Coordinato da Valeria Lai Agenzia Adiconsum - anno XXI - n. 8 - 13 febbraio 2009 Stampato in proprio in febbraio 2009 In questo numero: Ecolabel anche per l’auto? Parliamone. Scuola: registro elettronico, sms ai genitori, ma chi paga? Auto - Ecolabel anche per l’auto? Parliamone. Scuola - Registro elettronico e sms ai genitori: ma chi paga? Energia - Detrazioni 55% per il risparmio energetico: un successo dell’Adiconsum e delle altre associazioni di settore Consumi - Incentivi dal governo per l’acquisto di mobili, elettrodomestici e automobili Assicurazioni - Plurimandato e diritto di recesso: Adiconsum condivide le posizioni dell’Antitrust Inflazione - Scendono i prezzi al consumo, ma è solo “merito” della recessione in atto Supplemento Okkio a… - La conservazione delle ricevute Test noi consumatori periodico settimanale di informazione e studi su consumi, servizi, ambiente Registrazione Tribunale di Roma n. 350 del 9.06.88 – Iscriz. ROC n. 1887 Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2, DCB Roma Auto Ecolabel anche per l’auto? Parliamone. Il legislatore europeo si accinge ad estendere al settore degli autoveicoli l’obbligo di etichettatura ecologica. È importante però che la comunicazione al consumatore sia chiara, comprensibile ed efficace. L e caratteristiche tecniche dell’auto sono diventate oggi rilevanti per la circolazione e non solo per gli appassionati; abbiamo conseguito il diritto ad informazioni precise e confrontabili per capi d’abbigliamento, cibi eccetera, ed è arrivato il momento di affermare il diritto ad un’informazione trasparente sulle caratteristi che dell’auto che possono essere coinvolte in decisioni di limiti alla circolazione ed anche, perché no, coinvolgere la nostra personale sensibilità ecologica. L’auto contribuisce all’inquinamento generale ed al riscaldamento della terra ed è importante per tutti che il livello di emissione degli agenti inquinanti di ogni esem plare in circolazione sia quantomeno noto al proprietario e sia la base oggettiva di ogni decisione delle autorità in merito ad eventuali limitazioni della circolazione. Non dovranno ripetersi episodi come la limitazione della circolazione, in alcuni comuni, di veicoli Diesel Euro 4, acquistati con incentivi “ecologici” per la rottamazione di veicoli “anziani”, se non dotati di FAP all’origine; il dispositivo FAP non è oggetto di alcuna normativa specifica, è stato introdotto da alcune aziende costruttrici, e le decisioni delle amministrazioni hanno avuto il sapore di un sostegno commerciale di scelte tecnologiche specifiche, piuttosto che di difesa di interessi generali. Il riferimento al livello “Euro” per definire la classe di inquinamento è diventato di comune dominio nella comunicazione pubblicitaria ed istituzionale delle autorità e dei costruttori, ma non è indicato sulla carta di circolazione, che riporta invece il riferimento alla specifica rispettata ai fini della omologazione. Occorre una tabella di transcodifica complessa, perché ogni livello Euro abbraccia diverse specifiche e ci vuole un esperto per essere certi, altro che ordinaria diligenza del consumatore. Ed oggi si affaccia una qualche forma di regolamentazione delle emissioni di CO2, ritenuto responsabile del riscaldamento della terra ed oggetto degli accordi di Kyoto e seguenti; il tema è in discussione in ambito Cee, dove si confrontano posizioni diverse degli stati membri, influenzati dalla difesa di interessi industriali nazionali. Ad oggi la tendenza è penalizzare i costruttori all’origine, se il mix dei veicoli prodotti non rientra nei livelli obiettivo, ed il dibattito è centrato sulla scelta di obiettivi di emissione legati alla cilindrata – cioè ammettere un livello di CO2 maggiore per cilindrate elevate e minori per cilindrate inferiori – oppure di fissare un livello di emissione medio di CO2 della gamma commercializzata, che favorirebbe la proposta di auto piccole e meno inquinanti. Test noi consumatori In ogni caso è importante che siano definiti gli obblighi di “etichetta” del prodotto automobile, in termini comprensibili al consumatore, non solo sulla carta di circolazione, ma in ogni momento di comunicazione, dal listino al contratto di acquisto dell’auto, per rendere trasparente e consapevole la scelta di un bene così complesso ed articolato. Quale informazione per il consumatore? Le informazioni, contrattualmente impegnative per il venditore, che dovrebbero essere riportate su di una targhetta inamovibile posta sul veicolo – nonché nella comunicazione pubblicitaria – dovrebbero esplicitare: 1. il livello Euro di riferimento; 2. i livelli di emissione dei singoli elementi previsti dalla normativa, per ogni carburante utilizzabile dal veicolo. Nel caso di veicoli a doppia alimentazione, come ad esempio gpl/benzina dovrebbe essere previsto un segnale ottico evidente all’esterno quando il veicolo circola con il carburante ad emissioni minori; 3. la presenza di eventuali dispositivi ausiliari per il controllo dei fattori inquinanti (catalizzatore passivo, Fap, Dpf, ecc.) e le conseguenze dei medesimi sulla manutenzione ordinaria e straordinaria del veicolo; 4. le condizioni guida ottimali per ridurre l’emissione di inquinanti; 5. i dati sul consumo in condizioni d’uso e non solo nelle condizioni di misura ai fini dell’omologazione. Una responsabilità comune Ma se davvero vogliamo smettere di considerare l’auto la regione di ogni male, e guardare al problema delle emissioni in ottica globale, occorre che ognuno faccia la sua parte: • i costruttori dovrebbero favorire la diffusione dei cambi automatici a controllo elettronico con specifici programmi di “minime emissioni”; • Il consumatore dovrebbe vedere soddisfatto il suo diritto alla “consumer education” sancito dal codice del consumo, e ricevere informazioni corrette e comparabili sull’uso responsabile dell’auto, ai fini della sicurezza e della limitazione dei consumi e delle emissioni; • le amministrazioni locali dovrebbero rimuovere alla radice le ragioni di congestione del traffico, ed in generale l’organizzazione sociale dovrebbe farsi carico dell’esigenza di mobilità dei cittadini, diventata primaria come il pane e la pasta; • il coordinamento tra l’uso del mezzo pubblico e del mezzo privato deve essere perseguito con determinazione, senza volontà di vessazione del mezzo privato su basi ideologiche, ma con diversa organizzazione degli orari di lavoro di negozi ed uffici pubblici, degli orari di circolazione dei mezzi pesanti e delle consegne, e così via; • la revisione periodica deve diventare un momento di tutela degli interessi generali e non una mera e onerosa formalità burocratica, parafiscale; le procedure e modalità di controllo devono garantire il rispetto delle caratteristiche originarie di omologazione e dei requisiti di sicurezza in modo oggettivo e trasparente per il consumatore. Raffaele Caracciolo Test noi consumatori Scuola Registro elettronico e sms ai genitori: ma chi paga? Il ministro Gelmini ha annunciato nuovi servizi, ma le scuole italiane ormai vivono solo grazie ai contributi delle famiglie. I genitori italiani hanno accolto con favore l’iniziativa di adottare nelle scuole pubbliche il registro elettronico e le comunicazioni via sms, ma si chiedono con quali soldi si intenda portare avanti tali iniziative, dato che a tutt’oggi manca addirittura la copertura finanziaria per le spese di funzionamento e di didattica necessarie per garantire la normale attività scolastica. Adiconsum ritiene serebbe opportuno che il ministro Gelmini – nel valorizzare nuovi servizi – evidenziasse in maniera esplicita a carico di chi siano i costi, se delle scuole e delle famiglie o del suo dicastero. Tasse scolastiche 2009/2010: verificarne la legittimità Intanto, con la circolare del 21 gennaio 2009, il ministero della Pubblica Istruzione ha fissato per le famiglie disagiate, i limiti di reddito per richiedere l’esonero dalle tasse scolastiche per l’anno scolastico 2009-2010. Numero di componenti il nucleo familiare 1 2 3 4 5 6 7 e oltre Limite di reddito espresso in euro (anno d’imposta 2008) 4.871 8.081 10.388 12.406 14.423 16.347 18.266 Fonte: Ministero della Pubblica Istruzione Il contributo per la tassa di iscrizione è pari ad Euro 6,04, mentre la tassa di frequenza ammonta a Euro 15,13. Il “contributo volontario” Il pagamento del contributo volontario che la scuola richiede insieme al pagamento delle tasse erariali non è obbligatorio. La legge precisa che si tratta di “una erogazione liberale a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado” e che deve essere finalizzata all’innovazione tecnologica, all’edilizia scolastica, all’ampliamento dell’offerta formativa. Non può essere quindi considerato obbligatorio ai fini dell’iscrizione alla scuola pubblica. Test noi consumatori Le scuole che giocano sull’equivoco nei confronti delle famiglie sono molte e le segnalazioni che arrivano alle sedi Adiconsum sono sempre più numerose. I trucchetti utilizzati per ottenere un contributo maggiore dalle famiglie sono molti. Tra questi: • invio dei bollettini anche ad alunni esonerati dal pagamento delle tasse scolastiche erariali; • bollettini unici con cifre che comprendono oltre alle tasse dovute anche i contributi volontari; • far passare illegittimamente i contributi volontari come obbligatori; • negare l’iscrizione ad alunni le cui famiglie si rifiutano di pagare i contributi volontari. Adiconsum ricorda alle famiglie italiane che, oltre ai figli di famiglie disagiate, sono esonerati dal pagamento delle tasse scolastiche erariali gli studenti che si iscrivono al primo, secondo e terzo anno (scuola dell’obbligo) dei corsi di studio degli istituti di istruzione secondaria di II grado. La tassa d’iscrizione è dovuta solo per l’iscrizione al 4° e 5° superiore. Lo Sportello Scuola di Adiconsum Sul sito www.adiconsum.it ([email protected]) è attivo uno sportello per segnalare: • le scuole che non rispettano il tetto di spesa; • le scuole che richiedono il contributo scolastico come obbligatorio ai fini dell’iscrizione. Le segnalazioni pervenute saranno girate al ministero della Pubblica Istruzione e all’Antitrust. Energia Detrazioni 55% per il risparmio energetico: un successo dell’Adiconsum e delle altre associazioni di settore Grazie alle iniziative messe in campo da Adiconsum e dalle altre associazioni di settore è salva la detrazione fiscale del 55% sulle spese per la riqualificazione energetica degli edifici. Non sono state modificate le modalità di accesso alle detrazioni del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica effettuati nel 2008. Per gli interventi che saranno effettuati nel 2009 e nel 2010 le novità sono le seguenti: • cambia il periodo di detrazione stabilito in 5 rate annuale di pari importo (e non più a scelta tra un minimo di tre ed un massimo di dieci); • è stato introdotto l’obbligo di invio di una domanda preventiva all’Agenzia delle Entrate per via informatica. Test noi consumatori Il modulo informatico per la trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate non è stato ancora predisposto e sarà contenuto invece in un provvedimento dell’agenzia, da adottarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione D. Lgs. 185/08. Entro 30 giorni dalla data di adozione del provvedimento, verrà attivata la procedura per la trasmissione del formulario. Altri dettagli sulla semplificazione della procedura saranno contenuti in un decreto di natura non regolamentare che dovrà essere pubblicato entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del D. Lgs. 185/08. In attesa dei decreti e dei provvedimenti semplificativi sul portale dell’ENEA, predisposto per accogliere la documentazione fino ad oggi, sarà possibile caricare solo pratiche di interventi eseguiti nel 2008. Consumi Incentivi dal governo per l’acquisto di mobili, elettrodomestici e automobili Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge contenente un pacchetto di misure a sostegno dei settori strategici, nel quale è previsto l’incentivo per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici (cucine , lavatrici, tv, frigoriferi, lavastoviglie, ecc.) ad alta efficienza energetica (se l’acquisto avviene nell’ambito di una ristrutturazione per il recupero del patrimonio edilizio). L’incentivo consiste in una detrazione Irpef del 20% da ripartire in 10 anni. Calcolata su un importo massimo complessivo di 10.000 euro da sostenere entro il 31 dicembre 2009. • • • • • • Incentivi rottamazione auto Varate anche le seguanti misure a sostegno dell’industria automobilistica: bonus di 1500 euro a chi rottama un’autovettura euro 0, euro 1, euro 2, immatricolata fino al 31 dicembre 1999 e acquista una vettura euro 4 o euro 5 con emissione massima di 140 g/km di CO2 per i veicoli a benzina e 130 g/km di CO2 per i veicoli diesel; incentivi senza rottamazione di 1500 euro per l’acquisto di auto ecologiche (metano, elettriche e a idrogreno) con emissioni non superiori a 120g/km di CO2. L’incentivo è cumulabile con quello per la rottamazione; contributo di 500 euro per chi trasforma l’auto da benzina a gpl e di 650 euro per chi la trasforma da benzina a metano; bonus di 2500 euro per l’acquisto di veicoli commerciali leggeri nuovi con rottamazione di veicoli euro 0, euro 1, euro 2 immatricolati entro il 31 dicembre 1999. Gli incentivi salgono a 4000 euro per l’acquisto senza rottamazione di veicoli a gpl, metano, idrogeno. L’incentivo è cumulabile con quello per la rottamazione; bonus di 2500 euro per l’acquisto di autoveicoli nuovi per trasporto promiscuo, autocarri leggeri entro le 3,5 tonnellate, autoveicoli per trasporti specifici, autoveicoli per uso speciale e autocaravan a chi rottama autoveicoli euro 0, euro 1, euro 2, immatricolati prima del 31 dicembre 1999; bonus di 500 euro per chi rottama un motociclo o ciclomotore euro 0, euro 1 per acquistarne uno euro 3 nuovo fino a 400 cm3 di cilindrata. Scarsi i vantaggi per i consumatori, pesanti gli oneri per i contribuenti Questi provvedimenti rispondono ad una logica di emergenza, e rischiano – alla fine dei conti – di sostituirsi soltanto agli sconti abitualmente praticati dalle imprese e dai commercianti. Test noi consumatori Ciò potrebbe tradursi in scarsi vantaggi per i consumatori, a fronte di pesanti oneri per i contribuenti. La crisi attraversa non solo il settore dell’auto e degli elettrodomestici, ma anche il settore tessile, quello edile, ecc.. Il Paese ha bisogno di scelte di sviluppo, non di privilegiare ancora una volta il mezzo di trasporto privato. Le città esplodono di automobili che non si sa più dove parcheggiare, mentre il trasporto pubblico resta in molti casi a livello fatiscente: è su questo che sarebbe opportuno investire. Assicurazioni Plurimandato e diritto di recesso: Adiconsum condivide le posizioni dell’Antitrust L’Antitrust ha inviato una segnalazione a Governo e Parlamento, secondo la quale gli emendamenti in materia di plurimandato e di diritto di recesso nei contratti assicurativi pluriennali presentati al Ddl sviluppo “avranno, se approvati, un impatto negativo su concorrenza e tutela del consumatore”. Come già denunciato da Adiconsum, il tentativo di abolizione del plurimandato e del diritto di recesso rappresenta il tentativo di salvaguardare le posizioni di rendita dei grandi gruppi assicurativi. Nell’ultimo anno queste due norme hanno favorito l’aumento della “mobilità” degli assicurati di 10 punti percentuali. L’Italia, pur rimanendo il fanalino di coda dell’Europa per la mobilità, grazie a queste due norme ha così iniziato un tendenziale allineamento con gli altri paesi. Questi provvedimenti, come ammesso dallo stesso presidente dell’Ania, hanno portato a significative riduzioni del costo delle polizze per gli assicurati. La non concorrenzialità determinata dalla loro abolizione procurerebbe un danno alle piccole imprese e agli assicurati in termini di opportunità di scelta e di risparmio. La segnalazione dell’Antitrust al Governo e al Parlamento, riveste per Adiconsum una posizione importantissima. L’auspicio è che Governo e Parlamento la tengano nella dovuta considerazione. Inflazione Scendono i prezzi al consumo, ma è solo “merito” della recessione in atto La riduzione rilevata dall’Istituto di statistica rivela una tendenziale diminuzione dei prezzi al consumo che evidenzia la recessione in atto nel Paese. Per quanto riguarda il paniere, gli aggiornamenti sono positivi, anche se resta ancora insufficiente il peso attribuito all’Rc auto nel bilancio delle famiglie. Adiconsum ritiene che esso gravi in maniera significativa sul budget familiare e che debba assumere un peso pari almeno al 2,5% (contro l’attuale peso previsto che è invece inferiore all’1%). Inoltre il nuovo paniere non risolve ancora il problema del mancato inserimento di quei prodotti che – grazie a piccole modifiche – vengono reimmessi come “nuovi” sul mercato, aggirando così la rilevazione del prezzo. Infine, Adiconsum torna a chiedere la rilevazione automatizzata dei prezzi attraverso il codice a barre, per evitare ribassi ad hoc da parte degli esercizi commerciali oggetto della verifica. Test noi consumatori www.adiconsum.it Un click e sei in Adiconsum! Direttore: Paolo Landi • Direttore responsabile: Francesco Guzzardi • Comitato di redazione: Riccardo Comini, Grazia Simone, Fabio Picciolini, Fabrizio Premuti, Valter Rigobon • Amministrazione: Adiconsum, via Lancisi 25, 00161 - Roma • Reg. Trib. Roma n. 350 del 9.06.88 • Iscriz. ROC n. 1887 • Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2, DCB Roma ADESIONI E ABBONAMENTI • Adesione (12 mesi): € 31,00 (€ 15,00 per gli iscritti Cisl e Siulp) • Abbonamento a Test noi consumatori (12 mesi): € 35,00 (€ 25,00 per gli iscritti Cisl e Siulp) • Adesione + abbonamento a Test noi consumatori (12 mesi): € 46,00 (€ 30,00 per gli iscritti Cisl e Siulp) L’abbonamento a Test noi consumatori dà diritto a ricevere in formato elettronico (pdf) o cartaceo: la newsletter settimanale Adiconsum News + gli speciali Adifinanza, Consumi & diritti, Attorno al piatto e gli opuscoli monografici della serie La guida del consumatore. I versamenti possono essere effettuati su c.c.p. 64675002 intestato ad Adiconsum