Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013
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Paolucci, Signorini
La storia in tasca
Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento
Volume 4
1. La rivoluzione industriale
2. L’età dell’Illuminismo
3. La rivoluzione americana: nascono gli Stati Uniti
4. La rivoluzione francese
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Capitolo 1
La rivoluzione
industriale
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Lo sviluppo industriale
comincia in Inghilterra
Agli
inizi
del
Settecento
l’Inghilterra era il paese più ricco
d’Europa. La sua ricchezza non
proveniva solo dall’agricoltura ma
anche dal commercio. Gli Inglesi,
infatti, avevano conquistato la
supremazia sui mari e, dal 1713,
il controllo della tratta dei neri, un
commercio che si rivelava sempre
più vantaggioso. Dalle colonie
d’America e d’Asia giungevano ai
porti inglesi grandi quantità di
materie prime e la domanda di
prodotti lavorati.
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La rivoluzione industriale: nasce l’industria
moderna
Macchine, carbone e vapore
permisero un rapido e straordinario
sviluppo dell’industria, processo
che prese il nome di rivoluzione
industriale in quanto cambiò
profondamente il modo di lavorare e
la stessa vita delle persone.
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Conseguenze sociali e ambientali della
rivoluzione industriale
Le macchine per la produzione industriale diventarono sempre più
grandi e numerose e non poterono più trovare posto nelle case dei
lavoratori. Perciò vennero costruiti degli stabilimenti, le fabbriche,
capaci di contenere grandi macchinari e migliaia di operai. Intorno alle
fabbriche crescevano rapidamente le città.
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Lo sviluppo della scienza e della tecnica in età
industriale
Le invenzioni e le scoperte che resero possibile lo sviluppo industriale
furono opera di tecnici di genio e di scienziati. Il contributo degli
scienziati fu fondamentale, ad esempio, nello sviluppo dell’industria
chimica. Non a caso il Settecento fu un grande secolo per la chimica.
Molte furono le scoperte e molti i chimici di grande valore. Fra di essi, il
francese Lavoisier è considerato il fondatore della chimica moderna.
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Si annuncia una nuova forma di energia:
l’elettricità
Per tutto il Settecento nei salotti divenne
di moda riprodurre fenomeni elettrici, far
scoccare scintille, provare sul proprio
corpo l’effetto della scossa elettrica. Solo
agli inizi del XIX secolo, l’invenzione della
pila di Alessandro Volta, il primo
apparecchio capace di produrre una
corrente elettrica, aprì la strada
all’utilizzazione dell’elettricità in campo
industriale.
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Capitolo 2
L’età
dell’Illuminismo
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‹‹Illuminare le menti›› con la luce della ragione
Il sorprendente sviluppo delle scienze, iniziato nel
Seicento, convinse molte persone di cultura che
le condizioni di vita dell’umanità potevano
migliorare rapidamente. Strumento del progresso
doveva essere la ragione umana. Da queste
convinzioni nacque un vasto movimento culturale
che prese il nome di Illuminismo, perché
riponeva una fede profonda nella luce della
ragione che, illuminando le menti degli uomini, li
avrebbe guidati sulla via del progresso e della
felicità.
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Gli illuministi esaltano i valori della tolleranza,
della fratellanza, dell’uguaglianza
Nel nome della ragione, che accomuna tutti gli uomini, gli illuministi si
sentivano «cittadini del mondo» e proclamavano l’uguaglianza di tutti i
popoli e di tutte le razze.
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Gli illuministi pubblicano l’Enciclopedia
Per cacciare le tenebre dell’ignoranza
bisognava diffondere il sapere. Gli
illuministi francesi intrapresero perciò la
preparazione di un’opera colossale,
l’Encyclopédie, cioè una raccolta di tutte
le conoscenze umane in campo
scientifico, tecnico, storico, letterario,
musicale.
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Le idee politiche ed economiche degli
illuministi
In politica gli illuministi erano d’accordo nel combattere il potere
assoluto di tipo francese, ma avevano poi idee diverse su quale fosse
la forma migliore di governo.
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Nascono nel Settecento le moderne scienze
economiche: Adam Smith
Nel Settecento i fenomeni economici
cominciarono ad essere studiati con
metodo scientifico. Sotto l’impulso delle
idee illuministe nacquero così le
moderne scienze economiche, delle
quali si considera fondatore l’economista
scozzese Adam Smith (1723-1790).
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Le idee illuministe influenzano molti sovrani
europei: le riforme
I sovrani europei che accolsero
le idee degli illuministi furono
Federico II di Prussia, allievo e
amico personale di Voltaire,
Maria Teresa d’Austria e suo
figlio Giuseppe, la zarina
Caterina II di Russia, che
accettava consigli da Diderot e,
in Italia, Leopoldo, granduca di
Toscana e Carlo III di Borbone,
re di Napoli.
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Stati vecchi e nuovi nell’Europa che cambia
Nella prima metà del Settecento furono combattute ben tre guerre di
successione, rispettivamente per l’assegnazione del trono spagnolo
(1702-1713), polacco (1733-1738) e austriaco (1740-1748). Si affermano
nuove potenza come la Prussia che, da piccolo ducato tedesco, si
trasformò in uno Stato moderno, potente e ben amministrato e la Russia di
Pietro il Grande.
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Capitolo 3
La rivoluzione
americana: nascono
gli Stati Uniti
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Le tredici colonie inglesi d’America
In Nord America l’Inghilterra possedeva già tredici colonie, formatesi
sulla costa dell’oceano Atlantico a partire dal 1607, anno in cui avvenne il
primo sbarco. Intorno al 1775, le tredici colonie contavano circa due
milioni e mezzo di abitanti, in rapidissima crescita.
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Le colonie e l’Inghilterra: la guerra
d’indipendenza americana
I rapporti fra i coloni americani e la madrepatria peggiorarono:
l’imposizione di tasse da parte del governo inglese fece insorgere le
colonie che, attraverso i loro rappresentanti, si riunirono in un’assemblea
detta Congresso e decisero di separarsi dalla madrepatria rendendosi
indipendenti. Il 4 luglio 1776 fu approvata la Dichiarazione
d’indipendenza scritta da Thomas Jefferson.
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I Coloni sconfiggono la madrepatria
Alla Dichiarazione d’indipendenza fece seguito la guerra. Nel 1777 i
coloni riportarono la prima grande vittoria a Saratoga: gli Inglesi furono
definitivamente sconfitti a Yorktown (1781) da un esercito per metà
americano e per metà francese. Col trattato di Versailles, l’Inghilterra fu
costretta a riconoscere, nel 1783, l’indipendenza delle colonie
americane: il nuovo Stato prese il nome di Stati Uniti d’America (United
States of America o, abbreviato, U.S.A.).
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Gli Stati Uniti si espandono
Dopo la vittoriosa guerra d’indipendenza la spinta del popolo
americano verso l’ovest (West) diede inizio alla cosiddetta conquista
del West. Lo Stato americano, con una delle sue prime leggi, permise
a tutti di appropriarsi di nuove terre dietro pagamento di una cifra
minima. Altre terre furono conquistate con la forza delle armi.
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Lo sterminio degli Indiani
Con l’avanzare della linea di frontiera – il
confine via via raggiunto dai bianchi – i
pellerossa venivano scacciati dalle loro
terre. Questi si opposero accanitamente
all’invasione dei loro territori, ma gli
scontri con i coloni e con l’esercito
americano, le malattie (spesso portate
dai bianchi) e la strage dei bisonti –
animali dal cui sfruttamento dipendeva la
loro stessa esistenza e che i cacciatori
bianchi abbattevano a migliaia – finirono
per provocarne lo sterminio quasi totale.
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Capitolo 4
La rivoluzione
francese
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La società francese alla vigilia della rivoluzione
Negli ultimi decenni del Settecento la
Francia contava intorno a 26 milioni di
abitanti, distinti convenzionalmente in tre
ordini: clero, nobiltà e terzo stato. Il
paese era la seconda potenza mondiale
dopo l’Inghilterra. Tuttavia lo Stato era in
deficit: nel 1788 le uscite superavano del
20% le entrate e le condizioni di vita del
terzo stato, che rappresentava il 98%
della popolazione, erano disastrose.
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Luigi XVI convoca gli Stati generali
Per far fronte alla crisi finanziaria
francese, Luigi XVI decise di imporre
tasse anche alle classi sociali
privilegiate ma il suo intento fallì e
decise perciò di convocare gli Stati
generali, un’assemblea straordinaria
alla quale i re assoluti di Francia non
avevano più fatto ricorso da quasi
due secoli. Dopo le votazioni
risultarono eletti un migliaio di
deputati, di cui poco più della metà
rappresentava il terzo stato. Tutti i
rappresentanti del terzo stato erano
borghesi, in prevalenza avvocati.
Nessun contadino, nessun artigiano
era fra loro.
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Si forma l’Assemblea costituente
Gli Stati generali si riunirono solennemente
nel maggio 1789. Subito però sorsero contrasti
sul sistema di votazione così i rappresentanti
del terzo stato decisero di procedere per
proprio conto: si proclamarono Assemblea
nazionale e cominciarono a deliberare come
se fossero i rappresentanti di tutta la nazione.
Il re e i nobili cercarono di ostacolarli ma i
deputati del terzo stato giurarono di non
sciogliere l’assemblea detta ormai Assemblea
costituente in quanto aveva il compito di
stilare la nuova costituzione.
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La presa della Bastiglia: cade la prigione di
Stato
Il 14 luglio 1789, proprio il giorno in
cui il prezzo del pane raggiunse il
livello più alto, una folla composta da
bottegai, soldati, salariati e da molti
artigiani prese d’assalto il carcere
della Bastiglia che rappresentava
per il popolo il simbolo del potere
assoluto, vi penetrò a forza, lo
distrusse e liberò i prigionieri (pochi,
in verità) che vi erano rinchiusi.
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La fine del regime feudale e la Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo e del cittadino
L’Assemblea costituente, la notte del 4
agosto 1789, proclamò la fine del regime
feudale e abolì decime, corvé e servitù
personali. Poi, sull’esempio degli Stati Uniti
d’America, approvò una Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo e del
cittadino (26 agosto), in cui si proclamava
che tutti gli uomini sono uguali davanti alla
legge (tutti pagano le tasse; uffici e cariche
sono aperti a tutti) e hanno diritto alla
proprietà privata, alla sicurezza e alla
libertà di parola, di stampa e di opinione.
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Da monarchia assoluta la Francia si trasforma
in monarchia costituzionale
L’Assemblea continuava intanto a discutere gli
articoli della nuova costituzione, che fu votata
definitivamente nel settembre 1791 e con essa
la
Francia
diventò
una
monarchia
costituzionale. Il sovrano cessò di essere un
monarca assoluto: a lui rimase soltanto il
potere esecutivo, mentre il potere di votare le
leggi venne affidato ad una Assemblea detta
legislativa. Di fronte a un re che non si
considerava più sacro si cominciò a chiedere
da varie parti non solo la sua punizione
esemplare ma anche la proclamazione della
repubblica.
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La Francia rivoluzionaria depone il re e
proclama la repubblica.
Il 10 agosto 1792 la collera popolare divampò. I popolani di Parigi e molti volontari
diedero l’assalto al palazzo reale delle Tuileries, massacrarono le guardie e
costrinsero il re a cercare scampo presso l’Assemblea legislativa. Dopo l’assalto alle
Tuileries, la Comune divenne la più grande autorità di Francia, mentre l’assemblea
legislativa fu sostituita da una nuova assemblea, detta Convenzione che il 21 settembre
1792 dichiarò decaduta la monarchia e proclamò la repubblica.
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Il terrore e le vendette: dal governo
rivoluzionario alla rivincita borghese
Il 21 gennaio 1793 Luigi XVI fu decapitato. La
sua esecuzione allarmò i sovrani d’Europa
che decisero di formare una coalizione contro
la Francia. La situazione critica dettata dalle
guerre e dalla crisi economica spinsero i
francesi ad attribuire a un gruppo ristretto di
uomini, denominato
Comitato di salute
pubblica
e
guidato
da
Maximilien
Robespierre, poteri straordinari. Il Comitato
guidò il Paese con metodi dittatoriali e in un
regime di terrore tanto che nella Convenzione
si formò un gruppo ostile a Robespierre che
lo fece arrestare il 27 luglio 1794 e
ghigliottinare il giorno successivo. Il potere
passò ai borghesi, ovvero ai nuovi ricchi.
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