YI SERITTT I[I-I EtE UITEKBO DI M" VITERBO raeeolti in volume ì il[ilffi0 l[J|ililtilill E L'OKN TKESENTE # ftflil[ffi0 XX Settembre *:- Bari, 1908. Castellana nel Risorgímento Nicola de Bellís Noci, Arazìonale Bari, 1910. 1910. Castellana e le alluvioní attraverso i secoli - Trani, 1913. questíone merídíonale alla vigilia del sulfragio a[^ La Bari, 1913. Iargato La tradizione pedagogíca meridionale e Nicola Bari, l--ornelli 1914. I probtemi ctetla Puglía nell'oro presente - Bari, 1914. Raffaele Netti (con i suoi discorsi al Parlamento Partenopeo del 1820'21) Bari, N IOKNTO Z mn6El0 1.9,ZA r:l CONFEKENZN DETTN r=r lt 1915. Cìlí operai e Ia Patria Bari, 1915. (,rn banctito puglíese clel XWII secolo --Putignano, 1915. Tre Precursori (lntbriani, Bovio, Cavallotti) -- Bari, 1916. Uorníní di Puglia (Angiulli, Castrontediano, Massari) Martina Franca, 1916. Saverio tÌe Betlis Rorna, 1919. Un problema naziottttle, í! decentramento coft prrefa= zione cli Pietro Chirnienti Milano, 1920. @@o BARI HUMANITAS 1920" Il 2 maggio 1920 Corato, ad lnlzìativa del Circulo Radico-Soctalista, ínaugurò l' 4 Unlversítù Popolore Coratlna 21 nel nome dí Matteo Renato Imbriani. La cerimonla, solenne nella sua semplicltù, si svolse alle ore 18 net Teatro Comunale splendldamente illumlnato, gremtto da più dl tremíla pers0 ne. PnopnrETA LErrenA Parlarono il R. Commlssario cov. Petrocelli per il Comune, ll deputato Prol. Giovanni Llmbardl e lnline l'avv. Bucci per l! circolo RadicoSoclalísta , slo pe r presentare l'oratore, M lchele Viterbo, sla per salutare la memorla del ge- RrA neroso Apostolo. L'ztt. Lombardi cott felíce improvvtsazione tratteggtò eloquentemente l'opera d' Imbriani per la Puglia e per I'llalia, suscitando .ll generale entusiasmo. L'immenso pubblico partecipò pll con vi' brante intenso commozlone qlls- rievocazlone dte di M. R. Imbríanl fece l' oratore prescelto, dímostrando così snclr una volta che lo spirito e I'esempto di Lui sln sempre vivl nella mente e nell'qnlmo dl Corato fedele. Noblll telegramml furono ínvlotl o Donnt Irene Imbrlant-Scodrtick o Napoli e alla madre de Stab, Tip. F. Casini &. Figlio - Via Irnbrian i e-4.6.g, I confere nzlere . Bari. I it { I ll I L {ie AD ANTONIO DE TULLIO : CON IMMUTABILE AFFETTO OFFRO NEL NOME D' IMBRIANI. i'l .:- etttaótnt ói eorato, Io vi ringrazio dat vivo del cuore per la vostra gentile accoglienza, per la vostra affettuosa ospita' lítà. Non è facile parlare d'lmbriani in mezzo a voi, giacchè Qui, in questa vostra Corato che ha tante tulgiOu memorie, qui sovratutto rivive lo spirito di Lui: rivive nel ricordo di questo popolo che per sei volte, resistendo a tutte Ie soprafÎaziorrt e tutte le viole nze, gli contermò ìl rnandato legisla-^ tivo: titolo di vera purissima gloria, che fese caro il^ nome di Corato non alla Puglia soltanto,- ma all'Italia intera. Ma io penso, o Signori, che in certe ore angosciose, quando pare vacilli il senso morale, Quflrl' do la coscie nza di sè stessi, di noi stessi, pare si srnarrisca e si sommerga, quando lo Stato nauf raga, forse più ancora che per i disordini e le minacce, per il cocci';to egoismo delle classi' privilegiate che s'illudono di poter conservare integri i privilegi e gli abusi, io penso dunque che in certe ore più uniche che raÍe nella vita dei popoli sia necessario evocare lo spirito dei Grandi. I lilr i lr \L 13 r2 domani, perchè il domani reca altre necessità ímmediate, e spesso si raggiunge I'occaso della vita Senza avef tentato, Senza aver compiUto Un'opera alta, degna, grande, feCOndA... 7) queSta dtrnque è PerciÒ evochiamo insieme, amici di Corato, con religioso raccoglimento, Matteo Renato Imbriani. Forse egli ci risponderà con Mazziiri che " l'ultima ora della notte è la più vicina al giorno ,, : e noi trarremo speranza da questo monito e attenderemo il giorno , la luce, la liberazione : ma l'attenderemo con ancor maggiore ansia, giacchè non è più possibile vivere cosi, in questa dilacerante incerte zza, in questo perenne incubo del domani ! l'azione. Nessuna fortttna maggiore per la Puglia nostra, clte quella d'avere questo indomabile lottatore per suo rappresentante in Parlamento. Felice Cavallotti lo presentÒ a voi col telegramma che è un capo' lavoro di sintesi : " Nome Imbriani, mio piÙt che La figura ò'Imbriani. La migliore definizione che può darsi d'lmbriani è quella ch'egli stesso scrisse per Federico Campanella i ",,.... deve dirsi ch'egli non fu nè grande in gegno, nè . gran sold ato, nè gran legislatore; ma rifulse per integrità di carattere, tenace costanza dí propositi, fede inconcussa nei de' stini della Patria, operosità instancabile per raggiungerli. Onde può ben a diritto affermarsi che egregiamente egli adempì al compito della vita, e deve essere collocato fra quegli ipdomiti preparo' tori che i fati d'ltatia andarono maturando )). Uomo d'azione, sovratutto, Matteo Renato Im briani : la quale azione egli detiniva così, nel discorso tenuto a Roma nel giugno 1889, nello,stesso giorno in cui veniva inaugurato il nlonumento a Bf uno: " Avere un ideale per faro nella vita, sentirsi un'anima palpitante nel petto,' voler raggiungere la mèta, aver febbre di opere, divinar le occasioni, non lasciarsele mai sfuggire, crearle all'uopo ; ciò che oggi si può tentare non si rimetta al - amico tratello, siàniftca religione del dovere, tra' tellanza di liberi, redenzione di servi, giustizia ai diseredati, minac cia ai prepotenti. Signif ica eroismo itali4tro, onore della patria completa )). Ed egli girrnse alla Cantera, quando' pitl si abbatteva su di noi la crisi economica determi' nata da quella guerra di tarilfe con la Francia, che resta sempre come una delle pagine più in' sensate della nostra storia politica. Alla commissione che slera recata da lui, ad esporgli dignitosamente le angosce della regione, Crispi aveva .dato le superbe risposte: " Siete stati irnprudenti ad aumentare la produzione vinicola, NoR siete neppure buoni a fabbricare il .vostro vino. Spiantate la vigna ! . . )). Appunto in quel tempo, adunque, voi mandaste Imbriani in Parlamento. Ed eccolo interpellare subito' com'egli disse 'delle sue frasi caratteristiche nel pri' con una mo memorabile discorso pronunciato nell' aula di Montecitorio , " lî trinità della presid enza del rl t4 15 Consigtio, del MÍnistro dell'Interno e di quello degli Esteri ,, (il Crispi aveva assunto il triplice mandato) e pronuntiare una schiacciante requisitoria contro la politica che il Governo seguiva in spetti, Breve, secco, conciso, Crispi rifiutÒ ogni appoggio. Ma poichè la discussione scivolÒ fino a parlarsi di società assuntrici, di affari, di profitti, ecco Imbriani condannare ogni tentativo del genere. Le concessioni speciali, gli intrighi presso' il Governo, la sola possibilità che Puglia. E pochi giorni dopo, senza perder tempo, €0colo levarsi di nuovo, e portare una concreta pro. posta per I'Acquedotto Pugliese. la t' AcqueÒotto pugliese. Io non ripetero innanzi a voi, cittadini di Co i precedenti del problema. Si, esso veniva agitato tirnidamente, a larghi intervalli, sin dal 1862; sì, lo zampari prima e i due De Vincentiis rato, clopo vi avevano sacrificato ternpo, studi, spese: il problerna nel parlamento, colui che lo irnpose alla incredula oscillan te opinione pubblica, colui che gli diede u n vero e proprio carattere nazionale fu il deputato di questa vustra Corato, Matteo Renato Imbriani. Senza Imbriani e senza Corato, l'Acquedotto non sarebbe. Egli volle che la sua lirma, nella proposta di Irgge del 4 giugno t889, fosse preceduta da quella di Giovanni Bovio, a cui lo legava, più forse che la com unanza delle idee, Ia riveren za vetso il pensatore incontarninato ; ma la proposta fu sua, e lui parlÒ difendendola vigorosamente. II Presidente del Consiglio Cnspi si oppose anche alla semplice presa irr consicl erazione, giacche egli disse non riconosceva la necessità dell'opera nè sotto I'aspetto sanitario nè per altri firna il prinro che portò qt 1 grande opera potesse cèlare ,losche . cointe' ressa nze private, tutto ciÒ lo sdegnava profondamente. ct Due infermità aveva detto altra volta Irnbriani valgono a mantenere ancora preva' lenti sulla terra le tenebre e la 'menzogna, che sono I'essenza della servitit: queste immani infermita sono la paura e l' lnteresse, cui, ?ggiunta la infermità suprema, la co rruzlo ne, si ha I'origine e il segreto dell'utnana pecorinità ?).Ond'io, o. Signori, quandtl ho sentito in questi ultimi anni ricordare ogni rnomento Irnbriani e l'Acquedotto quasi per esercitazion e retorica e parolaiar anche da chi era protettore o protetto da quelle cointeres' Sanze, pensavo com'egli fremesse, nella lantana îossa di Pomigliano, giacchè Lui, I'apostolo delI'Acquedotto, sarebbe stato il primo a ribellarsi, a Sommuovere Se mai queste nostre popolazioni, al conspetto di tutte le ruberie che all'ombra del' I'Acquedotto si son pottrte commettere ! L'AcqueOotto opera statalet E nel disegno di legge det luglio 1890 egli " La condizione sitibonda della Regione Pugliese son sue parole è n ota . Il provvederla d i acqua è opera di intespeciîicava chiaramente: 10 17 resse nazionalu, di risanamento, di equità politíca: è adempimento di dovere itariano. Tale lavoro non può essere condotto innanzi che dallo Stato. Teruuto conto perÒ delle condizioni della pubblica linanza, e considerando che l'opera sarà feconda dl grandi utili'rnorali e materiali, che debbono anclare a benefi zio, non di società private, ma della regione interessata, noi presentiarno uno, schema di legge, fidenti nel voto del Parlamento )). Comprendo: molti di voi osserveranno che la concezione d'lmbriani cioè l'Acquedotto operà è sorpassata-da quando io stato assun. tore ha dato quei,... meravigliosi esempi di amrninisfrazione di denaro pubblico che si chiamano Palazza di Giustizia, monunrento a vittorio Emarruele, Palazzo del Parlamento eccptera. Ma o statale 'signorj cieta privala con un prestanome "qualsiasi, e il Parlarnento ha sernpre il diritto d, intervenire nelle gestioni statali. D'altra parte, la verità è che ' dopo circa venti anni di affari e di affarismi intessuti in onore della Puglia sitibonda, e, purtroppo, del vaticinio 'd' Imbriani, allo Stato siam tor. nati, sia pure sorto la forma o la formula di Enle Autonorno : onde la prirnordiale conce zione del vo, stro deputato e quella che alra fin fine ha trovato ' nei fatti la sua definitiva consacrazione. u Se si vuol davvero l'Acquedotto deve costruirlo lo stato diceva egli più tardi; - qualunque altro rimar, rebbe a mezza strada )7. E vide giusto. Ma certo non basto un' sol discorso alla ca- mera, non bastò un sol disegno di legge per vincere. Occorreva ben altro. E qui occorre aggiun gere che in quei lunghi e penosi anni, in cui il problema dell'acqua alle Puglie fu alfine inquadrato nella vita stessa della Nazione, Imbriani trovÒ sempre Bovio sollecito e pronto accanto a sè : e non soltanto contro gìi altri, contro i deputati di altre regioni e i ministri avaú e inconQCi, ma anche talvolta coútro noi stessi, contro q'uell'antica tradizionale abulia delle classi che solo per antonomasia si chiamano dirigentí, le quali, allora come adesso, son sempre le ultime a muoversi quando si tratta di prendere una grave e grande risolttzione, e non credono nell'avvenire, e sono ancora avvinte alle caduche f orme del passato. Bovio eÒ Imbriani per l'AcqueÒotto. E Buvio convocò dunque con Imbriani, a Bari, consiglieri provinciali e rappresenta.nti politici, per intendersi sull'Acquedottn. ': Ma essi non vennero parlai a Bari ed ebbi am are parole contro gli uni e gli altri ,, (c Ma noi le parole che lrn- son queste forse in questo stesso briani disse ai coratini, Teatro, il 22 llovernbre 1896 noi ribattenmo il cttiodo quasi mese per rnese,-,ecl anno per anno presentarnmo la nostra legge, finchè costringemmo lo stesso Crispi a riconoscere ch'era legge di interesse naziouale ,,. Solo nel 1896 il Presidente del Consiglio cli Rudini avocÒ al governo la ini- 18 zialiva dell' Acquedotto, e l'avocò sovratutto per opera d'lrnbriani e di Bovio, giacchè, come ognun sà, quel primo ministero Rudinì, che prese su di sè la terribile eredità di Adua, non era sgrad.ito all'Estrema Sinistra e lrnbriani stesso riconosceva che : almeno era un Ministero di galantuomini ,). La lotta durÒ dodici anni ma alla fine Imbriani, ncgli ultimi mesi della sua vita gloriosa, vide arridergli la vittoria sospir ata: onde trascinandosi sulle grucce e guidato dalla elettissima don frl, che gli f u degna comptl,gnl, volle recarsi alla Commissione Parlamentare e trecc rnante, quasi balbu ziente, disse: Vengo a recar vi l'ultimo mio voto, che a qualunque costo si esegua ['Acquedotto Pugliese )1. Fu onore del Ministero presieduto da una veramente nobile figura d'italiano, Giuseppe Zanardelli, quello. di aver presen tato il progetto def ini. tivo. Adesso non è il"caso di discuterne i parf icolari e di far la critica che sotto tanti aspetti sarebbe. giusta ed equa a quella legge. Noi riconosciarnÒ anzi il nrerito insigne di Zanardelli, come ricordiamo con memore sentimento, superiore a qu.alsiasi dissenso politico, il merito dei due ex ministri pugliesi Pavoncelli e l3alenzano, che vigilarono ed operarono con tutte le loro' îorze perchè il nostro diritto venisse atfine consacrato ; ma atlcora una volta riaffermiamo che I'opera fu sovratutto voluta ed irnposta da Mattrio Reuato lrnbriani, e che quando I'acqua benedetta zampillerà in tutti i comuni della Regione e in quelli di ateutte 19 province limitrofe, Quando I'opera sarà tutta completa e gareggerà veramente con le grandi opere 'sovratutto idrauliche romane, ad Imbriani rivolgereúio il nostro pensiero riconoscente, come io oggi lo rivolgo, in nome della generazione nuova, a quanti lra voi ld' sostennero nelle ore delle battaglie, a quanti a Corato, a Trani, in Puglia e in Italia, trassero da lrnbriani la fede, I'esempio, I'ina'' citamento' Lascuora Òemocratica ""::flilffiI; MÍr, o sign'o,i, spirito di Lui. Ed io ho voluto che si modificasse il titolo di questa confer enza (n), rnercè la quale la vostra nuova Universita Popolare congiunge al suo atto di nascita il nome di Matteo Renato Imbriani, p€r non f issare in troppo angusti terrnini questa nostra rievoc azione. L'opera di Lui nei riguardi dell'Acquedotto è una pagina di storia, e la storia v'è Sempre ternpo di scriveila, specie quando v'è tutto un popolo, corne il vostro, che ia testirnonia e I'attesta. Tanti fu a noi hanno letto, or non è molto, le aspre parole di un deputaio socialista, con le quali egli deprec ava ogni possibile ritorno alla demo- () Il titolo îissato prírna era ( M. R. Irnbriani e l'Acquedotto Ptigllese ", poi .rnutato nell'altro " M. R. Imbriani e I'ora presente ". 20. '21 di Matteo Renato Irnbriani. Questo deputato ignora, natttraltnente, qual ftt la vera opera d'lmbriani, tranne cio clte rif iette I'agi tazione per I'irredentisnlo. Ecl anche su ciÒ egli avrebbe torto, perchè bene o rnale la storia, nel nlomento clelle su preme risol uzioni, diede ta' gione a tutti gli avvers arii della I-ríplice Allea nza: di quella Triplice Alleanza che era un patto dínacrar,ia sul tipo di quella stico non un patto fra popoli, e che si disciolse da sè quando le stipulazior"ti diplomatiche dove vano tradursi irr azione bellica e in conr unione di popoli sul campo di battaglia. Ma noi ora non ricorderemo la vecchia questione dell'irreclentisnlo, che purtroppo non è ancora definitivamente superata, giacchè Fiurne e Zatà, che lrnbriatti, cotile Mazzitti, assegn av? all'ltalia con le principali isole del litorale, ci ven gono a ncora cosi fieramente contrastate. V'è un'altra questione, invece, sulla quale il pensiero. d'lmbriani è nieno noto o è del tutto dilnenticato, ed e la questione sociale. A noi vien fatto tante volte cli domand arci cosa penscrebbero gli tromini per i quali avemmo rnaggiore ven erazione se fossero vivi e se potessero dare il loro giu dizio sulle cose presenti. Cosa penserebbe, dunque, Matteo Renato Irnbriani dei problenri che oggi assillano la nostra vita naziouale ? Io sostengo, e norl da adesso, clte da ' nt-ri si sia ormai srnar rittl il senso, e quasi la stessa rnemoria, cli quella tradizitrrte democratica italiana che da Mazzini, da Catfaneo, da Ferrari, dE Saffi, da Bertani in poi aveva costituito ri na delle rnaggiori glorie del nostro Paese, nel campo del pensiero e in quello dell'azione. Veramente la colpa risale anche a molti denrocratici traccheggianti e traffi' canti, e a quelli fra loro che si lasciarono conquidere fuori tempo dal miraggio del potere. " La strada che batti ora è falsa ), disse un giorno lrnbriani, in un suo discorso alla Camera, al buon Alessandro Fortis, nonìinato per allora sottosegretario all'lnterno da Crispi : " gitta in aria questo straccio cli eccell enz4 per acquistare intatta la ttta cosci enza di uomo libero ,,. Ma tutto ciò non contA. Mille Fortis uniti insieme tlol1 potrebbero inenonr anîente of f uscare lrr f ulgicla lucc che pro' viene dalla sctrola denrocratica del Risorgimento, eui s'irtspirò, p0l'I'appunto, Mattco Renato Inrbriani" m azzini e la questione sociale. Il socialista uîîiciale Alessandro Levi, autore no dei piit pregevoli lavori che rnai si siano seritti sri Giuseppe Muz'zirri, r'iconosce che sotto d'u l'aspelto dcll'eticA, l'ot'iginario ntAzzinianismo fu superiore al rnarxismo. Sotto l'aspetto del['etica: per" chè ognunA sa che tutti gl'insegnarnenti del Genovese convergono in un punto, che cioè " la vita è rnissione,,, e che se il díritto rappresenta il principio individ uale, Vi è un principio superiore da rispettare, cioè il principio sociale, che si chiama dove re. E Inrbriani, nell' altezza della sua co- 23 22 scienza, nella rettitudine proÌonda, quasi invero' sirnile, cui indirizzÒ gli atti anche meno importanti della sua vita tempestosa, Irnbriani s'inspirÒ sempre a due precetti di Mazzini; " La terra è Ia nostra la' voreria: non bisogna maledirla, bisogna santificarla ,,i e poi: " Se questo ch'io fo fosse fatto da f utti e per tutti, gioverebbe o nuocerebbe all'umanità ?.... ,1 Partendo da codeste semplici quasi evangèliche premesse, Giuseppe Mazzini pensava che " il pro' gresso sta nella coscie nza del progresso ,,, e 'che " I'uomo deve cgnquistarlo di passo in passo, col sudore della propria fronte... ,, E rivolgendosi al popolo, a " le classi laboriose che gemono e fremb' ilo ,, egli ammoniva francamente che " la societa attuale è non solamente una cosa senza senso, ma una infami à ,,, e che '( bisogna richiamare la proprietà al principio che la rende legittim a, î,acendo si che il lavoro solo possa produrla ,,, e che " oggi il capitale è Ia piaga della società eco' nomica attuale, è il despota del lavoro ,,. Queste son frasi spezzate, è vero, ma io ho voluto sceglierle tra le più significative, tra le più eloquenti. Sernbra perfino che in un punto Mazzini amrnetta la lotta fra le diverse classi : " Esistono in ttalia come dappertutto ,, egli dice " due classi d'uomini, gli uni possessori esclusivamente degli elementi cl'ogni lavoro, terre, uedito e capitali; gli altri privi di tutto fuorchè delle loro braccia,,i ma poi soggiunge ed è qui tutta la sostan ziale dif ferenza tra I'un sisterna e lfaltro. I " Noi non - a sopprimere, lna a nriglioiutu; non a trapiantare l'attività o i conforti d'una classe in un'altra, ma a schiudere la via dell'attività e dei COnfOfti a tUtte ie ClaSSi.,. ;). E COnClttdeVa '. " il gran segreto è quello di organizzare l'educazione cioe le istituzioni civili, politiche, economiche, crirninali, religiose, non nell'utile d'una classe sola, ma di tutte, dell'universalità. Or come farlo ? colla îoru4 cioè colle rivoluzioni e col['educazione rior' ganizzata a nostro modo subito dopo. Per questo diceva Mazzini io sono rivoluzionario ,,. Nè è a dire, come credono tanti sciocchi, che queste fossero sempliói teor ie, giacchè dura nte i brevi mesi della Repubblica Romana l'opera di Mazzini per l'elevamento delle classi umili fu veramente tendiamo su perba. Queste, dunQue, sotlo le fonti del pefisiero di Matteo Renato Imbriani : fontbche potranno essere o continuare ad essere dimenticate e trascurate ; ma che non potranno tnai disseccarsi, perchè so' no le fonti stesse della verità, dell'amore, della so- lidarietà civile ed tlmana. Cosa Òirebbe oggi, Imbriani ? Sentite infatti Imbriani nel proglamma del["' Italia agl'ltaliani ,i del l876: Per democrazia noi in' c( tendiamo. .. ItaUtonotttia piena del Singolo, I'individ uo ritemprato nella libertà che esce dalla folla e Si aîferma uomo, non l'ttomo inerte, ignavo e indifferente che lascia ad altri la cura della propria dignità, del suo avvenire, della Eua condotta' ! 24 dei suoi interessi più vitali, ma I'uomo conscio, po= tente a governare sè e te sue passioní..., padrone assoluto della sua coscie nza, dei suoi beni, del suo pensiero, della sua volontà..... ,, Vent'anni dopo, nel discorso tenuto a Corato nel 1896, che fu credo I'ultimo suo discorso po: litico vero e proprio, egli dich iar ava f ieramen te : " Io sono ribelle per indole, per ragione, per edu. calione, per sentimento ; ribelle alle sopraf îazioni, alle violenze, alle intolle ranze, ribelle come deve essere ribelle la verità alla rnenzogna, la luce alle tenebre i?........... t' E in îondo ad ogni ribellione con tin uava giustizia, poichè ogni ribellione ne porta con sè Oh dunque quale più santa ribellione di quella che afferma la libertà della propria co scienza al cospetto degl'intolleranti ? Perchè..."" i partiti hanno questo clifetto : sono intolleranti, non amano il culto delle idee, vogliono la dedizione delle coscienze, e chi non riconosce il dogma è messo al bandtl )ra ' It sentimerrto della giustizia prevaleva in lui (( al disopra del sentinren fo della Patria, al diso pra del sentimerrto stesso di libertà .,. (( Ma la giustizia aggiungeva , per esplicarsi ha bisogno della libertà, e llotl sarà certo nè una ReI'elemento,.. pubblica alla frarrcese nè una Repubblica Sud-Arnericana quella da noi vagheggi ataz sarà qualche cosa di più alto, sarà un governo di cosa pubblica nel quale la giustizia sia sovrana, nel quale notl vi siano oppressi ed oppressori, servi e padroni, 2li privilegiati che tutto abbiano e turbe affamate alle quali nulla si f accia conseguire ; u na dem ocrazia che innalzi il livello dell'uomo... che pernretta ad ognuno di esser padrone assoluto della propria coscie nzà.,..1 di vivere con la proprietà acq uistata col frutto san tissimo del suo lavoro... )r. Questa eta, per Iui, la società dell'avvenire. Cosi, scorrendo le pagine d'lrn briani, possiamo trovare le risposte alle domande chc ora noi stessi porremo. Ecco, p. es., che pare di sentirlo condannare le fortune impror/visate durante la glle rra i (c Le forturte si debbono trasformare ,) diceva egli a Trani, nel novembre 1893 , " iÍr modo che non sia-possibile creAre le grandi fortune, le qrrali poi onestarnente non si possono costituire ; non bisogna dunque lasciarle creare git.lrnalnrente con giuochi di borsa o di banche; e non bisogtta per rnettere, mai e poi rnai, che s'impongano eon ilie-= citi guaclagni solo pochi privilegiaii ,,. Vogliarno ascoltare rlrlA condanna sferzante con- tro il sisterna accentratore del nostro Stato, contro I'imperversare di decreti lucgotene nr.iali e rerli, contro la nlanornissiorre clei poteri pubblic'i ? '" I-.o Stato son parole d' Irnbriani nelle nran i irr cui si trova, siI provvede degli organi ehe rneglio gli fan conrodo, ee la gran massa clei cittadini, la massa popolare, èè destinata a servire da arrìento, è ridotta ad Lrn imrnenso stuolo di servi della glenfl..... Dopo tanti decreti, 11or1 resta che nominare per decreto I'assemblea legislativa, rlon resta che di applicare per decreto quelle legg;i che il go- Z"( 'àti samente, con Mazzini, alla possibilità di atfratelllare gli uomini, di sostituire u na solidarietà quas religiosa agli attriti di classe. Ma bisogna pur verno crede cli applicare; non resta che far votare i bilanci pro-torma da quest'assemblea nonrinata in tal sgnso....... )) E innanzi al trattato di Versailles cosa direbbe? ,' La l' convenire che in quel tempo codesti attriti non erano cosi aperti e violenti come oggi e I'industrialismo e tutta I'amministrazione borghese non ave' vano raggiunte f orme cosi Scandalose, Quali son quelle odierne. Per €S., Mazzini non era fautore dell'espropri azione collettiva delle terre. Deside' f av4 Si, I'incameramento delle terre incolte,e della proprieta ecclesiastica: di quella proprielà eccle- politica egli scriveva nel programnla del" ltalia degl' Italiani ,, è scien za morale di un ordine affatto superiore, € nessun'altra nof ma la può e deve inspi rare, se non la legge morale. Ma la politica dell'oggi, spoglia delle eterne ragioni clel diritto e del vero, si esplica ed appoggia sulf in' ganflo, si risolve con la Îotza brutaie, Ridotta a scelleratissima ed invereconda " pirateria diplomatica ,., essa si vela sotto le speciose e mendaci rormule di necessità e di ragioni di stato, îallaci ed inesatte in dottrinà, empie ed inique nell'appli' cazione, ed alla cui ombra non v'ha turpitudine che non credasi lecita e non si commetta sulla terra ,,' Ma, Paf lando d' Irnbriani, oglli retic enza sa" rebbe segno di viltà. E allora domandiamoci, in ultirno: cos'egli penserebbe delle stesse ue'stre istituzioni? E la risposta la troverefno nel discorso di corato del nraggio '89 : " Non stirnmati zzo le mo' narchie, le quali sono Un feltolnello sociale' ma coloro i quali vogliono crederle o Îarle credere imperiture, Quanclo nulla vi è che sopravviva, se non la Patria e il pensiero umallo "' Lavoro e Proprietà far entrare per nelle rnazzhriana larza la scuola dernocratica genero' correnti socialiste. euella scuola credette Intendiamoci : noi non voglianto . siastica che, nel Me zzogiof no, Garibaldi aveva promesso ai nostri contaclini, dopo la sconÎitta dei Borboni, e che invece, venduta a prezzo bassissimo, doveva essef e destinata a costituire feudi nuovi al posto degli antie hi. Scriveva che la proprietà doveSse essere " frutto di lavoro, del sttdore della fronte ,,, e Che nell'avvenire " Saremo tUtti operai, cioè vivremo tutti sulla retribttzione del' I'opera nostra in qualunque direzione si eserciti .,.", sÌ che " I'esistenza rappresenterà un lavoro compiuto ,,; lna si arrestava inrt anzi alla espropri azia' alla rregaziotle assoluta del principío di proprietà. Ebbene: ho letto qualche mese addietro un anrpio e veramente organieo studio d'uno dei maggiori socialisti che cotrti i'Europa d'oggi, Otto Batter, che è stato rninistro nei prirnordi della Repubblica Austriaca. Ed egli SCrive, teStUalmente | " ,,..11 SoCialisnlo vuole abbattere la proprietà di sfruttammento, tlon la proprietà del lavoro. La proprietà del nobile, della Ire collettiva, ifl nanzi 2,q 29 chiesa e dei capitalisti deve essere sociali zzata la proprietà del contadino deve rimanere proprietà privata. Cosi la società sociali zzerà l'economia agricola, cioè I'economia agricola sarà socia lizzata sen za che sia abolita la proprietà privata della terra. Lo Stato, mediante Ia riforma dei rapporti cli proprietà clella terra, meóiante la opportuna concessione di crediti di nriglioriA,renderà più razionale ed intensa I'economia agricola, elevando, nell'interesse degli agricoltori stessi e ctei consurnatori urbani, il prodotto dclla terra. Lo Stato regof erà l'altezza delle en trate d ella classe agricola in guisa che nè il contadino sia sfruttato clalla città, nè Ia citta sia sfruttata clal corìtàdino. Ecccl come la socielà sarà soci alizzata senzA I'abolízione della proprieta privata del suolo, mediante I'organizzaziolle delie nlasse lavoratrici clelle nostre carnpegne )? . La differen'/-a esiste senrpre, ed è notevole, nella valu tazione del lavoro per il possesso della terra, se cioè la terra debba poter appartenere soltarrto al con tadino o anche a chi lavora in altro nrocft-r, e in ogrli caso in retribuzionc dell'opera svoltzl. Ma Batrer è assai più vícino e Maz.zini che non ai comunisti, negatori assoluti della proprieta privata. D'altroncle, se ben si osserva, Anche ra Rivo" luziane russa, in riguardo alla questione terri eÍa, è meuo lontana da Ma zzini ch_e non dalle sacre tavole del sociali,smo e, peggio ancora, clel comu" nismo dottrinario. Infatti i corrtadirri russi, divenuti piccoli proprietari, non intendono a rlessun costo abbandonare le terre spartite. -, La pluto crazia, Allevato dunque alla scuola di Mazzini, mae. stro e vorrei pur dire divino nl aestro di uguanza sociale, e con la ternpra che aveva, di com. hattente per ogni causa santa ecl onèsta, di fustigatore di ogni imrnoralita, di censore dei costunri glia politici e della vita sociale italiana, è facile imaginare cos'avrebbe detto oggi Imbriani lui, che, a sentire it De Amicis, scattava come tocco cla ferro rovente inn anzi a tutte le forme d'ingiustizia umana, per Ia quale mostrava in viso, più che una grande arnare zza, una tristezza tragica è facile imaginare cos'avrebbe detto, dunQue, del lusso sfrenato, delle ricchezze male accumul ate, de- gli sprechi e degli sperperi, dell'inlmoralità cre, scente, dell'assoluto spirito d' indisciplina, in preda a cui si è data una gran parte della nostra società, proprio nell' ora nella quale, prescindendo dalle opinioni politiche, che in questo caso non contano, pirì intensa dovrebb'esser e la nostra opera ricostruttrice. Egli avrebbe flagellato a sangue tutti coloro che clanno così perversi esernpii, e le classi parassitarie, che non satolle del lau tissimo banchetto fatto durante Ia gLierra, tentauo e realizzal1o ancora guadagni straorclinarii c lucri favolosi, col carbone ctllla carta col lerro cul cotone coi generi aiirnentari, con tu tti i m e'tzi possibili, vessiìndoci angariandtlci scher"nendoci, cocleste ctassi egli a vrebbc'perseguitato nel Pariamento e nelle piazze, senza tregua nè riposo. 3t 30 Perchè Imbriani fu si un credente anche lui nel solidarismo sociale cli Mazzini', lna f u un credente perchè la storia, questa tragica millen aria storia dell'umanità martoriata, testimonia che Ie rivolu zioni son senlpre retaggio o monopolio d'una sola classe sociale, e si riducono alla sostituzione di un'aristocrazia ad un'altra, mentre invece bisogna che siano fatte dal popolo e per tutto il popolo, di' tutte le stratificazioni sociali. Ma, comunque sia, Imbriani non concepì rnai lo Stato come I'umile vassallo d'una classe cli banchieri, d'industriali, di latifondisti, di aîf aristi, in u na parola della pluto crazia: ma lo concepi come severo, equo ed ordi . nato gestore degl'interessi pubblici; severo per im. porre la sua volontà sovrana al capitalismo " piaga della società economica attuale ?) e ad un tempo per f renare ogni anarchia dissolvitrice ; equo ed ordinato, per costringere tutti a lavorare e a moltiplicare la produzione, trasformando il Paese, dissodando le terre,' ravvivando tutte le energie della Nazione. Le folle. Questo significherebbe, oggi, arnare verarnente amare veramente le classi diseredate, poichè pochi piu di Imbriani amarono il popolo nella sua urniltà, nel suo candore, ed anche nella sua luria ribelle. Ed era tale in lui la virtù, sec,rndo la rnagnifica frase del Leopardi, '6 d' inspir are con la presen za .sè agli altri ., , e di svelare, colne appunto dice il De Arnicis, al primo sguar- la Patria e do di tutti l'ottesta semplicita della sua natura, che i contadini più zotici ne restavano per primi ammirati e conquisi..l"utti ricordano, infatti, l'e, pisodio nel misero contadino di Ruvo di Puglia, che nel vederlo partire grido dietro la sua carrozr.a, coo quanta voce gli rimaneva: " Viva la' fame ,, : si, viva la fame, che com'egli diceva --gli aveva concesso di vedere e di ascoltare Matteo Renato Imbriani ! E si badi ch'egli non incensava nè Îanatizzava le folle e parlava loro onestamente, senza iperboliche promesse, senze violenze spavalde. Ma appunto percio il popolo, nella sua anima sempliC€, intuiva che quell'uomo, scevro da secondi fifli, voleva il Suo elevamento con piena sincerità di fervore. & Si tratta di vedere disse a Corato, nel discorso potitico del 1893 - quali, nelle condizioni presenti, sono i sopraffatti e dove si trovano i Sopraf fattori..... I sopraÎf attori noi li ve diarno, essi sono dapertutto, in ogni classe social€, anche fra i lavoratori: Si, anche fra i lavr.lratori, pefChè la verità va detta.....)). AqSpiCava I'avvento (( della società nuova mediattte I'edu cazione pub" blica, I'educ azione civile, la coscie nza pu bblica,;.. , e poche leggi, piu che scritte, di costume, che sopprirnano le disparita e le ingiustizie per modo che nessu no possa piu prepotet'e sul proprio si' mile )1, ma deplor ava lieramente coloro che incitavano alla lutta di classe L( solo per potere as{( sorgere )) dimenticatrdo che il principio della grande . fratellanza umana )? presuppone I'altro ct dell'abnegazione di sè stessi.....?). 32 33 Un monito Oi Bovioo Ed ora, o amici , la rievoc azione, per quanto rnodesta, è cornpiuta. Noi abbiam'vissuto mezz'o' ra con Lui, interrogando il suo spirito attraverso le sue pagine, i suoi discorsi, le manifestazioni ctelta sua vita. Non ascoltate chi vi dice ch'egli è u n sorpassato, o chi suggiunge ch'egli è sorpassato dacchè sorpassata è la Patria. Bugia su bu' gia. Lo stesso ofl. Graziadei, nel discorso pro- nunciato I'altro giorno a[ Congresso Nazionale Socialista, dovette irn plicitarnente convenire che le Patrie non son d istrutte, non Son morte, e che c' il movimettto soc ialista son stle parole troverà ancora per mcllto tempo una cornice più nazionale che internazionale ,i. Via via che torneranno in noi la fede, il sen so della responsabilità, e, cotl essi , la coscienza della nostra istoria civile, noi torneremo sempre più col pensiero ai grandi maestri dt vita che, come Irn brianl, ten n ero alta, nel seColo Scorso, la îiaccola di tutte le rivendicazioni : perchè la que' stione è sernpre li per i partiti vecchi, per le classi infrollite nella boria del dirigere senza dirigere' per lo Stato che accentrattdo in sè ogni potere annienta Se stesso, pef tutto il lnottdo che rovina intorno a noi : la questione è quella stessa che il grande arnico d' Irnb rtani, Giovantti Bovio, pose alla Camera trent'anni addietro : d( Rifate voi classi detentrici dello Stato le vostre attituctini nelia gio vrnezza prinritiva, Iernrate Ia dissoluzioue che vi travolge, fatevi programma, idee, organismo..., ritornate al concetto e al monito di Machiavelli: ritirate cioè le istituzioni crollanti verso gli antichi principii e rituffatevi nelle nuove correnti della vita ! ,,. NOTE E BIBLIOGRAFIA. 'f' La confere nza d'lmbrlaní su Federico Campanella, il 12 aprile 1885; íl dlscorso comfii€morar tivo di Garibaldi, detto in Garnpidogiio nel giirgno 1889, nello stesso giorno in cui s'inaugurava i! monumento a Bùuno; il " Programma dell'ltalia degl'italiani , pubblicato a Napoli nel 1876; e il discorso di Corato del 22 nóvemdetta a Napolt bre l89n sono inseriti nel volume " Ricordi ,, che la eletta vedova d'lrnbriani, Donna lrene Scodnick, pubblicò nel maggio 1904. * Il telegramrna di Felice Cavatlotti pro-candidatura Inrbriani è inserito, insieme con quelli di Victor Hugo, Gtosuè Carducci e Giovanht Bovío nello " Spartaco n, battagliero organo della democ razia pugliese, del 22 marzo '1889. {' Per la storia della eandidatura lrnbriani è bene consultare la raccolta delto "'Spartaco ,, del 1889. Si èra, co{n'è notò, nel pgriodo più acuto della crisi econotnica pugllese determinata dalla rottura commerciale con la Francla e da altre circostanze. Nel grande comizio tenuto a Bari il t7 feboraio 1889, presleduto dal,'sindaco'di Bari Càpruzzi e al quale parteciparono consiglieri provinciali, 'sindaci e assessori comunati della Provincia; dopo lunga animatissirna discussione, Antonto de Tuttto pionun"ìò u.n forte discorpo contro la potitica del Gsverno verso la nostra Regíone e contro i deputati di Terra di Bari, che s'eran .'1 mcist(ati inferiori al mandato rlcevuto ,, € present$ un ordine del giorno di deplorazione .e di biasimo subito ,approvato. In seguito a ciò il Prefetto Pa- 38 39 vlderebbero le rate del concorso dello Stato in proporzione di quello che le singole province si obbligano di pagare per I'opera: vale a dire in quaranta o cinquanta anni. Aggiungo che questa spesa è una di quelle che riescono feconde, perocche questo danaro rientrerà poi, per le boniîiche da eseguire, nelle casse dello Stato clieci o venti volte. Gli è percio che chieggo alla Camera di volere accogliere la proposta e sanzionare quest'opera di vera giustizla ,. Il Presidente del Consíglio Francesco Crispi si oppose alla rituale presa in considerazione e concluse col dire che " la proposta non è necessaria nel- volinl, con fulmineo provvedimento, fu rimosso dall'uflicÍo. L'agitazione divenne piu viva che nrai, e cadde a proposito la elezione del secondo Collegio (allora si votava per se rutinio di lista circondaríale) per poter dare occasione al corpo elettorale di esprirnere i suoi sentimenti di rampogna e di protesta, Non si sa precisamente come e da chi fu fatta la designaztone d'lmbriani: rna appena il suo nome fu pronunciato il popolo, che sapeva chi îossero li maggior sui, lo incise sulla bandiera delle proprie rivendicazloni. I candidati Vito Saraceno e Sa- verio Positano rinunziarono alla candid atura, e contro fmbriani rimase soltanto Riccardo Ottavio Spagnoletti, Irrrbriani riporto una nragnifica vittoria e il 24 maÍzo lBttg entro alla Camera dei Deputati, {c tl primo dibattito per l'Accluedotto Pugliese alla Camera ebbe luogo il 4 gíugno 188J, in seguito alla proposta di legge presentata dai deputati Bovio, Imbriani, Cafiero, Panunzio, Lazzara, E svolta cla Imbriani il quale disse: " Sarò brevissitno. 'l'rattasi della rc denzíone vera di un'intera regione che comprende tre province e raccoglie plu di un milione di abitanti. La regione pugliese manca assolutamente di acqua potabile, e se ne videro le conseguenze tre anni fa, allorquando scoppio il colera a Barletta. In quella citta che conta 34.000 abitanti, dei quali forse la metà erano rimasti nell'abitato, vi furono più che 500 casi al gíorno con 165 rnorti. L'acqua che si beve in quei paesi è assolutarrrente putrefatta in alcune stagloni; e si deve far venire di lontano, in modo che costa alle volte il donpio del vino. È dunque una giustlzia che si viene a reclamare per questa regione. E lo Stato, che per bon if icare clelle citta ha speso somrne ingenti e per la sola mia citta nativa, Napoli, ha dato 100 rnilioni, certarnente non vorrà negare il concorso di un quinto della spesa occorrente alla bonifica e alla re- _ denzione di un'intera Regione. Ripeto: è questione di giustizia; ed il nrodo in cui è fatta la nostra proposla non viene punto ad aggravare la lintnza, poichè si di- ' I' interesse sanitario perche le leggl esistenti provvedono, Ò necessaria per altri rispetti perche l'industria privata provvederebbe a tutti gli altri bisogni ,,. Alla discussione partecíparono gli onorevoli Baccarin'i, che trattò il lato llnanzlario del problema, e Petroni : quest'ultimo a favore del progetto di legge. Ma in seguito a votazione e non per alzata e seduta essa non venne presa in conside- tazione, * Circa l'opera svolta da Giovanni Bovio a favore il volume " Discolsi parlamentari di dell'Acquedotto, cfr. G. Bovío, pubbllcati per deliberazione della Carnera dei Deputati ,, (Rorna, lgtb) e sovratutto la preîazione scritta dall'On . Ratfaele Cotugno. lr " Se si vuol davvero I'Acquedotto deve costruirlo lo Stato: qualunquc altro rirnarrebbe a mezza stracla,, : Imbriani, nel discorso di Corato del 22 novernbre 1896. t Dal discorso del Ministro dei Lavori Pubblici Nl' cols Balenzsno pronunciato alla Carnera del Deputati il 6 giugno 1902, discutendosi la legge sull'Acquedotto Pugliese: I [i giacche fu fatto il nornt di M. R. Irnbriani congentitemi un ricordo. Cotne sclldato sul carnpo di battaglia, egli a' piedi della statua di Garibaldi in Síena fu colpito da gfave rnalore rnentre pronunciava un patriottico discorso. Da quet giorno non pote piu intervenire alle sedute della Cantera, ttè pote prestare il giuramento in segnito all'ultíma elezione. Ma spinto dal sin' I I I I I I 40 I 41 I I I t i cero aff etto per I'opera dell'Acquedotto, trascinandosi sulle grucce e guidato datla nobile'donna che gli tu degna compagna, volle recarsi alla cornmissione, presíeduta quel giorno dal trrinístro arnico caríssimo Branca, e tremante, quasi balbuziente disse: " Vengo a recarvi I'ultirn o rnio voto, che a qualunque costo si esegua I'Acquedotto Pugliese: perlocchè rendo plauso a tutte le proposte della Comrnissione ,,. Aleggi in quest'aula oggi lo spirito eletto di M. R. Irnbriani e sia monito per tutti i diffidenti, per gli scettici e i pessirnistl, affinchè, abbandonando ogni rneschina discussione, votíno concordi per quesL'opera eminentemente nazional€ ,,, (Benissimo ! Bravo ! applousi), ' * Il depulato socialista On. Mazzoni, nel ,, Lavoratore,, di Genova del febbralo lg20 scriveva: " Proprlo questa ltalia che non ha ancora una vera borghesia industriale ed agricola rna abbonda di ceti traff icanti affaristi, e lumpen-borghesi teste accresciuti dai ricchi di guerra e da tutto il camorrismo politicante e speculatore che la guerra ha abbandonato nelle sue . melme, proprio questa Italia trovera nella repubblíca un governo di dent ocrazia e di progresso che rneriti le nostre fatiche? O non sarebbe invec_e la dittatura rnafiosa e feroce della plutocr azia affarista civile e militare, spoglia di ogni prudenza e da ogni freno perche conscia di difendere I'ultimo baluardo dell'egoismo e dell'affarismo? scorgiaffio, in ltalia, velleità repubblicane che.fermentano nelle loggie massoniche e magari nei bassifondi degli arditi, velleita sbocciate nelle farnigerate giornate di maggio e che sono custodite nei giardini d'Arnrida di Fiume. Mi pare mostrtroso che proprio in questo istante il socialisrno marxísta infonda tutto se stesso in un atteggiamento che - come concezÍone teorica e come fatto dinarnico -.- mi riconduce ai ternpi di M. R, Irnbrianí ,,. Rievocare Imbriani a proposito di " dittature mafiose e fero ci ,,, di " plutocrazia civile e rnilitare ,, e dí ,, ultirni baluardi dell'egoisnro e dell'affarismo ,, ò, pitr che una ingiuria, una stupiclissima asineria. I : I i I I ,r I j t r + Per le parole rivolte da Imbrianl ad Alessandro ,Fortis e per í brani de'suoi dlscorsi ripr"odotti netla conerenza, cfr. í nurneri dello ,t Spartaeo ,, del l. rnaggio 1889, l. giugno 1889, 2s novembre 1893 ed altri. f * Alessandro Levi scrive eosì a proposito dl Marx 'd Il mazzlnÍanismo ed il marxísfno sono dottrine radícalmente diverse di índirizzo e di rnetodo: chi voglia ístituire fra I'uno e I'altro un paragone sotto I'aspetto dell'etíca, e ramrnenti la síncerítà del Genovese e dei suoi primi disceBolí, di buon grado riconoscerà che I'orlginario mazzinianísmo fu, per questo rispetto, superiore al marxisrno... ,, (Cfr. A. Levi, et La filosofía política di G. Mazziní,,, Bolrrgna, zanicheili, lglz). qt Per i diversi pensierl di Mazzini riportati nella conferenza, cfr. il volume del Levi, cit., e gli ,,Scritti edlti ed inedití di G. Mazzini ,,, Imola, Galeati. * Pel cit. articolo di otto Bauer cfr, la ,,critlea so e Mazzlni :.." eiale,,, 16 febbraio 1920. # Edmondo de AmÍcis consacrò ad Imbriani uno dei suoi ritratti nel volume ,, Ultíme pagine, l. =- Nuoví ri* tratti letterarií ed artístici ,,, Mllan o, Treves, I gl0. * Per le parole del cleputato Graziadei n íl movimento socialista trovera per morto tenrpo una cornice più nazionale che internazionale,,, cfr. il giorn ale Avantì del 22 aprile 1920" * Per Ie parole dí G. Bovio riportate ín fine, cfr. " Diseorgi parlamentari ,,, vol. cit., díscorso det 27 no- vembre 1880.