L’esperienza di valutazione della qualità delle cure attraverso la Measure of Processes Of Care – 56 in un servizio in Italia Mario Cerioli AZIENDA ISTITUTI OSPITALIERI DI CREMONA UONPIA Per comunicazioni: Dr. Mario Cerioli Via Cellino 2 26012 CASTELLEONE (CR) [email protected] I più rilevanti cambiamenti culturali degli ultimi decenni in campo internazionale per quanto riguarda la riabilitazione del bambino possono essere così sintetizzati: • La crescita di forza dei movimenti per i diritti umani e delle persone disabili • La maggiore focalizzazione dei diritti dei bambini • Lo sviluppo di modelli teorici sullo stress, l’adattamento ed il funzionamento del sistema familiare • Il viraggio da una visione centrata sulla patogenesi e sulla menomazione ad un approccio culturale mirato al funzionamento individuale contestualizzato (dall’International Classification of Impairments, Disabilities and hHandicaps (ICIDH) all’ICIDH2, all’International Classification of Functioning (ICF)) • La perdurante mancanza di evidenze che le tecniche rieducative sono, di per sé, in grado di promuovere l’autonomia del bambino • La convinzione che la qualità della vita del bambino e della sua famiglia sia da considerare prioritariamente fra gli obiettivi della cura. (Cerioli M., e al, 2001) Anche a livello nazionale vi sono stati eventi significativi: • Legge Nazionale 104/92 • Commissione di studio del Ministero della Sanità sulla riabilitazione del bambino 1 • Linee guida del Ministero della Sanità per le attività di riabilitazione • Linee guida intersocietarie Società Italiana di Medicina Fisica E Riabilitazione-Società Italiana di Neuro Psichiatria dell’ Infanzia e dell’ Adolescenza sulla riabilitazione della Paralisi Cerebrale Infantile • Protocollo per la diagnosi e la valutazione funzionale delle Paralisi Cerebrali Infantili a cura del Gruppo di studio Italiano sulla Paralisi Cerebrale Infantile Da più parti si avverte tuttavia la esigenza di un quadro di riferimento, condiviso tra professionisti e genitori, circa i principi della riabilitazione del bambino. Diversamente, ogni problema gestionale rischia di divenire l’occasione per il riproporsi di due schieramenti contrapposti: professionisti e genitori l’ un contro l’altro armati. Negli anni 60, ad esempio, è stata fondata negli USA l’Association for the Care of Children’s Health (ACCH), con l’obiettivo di promuovere la filosofia dell’approccio di cura centrato sulla famiglia (family-centered care) in cui • i genitori sono risorse fondamentali nella vita del bambino; • il processo riabilitativo deve essere basato sulla cooperazione tra famiglie e professionisti, piuttosto che sull’autorità di questi ultimi; • i professionisti hanno un ruolo di sostegno alle responsabilità dei familiari; • per essere efficaci, i servizi e le strutture sociali devono basarsi sui valori, le preferenze, le priorità e le esigenze della famiglia. Anche questi principi sono indicativi della evoluzione verso un nuovo modello di relazione tra professionisti e genitori, basato su • partnership • complementarità di conoscenza e di esperienza fra genitori e professionisti • un approccio “negoziato” alla collaborazione 2 Un modello concettuale Family Centered Therapy Modalità funzionali ICF FAMIGLIA Qualità delle cure Partecipazione Quality Of Life GIPCI,Verona 19 novembre 2009 www.riabilitazioneinfantile.com 9 Figura 1: l’embricazione dei tre campi di sviluppo culturale della riabilitazione del bambino prevedono al centro la famiglia e la definizione di tre aree di valutazione: Qualità delle cure, Modalità funzionali e Qualità della vita. Il lavoro di Rosenbaum e altri del 1992 è di quelli, pochi, che lasciano il segno, che cambiano il tuo modo di vedere quello che fai. Diventa ancora più evidente adesso che la valutazione del punto di vista della famiglia e del bambino comincia a far parte delle misure di outcome di una ricerca clinica, in campo riabilitativo e no. Nell’attesa che tale metodologia si traduca anche nella prassi riabilitativa quotidiana, aprendo spazi di crescita nella imperante autoreferenzialità, ci sembra utile riproporlo alla attenzione di chi legge, nonostante l’età. In questo studio, infatti, il gruppo del CanChild Centre for Childhood Disabilities Research (McMaster University-Toronto) cerca di determinare l’importanza relativa dei differenti fattori di cura dei bambini con disabilità dello sviluppo, ma anche di bambini con patologie mediche croniche. E qui, la prima scoperta importante: i fattori di cura sono numerosi e non coincidono con il solo trattamento da parte dei terapisti. Ai professionisti ed ai genitori è stato chiesto , attraverso questionari, di graduare la importanza e la relativa priorità di 22 fattori di cura. La elaborazione statistica, al solito esemplare sul piano metodologico, mostra che genitori e professionisti valutano come importanti più o meno gli stessi fattori, ma con differenze molto significative. Per i professionisti della riabilitazione i primi 5 fattori in ordine decrescente di importanza sono il trattamento stesso, il coinvolgimento dei genitori, la valutazione della disabilità, approccio d’èquipe ed il sostegno emotivo. Per i genitori invece al primo posto c’è il loro coinvolgimento, poi vengono le informazioni, specifiche sul bambino e generali sulla patologia, il trattamento stesso, naturalmente, e poi la facilità di accesso (sia in termini logistici che di tempi di attesa), la consistenza degli interventi e la continuità nel tempo. Solo al 14° posto il sostegno emotivo ed al 15° l’approccio di èquipe. (vedi tabella 1) Questa è la seconda scoperta: per i genitori le priorità sono ben altre rispetto a quelle dei professionisti. C’era qualche dubbio? E’già, in nuce, il concetto di Family Centered Therapy, ben diverso da “Una buona presa in carico”. Nell’articolo, Rosenbaum e coll. avviano anche una analisi di come tutto ciò si ripercuota sul piano gestionale. 3 Professionisti Genitori Trattamento della disabilità 75.9 1 50.0 3 Valutazione della disabilità 70.4 2 32.7 8 Approccio Interdisciplinare 60.2 3 18.3 15 Coinvolgimento dei genitori 54.0 4 61.4 1 Facilità di accesso 45.5 5 49.0 4 Coordinazione degli interventi 44.3 6 36.8 6 Educazione/informazione 43.2 7 57.8 2 Continuità e consistenza 31.0 8 37.1 5 Sostegno emotivo 29.9 9 24.6 14 Approccio centrato sulla famiglia 28.9 10 35.9 7 Da Rosenbaum PL e al, 1992 GIPCI,Verona 19 novembre 2009 www.riabilitazioneinfantile.com Tabella 1. Differenze tra professionisti e genitori nel percepire la importanza dei diversi fattori di cura Il lavoro di Rosenbaum e al del 1992 delinea anche una procedura metodologica così schematizzabile: • A) identificazione dei fattori di cura • B) graduazione e scelta delle priorità, • C) misura della percezione, • D) confronto fra professionisti ed utenti. Questo approccio permette di uscire dalla condizione di sostanziale autoreferenzialità che rischia di caratterizzare l’operare concreto del professionista della riabilitazione del bambino, combattuto fra insoddisfazione dei risultati del proprio lavoro ed esigenze dei familiari, premesse ideali della propria scelta professionale e sovrastrutture ideologiche o pregiudizi. L’identificazione dei fattori di cura è infatti lo spazio di coincidenza fra l’andamento della percezione da parte dei genitori e le concrete modalità organizzative e gestionali del servizio così come erogate con il proprio comportamento da ciascun professionista. Nel corso degli ultimi anni sono stati sviluppati alcuni accurati strumenti di valutazione della qualità delle cure. Il più completo è probabilmente la Measure of Process of Care (MPOC -56, -20), scaricabile gratuitamente all’indirizzo http://www.canchild.ca/ Si tratta di una misura autovalutata da parte dei genitori della frequenza con cui le cure ricevute da parte del figlio e da loro sono centrate sulla famiglia • E’ un test affidabile e validato • La versione originale è di 56 domande, ma è stata sviluppata una versione di 20 domande ed una di autovalutazione da parte dei professionisti. • La raccolta delle risposte avviene per posta in modo del tutto anonimo. 4 In ciascun item il genitore risponde a questo quesito: “IN CHE MISURA LE PERSONE CHE LAVORANO CON IL SUO BAMBINO…?” Viene utilizzata una scala con sette possibilità di risposta, da 7 (veramente molto spesso) sino a 1 (per niente). È prevista la risposta “non applicabile”. I tempi per rispondere sono riferiti dagli autori a 20’ La Measure of Process of Care esplora 5 macrofattori di cura: • Abilitazione e partnership • Provvedere informazioni generali • Provvedere specifiche informazioni sul bambino • Cura coordinata e comprensiva • Cura rispettosa e sostenitiva (King GA e al, 1996; King SM e al, 1996; King GA e al, 1997; O’Neil ME e al, 2001) Le domande hanno sempre un carattere molto concreto e riguardano il comportamento dei professionisti. Ad esempio, per la valutazione del fattore “Abilitazione e partnership” IN CHE MISURA LE PERSONE CHE LAVORANO CON IL VOSTRO BAMBINO… • …vi spiegano completamente le scelte terapeutiche? • …vi vedono come un “esperto” del vostro bambino? • …rispondono alle vostre domande completamente? • Eccetera Per il fattore “Fornitura di informazioni generali” IN CHE MISURA LE PERSONE CHE LAVORANO CON IL VOSTRO BAMBINO… • …vi rendono disponibili informazioni in varia forma come opuscoli, video, ecc.? • …vi danno informazioni circa i tipi di servizio offerti presso il Centro e nella comunità? • …mettono a vostra disposizione informazioni generali su differenti interessi (come aspetti finanziari, consultazione genetica, evoluzione e sessualità? Per la “Fornitura di specifiche informazioni sul bambino” IN CHE MISURA LE PERSONE CHE LAVORANO CON IL VOSTRO BAMBINO… • …vi parlano dei risultati delle valutazioni? • …vi forniscono informazioni scritte sui progressi del vostro bambino? • …vi comunicano le ragioni per poter partecipare alle discussioni ed agli incontri su vostro figlio? 5 Per “Cure coordinate e complete” IN CHE MISURA LE PERSONE CHE LAVORANO CON IL VOSTRO BAMBINO… • …si assicurano che le capacità di vostro figlio siano conosciute da tutte le persone che lavorano con lui in modo che le sue capacità siano note fra i diversi servizi ed i diversi operatori? • …vi seguono sino all’appuntamento successivo in alcune delle considerazioni che voi avete espresso nei precedenti appuntamenti? Per “Cure rispettose e di sostegno” IN CHE MISURA LE PERSONE CHE LAVORANO CON IL VOSTRO BAMBINO… • …mostrano di ricordare dettagli personali su vostro figlio o sulla famiglia quando parlano con voi? • …trattano voi e la vostra famiglia come persone piuttosto che come un “caso”(ad es., non riferendosi a voi con la diagnosi, come “la diplegia spastica”)? Le possibili risposte ad ogni domanda sono graduate su di una scala in 7 punti: • Per niente 1 • Molto raramente 2 • Raramente 3 • Discretamente spesso 4 • Abbastanza spesso 5 • Molto spesso 6 • Veramente molto spesso: 7 A questi si aggiunge: Non applicabile 0 La Measure of Processes of Care for Service Providers (MPOC-SP) è un questionario autosomministrato che gli erogatori di cura usano per misurare l’autopercezione della cura centrata sulla famiglia. Gli item sono analoghi a quelli delle MPOC-56, -20. Si tratta di uno strumento discriminativo utile per la valutazione di programmi terapeutici, educativi, di miglioramento professionale, di iniziative di ricerca. (Woodside, J. e al. (2001); King, S. e al. (2004)) • Consta di 27 items e comprende 4 scale – Sensibilità interpersonale – Fornitura di informazioni generali – Fornitura di specifiche informazioni sul bambino – Rispetto personale 6 MPOC 56: una prova in Italia La MPOC-56 è stata utilizzata per verificare la percezione delle cure ricevute presso il Servizio Territoriale di Neuropsichiatria Infantile della UONPIA di Cremona. Tutti i soggetti (33, per un totale di 64 genitori, con un’ ampia varietà di età (da 8 mesi a 29 anni) e di condizione socioculturale) erano portatori di PCI, in trattamento ed erano seguiti da più di un professionista della riabilitazione. I questionari sono stati inviati e ricevuti per posta previa conferma dell’interesse dei genitori a partecipare all’indagine. Le modalità di invio dei questionari compilati garantivano il completo anonimato. Con questo obiettivo è stata esclusa la raccolta di dati di tipo socio-anagrafico e sulla qualità della vita. Allo stesso scopo era stato predisposto che i dubbi circa la compilazione venissero discussi per telefono con una persona esterna al servizio e senza entrare nel merito delle risposte. Sono stati ricevuti 34 questionari di ritorno (53 %) La MPOC-56 si è rivelato dunque un questionario difficile, come peraltro già anticipato dagli autori canadesi: implica infatti buone competenze linguistiche. La analisi statistica delle risposte ha permesso di delineare un quadro molto chiaro di come i genitori avessero percepito le cure ricevute (tabella 2). MPOC 56, una prova: i risultati Abilitazione e partnership Fornitura di informazioni generali Fornitura di specifiche informazioni sul bambino Cure coordinate e complete Cure rispettose e di sostegno 5 = abbastanza spesso 3 = raramente MEDIA 5.1 DS 1.7 Min 2.4 Max 6.9 3.0 1.8 1.2 6.1 4.0 2.3 1.0 7.0 5.0 1.7 2.0 7.0 5.5 1.6 2.9 7.0 4 = discretamente spesso GIPCI,Verona 19 novembre 2009 www.riabilitazioneinfantile.com 24 Tabella 2: I risultati È come se i genitori ci avessero detto ”Riceviamo da voi abbastanza spesso cure rispettose in un clima di collaborazione alla pari. Ci sentiamo così sostenuti nel divenire più capaci verso nostro figlio. Abbiamo bisogno, però, che ci informiate più di quanto facciate ora su nostro figlio e ancor più sui problemi della sua patologia” L’esame delle risposte ha permesso anche di individuare i punti di forza del lavoro. IN CHE MISURA LE PERSONE CHE LAVORANO CON IL VOSTRO BAMBINO… 7 • …accolgono voi e la vostra famiglia senza pregiudizi? = 6,5 (/7) • …si assicurano che almeno un membro del gruppo degli operatori che lavorano con voi e con la vostra famiglia lo faccia per un lungo periodo di tempo? = 5,8 (/7) • …riconoscono che la vostra famiglia ha l’ultima parola quando prende decisioni circa il trattamento del bambino? = 5,6 (/7) • …trattano voi e la vostra famiglia come persone piuttosto che come un “caso”(ad es., non riferendosi a voi con la diagnosi, come “la diplegia spastica”)? = 5,6 (/7) I punti di debolezza IN CHE MISURA LE PERSONE CHE LAVORANO CON IL VOSTRO BAMBINO… – …vi rendono disponibili informazioni in varia forma come opuscoli, video, ecc.? = 2,5 (/7) – …danno la opportunità di conferenze da parte di esperti ospiti su temi che interessino ai genitori? = 2,4 (/7) – …vi consigliano su come informarsi o contattare altri genitori (ad es., una libreria presso il Centro a disposizione dei genitori)? = 2,4 (/7) CONCLUSIONI – Questo studio, circoscritto a genitori di soggetti con PCI, conferma la utilità dell’MPOC 56 nell’identificare i punti di forza e di debolezza del servizio. La condivisione dei risultati tra i professionisti e genitori permette di orientare l’aggiornamento dei professionisti e l’organizzazione interna del lavoro nella prospettiva di una maggiore considerazione della relazione che esiste fra comportamenti dei professionisti e benessere dei bambini e delle loro famiglie. LIMITI • Si tratta di un test difficile da affrontare per i genitori a causa delle sua complessità linguistica. • La MPOC-56, almeno per come è stata utilizzata sinora, non permette correlazioni dirette sul singolo bambino, identificato con precisione, con le valutazioni della qualità della vita o della partecipazione. Una proposta : perché non studiare in modo analogo la qualità della esperienza scolastica dei bambini ? • A) identificazione dei fattori di qualità • B) graduazione dei fattori di qualità e scelta delle priorità, • C) misura della percezione da parte dei genitori, degli insegnati, dei professionisti sociali e sanitari. • D) confronto fra genitori, insegnanti, operatori sociali e sanitari. 8 Potremmo arrivare ad identificare i punti di forza, di debolezza dell’inserimento scolastico, promuovendo così il miglioramento della partecipazione dei bambini. E’ opportuno infatti tenere presente la pessima posizione dell’ Italia, secondo lo SPARCLE (Study of PARticipation of Children with cerebral palsy Living in Europe) , ultima in graduatoria fra i 7 paesi che hanno aderito alla ricerca in fatto di partecipazione scolastica dei bambini con PC. Questionari semplici, per un approccio integrato Un modello concettuale I tre cerchi indicano i campi di innovazione culturale nell’ambito della riabilitazione del bambino. La famiglia è il campo di esperienza del bambino centrale per quanto riguarda il trattamento, le modalità di funzionamento e la qualità della vita. Family Centered Therapy Modalità funzionali ICF FAMIGLIA Qualità delle cure Partecipazione Quality Of Life GIPCI,Verona 19 novembre 2009 www.riabilitazioneinfantile.com Le aree triangolari di embricazione (Modalità funzionali, Qualità delle cure, Partecipazione) stanno ad evidenziare i campi di valutazione da condividere tra professionisti e genitori per armonizzare l’intervento in termini di obiettivi e modalità (approccio integrato). 43 Figura 2 I numerosi strumenti sviluppati negli anni per la valutazione degli aspetti indicati nella figura 2 ( vedi http://www.canchild.ca/en/ per una ampia rassegna) si rivelano quasi sempre più indicati per ricerche sistematiche che per l’uso quotidiano nella pratica clinica ed assistenziale relativa ad un preciso bambino ed alla sua famiglia. Ci è parso invece utile proporre, giusto in questa direzione, una serie di questionari brevi che permettano al singolo genitore o al singolo professionista di valutare aspetti rilevanti quali Il grado di adeguatezza dell’intervento rispetto al criterio di centratura sulla famiglia, la qualità della vita ed il grado di partecipazione. E’indispensabile premettere che da questi strumenti non è lecito aspettarsi una misura delle variabili esplorate: si tratta infatti di questionari che, sinora, non hanno ricevuto né una validazione né una standardizzazione, ma che danno delle stime sperabilmente utili ad aprire fra professionisti, genitori e figli spazi di migliore comprensione e comunicazione. Si tratta dunque di 5 questionari che esplorano le seguenti aree: – qualità delle cure – qualità della vita del figlio – partecipazione del figlio 9 – autovalutazione del giovane – qualità della vita del genitore Viene qui esposto in dettaglio il questionario sulla percezione della qualità delle cure. Tutti i questionari sono disponibili alla pagina http://www.riabilitazioneinfantile.com/documenti/Iquestionari.pdf . Faccio riferimento non tanto al lavoro prolungato di messa a punto e sperimentazione delle MPOC, quanto al più volte citato articolo del 1992 di Rosenbaum e altri perché permette di identificare in modo più analitico i fattori di cura. Percezione della qualità delle cure: primi 10 fattori di cura in ordine di importanza agli occhi dei genitori: • Coinvolgimento dei genitori • Educazione/informazione dei genitori • Trattamento della disabilità • Accessibilità/disponibilità delle cure • Continuità e consistenza • Coordinamento degli interventi • Approccio centrato sulla famiglia • Valutazione della disabilità • Diagnosi • Servizi disponibili DEFINIZIONI DEI PRINCIPALI FATTORI DI CURA: COINVOLGIMENTO DEI GENITORI: riconoscimento del ruolo che i genitori hanno nel prendere decisioni riguardo i propri figli; aiuto fornito alla famiglia ad identificare le alternative su cui basare le decisioni. EDUCAZIONE DEI GENITORI: provvedere a continue e costanti spiegazioni riguardo le condizioni del bambino (cause, decorso, prognosi). INFORMAZIONE DEI GENITORI: garantire una adeguata informazione di carattere sanitario e sociale sulla patologia del bambino, attraverso suggerimenti riguardo la lettura di materiale e la ricerca di informazioni presso altri genitori. TRATTAMENTO DELLA DISABILITA’: provvedere con continuità alla valutazione dei progressi del bambino, ai necessari trattamenti e terapie, inclusa la fornitura di ausili ed attrezzature. ACCESSIBILITA’ DELLE CURE: provvedere con prontezza a rispondere alle richieste; sede, parcheggio, orari adeguati; e ragionevoli tempi di attesa. 10 CONTINUITA’ E CONSISTENZA: assicurare nel tempo regolarità e continuità di figure professionali. Assicurare la trasmissione di informazioni tra i professionisti coinvolti. COORDINAMENTO DEGLI INTERVENTI: riconoscere la necessità di trasferire informazioni, quando richiesti, fra i servizi, sanitari e non sanitari (scuola, servizi sociali). APPROCCIO CENTRATO SULLA FAMIGLIA: Riconoscere il potenziale impatto sociale ed emozionale della disabilità su ciascun membro familiare e dimostrare disponibilità nell’anticipare e rispondere ai problemi di ciascuno di loro. VALUTAZIONE DELLA DISABILITA’: provvedere alla valutazione funzionale di base ed alla definizione degli obiettivi. DIAGNOSI: stabilire o confermare la diagnosi medica del disturbo. SERVIZI DISPONIBILI: Fornire un arco completo di servizi o trattamenti specialistici Le domande (10) ricalcano quelle delle MPOC. IN CHE MISURA … • …le persone che lavorano con il vostro bambino riconoscono che la vostra famiglia ha l’ultima parola quando prende decisioni circa il trattamento del bambino? • … le persone che lavorano con il vostro bambino vi danno informazioni sulla disabilità di vostro figlio (cioè le cause, i progressi, le prospettive future)? • … le persone che lavorano con il vostro bambino provvedono con continuità al trattamento ed a valutazioni periodiche del suo sviluppo? • … ecc Risposte e punteggi 1: Per niente Molto raramente 2 Raramente 3 Discretamente spesso 4 Abbastanza spesso 5 Molto spesso 6 Veramente molto spesso: 7 Non applicabile 0 L’esperienza raccolta suggerisce alcune attenzioni circa l’utilizzo dei questionari 11 Innanzitutto occorre sempre tenere presente che questi strumenti non sono validati, perciò non danno misure, ma stime: non sono attualmente indicati per ricerche ma per sondare facilmente il punto di vista di singoli genitori o di popolazioni • Vanno proposti indicandone con chiarezza la finalità • La compilazione di ogni questionario dura 5 minuti e può essere compilato in sala d’attesa • Utilizzo dei questionari si è rivelato certamente utile allo sviluppo di una maggiore partnership, ma suggerisco anche che il professionista provi a compilarli immaginando di essere il genitore di quel bambino (il confronto con le risposte del genitore non mancherà di sorprese) • E’ preferibile che alla compilazione del questionario segua un colloquio di sviluppo, tuttavia • E’ da prevedere che i genitori li utilizzino di propria iniziativa, autonomamente • Si tratta comunque di strumenti versatili le cui possibilità di impiego sono solo in parte prevedibili. L’esperienza del bambino E’ universalmente accettato l’intendere l’apprendimento come variazione del comportamento in funzione della esperienza. Ma quale è la esperienza del bambino? del bambino piccolo segnatamente? La possiamo descrivere in termini non autoreferenziali o monodisciplinari? il che, in mani poco meno che esperte, rischia di essere la stessa cosa? La possiamo descrivere in termini più fondati, generali e trasmissibili ad altri? Negli anni abbiamo ascoltato un invito prezioso: “Poniamo il bambino al centro della riabilitazione”. Ci siamo riusciti? oppure abbiamo messo e continuiamo a cercare di mettere la “riabilitazione al centro del bambino”? Non sono domande astratte, io credo, perché sappiamo tutti come siano ancora molto diffuse metodiche e tecniche che non hanno mai trovato il sostegno della minima prova. Di tanto in tanto ne vengono proposte di nuove: alcune delle quali di una invasività sconcertante. Corretto è chiedersi che senso ha tutto ciò per l’esperienza del bambino. Ma cosa intendiamo con “ESPERIENZA”? Ho trovato sullo Zingarelli (1970) una definizione bellissima per la sua semplicità e per l’applicabilità al nostro lavori di riabilitatori: “Conoscenza e pratica delle cose acquistata per prove fattene da noi stessi o per averle vedute fare da altri”. Tanto più apprezzabile, questa definizione, nella profondità del suo buon senso, in quanto certamente scevra di influenze di Gibson o di Rizzolatti. Ritornare all’esperienza del bambino come fondazione originaria della sua conoscenza e dell’apprendere ci permetterà forse di esplorare altre prospettive di cura. Ogni “realtà”, nel senso più lato, si rivela e può rivelarsi nel suo senso solo in una esperienza. Qualcosa come un oggetto (per esempio anche un oggetto fisico) attinge il senso di “realtà” che gli è proprio (per il quale poi esso – in tutti i modi possibili di coscienza – significa ciò che significa) soltanto a partire dai processi vissuti dell’esperienza. (E. Husserl, 1966) Per Gibson, la percezione visiva di un oggetto comporta l’ immediata ed automatica selezione delle proprietà intrinseche che ci consentono di interagire concretamente con esso. L’ oggetto come “ipotesi di azioni”, dunque, sviluppata con l’esperienza. (A. Berthoz, 1998) 12 Anche per Rizzolatti e Sinigaglia (2006), il nostro cervello seleziona i tratti dell’oggetto che appaiono pregnanti ai fini dell'azione, e che concorrono a determinare tanto la fisionomia motoria dell'oggetto quanto lo spazio delle possibili prese. E’ possibile probabilmente contenere l’insieme di questi assunti si nelle parole di uno dei principia della Fenomenologia: “Oggetti e spazio devono essere compresi nel loro iscrivere intorno a noi la portata variabile delle nostre intenzioni e dei nostri gesti". (Merleau-Ponty M, 1945) BIBLIOGRAFIA Cerioli M., Gasardi M., Greci A.L., Cristella K. (2001-2002), Qualità delle cure e qualità della vita: la centralità del punto di vista della famiglia nella riabilitazione del figlio, Riabilitazione Oggi, XVIII n°9, Novembre 2001, pag 31-37, Riabilitazione Oggi, XIX, n°1, Gennaio 2002, pag 28-34 Rosenbaum P.L., King S.M., Cadman D.T., (1992), Measuring processes of caregiving to phisically disabled children and their families. I: identifying relevant components of care, Dev Med Child Neurol, 1992 34,103-114 King G.A., King S.M., Rosenbaum P.L., (1996), How mothers and fathers view professional caregiving for children with disabilities, Dev Med Child Neurol , May, vol. 38, 5, pp. 397-407 King S.M., Rosenbaum P.L. e King G.A., (1996), Parents' perception of caregiving: development and validation of a measure of processes, Dev Med Child Neurol , vol. 38, pp. 757- 772 King GA, Rosenbaum PL, King SM (1997), Evaluating family-centred service using a measure of parents’ perceptions, Child Care Health Develop, Jan, vol. 23, 1, pp. 47-62 O'Neil M.E., Palisano R.J., Westcott S.L., (2001), Relationship of therapists' attitudes, children's motor ability, and parenting stress to mothers' perceptions of therapists' behaviors during early intervention, Phys Ther, Aug, vol. 81, 8, pp.1412-1424 Woodside J., Rosenbaum, P., King, S., & King, G., (2001), Family-centred service: Developing and validating a self-assessment tool for pediatric service providers, Children's Health Care, 30 (3): 237252. King, S., King, G., Rosenbaum, P., (2004), Evaluating Health Service Delivery to Children with Chronic Conditions and Their Families: Development of a Refined Measure of Processes of Care (MPOC-20), Children's Health Care, 33 (1), 35 – 57 Berthoz A (1998), Il Senso del movimento, Milano, Mc Graw-Hill Husserl E., (1966), Formale und traszendentale Logik (Husserliana: Edmund Husserl Gesammelte Werke, Vol. 17). Dordercht: Lancaster, In Di Martino C,. (2007). Esperienza e intenzionalità nella fenomenologia di Husserl. Memorandum, 13 ,3252. Retirado em / / , da World Wide Web.http://www.fafich.ufmg.br/~memorandum/a13/dimartino01.pdf 13 Rizzolatti G., Sinigaglia C., (2006), So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio, Raffaello Cortina, Milano, Editore Merleau-Ponty M (1945), La fenomenologia della percezione. Tr. It. A cura di A. Bonomi, il Saggiatore, Milano 1965, In “Rizzolatti e Sinigaglia (2006)” BREVE RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI SULL’ARGOMENTO DELLA PERCEZIONE DELLE CURE King S., King G., Rosenbaum P., (2004), Evaluating Health Service Delivery to Children with Chronic Conditions and Their Families: Development of a Refined Measure of Processes of Care (MPOC-20), Children's Health Care, 33 (1), 35 - 57 L’articolo descrive lo sviluppo di una versione, più breve ed avanzata, della MPOC -56, di cui mantiene la stessa struttura concettuale. La MPOC -20 mantiene una buona consistenza interna, affidabilità e validità. Offre ai professionisti uno strumento di misura in più utile nella valutazione della qualità del lavoro e delle ricerche Woodside J., Rosenbaum P., King S., & King G. (2001), Family-centred service: Developing and validating a self-assessment tool for pediatric service providers, Children's Health Care, 30 (3): 237-252. La MPOC -SP è un questionario in 27 item per l’autovalutazione da parte di professionisti in contesti pediatrici progettato per valutare in generale come i professionisti percepiscono il grado di implementazione nel servizio dell’approccio “Family Centered”. Nell’articolo ne viene descritto lo sviluppo, la validità, la consistenza interna, la affidabilità ed i limiti. Bjerre I. M., Larsson M., Franzon A. M., Nilsson M. S., Strömberg G. and Westbom L. M., (2004), Measure of Processes of Care (MPOC) applied to measure parent’s perception of the habilitation process in Sweden, Child: Care, Health & Development,30, 2, 123–130 Strumento utilizzato: versione svedese della MPOC -56 Popolazione: 850 famiglie di bambini in trattamento riabilitativo presso 4 centri (59,5% di risposte complete) Risultati: Sono state trovate differenze significative fra i 4 centri ed i diversi gruppi di età. Ciò indica come lo strumento sia in grado di discriminare fra le differenze esistenti fra i servizi. Criticità: taluni genitori han riferito difficoltà nel rispondere con precisione alle domande. Dyke P., Buttigieg P., Blackmore A. M., and Ghose A., (2006), Use of the Measure of Process of Care for families (MPOC-56) and service providers (MPOC-SP) to evaluate family-centred services in a paediatric disability setting, Child: Care, Health & Development, 32, 2, 167–176 Strumenti utilizzati: MPOC -56 e MPOC -SP Popolazione: 158 famiglie seguite dalla Cerebral Palsy Association of Western Australia hanno completato la MPOC-56. 43 professionisti, molti dei quali terapisti, hanno completato la MPOC-SP. Risultati: le famiglie hanno valutato al meglio il fattore ‘cura rispettosa e di sostegno, più basso il fattore ‘fornitura di informazioni generali’. Una analisi più dettagliata ha evidenziato la necessità di crescita in fatto di continuità della cura, maggior coinvolgimento della famiglia, fornitura di maggiori informazioni sulla terapia e sostegno della famiglia intera. 14 Criticità: la non esatta corrispondenza tra I fattori esplorati dalla MPOC -56 e dalla MPOC – SP. Siebes R., Nijhuis B., Boonstra A., Ketelaar M., Wijnroks L., Reinders-Messelink H., Postema K., Vermeer A., A family-specific use of the Measure of Processes of Care for Service Providers (MPOCSP). Clinical Rehabilitation 2008; 22: 242–251,(validation study) Strumenti utilizzati: MPOC –SP (generale e specifica per famiglia) Popolazione: professionisti della riabilitazione infantile in 5 centri olandesi (116 la MPOC – SPsp e 81 la MPOC –Spge) Risultati: la analisi di validità di costrutto ha confermato la struttura della scala. Le differenze medie dei punteggi nell’uso delle due scale si son rivelate maggiori del previsto. Questo conferma la capacità dei professionisti di distinguere fra una valutazione generale ed una famigla-specifica della appropriatezza delle cure attuate. Criticità: non indicate. Siebes Renate C., Maassen Gerard H., Wijnroks Lex, Ketelaar Marjolijn, van Schie Petra Em, Willem Jan, Vermeer Gorter and Adri , Quality of paediatric rehabilitation from the parent perspective: validation of the short Measure of Processes of Care (MPOC-20) in the Netherlands, Clin Rehabil 2007; 21; 62 Strumenti utilizzati: MPOC –20 in versione olandese e il Client Satisfaction Questionnaire (CSQ) Popolazione: 405 madri e 22 padri di soggetti di età fra 1-18 anni reclutati in 9 centri di riabilitazione olandesi. Risultati: La versione olandese della MPOC -20 si è rivelata una misura valida ed affidabile del fatto che un servizio di riabilitazione del bambino operi in modo centrato sulla famiglia Criticità: non indicate. Iversen MD., Shimmel JP., Ciacera SL., Prabhakar M., (2003), Creating a family-centered approach to early intervention services: perceptions of parents and professionals, Pediatr Phys Ther, vol.15, pp. 23-31 Versione modificata del “Project Dakota Assessment”: contiene 36 domande in 5 sottoscale che corrispondono ad altrettanti fattori di cura: – rispondenza dello staff e del programma – aumento delle conoscenze ed abilità nell’aiutare il bambino – crescita nel comprendere il comportamento normale ed i problemi – utilizzo delle risorse nella comunità – costruzione di un sistema di sostegno attraverso la partecipazione al programma. Waters E., Maher E., Salmon L., Reddihough D. and Boyd R., (2005), Development of a condition-specific measure of quality of life for children with cerebral palsy: empirical thematic data reported by parents and children, Child: Care, Health & Development, 31, 2, 127–135 13 themes emerged from the interviews: physical health, body pain and discomfort, daily living tasks, participation in regular physical and social activities, emotional well-being and selfesteem, interaction with the community, communication, family health, supportive physical environment, future QOL, provision of and access to services, financial stability, and social well-being. 15 Siebes R.C., Nijhuis B.J., Boonstra A.M., Ketelaar M., Wijnroks L., Reinders-Messelink HA., Postema K., Vermeer A., A family-specific use of the Measure of Processes of Care for Service Providers (MPOC-SP), Clin Rehabil. 2008 Mar;22(3):242-51. Epub 2007 Dec 5. FINALITA’: Studio di validazione MISURE PRINCIPALI: La MPOC-SP è stata utilizzata secondo una modalità generale ( relativa a come I servizi provvedessero alle esigenze di tutti I client ed alle loro famiglie) ed in un modo specifico ( relativamente ad un preciso bambino ed alla sua famiglia) CONCLUSIONE: Gli operatori erano in grado di distinguere fra una valutazione generale ed una specifica. La MPOC-SP specifica è una misura validata che può essere utilizzata per una valutazione individualizzata del fatto che i servizi siano centrati sulla famiglia e può costituire un fattore di miglioramento della qualità del lavoro. Stone BL, Murphy NA, Mundorff MB, Parker HB, Peterson PR, Srivastava R., (2008), Children with chronic complex medical illnesses: Is inpatient care family-centered?, J Pediatr Rehabil Med. Jan 1;1(3):237-243. OBIETTIVO: Confrontare la percezione parentale delle cure centrate sulla famiglia per bambini con patologie mediche croniche complesse all’interno di programmi clinici strutturati rispetto alla percezione parentale all’interno di programmi clinici non strutturati, utilizzando la MPOC-56. CONCLUSIONI: I genitori di bambini con patologie mediche croniche complesse hanno percepito come maggiormente centrate sulla famiglia le cure all’interno di programmi clinici strutturati. Le famiglie fuori di questi programmi hanno riferito una minore soddisfazione dei loro bisogni ed un minore riconoscimento del loro ruolo Whitton C., Williams C., Wright B., Jardine J., Hunt A.,(2008) The role of evaluation in the development of a service for children with life-limiting conditions in the community. Child Care Health Dev. Sep;34(5):576-83. OBIETTIVI E METDO: Valutare un nuovo servizio di comunità rurale di cure palliative per bambini in rapporto alla percezione delle famiglie e dei professionisti , allo scopo di mettere in atto i cambiamenti suggeriti dalle famiglie attraverso la Measure of Processes of Care (MPOC-UK) ed attraverso la Measure of Processes of Care for Service Providers (MPOC-SP). CONCLUSIONE: I risultati di entrambi gli strumenti MPOC son stati estremamente utili nell’aiutare I professionisti ad identificare gli aspetti del servizio che necessitavano di miglioramento e ad implementare i cambiamenti identificati. Saloojee G.M., Rosenbaum P.R., Westaway M.S., Stewart A.V., (2009), Development of a measure of family-centred care for resource-poor South African settings: the experience of using a modified version of the MPOC-20, Child Care Health Dev. 2009 Jan;35(1):23-32. Epub 2008 Dec 3. AIM and METHOD: the MPOC-20 was used as the starting point for the development of a measure of family-centred care in disadvantaged South African settings. The objective was to establish to what extent the MPOC-20 needed to be adapted for these settings. CONCLUSIONS: Although extreme caution has to be used when using measures created in one socio-cultural setting in a different context, the MPOC-20 provides a useful starting point for the development of a measure of family-centred care in a poor resourced setting. Klassen A.F., Dix D., Cano S.J., Papsdorf M., Sung L., Klaassen R.J., (2009), Evaluating familycentred service in paediatric oncology with the measure of processes of care (MPOC-20), Child Care Health Dev. Jan;35(1):16-22. Epub 2008 Oct 30. 16 OBIETTIVO: per valutare il fatto che I servizi di oncologia pediatrica sian centrati sulla famiglia è necessario uno strumento di misura mirato e solido sul piano psicometrico. METODO: abbiamo eseguito una esauriente valutazione delle proprietà psicometriche della Measure of Processes of Care a 20 items (MPOC-20) in genitori di bambini sottoposti a terapia oncologica in cinque centri di oncologia pediatrica in Canada. CONCLUSIONI: La MPOC-20 è stato valutato il solo strumento correntemente disponibile per misurare il fatto che i servizi di oncologia pediatrica siano centrati sulla famiglia. Moore M.H., Mah J.K., Trute B., (2009), Family-centred care and health-related quality of life of patients in paediatric neurosciences, Child Care Health Dev. Jul;35(4):454-61. Epub 2009 Feb 23. OBIETTIVO: condurre uno studio esplorativo della relazione fra cura centrata sulla famiglia ed esiti di qualità della vita relative alle condizioni di salute in bambini provenienti da cliniche neurologiche in un grande ospedale di cure acute. METODI: Un totale di 187 caregivers familiari hanno completato dei questionari che riguardavano il loro stato socio demografico, la gravità della condizione del loro bambino (FIM), percezione della qualità della vita relativa alle condizioni di salute del loro bambino (PedsQL 4.0) e della loro esperienza delle cure come centrate sulla famiglia (MPOC-20) CONCLUSIONI: Questo studio ha messo in evidenza che il grado di adeguatezza della cura rispetto al punto di vista della famiglia (Family Centered Care) si correlava positivamente con la qualità della vita relativa alle condizioni di salute del bambino, indipendentemente dalla gravità della patologia neurologica. Dix D.B., Klassen A.F., Papsdorf M., Klaassen R.J., Pritchard S., Sung L., (2009), Factors affecting the delivery of family-centered care in pediatric oncology, Pediatr Blood Cancer. 2009 Dec;53(6):1079-85. AIM: Our study examines factors related to parental perception of the family-centeredness of pediatric oncology services. METHOD: FCC was measured with the MPOC-20, a valid and reliable tool in the pediatric oncology setting CONCLUSIONS: Our study identified child/parent factors and health-care delivery factors associated with FCC provided in the pediatric oncology setting. 17