UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PALERMO
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA
DIPARTIMENTO DI SCIENZE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE “G. D’ALESSANDRO”
SEZIONE DI MEDICINA DEL LAVORO
Dott. Guido Lacca
Specialista in Medicina del Lavoro
Dottore di Ricerca in Farmacologia e
Tossicologia Socio-Ambientale
Ricercatore Universitario – Cattedra di
Medicina del Lavoro
1
EPIDEMIOLOGIA
MALATTIE PROFESSIONALI
RENDITE DIRETTE (%)
Ipoacusie e sordità da rumore
50
Asbestosi
8
Malattie professionali Cutanee
5
Silicosi
4
Neoplasie amianto correlate
4
MP da vibrazioni
3
Asma-alveoliti
2
Non tabellate
15
Altre
9
Totale
100
Il SUONO è una perturbazione meccanica emessa da una
sorgente che si propaga in un mezzo elastico (gas,
liquido, solido) sotto forma di vibrazioni e che è in grado
di eccitare il senso dell’udito.
SORGENTE
PROPAGAZIONE
RICEVITORE
EMISSIONE, PROPAGAZIONE,
RICEZIONE DEL SUONO
• EMISSIONE: meccanismo con cui una sorgente
sonora provoca un movimento oscillatorio in un
mezzo elastico.
• PROPAGAZIONE: meccanismo con cui il
movimento è trasmesso e si propaga attraverso il
mezzo.
• RICEZIONE: meccanismo con cui il suono è
rivelato e trasformato in sensazione fisiologica
(orecchio umano) o in segnale misurabile
(strumento di misura)
Che cos’è il
RUMORE?

PERTURBAZIONE
VIBRATORIA
IN
UN
MEZZO
ELASTICO
(GENERALMENTE ARIA) ATTA A PRODURRE UNA SENSAZIONE
UDITIVA

La differenza tra rumore e suono sta nella periodicità e regolarità delle
onde sonore, essendo quelle del rumore assolutamente irregolari e non
sinusoidali.

Il rumore è:
• suono non desiderato e disturbante (def. fisiopatologica)
• segnale con connotazioni di allarme
• segnale semanticamente indifferenziato e non utile a trasmettere
informazioni
Le onde sonore si
propagano in tutte le
direzioni con
andamento circolare
SUONO PURO: suono che possiede una
sola frequenza di emissione
RUMORE A BANDA LARGA: costituito
da una miscela di numerose frequenze
RUMORE BIANCO: costituito in maniera
eguale da tutte le frequenze dell’udibile
PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL RUMORE
FREQUENZA numero di cicli al secondo. Si misura in Hertz (Hz) o
cicli/secondo
LUNGHEZZA D’ONDA (λ): distanza tra una cresta dell’onda di
compressione (o rarefazione) e la successiva. Espressa in m.
PERIODO (T): il tempo che passa tra due istanti consecutivi nei quali
si ha un massimo ed un minimo della variazione della pressione; è
quindi l’inverso della frequenza, per cui ν = 1/T.
VELOCITÀ DI PROPAGAZIONE (C) delle oscillazioni di pressione che
è data da C = λ/T = λ x ν (nell’aria è di circa 340 m/sec)
POTENZA SONORA: capacità di una sorgente di trasmettere energia
sonora – Watt
INTENSITÀ SONORA: quantità di energia trasportata dalle onde
sonore che raggiunge la membrana timpanica – W/m2
PRESSIONE ACUSTICA: variazione della pressione ambientale in
relazione alla intensità delle onde sonore – N/ m2 – Pascal (Pa)
PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL RUMORE
P
1 decibel (dB) = 20 log ______
P0
P = minima intensità rumorosa apprezzabile da un
orecchio umano sano = 20 P
P0= intensità del suono in esame
CLASSIFICAZIONE
Sotto il profilo spettrale i rumori possono essere classificati in:

CONTINUI. A banda larga

CONTINUI. A banda stretta

SEMICONTINUI.
Con
frequenza
superiore a 10/sec, con valore di
picco che supera di 20 dB il rumore di
fondo. Sono prodotti da martelli e
scalpelli pneumatici, piccole presse a
trance, macchine a pestelli.

ESPLOSIVI.
Quando
si
hanno
variazioni di livello sonoro più di 40
dB in 500msec.

IMPULSIVI. Con frequenza inferiore a
uno ogni 2 sec; i valori di picco che si
possono di media riscontrare vanno,
da 0,5 m dalla sorgente, da 100 a 140
dB, con punti di 145-150 dB per le
chiodatrici pneumatiche; mentre le
durate, in genere di alcune centinaia
di milionesimi di secondo, possono
raggiungere valore di parecchi
millesimi di secondo nel caso di
presse o magli, se si tiene conto delle
prime riflessioni che l’impulso
subisce nell’ambiente.

IMPULSIVI-RIPETITIVI. Con frequenza
superiore a 1 ogni 2 sec (prodotti di
presse, magli, trance)
CLASSIFICAZIONE
Secondo il comportamento temporale i rumori industriali possono essere:

STAZIONARI. Quando le fluttuazioni di livello sono
trascurabili (< 2.5 dB rispetto alla media)

FLUTTUANTI. In cui le variazioni sono elevate e
avvengono in modo continuo, cioè senza brusche cadute
al livello del rumore di fondo ambientale (> 2.5 dB rispetto
alla media)

INTERMITTENTI. diminuisce ed aumenta bruscamente
rispetto al valore di fondo per uno o più secondi

ALEATORI. Prodotti da un grande numero di sorgenti che
agiscono con distribuzione casuale, ciascuna con un
tempo breve.
Livelli di pressione sonora
(dB) nella vita quotidiana
5 – 10
Soglia di udibilità
20
Tic tac di un orologio
30 - 40
biblioteca / abitazione silenziosa
60 - 70
Conversazione / ufficio affollato
70 - 80
Traffico stradale / aspirapolvere
90 - 100
Motociclo in accelerazione
LIMITE DI SOPPORTABILITA’
100 - 110
Tromba di automobile / tessitura
110 - 120
Martello pneumatico / allarme
120
Motori e reattori al
banco/discoteca in talune
situazioni
SOGLIA DEL DOLORE
130
Aereo a reazione al decollo
15
Da macchinari agricoli
Livelli di rumore
in agricoltura
(esempi)
Essiccatoio di cereali a cascata
93,4 dB(A)
Essiccatoio di cereali a flusso incrociato
93,8 dB(A)
Essiccatoio di foraggio verde
89,8 dB(A)
Appiattitore per la preparazione di mangimi
92,3 dB(A)
Raccoglitrice/pulitrice di luppolo
93,9 dB(A)
Zona di preparazione di verdure/capannone di imballaggio
91,6 dB(A)
Raccoglitrice di barbabietole
91,7 dB(A)
Trattore a catene
97,5 dB(A)
Impolveratrice pneumatica (trasportata manualmente)
89,4 dB(A)
Segatrice a catena
103,9 dB(A)
Spennatrice di tacchini
99,8 dB(A)
Pollaio
94,4 dB(A)
Polverizzatore per colture arboree da frutto
85-100 dB(A)
Da utilizzo di trattori
Trattore con falciatrice a dischi
91,1 dB(A)
Trattore con imballatrice ad alta densità
96,8 dB(A)
Trattore con tagliasiepi
89,6 dB(A)
Trattore con polverizzatore per colture arboree da frutto
97,9 dB(A)
Trattore con trinciapaglia
90,4 dB(A)
Trattore con cabina
73-90 dBA
Trattore senza cabina
91-99 dBA
Trattore a pieno regime
105 dBA
Trattore a pieno carico
120 dBA
Veicolo fuoristrada
100 dBA
QUADRI PATOLOGICI
L’esposizione a rumore può determinare sia
effetti sull’apparato uditivo che effetti extrauditivi.
AZIONI
SPECIFICHE
SULL’APPARATO UDITIVO
SPOSTAMENTI TEMPORANEI
DELLA SOGLIA
SPOSTAMENTI PERMANENTI
DELLA SOGLIA
di tipo cronico
di tipo acuto
AZIONI
ASPECIFICHE
APPARATO
CARDIOCIRCOLATORIO
(ipertensione, ischemia
miocardica)
APPARATO DIGERENTE
(ipercloridia, azione spastica sulla
muscolatura liscia)
APPARATO ENDOCRINO
(aumentata increzione di ormoni
corticosteroidei)
APPARATO NEUROPSICHICO
(quadri ansiosi con somatizzazioni,
insonnia)
IL NOSTRO ORECCHIO

È l’insieme delle cavità
scavate nello spessore della
rocca petrosa.

È la parte in cui si espande il
nervo acustico.

Vi sono contenuti gli organi
della percezione uditiva e
dell’equilibrio statico e
dinamico.

Rappresenta l’apparato di
trasduzione dell’energia
meccanica vibratoria dell’onda
sonora, trasmessa alla
finestra ovale, in energia
nervosa
Percepisce frequenze tra
20 Hz e 16.000 Hz
Tollera meglio:
- rumori continui rispetto agli impulsivi
- rumori gravi rispetto a quelli acuti
- rumori meno intensi
DANNI UDITIVI
L’azione del rumore sull’apparato uditivo può
dare origine ad ipoacusie transitorie o
permanenti.
ANATOMIA PATOLOGICA E PATOGENESI
I danni provocati da una stimolazione intensa e prolungata si
localizzano alle strutture nervose dell’organo de Corti. I meccanismi
non sono ancora del tutto chiari: si ritiene che lo stimolo sono possa
determinare un insufficiente apporto energetico alle cellule ciliate che
a sua volta sarebbe responsabile della trasformazione e
scomposizione delle ciglia, della rottura della membrana cellulare,
della comparsa di macrofagi, della proliferazione delle cellule di
sostegno che vanno a sostituirsi alle cellule acustiche che
progressivamente vengono distrutte.
MECCANISMO D’AZIONE
Una stimolazione rumorosa provoca tensione in una
stretta zona della membrana basilare con formazione
di vortici che provocano trauma dell’epitelio
neurosensoriale (organo del corti).
• Toni acuti = GIRO BASALE
• Toni gravi = GIRO APICALE
Fattori che favoriscono il danno uditivo sono :
• Sostanze ototossiche
• Dismetabolismi
• età avanzata
• vibrazioni
DANNI UDITIVI
SPOSTAMENTO TEMPORANEO DELLA
SOGLIA UDITIVA.
È la differenza in dB fra la soglia uditiva in condizioni di
riposo acustico e quella registrata dopo stimolazione
sonora. Fra i vari indici misurabili quello più significativo è
il Temporany Threshold Shift (TTS2) o FATICA UDITIVA
fisiologica che si misura dopo la fine dell’esposizione e
dura 16 ore. Il TTS2 è di entità correlata con l’intensità
dello stimolo ed è variabile da un sogg all’altro a parità di
stimolazione acustica
DANNI UDITIVI
SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA
SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ
PROFESSIONALE
Se tra un’esposizione al rumore e quella successiva non vi è
un tempo sufficiente a garantire un completo recupero della
capacità uditiva, si instaura nel tempo un danno irreversibile.
FORMA
CRONICA
FORMA
ACUTA
DANNI UDITIVI
SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ PROFESSIONALE
FORMA CRONICA
L’ipoacusia professionale di tipo cronico
evolve nello spazio di anni in seguito ad
esposizioni prolungate a livelli sonori di
varia intensità.
Si instaura in maniera subdola e nel suo
decorso si possono riconoscere 4 fasi:
DANNI UDITIVI
SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ PROFESSIONALE
PRIMA FASE O DELLA FATICA UDITIVA. Coincide con i primi 10-20 gg di lavoro. Il
soggetto avverte alla fine del turno di lavoro acufeni, sensazione di “orecchio
pieno”, lieve cefalea, senso di intorpidimento.
SECONDA FASE O DI LATENZA. La durata di tale stadio può protrarsi da pochi
mesi a diversi anni in funzione dell’intensità del rumore. La sintomatologia è
pressoché silente, limitata a qualche acufene intermittente. Il soggetto non avverte
menomazione in quanto riesce ancora a sentire la voce (200-3000 Hz)
TERZA FASE. Di solito dopo 2-3 anni dall’inizio della fase precedente. Il soggetto
lamenta la perdita di una quota di udito. La voce è ancora intensa. I toni acuti sono
percepiti con difficoltà, i particolari di una conversazione non vengono
perfettamente intesi soprattutto in un sottofondo rumoroso.
QUARTA FASE. Si manifesta con sordità conclamata con serie difficoltà nella
comunicazione verbale ed acufeni. È presente sia deficit quantitativo sia
alterazione qualitativa in quanto i suoni vengono percepiti, soprattutto nelle fasi
iniziali in cui il danno è coclearie puro, in modo distorto e fastidioso (fenomeno del
recruitment). Il tracciato audiometrico mostra innalzamento della soglia uditiva per
frequenze pari a 4000-6000 Hz (frequenze industriali)
DANNI UDITIVI
SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ PROFESSIONALE
Le caratteristiche dal danno uditivo cronico da
rumore possono essere così sintetizzate:
• Deficit percettivo iniziale e prevalente a 4000
Hz
• Bilateralità, simmetricità in generale
• Recruitment (i suoni vengono percepiti distorti e
particolarmente fastidiosi sulle frequenze lese,
soprattutto per frequenze ad alta intensità)
• Non reversibile dopo la prima fase.
DANNI UDITIVI
SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ PROFESSIONALE
FORMA ACUTA
In genere colpisce un solo orecchio (essendo il controlaterale protetto dalla testa).
Sono caratterizzate da lesioni neurosensoriali e lesioni della membrana timpanica
(esplosioni).
Il soggetto subito dopo il trauma lamenta dolore lacerante all’orecchio, acufeni,
vertigini, senso di stordimento ed ipoacusia di grado variabile che può arrivare alla
sordità completa accompagnata a sindrome vertiginosa.
Questo evento è conseguente al superamento del livello critico (stimolo di 125 dB
di intensità e 200 msec di durata).
L’esame audiometrico può essere caratterizzato da ipoacusia di tipo misto
(trasmissivo-pencettivo) o percettivo puro
Gli esiti vanno dalla completa restituito ad integrum (rara) alla persistenza di
postumi legali al danno delle strutture nervose.
DANNI UDITIVI
SPOSTAMENTO PERMANENTE DELLA SOGLIA UDITIVA O SORDITÀ PROFESSIONALE
FORMA ACUTA
Per stimolazioni intense, generalmente a rumori impulsivi (in tempi
particolarmente brevi, ma mai < 200 msec) ad I > 125 dB
Si instaura una lesione diretta ed immediata delle cellule nervose con:
- dolore lancinante e costante ( I = 150 dB )
- vertigini e acufeni
- perforazione timpanica o rottura ( I > 200 dB )
- ipoacusia neurosensoriale monolaterale
Raramente si può avere guarigione, ma nella maggior
parte dei casi persistono i segni di un danno nervoso
(deficit recettivi zonali per le frequenze acute)
IPOACUSIA
Deficit più o meno marcato della funzione uditiva
L’ipoacusia può essere di 3 tipi:
•TRASMISSIVA.
Sostenuta da alterazioni a carico delle strutture
(orecchio esterno, orecchio medio, liquidi endolabirintici) deputate a
trasportare l’energia meccanica vibratoria dall’ambiente esterno alle cellule
ciliate dell’Organo del Corti. Il tracciato per via ossea sarà su valori normali
, mentre quello della via aerea indicherà l’esistenza di una perdita di udito.
•PERCETTIVA O NEUROSENSORIALE. Caratterizzata da lesioni
a carico della coclea e/o del nervo acustico per cui sia la via aerea che la
via ossea indicheranno valori patologici e saranno uguali e sovrapposti.
•MISTO.
Caratterizzata da alterazioni sia dell’apparato di trasmissione
dell’energia sonora, sia di quello di trasduzione (Organo del Corti) e
trasferimento nel SNC (VIII nervo cranico). La soglia per via aerea è
peggiore di quella per via ossea, ma in ogni caso sono alterate entrambe.
DIAGNOSI
MISURA DELLA CAPACITÀ UDITIVA
La capacità uditiva si valuta mediante
AUDIOMETRIA TONALE LIMINARE
AUDIOMETRIA: misura in decibel la perdita dell’udito
UDITO NORMALE: livello sonoro soglia (livello 0), ovvero
minima intensità percepibile
PERDITA UDITIVA: differenza tra livello 0 ed il livello soglia
dell’orecchio esaminato
FREQUENZE SAGGIATE: 125, 250, 500, 1000, 2000, 3000,
4000, 6000, 8000 Hz
IPOACUSIA NEUROSENSORIALE

Lesione dell’orecchio interno

Soglia uditiva > 25 dB

Deficit della trasmissione aerea ed ossea (sovrapponibile )

Quantitativa e qualitativa ( il soggetto sente poco e male )

Interessa le frequenze acute (4000-6000 Hz) prima, e poi anche quelle gravi

Bilaterale e simmetrica

Irreversibile
IPOACUSIA TRASMISSIVA

Lesione dell’orecchio esterno e/o medio

Deficit della trasmissione aerea

Deficit di tipo quantitativo, ma non qualitativo
GRADO DI IPOACUSIA
LIEVE
•soglia uditiva = 25-40 dB
•incapacità a distinguere qualche fonema
MODERATA
•soglia uditiva = 41-70 dB
•la conversazione normale è appena
discriminata
GRAVE
•soglia uditiva = 71-90 dB
•è possibile discriminare solo la voce
amplificata
PROFONDA
•soglia uditiva = 91-120 dB
•difficoltà a seguire una normale
conversazione
COFOSI
•soglia uditiva > 120 dB
AUDIOMETRIA
AUDIOMETRIA
AUDIOMETRIA
IPOACUSIA NEUROSENSORIALE
PROGRESSIVAMENTE DISCENDENTE.
Può essere espressione di: ipertensione, presbiacusia, sordità familiare,
sordità congenita, neoplasie e traumi cranici, cause tossiche o infettive
IPOACUSIA NEUROSENSORIALE PANTONALE.
Può essere espressione di: curva di comoda udibilità da simulazione, di
malattia di Ménière, di sordità familiare o congenita, di malattia tossica o
infettiva, di patologia disendocrina, circolatoria o neurologica
IPOACUSIA NEUROSENSORIALE CON CADUTA
SULLE ALTE FREQUENZE.
Può essere causata da: cause professionali (trauma acustico acuto o cronico),
da cause tossiche, infettive o neurologiche.
IPOACUSIA NEUROSENSORIALE CON CADUTA
SULLE FREQUENZE 2000-3000-4000 HZ.
Può essere causata da trauma acustico cronico agente per molti anni, da
presbiacusia, da patologia circolatoria, da cause neurologiche, da traumi
cranici, da interventi chirurgici sul cranio, da cause familiari, tossiche o infettive.
SORDITÀ PROFESSIONALE O DA TRAUMA
ACUSTICO ACUTO O DA PATOLOGIA
NEUROLOGICA CENTRALE O DA CAUSE
TOSSICHE.
TRACCIATI AUDIOMETRICI
CARATTERISTICI DI TRE STADI EVOLUTIVI
DEL DANNO UDITIVO DA RUMORE
IPOACUSIA NEUROSENSORIALE DA TRAUMA
ACUSTICO, DA CAUSE TOSSICHE, DA PATOLOGIA
NEUROLOGICA CENTRALE.
EFFETTI
EXTRAUDITIVI
A livelli superiori ai 70 dB nascono
dall’interessamento della sostanza reticolare
a cui giungono gli stimoli acustici prima di
arrivare alla corteccia uditiva.
Ne derivano 2 tipi di risposta:
1. REAZIONE DI ALLARME (transitoria)
2. REAZIONE NEUROVEGETATIVA (persiste per
tutta la durata dello stimolo sonoro.
Entrambe le reazioni provocano:
•
Tachicardia e ipertensione
•
Ipertono vascolare e muscolare
•
Disturbi dell’equilibrio
•
Disturbi dell’attenzione e della concentrazione
•
Disturbi del visus
•
Ipersecrezione gastrica
•
Iperperistalsi intestinale
•
Coliche gastriche
•
Secrezione surrenalica
•
Sudorazione
Apparato cardiocircolatorio
- aumento dei valori pressori,
- angiospasmo
- tachicardia,
- extrasistolia,
- modificazioni onde P e T e segmento S-T
Apparato respiratorio
- aumento della frequenza respiratoria
- diminuzione del VC
Apparato gastrointestinale
- aumento secrezione e motilità gastrica,
- ulcera peptica
SNC e Psiche
- insonnia, astenia, cefalea,
- irritabilità, ansia, depressione
- modificazioni EEG
- aumento eccitabilità dei nervi motori
Sistema endocrino
- iperattività di ipofisi, tiroide e surrene,
Sistema immunitario
- riduzione capacità proliferativa dei ly.
Sistema endocrino
- iperattività di ipofisi, tiroide e surrene,
Indici biochimici ed Umorali
- aumento glicemia, cortisolemia, trigliceridemia
- aumento ematico ed urinario di adrenalina e NA
- aumento cortisolo e ACTH ematici e 17-OHCS urinari
DECRETO LEGISLATIVO
9 APRILE 2008, N. 81
Testo coordinato con il Decreto
Legislativo 3 agosto 2009, n. 106
TITOLO VIII
CAPO II
PROTEZIONE DEI LAVORATORI
CONTRO I RISCHI DI ESPOSIZIONE
AL RUMORE DURANTE IL LAVORO
Art. 188
(Definizioni)
Ai fini del presente capo si intende per:
a) pressione acustica di picco (ppeak): valore massimo della
pressione acustica istantanea ponderata infrequenza «C»;
b) livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): [dB(A) riferito
a 20 μPa]: valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli
di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di
otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999: 1990 punto
3.6. Si riferisce a tutti i rumori sul lavoro, incluso il rumore
impulsivo;
c) livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,w): valore medio,
ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione
giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque giornate
lavorative di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999:
1990 punto 3.6, nota 2.
Art. 189
(Valori limite di esposizione e valori di azione)
I valori limite di esposizione e i valori di azione, in
relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e
alla pressione acustica di picco, sono fissati a:
a)
valori limite di esposizione rispettivamente LEX = 87
dB(A) e ppeak = 200 Pa (140 dB(C) riferito a 20 μPa);
b)
valori superiori di azione: rispettivamente LEX = 85
dB(A) e ppeak = 140 Pa (137 dB(C) riferito a 20 μPa);
c)
valori inferiori di azione: rispettivamente LEX = 80
dB(A) e ppeak = 112 Pa (135 dB(C) riferito a 20 μPa).
INDICAZIONI TECNICHE
In base ai risultati provenienti dalla valutazione, il datore di lavoro deve mettere in atto
una serie di interventi, graduati secondo il livello di rumore rilevato.
Il D.Lgs 81/2008, riprende i limiti di esposizione e i valori di azione come di seguito
riportati in forma sintetica:
Riferimento
Esposizione
giornaliera
(LEX,8h)
pressione acustica di picco
P(ppeak)
valori limite di esposizione
87 dB(A)
200 Pa (=140 dB(C) riferito a 20 µPa)
valori superiori di azione
85 dB(A)
140 Pa (=137 dB(C) riferito a 20 µPa)
valori inferiori di azione
80 dB(A)
112 Pa (=135 dB(C) riferito a 20 µPa)
VALORI LIMITE DI
ESPOSIZIONE
LEX, 8h > 87 dB(A)
ppeak = 200 Pa (=140 dB(C) riferito a 20 µPa)
VALORI SUPERIORI DI
AZIONE
LEx, 8h 80-85 dB(A)
Obbligo ai rilievi ambientali;
alla formazione e informazione;
all’utilizzo di DPI
alla sorveglianza sanitaria
Obbligo ai rilievi ambientali
Obbligo alla formazione e
informazione
ppeak = 140 Pa (=137 dB(C) riferito a 20 µPa) Obbligo sorveglianza sanitaria
VALORI INFERIORI DI
AZIONE
LEX, 8h = 80 dB(A)
Valori a cui i soggetti possono essere
esposti senza che si verifichino danni
uditivi
ppeak = 112 Pa (=135 dB(C) riferito a 20 µPa)
Alcun obbligo per il datore di lavoro
Art. 190
(Valutazione del rischio)
Il datore di lavoro VALUTA l'esposizione dei lavoratori al rumore durante il
lavoro prendendo in considerazione in particolare:
il livello, il tipo e la durata dell'esposizione
i valori limite di esposizione e i valori di azione
tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente
sensibili al rumore, con particolare riferimento alle donne in gravidanza e i
minori
le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori
dell'attrezzatura di lavoro in conformità alle vigenti disposizioni in materia
l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre
l'emissione di rumore
il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di
lavoro normale, in locali di cui e' responsabile
le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria;
la disponibilità di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate
caratteristiche di attenuazione.
L'esposizione dei lavoratori al rumore deve essere valutata secondo l’art. 190
D.Lgs 81/2008, prestando attenzione a:
Lavoratori e loro esposizione compreso:
• il
livello,
il
dell'esposizione
tipo
e
la
durata
• i “valori limite di esposizione” e i “valori
di azione” di cui all'articolo 189
• tutti gli effetti sulla salute e sulla
sicurezza dei lavoratori particolarmente
sensibili al rumore, con particolare
riferimento alle donne in gravidanza e i
minori
• tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei
lavoratori derivanti da interazioni fra
rumore e sostanze ototossiche (sostanze
che possono nuocere al sistema uditivo)
connesse con l'attività svolta, e fra
rumore e vibrazioni
• tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla
sicurezza dei lavoratori risultanti da
interazioni fra rumore e segnali di
avvertimento o altri suoni che vanno
osservati al fine di ridurre il rischio di
infortuni
Informazioni e conoscenze tecniche,
comprese:
• le informazioni sull'emissione di rumore
fornite dai costruttori dell'attrezzatura di
lavoro
in
conformità
alle
vigenti
disposizioni in materia
• l'esistenza di attrezzature di lavoro
alternative
progettate
per
ridurre
l'emissione di rumore
• il
prolungamento
del
periodo
di
esposizione al rumore oltre l'orario di
lavoro normale, in locali di cui è
responsabile
• le informazioni raccolte dalla sorveglianza
sanitaria, comprese, per quanto possibile,
quelle
reperibili
nella
letteratura
scientifica
• la disponibilità di dispositivi di protezione
dell'udito con adeguate caratteristiche di
attenuazione.
Art. 191
(Valutazione di attività a livello di esposizione
molto variabile)
Nel caso di attività che comportano un'elevata
fluttuazione dei livelli di esposizione personale
dei lavoratori, il datore di lavoro puo' attribuire a
detti lavoratori un'esposizione al rumore al di
sopra dei valori superiori di azione, garantendo
loro le misure di prevenzione e protezione
conseguenti
IL RILIEVO FONOMETRICO
MISURAZIONE DEL RUMORE
Gli elementi che determinano la nocività di un rumore sono:
LIVELLO DI PRESSIONE
SONORA
DURATA DELL’ESPOSIZIONE
SENSIBILITÀ SOGGETTIVA
DELL’ORECCHIO
INTENSITÀ ED ESPOSIZIONE AL RUMORE
Un esempio di Esposizione quotidiana
Leq
(livello acustico continuo
equivalente) definito come il livello
continuo con medesimo contenuto
di
energia,
ovvero
medesimo
potenziale nocivo per l’udito.
LEP
Lex,8h (81/08) è la misura in
dB(A) della dose di rumore assorbita
dal lavoratore riferita ad 8 ore (turno
lavorativo).
(277/91)
Il FONOMETRO
è un misuratore di livello
sonoro che, tramite un
microfono ed una serie di
circuiti amplificatori elettronici,
trasforma il segnale acustico
in segnale elettrico ed esprime
il livello di rumore in dB.
98

Il FONOMETRO effettua misurazioni di Intensità
compresa tra 24-140 dB e frequenze comprese tra
16-16000 Hz.

Possiede filtri particolari in grado di effettuare
misurazioni diverse:
* A: rispondono alle alte frequenze utilizzati per
misurare l’esposizione del lavoratore
* C: utilizzati per misurare i livelli di picco

Il fonometro va calibrato prima e dopo le misure
tramite un CALIBRATORE che emette un suono
puro ad una data frequenza ed intensità.

Il fonometro deve essere posto a circa 1,60 m da
terra, vicino al soggetto e deve essere calibrato

Esistono anche dei DOSIMETRI PERSONALI
(applicati
sul
lavoratore).
E’ un
sistema
particolarmente indicato per lavoratori che
svolgono mansioni che richiedano continui
spostamenti
CARATTERISTICHE DEI FONOMETRI
IEC ed ISO
Le normative nazionali ed internazionali in
merito al rumore, definiscono i parametri minimi
a cui devono rispondere gli strumenti ed i
metodi di misura.
Le caratteristiche degli strumenti sono state
redatte dalla IEC (International Electrotechnical
Commission),
I metodi di misura sono stati redatti dalla ISO
(International Standards Organisation).
CLASSIFICAZIONE DEGLI STRUMENTI
Fonometri: norme IEC 651.
Suddividono i fonometri in quattro classi in
funzione del loro utilizzo:
T 0 da laboratorio
T 1 di precisione
T 2 di impiego generale
T 3 di sorveglianza
IEC 651 misura il livello istantaneo sonoro del
rumore: non misura direttamente il Leq.
Fonometri integratori: norme IEC 804.
Misura e integra i vari livelli di rumorosità nel
tempo di osservazione: misura il Leq
CARATTERISTICHE DEI FONOMETRI
Alcuni dei parametri nelle cui tolleranze
devono rientrare gli strumenti, secondo le
norme IEC 651, sono i seguenti:
• precisione in frequenza
• precisione nelle pesature A - C
• dinamica delle risposte SLOW
(lenta) FAST (veloce)
• precisione nella risposta
direzionale
• stabilità nel tempo
• stabilità a temperatura, umidità,
vibrazioni, trasporto, campi
magnetici ed elettrostatici
• precisione dello strumento
indicatore
Calibratori: norme IEC 942.
Suddividono i calibratori in
due classi:
G 1 da laboratorio
G 2 per impiego generale
Emette un suono puro ad
una data frequenza ed
intensità (94dB)
Protezione dal vento
Posizionamento a 1,5
mt dal suolo
TEMPI DI RISPOSTA
Tempo medio dell’integrazione esponenziale del
circuito dello strumento indicatore.
La IEC 651 definisce 3 tipi di risposta:



”S” (Slow o lenta) costante di tempo pari
a 1 secondo
”F” (Fast o veloce) costante di tempo pari
a 125 mSec
”I” (Impulse o impulsiva) costante di
tempo pari a 35 mSec
Leq
SPL
Valore medio integrato, durante un determinato
periodo di tempo.
Livello RMS* massimo nell’intervallo di 1 secondo
(Sound Pressure Level)
SEL
(Sound Exposure Level)
MAXL
(valore massimo)
MAXP
Valore continuo e progressivo dell’accumulo del
rumore nel tempo, secondo una integrazione
lineare.
Livello RMS* massimo raggiunto durante una
misurazione, con la costante di tempo impostata.
Livello di Picco Massimo
MINL
Livello RMS* minimo raggiunto durante una
misurazione, con la costante di tempo impostata.
INST
Livello RMS* campionato in 1 secondo
PEAK
Livello di picco massimo in un intervallo di un
secondo
*RMS (Root Mean Square) valore medio tra il picco massimo e il picco minimo di un segnale nel tempo
CARATTERISTICHE IMPRESCINDIBILI DI
UNA BUONA RELAZIONE FONOMETRICA
1. Calibrazione prima e dopo le misure
2. Taratura periodica dell’apparecchio
3. Protezione dal vento
4. Microfono omnidirezionale
5. Posizionamento a 1,5 mt dal suolo
CARATTERISTICHE IMPRESCINDIBILI DI
UNA BUONA RELAZIONE FONOMETRICA
6. Scomposizione temporale delle varie
esposizioni, compresi i periodi di non
lavoro
7. Indicazione del Leq della singola
lavorazione
8. Indicazione sull’eventuale orario
straordinario
9. Chiarezza nell’attribuzione del Lex,8h al
gruppo omogeneo
RELAZIONE FONOMETRICA
I rilevamenti fonometrici sono stati effettuati in data ___/___/_____ ed hanno interessato i
locali di lavoro dello stabilimento ___________ in ottemperanza al DECRETO
LEGISLATIVO n. 81 del 09 aprile 2008, titolo VIII, capo II art.187 che sostituisce il D.Lgs.
277/91.
Detto capo determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi della
salute e la sicurezza derivanti l’esposizione al rumore durante il lavoro e in particolare per
l’udito e definisce le seguenti caratteristiche del rumore industriale:
a) pressione acustica di picco (ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea
ponderata in frequenza "C";
b) livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): [dB(A) riferito a 20 µPa]: valore
medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una
giornata lavorativa nominale di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999:
1990 punto 3.6. Si riferisce a tutti i rumori sul lavoro, incluso il rumore impulsivo;
c) livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,8w): valore medio, ponderato in
funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana
nominale di cinque giornate lavorative di otto ore, definito dalla norma internazionale
ISO 1999: 1990 punto 3.6, nota 2.
I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione
giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a:
a) valori limite di esposizione rispettivamente LEX,8h = 87 dB(A) e ppeak = 200 Pa (140
dB(C) riferito a 20 µPa);
b) valori superiori di azione: rispettivamente LEX,8h = 85 dB(A) e ppeak = 140 Pa (137
dB(C) riferito a 20 µPa);
c) valori inferiori di azione: rispettivamente LEX,8h = 80 dB(A) e ppeak = 112 Pa (135
dB(C) riferito a 20 µPa).
Per i rilievi è stato utilizzato un sistema costituito da fonometro integratore Svantek mod.
Svan 945 A, matricola 8029, dotato di microfono e munito di indicatore di sovraccarico.
Il set fonometrico in oggetto è stato verificato in data 30.10.2008 presso il SIT, centro di
calibrazione autorizzato (v. certificato di taratura n. 21843 allegato), per quanto concerne
la sua conformità alle normative IEC 804 gruppo I e IEC 651 gruppo I, (recepite in Italia
come CEI EN 60651/82 e CEI EN 60804/99) come prescritto dal D.P.C.M. del 1º marzo
1991, dalla Legge quadro sull’inquinamento acustico del 1995, dal D.P.C.M. del 5 dicembre
1997.
Il suddetto fonometro è in grado di misurare i livelli equivalenti sonori (Leq), con costante
di risposta slow, filtro di ponderazione A, fattore di raddoppio = 3; inoltre si è provveduto
al rilevamento del Lmax (il più alto livello sonoro raggiunto durante il test), della pressione
acustica di picco (ppeak)intesa come valore massimo della pressione acustica istantanea
ponderata in frequenza «C»; del Lmin (valore minimo di rumorosità).
Durante le misurazioni, dopo aver identificato le sorgenti sonore, il microfono è stato
posizionato ad 1,5 m dal suolo, orientato verso la sorgente di rumore, secondo le norme di
buona prassi.
Le misurazioni sono state effettuate in condizioni meteorologiche stabili nelle ore
antimeridiane (9-11).
I risultati dei principali rilievi effettuati sono di seguito riportati:
Leq
dB (A)
SPL min SPL max ppeak
dB (A)
dB (A)
Reparto magazzino
Rumorosità residua
52,5
43,8
58
88,1
Capannone centrale
Rumorosità residua
64.5
53.8
81.4
99.2
Reparto carpenteria
Rumorosità residua
65.2
52.9
80.5
100,3
Reparto elettricisti
Rumorosità residua
65.3
52.5
80.2
100
Reparto riparazione carrelli
Rumorosità residua
62.1
51.8
82.1
98,7
CONCLUSIONI
In relazione ai requisiti minimi per la protezione del lavoratore contro i rischi per la salute
e la sicurezza derivati dall’esposizione a rumore industriale il D.Lgs. n. 81 del 19.04.2008
prescrive che:
•nel caso in cui l’esposizione al rumore non superi il livello inferiore d’azione [cioè
inferiore a 80 dB (A)], a carico del datore di lavoro non è indicato nessun obbligo di
natura preventiva se non un’adeguata informazione sul rischio specifico;
•nel caso in cui l’esposizione sia compresa tra 80 dB (A) e 85 dB (A) (valore superiore
d’azione), il datore di lavoro è tenuto ad effettuare una specifica formazione ed
informazione dei lavoratori sul rischio, a fornire i dispositivi di protezione individuale
per l’udito. In questi casi la sorveglianza sanitaria viene effettuata soltanto su richiesta
del lavoratore qualora il medico competente ne confermi l’opportunità;
•nel caso in cui l’esposizione al rumore sia pari o al di sopra dei valori superiori d’azione
[85 dB (A)], il datore di lavoro è obbligato a formare ed informare periodicamente i
lavoratori esposti al rischio, controllare il corretto uso dei dispositivi di protezione
individuale per l’udito, inviare i lavoratori alla sorveglianza sanitaria periodica.
Tenendo conto della particolare attività dei dipendenti (impiegati nelle diverse fasi
lavorative) si può affermare che la maggior parte di essi è sottoposto ad un livello di
rumorosità giornaliero inferiore a 85 dB (A) per le 8 ore lavorative.
Per gli addetti a__________ del reparto _______ esposti ad una rumorosità maggiore
rispetto al valore superiore di azionesi rendono indispensabili tutti i mezzi di protezione
ambientale-organizzativa, personale e sanitaria prevista dalla normativa vigente.
Si fa presente comunque che trattandosi di attività svolta in maniera discontinua per cui
non si può completamente escludere una modesta patogenicità lesiva da parte
dell’ambiente sull’orecchio del dipendente. In ogni modo è sempre consigliabile far sì che
tutti i dipendenti utilizzino i dispositivi personali di protezione durante le fasi lavorative
più rumorose o durante la permanenza in zone altamente rumorose.
Restando a Vs disposizione per ogni ulteriore chiarimento, si porgono i saluti più cordiali.
Il Responsabile
Art. 192
(Misure di prevenzione e protezione)
Il datore di lavoro elimina i rischi alla fonte o li riduce al minimo mediante le
seguenti misure:
a) adozione di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione al rumore;
b) scelta di attrezzature di lavoro adeguate, tenuto conto del lavoro da svolgere, che emettano il
minor rumore possibile, inclusa l'eventualita' di rendere disponibili ai lavoratori attrezzature di
lavoro conformi ai requisiti di cui al titolo III, il cui obiettivo o effetto e' di limitare l'esposizione al
rumore;
c) progettazione della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro;
d) adeguata informazione e formazione sull'uso corretto delle attrezzature di lavoro in modo da
ridurre al minimo la loro esposizione al rumore;
e) adozione di misure tecniche per il contenimento:
1. del rumore trasmesso per via aerea, quali schermature, involucri o rivestimenti realizzati
con materiali fonoassorbenti;
2. del rumore strutturale, quali sistemi di smorzamento o di isolamento;
f) opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di lavoro e dei
sistemi sul posto di lavoro;
g) riduzione del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro attraverso la limitazione
della durata e dell'intensita’ dell'esposizione e l'adozione di orari di lavoro appropriati,
consufficienti periodi di riposo.
Art. 192
(Misure di prevenzione e protezione)
• Se a seguito della valutazione dei rischi di cui risulta che i valori inferiori di
azione sono superati, il datore di lavoro elabora ed applica un programma di
misure tecniche e organizzative volte a ridurre l'esposizione al rumore.
• I luoghi di lavoro dove i lavoratori possono essere esposti ad un rumore al
di sopra dei valori superiori di azione sono indicati da appositi segnali. Dette
aree sono inoltre delimitate e l'accesso alle stesse e' limitato, ove cio' sia
tecnicamente possibile e giustificato dal rischio di esposizione.
• Nel caso in cui, data la natura dell'attivita', il lavoratore benefici dell'utilizzo
di locali di riposo messi a disposizione dal datore di lavoro, il rumore in
questi locali e' ridotto a un livello compatibile con il loro scopo e le loro
condizioni di utilizzo.
PREVENZIONE TECNICA
1)
2)
3)
Progettazione acustica dei locali di lavoro
in base a:
Tipo di macchinari
Sistemi di lavorazione
Studio della propagazione del rumore e dei
fenomeni di riflessione e riverberazione
(isolamento della struttura portante dei
pavimenti, delle mura e delle fondazioni
con materiali fonoassorbenti ed
antivibrante)
PREVENZIONE TECNICA
1)
2)
3)
Materiali fonoassorbenti
Materiali assorbenti porosi (lana di vetro,
lana minerale, fibre di legno)
Pannelli vibranti (legno compensato,
mansonite, materiale plastico)
Materiali risonanti-assorbenti (pannelli
forati con strati assorbenti)
PREVENZIONE TECNICA
1)
2)
Macchinari
Progettazione (rumori di origine meccanica, da
atrito radente e/o da attrito volvente, da vibrazioni
libere e di risonanza, di origine aerodinamica
Insonorizzazione del macchinario già operante
- Studio fonometrico e della genesi dei rumori
prodotti
- Accurata manutenzione del macchinario
- Rivestimento totale o parziale a mezzo di
materiali
fonoassorbenti
e
fonoisolanti
(cappottature insonorizzate)
PREVENZIONE TECNICA
Sistemi di lavorazione
- Razionalizzazione dei sistemi di lavorazione con
sostituzione di quelli già in atto (es. sostituzione della
chiodatura con saldatura)
MISURE ORGANIZZATIVE
Scopo: riduzione della durata di esposizione al
rumore
1)
2)
3)
4)
Turni di lavoro ridotti
Avvicendamento di squadre operative
Allungamento delle pause durante il turno
Frazionamento settimanale dei giorni lavorativi e
rimodulazione dei periodi di ferie
Art. 193
(Uso dei dispositivi di protezione individuali)
Il datore di lavoro nei casi in cui i rischi derivanti dal rumore non possono
essere evitati con le misure di prevenzione e protezione fornisce i dispositivi di
protezione individuali per l'udito
ESPOSIZIONE > valori inferiori di azione 80 db(A)
mette a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuale
dell'udito;
ESPOSIZIONE > o pari a valori superiori di azione 85 db(A)
esige che i lavoratori utilizzino i dispositivi di protezione individuale dell'udito
Sceglie dispositivi di protezione individuale dell'udito che consentono di
eliminare il rischio per l'udito o di ridurlo al minimo, previa consultazione
dei lavoratori o dei loro rappresentanti;
Verifica l'efficacia dei dispositivi di protezione individuale dell'udito.
In relazione al superamento di tali limiti, sono previsti i seguenti adempimenti:
CONDIZIONE
OBBLIGO CONSEGUENTE/PROVVEDIMENTI DA ATTUARE
Il Datore di lavoro deve:
Oltre gli 80 dB(A) o 135 dB(C)picco
ovvero:
Superamento del valore inferiore di azione:
LEX,8h > 80 dB(A)
ppeak > 112 Pa
[137 dB(C) riferito a
20 micro Pa]
• mettere a disposizione dei lavoratori i D.P.I. dell'udito, coinvolgendo i lavoratori o i loro rappresentanti
• sottoporre a Sorveglianza Sanitaria a cura del Medico
Competente i lavoratori se questi ne facciano
espressa richiesta o se il Medico Competente ne
affermi l'opportunità.
Oltre gli 85 dB(A) o 137 dB(C)picco
ovvero:
Superamento del valore superiore di azione:
Il Datore di lavoro deve:
• obbligare i lavoratori ad indossare i D.P.I.
LEX,8h > 85 dB(A)
ppeak > 140 Pa
[137 dB(C) riferito a
20 micro Pa]
• sottoporre i lavoratori esposti a Sorveglianza Sanitaria a cura del Medico Competente.
Oltre gli 87 dB(A) o 140 dB(C)picco
Il Datore di lavoro deve:
ovvero:
• far cessare immediatamente l'esposizione
superato il valore limite:
• individuazione le misure di Prevenzione e Protezione
finalizzate a riportare l'esposizione al di sotto del
valore limite di esposizione ed evitare eventuali nuovi
superamenti.
LEX,8h= 87 dB(A) a DPI indossati
ppeak= 200 Pa a DPI indossati
[140 dB(C) riferito a
20 micro Pa]
Art. 195
(Informazione e formazione dei lavoratori)
Il datore di lavoro garantisce che i lavoratori esposti a
valori uguali o superiori ai valori inferiori di azione
vengano informati e formati in relazione ai rischi
provenienti dall’esposizione al rumore.
OBBLIGHI PER I LAVORATORI
Il lavoratore DEVE impiegare con cura ed in modo
adeguato i dispositivi di sicurezza e i DPI forniti
D.P.I.
(dispositivi di protezione individuale)
• INSERTI (ovatte e filtri da introdurre
nel condotto uditivo)
• CUFFIE
(adatte
a
esposizioni
prolungate, più efficaci degli inserti,
permettono l’ascolto della voce di
conversazione)
• CASCHI
(indicati
per
attività
particolarmente
rumorose,
ingombranti, non permettono l’ascolto
della voce di conversazione)
ACCORGIMENTI GENERALI PER INDOSSARE I TAPPI
1. I tappi si indossano sollevando verso l’alto il padiglione
auricolare in maniera da raddrizzare il condotto acustico e
favorire l’introduzione del tappo che viene spinto con una
leggera manovra di avvitamento.
2. I tappi devono essere maneggiati con le mani pulite, onde
evitare possibili infiammazioni o infezioni.
3. I tappi riutilizzabili devono essere tenuti sempre puliti e
devono quindi essere frequentemente lavati con acqua e
sapone neutro.
I
TAPPI AURICOLARI sono il rimedio più semplice; vanno comunque utilizzati
tappi acustici prodotti appositamente allo scopo di proteggere l’udito. E’ sconsigliato l’uso
di batuffoli di cotone normale, inefficaci contro il rumore.
Esistono diversi tipi di tappi auricolari, i principali sono:
• TAPPI MODELLABILI: si adattano facilmente a tutte le orecchie, sono in
genere di spugna o materiale poroso, si modellano con le mani e sono
inseriti nell’orecchio con una leggera pressione. Hanno durata limitata
nel tempo. E’ importante che prima di modellare i tappi le mani siano
accuratamente pulite
• TAPPI SU MISURA: sono personalizzati, cioè modellati direttamente nella
forma esatta dell’orecchio di ciascuna persona. Sono in genere costituiti
di resine antiallergiche rigide e, tra i tappi, sono i più efficaci nel ridurre
il rumore. I tappi su misura, se correttamente impiegati, garantiscono
un’igiene completa; possono infatti essere lavati frequentemente con
acqua e sapone senza deteriorarsi. E’ consigliabile la loro conservazione
in apposite custodie o scatole.
• TAPPI CON ARCHETTO: si compongono di un archetto in plastica tenuto
sotto il mento o dietro la nuca, alle cui estremità si trovano due inserti in
materiali soffici multistrato sagomabili multiuso. Si indossano facilmente
senza dover penetrare profondamente come gli inserti e sono indicati
per esposizioni non continuative al rumore.
CUFFIE ANTIRUMORE
Ne esistono numerosi modelli adatti ad ogni tipologia di rumore.
Le cuffie sono in genere costituite da due coppe in plastica
riempite di materiale poroso, collegate da una fascia regolabile
per consentire una completa adattabilità all’orecchio.
I cuscinetti delle coppe in materiale soffice assicurano comodità e facile impiego.
L’utilizzo di una cuffia antirumore deve avvenire con gradualità. All’inizio, infatti, è
consigliabile un utilizzo parziale (es. due ore al giorno per un periodo di tempo),
aumentando via via la durata di utilizzo.
Ciò consente un’adattabilità graduale dell’orecchio all’impiego della cuffia.
Esistono numerosi tipi di cuffie, che vanno acquistate in relazione alla tipologia
del rumore ambientale e al livello di rumore da abbattere (frequenze medio-alte,
frequenze medio-basse, ecc.).
Sia le cuffie antirumore che i tappi auricolari non devono necessariamente
abbattere totalmente la rumorosità esistente, ma tali mezzi protettivi hanno lo
scopo di “tagliare” la rumorosità in eccesso. E’ quindi importante orientarsi verso
tipologie di cuffie o tappi appositamente progettati per i vari livelli di rumore
esistente.
L’uso dei mezzi personali che riducono troppo il rumore (o viceversa) alla fine
risultano poco o per niente utilizzati e quindi inadatti allo scopo di protezione
richiesto.
CUFFIE
Formati da due coppe di materiale plastico rigido rivestito
internamente da sostanze fonoisolanti (acqua, aria o
schiuma espansa); ricoprono interamente le orecchie e
sono tenute in sede da un arco elastico
Consigliate per interventi di pressione sonora tra 90 e 105
dB (A)
pro:
• elevata attenuazione
• attenuazione selettiva
• possibilità di regolazione
contro:
• peso
• sensazione di calore
• necessità di manutenzione
CASCHI
Costituiti in materiale fonoassorbente (cuoio,
sughero, materiale plastico); alti livelli di
attenuazione, riducndo l’energia sonora trasmessa
anche attraverso la via ossea
Consigliate per interventi di pressione sonora oltre
105 dB (A)
ACCORGIMENTI GENERALI PER
INDOSSARE LE CUFFIE
1. assicurarsi che non ci siano ostacoli (es.
capelli) tra i cuscinetti auricolari e i padiglioni
delle orecchie;
2. fare scorrere le coppe auricolari fino al punto
più basso dell’archetto di sostegno;
3. mettere l’archetto di sostegno in posizione sulla
testa;
4. regolare l’altezza delle coppe in plastica in
modo da ottenere un adattamento preciso e
confortevole sulle orecchie;
5. se si ha necessità di portare l’archetto di
sostegno dietro la nuca (es. per portare
contemporaneamente l’elmetto) utilizzare la
fascetta in dotazione per garantire la stabilità;
6. avere
cura
della
cuffia,
sostituendo
periodicamente i cuscinetti auricolari sporchi o
usurati.
ACCORGIMENTI GENERALI
PER INDOSSARE LE CUFFIE
1. verificare al momento di indossarle che
i cuscinetti aderiscano bene alle
orecchie;
2. non modificare mai o manomettere in
alcun modo il protettore acustico
perché ciò può mettere a rischio
l’udito;
3. riporre sempre la cuffia con cura e in
appositi contenitori dopo l’uso;
4. sostituire la cuffia quando è troppo
usurata.
• Il lavoratore DEVE dare immediata segnalazione al
datore di lavoro di eventuali inefficienze dei DPI nonché
di altre eventuali condizioni di pericolo di cui venga a
conoscenza
• Il lavoratore NON DEVE rimuovere o modificare i DPI e i
dispositivi di protezione predisposti e non deve
compiere di propria iniziativa operazioni o manovre non
di competenza che possano compromettere la
protezione e la sicurezza
• Il lavoratore DEVE sottoporsi ai controlli sanitari
previsti nei suoi riguardi
Art. 196
(Sorveglianza sanitaria)
1) Sorveglianza sanitaria preventiva
2) Sorveglianza sanitaria periodica
Esecuzione di esame strumentale
integrato alla visita medica
(audiomentria tonale liminare)
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mdl rumore