Noi dell’’Aids
EDITORIALE
di Fiore Crespi
presidente
nazionale
Anlaids
Newsletter d’’informazione dell’’Associazione nazionale per la lotta contro l’’Aids
numero 15 •• maggio 2010 - per ricevere la newsletter, inviare una mail a: [email protected]
P REVENZIONE -
DI
G IULIO M ARIA C ORBELLI , UFFICIO
STAMPA
A NLAIDS
Dall’’alone viola alla sitcom:
come cambia il linguaggio della prevenzione
S
i dice spesso che di Aids non si parla più.Attivisti e medici lamentano il netto calo di presenza
dell’’Hiv e delle persone sieropositive dalle pagine dei giornali e dai programmi tv rispetto
a una ventina di anni fa. Ma siamo sicuri di avere nostalgia di quel tipo di comunicazione?
1
in onda su Rai
Uno) a risolvere la questione Aids e
mezzi di comunicazione,
ma
anche
questo potrebbe essere
un modo per
far
entrare
l’’argomento
nelle case degli italiani con sobrietà e senza allarmismi ingiustificati.
E negli altri ambiti della prevenzione cosa accade? La scuola, il mondo sanitario, il cinema e la
comunicazione generalista si adeguano a questo
possibile cambiamento di linguaggio? Nelle pagine che seguono proviamo a suggerire alcune
riflessioni in ciascuno di questi ambiti, nella consapevolezza che per produrre un cambiamento
culturale –– perché di questo stiamo parlando ––
è necessario avviare un processo lento e graduale i cui frutti saranno visibili solo fra qualche tempo.
continua a pag. 2
IN COPERTINA
Partiamo dall’’immagine ““simbolo”” dell’’Aids dei primi anni, il famoso spot
dell’’““alone viola”” lanciato dal ministero della Sanità (allora si chiamava
così) nel 1989: una campagna che aveva il pregio di parlare esplicitamente
dell’’uso del preservativo ma che ignorava le discriminazioni subite dalle
persone sieropositive, puntando sulla paura nei confronti dei portatori
del virus. Il ricorso ad atmosfere da peste medievale può forse essere giustificato considerando che in quegli anni molte delle conoscenze scientifiche oggi date per assodate dovevano ancora essere confermate, mentre
la sensibilità verso le persone sieropositive non era ancora stata posta
come una questione centrale.Tuttavia ancora oggi viviamo le conseguenze
dell’’uso di quel linguaggio: la comunicazione basata sulla paura, secondo
alcuni analisti, ha fatto sì che intorno all’’Aids si sviluppasse un’’ondata di
panico che ha impedito di parlarne serenamente.
Oggi la domanda è: possiamo provare a rinnovare il linguaggio dell’’Aids? Siamo abbastanza maturi da
““normalizzare”” l’’infezione da Hiv e
affrontarla con un atteggiamento
scevro da condanne pregiudiziali?
Forse qualche segnale in questo
senso c’’è. Non sarà certo la presenza di un personaggio sieropositivo in una delle fiction più seguite
della Rai (parliamo del giovane
Raoul di Tutti pazzi per amore 2
I
n un tempo segnato dalle divisioni, solitaria
viandante sulla
strada dell’’
Aids cerco
da sempre
la
possibilità
di
dire e di
fare ““noi
dell’’Aids”” in
quanto alle
spalle, seppur
con radici diverse,
c’’ è una militanza
socio-culturale che
non può lasciare
spazio a delusioni,
dopo il fruttuoso
lavoro degli ultimi
anni tra Commissione nazionale
Aids e Consulta
del volontariato.
Tutti noi temiamo
le sorprese del
presente che sembrano riportarci
ad esperienze già
desuete invece che
rivolte al futuro
come vorremmo.
Credo che l’’impegno sia ancora
possibile, pur con
diverse forme, e
mi auguro realizzabile con una
ventata di fantasia
in una sorta d’’impegno post-moderno dell’’Aids.
Non vi è dubbio
E DITORIALE - continua da pag. 1
che siano radicalmente cambiati i parametri dell’’Aids come sindrome, ma immutata è la reazione del mondo che la circonda. Per noi che da più di 25 anni ““ci
mettiamo la faccia””, vorremmo mettere una centralità ““politica””. Quello che
ora è più di un desiderio di Noi dell’’ Aids. Nei miei primi anni di volontariato
avevo una creatività più debole e governata dalle regole; dopo tanto tempo
vorrei abbandonare l’’utopia, nel senso etimologico del termine ovvero il non
luogo del volontariato, per vivere una creatività più forte che cambi le regole.
Chi parte dal volontariato e dalP R E V E N Z I O N E –– F E R N A N D O A I U T I , P R E S I D E N T E
O N O R A R I O A N L A I D S E P RO F. E M E R I TO S A P I E N Z A U N I V E R S I T À D I R O M A
l’’associazionismo
ripone speranza
nelle istituzioni e
ne richiede impegno, normative e
possibilmente son una recente intervista del Prof. Luc Montagnier sulla trasmissione
stegno finanziario,
senza abbandodelle Iene a Italia 1 sono state poste alcune domande alle quali il prof.
nare il proprio
Montagnier ha dato risposte molto rapide e secche che possono
punto di vista, che
sovente
corriavere creato alcuni dubbi su persone in particolare fragili e poco sicure.
sponde al vissuto
Forse ci sono stati anche problemi con la traduzione su presente nella mucosa orale. Studi epidemiologici
di chi ha un disaquanto riferito dal Prof. Montagnier. Per questo ritengo in persone che hanno fatto sesso solo con baci
gio, una malattia
che sia utile precisare alcuni punti anche perché negli ul- o in lesbiche hanno escluso questa modalità di
nonché una serie
timi giorni numerose persone stanno chiamando alla no- contagio.
di problemi non ristra associazione ed anche ad alcuni ospedali per chiedere Un altro interrogativo riguarda la possibilità di trasmissione del virus con le droghe
solti. Il tema di
chiarimenti.
come dichiarato dal Prof. Montagnier. Chiaramente il professore intendeva che lo
grande attualità è
La trasmissione del virus HIV, come riportato da anni scambio di siringhe in caso di tossicodipendenza da eroina può causare il contagio
il test Hiv ed il
dall’’OMS e da tutte le informazioni contenuti nei siti uf- ma non le droghe come tali.
lungo minuzioso
ficiali degli organi ministeriali delle principali nazioni inclusa E ancora una precisazione va fatta sul problema dello stress o del deficit immunitario
lavoro svolto sia
l’’Italia, avviene solo per contatto sessuale, con il sangue che favorirebbe l’’infezione da HIV.Al momento non ci sono documentazioni scientifiche
dai componenti
infetto e dalla madre sieropositiva per HIV al nascituro in in riviste internazionali che documentano questi due fattori come fattori di rischio per
della Commissione
gravidanza o durante il parto. Nella intervista viene ipo- l’’infezione da HIV, in quanto l’’infezione può essere trasmessa da una persona sieroposia della Consulta.
tizzata la possibilità di trasmissione del virus HIV con star- sitiva ad altra anche se sana con le note modalità ed indipendentemente dalla situazione
Il termine dei lanuti. Invece non esiste alcune documentazione scientifica immunologia precedente il contagio. Ci sono solo persone più resistenti di altre alla
vori per entrambi
sia sperimentale che attraverso dati epidemiologici che trasmissione solo perché hanno una carenza di recettori per il virus HIV, quindi paraè stabilito per la
questo possa accadere.Anni di convivenza di persone sie- dossalmente in questi soggetti il difetto immunologico congenito li rende più resistenti
fine di luglio 2010:
ropositive per HIV in comunità ristrette o allargate hanno al virus. Infine esiste oggi la possibilità attraverso la purificazione del seme maschile di
entro questa data
escluso questa ipotesi.
effettuare una procreazione artificiale sicura con una donna sieronegativa senza rischio
l’’impegno dei due
Non esiste alcuna documentazione scientifica autorevole di contagio e con possibilità di procreare un figlio sicuramente non infetto.
organismi, in tutti i
che il virus HIV possa essere trasmesso con un bacio. Queste precisazioni sono molto importanti anche per ricordare il ruolo fondamenpossibili punti, doViene solo raccomandato per prudenza che in presenza tale della ricerca scientifica che ha portato le persone con infezione da HIV a convivrebbe servire ai
di lesioni profonde della mucosa e sanguinanti sarebbe
vere con il virus per decenni e senza gravi problemi.
nostri governanti
meglio astenersi dal bacio. Ma sappiamo che la saliva
Tutto questo è merito sicuramente della scoperta del virus da parte del prof.
ha fortissime capacità di inattivare il virus HIV se fosse
Montagnier e del co-scopritore Prof. Robert Gallo.
continua a pag. 3
In TV: quando il Nobel crea confusione
I
IN COPERTINA
2
E DITORIALE - continua da pag. 2
per migliorare l’’offerta del test e attualizzare la sempre pur ottima legge
135/90. I temi affrontati e trattati da una comunità prestigiosa e competente come la CNA, in sinergia con i gruppi della Consulta che a diverso
titolo sono radicati nel tessuto sociale, dovrebbero essere portati alla conoscenza più ampia promuovendo una consensus: l’’ideale era ed è una
Consensus Conference. La crisi sottrae fondi anche alle migliori proposte
quindi in un delirio di creatività propongo un radicale cambiamento: dovremmo essere noi
associazioni storiP REVENZIONE –– DI FABRIZIO DALLE N OGARE , A NLAIDS S ICILIA
camente impegnate a farci
carico di questo irrinunciabile pubblico strumento
che
permetterebbe
di
affrontare
asualità, coraggio e tenacia sono gli elementi più rilevanti di una storia che sta
con consapevoavendo un’’eco notevole nella realtà palermitana. È nata, infatti, in modo casuale
lezza e chiarezza
quali cambiamenti
l’’idea di installare dei distributori di preservativi all’’interno di uno degli istituti
proporre e quali
scolastici più noti di Palermo, il liceo classico statale Garibaldi, allo scopo di sensibimodificare, in particolare ad alcune
lizzare alla prevenzione delle Malattie Sessualmente Trasmesse (MST).
mozioni
parlaUn’’iniziativa coraggiosa e per certi versi rivoluzionaria che i quattro rappresen- articolo in cui si faceva riferimento all’’analoga espementari non del
tanti d’’istituto stanno portando avanti con tenacia, affrontando anche prevedibili rienza del liceo Keplero di Roma. Così ci siamo detti:
tutto condivise da
resistenze, nella speranza di ottenere risultati concreti prima della fine dell’’anno. perché non provarci anche noi? Abbiamo quindi conchi ogni giorno sta
La loro proposta è stata da poco approvata dal consiglio d’’istituto, con una de- tattato gli studenti romani del liceo Keplero, che ci
in campo contro
hanno dato indicazioni su come raccogliere le inforlibera vincolante che spiana la strada all’’installazione dei distributori.
l’’Aids. Per non reCe ne parlano Riccardo Zerbo, Valentina Corona e Stefano Cusi- mazioni necessarie. In Italia ci sono pochissime espestare nel limbo
mano, i giovani che, con l’’al- rienze simili, mentre in molte scuole europee o
delle enunciazioni
tro rappresentante d’’istituto statunitensi i programmi di educazione sessuale preè mia intenzione
Giulio Alia, si sono fatti vedono anche l’’installazione di dispensatori di prenon solo pubbliservativi nelle scuole.
promotori del progetto.
care questo mio
pensiero ma inCome è nata l’’idea Qual è stato l’’obiettivo che vi siete posti
viare immediatadi proporre l’’in- fin dall’’inizio?
mente il testo alle
stallazione di Noi vogliamo realizzare un’’iniziativa di prevenzione
persone che poun distribu- concreta e consapevole, che non sia isolata ma contrebbero condivitore di pre- tinua nel tempo.Vorremmo dare a tutti la possibilità
dere
questa
s e r v a t i v i di fare la scelta giusta, ognuno secondo le proprie
azione per poter
a l l ’’ i n t e r n o convinzioni e le proprie idee. Noi insistiamo sul fatto
passare con loro in
della scuola? che intendiamo dare un’’opportunità in più, aggiuntempo reale ai
gendo un fondamentale elemento di prevenzione
È nata dopo
fatti.
aver letto in
classe un
I promotori Stefano Cusumano,Valentina Corona, Riccardo Zerbo
continua a pag. 4
Nelle scuole: c’’entrano i preservativi?
C
IN COPERTINA
3
PROGETTO SCUOLA ANLAIDS
27 maggio: premio Hiv alle scuole
Si svolgerà il 27 maggio presso le Scuderie di palazzo Ruspoli (www.scuderiepalazzoruspoli.it) la premiazione per il IV bando nazionale Anlaids riservato a progetti di prevenzione dell’’Hiv/Aids e Mst presentati da istituti di istruzione
secondaria di primo e secondo grado all’’interno del Progetto Scuola di Anlaids.
L’’edizione 2010 prevede anche un premio a un istituto Turistico alberghiero
nell’’ambito del bando particolare riservato a questo tipo di scuole.
P REVENZIONE
continua da pag. 3
SITCOM
IN COPERTINA
Un ragazzo con
Hiv a ““Tutti pazzi
per amore””
Ha fatto scalpore la
““confessione”” di sieropositività di Raoul,
il giovane istruttore
di kick-boxing interpretato da Gabriele
Rossi nella serie tv
Tutti pazzi per amore
2 in onda su Rai Uno
e sceneggiata, tra gli
altri, da Ivan Cotroneo. Il colpo di scena
è stato oggetto
anche di dibattiti televisivi, come quello
ospitato da Cominciamo bene, su Rai Tre
lunedì 3 maggio che
ha visto anche la partecipazione di Fernando
Aiuti,
presidente onorario
Anlaids, e Alessandra
Cerioli, presidente
nazionale Lila.
all’’interno della scuola senza che nessuno sia obbligato sione, non erano emerse. Alcuni tra i professori hanno sostenuto che
avremmo dovuto procedere ad una votazione tra tutti gli studenti, ma noi
ad avvalersene.
siamo convinti di aver agito correttamente, tramite gli organi di rappresenQuali caratteristiche dovrebbero avere tanza dove si prendono le decisioni. Riteniamo paradossale, poi, che un’’iniziativa mirata a dare un’’opportunità in più possa generare tante critiche.
questi distributori?
Si tratta di macchine che si auto-finanziano con i proventi delle vendite, senza richiedere esborso di denaro Tra le voci di dissenso, la più rilevante è quella di Antonio Martorana, prealla scuola. Saranno installate all’’interno dei bagni, per side dell’’istituto, che fin dall’’inizio ha espresso parere contrario. ““Sono consauna maggiore tutela della privacy, e daranno la possi- pevole del problema della prevenzione tra i giovani e sono favorevole
bilità di acquistare i preservativi ad un prezzo agevo- all’’adozione di iniziative in proposito –– spiega il preside –– ma ho delle perplessità
sia sul modo in cui si è arrivati alla decisione, sia sull’’opportunità di avere un dilato rispetto a quello delle farmacie.
stributore di preservativi all’’interno della scuola. Temo infatti che questo possa
Quali sono stati i passi concreti che hanno rivelarsi un invito a fruirne con compagni di scuola””. Secondo il professor Martorana, la decisione sarebbe dovuta arrivare al termine di un percorso più seportato all’’approvazione del progetto?
Per informare l’’intero corpo studentesco, abbiamo in- reno e condiviso. ““Mettendo
vitato il dott. Tullio Prestileo, presidente della sezione da parte le mie personali perpalermitana di Anlaids, per trattare il tema della pre- plessità, penso che gli studenti
venzione dall’’Hiv/Aids nel corso della nostra assem- avrebbero dovuto coinvolgere
blea d’’istituto. La partecipazione a quell’’assemblea è di più i professori che si occustata elevata, prova dell’’interesse per l’’argomento. Poi pano di educazione alla salute.
abbiamo presentato il progetto al comitato che riuni- Tutto ciò non è avvenuto e
sce i rappresentanti di tutte le classi, ottenendo l’’ade- ora ci sono delle divergenze
sione unanime, e finalmente il progetto è approdato che devono appianarsi. Ora io
in consiglio d’’istituto, dove è passato con una larga sono vincolato dalla decisione
del consiglio d’’istituto, ma
maggioranza.
proprio seguendo la delibera
A questo punto, però, sono emerse le voci di approvazione, l’’installazione
dei distributori deve avvenire
di dissenso……
Quando il progetto è diventato concreto, attirando al termine di un percorso informativo, che stiamo conanche l’’attenzione dei media, abbiamo ricevuto
cordando con enti e
delle critiche da parte di alcuni professori, geniassociazioni””.
Il liceo Garibaldi di Palermo, sede dell’’iniziativa di prevenzione
tori o studenti che prima, nelle sedi di discus-
4
CINEMA
Nelle sale un film sulla storia dell’’Aids in Italia
Anche il cinema è tornato ad occuparsi di Hiv/Aids grazie al film +o- il sesso confuso,
racconti di mondi nell’’era aids che ricostruisce la storia della malattia nel nostro paese
dagli anni ’’70 ai giorni nostri. Gli autori Andrea Adriatico e Giulio Maria Corbelli
hanno raccolto oltre 35 interviste per capire come l’’Aids abbia cambiato anche i
nostri costumi sociali. Il film è attualmente in distribuzione nelle sale italiane: tutte
le date sono visibili sul sito www.piuomeno.eu
P REVENZIONE ––
INTERVISTA A
G IANMARINO V IDONI , A SL M ILANO
In medicina: che ne sa il medico di famiglia?
U
n questionario sul ricorso al test per l’’Hiv inviato a tutti i medici di medicina
generale della azienda sanitaria locale di Milano. È questo lo strumento principale della ““Indagine conoscitiva osservazionale sulla frequenza di prescrizione del test Hiv nella popolazione in cura da parte dei medici di medicina
generale (Mmg)”” promosso da Anlaids Lombardia, Asl Milano e Milano contro
l’’Aids, l’’organizzazione che riunisce le associazioni più attive sul territorio cittadino.
Q u a l i a rg o m e n t i a f f ro n t a i l q u e s ti ona rio?
Chiediamo ai medici se hanno persone positive
all’’Hiv tra i loro pazienti, cosa fanno per assisterli, quanto spesso ritengano utile suggerire
ai loro pazienti di fare il test, se conoscono
i centri sul territorio che svolgono dia- Effettuare una strategia di prevenzione
efficace significa agire su molti territori:
gnosi e assistenza e altro ancora.
campagne pubbliche, scuola, spot teleAvete dati o indicazioni sull’’at- visivi e altro ancora. In tutto questo,
quanto conta il coinvolgimento del
tenzione dei medici di medicina generale alla questione
Hiv?
continua a pag. 6
5
Brasile: ok al
conce pimento
naturale
per
coppie discordanti in terapia
Dopo la Commissione federale Aids
svizzera anche il ministero della Sanità
brasiliano si esprime
a favore del concepimento naturale per
le coppie sierodiscordanti. Secondo
un
comunicato
emesso lo scorso 4
maggio, se la coppia
in cui uno dei coniugi è portatore di
Hiv pianifica la gravidanza nella fase più
adatta del trattamento clinico, il rischio di trasmissione
è bassissimo o pressochè nullo, purché il
partner sieropositivo abbia soppresso
la carica virale e non
abbia malattie sessualmente
trasmesse.
IN COPERTINA
Dati non ne abbiamo al momento, ma solo una
sensazione priva di conferme statistiche: credo
che troppo spesso i medici di medicina generale
ne sappiano pochino, come suggerisce il fatto che
qualche medico di famiglia tratta le uretriti senza
consigliare il test per la lue. In molte occasioni,
loro stessi ci chiedono di avere più formazione
sulle malattie a trasmissione sessuale perché sono
consapevoli di avere poca preparazione in materia. È per questo che il nostro progetto ha suscitato grande interesse anche nelle organizzazioni
scientifiche di categoria.
““Abbiamo inviato a tutti i medici di medicina generale di Milano, Sesto San
Giovanni e Cinisello un questionario orientato sulle tematiche connesse a
una diagnosi precoce –– spiega Gianmarino Vidoni, direttore della Struttura complessa Mts/Crh della Asl di Milano –– C’’è il sospetto che, nel momento in cui un paziente si rivolge al proprio medico curante con certi
sintomi, a tutto si pensi tranne che all’’Hiv””.
INFETTIVITÀ
P REVENZIONE
continua da pag. 5
VIAGGI
IN COPERTINA
La Cina elimina
il
bando
di
ingresso per le
persone sieropositive
Pechino segue le
orme di Obama ed
elimina il divieto di
ingresso in Cina per
le persone sieropositive. L’’annuncio,
dato il 27 aprile dal
Consiglio di Stato cinese, è giunto in
tempo per lasciare
libero accesso al
paese anche in vista
dell’’Expo di Shanghai, che si è aperta
nella metropoli asiatica lo scorso 1°
maggio.
Qualche
perplessità
resta,
però, dal momento
che alle autorità di
frontiera viene lasciata ampia discrezionalità.
–– il loro coinvolgimento sia fondamentale: ma mentre di colesterolo o di
altre patologie se ne sente parlare in molte occasioni, dagli spot in tv ai
giornali, nel campo delle malattie a trasmissione sessuale non ci sono vere
occasioni di informazione, soprattutto per la categoria di età superiore ai
40 anni, presso la quale c’’è scarsissima percezione del rischio.
medico di medicina generale?
Io stesso, come infettivologo, sono dell’’opinione
che il medico di medicina generale sia fondamentale per qualsiasi strategia preventiva, che riguardi
il tumore del colon o il fumo, l’’ipertensione o le
malattie sessualmente trasmesse. In tutti questi
casi si tratta comunque di agire sugli stili di vita e i
medici di medicina generale, insieme ai dipartimenti di prevenzione delle Asl, sono i due attori
principali del mondo sanitario nel campo
della prevenzione.
Non crede che tutto quello che si
chiede al ““medico di famiglia”” rischi di gravarli troppo, tanto che
spesso loro stessi lamentano di
avere appena il tempo di visitare
i loro pazienti?
Io credo che si riesca sempre a fare ciò
che si vuole fare. Ma esistono delle obiettive difficoltà: i medici di medicina generale spesso
sono impegnatissimi anche con compiti burocratici
complessi, la maggior parte della loro attività è dedicata ai pazienti gravati da malattie croniche,
spesso quelli di età più avanzata e molto meno i
giovani che sono i principali destinatari degli interventi di prevenzione. Insomma, devono occuparsi
di molte cose e spesso vengono tirati da più parti.
Credo però che per questo argomento specifico,
come per altri simili che richiedono interventi
sugli stili di vita –– penso alla colesterolemia o
all’’ipertensione o alla prevenzione dei tumori
6
Perché, secondo lei, c’’è questa differenza nella possibilità di
informare apertamente di infezioni a trasmissione sessuale
rispetto a quanto accade per altre patologie?
La sfera della vita sessuale appartiene agli ambiti più intimi di un individuo e c’’è difficoltà a
parlarne non solo con il proprio medico curante ma anche con i genitori o a volte con il
partner. Ci sono ambiti in cui il medico è riconosciuto come interlocutore e altri da cui
lo stesso paziente lo esclude. Ci sono argomenti che hanno bisogno di contesti specifici
per poter essere affrontati e sicuramente il
sesso è uno di questi. Per questo sono contrario a chi sostiene che il test per l’’Hiv dovrebbe essere ““normalizzato”” e diventare come quello per la glicemia: il
contesto comunicativo per parlare degli stili di vita che portano all’’iperglicemia e all’’infezione da Hiv sono profondamente diversi, non è facile
per un uomo dire che non ha usato il condom o che ha avuto comportamenti sessuali considerati inconsueti. Sono argomenti delicati che richiedono dei servizi ad hoc per poter essere affrontati. Per questo ci vorrà
ancora tempo perché il test possa essere normalizzato, ora si porta ancora
dietro dei giudizi. Da noi ci sono sempre più persone che si presentano
tirando fuori nome e cognome con tranquillità, e questo è sicuramente un
grosso successo. Ma è ancora necessario tutto il lavoro di counselling
che è strettamente legato all’’esecuzione del test per poter incidere
sugli stili di vita.
Immagini di alcune delle campagne citate nell’’intervista
P R E V E N Z I O N E ––
INTERVISTA AD
A NNAMARIA T ESTA ,
PUBBLICITARIA
Sui muri: le campagne vincenti
C
omunicazione e creatività sono il ““pane quotidiano”” di Annamaria Testa, copywriter
milanese che ha realizzato una utilissima analisi delle campagne di prevenzione antiAids realizzate in Italia e in Europa per individuarne i caratteri ““vincenti””.
Perché questa difficoltà a parlare di preservativo in Italia?
Perché siamo un paese cattolico e anche un po’’ bacchettone, che tende a prendere pubblicamente posizioni ambigue che rasentano la menzogna. Gli ultimi interventi
governativi in materia di Aids, ad esempio, sono poco efficaci
in maniera intenzionale, scelgono di non dire perché dire significherebbe ammettere che ci può essere sesso fuori del
matrimonio o che ci può essere una molteplicità di partner
sessuali, tutte cose di cui non si vuole parlare.
Quali sono gli "ingredienti" che rendono una campagna efficace?
Una campagna efficace è una campagna che non è reticente e che non è terrorizzante, un
punto di equilibrio non facile da trovare. È reticente quando propone i temi in maniera generica, non è circostanziata, non esplicita le questioni: nel caso della lotta all’’Aids, è reticente
una campagna che non cita l’’uso del preservativo che è sparito dagli interventi di prevenzione ministeriali. È anche opportuno che le immagini parlino in modo chiaro: ricordo una
campagna del ministero con due sagome sotto una tenda in cui non si capisce cosa stiano
facendo. Infine è necessario che fornisca indicazioni comportamentali corrette e chiare.
7
Cosa serve per parlare ai giovani di Aids?
C’’è un filmato molto bello suYouTube intitolato French Condom Publicity ambientato in un bagno pubblico; sulle pareti
del bagno c’’è il disegno di un pisello che si anima e raggiunge
altri disegni sconci sulle piastrelle della toilette.Tutti i disegni,
appena lo vedono arrivare, scappano; allora lui tristissimo si
avvicina al lavandino dove c’’è una ragazza vera che si trucca
e lei, vedendolo triste, gli disegna addosso un preservativo:
a quel punto tutti i disegni sconci che si erano allontanati
spaventati accorrono vogliosi e pronti ad accoppiarsi……!
Ecco, questo credo sia un esempio perfetto di comunicazione chiara in cui si dice: usare il preservativo è una cosa
tosta, che ti porta nel gruppo. Qui si usa il linguaggio giusto,
esplicito ma per niente volgare, ricco di humour e che
dà gratificazione veicolando il messaggio ““usalo perché
così becchi più amici””.
COPERTINA
A proposito di campagne ““terrorizzanti””, l’’elemento della
paura è stato molto cavalcato nella comunicazione sull’’Aids……
Una cosa è responsabilizzare, altra è terrorizzare. In una campagna australiana si presentava la morte che giocava a bowling per parlare
del rischio di contrarre l’’infezione. Questi messaggi sono fuorvianti: è necessaria una comunicazione rigorosa proprio perché
la consapevolezza del problema sta diminuendo tanto che
l’’Aids sta diventando un elemento che fa parte del paesaggio
e non desta alcuna attenzione. Se non si danno informazioni
precise e rigorose e si percorre la strada del terrore, specialmente i ragazzi più giovani tendono a rimuovere la questione
e questo non gioca a favore della prevenzione.Allora meglio
un linguaggio leggero: le campagne svizzere, ad esempio,
che presentano accoppiamenti in ambientazioni improbabili usano un linguaggio scherzoso e soprattutto
chiaro, perché alla fine il messaggio è ““usa il preservativo””. Quando mai abbiamo visto un messaggio del
genere nel nostro paese?
AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI –– DI LUCIA PALMISANO,
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ
I linfonodi sono il bersaglio privilegiato dell’’Hiv?
LINFONODI
SCIENZA
Trascurati, poi
riscoperti
Come è noto, nei
primi anni dell’’epidemia di AIDS la linfoadenopatia
venne
considerata la manifestazione iniziale tipica
dell’’infezione da HIV,
tanto che il virus fu
chiamato LAV (Lymphoadenopathy-associated virus). Negli
anni che seguirono si
è parlato un po’’
meno del ruolo dei
linfonodi, mentre è
stata
sottolineata
l’’importanza di altri
organi: in particolare,
un grande rilievo è
stato dato all’’intestino, visto come bersaglio
primario
dell’’HIV e sede di una
massiva distruzione di
linfociti CD4. Osservazioni recenti da
parte di vari gruppi di
ricercatori hanno invece riaffermato con
forza l’’importanza
degli organi linfatici
secondari (in primo
luogo dei linfonodi)
come bersagli iniziali
e privilegiati dell’’infezione da HIV.
P
rendiamo spunto da un articolo recentemente pubblicato da ricercatori italiani sulla rivista
Lancet (F. Cainelli et al, Lancet febbraio 2010) per tornare a parlare di patogenesi dell’’infezione
da HIV, un argomento sempre al centro dell’’interesse dei ricercatori. Capire come l’’HIV produce i suoi danni, infatti, significa avere maggiori possibilità di trovare strategie terapeutiche efficaci.
A questo proposito, vari lavori scientifici hanno recente- danno luogo infine a una trasformazione fibrotica, con forte riduzione o scomparsa
mente riportato all’’attenzione il ruolo dei linfonodi nella della componente linfocitaria. In queste condizioni, i linfonodi perdono la capacità di rimalattia da HIV. È stato notato infatti che una caratteristica generare i CD4 distrutti dall’’HIV e questo deficit può persistere e aggravarsi anche
comune ad alcuni pazienti che presentano una marcata ri- quando la replicazione del virus è bloccata dalla terapia antiretrovirale.A peggiorare la
situazione, i linfonodi infettati fungono da ““trappola””, attraendo
duzione dei CD4 nonostante la completa soppresaltri CD4 (infatti qui si concentra la quota maggiore di CD4
sione della carica virale è l’’evoluzione fibrotica dei
di tutto l’’organismo) che all’’interno del linfonodo trovano un
linfonodi, soprattutto a livello della paracorticale, che
ambiente sfavorevole, caratterizzato da fenomeni di infezione
è l’’area più importante per la presentazione dell’’ane attivazione, che spesso li porta a quella specie di ““suicidio””
tigene e la maturazione dei linfociti.Altri autori concellulare che viene definito apoptosi. Sembra che sia la gp120,
temporaneamente, basandosi su studi nelle scimmie,
proteina presente sull’’involucro dell’’HIV, a esercitare questa
hanno stimato che i linfociti CD4 nell’’uomo sono
““attrazione fatale”” nei confronti dei CD4. La comprensione
circa 20.000 miliardi: un numero che di per sé è poco
struttura di un linfonodo: nell’’area verde, dei meccanismi con cui si determina la fibrosi che sostituisce
significativo ma che è 5-10 volte maggiore rispetto La
corrispondente ai follicoli linfatici, sono conalle stime di poco tempo fa. Solo lo 0,3-0,5% di queste centrati i linfociti B, nell’’area rossa, corrispon- la normale architettura linfonodale e, in ultima analisi, è causa
alla zona paracorticale, sono concentrati di immunodeficienza potrebbe fornire spunti preziosi per
cellule si troverebbe nel sangue periferico, mentre la dente
i linfociti T (e quindi le cellule CD4)
nuovi approcci terapeutici. I dati attualmente disponibili sono
maggior parte di esse sembra essere concentrata nei
linfonodi. L’’intestino, secondo questi ricercatori, conterrebbe molto preliminari e ottenuti solo nelle scimmie ma suggeriscono che attraverso il
““solo”” il 15% di tutti i CD4. Qual è il significato di queste blocco farmacologico di alcune sostanze (ad esempio ilTGF-beta) si potrebbe ottenere
scoperte per le nostre conoscenze sulla patogenesi dell’’in- un effetto antifibrotico. Se venisse confermato il ruolo della gp-120, l’’inibizione di questa
fezione da HIV? L’’integrità della struttura dei linfonodi è re- proteina potrebbe rappresentare un’’ulteriore possibilità terapeutica. È certo, in conquisito essenziale perché essi possano svolgere il loro clusione, che i farmaci antiretrovirali sono e resteranno il cardine della terapia dell’’inimportantissimo ruolo nella risposta immunitaria; nell’’infe- fezione da HIV, ma possono non essere sufficienti a ridurre il danno iniziale e irreversibile
prodotto dal virus. Lo studio della patogenesi non è semplicemente un esercizio
zione da HIV, però, essi sono sede di fenomeni infiammascientifico, ma lo strumento indispensabile per capire se altre strategie possono
tori e, successivamente, di alterazioni strutturali che
essere disegnate per limitare l’’evoluzione del difetto immunitario.
iniziano con un progressivo accumulo di collagene e
8
Altre
notizie
LIBRI
Una guida per la sanità
È stato presentato nella Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati il libro di Gerardo
D’’Amico La salute in tasca, edito da Mursia, una guida puntuale e rigorosa utile per ogni cittadino
per accedere nel modo migliore all’’assistenza sanitaria, conoscere i proprio diritti e
sapere dove informarsi. Scritto dal noto giornalista radiofonico e televisivo, conduttore
tra le altre della trasmissione Ippocrate su RaiNews24, il libro è stato presentato alla
presenza, oltre che dell’’autore, di Amedeo Bianco, presidente Fnomceo, di Corradino
Mineo, direttore di RaiNews24, e di parlamentari di diversi schieramenti.
Dalle sedi regionali
LOMBARDIA
MARCHE
LOMBARDIA
Anlaids corre la City
Marathon
Nuovi farmaci, nuovi
costi?
Dal 10 al 15 giugno, è Convivio!
Circa 500 squadre, composte
da quattro atleti ciascuna,
sono partite dalla Fiera di
Rho e sono arrivate in Piazza
Castello, suddividendosi i
42,195 km in quattro frazioni
della Milano City Marathon svoltasi lo scorso
11 aprile. Cinque di quelle squadre erano
squadre Anlaids: 20 volontari hanno affrontato
con entusiasmo e determinazione il freddo e
la fatica correndo con il pettorale e la maglia
dell’’associazione. I volontari di Anlaids vogliono ricordare, partecipando alla maratona,
che è possibile una vita sana con gioia e fatica,
allenandosi a vincere le tentazioni. Vogliono
inoltre rappresentare con la propria fatica, la
fatica dei ricercatori, dei volontari, delle associazioni ed anche delle persone Hiv+ che ogni
giorno debbono convivere con il proprio
stato.
NAZIONALE
Anlaids: cambiano gli indirizzi email
9
Terza edizione
del
Premio
Tomassetti
Importanti novità
nel bando della terza
edizione del Premio
giornalistico intitolato a Riccardo Tomassetti,
il
giornalista esperto
di Hiv morto improvvisamente nel
2007 a soli 39 anni. Il
bando, pur riservando un Premio
speciale per la divulgazione scientifica e
sociale dell’’Hiv/Aids,
si apre anche alle
altre patologie e
prende la denominazione
di Premio Giornalistico ““Ricc a r d o
Tomassetti””: informazione e
salute NEXT
GENERATION.
Per il bando
completo,
consultare il
sito www.premiotomassetti.it
NEWS
Cambiano gli indirizzi di posta elettronica di
Anlaids: con il procedere del trasferimento sul
dominio anlaids.org, si è proceduto alla disattivazione di tutti gli indirizzi email con dominio
@anlaids.it e al passaggio a corrispondenti indirizzi con dominio @anlaids.org. In particolare, l’’indirizzo di riferimento della sede
nazionale, dopo la disattivazione di
[email protected], è [email protected].
Anlaids Marche organizza ad
Ancona per il 29 maggio 2010
il convegno I nuovi farmaci per
la Malattia da Hiv: risorse indispensabili o costi insostenibili?.
L’’iniziativa, intrapresa nell’’ottica di mantenere se non migliorare lo standard attuale di assistenza per le persone con
HIV/AIDS nella Regione, costituisce un’’occasione di confronto su un tema di assoluta attualità, quale la disponibilità di nuovi farmaci
per il trattamento della malattia da Hiv, che,
oltre a fornire una significativa opportunità terapeutica in termini di efficacia viro-immunologica, porta con sé
anche il problema del
verosimile incremento
dei costi per la gestione dei pazienti con
HIV/AIDS. Il convegno
si terrà presso l’’Auditorium ““S. Totti”” dell’’Ospedale di Torrette
di Ancona e vedrà la
partecipazione dei diversi attori coinvolti,
dai medici specialisti ai
farmacisti, agli amministratori della sanità
pubblica, alle aziende
farmaceutiche, oltre
che naturalmente ai
pazienti e chi sta loro
vicino.
Dal 10 al 15 giugno 2010, si terrà a Milano la X edizione della manifestazione
Convivio, lo straordinario evento di solidarietà che si rinnova ogni due anni con
immutato entusiasmo e generosità, sostenuto da tutto il mondo della moda,
dalle più grandi aziende di pelletteria, gioielleria, cosmesi, design e oggettistica e
che vede uniti sponsors, amici, volontari
e persone Hiv+. Convivio deve anche
rappresentare una occasione per riproporre all’’opinione pubblica il drammatico
tema dell’’Aids.Ancora una volta si vuole
richiamare l’’attenzione sul ricorso al test
quale strumento per conoscere il proprio stato
con la duplice finalità di limitare l’’espansione dell’’epidemia e di curarsi. A tal fine dal 11 al 15
giungo 2010 sarà allestito, all’’interno del percorso
della Mostra Mercato, un ambulatorio dove sarà
offerto il test ai visitatori, gratuitamente e con la
più ampia garanzia di riservatezza.
Nell’’ambulatorio saranno costantemente presenti medici infettivologi, infermieri, tecnici e psicologi a garanzia della correttezza delle
procedure e della piena aderenza alle norme vigenti per l’’esecuzione del test, sotto la responsabilità delle Cliniche di Malattie Infettive
dell’’Azienda Ospedaliera ““L. Sacco”” e dell’’IRCCS
San Raffaele.
Per fare tutto ciò Convivio ha bisogno di tutti i
volontari che in questi venti anni l’’hanno sostenuto e che credono nel valore della solidarietà.
Per diventare Volontario Convivio, contattare
il numero 02/33608680 oppure il sito
www.conviviomilano.it
NAZIONALE
IL CORROSIVO
Hai l’’Aids, non ti opero
La notizia –– se sarà confermata –– parla da sé: un
uomo malato di Aids, affetto da una forma tumorale,
è stato dimesso dal Policlinico di Bari ufficialmente
in attesa di un riscontro istologico, ma, secondo la
denuncia di Cama-Lila, a causa di una ““scandalosa
discriminazione”” da parte del primario di Chirurgia generale che si sarebbe rifiutato di operare
una persona in Aids, nonostante altri membri
della sua equipe si fossero dichiarati disponibili.
No comment.
L a p a rol a a i l e t t o ri
Montagnier: anche la Consulta protesta
LETTERE
inviate
Le organizzazioni della Consulta delle Associazioni per la lotta contro l’’AIDS del Ministero della Salute inviato alla redai vostri interventi
zione delle Iene hanno espresso a Le Iene disappunto rispetto all’’intervista a Montagnier andata in onda nella puntata
all’’indirizzo
di mercoledì 14 aprile. La redazione ha comunque mandato in onda, nella puntata successiva del 21 aprile, un’’[email protected]
sta alla presidente Lila Alessandra Cerioli che rettificava alcune delle affermazioni del premio Nobel.
saranno pubblicati
Con la presente le sottonotate organizzazioni della mente attento a questioni di tale rilevanza, presti parin questa
Consulta delle Associazioni per la lotta contro l’’AIDS ticolare attenzione a quanto manda in onda.
del Ministero della Salute esprimono il più profondo La nostra forte preoccupazione inoltre deriva dell’’impagina
sconforto e disappunto rispetto a quanto contenuto portante platea televisiva che ha il vostro programma, e
nell’’intervista al prof. Montagnier andata in onda nella dal fatto che l’’intervista è già reperibile su YOUTUBE e
vostra trasmissione durante la puntata di mercoledì altre piattaforme telematiche, ma soprattutto dal fatto che
gran parte della vostra platea è costituita da giovani.
scorso 14 aprile.
Le affermazioni fatte dal professor Montagnier e ri- Accogliamo con favore la vostra decisione di assicurare il diritto di replica con
portate nel servizio, molte delle quali a nostro avviso l’’intervista alla presidente della Lega Italiana per la Lotta contro l’’AIDS, ma vorremmo anche ricordarvi, per il fuscorrette e prive di qualsiasi contenuto e/o valenza
turo,
che
le
competenze,
scientifica, avranno su quanti hanno visto il servizio un
riconosciute anche a livello internaimpatto negativo fortissimo in termini di prevenzione.
zionale, nel nostro Paese certo non
Affermazioni come ““l’’HIV può essere trasmesso con
mancano, sono presenti nella Comun bacio profondo”” o ““meglio stare attenti agli starmissione Nazionale AIDS come sono
nuti”” e altre clamorose inesattezze o generalizzazioni
presenti nella Consulta e nella sofuorvianti come quelle sulle droghe, sono assolutacietà civile, disponibili certamente
mente in contrasto con quanto affermato da studi e
tutti a venire interpellati ogni volta
ricerche della comunità scientifica e da tutte le Agenche la vostra redazione ne valutasse
zie governative e internazionali di lotta all’’AIDS.
l’’opportunità.
Tali affermazioni riportano le lancette della lotta all’’Auspichiamo infatti che, con la doHIV indietro di due decenni, veicolando un messaggio
vuta sensibilità e correttezza, la voerrato e confondente, che quanti non hanno strumenti
e conoscenze adeguate intenderanno attendibile visti stra trasmissione continui ad occuparsi di un tema importante e troppo spesso
ignorato, se non nei suoi aspetti sensazionalistici, quale è l’’Hiv/Aids.
i titoli dell’’interlocutore intervistato.
Anlaids, Arche’’, Arcigay, Associazione Politrasfusi Italiani, Balne, Cica, Cnca, Circolo
Non vogliamo entrare nelle ragioni che hanno
Mario Mieli, Dianova, Forum Aids, Lila, Nadir, Nps Italia, Saman, San Benedetto al
spinto il professor Montagnier a tali affermazioni,
Porto, San Patrignano, Ragazzi Della Panchina,Villa Maraini
ma chiediamo che il vostro programma , solita-
10
ATTUALITÀ SOCIALE –– DI DANIELA MAZZINI, AVVOCATA IN ROMA
Test Hiv:
consenso ai minori
I
l 28 aprile 2010, il Comitato Etico istituito presso la Direzione Sanitaria della ASL RM E ha
espresso parere positivo sulla possibilità di eseguire il test Hiv su minori senza l’’esplicita
autorizzazione dei genitori. Il parere era stato chiesto dal direttore generale della Asl in seguito
all’’intervista rilasciata dalla dottoressa Laura Spizzichino al Corriere della Sera sull’’argomento.
e nell’’interesse del paziente e nel caso di attività che comportino
rischi per i la salute di
terzi si può prescinder
dal consenso dell’’interessato, ma nulla dice riguardo la possibilità e le
modalità di sottoporre
il test ai minori.
Per quanto riguarda la
legislazione di altri Stati,
si sottolinea che negli
Stati Uniti, già a 14 anni
(e in alcuni Stati a 12
anni) il minore ha l’’autorità per prestare il
consenso per l’’effettuazione del test Hiv. Con
l’’eccezione
dell’’Alabama, dove è richiesta la notifica parentale, in nessun
altro Stato i medici sono obbligati a comunicare i
risultati dei tests ai genitori. Molti Stati, tuttavia, permettono ai medici di informare i genitori del fatto
che il minore stia chiedendo o ricevendo servizi
11
continua a pag. 12
LETTERE
Scrive il Comitato Etico:
la decisione di effettuare il test per Hiv su
soggetti minori al di sopra dei 16 anni appare
eticamente giustificata. Al riguardo, considerati anche i pareri dei giuristi che si sono
espressi nel merito, è da ritenere che l’’interesse del benessere del minore sia superiore
all’’interesse del genitore a conoscere l’’esito
del test. Tuttavia il minore va informato che,
nell’’eventualità di positività del test, la struttura procederà ad informare la famiglia.
Inoltre, gli operatori sanitari, qualora dovessero effettuare interventi di questo tipo, dovranno richiedere il preventivo parere del CE,
con la puntualizzazione che il parere in
quanto tale, non esonera i Direttori e i Responsabili che erogano il servizio dalle proprie responsabilità.
foto di Olga Pohankova
Unaids ha calcolato che nel mondo circa
2,5 milioni di bambini e ragazzi al di sotto
dei 15 anni siano Hiv positivi. In Italia, la legge 135/90 stabilisce che nessuno
può essere sottoposto, senza il suo consenso, ad analisi tendenti ad accertare
l’’infezione da Hiv se non per necessità clinica nel suo interesse e quando questi
accertamenti siano condizione per l’’espletamento di attività che comportano
rischi per la salute di terzi.
La legge stabilisce che è necessario il consenso esplicito dell’’interessato
per l’’accertamento dell’’infezione da Hiv, che per motivi di necessità clinica
ATTUALITÀ SOCIALE –– continua da pag. 11
SOCIALE
STI (cioè su infezioni sessualmente trasmissibili),
quando lo ritengano necessario per tutelare l’’interesse del minore.
In Spagna, i minori che hanno compiuto 16 anni possono decidere autonomamente e coloro che hanno
compiuto 12 anni, pur in presenza di un rappresentatane legale, devono essere ascoltati.
Nei casi in cui il minore ha il potere di decidere, occorre informare i genitori, qualora l’’intervento comporti un grave rischio. In ogni caso, la prestazione del
consenso per rappresentanza deve garantire il rispetto dell’’autonomia privata del paziente. Il rappresentante legale deve prendere una decisione che sia
adeguata alle circostanze e proporzionata alle necessità del paziente, deve agire in favore del medesimo e
rispettare le sua dignità.
Tornando in Italia, l’’art. 7 del Codice deontologico del
2006 richiede il consenso del rappresentante legale
per gli esami diagnostici sui minori, e stabilisce che il
medico, compatibilmente con l’’età, con la capacità di
comprensione e con la maturità del soggetto, abbia
l’’obbligo di dare adeguate informazioni al minore e di
tenere conto della sua volontà e nel caso di divergenze insanabili rispetto alle richieste del legale rappresentante, debba segnalare il caso all’’autorità
giudiziaria. Nel codice deontologico non viene specificata l’’età in cui il minore viene considerato maturo,
e generalmente i minori vengono distinti in piccoli e
grandi minori, intendendo per grandi minori coloro
che hanno superato i 12-14 anni. Il codice deontologico lascia valutare la possibilità di una decisione
presa senza il consenso dei genitori, come del
resto succede in condizioni particolari, quali il
caso dell’’interruzione della gravidanza, della tos-
sicodipendenza e della contraccezione, in linea con alcune delle leggi internazionali in tema di consenso, il cui intento è garantire il rispetto dell’’autonomia
privata del minore (legge spagnola 41/2002 e la normativa della California ).
Entrando, poi, nel dettaglio del consenso informato in tema di Hiv per i minori,
bisogna distinguere le varie fasi: l’’incontro preliminare, a carattere esclusivamente
informativo, circa le modalità di somministrare test attualmente disponibili per
la verifica della positività alla patologia, i rischi connessi ai test e la significatività
dei risultati. In occasione di questo primo incontro il medico dovrebbe valutare
il grado di maturazione e di consapevolezza del minore, e capire se il minore è
in grado di comprendere le informazioni e prendere decisioni connesse all’’effettuazione del test, indipendentemente dalla presenza dei genitori.
Qualora il medico si rendesse conto di essere di fronte ad un minore ““consapevole””, il clinico dovrebbe procedere alla somministrazione del modulo del
consenso vero e proprio e alla sua firma.
Nel momento successivo, quello dell’’informazione dell’’esito del test, il medico
dovrebbe effettuare un’’ulteriore valutazione, ovverosia valutare se il minore,
capace di consentire o dissentire all’’effettuazione del test, sia anche capace di
poter prendere, in caso di positività del test, le decisioni successive inerenti al
proprio stato di salute e alle terapie da seguire.
L’’aver considerato il grande minore capace di decidere sull’’effettuazione del
test, non significa reputarlo capace anche di prendere le decisioni successive e
non implica necessariamente di non poter richiedere il supporto familiare in
una seconda fase.
Proprio per questo, il medico deve rendere edotto il minore che si potrebbe
richiedere, nelle fasi successive, il consenso dei genitori.
Quindi nella prima fase, se il medico dovesse ritenere sufficiente il consenso
del minore, in conformità a dottrina e a previsioni normative inerenti a fattispecie analoghe, si ritiene che debba prevalentemente esser rispettato il diritto
del minore di non informare i genitori rispetto all’’effettuazione del test, così
privilegiando la confidenzialità dell’’approccio.
In successione sarà opportuno, in caso di positività del test, comunicarne l’’esito
ai genitori, anche con il supporto di figure di specifico riferimento (psicologo,
assistente sociale, ecc.), fermo restando gli obblighi d’’informazione all’’autorità giudiziaria.
12
I volti di Anlaids
Questo mese dedichiamo la pagina dei volti dell’’associazione a chi nel fine settimana di Pasqua si è impegnato per il Bonsai Aid Aids 2010, affrontando difficoltà
e intemperie per mantenere alta l’’attenzione sul tema dell’’Aids. Le immagini in
questa pagina presentano solo pochissimi esempi di allestimenti presenti in tutta
Italia. A tutte le persone che hanno accolto e affrontato questa sfida un profondo
e sentito ““Grazie!””.
ARESE (MI)
MILANO
Una immagine
della postazione
allestita dall’’associazione
““Arese
nel
Cuore””
CASERTA
Alcune immagini
della Sig.ra Linda
Iannone di Caserta,
sempre
molto attiva per i
bonsai.
CATANIA
LATINA
Anche quest’’anno la Campagna Bonsai Aid Aids, nonostante
il tempo poco favorevole, ha ottenuto il successo meritato. I
nostri Volontari hanno affrontato il freddo, la pioggia e il
vento dando il meglio di loro stessi. Un
ringraziamento particolare a tutti loro
che hanno scelto, anche per quest’’anno, di festeggiare la
Pasqua, nel
segno della solidarietà, con
la grande famiglia Anlaids.
Due immagini di Lella
De Guilmi, presidente
del comitato Anlaids di
Catania, e due volontari
al banchetto Bonsai
MANTOVA
13
Sempre in ricordo di Daniele, si è
svolto anche il IV bando di concorso
per l'attribuzione di 4 borse di studio
per le scuole di Latina. Di seguito i vincitori:
1° Premio - Borsa di Studio da 550
euro: Ilaria Numeri - Classe II EScuola Media Statale "Giovanni Cena"
2° Premio - Borsa di Studio da 400
euro: Alice Bottoni, Daniela Di Silvio,
Sara Bevilacqua - Classe I A Scuola
Media Statale "P.M. Corradini"
3° Premio - Borsa di Studio da 350
euro: Giulio Bozzo - Classe II E - Scuola
Media Statale "Giovanni Cena"
4° Premio - Borsa di Studio da 200
euro: Bambini della Scuola dell'Infanzia di Via Bachelet - Sezione A
(5ANNI)
La Commissione ha inoltre deciso di
assegnare un Premio Speciale di 100
euro ai bambini della Scuola dell'Infanzia di Via Polonia.
La cerimonia di assegnazione dei premi
si terrà lunedì 17 Maggio alle ore
10.00, presso il VII Circolo di Latina.
Anno 1I numero 15
maggio 2010
Newsletter d’’informazione
di Anlaids Onlus
Associazione Nazionale
per la Lotta contro l’’Aids
via Barberini, 3 00187 Roma
Tel. 064820999
Fax 064821077
In attesa di registrazione
presso il Tribunale di Roma
Direttore responsabile:
Giulio Maria Corbelli
[email protected]
Progetto grafico: Gamca
SOCIALE
A Mantova sono state distribuite 300 piantine:
un lavoro impegnativo per i volontari delle associazioni Anlaids ““Lucia Serragli”” ed Arcigay ““La Salamandra””, affiancati dai ragazzi del gruppo Scout
della Compagnia ““Shamrock”” di Mantova. Tra i materiali informativi distribuiti, è stato molto gradito
l’’opuscolo contenente le informazioni per eseguire il
test dell’’Hiv, in completo anonimato e gratuità, un
pieghevole ideato proprio dall’’Anlaids mantovana,
per limitare il più possibile la diffusione del contagio.
Ancora un eccezionale
successo per la mamma di
Daniele: la volontaria Anlaids
Lazio di Latina, Antonietta Parisi, ha
raggiunto un nuovo record presso i
banchetti Bonsai allestiti in ricordo del
figlio, morto prematuramente di Aids.
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Maggio 2010