Scuola Media Statale "Mons.B.Castegnaro" Emilio Rizzetto Sindaco di San Pietro in Gu Un “tuffo” nella storia: San Pietro in Gu, la sua realtà sociale, economica e culturale nella seconda metà dell'800. Il ruolo svolto dal Cav. Emilio Rizzetto, Sindaco dal 1867 al 1892. Ricerca realizzata dagli alunni delle classi III A e III B Anno scolastico 1994 – 1995 INTRODUZIONE In occasione dell'inaugurazione del Palazzo Rizzetto il sindaco di San Pietro in Gu ha proposto agli studenti della scuola media di effettuare una ricerca sul Cavalier RIZZETTO , sindaco di questo comune dal 1867 al 1892. Molti non avevano mai sentito parlare di lui e la proposta destò curiosità ed interesse. All'inizio di quest'anno scolastico due alunni delle terze A e B incontrarono nella sua casa di Padova un nipote dell'illustre personaggio, l'ingegner Rizzardo RIZZETTO che fornì alcune informazioni utili per il lavoro. Poi è cominciata la ricerca vera e propria mentre andava delineandosi sempre più chiaramente l'oggetto dello studio. Si voleva conoscere meglio la figura di Emilio RIZZETT O, ma anche la realtà sociale, culturale ed economica di San Pietro in Gu nella seconda metà dell'800. Sono state raccolte e consultate molte fonti: articoli di giornali dell'epoca, libri e documenti vari. Anche una visita d'istruzione al Museo del Risorgimento di Vicenza ha permesso di reperire informazioni preziose. Ma soprattutto sono stati utilizzati i registri delle delibere della Giunta e del Consiglio Comunale dal 1867 al 1892. Tutto il materiale raccolto è stato schedato e si è passati alla stesura del testo. La ricerca è stata proprio "un tuffo nel passato" che ha permesso a tutti, alunni ed insegnanti , di conoscere meglio le radici del paese nel quale ci troviamo. San Pietro in Gu, aprile 1995 V it a d i E m il io R I Z Z E TT O , p r im o s in dac o d i Sa n Pie tr o in G u Antonio Rizzetto Pasqua Dal Bian Eugenio Rizzetto Ida Emma Emilio Rizzetto Annetta Ferighi Tazio Rizzetto Ferdinando Rizzetto Ugo Rizzetto Adele Perdibon Pia Zoe Zeno Rizzardo Guido Iva Enzo Emilio Pizzetto nacque a San Pietro in Gu, il 9 aprile 1826 da Antonio Pizzetto e Pasqua Dal Bian. Dal registro parrocchiale risulta che fu battezzato lo stesso giorno della nascita con il nome di Emilio Cesare Cipriano. Aveva altri tre fratelli, tutti maschi, Eugenio Tazio e Ferdinando. Con loro partecipò alle guerre d'indipendenza. Una targa murata in una sala del palazzo municipale li ricorda tutti e quattro, insieme ad altri volontari del Comune che parteciparono a quelle campagne militari ricevendo varie menzioni e medaglie al valor militare e speciali. Deposte le armi ritornò alla vita civile. Si sposò con Annetta Ferighi ed ebbe cinque figli: Ida, Emma, Ugo, Pia e Zoe. Per venticinque anni, dal 1867 al 1892, fu sindaco del Comune, sia quando, nei primi anni, la carica era di nomina regia, sia quando, dopo la riforma di Crispi, il sindaco era eletto per suffragio popolare. Bortolo Castegnaro nel suo " San Pietro in Gu' " lo definì "uomo di ingegno pronto, di carattere energico e di buona competenza amministrativa ". Certamente fu una figura molto importante per il nostro comune. Era un uomo colto: conosceva la storia e la letteratura italiana, parlava correttamente d francese e il tedesco. Moltissime furono le sue iniziative che contribuirono a trasformare e migliorare la zona. Ottenne che la ferrovia toccasse il paese. Insistette perché fosse istituito un ufficio postale a San Pietro in Gu, facendo presente la scomodità di raggiungere Cittadella. Per suo impulso molti terreni del comune furono sistemati: ridotte le risaie anche per migliorare l'igiene pubblica, fu estesa invece la rete d'irrigazione, sistemate strade e corsi d'acqua. Laureato in chimica e farmacia, agronomo," fu il primo che nel 1874 introdusse i concimi chimici nel Veneto. A San Pietro in Gu venne introdotta per sua iniziativa la coltivazione del frumento [Noè] pel quale e pel relativo concime egli inventò la seminatrice".(1) Per migliorare la condizione dei contadini preparò un progetto sul credito agrario che presentò all'Esposizione Regionale di Verona nel 1889 ricevendo numerosi consensi. Fondò una Società agricola operaia di Mutuo Soccorso. Il giornale “Il Veneto" del 2 aprile 1889 riportò così la notizia. "Oggi 31 marzo coi rogiti dell'egregio don. Rossi notaio di Grantorto s'è' costituita la società agricola operaia di Mutuo soccorso. Intervennero quaranta soci fondatori ed è da ripromettersi che, ai saggi provvedimenti dello Statuto, in breve assumerà uno sviluppo quasi generale". Il sindaco Rizzetto ebbe a cuore in modo particolare l'istruzione che, chiamava "guida potente dell'umanità... ".(2) Numerosi sono gli interventi che dimostrano l'attenzione riservata alle scuole: il controllo del profitto, i premi agli alunni più meritevoli, l'acquisto dei libri per i poveri, la pronta applicazione delle leggi nazionali come quella del 7 luglio 1878 che rese obbligatorio l'insegnamento della ginnastica. Fu progettato e costruito un nuovo edificio scolastico per le scuole elementari, che comprendeva al piano terreno le aule, al secondo le abitazioni dei maestri. La costruzione obbediva alle indicazioni della pedagogia e dell'igiene, con appositi caloriferi, aule largamente arieggiate e acqua potabile. (3) La scuola di agronomia, con il campo sperimentale fondata nel 1874, quella di bachicoltura nel 1877 e la più recente scuola elementare di veterinaria costituivano una vera scuola per agricoltori. Emilio Rizzetto morì il 10 novembre 1895 colto da un malore improvviso mentre era ospite del cav. Biga a Carmignano. La notizia ebbe un'immediata risonanza sulla stampa. Il Giornale della provincia di Vicenza vi dedicò alcuni articoli il 12 e il 14 novembre in occasione dei funerali. Anche il Corriere della Sera del 14-15 novembre 1895 pubblicò un articolo dal titolo " La morte del Capitano Rizzetto. Una pagina di storia milanese". Emilio Rizzetto veniva ricordato soprattutto per la partecipazione alle lotte risorgimentali ed in particolare alla campagna Garibaldina del 1848. L'articolista concludeva dicendo "Col Rizzetto sparisce uno dei pochi superstiti di quel corpo di volontari; ed è perciò che abbiamo creduto opportuno di conservare una qualche memoria di quel valoroso, onesto e modesto". R I Z Z E T T O e le g u e r re r is o r g im e n t a li Il 1848 fu l'anno delle rivoluzioni e della I guerra di indipendenza italiana. Anche San Pietro in Gu partecipò agli avvenimenti che sconvolsero molte parti d'Europa. Il nostro paese, all'epoca,era ancora sotto la provincia di Vicenza (lo rimarrà fino al 1853) , e alla rivolta della città contro gli Austriaci partecipò, tra gli altri , anche Emilio RIZZETTO, allora ventiduenne. Ma come si svolsero i fatti ? Alla notizia della rivolta liberale di Vienna,fra il 17 e il 22 marzo, Venezia e Milano insorsero, cacciando gli Austriaci. Il 23 marzo Carlo Alberto, sovrano del Regno di Sardegna, dichiarò guerra all'Austria. A Vicenza l'eco delle insurrezioni provocò manifestazioni di gioia popolare ed il 25 la guarnigione abbandonò la città, dove si formò un governo provvisorio. Emilio RIZZETTO partì come volontario insieme a molti giovani veneti desiderosi di sconfiggere gli Austriaci chiusi nelle fortezze del quadrilatero. Si chiamavano Crociati perché le loro giubbe erano ornate di una croce rossa in omaggio alle ideologie neoguelfe ed alla persona di Pio IX. RIZZETTO era caporale della seconda compagnia. L'8 aprile si scontrarono a Sorio con una colonna austriaca. Tra i Crociati vi furono 50 morti e 30 prigionieri e gli altri in fuga verso Vicenza: la sconfitta. Per tanti giovani, fu un duro scontro con la realtà dell'insurrezione. Intanto l'Austria mandò rinforzi alle truppe chiuse nel quadrilatero. Da Udine, caduta il 23, aprile, il generale THURN TAXIS si diresse verso Verona, passando per Cittadella, San Pietro in Gu, Vicenza. Anche Emilio RIZZETTO combatté tra il 20 e il 24 maggio alla difesa della città che resistette ai tentativi delle truppe del III Corpo Austriaco. Ma alcuni giorni dopo fu il Generale Radetzky con 30.000 uomini che puntò su Vicenza dalla parte dei colli Berici. La città, difesa da 12.000 uomini al comando di Durando,Cialdini D'Azeglio, capitolò il 10 giugno. Qualche anno dopo nel 1866 il Re Vittorio Emanuele II conferì alla città la medaglia d'oro per il valore dimostrato in quei giorni. E. Rizzetto , lasciata Vicenza, con il nuovo battaglione vicentino che si era subito formato si unì a Milano alle truppe di Garibaldi. Molto tempo dopo,nel 1887, quando s'inaugurò a Vicenza il monumento a Garibaldi, così RIZZETTO ricordò quei giorni: “A Garibaldi, dal Governo provvisorio di Milano che arruolava ogni specie di volontari, venne affidato il comando di circa 5.000 uomini già pronti. Tra questi il battaglione di Vicentini venne a costituire il secondo della Legione, il quale se non era il meglio equipaggiato, era il meglio organizzato. A vedere quella legione agglomerata, s'avrebbe detto che non potevasi neppure immaginare un quadro così strano, così variopinto. Chi non la vide non sa quanto sorprendeva ed esaltava tanta differenza di età, tanto contrasto di costumi. Tra le armi , accanto alle nostre sciabole e ai nostri fucili, vedevi spade, spadoni, pistole, stucchi cesellati alla spagnuola ed arrugginiti che mostravano l'età di un secolo; vedevi speroni e staffe del '600, coltelloni e bardature da toreros coperti di pelli di giaguaro ... ma tutti erano pronti, impavidi, valorosi ed entusiasti... "(1) Dopo la sconfitta a Custoza del 23-26 luglio, i Piemontesi furono costretti a firmare un armistizio, a Vigevano, il 9 agosto. Garibaldi e i suoi volontari tentarono tuttavia di continuare la lotta. RIZZETTO combatté con il generale a Luino e Marazzone, verso la fine di Agosto. Nella primavera dell'anno seguente, la guerra riprese ma a Novara i Piemontesi subirono le sconfitta decisiva. Ormai gli unici centri di resistenza erano le repubbliche di Roma e Venezia. RIZZETTO, primo tenente della legione Arcioni,combatté alla difesa di Roma contro le truppe Borboniche e Francesi. Si distinse il 30 aprile a Villa Pamphili, il 9 maggio a Palestrina. Rimase in città a combattere fino al 27 giugno. Il l° luglio i soldati francesi entrarono a Roma. Dieci anni dopo, la II guerra di indipendenza. Il 24 luglio 1859 a San Martino "E.RIZZETTO si batté da eroe ".(2) Nei primi mesi del 1861 fu proclamato il Regno d'Italia. Il Veneto rimaneva sotto l'Austria. Nel 1866 quando si preparava la guerra tra Austria e Prussia i liberali veneti, organizzati in comitati segreti, " furono avvertiti - raccontò RIZZETTO - a predisporre come nel 1859 la emigrazione di volontari e il loro allogamento in gruppi sparsi lungo la catena delle nostre prealpi per distrarre il nemico dal fronte del nostro esercito". Arrivarono segretamente anche delle munizioni mandate dal Comitato nazionale "e mi fu giocoforza assumerne la custodia nella mia casa stessa a San Pietro in Gú" (3) Allo scoppio della guerra E.RIZZETTO, maggiore del battaglione vicentino, partiva da Vicenza, e come capitano del battaglione garibaldino segui il Generale sulle Prealpi. L'armistizio tra l'Austria e la Prussia costrinse Garibaldi ad interrompere l'azione militare che stava conducendo con successo. All'ordine di tornare indietro rispose con il famoso "Obbedisco ". Il Veneto entrò a far parte del Regno d'Italia. RIZZETTO divenne di li a poco il primo sindaco di San Pietro in Gu. Certamente rimase molto legato a Garibaldi con cui aveva combattuto. Quando il 3 giugno 1882 giunse la notizia della morte dell'eroe, la Giunta municipale inviò a Caprera un telegramma alla famiglia: "Giunta Sanpietroengù desolata immane sciagura Nazione perdita suo glorioso Eroe, dividendo vostro dolore, manda espressioni profonda condoglianza".(4) S it u a zio n e e co n o m ica e so c ia l e d i S a n P ie t r o in Gu su l f in ir e d e ll' Ot t o c e n t o Il comune di San Pietro in Gu conta oggi 4.261 abitanti (1), su una superficie di 1.780 ettari. Più di cento anni fa, precisamente il 31 dicembre 1871, gli abitanti erano 1.725. Quali erano le condizioni di vita della popolazione in quell'epoca? L'inchiesta agraria fatta da Stefano Jacini e pubblicata nel 1884 mise in luce la situazione drammatica esistente nelle campagne italiane gravate da imposte di ogni genere. Sfogliando i registri dei verbali della Giunta e del Consiglio Comunale (2) troviamo numerosi riferimenti alla situazione economica e sociale del paese. Già nel '67 giustificando un contributo modesto dato in soccorso agli abitanti dell'isola di Burano si parla di un comune "colpito per ben quattro volte da grandine devastante e da una siccità straordinaria". (3) Qualche mese dopo nell'esame del conto amministrativo del 1867 un consigliere loda l'operato della giunta che ha cercato di contenere al massimo le uscite ma ha "dovuto sobbarcarsi maggiori spese delle preventivate nella Categoria Beneficenza, causa le condizioni igieniche straordinarie a cui soggiacque il comune nell'anno 1867".(4) A proposito di tasse che gravavano sui contadini, dobbiamo ricordare che l'alimentazione si basava sul consumo di polenta ma si doveva pagare l'odiosa tassa sul macinato. Raramente compariva sulle mense la carne e quasi esclusivamente quella di maiale Ma anche la macellazione dei maiali era tassata. Bisognava pagare due lire indistintamente per ogni capo macellato. In Consiglio Comunale il 21 novembre 1869 il Presidente osservò che tale misura era sproporzionata perché " il povero uccide un maiale minore di 50 Kg o appena superiore a 60, quelli dei possidenti sorpassano alle volte anche i 100 chilogrammi ".(5) Fu proposta allora una tassazione diversa, più equa: 50 centesimi fino a 50 kg 1 lira fino a 100 kg 2 lire sopra i 100 kg Qualche anno dopo il Comune avrebbe dovuto applicare un'addizionale al dazio del consumo governativo sui maiali. Il Consiglio, il 17 settembre 1886, decise di non farlo "in considerazione che gli abitanti sono assai gravati già dalla tassa governativa ". Inoltre i maiali "servono come principale nutrimento della classe meno abbiente che altrimenti dovrebbe privarsene con danno dell'igiene pubblica".(6) Ad annate molto difficili ne seguivano altre meno drammatiche. Nel 1871, per esempio, " i raccolti di campagna furono abbastanza soddisfacenti e le terre diedero la quantità di grano necessario per il bisogno di questa popolazione, presentando un sensibile miglioramento dagli anni decorsi e ciò per le cure speciali prodigate da tutti gli agricoltori di queste campagne. Il raccolto dell'uva diede sufficienti risultati, non così quello dei bachi, dei fieni e del riso, principali raccolti di questo Comune".(7) Ma qualche anno dopo la situazione economica peggiorò ancora una volta. "Il raccolto dei grani leggiamo nei verbali della Giunta - (8) e d'altri prodotti agricoli è stato nel 1877 sufficiente, nel 1878 scarso". Gran parte degli agricoltori, durante l'inverno, dovettero acquistare gli alimenti , tanto per loro quanto per gli animali. L'andamento stagionale molto sfavorevole dell'autunno 1878, dell'inverno, della primavera e dell'estate 1879 impedirono di effettuare gli ordinari lavori campestri. I braccianti poterono lavorare solo tre mesi su dieci. Le previsioni a metà estate 1879 erano estremamente negative: la siccità "subitanea é straordinaria" faceva pensare ad un" raccolto quasi nullo". Tutti i prezzi rincaravano. Come avrebbero affrontato l'inverno agricoltori, artigiani e braccianti? Il Sindaco RIZZETTO si dimostrò preoccupato soprattutto della situazione di questi ultimi. Riteneva dovere di una previdente amministrazione occuparsi in tempo utile onde evitare.... una catastrofe e dei disordini di sicurezza pubblica" Convinta delle parole del Presidente, la Giunta deliberò " di acquistare cinquecento quintali di granoturco estero, ... qualità sana e di durata, per dispensarlo alla classe più bisognosa durante i mesi da gennaio a maggio 1880".(9) Fu quindi compilata una lista delle persone che presumibilmente avrebbero avuto bisogno del granoturco a prezzo di costo. Furono esclusi dall'elenco i possidenti, i salariati, i domestici, gli impiegati, gii affittuari con stalla e animali e tutti quelli che erano ritenuti in grado di procurarsi sufficienti alimenti. La lista alla fine comprese 573 persone, i più poveri del Comune, che costituivano circa un terzo dell'intera popolazione. Una Commissione ebbe l'incarico di prelevare ogni domenica la quantità di granoturco ritenuta necessaria per ridurla in farina. La domenica successiva la farina veniva data nella quantità giornaliera di mezzo chilogrammo a testa. Ma questo non bastava. Sicuramente i più poveri non potevano acquistare la farina, neanche ad un prezzo agevolato. Allora intervenne il Parroco Don Luigi CAREGNATO (10) in favore delle persone più in difficoltà. Acquistò dal Comune alcuni quintali di farina per dispensarla gratuitamente. L'inverno 1879-80 fu particolarmente duro. I braccianti non avevano lavoro Il Comune allora intervenne dando inizio ad alcune opere pubbliche come la sistemazione di strade e della piazza, in modo da "procacciare lavoro almeno ai più bisognosi "(11). La situazione rimase difficile per alcuni mesi. Leggiamo, infatti, in data 25 aprile 1880: "Questa mane nelle ore mattutine circa una trentina di braccianti disoccupati si è presentata domandando lavoro perché non ne trova in nessun luogo. Tutti sono individui laboriosi che versano nel bisogno di guadagnarsi il vitto giornaliero".(12) Nel 1882 alcuni affittuari del Comune non riuscirono a pagare l'affitto dei loro terreni "a causa della nefasta e calamitosa stagione agricola 1882 e dello stato economico sempre più misero di alcuni ".(13) E nel conto consuntivo del 1884 il Presidente si lamentò per le ristrettezze in 'cui l'Amministrazione era costretta ad operare: "La Giunta poté contenersi nei limiti che voi le stanziaste in Bilancio per sussidi e medicinali ai poveri, col lenire solo in parte gli stenti e la miseria sempre crescente di tanti infelici ".(14) Probabilmente negli anni seguenti la situazione economica migliorò grazie anche alle innovazioni introdotte da E. RIZZETTO: la sistemazione delle acque, l'impulso all'allevamento del bestiame, la migliorata coltivazione del frumento, la creazione della latteria sociale. Troviamo nell'opuscolo "In memoria del cavalier RIZZETTO" : "All'esposizione delle piccole industrie che ebbe luogo a Vicenza nell'87, gli industriali di San Pietro in Gu conseguirono cinque premi sui venticinque assegnati agli espositori appartenenti alla nostra provincia, ed alla esposizione di animali, tenuta il passato marzo a Cittadella, sopra diciotto premiati dei sette distretti circostanti che vi concorsero, tre furono di San Pietro in Gu, per cavalli, vitelli e buoi. Fra i premiati, infine, alla Mostra di Vicenza figurò con medaglia d'argento la Latteria Sociale,mentre nell'esposizione regionale di Verona del 1889 essa riportò la medaglia d'oro per il burro e quella di bronzo per i formaggi". (15) Nel 1888, in occasione dell'inaugurazione del nuovo fabbricato scolastico, il Municipio pubblicò un librettino statistico: "Da esso si rileva che gli abitanti sono 2181, distribuiti sopra una superficie di 1647 ettari. Gli elettori politici sono 218, gli amministratori 140, i commercianti 20. Il numero degli alunni è 118 e delle alunne 128. Alle scuole serali e festive sono iscritti 46 alunni. Gli esercenti di arti, industrie e commercio sono 68. Gli animali domestici esistenti nelle 419 famiglie del Comune sommano a 1743. (16) La situazione del comune, rispetto ad altre realtà più povere,poteva apparire già `florida'. E p id e m ie e m a la t t i e n e l t e r r it o ri o g u a d e n se La peste era scomparsa dal territorio italiano da quasi due secoli ma altre malattie mietevano molte vittime alla metà dell'800: il vaiolo, il tifo, la tubercolosi, la malaria e la pellagra. La malattia epidemica più temuta del secolo fu però il colera. Giunto in Italia per la prima volta dalla Francia nel 1835, il morbo si manifestava per Io più all'improvviso e soprattutto nei mesi, toccando punte di estrema violenza per poi placarsi dopo quasi due mesi. Non esistevano cure efficaci per cui la mortalità era molto alta. Morivano 50/70 individui su 100 che si ammalavano.(1) Anche a San Pietro in Gu si manifestò il colera. Già nell'agosto '84 (in quell'anno ci fu un'epidemia in tutta Europa) l'amministrazione comunale prese alcuni provvedimenti d'urgenza nel timore che il morbo si manifestasse(2). Fu fatto erigere un apposito Lazzaretto di legno per il ricovero degli ammalati; furono previsti infermieri, portatori e un mezzo di trasporto per i colpiti dalla malattia "una apposita nicchia chiusa ". Fu decisa la disinfezione di tutti i luoghi pubblici dove vi fosse "agglomerato di persone ". In quell'anno la malattia non fece vittime ma l'allarme si ripresentò nel 1886. Il 6 giugno infatti, la Giunta Comunale deliberò "nel temuto caso dello sviluppo del colera l'acquisto di quattro letti consistenti in pagliericci, coperte e lenzuola ed un rotolo di tela cerata nonché di una importantina per gli ammalati munita di pagliericcio e coperta; di incaricare la commissione sanitaria a fare le ultime ispezioni per le case e contrade per verificare che siano state eseguite le ingiunzioni fatte; di fare una scelta di due o tre becchini; di fissare quattro infermieri oltre il personale al servizio del Comune ai quali sarà assegnata una congrua di £ 5 al giorno "(3). Ai primi casi di colera sviluppatisi nel Veneto il Sindaco e l'Arciprete aprirono "una iscrizione fra gli abitanti del Comune d'ambo i sessi che non avessero conseguenze di famiglia, onde costituire un Comitato di soccorso della Croce Verde". (4) Quando l'epidemia si manifestò i volontari si prodigarono al soccorso degli ammalati prestando cure ed assistenza. Alcuni mesi dopo, nel febbraio 1887, 1a Giunta (5) ricordò con riconoscenza l'operato di tanti cui "coraggio ed umanitario esempio ha fatto svanire il panico di cui era in preda la popolazione”. Secondo la Giunta le cure preventive e i precetti igienici raccomandati dai " preposti al Comune e dal Clero" avevano limitato il diffondersi del morbo. Tra tante persone degne di riconoscenza la Giunta ne indicò all'Amministrazione Provinciale due, meritevoli della medaglia d'argento perché tanto si erano prodigati al soccorso gli ammalati. La Provincia premiò in tutto venticinque persone; tra queste una delle due segnalate dalla Giunta di San Pietro in Gu, cioé la signora Adelaide RIZZETTO (6). Se il colera spaventava moltissimo la popolazione riaccendendo antiche paure, altre malattie, alla fine dell'800, affliggevano gli abitanti del nostro comune. Nell'anno 1882 ci fu "qualche caso di angina difterica"(7); nell'84 "un solo caso di differite"(8) e nel 1886 sino alla metà del mese di dicembre si sviluppò "il vaiolo che ha sempre insistito con maggiore o minore gravità"(....); da ultimo, oltre al vaiolo, "si svilupparono casi di differite" (9) Anche quando non si manifestavano epidemie eccezionali la popolazione soffriva per le "solite malattie ". Nel verbale del 14 maggio '84 (conto morale della gestione '83) leggiamo: "Sebbene non ci sia stata alcuna malattia epidemica né contagiosa, da tali e sì frequenti mali fu travagliata questa popolazione ed in particolare la classe agricola che ci rattrista l'animo di rammentare le miserie, le sofferenze, gli stenti della classe meno abbiente". La gente si ammalava di "febbri miasmatiche ed intermittenti", cioè di malaria. Dal verbale dl Consiglio Comunale dell'11 ottobre 1878 apprendiamo che "anco attualmente è affetto da tali febbri la metà circa degli abitanti". La malattia era provocata da una zanzara diffusissima nelle regioni paludose. Nel territorio di San Pietro in Gu c'erano molti campi coltivati a risaia e l'acqua stagnante favoriva la presenza della zanzara e quindi la diffusione del morbo. "Le febbri intermittenti" leggiamo nella relazione sulla gestione 1882 (10) "in modo particolare colpirono la classe meno agiata presso la quale purtroppo hanno un fondo predisposto per la cattiva nutrizione ". L'amministrazione comunale si impegnò al risanamento ambientale rifiutando di concedere l'autorizzazione a chi chiedeva di coltivare nuove risaie. Si possono vedere,ad esempio, le delibere del Consiglio Comunale alle date 31 ottobre 1876 , 13 maggio '77, 28 ottobre '77, 11 ottobre '78, 27 settembre '79. La motivazione è la stessa: "Qualunque concessione ex novo di coltivazione di fondo a risaia in questo comune è dannosa nei riguardi dell'igiene pubblica nella circostanza che molti campi a risaia vi esistono, per cui la salute pubblica di anno in anno va peggiorando "(2). Ma la situazione nelle zone vicine non era migliore. Infatti il 20 dicembre 1880, poichè si discute sull'istituzione di una stazione dei R.R. Carabinieri, si afferma: "Se la stazione dei Carabinieri fu abolita per insalubrità d'aria da più lustri retro, ora pel diniego costante di qualsiasi nuova istituzione di risaie, restringendone l'uso alle sole già legalmente autorizzate, gli affetti da malaria sono in numero molto inferiore a quello dei comuni circostanti ". Tra i mali che affliggevano la popolazione non dobbiamo trascurare la pellagra. Questa malattia era determinata da carenza vitaminica, dovuta ad un'alimentazione povera, basata su pochi alimenti sempre uguali, specie la polenta. Lo Jacini ne "I risultati dell'inchiesta agraria 1884" mise in relazione la pellagra con il consumo di granoturco avariato che "ridotto in farina perché se ne componga del pane o della polenta, è veleno". Propose: “Lo stato, con severi provvedimenti e rendendo le amministrazioni comunali responsabili della loro attuazione, dovrebbe combattere ad oltranza, fin dove è possibile, l'uso del granoturco guasto come cibo"(3). A San Pietro in Gu il problema era ben pesante. Infatti l'ottobre 1882 in Consiglio era discussa e approvata la proposta di acquistare un essiccatoio dei cereali per conto del comune per uso di privati con questa motivazione: "da qualche anno addietro, in causa specialmente delle troppe frequenti piogge autunnali, il sorgoturco, particolarmente nella classe mena agiata ... facilmente si infradicisce ... Tuttavia viene usato per alimento dagli operai, causa non ultima dello sviluppo della pellagra"(14). I l p u n t o s u l l' ist r u z io n e d u r a n t e l' a m m in ist ra zio n e R I ZZ E T T O Nel 1861, all'indomani dell'unificazione italiana, l'istruzione rappresentava uno dei più gravi problemi che lo stato doveva affrontare. La percentuale degli analfabeti era altissima, in media il 78% della popolazione totale, ma in certe regioni del Meridione toccava il 90%. Proprio per porre rimedio a tale situazione venne estesa a tutto il Regno la cosiddetta legge Casati promulgata nel 1859 per il Piemonte e la Lombardia. La legge stabiliva che l'istruzione elementare era obbligatoria e gratuita per i primi due anni; le spese dovevano essere sostenute dai Comuni. L'applicazione di questa legge incontrò moltissime difficoltà: i Comuni non erano in grado di sostenere le spese; non c'erano sufficienti maestri; molti genitori, per la miseria, non potevano privarsi del lavoro dei figli. Dieci anni dopo gli analfabeti costituivano ancora il 69% della popolazione. Più tardi, nel 1877, la Sinistra storica, appena giunta al potere, fece approvare la legge Coppino che determinava meglio i doveri dei Comuni in materia di istruzione e prevedeva sanzioni severe contro i genitori che avessero sottratto i figli all'obbligo scolastico. Intanto nel 1866 anche il Veneto era entrato a far parte del Regno d'Italia. A San Pietro in Gu nel 1867 (1) si discuteva in Consiglio sull'istituzione di scuole serali per gli adulti analfabeti e il Presidente parlava di "assoluto bisogno di questa istituzione per trovarsi nel paese la maggior parte di inalfabeti ". In realtà le scuole serali esistevano già; erano frequentate da cento studenti "con notorio progresso" assistiti dal maestro comunale e dal cappellano "gratuiti docenti". Il Consiglio autorizzò la Giunta a sostenere le spese necessarie per la scuola e ad acquistare libri degli studenti più poveri. Nella stessa riunione fu approvata anche l'istituzione di una scuola elementare femminile come richiedeva la Circolare prefettizia 1 maggio 1867. Ogni anno i maestri della scuola serale erano invitati a presentare un elenco dei giovani che frequentavano con particolare profitto. Questi, durante una festa, erano premiati dal Sindaco che nel 1869 raccomandò loro "zelo nel presentarsi agli esercizi ... frequenza ... e amore della patria". "Nessuno - aggiunse RIZZETTO potrà da qui innanzi essere annoverato fra i cittadini ed avere privilegi quando non sappia leggere e scrivere ".(2) Il Sindaco nutriva una grandissima fiducia sugli effetti benefici dell'istruzione; in un'altra occasione parlerà di "sommi vantaggi per la nazione". (3) Il bilancio dei progressi dell'istruzione nei primi anni dopo l'unificazione fu positivo. Nel 1871 il Sindaco manifestò soddisfazione per i progressi ottenuti" sia per quanto riguarda le Scuole Elementari d'ambo i sessi quanto alle Scuole Serali e Festive per gli adulti". Ricordò che anche il Provveditore agli Studi nella relazione letta al Consiglio Provinciale al termine dell'anno scolastico 1869/70 aveva elogiato con una speciale menzione le scuole di San Pietro in Gu. "Tale fu l'affluenza dei fanciulli frequentanti quest'anni la scuola, specialmente in tutta la stagione invernale e primaverile" che non bastarono i locali e fu necessario assumere un maestro supplente. "Straordinario affatto ed edificante fu il concorso degli adulti alle scuole serali e festive, alle quali si applicavano maestri gratuiti ". Gli iscritti erano stati 193, oltre 90 avevano frequentato con assiduità e profitto.(4) Questa la situazione nel 1872 a San Pietro in Gu : su 1833 abitanti, 63 sapevano leggere(27 maschi, 36 femmine), 396 sapevano leggere e scrivere(300 maschi, 96 femmine); 1374 erano analfabeti (625 maschi, 749 femmine). Gli analfabeti costituivano quindi il 74% della popolazione, una percentuale di poco superiore alla media nazionale del periodo. Osservando i dati possiamo notare come tra gli analfabeti prevalsero le donne. In paese solo 96 donne sapevano leggere e scrivere. In paese l'amministrazione comunale seguiva con attenzione la scuola, si allarmava quando la frequenza diminuiva e il profitto non soddisfaceva. Così nel 1873 (5) il Sindaco lamentava che gli alunni iscritti fossero passati da 200 a 150 e che un quarto di questi non frequentasse. La legge del 7 luglio 1878 rese obbligatorio l'insegnamento della ginnastica ne scuole. Nell'ottobre dello stesso anno (6) la Giunta incaricò il maestro di acquistare gli necessari (" sempreché l'importo dei medesimi non superi la somma di Lire 40"). Nelle scuole comunali si impartiva anche l'insegnamento dell'agricoltura, dell'orticoltura e dell'apicoltura. Per questo era stato preso in affitto dal Comune un appezzamento di terreno in prossimità dell'edificio scolastico. Le alunne della scuola femminile allevavano, invece, i bachi da seta. Nell'83 il Sindaco nella sua relazione sulla gestione dell'anno precedente, si dichiarò soddisfatto dell'istruzione pubblica nel suo comune e chiamò la cultura "questo pane,guida potente dell'umanità".(7) Gli iscritti alle scuole erano allora 172 e i frequentanti 137. "La legge sull'istruzione obbligatoria - concluse il Sindaco - venne rigorosamente osservata". Analoga soddisfazione fu espressa negli anni seguenti, nell'84 quando furono ripristinate le scuole serali e festive e nel 1885. Gli iscritti in quell'anno furono 223, i frequentanti 163, gli "obbligati" 145. Intanto era stata decisa la costruzione di un nuovo fabbricato scolastico (Delibera del Consiglio 25 maggio 1884). Il progetto fu affidato all'ingegner Sartori. Si decise di costruire la scuola "a mezzogiorno della piazza e precisamente in linea a ponente della casa per tre quarti di proprietà comunale "dove oggi sorge il Centro Rízzetto. Nel 1887 il fabbricato era ultimato. Il Sindaco comunicò al Consiglio: "Sta per essere collaudato il nuovo fabbricato scolastico già compiuto ... Tale avvenimento che segna un 'epoca straordinaria nelle storia del comune merita di essere solennizzato "(8). N o t e a l ca p it o lo " V it a d i E m i lio R I Z Z E T TO " 1) 2) 3) LEGNAZZI E., In memoria del cav. RIZZETTO, Padova, 1895, pag.13 Verbale della Giunta del 15 maggio 1883 LEGNAZZI E., Op. cit., pag. 12 Note al capitolo "RIZZETTO e le guerre risorgimentali" 1) Corriere della Sera, 14-15 novembre 1895, La morte del capitano RIZZETTO 2) LEGNAZZI E., Op. cit., pag. 20 3) CASTEGNARO B., San Pietro in Gu, Memorie storiche, p. 148-149 4) Verbale della Giunta del 3 giugno 1882 Note al capitolo: Situazione economica e sociale di San Pietro in Gu sul finire dell'Ottocento. 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) Il dato si riferisce al 31 dicembre 1994 Abbiamo consultato i registri delle delíbere del Consiglio e della Giunta relativi al periodo 1867-1892 Verbale del consiglio del 2 novembre 1867 Verbale del consiglio del 21 aprile 1868 Verbale del consiglio del 21 novembre 1869 Verbale del consiglio del 17 settembre 1886 Verbale della Giunta del 31 maggio 1872 Verbale della Giunta del 19 luglio 1879 Verbale della Giunta del 19 luglio 1879 B.Castegnaro, op.cit., pag. 51 "Don Luigi Caregnato visse di pietà, di carità, di zelo per il bene del suo gregge" Verbali della Giunta del 27-12-1879 ; del 9-1-1880; del 15-2-1880 Verbali della Giunta del 25 aprile 1880 Verbali della Giunta del 15 maggio 1883 Verbali della Giunta del 13 maggio 1885 Legnazzi, op.cit., pag. 14 Il Veneto 30 maggio 1888 Note al capitolo : "Epidemie e malattie nel territorio guadense 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) Cfr. BRANCATI, Popoli e civiltà 3 pag. 354 e CAMERA FABIETTI Storia contemporanea pagg. 875876 Verbale della Giunta del 20 agosto 1884 Verbale della Giunta del 6 giugno 1886 Verbale della Giunta dell'11 febbraio 1887 Verbale della Giunta dell'11 febbraio 1887 Il Veneto 8 agosto 1888 Verbale della Giunta del 15 maggio 1883 (Relazione sulla gestione 1882) Verbale della Giunta del 13 maggio 1885 Verbale del Consiglio del 20 marzo 1887 Verbale della Giunta del 15 maggio 1883 Verbale del Consiglio del 31 ottobre 1876 Verbale della Giunta del 20 dicembre 1880. S. JACINI, I risultati dell'inchiesta agraria, 1884 Verbale del Consiglio dell'8 ottobre 1882 Note al capitolo : "Il punto sull'istruzione durante l'amministrazione RIZZETTO" 1) Verbale del Consiglio del 13 marzo 1867 2) Verbale della Giunta del 6 giugno 1869 3) Verbale della Giunta dell'8 aprile 1870 4) Verbale della Giunta del 26 aprile 1871 5) Verbale della Giunta del 31 maggio 1873 6) Verbale della Giunta del 30 ottobre 1878 7) Verbale della Giunta del 15 maggio 1883 8) Verbale del Consiglio del 6 maggio 1887 BIBLIOGRAFIA BRANCATI A., Popoli e civiltà vol. 3°, 1989 CAMERA FABIETTI, Storia contemporanea, 1987 CASTEGNARO B., San Pietro in Gu. Memorie storiche, 1981, Ristampa in anastatico dell'originale del 1925 DE ROSA G., Età contemporanea, 1989 GOLIN A., Carrellata storica sulla banda musicale, 1981 LEGNAZZI E. , "In memoria del cavalier RIZZETTO", 1895 Corriere della sera, 14-15 novembre 1895 Il Veneto, 30 maggio 1888 Il Veneto, 8 agosto 1888 Il Veneto, 2 aprile 1889 Il Veneto, 27 febbraio 1889 Documentazione relativa alla sola didattica del Museo del Risorgimento di Vicenza Delibere della Giunta dal 15-1-1869 al 31-12-1891 Delibere del Consiglio dal 13-3-1867 al 7-10-1892