Noi dell’Aids EDITORIALE di Fiore Crespi presidente nazionale Anlaids Newsletter d’informazione dell’Associazione nazionale per la lotta contro l’Aids numero 15 • maggio 2010 - per ricevere la newsletter, inviare una mail a: [email protected] P REVENZIONE - DI G IULIO M ARIA C ORBELLI , UFFICIO STAMPA A NLAIDS Dall’alone viola alla sitcom: come cambia il linguaggio della prevenzione S i dice spesso che di Aids non si parla più.Attivisti e medici lamentano il netto calo di presenza dell’Hiv e delle persone sieropositive dalle pagine dei giornali e dai programmi tv rispetto a una ventina di anni fa. Ma siamo sicuri di avere nostalgia di quel tipo di comunicazione? 1 in onda su Rai Uno) a risolvere la questione Aids e mezzi di comunicazione, ma anche questo potrebbe essere un modo per far entrare l’argomento nelle case degli italiani con sobrietà e senza allarmismi ingiustificati. E negli altri ambiti della prevenzione cosa accade? La scuola, il mondo sanitario, il cinema e la comunicazione generalista si adeguano a questo possibile cambiamento di linguaggio? Nelle pagine che seguono proviamo a suggerire alcune riflessioni in ciascuno di questi ambiti, nella consapevolezza che per produrre un cambiamento culturale – perché di questo stiamo parlando – è necessario avviare un processo lento e graduale i cui frutti saranno visibili solo fra qualche tempo. continua a pag. 2 IN COPERTINA Partiamo dall’immagine “simbolo” dell’Aids dei primi anni, il famoso spot dell’“alone viola” lanciato dal ministero della Sanità (allora si chiamava così) nel 1989: una campagna che aveva il pregio di parlare esplicitamente dell’uso del preservativo ma che ignorava le discriminazioni subite dalle persone sieropositive, puntando sulla paura nei confronti dei portatori del virus. Il ricorso ad atmosfere da peste medievale può forse essere giustificato considerando che in quegli anni molte delle conoscenze scientifiche oggi date per assodate dovevano ancora essere confermate, mentre la sensibilità verso le persone sieropositive non era ancora stata posta come una questione centrale.Tuttavia ancora oggi viviamo le conseguenze dell’uso di quel linguaggio: la comunicazione basata sulla paura, secondo alcuni analisti, ha fatto sì che intorno all’Aids si sviluppasse un’ondata di panico che ha impedito di parlarne serenamente. Oggi la domanda è: possiamo provare a rinnovare il linguaggio dell’Aids? Siamo abbastanza maturi da “normalizzare” l’infezione da Hiv e affrontarla con un atteggiamento scevro da condanne pregiudiziali? Forse qualche segnale in questo senso c’è. Non sarà certo la presenza di un personaggio sieropositivo in una delle fiction più seguite della Rai (parliamo del giovane Raoul di Tutti pazzi per amore 2 I n un tempo segnato dalle divisioni, solitaria viandante sulla strada dell’ Aids cerco da sempre la possibilità di dire e di fare “noi dell’Aids” in quanto alle spalle, seppur con radici diverse, c’ è una militanza socio-culturale che non può lasciare spazio a delusioni, dopo il fruttuoso lavoro degli ultimi anni tra Commissione nazionale Aids e Consulta del volontariato. Tutti noi temiamo le sorprese del presente che sembrano riportarci ad esperienze già desuete invece che rivolte al futuro come vorremmo. Credo che l’impegno sia ancora possibile, pur con diverse forme, e mi auguro realizzabile con una ventata di fantasia in una sorta d’impegno post-moderno dell’Aids. Non vi è dubbio E DITORIALE - continua da pag. 1 che siano radicalmente cambiati i parametri dell’Aids come sindrome, ma immutata è la reazione del mondo che la circonda. Per noi che da più di 25 anni “ci mettiamo la faccia”, vorremmo mettere una centralità “politica”. Quello che ora è più di un desiderio di Noi dell’ Aids. Nei miei primi anni di volontariato avevo una creatività più debole e governata dalle regole; dopo tanto tempo vorrei abbandonare l’utopia, nel senso etimologico del termine ovvero il non luogo del volontariato, per vivere una creatività più forte che cambi le regole. Chi parte dal volontariato e dalP R E V E N Z I O N E – F E R N A N D O A I U T I , P R E S I D E N T E O N O R A R I O A N L A I D S E P RO F. E M E R I TO S A P I E N Z A U N I V E R S I T À D I R O M A l’associazionismo ripone speranza nelle istituzioni e ne richiede impegno, normative e possibilmente son una recente intervista del Prof. Luc Montagnier sulla trasmissione stegno finanziario, senza abbandodelle Iene a Italia 1 sono state poste alcune domande alle quali il prof. nare il proprio Montagnier ha dato risposte molto rapide e secche che possono punto di vista, che sovente corriavere creato alcuni dubbi su persone in particolare fragili e poco sicure. sponde al vissuto Forse ci sono stati anche problemi con la traduzione su presente nella mucosa orale. Studi epidemiologici di chi ha un disaquanto riferito dal Prof. Montagnier. Per questo ritengo in persone che hanno fatto sesso solo con baci gio, una malattia che sia utile precisare alcuni punti anche perché negli ul- o in lesbiche hanno escluso questa modalità di nonché una serie timi giorni numerose persone stanno chiamando alla no- contagio. di problemi non ristra associazione ed anche ad alcuni ospedali per chiedere Un altro interrogativo riguarda la possibilità di trasmissione del virus con le droghe solti. Il tema di chiarimenti. come dichiarato dal Prof. Montagnier. Chiaramente il professore intendeva che lo grande attualità è La trasmissione del virus HIV, come riportato da anni scambio di siringhe in caso di tossicodipendenza da eroina può causare il contagio il test Hiv ed il dall’OMS e da tutte le informazioni contenuti nei siti uf- ma non le droghe come tali. lungo minuzioso ficiali degli organi ministeriali delle principali nazioni inclusa E ancora una precisazione va fatta sul problema dello stress o del deficit immunitario lavoro svolto sia l’Italia, avviene solo per contatto sessuale, con il sangue che favorirebbe l’infezione da HIV.Al momento non ci sono documentazioni scientifiche dai componenti infetto e dalla madre sieropositiva per HIV al nascituro in in riviste internazionali che documentano questi due fattori come fattori di rischio per della Commissione gravidanza o durante il parto. Nella intervista viene ipo- l’infezione da HIV, in quanto l’infezione può essere trasmessa da una persona sieroposia della Consulta. tizzata la possibilità di trasmissione del virus HIV con star- sitiva ad altra anche se sana con le note modalità ed indipendentemente dalla situazione Il termine dei lanuti. Invece non esiste alcune documentazione scientifica immunologia precedente il contagio. Ci sono solo persone più resistenti di altre alla vori per entrambi sia sperimentale che attraverso dati epidemiologici che trasmissione solo perché hanno una carenza di recettori per il virus HIV, quindi paraè stabilito per la questo possa accadere.Anni di convivenza di persone sie- dossalmente in questi soggetti il difetto immunologico congenito li rende più resistenti fine di luglio 2010: ropositive per HIV in comunità ristrette o allargate hanno al virus. Infine esiste oggi la possibilità attraverso la purificazione del seme maschile di entro questa data escluso questa ipotesi. effettuare una procreazione artificiale sicura con una donna sieronegativa senza rischio l’impegno dei due Non esiste alcuna documentazione scientifica autorevole di contagio e con possibilità di procreare un figlio sicuramente non infetto. organismi, in tutti i che il virus HIV possa essere trasmesso con un bacio. Queste precisazioni sono molto importanti anche per ricordare il ruolo fondamenpossibili punti, doViene solo raccomandato per prudenza che in presenza tale della ricerca scientifica che ha portato le persone con infezione da HIV a convivrebbe servire ai di lesioni profonde della mucosa e sanguinanti sarebbe vere con il virus per decenni e senza gravi problemi. nostri governanti meglio astenersi dal bacio. Ma sappiamo che la saliva Tutto questo è merito sicuramente della scoperta del virus da parte del prof. ha fortissime capacità di inattivare il virus HIV se fosse Montagnier e del co-scopritore Prof. Robert Gallo. continua a pag. 3 In TV: quando il Nobel crea confusione I IN COPERTINA 2 E DITORIALE - continua da pag. 2 per migliorare l’offerta del test e attualizzare la sempre pur ottima legge 135/90. I temi affrontati e trattati da una comunità prestigiosa e competente come la CNA, in sinergia con i gruppi della Consulta che a diverso titolo sono radicati nel tessuto sociale, dovrebbero essere portati alla conoscenza più ampia promuovendo una consensus: l’ideale era ed è una Consensus Conference. La crisi sottrae fondi anche alle migliori proposte quindi in un delirio di creatività propongo un radicale cambiamento: dovremmo essere noi associazioni storiP REVENZIONE – DI FABRIZIO DALLE N OGARE , A NLAIDS S ICILIA camente impegnate a farci carico di questo irrinunciabile pubblico strumento che permetterebbe di affrontare asualità, coraggio e tenacia sono gli elementi più rilevanti di una storia che sta con consapevoavendo un’eco notevole nella realtà palermitana. È nata, infatti, in modo casuale lezza e chiarezza quali cambiamenti l’idea di installare dei distributori di preservativi all’interno di uno degli istituti proporre e quali scolastici più noti di Palermo, il liceo classico statale Garibaldi, allo scopo di sensibimodificare, in particolare ad alcune lizzare alla prevenzione delle Malattie Sessualmente Trasmesse (MST). mozioni parlaUn’iniziativa coraggiosa e per certi versi rivoluzionaria che i quattro rappresen- articolo in cui si faceva riferimento all’analoga espementari non del tanti d’istituto stanno portando avanti con tenacia, affrontando anche prevedibili rienza del liceo Keplero di Roma. Così ci siamo detti: tutto condivise da resistenze, nella speranza di ottenere risultati concreti prima della fine dell’anno. perché non provarci anche noi? Abbiamo quindi conchi ogni giorno sta La loro proposta è stata da poco approvata dal consiglio d’istituto, con una de- tattato gli studenti romani del liceo Keplero, che ci in campo contro hanno dato indicazioni su come raccogliere le inforlibera vincolante che spiana la strada all’installazione dei distributori. l’Aids. Per non reCe ne parlano Riccardo Zerbo, Valentina Corona e Stefano Cusi- mazioni necessarie. In Italia ci sono pochissime espestare nel limbo mano, i giovani che, con l’al- rienze simili, mentre in molte scuole europee o delle enunciazioni tro rappresentante d’istituto statunitensi i programmi di educazione sessuale preè mia intenzione Giulio Alia, si sono fatti vedono anche l’installazione di dispensatori di prenon solo pubbliservativi nelle scuole. promotori del progetto. care questo mio pensiero ma inCome è nata l’idea Qual è stato l’obiettivo che vi siete posti viare immediatadi proporre l’in- fin dall’inizio? mente il testo alle stallazione di Noi vogliamo realizzare un’iniziativa di prevenzione persone che poun distribu- concreta e consapevole, che non sia isolata ma contrebbero condivitore di pre- tinua nel tempo.Vorremmo dare a tutti la possibilità dere questa s e r v a t i v i di fare la scelta giusta, ognuno secondo le proprie azione per poter a l l ’ i n t e r n o convinzioni e le proprie idee. Noi insistiamo sul fatto passare con loro in della scuola? che intendiamo dare un’opportunità in più, aggiuntempo reale ai gendo un fondamentale elemento di prevenzione È nata dopo fatti. aver letto in classe un I promotori Stefano Cusumano,Valentina Corona, Riccardo Zerbo continua a pag. 4 Nelle scuole: c’entrano i preservativi? C IN COPERTINA 3 PROGETTO SCUOLA ANLAIDS 27 maggio: premio Hiv alle scuole Si svolgerà il 27 maggio presso le Scuderie di palazzo Ruspoli (www.scuderiepalazzoruspoli.it) la premiazione per il IV bando nazionale Anlaids riservato a progetti di prevenzione dell’Hiv/Aids e Mst presentati da istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado all’interno del Progetto Scuola di Anlaids. L’edizione 2010 prevede anche un premio a un istituto Turistico alberghiero nell’ambito del bando particolare riservato a questo tipo di scuole. P REVENZIONE continua da pag. 3 SITCOM IN COPERTINA Un ragazzo con Hiv a “Tutti pazzi per amore” Ha fatto scalpore la “confessione” di sieropositività di Raoul, il giovane istruttore di kick-boxing interpretato da Gabriele Rossi nella serie tv Tutti pazzi per amore 2 in onda su Rai Uno e sceneggiata, tra gli altri, da Ivan Cotroneo. Il colpo di scena è stato oggetto anche di dibattiti televisivi, come quello ospitato da Cominciamo bene, su Rai Tre lunedì 3 maggio che ha visto anche la partecipazione di Fernando Aiuti, presidente onorario Anlaids, e Alessandra Cerioli, presidente nazionale Lila. all’interno della scuola senza che nessuno sia obbligato sione, non erano emerse. Alcuni tra i professori hanno sostenuto che avremmo dovuto procedere ad una votazione tra tutti gli studenti, ma noi ad avvalersene. siamo convinti di aver agito correttamente, tramite gli organi di rappresenQuali caratteristiche dovrebbero avere tanza dove si prendono le decisioni. Riteniamo paradossale, poi, che un’iniziativa mirata a dare un’opportunità in più possa generare tante critiche. questi distributori? Si tratta di macchine che si auto-finanziano con i proventi delle vendite, senza richiedere esborso di denaro Tra le voci di dissenso, la più rilevante è quella di Antonio Martorana, prealla scuola. Saranno installate all’interno dei bagni, per side dell’istituto, che fin dall’inizio ha espresso parere contrario. “Sono consauna maggiore tutela della privacy, e daranno la possi- pevole del problema della prevenzione tra i giovani e sono favorevole bilità di acquistare i preservativi ad un prezzo agevo- all’adozione di iniziative in proposito – spiega il preside – ma ho delle perplessità sia sul modo in cui si è arrivati alla decisione, sia sull’opportunità di avere un dilato rispetto a quello delle farmacie. stributore di preservativi all’interno della scuola. Temo infatti che questo possa Quali sono stati i passi concreti che hanno rivelarsi un invito a fruirne con compagni di scuola”. Secondo il professor Martorana, la decisione sarebbe dovuta arrivare al termine di un percorso più seportato all’approvazione del progetto? Per informare l’intero corpo studentesco, abbiamo in- reno e condiviso. “Mettendo vitato il dott. Tullio Prestileo, presidente della sezione da parte le mie personali perpalermitana di Anlaids, per trattare il tema della pre- plessità, penso che gli studenti venzione dall’Hiv/Aids nel corso della nostra assem- avrebbero dovuto coinvolgere blea d’istituto. La partecipazione a quell’assemblea è di più i professori che si occustata elevata, prova dell’interesse per l’argomento. Poi pano di educazione alla salute. abbiamo presentato il progetto al comitato che riuni- Tutto ciò non è avvenuto e sce i rappresentanti di tutte le classi, ottenendo l’ade- ora ci sono delle divergenze sione unanime, e finalmente il progetto è approdato che devono appianarsi. Ora io in consiglio d’istituto, dove è passato con una larga sono vincolato dalla decisione del consiglio d’istituto, ma maggioranza. proprio seguendo la delibera A questo punto, però, sono emerse le voci di approvazione, l’installazione dei distributori deve avvenire di dissenso … Quando il progetto è diventato concreto, attirando al termine di un percorso informativo, che stiamo conanche l’attenzione dei media, abbiamo ricevuto cordando con enti e delle critiche da parte di alcuni professori, geniassociazioni”. Il liceo Garibaldi di Palermo, sede dell’iniziativa di prevenzione tori o studenti che prima, nelle sedi di discus- 4 CINEMA Nelle sale un film sulla storia dell’Aids in Italia Anche il cinema è tornato ad occuparsi di Hiv/Aids grazie al film +o- il sesso confuso, racconti di mondi nell’era aids che ricostruisce la storia della malattia nel nostro paese dagli anni ’70 ai giorni nostri. Gli autori Andrea Adriatico e Giulio Maria Corbelli hanno raccolto oltre 35 interviste per capire come l’Aids abbia cambiato anche i nostri costumi sociali. Il film è attualmente in distribuzione nelle sale italiane: tutte le date sono visibili sul sito www.piuomeno.eu P REVENZIONE – INTERVISTA A G IANMARINO V IDONI , A SL M ILANO In medicina: che ne sa il medico di famiglia? U n questionario sul ricorso al test per l’Hiv inviato a tutti i medici di medicina generale della azienda sanitaria locale di Milano. È questo lo strumento principale della “Indagine conoscitiva osservazionale sulla frequenza di prescrizione del test Hiv nella popolazione in cura da parte dei medici di medicina generale (Mmg)” promosso da Anlaids Lombardia, Asl Milano e Milano contro l’Aids, l’organizzazione che riunisce le associazioni più attive sul territorio cittadino. Q u a l i a rg o m e n t i a f f ro n t a i l q u e s ti ona rio? Chiediamo ai medici se hanno persone positive all’Hiv tra i loro pazienti, cosa fanno per assisterli, quanto spesso ritengano utile suggerire ai loro pazienti di fare il test, se conoscono i centri sul territorio che svolgono dia- Effettuare una strategia di prevenzione efficace significa agire su molti territori: gnosi e assistenza e altro ancora. campagne pubbliche, scuola, spot teleAvete dati o indicazioni sull’at- visivi e altro ancora. In tutto questo, quanto conta il coinvolgimento del tenzione dei medici di medicina generale alla questione Hiv? continua a pag. 6 5 Brasile: ok al conce pimento naturale per coppie discordanti in terapia Dopo la Commissione federale Aids svizzera anche il ministero della Sanità brasiliano si esprime a favore del concepimento naturale per le coppie sierodiscordanti. Secondo un comunicato emesso lo scorso 4 maggio, se la coppia in cui uno dei coniugi è portatore di Hiv pianifica la gravidanza nella fase più adatta del trattamento clinico, il rischio di trasmissione è bassissimo o pressochè nullo, purché il partner sieropositivo abbia soppresso la carica virale e non abbia malattie sessualmente trasmesse. IN COPERTINA Dati non ne abbiamo al momento, ma solo una sensazione priva di conferme statistiche: credo che troppo spesso i medici di medicina generale ne sappiano pochino, come suggerisce il fatto che qualche medico di famiglia tratta le uretriti senza consigliare il test per la lue. In molte occasioni, loro stessi ci chiedono di avere più formazione sulle malattie a trasmissione sessuale perché sono consapevoli di avere poca preparazione in materia. È per questo che il nostro progetto ha suscitato grande interesse anche nelle organizzazioni scientifiche di categoria. “Abbiamo inviato a tutti i medici di medicina generale di Milano, Sesto San Giovanni e Cinisello un questionario orientato sulle tematiche connesse a una diagnosi precoce – spiega Gianmarino Vidoni, direttore della Struttura complessa Mts/Crh della Asl di Milano – C’è il sospetto che, nel momento in cui un paziente si rivolge al proprio medico curante con certi sintomi, a tutto si pensi tranne che all’Hiv”. INFETTIVITÀ P REVENZIONE continua da pag. 5 VIAGGI IN COPERTINA La Cina elimina il bando di ingresso per le persone sieropositive Pechino segue le orme di Obama ed elimina il divieto di ingresso in Cina per le persone sieropositive. L’annuncio, dato il 27 aprile dal Consiglio di Stato cinese, è giunto in tempo per lasciare libero accesso al paese anche in vista dell’Expo di Shanghai, che si è aperta nella metropoli asiatica lo scorso 1° maggio. Qualche perplessità resta, però, dal momento che alle autorità di frontiera viene lasciata ampia discrezionalità. – il loro coinvolgimento sia fondamentale: ma mentre di colesterolo o di altre patologie se ne sente parlare in molte occasioni, dagli spot in tv ai giornali, nel campo delle malattie a trasmissione sessuale non ci sono vere occasioni di informazione, soprattutto per la categoria di età superiore ai 40 anni, presso la quale c’è scarsissima percezione del rischio. medico di medicina generale? Io stesso, come infettivologo, sono dell’opinione che il medico di medicina generale sia fondamentale per qualsiasi strategia preventiva, che riguardi il tumore del colon o il fumo, l’ipertensione o le malattie sessualmente trasmesse. In tutti questi casi si tratta comunque di agire sugli stili di vita e i medici di medicina generale, insieme ai dipartimenti di prevenzione delle Asl, sono i due attori principali del mondo sanitario nel campo della prevenzione. Non crede che tutto quello che si chiede al “medico di famiglia” rischi di gravarli troppo, tanto che spesso loro stessi lamentano di avere appena il tempo di visitare i loro pazienti? Io credo che si riesca sempre a fare ciò che si vuole fare. Ma esistono delle obiettive difficoltà: i medici di medicina generale spesso sono impegnatissimi anche con compiti burocratici complessi, la maggior parte della loro attività è dedicata ai pazienti gravati da malattie croniche, spesso quelli di età più avanzata e molto meno i giovani che sono i principali destinatari degli interventi di prevenzione. Insomma, devono occuparsi di molte cose e spesso vengono tirati da più parti. Credo però che per questo argomento specifico, come per altri simili che richiedono interventi sugli stili di vita – penso alla colesterolemia o all’ipertensione o alla prevenzione dei tumori 6 Perché, secondo lei, c’è questa differenza nella possibilità di informare apertamente di infezioni a trasmissione sessuale rispetto a quanto accade per altre patologie? La sfera della vita sessuale appartiene agli ambiti più intimi di un individuo e c’è difficoltà a parlarne non solo con il proprio medico curante ma anche con i genitori o a volte con il partner. Ci sono ambiti in cui il medico è riconosciuto come interlocutore e altri da cui lo stesso paziente lo esclude. Ci sono argomenti che hanno bisogno di contesti specifici per poter essere affrontati e sicuramente il sesso è uno di questi. Per questo sono contrario a chi sostiene che il test per l’Hiv dovrebbe essere “normalizzato” e diventare come quello per la glicemia: il contesto comunicativo per parlare degli stili di vita che portano all’iperglicemia e all’infezione da Hiv sono profondamente diversi, non è facile per un uomo dire che non ha usato il condom o che ha avuto comportamenti sessuali considerati inconsueti. Sono argomenti delicati che richiedono dei servizi ad hoc per poter essere affrontati. Per questo ci vorrà ancora tempo perché il test possa essere normalizzato, ora si porta ancora dietro dei giudizi. Da noi ci sono sempre più persone che si presentano tirando fuori nome e cognome con tranquillità, e questo è sicuramente un grosso successo. Ma è ancora necessario tutto il lavoro di counselling che è strettamente legato all’esecuzione del test per poter incidere sugli stili di vita. Immagini di alcune delle campagne citate nell’intervista P R E V E N Z I O N E – INTERVISTA AD A NNAMARIA T ESTA , PUBBLICITARIA Sui muri: le campagne vincenti C omunicazione e creatività sono il “pane quotidiano” di Annamaria Testa, copywriter milanese che ha realizzato una utilissima analisi delle campagne di prevenzione antiAids realizzate in Italia e in Europa per individuarne i caratteri “vincenti”. Perché questa difficoltà a parlare di preservativo in Italia? Perché siamo un paese cattolico e anche un po’ bacchettone, che tende a prendere pubblicamente posizioni ambigue che rasentano la menzogna. Gli ultimi interventi governativi in materia di Aids, ad esempio, sono poco efficaci in maniera intenzionale, scelgono di non dire perché dire significherebbe ammettere che ci può essere sesso fuori del matrimonio o che ci può essere una molteplicità di partner sessuali, tutte cose di cui non si vuole parlare. Quali sono gli "ingredienti" che rendono una campagna efficace? Una campagna efficace è una campagna che non è reticente e che non è terrorizzante, un punto di equilibrio non facile da trovare. È reticente quando propone i temi in maniera generica, non è circostanziata, non esplicita le questioni: nel caso della lotta all’Aids, è reticente una campagna che non cita l’uso del preservativo che è sparito dagli interventi di prevenzione ministeriali. È anche opportuno che le immagini parlino in modo chiaro: ricordo una campagna del ministero con due sagome sotto una tenda in cui non si capisce cosa stiano facendo. Infine è necessario che fornisca indicazioni comportamentali corrette e chiare. 7 Cosa serve per parlare ai giovani di Aids? C’è un filmato molto bello suYouTube intitolato French Condom Publicity ambientato in un bagno pubblico; sulle pareti del bagno c’è il disegno di un pisello che si anima e raggiunge altri disegni sconci sulle piastrelle della toilette.Tutti i disegni, appena lo vedono arrivare, scappano; allora lui tristissimo si avvicina al lavandino dove c’è una ragazza vera che si trucca e lei, vedendolo triste, gli disegna addosso un preservativo: a quel punto tutti i disegni sconci che si erano allontanati spaventati accorrono vogliosi e pronti ad accoppiarsi …! Ecco, questo credo sia un esempio perfetto di comunicazione chiara in cui si dice: usare il preservativo è una cosa tosta, che ti porta nel gruppo. Qui si usa il linguaggio giusto, esplicito ma per niente volgare, ricco di humour e che dà gratificazione veicolando il messaggio “usalo perché così becchi più amici”. COPERTINA A proposito di campagne “terrorizzanti”, l’elemento della paura è stato molto cavalcato nella comunicazione sull’Aids … Una cosa è responsabilizzare, altra è terrorizzare. In una campagna australiana si presentava la morte che giocava a bowling per parlare del rischio di contrarre l’infezione. Questi messaggi sono fuorvianti: è necessaria una comunicazione rigorosa proprio perché la consapevolezza del problema sta diminuendo tanto che l’Aids sta diventando un elemento che fa parte del paesaggio e non desta alcuna attenzione. Se non si danno informazioni precise e rigorose e si percorre la strada del terrore, specialmente i ragazzi più giovani tendono a rimuovere la questione e questo non gioca a favore della prevenzione.Allora meglio un linguaggio leggero: le campagne svizzere, ad esempio, che presentano accoppiamenti in ambientazioni improbabili usano un linguaggio scherzoso e soprattutto chiaro, perché alla fine il messaggio è “usa il preservativo”. Quando mai abbiamo visto un messaggio del genere nel nostro paese? AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI – DI LUCIA PALMISANO, ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ I linfonodi sono il bersaglio privilegiato dell’Hiv? LINFONODI SCIENZA Trascurati, poi riscoperti Come è noto, nei primi anni dell’epidemia di AIDS la linfoadenopatia venne considerata la manifestazione iniziale tipica dell’infezione da HIV, tanto che il virus fu chiamato LAV (Lymphoadenopathy-associated virus). Negli anni che seguirono si è parlato un po’ meno del ruolo dei linfonodi, mentre è stata sottolineata l’importanza di altri organi: in particolare, un grande rilievo è stato dato all’intestino, visto come bersaglio primario dell’HIV e sede di una massiva distruzione di linfociti CD4. Osservazioni recenti da parte di vari gruppi di ricercatori hanno invece riaffermato con forza l’importanza degli organi linfatici secondari (in primo luogo dei linfonodi) come bersagli iniziali e privilegiati dell’infezione da HIV. P rendiamo spunto da un articolo recentemente pubblicato da ricercatori italiani sulla rivista Lancet (F. Cainelli et al, Lancet febbraio 2010) per tornare a parlare di patogenesi dell’infezione da HIV, un argomento sempre al centro dell’interesse dei ricercatori. Capire come l’HIV produce i suoi danni, infatti, significa avere maggiori possibilità di trovare strategie terapeutiche efficaci. A questo proposito, vari lavori scientifici hanno recente- danno luogo infine a una trasformazione fibrotica, con forte riduzione o scomparsa mente riportato all’attenzione il ruolo dei linfonodi nella della componente linfocitaria. In queste condizioni, i linfonodi perdono la capacità di rimalattia da HIV. È stato notato infatti che una caratteristica generare i CD4 distrutti dall’HIV e questo deficit può persistere e aggravarsi anche comune ad alcuni pazienti che presentano una marcata ri- quando la replicazione del virus è bloccata dalla terapia antiretrovirale.A peggiorare la situazione, i linfonodi infettati fungono da “trappola”, attraendo duzione dei CD4 nonostante la completa soppresaltri CD4 (infatti qui si concentra la quota maggiore di CD4 sione della carica virale è l’evoluzione fibrotica dei di tutto l’organismo) che all’interno del linfonodo trovano un linfonodi, soprattutto a livello della paracorticale, che ambiente sfavorevole, caratterizzato da fenomeni di infezione è l’area più importante per la presentazione dell’ane attivazione, che spesso li porta a quella specie di “suicidio” tigene e la maturazione dei linfociti.Altri autori concellulare che viene definito apoptosi. Sembra che sia la gp120, temporaneamente, basandosi su studi nelle scimmie, proteina presente sull’involucro dell’HIV, a esercitare questa hanno stimato che i linfociti CD4 nell’uomo sono “attrazione fatale” nei confronti dei CD4. La comprensione circa 20.000 miliardi: un numero che di per sé è poco struttura di un linfonodo: nell’area verde, dei meccanismi con cui si determina la fibrosi che sostituisce significativo ma che è 5-10 volte maggiore rispetto La corrispondente ai follicoli linfatici, sono conalle stime di poco tempo fa. Solo lo 0,3-0,5% di queste centrati i linfociti B, nell’area rossa, corrispon- la normale architettura linfonodale e, in ultima analisi, è causa alla zona paracorticale, sono concentrati di immunodeficienza potrebbe fornire spunti preziosi per cellule si troverebbe nel sangue periferico, mentre la dente i linfociti T (e quindi le cellule CD4) nuovi approcci terapeutici. I dati attualmente disponibili sono maggior parte di esse sembra essere concentrata nei linfonodi. L’intestino, secondo questi ricercatori, conterrebbe molto preliminari e ottenuti solo nelle scimmie ma suggeriscono che attraverso il “solo” il 15% di tutti i CD4. Qual è il significato di queste blocco farmacologico di alcune sostanze (ad esempio ilTGF-beta) si potrebbe ottenere scoperte per le nostre conoscenze sulla patogenesi dell’in- un effetto antifibrotico. Se venisse confermato il ruolo della gp-120, l’inibizione di questa fezione da HIV? L’integrità della struttura dei linfonodi è re- proteina potrebbe rappresentare un’ulteriore possibilità terapeutica. È certo, in conquisito essenziale perché essi possano svolgere il loro clusione, che i farmaci antiretrovirali sono e resteranno il cardine della terapia dell’inimportantissimo ruolo nella risposta immunitaria; nell’infe- fezione da HIV, ma possono non essere sufficienti a ridurre il danno iniziale e irreversibile prodotto dal virus. Lo studio della patogenesi non è semplicemente un esercizio zione da HIV, però, essi sono sede di fenomeni infiammascientifico, ma lo strumento indispensabile per capire se altre strategie possono tori e, successivamente, di alterazioni strutturali che essere disegnate per limitare l’evoluzione del difetto immunitario. iniziano con un progressivo accumulo di collagene e 8 Altre notizie LIBRI Una guida per la sanità È stato presentato nella Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati il libro di Gerardo D’Amico La salute in tasca, edito da Mursia, una guida puntuale e rigorosa utile per ogni cittadino per accedere nel modo migliore all’assistenza sanitaria, conoscere i proprio diritti e sapere dove informarsi. Scritto dal noto giornalista radiofonico e televisivo, conduttore tra le altre della trasmissione Ippocrate su RaiNews24, il libro è stato presentato alla presenza, oltre che dell’autore, di Amedeo Bianco, presidente Fnomceo, di Corradino Mineo, direttore di RaiNews24, e di parlamentari di diversi schieramenti. Dalle sedi regionali LOMBARDIA MARCHE LOMBARDIA Anlaids corre la City Marathon Nuovi farmaci, nuovi costi? Dal 10 al 15 giugno, è Convivio! Circa 500 squadre, composte da quattro atleti ciascuna, sono partite dalla Fiera di Rho e sono arrivate in Piazza Castello, suddividendosi i 42,195 km in quattro frazioni della Milano City Marathon svoltasi lo scorso 11 aprile. Cinque di quelle squadre erano squadre Anlaids: 20 volontari hanno affrontato con entusiasmo e determinazione il freddo e la fatica correndo con il pettorale e la maglia dell’associazione. I volontari di Anlaids vogliono ricordare, partecipando alla maratona, che è possibile una vita sana con gioia e fatica, allenandosi a vincere le tentazioni. Vogliono inoltre rappresentare con la propria fatica, la fatica dei ricercatori, dei volontari, delle associazioni ed anche delle persone Hiv+ che ogni giorno debbono convivere con il proprio stato. NAZIONALE Anlaids: cambiano gli indirizzi email 9 Terza edizione del Premio Tomassetti Importanti novità nel bando della terza edizione del Premio giornalistico intitolato a Riccardo Tomassetti, il giornalista esperto di Hiv morto improvvisamente nel 2007 a soli 39 anni. Il bando, pur riservando un Premio speciale per la divulgazione scientifica e sociale dell’Hiv/Aids, si apre anche alle altre patologie e prende la denominazione di Premio Giornalistico “Ricc a r d o Tomassetti”: informazione e salute NEXT GENERATION. Per il bando completo, consultare il sito www.premiotomassetti.it NEWS Cambiano gli indirizzi di posta elettronica di Anlaids: con il procedere del trasferimento sul dominio anlaids.org, si è proceduto alla disattivazione di tutti gli indirizzi email con dominio @anlaids.it e al passaggio a corrispondenti indirizzi con dominio @anlaids.org. In particolare, l’indirizzo di riferimento della sede nazionale, dopo la disattivazione di [email protected], è [email protected]. Anlaids Marche organizza ad Ancona per il 29 maggio 2010 il convegno I nuovi farmaci per la Malattia da Hiv: risorse indispensabili o costi insostenibili?. L’iniziativa, intrapresa nell’ottica di mantenere se non migliorare lo standard attuale di assistenza per le persone con HIV/AIDS nella Regione, costituisce un’occasione di confronto su un tema di assoluta attualità, quale la disponibilità di nuovi farmaci per il trattamento della malattia da Hiv, che, oltre a fornire una significativa opportunità terapeutica in termini di efficacia viro-immunologica, porta con sé anche il problema del verosimile incremento dei costi per la gestione dei pazienti con HIV/AIDS. Il convegno si terrà presso l’Auditorium “S. Totti” dell’Ospedale di Torrette di Ancona e vedrà la partecipazione dei diversi attori coinvolti, dai medici specialisti ai farmacisti, agli amministratori della sanità pubblica, alle aziende farmaceutiche, oltre che naturalmente ai pazienti e chi sta loro vicino. Dal 10 al 15 giugno 2010, si terrà a Milano la X edizione della manifestazione Convivio, lo straordinario evento di solidarietà che si rinnova ogni due anni con immutato entusiasmo e generosità, sostenuto da tutto il mondo della moda, dalle più grandi aziende di pelletteria, gioielleria, cosmesi, design e oggettistica e che vede uniti sponsors, amici, volontari e persone Hiv+. Convivio deve anche rappresentare una occasione per riproporre all’opinione pubblica il drammatico tema dell’Aids.Ancora una volta si vuole richiamare l’attenzione sul ricorso al test quale strumento per conoscere il proprio stato con la duplice finalità di limitare l’espansione dell’epidemia e di curarsi. A tal fine dal 11 al 15 giungo 2010 sarà allestito, all’interno del percorso della Mostra Mercato, un ambulatorio dove sarà offerto il test ai visitatori, gratuitamente e con la più ampia garanzia di riservatezza. Nell’ambulatorio saranno costantemente presenti medici infettivologi, infermieri, tecnici e psicologi a garanzia della correttezza delle procedure e della piena aderenza alle norme vigenti per l’esecuzione del test, sotto la responsabilità delle Cliniche di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera “L. Sacco” e dell’IRCCS San Raffaele. Per fare tutto ciò Convivio ha bisogno di tutti i volontari che in questi venti anni l’hanno sostenuto e che credono nel valore della solidarietà. Per diventare Volontario Convivio, contattare il numero 02/33608680 oppure il sito www.conviviomilano.it NAZIONALE IL CORROSIVO Hai l’Aids, non ti opero La notizia – se sarà confermata – parla da sé: un uomo malato di Aids, affetto da una forma tumorale, è stato dimesso dal Policlinico di Bari ufficialmente in attesa di un riscontro istologico, ma, secondo la denuncia di Cama-Lila, a causa di una “scandalosa discriminazione” da parte del primario di Chirurgia generale che si sarebbe rifiutato di operare una persona in Aids, nonostante altri membri della sua equipe si fossero dichiarati disponibili. No comment. L a p a rol a a i l e t t o ri Montagnier: anche la Consulta protesta LETTERE inviate Le organizzazioni della Consulta delle Associazioni per la lotta contro l’AIDS del Ministero della Salute inviato alla redai vostri interventi zione delle Iene hanno espresso a Le Iene disappunto rispetto all’intervista a Montagnier andata in onda nella puntata all’indirizzo di mercoledì 14 aprile. La redazione ha comunque mandato in onda, nella puntata successiva del 21 aprile, un’[email protected] sta alla presidente Lila Alessandra Cerioli che rettificava alcune delle affermazioni del premio Nobel. saranno pubblicati Con la presente le sottonotate organizzazioni della mente attento a questioni di tale rilevanza, presti parin questa Consulta delle Associazioni per la lotta contro l’AIDS ticolare attenzione a quanto manda in onda. del Ministero della Salute esprimono il più profondo La nostra forte preoccupazione inoltre deriva dell’impagina sconforto e disappunto rispetto a quanto contenuto portante platea televisiva che ha il vostro programma, e nell’intervista al prof. Montagnier andata in onda nella dal fatto che l’intervista è già reperibile su YOUTUBE e vostra trasmissione durante la puntata di mercoledì altre piattaforme telematiche, ma soprattutto dal fatto che gran parte della vostra platea è costituita da giovani. scorso 14 aprile. Le affermazioni fatte dal professor Montagnier e ri- Accogliamo con favore la vostra decisione di assicurare il diritto di replica con portate nel servizio, molte delle quali a nostro avviso l’intervista alla presidente della Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS, ma vorremmo anche ricordarvi, per il fuscorrette e prive di qualsiasi contenuto e/o valenza turo, che le competenze, scientifica, avranno su quanti hanno visto il servizio un riconosciute anche a livello internaimpatto negativo fortissimo in termini di prevenzione. zionale, nel nostro Paese certo non Affermazioni come “l’HIV può essere trasmesso con mancano, sono presenti nella Comun bacio profondo” o “meglio stare attenti agli starmissione Nazionale AIDS come sono nuti” e altre clamorose inesattezze o generalizzazioni presenti nella Consulta e nella sofuorvianti come quelle sulle droghe, sono assolutacietà civile, disponibili certamente mente in contrasto con quanto affermato da studi e tutti a venire interpellati ogni volta ricerche della comunità scientifica e da tutte le Agenche la vostra redazione ne valutasse zie governative e internazionali di lotta all’AIDS. l’opportunità. Tali affermazioni riportano le lancette della lotta all’Auspichiamo infatti che, con la doHIV indietro di due decenni, veicolando un messaggio vuta sensibilità e correttezza, la voerrato e confondente, che quanti non hanno strumenti e conoscenze adeguate intenderanno attendibile visti stra trasmissione continui ad occuparsi di un tema importante e troppo spesso ignorato, se non nei suoi aspetti sensazionalistici, quale è l’Hiv/Aids. i titoli dell’interlocutore intervistato. Anlaids, Arche’, Arcigay, Associazione Politrasfusi Italiani, Balne, Cica, Cnca, Circolo Non vogliamo entrare nelle ragioni che hanno Mario Mieli, Dianova, Forum Aids, Lila, Nadir, Nps Italia, Saman, San Benedetto al spinto il professor Montagnier a tali affermazioni, Porto, San Patrignano, Ragazzi Della Panchina,Villa Maraini ma chiediamo che il vostro programma , solita- 10 ATTUALITÀ SOCIALE – DI DANIELA MAZZINI, AVVOCATA IN ROMA Test Hiv: consenso ai minori I l 28 aprile 2010, il Comitato Etico istituito presso la Direzione Sanitaria della ASL RM E ha espresso parere positivo sulla possibilità di eseguire il test Hiv su minori senza l’esplicita autorizzazione dei genitori. Il parere era stato chiesto dal direttore generale della Asl in seguito all’intervista rilasciata dalla dottoressa Laura Spizzichino al Corriere della Sera sull’argomento. e nell’interesse del paziente e nel caso di attività che comportino rischi per i la salute di terzi si può prescinder dal consenso dell’interessato, ma nulla dice riguardo la possibilità e le modalità di sottoporre il test ai minori. Per quanto riguarda la legislazione di altri Stati, si sottolinea che negli Stati Uniti, già a 14 anni (e in alcuni Stati a 12 anni) il minore ha l’autorità per prestare il consenso per l’effettuazione del test Hiv. Con l’eccezione dell’Alabama, dove è richiesta la notifica parentale, in nessun altro Stato i medici sono obbligati a comunicare i risultati dei tests ai genitori. Molti Stati, tuttavia, permettono ai medici di informare i genitori del fatto che il minore stia chiedendo o ricevendo servizi 11 continua a pag. 12 LETTERE Scrive il Comitato Etico: la decisione di effettuare il test per Hiv su soggetti minori al di sopra dei 16 anni appare eticamente giustificata. Al riguardo, considerati anche i pareri dei giuristi che si sono espressi nel merito, è da ritenere che l’interesse del benessere del minore sia superiore all’interesse del genitore a conoscere l’esito del test. Tuttavia il minore va informato che, nell’eventualità di positività del test, la struttura procederà ad informare la famiglia. Inoltre, gli operatori sanitari, qualora dovessero effettuare interventi di questo tipo, dovranno richiedere il preventivo parere del CE, con la puntualizzazione che il parere in quanto tale, non esonera i Direttori e i Responsabili che erogano il servizio dalle proprie responsabilità. foto di Olga Pohankova Unaids ha calcolato che nel mondo circa 2,5 milioni di bambini e ragazzi al di sotto dei 15 anni siano Hiv positivi. In Italia, la legge 135/90 stabilisce che nessuno può essere sottoposto, senza il suo consenso, ad analisi tendenti ad accertare l’infezione da Hiv se non per necessità clinica nel suo interesse e quando questi accertamenti siano condizione per l’espletamento di attività che comportano rischi per la salute di terzi. La legge stabilisce che è necessario il consenso esplicito dell’interessato per l’accertamento dell’infezione da Hiv, che per motivi di necessità clinica ATTUALITÀ SOCIALE – continua da pag. 11 SOCIALE STI (cioè su infezioni sessualmente trasmissibili), quando lo ritengano necessario per tutelare l’interesse del minore. In Spagna, i minori che hanno compiuto 16 anni possono decidere autonomamente e coloro che hanno compiuto 12 anni, pur in presenza di un rappresentatane legale, devono essere ascoltati. Nei casi in cui il minore ha il potere di decidere, occorre informare i genitori, qualora l’intervento comporti un grave rischio. In ogni caso, la prestazione del consenso per rappresentanza deve garantire il rispetto dell’autonomia privata del paziente. Il rappresentante legale deve prendere una decisione che sia adeguata alle circostanze e proporzionata alle necessità del paziente, deve agire in favore del medesimo e rispettare le sua dignità. Tornando in Italia, l’art. 7 del Codice deontologico del 2006 richiede il consenso del rappresentante legale per gli esami diagnostici sui minori, e stabilisce che il medico, compatibilmente con l’età, con la capacità di comprensione e con la maturità del soggetto, abbia l’obbligo di dare adeguate informazioni al minore e di tenere conto della sua volontà e nel caso di divergenze insanabili rispetto alle richieste del legale rappresentante, debba segnalare il caso all’autorità giudiziaria. Nel codice deontologico non viene specificata l’età in cui il minore viene considerato maturo, e generalmente i minori vengono distinti in piccoli e grandi minori, intendendo per grandi minori coloro che hanno superato i 12-14 anni. Il codice deontologico lascia valutare la possibilità di una decisione presa senza il consenso dei genitori, come del resto succede in condizioni particolari, quali il caso dell’interruzione della gravidanza, della tos- sicodipendenza e della contraccezione, in linea con alcune delle leggi internazionali in tema di consenso, il cui intento è garantire il rispetto dell’autonomia privata del minore (legge spagnola 41/2002 e la normativa della California ). Entrando, poi, nel dettaglio del consenso informato in tema di Hiv per i minori, bisogna distinguere le varie fasi: l’incontro preliminare, a carattere esclusivamente informativo, circa le modalità di somministrare test attualmente disponibili per la verifica della positività alla patologia, i rischi connessi ai test e la significatività dei risultati. In occasione di questo primo incontro il medico dovrebbe valutare il grado di maturazione e di consapevolezza del minore, e capire se il minore è in grado di comprendere le informazioni e prendere decisioni connesse all’effettuazione del test, indipendentemente dalla presenza dei genitori. Qualora il medico si rendesse conto di essere di fronte ad un minore “consapevole”, il clinico dovrebbe procedere alla somministrazione del modulo del consenso vero e proprio e alla sua firma. Nel momento successivo, quello dell’informazione dell’esito del test, il medico dovrebbe effettuare un’ulteriore valutazione, ovverosia valutare se il minore, capace di consentire o dissentire all’effettuazione del test, sia anche capace di poter prendere, in caso di positività del test, le decisioni successive inerenti al proprio stato di salute e alle terapie da seguire. L’aver considerato il grande minore capace di decidere sull’effettuazione del test, non significa reputarlo capace anche di prendere le decisioni successive e non implica necessariamente di non poter richiedere il supporto familiare in una seconda fase. Proprio per questo, il medico deve rendere edotto il minore che si potrebbe richiedere, nelle fasi successive, il consenso dei genitori. Quindi nella prima fase, se il medico dovesse ritenere sufficiente il consenso del minore, in conformità a dottrina e a previsioni normative inerenti a fattispecie analoghe, si ritiene che debba prevalentemente esser rispettato il diritto del minore di non informare i genitori rispetto all’effettuazione del test, così privilegiando la confidenzialità dell’approccio. In successione sarà opportuno, in caso di positività del test, comunicarne l’esito ai genitori, anche con il supporto di figure di specifico riferimento (psicologo, assistente sociale, ecc.), fermo restando gli obblighi d’informazione all’autorità giudiziaria. 12 I volti di Anlaids Questo mese dedichiamo la pagina dei volti dell’associazione a chi nel fine settimana di Pasqua si è impegnato per il Bonsai Aid Aids 2010, affrontando difficoltà e intemperie per mantenere alta l’attenzione sul tema dell’Aids. Le immagini in questa pagina presentano solo pochissimi esempi di allestimenti presenti in tutta Italia. A tutte le persone che hanno accolto e affrontato questa sfida un profondo e sentito “Grazie!”. ARESE (MI) MILANO Una immagine della postazione allestita dall’associazione “Arese nel Cuore” CASERTA Alcune immagini della Sig.ra Linda Iannone di Caserta, sempre molto attiva per i bonsai. CATANIA LATINA Anche quest’anno la Campagna Bonsai Aid Aids, nonostante il tempo poco favorevole, ha ottenuto il successo meritato. I nostri Volontari hanno affrontato il freddo, la pioggia e il vento dando il meglio di loro stessi. Un ringraziamento particolare a tutti loro che hanno scelto, anche per quest’anno, di festeggiare la Pasqua, nel segno della solidarietà, con la grande famiglia Anlaids. Due immagini di Lella De Guilmi, presidente del comitato Anlaids di Catania, e due volontari al banchetto Bonsai MANTOVA 13 Sempre in ricordo di Daniele, si è svolto anche il IV bando di concorso per l'attribuzione di 4 borse di studio per le scuole di Latina. Di seguito i vincitori: 1° Premio - Borsa di Studio da 550 euro: Ilaria Numeri - Classe II EScuola Media Statale "Giovanni Cena" 2° Premio - Borsa di Studio da 400 euro: Alice Bottoni, Daniela Di Silvio, Sara Bevilacqua - Classe I A Scuola Media Statale "P.M. Corradini" 3° Premio - Borsa di Studio da 350 euro: Giulio Bozzo - Classe II E - Scuola Media Statale "Giovanni Cena" 4° Premio - Borsa di Studio da 200 euro: Bambini della Scuola dell'Infanzia di Via Bachelet - Sezione A (5ANNI) La Commissione ha inoltre deciso di assegnare un Premio Speciale di 100 euro ai bambini della Scuola dell'Infanzia di Via Polonia. La cerimonia di assegnazione dei premi si terrà lunedì 17 Maggio alle ore 10.00, presso il VII Circolo di Latina. Anno 1I numero 15 maggio 2010 Newsletter d’informazione di Anlaids Onlus Associazione Nazionale per la Lotta contro l’Aids via Barberini, 3 00187 Roma Tel. 064820999 Fax 064821077 In attesa di registrazione presso il Tribunale di Roma Direttore responsabile: Giulio Maria Corbelli [email protected] Progetto grafico: Gamca SOCIALE A Mantova sono state distribuite 300 piantine: un lavoro impegnativo per i volontari delle associazioni Anlaids “Lucia Serragli” ed Arcigay “La Salamandra”, affiancati dai ragazzi del gruppo Scout della Compagnia “Shamrock” di Mantova. Tra i materiali informativi distribuiti, è stato molto gradito l’opuscolo contenente le informazioni per eseguire il test dell’Hiv, in completo anonimato e gratuità, un pieghevole ideato proprio dall’Anlaids mantovana, per limitare il più possibile la diffusione del contagio. Ancora un eccezionale successo per la mamma di Daniele: la volontaria Anlaids Lazio di Latina, Antonietta Parisi, ha raggiunto un nuovo record presso i banchetti Bonsai allestiti in ricordo del figlio, morto prematuramente di Aids.