Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Fabbi Elsa, da Pietro e Giuseppina Remondini; n. il 10/6/1929 a Bologna. Nel 1943 residente a
Imola. Licenza di avviamento professionale. Impiegata. Riconosciuta benemerita.
Fabbi Fabio, da Asdrubale e Maria Vismara; n. il 19/6/1912 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Medico chirurgo. Militò nella 8a brg Masia GL. Svolse la propria attività nella clinica otoiatrica
dell'università di Bologna all'ospedale S. Orsola, ove alloggiava, prestando servizio come assistente
volontario e guardia. Collaborò con Romeo Giordano* alla costituzione del nucleo medico per
l'assistenza ai partigiani combattenti, sia fornendo materiale, sia recandosi di persona a curare e
medicare partigiani feriti. Per sottrarre alle carceri di S. Giovanni in Monte (Bologna) e alla
probabile fucilazione Cipriano Tinti*, dirigente del servizio informazioni del CLNER, lo fece prima
ricoverare in ospedale, poi collaborò alla sua fuga. Ebbe in cura anche Bruno Pasquali*.
Riconosciuto partigiano dall’1/10/44 alla Liberazione. Testimonianza in RB5. [A]
Fabbiani Alfonso, da Giuseppe e Colomba Nanni; n. il 27/8/1873 a S. Benedetto Val di Sambro.
Nel 1943 residente a Monzuno. Venne fucilato a Monzuno il 3/12/1944 dai tedeschi per
rappresaglia. [O]
Fabbiani Carlo, da Alfonso e Sofia Gatti; n. il 23/3/1903 a S. Benedetto Val di Sambro. Nel 1943
residente a Monzuno. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Il padre Alfonso* fu ucciso per
rappresaglia. Riconosciuto partigiano dall'1/10/43 alla Liberazione.
Fabbiani Domenico, da Alfonso e Sofia Gatti; n. il 4/8/1913 a S. Benedetto Val di Sambro. Nel
1943 residente a Monzuno. 3a elementare. Colono. Fu attivo nel 3a btg della brg Stella rossa Lupo e
operò a Baragazza (Castiglione dei Pepoli). Il padre Alfonso* fu ucciso per rappresaglia.
Riconosciuto partigiano dall'11/4/44 alla Liberazione.
Fabbiani Pietro, «Rino», da Amos e Argia Lucchesi; n. il 5/4/1922 a Castiglione dei Pepoli. Nel
1943 residente a Bologna. Licenza di scuola media. Impiegato. Militò nel 2° btg della brg Stella
rossa Lupo con funzione di commissario politico e operò a Vado (Monzuno). Riconosciuto
partigiano dal 10/10/43 alla Liberazione.
Fabbini Serafino. Ferroviere. Iscritto al PSI. Il 20/6/23 fu licenziato dalle FS per motivi politici,
con la formula dello «scarso rendimento di lavoro». [O]
Fabbretti Armando, da Michele e Maria Carolina Morganti; n. il 17/4/1896 a Camugnano; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Muratore. Collaborò con la brg Toni Matteotti Montagna.
Riconosciuto benemerito dall’1/4/44 alla Liberazione.
Fabbretti Davide, «Gotto», da Silvio e Olga Baruzzi; n. il 17/4/1921 a Imola; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Autista. Prestò servizio militare in aeronautica dal 12/10/41 all’8/9/43.
Militò nel btg Montano della brg SAP Imola. Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente
dall’1/8/44 al 14/4/45.
Fabbretti Nerino, «Lupo», da Silvio e Olga Baruzzi; n. il 30/4/1925 a Imola; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Ortolano. Militò nel btg Montano della brg SAP Imola. Riconosciuto
partigiano dall’1/8/44 al 14/4/45.
Fabbri Achille, da Anacleto e Rosina Pieralli; n. il 17/10/1891 a Castiglione dei Pepoli; ivi
residente nel 1943. Operaio. Iscritto al PSI. Il 29/8/21, con altri lavoratori e militanti socialisti,
prese parte a uno scontro a fuoco con i fascisti a Baragazza (Castiglione dei Pepoli), nel corso del
quale si ebbero un morto e alcuni feriti. Arrestato e processato in corte d'assise di Bologna, insieme
con altri 26 compagni, il 3/3/23 fu condannato a 10 anni di reclusione. Nell'agosto 1925 fu liberato,
a seguito della concessione dell'amnistia. Nel 1933 gli fu rifiutato il passaporto, chiesto per motivi
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
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a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
di lavoro. Il 20/1/40 nella sua pratica venne annotato: «Ė vigilato». [O]
Fabbri Adelma, da Antonio e Giulia Stagni; n. il 31/1/1882 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Casalinga. Fu uccisa dai nazifascisti il 29/9/1944 a Cadotto di S. Martino (Marzabotto), nel corso
dell'eccidio di Marzabotto.
Fabbri Adelmo, da Giovanni e Domitilla Gentilini; n. il 4/3/1906 a Lizzano in Belvedere. Nel 1943
residente a Porretta Terme. Colono. Collaborò sull'Appennino tosco-emiliano con il 1° btg della 7a
brg Garibaldi della div Modena. Riconosciuto benemerito dal 26/5/44 alla Liberazione.
Fabbri Adelmo, «Lino», da Giuseppe e Lodovica Selva; n. il 24/8/1920 a Castel d'Aiano; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Bracciante. Militò nella 7a brg Modena della div Armando.
Riconosciuto partigiano con il grado di tenente dal 19/6/44 alla Liberazione.
Fabbri Adolfo, da Oreste e Giuseppina Cesari; n. l'8/6/1912 a Castel S. Pietro Terme; ivi residente
nel 1943. Licenza elementare. Colono. Riconosciuto benemerito.
Fabbri Adriano, da Raffaele e Maria Baldovini; n. il 2/6/1927 a Monterenzio; ivi residente nel
1943. 3a elementare. Manovale. Militò nella 66a brg Jacchia Garibaldi e operò a Ca' del Vento
(Monterenzio). Riconosciuto partigiano dal 15/12/44 alla Liberazione.
Fabbri Alberto, «Cri Cri», da Antonio ed Ernesta Orlandi; n. il 29/5/1898 a Bologna; ivi residente
nel 1943. Operaio tornitore. Iscritto alla FGSI dal 1915 al 1921, nel 1917 fu condannato dal
tribunale militare di Brescia a 2 anni di reclusione per diserzione dall'esercito. Nel 1920 fu
segretario di sezione dei giovani socialisti a Bologna e con la scissione di Livorno aderì al PCI.
Arrestato dai carabinieri nell'estate 1922 per essersi difeso con le armi da un attacco squadristico e
posto in libertà provvisoria si recò a Roma nell'agosto 1922 dove trovò occupazione in una fabbrica
come operaio. Nel 1923 espatriò in Francia. Il 9/2/24, mentre si trovava esule in Francia, fu
condannato a 24 anni per l’attentato contro il caffè Librenti. A causa della condanna ricevuta in
contumacia, dalla Francia il partito lo fece trasferire in URSS. A Mosca, dove rimase per tre anni,
frequentò la scuola di partito. Rimpatriato clandestinamente in Italia per svolgere lavoro di
organizzazione nella zona di Livorno, fu arrestato nel 1926. Deferito alla Commissione provinciale
il 27/11/26 fu condannato a 5 anni di confino che scontò alle Tremiti (FG). In questo periodo fu
altresì rinviato al Tribunale speciale con sentenza istruttoria del 29/2/28 e condannato, il 27/6/28 a 9
anni, 10 mesi e 12 giorni di reclusione per creazione di esercito rivoluzionario, cospirazione,
propaganda, istigazione alla lotta armata contro le classi borghesi e il PNF. Scontò 7 anni della pena
inflittagli e un periodo di segregazione nel penitenziario di Porto Azzurro (LI). Fu rimesso in
libertà, in seguito ad amnistia e indulto, il 28/11/32. Dopo l’8/9/43 prese parte alla lotta di
liberazione sull'Appennino modenese. Militò nella brg Corsini della div Modena. Dopo il passaggio
del fronte, fu impegnato al centro partigiano di Pescia (PT). Riconosciuto partigiano dal 10/11/43 al
30/4/45. [AR]
Fabbri Alberto, da Raffaele e Maria Pazzaglia; n. il 23/4/1904 a S. Benedetto Val di Sambro. Nel
1943 residente a Zola Predosa. 3a elementare. Operaio. Militò nella brg Stella rossa Lupo.
Riconosciuto partigiano dal 10/11/43 alla Liberazione.
Fabbri Aldo, «Alpino», da Alfonso e Maria Fontana; n. il 9/11/1923 a Monterenzio. Nel 1943
residente a Castel S. Pietro Terme. 3a elementare. Muratore. Prestò servizio militare nella div Julia.
Militò nella 66a brg Jacchia Garibaldi e operò sull'Appennino tosco-emiliano. Riconosciuto
partigiano dal 6/6/44 al 17/4/45.
Fabbri Alfredo, da Luigi. Militò nella 66a brg Jacchia Garibaldi. Riconosciuto partigiano
dall’1/5/44 alla Liberazione.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
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a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Fabbri Amedeo, da Angelo e Gelsomina Nucci; n. il 9/9/1912 a Castiglione dei Pepoli; ivi
residente nel 1943. 3a elementare. Boscaiolo. Militò nel btg Luccarini della brg Stella rossa Lupo e
operò a Castiglione dei Pepoli. Riconosciuto partigiano dal 10/9/44 alla Liberazione.
Fabbri Amedeo, da Leandro e Maria Giannotti; n. il 22/1/1913 a Castiglione dei Pepoli; ivi
residente nel 1943. 3a elementare. Scalpellino. Militò nella 62a brg Camicie rosse Garibaldi.
Riconosciuto partigiano dal 10/9/43 alla Liberazione.
Fabbri Amilcare, da Domenico e Candida Guscelli; n. il 20/3/1911 a Castiglione dei Pepoli; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Operaio. Prestò servizio militare nel Montenegro e dopo
l’8/9/43 prese parte alla lotta di liberazione in Jugoslavia. Militò nella brg Garibaldi. Fu internato in
campo di concentramento in Albania. Riconosciuto partigiano dal 15/10/44 al 19/4/45.
Fabbri Anacleto, da Achille e Giuseppina Milano; n. il 12/6/1926 a Castiglione dei Pepoli; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Calzolaio. Militò nel btg Luccarini della brg Stella rossa
Lupo e operò a Baragazza (Castiglione dei Pepoli). Riconosciuto partigiano dal 10/10/43 alla
Liberazione.
Fabbri Andrea, da Battista e Maria Tozzi; n. l' 11/11/1893 a Imola; ivi residente nel 1943. Licenza
elementare. Nichelatore. Fu tra i fondatori del PCI a Imola e primo segretario della sezione
comunista di San Prospero (Imola) nel 1921. Arrestato a seguito della scoperta da parte della polizia
fascista dell' organizzazione comunista imolese, con sentenza del 13/6/27 fu prosciolto per non
luogo a procedere. La sentenza investì 276 antifascisti, 19 dei quali furono rinviati al Tribunale
speciale, mentre gli altri 257 furono prosciolti perché le prove a loro carico erano limitate agli anni
antecedenti le leggi eccezionali. Nuovamente arrestato nel novembre 1930, fu condannato dal
Tribunale speciale, con sentenza del 20/6/31, a 6 anni di carcere per costituzione del PCI,
appartenenza allo stesso e propaganda. Scarcerato il 15/11/32 in seguito all'amnistia del decennale
fascista, fu sottoposto a vigilanza speciale fino al 30/3/36. Alla fine del 1943 il suo nome fu incluso
nella lista di proscrizione, con altri 71 antifascisti, preparata dal PFR di Imola.[AR]
Fabbri Angiolino, da Giacomo e Rosa Venturi; n. il 30/7/1929 a Grizzana. Nel 1943 residente a
Marzabotto. 3a elementare. Operaio. Militò nel 4° btg della brg Stella rossa Lupo e operò
sull'Appennino tosco-emiliano. Riconosciuto partigiano dall’1/3/44 alla Liberazione.
Fabbri Anna, da Vincenzo e Luigia Serasini; n. il 13/11/1880 a Casola Valsenio (RA); ivi
residente nel 1943. Colona. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi. Riconosciuta partigiana dal
13/2/44 alla Liberazione.
Fabbri Antonio, da Celso e Arcisa Baldanza; n. il 20/7/1907 a S. Benedetto Val di Sambro. Nel
1943 residente a S. Lazzaro di Savena. 3a elementare. Operaio. Militò nella 62a brg Camicie rosse
Garibaldi e operò su Monte Adone. Riconosciuto partigiano dal 29/5/44 alla Liberazione.
Fabbri Antonio, da Serafino e Filomena Mattioli; n. il 18/6/1893 a Lizzano in Belvedere.
Contadino-pastore. Iscritto al PSI. L'1/6/30 fu arrestato per avere detto, a un milite della MVSN,
«Accidenti a te, a Mussolini ed ai militi che sono tutti ladri». Il 9/6 fu assolto e scarcerato. Il
25/12/35 venne radiato dall'elenco dei sovversivi. [O]
Fabbri Armando, da Angelo e Imelde Pizzirani; n. il 20/5/1926 a Monte S. Pietro. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Vetraio. Collaborò con la 2a brg Paolo Garibaldi.
Riconosciuto benemerito.
Fabbri Armando, da Egidio e Augusta Bernardi; n. l’1/12/1903 a Pianoro; ivi residente . nel 1943.
Licenza elementare. Operaio fornaciaio. Prestò servizio militare in Libia in artiglieria dal 4/9/39
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
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a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
all'1/1/40. Militò nella 62 a brg Camicie rosse Garibaldi e operò a Pianoro. Riconosciuto partigiano
con il grado di sottotenente dal 10/3/44 alla Liberazione.
Fabbri Armando, «Lucet», da Primo; n. il 3/10/1920 a Brisighella (RA); ivi residente nel 1943.
Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi. Riconosciuto partigiano dal 15/6/44 al 14/12/44.
Fabbri Armando, da Vincenzo e Maria Bizzi; n. il 29/11/1904 a Imola; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Operaio meccanico. Per «sentimenti anglofili e disfattisti» il 7/2/43 fu
assegnato al confino per 5 anni. Il 15/3/43 la pena gli fu commutata in ammonizione e venne
rimesso in libertà.
Fabbri Arnaldo, da Luigi e Alfonsa Fioresi; n. il 25/2/1883 a Cagliari. Nel 1943 residente a
Lizzano in Belvedere. Licenza elementare. Operaio. Militò nel comando della 7a brg Modena della
div Armando e operò a Lizzano in Belvedere. Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente
dal 5/4/44 al 10/4/45.
Fabbri Arpa, da Alfonso e Clementa Altini; n. il 9/2/1913 a Imola; ivi residente nel 1943.
Casalinga. Fu attiva nel btg Pianura della brg SAP Imola. Riconosciuta patriota dall’1/7/44 al
14/4/45.
Fabbri Athos, da Aurelio e Cesira Evangelisti; n. 1'1/9/1932 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Meccanico. Militò nella brg GL Montagna. Riconosciuto partigiano dal
15/6/44 alla Liberazione.
Fabbri Augusto, da Enrico e Annunziata Casadio; n. il 14/11/1875 a Imola. Imbianchino. Iscritto
al PSI. Per la sua attività politica venne segnalato nel 1911. Il 13/3/31 fu radiato dall'elenco dei
sovversivi. [O]
Fabbri Aurelio, da Alfonso ed Elvira Biagi; n. il 27/6/1906 a Lizzano in Belvedere. Nel 1943
residente a Bologna. Bracciante. Militò nella brg GL Montagna. Ferito. Riconosciuto partigiano
dall’1/6/44 alla Liberazione.
Fabbri Battista, da Filippo e Teresa Collini; n. il 13/9/1861 a Imola. Canapino. Iscritto al PSI. Per
la sua attività politica fu schedato nel 1894. Nel 1932 venne radiato dall'elenco degli schedati,
incluso in quello dei sovversivi e controllato sino al 28/5/1937, quando morì. [O]
Fabbri Bruna, da Duilio e Adele Ventura; n. il 12/3/1926 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Sarta. Militò nel 2° btg della brg Stella rossa Lupo. Riconosciuta partigiana
dall’1/6/44 alla Liberazione.
Fabbri Bruno, «Tom», da Agostino e Teodolinda Rosa; n. il 14/2/1927 a Monte S. Pietro. Nel
1943 residente a Zola Predosa. Licenza elementare. Colono. Militò nel btg Zini della 63a brg Bolero
Garibaldi e operò a Zola Predosa. Riconosciuto partigiano dal 6/5/44 alla Liberazione.
Fabbri Bruno, «Carbò», da Giovanni e Natalia Cornazzani; n. il 19/8/1926 a Imola; ivi residente
nel 1943. Licenza elementare. Operaio. Fu attivo a Imola nel dist imolese della 7a brg GAP Gianni
Garibaldi. Riconosciuto partigiano con il grado di maresciallo dall’1/6/44al 14/4/45.
Fabbri Bruno, da Pietro e Maria Cavina; n. il 29/7/1918 a Marradi (FI). Nel 1943 residente a
Palazzuolo sul Senio (FI). Licenza elementare. Colono. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi.
Riconosciuto partigiano dall’8/5/44 al 13/8/44.
Fabbri Celso, «Spampano», da Alfredo e Cesira Franceschi; n. il 9/8/1926 a Castel S. Pietro
Terme; ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Meccanico. Militò nel btg SAP della 66a brg
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Jacchia Garibaldi e operò a Castel S. Pietro Terme. Riconosciuto partigiano dall’1/2/44 alla
Liberazione.
Fabbri Celso, da Olivo e Isolina Fabbri; n. il 24/8/1924 a Castiglione dei Pepoli; ivi residente nel
1943. 3a elementare. Operaio. Militò nel btg Luccarini della brg Stella rossa Lupo e operò a
Castiglione dei Pepoli. Riconosciuto partigiano dal 25/6/44 alla Liberazione.
Fabbri Cesare, da Alberto ed Ersilia Berti; n. il 6/9/1923 a Pianoro. Nel 1943 residente a Castello
d'Argile. Licenza elementare. Colono. Prestò servizio militare a Gorizia in fanteria dal 25/1
all'8/9/43. Collaborò a Venezzano (Castello d'Argile) con il btg Gadani della 2a brg Paolo Garibaldi.
Riconosciuto benemerito.
Fabbri Cesare, da Celestino e Liberata Zarri; n. il 29/7/1897 a Molinella. Nel 1943 residente a
Castenaso. 3a elementare. Colono. Fu il rappresentante del PSI nel CLN di Castenaso e collaborò
con il btg Lucarelli della 4a brg Venturoli Garibaldi. Fece parte della prima giunta comunale di
Castenaso nominata dal CLN il giorno della Liberazione. Riconosciuto benemerito dall’1/6/44 alla
Liberazione. [O]
Fabbri Clara, «Katia», da Angelo e Giulia Gaiani; n. il 28/10/1920 a Malalbergo. Nel 1943
residente a Bologna. 3a elementare. Casalinga. Militò nella 28a brg Gordini Garibaldi e operò ad
Argenta (FE) e a Ferrara. Riconosciuta partigiana dal 10/7/44 al 17/4/45.
Fabbri Danilo, da Annibale e Maria Guscelli; n. il 16/8/1923 a Castiglione dei Pepoli; ivi residente
nel 1943. 3a elementare. Manovale. Militò nel btg Luccarini della brg Stella rossa Lupo e operò a
Castiglione dei Pepoli. Riconosciuto partigiano dal 16/3/44 alla Liberazione.
Fabbri Dante, da Enrico e Sofia Fanti; n. il 22/7/1910 a Monzuno. Bracciante. Antifascista. Nel
1929 fu incluso nell'elenco dei sovversivi per essersi rifiutato di frequentare i corsi paramilitari
della MVSN. Fu controllato sino al 21/10/40, quando venne radiato dall'elenco dei sovversivi. [O]
Fabbri Dante, da Giovanni e Maria Pirazzini; n. l’11/5/1914 a Conselice (RA). Nel 1943 residente
a Bologna. Licenza elementare. Barista esercente. Militò nella 28a brg Gordini Garibaldi della div
Ravenna e operò a Conselice (RA). Riconosciuto partigiano dal 25/9/43 al 15/4/45.
Fabbri Dante, da Riccardo e Maria Biffi; n. il 29/10/1927 a Castel S. Pietro Terme. Nel 1943
residente a Vergato. Licenza elementare. Autista. Collaborò con la brg Folloni della div Modena.
Riconosciuto benemerito dal 20/7/44 al 30/5/45.
Fabbri Dardo, «Moro», da Daniele ed Emma Angelini; n. il 25/10/1921 a Rimini (FO). Nel 1943
residente a Sala Bolognese. Licenza elementare. Colono. Prestò servizio militare nei granatieri dal
9/1/41 all’8/9/43. Militò nel btg Armaroli della 63a brg Bolero Garibaldi e operò a Sala Bolognese.
Fu internato in campo di concentramento a Dresda (Germania) dal 10/10/44 al 17/4/45.
Riconosciuto partigiano dall’1/6/44 alla Liberazione.
Fabbri Dario, da Primo ed Ersilia Busi; n. il 2/1/1926 a Medicina. Nel 1943 residente a Bologna.
Licenza elementare. Pavimentatore. Fu attivo nella 6a brg Giacomo. Riconosciuto patriota.
Fabbri Dino, «Bolei», da Augusto e Carolina Fustini; n. il 6/4/1926 a Ozzano Emilia; ivi residente
nel 1943. Licenza elementare. Fabbro. Fu attivo a Bologna nella 6a brg Giacomo. Riconosciuto
patriota dall’1/5/44 alla Liberazione.
Fabbri Dino, «Carlo», da Ernesto ed Elda Tolomelli; n. il 30/7/1928 a Pieve di Cento; ivi residente
nel 1943. Licenza elementare. Muratore. Militò nel btg Gadani della 2a brg Paolo Garibaldi e operò
a Pieve di Cento. Riconosciuto partigiano dall’1/10/44 alla Liberazione.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Fabbri Dionisio Ermenegildo, n. a Riolo Terme (RA). Sacerdote dell'ordine dei frati minori
cappuccini. «Nel settembre 1943 era guardiano nel convento di Lugo. I suoi primi contatti, dopo
l'armistizio, furono con il colonnello Caroli di Fusignano, uno dei capi della Resistenza nella bassa
Romagna. Nel febbraio 1944 il frate, trasferito a Castel S. Pietro, presenziò a riunioni partigiane, agì
da staffetta di collegamento con i partigiani della valle del Savio, fondò a Castel S. Pietro un pronto
soccorso che sostituiva l'ospedale civile bombardato. Salvò uomini e cose. Dalla morte, circa trenta
ostaggi. Dalla distruzione, il carillon di trentatré campane nella chiesa del Crocefisso. Dopo la
liberazione diventò cappellano della brigata "Maiella" inserita nel II corpus polacco. Lo Stato
maggiore dei volontari della Libertà di Bologna lo volle suo cappellano e lo promosse capitano»
(Mino Martelli*). [A]
Fabbri Domenico, da Giovanni; n. il 15/7/1892 a Casola Valsenio (RA); ivi residente nel 1943.
Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi. Riconosciuto partigiano dal 9/4/44 all'11/12/44.
Fabbri Domenico, da Giuseppe e Maria Bartolomei; n. il 19/7/1907 a Castiglione dei Pepoli.
Militante comunista, prese parte alla lotta di liberazione in Francia. Catturato per rappresaglia il
23/2/44 e torturato, venne fucilato dai tedeschi a Metz il 13/3/1944.
Fabbri Domenico, da Leandro e Maria Gianotti; n. il 10/4/1910 a Castiglione dei Pepoli; ivi
residente nel 1943. 3a elementare. Boscaiolo. Militò nel btg Luccarini della brg Stella rossa Lupo e
operò a Castiglione dei Pepoli. Riconosciuto partigiano dal 13/1/44 alla Liberazione.
Fabbri Donatello, da Anacleto e Rosa Pieralli; n. il 26/8/1903 a Castiglione dei Pepoli; ivi
residente nel 1943. 4a elementare. Operaio. Iscritto al PSI. Il 29/8/21, con altri lavoratori e militanti
socialisti, prese parte a uno scontro a fuoco con i fascisti a Baragazza (Castiglione dei Pepoli), nel
corso del quale si ebbero un morto e alcuni feriti. Arrestato e processato in corte d'assise di
Bologna, insieme con altri 26 compagni, il 3/3/23 fu condannato a 12 anni e 6 mesi di reclusione.
Prese parte alla lotta di liberazione in Francia. Militò nelle FFI. Riconosciuto partigiano dal 9/9/43
al 3/5/45. [O]
Fabbri Duilio, da Celso e Arcisa Baldanza; n. il 21/12/1918 a S. Benedetto Val di Sambro. Nel
1943 residente a Pianoro. Licenza elementare. Muratore. Militò nella 62a brg Camicie rosse
Garibaldi. Riconosciuto partigiano.
Fabbri Edoardo, da Pietro ed Emma Biagi; n. il 17/12/1897 a Malalbergo. Nel 1943 residente a
Minerbio. Analfabeta. Pastore. Militò nel btg Oriente della 4a brg Venturoli Garibaldi e operò a
Minerbio. Riconosciuto partigiano dall’1/6/44 alla Liberazione.
Fabbri Elde, da Medardo ed Emma Venturi; n. il 23/2/1944 a Marzabotto. Ferita l’8/10/44 nel
corso dell'eccidio di Marzabotto*, fu trasportata a Montorio (Monzuno) dove morì il 23/10/1944. La
sorella Rosanna* venne uccisa a Marzabotto. [AQ-O]
Fabbri Eligio, «Pascal», da Adele Fabbri; n. il 6/11/1921 a Medicina; ivi residente nel 1943. la
avviamento professionale. Manovale edile. Prestò servizio militare a Roma in artiglieria dal 4/1/41
all’8/9/43. Militò a Belluno nella brg Piave con funzione di comandante di btg. Riconosciuto
partigiano dal 15/6/44 al 5/5/45.
Fabbri Emilio, da Giovanni; n. il 20/4/1909 a Finale Emilia (MO). Nel 1943 residente ad Anzola
Emilia. Colono. Fu attivo nella 63a brg Bolero Garibaldi. Riconosciuto patriota dall'agosto 1944 alla
Liberazione.
Fabbri Enrico, da Bramante e Maria Babini; n. il 9/12/1925 a Piacenza. Nel 1943 residente a
Castel S. Pietro Terme. 1a ginnasiale. Impiegato. Militò nel dist Congini della div Ancona e operò a
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Monte S. Vito (AN). Riconosciuto partigiano dal 10/9/43 al 20/7/44.
Fabbri Enrico, da Luigi ed Emilia Sgarzi; n. il 3/9/1890 a Bologna. Meccanico. Iscritto al PSI. Per
la sua attività politica fu segnalato all'avvento del fascismo. Il 21/9/39 - quando si trovava da una
decina d'anni ricoverato al manicomio provinciale - nella sua pratica fu annotato: «Ė vigilato». [O]
Fabbri Enrico, da Luigi e Maria Stanzani; n. il 28/12/1886 a Monzuno; ivi residente nel 1943. 3ª
elementare. Bracciante e poi imprenditore edile. Iscritto al PSI. Nel novembre 1920 venne eletto
sindaco di Monzuno. Il 29/4/21 fu costretto dai fascisti a dare le dimissioni, unitamente all'intero
consiglio comunale. Nel 1924 venne schedato. Nel 1930 fu fermato e diffidato perché svolgeva
propaganda antifascista. Subì controlli sino al 1942. [O]
Fabbri Enrico, da Vincenzo e Maddalena Rondelli; n. il 22/9/1884 a Monzuno. Bracciante. Iscritto
al PSI. Emigrato in Francia nel 1931, nel 1938 nei suoi confronti fu emesso un mandato di cattura,
se fosse rimpatriato, con l'accusa di svolgere attività politica. Il 9/9/41 fu arrestato alla frontiera e
rilasciato il 25/9. [O]
Fabbri Enzo, da Vittorio e Ida Gherardi; n. l’8/7/1924 a Monzuno; ivi residente nel 1943. Licenza
elementare. Operaio. Militò nel 4° btg della brg Stella rossa Lupo e operò a Cerpiano (Monzuno). Il
fratello Luciano* cadde nella Resistenza. Riconosciuto partigiano con il grado di tenente dal
15/9/43 alla Liberazione.
Fabbri Erio, «Zio», da Dina Fabbri; n. il 6/7/1924 a Bologna; ivi residente nel 1943. Diploma di
istituto tecnico. Fresatore. Prestò servizio militare in fanteria a Cremona fino all’8/9/43. Militò nella
36a brg Bianconcini Garibaldi. Morì a Rimini (FO) 1' 11/4/1945. Riconosciuto partigiano dal 9/4/44
all'11/4/45.
Fabbri Ezio, da Enrico e Carolina Baroncini; n. il 26/11/1924 a Imola; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Colono. Collaborò a Imola con la brg SAP Imola. Riconosciuto benemerito
dall’1/12/44 al 15/4/45.
Fabbri Fabrizio, da Luigi e Adelia Andreoli; n. il 16/4/1914 a Forlì. Nel 1943 residente a Bologna.
Licenza elementare. Operaio alla Manifattura tabacchi. Prestò servizio militare in fanteria dal 5/8
all'8/9/43. Militò nel comando della 36a brg Bianconcini Garibaldi e operò sull'Appennino toscoemiliano. Riconosciuto partigiano dal 7/6/44 al 22/2/45.
Fabbri Fernando, da Ettore e Imelde Pizzirani; n. il 12/10/1914 a Monte S. Pietro. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Bovaro. Riconosciuto benemerito.
Fabbri Ferruccio, «Fiera», da Francesco e Liduina Delucca; n. il 9/1/1921 a Castiglione dei
Pepoli; ivi residente nel 1943. 3a elementare. Muratore. Militò nella brg Stella rossa Lupo.
Riconosciuto partigiano dal 10/12/43 alla Liberazione.
Fabbri Filippo, da Luigi e Tosca Gianotti; n. il 28/4/1920 a Castiglione dei Pepoli; ivi residente nel
1943. 4a elementare. Operaio. Militò nel btg Luccarini della brg Stella rossa Lupo e operò a
Castiglione dei Pepoli. Riconosciuto partigiano dall'8/10/43 alla Liberazione.
Fabbri Francesco, da Alberto e Maria Lorenzini; n. il 2/11/1927 a Monghidoro. Nel 1943 residente
a Monterenzio. Militò nella 62a brg Camicie rosse Garibaldi e operò a Casoni di Romagna
(Casalfiumanese). Riconosciuto partigiano dall'1/3/44 alla Liberazione.
Fabbri Francesco, «Bill», da Umberto; n. il 30/12/1929 a Bologna. Nel 1943 residente a Borgo
Tossignano. 4a elementare. Bracciante. Riconosciuto benemerito dal 15/11/44 al 15/4/45.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Fabbri Franco, da Amedeo e Maria Marchesini; n. il 15/8/1923 a Medicina. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Meccanico. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi. Riconosciuto
partigiano dal 5/7/44 al 22/2/45.
Fabbri Fulvio, da Smenzerino e Lea Tracchi; n. il 4/9/1924 a Galliera; ivi residente nel 1943.
Studente. Riconosciuto benemerito.
Fabbri Giacomo, da Battista e Maria Tozzi; n. l’11/12/1889 a Imola; ivi residente nel 1943.
Muratore. Arrestato a seguito della scoperta dell' organizzazione comunista imolese, con sentenza
del 13/6/27 fu prosciolto per non luogo a procedere. La sentenza investì 276 antifascisti, 19 dei
quali furono rinviati al Tribunale speciale, mentre gli altri 257 furono prosciolti perché le prove a
loro carico erano limitate agli anni antecedenti le leggi eccezionali.
Fabbri Giancarlo, da Giuseppe e Rosa Liverani; n. l'8/6/1921 a Brisighella (RA). Nel 1943
residente a Casalfiumanese. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi. Riconosciuto partigiano dal
15/10/43 al 2/11/44.
Fabbri Gildo, da Lodovico e Clotilde Cani; n. il 29/10/1896 a Imola. Commerciante. Iscritto al PSI
e poi al PCI. Nel 1916 venne condannato a 2 anni per diserzione militare. Nel 1921 fu consigliere
comunale e vice segretario della CdL di Imola. Nell'ottobre 1926 venne arrestato, con altri 276
militanti antifascisti, quasi tutti imolesi, e deferito al Tribunale speciale per «Ricostituzione del PCI,
appartenenza allo stesso, propaganda comunista». Il 2/5/27 fu liberato e il 13/6/27 prosciolto in
istruttoria perché le imputazioni a carico si riferivano agli anni precedenti la promulgazione delle
leggi eccezionali. Nel 1942 fu inviata una lettera anonima alla questura, nella quale era accusato di
svolgere propaganda antifascista. [O]
Fabbri Gino, da Aldo e Rosa Forbicini; n. il 25/9/1926 a Imola; ivi residente nel 1943. Studente.
Militò nella brg SAP Imola. Riconosciuto partigiano dall’1/2/44 alla Liberazione.
Fabbri Gino, da Giovanni e Teresa Gualandi; n. il 12/9/1926 a Castel S. Pietro Terme; ivi residente
nel 1943. Licenza elementare. Falegname. Militò nella 66a brg Jacchia Garibaldi e opero a Castel S.
Pietro Terme. Riconosciuto partigiano dall’1/2/44 alla Liberazione.
Fabbri Gino, da Luigi e Carolina Magnani; n. il 23/7/1888 a Cesena (FO). Licenza istituto tecnico.
Ufficiale postale. Per la sua attività politica fu schedato nel 1920 a Bologna, dove abitava. Nel 1929
fu radiato dall'elenco degli schedati e incluso in quello dei sovversivi. [O]
Fabbri Gino, da Pietro e Adele Folli; n. il 23/10/1924 a Imola; ivi residente nel 1943. Licenza
elementare. Muratore. Prestò servizio militare a Riva del Garda (TN) in artiglieria dal 20/8
all'8/9/43. Militò nel btg Pianura della brg SAP Imola e operò nell'Imolese. Riconosciuto partigiano
dall’1/8/44 alla Liberazione.
Fabbri Giorgio, «Fracasso», da Agostino e Teodolinda Rosa; n. l’8/9/1924 a Monte S. Pietro. Nel
1943 residente a Zola Predosa. Licenza elementare. Colono. Prestò servizio militare a Mantova in
artiglieria dal 19/8 all’8/9/43. Militò nel btg Zini della 63a brg Bolero Garibaldi e operò a Zola
Predosa. Riconosciuto partigiano dal 12/8/44 alla Liberazione.
Fabbri Giorgio, da Bruno e Umiltà Cantelli; n. il 2/6/1918 a Porretta Terme; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Pastore. Prestò servizio militare a Verona nei carristi dal 30/3/39 all’8/9/43.
Collaborò sull'Appennino tosco-emiliano con la brg GL Montagna. Riconosciuto benemerito dal
15/6/44 al 20/10/44.
Fabbri Giorgio, da Giuseppe ed Erminia Avoni; n. l'1/6/1926 a Budrio; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Colono. Militò nel btg Pasquali della 4a brg Venturoli Garibaldi e operò a
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Budrio. Riconosciuto partigiano dall’1/5/44 alla Liberazione.
Fabbri Giovanni, da Cesare ed Enrica Piazzi; n. il 2/10/1919 a Molinella. Nel 1943 residente a
Castenaso. Licenza elementare. Colono. Collaborò a Castenaso con il btg Luccarini della 4a brg
Venturoli Garibaldi. Riconosciuto benemerito dal 5/5/44 alla Liberazione.
Fabbri Giovanni, da Domenico e Maria Rivalta; n. il 13/7/1894 a Imola; ivi residente nel 1943.
Fornaciaio. Collaborò a Imola con la brg SAP Imola. Riconosciuto benemerito dall’l/10/44 al
15/4/45.
Fabbri Giovanni, da Enrico e Sofia Fanti; n. il 24/11/1913 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Operaio. Militò nella brg Stella rossa Lupo e operò su Monte Sole. Il
19/10/1944 fu catturato dai tedeschi in località Dizzola di Vado (Monzuno) e fucilato con altre 5
persone. Riconosciuto partigiano dal 15/9/43 al 19/10/44.[O]
Fabbri Giovanni, da Francesco e Virginia Valli; n. il 23/6/1924 a Medicina; ivi residente nel 1943.
Analfabeta. Autista. Fu attivo nella 5a brg Bonvicini Matteotti. Riconosciuto patriota dal 20/10/43
alla Liberazione.
Fabbri Giuseppe, «Zampo», da Agostino e Teodolinda Rosa; n. l’8/9/1924 a Monte S. Pietro. Nel
1943 residente a Zola Predosa. Licenza elementare. Colono. Prestò servizio militare a Mantova in
artiglieria dal 19/8 all’8/9/43. Militò nel btg Zini della 63a brg Bolero Garibaldi e operò a Zola
Predosa. Riconosciuto partigiano dal 12/8/44 alla Liberazione.
Fabbri Giuseppe, da Antonio e Lucia Silvestrini; n. il 24/7/1878 a Massa Lombarda (RA).
Commerciante. Nel pomeriggio del 16/10/1920, dopo avere partecipato ai funerali di due guardie
regie, morte nello scontro noto come «i fatti del Casermone», una squadra fascista, guidata da
Leandro Arpinati, assalì il ristorante della Borsa, in via Ugo Bassi, un ritrovo di socialisti bolognesi.
Trovandosi a Bologna per esigenze del suo commercio, unitamente al figlio Luigi di 10 anni, fu
raggiunto da un colpo sparato dai fascisti, mentre stava uscendo dal ristorante. Morì all'istante. Fu la
seconda vittima delle azioni punitive del fascio bolognese, dopo Guido Tibaldi*. [AR-O]
Fabbri Giuseppe, «Alpino», da Arnaldo ed Emma Carponi; n. il 27/12/1924 a Lizzano in
Belvedere; ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Operaio. Militò nella 7ª brg Modena della
div Armando e operò a Lizzano in Belvedere. Ferito. Riconosciuto partigiano con il grado di
sottotenente dall’1/5/44 al 25/2/45.
Fabbri Giuseppe, da Luigi e Maria Castellini; n. l'11/5/1872 a Monzuno. Nel 1943 residente a
Grizzana. Colono. Fu ucciso il 22/7/1944 dalle SS tedesche nel corso di una strage compiuta per
rappresaglia a Cà Brandelli di Pian di Setta (Grizzana), unitamente ad altre persone. [O]
Fabbri Giuseppe, da Tito e Annunziata Mazzoni; n. il 29/12/1895 a Castiglione dei Pepoli.
Operaio. Iscritto al PSI. Il 29/8/21, con altri lavoratori e militanti socialisti, prese parte a uno
scontro a fuoco con i fascisti a Baragazza (Castiglione dei Pepoli), nel corso del quale si ebbero un
morto e alcuni feriti. Arrestato e processato in corte d'assise di Bologna, insieme con altri 26
compagni, il 3/3/23 fu condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione. A seguito della concessione
dell’amnistia, fu liberato il 30/11/25 e schedato. Nel 1935 si trasferì a Barga (LU). Fu sottoposto a
controlli sino al 29/6/43. [O]
Fabbri Giuseppe, da Tommaso; n. il 24/1/1920 a Fusignano (RA). Militò nella 36ª brg Bianconcini
Garibaldi. Riconosciuto partigiano dall'1/6/44 al 30/11/44.
Fabbri Giuseppina, da Giuseppe e Silvia Barozzi; n. il 2/10/1896 a Conselice (RA); ivi residente
nel 1943. Per «offese al capo del governo» il 30/8/42 fu fermata a Bologna e assegnata al confino
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
per 1 anno. Venne prosciolta e liberata per condono il 6/11/42.
Fabbri Guerrino, da Alberto ed Ersilia Berti; n. il 4/3/1914 a Pianoro. Nel l943 residente a
Castello d'Argile. 3a elementare. Colono. Prestò servizio militare a Taranto in fanteria. Collaborò a
Venezzano (Castello d'Argile) con il btg Gadani della 2a brg Paolo Garibaldi. Riconosciuto
benemerito.
Fabbri Guerrino, da Calisto e Cristina Ghini; n. il 16/1/1921 a Riolo Terme (RA). Nel l943
residente a Bologna. Licenza elementare. Colono. Prestò servizio militare ad Agrigento in fanteria
dal 1941 al 1943. Prese parte alla lotta di liberazione in Jugoslavia. Militò nella 14a brg Dalmata
EPLJ. Riconosciuto partigiano dal 9/11/43 all'11/4/45.
Fabbri Guido, «Ioffa», da Oreste e Giuseppina Cesari; n. il 17/6/1917 a Castel S. Pietro Terme; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Colono. Prestò servizio militare in Croazia in fanteria
dall'8/3 all’8/9/43. Militò nel 4° btg della 66ª brg Jacchia Garibaldi e operò a Castel S. Pietro
Terme. Riconosciuto partigiano dall’1/1/44 al 17/4/45.
Fabbri Ildebrando, da Alfonso e Maria Foschi; n. il 5/4/1884 a Bologna. Ferroviere. Iscritto al
PSI. Trasferito a Brescia, per motivi politici, nel 1923 venne licenziato dalle FS con la formula
dello «scarso rendimento di lavoro». Il 16/12/33 fu radiato dall'elenco dei sovversivi. [O]
Fabbri Imperialina, «Lina», da Ulisse e Costanza Sinibaldi; n. il 26/10/1916 a Castiglione dei
Pepoli. Nel 1943 residente a Pianoro. 2a elementare. Casalinga. Militò nella 62ª brg Camicie rosse
Garibaldi e operò a Monterenzio e su Monte Adone. Riconosciuta partigiana dal 9/9/43 alla
Liberazione.
Fabbri Irma, da Armando e Venusta Mingarelli; n. il 2/1/1928 a Pianoro; ivi residente nel 1943. 4a
elementare. Colona. Militò nella 62a brg Camicie rosse Garibaldi e operò a Pianoro. Riconosciuta
partigiana dall’8/2/44 alla Liberazione.
Fabbri Ivo, da Angelo e Amedea Tinarelli; n. il 12/5/1924 a Baricella; ivi residente nel 1943.
Macellaio. Fu attivo nella 4a brg Venturoli Garibaldi. Riconosciuto patriota dal 9/9/44 alla
Liberazione.
Fabbri Ivo, da Augusto e Carolina Fustini; n. il 2/7/1921 a Ozzano Emilia; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Muratore. Riconosciuto benemerito.
Fabbri Leo, da Adolfo e Maria Lolli; n. il 31/3/1925 a Castiglione dei Pepoli. Nel 1943 residente a
Pontassieve (SI). Militò nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto partigiano con il grado di
sottotenente dal 15/1/44 alla Liberazione.
Fabbri Leo, da Enrico e Sofia Fanti; n. il 21/9/1928 a Monzuno; ivi residente nel 1943. Licenza
elementare. Operaio. Militò nel 3° btg della brg Stella rossa Lupo e operò a Caprara (Marzabotto).
Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dall'1/7/44 alla Liberazione.
Fabbri Leo, da Luigi e Teresa Gianotti; n. il 18/5/1913 a Castiglione dei Pepoli; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Manovale. Fu attivo nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto patriota
dall’1/11/43 alla Liberazione.
Fabbri Leonardo, da Zaccaria ed Elena Gaiani; n. il 2/1/1907 a Loiano. Nel 1943 residente a
Monterenzio. Licenza elementare. Cantoniere. Militò nella 62a brg Camicie rosse Garibaldi e operò
a Ca' del Vento (Monterenzio). Riconosciuto partigiano dall’1/6/44 alla Liberazione.
Fabbri Liliana, «Diana», da Giovanni e Maria Fabbri; n. l’8/8/1923 a Lizzano in Belvedere; ivi
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
residente nel 1943. la istituto tecnico commerciale. Impiegata. Militò nel 2° btg Giacomo della 1a
brg Irma Bandiera Garibaldi e operò a Bologna con funzione di commissario politico di compagnia.
Riconosciuta partigiana con il grado di tenente dal1'1/10/43 alla Liberazione.
Fabbri Liliano, da Adolfo e Stella Patelli; n. il 17/4/1923 a Budrio; ivi residente nel 1943. Licenza
elementare. Macellaio. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi e operò sull'Appennino toscoemiliano. Riconosciuto partigiano dall'11/6/44 al 22/2/45.
Fabbri Lodovico, da Emilio e Maria Micheli; n. il 27/2/1906 a S.Bendetto Val di Sambro. Nel
1943 residente a Monzuno. Licenza elementare. Muratore. Prestò servizio militare a Napoli in
fanteria dal 5/7 all’8/9/43. Militò nel 4° btg della brg Stella rossa Lupo e operò a Cerpiano
(Monzuno). Riconosciuto partigiano dall'1/1/44 alla Liberazione.
Fabbri Lorina, da Celestino e Liberata Zarri; n. il 25/7/1907 a Molinella. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Casalinga. Militò nella brg Matteotti Città. Riconosciuta partigiana
dall’1/4/44 alla Liberazione.
Fabbri Luciano, «Cian», da Daniele ed Emma Angelini; n. il 23/10/1925 a Rimini (FO). Nel 1943
residente a Sala Bolognese. 4a elementare. Colono. Militò nella 63a brg Bolero Garibaldi e operò
sull'Appennino tosco-emiliano. Fu incarcerato a Bologna dall'1/2 al 30/3/44. Riconosciuto
partigiano dall'1/11/43 alla Liberazione.
Fabbri Luciano, da Vittorio e Ida Gherardi; n. il 22/1/1928 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Cameriere. Militò nel comando della brg Stella rossa Lupo. Cadde a Bologna il
15/4/1945 per lo scoppio di una mina a seguito di azione bellica. Riconosciuto partigiano dal
10/5/44 al 15/4/45.[AQ]
Fabbri Luigi, da Aristide e Luigia Contoli; n. il 4/2/1926 a Imola; ivi residente nel 1943.
Bracciante. Riconosciuto benemerito.
Fabbri Luigi, da Augusto e Agostina Sacchetti; n. il 18/7/1926 a Baricella; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Carrettiere. Fu attivo nella 4a brg Venturoli Garibaldi. Riconosciuto patriota dal
20/2/44 alla Liberazione.
Fabbri Luigi, da Curzio e Angela Sbriccoli; n. il 23/12/1877 a Fabriano (AN). Licenza liceale.
Maestro elementare. Anarchico. Fu uno tra i principali dirigenti del movimento anarchico. Nel 1893
venne arrestato per avere distribuito volantini anarchici e nel 1896 schedato. L'1/6/97 ebbe una
condanna a 3 mesi per avere scritto articoli su "L'Agitazione" di Errico Malatesta e il 10/5/98
inviato al domicilio coatto a Favignana (TP). Nel 1901 si trasferì a Roma e per un decennio svolse
intensa attività politica, collaborò ai principali giornali anarchici e pubblicò numerosi volumi. Nel
1910, avendo la licenza liceale, conseguì la "patente" di maestro e andò a insegnare a Crespellano.
Tra il 1910 e il 1913 fece parte della redazione del periodico anarchico "L'Agitatore". Nel 1914,
durante la "settimana rossa", si trovava a Fabriano e, per avervi partecipato, fu costretto a espatriare
in Svizzzera. Dopo il rimpatrio si trasferì a Corticella (Bologna) dove insegnò negli anni della
prima guerra mondiale. Il 25/5/15 fu arrestato e proposto per l'internamento, ma liberato poco dopo.
In quel periodo svolse un'intensa campagna contro l'intervento, con libri, opuscoli e articoli di
giornale. Richiamato nel 1917, fu smobilitato prima della fine del conflitto. Nel dopoguerra divenne
uno dei principali collaboratori di "Umanità nova" e pubblicò due importanti volumi: Dittatura e
rivoluzione nel quale previde le degenerazioni della rivoluzione bolscevica e La controrivoluzione
preventiva un saggio di totale condanna del fascismo. Aggredito due volte dai fascisti, ebbe il bando
e dovette lasciare Corticella e trasferirsi in altro quartiere. Nel 1926 fu licenziato dalla scuola con
questa motivazione: «Éstato dispensato dall’impiego di insegnante nelle locali scuole elementari
perché si è rifiutato di prestare il giuramento di rito», quello al regime fascista. Gli fu negato il
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
passaporto per cui dovette espatriare clandestinamente in Svizzera nel 1926. Si trasferì
successivamente in Francia, dove diresse per 2 anni il periodico anarchico "Lotta umana", prima di
essere espulso nel 1929. Andò in Belgio, dove fu raggiunto dalla moglie e dalla figlia Luce, mentre
un altro figlio restò in Italia. Nel 1930 si recò prima in Argentina e quindi in Uruguay dove fondò la
rivista "Studi sociali" e svolse un'intensa attività pubblicistica. Nel 1931 venne emesso nei suoi
confronti un ordine di cattura, se fosse rimpatriato, e il governo fascista riuscì a farlo cacciare dalla
Scuola italiana di Montevideo (Uruguay). Qui morì il 24/6/1935. La sua ricchissima biblioteca,
lasciata all'amico Torquato Nanni a S. Sofia (FO), andò dispersa durante la guerra. [O]
Fabbri Luigi, da Emilio e Maria Micheli; n. l’8/12/1914 a S. Benedetto Val di Sambro. Nel 1943
residente a Monzuno. Operaio. Militò nella 4a brg Venturoli Garibaldi. Venne ucciso dai
nazifascisti il 29/9/1944 in località Cadotto di S. Martino, nel corso dell'eccidio di Marzabotto,
insieme con la moglie Adelfa Benassi*. Riconosciuto partigiano dall'1/3/44 al 29/9/44.
Fabbri Luigi, da Francesco e Rosa Galeati; n. il 2/5/1902 a Imola; ivi residente nel 1943. Licenza
elementare. Colono. Militò nel btg Pianura della brg SAP Imola. Riconosciuto partigiano dall'1/6/44
al 14/4/45.
Fabbri Luigi, «Re», da Giuseppe e Adelaide Baldi; n. il 15/11/1924 a Imola; ivi residente nel 1943.
3a elementare. Colono. Militò nella 28a brg Gordini Garibaldi e operò a Conselice (RA).
Riconosciuto partigiano dal 12/7/44 al 15/4/45.
Fabbri Luigi, da Giuseppe ed Erminia Avoni; n. il 30/9/1927 a Budrio ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Colono. Collaborò con la 4a brg Venturoli Garibaldi. Riconosciuto benemerito.
Fabbri Luigi, da Luigi e Maria Tabanelli; n. il 21/2/1888 a Conselice (RA). Bracciante. Iscritto al
PSI dal 1908. Nacque bracciante e morì deputato, dopo avere interamente dedicato la sua vita alla
causa della classe nella quale era nato. Sia da attivista di base, che da capolega o da deputato, si
considerò sempre un militante del grande esercito del lavoro. Per lui la lotta di classe era l'unica
strada che i lavoratori potevano percorrere, per la propria emancipazione e per costruire uno stato
libero, democratico e aperto a tutte le classi. Iniziò a lavorare giovanissimo e subito abbracciò gli
ideali socialisti. Divenne attivista, poi capolega dei braccianti di Conselice (RA) e, infine, dirigente
della Federterra di Ravenna. All'esperienza politica, unì quella tecnica e amministrativa, necessarie
per dirigere le cooperative agricole e di lavoro del ravennate. Alla vigilia della prima guerra
mondiale, fu chiamato a reggere la segreteria della CdL di Budrio, uno dei principali centri agricoli
e bracciantili del bolognese, ma fu quasi subito richiamato e spedito al fronte. Solo nel 1919 potè
riprendere il suo posto di «organizzatore» e rappresentò i braccianti e i mezzadri di Budrio ai
numerosi congressi e convegni che si tennero in quell’anno per preparare la grande agitazione
agraria del 1920. Sostenitore dell'unità tra mezzadri e braccianti, fu uno dei principali artefici della
piattaforma unitaria che alla fine, con la firma del concordato Paglia-Calda, risultò vincente per il
mondo contadino. Con Giuseppe Bentivogli*, Paolo Fabbri*, Giovanni Goldoni*, Mario Piazza* e
Renato Tega*, fece parte del comitato d'agitazione che guidò la dura lotta di 80 mila contadini
bolognesi, durata dall’1/1/20 al 25/10/20. Per riprendersi quanto avevano perduto nella vertenza, gli
agrari scatenarono le squadre fasciste nelle campagne, iniziando la più grande reazione
anticontadina. I capilega furono le prime vittime designate: furono bastonati, arrestati e uccisi per
«estorsione». Una clausola del concordato Paglia-Calda prevedeva che gli agrari avrebbero dovuto
rifondere ai coloni una parte dei danni subiti da questi ultimi durante l'agitazione. Il pagamento di
questi danni fu chiamato — dagli agrari — estorsione e la cifra versata divenne la «taglia». I
capilega che avevano riscosso la «taglia» a nome dei coloni, furono arrestati e tra questi Fabbri,
«avendo nel 1920 con minacce di grave danno alle persone e agli averi [...] rubato forti somme a
vari proprietari di Budrio». L'arresto avvenne il 16/3/21. Nel maggio 1921, la federazione
bolognese del PSI lo incluse nella lista elettorale, quale «candidato di protesta» per le elezioni
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
politiche. Era stato candidato anche Andrea Ercolani*, che si trovava in carcere per la lotta agraria.
Furono entrambi eletti e liberati. Divenuto uno dei massimi dirigenti del PSI in Emilia-Romagna, il
30/12/23 fu arrestato mentre presiedeva una riunione regionale di partito, alla quale era intervenuto
Pietro Nenni. Tutti i presenti, una quindicina, finirono in prigione. Dal 1923 al 1926 fu segretario
regionale del PSI e membro della direzione nazionale. Nell'aprile 1924 fu rieletto alla Camera e si
battè contro la dittatura fascista. Partecipò alla secessione dell'Aventino. L’1/5/26 fu arrestato a
Bologna, con Guido Armaroli*, Secondo Fantuzzi*, Gaetano Melotti*, Dario Nanni* e Oreste
Scuranti*, mentre stavano distribuendo volantini che inneggiavano alla festa del lavoro. Dichiarato
decaduto da deputato il 9/11/26 — come tutti gli altri parlamentari antifascisti — fu arrestato due
giorni dopo perché trovato in possesso di un documento politico della federazione del PSI di
Bologna. L'1/12/26 fu assegnato al confino per 5 anni e inviato a Favignana (TR). Fu poi trasferito a
Ustica (PA) e infine a Ponza (LT). Mentre era al confino subì due arresti. Il 3/3/27 fu condannato a
tre mesi di reclusione. Nell'ottobre 1927 fu arrestato con altri 56 antifascisti — tra i quali i socialisti
bolognesi Giuseppe Bentivogli*, Carmine Pastore Mancinelli*, Giuseppe Massarenti*, Giulio
Miceti*, Erminio Minghetti*, Marcellino Toschi* e Amleto Villani* — per «l'attività sovversiva da
essi svolta nell'isola» e «ricostituzione di partiti disciolti, incitamento all'insurrezione e propaganda
sovversiva». Dopo 10 mesi di carcere fu prosciolto dal Tribunale speciale, come tutti gli altri
imputati, il 19/11/28. Il 4/1/30 fu arrestato per «reati» commessi quando era deputato, come quello
di avere distribuito dei volantini l'1/5/26 a Castelfranco Emilia (MO). Liberato il 10/11/31, tornò a
Bologna, ma non potendo lavorare, nel 1933 si trasferì a Firenze e poi a Milano. Per tutto il
ventennio fascista fu sempre attentamente sorvegliato dalla polizia. Durante la Resistenza divenne
presidente della IV zona del CVL di Como. Il 30/4/45, su designazione del CLN locale, fu
nominato sindaco di Mirabello Comasco (CO). Fu anche nominato dirigente delle organizzazioni
contadine della zona. Il PSI della Lombardia lo incaricò di rappresentarlo alla Consulta nazionale.
[O]
Fabbri Maria, da Angelo e Gelsomina Nucci; n. il 18/4/1916 a Castiglione dei Pepoli; ivi residente
nel 1943. 4a elementare. Casalinga. Militò nel btg Luccarini della brg Stella rossa Lupo e operò a
Castiglione dei Pepoli. Riconosciuta partigiana dal 24/3/44 alla Liberazione.
Fabbri Maria, da Enrico e Sofia Fanti; n. il 20/9/1915 a Monzuno. Nel 1943 residente a
Marzabotto. Casalinga. Fu uccisa dai nazifascisti il 29/9/1944 a Cà Beguzzi di Casaglia, nel corso
dell'eccidio di Marzabotto, insieme con il marito Dante Tonioli* e altre 18 persone elencate sotto
Quirico Amaroli*. La cognata Gina Tonioli*, rimasta ferita, morì qualche tempo dopo. [O]
Fabbri Mario, da Daniele ed Emma Angelini; n. il 23/5/1923 a Rimini (FO). Nel 1943 residente a
Sala Bolognese. 4a elementare. Colono. Prestò servizio militare a Bologna in aviazione dall’1/6
all'8/9/43. Militò nella 48a brg Garibaldi e operò a Dogliani (CN). Fu incarcerato a Padova dal 6/5
al 15/5/44. Cadde a Cuneo il 3/9/1944. Riconosciuto partigiano dall’8/3/44 al 3/9/44.
Fabbri Mario, da Davide ed Elide Colli; n. l' 11/10/1925 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Studente. Militò nella la brg Irma Bandiera Garibaldi. Venne fucilato il 20/10/1944 a Stradella della
Rocca (Casalecchio di Reno) dalla 1a compagnia Arditi della brigate nere, insieme a Giordano
Bergonzoni* e Antonio Gentili*. Riconosciuto partigiano con funzione di ispettore organizzativo
dall’1/5/44 al 20/10/44.
Fabbri Mario, da Francesco e Luigia Savoia; n. il 25/4/1897 a Cesena (FO). Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Operaio. Fu attivo nell’8a brg Masia GL. Riconosciuto patriota dal
marzo 1944 alla Liberazione.
Fabbri Mario, da Pio ed Elvira Ronchini; n. il 12/3/1931 a S. Martino in Pedriolo
(Casalfiumanese); ivi residente nel 1943. Studente. Di famiglia antifascista — il padre venne
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
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a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
perseguitato — dopo l’8/9/43, seguendo l'esempio di molti giovani di S. Martino in Pedriolo,
guidati dai fratelli Bruno*, Ivo*, Tonino* e Valentina Bassi*, entrò a far parte della 66 a brg Jacchia
Garibaldi svolgendo la propria «attività come staffetta alle dipendenze del comando» di brg. Militò
anche nella 36 a brg Bianconcini Garibaldi. Riconosciuto partigiano. Testimonianza in RB5. [A]
Fabbri Marsilia, «Giovanna», da Carlo e Fiorentina Giberti; n. il 23/8/1921 a Pieve di Cento; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Casalinga. Militò nella 2a brg Paolo Garibaldi e operò a
Pieve di Cento. Riconosciuta partigiana dall’1/11/43 alla Liberazione.
Fabbri Medardo, «Polvere», da Agostino e Teodolinda Rosa; n. il 24/10/1914 a Monte S. Pietro.
Nel 1943 residente a Zola Predosa. Licenza elementare. Manovale. Prestò servizio militare a
Imperia nei lancieri dal 15/7/40 all'8/9/43. Militò nel btg Zini della 63a brg Bolero Garibaldi e operò
a Zola Predosa. Riconosciuto partigiano dall'1/11/43 alla Liberazione.
Fabbri Medardo, da Albino ed Elvira Laffi; n. il 28/12/1914 a Grizzana. Nel 1943 residente a
Marzabotto. 3a elementare. Operaio. Prestò servizio militare in artiglieria dall'1/9/42 all'8/9/43.
Militò nella brg Stella rossa Lupo. Nell'eccidio di Marzabotto perse le figlie Elde* e Rosanna*.
Riconosciuto partigiano dal 10/4/44 alla Liberazione.
Fabbri Nello, da Augusto e Amalia Cangini; n. il 24/6/1920 a Monzuno. Nel 1943 residente a
Marzabotto. Licenza elementare. Impiegato. Fu attivo nella la brg Irma Bandiera Garibaldi.
Riconosciuto patriota dal 15/8/44 alla Liberazione.
Fabbri Nerina, da Augusto; n. nel 1917. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuta
partigiana dall’1/1/44 alla Liberazione.
Fabbri Nevio, da Paolo e Luigia Rossi; n. il 30/6/1913 a Conselice (RA). Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza di scuola media. Artigiano. Fin da giovanissimo prese parte al movimento
antifascista collaborando a mantenere i contatti tra i maggiori esponenti politici e sindacali di
Molinella, tra i quali il padre*. Nel 1927 seguì il padre confinato politico a Lipari (ME). Prese parte
alla lotta di liberazione militando nella brg Matteotti Città con funzione di intendente. Riconosciuto
partigiano con il grado di tenente dall’1/10/43 alla Liberazione. Testimonianza in RB1.
Fabbri Olivo, da Filippo e Caterina Bartolotti; n. il 23/2/1902 a Castiglione dei Pepoli; ivi residente
nel 1943. 3a elementare. Operaio. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto partigiano dal
15/9/43 al 15/7/44.
Fabbri Orazio, da Daniele ed Emma Angelini; n. l'8/8/1916 a Rimini (FO). Nel 1943 residente a
Sala Bolognese. Licenza elementare. Colono. Prestò servizio militare in sanità dal 16/5/37
all'8/9/43. Militò nel btg Armaroli della 63a brg Bolero Garibaldi e operò a Sala Bolognese.
Riconosciuto partigiano dal 15/11/43 alla Liberazione.
Fabbri Oscar, da Domenico e Maria Giovannini; n. il 24/6/1921 a Fontanelice; ivi residente nel
1943. Licenza di scuola media. Impiegato all'Azienda del gas. Prestò servizio militare nella polizia
dal 1942 all'8/9/43. Militò nel 1° btg della 36a brg Bianconcini Garibaldi ed operò sull'Appennino
tosco-emiliano. Riconosciuto partigiano dal 10/11/44 al 14/4/45.
Fabbri Paolo, «Palita», da Carlo e Maria Gandolfi; n. il 27/7/1889 a Conselice (RA). Nel 1943
residente a Bologna. Iscritto al PSI, al PSUI e al MUP. Mezzadro e commerciante. Da umile
capolega contadino di Conselice divenne una delle figure più nobili e importanti del socialismo
italiano e della Resistenza. Primo di dieci figli di una famiglia di mezzadri, si iscrisse giovanissimo
al PSI. Lasciata la terra — insufficiente per una famiglia così numerosa — divenne attivista
sindacale, poi capolega e infine dirigente della Federterra e delle organizzazioni cooperative di
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
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Ravenna, sotto la sapiente guida di Gaetano Zirardini. Nell'ottobre 1914 — dopo l'eccidio di Guarda
— fu inviato a Molinella dove assunse la carica di segretario della CdL. Il compito affidatogli era
difficilissimo e molto delicato perché era in atto una durissima reazione governativa e agraria che
mirava a distruggere le organizzazioni sindacali e cooperative di quel comune. Lui avrebbe dovuto
tenere unito e combattivo il movimento operaio e difendere le realizzazioni e le conquiste fatte. Ma
avrebbe dovuto fare tutto da solo perché era stato decapitato l'intero gruppo dirigente del PSI e delle
leghe. Giuseppe Massarenti* era sfuggito all'arresto, ma si trovava rifugiato nella Repubblica di S.
Marino, mentre Giuseppe Bentivogli* e oltre duecento tra capilega e attivisti erano in carcere. In
quello stesso periodo, la segreteria della CdL della vicina Budrio era stata affidata a Luigi Fabbri*,
un altro capolega proveniente da Conselice. Iniziò con grande energia e capacità l'opera che gli era
stata affidata, dimostrando subito le sue non comuni doti di uomo politico e di organizzatore, ma fu
presto chiamato alle armi e inviato al fronte. Tornò a Molinella nel 1919, con Massarenti e
Bentivogli. I lavoratori di Molinella — le cui organizzazioni non erano state sconfitte dalla reazione
anticontadina del 1914 — nel giugno 1919 ripresero la vertenza nel punto esatto in cui era stata
interrotta dall'eccidio di Guarda. Dopo 29 giorni di sciopero, sotto la guida di Fabbri e Bentivogli,
videro soddisfatte tutte le richieste avanzate cinque anni prima. Quello sciopero fu la prova generale
di quello che nel 1920 si tenne su scala provinciale e che vide braccianti e mezzadri uniti battersi
contro gli agrari. Fautore da sempre dell'unità tra le due categorie, anche perché era un ex
mezzadro, fece parte con Bentivogli, Luigi Fabbri, Mario Piazza*, Renato Tega* e Giovanni
Goldoni* del comitato che condusse quella lotta alla vittoria, con la conquista del concordato Paglia
Calda. In quegli anni ricopri anche numerosi incarichi politici. Fu consigliere comunale di
Conselice; presidente dell'Opera pia Valeriani di Molinella e nel 1920 consigliere provinciale di
Bologna. Il 3/6/21, quando era segretario della CdL di Molinella, venne arrestato per la sua opera di
sindacalista. Nel 1922 lasciò il PSI per aderire al PSUI. Divenuto, con Bentivogli, uno dei dirigenti
del movimento operaio di Molinella, — dopo che i fascisti, il 12/6/21, avevano dato il bando a
Massarenti — fu duramente perseguitato. Nel 1923 dovette rifugiarsi a Bologna e rendersi
irreperibile per vario tempo perché colpito da mandato di cattura per «concorso in appropriazione
indebita e delitti contro i poteri dello stato», commessi durante la lotta agraria. Nello stesso anno fu
schedato. Il 2/11/24 fu arrestato con altri lavoratori, mentre erano riuniti nella sede della CCdL.
Nell'ottobre 1926 la sua famiglia — analogamente a quanto accadeva ad altre decine di famiglie
socialiste — fu sradicata da Molinella e costretta ad emigrare. Il 16/11/26, con la definita
affermazione del regime fascista, fu assegnato al confino per 3 anni per «attività comunista», accusa
ridicola perché era uno dei più noti dirigenti del socialismo bolognese. Arrestato il 4/5/27, fu inviato
a Lipari (ME). Nell'agosto venne raggiunto nell'isola dalla moglie Luigia Rossi e dal figlio Nevio*
di 13 anni. Il 28/7/29 fu arrestato per avere collaborato alla leggendaria fuga da Lipari, in
motoscafo, di Emilio Lussu, Fausto Nitti e Carlo Rosselli. Avrebbe potuto fuggire anche lui, ma
preferì restare per favorire l'evasione dei compagni. Dal tribunale di Messina fu condannato a 3
anni, 4 mesi e 20.000 lire di multa. Dopo aver scontato la pena nelle carceri di Saluzzo (CN) e
Castelfranco Emilia (MO), tornò al confino, a Ponza (LT) dovendo fare ancora otto mesi. Rientrato
a Bologna il 3/9/33, riprese il lavoro politico per riorganizzare la resistenza al fascismo. La cosa fu
subito rilevata dalla polizia che, in un rapporto del 1934, scrisse che lui «ed altri sovversivi di altre
città svolgerebbero attività sovversiva». In effetti con Domenico Viotto — un socialista di Milano
conosciuto al confino — aveva aperto in via Rialto 44 un'azienda di detersivi, la Chimico
Galvanica. Inoltre nella sua azienda aveva assunto come dipendenti numerosi socialisti cacciati da
Molinella e rifugiatisi a Bologna. In seguito l'azienda fu trasferita in via de' Poeti 5, in un locale
sotterraneo — «il fondone» — dove un tempo aveva sede la tipografia de «il Resto del Carlino». Da
allora «il fondone» divenne uno dei principali luoghi degli incontri cospirativi dei socialisti
bolognesi. Un altro, non meno importante, era il negozio di calce e gesso di Alberto Trebbi*, in
vicolo Broglio. Il 22/4/38, in occasione della visita di Hitler in Italia, fu arrestato e trattenuto in
carcere fino al 10/5. Nel 1942 — in accordo con Viotto e Lelio Basso — con Fernando Baroncini*
e Tega costituì il MUP, il gruppo che raccoglieva gli ex socialisti riformisti turatiani. Altri dirigenti
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
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a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
erano Gianguido Borghese*, Bentivogli, Alfredo Calzolari* ed Enrico Bassi*. Nel settembre 1942
rappresentò il MUP nella riunione promossa da PSI e PCI per costituire il Comitato unitario
d'azione antifascista, il primo nucleo unitario dell'antifascismo bolognese che sarà ribattezzato poi
in Fronte ed infine in CLN. Arrestato nella primavera del 1943, riebbe la libertà dopo la caduta del
fascismo e fu tra i promotori della riunione che si tenne ai primi di agosto nello studio di Roberto
Vighi*, per l'unificazione del PSI e MUP. Il 28/8/43 intervenne alla riunione di Roma nel corso
della quale si ebbe la riunificazione nazionale e la nascita del PSUP. Al ritorno fu nominato vice
segretario della federazione bolognese del partito, con Bentivogli, mentre Baroncini ne divenne il
segretario. Con l'inizio della Resistenza si mostrò uno dei più tenaci sostenitori della necessità di
combattere il nazifascismo e fu sempre contrario alle posizioni attendiste che affioravano nel
partito. Coerentemente con la sua idea, trasformò «il fondone» in una munita base partigiana oltre
che nel luogo d'incontro di tutti i collegamenti socialisti della provincia e della regione. Fu uno dei
principali organizzatori delle tre brgg Matteotti — una di città, una di pianura e la terza di
montagna, — senza tralasciare il lavoro di partito. Nella tarda primavera del 1944, quando
Baroncini divenne commissario politico della brg Toni Matteotti Montagna, assunse la segreteria
provinciale del partito. Fu lui, quindi — anche se il partito era praticamente diretto da un
quadrumvirato: Borghese, Verenin Grazia*, Bentivogli e Fabbri — ad avere sulle spalle la massima
responsabilità nella primavera-estate 1944, quando il partito operò lo sforzo pili generoso e
consistente per indirizzare tutte le forze popolari verso la lotta di liberazione. Nei duri mesi della
Resistenza, l'ex capolega contadino dimostrò di essere divenuto un grande dirigente politico e
militare. Alla modesta base culturale — non era andato oltre la quinta elementare — sopperiva con
una grande umanità e generosità. Parlava non bene l'italiano, ma del dialetto e della lingua parlata
dai contadini, che era un misto di lingua e di dialetto, faceva un uso efficacissimo. Non arretrò mai
davanti alle responsabilità, sia politiche che morali, e fu sempre d'esempio ai suoi compagni. E di
esempi ne diede parecchi. Il 15/7/44 salì sull'Appennino e raggiunse la brg Toni Matteotti
Montagna nei pressi del Corno alle Scale, per risolvere una grave crisi politico-militare. Altri
avrebbero mandato la solita staffetta. Lui preferì andare di persona lungo i sentieri di montagna,
anche se aveva 56 anni. Una notevole prova di fermezza e di lungimiranza la diede il 22/9/44
quando il PCI bolognese, senza interpellare il CLN, decise di proclamare l'insurrezione della città
per il 25. Gli alleati erano alle porte di Bologna e pareva che dovessero arrivare da un momento
all'altro. La decisione insurrezionale — a parte il fatto che un simile ordine poteva darlo solo il
CLN — poteva sembrare quindi giustificata. Lui e Grazia, dopo aver informato il presidente del
CLN, intervennero presso i dirigenti del PCI e ottennero la revoca della decisione. Alcuni giorni
dopo, tutti i rappresentanti dei partiti riconfermarono che solo il CLN poteva proclamare
l'insurrezione. Senza quell'intervento, — gli alleati arrivarono a Bologna nell'aprile 1945 —
l'insurrezione si sarebbe trasformata in un disastro. Fu in una terza occasione che diede prova del
suo senso del dovere oltre che della sua umanità e della sua fede politica. Alla fine del 1944, dopo
che il fronte si era fermato alle porte di Bologna e i nazifascisti avevano scatenato una dura reazione
antipartigiana, il partito socialista decise di inviare una commissione al sud, per prendere contatto
con la direzione del PSIUP, con il governo italiano e il comando alleato e decidere la strategia della
guerra. Si offri volontario e il partito gli affiancò il tenente colonnello Mario Guermani*, vice
comandante della piazza militare di Bologna. Il 17/12/44 — dopo aver lasciato la segreteria del
partito a Bentivogli — lasciarono la città e dopo avere attraversato l'Appennino innevato e ricoperto
da campi minati, raggiunsero Porretta Terme dove si incontrarono con i partigiani della brg Toni
Matteotti Montagna. I due si recarono a Roma e conferirono con il governo, con il comando alleato
e con i dirigenti del partito. Dopo essere intervenuti a Napoli al congresso della rinata CGIL,
ritornarono a Porretta Terme il 12/1/45 dove furono costretti a sostare sino alla metà di febbraio, a
causa delle intense nevicate. Si rimisero in viaggio nel pomeriggio del 14/2/45, dicendo che
avrebbero tentato di attraversare le linee in località Bombiana (Gaggio Montano). Li guidava un
elemento locale, Adelmo Degli Esposti. Prima di sera, la guida rientrò da sola nelle linee alleate. Ai
partigiani della brg Toni Matteotti Montagna disse che durante l'attraversamento di un bosco — del
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
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a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
quale non sapeva indicare la località esatta — aveva sentito degli spari. Spaventatosi, era tornato
indietro, senza preoccuparsi dei due compagni di viaggio. Tutti i matteottini si offrirono volontari
per attraversare le linee e ricercarli. Quando le pattuglie erano pronte per l'uscita, il comando
brasiliano — nella cui giurisdizione si trovava il tratto di fronte tenuto dalla Matteotti — vietò la
missione. Dei due non si seppe più nulla e attorno alla loro fine si intrecciarono molte versioni. Una
cosa, comunque, è certa: i cinque milioni che avrebbero dovuto portare a Bologna — da versare
nelle casse del CLN — all'ultimo momento erano stati lasciati al comando della Matteotti. Fabbri,
in tasca, aveva solo un grosso assegno, come fu constatato il giorno in cui furono ritrovati i suoi
resti mortali, accanto a quelli di Guermani. Ciò avvenne nell'aprile 1946, ad Abetaia di Bombiana
(Gaggio Montano), dopo lunghe e amorevoli ricerche condotte personalmente dal figlio Nevio.
Dall'autopsia risultò che erano stati colpiti entrambi da numerose schegge, anche se non fu possibile
accertare il tipo di proiettile, mina o bomba a mano. Riconosciuto partigiano, nella brg Matteotti
Città dal 9/9/43 alla Liberazione. Alla sua memoria è stata conferita la medaglia d'oro con questa
motivazione: «Ardente animatore della Resistenza, dopo avere compiuto molteplici temerarie
imprese, si prestava volontariamente ad effettuare una importantissima azione di collegamento con i
Comandi che si trovavano oltre le linee nemiche. Addentratosi tra i nevosi valichi dell'Appennino,
stremato di forze, perdeva la vita». Appennino tosco-emiliano, 14 febbraio 1945. Il suo nome è stato
dato ad una strada di Bologna, a una di Molinella e a una di Gaggio Montano e a una sezione del
PSI. [O]
Fabbri Pietro Augusto, da Giovanni ed Erminia Bernardi; n. il 16/8/1888 a Porretta Terme.
Muratore. Iscritto al PSI. Venne segnalato nel 1929, quando emigrò per lavoro in Belgio. Rimpatriò
nel 1936 e il 4/4/43 nella sua pratica fu annotato: «Viene vigilato». [O]
Fabbri Pio, da Cesare e Maria Rabbi; n. il 23/3/1897 a Monterenzio. Nel 1943 residente a S.
Martino in Pedriolo (Casalfiumanese). Colono. Fece parte, con Cesare Pesci* e Massimo
Dalmonte*, del gruppo di lavoratori che a S. Martino in Pedriolo riuscì «per tutto il periodo della
dittatura fascista [...] a mantenere in vita una opposizione attiva al regime». Venne infatti
«perseguitato in continuazione dall'OVRA fascista». Nel corso della lotta di liberazione, anche
tramite il figlio Mario*, fu collegato con la 66ª brg Jacchia Garibaldi. Nell'autunno 1944 fu costretto
da militari tedeschi ad abbandonare la propria abitazione. In quell'occasione venne percosso e
derubato di «quel po' d'oro», di «alcuni oggetti di valore» e del «denaro liquido della famiglia».
Trovò rifugio a Castel S. Pietro Terme. [A]
Fabbri Pierfranco, da Pasquale e Speranza Di Franco; n. il 21/3/1927 a La Maddalena (SS). Nel
1943 residente a Bologna. Licenza di scuola media. Rappresentante. Militò nella brg Stella rossa
Lupo. Ferito. Riconosciuto partigiano dall’1/6/44 alla Liberazione.
Fabbri Pietro, da Federico e Annetta Buini; n. il 2/1/1920 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Studente nell'istituto tecnico industriale. Cugino di William Buini, figlio di Emilio*, che lo
«instradò, non senza contrasti [negli anni trenta] alla visione della verità»; allievo nel liceo classico
Galvani (Bologna) di Evangelista Valli*, professore di filosofia e storia, «grande maestro di vita
[...] a rischio della carriera e della vita», fu in grado di cogliere immediatamente, dopo l’8/9/43, la
necessità e il «significato morale» della Resistenza. Rientrato in famiglia a Porretta Terme il
12/9/43, dopo lo sbandamento dell'esercito, non rispose alla chiamata alle armi della RSI. Con
Vittoriano Nicoletti* si mise in contatto con le formazioni partigiane operanti nella zona di Monte
Piella-Monte Cavallo, collaborando specialmente alla preparazione di un lancio di materiale bellico
destinato alla brg GL Montagna. L'iniziativa, alla quale presero parte tra gli altri, Pietro Marongiu*,
Romolo* e Giuseppe Lenzi*, Giorgio Fabbri*, Enzo Neri*, Franco Cinotti* e Vittoriano Nicoletti,
fu complicata dai contrasti esistenti all'interno della formazione partigiana guidata da Urio Nanni*.
Comunque, il lancio, compiuto il 2/8/44, ebbe esito positivo. Riconosciuto benemerito dal giugno
1944 alla Liberazione. Testimonianza in RB5. [A]
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Fabbri Primo, da Domenico; n. il 30/8/1896 a Faenza (RA). Militò nella 36a brg Bianconcini
Garibaldi. Riconosciuto partigiano dall’1/4/44 al 12/12/44.
Fabbri Renato, «Presto», da Celestino ed Erminia Pasquali; n. il 23/1/1926 a Medicina; ivi
residente nel 1943. Bracciante. Militò nella 5a brg Bonvicini Matteotti. Fu rastrellato in località S.
Antonio (Medicina) il 12/11/44 e trasportato a Pianoro. Cadde a S. Mosè di Pieve del Pino (Sasso
Marconi) il 28/3/1945. Riconosciuto partigiano dall'8/9/44 al 28/3/45.
Fabbri Renato, da Giuseppe e Lodovica Selva; n. l'11/1/1926 a Castel d'Aiano; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Operaio. Militò nella 7ª brg Modena della div Armando con funzione di
ispettore. Riconosciuto partigiano dal 16/6/44 alla Liberazione.
Fabbri Renato, «Giorgio», da Giuseppe Cleto e Carolina Venturi; n. il 7/3/1922 a Castel d'Aiano;
ivi residente nel 1943. 3a elementare. Colono. Prestò servizio militare a Udine in fanteria dal
21/1/42 all'8/9/43. Militò nella 7a brg Modena della div Armando e operò sull'Appennino toscoemiliano. Riconosciuto partigiano dal 14/5/44 alla Liberazione.
Fabbri Renzo, «Pietro», da Duilio e Argentina Gardi; n. il 26/9/1927 a Molinella; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Mezzadro. Militò nella 5a brg Bonvicini Matteotti e operò a Molinella.
Riconosciuto partigiano dal 10/7/44 alla Liberazione.
Fabbri Riccardo, da Luigi e Teresa Mattioli; n. il 4/1/1900 a Bologna. Bracciante. Il 20/5/32 a S.
Antonio (Medicina) fu arrestato assieme a Lorenzo Cuscini* e Umberto Selleri*, perché, durante i
lavori di falciatura, furono sorpresi a parlare male di Mussolini e del regime. Ebbe la diffida. [CA]
Fabbri Rina, da Alfredo e Caterina Biachessi; n. il 4/9/1917 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Casalinga. Militò nella brg Stella rossa Lupo e operò a S. Martino di Caprara
(Marzabotto). Riconosciuta partigiana dall'1/1/44 alla Liberazione.
Fabbri Rino, da Amedeo e Clorinda Fabbri; n. il 5/1/1923 a Castiglione dei Pepoli; ivi residente
nel 1943. Licenza elementare. Operaio. Militò nel btg Luccarini della brg Stella rossa Lupo e operò
a Castiglione dei Pepoli. Riconosciuto partigiano dal 9/9/43 alla Liberazione.
Fabbri Rosanna, da Medardo ed Emma Venturi; n. il 17/11/1942 a Marzabotto; ivi residente nel
1943. Ferita insieme con la sorella Elda*, nel corso dell'eccidio di Marzabotto, morì l’8/10/1944.
Fabbri Sergio, «Peta», da Achille e Giuseppina Milani; n. il 6/1/1921 a Castiglione dei Pepoli; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Calzolaio. Prestò servizio militare in artiglieria dal 1941 al
1943. Militò nel btg Luccarini della brg Stella rossa Lupo e operò a Baragazza (Castiglione dei
Pepoli). Riconosciuto partigiano dal 14/9/43 alla Liberazione.
Fabbri Sergio, da Fernando e Francesca Marangoni; n. il 15/5/1925 a Medicina; ivi residente nel
1943. Colono. Fu attivo nella 5a brg Bonvicini Matteotti. Riconosciuto patriota.
Fabbri Serafino Severino, «Ilio», da Giuseppe e Adelaide Baldi; n. il 9/7/1912 a Medicina; ivi
residente nel 1943. 3ª elementare. Colono. Prestò servizio militare a L'Aquila in artiglieria dal
10/4/34 al 10/4/35. Durante la lotta di liberazione collaborò a Conselice (RA) con la 28ª brg Gordini
Garibaldi. Riconosciuto benemerito dal 6/6/44 al 6/4/45.
Fabbri Silvano, da Amedeo e Clorinda Fabbri; n. il 27/1/1927 a Castiglione dei Pepoli; ivi
residente nel 1943. 4ª elementare. Operaio. Militò nel btg Luccarini della brg Stella rossa Lupo e
operò a Castiglione dei Pepoli. Riconosciuto partigiano dall'1/11/43 alla Liberazione.
Fabbri Silvio, «Rondine», da Arnaldo ed Emma Carpani; n. il 23/12/1922 a Lizzano in Belvedere;
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Droghiere. Prestò servizio militare in Unione Sovietica.
Rientrato in Lizzano in Belvedere dopo l’8/9/43. vi rimase fino a febbraio 1944, quando arruolato
nella RSI, venne mandato a Parma. Convintosi di «essere dalla parte sbagliata», il 15/4/44
abbandonò il reparto e, pochi giorni dopo, insieme con il fratello Giuseppe*, venne «arruolato» nel
comando partigiano di Rocchetta (Fanano - MO) e aggregato alla formazione di Otello Cavalieri*
della 7a brg Modena della div Armando, nella quale svolse funzioni di intendente di btg. Il 16/5/44
nella zona di Ospitale (Fanano - MO) partecipò ad uno scontro a fuoco con militari tedeschi e
repubblichini, conclusosi con la fuga di questi ultimi e l'arresto nei pressi di Cutigliano, dopo un
lungo inseguimento, di cinque repubblichini e due tedeschi. Riconosciuto partigiano con il grado di
sottotenente dall’1/5/44 al 25/2/45. Testimonianza in RB5. [A]
Fabbri Silvio Otello, «Sirio», da Domenico e Sabatina Zambelli; n. l'1/8/1924 a Camugnano; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Operaio. Militò nella brg Stella rossa Lupo e operò
sull’Appennino tosco-emiliano. Cadde a Burzanella (Camugnano) il 18/7/1944. Riconosciuto
partigiano dall'1/5/44 al 18/7/44.
Fabbri Umberto, «Toni», da Natale e Virginia Vanelli; n. il 9/6/1900 a Bologna; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Giornalaio. Militò nel 2° btg Giacomo della la brg Irma Bandiera
Garibaldi e operò a Bologna. Riconosciuto partigiano con il grado di capitano dal 10/5/44 alla
Liberazione.
Fabbri Valentino, da Ernesto e Maria Vaccari; n. il 17/3/1901 a Castel S. Pietro Terme. Licenza
elementare. Arrestato a seguito della scoperta dell'organizzazione comunista imolese, con sentenza
del 13/6/27 fu prosciolto per non luogo a procedere. La sentenza investì 276 antifascisti, 19 dei
quali furono rinviati al Tribunale speciale, mentre gli altri 257 furono prosciolti perché le prove a
loro carico erano limitate agli anni antecedenti le leggi eccezionali.
Fabbri Valerio, da Torquato e Isola Totti; n. il 15/1/1927 a Castiglione dei Pepoli; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Operaio. Militò nel btg Luccarini della brg Stella rossa Lupo e operò a
Castiglione dei Pepoli. Riconosciuto partigiano dall’11/9/43 alla Liberazione.
Fabbri Vasco, da Duilio e Argentina Gardi; n. il 29/7/1925 a Molinella; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Barbiere. Militò nella 5ª brg Bonvicini Matteotti. Riconosciuto partigiano con
il grado di sergente dal 10/10/44 alla Liberazione.
Fabbri Vincenzo, da Antonio e Amalia Marchetti; n. il 31/10/1864 a Bologna. Lattoniere.
Anarchico. Venne segnalato nel 1925 e nel 1928 si vide rifiutare il passaporto per i «precedenti
politici». Fu controllato sino al 28/12/1936, quando morì. [O]
Fabbri Vincenzo, da Modesto e Maria Mannini; n. il 19/10/1878 a Bologna. Licenza elementare.
Fabbro artigiano. Anarchico. La sera del 24/12/25 venne aggredito in via del Borgo S. Pietro
(Bologna) dove era ubicata la sua officina dal fascista Alberto Gelati, 'fiduciario' rionale e dai suoi
gregari Enrico Nannini, Edoardo Natali ed Edoardo Bentivogli. Fabbri, uomo di alti principi morali,
oppositore del fascismo contestò le richieste di offerta in denaro avanzate dal Gelati e dopo un
acceso diverbio lo invitò ad uscire dalla sua bottega. I fascisti dopo aver intimato agli operai di
abbandonare l'officina, lo colpirono con una lima ferendolo al basso ventre. Morì il 25/12/1925. I
fascisti in tribunale vennero assolti. [AQ-B]
Fabbri Virgilio, da Cesare e Irene Gualtieri; n. il 19/6/1905 a Castiglione dei Pepoli; ivi residente
nel 1943. 3ª elementare. Operaio. Fu attivo nel btg Luccarini della brg Stella rossa Lupo e operò a
Castiglione dei Pepoli. Riconosciuto patriota dall’1/6/44 alla Liberazione.
Fabbri Virginio, da Luigi e Adelia Andreoli; n. il 15/7/1916 a Forlì. Nel 1943 residente a Bologna.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
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a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Licenza elementare. Fornaio. Fu attivo nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi. Riconosciuto patriota dal
3/3/44 alla Liberazione.
Fabbri Vittorina, da Riccardo e Colomba Ciliegi; n. il 9/12/1918 a Vergato; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Operaia. Collaborò con la brg Stella rossa Lupo. Riconosciuta benemerita dal
10/8/44 alla Liberazione.
Fabbri Vittorio, da Giovanni e Celsa Brighetti; n. l'1/4/1920 a Sasso Marconi; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Bracciante. Militò nella 63a brg Bolero Garibaldi. Riconosciuto
partigiano dal 10/10/43 alla Liberazione.
Fabbri Cesconi Francesco, «Bill»; n. il 30/12/1929 a Bologna. Nel 1943 residente a Imola. 4a
elementare. Bracciante. Collaborò con la brg SAP Imola. Riconosciuto benemerito dal 15/11/44 al
15/4/45.
Fabbris Fernando, da Ettore e Alceste Brandoli; n. il 19/2/1914 a Ravarino (MO). Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Ambulante. Militò nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi.
Riconosciuto partigiano dall’1/5/44 alla Liberazione.
Fabbroni Bianca, «Baiocchina», da Fioravante e Adele Nardi; n. il 12/2/1905 a Caslel S. Pielro
Terme. ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Casalinga. Militò nella 66a brg Jacchia Garibaldi
e operò a Castel S. Pielro Terme. Entrata nel movimento partigiano si occupò del reperimento di
armi e munizioni riuscendo a «metterne insieme molte» aiutata dai figli che condivisero i suoi
ideali. La sua casa di campagna «abbandonata e pericolante» venne adibita a deposito di armi.
Sviluppatosi un incendio nel camino di una casa attigua, provvide, insieme a una sua compagna, a
trasferire in altra sede le armi. I moschetti, nascosti nei cassetti di un vecchio comò, vennero
trasportati in paese pullulante di tedeschi. Entrata nei Gruppi di difesa della donna, insieme con
Ermelinda Bersani* si occupò della distribuzione della stampa clandestina. Unitamente alla Bersani
impedì la requisizione del bestiame dei contadini da parte dei tedeschi. Arrestata dai fascisti e
interrogata invano sulla attività partigiana, venne rinchiusa, insieme ad altre 14 persone, in «una
piccolissima stanza», tanto minuscola da essere costretti a «dormire gli uni sugli altri». Venne
liberata per le proteste di sua figlia che «urlando e piangendo» costrinse i fascisti a rilasciarla.
«Rischiando la vita» ospitò nella sua casa per sei mesi quattro partigiani toscani sfuggiti ad un
rastrellamento. Riconosciuta partigiana dall’1/6/44 al 17/4/45. Testimonianza in S. Prati, La
Resistenza a Castel S. Pietro, Imola, 1975. [AQ]
Fabretti Ermete, da Giovanni Battista e Angiola Zambrini; n. il 4/8/1903 a Imola; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Carpentiere. Anarchico. Per «espressioni antifasciste in lettere a un
amico», il 17/12/35 fu assegnato al confino per 4 anni e inviato a Ponza (LT). Fu prosciolto e riebbe
la libertà il 3/11/39. Durante la lotta di liberazione venne arrestato il 16/11/43 e trasferito per alcuni
giorni nel carcere di S. Giovanni in Monte (Bologna) perché sospettato di aver partecipato all'azione
di sabotaggio contro la caserma militare Della Volpe di Imola. Secondo una pubblicazione del
2004, all’inizio degli anni Trenta iniziò a collaborare con l’Ovra e svolse la funzione di informatore
della polizia segreta del regime fascista (M. Casali, Le spie del regime, pp.353-4). [AQ]
Fabretti Luciano, da Alberto e Adalgisa Sgargi; n. il 16/12/1925 a Bologna. Operaio tornitore
all'Istituto Rizzoli. Fu attivo nel CLN costituitosi all'interno dell'istituto Rizzoli. Partecipò
all'operazione tesa alla sottrazione delle materie prime e dei macchinari che i tedeschi volevano
requisire. Gran parte del materiale fu così nascosto presso l'istituto di rieducazione di via del
Pratello e presso l'ospedale S. Orsola. I lingotti di bronzo furono nascosti sotto le «ossaie» nei
sotterranei della chiesa di S. Michele in Bosco. Partecipò alla raccolta di fondi per il movimento
partigiano, alla distribuzione della stampa clandestina e alle azioni propagandistiche.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Fabris Alfredo, da Federico e Anna Frabboni; n. il 26/10/1938 a Bologna. Nel 1943 residente a
Marzabotto. Fu ucciso dai nazifascisti in località Cerpiano il 29/9/1944 nel corso dell'eccidio di
Marzabotto, unitamente al padre*, alla madre* e alla sorella Giovanna*. [O]
Fabris Federico, da Simone Antonio ed Emma Baldi; n. il 16/11/1904 a Bologna. Nel 1943
residente a Marzabotto. Pensionato. Fu ucciso dai nazifascisti il 29/9/1944 in località Cerpiano, nel
corso dell'eccidio di Marzabotto, unitamente alla moglie Anna Frabboni* e ai figli Alfredo* e
Giovanna*. [O]
Fabris Giovanna, da Federico e Anna Frabboni; n. il 14/7/1935 a Cantù (CO). Nel 1943 residente a
Marzabotto, Fu uccisa dai nazifascisti, il 29/9/1944 in località Cerpiano, nel corso dell'eccidio di
Marzabotto, unitamente al padre*, alla madre* e al fratello Alfredo*. [O]
Fabris Mario, da Alessandro e Vittoria Pasqualini; n. l'1/8/1924 a Cavarzere (VE). Nel 1943
residente a Minerbio. Analfabeta. Bracciante. Militò nella brg Pisacane e operò nel Veneto.
Riconosciuto partigiano dal 15/10/43 alla Liberazione.
Fabrizio Antonio, da Napoleone e Teresita Galimberti; n. il 21/3/1900 a Rovigo. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Operaio. Prestò servizio militare a Perugia nel genio col
grado di maresciallo. Militò nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi e fu membro del CUMER.
Riconosciuto partigiano dall’1/10/43 alla Liberazione.
Fabrizio Corrado, da Antonio e Leonilda Tibaldi; n. il 9/12/1917 a Benevento. Nel 1943 residente
a Bologna. Licenza elementare. Rappresentante. Militò nella 7a brg Modena della div Armando.
Riconosciuto partigiano con il grado di tenente dal 2/5/44 al 18/12/44.
Fabrizio Ernesto, da Donato e Filomena Gallucci; n. il 6/8/1917 a Venosa (BA). Nel 1943
residente a Bologna. Riconosciuto benemerito.
Fabrizio Gino, da Napoleone e Teresita Galimberti; n. il 7/9/1913 a Sanguinetto (VR). Nel 1943
residente a Bologna. 2a istituto tecnico. Impiegato. Prestò servizio militare in fanteria nel 1943.
Militò nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi. Riconosciuto partigiano dal 12/4/44 alla Liberazione.
Fabrizio Maria, da Napoleone e Teresita Galimberti; n. il 18/12/1907 a S. Martino Lupari (PD).
Nel 1943 residente a Bologna. Licenza di scuola media. Cassiera. Militò nella brg Matteotti Città.
Riconosciuta partigiana dall’1/10/43 alla Liberazione.
Fabroni Giuseppe, da Luigi e Ines Tartarini; n. il 13/4/1926 a Bentivoglio; ivi residente nel 1943.
Studente. Fu attivo nella 4a brg Venturoli Garibaldi. Riconosciuto patriota dal 14/8/44 alla
Liberazione.
Faccani Antonio, da Lodovico e Giovanna Raffoni; n. il 27/4/1911 a Bologna; ivi residente nel
1943. la media. Impiegato. Militò nel btg Strocchi dell’8a brg Garibaldi e operò a Lugo (RA).
Riconosciuto partigiano dall’1/1/44 al 12/4/45.
Faccani Giuseppa, «Gina», da Girolamo e Demorista Bernardi; n. il 19/3/1900 a Lugo (RA). Nel
1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Casalinga. Militò nel btg Temporale della 7a brg
GAP Gianni Garibaldi e operò a Bologna. Riconosciuta partigiana dal 20/10/43 alla Liberazione.
Faccani Giuseppe, da Ercole e Violante Lentigine; n. l’8/6/1890 a Imola; ivi residente nel 1943.
Muratore. Arrestato il 6/10/26 a seguito della scoperta dell'organizzazione comunista imolese con
ordinanza del 2/5/27 fu scarcerato provvisoriamente per mancanza di sufficienti indizi di reità,
previo atto di sottomissione. Con sentenza del 13/6/27 fu prosciolto per non luogo a procedere. La
sentenza investì 276 antifascisti, 19 dei quali furono rinviati al Tribunale speciale, mentre gli altri
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
257 furono prosciolti perché le prove a loro carico erano limitate agli anni antecedenti le leggi
eccezionali. Fu sottoposto a periodici controlli di polizia sino al 4/11/40, quando venne radiato
dall’elenco dei sovversivi.
Faccani Luigi, da Pasquale e Maria Battaglia; n. il 24/4/1881 a Fusignano (RA). Operaio.
Anarchico. Trasferitosi a Bologna nel 1901, venne segnalato nel 1911. Fu controllato sino al
31/12/37, quando venne radiato dall'elenco dei sovversivi. [O]
Faccani Silvio, «Franco», da Girolamo e Demorista Bernardi; n. il 20/8/1891 a Lugo (RA). Nel
1943 residente a Bologna. Licenza di scuola media. Impiegato. Militò nel btg Temporale della 7a
brg GAP Gianni Garibaldi. Riconosciuto partigiano dal 20/10/43 alla Liberazione.
Facchinetti Achille, da Giacomo; n. il 29/6/1919 a Bologna; ivi residente nel 1943. Prestò servizio
militare in aeronautica, con il grado di tenente. Durante la lotta di liberazione fece parte di una
missione speciale che, su ordine dello Stato maggiore, operò in Alta Italia. Riconosciuto partigiano
dal 20/12/43 alla Liberazione. Gli sono state conferite una medaglia d'argento e una di bronzo con
le seguenti motivazioni: «Abile pilota di velivolo da bombardamento, partecipava a numerose
azioni belliche, superando con ardimento difficoltà di clima e di navigazione sul mare aperto. In una
azione di bombardamento su navi avversarie, benché colpito dalla reazione antiaerea, permaneva
nel cielo della formazione per segnalare i movimenti sfidando la sempre più forte reazione nemica.
Combattente sereno e audace, confermava in ogni circostanza le sue belle doti militari e
professionali». Cielo del Mediterraneo, 3 luglio 1941-9 giugno 1942-16 giugno-18-12 luglio 1942;
«Ufficiale di eletti sentimenti, passate le linee di combattimento si metteva a disposizione dello
Stato maggiore italiano. Inviato con un rischioso compito in territorio occupato dal nemico,
svolgeva per diversi mesi un buon lavoro di raccolta e trasmissione di notizie militari. Liberato
dopo un lungo periodo di detenzione, riprende immediatamente la propria attività e nei giorni
dell'insurrezione partecipa a vari episodi per la liberazione di Venezia» Italia Settentrionale 19
gennaio 1944-28 aprile 1945.
Facchini Amabile, da Enrico e Marina Lazzaroni; n. il 13/9/1918 a Monzuno; ivi residente nel
1943. Casalinga. Fu uccisa dai nazifascisti il 29/9/1944 in località Campolungo di Vado
(Monzuno), nel corso dell'eccidio di Marzabotto. [O]
Facchini Adelmo, «Piccolo», da Luigi ed Ermelinda Muzzioli; n. il 27/6/1920 a Cento (FE). Nel
1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Ferroviere. Prestò servizio militare in aeronautica
dal 3/2/41 all’8/9/43. Militò nel 4° btg Pinardi della la brg Irma Bandiera Garibaldi e operò a
Corticella (Bologna). Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dal 3/3/44 alla
Liberazione.
Facchini Albonea, «Dea», da Ferruccio e Teresa Regazzi; n. il 10/11/1926 a Baricella; ivi residente
nel 1943. 4a elementare. Bracciante. Militò nel btg Gotti della 4a brg Venturoli Garibaldi e operò a
Baricella. Riconosciuta partigiana dal 15/7/44 alla Liberazione.
Facchini Alboneo, «Mago», da Ferruccio e Teresa Regazzi; n. il 14/3/1920 a Baricella. Nel 1943
residente a Bologna. 4a elementare. Bracciante. Prestò servizio militare in artiglieria dall’11/3/40
all’8/9/43. Militò nel btg Gotti della 4a brg Venturoli Garibaldi e operò a Baricella e a Bologna.
Riconosciuto partigiano dal 15/4/44 alla Liberazione.
Facchini Almo, da Duilio e Giuseppina Martignani; n. il 13/7/1928 a Imola; ivi residente nel 1943.
4a elementare. Bracciante. Militò nel btg Pianura della brg SAP Imola e operò nella bassa imolese.
Riconosciuto partigiano dall’1/1/44 al 14/4/45.
Facchini Amos, «Gioia, Ciccio», da Virgilio ed Elvira Pancaldi; n. l' 1/7/1927 a Castello d'Argile.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Nel 1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Bracciante. Militò nella 7a brg GAP Gianni
Garibaldi e operò a Bologna. Fu detenuto nel carcere di S. Giovanni in Monte (Bologna) dall’8/7 al
9/8/44. Partecipò ai combattimenti di Porta Lame e della Bolognina. Durante quest'ultimo, avvenuto
il 15/11/1944, si suicidò perché rimasto privo di munizioni mentre era inseguito dai nazifascisti.
Riconosciuto partigiano dal 15/11/43 al 15/11/44. Gli è stata conferita la medaglia d'argento al valor
militare alla memoria con la seguente motivazione: «Componente di brigata GAP, si distingueva
per coraggio, perizia ed abnegazione in molteplici difficili azioni di guerra, infliggendo
all'oppressore gravi perdite e recuperando abilmente notevoli quantità di materiale bellico, molto
utile per intensificare l'impari lotta. Nel corso di un duro attacco contro preponderante avversario,
resosi conto della impossibilità di resistere sul posto, raggiungeva rischiosamente una posizione
dominante e con nutrito fuoco della sua mitragliatrice fronteggiava validamente il nemico,
consentendo così ai suoi di porsi in salvo. Nell'esecuzione di tale generosa impresa, colpito a morte,
cadeva eroicamente». Bologna (Porta Lame), 7 novembre 1944 - Bologna (Bolognina), 15
novembre 1944. [AR]
Facchini Angelina, da Francesco e Maria Regazzi; n. il 14/5/1921 a Baricella; ivi residente nel
1943. Mondina. Militò nel btg Gotti della 4a brg Venturoli Garibaldi. Riconosciuta partigiana.
Facchini Anselmo, da Enrico e Oliva Spampini; n. il 5/11/1912 a S. Pietro in Casale. . Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Fonditore. Fu attivo nella 1a brg Irma Bandiera Garibaldi.
Riconosciuto patriota dal 9/9/43 alla Liberazione.
Facchini Aristide, «Rodolfo», da Pietro e Giovannina Roversi; n. l’8/9/1924 a Pieve di Cento; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Canapino. Prestò servizio militare nei bersaglieri dal 19/8 al
20/9/43. Militò nel btg Gadani della 2a brg Paolo Garibaldi e operò a Pieve di Cento. Riconosciuto
partigiano con il grado di sottotenente dall’1/11/43 alla Liberazione.
Facchini Astorre, da Gaetano ed Emilia Biscatti; n. il 13/12/1910 a Molinella. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Operaio. Militò nella brg Matteotti Città. Riconosciuto partigiano con
il grado di sergente dall’1/6/44 alla Liberazione.
Facchini Carmen, da Ugo e Renata Festi; n. il 30/1/1925 a Minerbio. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Operaia. Fu membro del CUMER. Riconosciuta partigiana
dall’1/1/44 alla Liberazione.
Facchini Cordelia, da Luigi ed Emilia Gaiba; n. il 18/2/1929 a Budrio. Nel 1943 residente a
Granarolo Emilia. Licenza elementare. Casalinga. Riconosciuta benemerita.
Facchini Dorando, «Pellica», da Ferruccio e Teresa Regazzi; n. il 22/5/1921 a Baricella; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Macellaio. Militò nel btg Gotti della 4a brg Venturoli
Garibaldi. Riconosciuto partigiano dal 3/8/44 alla Liberazione.
Facchini Doriano, da Giovanni ed Elvira Veronesi; n. il 24/3/1926 a Sasso Marconi; ivi residente
nel 1943. Licenza elementare. Meccanico. Militò nella 62ª brg Camicie rosse Garibaldi e operò a
Monterenzio e in Romagna. Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dall’1/1/44 alla
Liberazione.
Facchini Duilio, da Paolo e Rosa Bergami; n. il 9/2/1896 a Imola; ivi residente nel 1943. Colono.
Fu attivo nel btg Pianura della brg SAP Imola. Riconosciuto patriota dal 5/5/44 al 14/4/45.
Facchini Elio, da Amedeo e Dorina Monari; n. l'11/10/1914 a Malalbergo; ivi residente nel 1943.
Analfabeta. Bracciante. Militò nel btg Gotti della 4a brg Venturoli Garibaldi e operò a Malalbergo.
Ferito. Riconosciuto partigiano dall’1/7/44 alla Liberazione.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Facchini Emilio, «Tagano», da Ubaldo e Rosa Tellarini; n. l' 1/1/1923 a Imola; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Bracciante. Prestò servizio militare nella sussistenza dal 18/7/42
all’8/9/43. Subito dopo l’8/9/43 entrò nel movimento resistenziale imolese. Nel marzo 1944 insieme
con Nerio Gardi* e altri sei compagni, su incarico del CLN si portò a Monte La Faggiola per
verificare le difficoltà reali per insediare una formazione partigiana operante in montagna. Rimasto
a L'Albergo con i suoi compagni per quindici giorni, esaurite le scorte, privo di armi, decise di
rientrare in città. Informato dai contadini che i tedeschi si apprestavano a rastrellare la zona, dopo
aver avvertito il comando tramite una staffetta del suo spostamento, si portò nella zona di
Valmaggiore. Giunto a Piancaldoli (Firenzuola - FI), attraversato il Monte la Fine, scese a
Monghidoro. Qui si unì ai partigiani della brg Stella rossa Lupo, con la quale rimase fino al maggio
1944, quando rientrò in Romagna. Militò nel 3° btg Carlo della 36a brg Bianconcini Garibaldi.
L'1/6/44, assunse la carica di commissario politico del btg Negus comandato da Elio Antonelli*,
formato in maggioranza da montanari e contadini della bassa imolese. Prese parte ai combattimenti
contro i tedeschi nella zona compresa tra il centro abitato Castel del Rio e Moraduccio (Castel del
Rio). Dopo la battaglia di S. Maria di Purocielo del 10/10/44, insieme con i compagni di brg, varcò
il fronte. Entrò poi nel btg autonomo di Libero Golinelli* al quale fu affidata la difesa di Borgo
Tossignano. Prese parte alla liberazione di Imola. Riconosciuto partigiano con il grado di tenente
dall’1/10/43 al 14/4/45. [AQ]
Facchini Enrico, da Ermenegildo e Adele Rangoni; n. il 5/11/1905 a Medicina; ivi residente nel
1943. 3a elementare. Sorvegliante. Prestò servizio militare nel genio dal 21/4/41 all’8/9/43. Militò
nella 5a brg Bonvicini Matteotti e nella brg Matteotti Città e operò a Medicina e a Bologna.
Riconosciuto partigiano dall' 1/10/43 alla Liberazione.
Facchini Ettore, da Duilio e Giuseppina Martignani; n. il 12/3/1930 a Imola; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Bracciante. Collaborò con la brg SAP Imola. Riconosciuto benemerito
dal 10/8/44 all'11/4/45.
Facchini Fedele, da Antonio e Virginia Bergami; n. il 12/3/1919 a S. Paolo del Brasile. Nel 1943
residente a Minerbio. Licenza elementare. Calzolaio. Militò nel btg Oriente della 4a brg Venturoli
Garibaldi e operò a Minerbio. Riconosciuto partigiano dal 2/3/44 alla Liberazione.
Facchini Gaspare, da Pietro e Teresa Zanotti; n. l'8/4/1916 a Tossignano (Borgo Tossignano); ivi
residente nel 1943. Colono. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi. Riconosciuto partigiano
dall'1/6/44 al 14/4/45.
Facchini Gian Carlo, da Ettore ed Emma Lazzari; n. il 21/12/1924 a Marzabotto. Nel 1943
residente a Sasso Marconi. Diploma di scuola media superiore. Impiegato. Militò nella brg Stella
rossa Lupo. Ferito. Riconosciuto partigiano dal 28/7/44 alla Liberazione.
Facchini Giuseppe, da Antonio e Virginia Bergami; n. il 30/3/1909 a Minerbio. Il suo nome figura
fra i ricercati elencati nel 1933 sul «Bollettino delle ricerche. Supplemento dei sovversivi», del
ministero degli interni, quale comunista pericoloso da arrestare. Espatriò in Francia e in Corsica, poi
venne inviato in URSS. Proveniente dall'URSS, giunse in Spagna per combattere i rivoltosi
capeggiati dal generale Francisco Franco e in difesa della Repubblica, presumibilmente nel gennaio
1938. Appartenne alla brg Garibaldi in qualità di commissario politico di compagnia. Cadde il
12/9/1938 sulla Sierra Cabals (fronte dell'Ebro), [AR]
Facchini Giuseppe Domenico, da Emilio e Annunziata Pioppi; n. il 21/6/1908 a Grizzana; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Operaio. Militò nella brg Stella rossa Lupo e operò a Vado
(Monzuno). Riconosciuto partigiano dall'1/5/44 alla Liberazione.
Facchini Guido, da Federico e Maria Rangoni; n. il 16/10/1895 a Medicina; ivi residente nel 1943.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Colono. Militò nella 5ª brg Bonvicini Matteotti. Prelevato dal carcere della Rocca (Imola) assieme
ad altri 15 detenuti antifascisti, il 12/4/1945 venne torturato, seviziato e barbaramente trucidato a
colpi di mitra e bombe a mano. Il corpo fu gettato nel pozzo dell'officina Becca di Imola. La salma
venne recuperata il 15/4/45 dai vigili del fuoco di Imola. Dell'eccidio diede notizia un manifesto del
CLN di Imola in data 17/4/45 che invitava i cittadini a rendere omaggio alle salme dei caduti e a
partecipare al corteo funebre. Riconosciuto partigiano dal 10/9/44 al 12/4/45. [AQ-B]
Facchini Leardo, da Pompeo e Nerina Buselli; n. il 7/4/1926 a Medicina; ivi residente nel 1943.
Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi. Riconosciuto partigiano dal 15/6/44 al 14/4/45.
Facchini Maria, «Giancarla», da Domenico e Luigia Gollini; n. il 27/9/1925 a S. Lazzaro di
Savena. Nel 1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Impiegata. Militò nella brg Matteotti
Città. Riconosciuta partigiana dall’1/9/44 alla Liberazione.
Facchini Marino, da Fedele e Virginia Gardenghi; n. il 14/7/1926 a Imola; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Meccanico. Militò nella brg SAP Imola e operò nell’imolese. La sera del
4/11/44 transitava per il viale di Porta Romana dirigendosi in campagna insieme al fratello Mario* e
Luigi Pasini*. Venne fermato da una pattuglia tedesca che gli intimò di recarsi al posto di blocco.
Giunto sul ponte Santerno riuscì a sfuggire alla cattura buttandosi nel fiume. Riconosciuto
partigiano con il grado di sottotenente dal 2/10/44 al 14/4/45. [AQ]
Facchini Mario, da Fedele e Virginia Gardenghi; n. il 22/8/1928 a Imola; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Meccanico. Militò nel btg Rocco Marabini della brg SAP Imola. La sera del
4/11/44 transitava per il viale Porta Romana insieme al fratello Marino* e a Luigi Pasini*
dirigendosi verso la campagna. Giunto sul ponte Santerno venne fermato da una pattuglia tedesca
che gli intimò di recarsi al posto di blocco. Durante la perquisizione venne trovato in possesso di
una pistola e inviato al presidio militare tedesco. Il giorno dopo venne tradotto nella carcere di
Imola dove rimase fino al 13/11/44. Riconosciuto partigiano con il grado di sergente maggiore dal
2/10/44 al 14/4/45. [AQ]
Facchini Noemia, da Duilio e Giuseppina Martignani; n. l'11/2/1926 a Imola; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Casalinga. Fu attiva nel btg Pianura della brg SAP Imola. Riconosciuta
patriota.
Facchini Ores, da Francesco e Maria Regazzi; n. il 13/4/1914 a Baricella; ivi residente nel 1943.
Bracciante. Fu attivo nel btg Gotti della 4a brg Venturoli Garibaldi. Riconosciuto patriota
dall’1/2/44 alla Liberazione.
Facchini Oriana, da Ferruccio e Teresa Regazzi; n. il 9/11/1926 a Baricella; ivi residente nel 1943.
Bracciante. Militò nella 4a brg Venturoli Garibaldi. Riconosciuta partigiana dal 14/8/44 alla
Liberazione.
Facchini Pietro, da Luigi ed Emilia Gaiba; n. il 28/6/1921 a Bentivoglio. Nel 1943 residente a
Granarolo Emilia. Licenza elementare. Fornaio. Militò nel btg Oriente della 4a brg Venturoli
Garibaldi e operò a Granarolo Emilia. Riconosciuto partigiano dal 10/6/44 alla Liberazione.
Facchini Remo, da Evaristo e Luigia Poluzzi; n. il 3/5/1920 a Granarolo Emilia; ivi residente nel
1943. Operaio. Riconosciuto benemerito.
Facchini Remo, «Dante», da Mario e Dirce Roncarati; n. il 19/6/1923 ad Anzola Emilia; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Meccanico. Prestò servizio militare in fanteria dal 7/1
all’8/9/43. Militò nella brg Stella rossa Lupo e operò a Montefiorino (MO). Riconosciuto
partigiano, con il grado di sottotenente, dall'11/3/44 alla Liberazione.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Facchini Rina, da Luigi ed Ermelinda Muzzioli; n. il 27/4/1922 a Cento (FE). Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Operaia. Militò nel 4° btg Pinardi della la brg Irma Bandiera
Garibaldi. Ferita. Riconosciuta partigiana dall’1/8/44 alla Liberazione.
Facchini Roberto, «Zaz», da Livio e Candida Bergami; n. il 18/3/1921 a S. Pietro in Casale. Nel
1943 residente a S. Giorgio di Piano. la avviamento professionale. Impiegato. Prestò servizio
militare in aeronautica col grado di sergente dal 28/5/40 al 13/4/43. Militò nel btg Tolomelli della 2a
brg Paolo Garibaldi e operò a S. Pietro in Casale. Ferito. Riconosciuto partigiano dall’1/4/44 alla
Liberazione.
Facchini Severino, da Ugo e Renata Festi; n. l'1/9/1927 a Minerbio. Nel 1943 residente a Bologna.
4a elementare. Meccanico. Militò nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi. Riconosciuto partigiano
dall'aprile 1944 alla Liberazione.
Facchini Silvia, «Vilma», da Virgilio ed Elvira Pancaldi; n. il 28/11/1920 a Castello d'Argile. Nel
1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Operaia. Militò nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi.
Il fratello Amos* cadde nella Resistenza. Riconosciuta partigiana dal 2/4/44 alla Liberazione.
Facchini Vilelma, da Ubaldo e Rosa Tellerini; n. il 16/6/1927 a Imola; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Casalinga. Militò nel 3° btg della brg SAP Imola e operò nell'imolese.
Riconosciuta partigiana dal 14/5/44 al 14/4/45.
Facci Dante, da Calisto e Argia Biavati; n. l’8/6/1922 a Ozzano Emilia; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Colono. Prestò servizio militare in aeronautica dal 17/9/42 all’8/9/43.
Collaborò con la 4a brg Venturoli Garibaldi. Riconosciuto benemerito dal 20/8/44 alla Liberazione.
Facciani Elvira, da Paolo e Livia Tivoli; n. l'11/9/1906 a Casola Valsenio (RA). Nel 1943 residente
a Imola. Analfabeta. Bracciante. Collaborò a Imola con il btg Pianura della brg SAP Imola.
Riconosciuta benemerita.
Faccioli Amedeo, da Enea e Letizia Bartolini; n. il 22/7/1922 a S. Lazzaro di Savena. Nel 1943
residente a Bologna. 3a elementare. Carbonaio. Militò nella la brg Irma Bandiera Garibaldi.
Riconosciuto partigiano dal luglio 1944 alla Liberazione.
Faccioli Amor, da Augusto ed Emma Turrini; n. il 23/8/1923 a Sasso Marconi. Nel 1943 residente
a S. Giovanni in Persiceto. 3a elementare. Operaio. Collaborò con la 63a brg Bolero Garibaldi.
Riconosciuto benemerito.
Faccioli Ansaldo, da Alberto e Luigia Castelli; n. il 17/1/1914 a Sasso Marconi. Nel 1943 residente
a Casalecchio di Reno. Licenza elementare. Agente delle imposte. Prestò servizio militare nei
carabinieri. Militò nel btg Sugano della brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto partigiano dall’1/1/44
alla Liberazione.
Faccioli Arceo, da Michele ed Emilia Naldi; n. il 19/4/1918 a Sasso Marconi; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Autista. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Ferito. Riconosciuto
partigiano dal 15/4/44 alla Liberazione.
Faccioli Eliseo, da Augusto ed Emma Turrini; n. il 3/8/1922 a Sasso Marconi. Nel 1943 residente a
S. Giovanni in Persiceto. Licenza elementare. Operaio. Prestò servizio militare in cavalleria dal
18/1/42 all’8/9/43 con il grado di sergente. Militò nel btg Marzocchi della 63a brg Bolero Garibaldi
e operò a S. Giovanni in Persiceto. Riconosciuto partigiano con il grado di sergente dall’1/9/44 alla
Liberazione.
Faccioli Ernesto, da Raffaele e Scolastica Cinti; n. il 3/6/1908 a Bentivoglio. Nel 1943 residente a
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
S. Pietro in Casale. Licenza elementare. Colono. Fu attivo nel btg Tolomelli della 2a brg Paolo
Garibaldi, quale responsabile del gruppo di S. Benedetto (S. Pietro in Casale). Riconosciuto patriota
dal 22/5/44 alla Liberazione.
Faccioli Gianfranco, «Obice», da Pietro ed Emma Ramini; n. l’8/7/1924 a Zola Predosa. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Commerciante. Militò nella 9a brg S. Justa e operò a
Bologna. Riconosciuto partigiano dall’1/10/44 alla Liberazione.
Faccioli Guido, da Enea e Letizia Bortolini; n. il 30/3/1917 a S. Lazzaro di Savena. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Operaio. Fu attivo nel 1° btg Busi della 1a brg Irma
Bandiera Garibaldi e operò a Castenaso e a Bologna. Riconosciuto patriota dall’1/7/44 alla
Liberazione.
Faccioli Mario, «Mago», da Serafino e Giuseppa Masrati; n. l’8/9/1914 a S. Lazzaro di Savena.
Nel 1943 residente a Bologna. Imbianchino. Militò nel btg Busi della la brg Irma Bandiera
Garibaldi. Venne addetto al rifornimento di armi e munizioni per i sappisti. Arrestato il 5/2/45, fu
incarcerato nella facoltà di ingegneria. Torturato, «cedendo alla paura di essere ucciso», rivelò il
luogo dove avrebbe dovuto incontrarsi con la staffetta per la consegna di un quantitativo di tritolo.
La confessione portò all'arresto di Dino Sasdelli*. Nonostante questo suo cedimento che confessò a
Sasdelli durante la detenzione, comprensibile in un giovane «che non aveva esperienza per cui era
difficile sottostare alle pesanti torture», venne ucciso dalle brigate nere a S. Ruffillo (Bologna)
presumibilmente l' 1/3/1945. Il suo corpo venne rinvenuto il 5/5/45. Riconosciuto partigiano
dall’1/10/43 all' 1/3/45. [AQ]
Faccioli Nello, da Michele ed Emilia Naldi; n. il 22/5/1905 a Sasso Marconi; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Autista. Militò nella 9a brg S. Justa. Ferito 1'11/11/44 dallo scoppio di una
granata, morì a Silanello (Sasso Marconi] il 16/11/1944. Riconosciuto partigiano dall'1/7/44 al
16/11/44.
Faccioli Orfeo, da Michele ed Emilia Naldi; n. il 21/5/1913 a Sasso Marconi. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Meccanico. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto
partigiano dal 2/11/43 alla Liberazione.
Faccioli Raffaele, da Enrico e Ida Orsi; n. il 27/11/1899 a Bologna; ivi residente nel 1943. 3a
elementare. Colono. Riconosciuto benemerito.
Faccioli Raffaele Enrico, da Isidoro e Assunta Salmi; n. il 10/8/1876 a Bologna; ivi residente nel
1943. Vigile del fuoco. Iscritto al PSI. Fu denunciato dalla polizia, ma non arrestato, per «correità
nell'omicidio di una guardia regia» e perché sospettato di avere preso parte alla sparatoria che si era
tenuta nella sala del consiglio comunale di Bologna il 21/11/20, in occasione dell'insediamento
della seconda amministrazione socialista, quando i fascisti assalirono Palazzo d'Accursio
provocando una strage. Fu prosciolto in istruttoria il 15/11/21 per insufficienza di prove. [O]
Fadda Andrea. Guardia regia. Il 29/10/22, mentre si trovava in servizio davanti allo stabile
dell'azienda telefonica in via Albiroli a Bologna, si oppose alle squadre fasciste che vi volevano
penetrare. Era in corso la «marcia su Roma» e i fascisti avevano deciso di occupare tutti i punti
strategici di Bologna. Fu colpito al ventre da alcuni colpi di rivoltella, riportando una grave ferita.
[O]
Fadi Pasquale, n. il 20/3/1907 a Lugo (RA). Nel 1943 residente a imola. Militò nella 36a brg
Bianconcini Garibaldi. Riconosciuto partigiano dall’8/12/43 alla Liberazione.
Faedi Giuseppe, da Maria Faedi; n. il 22/7/1921 a Bologna; ivi residente nel 1943. Licenza
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
elementare. Autista. Militò in Piemonte nella div Pinerolo. Riconosciuto partigiano dal 10/9/43 alla
Liberazione.
Faenza Primo, da Cesare e Adele Basoli; n. il 19/4/1906 a Castel S. Pietro Terme. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Autista. Fu attivo nel CUMER. Venne incarcerato a
Bologna dal 17/3 al 4/4/45. Riconosciuto patriota dall’1/2/44 alla Liberazione.
Faenza Zelinda, da Ernesto e Adelina Tomba; n. il 25/1/1911 a Ozzano Emilia. Nel 1943 residente
a Bologna. Licenza elementare. Operaia. Militò nella la Irma Bandiera Garibaldi con funzione di
ispettrice organizzativa e operò a S. Lazzaro di Savena. Riconosciuta partigiana dall’1/5/44 alla
Liberazione.
Faggi Fernando, «Bizzi», da Sestilia Gemma Faggi; n. il 23/11/1920 a Monzuno. Nel 1943
residente a S. Benedetto Val di Sambro. Licenza elementare. Elettricista. Prestò servizio militare in
Unione Sovietica in artiglieria dal giugno 1942 al gennaio 1943 con il grado di caporale. Militò
nella 62a brg Camicie rosse Garibaldi operando a Pianoro, e, successivamente, nella la brg Irma
Bandiera Garibaldi con il grado di vice comandante di compagnia. Riconosciuto partigiano
dall’1/6/44 alla Liberazione.
Faggiani Mario, da Enrico e Adele Cremonini; n. il 23/7/1906 a Bologna; ivi residente nel 1943. 3a
elementare. Falegname. Collaborò con la brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto benemerito.
Faggioli Bruno, da Enrico e Giuseppina Vanni; n. l'11/5/1927 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Studente. Il 28/10/1944 fu ucciso dai tedeschi a Campolungo di Vado (Monzuno). [O]
Faggioli Domenico, da Battista e Claudia Paganelli; n. il 17/10/1888 a Monzuno. Muratore. Iscritto
al PCI. Fu incluso nell'elenco dei sovversivi nel 1921, quando emigrò clandestinamente in Francia.
Rientrò nel 1937 e l'11/9/42 fu radiato dall'elenco dei sovversivi. [O]
Faggioli Emilio, da Lodovico e Clementina Galli; n. il 20/11/1883 a Bologna; ivi residente nel
1943. Figlio di modesti commercianti, cresciuto nel rione popolare del Pratello, entrato in seminario
per il corso liceale, venne ordinato sacerdote nel 1906 dal card. Domenico Svampa. Conclusi gli
studi con la laurea in teologia, nel 1907 iniziò il ministero nella parrocchia di S. Giovanni in Monte,
nel centro di Bologna, in un «ambiente sociale [...] aristocratico, borghese, infeudato alla
massoneria congenita». Vi rimase tutta la vita: fino al 1914, cappellano; in seguito, vicario
economo; dal 1916, parroco. «Sacerdote cattolico», di profonde convinzioni, unite ad un carattere
deciso, coraggioso, indipendente e ad una aggiornata preparazione culturale, chiamato ad «una
particolare attività fra i ceti intellettuali e dominanti della città», agì costantemente «a bandiere
spiegate con integrità di programma», facendosi, di tempo in tempo, promotore e guida di
molteplici iniziative di azione cattolica, specialmente giovanili, spesso di avanguardia e, rispetto
alle situazioni, controcorrente. La sua operosità, complessa e di difficile sintesi, confortata sempre
dalla piena fiducia dei vescovi di Bologna e degli altri sacerdoti, collegata al ministero parrocchiale,
proprio per la posizione e il ruolo della parrocchia, fu più d'ambiente che limitata al territorio; ebbe,
comunque, esiti e diffusione diocesani e regionali. Nel movimento cattolico fin dal congresso di
Bologna del 1903, non condivise «la lotta contro il movimento modernistico», specie per i riflessi
negativi sull'attività sociale cattolica, estremamente utile in una diocesi nella quale gli avversari
usavano contro la chiesa l'arma del «boicottaggio». Aiutò mons. Ettore Lodi, rettore del seminario
arcivescovile, posto «sotto la vigilanza preconcetta di uno pseudo padre spirituale del seminario» e
infine costretto alla rinuncia, ospitandolo per dieci anni, dal 1915 al 1925, fino alla nomina di questi
a vescovo ausiliare di Bologna. Anche con gli altri sospettati e colpiti mantenne apertamente
costanti legami d'amicizia, difendendone la «vita intemerata». Tra gli altri, aiutò don Olindo
Marella* nei primi tempi della sua permanenza a Bologna. Protagonista della ripresa del movimento
cattolico giovanile, avviò i corsi di esercizi spirituali, indirizzò i giovani del circolo SS. Petronio e
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Stanislao, e, in seguito, quelli degli altri circoli che si andavano costituendo nelle parrocchie
bolognesi. Si occupò anche dell'Azione Cattolica femminile. Attorno alle associazioni di Azione
Cattolica fece crescere le iniziative di assistenza, particolarmente nel corso della 1a guerra
mondiale. Con il comitato di assistenza ai reduci, il comitato di beneficenza alle famiglie dei
militari, la cassa popolare, la conferenza di S. Vincenzo maschile e femminile, l'asilo, il ginnasio
femminile Pro Aris et Focis affrontò il primo dopoguerra opponendosi alla demagogia socialista e,
senza soluzione di continuità, alla violenza e alla prevaricazione fascista. Perseguitato, sospeso dal
sindacato pubblicisti, ancora negli anni '20, per i suoi articoli sul bollettino parrocchiale, che aveva
fondato nel 1915, tra i primi a Bologna, fu specialmente, e in ambito regionale, l'organizzatore dello
scautismo. Ad un tempo, svolse un ruolo di rilievo in ambito ecclesiastico: fu presidente
dell'Unione cappellani urbani e delegato per la buona stampa; costituì un apposito comitato per
l'assistenza spirituale dei militari; fu vicepresidente del comitato organizzatore del Congresso
Eucaristico Nazionale (1927); presiedette il collegio teologico; fu censore ecclesiastico; presiedette
le varie istituzioni di difesa del clero, i missionari della B.V. di S. Luca, il collegio dei parroci
urbani; insegnò religione nel liceo Galvani e nell'istituto tecnico Aldini Valeriani, matematica nel
ginnasio Mezzofanti, computisteria nel collegio S. Luigi, liturgia e pastorale nel seminario
regionale; fu giudice del tribunale regionale e diocesano, esaminatore prosinodale. Naturalmente,
ebbe varie onorificenze: prelato d'onore, protonotario apostolico, canonico arciprete della
metropolitana. Tra i suoi scritti, molto significativi quelli contenuti nel bollettino diocesano e il
volume II Buon Pastore, un manuale per il ministero pastorale edito nel 1944. Dopo avere svolto
nel primo dopoguerra l'assistenza ai detenuti delle carceri di S. Giovanni in Monte (Bologna), poste
a fianco della chiesa, riprese lo stesso incarico nel corso dell'occupazione nazista, sostituendo don
Giuseppe Elli*, arrestato e deportato, aiutando in ogni modo molti perseguitati senza alcuna
distinzione. Promosse e ospitò le riunioni clandestine, indirizzando i gruppi cattolici. Testimonianza
in RB1. Riferimenti al suo antifascismo e all'attività svolta durante la resistenza in Note di vita
pastorale. 1907-1975, Bologna, 1975. [A]
Faggioli Ernestina, da Ardilio e Ines Cremonini; n. il 14/4/1925 a Monzuno. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Impiegata. Fu attiva nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi. Riconosciuta
patriota dal 25/5/44 alla Liberazione.
Faggioli Nello, da Camillo e Annunziata Bugamelli; n. l'1/8/1914 a Monzuno; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Verniciatore. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto partigiano
dall’1/3/44 alla Liberazione.
Faggioli Pietro, da Ardilio e Ines Cremonini; n. il 18/5/1921 a Monzuno. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Meccanico. Fu attivo nella squadra Temporale della 7ª brg GAP
Gianni Garibaldi. Riconosciuto patriota dal 5/8/44 alla Liberazione.
Fagnani Franco, «Fagnò», da Giuseppe e Rosa Piccoli; n. il 2/6/1924 a Bologna; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Segantino. Militò nella 1a brg Irma Bandiera Garibaldi. Riconosciuto
partigiano dal 16/9/44 alla Liberazione.
Fagnani Otello, da Alfonso ed Emma Mattioli; n. l’8/12/1902 a S. Pietro in Casale. Nel 1943
residente a Bologna. 3a elementare. Operaio. Riconosciuto benemerito dal 9/9/43 alla Liberazione.
Fagnano Virgilio, da Luigi e Concetta Mezzatenda; n. il 15/2/1904 a Chieti. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Agente di custodia presso le carceri giudiziarie di Bologna. Svolse
mansioni di staffetta per il CUMER. Riconosciuto partigiano dall’1/11/43 alla Liberazione.
Fagnocchi Pietro, da Sante e Giuseppina Emiliani; n. il 27/8/1914 a Faenza (RA); ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Falegname. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi con funzioni di
commissario politico di compagnia. L'1/9/44, recatosi a trovare la moglie «sfollata nei pressi di
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Ponticelli» (Imola), si imbattè «in una pattuglia di tre tedeschi che rastrellavano la zona». Tentò di
fuggire, ma fu ferito a catturato. Ricoverato all'ospedale di Imola in «gravissime» condizioni, venne
prelevato dalle brigate nere, incarcerato e interrogato nella Rocca di Imola, trasferito nelle carceri di
S. Giovanni in Monte (Bologna) a disposizione delle SS, nuovamente interrogato e infine internato
nel campo di concentramento di Fossoli (Carpi-MO). Di qui, attraverso Peschiera del Garda (VR),
venne «spedito» nel lager di Tribel in Slesia, ove rimase fino alla liberazione, il 9/5/45. Venne
rimpatriato il 9/9/45. Riconosciuto partigiano. Testimonianza in RB5. [A]
Faini Osvaldo, da Faliero; n. il 10/8/1924 a Firenze. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi.
Riconosciuto partigiano dal 5/5/44 al 14/8/44.
Falchero Edgardo, da Giacomo e Anna Lasciarfare; n. il 7/7/1885 a La Spezia. Nel 1943 residente
a Bologna. 3ª elementare. Meccanico. Iscritto al PSI. Nel 1906 fu schedato a Genova. Nel 1920 si
trasferì a Milano e divenne segretario provinciale della FIOM. Arrestato nel 1925, si trasferì a
Muggia (TS), dove fu nuovamente arrestato il 26/6/27, per la sua attività politico-sindacale. Il 13/7
venne diffidato e liberato. Nel 1929 si trasferì a Bologna e fu assunto all'officina Calzoni, dove
lavoravano altri ex dirigenti sindacali, tra i quali Clodoveo Bonazzi*. Il 10/3/41 fu arrestato per il
suo «equivoco atteggiamento politico», diffidato e liberato il 16. [O]
Falchieri Adelmo, da Vincenzo ed Enrica Zambelli; n. il 7/9/1925 a S. Pietro in Casale. Nel 1943
residente a S. Giorgio di Piano. Colono. Fu attivo nella 2a brg Paolo Garibaldi. Riconosciuto
patriota dall'ottobre 1944 alla Liberazione.
Falchieri Antonio, da Alberto e Augusta Ventura; n. l' 1/4/1912 a Pianoro. Emigrato in Francia,
militò nel PCI. Nel 1933 fu inviato in URSS a un corso politico. Dall'URSS, assieme a diversi
italiani, entrò in Spagna, per combattere i rivoltosi capeggiati dal generale Francisco Franco e in
difesa della Repubblica, ai primi del novembre 1936. Fece parte del btg Garibaldi quale
commissario politico della 4a compagnia. Partecipò alla difesa di Madrid nei combattimenti di Casa
de Campo, Puente de los Franceses, Puerta de Hyerro, Pozuelo de Alarçon, Boadilla del Monte,
Mirabueno, Majadahonda, Jarama. A Guadalajara, giocò un ruolo importante nella presa del
Castello Ibarra, dove venne ferito il 16/3/37. Appartenne poi alla brg Garibaldi ove fu commissario
della la compagnia del 2° btg. Partecipò ai combattimenti sui fronti di Huesca, Brunete, Saragozza,
Estremadura e dell'Ebro. Nel settembre 1938 fu commissario politico nell'ospedale militare di Vich.
Entrò in Francia alla fine del 1939, quindi fu inviato in URSS assieme ad altri garibaldini italiani
mutilati o feriti. All'entrata dell'Unione Sovietica in guerra si arruolò volontario nell'esercito rosso.
Destinato alla guerriglia, venne paracadutato in Jugoslavia dove ricoprì ruoli importanti nelle
formazioni partigiane. Rimase gravemente ferito al petto e a una spalla tra la fine di marzo e l'inizio
di aprile 1945. Venne riportato in URSS dove restò degente in ospedale per oltre tre anni. [AR]
Falchieri Armando, da Ulisse e Maria Fabbri; n. il 12/8/1904 a Bologna. Operaio. Iscritto al PCI.
Emigrò in Francia nel 1930. Nel 1939 nei suoi confronti fu emesso un mandato di cattura, perché
sospettato di essersi arruolato nelle brgg internazionali antifranchiste in Spagna. Nel 1942, quando
rientrò in Italia, fu arrestato e rilasciato dopo breve detenzione. [O]
Falchieri Ferruccio, da Alfonso e Albina Roncarati; n. il 20/2/1923 a S. Pietro in Casale; ivi
residente nel 1943. Bracciante. Fu attivo nella 2 brg Paolo Garibaldi. Riconosciuto patriota dal
15/1/45 alla Liberazione.
Falci Domenico, da Silvio Augusto e Giuseppina Taruffi; n. il 6/6/1927 a Gaggio Montano; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Autista. Collaborò con diverse brgg. Il padre* venne
fucilato dai tedeschi. Riconosciuto benemerito.
Falci Silvio Augusto, n. il 12/5/1889 a Bologna. Nel 1943 residente a Gaggio Montano. Ferroviere
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
pensionato. Militò nella brg GL Montagna. Catturato dai tedeschi il 2/10/1944 nei pressi di Casa
Menante sulla statale Porrettana, tra Silla (Gaggio Montano) e Porretta Terme, venne fucilato per
rappresaglia la sera stessa dell'eccidio di Molinaccio di Sotto (Gaggio Montano), unitamente ad
altre 16 persone. Riconosciuto partigiano dal 15/9/44 al 2/10/44. [O]
Falco Maria Antonietta, da Leone e Antonia Gardenghi; n. l'11/6/1907 ad Imola; ivi residente nel
1943. Impiegata. Collaborò con la brg SAP Imola. Riconosciuta benemerita.
Falco Tullio, «Serzent», da Ugo e Ada Montroni; n. il 16/8/1925 a Imola; ivi residente nel 1943.
Studente. Ritenuto «elemento pericoloso» venne incluso nella lista dei proscritti compilata dai
fascisti imolesi dopo l’8/9/43 e consegnata al comando tedesco. Arrestato nella notte tra il 14 e il
15/9/43, venne trasferito nel carcere di S. Giovanni in Monte (Bologna) dove fu trattenuto per una
decina di giorni. Liberato, entrò nel movimento resistenziale. Militò nel btg Montano della brg SAP
Imola. Riconosciuto partigiano. [AQ]
Falcocchio Alipio, da Camillo ed Elvira Persiani; n. il 25/11/1889 a Chieti. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza di scuola media superiore. Tenente colonello dell'esercito. Fu membro del
CUMER. Riconosciuto partigiano dal 18/8/44 alla Liberazione.
Falconi Attilio, «Toscano», da Dante e Clara Arezzini; n. il 16/6/1919 a Mondani (GR). Nel 1943
residente a Borgo Tossignano. Licenza elementare. Meccanico. Militò nella 36ª brg Bianconcini
Garibaldi e successivamente nel btg Montano della brg SAP Imola. Riconosciuto partigiano
dall'1/7/44 al 20/3/45.
Falconi Augusto, da Luigi ed Elvira Ronchini; n. il 18/9/1919 a Fontanelice; ivi residente nel 1943.
Bracciante. Collaborò con la 36a brg Bianconcini Garibaldi. Riconosciuto benemerito dal 28/8/44 al
14/4/45.
Falconi Cleto, da Alessandro e Albina Ravaglia; n. 1'11/4/1924 a Casalfiumanese; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Colono. Militò nel btg Montano della brg SAP Imola e operò a
Casalfiumanese. Riconosciuto partigiano dal 10/6/44 al 14/4/45.
Falconi Paolo, da Giuseppe e Casilde Golinelli; n. il 14/1/1889 a Imola; ivi residente nel 1943.
Coltivatore diretto. L'1/5/22 stava partecipando alla Festa del lavoro in località Casa Rigolino a
Linaro (Imola), quando i fascisti — nascosti dietro l'argine di un canale — cominciarono a sparare
alla cieca contro tutti i presenti. Riportò una grave ferita. Nella sparatoria perse la vita Luigi
Trombetti* e restarono feriti Teresa Baroncini*, Luigi Bassani* e Remo Sgubbi*. [O]
Falconi Pietro, «Bobi», da Domenico e Maria Baruzzi; n. il 29/6/1926 a Imola; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Barbiere. Militò nel btg Montano della brg SAP Imola. Riconosciuto
partigiano dal 15/6/44 alla Liberazione.
Falconi Rosa, da Augusto e Giovanna Rivola; n. il 2/12/1924 a Casola Valsenio (RA); ivi residente
nel 1943. 3a elementare. Colona. Militò nella brg SAP Imola e nella 28a brg Gordini Garibaldi.
Riconosciuta partigiana dall’1/6/44 al 12/12/44.
Falferi Alma, «Ada», da Giovanni e Filomena Barbuti; n. il 31/7/1920 a Castello di Serravalle. Nel
1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Casalinga. Militò nella 7a brg GAP Gianni
Garibaldi. Moglie di Nazzareno Gentilucci*, fece parte della squadra Temporale con funzione di
staffetta. Prese parte anche ad azioni di sabotaggio. La sua abitazione di via Zannoni fu sede del
comando della squadra. Dopo la battaglia di Porta Lame, per l'intensificarsi della caccia ai
partigiani, la squadra si divise in piccoli gruppi alloggiati in basi diverse. Rimasta ancora
nell'abitazione di via Zannoni, venne catturata dalle brigate nere il 2/12/44 su delazione della spia
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
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a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Vienna. Trattenuta in questura, sotto la custodia del vice questore Agostino Fortunati, venne
rilasciata il 22/12/44. Pedinata dalle brigate nere che speravano, suo tramite, di catturare il marito,
«tra un tram e l'altro» riuscì ad eclissarsi. Rientrata dopo due giorni in brg, riprese la sua attività
clandestina. Riconosciuta partigiana dall’1/2/44 alla Liberazione. [AQ]
Falferi Floriano, da Mario e Angiolina Falfieri; n. il 8/3/1930 a Granaglione; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Operaio. Riconosciuto benemerito.
Falferi Ignazio, da Cesare e Rosa Caporali; n. il 3/5/1885 a Granaglione. Scalpellino. Iscritto al
PCI. Emigrato in Francia nel 1921, fu arrestato quando rimpatriò, nel 1933, perché sospettato di
avere svolto attività antifascista. Il 30/7/40, quando abitava a Pistoia, nella sua pratica fu annotato:
«Viene continuata consueta vigilanza». [O]
Falferi Primo, da Pio e Argia Falferi; n. il 4/6/1925 a Granaglione. Manovale. Antifascista.
Emigrato nel 1928 in Corsica (Francia), venne accusato di svolgere attività antifascista. Fu arrestato
il 25/11/40, quando rimpatriò, e rilasciato il 17/12. [O]
Falferi Rino, da Mario e Angiolina Falfieri; n. il 26/5/1923 a Granaglione; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Operaio. Riconosciuto benemerito.
Falferi Santino, da Renato e Pia Taruffi; n. il 14/3/1928 a Granaglione; ivi residente nel 1943.
Studente. Collaborò con la brg Toni Matteotti Montagna e operò sull'Appennino tosco-emiliano.
Riconosciuto benemerito dal 2/4/44 alla Liberazione.
Falleri Dante, da Ottorino e Gemma Gobbini; n. il 15/8/1921 a Castel S. Pietro Terme. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Commerciante. Prestò servizio militare nei carristi in
Jugoslavia dal 14/1/41 all’8/9/43. Militò nella brg Stella rossa Lupo e operò su Monte Sole.
Riconosciuto partigiano dal 20/6/44 alla Liberazione.
Falleri Oddone, «Pirata», da Ottorino e Gemma Gobbini; n. l'1/8/1924 a Castel S. Pietro Terme.
Nel 1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Operaio. Militò nella brg Stella rossa Lupo e
operò su Monte Sole. Riconosciuto partigiano dal 20/6/44 al 4/4/45.
Falsetti Giocondo, «Valter», da Franchino e Saveria Iorio; n. il 12/10/1910 a Lago (CS). Nel 1943
residente a Bologna. 2a istituto tecnico. Scultore. Fu membro del CUMER e operò a Bologna.
Riconosciuto partigiano con il grado di maresciallo dall'1/11/43 alla Liberazione.
Falzetta Francesco, «Farmacista», da Giuseppe e Rina Zecchi; n. il 20/5/1920 a Bologna; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Tranviere. Prestò servizio militare nella sanità a Bologna
dal 14/3/40 al 7/9/43. Militò nella 7a brg Modena della div Armando e operò a Montefiorino (MO).
Riconosciuto partigiano dal 15/5/44 alla Liberazione.
Falzoni Angiolina, da Ferdinando e Maria Frabetti; n. il 26/9/1903 a Bologna; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Casalinga. Militò nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi. Fu membro del
CUMER. Riconosciuta partigiana con il grado di sottotenente dall’1/10/43 alla Liberazione.
Falzoni Antonio, «Pantera», da Bianca Falzoni; n. l'1/4/1925 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Usciere. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi e operò a Monterenzio.
Ferito. Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dal 30/11/43 al 22/2/45.
Falzoni Armando, da Enrico e Angela Tugnoli; n. il 2/11/1895 a Molinella. Bracciante. Iscritto al
PSI. Il 4/9/21, insieme a numerosi altri militanti socialisti, prese parte a uno scontro a fuoco con i
fascisti a Mezzolara (Budrio). Un socialista e un fascista restarono uccisi. Il 7/1/22 fu arrestato
insieme con una quarantina di militanti socialisti. Il 28/5/23, insieme con altri 24 compagni,
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
comparve davanti alla corte d'assise di Bologna per rispondere di omicidio e costituzione di banda
armata. I giudici, anche in considerazione del fatto che il fascismo era al potere, ebbero la mano
particolarmente pesante con alcuni imputati. L'8/6/23 fu condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione.
Il fratello Sostegno* cadde nella Resistenza. [O]
Falzoni Franco, da Sostegno ed Evelina Gatti; n. il 10/2/1926 a Budrio. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Autista. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi. Il padre* cadde
nella Resistenza. Riconosciuto partigiano dall’1/9/44 al 22/2/45.
Falzoni Ida, da Natale e Maria Bartolotti; n. il 21/10/1905 a Conselice (RA). Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Sarta. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi e operò
sull’Appennino tosco-emiliano. Riconosciuta partigiana dal 10/10/43 alla Liberazione.
Falzoni Ottavia, da Natale e Maria Bartolotti; n. il 24/12/1909 a Conselice (RA). Nel 1943
residente a Bologna. 3a elementare. Modista. Militò nella 62a brg Camicie rosse Garibaldi. Il marito
Ettore Zaniboni* cadde nella Resistenza. Riconosciuta partigiana dall’1/4/44 alla Liberazione.
Falzoni Pasquale, da Fernando e Catterina Gardi; n. il 19/1/1921 a Molinella; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Calzolaio. Prestò servizio militare in fanteria dal 1942 all’8/9/43. Militò
nel comando della brg Garibaldi della div Natisone e operò in Friuli. Venne ferito due volte.
Riconosciuto partigiano dall’11/12/44 alla Liberazione.
Falzoni Sostegno, da Enrico e Angela Tugnoli; n. il 23/4/1903 a Molinella. Venditore ambulante.
Iscritto al PSI. Il 4/9/21, con numerosi altri militanti socialisti, prese parte a uno scontro a fuoco con
i fascisti a Mezzolara (Budrio). Un socialista e un fascista restarono uccisi. Il 7/1/22 fu arrestato
unitamente a una quarantina di militanti socialisti. Il 28/5/23, con altri 24 compagni, comparve
davanti alla corte d'assise di Bologna per rispondere di omicidio e costituzione di banda armata. I
giudici, anche in considerazione del fatto che il fascismo era al potere, ebbero la mano
particolarmente pesante con alcuni imputati. L'8/6/23 fu condannato a 7 anni, 9 mesi e 21 giorni di
reclusione. Iscrittosi successivamente al PCI, a seguito della scoperta dell'organizzazione comunista
nell'ottobre 1927, con sentenza istruttoria del 24/9/29 fu prosciolto per non luogo a procedere. Il
24/8/33 ad Alemanni (Dozza) fu arrestato con Bruno Monterumici* e Cesare Morara* in seguito al
ritrovamento di numerosi volantini comunisti. Ebbe l'ammonizione. Arrestato nuovamente nel 1935
per la sua attività politica fu inviato al confino, per 4 anni, prima all'isola di Lipari (ME) e poi a
Ventotene (LT). Durante la lotta di liberazione militò nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi.
Rastrellato dai tedeschi il 7/11/43, fu deportato nel campo di concentramento di Natzweiler
(Germania), ove morì il 5/7/1944. Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dal 9/9/43 al
5/7/44. [B-O]
Famigli Giacomo, da Giuseppe ed Enrica Baletti; n. l'11/4/1900 a Bazzano; ivi residente nel 1943.
4a elementare. Fornaio. Militò nei btgg Artioli e Sozzi della 63a brg Bolero Garibaldi e in altre brgg
e operò a Bazzano. Riconosciuto partigiano dal 10/6/44 alla Liberazione.
Famigli Giovanni, da Gaetano e Rita Forni; n. l'1/2/1880 a Bazzano; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Pensionato. Collaborò a Bazzano con la 63ª brg Bolero Garibaldi. Riconosciuto
benemerito dal 15/6/44 alla Liberazione.
Famigli Giuseppe, da Giacomo e Maria Savini; n. il 2/9/1924 a Bazzano; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Falegname. Militò nella 63a brg Bolero Garibaldi. Riconosciuto partigiano con
il grado di maresciallo dal 15/5/44 alla Liberazione.
Famigli Pasquale, da Giuseppe ed Enrica Balletti; n. il 10/4/1898 a Bazzano. 3ª elementare.
Muratore. Iscritto al PSI e poi al PCI. Per la sua attività politica venne schedato nel 1925. Il
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
26/12/29 fu arrestato mentre stava distribuendo volantini antifascisti e liberato il 14/1/30. Subì
controlli sino al 12/12/1936, quando morì a Bazzano. [O]
Famigli Primo, «Fusto», da Giovanni e Marianna Sachetti; n. il 19/4/1918 a Bazzano; ivi residente
nel 1943. Licenza elementare. Meccanico. Prestò servizio militare a Firenze in aeronautica dal 1941
all’8/9/43. Militò nei btgg Artioli e Sozzi della 63a brg Bolero Garibaldi e operò a Bazzano.
Riconosciuto partigiano dal 10/5/44 alla Liberazione.
Fanelli Nino Giorgio, da Enrico e Paolina Belli; n. il 9/12/1899 a Loiano. Nel 1943 residente a S.
Giorgio di Piano. Medico condotto. Prestò servizio militare in sanità in Libia dal 28/5/40 all' 1/6/41
con il grado di capitano. Militò nel btg Tampellini della 2a brg Paolo Garibaldi e operò a S. Giorgio
di Piano. Riconosciuto partigiano dall’1/10/43 alla Liberazione.
Fani Nello, da Ferdinando; n. il 16/2/1903 a Montegnaio (AR). Militò nella brg Stella rossa Lupo.
Riconosciuto partigiano dal 27/7/44 alla Liberazione.
Fantacci Aurelio, da Tommaso e Chiara Foligni; n. il 6/6/1892 a Castiglione dei Pepoli. Licenza
elementare. Bracciante. Iscritto al PCI. Nel 1935 emigrò in Francia. Nel 1936 nei suoi confronti avendo svolto attività antifascista - fu emesso un ordine di cattura, se fosse rimpatriato. [O]
Fantazzini Adelmo, da Enrico e Teresa Mezzetti; n. il 26/1/1885 a Budrio. Colono Anarchico. Nel
1929 il fuoriuscito Anselmo Rambaldi* inviò dalla Francia una lettera ad alcuni compagni per
invitarli a riorganizzare il movimento anarchico. Fece una serie di nomi, tra i quali quello di
Fantazzini. Per quanto privo di parola, la polizia lo sottopose a controllo. Il 27/1/34 fu radiato
dall'elenco dei sovversivi. [O]
Fantazzini Alfonso, da Raffaele e Adalgisa Fasi; n. il 14/1/1906 a Bologna. Licenza elementare.
Muratore. Anarchico. Per aver preso parte a scontri contro i fascisti, dai quali fu anche ferito, fu
condannato nel novembre 1922 dal tribunale di Bologna a 10 mesi con la condizionale. Sempre
nello stesso mese gli furono inoltre comminati 4 mesi di reclusione interamente scontati. Per
sottrarsi a un nuovo mandato di cattura emigrò in Francia e poi in Svizzera. Nel 1924 venne
emanato un ordine d’arresto se fosse rimpatriato. Nel 1937 fu schedato e controllato dalle autorità
consolari. Subì condanne per uso di documenti falsi. Rientrò in Italia nel 1945.
Fantazzini Amilcare, da Raffaele e Adalgisa Pasi; n. l'1/5/1916 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Licenza di scuola media. Meccanico. Fu attivo nella 9a brg S. Justa. Riconosciuto patriota dal
novembre 1943 alla Liberazione.
Fantazzini Callisto, da Raffaele e Clementa Boninsegna; n. il 24/3/1886 a Castel S. Pietro Terme.
Licenza elementare. Muratore. Anarchico. Fu schedato nel 1912, quando era dirigente della Vecchia
CdL. I controlli proseguirono anche dopo il 1930, quando si trasferì a Foggia. L'1/2/31 fu radiato
dall'elenco degli schedati e incluso in quello dei sovversivi. [O]
Fantazzini Carlo, «Ragioniere», da Primo e Gaetana Cacciari; n. il 27/10/1911 a Bologna; ivi
residente nel 1943. Licenza di scuola media. Impiegato. Prestò servizio militare in fanteria. Militò
nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi. Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dall'1/11/43
alla Liberazione.
Fantazzini Dante, «Zopi», da Raffaele e Adalgisa Pasi; n. il 25/5/1911 a Bologna; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Falegname. Militò nel 2° btg Giacomo della 1a brg Irma Bandiera
Garibaldi e operò a Bologna. Riconosciuto partigiano dall’1/1/44 alla Liberazione.
Fantazzini Fiorenzo, «Gin», da Giuseppe e Imelde Bonfiglioli; n. l'1/10/1923 a Budrio; ivi
residente nel 1943. 3a elementare. Canapino. Prestò servizio militare a Forlì in fanteria dal 4/1
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
all’8/9/43. Militò nel btg Pasquali della 4a brg Venturoli Garibaldi e operò a Budrio. Riconosciuto
partigiano dal 12/9/44 alla Liberazione.
Fantazzini Francesco, da Riccardo e Olimpia Carboni; n. il 14/5/1929 a Marzabotto; ivi residente
nel 1943. 4ª elementare. Manovale. Militò nella brg Stella rossa Lupo e operò sul Monte Sole. Il
fratello Vittorio* morì nell'eccidio di Marzabotto. Riconosciuto partigiano dall’1/2/44 alla
Liberazione.
Fantazzini Giordano, da Primo e Gaetana Cacciari; n. l’11/5/1918 a Bologna; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Impiegato. Militò nella 2a brg Paolo Garibaldi. Riconosciuto partigiano
dal 18/10/43 alla Liberazione.
Fantazzini Giuseppe, «Sandrino», da Carlo e Virginia Fornasari; n. 1’8/5/1920 a Molinella; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Bracciante. Prestò servizio militare a Salerno e a Cuneo in
fanteria dal 1940 all’8/9/43. Militò nel 3° btg della brg Stella rossa Lupo e operò a Marzabotto.
Riconosciuto partigiano dal 17/5/44 alla Liberazione.
Fantazzini Giuseppe, da Giacomo e Adele Poggiopollini; n. il 2/12/1911 a Buggiano (PT). Nel
1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Ferroviere. Fu attivo nel btg Levante della 6a brg
Giacomo e operò a Bologna. Riconosciuto patriota dall’1/4/44 alla Liberazione.
Fantazzini Guerrino, da Enrico e Cleonice Tomesani; n. il 15/8/1915 a Bologna. Nel 1943
residente a Ozzano Emilia. Licenza elementare. Calzolaio. Riconosciuto patriota dal 15/11/44 alla
Liberazione.
Fantazzini Mario, da Luigi e Maria Giacometri; n. il 9/3/1916 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Licenza di scuola media. Autista. Fu attivo nella brg GL Montagna. Riconosciuto patriota dal
maggio 1944 alla Liberazione.
Fantazzini Pietro, da Filippo e Maria Galamini; n. l'8/1/1897 a Bologna. Impiegato. Antifascista.
Nel 1927 - dall'Argentina dove era emigrato - inviò ad alcuni conoscenti dei giornali antifascisti.
Nei suoi confronti fu emesso un ordine d'arresto, se fosse rimpatriato. [O]
Fantazzini Pietro, da Giuseppe ed Enrica Brunale; n. il 26/3/1895 ad Imola. Nel 1919 emigrò
prima in Svizzera e poi in Francia. Per avere svolto attività antifascista, nel 1940 fu emesso un
ordine d'arresto nei suoi confronti, se fosse rimpatriato. Il 12/3/41 venne arrestato dalla Gestapo e
consegnato alla polizia italiana. Fu trattenuto in carcere sino al 28/5/42 e liberato senza processo.
[O]
Fantazzini Raffaele, da Felice e Pasqua Dalfiume; n. il 9/11/1879 a Granarolo Emilia. Ferroviere.
Iscritto al PSI. Il 20/6/23 fu licenziato dalle FS per motivi politici, con la formula dello «scarso
rendimento di lavoro». [O]
Fantazzini Renzo, da Sante; n. nel 1928. Fu attivo nella 63a brg Bolero Garibaldi. Riconosciuto
patriota dal 10/6/44 alla Liberazione.
Fantazzini Serafino, da Giuseppe ed Erminia Brunale; n. il 26/12/1886 a Imola. Arrestato a seguito
della scoperta dell'organizzazione comunista imolese, con sentenza del 13/6/27 fu prosciolto per
non luogo a procedere. La sentenza investì 276 antifascisti, 19 dei quali furono rinviati al Tribunale
speciale, mentre gli altri 257 furono prosciolti perché le prove a loro carico erano limitate agli anni
antecedenti le leggi eccezionali.
Fantazzini Sirro, "Carlo", da Giuseppe e Costanza Gualandi; n. il 28/11/1900 a Granarolo Emilia.
Nel 1943 residente a Bologna. 3ª elementare. Calzolaio. Nel 1919 si iscrisse alla FGSI di Corticella
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
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a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
(Bologna) e nel 1921 aderì al PCI. L'1/2/21 fu condannato ad un anno per diserzione dall'esercito. Il
28/11/27 fu arrestato, con altri 39 militanti antifascisti, e deferito al Tribunale speciale per
«ricostituzione del PCI, propaganda sovversiva». Il 25/9/28 fu prosciolto in istruttoria, ma non
liberato. Venne schedato e assegnato al confino per un anno per «organizzazione comunista
emiliana». Andò a Ponza (LT) e vi restò sino al 25/10/29. Il 23/1/30 fu arrestato in occasione del
matrimonio del principe ereditario e trattenuto in carcere per una decina di giorni. Il 16/11/30 venne
classificato di "3ª categoria", quella delle persone considerate politicamente più pericolose. Nel
marzo 1932 fu fermato per «propaganda contraria al regime» e liberato senza processo, dopo breve
detenzione. Il 14/4/34 venne arrestato con altri 5 antifascisti, mentre stavano preparando dei
volantini da distribuire in occasione del 1° Maggio, e deferito al Tribunale speciale per
«appartenenza al PCI, propaganda comunista». Il 23/3/35 fu condannato a 3 anni di reclusione. Al
termine della pena non venne liberato, ma assegnato al confino per 5 anni senza motivazione. Andò
prima a Ponza (LT) e successivamente a Capestrano (AQ). Poiché la moglie era ammalata e
indigente si recò al confino con la figlia Licinia, in tenera età. Fu liberato il 15/4/40. Durante la lotta
di liberazione militò nella 36ª brg Bianconcini Garibaldi e operò sull'Appennino tosco-emiliano.
Restò ferito l'11/9/44 a Palazzuolo sul Senio (FI) e il 16/10/44 a Modigliana (FO). Fu ricoverato
nell'ospedale di Firenze. Riconosciuto partigiano, con il grado di tenente, dall'1/10/43 alla
Liberazione. [B-O]
Fantazzini Vittorio, da Riccardo e Olimpia Carboni; n. il 2/11/1927 a Marzabotto; ivi residente nel
1943. Fu ucciso dai nazifascisti in località Casaglia il 29/9/1944 nel corso dell'eccidio di
Marzabotto.
Fanti Alessandro, da Armando e Maria Inbini; n. il 27/7/1925 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Licenza di scuola media. Impiegato. Riconosciuto benemerito.
Fanti Alfredo, da Giuseppina Fanti; n. il 7/2/1914 a Bologna; ivi residente nel 1943. Licenza
elementare. Meccanico. Militò nella brg Matteotti Città e operò a Bologna dove fu arrestato il
24/3/45. Venne processato assieme ad altri 26 imputati fra il 12 e il 17/4/45, per appartenenza a
banda armata. Fu condannato a 10 anni di carcere e ad una multa di L. 10.000. La sentenza mandò a
morte 6 partigiani e comminò 4 pene all'ergastolo (vedi Otello Bonvicini). Riconosciuto partigiano
dall’1/11/44 alla Liberazione. [B]
Fanti Amedeo, da Giuseppe e Domenica Ravaglia; n. il 20/12/1913 a Camugnano. Nel 1943
residente a Castiglione dei Pepoli. Operaio. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto
partigiano dal 15/3/44 alla Liberazione.
Fanti Amelia. Il 29/9/1944 fu uccisa dai nazifascisti a Cerpiano di Vado (Monzuno), nel corso
dell'eccidio di Marzabotto.
Fanti Amilcare, da Aristide e Palma Conti; n. il 12/8/1885 a Camugnano. Impiegato comunale.
Iscritto al PSI. Nel novembre 1920 fu eletto sindaco di Camugnano. In seguito alle persecuzioni dei
fascisti, dovette rassegnare le dimissioni il 24/10/21, unitamente al consiglio. [O]
Fanti Armando, da Emilio e Geltrude Barbieri; n. il 5/2/1893 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Cursore comunale. Fu ucciso dai nazifascisti a Cà di Veneziani di Vado (Monzuno) il 29/9/1944,
nel corso dell'eccidio di Marzabotto, con la moglie Olga Olghini* e il figlio Emilio*. [O]
Fanti Attilio, da Domenico e Luigia Fanti; n. il 3/2/1862 a Monzuno. Nel 1943 residente a
Marzabotto. Colono. Fu ucciso dai nazifascisti il 2/10/1944 in località S. Nicolo (Monzuno) nel
corso dell'eccidio di Marzabotto.
Fanti Bruno, da Antonio e Adele Benassi; n. l'1/6/1921 a Monzuno; ivi residente nel 1943. Colono.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
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a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Prese parte alla lotta di liberazione in Grecia. Militò nella brg ELLAS. Riconosciuto partigiano dal
9/9/43 al 15/4/44.
Fanti Bruno, da Guido e Ada Fanti; n. il 23/5/1922 a Monzuno; ivi residente nel 1943. Licenza
elementare. Fornaio. Prestò servizio militare a Bologna e a Pordenone nei carristi dal 15/1/42
all'8/9/43. Militò nel 4° btg della brg Stella rossa Lupo e operò su Monte Venere. Ferito.
Riconosciuto partigiano dal 10/7/44 alla Liberazione.
Fanti Claudia, da Raffaele e Albina Tossani; n. il 23/9/1884 a Monzuno. Nel 1943 residente a
Marzabotto. Casalinga. Fu uccisa dai nazifascisti a Casa Bavellini in località Casaglia il 29/9/1944
nel corso dell'eccidio di Marzabotto.
Fanti Consilia, da Giuseppe e Vittoria Maria Panzacchi; n. il 28/1/1920 a Monterenzio; ivi
residente nel 1943. 3a elementare. Casalinga. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi e operò
sull'Appennino tosco-emiliano. Ferita. Riconosciuta partigiana con il grado di sottotenente dal
17/6/44 alla Liberazione.
Fanti Emilio, da Armando e Olga Olghini; n. il 14/5/1936 a Monzuno; ivi residente nel 1944.
Scolaro. Fu ucciso dai nazifascisti a Cà di Veneziani di Vado (Monzuno) il 29/9/1944, nel corso
dell'eccidio di Marzabotto, con il padre* e la madre*. [O]
Fanti Egisto, «Lanza», da Edoardo e Teresa Maldini; n. il 7/11/1925 a Marzabotto. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Commesso. Militò nel btg Tarzan della 7ª brg GAP
Gianni Garibaldi e operò ad Anzola Emilia. Riconosciuto partigiano dal 6/6/44 alla Liberazione.
Fanti Emilia, da Giuseppe e Vittoria Maria Panzacchi; n. il 14/2/1917 a Monterenzio; ivi residente
nel 1943. Licenza elementare. Casalinga. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi. Riconosciuta
partigiana dal 10/10/43 al 14/4/45.
Fanti Ettore, da Luigi e Luigia Righetti; n. l'1/5/1891 a Castiglione dei Pepoli. Operaio. Iscritto al
PSI. Il 20/8/30 venne arrestato per avere insultato pubblicamente il re e il dittatore. Fu condannato a
10 mesi di reclusione. Venne sottoposto a controlli sino al 26/8/1940, quando morì. [O]
Fanti Evaristo, da Luigi e Gasperina Fanti; n. il 7/6/1896 a Monzuno; ivi residente nel 1943. Militò
nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto partigiano dal 5/1/44 alla Liberazione.
Fanti Ferdinando, da Carlo e Teresa Rizzi; n. il 20/7/1881 a Bologna. Ferroviere. Iscritto al PSI.
Per essere un dirigente nazionale dello SFI, nel 1909 fu trasferito per punizione a Lastra a Signa
(FI) e nel 1914 a Torino. Per avere preso parte allo sciopero della "settimana rossa" fu retrocesso di
grado. Nel 1923 venne licenziato con la formula dello «scarso rendimento di lavoro». Subì controlli
sino al 10/1/1932, quando morì. [O]
Fanti Ferruccio, da Gildo e Adele Palmonari; n. il 13/9/1923 a Lizzano in Belvedere; ivi residente
nel 1943. Operaio. Riconosciuto benemerito.
Fanti Giorgio, da Ardilio e Teresina Cevenini; n. l’8/7/1914 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Medico veterinario. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto partigiano con il grado di
capitano dal 15/9/43 alla Liberazione.
Fanti Giorgio, «Gracco», da Guido ed Ermenegilda Nicoli; n. il 25/4/1921 a Bologna; ivi residente
nel 1943. Studente universitario. Maturò la sua opposizione al fascismo nell'adolescenza per la
familiare amicizia che ebbe con i proff. Giorgio Bonfiglioli*, Giulio Tavernari*, Maurizio Padoa*.
Prestò servizio militare con il grado di sottotenente nel 35° rgt fanteria. Di stanza a Bologna, nella
caserma di via S. Margherita, la sera del 9/9/43 insieme ad alcuni commilitoni rastrellò parte delle
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a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
armi della caserma che, d'accordo con don Guerrino Fantinato*, nascose nella chiesa del SS.
Salvatore. Nel novembre 1943 decise di non rispondere alla chiamata alle armi della RSI e di
impegnarsi più attivamente nella resistenza. Tramite Aldo Montanari* venne in contatto con
Verenin Grazia* e Paolo Bugini* che gli proposero di occuparsi del reclutamento di soldati per le
formazioni partigiane. Insieme al maggiore Cipriano Tinti* e al tenente colonnello Massimo
Massei* assolse questo suo primo compito favorendo la diserzione delle reclute dell'esercito
repubblicano, asportando armi, munizioni e viveri dalla caserma con la collaborazione dei soldati.
Nel dicembre 1943 provvide personalmente a sottrarre, dal deposito cartografico della caserma, le
carte topografiche utilizzate poi dalle formazioni partigiane nel bolognese. La sua abitazione a Porta
d'Azeglio divenne base partigiana intermedia. La lotta partigiana da un lato, la partecipazione al
dibattito e all'elaborazione culturale dall'altro nel Gruppo intellettuali Antonio Labriola lo portarono
da posizioni liberal-azioniste a scelte marxiste e all'adesione al PCI. Dopo la costituzione del
CUMER, gli fu affidata da Ilio Barontini* l'intendenza regionale compito questo che riuscì ad
assolvere per l'apporto «soprattutto degli operai, dei contadini dell'Emilia [che] costituirono la vera
e inesauribile intendenza partigiana». Riconosciuto partigiano nel CUMER con il grado di capitano
dall’1/4/44 alla Liberazione. Testimonianza in RB1. Ha pubblicato: Gli anni del gruppo Labriola,
in «Emilia», VII, nn. 8-9,1955; La grande Emilia, in Il secondo Risorgimento d’Italia, Milano,
1955, pp.199-217; “Tempi nuovi”, Periodico del Gruppo intellettuali Antonio Labriola, 1944-1946,
Bologna, Ponte Nuovo, 1996, pp.XXIV+332; I distintivi all’occhiello. Le disavventure di un
sopravvissuto a due ideologie, Roma, Carocci, 2000, pp.216. [AQ]
Fanti Giovanni, da Tommaso e Giuseppina Venturi; n. il 24/9/1892 a Monzuno. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Meccanico. Militò nel comando della brg Stella rossa
Lupo e operò su Monte Salvaro. Ferito. Riconosciuto partigiano al 15/9/43 alla Liberazione.
Fanti Giuseppe, da Raffaele e Cleofe Ersilia Farnè; n. il 29/7/1918 a Pianoro; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Ferroviere. Prestò servizio militare nei bersaglieri. Militò nella 62a brg
Camicie rosse Garibaldi. Riconosciuto partigiano dal 15/5/44 alla Liberazione.
Fanti Gualtiero, da Domenico e Maria Guernelli; n. il 24/2/1903 a S. Giorgio di Piano. Nel 1943
residente a Castel Maggiore. Impiegato. Militò nella 4a brg Venturoli Garibaldi. Venne ucciso per
rappresaglia dalle forze armate tedesche, assieme al figlio Romolo* e ad altre trentun persone
(partigiani, civili, donne), il 14/10/1944, in località Sabbiuno di Castel Maggiore (in via Saliceto),
dopo uno scontro avvenuto nei pressi nella stessa giornata fra partigiani (guidati da Franco
Franchini*) e fascisti. Riconosciuto partigiano dal 13/8/44 al 14/10/44. [AR]
Fanti Lamberto, da Giuseppe e Anna Guizzardi; n. il 12/9/1918 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Licenza di scuola media superiore. Impiegato. Militò nella 2a brg della div Venezia. Prese parte alla
lotta di liberazione in Jugoslavia. Riconosciuto partigiano dal novembre 1943 alla Liberazione.
Fanti Luigi, da Carlo e Teresa Ricci; n. il 28/5/1887 a Bologna. Licenza elementare. Ferroviere.
Per avere partecipato allo sciopero nazionale dell'1/8/22, promosso dall'Alleanza del lavoro, nel
luglio 1923 fu licenziato dalle ferrovie con la formula dello «scarso rendimento di lavoro», in base
al decreto n. 143 del 28/1/23. Nell'agosto 1923 fu processato, per avere violato l'art. 182 del codice
penale e l'art. 58 della legge ferroviaria — sospensione del servizio — e condannato a 3 mesi di
sospensione dal servizio e 500 lire di multa. Essendo già stato licenziato, la condanna era una
sanatoria a posteriori del provvedimento, ritenuto illegittimo, perché applicato con valore
retroattivo. [O]
Fanti Luigi, «Nino», da Tito e Argentina Cevenini; n. il 23/4/1914 a Monzuno. Nel 1943 residente
a Sasso Marconi. 3a istituto tecnico. Impiegato. Militò nella 62a brg Camicie rosse Garibaldi e operò
a Loiano e a Pianoro. Fu incarcerato a Casalecchio di Reno dal 3/6 all’11/7/44. Riconosciuto
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
partigiano dall’1/6/44 alla Liberazione.
Fanti Maria, da Augusto ed Emma Calzolari; n. il 29/11/1924 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Possidente. Fu uccisa dai nazifascisti il 29/9/1944 in località Casaglia, nel corso dell'eccidio di
Marzabotto, con la madre* e la sorella Rosina*. [O]
Fanti Mario. Iscritto al PSI. Nel novembre 1920 fu eletto sindaco di Camugnano. Il 24/10/21 fu
costretto dai fascisti a rassegnare le dimissioni insieme con l'intera giunta comunale. Restò sempre
fedele alla sua idea. [O]
Fanti Otello, da Alfredo e Luigia Pasini; n. il 3/6/1913 a Imola; ivi residente nel 1943. Licenza
elementare. Rilegatore. Presso la sua rilegatoria venne collocata una piccola stampatrice a mano per
la stampa dei volantini. Compose i timbri della 36a brg Bianconcini Garibaldi, del dist imolese della
7a brg GAP Gianni Garibaldi e della brg SAP Imola. Falsificò i timbri del comando tedesco di
stanza a Imola che servirono per autenticare lasciapassare e documenti per i partigiani. Riconosciuto
patriota nel btg Città della brg SAP Imola dal dicembre 1943 al 14/4/45. Testimonianza in RB2.
[AQ]
Fanti Renato, da Ardilio e Teresa Cevenini; n. l’8/11/1917 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Muratore. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto partigiano dal
9/5/44 alla Liberazione.
Fanti Renzo, da Manfredo e Alice Sala; n. il 7/5/1927 a S. Possidonio (MO); ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Bracciante. Militò nella 7a brg Modena della div Armando. Riconosciuto
partigiano dall’1/1/44 al 30/4/45.
Fanti Renzo, da Raffaele e Maria Fichi; n. il 5/9/1922 a Bologna; ivi residente nel 1943. Studente.
Militò nella brg Stella rossa Lupo e operò a Vado (Monzuno). Venne fucilato dalle SS tedesche a
Casteldebole (Bologna) il 30/10/1944. Riconosciuto partigiano dal 22/6/44 al 30/10/44.
Fanti Romano, «Babina», da Alfredo e Domenica Lelli; n. il 17/9/1928 a Pianoro. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Tipografo. Militò nella 62a brg Camicie rosse Garibaldi e
operò a Casoni di Romagna (Casalfiumanese). Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente
dall’1/8/44 alla Liberazione.
Fanti Romeo, «Martel», da Edoardo e Teresa Mandini; n. il 3/2/1921 a Marzabotto. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Calzolaio. Prestò servizio militare in Jugoslavia in
artiglieria dal 10/1/41 all’8/9/43. Militò nel btg Tarzan della 7a brg GAP Gianni Garibaldi e operò
ad Anzola Emilia. Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dal 3/3/44 alla Liberazione.
Fanti Romolo, da Gualtiero e Mafalda Vigna; n. il 18/10/1926 a Castel Maggiore; ivi residente nel
1943. Operaio. Militò nel 3° btg Cirillo nella 4ª brg Venturoli Garibaldi. Venne ucciso per
rappresaglia dalle forze armate tedesche, assieme al padre* e ad altre trentun persone (partigiani,
civili, donne), il 14/10/1944, in località Sabbiuno di Castel Maggiore (in via Saliceto), dopo uno
scontro avvenuto nei pressi nella stessa giornata fra partigiani (guidati da Franco Franchini*) e
fascisti. Riconosciuto partigiano dal 2/8/44 al 14/10/44. [AR]
Fanti Rosina, da Augusto ed Emma Calzolari; n. il 10/11/1920 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Possidente. Fu uccisa dai nazifascisti il 29/9/1944 in località Casaglia, nel corso dell'eccidio di
Marzabotto insieme con la madre* e la sorella Maria*. [O]
Fanti Ugo, da Primo ed Elvira Fanini; n. il 12/2/1921 a Grizzana. Nel 1943 residente a Vergato.
Licenza elementare. Colono. Prestò servizio militare a Trieste negli artificieri dal 12/1/41 all’8/9/43.
Militò nella 7a brg Modena della div Armando e operò sull'Appennino tosco-emiliano. Riconosciuto
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
partigiano dal 19/6/44 al 20/11/44.
Fanti Vito, da Giuseppe e Vittoria Panzacchi; n. l’8/12/1924 a Monterenzio; ivi residente nel 1943.
3ª elementare. Birocciaio. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi e operò sull'Appennino toscoemiliano. Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dal 2/5/44 al 22/2/45.
Fanti Vittorina, da Giuseppe e Vittoria Panzacchi; n. il 24/3/1922 a Monterenzio; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Casalinga. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi e operò
sull'Appennino tosco-emiliano. Riconosciuta partigiana con il grado di sottotenente dal 17/6/44 al
22/2/45.
Fantin Mario, da Lodovico e Santa Oliverio; n. il 9/5/1921 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Ragioniere. Militò nella 4a brg della div Garibaldi e operò in Jugoslavia. Ferito in combattimento.
Riconosciuto partigiano dal 9/9/43 al 22/11/44.
Fantinato Guerrino, da Pietro e Giuseppa Mion; n. il 31/7/1917 a Civitella (PD). Nel 1943
residente a Bologna. Religioso dell'ordine dei Canonici Regolari Lateranensi, venne ordinato
sacerdote a Bologna il 28/6/42. Durante la guerra — svolgendo il proprio ministero nel tempio del
SS. Salvatore, in via Volto Santo — diede aiuto e assistenza ai profughi e agli sfollati. Collaborò
con «la Resistenza fino alla liberazione». Nel settembre 1943 nascose nella chiesa le armi
provenienti dalla caserma del 35° rgt fanteria di via S. Margherita. Le armi furono poi recuperate e
destinate ai partigiani bolognesi nel Veneto (testimonianze di Giorgio Fanti* e Sigfrido Amadori*).
[A]
Fantini Adelmo, da Adolfo ed Elvira Bianchi; n. l'1/9/1904 a Zola Predosa. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Esercente. Prestò servizio militare nel genio. Militò nella 1a brg Irma
Bandiera Garibaldi con funzione di ispettore di compagnia. Riconosciuto partigiano con il grado di
sottotenente dall’1/3/44 alla Liberazione.
Fantini Adolfo, «Moretto», da Danilo e Anna Pellizzoni; n. il 27/12/1927 a Bologna; ivi residente
nel 1943. Licenza elementare. Operaio. Fece parte del gruppo di otto partigiani che costituirono la
squadra Temporale della 7a brg GAP Gianni Garibaldi, comandata da Nazzareno Gentilucci*.
Partecipò a tutte le azioni di sabotaggio organizzate dalla squadra. Prese parte alla battaglia di Porta
Lame. Successivamente, abbandonata la base di via Zannoni, divenuta pericolosa per l'intensificarsi
dei rastrellamenti da parte dei tedeschi e delle brigate nere, insieme con Gentilucci e Dante
Drusiani* si rifugiò nella base di via De Marchi. Ai primi di dicembre 1944 insieme con Drusiani si
trasferì ad Anzola Emilia entrando a far parte della 63 a brg Bolero Garibaldi. Catturato ad Anzola
Emilia, venne tradotto nel carcere di S. Giovanni in Monte (Bologna). Subì torture e sevizie, ma
«non parlò, non compromise il movimento». Venne fucilato ai Colli di Paderno (Bologna) il
14/12/1944. La sua foto apparve in un volantino delle brigate nere in data 15/12/44 dal titolo «Dal
tradimento alla stella rossa. L'infame documentazione dell'attività partigiana». In esso si affermava
che Fantini, accusato dell'uccisione di cinque persone e di molti altri delitti, era stato giudicato da
un tribunale e, dichiaratosi reo confesso, era stato condannato a morte. Riconosciuto partigiano con
il grado di sottotenente dal 9/9/43 al 14/12/44. [AQ]
Fantini Arrigo, da Domenico e Maria Piselli; n. il 23/10/1919 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Birocciaio. Prestò servizio militare in Francia nella guardia armata alla
frontiera con il grado di caporale maggiore dall’11/3/40 all’8/9/43. Militò nel 1° btg della brg Stella
rossa Lupo e operò a Cerpiano (Monzuno). Ferito. Riconosciuto partigiano con il grado di
sottotenente dal 15/9/43 alla Liberazione.
Fantini Augusto, da Achille e Claudia Fanti; n. il 21/11/1893 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Commerciante. Venne ucciso dai nazifascisti il 2/10/1944 in località Canovella nel corso
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
dell'eccidio di Marzabotto. Il giorno prima fu ucciso il fratello Giuseppe*. [AQ-O]
Fantini Clodoveo, da Gaetano e Ida Ventura; n. il 2/11/1907 a Monzuno. Dal 1913 residente a
Bologna. Licenza elementare. Tipografo. Operaio rotativista de «L'Avvenire d'Italia», «con spirito
di abnegazione e sprezzo del duplice pericolo dei cacciabombardieri e dei tedeschi» (Egisto Franco
Pecci*) salvò gli impianti del quotidiano cattolico, smontando e sabotando parti della rotativa,
anche per evitare il pericolo della ripresa delle pubblicazioni, dopo la loro sospensione volontaria
«per rifiutarsi di pubblicare la sentenza di morte e il relativo commento contro gli otto patrioti del
partito d'azione». [A]
Fantini Dino, da Augusto e Speranza Calzavara; n. il 12/4/1922 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Carrettiere. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Il padre* morì nel corso dell'eccidio di Marzabotto.
Riconosciuto partigiano dall’1/1/44 alla Liberazione.
Fantini Duilio, da Alberto e Augusta Minghetti; n. il 23/7/1914 a S. Lazzaro di Savena. Nel 1943
residente a Pianoro. Muratore. Iscrittosi al PCI durante il fascismo, nel 1943 fu condannato dal
tribunale militare di Bologna a un anno di reclusione. Militò nella 62ª brg Camicie rosse Garibaldi e
operò sull'Appennino tosco-emiliano. Riconosciuto partigiano dal 2/5/44 alla Liberazione. [B]
Fantini Enea, da Giacomo e Rosa Berti; n. il 17/5/1901 a Imola. Barbiere. Membro
dell'organizzazione comunista imolese, fu arrestato l'11/12/29 e accusato di tentativo di suscitare la
guerra civile, ricostituzione del PCI e propaganda sovversiva. «Durante la detenzione venne
torturato ininterrottamente per una settimana». Con ordinanza del Tribunale speciale dell' 11/4/31
venne prosciolto per non luogo a procedere «perché gravemente infermo». Morì il 12/4/1931 nel
carcere di Castelfranco Emilia (MO). I suoi funerali, svoltisi a Imola, si trasformarono in una
manifestazione antifascista. Ai familiari e ai compagni venne negato il permesso di vedere la salma.
Il suo nome comparve anche nella sentenza emessa contro 89 imolesi il 20/5/31 con la didascalia
'deceduto'. [AQ]
Fantini Enrico, da Severino e Adelaide Sarti; n. il 14/9/1862 ad Imola. Ambulante. Anarchico. Nel
1906 venne segnalato per la sua attività politica. I controlli proseguirono anche quando si trasferì a
Ferrara. Il 17/2/39 fu radiato dall'elenco dei sovversivi, ma vigilato sino al 10/10/1942 quando morì.
[O]
Fantini Ettore, da Alberto e Augusta Minghetti; n. il 30/5/1910 a Pianoro. Calzolaio. Nella notte
tra il 29 e il 30/9/36 fu arrestato a Bologna, unitamente ad altre 51 persone, per organizzazione
comunista e sottoscrizione a favore della Repubblica spagnola. [CA]
Fantini Gino, da Natale e Amedea Grandi; n. il 18/5/1923 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Licenza di scuola media superiore. Impiegato. Riconosciuto benemerito.
Fantini Giulio, da Policarpo e Benedetta Vinelli; n. il 28/11/1880 a Civitella di Romagna (FO). Dal
1900 residente a Bologna. Licenza elementare. Ferroviere. Iscritto al PSI. Fu dirigente dello SFI, sia
a livello provinciale che nazionale. Nel 1914 fu «considerato dimissionario» dalle ferrovie per avere
partecipato ai moti della «settimana rossa». Lo stesso anno fu schedato. Riassunto nel 1917, nel
1922 venne eletto nell'esecutivo nazionale dello SFI. Nel maggio dello stesso anno ebbe tre giorni
di sospensione per aver festeggiato il 1° Maggio. Per avere partecipato allo sciopero nazionale
dell'1/8/22, promosso dall'Alleanza del lavoro, fu trasferito a Merano (BZ) e qui nel luglio 1923
licenziato dalle ferrovie con la formula dello «scarso rendimento di lavoro», in base al decreto n.
143 del 28/1/23. Nell'agosto 1923 fu processato, per avere violato l'art. 182 del codice penale e l'art.
58 della legge ferroviaria — sospensione del servizio — e condannato a 3 mesi di sospensione dal
servizio e 500 lire di multa. Essendo già stato licenziato la condanna era una sanatoria a posteriori
del provvedimento, ritenuto illegittimo, perché applicato con valore retroattivo. Dal 1914 al 1920 fu
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
consigliere comunale del PSI e nel 1920 venne eletto nel consiglio provinciale. Restò sempre fedele
alla sua idea. Nel 1926 si trasferì a Milano e l’8/12/30 fu radiato dall’elenco degli schedati ed
incluso in quello dei sovversivi. [O]
Fantini Giuseppe, da Achille e Claudia Fanti; n. nel 1878 a Marzabotto. Nel 1943 residente a
Monzuno. Licenza elementare. Guardiano. Militò nella brg Stella Rossa Lupo. Venne ucciso dai
nazifascisti l'1/10/1944 in località Canovella nel corso dell'eccidio di Marzabotto. Anche il fratello
Augusto* fu ucciso nella stessa circostanza. Riconosciuto partigiano dal 2/10/43 all'1/10/44. [AQO]
Fantini Giuseppe, da Edoardo ed Enrica Pagliari; n. il 28/3/1898 a Pianoro. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Guardiano. Fu attivo a Bologna nel 1° btg Busi della la brg Irma
Bandiera Garibaldi. Riconosciuto patriota dal 25/9/43 alla Liberazione.
Fantini Imelde, da Riccardo ed Elisabetta Benedettini; n. il 27/7/1904 a Marzabotto; ivi residente
nel 1943. Casalinga. Fu uccisa dai nazifascisti a Cerpiano (Monzuno) il 29/9/1944 nel corso
dell'eccidio di Marzabotto insieme con la figlia Virginia Piretti*.
Fantini Luigi, da Giuseppe e Maria Venturi; n. l’11/2/1907 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Operaio. Militò nel 5° btg della brg Stella rossa Lupo e operò su Monte Sole.
Riconosciuto partigiano dal 15/3/44 alla Liberazione.
Fantini Mario, da Antonio e Lucia Zanni; n. l'11/3/1893 a Castel d'Aiano. Operaio. Antifascista.
Nel 1922 emigrò in Francia. Il 6/10/39, su segnalazione delle autorità consolari, nei suoi confronti
venne emesso un mandato di cattura, se fosse rimpatriato. Il 3/6/40 fu arrestato alla frontiera e
trattenuto sino al 16/9, senza un'accusa specifica, salvo quella di essere un antifascista. [O]
Fantini Massimo, da Achille e Claudia Fanti; n. il 26/11/1874 a Marzabotto. Nel 1943 residente a
Monzuno. Muratore. Fu ucciso dai nazifascisti l'1/10/1944 a Canovetta di Villa d'Ignano
(Marzabotto), nel corso dell'eccidio di Marzabotto. [O]
Fantini Pietro, da Augusto e Speranza Calzavara; n. il 12/4/1924 a Monzuno; ivi residente nel
1943. Autista. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto partigiano dall’1/1/44 alla
Liberazione.
Fantini Sergio, da Domenico e Domenica Piselli; n. l’8/1/1921 a Monzuno; ivi residente nel 1943.
Birocciaio. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuto partigiano dall'8/9/44 alla Liberazione.
Fantini Umberto, da Luigi e Pierina Faustina Rocchi; n. il 20/10/1921 a Milano. Nel 1943
residente a Bologna. Albergatore. Fu attivo nella 6a brg Giacomo. Riconosciuto patriota dal
14/11/43 alla Liberazione.
Fantini Virginio, da Angelo e Teresa Paganini; n. il 26/4/1922 a Reggio Emilia; ivi residente nel
1943. Operaio. Militò nella 62ª brg Camicie rosse Garibaldi. Cadde a Monte delle Formiche
(Monterenzio) il 10/10/1944. Riconosciuto partigiano dal 10/5/44 al 10/10/44.
Fantini Viviano, da Amleto e Carmela Zuccheri; n. il 14/10/1925 a Molinella; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Fattore. Fu attivo nella 5a brg Bonvicini Matteotti. Riconosciuto patriota
dal 15/6/44 alla Liberazione.
Fantini Walter, da Antonio ed Edvige Mazzini; n. il 7/10/1920 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Operaio. Militò nella brg Stella rossa Lupo e operò su Monte Sole.
Riconosciuto partigiano dall’1/6/44 alla Liberazione.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Fantini Walther, «Govi», da Enea e Antonia Bertacchi; n. il 15/2/1925 a Castel d'Aiano; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Esercente. Militò nella 7a brg Modena della div Armando e
operò sull’Appennino tosco-emiliano. Riconosciuto partigiano dall’1/9/44 al 15/3/45.
Fantini Zeno, da Ercole e Filomena Piancastelli; n. il 17/5/1892 a Imola; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Meccanico. Per la sua attività antifascista fu incarcerato dal 9/2 al 19/11/23.
Nello stesso anno fu schedato. Nuovamente arrestato il 19/11/26 a seguito della scoperta
dell'organizzazione comunista imolese, con sentenza del 13/6/27 fu prosciolto per non luogo a
procedere. La sentenza investì 276 antifascisti, 19 dei quali furono rinviati al Tribunale speciale,
mentre gli altri 257 furono prosciolti perché le prove a loro carico erano limitate agli anni
antecedenti le leggi eccezionali. Il 27/11/26 fu tuttavia assegnato al confino per 3 anni con l'accusa
di attività comunista. Fu prosciolto e liberato il 26/5/30. Venne controllato fino al 1942.
Fantoni Ada, da Francesco e Genoveffa Mattioli; n. il 10/6/1925 a Marzabotto; ivi residente nel
1943. Operaia. Fu attiva nella brg Stella rossa Lupo. Riconosciuta patriota dall’1/3/44 alla
Liberazione.
Fantoni Amedeo, da Giovanni e Teresa Albanelli; n. il 14/9/1905 a Bologna. Fornaio. Fece parte
degli Arditi del popolo e si scontrò più volte con i fascisti. Il 27/11/22 fu arrestato perché accusato
di avere preso parte a uno scontro a fuoco con i fascisti a Trebbo di Reno (Castel Maggiore),
insieme con i fratelli Elio* e Mario Guglielmo* e altri militanti di sinistra, nel corso del quale perse
la vita uno squadrista e 3 restarono feriti. Il 26/7/23 la corte d'assise di Bologna lo condannò a 8
anni, 10 mesi e 28 giorni di reclusione. Il 13/9/26, dopo avere scontato la pena ed essere stato
scarcerato, fu aggredito nella zona di porta Lame dai fascisti e ferito a colpi di pistola. Morì il
14/9/1926. Eguale sorte toccò ad altri due giovani condannati per lo scontro di Trebbo di Reno:
Guido Nuzzi* e Oliviero Zanardi*. [AR-O]
Fantoni Antonio, da Guido e Maria Govoni; n. il 22/10/1920 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Impiegato. Fu attivo nella la brg Irma Bandiera Garibaldi. Riconosciuto patriota
dal 3/1/45 alla Liberazione.
Fantoni Augusto, da Guido e Maria Govoni; n. il 20/12/1925 a Bologna. Nel 1943 residente a
Torino. Impiegato. Militò nella 104a brg Garibaldi con funzione di comandante di btg. Riconosciuto
partigiano dal maggio 1944 alla Liberazione.
Fantoni Elio, da Giovanni e Teresa Albanelli; n. il 15/10/1900 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Fornaio. Il 27/11/22 fu arrestato perché accusato di avere preso parte a uno scontro a fuoco con i
fascisti a Trebbo di Reno (Castel Maggiore), insieme con i fratelli Amedeo* e Mario Guglielmo* e
altri militanti di sinistra, nel corso del quale perse la vita uno squadrista e 3 restarono feriti. Venne
prosciolto in istruttoria e liberato dopo avere fatto numerosi mesi di carcere preventivo. Il fratello
Amedeo* fu ucciso dai fascisti. [O]
Fantoni Emilio, da Ernesto e Amelberga Pollotti; n. l'1/5/1906 a S. Giovanni in Persiceto; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Calzolaio. Prestò servizio militare a Bologna nella sanità
dal 27/1/41 all’8/9/43. Collaborò a S. Giovanni in Persiceto con il btg Marzocchi della 63a brg
Bolero Garibaldi. Riconosciuto benemerito.
Fantoni Ferdinando, da Paolo e Attilia Carletti; n. l’8/5/1905 a Cento (FE). Nel 1943 residente a
Castel Maggiore. Licenza elementare. Operaio. Su interessamento di Lina Pederzoni* il 13/12/43
venne assunto alla VITAM di Castel Maggiore. Si unì all'azione della maggior parte degli operai
tesa a sabotare la produzione delle derrate destinate al rifornimento dei tedeschi e dei fascisti.
«Compatti si portava avanti la lotta nonostante le pressioni del padronato e nonostante che la
fabbrica fosse ritenuta covo di sovversivi comunisti». Per queste azioni di sabotaggio venne
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
accusato dell'attentato contro il fascista Cussini. Per intervento dell’ing. Arlisca, socio
comproprietario della fabbrica, venne prosciolto dalla accusa. Riconosciuto patriota. Testimonianza
in R. Fregna, Castel Maggiore 1943-45, Bologna 1974. [AQ]
Fantoni Filiberto, da Pietro ed Erminia Facci; n. il 5/10/1923 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Studente. Militò nella 9a brg S. Justa. Riconosciuto partigiano dal 2/4/44 alla Liberazione.
Fantoni Filippo, da Augusto e Videlma Maini; n. il 22/10/1880 a Castel Maggiore. 4a elementare.
Muratore. Iscritto al PSI. Per la sua attività politica venne schedato nel 1920. Emigrato nel Belgio
nel 1923, fu controllato dalle autorità consolari sino al 15/12/1925, quando morì. [O]
Fantoni Filippo, da Silvio e Rosa Luppi; n. il 26/5/1917 a S. Giovanni in Persiceto; ivi residente
nel 1943. Licenza elementare. Operaio meccanico. Riconosciuto benemerito.
Fantoni Giorgio, da Pietro ed Erminia Facci; n. il 5/9/1925 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Geometra. Militò nella 9ª brg S. Justa. Riconosciuto partigiano dall’8/2/44 alla Liberazione.
Fantoni Giuseppe, da Antonio e Alfonsina Neri; n. l'11/9/1924 a Pieve di Cento; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Canapino. Prestò servizio militare in artiglieria dal 18/8 all’8/9/43 a
Mantova, dove fu internato in campo di concentramento dal 9 al 19/9/43. Militò nel btg Gadani
della 2a brg Paolo Garibaldi con funzione di comandante di compagnia e operò a Pieve di Cento. Fu
incarcerato a Bologna e a Firenze dall’11 al 23/2/44. Riconosciuto partigiano dall’1/11/43 alla
Liberazione.
Fantoni Goffredo, da Federico e Teresa Vecchi; n. il 19/3/1891 a Bologna. Verniciatore. Militante
di GL. Nel 1922 emigrò in Francia con la famiglia. Nel 1937 scrisse ad una sorella, residente a
Bologna, che il figlio Luciano* si apprestava a partire per la Spagna e arruolarsi nelle brgg
internazionali. Fu classificato comunista e nei suoi confronti emesso un ordine di cattura, se fosse
rimpatriato.
Fantoni Idina, «Flavia», da Giacomo e Clementina Guizzardi; n. il 26/7/1925 ad Argelato; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Casalinga. Militò nel btg Gadani della 2a brg Paolo
Garibaldi e operò a Castello d'Argile. Riconosciuta partigiana dall’1/9/44 alla Liberazione.
Fantoni Ivo, «Ivan», da Luigi ed Elisa Grandi; n. il 6/5/1924 a Bazzano; ivi residente nel 1943. 3a
elementare. Operaio. Prestò servizio militare dal 19/8 all’8/9/43. Militò nella brg Folloni della div
Modena e operò a Montefiorino e Polinago (MO). Riconosciuto partigiano dal 15/6/44 al 30/4/45.
Fantoni Lino, da Giuseppe e Cleonice Rizzoli; n. il 17/3/1905 a S. Giovanni in Persiceto.
Impiegato. Riconosciuto benemerito.
Fantoni Luca, da Carlo ed Enrica Tampellini; n. il 17/9/1899 a Bologna. Licenza elementare.
Tipografo. Anarchico. Nel 1922 fu arrestato e schedato nel 1924. Il 23/5/27 venne condannato a 3
mesi, per avere offeso Mussolini in pubblico. Il 30/1/32 nuovo arresto per offese a Mussolini e alla
MVSN e condanna a 20 mesi. Liberato il 20/11/32, per l'amnistia del decennale, il 25/2/36 fu
arrestato per avere insultato un agente di PS e condannato a 7 mesi. [O]
Fantoni Mario Guglielmo, da Giovanni e Teresa Albanelli; n. il 15/8/1903 a Bologna. Fornaio. Il
27/11/22 fu arrestato perché accusato di avere preso parte a uno scontro a fuoco con i fascisti a
Trebbo di Reno (Castel Maggiore), insieme con i fratelli Amedeo* ed Elio* e altri militanti di
sinistra, nel corso del quale perse la vita uno squadrista e 3 restarono feriti. Venne prosciolto in
istruttoria e liberato dopo avere fatto numerosi mesi di carcere preventivo. Il fratello Amedeo fu
ucciso dai fascisti. [O]
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
Fantoni Ruggero, da Oreste e Clelia Puggioli; n. il 10/9/1920 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Rappresentante. Prese parte alla lotta di liberazione in Jugoslavia. Militò nella
brg Garibaldi della div Italia. Ferito. Riconosciuto partigiano dal 9/9/43 al 29/10/44.
Fantuzzi Alberto, da Calisto e Ida Bondioli; n. il 24/6/1924 a Monte S. Pietro. Nel 1943 residente a
Bologna. Licenza elementare. Operaio. Collaborò a Monte S. Pietro con il btg Monaldo della 63a
brg Bolero Garibaldi. Riconosciuto benemerito dal 15/9/43 alla Liberazione.
Fantuzzi Celestina, da Giulio e Caterina Branchetti; n. l'1/5/1917 a Castello di Serravalle. Nel
1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Operaia. Militò nella 63a brg Bolero Garibaldi.
Riconosciuta partigiana dall’8/7/44 alla Liberazione.
Fantuzzi Elio, da Cesare ed Elena Visconti; n. l'11/11/1913 a Casalecchio di Reno. Nel 1943
residente a Bologna. Licenza elementare. Esercente. Militò nel comando della brg Matteotti Città e
operò a Bologna. Riconosciuto partigiano con il grado di maresciallo dall’1/10/43 alla Liberazione.
Fantuzzi Elio, «Cit», da Emilio e Teresa Defranceschi; n. il 19/7/1926 a Castello di Serravalle; ivi
residente nel 1943. 4a elementare. Carpentiere. Militò nel btg Artioli della 63a brg Bolero Garibaldi
e operò a Monte S. Pietro. Riconosciuto partigiano dal 7/4/44 alla Liberazione.
Fantuzzi Enrico, da Augusto ed Ermelinda Ghermandi; n. il 23/12/1916 a Bologna; ivi residente
nel 1943. Colono. Riconosciuto benemerito.
Fantuzzi Eugenio, «Barba», da Pietro; n. il 10/2/1918 a Bologna; ivi residente nel 1943. Licenza
elementare. Operaio. Prestò servizio militare a Treviso nei bersaglieri nel 1939. In seguito alla sua
attività antifascista subì aggressioni e bastonature e fu incarcerato. Nel corso della lotta di
liberazione militò nella 66a brg Jacchia Garibaldi e operò a Monterenzio. Fu incarcerato a Bologna
dal 20/1 all’8/2/45. Venne poi internato in campo di concentramento a Bolzano fino all'1/5/45.
Riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dall’1/7/44 alla Liberazione.
Fantuzzi Francesco, «Frate», da Emanuele e Graziella Malaguti; n. il 28/3/1913 a Bologna; ivi
residente nel 1943. Licenza di avviamento professionale. Tipografo. Prestò servizio militare a Roma
e in Albania dal 1940 al 1943 con il grado di caporale maggiore. Militò nel 1° btg Busi della 1a brg
Irma Bandiera Garibaldi. Riconosciuto partigiano dal 10/9/43 alla Liberazione.
Fantuzzi Giancarlo, «Pusilla», da Mario e Fernanda Zaccarelli; n. il 6/2/1927 a Sala Bolognese.
Nel 1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Commerciante. Militò nella 7a brg GAP Gianni
Garibaldi e operò a Bologna. Riconosciuto partigiano dal 15/6/44 alla Liberazione.
Fantuzzi Gina, «Franca», da Medardo e Argia Silvagni; n. il 10/3/1927 a Borgo Panigale (BO).
Nel 1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Operaia. Militò nel btg Tarzan della 7a brg GAP
Gianni Garibaldi e operò a Bologna. Riconosciuta partigiana dall’1/4/44 alla Liberazione.
Fantuzzi Gino, da Medardo e Argia Silvagni; n. il 15/9/1922 ad Anzola Emilia. Nel 1943 residente
a Bologna. Licenza elementare. Ferroviere. Prestò servizio militare a Torino nel genio dal 18/1/42
all’8/9/43. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Ferito. Riconosciuto partigiano con il grado di
sottotenente dal 13/3/44 alla Liberazione.
Fantuzzi Gustavo, «Remo», da Alfredo e Fernanda Piana; n. il 7/3/1927 a Sala Bolognese. Nel
1943 residente a Castel Maggiore. Licenza elementare. Fruttivendolo. Militò nella 7a brg GAP
Gianni Garibaldi e operò a Bologna. Partecipò alla battaglia di Porta Lame. Riconosciuto partigiano
con il grado di sottotenente dall’1/5/44 alla Liberazione.
Fantuzzi Italo, da Mario e Fernanda Zaccarelli; n. il 30/6/1933 a Castel Maggiore. Nel 1943
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
residente a Bologna. Scolaro. Fu attivo a Bologna nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi. Riconosciuto
patriota dall’1/7/44 alla Liberazione.
Fantoni Luciano, da Goffredo* e Giulia Modoni; n. il 22/9/1917 a Bologna. Militante di GL. Nel
1937 si recò in Spagna, si arruolò nella 26ª brg mista e combattè sul fronte di Saragozza. Fu
classificato comunista ed emesso un ordine di cattura nei suoi confronti, se fosse rimpatriato.
Rientrato in Francia nel 1939, fu internato nel campo di Argelès sur mer. [O]
Fantuzzi Maria, da Raffaele e Augusta Gubellini; n. il 13/6/1908 a S. Giorgio di Piano. Nel 1943
residente a Bologna. 3a elementare. Operaia. Militò nella 7a brg GAP Gianni Garibaldi e operò a
Bologna. Venne incarcerata a Bologna dall'11 al 13/2/45. Riconosciuta partigiana dall’1/12/43 alla
Liberazione.
Fantuzzi Mario, «Pippo», da Raffaele e Augusta Gubellini; n. il 14/5/1905 a S. Giorgio di Piano.
Nel 1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Commerciante grossista. Messosi a disposizione
di Giuseppe Alberganti*, segretario della federazione bolognese del PCI e, successivamente, del
CUMER, fu incaricato di trasportare armi e munizioni in varie città italiane, tra cui Milano, Parma e
Ferrara. Ebbe, tra l'altro, l'incarico di accompagnare, da Milano a Bologna, Giorgio Amendola nel
corso di una delle sue ispezioni per conto del comando generale delle brgg Garibaldi. Riconosciuto
partigiano per appartenenza al CUMER dall’1/4/44 alla Liberazione. Testimonianza in RB1. [AR]
Fantuzzi Renato, da Valentino e Alfonsina Barbieri; n. il 3/9/1912 a S. Giovanni in Persiceto; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Muratore. Prestò servizio militare nei bersaglieri dal 1939
all’8/9/43. Militò nel btg Marzocchi della 63a brg Bolero Garibaldi e operò a S. Giovanni in
Persiceto. Riconosciuto partigiano dal 22/9/44 alla Liberazione.
Fantuzzi Renzo, da Sante e Ines Guberti; n. l’8/3/1928 ad Anzola Emilia; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Colono. Fu attivo ad Anzola Emilia nel btg Artioli della 63a brg Bolero
Garibaldi. Riconosciuto patriota dal 10/6/44 alla Liberazione.
Fantuzzi Rinaldo, da Raffaele e Augusta Gubellini; n. il 10/12/1888 ad Argelato. Nel 1920
residente a Borgo Panigale (BO). Licenza elementare. Ambulante. Iscritto al PSI. Fu attivista
sindacale e di partito sin dalla giovane età e per la sua attività politico-sindacale fu schedato nel
1913. Nel 1920 venne eletto nel consiglio comunale di Borgo Panigale, che allora era comune
autonomo. Nel 1921 l'amministrazione socialista fu costretta a dimettersi. Venne più volte
bastonato dai fascisti. Il 26/12/38 fu radiato dall’elenco degli schedati e incluso in quello dei
sovversivi. Restò sempre fedele alla sua idea. [O]
Fantuzzi Secondo. L'1/5/26 fu arrestato a Bologna con Guido Armaroli*, Luigi Fabbri* da Luigi,
Gaetano Melotti*, Dario Nanni* e Oreste Scurani* mentre stavano distribuendo volantini che
inneggiavano alla Festa del lavoro. Il 3/3/27 fu condannato a 6 mesi di reclusione. [O]
Fantuzzi Umberto, «Ruggero», da Giulio e Caterina Branchetti; n. il 16/10/1912 a Monte S. Pietro.
Nel 1943 residente a Castello di Serravalle. Licenza elementare. Muratore. Militò nel btg Monaldo
della 63a brg Bolero Garibaldi. Riconosciuto partigiano con il grado di capitano dall’1/11/43 alla
Liberazione.
Fantuzzi Zefferino, da Domenico e Maria Verticelli; n. il 30/7/1912 a Monte S. Pietro; ivi
residente nel 1943. Licenza elementare. Manovale. Fu attivo a Monte S. Pietro nel btg Monaldo
della 63a brg Bolero Garibaldi. Riconosciuto patriota dall’1/1/44 alla Liberazione.
Faragalli Giacinto, da Sofia Faragalli; n. il 16/8/1899 a Teramo. Nel 1943 residente a Bologna.
Licenza elementare. Impiegato. Prestò servizio militare a Bologna nei carabinieri con il grado di
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945),
a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri.
vice brigadiere. Fu membro del CUMER. Riconosciuto partigiano dall’1/10/43 alla Liberazione.
Fari Emilio, «Libertà», da Francesco e Zelinda Righi; n. l’8/8/1917 a Savigno; ivi residente nel
1943. Licenza elementare. Operaio. Prestò servizio militare a Trieste nella guardia di finanza dal
1937 al 1942. Militò nel btg Rovinetti della 7a brg GAP Gianni Garibaldi e operò a Marzabotto.
Riconosciuto partigiano dal 27/1/45 alla Liberazione.
Farina Adriano, da Pietro e Argia Zoccadelli; n. il 2/6/1921 a Zola Predosa; ivi residente nel 1943.
Licenza elementare. Operaio meccanico. Militò nel btg Monaldo della 63a brg Bolero Garibaldi e
operò a Monte S. Pietro. Cadde in combattimento a Monte Rasiglio l'8/10/1944. Riconosciuto
partigiano dall'1/7/44 all'8/10/44.
Farina Albino, da Sante e Maria Testi; n. il 23/6/1907 a Budrio; ivi residente nel 1943. Licenza
elementare. Cappellaio. Antifascista, partecipò attivamente alla lotta di liberazione. L'8/9/43 si
assunse personalmente il compito di smistare nei vari magazzini il grano depositato all'ammasso
perché non venisse asportato dai tedeschi. Fu attivo nella 4a brg Venturoli Garibaldi e contribuì alla
costituzione a Budrio del CLN comunale del quale divenne presidente. Riconosciuto patriota
dall’1/8/44 alla Liberazione. [AQ]
Farina Domenico, da Pietro e Giuseppa Beltrami; n. il 21/8/1877 a Conselice (RA). Arrestato a
Imola, a seguito della scoperta dell'organizzazione comunista imolese, con ordinanza del 2/5/27 fu
scarcerato provvisoriamente per mancanza di sufficienti indizi di reità, previo atto di sottomissione.
Con sentenza del 13/6/27 fu prosciolto per non luogo a procedere. La sentenza investì 276
antifascisti, 19 dei quali furono rinviati al Tribunale speciale, mentre gli altri 257 furono prosciolti
perché le prove a loro carico erano limitate agli anni antecedenti le leggi eccezionali.
Farina Evangelista, da Raffaele e Maria Fabbri; n. il 9/5/1904 a Casola Valsenio (RA). Nel 1943
residente a Fontanelice. Licenza elementare. Manovale. Militò nella 36a brg Bianconcini Garibaldi e
operò su Monte Battaglia. Riconosciuto partigiano dal 6/5/44 al 30/9/44.
Farina Ferruccio, da Domenico e Carolina Brini; n. il 10/4/1917 a Imola; ivi residente nel 1943.
Operaio. Militò nella brg SAP Imola. Riconosciuto partigiano dall’1/9/44 al 14/4/45.
Farina Gastone, da Adolfo e Pia Macchi; n. l' 1/3/1924 a Casalecchio di Reno. Nel 1943 residente
a Bologna. Studente. Militò nella brg Stella rossa Lupo. Mori per le ferite riportate in
combattimento contro i nazifascisti il 20/9/1944. Riconosciuto partigiano con il grado di tenente dal
6/1/44 al 20/9/44.
Istituto per la storia di Bologna; Comune di Bologna;
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”; Regione Emilia-Romagna.
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Lettera F - Comune di Bologna