PROVINCIA DI VENEZIA
Assessorato alla Pesca
Gestione
del gambero rosso
in provincia di Venezia
Pordenone, 19 giugno 2014
Carta Ittica della provincia
di Venezia
 L.R. del Veneto n. 19/1998
 Regolamento provinciale n. 52111-1999
 Deliberazione del Consiglio Provinciale n.
23 del 15 aprile 2014
Il monitoraggio della fauna
ittica
Le scelte gestionali sono supportate da
dati scientifici relativi alla comunità ittica
dei corsi d’acqua provinciali acquisiti nel
corso di monitoraggi condotti da oltre un
decennio (2001- 2012) con metodologie
standardizzate che consentono di
valutare stato ed evoluzione dei
popolamenti ittici
Il monitoraggio della fauna
ittica
 Il monitoraggio del 2012 ha interessato complessivamente 32 stazioni di
campionamento (aprile e giugno-luglio)
 Campionamento con elettrostorditore
Il monitoraggio della fauna
ittica (2012)
 Specie autoctone (n. 21): Alborella, Anguilla, Barbo,
Cavedano, Carpa, Cobite comune, Muggine calamita,
Panzarolo, Passera di mare, Persico reale, Savetta,
Ghiozzetto di laguna, Scardola, Ghiozzo padano,
Spinarello, Gobione, Tinca, Lasca, Triotto, Luccio,
Trota fario
 Specie alloctone (n. 12): Abramide,Persico trota,
Blicca, Pesce gatto, Carassio dorato, Pseudorasbora,
Rodeo amaro, Gambusia, Rutilo, Lucioperca, Siluro,
Persico sole
 In termini di biomassa: 66% autoctona e 34% alloctona
Percentuale della biomassa media
nelle stazioni di campionamento
delle specie alloctone
Abramide
0,42%
Blicca
0,00%
Rutilo
0,35%
Siluro
23,78%
Carassio dorato
18,28%
Rodeo amaro
0,18%
Pseudorasbora
0,12%
Pesce gatto
0,10%
Persico trota
7,40%
Persico sole
0,60%
Lucioperca
0,71%
Gambusia
0,02%
Carpa
48,04%
Il monitoraggio della fauna
ittica
Specie
Incremento di
biomassa media
(g/mq)
2010 - 2012
Specie
Decremento di
biomassa media
(g/mq)
2010 - 2012
Siluro
14,21
Barbo
-11,31
3,94
Persico
trota
-3,65
Carpa
2,25
Trota
iridea
-2,21
Anguilla
2,20
Trota fario
-2,09
1,95
Carassio
dorato
-1,18
Savetta
Luccio
Zone di Riposo Biologico
 Sono zone in cui è vietata la pesca (sia
professionale che dilettantistica)
 Sono zone in cui la fauna ittica può strutturarsi
senza il disturbo legato al prelievo
 Sono dei serbatoi naturali dai quali la fauna ittica si
distribuisce lungo l’asta fluviale
 Rispetto alla precedente C.I. aumento delle ZRB
da 18 (12.247 m) a 21 (17.487 m): + 42,8%
 3 in zona A e 18 in zona B
Zone No Kill integrali
Rispetto alla precedente C.I.
aumento delle No Kill integrali da 14
(11.534 m) a 17 (14.920 m): +
29,3%
4 in zona A e 13 in zona B
Zone No Kill specifiche
Rispetto alla precedente C.I. aumento
delle No Kill al Luccio da 4 (32.743 m) a
5 (33.216 m): + 1,4%
Rispetto alla precedente C.I. aumento
delle No Kill al Luccio e alla Carpa da 5
(22.390 m) a 18 (60.120 m): + 168%
Tutte in zona B
Piani di controllo specie
alloctone
Il regolamento provinciale prevede fin dal 1999 alcune misure
finalizzate al contenimento degli alloctoni come:
 possibilità di catturare specie ittiche alloctone senza limiti di
numero e peso (art. 6);
 divieto di reimmissione delle specie ittiche non autoctone
pescate (art. 6);
 assenza di limitazione dei periodi e delle taglie di cattura per le
specie alloctone.
Piani di controllo specie
alloctone
Per quanto riguarda il contenimento del Siluro tale azione sarà
implementata favorendo la collaborazione tra Associazioni di
pesca dilettantistico sportiva e pescatori di professione,
consentendo in tal modo di ripartire lo sforzo di pesca su una
nuova specie e di effettuare nel contempo un’importante azione di
rimozione di questa specie alloctona, nell’ottica di una gestione
attiva volta a perseguire il riequilibrio delle comunità ittiche
originarie.
 Elettropesca
 Tramagli e sorbere
Piani di controllo specie
alloctone
Tra gli aspetti maggiormente significativi legati alla presenza di specie alloctone
figura in particolare la diffusione nel reticolo idrografico provinciale del Gambero
rosso della Louisiana (Procambarus clarkii). Una misura specifica attualmente
in vigore per contrastarne la presenza è rappresentata dalla possibilità, prevista
dall’art. 5 del regolamento provinciale, di utilizzare esche costituite da interiora
di animali per la pesca di crostacei alloctoni esclusivamente con canne prive di
ami.
In considerazione dell’aumento
della diffusione di tale specie, la
nuova Carta Ittica estende la
possibilità di applicazione di tale
metodologia anche alle acque di
Zona A e Zona C.
Indicazioni per l’attività di acquicoltura e per
la pesca sportiva in bacini all’interno di aree
private
L'attività degli impianti di acquacoltura e di pesca sportiva (laghetti)
rappresenta un fattore di impatto sugli habitat acquatici, in particolare
per il ruolo rivestito nella diffusione di specie alloctone, ormai
considerata dalla comunità scientifica una delle principali minacce alla
salvaguardia degli habitat e della biodiversità.
Per valutare i rischi associati all'allevamento di specie alloctone in
impianti aperti e alla gestione di impianti di pesca sportiva in proprietà
privata, occorre valutare preventivamente la probabilità che tali
organismi si diffondano nell’ambiente e le conseguenze di tale
diffusione, secondo una procedura standardizzata.
La concessione per
acquacoltura o
l’autorizzazione per la
gestione nell’impianto
di pesca sportiva può
essere rilasciata
quando la somma dei
livelli di rischio non è
superiore a 10.
Fattori di valutazione
A) La specie oggetto dell'allevamento o immessa nell’impianto di pesca sportiva,
passata o dispersa nell’ambiente circostante, colonizza e mantiene con successo
una popolazione negli ecosistemi acquatici naturali o seminaturali presenti nella
zona dell'allevamento.
4 l'evento, secondo la letteratura scientifica, si è già verificato in passato in
ecosistemi analoghi o poco dissimili e i parametri ambientali degli ecosistemi
circostanti rientrano nell'intervallo di tolleranza della specie
3 l'evento non trova riscontri certi in letteratura scientifica per ecosistemi
paragonabili, tuttavia i parametri ambientali rientrano nell'intervallo di tolleranza
della specie
2 l'evento non trova riscontri certi in letteratura scientifica per ecosistemi
paragonabili e i parametri ambientali non rientrano nell'intervallo di tolleranza
della specie
1 vi sono riscontri in letteratura che la specie, introdotta in ecosistemi analoghi,
non ha potuto insediare una popolazione in grado di autoriprodursi
B) Gravità del rischio ambientale connesso all'eventuale insediamento della
specie alloctona.
4 nel reticolo idrografico provinciale circostante non risultano già presenti
popolazioni naturalizzate della specie alloctona
2 nel reticolo idrografico provinciale circostante risultano già presenti popolazioni
naturalizzate della specie alloctona
1 Il reticolo idrografico provinciale, incluso quello circostante, risulta già
sistematicamente colonizzato dalla specie alloctona
C) Vulnerabilità intrinseca dell'impianto di acquacoltura o dell’impianto di pesca
sportiva alla fuoriuscita accidentale e dispersione nell'ambiente di esemplari vivi
e di altro materiale biologico (uova e sperma o gameti)
5 l'impianto è caratterizzato da strutture e procedure inidonee ad impedire la
diffusione nell'ambiente di esemplari vivi e di altro materiale anche nelle
condizioni di ordinario esercizio
2 l'impianto è caratterizzato da strutture e procedure idonee ad impedire la
diffusione nell'ambiente di esemplari vivi e di altro materiale biologico in
condizioni ordinarie di esercizio ma è vulnerabile nei confronti di eventi esterni
quali esondazioni, allagamenti, atti di vandalismo, furti, ecc.
0 l'impianto, pur non essendo incluso nell'elenco ufficiale degli impianti chiusi, è
caratterizzato da strutture e procedure tali da impedire la diffusione
nell'ambiente di esemplari vivi e di altro materiale biologico, anche a fronte di
eventi esterni eccezionali
D) Rischio associato ad allagamenti o esondazioni
3 il sito dell'impianto è incluso nelle aree soggette ad allagamenti o esondazioni
o comunque è stato soggetto in passato a tali fenomeni
1 il sito dell'impianto non è incluso nelle aree soggette ad allagamenti o
esondazioni e non risulta essere stato soggetto in passato a tali fenomeni
Livello di
rischio
Osservazioni a sostegno
della valutazione
Gambero rosso della Louisiana – Procambarus clarkii
Nome comune: gambero rosso della Louisiana
Nome scientifico: Procambarus clarkii
Areale origine: Nord America
Introduzione in Italia: anni ’80
In Italia, la prima popolazione riproduttiva
documentata è stata individuata in Piemonte nel
1989.
Attualmente è presente in Lombardia, Liguria,
Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche,
Lazio, Abruzzo, Sicilia, Friuli, Veneto e Sardegna.
Per quanto concerne la provincia di Venezia la
prima segnalazione della presenza di P. clarkii
risale al 2002.
Modalità di introduzione: fuga da allevamenti
Il progetto R.A.I.SS. nasce con l’obiettivo di approfondire le conoscenze esistenti sulla
comunità acquatica residente in alcuni siti della Rete Natura 2000 della Provincia di Venezia,
ponendo particolare enfasi nella verifica e/o segnalazione della presenza di specie di interesse
comunitario e alla segnalazione delle specie alloctone presenti nelle aree protette, con
particolare interesse per quelle specie invasive il cui controllo e contenimento rientra in una
più ampia ottica di gestione e conservazione del patrimonio naturalistico locale. Le specie
alloctone ed invasive di prioritario interesse in relazione alla loro riconosciuta capacità di
compromettere l’integrità dell’ecosistema e la sopravvivenza di specie autoctone protette
sono il Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii), il Siluro europeo (Silurus glanis) e
la Tartaruga dalle orecchie rosse della Florida (Trachemys scripta elegans). Per queste specie il
progetto R.A.I.SS. prevede l’attivazione di misure di contenimento (Gambero della Louisiana e
Siluro europeo) e di monitoraggio finalizzato alla valutazione della necessità di intraprendere
effettive misure di contenimento (Tartaruga dalle orecchie rosse e altre specie eventualmente
rilevate nel corso delle attività).

Le azioni in cui si articola il Progetto R.A.I.SS. sono riconducibili a 5 attività principali:

Attività 1: Caratterizzazione preliminare del popolamenti acquatici delle aree di
studio, finalizzata alla valutazione della presenza di tutte le specie ittiche presenti nei
SIC e SIC/ZPS oggetto dell’indagine e delle specie alloctone presenti, con
particolare riferimento a P. clarkii, S. glanis, Gambusia holbrookii, T. scripta elegans;

Attività 2: Contenimento delle popolazioni degli alloctoni invasivi P. clarkii e S. glanis
ed eventuale attivazione di misure di contenimento per le altre specie alloctone
potenzialmente invasive rilevate nei siti di indagine;

Attività 3: Segnalazione della presenza di specie di uccelli, anfibi (Triturus carnifex,
Rana latastei) e rettili (Emys orbicularis) di interesse comunitario;

Attività 4: Divulgazione delle problematiche inerenti la presenza delle specie aliene,
condotta mediante la produzione di opuscoli e cartelloni divulgativi, finalizzati alla
sensibilizzazione verso la conservazione del patrimonio naturalistico e la
prevenzione alla diffusione delle specie alloctone;

Attività 5: Attivazione di un sito web dedicato al progetto e di un sistema di
segnalazione on-line degli avvistamenti delle specie alloctone.
Monitoraggio Gambero
rosso 2014
 12 stazioni di campionamento;
 8 nassini innescati con frattaglie per
ciascuna stazione;
 4 giornate di campionamento per
ciascuna stazione (maggio-giugno 2014)
 Rilievi biometrici
Attività condotta da FIPSAS Venezia
Monitoraggio Gambero
rosso 2014
Analisi biologiche e chimiche condotte da
Istituto Zooprofilattico delle Venezie
 E. coli – Salmonelle – Virus epatite;
 Cadmio – Piombo - Mercurio
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Gestione del gambero rosso in provincia di Venezia