.. , ( ( ! )' J'. .'. /':~f n.-/.U?1t'A ) !. jf!; U.cltfl Y l ~ 14/, r»: u '"1 / r a~f'-- • ,-... ,. • ... ' BREVE RAGGUAGLIO .... • ISTORIcO - SACRO . D~L ~IlRACOLOSO * SANTUARIO DI MARIA 55 • ' SOTTO IL TITOLO DI N. S. DELLE nOCCHE DI MOLARE ~ IN MONFERlI.ATO DEDICATO AL MERITO IMPAREGGIABILI! DE' ~BlL.MI SIG.RI l\fAnCHESl GIAN A~TONIO E FILIPPO ~ FRATELLI RAGGI. .... "., \ -t~' .l..:; ~-' " e..---\.; , . G ENOV A 18:'.1. S T A. ;\1 P È R I A C A S A ~1 A R .l. Con permisstone: ., N OmLISSC\II SIGNOP.I, Graziosi ~ e compiacenti siete pur meco , NOBILISSJl\JI F RA TELLI ~ nel lwnnettere che io abhia il coraggio di dedicarvi qnf'sto Lihretrino , di piccola mole sì. ma altrettanto inre ressant e per l' o.g:~f'tto che lo disti n~llf~. le glorie cioè di ]\fA~ RIA SA~TTSSDI\.. Anche i Sani i, sebben gloriosi. (~ trionfanti eternamente in Cielo. arnano però di avere r.hi ne ~'salti la santità, l' onore ne promova, ~L la gloria, e l'imitazione in sulla terra. Se ella è così , a chi con più di ragione ofi('rir lo potevo a nome anche del la ~. GRAN DO.é\NA DEL CIELO, quan" "" to a voi, DEGNISSDiI RATELLI? " ' IllVlonte delle Rocche, dove si degnò apparire lVIAHIA V ER GINE, ed un Santuario per lei vi volle , può ben dirsi a giu sto titolo, sotto la vostra pro tezione, mentre è poco meno per ogni parte circondato da Fondi, e J'eui di vostra ~pd· tanza , e giurisdizione: ma, a qual dura condizione accom pagnate voi la vostra graziosa condiscendenza? Purchè , voi mi dite, io non parli dei pre. gi, che altamente distinguono l' antichissima vostra N ohilis- • sima Casa: ma perchè avrò F; . anche a tacere di quella sì , bella pietosa opera da' vostri Antenati t'retta nella distribu zione di tan: o pane a sollievo .~e' Poveri , c tanto scrupolo hamt'nte ammiuistrata ? Par lino i Poveri, che t utt o dì ne provano i pietosi em~t ti, ed ,io mi tacio. ]\Ja sopratt utto voi mi ordinate che io mi stia zitto sulle vostre persOlw li hen distinte qualità. Ah, intendo, ]a lod~ di qUl",.;to mondo mal si confa col saggio vostro crj8tia~ no p('nsare: ma non potete già obhligarmi a tacere , che il vero pres io , e che più vi distingue è quella Religione. quella pi-f che tanto vi ono ra in faccia al Cielo ; è quella particolar divozione verso la GRAN DONNA m.r, CIELO, che à , succhiaste col latte, crehbe .. . con VOI, e VIva ognor SI manrie.re , e conservarsi saprà , e che tanto utile vi fn in tem pi da non ma i pi rioordarsi DUlH[lW a voi, NOBILISSIMI FRATILLI, era per o~ni titolo <li «onveuienza dovuta questa picola divora O~)('ra, onde col vostro N ome i n fron te fosse di mauaior "loria a Maria ,) e di r't':' ti più p;radito accoglimento al Pubblico; e col più profondo rispetto sono, ù GIUiEPPE ANTONIO G1JOLl, ex-Scolopio , Arciprete. . . INTRODUZIONE. : rScbbene l' unico oggetto di (j1lCsta jo piccola Uperetta tosse Ji assicru are alle future etù le memorie di quelle mcrax iglie, c glilz:e operatc da Ma ria S5. sotto il titolo eli j\. S. delle Rocche <li l\jolare in l\10lJfernllo, Diocesi J' Acqui , memoi ic , elle la sciate rrgi>traLc da' nostri l\1aggiu, i iII pochi foglj \ oluuti , qUuli, seLLCll difesi finora dalla \ oracita (te'tem pi, ma chiusi, c eonfiuati , e l'esi 111llLi nell' angolo d' Ull vecch io ar marlo, SCf\O!JO a poco a poco di pa scolo a' "orci, cd alle ti~llOJC, senza. eSSe~ c di ccci tu nu-uto a llI~\ggior di vozioie lld P(,p()lo Cr;sLial~o, pl1l'e, a secouc'nrc il gcn;o degli amanti delle al,ticlJil;'1 (iella Pama , ho do vuto dctcnniuartni a premettere a1- l>revi notizie rignarculI[j iI: P <lese, che Ma ria Ss. ha \ alula, Cl1l:C onorare con tanta parzialità di sua particolar protezione, e che prosie gue a proteggere con coutiuue gra zie, e fa vori llOIl solo a' 1\lolaricsi, 1·. ma a tanti altri divoti a lei, anche di lontani Paesi ~ ricorrenti. Quel· poco, che ristrettamente ue scrivo ' . è tutto allpoggiato a documenti an- ~ tentici presi o dall' archi, io della Comunità, o dal Moriondi nell' Opera sua intitolata: Monumenta .douensium , onde i miei Leggi tori devono essere sicuri, che l'a mor della Patria è andato in pieno accordo coll' amore della verità, e tanto basta per compromettermi dalla loro gentilezza nn giusto Con sentimento , ed una graziosa ap pro, azione.. Il nome di Molare si vuole re sia deriv ato dalle mole da Molino, che si taglia, ano da una rocca sull' en trata del Paese, quali pel Ò non tra, ate della pasta voluta a tale uso cessò il tagliamenlo, c restò il norue. Della sua origine, ed anlichità è pazzia il disco.; erue , e pelL ilè si tratta d' l111 pccolo Paese, che niente intere-sa il. sare1c quando sia stato fondato, e pel'chè po trehbe essere più antico di Tl'Oja" che quando nulla se ne sa, rn.illa, ~ ne deve dire., ,.. :f J primi monumenti, che noi ah biamo di Molare cominciano dal mille, c cento dicci, per la fonda ziouc Iaua sul suo territorio della quinta Abbazia de' Cistcrcieusi , detta Abbazia di Tiglieto, e del 1131 accresciuta, e confermata da Anselmo 1\1 .rchcse Malaspina , fi g1io di "Cgone, e di Adelasia Con tessa, figlia di L buldo , uuitameute ad Opizonc , Vescovo d' Acqui , di lui frarcllo , e Villelmo, e G l! gliel' mo, figli di Anselmo, sotto il titolo di s. Maria, e s. Croce, chiamata anche COIl altro titolo di Civita cola. Quest' Anselmo era uella di. sccudcuza di Alerame di secondo genitura, Signore del Bosco, e (1i l\l11lal'e: il Paese era certamente di filla Ielle considcrazioue in allora, mentre il ~110 tcn itorio si estende. a (1.111a pnrte de' monti molto più lnngi, che non lo è presentclllente, PCi' il riLaglio. fattone nella di\ .sio ne de' confini col G eno- cse , men te anche in oggi si iuuohra per • ]3 quasi sei miglia fra' monti, che di vidouo il Mouterrnto dal Geuo. ese • .' La seconda epoca, nella quale ;' si parla di Mulare è del ) 2.93, lIel n UI anno u· 2.3 l\1agg.o in Molare, "... cIOè nella Curi,i , dice r iustrumeu . 10, dci Signor Lauzulotto , Mar chese del Hosco, si ratifica da Gia " como, ed Ugolle fratelli. figli del fu Signor Manfredi, Marchese del Bosco, la vendita falla da Lauza Inno 1010 fratello llc1la parte, che av eva sopra 0, ada, ed altri Ca stelli al Cornlllle di GellO\ a, dal che si couferma , che i Signori del Bosco CI auo anche S;gnol'l di Mo lare, e (l!leste SUllO le date p.ù an tiche da me ritrov ate, ]\eg/i auui poi sllsscgnenti, cioè {leI 132.7, dal S' g. ISllardo Mar chese J\] alaspiua col volere cousi gljo, e COll"CIISO Jegli uomini di ~j()l,lJe, Morbello, Cassinelle, Cre mohuo , cd alti i, furono fatti Sta tuti, ed (Jrdiuumenti per il buon go, crno dci deui Paesi, IIuali Sta ~ ]4 turi esistono tuttavia ben scritti, ben tenuri , ed autenticati nell' ar chi, io della Comunità con altre in teressanti scritture, e certo f.l'a quell~' '.: . •. "e ne sono de' curiosi davvero , convien dire, che alcuni delitti fos- ' sero l'ari assai in quel tempo, men- " , tre, se colle pene stabilite contro e, colpevoli di tali delitti si a, essero a punire a tempi nostri, ne risen tirebbe assai la popolazione. Altro monumento onorifico alla mia Patria è quello del ]467, nel quale si legge, che essendo morto IsnardoMalaspina Sigllore antico , e naturale di Molare di morte im provvisa, ed ah infestato, e per conseguellZa senza a, Cf disposto rapporto a' suoi diritti sopra il Paese di Molare, questi si cl'cJè sciolto da ogni vincolo di snddi lama, e perciò in ragione di dis porre di se stesso; A tale effetto, radunato il mag gior COll'iglio decise, che conveni, a. tosto cercarsi un Signore, che Pa , 15 dre fosse, e Padrone; ma nel tempo stesso Signor potente, ed essere so stenuto, e difeso, salvi però scm Inc i suoi privilegi , e diritti, e quindi di pieu concorde volere eles sero Guglielmo l\1alaspina Marchese di tutto il Monferrato, quale ac colta con tutto piacere la loro de dizione, ecco i- termini, che stimo mettere ad litteram , coi quali ven ne accettato Molare dal Marchese Guglielmo Malaspina: " Oppidnm Molariarum Ducatus " Moutisferrati , positnm in confi " nibns J aunensis Ileipuhlicee re "gebatur a Marchione Isnardo " Malaspina , illius naturali, et an " tiquo Domino, qui anno 1467 " subitanea morte prreventus nullis " ex se relictis liberis masculis, aut " freminis, nullum candidit testa " mentum nec quidquam ordinavit " circa dominium dicti oppidi, et " gubernium suhditorum , ac pro " inde videntes se de eorum Domi :' no orbatos ,..ae proteetore desti 16 " tutos , inter se ipsos discusso ne " genio, ae aglloseentes optimum " esse a maguo , et religiosissimo " Principe gubcmari, decrev eruut " pro corum tutela , el conserva " tione e1igere, prol1t , missis uuu " tiis curn opportuno mandato iutcr " alios muudi Priucipes elegcrulll " excellcutissimum , el metucndis " simum lune Murchionem Moutis " ferrati in altum , cl Sl1prCllllllU " eorum , et dicti oppidi nomi '" num , hoe tamen expressi initio. " QuoJ dictus Domiuus Marchio " nnllo nnqllam u-mpOI c possit, et " valcat dictum Iocuui cum ejlls " podcrio ulicuare , nec obligarc, " nec pcrnnuatiouem aliqu.uu fa " cere, nC(JliC a se, (J{',(lllC a SIlS " hrcredibus , et succcs-or.hus (PIO " vis modo abdicare in (r: a\ l~ pu " sona, cujuscurnqnc gradns, COlI " dition.s , et li.gllitatis C\ist,:l, " quod pactlllU cutu ruulus ali.s " fu.t dc lelllporc i\l tCillporc per " Sercuissiuros l\la(ilt,~: CL Mcu ]7 " tisferrati Dnccs conflrrnatnm. " Se non che dell' anno 1522 Ma dama <.1' Alauson Marchesa di Mon ferrato, Tutrice, Curauicc , Amrni nistratrice testamentaria dIlla Per sona, Stato , elkni (leI Marehese Bonifazio di lei lìglio diede Mo lare in Fendo a certo Gimanni Pico di Casale di lei Con~igliere intimo, con tutte quelle preroga tive annesse a simili in!ent!azioni. NOli sÌ tosto gillllse tale d isgn stosa inginsta iufcudaz ione alle o recchie de] Popolo di Molare , che non esi tò a pro test al e nOI] solo contro tale infeudazinn», ed im esti r " tu l'a, ma ricusò costantemente a fronte d' Dgni minaccia qnulunqne atto Il i di pendenza al 1It1O"O JIn'e stilo; e fu si fermo a sostenere i suoi diritti, elle, o fosse per di spctl o, o per vcndett a 'etll!è il Pico i suoi titoli a certo Signor Spinola nobile Gl'nO' l'se, che a Itri Fendi aveva, e fra gli altri !~erma, qu«]e, credendo di poter viucere la fer 18 mezza de' Molariesi, usando le vie odiose di fauo , per esser breve dirò, che seppe Molare couserx are non solo i suoi diriui senza ab bussarsi al miui\l10 atto di dipen~ denza, princi palmeute del galra- t mento di fedelto , che ben quattro t~ sentenze ottenne dal Sellato di Mantox a, e di Ca-ule , in forza delle quali fil gi.udicato. e senten 1 'i ziato non essere tenuti gli nomini di Molare ad alcun gimamento fuorché al loro natural S:gllore, e Padrone, e salv i sempre, ed in taui i loro priv i1egi, sì, c come stanno espressi nell' atto, e concor dato di loro dedizioue ; ma anzi nell' ultima sentenza fu deciso, che chiunque fosse quello che succedes se per l'avvenire in tale fendo, non potesse mai nell' atto dell' infeuda zione non solo pretendere, ma nep pnr domandare, nè cercare atto alcuno di fedeltà , od altro, fuor chè al loro natural Padrone, e Si gnore , e salvi sempre, ed intatti i loro privilegi, sì, 19 come stanno espressi nell' atto, e concordato di loro dedizione , come si è detto. '. Felici tem fii, nei quali le Co munirà sebhen considerate pupil - J le, senza pelò bis(lgno di tutela, ".; dire sa pe\ ano così bene le loro ra gioni, conservare i loro diritti, ," regolare COli tanto giudizio, ed economia la loro amministrazione, ed essere così fedeli Ilei tempo stesso al loro Prirù.ipe ! ' Poche parole ora del suo g"o verna spirituale per farmi strada all' oggeLlo principale del m.o tra , aglIO. Il suo Vescovo è sempre stato il Vescovo cl Acqui, nè p,,-ten, ne può essere diversamente attesa la sua località, Il suo Pastore im mediato fu sempre SOlto il titolo di Arciprete. La sua Parrocchia era molto più es Lesa . come lo era il suo territorio se non fosse stato decimato, come si è già detto: sul principio della sua esistenza ' i El 20 cristiana era obbligo, o diritto del Capitolo o' Acqui, come si vcdr« in apprcsso, prO\\ edere il PUITOCO. Colla fontÌazionc dcI!' Abbazia di Tiglieto restò a quei Monaci il ti- ~. 1010, etÌ incombenza dcll Ar('i[J'c tura, e solto queslo t;tulo dO\ CY<l pagare nn non so che al Capitolo d ACI{lIi, mentre del I 155 si leggc nel Moriondi "fOlUtJ7U'lItll Aqllell siuni llll 1)1('\ e di Adriallo Papa in conferma dei d.riui , e decime nominate dovute al Capitoio dall' Arciprete (~clla plebe di Campale, cioè di Molare, perchè Campi e era ddl' Ahbaza , ossia dc' Monaci, e l' Abb;\IC era Arciprete; ma con vicn dirc, che mal s'<addatt asscro i Monaci a <IlI!'1 Breve, mentre H - ; ' diamo nell' istessa Opera, che del 124, dopo lunghe dispute convcn nero finalmente, che avrebbero pa gato morliuni unum pulchri grani. a-! mensuram Ùvruice , COT~e di fatti si lc~ge in un' altra data la ricevuta di tale pagamento. ~1 Trovo poi, che del 1299 Papa 13onifazio V III. con sua lettera fir mata sigillo plimbeo delega I'Ar . ciprete di Mombaruzzo a rivendi , care, e richiamare tuue le aliena zioni fatte illegitimamente dei beni spettanti alla Parrocchiale di 1\'10 lare , e questo ad instanza del Sa .. ccrdotc. Hossi Arciprete di Molare l)er mezzo di fra Percivallo Mo naco di s. Giustina di Sezzè di lui Procuratore; dal che si vede che erano ora Preti, ora Monaci gli Arcipreti di Molare. Diffatti del 1368, che è quanto dire dopo 69 anni, Fra Antonio Boccaccio, Mo naco dcI Monastero di Tiglieto, di sua spontanea volontà fa al Capitolo d', Acqui ampia, assoluta rinunzia dell' Arcipretura di Mola re, in forza della quale il Capitolo elesse un certo Antonio Zabreria del f)t Facino di Morsasco, quale era Chierico ancora, e qnesta eleo zione venne quindi confermata dal Vescovo in allora Guidone con ~ I queste 22 .osscrva?ili parole: pr~pter potentiam ami coram , et attu.en tium tuorum vi confermiamo Ar-· ciprete Sanctre ]llarite plebis de .' :1 Campali, SÙ'C de NJolariis ; men- \" tre in tal tempo era anche Pode- . stà di Molare Isnardo Zabreria, l zio dell' eletto; bisogna dunque con- \,7 ~ chiudere, che in quei tempi anche ' l i Monaci erano abilitati alla cura spirituale delle Anime, siccome convien dire, che se tanto il Podestà, quanto l'Arciprete erano della fa miglia Zabreria, famiglia fosse ri spettabile, e potente, e rispettabili anche gl' impieghi riguardo al luo go, che esser doveva di maggior t considerazione in quei tempi, quale i ora era chiamato Borgo, ora Villa, 1, ora Castello, secondo 'l'estro di chi scriveva. . I In oggi, oltre la Chiesa attual mente Parrocchia, altre tre .f.hiese vi sono: una fuori del Paese lon tana mille passi circa, che era una delle antiche Parrocchie, il di cui .i\. l' r I 2S .aspetti, o di collera, o di pace; , o di giustizia, O di misericordia: linguaggi di ginstizia , e di sdf'gllo ,J .: .. SOllO i tanti, e diversi flagelli, coi ~ . .' ';:"quali punisce Dio gli uomini osti i l nati prevaricatori ; linguaggio di dolcezza, e di pace, quando non ~ I solo sospende, e trattiene i meri tati castighi , ma pla.eà'to dalle no stre lagrime, e ravvedimento, all' intercessione de' Santi, e principal mente di Maria Vergine, spande sopra di noi grazie, e favori. Altro lingnuggio di D;o sono le sante inspirazioni , e quei tanti in terni movimenti, per i qnali ci sen tiamo spiriti al Creatore: sono qnei rimorsi, e quelle affannose palpitaI, zioni, che stringono il cuor del peccatore per indurlo a penitenza, e ravvcdirnento ; linguaggi, che ! quanto più sono secreti , e taciti, ,~. tanto più forti SOllO, ed operosi. Lingnaggio finalmente più dolce, ed affettuoso è, quando spedisce, e manda Angeli, c Santi- del Pa l J I n 'lG radiso a confortare i suoi detti, e sigllinc<ll'c le sile iutcuzioui, e moltc volte Maria Salllissim<1 si degna scender li al Cielo, cd a p pa l'ire a > . persone a lei divote , e care, ed in-·I"~ timare 101'0 la di Ici volontà sem- . pre a nostro vantaggio per vicp-' l'i Ìl ccci tare verso di lei la nostra , coulidcnza , e divozione , e guai a noi se tolto ci venisse ogni Com mercio col Cielo, e proibito ve nisse agli abitatori del Paradiso di ~l\ Cl' pi ù parte alcuna colla terra. Questo grazioso lingnaggio ado perato con tanti Popoli, e tanti ,SaJlti usò pure :Maria Santissima per sua bontà, C misericordia col Popolo di Molare, mia Patria: lin guaggio, che le ha fruuato da \ arj secoli i più luminosi vantaggi in tempi i più calamitosi: tempi, che se per altri Popoli, e non lon tani dal nostro erano di collera, e di giustizia, furono per noi di bontà, e di misericordia, nè deve esser motivo di miscredenza , O di 0""" -" dubbiezza la piccolezza, c povertà del pacse, i' alpestre sassoso lllogo, ave apparir volle per C~S{Te i, i invocata da' Fedeli. Fondamenta ejus in montibus sanctis. Presso :Maria 11011 v' è ùi ~. stiuzion di persone, nè di lnogo: j dove è maggior ricchezza nei luo ghi anche più santi, talvolta più che la divozione è maggiore la cu riosità, e bene spesso, come lc av venute passate rivoluzioni c' inse gnano, da mani cmpie , e sacrilc ghe furono derubati i più ricchi tesori di divozione ; ma dove colla povertà risplende la decenza, men tre alla irrcligionc, cd ingordigia manca 11 pascolo, ed alla curiosità, e divagazione l' alimento, cresce in ragione inversa la divoz.ione , ed il raccoglimento, e questi brev i ri flessi piaceranno ai Lettori, che avranno una sufficiente dose di ra gione, e cristiana disposizione. La vera epoca di una tale ap parizione si è perduta nell' ami ! t onorata, ed chità de' tempi. e molto più per le vicende cl' ogni genere che intor bidarono l' Italia obbligata a ser \1 vir sempre o viucitrico , o vinta : , i Jo\enclo dunque stare alla tradi'Lione, fonte principale d'ogni sto- " ria , (l11e5ta passata costantemente, cd uniformemente di secolo in secolo, di et:'! in età. di famiglia in . famiglia si cominciò a lasciaruc , e registrarnc le memorie, ed i scritti l'uuuo ) SHo. quali giunti fino a noi dicono quanto segne: Da' nostri Antenati abbiamo l'i ce, uto , che nna pOH'ra donna per nome Clarice senza dubbio di, ota di Maria, e buona, e semplice Cri stiana , nel portare poche l'l'Ile cotte al marito suo, che faceva legna nelle montagne, giunta a quel posto chiamato ,olgarmente delle rocche si "iddc innanzi una Signora di turchino, cstita , e chiedente nn tozzo di pane per amor di Dio; oh Sigllora, rispose la Villanella, altro che pane, non ho che poche \J' ~9 erbe mal cotte che porto al mio pm CiO marito. l\lil a, l'i p:glia la Y Cl gine, od cestello, c vedi. Alza quella pcr COllI piaU'I,Z<l lo straccio ,,! elle lo CUpi';' u, e vede con mcru ,idia l erbe COII\ errite in })UflC. J l SOl'prc~u dul miracolo la pO\ crolla grida tosto: ah, Vergine santa! .i\pp1l1itO qndIa io 50,:0, dice la la gl'a:. M.~die di })io; chbenc va , e /Iii;:, a~~L alÙ'llori del tuo ra("e, che iil qncsto Iuogu bramo una Chic-a in mio O:'Ol'C, e to-to spane. Del l CLIl i di coscienza, che vi tre vaie in qncsta scmpl.cc n.m-ari- a (li ripngllanle al buon senso'? Fret tolosa, cd ansaute , come ognll11o 1111Ò credere, la favori;a donna di t U mentica dcI marito corre veloce a raccout are n' l'lolaricsi l' avutn ap pnriziouc , mcsrraudo ili segno (li verità il miracoloso pane, cd il Cf) mando di Cl fahhricare una Chiesa III S110 onore. • A tale a,\ euimento , c racconto al radunato Popolo l' opiniou fll ,... ~o di, isa. eh i pensò di poter ragione volmcnte dnbitare del fano, trattan dosi di donna credula, e semplice, eppell"C!; clover dnrc tcm po a l tem po ])('1' m:g!:ol' condotta; e chi di l,iù buona !(or'e, alla vistn di quel palle, che iII batter J' occhio fil divorato, decise porcrsi preslare qnalche cre denza al di lei racconto. Molti dun qne si unirono alla stessa per por tarsi a "edere il lr~ogo, e sito dm e disse essere apparsa l\laria ,copra uno scoglio <Ippllllto, e forse nn' avv anzo "i splcudea ancora di quella Ince , che nel suo apparire la gran Donna vi sparlie, e \ i difìuse ; come an ien certo al declinar del sole, che seb ben già nell' onde tuffato del mare pnr vi lascia qualche traccia ancora di quella lnce,chc porta ad altri lidi, c ad altre sponde. Qnivi dunque da Il' accorso Popolo fatta unn Croce di legno fn rosra, e f)S'iata do\ c In Donna disse aver vsduto la Madre di ]);0, e ([lIi!1dì . un' immagine si CCI cò di Maria Ver ", 31 5: ~ ~ 'I j gioe, che dcccnt« fosse, c ritrovata in POlot:I!;l Pl(;C('s<o::a!mellte all'in dicato lt~(Ig'), (lmll<llld()\ i alla meglio lilla C'Q\lli!a. cile coprisse il (jlwdl'O, c dall'J111l'll1pcl'ie (:dl' aria lo di~°l'lJ l des~c, spcl'and.(~, cd attell~:('lJ(lo il:1 o o ,V pnw'lìte ili! lllll rli.arn IIJ,gn«gg'o da Maria, onde i voleri di ki più sicm amen te esegnii c. siccome la 111(: dcs;ma Il ad iziru.e ci a-sicnrn , che r ilTllll;;giIIC elle si veuct a nel San tuarro qnclla essere, che vi fu posta in In le orcasiouc. Non tard(" però molto a \ ieppiò contestare, e ratificare colla sua ap p<lri7.:OIl(' la di It'i volontà la gl:1I1 ])01111<1 l'{'l Cielo. Era, i ili llllC'l lt\ll P" nel Paese 1ll11101ll0 per 1:0111<' Cioo . l'.Al7.11 ' l'l, (l'H) lC 'g,a ' Wl mo l v an 1\', aria ti ali/Ii <1cll' n;'() della Ille~nhra IIIia si de! tutto privo struscinav a m.sera mente la sila' ila a'ppoggiato a dlle pezzi di legno. edlla la novcl]« di tale apparizione prende ('ome me glio PIlÒ la strada tlel monte delle rocche, c colà giUllto alza gli occhi I o '"' ~2. al Cielo , dà in dirotto pianto, e singhiozzrllldo grida: oh Velgiue Santissima delle Ilocclle, libcraremi l' da (l'H'sto m.o sta IO iulel.ce : la fedc fu ,il il, il premio le teune . dietro. slli.!" isuuu« libero si trina, .: e sano delle sue mcnrbru ; lascia i pezzi di Iegllo a piè di 1\1aria, c tutto al/egro. c dritto viva, gri(:a, . viva Maria. Al vcdcrc , c publ.li carsi di (1I1eSIO prodigio di più non vi volle pcr rimirar quel monte da ;. folto [lf)f'o]o l'I C(plelllalO, ed impc gnarc il Pubblico a far succedere alla Cappella nn Santuario, del quale egli ne pnss,ede il gillS pat rona to , €leggC'lldo il Cappellano ~ il Custo de, e Depositario per servizio della Chiesa, c per lamministrazione ddlc sue limitate rendite. Per (Jllllllto fosse l'h i a l'O, c com ])l'oyato il fuuo dell' occorso IIcl Cazuli .J\Jaria prost'guir voleva a gimti{Ìt'arc la povera Clarice con lIUOV i miracoli, nuove grazie, cd obbl;garc i Popoli anche più 1011 " '-1"") :};) taui di portarsi ad onorarla , i!l\ 0 carla sotto il titolo Ji ~l)stra Si gnora òcl~ Bocche di Mularc, ti tolo impostoli lIel primo ruiracolo a fin ore di G im ali M aria Cazuli, Di fatLi le glazie d' oglli t;e;;ere si succedevano rapidamente le nue alle altre, e vieppiù dilatavasi la fama della ruirac..losa immagilll1 Ili SostI a Signora delle Bocche di 1'Ilol<lle, co siccuè I\UU solo private pejS'J11C di ogni etù , sesso, e coudizioue per infermità, cd iucurahili mulauic por tuvausi ad implorare gnal igioile, e salute; ma nelle universali calamità de' Popoli 'CI;C\ ansi venire proccs sionalmcute intierc Comnnilù, onde essere a dì lei intercessione l-lx-rate ù"h1i a unuli cast igb i che so1!'r·ì, ano, o llll,:a]'~~ CSCu[~ da (ilielli .. che gli serpeggia\ allo l!/tOfl!O. Nei!" a/llHl di nostra salute lG'..!..G DPI termine «1' un Illese, cioè dalli 23 Ami!e l~llO alli 2~ l.\!al.urio, uu~.() (' ' , ' l' , , mero oo Omp,l{;;':le'_ll (I\CIS\ l,:w~r anche lontani vennero pt ocessi \.!11 al .il ~ L ~.~ 5!t mente ad implorar protezione, come AC(I1Ii, Novi, Ovada, Ga\i, CC., e gr,u,;e illsigni alla loro prescllZa jn nanzi al S1IO Altare furono accor_, date di sauita a persone inferme da molti almi per malori creduti incu rabili; i monumenti dci quali ne vanno ognora coperte le pareti della Chiesa ne fanno ampia tcstimo-. nianza , an ertendo, che non p(\chc volte anche dai proprii letti gli ip ferm i invocando con, i, a fede ~J aria ~. Santissima delle rocche di Molare, erano tosto esauditi. I miracoli, e le grazie, delle quali in debite forme ne venne fatto pro cesso, ed a noi tramandato ual1500 in appresso, a tutti narrargli ren derebbero qlìcstO divoto opuscolo molto volnrninoso ; ma i benigni Lettori si contenteranno di poco nu mero dei pi celebri , cd approvati , persuasi, che Maria Santissima è ooutinuamentc sotto qnesto titolo TarlIa, e generosa disu('nsatrice di . sue grazie a' suoi divoii ricorrenti, ù ,~ . come tnttogiorno apparc da nuox l 'oli, e recenti. Prima però di entra re nel rac conto di essi non sdegllC'j anno i Lottori scurire l!IIUnlO dc\ o pre mettere, e elle impropri.uucurc sì , ma plll'e io chiamo miracolo, e che la base forma di tutti gli uhri ope rati da Maria Santissima. Il paese, che \ alle ;\laria San tissima onorato di sua apparizìo!lC', come gi,\ si t~ deuo , chiamasi Mo lare, che debhc essere antichissimo, mentre in certi scavi funi tro- ansi avvauz.i di gClllililù,e monete ti' Im peratori pagani, e se è "'~I o, che le primc Chiese alzavausi alla con versione de' Popoli erano (It'asi tur:e solto il titolo di S. llfaria Cl plebe .. qucslo t ii 010 e.liÌw la prì ma nostra Parrocch.alc , (' l'Il' successivamente tramaudatovDellasnn p"miti, a po polazione nullo ~e ue può dire, e qnai.do arlf'I](' ncll.isua origi l r po- tesse C's"cre" di 'il!~I1cilC (onsi",:,; u-, zione., nou tanto 'per le tbtrng-:' 3G gitl'ici inondazioni de' barbari, c per i I riw:glio fattone, come si e dcuo , do\ elle sminuirsi d assai, cosicch« i libri più amichi Par «r l'occhiali, cile hanno avuto priucipio d,Il Concilio <1i Trento nun la~: fanno oltrepassare li mille cinque T cento Anime; e tale pueu più poco meno i· anche in oggi. 11 suo ter ritorio da poca pianura in fnori , ed alcune colline, che danno \ ino de licato, c buono assai, c che i uc goziallti forestieri comprano assai volentieri a preferenza <1'ogIli altro , la Sua maggiore estensione s' av ... auza nelle montagne o castagnati\ e, ob oschive , ed incolte, che vauuo ad unirsi con quelle che se rarauo il Monferrato dal Genovese alla sorgentc del tìuITIC Olba .. Paese }ler cow~eguellZa di sua natura ste l'ile, e di prodotti assai limitato di pri mo geIlere, cosicché la sola in defcssa fatica (lellm oratore Cquella, che obhliga il terreno a produrre Bi;t ~:i quello, che naturalmente po \i 57 trebbe: si aggiunga, che privo d'oglli counucrcio senza opere di alcuna muuilattura le sue risorse 50110 tutte appoggialc al sudor <.lella sua fronte sempre incurx ata \ crso la terra a malleggiare picchi, e za ppoui per far nuovo terreno nello spezzamen lo, e tritnramento de' scogli e tuffi, de' quali vanta abbondanza di esten sione. Pure il Paese a fronte di que sta sua sY:tlltagaiosa situazione pre senta qualche particolarità, che spie ga l' indole, ed il carattei e de' suoi abitatori, mentre, e \ alita un San tnario che può dirsi UIl miracolo e per il sito, e per la distanza dal Paese di due m:glia circa, e certa mente superiore alla sua possibilità ordinaria; c la Chiesa Parrocchiale distinta l.er pitture , per statue mal" moree , per .indorature ; e molto più per la \ aga sua architettura -' che colpisce r occhio a l'rima vista, e che a detta de' forastieri da mc stesso sentiti è più degna d' nna città, cbe del Paese che la possiede ; come se 38 le Chiese non dovessero essere belle, e ben ornate, che nelle Ciuà , e che il Dio delle Città fosse di\ l'ISO, o di maggior condizioue e stima di quello dei Paesi. Il sito dove è fabbricato il Santuario, e principalmente dm-e è innalzato l'Altar maggiore dove ap punto si dice esser apparsa Maria, come che posto sopra una rocca sul marginc ti' un precipizio. convenne dal fondo di (Illest;} 1'0\ iuosa ca denza alzare I111111Ul'0 d'una propor zionata largbeZ7d fino alla sommità del luogo, dove ergersi dovcv a il Santuario. Il corpo tutto dell' cdi fizio è quadrato, e va in gilO pal mi 385, la lunghezza interiore della Chiesa è di palmi UG ~ cd in Pl'O porzione la larghezza. Nel fabhri cato vi è abitazione per 1111 Cappel lano, ed un Custode, e qualche stanza di niù: lAucon«, dove sta il qnudro l;liraco]oso portasi a ('0 lonue spirali fino alla volla.. (\ tnua iudorata , ed il rimanente dci lati, con ISPOlli .e. \ \ . ~c .. Quali spese non avranno doynt';; farsi iII tale circostanza. e certa mente eccedenti la possibilità ordi naria, (1l1t~sto è, che a mio sen so chiamo primo miracolo prodotto dalla buona armonia, c da buon fondo di religione, e di pietà. So bene, che (ItH'Sto racconto po trà poco interessare l'attenzione, c la curiosità de' Lettori, ma so al tresì, che serve mirabilmente a pro vare , che anche la povertà è mira colosa iII l'icehezze , quando sfoggia a gloria di Dio, e Maria Santissima. Che si ammirino dei Santuarii per la sontuosità, e magnifìcenza del fabbricalo, c per le loro ricchezze, ove ebbe mano la generosità de' Principi , c la liberalità de' facol tosi, qnal maraviglia ? Ma che vi siano degli Edifizj sacri alzati, C decorosamente mantenuti anche con non ordinaria decenza. dm e non vi sono ricchezze, nè facoltosi d,i primo rango, se non è qnesto un. miracoli), qual lo s'là?· 40 Vergine santa, sì, questo è il primo miracolo, che '(li operaste a gloria della mia Patria, perchè voi il cuore, c la mano dirigeste d'un Popolo tutto a voi divoio : voi t\ volev ate, che da' nostri scoglj, e \' ~cche scaturissero fonti di benefi cenze, c di grazie: voi, che sebbene Il Rcgilla del Cielo, c della terra, pme ci com piacete d'essere onorata sotto quest' umile titolo delle Rocche, c tanto fu grand~ in voi quell' umiltà, per la 'plalc piaceste in guisa all'e temo Padre , onde meritare d' es sere Madre del sno di, ili Figlio, el~ inscgnari,:a noi, che l'umilrà è la base delta grandezza. Deus luuni liunt celsit udo, Non pretendo pcrù , che questa bella gloria propria sia solrauto della Patria mia, mentre so bClle, qllante altre miracolose appar;z;olii, cd immagini di l\Lll';a si veucriuo in taut' allri molto più r;lggllart~U vo]: Salìlnarj alulli in !llogill al VH del uostro alpestri , c sussosi , c do- , 41 "C Maria a prò de' fedeli apre il tesoro inesausto di ~IlC bcneficenze; C 1I0n gi:'t per far pompa di erudi zione , che tant' alto IlOII poggia mio scarso ingl'gno; ma per sempre più far palese a' fiddi 1egil!ori la hou Ut, e misericordia di Maria San tissima; di; il : Li auuo 179:! in Homa si è stam pata nua racl'dta iII fjllalLm tomi iII O:W\O dcl!c ìlllll1ag:qì (Ie!la Ik,l \ tissima Yergine OII:a:(' 11d1a COIOlla d'oro dal Be'.IllO Capitolo d, s. Pietro, al (lllale il COll:C A]lcssUIIÒ'O Sforza, Piaceut.iun , lino dal! alino l G3G la-ciò \111 Fendo, OIlÙ' col l'ed i to di 111lesto si Iare-scro dlle, O tre corone d'oro all' anno da porsi in capo alle inllilagini più au tichc divote, c miracolose di Nostra Signora, c del salito Bambino non solo ili B oma , ma anche fllori di Boma ti' estero (~olllinio, ad arbi trio del detto Hev.":: Capitolo, con una esatta notizia di ciascheduna immagine presa da' libri editi, o \ 4'2 dagli arcliivj J1nhhlici, c priv ari , opera del Sig. AiJb .... le n. S ivc r.o De Marca ex-Gesuita in allora. Ccuto , e >'l'lIti SOllO le J tllll1a"illi " ivi descritte, e cento /inaltro SUllO le coronate, e sedici ;" tempo eli tale opera ancora t,Oli corouate , alle quuli credei ci ;n l'I' di. itto , e 111CeO certo il nede M .r.n Sallti,sima sot to il titolo di~. S. (:elle RIcche fra (/,wlle non OLCO] a J:(~ co: Olia! <I, C molto meno unmr r.ua, ma cclc!n c al l'al' l;i li1wl1e reI' il cnl.o . e pn gli mirncoli , e grazie hcn d;stilltc COIJlTS . ,C, cd 0jiCJ ate non pri, a la mente, ma pnhbI:callH'lIIC alla pre senza di 1l11111erOSO pO(1clo nella sua Chiesa, e se il Cicl massiste , mi dà vita Dio, e mi Se('Olllla 'Maria. come ne ho fede, afìt'. che \og!io, che qllcslo mio di, 010 l.hreuino vada alla ~"'rall Citl:'t di Homa, centro della C!t;c'~a, e della Helig:ont': \ ann'e , le dirò, vanne pnr senza di me mio picciol libro, c!te vecch io io già sono, ma vanno sotto la protezione 43 della gran Donna del Cif'10, ti prc SCilla a quel Hev .ma Capitolo, e d.Ile , che Maria dalle alpestri roe .~ che di I\1d'a Ic, paese piccolo si , " ma grand~ perché ca: o a lei, in , Monler: alo, J )iocesi ti' Acqni , Ila diritto di riclamarc , cd aspirare alla corona d'oro per se, c per il suo Bambir.o , a norma dcll'<iutenzioue del pio, c nobile Tesrarore. QI1<1nto ha fatto. cd operato Ma ria invocata sotto il giù tante volte nominato titolo delle Bocche non intendo, che tutto d('bba ('S5!'r chia mato miracolo a stretto rìgnr dì termine, onde non alterar la fan tasia de' troppo scrupolosi critici, ril1l('f(erJ(~oli all'Autore dell' Opera intitolata: Trattato storico-dogma tico della, era I:!'!ig'one del Sig. A bbate F3f'fgier, 0\ e potranno prov vedersi di buoue lenti per veder le cose nel suo vero aspetto, eù io mi contenterò di trascrivere poche righe di Mons:gnor Liquori in oggi beato ali nggitinta di varj esempi i 44 appartenenti a Maria. Tuluni , egli dice , prcgialldosi di essere spregin dicuti si fanno onore di non credere alo i m.raculi , cl: e quelli stanno re gist"ali nelle sacre carte, stimundo ~ <ic gli ,litri quasi che novcllc , f' favole ~\' da fell1m;IIIlCCc, e dii ò cuI Padre Cl'aset, ehf~ fJuallfo sono a crcder« );('11('. più t'aedi miracoli le per:-:oll(' ..ab t.uuo SOli I;ill Iacih : u.alv ag i gi a dCi idi'!'!:. (). a. ""s('1ll1o verissimo , che n r.a illlìn't;Ì di IICIS,II!(' d'()gni cd, d"'gl:i s,"'so, ti' ogui condiz.oue ricoi se a Mal ia Sa.uissimn sotto il titolo di NOS(ia SiglJOra deilc rocche di Mo lare s, IliO state cs.uulite, e consola te, c molte alla presellZa di ceuti naja di j1el'''onc, 1a'cierò a' miei Let tori l'arbi'''io di chiamarli miracoli, alni gr;nie solamente , secondo loro piacerù. lo eh iamerò miracolo, c grazia la Iiberaxione della mia Patria Jallepi. demico pestilenziale morbo , che nell' alino 1625 mentre ne' paesi vi ~·i 45 cnn, e lontani a migliaja cadevano vittime dci terribil flagello, la mia Patria andl. esente, e salva per la ,., protezione di N ostra Signora, ut omnilnis notum est, dice chi ne rj lasci!') autentica memoria; motivo -r per cui uell' anno seguente tante si i~ viddero Comunità venire processi 0 nalmente a visitare Maria Santis sima ilei nostro Santuario. Chi legge sia pur scrupoloso qnanto si voglia, e veda se possa perdere il titolo di miracolo, anzi doppio miracolo il presente fatto da cento, e cento testimouii di vista comprovato, e tanto esattamente circostanziato. L'alino del Signore 16'1.3 li 29 Cenna jo Pellegl'illa Danielli . moglie di Giovanili GajolL di Molare, men tre dimorava una sera in casa di Tommaso Dnniclli suo padre si spa rò accidentalmente una pistola ad un GiO\ ine , per il che restò ferita la suddetta Pellegrina nel ginocchio destro di due palle, quali passando 4G all' altra partc penetrarono anche sino a mCI,Lo dclla coscia sinistra. Fu dal Chirurgo curala, e special mentc da un ebreo chiamato l\Iosè, e si Iev arano \ ia dal giuoccl1io alto pezzcui d'osso. Stette la meschina cinque giorni, e cinque notti iutiere senza prender riposo , ma sempre crollando la testa dicea : oh Verginc Santissima delle Rocche, levatcmi qnesLO spasimo. Nel quinto giorno, alle ore 23 circa crebbc d'assai il dolore, e torccndosi , dimenandosi ~ e battendo de' denti con spavcntevol vista dimanùò l'Olio Santo. Fu ab handouata da' Chirurgi vedutala in tale stato, dicendo, che sopraffatta dallo spasimo non sarebbe stata ore due a morire. In tale deplorabile situaziouo non cessava la paziente di chiamare la Verginc Santa delle Rocche in suo ajuto , ed in. mezzo a qnesta sua reiterata invocazione fu presa dal sonno, ma da lì a 110CO S\ cglialasi gridò dicendo: In ginocchiate, i tutti: non vedete, che , 47 qni nella camera vi sta la Vcrgille Maria : gllardate tu ui , oh che spleu dore ! oh che bella compagnia! tenendo sempre gli occhi aperti .. ~ verso il Cielo, dicendo più d'una .. volta, o Vergine Santissima, che i siete venuta a guarire il mio gi , nocchio vi domando misericordia. Furono assai grandi le lagrime degli astanti, e particolarmente del padre, che stimando fossero gl. ul timi sforzi della natura procurava colle sue proprie mani di farle star chiusi gli occhi, che pure erano intenti a vagheggiare le bellezze della sua Liberatrice: onde alzatasi improvvisamente a sedere, rimpro verandoli d'incredulità, battendo colla offesa gamba il letto escla mava: guardate pure, e credete, che la Vergine Santa delle Rocche mi ha liberata affatto da ogni male, e restando tutti attoniti gridavano misericordia: a tale voce corse quan tità di popolo, e tutti nniti anda rono alla Chiesa parrocchiale, dove 43 cantarono le Litanie della 'Madonna, festa facendo, ed a lIegria col suon dclle campaue, e nel giorno se guente di saLbato la compagnia de' Confratelli andò processioual mente al Santuario delle Rocche, ove si cantò Messa solenne in rin graziamento dell' ottenuta grazia. Primo miracolo. V odiamo di conseguenza il se condo nella stessa persona per lo stesso oggetto. Il Chirurgo Ebreo, che naturalmente nulla credea del divulgato miracolo andò a visitarla, e trovolla alzata, e guarita, e vo lendo mostrare, che i medicamenti uniti all' opera sua fossero stati quelli, che sanata l' avevano , le disse di aver tutto il riguardo nel mover la gamba perché i nervi an cora deboli avrebbero potuto di nuovo patire, e restringersi, e met tendosi in atto di distenderli la gamba non fu appena dall'Ebreo tocca, che la donna cadde in terra svcnuta , ed in tale stato fu posta I.li \J) ."'\! -; I 'l I , ·4.·'~S • , > .~~ ~f 4t,~ ... • 49 '.. •sul letto , il 'c~ visto da Antoniua di lei madre tln.ta adijata .si gettò . contro I Ebreo gralliall<.!oli potcn ., . temente il muso ; c via , diccndole, "via di quà , che (1cgno più non sei " di toccar mia figlia; e. dandoli m.1 ur ( tonc fuori lo cacciò dcIIa camera : uscito appena l\losè ebreo dalla stanza alzossi tosto rinvenu ta affat to, nè }lilÌ. sentì in appresso d( .Iore alcuno, libera, c sana senza il ili i nimo segno di zoppicamento. Lettor divoro , non basterebbe qnesto duplicato, e così cirrosran ziato, c così pubblico miracolo fatto da Nostra Signora delle Roc che per renderla rinomata sotto questo titolo, ed animare ogni tri bolato per qualunque siasi motivo a confidare in così potente invo cazioué'! Et mutos ferit loqui, L'anno del Signore I G;:)'). li G Giugno nna povera figliuola orfana per nome Maria, d'anni 15 circa, di Rossi glione nel Geuovesato , muta dalla ;)0 nascita girovaga d'uno in altro paese meudicaudo gi:ì da otto me si, però era di pcrll1anellZ<l iII Ri valta , Diocesi cl' Acqui, là vivendo t , giornalmcllte di limosine : in tal <t tempo CUlTCH\ fama di molte gr,a- '" zie fatte, c che si facevan da No- , stra Signora delle rocche in Mo lare, e molte immagini giravano della medesima: convien dire, che alcuna di esse ca pitasse a mani di questa disgraziata orfanella , e che da interna inspirazione animata dicesse in cuor suo : Vergine San ta, fatemi l'ada re; così giova ra gionare argomentando dal fano, mentre una notte nel sonno sentì mettersi una mano sopra la testa, dal che impaurita , e s\cgliatasi vide una Signora che le disse: non temere , o figlia, tu ti chiami Maria, e tale è pureil nome mio, vivi onesta, e parlerai, e ciò detio disparve : levassi di buon mattino tutta allegra, girando per le con trade, parlando, e raccontando il ' 51 , ~ caso con meraviglia di tutto quel luozo , avendo da qnel tempo in " .,. poi sempre parlato benissimo : SI portò a ringraziare la Vergine delle Rocche il primo giorno di. Pentecoste, ave fece le sue divo zioni, questuò tutto quel giorno a profitto della Chiesa. Fatti così pubblici sarebbe pazzia il soffìsti carvi sopra, e pretendere di cer care, come suoI dirsi, il pei nell' uovo. Quale, e quanto sia il danno recato dal vajolo all'umana società non v' è chi l'ignori, siccome non v' è chi non benedica il felice l'i. trovamento dclla vaccinazione. Un terzo e più della fanciullezza fu sempre preda infelice di qnesto morbo straniero, e se a tutti non toglie del tutto la vita, quanti pe rò, che rimangono difettosi a ca rico delle famiglie, e continuo di sgnsto de' gcnitori ; c felici qnelli, che con viva fede l'accomandali all' intercession di 1\1aria Vargine ; 1 '1. ne ottengono la gnarigiolll'. Cosi a\ \ cune acl 1111 certo Ballista Delia Torre, di Savoun , ahitallte in 01 ada, dell' UIllIO I :JB5, che fatto cieco dal va)'olo , e st mJ rpia lo iII gnisa nelle muui , onde essere ina bile al III i nimo IllatH'ggio delle medesinw. riv oltosi alla Vergine d(,llc rocche tii ~J oiare, c COlI ,i\ a fede im ocatala , di l'e'pente il sospirato aC(j11 iSIO ottenne uella v ista , ed il vantaggioso, abile, e pronto ma neggio delle mani riebbe, e coll' oflcrta di 1111' immagine di cera Jll'OmeSSa portnssi a l'ingraziaI la al ..Ii Ici Sautuario, Quando cel't(~ improvvise mura zioni avvengono iII nn corpo nato difettoso. cd alla presenza di nu meroso Popolo iII Ima pubblica Chiesa all' invocazione di :Maria r " ergIIle saru sempre per l o meno 'i mprudenza volcrli contrastare il ti tolo di miracolo, o ulmeu di gra zia, snl pretesto di poter essere effetto d'improvviso cambiamento 1 , 53 di,Ila natura tanto ~ e srml'l'C vur ia -nclle sue operazioni, e t'Oli simili I, filosofici ragloll<uncnti couuasta re a Dio quel poL('I't", che l'CI' meno {le' Sallii ~\lOJ, e pr:'lcipnlmente di Maria \t'1 gijj(~ \ no!« ('S('\ cuai (' (j'J<1n òo le parI', c pian'. L'anno dci Si gnore 1~)'l5 un jjglillOlo nutn af filtro rouo , dci quale l'l'ano (;elli 1OI'i l'ellegrillo. c S,,,inu di I'u. eto gi,ì I!t'H ('là di anni IlllatlrO c'a ili COm!1I1l0 patimcllto, e visto dai suoi Gellitori inutile aglii r.rucdro usato dall' arte pellsarono di CCt cado iII C do, 011('1' l'i, oliisi ;d1:1 "ergine Sallt.. delle nocche lo !'m tarouo al di lei Sautuario , e po stolo innanzi all' Altare COli vi, a fede esclamarouo : a \ oi ~ o gran Vergine, raccomandiamo (1I1CSIO pO\ ero nostro figlio, abbiate di lui , e di noi pietà c tanto baste) perché il figlio isresso sebhell di quattr' anni ancora gritbssc: io 'l'do la VerginI' Sautissima ; alle quali parole il Popolo , che tff) ,i, 54 vavasi colà radunato tenne dietro gridando: misericordia, misericor dia: in questo mentre prese sonno il nglio, e di lì a poco s\li'glia tosi fu trovato sano affatto, e per fettamente gnurito. Vergogniamoci> . dunque d'essere, o tìngere d'essere, \ per comparire spregiudicati, uemici della divinità , della benefica sna onnipotenza , e ringrazialllola in ,j. ce che abbia lasciato una parte del sno potere a mani, e disposizione della gran Vergine Maria Madre di lui a pro de' miseri mortali. Pur troppo nel basso popolo san frequenti le risse, e I'ubnso di por tare indosso arme da fuoco, e da taglio eccita nei litiganti maggiore animosità, e cur<lggio, e ben dì rado av \ iene, che finisca il litig ~io senza SI) argimcnto di sangue. e quindi o morte o pericoli di mor te, ed allora chi si trova in questo pericoloso stato perdute le forze, e del furore spento l'impuro fuoco al timore di vicina morte si grida 55 l confessione, e tosto si chiama la Madre di Dio, ed i Santi tutti del Paradiso: così avvenne nel 1635 primo Agosto, quando il heverc ù più frequente, e più di forza,e ~di vigore ha il vino, ad Antonio Celle, del luogo di Sestri nel Ge novesato riviera di pOllente, in una sua l'issa con Francesco Leone, dal quale ricevè tre ferite con lIIl0 stilo, e particolarmente Una sotto la ma mella sinistra penetrante molto: nel sentirsi ferito, e cadendo a terra gridò: o Vergine Santissima delle rocche di Molare njutatemi ~ ed in questo mentre fu ferito di due altri col pi sotto la sinistra spalla, dalia qual ferita tant' aria usciva ~ che spento avrebbe un lume: fil tosto da persone accorse portato nel suo letto, 0\ e riavutosi alquanto non cessa, a d' invocare la Vergine delle Rocche, rregandola, che quando fosse per Il meglio dell' anima sua, e de' suoi figliuoli li concedesse la sanità.; fu portata in quel mentre un' ampolla 56 con entro olio della lampada della Madonna delle nocche da un S110 vi ciuo , e di quello fallosi 1Itlgt'rc le ferile . ili capo di giorni otto furono saldate allauo , e così gnarito in ahito di pellegrino si portò a riu- ~ gr~niurc la sua Lihcrau ice, attac cando alle pareti della Chic-a labi lo, il bUIUUIiC, la scatola, c più gli attasti , e (anddetle che meuc vano nelle ferite, ],,'.1' 01'(' ù~/{l/I! i fii n , et Iact eu tium perfccist. l au.dem: La div 0 zione, e la P:CLÙ de' himinetti è sempre più sincera, e pura, e per ciò a D.o più accctt a , cosÌ m'io segna l'espcric'l1.a di trenta e più anni impiegai i 11('11' clilleaZ,;(lIIC ddla giO\ cutù , c so . che il Santo FOIl datore G iuseppc Ca!asallZio delle SCIlO!e pie lilla mio \ (lIe\ a (Illa l, hl' grazia llarlico\are da ~I aria Yer gine fa('(~\ a preg:lrc da' suoi picco.li scolari, clic indefessa mCII te illstrni, a nella pictù, c timor santo di Dio, pcrchè 11011 essendo (luesli ancora 57 '" contrastati dall' urto delle passioni, <In ,li a misura che crescono, e I", ~' I ' : : :~::g~~ ~~~~ ) 1~1 1~~~~ln ~1e : l o ~::o;~si eu il timor di Dio, onde, 'ripcto,. ~(' prcghicre l.\~~' gio,ill,eui "la pied" l' , SOIlO plll accette, e pi II csaudite ; " ,agl.a il prl'selitc fatto: L' auno l G:)2 P'OTl'! () Ca rozza del Sig!'Ol' Ciman Autoui» dcii' Orsara , in ('[,ì li' anni sci, tutto aurano lIC' llJw('o!i, e nr-rvi , op presso da dolori continui immobile restando dalle Lrnccia abbasso , al quale applicato iumilmcnte oglli rimedio senza risparmio di spese, c <li fatiche, c niente giù' ando fu da' Periti secondo il sol.ro in qlle Mi Gl'ii rilil!';Sfl ;1: h Provv idenza , oude il ([ello li~;L nolo non lilla ma pi aire da se stesso con nn Crocifìsso in mano l'impro' erando la sua coscienza con pUlOlc di stn pore ]){~I' i circostanti si \ohò g,1Ja Beata \'CI giuC' delle Pocc1Jr, e con tiuuar.do i dolori -' cO!ltillna\ a ro)i. C 2" J ù \ 53 con maggior fervore a reiterare le sue pregllicrc, ratificando le sue vrolHcssc. E come pote, a mai re sistere Maria a prcg!liere si tenere" sì innocenti '1 Vi faL~i sull' istante oucuuo la sila liherazioue, passando" sul momento da uno stato di ma I~ttia , c di dolori, allo stato di sa- i Iute, c di coutcntezza ; oude il se guente giorno pertossi da se stesso 'igofoso ~ cd allegro la terza festa di Pasqua al Santuario delle Hoc che con stllpore di tutti, lasciando in onore di Maria Vergine tre ce rei coll' elemosina d' nua Messa. Gio\'inctti, siate divori: di Maria [ino dalla vostra più tenera età ~ ii ali a q uale certo non sarete ab bandonali giammai. Non sembrerà forse decenza par lar di; bestie risanate instuntauea mente all' inv ocazione di; Maria Vergine~: ma se Maria Santissima 11a< voluto esaudire le preghiere fatte di buona fede da nn ponI' uomo, al ~lale era d'un granòe l 59 ajuto un robusto Somaro si avrà a tacere? E forse ~ che anche le bestie, come dice Davidde , non danno lode a Dio'? 011211('S bestia: benedicite DUII/inn. Un pO\CI' !l0 mo per Home 1\Ialleù BuuilJo Ji Molare aveva 1lI1 Giumeuto , dal quale ricav ava profitto l'CI' la sua famiglia. Sorpresa ql1csta bestia da mnku e iucurabile , p;eua d nlceri schifose, cd insoffrib.li per la pnZia era deciso gettarla da HlI preci p,zio. Nel condurla al suo patibolo alza il Padrone il capo mclancouico , e volto l'occhio verso il Sautuario delle 1'Oc'(!hc, oh Vergine Salita, esclama coa traspor!o animato da YÌ\a fede, oh Vergine Salita, se voi mi voleste rene.ere sana questa bestia io vi prometto di coudnr \ eia carica d' me bianche per ser- 'Vizio della vostra Chiesa, e mi ri ,. gna d a tornerete COSI\ I'l mezzo Hl gnaTe il'l palle alla mia famiglia:. così detto ecco la bestia voltar di bordo, c. con armonioso canto d~al-- 60 ll'gl'ia <.'OIH'1' frettoloso alla paterna stalla, e rimarginatc le piaghe reso sauo , e ro husto utihncuto servire il SIIO padrone, Corouata Maria Hcgina del Cielo.. c d(':1a l CITa , chi può IJcgarle un, gimto dominin , e signoria 1I011 solo sopra la ierra , ma <l lì COI a sO}li'a le nC<Juc che la circondauo , onde an cile ili mezzo a' pericoli d'immi nente ll<ltlfl'a;,io miuacciato da fn rioso impcrv cr-nto mare Maria San tissima solto il tiLolo delle Bocche imp.-rav. t ma1'i, et »cntis , l't [act a l'si tranquilitas nuunui : fl/hali i \ enti , calmale l'onde, e fauo il mal' tranquillo Ilote)' canta re .Ive maris stella; così avvenne a certo Gian Maria Ghilintti Ca pitauo di nave, del pae,e di Aren zano, posto a ponente della riviera (\! Genm a, <Juale avendo l clazione di parcntcla , ed amicizia in Molare" av rvu del p;ll'i cog"iLionc, e di, 0 zione a Nostra S:gnora dene HflC wc, sorpreso que:iti nella SUa na CI .....( 11 ,igazione da Iuriosa tempesta, e visto I ine, itabilc pericolo d'immi nente lIanfr<lg:o da viva fede aui muto chiamò ll\ suo ajnto la "er gine Santa delle Bocche, ed ecco tosto farsi il mal' tranquillo c pla cido, e ben conohbe chiaro, che cm Ima vera grazia ottenuta da Maria sotto <Jllesta invocazione l'irn prO\ visa calura al tem pCSLOSO mare, e fn così certo di qnesto. che in rendimeuto di grazie .iwrllato alla F'auia fece fabbricare una navicella ben corredata, ed appender al volto della Chiesa delle Bocche. qnale si vede ancora in oggi, e per fin che, isse, e molto non è che ('gli è morto , annualmeute mandò libbre dodici di cera al Sautuariu, Che Maria i'ia stata I' Autrice dell' Iustiuuo della Redenzione dc' schia, i è noro , come rik, asi dalla "ila de' santi fondatori per appa" rizioni falle a souuni Pont-Ilei .. cd a Sovraui , è nolo a tuui , ma tion tuui sanno, che. ella volle essere" 6'2 liberatrice di nove miserabili schia "Ì invocata sotto il titolo di Nostra Signora delle rocche di Molare in Monferrato. lo 11 ascrivo letteral mente l'esposizione, ed il racconto fatto. e l'ice, uto legalmente da pub hlico Notaro. " L'almo 166 I li nove Agosto nella Chiesa (Iella Y er gine Sautissima dt'lIe Rocche com pare ili qllesta Chiesa Messer Cosmo Scasso di Arenzano, il qnale , me diante suo g iuramento , toccate le sante Scriture , presenti gli infra scritti testimonj dice, che ritrovan dosi srhiavo in mano dc' Tnrchi, trattenuto l'Cl' mesi sei nella Città <1' Algeri, privo d'ogni speranza di liberarsi dalle mani di quei calli, gli venne per di, ina inspirazioue in mente d'in' otarsi n (l']('sta Ver gine Santissima delle rocche di.Mo lare , la ({naie aveva sentito Il. no minare .• che faceva miracoli. c SII hito fece' oto , se potc, a fllggire da quel tra, aglio, di venire .1 visitare la sua Chiesa a piedi sculzi , e re 63 stando sempre fermo in tal propo sito l'n inspirato con otto compagni seco , che se ne sta. ano giardinieri alla montagna o' A Jgeri~ di farsi una piccola barchetta. () schiflo , e faua che l'ebbero ili nua cer ta grotta acciò non fosse vcduta , nel mese di Marzo dell' anuo prossimo scorso si posero alle spalle detta barchetta ,iaggio di sei miglia di notte tempo, e si posero tutti nove alla volontà di Dio nel mare, sem pre rac comandandosi il medesimo Messer Cosmo a qnesta Beatissima Vergine delle Bocche, e per special grazia di Dio, e di qnesta sila Santissima Madre ebbero tanta calma di mare, c tal fortuna, che in dne giorni, e due notti si portarono in una> Città dclla Sprlgna senza incontrarsi in alcun minimo pericolo di mare, nè di corsari, e dati a terra, ed amorosamente l'ice, uti da quei pae sani fecero dono della medesima barchetta alla Vergine Santissima-, del Iìosario , Chiesa eretta in qndla.... per 64 Ciuù, c di dì in cii in una nave (le' Fiamminghi se Ile vennero ili Ce nov a, e jeri in A reuzauo con IlIl al tro di Arenzano de' suoi ('omp,lglll "(, di ,iaggio, c sellia, o, cd oggi è venuto a (llleSla Chiesa pcr com, pirc a detto suo voto , e cosÌ allesta come sopra alla PIP t' Il Za <leI t>J Sig. Agostiuo l'ili, e Messer G :0. Dalla '1'. ti dello stesso 1l1ogo di Arenzano venuti 'iII sua compagnia, del Venerando Andrca .Bozzo, e l\1aufrillo Gualu testimoni pregati .• e richiesti, per fcde , Gajoli Sacerdote delegato. DalJicl1i Not aro, L'uttcstaziouc posta a Cju('st' nl timo fallo dc, c iutcudersi J/pr tutti gli alui sopra descritti, ed omr-ssa per non tediar« colla Si essa replica. ]I delegato Gajoli era Wl Sacl'I'<!o:e' Ji uou mediocre ahilità e spccial mrute ddl'O'<lto da l\loL1s:~$. Bicnti " t'l Y escox o <idta· Diocesi UHt SI1() de crcto , c cliC in l:t1e <lll<ililÙ ha ricc-· cuti ~ cd ordiuati t;ìi cSl'()~lj, c molli, ;1; ç 65 altri rnggnaròcyolissimi omessi per brcv.t. cd anche al dÌ d'oggi sono ,i\ enti ancora persolle, f a le alt l'e una donna, che essendo liglia gio vine ancora storpia di gnmbc, e di coscie onde e~'cre 111ll)(~tellte di sua persona, portata sopra un giumento _ da suo padre al Santuario , ginnta alla meta della salita fece iustanza al Iladi'e di essere calata dal gin mcnto , e non secoudara s,d!c pr:me, ben conoscendo la di lei 11ll po(cllza fu obblig-alo a tante reph ate in stanze di contentarla, appt'La messo pic(:e a terra i'iginocc!Jiatasi in vocando "Maria, salzò da se stessa, e prosegllì il rimanente della sa lita , euu ò 1I(']]a Chiesa , ringraz:ò di CIl me la sila Libcrutricc , e colle sue gallllw J itoruò alla casa palerna, \ iaggio di più di dlle mc, si è ma ritata , \ Ì \ e, e prosicgne a star be lIC: siccome l\laria pros:rgllc a con cedere, iuv oi <ita -ouo qnesto tirolo di N ostra S.gno, a delle Iìocche , ii grazie... e [mori. 66 Per rendere pill utile, ed a mag gior portata delle persone di\ote questo librettiuo , a persuasione an che de' ragguarde\ oli Meceuati , vi ho aggillllto nna divota canzone a Maria Vergine, una Nover.a della- , Immacolata sua Concezione, c le' meditazioni della Via Cri/cis da me fatte ili occasione dell' erezione della medesima neIlo stesso San tuario delle Hocche. Di, oli Lettori, quanto ho fatto è per il magg;or bene delle anime vostre: dunque anche voi pregate per la mia. NOVENA t DELLA COKCEZIONE IlHl\1:ACOLATA MARIA ~ERGINE PREPARAZIONE. II gran mistero, Fedeli divoti, che li disponete a meditare snpera per la sua alezza ogni umana capacità, ma coll' ajuto, e protezione di qnesta gran DOlina potrete coutemplarlo qllanto basta a gloria di lei, e frutto dell' anima 'ostra. In questi nove ~iol'lli dunque, che voi impieghe rete a considerare le illustri pre rogatiyc dell' immacolato concepi mento di Maria Vergine tenetevi lontani da ogni altra vana consi derazione , c solo Maria sia l'og getto interessante d'oglli vostro pen siero onde anche in mezzo'''lÙk in dispensabili giornaliere occupazio i G8 ni questo gran mistero tenga seru prc il priruo luogo IIel \ mll \I cunre , e c.)sì \ i aJ11''' ,'( ccho: l'Il' a (de hrarue la sulcuue runcmbranza , e ~ sarà la pi 1\ Iltile d isposizioue a ri- ! cevcre degnamente, c fìnlwosa-., 1 mente dentro di voi quel Figlio "(i istesso , cile l'orti') ella ClIII tanta ~ sua gloria ilei proprio seno. p~~ IMO ConsideralC ili G IOnNO. (jllf'qO primo gior 110. come yoIrll(lo D.o dar compi nu-uto ;.11.. <na pl'OllWS,'ìa di veuire a J J}(,I aro il g('llcre limano dalla 5cl1;;1\ ilì, dcI Demonio col farsi Uomo, ed assoggettarsi così a tutte k umaue \ i('('ll(le, dm ev a egli sco gliel'C una DOIIII:l, nel sello (ldla (ll1:ill po!cCse ,c'ìtire le mortali no stre sJ)()gl.\~. Molte erano le DOline, che "i\ ev allo allora nelln Ebrea nazioue , e tutte per nascita, e per sant itr raggnanle, oli. eppnre niu na fra quelle alla grand' opra Ile G9 scelse, ma pensò di volerla a bella i posta ci eata , e messi gli occhi 50 ' pra i divori cOlljllgatiAnna, e Gioa• . chino, da questi, disse, \-cnga co lei~ che sarà mia Madre. Meditate, l . 'Cl'i"tiani, la s.o\rana risoluzione } , a \ alltaggio di questa fortunata Crentnra , e fin d' ora a lei tributate tutti gli ossequj del vostro cuore, e riconoscete in questa elezione a fa\ ore di Maria un' immagine di quella grazia, che per tratto di sua 10ntà ha fauo a voi pure coll' aver vi prescclti a nascere nel seno di Chiesa Santa, e farvi cosi figli suoi, c figli di Maria a un tempo, ed in g';usto ringraziamcnto recitate a gloria di lei 1l0\ e Ave Maria, 'o SECONDO GIORNO. • Considerate in gllPSto secondo gior no, come determinato avendo Dio di produrre a bella posta dal niente questa nobile Creauu-a , determinò del pari di crearla in una maniera 7° degna della sua grandezza, c della sua onnipotenza , e chi portar doveva il glorioso titolo di Madre di Dio si conoscesse uscire dalle mani di quello, che se un dì stato sa:, l'ebbe suo Figlio, era però prima il suo Creatore, se col tempo l'assegnarle doveva la volontaria sua figliale ubbidienza, voleva prima pérò nel crearla usare un tratto il più. luminoso di sua anni potenza, sicuro così , che meritata avrebbe la sua sommissione colei, che già meritata aveva le sue glo riose distinzioni nel di lei na scimenjo. Oh, miei Cristiani, chi potrà dunque comprendere quanto di grande avrà egli operato in que sta particolare produzione di Ma ria; chi potrà esprimere abbastanza giammai il divino impegno nel ben formare colei, che un giorno chia mar dm eva col dolce amabile nome di Madre! Ycneriamo , o fed eli , le divine provvidenze, ed apparec chiamoci adaramirnre, ed onorare t .. J r .;, ."~ e ' ) 71 la gran Donna, ed in onore di Ici recitiamo le solite Ave Maria. . k j ~' TERZO GIORNO. '""~m"iderate in questo terzo ginr ~ no, come all' annunzio, che fece Dio a tutto il Paradiso della grand' opra, che egli risoluto aveva di fare, di sovrana allegrezza tutta ne rimbombò la celeste Corte, viva, dicendo, viva la grand' Anima, che fra poco uscirà dalle mani dell' eter no nostro Iddio: Oh la bella, 011 la pura Anima, che sarà mai questa! Affrettate, dicevano quei Beati Spi riti, affrettate la vostra impresa, e date a noi il piacere di presto tri hutarle i nostri pi il rispettosi os seqnj. E ben n' avevan ragione, mentre fin d'allora veniva ella ad essere innalzata all' alta dignità di Regina del Cielo, e della terra. Oh bella gloria, che ebbe Maria di vedersi, appena ancora ideata, pro strati avanti, ed esultanti quanti "2" §piritiBeati contar possa nella sua " ampieZza il~Uelo tutto, perché di tutti 'l~ piùffieata. Uniti agli An. gi?lì no~ pure, o Cristiani , r~•., 1 ". gna~ocl '"' ~~I..llo~tro ~to, C? apP~ff.~1 r~cl~JaQWC1,~q .amuurare Lopra a~\\!11 }iUt helfa,. ~a 'f5il\ portcutosa dalle. \ sue mani uscita, recitando ad onore, c gloria ~~ lei le solite Ave. ~ --« ,. ,"QUÀ~O "GIORNO. 'ii 1 Considerate in queslO quarto gior 110, che il primo tratto della l'cale sua beneficcnzg ~~Ja\ore di questa raggllardc, ole{;re4lu'ra Iu il non voIerla macchiatanell' anima di quella \" colpa fatale' di Adamo, ed E, a, l ~. i ~I colpa troppo ripngnante all' impor tante carattere di Madre di Dio.- 1~~: Maria sola dunque esser doveva . qnella lieuedetta Donna, l'Anima r della quale ~arebb? stal~ senza colpa origillale, cioe a dire , senza 1'orrore di quel delitto, senza il brullo aspetto di' quel peccato, ~.'.' 73 che seco porta lo sdrgno di Dio, e la sila abborninazioue. Oh la bella prerogativa che fu '1uesta di Maria, e che tutta -,uerita la 'nostra ammirazione, cd il nostro rispetto! No~ tutti siamo nati col ~vergognoso Impronto del peccato \ :... in sulla fronte, Maria esser do , veva senza ({ucsto infame sigillo p e perciò Maria sola (>. immacolata. Veneriamo in Maria Ull tauro ono .rc , rieordandoei, che se ella hl prescclta da Dio in una maniera sì particolare, c di lei solo propria, 110i pme per Maria godiamo I van taggi di qllesta gloriosa distinzione, onde col piII o del IIOStiO cuore in onore di lei recitiamo le salire Aye ftfal'ìa. I ,i, QUINTO GIORNO. C onsiderarc in IflH'sto quinto gior no, come conosciuto da Dio, che era gillnto alla sila perfcziouc nel seno di Auna benedetta il prezioso D ;'1 .•l, (:orpo presre!{o :Hl essere animnto da (I!l('sl' Anima grandiosamente ideala, al COSPC!1O di tutto il Pa radiso trasse fuori dal nulla questo Le:l.lj~,s;m() Spirito, c spuntò egli a glli"a d' 11" : aggio luminosissimo , che ()~:II i alila luce del Uic-lo abba gli/l, (' COI1t'II<('. ed olI ('O!lH' dall'o] ll<'lll()tio scililillalllc' agilissimo SIIO folgorI' ne resla l'ono cont'tlsamcnte anuu irut i tutti i Sernfini del Ciclo! Oh come, dissero, ogni altra Ce leste hel!el'/.:l S11I)('la d'assai, cd an ama! -'Lei Fèdcli, se tanto ne rimasero allOllili (l1l l'i Sl,il'ili, la bellezza dci (['wli viucc (Jllella del sole, che avn-ssimo lIoi fallo, se ,~i fossimo tl'mati presenti ad un atto sì portentoso? Ammiriamo la pa tema di Dio a fa\ ore di l\Jal'ia, cd onoriamo di, ota mcnte un' Anima così grande, e se tut.tu gillstamente npì l'ummirav.iouc del Cielo, tutta impegni pure la divoz.ione del IlO siro cuore , recitando le solite A~}e, I 1 •I SESTO GIOlr~O. ConsiJcratc in ql1esto Se'sto gior no, come creata appena, (d am mirata da tu Ho il Cielo (lnesta bell' Anima, volò ella per ordine di Dio ad animare quel corpo a lei destinato dall' Altissimo. Vi en trò ella a guisa dì un sole lumino sissimo, e per grazioso sonano de creto restò ella nel SIlO illg!cssO il lesa, c pura dalla macchia infame.;.. del peccato di Adamo, la sua sorprendente bellezza restò in ben chè minima pllrte appannata, cd of!esa, cd immacolato l'cl'ci," rimase il Sl10 conccpimcuto. Oh la bella fortuna, cd oh la bella grazia, che 1'11 (jucsta di Ma ria , che da uute le altre creature gill'itamente di stingncndola, a tutte la rende mc ritameute superiore ! Ptallegria moci con Maria di questa sna fortuna tissima sorte, e come a uosr l'a So vrana tributiamole con piacere tutti ~li afleui del nostro cuore; cd in ne ) ;(; ginsro ossequio recitiamo le solite ,cI,'e Jllll'ill. SETTIMO GIORNO. Con~i<Ìerate iII ([lll'SIO s('ltilllo gior-' .: no , COIII(' hen loutana lAnima di' • "la ,ia dal dover sO!1<Tiacere col tltl suo ingresso nel corpo umano di lei al la legge comune dd peccato, iuìiuito \ anfaggio ami recò ella alla sila corporale abitazione, men tre. depu,ato tutto ciò che in quello esser vi poteva di difettoso lo rese soggilll'llo degno (li lei. onde lnngi dal!' intimarsi quella guerra clro selli pre esser deve per la Il'gge del peccato fra lo spirito , C la carue , per raro, cd unico esem pio in Maria, tra qlleste due con trarie, e scmpre faziose sostanze Iuvvi pace, ed aiuistà sorprendente, ed unire sempre rimasero a gloria infinita di Maria, onde se bellis simo era lo spirito, purissimo fu pure sempre il suo Corpo, e degno 77 clelIa 'Jarsl<Ì (li fjJ1c1 D;o che al)ilar lo do",·"a. ,\llIllli 1 ialllO, Il ledr-l.. 1I11 proJigi,) tauro p;"I Ldl.o, '1":JliLO uuico , cd 111 .M~ll io jaiill10 dI ot.uur-ute le ~"I,i\' .//1'<'. 01101 (<<Il OTT.\. \ O Crilis:t1I'7'il!" IlO, ch", c(.'!ata Iwl g a 'j"('''{,1 (i('"a il! r ("-1';1' S:'() r: IOH\o. (Il'(':;to J :;!il(a ('li,;; nlti1\ () 1..:'01' " 'Ilaria 111I1IJa Cl'illlt'lIiO, PI,a :~I,lJ.'a, ('!le la l'I a 1('''' SI'1 ('1:011' il 'j'li,11l11\111l'. ('1'\'1,,1'1 CI ealll: il Jìgiia (;' ,'.lianliJ li('11 ""lo, ma a e li A', oli s.l"; ,;c1 j al "dl.<'{) llJ a l/(lU 1ilSlii \;0. L lIit gl az.iu (iì ~ ~ 7 qucsta na t nrn . III' sta sorte sld, It'star forui , e 1'011t i ,'UIJO llC'1I di 11ne }l0U'\ :11'0: ill(''i:llll'ib,Ji d'illiì n~te altrI' grazie, ti infiniti ah, ~ do Il; esser LI\)\ C\ auo a urua taglfllle, e di tuua natura] 10lls('gnclIZa; onde pensate, o Cristiaui . cnme av rà Dio profusi i [t'SOli delie sue heueficeuze a gloria, cd orli a mcn to d'un' Anima da lui cosi pal'licolar, 78 mente prcscolta. ~ oi tutti perché IlCl"ciall1o col peccato, infinite im pt'lfe/iolli accolllpagliano il nostro I iuktice illgresso iII CJ m-sto moudo.; 'I Maria perdI!'. ClIllÒ v incitrice del peccato, b 511.1 gr;,zia fu «c. om llilgllala, e seglilta da 1I11 COI leg~ gio di dOli:. (. 1;1\ Oli deglli di (j\id!a'~1 grilzia tau.o riuoruata , (' grande. A (jllesta gl'ali l)lIlltì<l tributiuuiu di,oli le solite .Lvc; 1\0:\0 GIOnNO. Considerialllo in (llleSIO 1I()ì)O, (LÌ Hl!i IlIII g"OJ'IlO della uosu a .:\ ov eun , che lino dc' pri, ikgj spociali-suui accordati a ì\lal ia ili ,iglll'e dci "~1I<J immacolato conCl'pilllclIlO 1'11 (Jlwllil di l'0tcr couosrcrc • l'Il '1<101 are il S1l0 Dio, c Ill~,gllì1icare il suo Si gnore, sebbelll' ancor riuch insa !id sello dena sila (;cuilricl'. Oh quu li saranno lIIai stali i scut imcnu di lei in quel fortllnato ist autc ! Quali L:li alli di adora1.ÌolJc, e di amore ~J , verso il 79 5110 gCllCro.;O Crcntorc ! . Noi infelici, c!le sebbene Iiati per qnesto unico ()~;';dLO, c ~eldil'[I(~ tardi si g:lIllga ';~ (jllcsto stato di cogniz.iouc , IICPP:1H' ullora sappia .,mo, oppure \ugli<lll1o amarlo. Silf' 'pia\llo belle amai c unch« di tn'J'!'" l C creaturc 1.1" (jdola 1,'iJa, l,:;; l.,, nostro Diu uo: l g;~. Oua!e imn]('IISO di\ al io pa'sa 1'1':1 ~I;ria, c nui, O 'et~i"C immacolata, voi aura-te il vos: ro Dio iulin dal sci:o (!clla LClln!cl'la vostiu l\Jadlc, c lcdl'!c segllitate ad aru.u lo ctCI !<;:IliClile in Cielo. Ì\'oi 11011 sappiamo C01l0 sccrlo da piccoli, amar HU! \oglia mo da« gl'alidi, c l\\i)l'iaIUO rnu que sto disamore al UOSllO l)io. ~Iici fedeli , ('('('oei gi!llili al filI(' (:clh nosu a ~o\('lla ili O!lOIC di J'laria Ye'giuc immacolata: ma 1j1l!l1 {IIltlO Jj'mrClI!O noi rica\~ro!' Ah il {'l!Un s'a d'imparaI(' da Maria ad anWIl' Iddio sopra oglli cosa; ad muai lo COli nn amore puro. e costnut-- : ad ollerire al nostro huou Dio in 80 comJlcnso della nostra mancanza lilla parte di quell' alletto cui quale r amo ella nel primo momento del suo amore pCI' Dio. Frutto della nostra Novcu« sia lav cr imparato a conoscer e ~Ltria immacolata, a vcnerarla ('ome ('11:1 merita, c pregal la ad <l\ l'I ci sCllIl,lC Sollo la SWI sautissima pr(\lt'liilJH~, cd a tal Iiuc Con la mal-;!-(flt' di, oz.iouc recitiamo le so/i te AvI'. \'. COllcept io est liodic Sallct<r 1\laria' \irgill;s. !-i'. Cl! j IlS ,i l ,[ iuclita cunctas il lnstrat ECC1L-s;'b. OHE~IU S. F<llllnlis mis c,desti, munns iru PCI'III'I, III tlni\,,,s lkal,e \,il'gillis Pa!'IIlS e:-.titit snhu is n,ul'dilll1l Cou ('eptiollis ci"s ,oli, a su1t'lllllitas pa cis tl'ibllaL incrcuicuuuu. Per Chri suun etc '1 ,. liREVI ~\lEDiTAZIONl PE R LA ( VIA CRUCIS. I~' pnEP~\.llAZIO~E. IJl C;esù mio Cl'ocifis~o ,ecco a' '0 su'i piedi liti pO\ l'W pccCclLurc di mille, e mille l'o: I'" l'CI) a cioruau darvi prostra to pieLil, e perdollu. So, che un Iuferuo poco a u.ura mia cmpietil, Ula voi siete fllll' morto ili Croce l'CI' me: nella vosu Cl pa'j sione , c morte stan riposte le Ill:e SjlCUlllZC: pcr mcttr-tcmi dunque, che tutto il! iue i ìH <- olio col C!lOI' COlt trito, e ('o1!a fronte dimessa io v i e accompagui at doloroso viaggio , che voi taceste da Gcrosoliiu« ~l n1211lc Cali ario : voi assistetemi colla. vostra s'Iuta gra1.:a, +Ìt S"L\ZJO:;E T. All0l'{1Il111S Tc Christe, et bene dicinucs t.t.i , quia pc,' sanctam: C,.Il ceni tu ani rcdcmisti nuindum: In IJllcsla l'rima SUì7,io1lC ,i conllliOCC::;~l,C()mC prescntato al Giudice Pilato, quale a fronle (Iella, ostra riconosciuta innocenza pme \ tJlk condannarvi a morte. Ah 1I011 (Il Pilato, lurouo i peccati di tCIllI,I",o il Xloudo , e principalmcute i lllivi. (pali abhorniuo, e dcrcsto,« di 1.IHlo uur« cuore me ne pento. Putcr . Ave, (;/ol'ia. J/iscJ'(" c nostri Llomine ~ mi seri-re nostri. o$ STAZIO~~ •1r101'{//II11S II . Te Christe etc. Considero in questa seconda Sta zionc , come in forza di (lIlCSI<l in ginstissima seuteuza di morte, e ·1 ";1 fl3 morte di Croce , foste l'alleato Jd pcsal:te !c'gl!o: \ iSIO appella correste ad a lihrncciurlo , divcndo , (l'CO, ecco il lcuo , dOH~ Illurilù per i miei figlj. Ah i\ldrc. voi m!);ill' per figlj sì SCOJ10SCeJlli, cd illgl ali! 011 amore, oh tcucrczza di sì huou Padre! c per sì buuu J\:di(' Ili non J>t<ltlgi'? Pl.tCI'. -,l,i'. Cl.», a, Jli:;cl'(,/'c nostri d,'. STAZIO-"\ E Ill. AdOl'llillllS Te Christc etc ( ',UIlSI,. ] ero.111 terza S la zioue la 'osI I a prima caduta, () mio 1lJ(1I1 Cc<ù. più che dalla Ci oce op_· presso dal peso L:J10i'IllC di tante mie sCl'llrriltcz'lc: sì, mio Gesù, che le COIlOSCO, cd auiarameute le pian go, e le detesto; e voi datemi un (llleSla mur di lagrime, o.ule iliticralllclllt;;. sommc'g-ede. Pat cr, Ave, etc .lli:,erel'c nostri etc, -$ .sTAZIO~E 1\. Te Curisc: etc. iII ljlll'Sla quarta Sta Ado/'lil/wS COll~i(ll'J'() ZiOllL' il tlll!ormo incontro colla vo stra amiltis~iJlla :l\laL!rl'. quale sen tcndm i carico della Croce strasci nato al Calvario prr esseni sopra crorilisso , .,alle cola accolllpagllar vi. Oh Dio l'Ile sgnardi pietosi, l'be amai o pianto, t'lIIIIf' che teuerez.ze al di Maria, c di Gesù! Pcu saci mio ruo re , tIItto era PilIC/,. A~'e, llCl' te. Gloria, .llisL'J'('1'c nostri etc. -$ STi\ZIONE V. AtlO7'mllllS Te C/I1'ÌSlc cf c. III CIncsla ql1 iuta Stazionc con sidero Simon Cireneo ohhligato a sollcvarvi , mio Gesù. dal peso della Croce nnn per cariuì , com passione, f.l per amore, 1113. per forza: oh 1\J io Sal, atore l io, che uon di uno, .;' 8:> ma di mille, e mille Inferni merite vole sono, ricuserò di portare una >~eggerissima Croce su (illesta terra 'in memoria della, ostra, ed a sconto i di tanti miei peccati! Ah Signore, caricatemi plll'e di pene, e di 11a \ grlli in questo moudo , ma salv a temi nell' altro. Pater, Ave, etc, Misercre nostri et c, '$ STA'ZIO~E VI. A 'orcuuu.s: Te Christe etc. In questa sesta Stazione cousi dero , come la pietosa Veronica ra seillgìl sulla vostra froute quel su" dare, che "i spreme\ a l' allanno , l'angoscia, lo stento, e le goccie di sangne, che calle, ano dalle or ribili pUliture di qnel!' <lenta pun geutissima corolla di spine, che sul d ivin Capo vi l'Il posta, e com pressa, e voi su quel prezioso lino impressa vi lasciaste l ills<~nglljnata. 'Vostra immagine. Oli bel compellso, oh Lel premio alla carità di q,uesta: ~ Iortunata Donna! Ah se ']I1CStO sì caro ritratto potessi <I\('Ie ogiior presenle agli occhi miei, sÌ., 111.0 uio, l{lIillllO \1 ollcndcrei 111('1:0, e l{llauto Ù amerei di pi II. [a/l'l', .dve ~ etc. il1lsc/c/'c nostri et c, ? -$ STAZJO~E YII. Adonl/wls Te Cliristc etc, In (ltleSIU settima Stazione con sidero la seconda \ostra caduta, c più che dal peso della CIOCC op presso da (111<'110 l'n m ili issi ruo di tanti mci pcccati , dci (llIa!i H' Ile doruaudo , mio Dio, 11111 ihuente 11('l' p{[!I'1', ..-tvc, G/oritl. iìli serere nostri etc. dono. + STAZ]O~E YIn. Adorallllls Te Cltrist c et c, Ili 'jllrsta ottava Staz.iouc con sidero , COlllC voi rivolto a (ll1l'llc donne .. che piange, allo per, oi , .uon l),iuliscle; le d.ceste, l'Cl' me, ma \) -'----- ;'~7 per voi, c per i figli vostri; ricordo, · lcvute uare J ' Cl le uueuc a peccatori• del tempo a\' cnire , llllUli mossi da una 511 perii ciul com passiolle pian ger vorrebbero la \ ostra passlolle, e morte, senza saper piallgere, c dc testare i suoi peccati, che Ile furono la ria cagiollc. Sì, mio Gesù, io \0- glio piallgf'l'C la vostra mortc , ma apptllito perche so, che SOIlO io, che \' ho co' miei peccati barba ramcute crocifisso: alt mo buon G es perdouatemi. Putcr , etc. ù jl]iscrcrc nostri etc. $ STAZTO~E IX. Adoranws Te C11T'Ìste etc. 111 qnesta BOlla Stazione consi dero la terza vostra caduta , o mio Gesù, c la considero 11011 tanto co me elletto del totale spossamento (li vostre forze per i giù tanto sof ferti patirneuti , qnanto come fignra espressiva di tutto quelle ricadute che io avrei lano di colpe, cdi. 88 peccnii: ah Signore. deh 'per pietà non permettete, che io resti op1'res SII, e schiacciato dall enorme peso .. ., delle mcdcsiruc , ma colla. vostra grazia rialzutemi , cd ajutatemi a BOli più 'ricadere. Poter Ave, etc; . Miserere-nostri c/c. lo, " '., ;t. ,1 STAZIONE X. .d doramu s Te Cliriste etc. III (luesta decima Stazione con sidero, come foste im]egnalllcilte sJl<>gliato, e delllldato, e (llIilldi foste abbev eruto COli amarissimo fiele: per i tanti peccati di diso nestà soll't'iste (l'lCSUì disgllstosis.si ma cOllfusioue; ah si , che di tutto cuore li piango l'dell'sto, e vi prcg<>; ulllarcggiatl'llli anche ogui pi iu noconte piacere, pnchè io mi ri curdi di iuua lan.arczza della 'o stra passiu:Je. Pii!")' .•4\'c, etc, Jlliscl't'u: nostri e/l' ù ,. 1> STAZIONE Xl. . ,:•. .Adol'anlllS TI' eh i ste etc. '. . \. In questa undcc.ma Sl;niolJc con ...sidero, come gillllto \ Ili sul Moute , • teltav i la Croce dalk sC<lndicate )ispnlle '. f sl iniquamente e W'lIalU, e SlI <l'i<·lla COlI ,I tre aClItis"imi chiodi crocilisso , ed inchiodatll, laceraudu\ i carue , ner .. v i , OS:.;a, arteric : l'hl' tormcuto. che , spas.mo ~olrJ i.,tc, o mio Sigllol c ! " .t\ h Gesù mio, nn di ([]lC; ellll)(:; a triste su <l,,(,/la l lll l o . luccrare . c lLstll'ggCIC 1(' m.c sre golate P~ss;o!,i, ;~'alli\i ab:I;, c Il' peccaminose ill(llli<ll.iolli. l'Il di :'<Jllci chiodi a lal'l'rarmi il ('11I)1(', ol/de morir potessi di doillil' di 'l\CI\; tante \(lilc ollcso. Poter, etc, il1iscl'cl'c nostri etc. -Ji+ STAZTO'iE XIf. Ad'J'{lIllIlS TI' Chf'i,l[e dc. I Il (IUCSla d uol1cci ma Stazione .cousidcro, come così crocifisso foste 9° . ..lzato sl111' alto del monte per .esscr di 'lItlillrio, c Ji sclu-ruo ad 'un po- . polo barbaro, ma fu vostra 'Ìllten- ' ziollc per essere <Imi veduto da.1 lutto il mondo. pCl'clle morivate per ~ tutto il JJ1"I,do: \ edilo t:llnql1~':H.1 pcccato/c che sci. e lo COlI tcmpla, • 3 PII!Cl', .A\'e • Gloria. ", fili.lcl'('/'C nostri c. c. + XITI. Te Cliristc STJ\ZI()~E ArlOl'{/llIllS etc, III (lllt'sta dec:ma tel7.a SIaz:Ol'c ('ollsic!l'f'O. come, (lj l'('so deflll"o le\ atl) foste dalla Croce, e 1'(h[O fra le br,'ceia de-lla vostra SCOIISO- • Ltlissiml\ Madr«. Oh che accllgli 111('1110 l'Il (P]('sto ]leI' M aria! A Il etcrun 1\1<111'. di,:s!~ r aiìl'ua DOllll;I • .. Il ('[('('110 Patl l'C. a Izallc!o i lacrimosi occhi. \ o: me lo da stc iu sello per ojlcra dcllt) Spirito S'llito. c \ oi ora l'Cl' 1111'1,1,1) dc' caructici fra le brac ci;, iII (l,leSto stato! Adoro, () l'adre, gli l'temi \ estri decreti , e se lo 91 h~ciaj per alle,arrzza fra le fascio ," '. bambiuo , lo bacio ora r<lssrg,'ata ~ 'estinto , di piaghe. c ~al/gllc I ico perto, e pieno. \ cdi. n mio CI:OI'C.' t. ~ quanto soll(~1 se ÌlLII ia la t na hnoua t, Mad.re per te. ":" .IVt', llfLsel'c/ c nostr: etc. et c, 1', -$' o SL\ZIO~E A,f01'tIJIIUS XIY. Te C/il'iSte C'te. Considero iu qllc'( ultimu Sta zione, COIIIC 11011 ~apclldo più in liCJ jl l' contro ,oi i v osl r: pCI5CCII tori. (lOrO aver vì cml'iamclllc slJIIHr c.aro il seno, e ferilo il CIlO] e. foste • In-cinto prr cs~(']c sC}Ju!to. Qllc'iti mostri crudeli CC'Samno al lìne di più incrndelir« Cunl('() Gcsù , C non chi f(l';s(~: ma "j sureb ]Wl'O Illai mostri di (JlIelli ancor ]H·ggiOli? AI1 sì. che v i 'i0/H1. lo. io Cjlldlo SOIlO. clic COIJOSCO Gesù, io S,lPC\HIIO tlt1IJ(~l1e 50110 dell' Ehi co pi il mal ,aggio, (' fiero. lo. colle mie I jca Jute, co' miei replicati peccati io 92 • rinovo ognora a. voi , o mio Gesù, la vostra cJ'()l'ilis~iollf'. 1'111'"wn era C!fìf.;i'IItI'S. Io , sì, pil\ reo, e voi ~ 'c '1 soll'ri te, e dalla Croce mi chia- j male, (' mi a'pellat,'. 0:1 bontà, 0 f llli:'I'liconli<l illlill:,la! Cesii m.o cJ'O~ (dr"o, -"peI/d'I'1lI1 d ('llore. (JattITIl··· 1111 ma l'C di L:gr'nlt'. (' come un }'c/ago la ma couniz 0:,(, , m« (' cnut tit u» 11l((. f.uemi morir di (:o!of(' a pi(" ('ciiI vosu a .; CI'(l('('. P,'/I'I', /fv', Cloria. ,ast,) S '('1/1 111..)(" ere nostri l'le. oHEM U S. n("( ,ice. ([ll<\"';ml1lls Domine su- ,. per Ilalle f.lIniiiatll uuuu , p1'O qua DOI\1:lIlls l:osln .!esns ('1Jl'istlls non dnl);t;l,ìl lIlatlilltls Ir;ldi li ()('('11 t ium , l'l CI"ll'is suhirc tormcuuun. Per Clu isuun etc. " CANZONE A ( MARIA VERGINE LA ~ladre lma <Id C;~I Regina V··' incarnato di Dio Il nome tuo adorato Sempre sarà da mc. Deh Madre amabile Mi fido a te, 'l'n I' alma accendimi D'un sauto amor. DcII per pietà perdono Al mio peccar concedi Lo stato mio tu vedi lo lo presento a te. Deh Madre cc. . Un sgllil.rdo tno pietoso Al mio COI' rivolto Tutto le sanì. tolto Quanto di male ha m se. Dch Madre cc, 91" Ascolta, o bella Madre, Da le quel che più bramo, E che di COI' ti citiamo È 1lI1 tenero dolnr: Dch ::\LlIlrc cc. Ah se le colpe mie Di pianger m'è concesso Come sì devc , adesso Ne bramerei morir: Deh Madre eco Presenta qnesta brama AI divin Figlio irato, E reudilo placato 111 grazia tua per me; Deh 1\1 ad re cc. Tu sei de' peccatori Solo rifugio, c sperne , Solo da te ogni beuc Solo sperar sì P1\ò. Del! Madre eco Soddisfa il eh ieder mio, 11 endi il mio COl" coutente Onde nel pentimento Tlill'mi il 5110 piacer; Dch Madre cc. 1\1a dolce Madre mia ancora spiega i finora Quel che più bramo og!lor: ) , Dch:\J <Idre l'C • .~ .. Bramo d'amani, o 1\Ll(lrc, ~t".....". .çOIl vero amor (li lìgiio, ~t. E tlel più puro giglio 'A:rer più~ plifO il cuor ; Dcli Madre l'C. Clfc ti' ogni mio pensier.. II solo fine ci sia Amar Gesù, c Maria Per che viverù ; Dch Madre cc. Che morto a ql1esto mondo Ma vivo iII Paradiso f Con vera gioja e riso Canti Maria, e Gesù. Deh Madre cc. D' nn figlio i sentimenti Ecco, gli accenti miei, N l~ ricllsar gli dei, l\OIl SOli COlllCfI[O In 11011 un O Madw di pietà. Deh MadI'e cc.