UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA DIPARTIMENTO DI SCIENZE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE “G. D’ALESSANDRO” SEZIONE DI MEDICINA DEL LAVORO Dott. Guido Lacca Specialista in Medicina del Lavoro Dottore di Ricerca in Farmacologia e Tossicologia Socio-Ambientale Ricercatore Universitario – Cattedra di Medicina del Lavoro 1 EPIDEMIOLOGIA MALATTIE PROFESSIONALI RENDITE DIRETTE (%) Ipoacusie e sordità da rumore 50 Asbestosi 8 Malattie professionali Cutanee 5 Silicosi 4 Neoplasie amianto correlate 4 MP da vibrazioni 3 Asma-alveoliti 2 Non tabellate 15 Altre 9 Totale 100 Il SUONO è una perturbazione meccanica emessa da una sorgente che si propaga in un mezzo elastico (gas, liquido, solido) sotto forma di vibrazioni e che è in grado di eccitare il senso dell’udito. SORGENTE PROPAGAZIONE RICEVITORE EMISSIONE, PROPAGAZIONE, RICEZIONE DEL SUONO • EMISSIONE: meccanismo con cui una sorgente sonora provoca un movimento oscillatorio in un mezzo elastico. • PROPAGAZIONE: meccanismo con cui il movimento è trasmesso e si propaga attraverso il mezzo. • RICEZIONE: meccanismo con cui il suono è rivelato e trasformato in sensazione fisiologica (orecchio umano) o in segnale misurabile (strumento di misura) Che cos’è il RUMORE? PERTURBAZIONE VIBRATORIA IN UN MEZZO ELASTICO (GENERALMENTE ARIA) ATTA A PRODURRE UNA SENSAZIONE UDITIVA La differenza tra rumore e suono sta nella periodicità e regolarità delle onde sonore, essendo quelle del rumore assolutamente irregolari e non sinusoidali. Il rumore è: • suono non desiderato e disturbante (def. fisiopatologica) • segnale con connotazioni di allarme • segnale semanticamente indifferenziato e non utile a trasmettere informazioni Le onde sonore si propagano in tutte le direzioni con andamento circolare SUONO PURO: suono che possiede una sola frequenza di emissione RUMORE A BANDA LARGA: costituito da una miscela di numerose frequenze RUMORE BIANCO: costituito in maniera eguale da tutte le frequenze dell’udibile PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL RUMORE FREQUENZA numero di cicli al secondo. Si misura in Hertz (Hz) o cicli/secondo LUNGHEZZA D’ONDA (λ): distanza tra una cresta dell’onda di compressione (o rarefazione) e la successiva. Espressa in m. PERIODO (T): il tempo che passa tra due istanti consecutivi nei quali si ha un massimo ed un minimo della variazione della pressione; è quindi l’inverso della frequenza, per cui ν = 1/T. VELOCITÀ DI PROPAGAZIONE (C) delle oscillazioni di pressione che è data da C = λ/T = λ x ν (nell’aria è di circa 340 m/sec) POTENZA SONORA: capacità di una sorgente di trasmettere energia sonora – Watt INTENSITÀ SONORA: quantità di energia trasportata dalle onde sonore che raggiunge la membrana timpanica – W/m2 PRESSIONE ACUSTICA: variazione della pressione ambientale in relazione alla intensità delle onde sonore – N/ m2 – Pascal (Pa) PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL RUMORE P 1 decibel (dB) = 20 log ______ P0 P = minima intensità rumorosa apprezzabile da un orecchio umano sano = 20 P P0= intensità del suono in esame CLASSIFICAZIONE Sotto il profilo spettrale i rumori possono essere classificati in: CONTINUI. A banda larga CONTINUI. A banda stretta SEMICONTINUI. Con frequenza superiore a 10/sec, con valore di picco che supera di 20 dB il rumore di fondo. Sono prodotti da martelli e scalpelli pneumatici, piccole presse a trance, macchine a pestelli. ESPLOSIVI. Quando si hanno variazioni di livello sonoro più di 40 dB in 500msec. IMPULSIVI. Con frequenza inferiore a uno ogni 2 sec; i valori di picco che si possono di media riscontrare vanno, da 0,5 m dalla sorgente, da 100 a 140 dB, con punti di 145-150 dB per le chiodatrici pneumatiche; mentre le durate, in genere di alcune centinaia di milionesimi di secondo, possono raggiungere valore di parecchi millesimi di secondo nel caso di presse o magli, se si tiene conto delle prime riflessioni che l’impulso subisce nell’ambiente. IMPULSIVI-RIPETITIVI. Con frequenza superiore a 1 ogni 2 sec (prodotti di presse, magli, trance) CLASSIFICAZIONE Secondo il comportamento temporale i rumori industriali possono essere: STAZIONARI. Quando le fluttuazioni di livello sono trascurabili (< 2.5 dB rispetto alla media) FLUTTUANTI. In cui le variazioni sono elevate e avvengono in modo continuo, cioè senza brusche cadute al livello del rumore di fondo ambientale (> 2.5 dB rispetto alla media) INTERMITTENTI. diminuisce ed aumenta bruscamente rispetto al valore di fondo per uno o più secondi ALEATORI. Prodotti da un grande numero di sorgenti che agiscono con distribuzione casuale, ciascuna con un tempo breve. Livelli di pressione sonora (dB) nella vita quotidiana 5 – 10 Soglia di udibilità 20 Tic tac di un orologio 30 - 40 biblioteca / abitazione silenziosa 60 - 70 Conversazione / ufficio affollato 70 - 80 Traffico stradale / aspirapolvere 90 - 100 Motociclo in accelerazione LIMITE DI SOPPORTABILITA’ 100 - 110 Tromba di automobile / tessitura 110 - 120 Martello pneumatico / allarme 120 Motori e reattori al banco/discoteca in talune situazioni SOGLIA DEL DOLORE 130 Aereo a reazione al decollo 15 Da macchinari agricoli Livelli di rumore in agricoltura (esempi) Essiccatoio di cereali a cascata 93,4 dB(A) Essiccatoio di cereali a flusso incrociato 93,8 dB(A) Essiccatoio di foraggio verde 89,8 dB(A) Appiattitore per la preparazione di mangimi 92,3 dB(A) Raccoglitrice/pulitrice di luppolo 93,9 dB(A) Zona di preparazione di verdure/capannone di imballaggio 91,6 dB(A) Raccoglitrice di barbabietole 91,7 dB(A) Trattore a catene 97,5 dB(A) Impolveratrice pneumatica (trasportata manualmente) 89,4 dB(A) Segatrice a catena 103,9 dB(A) Spennatrice di tacchini 99,8 dB(A) Pollaio 94,4 dB(A) Polverizzatore per colture arboree da frutto 85-100 dB(A) Da utilizzo di trattori Trattore con falciatrice a dischi 91,1 dB(A) Trattore con imballatrice ad alta densità 96,8 dB(A) Trattore con tagliasiepi 89,6 dB(A) Trattore con polverizzatore per colture arboree da frutto 97,9 dB(A) Trattore con trinciapaglia 90,4 dB(A) Trattore con cabina 73-90 dBA Trattore senza cabina 91-99 dBA Trattore a pieno regime 105 dBA Trattore a pieno carico 120 dBA Veicolo fuoristrada 100 dBA QUADRI PATOLOGICI L’esposizione a rumore può determinare sia effetti sull’apparato uditivo che effetti extrauditivi. AZIONI SPECIFICHE SULL’APPARATO UDITIVO SPOSTAMENTI TEMPORANEI DELLA SOGLIA SPOSTAMENTI PERMANENTI DELLA SOGLIA di tipo cronico di tipo acuto AZIONI ASPECIFICHE APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO (ipertensione, ischemia miocardica) APPARATO DIGERENTE (ipercloridia, azione spastica sulla muscolatura liscia) APPARATO ENDOCRINO (aumentata increzione di ormoni corticosteroidei) APPARATO NEUROPSICHICO (quadri ansiosi con somatizzazioni, insonnia) IL NOSTRO ORECCHIO È l’insieme delle cavità scavate nello spessore della rocca petrosa. È la parte in cui si espande il nervo acustico. Vi sono contenuti gli organi della percezione uditiva e dell’equilibrio statico e dinamico. Rappresenta l’apparato di trasduzione dell’energia meccanica vibratoria dell’onda sonora, trasmessa alla finestra ovale, in energia nervosa Percepisce frequenze tra 20 Hz e 16.000 Hz Tollera meglio: - rumori continui rispetto agli impulsivi - rumori gravi rispetto a quelli acuti - rumori meno intensi DANNI UDITIVI L’azione del rumore sull’apparato uditivo può dare origine ad ipoacusie transitorie o permanenti. ANATOMIA PATOLOGICA E PATOGENESI I danni provocati da una stimolazione intensa e prolungata si localizzano alle strutture nervose dell’organo de Corti. I meccanismi non sono ancora del tutto chiari: si ritiene che lo stimolo sono possa determinare un insufficiente apporto energetico alle cellule ciliate che a sua volta sarebbe responsabile della trasformazione e scomposizione delle ciglia, della rottura della membrana cellulare, della comparsa di macrofagi, della proliferazione delle cellule di sostegno che vanno a sostituirsi alle cellule acustiche che progressivamente vengono distrutte. MECCANISMO D’AZIONE Una stimolazione rumorosa provoca tensione in una stretta zona della membrana basilare con formazione di vortici che provocano trauma dell’epitelio neurosensoriale (organo del corti). • Toni acuti = GIRO BASALE • Toni gravi = GIRO APICALE Fattori che favoriscono il danno uditivo sono : • Sostanze ototossiche • Dismetabolismi • età avanzata • vibrazioni DANNI UDITIVI SPOSTAMENTO TEMPORANEO DELLA SOGLIA UDITIVA. È la differenza in dB fra la soglia uditiva in condizioni di riposo acustico e quella registrata dopo stimolazione sonora. Fra i vari indici misurabili quello più significativo è il Temporany Threshold Shift (TTS2) o FATICA UDITIVA fisiologica che si misura dopo la fine dell’esposizione e dura 16 ore. Il TTS2 è di entità correlata con l’intensità dello stimolo ed è variabile da un sogg all’altro a parità di stimolazione acustica DANNI UDITIVI SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ PROFESSIONALE Se tra un’esposizione al rumore e quella successiva non vi è un tempo sufficiente a garantire un completo recupero della capacità uditiva, si instaura nel tempo un danno irreversibile. FORMA CRONICA FORMA ACUTA DANNI UDITIVI SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ PROFESSIONALE FORMA CRONICA L’ipoacusia professionale di tipo cronico evolve nello spazio di anni in seguito ad esposizioni prolungate a livelli sonori di varia intensità. Si instaura in maniera subdola e nel suo decorso si possono riconoscere 4 fasi: DANNI UDITIVI SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ PROFESSIONALE PRIMA FASE O DELLA FATICA UDITIVA. Coincide con i primi 10-20 gg di lavoro. Il soggetto avverte alla fine del turno di lavoro acufeni, sensazione di “orecchio pieno”, lieve cefalea, senso di intorpidimento. SECONDA FASE O DI LATENZA. La durata di tale stadio può protrarsi da pochi mesi a diversi anni in funzione dell’intensità del rumore. La sintomatologia è pressoché silente, limitata a qualche acufene intermittente. Il soggetto non avverte menomazione in quanto riesce ancora a sentire la voce (200-3000 Hz) TERZA FASE. Di solito dopo 2-3 anni dall’inizio della fase precedente. Il soggetto lamenta la perdita di una quota di udito. La voce è ancora intensa. I toni acuti sono percepiti con difficoltà, i particolari di una conversazione non vengono perfettamente intesi soprattutto in un sottofondo rumoroso. QUARTA FASE. Si manifesta con sordità conclamata con serie difficoltà nella comunicazione verbale ed acufeni. È presente sia deficit quantitativo sia alterazione qualitativa in quanto i suoni vengono percepiti, soprattutto nelle fasi iniziali in cui il danno è coclearie puro, in modo distorto e fastidioso (fenomeno del recruitment). Il tracciato audiometrico mostra innalzamento della soglia uditiva per frequenze pari a 4000-6000 Hz (frequenze industriali) DANNI UDITIVI SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ PROFESSIONALE Le caratteristiche dal danno uditivo cronico da rumore possono essere così sintetizzate: • Deficit percettivo iniziale e prevalente a 4000 Hz • Bilateralità, simmetricità in generale • Recruitment (i suoni vengono percepiti distorti e particolarmente fastidiosi sulle frequenze lese, soprattutto per frequenze ad alta intensità) • Non reversibile dopo la prima fase. DANNI UDITIVI SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ PROFESSIONALE FORMA ACUTA In genere colpisce un solo orecchio (essendo il controlaterale protetto dalla testa). Sono caratterizzate da lesioni neurosensoriali e lesioni della membrana timpanica (esplosioni). Il soggetto subito dopo il trauma lamenta dolore lacerante all’orecchio, acufeni, vertigini, senso di stordimento ed ipoacusia di grado variabile che può arrivare alla sordità completa accompagnata a sindrome vertiginosa. Questo evento è conseguente al superamento del livello critico (stimolo di 125 dB di intensità e 200 msec di durata). L’esame audiometrico può essere caratterizzato da ipoacusia di tipo misto (trasmissivo-pencettivo) o percettivo puro Gli esiti vanno dalla completa restituito ad integrum (rara) alla persistenza di postumi legali al danno delle strutture nervose. DANNI UDITIVI SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ PROFESSIONALE FORMA ACUTA Per stimolazioni intense, generalmente a rumori impulsivi (in tempi particolarmente brevi, ma mai < 200 msec) ad I > 125 dB Si instaura una lesione diretta ed immediata delle cellule nervose con: - dolore lancinante e costante ( I = 150 dB ) - vertigini e acufeni - perforazione timpanica o rottura ( I > 200 dB ) - ipoacusia neurosensoriale monolaterale Raramente si può avere guarigione, ma nella maggior parte dei casi persistono i segni di un danno nervoso (deficit recettivi zonali per le frequenze acute) IPOACUSIA Deficit più o meno marcato della funzione uditiva L’ipoacusia può essere di 3 tipi: •TRASMISSIVA. Sostenuta da alterazioni a carico delle strutture (orecchio esterno, orecchio medio, liquidi endolabirintici) deputate a trasportare l’energia meccanica vibratoria dall’ambiente esterno alle cellule ciliate dell’Organo del Corti. Il tracciato per via ossea sarà su valori normali , mentre quello della via aerea indicherà l’esistenza di una perdita di udito. •PERCETTIVA O NEUROSENSORIALE. Caratterizzata da lesioni a carico della coclea e/o del nervo acustico per cui sia la via aerea che la via ossea indicheranno valori patologici e saranno uguali e sovrapposti. •MISTO. Caratterizzata da alterazioni sia dell’apparato di trasmissione dell’energia sonora, sia di quello di trasduzione (Organo del Corti) e trasferimento nel SNC (VIII nervo cranico). La soglia per via aerea è peggiore di quella per via ossea, ma in ogni caso sono alterate entrambe. DIAGNOSI MISURA DELLA CAPACITÀ UDITIVA La capacità uditiva si valuta mediante AUDIOMETRIA TONALE LIMINARE AUDIOMETRIA: misura in decibel la perdita dell’udito UDITO NORMALE: livello sonoro soglia (livello 0), ovvero minima intensità percepibile PERDITA UDITIVA: differenza tra livello 0 ed il livello soglia dell’orecchio esaminato FREQUENZE SAGGIATE: 125, 250, 500, 1000, 2000, 3000, 4000, 6000, 8000 Hz IPOACUSIA NEUROSENSORIALE Lesione dell’orecchio interno Soglia uditiva > 25 dB Deficit della trasmissione aerea ed ossea (sovrapponibile ) Quantitativa e qualitativa ( il soggetto sente poco e male ) Interessa le frequenze acute (4000-6000 Hz) prima, e poi anche quelle gravi Bilaterale e simmetrica Irreversibile IPOACUSIA TRASMISSIVA Lesione dell’orecchio esterno e/o medio Deficit della trasmissione aerea Deficit di tipo quantitativo, ma non qualitativo GRADO DI IPOACUSIA LIEVE •soglia uditiva = 25-40 dB •incapacità a distinguere qualche fonema MODERATA •soglia uditiva = 41-70 dB •la conversazione normale è appena discriminata GRAVE •soglia uditiva = 71-90 dB •è possibile discriminare solo la voce amplificata PROFONDA •soglia uditiva = 91-120 dB •difficoltà a seguire una normale conversazione COFOSI •soglia uditiva > 120 dB AUDIOMETRIA AUDIOMETRIA AUDIOMETRIA IPOACUSIA NEUROSENSORIALE PROGRESSIVAMENTE DISCENDENTE. Può essere espressione di: ipertensione, presbiacusia, sordità familiare, sordità congenita, neoplasie e traumi cranici, cause tossiche o infettive IPOACUSIA NEUROSENSORIALE PANTONALE. Può essere espressione di: curva di comoda udibilità da simulazione, di malattia di Ménière, di sordità familiare o congenita, di malattia tossica o infettiva, di patologia disendocrina, circolatoria o neurologica IPOACUSIA NEUROSENSORIALE CON CADUTA SULLE ALTE FREQUENZE. Può essere causata da: cause professionali (trauma acustico acuto o cronico), da cause tossiche, infettive o neurologiche. IPOACUSIA NEUROSENSORIALE CON CADUTA SULLE FREQUENZE 2000-3000-4000 HZ. Può essere causata da trauma acustico cronico agente per molti anni, da presbiacusia, da patologia circolatoria, da cause neurologiche, da traumi cranici, da interventi chirurgici sul cranio, da cause familiari, tossiche o infettive. SORDITÀ PROFESSIONALE O DA TRAUMA ACUSTICO ACUTO O DA PATOLOGIA NEUROLOGICA CENTRALE O DA CAUSE TOSSICHE. TRACCIATI AUDIOMETRICI CARATTERISTICI DI TRE STADI EVOLUTIVI DEL DANNO UDITIVO DA RUMORE IPOACUSIA NEUROSENSORIALE DA TRAUMA ACUSTICO, DA CAUSE TOSSICHE, DA PATOLOGIA NEUROLOGICA CENTRALE. EFFETTI EXTRAUDITIVI A livelli superiori ai 70 dB nascono dall’interessamento della sostanza reticolare a cui giungono gli stimoli acustici prima di arrivare alla corteccia uditiva. Ne derivano 2 tipi di risposta: 1. REAZIONE DI ALLARME (transitoria) 2. REAZIONE NEUROVEGETATIVA (persiste per tutta la durata dello stimolo sonoro. Entrambe le reazioni provocano: • Tachicardia e ipertensione • Ipertono vascolare e muscolare • Disturbi dell’equilibrio • Disturbi dell’attenzione e della concentrazione • Disturbi del visus • Ipersecrezione gastrica • Iperperistalsi intestinale • Coliche gastriche • Secrezione surrenalica • Sudorazione Apparato cardiocircolatorio - aumento dei valori pressori, - angiospasmo - tachicardia, - extrasistolia, - modificazioni onde P e T e segmento S-T Apparato respiratorio - aumento della frequenza respiratoria - diminuzione del VC Apparato gastrointestinale - aumento secrezione e motilità gastrica, - ulcera peptica SNC e Psiche - insonnia, astenia, cefalea, - irritabilità, ansia, depressione - modificazioni EEG - aumento eccitabilità dei nervi motori Sistema endocrino - iperattività di ipofisi, tiroide e surrene, Sistema immunitario - riduzione capacità proliferativa dei ly. Sistema endocrino - iperattività di ipofisi, tiroide e surrene, Indici biochimici ed Umorali - aumento glicemia, cortisolemia, trigliceridemia - aumento ematico ed urinario di adrenalina e NA - aumento cortisolo e ACTH ematici e 17-OHCS urinari DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, N. 81 Testo coordinato con il Decreto Legislativo 3 agosto 2009, n. 106 TITOLO VIII CAPO II PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE DURANTE IL LAVORO Art. 188 (Definizioni) Ai fini del presente capo si intende per: a) pressione acustica di picco (ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata infrequenza «C»; b) livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): [dB(A) riferito a 20 μPa]: valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999: 1990 punto 3.6. Si riferisce a tutti i rumori sul lavoro, incluso il rumore impulsivo; c) livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,w): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque giornate lavorative di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999: 1990 punto 3.6, nota 2. Art. 189 (Valori limite di esposizione e valori di azione) I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a: a) valori limite di esposizione rispettivamente LEX = 87 dB(A) e ppeak = 200 Pa (140 dB(C) riferito a 20 μPa); b) valori superiori di azione: rispettivamente LEX = 85 dB(A) e ppeak = 140 Pa (137 dB(C) riferito a 20 μPa); c) valori inferiori di azione: rispettivamente LEX = 80 dB(A) e ppeak = 112 Pa (135 dB(C) riferito a 20 μPa). INDICAZIONI TECNICHE In base ai risultati provenienti dalla valutazione, il datore di lavoro deve mettere in atto una serie di interventi, graduati secondo il livello di rumore rilevato. Il D.Lgs 81/2008, riprende i limiti di esposizione e i valori di azione come di seguito riportati in forma sintetica: Riferimento Esposizione giornaliera (LEX,8h) pressione acustica di picco P(ppeak) valori limite di esposizione 87 dB(A) 200 Pa (=140 dB(C) riferito a 20 µPa) valori superiori di azione 85 dB(A) 140 Pa (=137 dB(C) riferito a 20 µPa) valori inferiori di azione 80 dB(A) 112 Pa (=135 dB(C) riferito a 20 µPa) VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE LEX, 8h > 87 dB(A) ppeak = 200 Pa (=140 dB(C) riferito a 20 µPa) VALORI SUPERIORI DI AZIONE LEx, 8h 80-85 dB(A) Obbligo ai rilievi ambientali; alla formazione e informazione; all’utilizzo di DPI alla sorveglianza sanitaria Obbligo ai rilievi ambientali Obbligo alla formazione e informazione ppeak = 140 Pa (=137 dB(C) riferito a 20 µPa) Obbligo sorveglianza sanitaria VALORI INFERIORI DI AZIONE LEX, 8h = 80 dB(A) Valori a cui i soggetti possono essere esposti senza che si verifichino danni uditivi ppeak = 112 Pa (=135 dB(C) riferito a 20 µPa) Alcun obbligo per il datore di lavoro Art. 190 (Valutazione del rischio) Il datore di lavoro VALUTA l'esposizione dei lavoratori al rumore durante il lavoro prendendo in considerazione in particolare: il livello, il tipo e la durata dell'esposizione i valori limite di esposizione e i valori di azione tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore, con particolare riferimento alle donne in gravidanza e i minori le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori dell'attrezzatura di lavoro in conformità alle vigenti disposizioni in materia l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l'emissione di rumore il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale, in locali di cui e' responsabile le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria; la disponibilità di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di attenuazione. L'esposizione dei lavoratori al rumore deve essere valutata secondo l’art. 190 D.Lgs 81/2008, prestando attenzione a: Lavoratori e loro esposizione compreso: • il livello, il dell'esposizione tipo e la durata • i “valori limite di esposizione” e i “valori di azione” di cui all'articolo 189 • tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore, con particolare riferimento alle donne in gravidanza e i minori • tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori derivanti da interazioni fra rumore e sostanze ototossiche (sostanze che possono nuocere al sistema uditivo) connesse con l'attività svolta, e fra rumore e vibrazioni • tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni fra rumore e segnali di avvertimento o altri suoni che vanno osservati al fine di ridurre il rischio di infortuni Informazioni e conoscenze tecniche, comprese: • le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori dell'attrezzatura di lavoro in conformità alle vigenti disposizioni in materia • l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l'emissione di rumore • il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale, in locali di cui è responsabile • le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle reperibili nella letteratura scientifica • la disponibilità di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di attenuazione. Art. 191 (Valutazione di attività a livello di esposizione molto variabile) Nel caso di attività che comportano un'elevata fluttuazione dei livelli di esposizione personale dei lavoratori, il datore di lavoro puo' attribuire a detti lavoratori un'esposizione al rumore al di sopra dei valori superiori di azione, garantendo loro le misure di prevenzione e protezione conseguenti IL RILIEVO FONOMETRICO MISURAZIONE DEL RUMORE Gli elementi che determinano la nocività di un rumore sono: LIVELLO DI PRESSIONE SONORA DURATA DELL’ESPOSIZIONE SENSIBILITÀ SOGGETTIVA DELL’ORECCHIO INTENSITÀ ED ESPOSIZIONE AL RUMORE Un esempio di Esposizione quotidiana Leq (livello acustico continuo equivalente) definito come il livello continuo con medesimo contenuto di energia, ovvero medesimo potenziale nocivo per l’udito. LEP Lex,8h (81/08) è la misura in dB(A) della dose di rumore assorbita dal lavoratore riferita ad 8 ore (turno lavorativo). (277/91) Il FONOMETRO è un misuratore di livello sonoro che, tramite un microfono ed una serie di circuiti amplificatori elettronici, trasforma il segnale acustico in segnale elettrico ed esprime il livello di rumore in dB. 98 Il FONOMETRO effettua misurazioni di Intensità compresa tra 24-140 dB e frequenze comprese tra 16-16000 Hz. Possiede filtri particolari in grado di effettuare misurazioni diverse: * A: rispondono alle alte frequenze utilizzati per misurare l’esposizione del lavoratore * C: utilizzati per misurare i livelli di picco Il fonometro va calibrato prima e dopo le misure tramite un CALIBRATORE che emette un suono puro ad una data frequenza ed intensità. Il fonometro deve essere posto a circa 1,60 m da terra, vicino al soggetto e deve essere calibrato Esistono anche dei DOSIMETRI PERSONALI (applicati sul lavoratore). E’ un sistema particolarmente indicato per lavoratori che svolgono mansioni che richiedano continui spostamenti CARATTERISTICHE DEI FONOMETRI IEC ed ISO Le normative nazionali ed internazionali in merito al rumore, definiscono i parametri minimi a cui devono rispondere gli strumenti ed i metodi di misura. Le caratteristiche degli strumenti sono state redatte dalla IEC (International Electrotechnical Commission), I metodi di misura sono stati redatti dalla ISO (International Standards Organisation). CLASSIFICAZIONE DEGLI STRUMENTI Fonometri: norme IEC 651. Suddividono i fonometri in quattro classi in funzione del loro utilizzo: T 0 da laboratorio T 1 di precisione T 2 di impiego generale T 3 di sorveglianza IEC 651 misura il livello istantaneo sonoro del rumore: non misura direttamente il Leq. Fonometri integratori: norme IEC 804. Misura e integra i vari livelli di rumorosità nel tempo di osservazione: misura il Leq CARATTERISTICHE DEI FONOMETRI Alcuni dei parametri nelle cui tolleranze devono rientrare gli strumenti, secondo le norme IEC 651, sono i seguenti: • precisione in frequenza • precisione nelle pesature A - C • dinamica delle risposte SLOW (lenta) FAST (veloce) • precisione nella risposta direzionale • stabilità nel tempo • stabilità a temperatura, umidità, vibrazioni, trasporto, campi magnetici ed elettrostatici • precisione dello strumento indicatore Calibratori: norme IEC 942. Suddividono i calibratori in due classi: G 1 da laboratorio G 2 per impiego generale Emette un suono puro ad una data frequenza ed intensità (94dB) Protezione dal vento Posizionamento a 1,5 mt dal suolo TEMPI DI RISPOSTA Tempo medio dell’integrazione esponenziale del circuito dello strumento indicatore. La IEC 651 definisce 3 tipi di risposta: ”S” (Slow o lenta) costante di tempo pari a 1 secondo ”F” (Fast o veloce) costante di tempo pari a 125 mSec ”I” (Impulse o impulsiva) costante di tempo pari a 35 mSec Leq SPL Valore medio integrato, durante un determinato periodo di tempo. Livello RMS* massimo nell’intervallo di 1 secondo (Sound Pressure Level) SEL (Sound Exposure Level) MAXL (valore massimo) MAXP Valore continuo e progressivo dell’accumulo del rumore nel tempo, secondo una integrazione lineare. Livello RMS* massimo raggiunto durante una misurazione, con la costante di tempo impostata. Livello di Picco Massimo MINL Livello RMS* minimo raggiunto durante una misurazione, con la costante di tempo impostata. INST Livello RMS* campionato in 1 secondo PEAK Livello di picco massimo in un intervallo di un secondo *RMS (Root Mean Square) valore medio tra il picco massimo e il picco minimo di un segnale nel tempo CARATTERISTICHE IMPRESCINDIBILI DI UNA BUONA RELAZIONE FONOMETRICA 1. Calibrazione prima e dopo le misure 2. Taratura periodica dell’apparecchio 3. Protezione dal vento 4. Microfono omnidirezionale 5. Posizionamento a 1,5 mt dal suolo CARATTERISTICHE IMPRESCINDIBILI DI UNA BUONA RELAZIONE FONOMETRICA 6. Scomposizione temporale delle varie esposizioni, compresi i periodi di non lavoro 7. Indicazione del Leq della singola lavorazione 8. Indicazione sull’eventuale orario straordinario 9. Chiarezza nell’attribuzione del Lex,8h al gruppo omogeneo RELAZIONE FONOMETRICA I rilevamenti fonometrici sono stati effettuati in data ___/___/_____ ed hanno interessato i locali di lavoro dello stabilimento ___________ in ottemperanza al DECRETO LEGISLATIVO n. 81 del 09 aprile 2008, titolo VIII, capo II art.187 che sostituisce il D.Lgs. 277/91. Detto capo determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi della salute e la sicurezza derivanti l’esposizione al rumore durante il lavoro e in particolare per l’udito e definisce le seguenti caratteristiche del rumore industriale: a) pressione acustica di picco (ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza "C"; b) livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): [dB(A) riferito a 20 µPa]: valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999: 1990 punto 3.6. Si riferisce a tutti i rumori sul lavoro, incluso il rumore impulsivo; c) livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,8w): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque giornate lavorative di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999: 1990 punto 3.6, nota 2. I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a: a) valori limite di esposizione rispettivamente LEX,8h = 87 dB(A) e ppeak = 200 Pa (140 dB(C) riferito a 20 µPa); b) valori superiori di azione: rispettivamente LEX,8h = 85 dB(A) e ppeak = 140 Pa (137 dB(C) riferito a 20 µPa); c) valori inferiori di azione: rispettivamente LEX,8h = 80 dB(A) e ppeak = 112 Pa (135 dB(C) riferito a 20 µPa). Per i rilievi è stato utilizzato un sistema costituito da fonometro integratore Svantek mod. Svan 945 A, matricola 8029, dotato di microfono e munito di indicatore di sovraccarico. Il set fonometrico in oggetto è stato verificato in data 30.10.2008 presso il SIT, centro di calibrazione autorizzato (v. certificato di taratura n. 21843 allegato), per quanto concerne la sua conformità alle normative IEC 804 gruppo I e IEC 651 gruppo I, (recepite in Italia come CEI EN 60651/82 e CEI EN 60804/99) come prescritto dal D.P.C.M. del 1º marzo 1991, dalla Legge quadro sull’inquinamento acustico del 1995, dal D.P.C.M. del 5 dicembre 1997. Il suddetto fonometro è in grado di misurare i livelli equivalenti sonori (Leq), con costante di risposta slow, filtro di ponderazione A, fattore di raddoppio = 3; inoltre si è provveduto al rilevamento del Lmax (il più alto livello sonoro raggiunto durante il test), della pressione acustica di picco (ppeak)intesa come valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza «C»; del Lmin (valore minimo di rumorosità). Durante le misurazioni, dopo aver identificato le sorgenti sonore, il microfono è stato posizionato ad 1,5 m dal suolo, orientato verso la sorgente di rumore, secondo le norme di buona prassi. Le misurazioni sono state effettuate in condizioni meteorologiche stabili nelle ore antimeridiane (9-11). I risultati dei principali rilievi effettuati sono di seguito riportati: Leq dB (A) SPL min SPL max ppeak dB (A) dB (A) Reparto magazzino Rumorosità residua 52,5 43,8 58 88,1 Capannone centrale Rumorosità residua 64.5 53.8 81.4 99.2 Reparto carpenteria Rumorosità residua 65.2 52.9 80.5 100,3 Reparto elettricisti Rumorosità residua 65.3 52.5 80.2 100 Reparto riparazione carrelli Rumorosità residua 62.1 51.8 82.1 98,7 CONCLUSIONI In relazione ai requisiti minimi per la protezione del lavoratore contro i rischi per la salute e la sicurezza derivati dall’esposizione a rumore industriale il D.Lgs. n. 81 del 19.04.2008 prescrive che: •nel caso in cui l’esposizione al rumore non superi il livello inferiore d’azione [cioè inferiore a 80 dB (A)], a carico del datore di lavoro non è indicato nessun obbligo di natura preventiva se non un’adeguata informazione sul rischio specifico; •nel caso in cui l’esposizione sia compresa tra 80 dB (A) e 85 dB (A) (valore superiore d’azione), il datore di lavoro è tenuto ad effettuare una specifica formazione ed informazione dei lavoratori sul rischio, a fornire i dispositivi di protezione individuale per l’udito. In questi casi la sorveglianza sanitaria viene effettuata soltanto su richiesta del lavoratore qualora il medico competente ne confermi l’opportunità; •nel caso in cui l’esposizione al rumore sia pari o al di sopra dei valori superiori d’azione [85 dB (A)], il datore di lavoro è obbligato a formare ed informare periodicamente i lavoratori esposti al rischio, controllare il corretto uso dei dispositivi di protezione individuale per l’udito, inviare i lavoratori alla sorveglianza sanitaria periodica. Tenendo conto della particolare attività dei dipendenti (impiegati nelle diverse fasi lavorative) si può affermare che la maggior parte di essi è sottoposto ad un livello di rumorosità giornaliero inferiore a 85 dB (A) per le 8 ore lavorative. Per gli addetti a__________ del reparto _______ esposti ad una rumorosità maggiore rispetto al valore superiore di azionesi rendono indispensabili tutti i mezzi di protezione ambientale-organizzativa, personale e sanitaria prevista dalla normativa vigente. Si fa presente comunque che trattandosi di attività svolta in maniera discontinua per cui non si può completamente escludere una modesta patogenicità lesiva da parte dell’ambiente sull’orecchio del dipendente. In ogni modo è sempre consigliabile far sì che tutti i dipendenti utilizzino i dispositivi personali di protezione durante le fasi lavorative più rumorose o durante la permanenza in zone altamente rumorose. Restando a Vs disposizione per ogni ulteriore chiarimento, si porgono i saluti più cordiali. Il Responsabile Art. 192 (Misure di prevenzione e protezione) Il datore di lavoro elimina i rischi alla fonte o li riduce al minimo mediante le seguenti misure: a) adozione di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione al rumore; b) scelta di attrezzature di lavoro adeguate, tenuto conto del lavoro da svolgere, che emettano il minor rumore possibile, inclusa l'eventualita' di rendere disponibili ai lavoratori attrezzature di lavoro conformi ai requisiti di cui al titolo III, il cui obiettivo o effetto e' di limitare l'esposizione al rumore; c) progettazione della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro; d) adeguata informazione e formazione sull'uso corretto delle attrezzature di lavoro in modo da ridurre al minimo la loro esposizione al rumore; e) adozione di misure tecniche per il contenimento: 1. del rumore trasmesso per via aerea, quali schermature, involucri o rivestimenti realizzati con materiali fonoassorbenti; 2. del rumore strutturale, quali sistemi di smorzamento o di isolamento; f) opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di lavoro e dei sistemi sul posto di lavoro; g) riduzione del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro attraverso la limitazione della durata e dell'intensita’ dell'esposizione e l'adozione di orari di lavoro appropriati, consufficienti periodi di riposo. Art. 192 (Misure di prevenzione e protezione) • Se a seguito della valutazione dei rischi di cui risulta che i valori inferiori di azione sono superati, il datore di lavoro elabora ed applica un programma di misure tecniche e organizzative volte a ridurre l'esposizione al rumore. • I luoghi di lavoro dove i lavoratori possono essere esposti ad un rumore al di sopra dei valori superiori di azione sono indicati da appositi segnali. Dette aree sono inoltre delimitate e l'accesso alle stesse e' limitato, ove cio' sia tecnicamente possibile e giustificato dal rischio di esposizione. • Nel caso in cui, data la natura dell'attivita', il lavoratore benefici dell'utilizzo di locali di riposo messi a disposizione dal datore di lavoro, il rumore in questi locali e' ridotto a un livello compatibile con il loro scopo e le loro condizioni di utilizzo. PREVENZIONE TECNICA 1) 2) 3) Progettazione acustica dei locali di lavoro in base a: Tipo di macchinari Sistemi di lavorazione Studio della propagazione del rumore e dei fenomeni di riflessione e riverberazione (isolamento della struttura portante dei pavimenti, delle mura e delle fondazioni con materiali fonoassorbenti ed antivibrante) PREVENZIONE TECNICA 1) 2) 3) Materiali fonoassorbenti Materiali assorbenti porosi (lana di vetro, lana minerale, fibre di legno) Pannelli vibranti (legno compensato, mansonite, materiale plastico) Materiali risonanti-assorbenti (pannelli forati con strati assorbenti) PREVENZIONE TECNICA 1) 2) Macchinari Progettazione (rumori di origine meccanica, da atrito radente e/o da attrito volvente, da vibrazioni libere e di risonanza, di origine aerodinamica Insonorizzazione del macchinario già operante - Studio fonometrico e della genesi dei rumori prodotti - Accurata manutenzione del macchinario - Rivestimento totale o parziale a mezzo di materiali fonoassorbenti e fonoisolanti (cappottature insonorizzate) PREVENZIONE TECNICA Sistemi di lavorazione - Razionalizzazione dei sistemi di lavorazione con sostituzione di quelli già in atto (es. sostituzione della chiodatura con saldatura) MISURE ORGANIZZATIVE Scopo: riduzione della durata di esposizione al rumore 1) 2) 3) 4) Turni di lavoro ridotti Avvicendamento di squadre operative Allungamento delle pause durante il turno Frazionamento settimanale dei giorni lavorativi e rimodulazione dei periodi di ferie Art. 193 (Uso dei dispositivi di protezione individuali) Il datore di lavoro nei casi in cui i rischi derivanti dal rumore non possono essere evitati con le misure di prevenzione e protezione fornisce i dispositivi di protezione individuali per l'udito ESPOSIZIONE > valori inferiori di azione 80 db(A) mette a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuale dell'udito; ESPOSIZIONE > o pari a valori superiori di azione 85 db(A) esige che i lavoratori utilizzino i dispositivi di protezione individuale dell'udito Sceglie dispositivi di protezione individuale dell'udito che consentono di eliminare il rischio per l'udito o di ridurlo al minimo, previa consultazione dei lavoratori o dei loro rappresentanti; Verifica l'efficacia dei dispositivi di protezione individuale dell'udito. In relazione al superamento di tali limiti, sono previsti i seguenti adempimenti: CONDIZIONE OBBLIGO CONSEGUENTE/PROVVEDIMENTI DA ATTUARE Il Datore di lavoro deve: Oltre gli 80 dB(A) o 135 dB(C)picco ovvero: Superamento del valore inferiore di azione: LEX,8h > 80 dB(A) ppeak > 112 Pa [137 dB(C) riferito a 20 micro Pa] • mettere a disposizione dei lavoratori i D.P.I. dell'udito, coinvolgendo i lavoratori o i loro rappresentanti • sottoporre a Sorveglianza Sanitaria a cura del Medico Competente i lavoratori se questi ne facciano espressa richiesta o se il Medico Competente ne affermi l'opportunità. Oltre gli 85 dB(A) o 137 dB(C)picco ovvero: Superamento del valore superiore di azione: Il Datore di lavoro deve: • obbligare i lavoratori ad indossare i D.P.I. LEX,8h > 85 dB(A) ppeak > 140 Pa [137 dB(C) riferito a 20 micro Pa] • sottoporre i lavoratori esposti a Sorveglianza Sanitaria a cura del Medico Competente. Oltre gli 87 dB(A) o 140 dB(C)picco Il Datore di lavoro deve: ovvero: • far cessare immediatamente l'esposizione superato il valore limite: • individuazione le misure di Prevenzione e Protezione finalizzate a riportare l'esposizione al di sotto del valore limite di esposizione ed evitare eventuali nuovi superamenti. LEX,8h= 87 dB(A) a DPI indossati ppeak= 200 Pa a DPI indossati [140 dB(C) riferito a 20 micro Pa] Art. 195 (Informazione e formazione dei lavoratori) Il datore di lavoro garantisce che i lavoratori esposti a valori uguali o superiori ai valori inferiori di azione vengano informati e formati in relazione ai rischi provenienti dall’esposizione al rumore. OBBLIGHI PER I LAVORATORI Il lavoratore DEVE impiegare con cura ed in modo adeguato i dispositivi di sicurezza e i DPI forniti D.P.I. (dispositivi di protezione individuale) • INSERTI (ovatte e filtri da introdurre nel condotto uditivo) • CUFFIE (adatte a esposizioni prolungate, più efficaci degli inserti, permettono l’ascolto della voce di conversazione) • CASCHI (indicati per attività particolarmente rumorose, ingombranti, non permettono l’ascolto della voce di conversazione) ACCORGIMENTI GENERALI PER INDOSSARE I TAPPI 1. I tappi si indossano sollevando verso l’alto il padiglione auricolare in maniera da raddrizzare il condotto acustico e favorire l’introduzione del tappo che viene spinto con una leggera manovra di avvitamento. 2. I tappi devono essere maneggiati con le mani pulite, onde evitare possibili infiammazioni o infezioni. 3. I tappi riutilizzabili devono essere tenuti sempre puliti e devono quindi essere frequentemente lavati con acqua e sapone neutro. I TAPPI AURICOLARI sono il rimedio più semplice; vanno comunque utilizzati tappi acustici prodotti appositamente allo scopo di proteggere l’udito. E’ sconsigliato l’uso di batuffoli di cotone normale, inefficaci contro il rumore. Esistono diversi tipi di tappi auricolari, i principali sono: • TAPPI MODELLABILI: si adattano facilmente a tutte le orecchie, sono in genere di spugna o materiale poroso, si modellano con le mani e sono inseriti nell’orecchio con una leggera pressione. Hanno durata limitata nel tempo. E’ importante che prima di modellare i tappi le mani siano accuratamente pulite • TAPPI SU MISURA: sono personalizzati, cioè modellati direttamente nella forma esatta dell’orecchio di ciascuna persona. Sono in genere costituiti di resine antiallergiche rigide e, tra i tappi, sono i più efficaci nel ridurre il rumore. I tappi su misura, se correttamente impiegati, garantiscono un’igiene completa; possono infatti essere lavati frequentemente con acqua e sapone senza deteriorarsi. E’ consigliabile la loro conservazione in apposite custodie o scatole. • TAPPI CON ARCHETTO: si compongono di un archetto in plastica tenuto sotto il mento o dietro la nuca, alle cui estremità si trovano due inserti in materiali soffici multistrato sagomabili multiuso. Si indossano facilmente senza dover penetrare profondamente come gli inserti e sono indicati per esposizioni non continuative al rumore. CUFFIE ANTIRUMORE Ne esistono numerosi modelli adatti ad ogni tipologia di rumore. Le cuffie sono in genere costituite da due coppe in plastica riempite di materiale poroso, collegate da una fascia regolabile per consentire una completa adattabilità all’orecchio. I cuscinetti delle coppe in materiale soffice assicurano comodità e facile impiego. L’utilizzo di una cuffia antirumore deve avvenire con gradualità. All’inizio, infatti, è consigliabile un utilizzo parziale (es. due ore al giorno per un periodo di tempo), aumentando via via la durata di utilizzo. Ciò consente un’adattabilità graduale dell’orecchio all’impiego della cuffia. Esistono numerosi tipi di cuffie, che vanno acquistate in relazione alla tipologia del rumore ambientale e al livello di rumore da abbattere (frequenze medio-alte, frequenze medio-basse, ecc.). Sia le cuffie antirumore che i tappi auricolari non devono necessariamente abbattere totalmente la rumorosità esistente, ma tali mezzi protettivi hanno lo scopo di “tagliare” la rumorosità in eccesso. E’ quindi importante orientarsi verso tipologie di cuffie o tappi appositamente progettati per i vari livelli di rumore esistente. L’uso dei mezzi personali che riducono troppo il rumore (o viceversa) alla fine risultano poco o per niente utilizzati e quindi inadatti allo scopo di protezione richiesto. CUFFIE Formati da due coppe di materiale plastico rigido rivestito internamente da sostanze fonoisolanti (acqua, aria o schiuma espansa); ricoprono interamente le orecchie e sono tenute in sede da un arco elastico Consigliate per interventi di pressione sonora tra 90 e 105 dB (A) pro: • elevata attenuazione • attenuazione selettiva • possibilità di regolazione contro: • peso • sensazione di calore • necessità di manutenzione CASCHI Costituiti in materiale fonoassorbente (cuoio, sughero, materiale plastico); alti livelli di attenuazione, riducndo l’energia sonora trasmessa anche attraverso la via ossea Consigliate per interventi di pressione sonora oltre 105 dB (A) ACCORGIMENTI GENERALI PER INDOSSARE LE CUFFIE 1. assicurarsi che non ci siano ostacoli (es. capelli) tra i cuscinetti auricolari e i padiglioni delle orecchie; 2. fare scorrere le coppe auricolari fino al punto più basso dell’archetto di sostegno; 3. mettere l’archetto di sostegno in posizione sulla testa; 4. regolare l’altezza delle coppe in plastica in modo da ottenere un adattamento preciso e confortevole sulle orecchie; 5. se si ha necessità di portare l’archetto di sostegno dietro la nuca (es. per portare contemporaneamente l’elmetto) utilizzare la fascetta in dotazione per garantire la stabilità; 6. avere cura della cuffia, sostituendo periodicamente i cuscinetti auricolari sporchi o usurati. ACCORGIMENTI GENERALI PER INDOSSARE LE CUFFIE 1. verificare al momento di indossarle che i cuscinetti aderiscano bene alle orecchie; 2. non modificare mai o manomettere in alcun modo il protettore acustico perché ciò può mettere a rischio l’udito; 3. riporre sempre la cuffia con cura e in appositi contenitori dopo l’uso; 4. sostituire la cuffia quando è troppo usurata. • Il lavoratore DEVE dare immediata segnalazione al datore di lavoro di eventuali inefficienze dei DPI nonché di altre eventuali condizioni di pericolo di cui venga a conoscenza • Il lavoratore NON DEVE rimuovere o modificare i DPI e i dispositivi di protezione predisposti e non deve compiere di propria iniziativa operazioni o manovre non di competenza che possano compromettere la protezione e la sicurezza • Il lavoratore DEVE sottoporsi ai controlli sanitari previsti nei suoi riguardi Art. 196 (Sorveglianza sanitaria) 1) Sorveglianza sanitaria preventiva 2) Sorveglianza sanitaria periodica Esecuzione di esame strumentale integrato alla visita medica (audiomentria tonale liminare)