, otto o due ruote ad essere decisivo sulle strade. Ecco il motivo di questo manuale, diretto ai giovani, anzi a coloro che i giovani devono in qualche modo "formarli". Un manuale che punta sulle informazioni più che sui moniti, senza la pretesa di imporre regole di condotta, ma con il solo scopo di diffondere studi, tematiche e statistiche che riguardano la sicurezza stradale. Lo sapevate che andare a sbattere a 60 all’ora su un muro o su un albero equivale a precipitare con l’auto dal quinto piano di un palazzo? Che bastano due secondi di sonnolenza per percorrere senza controllo oltre venti metri di strada quando si va con il motorino a 40 km orari? Che l’hashish provoca difficoltà di messa a fuoco e alterazioni spazio-temporali? L’informazione come opera di prevenzione, in un periodo che è già di cambiamenti. Uno su tutti, l’uso dei dispositivi di sicurezza come cinture e casco, cresciuto in alcune aree del Paese fino al 44% dopo l’applicazione della patente a punti. E’ proprio il caso di dirlo: siamo sulla buona strada. 5 l’esperto Raffaele Morelli “Niente regole e imposizioni, i ragazzi vivono di immaginazione. Facciamoli sentire cavalieri erranti: casco e cinture le loro bardature” L Raffele Morelli medico, psichiatra, esperto di comunicazione e socializzazione. 6 e ultime ricerche sul cervello hanno messo in luce che le nostre capacità di apprendimento si riducono notevolmente quando ci vengono presentate le cose sotto forma di consigli, di imposizioni, di divieti, di obblighi. E che contrariamente a quello che pensavano le generazioni precedenti, impariamo molto di più divertendoci, giocando, quando siamo allegri e immersi nel piacere e nella gioia di vivere. Ma il cervello ha un altro segreto: le lezioni degli istruttori vengono comprese meglio se, chi ascolta, esce dal personaggio abituale. Vale a dire: fare immaginare ai partecipanti alle lezioni la guida delle moto e delle auto come le gesta di un cavaliere antico, di altri tempi. I cavalieri si bardavano e così il casco e la cintura possono diventare “le bardature” di eroi che vanno in terre misteriose. Basta far loro socchiudere gli occhi e si sentiranno come paladini sulle strade investiti del compito dell’avventura, della fiaba, del gioco. I cavalieri erano attentissimi durante il viaggio, attentissimi ai pericoli che correvano come dobbiamo esserlo noi alla guida e alla velocità. L’immaginazione è un potente alleato dell’apprendimento e lo è ancora di più quando ognuno di noi immagina di avere un compito più ampio, più largo di quello della vita di tutti i giorni, proprio come accade nelle fiabe. Basta osservare gli occhi dei bambini quanto sono incantati quando raccontiamo loro una favola… Se i nostri ragazzi comprendono che, quando sono alla guida stanno svolgendo un compito che li porta a realizzare i loro sogni, l’attenzione raggiungerà il culmine e il codice della strada sarà il loro compagno di viaggio e non un luogo di divieti. Fantasia e niente divieti, dicevamo. Il titolo della campagna “La Sicurezza non è un Limite” centra il messaggio e parla della sicurezza stradale all’interno di festival, di concerti, di luoghi di aggregazione dove la felicità, il piacere di stare insieme, la vitalità e la vivacità giovanili sono i protagonisti assoluti. I giovani apprendono rapidamente e con facilità e quando hanno fatto loro una regola la trasmetto- no come esempio automaticamente a tutto il loro gruppo. Chi frequenta persone che mettono il casco, allacciano la cintura, riducono la velocità, tende automaticamente a farlo anche lui. Un altro grande segreto è che il cervello ama il viaggiare, il nuovo, il cambiamento e su questo insiste la Campagna. La velocità da ridurre non è un divieto a cui sottopor- 7 8 si, come fanno le generazioni mature e anziane che lo hanno imparato come un obbligo, ma piuttosto un modo di godersi il viaggio, i percorsi e lo stare insieme. Mentre “i vecchi cervelli” sono prigionieri delle abitudini e si sottopongono a viaggi programmati, già prestabiliti, con le destinazioni e le ore di viaggio già tracciate, pronti ad essere assaliti dalla noia e dai colpi di sonno, i giovani viaggiano perché cercano nuove avventure, nuovi mondi, nuovi percorsi, nuove esplorazioni. Qualsiasi viaggio è per loro come una fiaba da vivere, è un percorso di creatività e non soltanto un luogo da raggiungere. E allora il messaggio da fare proprio è: “vado più piano perché così mi godo meglio i compagni di viaggio, perché il viaggiare è per il cervello un piacere grande quanto la meta da raggiungere; così come la cintura di sicurezza e il casco mi regalano quella tranquillità che permette meglio lo stare insieme, condividere il senso del gruppo e dell’appartenenza, la cura di se e l’autostima”. È in questa chiave, centrata sul piacere e sulla gioia di vivere, che sono nate quelle iniziative fortunate del sabato sera, dove chi guida non si avvicina agli alcolici. Così dal piacere di stare insieme, di godersi le serate e la vita si sviluppa automaticamente anche il senso di responsabilità. Ciascuno sa che non difende solo la sua vita, ma anche quella di tutti i suoi compagni, dei suoi amici, dei partecipanti alla festa. Guidare avendo accanto la gioia di vivere mi sembra sia il senso profondo di questa Campagna. Raffaele Morelli la campagna istituzionale droga alcol velocità regole la campagna istituzionale “La sicurezza non è un limite... ma diventa un valore”. E’ questo il messaggio della campagna che entra nelle scuole e va in tv. L 10 a sicurezza non è un limite”... nè per te nè per chi ti sta vicino. E’ questo in sostanza il punto di partenza e di arrivo della nuova campagna di comunicazione promossa dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Dipartimento per i Trasporti Terrestri, in collaborazione con Unasca e Confedertaai, le principali associazioni di autoscuole e studi di consulenza. Il target di riferimento? Ragazzi, adolescenti e giovani, che spesso guardano con distacco alle istituzioni in genere, e per i quali la forma e le modalità di comunicazione di un messaggio sono spesso più importanti del suo stesso contenuto. La campagna sulla sicurezza stradale è stata concepita, non per scioccare o spaventare, né, allo stesso tempo, banalizzare o alleggerire in modo superficiale il senso di una tra le tematiche più delicate e difficili da affrontare. L’idea è quella di far passare il messaggio principale come una “scelta”, la scelta della sicurezza per l’appunto. Una comunicazione soft, educativa, ma al tempo stesso oggettiva e ben chiara nei suoi contenuti, punta a far comprendere a voi gio- vani, con età compresa tra i 14 e i 25 anni che, se vi siete divertiti in discoteca, se vi è piaciuta la serata con gli amici. Beh, per continuare a far ciò dovete guardare alla vostra sicurezza non come ad un limite, ma più semplicemente come ad un valore da far vostro e da trasmettere positivamente. Vogliamo farvi comprendere l’importanza di continuare a divertirvi, a far baldoria. Tre nemici: droga, alcol e velocità... ed un amico, il rispetto delle regole. Ecco perché abbiamo confezionato la campagna su questi quattro punti... e proprio l’ultima è la strada giusta. Sì, la strada giusta, quella che ci porterà dritti a casa, ma che soprattutto domani ci riporterà, ancora una volta, in quella discoteca, o al nostro prossimo appuntamento galante con la lei o il lui conosciuti quella sera... Correte, correte, correte a più non posso, dunque, ma questa volta per farlo non dovrete premere su nessun pedale, siete voi con la vostra maturità, con il vostro senso di responsabilità ad assumere la guida non solo del vostro scooter o della vostra auto, ma anche di tutto il vostro gruppo. Ed ora qualche numero, no... tranquilli, non è la solita lezione di matematica, qui la cosa è più importante, è molto seria, soprattutto perché riguarda ragazzi come voi. E infatti, avete mai pensato che se solo tutti mettessimo il casco in testa il numero di ragazzi coinvolti in incidenti con moto e scooter diminuirebbe del 20%? Niente male no? E lo sapete che se al ritorno a casa prendessimo la guida noi, piuttosto che il nostro amico che ha alzato un pò troppo il gomito, il numero di ragazzi vittime di incidenti si ridurrebbe del 40%? Veniamo al dunque, per farvelo capire, per trasmettervi i concetti-chiave che riguardano la sicu- 11 12 rezza stradale, non dovrete far altro che continuare a fare le vostre solite cose, andare a scuola, seguire i concerti dei vostri cantanti preferiti o continuare a guardare la Tv. Sarà lì che capirete che “la sicurezza non è un limite”. Da settembre, i rappresentanti di Unasca e Confedertaai, in sostanza chi vi aiuta a prendere la patente, vi incontreranno proprio a scuola, pronti a rispondere a tutte le vostre domande e a spiegarvi cosa significhi realmente la parola “sicurezza”. Anche durante i vostri concerti preferiti, potrete far vostro il nostro messaggio. Correte... correte... Non c’è un attimo di tempo da perdere per capire che in macchina o in moto ciò che conta davvero è poterci risalire. Lo spot, girato tra Roma e Milano, lo potrete vedere tutte le volte che vorrete su MTV o sulle vostre radio preferite. Tutto il materiale informativo verrà distribuito negli eventi e nelle occasioni d’incontro più importanti. E dunque, quando vedrete il logo “La sicurezza non è un limite”, non esitate a pensarci più di un secondo. Fermatevi, prendete il depliant e non dimenticate che la vostra sicurezza è il valore più importante, come sempre, non solo per voi ma anche per chi vi stà vicino. “potremmo dirti non fare uso di droghe” di potremmo dirti di non fare uso di droghe Un sondaggio: il consumo di droga e la circolazione stradale non sono compatibili, i ragazzi ne sono consapevoli. Ma non tutti. U 14 no dei fenomeni più rilevanti, sia a livello sanitario che in termini sociali, che si è presentato negli ultimi 30 anni, è certamente la diffusione delle sostanze d’abuso, in particolare tra soggetti di sempre più giovane età. Sostanze quali allucinogeni, anfetamine, cannabinoidi, cocaina, ecstasy, oppiacei. Purtroppo, oltre ai problemi legati alla salute ed al comportamento dei soggetti che si drogano, è stato dimostrato da numerosi studi che l’assunzione di sostanze da parte di conducenti di veicoli, specie se accompagnata da consumo di alcol, compromette in modo rilevante la “performance” in specifiche azioni correlate alla guida. Comporta, quindi, un aumento cospicuo del rischio di incidente stradale grave o mortale. Il consumo di droga e la circolazione stradale non sono per nulla compatibili. Su un campione di studenti delle Scuole Superiori italiane, pari 10.125 soggetti, è stato dimostrato che un quarto di questo campione ha utilizzato almeno una volta nella vita stupefacenti, prevalentemente cannabis. Un fenomeno relativamente più diffuso nelle regioni centro-settentrionali che meridionali, soprattutto per le ragazze. Accertato, inoltre, che l’utilizzo di queste sostanze tende a crescere con l’età. In base alle dichiarazioni fornite dagli intervistati, l’incontro con la prima sostanza, quasi sempre cannabis, arriva in media attorno ai 15 anni, sia per i maschi che per le femmine. Il rischio per la guida rappresentato dall’uso di droghe è però mediamente percepito in maniera netta. Il 75% dei ragazzi, e l’80% delle ragazze ritengono che “Una persona che deve guidare un veicolo va incontro ad un maggiore rischio di avere un incidente stradale se fa uso di droga. Soprattutto se alle prime esperienze di guida”. Il 4% dei ragazzi e l’1% delle ragazze, purtroppo, la pensa esattamente al contrario. I dubbiosi si attestano intorno al 2-3%. Il 17% dei soggetti sostiene invece che il rischio esiste ma “dipende dalla quantità che si assume”. Alla richiesta di indicare eventuali sostanze da loro non ritenute pericolose per la guida, i partecipanti alla ricerca, soprattutto di sesso maschile, hanno fornito un quadro su cui riflettere con particolare attenzione: la cannabis non viene ritenuta pericolosa per la guida dal 18% dei giovani. Per il 9%, non vengono ritenuti pericolosi per la guida i psicofarmaci, per il 7% la cocaina e per il 6% l’ecstasy. Purtroppo, però, oggi si stima che almeno il 10% di tutti i morti o i feriti per incidente stradale, al momento dell’impatto, erano sotto effetto di una qualche sostanza psicotropa, legale o illegale, LA DROGA E GLI EFFETTI PSICO-FISICI L’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, quelle che 15 16 influiscono cioè sui processi psicologici, porta a effetti differenti a seconda del tipo di sostanza assunta. L’uso di sostanze si accompagna ad un’alterazione dei sensi e del comportamento, alla necessità di aumentare progressivamente la dose assunta per mantenere gli effetti desiderati (assuefazione e tolleranza), all’incapacità di limitare l’uso della sostanza (dipendenza psichica) e alla presenza di disturbi organici che accompagnano la sospensione dell’assunzione (dipendenza fisica). In termini di effetti sul sistema nervoso centrale (SNC), le sostanze possono essere distinte in: - Psicolettiche (sostanze che deprimono il SNC, quali l’oppio e l’eroina); - Psicoanalettiche (sostanze che stimolano il SNC, come le anfetamine e la cocaina), - Psicodislettiche (sostanze che “scombussolano” il SNC, a volte stimolandolo, talvolta deprimendolo come nel caso degli allucinogeni quali LSD) Tra le sostanze psicotrope considerate in rapporto all’idoneità alla guida appare evidente che i cannabinoidi (marijuana e hashish) hanno il ruolo più importante, sia per la frequenza dell’uso nella popolazione, sia per l’effetto diretto della sostanza sulla capacità di guida attraverso modificazione dei riflessi, della concentrazione, dell’umore, della capacità di autocontrollo e della difficoltà nel mettere a fuoco ostacoli e contorni dell’ambiente circostante. Ancora dibattuto, invece, il ruolo degli oppiacei (oppio, morfina ed eroina) nella genesi degli incidenti stradali. Tuttavia, si ritiene che determinino alterazioni della capacità di guida soprattutto per modificazioni dell’umore accompagnate da sonnolenza e rallentamento ideo-motorio. Relativamente alla cocaina, dati recenti indicano la forte rilevazione di quest’ultima durante le autopsie di conducenti deceduti per incidenti stradali. Ciò riveste una grande importanza, visti alcuni degli effetti che induce (euforia, eccitazione motoria, ipervalutazione delle proprie capacità e mancanza del senso del pericolo). Anche se non tutti gli studi sono concordi, la potenziale pericolosità alla guida, soprattutto in condizioni di stress e di fatica fisica, come per esempio una notte passata in discoteca, non deve essere sottovalutata. A tal proposito, importante è ricordare il cosiddetto effetto “up-down” tipico degli stimolanti che può indurre un improvviso colpo di sonno. Gli effetti della cocaina variano in funzione della quantità e della purezza, ma in linea generale si parla di euforia, disinibizione, potenziamento delle facoltà intellettive, disorientamento spazio-temporale, allucinazioni visive e uditive. 17 18 Gli allucinogeni sono invece sostanze chimiche sintetiche o naturali; provocano allucinazioni visive e uditive con distorsione del tempo e dello spazio circostante. L’abuso di queste sostanze può provocare seri danni permanenti al cervello e, subito dopo la scomparsa dell’effetto, oltre al rischio del colpo di sonno, nascono sintomi psicotici quali paura, angoscia e depressione. IL TEST DELLA SALIVA PER CHI GUIDA Sei sotto effetto di sostanze stupefacenti? Si vede dalla saliva. Non tutti sanno che qualsiasi sostanza stupefacente, indipendentemente dalla modalità di assunzione, vengono metabolizzate e poi espulse, anche solo dopo circa 10 minuti, attraverso fluidi biologici: sangue, urina, sudore, saliva etc. Infatti, per cercare di prevedere le cosiddette “stragi del sabato sera” e migliorare la sicurezza stradale, la Polizia è in possesso di un sensazionale strumento: un test immuno-enzimatico che permette di capire se il guidatore in esame è sotto effetto di sostanze stupefacenti. Il precursore, un analizzatore automatico della saliva, è in grado di accertare o meno la presenza di sostanze stupefacenti sia nella salive che nel sangue. Il precursore è in uso su strada insieme all’etilometro e agli altri strumenti in dotazione alla Polizia Stradale. L’apparecchio, che utilizza cartucce diverse a seconda delle sostanze da individuare, si basa sugli anticorpi, più precisamente su una reazione immuno-enzimatica antigene-anticorpo. Riconosce nella saliva la presenza di una determinata sostanza di abuso attivando un enzima che permette di individuare la presenza, o l’assenza, entro determinati limiti, di tali sostanze. La Polizia utilizza dei tamponi per prelevare il campione di saliva e il test, dopo solo qualche minuto, apparirà positivo o negativo. I conducenti che risultano positivi all’esame, violano l’art. 187 del Codice della Strada. Viene, dunque, immediatamente ritirata la patente di guida. Il rifiuto di sottoporsi ai test non invasivi della saliva o delle urine, comporta la stessa identica sanzione prevista per chi risulta positivo al test. Il precursore può però essere usato anche per altri scopi: ad esempio in Inghilterra, e da poco anche in Germania, oltre ad essere usato dalla Polizia su strada, è stato adottato anche dai centri di recupero e di riabilitazione per tossicodipendenti, proprio per rilevare un’eventuale assunzione di metadone. PROBLEMI CON LA VISTA A seconda della sostanza stupefacente assunta, la nostra vista può subire notevoli e pericolosi cambiamenti, soprattutto se ci sforziamo di 19 rimanere concentrati e vigili come alla guida di un qualsiasi veicolo. Quando si guida, infatti, le capacità psico-fisiche non dovrebbero mai essere alterate, in nessun caso. E’ tale la concentrazione necessaria per guidare, che non ci si può affatto permettere di sprecare nemmeno un poco delle nostre energie. 20 Per esempio, non riuscire addirittura a distinguere una persona vestita di scuro, che magari sta attraversando la strada davanti a noi, sarebbe sicuramente un grosso problema se siamo alla guida della nostra automobile. Eppure, questo è praticamente quello che accade alla vista di una persona che ha assunto oppiacei, come la morfina o l’eroina. La sensibilità alla luce diminuisce drasticamente come se si cambiasse la pellicola ad una macchina fotografica. Anche vederci così non sarebbe piacevole! Anzi! Se ci fosse qualcuno vestito di bianco in mezzo alla strada non lo vedremmo affatto. Nemmeno le strisce pedonali sarebbero visibili, perchè in questo caso è aumentata in modo anormale la sensibilità alla luce. La persona che vede in questo modo ha sicuramente assunto cocaina, anche in piccole dosi. Per la vista, è come se avesse sostituito la pellicola della sua macchina fotografica con una davvero troppo sensibile. Nemmeno questa è decisamente una visione adatta alla guida. Viene voglia quasi di togliersi gli occhiali per pulirli. Peccato che magari non portiamo affatto occhiali... Il fatto è che ci vedremmo in questo modo se avessimo fumato hashish o marijuana. Meglio non mettersi alla guida in condizioni simili. “potremmo dirti non bere di prima di guidare” potremmo dirti di non bere prima di guidare L’alcol, un pessimo compagno di viaggio. Prima regala euforia, poi annebbia vista, riflessi, equilibrio. Con il sonno, cocktail letale. L 22 a lotta alla guida sotto l’influenza di alcol parte dalla lotta al bere eccessivo e all’alcolismo. Il consumo di alcol continua ad aumentare (la tendenza alla crescita era cominciata già nel dopoguerra), soprattutto fra i giovani e le donne, grazie anche a campagne pubblicitarie poco attente ai temi della sicurezza ed ai rischi della suggestione, diffondendo la visione simbolica del bere che identifica nel prodotto alcolico uno status symbol, proprio come accade per un capo “griffato”. Meno reclamizzato l’invito alla moderazione. La realtà ci dice che oggi nel nostro Paese l’abuso alcolico è uno dei maggiori fattori di rischio per la salute, sia a livello individuale che collettivo. In Italia, secondo gli ultimi studi epidemiologici, su 33.000.000 di bevitori ci sono 4.000.000 di persone che accusano problemi connessi all’uso di alcol (“bevitori eccessivi”) e 1.600.000 alcolisti. Secondo una stima dell’Istituto Superiore di Sanità, l’alcol causa almeno 26.000 decessi l’anno e costituisce la terza causa di morte considerando complessivamente le malattie propriamente organiche, gli incidenti stradali e gli infortuni sul lavoro verifi- GLI EFFETTI PSICO-FISICI DELL’ALCOL catesi a causa di uno stato di ebbrezza. L’organo più colpito dall’abuso di alcol è il fegato, il quadro clinico di riferimento è l’epatopatia alcolica, che dalla steatosi epatica (fase reversibile) giunge progressivamente fino alla cirrosi (danno irreversibile). L’alcol assunto in modica quantità ha un effetto euforizzante, ma se le dosi sono maggiori gli effetti più marcati sul sitema nervoso centrale sono quelli legati alla proprietà anestetica: l’alcol interferisce con i processi complessi del pensiero e condiziona la coordinazione motoria, l’equilibrio, la parola e la vista. In questo stadio dell’intossicazione alcuni individui diventano depressi e si appartano. L’alcol, sempre in qualità di anestetico, ha la proprietà di attutire il dolore, induce seda- zione e favorisce il sonno. Oltre al deterioramento psicologico provato, una conseguenza seria dell’alcolismo cronico è il grave danno fisiologico. Quasi ogni tessuto e ogni organo del corpo viene interessato dal consumo prolungato di alcol. Si può andare incontro ad una malnutrizione grave che comporta una diminuzione delle vitamine del complesso B causando una grave perdita della memoria (psicosi di Korsakoff). Altre complicazioni, oltre alla cirrosi epatica, sono: alterazioni a carico delle ghiandole endocrine e del pancreas, infarto cardiaco, ipertensione 23 24 ed emorragie dei vasi capillari, responsabili del rossore del viso e specialmente del naso, caratteristico degli alcolisti cronici. L’uso prolungato di alcol danneggia anche le cellule cerebrali, specialmente quelle dei lobi frontali, causando atrofia corticale e altre modificazioni strutturali. Un forte consumo di alcol durante la gravidanza può determinare un ritardo nello sviluppo del feto e del neonato e causare malformazioni del cranio, facciali e degli arti, nonché ritardo mentale: tale condizione è nota come sindrome alcolica fetale. L’alcolismo influenza lo stato nutrizionale in diversi modi: l’appetito è soppresso a causa dell’azione cerebrale dell’alcol, con una conseguente riduzione dell’introduzione di cibo. L’alcol sostituisce i cibi ricchi di nutrienti. I nutrienti ingeriti sono così male assorbiti, scarsamente utilizzati, espulsi in quantità notevole; queste ultime alterazioni sono dovute all’azione dell’alcol sul fegato, sul pancreas e sul tratto gastrointestinale. RESISTENZA AL DANNO Ma allora quanto possiamo bere? La quantità di alcol che può essere assunta anche per decenni senza alcun rischio è relativamente modesta. Infatti si considera l’assunzione giornaliera di: • 0 grammi di alcol al giorno = sicurezza • fino a 20 grammi di alcol al giorno per le donne e fino a 40 grammi di alcol per gli uomini = rischio basso • più di 20 grammi di alcol al giorno per le donne e più di 40 grammi per gli uomini = rischio elevato La corrispondenza tra le più comuni bevande e la quantità di alcol puro contenuto è riportato nella tabella successiva Bevanda Quantità Alcol puro (gr.) •Birra chiara (3-3,5 gradi) 1 litro 30 •Birra scura (6-6,5 gradi) 1 litro 60 •Vino (11-12 gradi) 1 litro 110 •Superalcolici (40-45 gradi) • chi si mette alla guida di veicoli • chi assume farmaci • chi è affetto da malattie epilettiche • chi ha un’attività lavorativa che richiede una perfetta efficienza mentale ALCOL E GUIDA 1 litro 400 Non devono assumere alcuna quantità di alcol: • i bambini e gli adolescenti • le donne in gravidanza o in allattemento La legge proibisce la guida a chi ha bevuto troppo. Già dopo due lattine di birra i riflessi e la capacità di reazione diminuiscono sensibilmente, mentre i rischi di incidente aumentano notevolmente. L’articolo 186 (“Guida sotto l’in- fluenza dell’alcol”) del Codice della Strada detta: 1. E' vietato guidare in stato di ebbrezza in conseguenza dell'uso di bevande alcoliche. 25 26 2. Chiunque guida in stato di ebbrezza è punito, ove il fatto non costituisca più grave reato, con l’arresto fino ad un mese e con l’ammenda da euro duecentocinquantotto a euro milletrentadue. Per l’irrogazione della pena è competente il tribunale. All’accertamento del reato consegue la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da quindici giorni a tre mesi, o da un mese a sei mesi quando lo stesso soggetto compie più violazioni nel corso di un anno. 6. Qualora dall'accertamento risulti un valore corrispondente ad un tasso alcoolemico superiore a 0,5 grammi per litro (g/l), l'interessato e' considerato in stato di ebbrezza ai fini dell'applicazione delle sanzioni. La guida in stato di ebbrezza alcolica è uno dei problemi più rilevanti in relazione alla sicurezza stradale. Nei giovani questa condizione è spesso accompagnata dall’uso concomitante di sostanze psicotrope, che contribuiscono ad incrementare esponenzialmente il rischio. Alcol e sostanze interagiscono tra loro nel ridurre la capacità di guida, con conseguenti effetti sulla incidentalità stradale. La guida sotto l’effetto dell’alcol non è un evento raro tra i giovani. La proporzione di soggetti trovati con alcolemia superiore al limite di legge aumenta con il crescere dell’età: ciò sottolinea ulteriormente quanto sia importante che i più giovani percepiscano chiaramente questo rischio, per evitare di incorrervi poi da adulti. Secondo i dati della Polizia Stradale e dell’Arma dei Carabinieri (le statistiche si riferiscono al 2004), le irregolarità rispetto all’articolo 186 (“Guida in stato di ebbrezza alcolica”) sono state 49.220. Sì, insomma: quasi 50.000 in un anno, 137 al giorno. Le stesse statistiche diffuse dalle forze dell’ordine spiegano che sul totale dei controlli effettuati nel 2004 la percentuale di conducenti positivi, quindi di coloro che presentavano alcolemia superiore al limite legale di 50 mg di etanolo su 100ml di sangue, cioè di 0.5 g/l, è stata del 26.8%. insomma, più di 1 su 4. Due curiosità: nella gran parte dei casi i conducenti positivi sono di sesso maschile e le positività crescono con l’età del conducente. In altre parole, il target dei controlli è costituito prevalentemente da conducenti maschi. Controllare l’alcolemia di conducenti che mostrino comportamenti di guida sospetti, consente spesso di evitare incidenti stradali. Controllare casualmente l’alcolemia dei normali conducenti, aiuta invece per lo più ad acquisire informazioni utili per realizzare azioni di prevenzione e per valutarle. I controlli casuali hanno d’altra parte due aspetti da considerare: il costo e la seccatura per i conducenti, che spesso sottovalutano l’importanza di questi controlli. Supponiamo che il solito Mario Rossi abbia bevuto un po’ troppo, e che questo gli abbia fatto raggiungere un’alcolemia pari a 0.55 g/l, un po’ al di sopra del limite legale. Mario Rossi sta guidando con attenzione (anche perché sa che ha bevuto), il suo comportamento di guida non dà segni di stranezza. Ed ecco che Mario Rossi incappa in un controllo casuale, dove viene messa in luce l’alcolemia superiore al limite. Mario Rossi non sembra costituire un pericolo immediato, ma verrà sanzionato; il controllo è stato fatto casualmente, ma le conseguenza sono le stesse che ci sarebbero state se Mario Rossi avesse manifestato dei problemi nella guida. Mario Rossi troverà ingiusto il provvedimento, ma sbaglierà, perché guidare con un’alcolemia superiore al limite legale è vietato dalla legge e soprattutto è pericoloso per se e per gli altri. Come fare per diminuire il tasso alcolico? Basta aspettare prima di rimettersi alla guida: ogni ora il livello di alcol nel sangue scende di circa 0,1 grammi per litro. ALCOL E SONNO Qualora gli effetti negativi dell’alcol sul livello di vigilanza siano associati a sonnolenza eccessiva, si registra un effetto moltiplicativo, capace di aumentare drasticamente il rischio di incidentalità. Dati scientifici sperimentali dimostrano 27 28 un aumento di frequenza degli errori a livelli pari di alcolemia in rapporto alle oscillazioni della sonnolenza e alla privazione di sonno. L’interazione fra i due fattori, la propensione al sonno ed il livello di alcolemia, creano insomma un effetto moltiplicativo del rischio di incidenti stradali. In altre parole, un livello di alcolemia non pericoloso in momenti di vigilanza normale, può invece rappresentare un fattore di rischio in momenti in cui la vigilanza sia particolarmente bassa per propensione circadiana (nelle ore notturne) o per effetto cumulato di privazione di sonno. Ma anche dopo i pasti, specie quelli abbondanti, quando il sangue si concentra sugli organi di digestione e “trascura” il cervello. L’alcol indebolisce anche l’efficienza intellettiva, interferendo con la velocità di percezione e indebolendo le capacità di giudizio e di discriminazione e in genere l’abilità di pensare e ragionare con chiarezza. L’incidenza di incidenti stradali attribuiti ufficialmente ad intossicazione alcolica sulla rete autostradale italiana è di circa l’1% (dati ISTAT) ed appare ampiamente sot- tostimata. Le modalità sociali di assunzione di alcol (elevata assunzione nei pasti e/o nelle ore della giornata) danno origine a rilevanti fenomeni d’interazione fra i fattori alcol e sonnolenza. Infatti negli incidenti del fine settimana, che richiamano alla memoria l’attuale problema delle “stragi del sabato sera” oltre alla sonnolenza non può essere ignorato come possibile fattore l’alcol, proprio per l’effetto sinergico che questo può avere, anche se non supera i livelli consentiti, con l’aumentata predisposizione al sonno nelle ore notturne. L’EFFETTO DEI FARMACI Guidare dopo aver assunto medicine anche di uso comune, come gli antistaminici o semplicemente lo sciroppo per la tosse, è sempre sconsigliato. Anche nei dosaggi più lievi, i farmaci inducono sonnolenza e rallentano i riflessi. “potremmo dirti non correre” di potremmo dirti di non correre La velocità, difficile percepirla. Andare a sbattere a 50 km/h è come cadere con l’automobile dal terzo piano di un palazzo... S 30 econdo alcuni studiosi, il concetto di velocità viene acquisito dal bambino prima ancora di acquisire quello di spazio e di tempo. Ma la velocità viene sempre percepita correttamente? In fisica la velocità media di un oggetto è definita come rapporto tra la distanza percorsa da un qualunque corpo (variazione spaziale) e il tempo impiegato per percorrerla (variazione temporale). Data una certa distanza, meno tempo un corpo impiega a percorrerla, maggiore è la sua velocità. La guida di un veicolo è un compito assai complesso, centrato sul- l’interazione di tre elementi principali: Uomo-Ambiente-Veicolo (UAV). La sicurezza di guida si realizza quando questa interazione dinamica si mantiene entro limiti di bilanciamento, determinati in gran parte, momento per momento, da opportune azioni-reazioni del conducente. In primo luogo bisogna percepire: e questo non è sempre detto che avvenga (ad esempio, tra noi e quello che dovremmo percepire potrebbe esserci un ostacolo). Una volta percepito qualcosa, il nostro cervello deve “riconoscere”, cioè categorizzare, il percepito. Riconosciuti i I tempi della frenata VELOCITÀ caratteri salienti del segnale, bisogna poi decidere il da farsi, magari rapidamente se si è identificata una situazione di pericolo: non sempre questo è immediato, ognuno può in certe condizioni “esitare”. Bisogna poi dar corpo alla decisione, agire. E anche questo richiede del tempo. In relazione alla velocità, il rischio percepito viene talora influenzato dalle unità di misura usate. Esprimere la velocità in km/h può essere utile per stimare la durata di un viaggio, non per dare una percezione adeguata del rischio. Quello che invece può far riflettere TEMPI DI REAZIONE 1,5 sec. 1 sec. SPAZIO 0,8 sec. DI FRENATA SPAZIO DI ARRESTO TOTALE Km/h Metri/sec 50 13,90 100 27,88 27,88 22,30 56,24 84,12 78,54 150 41,70 41,70 33,36 126,55 168,25 159,91 20,85 Metri percorsi Metri MAX MIN 13,90 14,06 34,91 27,96 e percepire maggiormente lo stato delle cose è usare i metri al secondo (m/s). Dunque, un tranquillo signore che viaggia ad 80 km/h, e nel pieno rispetto dei limiti imposti dal Codice della Strada, sta procedendo a 22 metri al secondo! In città, immaginando di guidare a 30 km/h, si stanno percorrendo più di 8 metri al secondo. A quanti metri al secondo procede un veicolo che va a 130 km/h? Risposta: 36,4. Possiamo definire la velocità come un concetto cinematico, relativo cioè alla descrizione del moto. L'energia di movimento dunque, o anche energia cinetica, è quella posseduta da un qualunque corpo dotato di massa che si muove raggiungendo una certa velocità. Le leggi della fisica ci dicono anche che l’energia è proporzionale al quadrato della velocità: questo è il motivo per cui se a 50 km/h lo spazio di arresto è mediamente di 30 metri, a 100 km/h diventa di 80 metri e non 60. Guidare un veicolo significa effettuare continuamente una serie di scelte, la maggior parte delle quali mentre si è in movimen- 31 32 to, in velocità. Alcune di queste devono tener conto proprio della velocità raggiunta. Diventa così fondamentale lo spazio di arresto di un veicolo, che non è altro che la somma di due componenti: lo spazio di frenata (che dipende dall’efficienza dell’impianto frenante del veicolo e dalle condizioni della strada) e lo spazio percorso nel tempo di reazione (strettamente legato alle caratteristiche psicofisiche del conducente). Il tempo medio di reazione di una persona in condizioni normali è pari a circa 8 decimi di secondo, un tempo apparentemente basso, durante il quale tuttavia viaggiando a 80 km/h si percorrono ben 18 metri. Dopo 18 metri, insomma, cominciamo l’effettiva frenata. Per questo la distanza di sicurezza dal veicolo che ci precede, dettata dal buon senso, in autostrada a 130 km/h dovrà essere almeno di 40-45 metri. E poiché, come già detto, l’energia è proporzionale alla massa del corpo in movimento e al quadrato della velocità (e=1/2 mv2), maggiore è la velocità tenuta, più impegnativi diventano i problemi di sicurezza e di arresto del veicolo, ben al di là del rischio "percepibile". Di fronte allo smaltimento dell’energia cinetica, che ci serve per rallentare e fermare il nostro veicolo, siamo tutti uguali. Non c’è il il “drago del volante”, la fisica è totalmente democratica, non fa distinzioni. Un'altra regola incontestabile: più contenuta sarà la velocità del veicolo, meno avremo problemi nello smaltire l’energia accumulata. Ovviamente, sempre tutto in relazione al contesto. Se in autostrada occupiamo la prima o la seconda corsia, non possiamo assumere un'andatura troppo lenta: rappresenteremmo un fattore di rischio per gli altri utenti della strada. VELOCITA’ MASSIMA E VELOCITA’ PERICOLOSA Non tutti sanno che esiste una significativa differenza tra “velocità massima” e “velocità pericolosa”. La “velocità massima” è più semplicemente il limite di velocità da non superare prevista dall’art. 142 sarà mediamente di circa 22 metri. Per consentire il totale arresto del veicolo non bisogna mai trascurare eventuali aspetti negativi legati sia al veicolo che all’ambiente. PIU’ VELOCI DI QUANTO SEMBRI del Codice della Strada, al di sotto del quale l’utente deve scegliere a quanto andare, e varia secondo il tipo di strada. Entrano in gioco, in questo caso, alcune condizioni generali da tenere sempre ben presenti: le condizioni del manto stradale, la luminosità, la visibilità, il traffico, ecc.. Ma attenzione, la velocità massima non è assolutamente la velocità cui si è obbligati ad andare o che conviene mantenere, ma solo il limite da non superare. Buona parte dei conducenti, se vede un limite di 80 km/h si sente quasi in dovere di viaggiare proprio a quella velocità, magari anche a 90 km/h, tanto più o meno siamo lì. Così come la “velocità pericolosa”, non è solo una velocità superiore a quella massima, come siamo invece portati a pensare, bensì una velocità "non congrua", non adatta a determinate condizioni di sicurezza. Anche percorrere un tratto di strada a 40 km/h in città, in alcuni casi, o meglio in alcuni punti, può essere pericoloso: di fronte ad una scuola, o anche in prossimità di incroci, strisce pedonali, curve pericolose. A quella velocità si percorrono infatti circa 12 metri al secondo e lo spazio totale di arresto in questo caso Ti lasceresti mai cadere a testa in giù, dall’altezza di soli 10 centimetri, sul pavimento di casa? Probabilmente no. Una simile proposta suggerisce decisamente una spiacevole sensazione di pericolo, anche nei riguardi di una modestissima altezza. Eppure, la velocità che si raggiungerebbe nel toccare il suolo sarebbe di appena 5 km/h, semplicemente quella tenuta in media da chi cammina senza troppa fretta. Esempi che aiutano a capire, a "conoscere" la velocità. Eccone altri. Saltando da un muretto alto 1 metro e 60 centimetri si tocca terra con una veloci- 33 34 tà di circa 20 km/h, che poi corrispondono a 5,6 metri al secondo: l'andatura media del cicloturista. Per arrivare invece a toccare il suolo ad una velocità di 50 km/h (circa 14 metri al secondo) bisogna lasciarsi cadere da poco meno di 10 metri, più o meno il terzo piano di un palazzo. Chiunque, in questa situazione, percepirebbe una situazione di reale pericolo. Coloro che invece sfrecciano per le nostre strade su motociclette, autovetture, autocarri, autotreni, ad una velocità ben maggiore dei 50 km/h, non hanno la stessa percezione. La specie umana non ha ancora interiorizzato il senso di pericolo connesso con la velocità. I suoi movimenti su mezzi di trasporto veloci avvengono da troppi pochi anni. Nella scala dei tempi, infatti, l’uomo sa ormai da centomila anni cosa vuol dire cadere in verticale da un albero oppure da un muretto. E’ invece da "appena" un secolo che ha cominciato, purtroppo, a speri- mentare le conseguenze dell’urto in velocità orizzontale contro un qualsiasi tipo di ostacolo. LA VELOCITA’ E IL CODICE DELLA STRADA L’Istat censisce oltre 40 tipi diversi d’incidenti stradali, ma l’attenzione si può concentrare solo su 7 tipo- logie d’incidente, tutte riconducibili ad un comportamento scorretto dell’uomo. L’eccesso di velocità è la prima di queste sette categorie. E’ la causa degli incidenti più pericolosi con il più alto numero di morti (5,4 ogni 100 incidenti), un dato peraltro in continua crescita, conseguenza, sicuramente, delle maggiori prestazioni dei veicoli moderni, ma anche, della non capacità valutativa (spazio temporale) del guidatore. L’articolo 141 del Codice della Strada, sulla velocità, detta: 1. E’ obbligo del conducente regolare la velocità del veicolo in modo che, avuto riguardo alle caratteristiche, allo stato ed al carico del veicolo stesso, alle caratteristiche e alle condizioni della strada e del traffico e ad ogni altra circostanza di qualsiasi natura, sia evitato ogni pericolo per la sicurezza delle persone e delle cose ed ogni altra causa di disordine per la circolazione. 2. Il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio vei- colo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specie l’arresto tempestivo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile. 3. In particolare, il conducente deve regolare la velocità nei tratti di strada a visibilità limitata, nelle curve, in prossimità delle intersezioni e delle scuole o di altri luoghi frequentati da fanciulli indicati dagli appositi segnali, nelle forti discese, nei passaggi stretti o ingombrati, nelle ore notturne, nei casi di insufficiente visibilità per condizioni atmosferiche o per altre cause, nell’attraversamento degli abitati o comunque nei tratti di strada fiancheggiati da edifici. 4. Il conducente deve, altresì, ridurre la velocità e, occorrendo, anche fermarsi quando riesce malagevole l’incrocio con altri veicoli, in prossimità degli attraversamenti pedonali e, in ogni caso, quando i pedoni che si trovino sul percorso tardino a scansarsi. 5. Il conducente non deve gareggiare in velocità. 6. Il conducente non deve circolare a velocità talmente ridotta da costituire intralcio o pericolo per il normale flusso della circolazione. 35 VELOCITA’ E SANZIONI 36 E’ uno dei grandi misteri del mercato dell’automobile: l’esistenza di vetture che raggiungono, sempre più, velocità straordinarie, di gran lunga maggiori ai limiti massimi previsti dalla legge. I 160-170 km/h sono oggi, in pratica, la velocità di crociera di molti veicoli, troppi. Eppure il Codice della Strada parla chiaro. Per esempio, l‘articolo 142 stabilisce che: “Ai fini della sicurezza della circolazione e della tutela della vita umana la velocità massima non può superare i 130 km/h per le autostrade, i 110 km/h per le strade extraurbane principali, i 90 km/h per le strade extraurbane secondarie e i 50 km/h in città”. E anche la patente a punti è chiarissima in merito alla questione: detrazione di due punti dalla patente per un superamento dei limiti massimi di velocità che va dai 10 ai 40 km/h, su qualsiasi tratto di strada. Superare di oltre 40 km/h i limiti massimi significa invece perdere 10 punti, così come in occasione di gare di velocità. I neopatentati, o anche i recidivi, sono soggetti a sanzioni più pesanti. Per chi possiede la patente da meno di 3 anni e viene fermato per eccesso di velocità superiore ai 40 km/h, i punti persi si raddoppiano: sottrazione di 20 punti e sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Oltre alla decurtazione dei punti, il superamento dei limiti prevede anche sanzioni pecuniarie salatissime. Superare il limite di velocità di oltre 10 km/h, e fino a 40 km/h significa anche dover pagare una sanzione che va da 135,55 a 550,20 euro. Per un superamento di oltre 40 km/h della velocità massima prevista si può arrivare addirittura ad una sanzione di 1.376,55 euro. Gareggiare in velocità può infine costarci una sanzione che va da 516,00 a 5.164 euro, oltre alla confisca del veicolo e alla sospensione della patente fino a 6 mesi (articolo 141, comma 9 del Codice della Strada). “potremmo dirti di rispettare tutte le regole della strada” potremmo dirti di rispettare tutte le regole della strada Il casco, la cintura, il telefonino: sono i nostri compagni di viaggio. Scopriamo come usarli e in che modo condizionano la nostra guida. I 38 giovani e la sicurezza stradale, un binomio possibile. Sì, perché - lo dicono le statistiche le nuove generazioni rispettano le regole della strada più dei loro genitori e manifestano un desiderio di informazione più forte. Ecco allora alcune delle principali regole dettate dal codice della strada, pescate tra quelle che più interessano i ragazzi. La legge entrata in vigore il 30 marzo 2000 ha esteso l’obbligo dell’uso del casco su ciclomotore anche ai maggiorenni. Andare in moto, in ciclomotore, in bicicletta, è un’esperienza che molti conside- rano entusiasmante. Tuttavia, questi mezzi sono intrinsecamente pericolosi, perché instabili per loro natura e non protettivi come le automobili. È bene, quindi, cautelarsi il più possibile, guidando con prudenza e proteggendosi a dovere. Soprattutto la testa, la nostra parte più delicata. Come? Con l’uso di un casco omologato. Il discorso vale anche se siamo guidatori esperti e navigati: sulla strada ci sono anche gli altri e non sempre la loro abilità, le loro condizioni fisiche e la loro attenzione sono quelle desiderabili. Per scoraggiare eventuali trasgressori e cercare di garantire la sicurezza anche ai più svogliati, il Codice della Strada recita (articolo 171) obbliga “conducenti ed eventuali passeggeri di ciclomotori e motoveicoli ad indossare e tenere regolarmente allacciato un casco protettivo conforme ai tipi omologati. Chiunque viola le presenti norme è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 68,25 a euro 275,10. Quando il mancato uso del casco riguarda un minore trasportato, della violazione risponde il conducente”. D’altra parte, un incidente in ciclomotore provoca una caduta 99 volte su 100. Il casco, solo se correttamente allacciato, può salvare la vita. Per questo è obbligatorio indossarlo. Un casco sicuro deve riportare il marchio di omologazione “Ece 22-04” per l’Italia e per il resto d’Europa. Il casco non deve essere né troppo grande, né troppo piccolo: indossandolo e scuotendo la testa a destra e sinistra, non deve muoversi. Il casco integrale è il migliore: è l’unico che protegge anche volto e mento e ha un efficace sistema di ventilazione interna. Se si subisce un incidente, anche piccolo, con il casco, si deve cambiarlo: la seconda volta potrebbe non funzionare così bene. L’uso corretto del casco, così come tutti i dispositivi di sicurezza passiva, è particolarmente importante nei centri urbani, dove la velocità (anche quella d’impatto) è più moderata e dove si verificano il maggior numero di incidenti. Il casco è obbligatorio anche per i ciclisti, categoria che tragicamente conta ogni anno sulle strade circa 250 vittime. Tante, ma mai come i pedoni. Non ci crederete, ma in dodici mesi, nel 2004, in 700 hanno perso la vita attraversando la strada o investiti sul ciglio. PER CIRCOLARE SICURI SUL CICLOMOTORE Bastano poche precauzioni, piccoli gesti, per aumentare il livello di sicurezza in motorino. Indossate il casco e allacciatelo correttamente. Usate i guanti in pelle resistente, 39 40 per ripararvi dal freddo in inverno e dalle cadute tutto l’anno. Regolate gli specchietti retrovisori. Controllate che vi sia carburante nel serbatoio. Di sera, verificate fari e luci di posizione anteriori e posteriori e indossate preferibilmente indumenti chiari, facilmente visibili. Provate l’efficienza di freni e clacson a motore avviato. Periodicamente, verificate che il battistrada dei pneumatici non sia consumato. I pneumatici lisci rappresentano un fattore di rischio. Controllate la pressione dei pneumatici, sempre a freddo: dev’essere quella consigliata dal costruttore. Se è troppo bassa, il pneumatico si schiaccia, si solleva al centro e lavora solo sui fianchi: si usura rapidamente, può surriscaldarsi causando il distacco del battistrada e comunque provoca un maggiore consumo di carburante. Se invece è troppo gonfia, riduce l’aderenza e c’è il rischio che scoppi. Ingrassate la catena di trasmissione e accerta- tevi che sia in tensione. Infine, assicuratevi che il silenziatore (la “marmitta”) sia del tipo omologato e che non sia forato, provocherebbe un aumento del rumore e delle emissioni di gas di scarico inquinanti, con il rischio di incorrere in sanzioni pecuniarie. CINTURE DI SICUREZZA Se sulle due ruote il casco è il nostro angelo custode, in macchina la nostra principale protettrice si chiama cintura di sicurezza. Il suo uso è fondamentale per la nostra salute, in tante situazioni di guida. Spesso salva la vita o limita i danni di un incidente. Per quanto si sia prudenti, sulla strada ci sono anche gli altri; e magari hanno anche bevuto un po’ troppo, o sono particolarmente aggressivi per aver litigato col capoufficio o con la suocera. In certi casi, a fronte di comportamenti scriteriati di altri conducenti, l’incidente è inevitabile. Già, inevitabile anche per i più bravi. La prudenza alla guida limita il rischio di incorrere in un incidente stradale; ma se l’incidente si realizza, la nostra migliore alleata diventa la cintura. Secondo il primo comma dell’articolo 172 (“Uso delle cinture di sicurezza e sistemi di ritenuta per bambini”) del Codice della Strada: • Il conducente ed i passeggeri degli autoveicoli muniti di cintura di sicurezza, hanno l'obbligo di utilizzarle in qualsiasi situazione di marcia; ma anche i passeggeri dei posti posteriori sono obbligati ad allacciare le cinture. I bambini di statura inferiore a 1,50 m devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta per bambini, adeguato al loro peso, di tipo omologato secondo le normative stabilite dal Ministero dei Trasporti. Le cinture di sicurezza scaricano l’energia del moto (energia cinetica) in modo che questa ci danneggi il meno possibile; e ci evitano contatti spiacevoli con le strutture dell’abitacolo. Ad esempio, quando dobbiamo arrestare improvvisamente la nostra auto (e freniamo), in quel momento di fatto stiamo rallentando solo il veicolo e non gli occupanti. Se non abbiamo la cin- tura, per il principio di inerzia noi continuiamo a muoverci alla velocità che il veicolo aveva inizialmente, prima della frenata, e andiamo a colpire volante, cruscotto, parabrezza e altro ancora. Questo fenomeno (l’inerzia) non è confinato nei laboratori di fisica, ma fa parte della nostra esperienza di vita quotidiana: ad esempio, quando un tram rallenta bruscamente, siamo proiettati improvvisamente in avanti. La cosa deriva dal fatto che il tram ora si muove ad una velocità minore, mentre noi continuiamo a muoverci alla velocità di prima. L’inerzia è un principio fisico cono- sciuto come Prima Legge di Newton (“Ciascun corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, salvo che sia costretto a mutare quello stato da forze inespresse”). L’uso delle cinture di sicurezza riduce consistentemente il numero di morti e feriti in incidenti stradali e limita il numero di accessi al Pronto Soccorso, poiché molti soggetti pur essendo incorsi in incidenti non riportano lesioni di rilievo. Le cinture sono utili non solo fuori città, ma anche e soprattutto in città, dove avviene oltre il 75% degli incidenti. In città, le velocità 41 42 sono in genere più contenute e l’efficacia delle cinture è massima. L’uso delle cinture aumenta la probabilità di rimanere coscienti dopo un incidente stradale, fatto determinante per salvarsi la vita in alcune situazioni specifiche (incendio dell’auto, caduta in acqua). Le cinture evitano in particolare traumi molto gravi (per esempio al torace, al cranio o alle gambe) o assai drammatici per la qualità di vita dell’individuo (es. lesioni deturpanti al viso). L’uso delle cinture è fondamentale nella parte posteriore dell’autoveicolo: dopo l’impatto si tende infatti ad essere proiettati in avanti e si rischia anche di impattare su guidatore o passeggero anteriore; oppure contro il poggiatesta, con conseguenze disastrose, per esempio per il maxillo-facciale. Anche l’airbag è un importante sistema di sicurezza passiva, da combinare con la cintura. L’airbag è una sorta di sacco ripiegato, in attesa dinamica: se riceve un segnale di urto, una carica di gas compresso esplode e fa sì che l’airbag si gonfi in un tempo rapidissimo e costituisca un cuscinetto per attutire l’urto. Proprio per la presenza di questo dispositivo, è assolutamente necessario indossare la cintura (a parte gli obblighi di legge), senza la quale l’airbag rappresenta un pericolo: il cuscinetto può infatti provocare seri danni sul volto. L’airbag congiuntamente all’uso della cintura di sicurezza è invece la migliore assicurazione sulla vita. Più o meno, nello sfortunato caso che l’incidente si realizzi, se l’uso della cintura porta a ridurre del 50% la probabilità di morte e la gravità delle lesioni, quando è presente anche l’airbag l’efficacia può arrivare al 60-70%. Un ultimo accenno merita il poggiatesta, elemento dell’automobile poco considerato. Il suo compito è proteggere il nostro collo in caso di urto, specie nei tamponamenti. Il bordo superiore del poggiatesta va posto in corrispondenza del bordo superiore della nostra testa, non più in basso. Il poggiatesta è utilissimo contro il “colpo di frusta”. Da sottolineare, comunque, che nessun dispositivo può essere efficace come la nostra prudenza. CELLULARE E GUIDA La vertiginosa crescita della telefonia cellulare ha visto di recente in Italia il sorpasso sulla telefonia fissa. Questa capillare diffusione pone l’accento su nuove problematiche legate all’uso del telefono cellulare. Se diversi ricercatori hanno posto la loro attenzione sulle eventuali conseguenze per la salute dovute all’emissione elettromagnetica dell’apparecchio, altri hanno cercato di indagare sul possibile rischio di incidente stradale associato all’utilizzo del telefonino durante la guida. L’articolo 173 del Nuovo Codice della Strada riporta nel comma 2 quanto segue: “È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici o di usare cuffie sonore. È consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani”. L’uso del cellulare durante la guida, come quello di tutti gli altri dispositivi elettronici vietati di fatto (i-Pod, tv-fonini ecc.), è un riconosciuto fattore di rischio di incidente stradale. In base a questa affermazione si possono fare una serie di considerazioni. L’uso del cellulare, come pure una serie di aspetti legati a forme diverse di intrattenimento all’interno del veicolo, quali sintonizzare una stazione radio, cambiare un CD, seguire le indicazioni di un navigatore, accendersi una sigaretta e simili, impegna certamente l’attenzione del conducente. Chi utilizza un cellulare a mano tende ad una guida maggiormente erratica, con spostamenti laterali pericolosi. Comporre un numero per chiamare, come anche cercare il cellulare per rispondere, distoglie considerevolmente l’attenzione dalla strada. Se impegnati col cellulare, si valutano meno bene le distanze e si reagisce meno prontamente a cambiamenti di velocità dell’eventuale veicolo che ci precede. La condotta di guida di chi usa il viva-voce è più regolare di quella di coloro che usano il cellulare a mano. Colui che usa il cellulare tende ad utilizzare meno lo specchietto retrovisore. Con il cellulare i tempi di percezione e reazione in genere si allungano. Con l’uso dei nuovi videofonini e tv-fonini il sistema cognitivo del conducente sarà sottoposto ad un maggiore carico nella gestione e divisione dell’attenzione, essendo ora presente oltre alla conversazione anche l’immagine. Se si guarda nel videofonino non si guarda la strada. E se un nostro amico, 43 mostrandoci l’apparecchio, ci dirà: “È Chiara!”, e Chiara ci sta a cuore, noi molto probabilmente guarderemo Chiara e non la strada. Appare quindi necessario che le persone, specie i ragazzi, siano ben consapevoli che il videofonino può agire sul livello della percezione e rappresentare un grosso rischio per chi guida. Non bisogna sottovalutare, infine, il pericolo che deriva dall’accoppiata pedone-telefono cellulare. Non è raro vedere un pedone che attraversa la strada mentre sta parlando al cellulare, spesso totalmente distaccato dal contesto. LA PATENTE A PUNTI 44 patente a punti, qual è il bilancio? Prima ripassiamo le regole. Al momento del rilascio della patente si parte con un punteggio di 20 punti, che però può subire decurtazioni, se attestato dal verbale di contestazione, in caso di violazioni delle principali norme stradali. Con un unico comportamento scorretto, possono essere tolti un massimo di 15 punti, a meno ché il conducente non abbia violato norme particolarmente gravi. Da ricordare che per i patentati da meno di 3 anni, il punteggio da decurtare si raddoppia. E’ possibile recuperare i punti persi frequentando corsi specifici. Per coloro che, invece, mantengono inalterato il loro punteggio sulla patente per 2 anni, viene assegnato automaticamente un credito di 2 punti fino ad un massimo di 10. Mancato uso delle cinture di sicurezza, passaggio con semaforo rosso, uso del telefonino durante la guida e superamento dei limiti massimi di velocità rappresentano le infrazioni che hanno determinato finora la maggiore detrazione di punti. Gli utenti più indisciplinati? I giovani, dai 20 ai 44 anni, in particolare di sesso maschile. E’ possibile controllare lo stato dei propri punti sulla patente telefonando al num. 848 782782 oppure collegandosi al sito www.ilportaledellautomobilista.it L’istituto della Patente a punti è previsto e disciplinato dall’art. 126bis del Codice della Strada. Patente a punti, le principali detrazioni • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Circolare a velocità non commisurata alle particolari condizioni in cui si svolge la circolazione Superare i limiti di velocità di oltre 40 km/h Superare i limiti di velocità di oltre 10 km/h e non superiore a 40 km/h Circolare contromano in curve, dossi, in condizioni di limitata visibilità o su strada divisa in carreggiate Circolare contromano (non in curva) Omettere di occupare la corsia più libera a destra, sulle strade con carreggiata a due o più corsie Mancata osservanza allo stop Violare gli obblighi relativi alla precedenza Passaggio nonostante divieto imposto da semaforo o agente del traffico Mancato rispetto della segnaletica, ad eccezione dei segnali di divieto di sosta e di fermata Violare gli obblighi di comportamento ai passaggi a livello Sorpasso effettuato in situazioni gravi e pericolose (curve, dossi, incroci ecc). Sorpasso per veicoli pesanti (> 3.5t); sorpasso di veicoli fermi ai semafori, ai passaggi a livello o incolonnati, di tram o filobus fermi; sorpasso di veicolo che sta a sua volta già sorpassando Mancato rispetto delle regole di sorpasso Sorpasso a sinistra di un tram in fermata in sede stradale non riservata Non osservare le distanze di sicurezza con conseguente collisione e gravi danni ai veicoli Mancato rispetto della distanza di sicurezza che abbia causato un incidente con lesioni gravi a persone Non osservare le distanze di sicurezza nei confronti di determinate categorie di veicoli, non osservare la distanza di sicurezza con conseguente collisione con soli danni a cose Non far uso dei dispositivi di illuminazione o segnalazione visiva quando è prescritto Far uso dei fari abbaglianti in condizioni vietate Fare inversione di marcia in prossimità o in corrispondenza degli incroci, delle curve o dei dossi Effettuare cambiamenti di direzione o di corsia per inversione di marcia o svolte senza osservare le prescrizioni imposte Sosta nelle corsie riservate al transito degli autobus o veicoli su rotaia; sosta o fermata negli spazi riservati a veicoli per persone invalide o in corrispondenza di rampe, scivoli o corridoi di transito; sosta negli spazi riservati alla fermata degli autobus o dei taxi Omettere di segnalare il veicolo fermo sulla carreggiata, fuori dei centri abitati con l’apposito segnale di triangolo; 5 10 2 10 4 4 6 5 6 2 6 10 5 2 5 8 3 1 3 8 2 2 45 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 46 non utilizzare i dispositivi di protezione rifrangenti individuali 2 Trainare veicoli in avaria senza adeguata segnalazione o violando le altre prescrizioni 2 Trasportare persone in soprannumero sui veicoli adibiti abusivamente a taxi o a noleggio 4 Trasportare persone in soprannumero sulle autovetture 2 Trasportare persone in soprannumero sui veicoli a due ruote, ovvero violare le prescrizioni relative al trasporto di oggetti o trainare o farsi trainare con veicoli a due ruote 1 Condurre un ciclomotore o motoveicoli a due, tre o quattro ruote senza casco, con casco irregolare o non allacciato, ovvero trasportare altro passeggero in tali condizioni 5 Mancato allacciamento delle cinture del conducente e/o del trasportato minorenne o mancato uso dei seggiolini per bambini 5 Alterare il corretto uso delle cinture 5 Usare cuffie o apparecchi radiotelefonici durante la guida e mancato utilizzo delle lenti se prescritte 5 Fare inversione di marcia in autostrada o sulle strade extraurbane principali o procedervi in contromano 10 Circolare in autostrada o sulle strade extraurbane principali sulle corsie di emergenza e d’immissione ed uscita fuori dai casi previsti 10 Effettuare retromarcia in autostrada 10 Ostacolo alla circolazione o accodamento alla marcia dei mezzi adibiti a servizi di polizia, antincendio e autoambulanze 2 Guidare in stato di ebbrezza 10 Guida in condizioni di alterazione fisica e psichica correlata a sostanze stupefacenti 10 Darsi alla fuga in incidente con lesioni a persone o con gravi danni ai veicoli causato dal proprio comportamento 10 Non fermarsi in incidente con soli danni a cose causato dal proprio comportamento 4 Non osservare gli obblighi previsti in caso di incidente, come la salvaguardia, la sicurezza della circolazione ed il mantenimento dello stato dei luoghi e delle tracce; in incidente con soli danni a cose evitare intralcio alla circolazione; fornire le proprie generalità; ecc. 2 Violazione dell’obbligo di precedenza ai pedoni 5 Non dare la precedenza a pedoni che abbiano già intrapreso l’attraversamento di una strada senza strisce pedonali 2 Non dare la precedenza a pedoni in stato di invalidità, a bambini e anziani nell’attraversamento di una strada senza strisce pedonali 5 (per i neopatentati nei primi 3 anni i punti vengono raddoppiati) NOTE BIBLIOGRAFICHE 1. Codice della strada e regolamento di attuazione (D.Lgs. 30 aprile 1992, n.285 e DPR 16 dicembre 1992, n.495) 2. Statistica degli incidenti stradali, ISTAT, 2003-2004 3. Sicurezza stradale verso il 2010, rapporto DATIS, Istituto Superiore di Sanità-Ministero dei Trasporti, 2005 4. Aspetti socio-sanitari della sicurezza stradale, rapporto DATIS, Istituto Superiore di Sanità-Ministero dei Trasporti, 2003 5. Percezione del rischio e rischio della percezione: il caso della sicurezza stradale, di F. Taggi & P. Marturano, rapporto DATIS, 2003 6. Il sistema ULISSE, monitoraggio delle cinture di sicurezza e del casco in Italia, Ministero dei Trasporti – Istituto Superiore di Sanità, aprile 2005 7. Gli incidenti stradali in Italia dopo l’applicazione della patente a punti, di P. Marturano, TRAS - Trasporti Ambiente e Sicurezza, Anno I n.zero, CAFI Editore 8. Il Patentino - Guida per l’insegnamento nei corsi, Fondazione per la sicurezza stradale, Ministero dell’istruzione – Ministero dei Trasporti, 2004 SITI WEB DI INTERESSE 1. www.infrastrutturetrasporti.it 2. www.ilportaledellautomobilista.it 3. www.iss.it/stra 4. http://www.istruzione.it/dg_studente/ufficio6/ed_stradale.shtml 5. http://www.istruzione.it/patentino/index.shtml 6. http://www.poliziadistato.it/pds/stradale/stradale.htm 7. http://www.unasca.it 8. http://www.confedertaai.it Consulenza tecnico-scientifica: Pietro Marturano - Ministero dei Trasporti - Direzione Generale per la Motorizzazione Progetto grafico: Master 2000 Communication - Stampa: Xxx xx www.lasicurezzanoneunlimite.it