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SERITTT
I[I-I EtE UITEKBO
DI M" VITERBO
raeeolti
in volume
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il[ilffi0 l[J|ililtilill
E L'OKN TKESENTE #
ftflil[ffi0
XX Settembre *:- Bari,
1908.
Castellana nel Risorgímento
Nicola de
Bellís
Noci,
Arazìonale Bari,
1910.
1910.
Castellana e le alluvioní attraverso i secoli
- Trani, 1913.
questíone merídíonale alla vigilia del sulfragio a[^
La
Bari, 1913.
Iargato
La tradizione pedagogíca meridionale e Nicola
Bari,
l--ornelli
1914.
I probtemi ctetla Puglía nell'oro presente - Bari, 1914.
Raffaele Netti (con i suoi discorsi al Parlamento Partenopeo del
1820'21)
Bari,
N IOKNTO
Z mn6El0 1.9,ZA r:l
CONFEKENZN DETTN
r=r lt
1915.
Cìlí operai e Ia Patria Bari, 1915.
(,rn banctito puglíese clel XWII secolo
--Putignano, 1915.
Tre Precursori (lntbriani, Bovio, Cavallotti) -- Bari, 1916.
Uorníní di Puglia (Angiulli, Castrontediano, Massari)
Martina Franca, 1916.
Saverio tÌe Betlis Rorna, 1919.
Un problema naziottttle, í! decentramento coft prrefa=
zione cli Pietro Chirnienti Milano, 1920.
@@o
BARI
HUMANITAS
1920"
Il 2 maggio 1920 Corato, ad lnlzìativa del
Circulo Radico-Soctalista, ínaugurò l' 4 Unlversítù Popolore Coratlna 21 nel nome dí Matteo
Renato Imbriani.
La cerimonla, solenne nella sua semplicltù,
si svolse alle ore 18 net Teatro Comunale splendldamente illumlnato, gremtto da più dl tremíla
pers0 ne.
PnopnrETA LErrenA
Parlarono il R. Commlssario cov. Petrocelli
per il Comune, ll deputato Prol. Giovanni Llmbardl e lnline l'avv. Bucci per l! circolo RadicoSoclalísta , slo pe r presentare l'oratore, M lchele
Viterbo, sla per salutare la memorla del ge-
RrA
neroso Apostolo.
L'ztt. Lombardi cott felíce improvvtsazione
tratteggtò eloquentemente l'opera d' Imbriani per
la Puglia e per I'llalia, suscitando .ll generale
entusiasmo.
L'immenso pubblico partecipò pll con vi'
brante intenso commozlone qlls- rievocazlone
dte di M. R. Imbríanl fece l' oratore prescelto,
dímostrando così snclr una volta che lo spirito
e I'esempto di Lui sln sempre vivl nella mente
e nell'qnlmo dl Corato fedele.
Noblll telegramml furono ínvlotl o Donnt
Irene Imbrlant-Scodrtick o Napoli e alla madre
de
Stab, Tip. F. Casini &. Figlio
- Via Irnbrian i
e-4.6.g,
I confere
nzlere
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Bari.
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AD
ANTONIO DE TULLIO
:
CON IMMUTABILE AFFETTO
OFFRO
NEL NOME D' IMBRIANI.
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.:-
etttaótnt ói eorato,
Io vi ringrazio dat vivo del cuore per la vostra
gentile accoglienza, per la vostra affettuosa ospita'
lítà. Non è facile parlare d'lmbriani in mezzo a voi,
giacchè Qui, in questa vostra Corato che ha tante
tulgiOu memorie, qui sovratutto rivive lo spirito di
Lui: rivive nel ricordo di questo popolo che per
sei volte, resistendo a tutte Ie soprafÎaziorrt e
tutte le viole nze, gli contermò ìl rnandato legisla-^
tivo: titolo di vera purissima gloria, che fese caro
il^ nome di Corato non alla Puglia soltanto,- ma
all'Italia intera.
Ma io penso, o Signori, che in certe ore angosciose, quando pare vacilli il senso morale, Quflrl'
do la coscie nza di sè stessi, di noi stessi, pare
si srnarrisca e si sommerga, quando lo Stato nauf raga, forse più ancora che per i disordini e le
minacce, per il cocci';to egoismo delle classi' privilegiate che s'illudono di poter conservare integri
i privilegi e gli abusi, io penso dunque che in
certe ore più uniche che raÍe nella vita dei popoli sia necessario evocare lo spirito dei Grandi.
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domani, perchè il domani reca altre necessità ímmediate, e spesso si raggiunge I'occaso della vita
Senza avef tentato, Senza aver compiUto Un'opera
alta, degna, grande, feCOndA... 7) queSta dtrnque è
PerciÒ evochiamo insieme, amici di Corato, con
religioso raccoglimento, Matteo Renato Imbriani.
Forse egli ci risponderà con Mazziiri che " l'ultima ora della notte è la più vicina al giorno ,, :
e noi trarremo speranza da questo monito e attenderemo il giorno , la luce, la liberazione : ma l'attenderemo con ancor maggiore ansia, giacchè non
è più possibile vivere cosi, in questa dilacerante
incerte zza, in questo perenne incubo del domani !
l'azione.
Nessuna fortttna maggiore per la Puglia nostra,
clte quella d'avere questo indomabile lottatore per
suo rappresentante in Parlamento. Felice Cavallotti
lo presentÒ a voi col telegramma che è un capo'
lavoro di sintesi : " Nome Imbriani, mio piÙt che
La figura ò'Imbriani.
La migliore definizione che può darsi d'lmbriani è quella ch'egli stesso scrisse per Federico
Campanella i ",,.... deve dirsi ch'egli non fu nè
grande in gegno, nè . gran sold ato, nè gran legislatore; ma rifulse per integrità di carattere, tenace costanza dí propositi, fede inconcussa nei de'
stini della Patria, operosità instancabile per raggiungerli. Onde può ben a diritto affermarsi che
egregiamente egli adempì al compito della vita, e
deve essere collocato fra quegli ipdomiti preparo'
tori che i fati d'ltatia andarono maturando )).
Uomo d'azione, sovratutto, Matteo Renato Im briani : la quale azione egli detiniva così, nel discorso tenuto a Roma nel giugno 1889, nello,stesso
giorno in cui veniva inaugurato il nlonumento a
Bf uno: " Avere un ideale per faro nella vita, sentirsi un'anima palpitante nel petto,' voler raggiungere la mèta, aver febbre di opere, divinar le occasioni, non lasciarsele mai sfuggire, crearle all'uopo ;
ciò che oggi si può tentare non si rimetta al
-
amico tratello, siàniftca religione del dovere, tra'
tellanza di liberi, redenzione di servi, giustizia ai
diseredati, minac cia ai prepotenti. Signif ica eroismo
itali4tro, onore della patria completa )).
Ed egli girrnse alla Cantera, quando' pitl si
abbatteva su di noi la crisi economica determi'
nata da quella guerra di tarilfe con la Francia,
che resta sempre come una delle pagine più in'
sensate della nostra storia politica.
Alla commissione che slera recata da lui, ad
esporgli dignitosamente le angosce della regione,
Crispi aveva .dato le superbe risposte: " Siete
stati irnprudenti ad aumentare la produzione vinicola, NoR siete neppure buoni a fabbricare il
.vostro vino. Spiantate la vigna ! . . )). Appunto in
quel tempo, adunque, voi mandaste Imbriani in
Parlamento.
Ed eccolo interpellare subito' com'egli disse
'delle sue frasi caratteristiche nel pri'
con una
mo memorabile discorso pronunciato nell' aula
di Montecitorio , " lî trinità della presid enza del
rl
t4
15
Consigtio, del MÍnistro dell'Interno e di quello
degli Esteri ,, (il Crispi aveva assunto il triplice
mandato) e pronuntiare una schiacciante requisitoria contro la politica che il Governo seguiva in
spetti, Breve, secco, conciso, Crispi rifiutÒ ogni
appoggio. Ma poichè la discussione scivolÒ fino
a parlarsi di società assuntrici, di affari, di
profitti, ecco Imbriani condannare ogni tentativo del genere. Le concessioni speciali, gli intrighi presso' il Governo, la sola possibilità che
Puglia.
E pochi giorni dopo, senza perder tempo, €0colo levarsi di nuovo, e portare una concreta pro.
posta per I'Acquedotto Pugliese.
la
t' AcqueÒotto pugliese.
Io non ripetero innanzi a voi, cittadini di Co
i precedenti del problema. Si, esso veniva
agitato tirnidamente, a larghi intervalli, sin dal
1862; sì, lo zampari prima e i due De Vincentiis
rato,
clopo
vi avevano
sacrificato ternpo, studi, spese:
il problerna nel parlamento,
colui che lo irnpose alla incredula oscillan te opinione pubblica, colui che gli diede u n vero e
proprio carattere nazionale fu il deputato di questa vustra Corato, Matteo Renato Imbriani. Senza
Imbriani e senza Corato, l'Acquedotto non sarebbe.
Egli volle che la sua lirma, nella proposta di
Irgge del 4 giugno t889, fosse preceduta da
quella di Giovanni Bovio, a cui lo legava, più forse che la com unanza delle idee, Ia riveren za vetso il pensatore incontarninato ; ma la proposta fu
sua, e lui parlÒ difendendola vigorosamente. II
Presidente del Consiglio Cnspi si oppose anche
alla semplice presa irr consicl erazione, giacche
egli disse non riconosceva la necessità dell'opera nè sotto I'aspetto sanitario nè per altri firna il prinro che portò
qt
1
grande opera potesse cèlare ,losche . cointe'
ressa nze private, tutto ciÒ lo sdegnava profondamente. ct Due infermità aveva detto altra volta
Irnbriani valgono a mantenere ancora preva'
lenti sulla terra le tenebre e la 'menzogna, che
sono I'essenza della servitit: queste immani infermita sono la paura e l' lnteresse, cui, ?ggiunta la
infermità suprema, la co rruzlo ne, si ha I'origine
e il segreto dell'utnana pecorinità ?).Ond'io, o. Signori, quandtl ho sentito in questi ultimi anni
ricordare ogni rnomento Irnbriani e l'Acquedotto
quasi per esercitazion e retorica e parolaiar anche
da chi era protettore o protetto da quelle cointeres'
Sanze, pensavo com'egli fremesse, nella lantana
îossa di Pomigliano, giacchè Lui, I'apostolo delI'Acquedotto, sarebbe stato il primo a ribellarsi,
a Sommuovere Se mai queste nostre popolazioni,
al conspetto di tutte le ruberie che all'ombra del'
I'Acquedotto si son pottrte commettere !
L'AcqueOotto opera statalet
E nel disegno di legge det luglio 1890 egli
" La condizione sitibonda della Regione Pugliese son sue parole
è n ota . Il provvederla d i acqua è opera di intespeciîicava chiaramente:
10
17
resse nazionalu, di risanamento, di equità politíca:
è adempimento di dovere itariano. Tale lavoro non
può essere condotto innanzi che dallo Stato. Teruuto conto perÒ delle condizioni della pubblica
linanza, e considerando che l'opera sarà feconda
dl grandi utili'rnorali e materiali, che debbono anclare a benefi zio, non di società private, ma della
regione interessata, noi presentiarno uno, schema
di legge, fidenti nel voto del Parlamento )).
Comprendo: molti di voi osserveranno che la
concezione d'lmbriani
cioè l'Acquedotto operà
è sorpassata-da quando io stato assun.
tore ha dato quei,... meravigliosi esempi di amrninisfrazione di denaro pubblico che si chiamano
Palazza di Giustizia, monunrento a vittorio Emarruele, Palazzo del Parlamento eccptera. Ma o
statale
'signorj
cieta privala con un prestanome "qualsiasi, e il
Parlarnento ha sernpre il diritto d, intervenire nelle gestioni statali. D'altra parte, la verità è che
' dopo circa venti anni di
affari e di affarismi intessuti in onore della Puglia sitibonda, e, purtroppo, del vaticinio 'd' Imbriani, allo Stato siam tor.
nati, sia pure sorto la forma o la formula di Enle
Autonorno
: onde la prirnordiale
conce zione del vo,
stro deputato e quella che alra fin fine ha trovato
' nei fatti la sua definitiva consacrazione. u
Se si
vuol davvero l'Acquedotto deve costruirlo lo stato
diceva egli più tardi;
- qualunque altro rimar,
rebbe a mezza strada )7. E vide giusto.
Ma certo non basto un' sol discorso alla ca-
mera, non bastò un sol disegno di legge per vincere. Occorreva ben altro. E qui occorre aggiun gere che in quei lunghi e penosi anni, in cui il
problema dell'acqua alle Puglie fu alfine inquadrato nella vita stessa della Nazione, Imbriani trovÒ sempre Bovio sollecito e pronto accanto a sè :
e non soltanto contro gìi altri, contro i deputati
di altre regioni e i ministri avaú e inconQCi, ma
anche talvolta coútro noi stessi, contro q'uell'antica
tradizionale abulia delle classi che solo per antonomasia si chiamano dirigentí, le quali, allora come adesso, son sempre le ultime a muoversi
quando si tratta di prendere una grave e grande
risolttzione, e non credono nell'avvenire, e sono
ancora avvinte alle caduche f orme del passato.
Bovio eÒ Imbriani
per l'AcqueÒotto.
E Buvio convocò dunque con Imbriani, a Bari,
consiglieri provinciali e rappresenta.nti politici, per
intendersi sull'Acquedottn. ': Ma essi non vennero
parlai a Bari ed ebbi am are parole contro gli uni e
gli altri ,, (c Ma noi
le parole che lrn- son queste
forse in questo stesso
briani disse ai coratini,
Teatro, il 22 llovernbre 1896
noi ribattenmo
il cttiodo quasi mese per rnese,-,ecl anno per anno
presentarnmo la nostra legge, finchè costringemmo lo stesso Crispi a riconoscere ch'era legge di
interesse naziouale ,,. Solo nel 1896 il Presidente
del Consiglio cli Rudini avocÒ al governo la ini-
18
zialiva dell' Acquedotto, e l'avocò sovratutto per
opera d'lrnbriani e di Bovio, giacchè, come ognun
sà, quel primo ministero Rudinì, che prese su di
sè la terribile eredità di Adua, non era sgrad.ito
all'Estrema Sinistra e lrnbriani stesso riconosceva
che : almeno era un Ministero di galantuomini ,).
La lotta durÒ dodici anni
ma alla fine Imbriani, ncgli ultimi mesi della sua
vita gloriosa, vide arridergli la vittoria sospir ata:
onde trascinandosi sulle grucce e guidato dalla
elettissima don frl, che gli f u degna comptl,gnl,
volle recarsi alla Commissione Parlamentare e trecc
rnante, quasi balbu ziente, disse: Vengo a recar vi l'ultimo mio voto, che a qualunque costo si
esegua ['Acquedotto Pugliese )1.
Fu onore del Ministero presieduto da una veramente nobile figura d'italiano, Giuseppe Zanardelli, quello. di aver presen tato il progetto def ini.
tivo. Adesso non è il"caso di discuterne i parf icolari e di far la critica che sotto tanti aspetti
sarebbe. giusta ed equa a quella legge. Noi riconosciarnÒ anzi il nrerito insigne di Zanardelli,
come ricordiamo con memore sentimento, superiore
a qu.alsiasi dissenso politico, il merito dei due ex
ministri pugliesi Pavoncelli e l3alenzano, che vigilarono ed operarono con tutte le loro' îorze perchè il
nostro diritto venisse atfine consacrato ; ma atlcora una volta riaffermiamo che I'opera fu sovratutto voluta ed irnposta da Mattrio Reuato lrnbriani,
e
che quando I'acqua benedetta zampillerà in
tutti i comuni della Regione e in quelli di ateutte
19
province limitrofe, Quando I'opera sarà tutta completa e gareggerà veramente con le grandi opere
'sovratutto
idrauliche romane, ad Imbriani
rivolgereúio il nostro pensiero riconoscente, come io oggi
lo rivolgo, in nome della generazione nuova, a
quanti lra voi ld' sostennero nelle ore delle battaglie, a quanti a Corato, a Trani, in Puglia e in
Italia, trassero da lrnbriani la fede, I'esempio, I'ina''
citamento'
Lascuora Òemocratica
""::flilffiI;
MÍr, o sign'o,i,
spirito di Lui. Ed io ho voluto che si modificasse il
titolo di questa confer enza (n), rnercè la quale la
vostra nuova Universita Popolare congiunge al
suo atto di nascita il nome di Matteo Renato Imbriani, p€r non f issare in troppo angusti terrnini
questa nostra rievoc azione.
L'opera di Lui nei riguardi dell'Acquedotto è
una pagina di storia, e la storia v'è Sempre ternpo di scriveila, specie quando v'è tutto un popolo, corne il vostro, che ia testirnonia e I'attesta.
Tanti fu a noi hanno letto, or non è molto, le
aspre parole di un deputaio socialista, con le quali
egli deprec ava ogni possibile ritorno alla demo-
() Il titolo îissato prírna era ( M. R. Irnbriani e l'Acquedotto Ptigllese ", poi .rnutato nell'altro " M. R. Imbriani
e I'ora presente ".
20.
'21
di Matteo Renato Irnbriani.
Questo deputato ignora, natttraltnente, qual ftt la
vera opera d'lmbriani, tranne cio clte rif iette I'agi
tazione per I'irredentisnlo. Ecl anche su ciÒ egli
avrebbe torto, perchè bene o rnale la storia,
nel nlomento clelle su preme risol uzioni, diede ta'
gione a tutti gli avvers arii della I-ríplice Allea nza:
di quella Triplice Alleanza che era un patto dínacrar,ia sul tipo di quella
stico non un patto fra popoli, e che si disciolse
da sè quando le stipulazior"ti diplomatiche dove
vano tradursi irr azione bellica e in conr unione di
popoli sul campo di battaglia.
Ma noi ora non ricorderemo la vecchia questione dell'irreclentisnlo, che purtroppo non è ancora definitivamente superata, giacchè Fiurne e Zatà, che lrnbriatti, cotile Mazzitti, assegn av? all'ltalia
con le principali isole del litorale, ci ven gono a ncora cosi fieramente contrastate.
V'è un'altra questione, invece, sulla quale il
pensiero. d'lmbriani è nieno noto o è del tutto dilnenticato, ed e la questione sociale. A noi vien
fatto tante volte cli domand arci cosa penscrebbero
gli tromini per i quali avemmo rnaggiore ven erazione se fossero vivi e se potessero dare il loro
giu dizio sulle cose presenti. Cosa penserebbe,
dunque, Matteo Renato Irnbriani dei problenri che
oggi assillano la nostra vita naziouale ?
Io sostengo, e norl da adesso, clte da ' nt-ri si
sia ormai srnar rittl il senso, e quasi la stessa rnemoria, cli quella tradizitrrte democratica italiana che
da Mazzini, da Catfaneo, da Ferrari, dE Saffi,
da
Bertani in poi aveva costituito ri na delle rnaggiori
glorie del nostro Paese, nel campo del pensiero e
in quello dell'azione. Veramente la colpa risale
anche a molti denrocratici traccheggianti e traffi'
canti, e a quelli fra loro che si lasciarono conquidere fuori tempo dal miraggio del potere. " La
strada che batti ora è falsa ), disse un giorno lrnbriani, in un suo discorso alla Camera, al buon
Alessandro Fortis, nonìinato per allora sottosegretario all'lnterno da Crispi : " gitta in aria questo straccio cli eccell enz4 per acquistare intatta la
ttta cosci enza di uomo libero ,,. Ma tutto ciò non
contA. Mille Fortis uniti insieme tlol1 potrebbero
inenonr anîente of f uscare lrr f ulgicla lucc che pro'
viene dalla sctrola denrocratica del Risorgimento,
eui s'irtspirò, p0l'I'appunto, Mattco Renato Inrbriani"
m azzini
e la questione
sociale.
Il
socialista uîîiciale Alessandro Levi, autore
no dei piit pregevoli lavori che rnai si siano
seritti sri Giuseppe Muz'zirri, r'iconosce che sotto
d'u
l'aspelto dcll'eticA, l'ot'iginario ntAzzinianismo fu superiore al rnarxismo. Sotto l'aspetto del['etica: per"
chè ognunA sa che tutti gl'insegnarnenti del Genovese convergono in un punto, che cioè " la vita
è rnissione,,, e che se il díritto rappresenta il
principio individ uale, Vi è un principio superiore
da rispettare, cioè il principio sociale, che si chiama dove re. E Inrbriani, nell' altezza della sua co-
23
22
scienza, nella rettitudine proÌonda, quasi invero'
sirnile, cui indirizzÒ gli atti anche meno importanti
della sua vita tempestosa, Irnbriani s'inspirÒ sempre
a due precetti di Mazzini; " La terra è Ia nostra la'
voreria: non bisogna maledirla, bisogna santificarla ,,i e poi: " Se questo ch'io fo fosse fatto da
f utti e per tutti, gioverebbe o nuocerebbe all'umanità ?....
,1
Partendo da codeste semplici quasi evangèliche
premesse, Giuseppe Mazzini pensava che " il pro'
gresso sta nella coscie nza del progresso ,,, e 'che
" I'uomo deve cgnquistarlo di passo in passo, col
sudore della propria fronte... ,, E rivolgendosi al popolo, a " le classi laboriose che gemono e fremb'
ilo ,, egli ammoniva francamente che " la societa
attuale è non solamente una cosa senza senso,
ma una infami à ,,, e che '( bisogna richiamare la
proprietà al principio che la rende legittim a, î,acendo si che il lavoro solo possa produrla ,,, e
che " oggi il capitale è Ia piaga della società eco'
nomica attuale, è il despota del lavoro ,,. Queste
son frasi spezzate, è vero, ma io ho voluto sceglierle tra le più significative, tra le più eloquenti.
Sernbra perfino che in un punto Mazzini amrnetta
la lotta fra le diverse classi : " Esistono in ttalia
come dappertutto ,, egli dice " due classi d'uomini,
gli uni possessori esclusivamente degli elementi
cl'ogni lavoro, terre, uedito e capitali; gli altri
privi di tutto fuorchè delle loro braccia,,i ma poi
soggiunge ed è qui tutta la sostan ziale dif ferenza tra I'un sisterna e lfaltro. I " Noi non
-
a sopprimere, lna a nriglioiutu; non a
trapiantare l'attività o i conforti d'una classe in
un'altra, ma a schiudere la via dell'attività e dei
COnfOfti a tUtte ie ClaSSi.,. ;). E COnClttdeVa '. " il
gran segreto è quello di organizzare l'educazione
cioe le istituzioni civili, politiche, economiche, crirninali, religiose, non nell'utile d'una classe sola,
ma di tutte, dell'universalità. Or come farlo ? colla
îoru4 cioè colle rivoluzioni e col['educazione rior'
ganizzata a nostro modo subito dopo. Per questo
diceva Mazzini io sono rivoluzionario ,,. Nè
è a dire, come credono tanti sciocchi, che queste
fossero sempliói teor ie, giacchè dura nte i brevi
mesi della Repubblica Romana l'opera di Mazzini
per l'elevamento delle classi umili fu veramente
tendiamo
su
perba.
Queste, dunQue, sotlo le fonti del pefisiero di
Matteo Renato Imbriani : fontbche potranno essere
o continuare ad essere dimenticate e trascurate ;
ma che non potranno tnai disseccarsi, perchè so'
no le fonti stesse della verità, dell'amore, della so-
lidarietà civile ed tlmana.
Cosa Òirebbe oggi, Imbriani
?
Sentite infatti Imbriani nel proglamma del["' Italia agl'ltaliani ,i del l876: Per democrazia noi in'
c(
tendiamo. .. ItaUtonotttia piena del Singolo, I'individ uo ritemprato nella libertà che esce dalla folla
e Si aîferma uomo, non l'ttomo inerte, ignavo e
indifferente che lascia ad altri la cura della propria dignità, del suo avvenire, della Eua condotta'
!
24
dei suoi interessi più vitali, ma I'uomo conscio, po=
tente a governare sè e te sue passioní..., padrone
assoluto della sua coscie nza, dei suoi beni, del
suo pensiero, della sua volontà..... ,,
Vent'anni dopo, nel discorso tenuto a Corato
nel 1896, che fu credo I'ultimo suo discorso po:
litico vero e proprio, egli dich iar ava f ieramen te :
" Io sono ribelle per indole, per ragione, per edu.
calione, per sentimento ; ribelle alle sopraf îazioni,
alle violenze, alle intolle ranze, ribelle come deve
essere ribelle la verità alla rnenzogna, la luce alle
tenebre i?........... t' E in îondo ad ogni ribellione
con tin uava
giustizia, poichè ogni ribellione ne porta con sè
Oh dunque quale più santa ribellione
di quella che afferma la libertà della propria co scienza al cospetto degl'intolleranti ? Perchè..."" i
partiti hanno questo clifetto : sono intolleranti, non
amano il culto delle idee, vogliono la dedizione
delle coscienze, e chi non riconosce il dogma è
messo al bandtl )ra
'
It sentimerrto della giustizia prevaleva in lui
(( al disopra
del sentinren fo della Patria, al diso pra del sentimerrto stesso di libertà .,. (( Ma la
giustizia aggiungeva , per esplicarsi ha bisogno della libertà, e llotl sarà certo nè una ReI'elemento,..
pubblica alla frarrcese nè una Repubblica Sud-Arnericana quella da noi vagheggi ataz sarà qualche
cosa di più alto, sarà un governo di cosa pubblica
nel quale la giustizia sia sovrana, nel quale notl
vi siano oppressi ed oppressori, servi e padroni,
2li
privilegiati che tutto abbiano e turbe affamate alle
quali nulla si f accia conseguire ; u na dem ocrazia
che innalzi il livello dell'uomo... che pernretta ad
ognuno di esser padrone assoluto della propria
coscie nzà.,..1 di vivere con la proprietà acq uistata
col frutto san tissimo del suo lavoro... )r.
Questa eta, per Iui, la società dell'avvenire.
Cosi, scorrendo le pagine d'lrn briani, possiamo
trovare le risposte alle domande chc ora noi stessi
porremo. Ecco, p. es., che pare di sentirlo condannare le fortune impror/visate durante la glle rra i
(c
Le forturte si debbono trasformare ,) diceva egli
a Trani, nel novembre 1893 , " iÍr modo che non
sia-possibile creAre le grandi fortune, le qrrali poi
onestarnente non si possono costituire ; non bisogna dunque lasciarle creare git.lrnalnrente con
giuochi di borsa o di banche; e non bisogtta per
rnettere, mai e poi rnai, che s'impongano eon ilie-=
citi guaclagni solo pochi privilegiaii ,,.
Vogliarno ascoltare rlrlA condanna sferzante con-
tro il sisterna accentratore del nostro Stato, contro I'imperversare di decreti lucgotene nr.iali e rerli,
contro la nlanornissiorre clei poteri pubblic'i ? '" I-.o
Stato son parole d' Irnbriani nelle nran i irr
cui si trova, siI provvede degli organi ehe rneglio gli
fan conrodo, ee la gran massa clei cittadini, la massa popolare, èè destinata a servire da arrìento, è
ridotta ad Lrn imrnenso stuolo di servi della glenfl..... Dopo tanti decreti, 11or1 resta che nominare
per decreto I'assemblea legislativa, rlon resta che
di applicare per decreto quelle legg;i che il go-
Z"(
'àti
samente, con Mazzini, alla possibilità di atfratelllare gli uomini, di sostituire u na solidarietà quas
religiosa agli attriti di classe. Ma bisogna pur
verno crede cli applicare; non resta che far votare
i bilanci pro-torma da quest'assemblea nonrinata
in tal sgnso....... ))
E innanzi al trattato di Versailles cosa direbbe?
,' La
l'
convenire che in quel tempo codesti attriti non
erano cosi aperti e violenti come oggi e I'industrialismo e tutta I'amministrazione borghese non ave'
vano raggiunte f orme cosi Scandalose, Quali son
quelle odierne. Per €S., Mazzini non era fautore
dell'espropri azione collettiva delle terre. Deside'
f av4 Si, I'incameramento delle terre incolte,e della
proprieta ecclesiastica: di quella proprielà eccle-
politica
egli scriveva nel programnla del" ltalia degl' Italiani ,, è scien za morale di un
ordine affatto superiore, € nessun'altra nof ma la può
e deve inspi rare, se non la legge morale. Ma la
politica dell'oggi, spoglia delle eterne ragioni clel
diritto e del vero, si esplica ed appoggia sulf in'
ganflo, si risolve con la Îotza brutaie, Ridotta a
scelleratissima ed invereconda " pirateria diplomatica ,., essa si vela sotto le speciose e mendaci
rormule di necessità e di ragioni di stato, îallaci
ed inesatte in dottrinà, empie ed inique nell'appli'
cazione, ed alla cui ombra non v'ha turpitudine che
non credasi lecita e non si commetta sulla terra ,,'
Ma, Paf lando d' Irnbriani, oglli retic enza sa"
rebbe segno di viltà. E allora domandiamoci,
in ultirno: cos'egli penserebbe delle stesse ue'stre
istituzioni? E la risposta la troverefno nel discorso
di corato del nraggio '89 : " Non stirnmati zzo le mo'
narchie, le quali sono Un feltolnello sociale' ma
coloro i quali vogliono crederle o Îarle credere
imperiture, Quanclo nulla vi è che sopravviva, se
non la Patria e il pensiero umallo "'
Lavoro e Proprietà
far entrare per
nelle
rnazzhriana
larza la scuola dernocratica
genero'
correnti socialiste. euella scuola credette
Intendiamoci : noi non voglianto
.
siastica che, nel Me zzogiof no, Garibaldi aveva
promesso ai nostri contaclini, dopo la sconÎitta dei
Borboni, e che invece, venduta a prezzo bassissimo, doveva essef e destinata a costituire feudi
nuovi al posto degli antie hi. Scriveva che la proprietà doveSse essere " frutto di lavoro, del sttdore
della fronte ,,, e Che nell'avvenire " Saremo tUtti
operai, cioè vivremo tutti sulla retribttzione del'
I'opera nostra in qualunque direzione si eserciti .,.",
sÌ che " I'esistenza rappresenterà un lavoro compiuto ,,; lna si arrestava inrt anzi alla espropri azia'
alla rregaziotle assoluta del
principío di proprietà. Ebbene: ho letto qualche
mese addietro un anrpio e veramente organieo
studio d'uno dei maggiori socialisti che cotrti
i'Europa d'oggi, Otto Batter, che è stato rninistro nei prirnordi della Repubblica Austriaca. Ed
egli SCrive, teStUalmente | " ,,..11 SoCialisnlo vuole
abbattere la proprietà di sfruttammento, tlon la
proprietà del lavoro. La proprietà del nobile, della
Ire collettiva, ifl nanzi
2,q
29
chiesa e dei capitalisti deve essere sociali zzata
la proprietà del contadino deve rimanere proprietà
privata. Cosi la società sociali zzerà l'economia agricola, cioè I'economia agricola sarà socia lizzata
sen za che sia abolita la proprietà privata della
terra. Lo Stato, mediante Ia riforma dei rapporti cli
proprietà clella terra, meóiante la opportuna concessione di crediti di nriglioriA,renderà più razionale ed intensa I'economia agricola, elevando, nell'interesse degli agricoltori stessi e ctei consurnatori urbani, il prodotto dclla terra. Lo Stato regof erà l'altezza delle en trate d ella classe agricola
in guisa che nè il contadino sia sfruttato clalla città,
nè Ia citta sia sfruttata clal corìtàdino. Ecccl come la
socielà sarà soci alizzata senzA I'abolízione della
proprieta privata del suolo, mediante I'organizzaziolle delie nlasse lavoratrici clelle nostre carnpegne )? .
La differen'/-a esiste senrpre, ed è notevole, nella
valu tazione del lavoro per il possesso della terra,
se cioè la terra debba poter appartenere soltarrto
al con tadino o anche a chi lavora in altro nrocft-r,
e in ogrli caso in retribuzionc dell'opera svoltzl.
Ma Batrer è assai più vícino e Maz.zini che non ai
comunisti, negatori assoluti della proprieta privata.
D'altroncle, se ben si osserva, Anche ra Rivo"
luziane russa, in riguardo alla questione terri eÍa,
è meuo lontana da Ma zzini ch_e non dalle sacre
tavole del sociali,smo e, peggio ancora, clel comu"
nismo dottrinario. Infatti i corrtadirri russi, divenuti
piccoli proprietari, non intendono a rlessun costo
abbandonare le terre spartite.
-,
La pluto crazia,
Allevato dunque alla scuola di Mazzini, mae.
stro e vorrei pur dire divino nl aestro di uguanza sociale, e con la ternpra che aveva, di com.
hattente per ogni causa santa ecl onèsta, di fustigatore di ogni imrnoralita, di censore dei costunri
glia
politici e della vita sociale italiana, è facile imaginare cos'avrebbe detto oggi Imbriani lui, che,
a sentire it De Amicis, scattava come tocco cla
ferro rovente inn anzi a tutte le forme d'ingiustizia
umana, per Ia quale mostrava in viso, più che
una grande arnare zza, una tristezza tragica è
facile imaginare cos'avrebbe detto, dunQue, del
lusso sfrenato, delle ricchezze male accumul ate, de-
gli sprechi e degli sperperi, dell'inlmoralità cre,
scente, dell'assoluto spirito d' indisciplina, in preda
a cui si è data una gran parte della nostra società, proprio nell' ora nella quale, prescindendo
dalle opinioni politiche, che in questo caso non
contano, pirì intensa dovrebb'esser e la nostra opera
ricostruttrice. Egli avrebbe flagellato a sangue tutti
coloro che clanno così perversi esernpii, e le classi
parassitarie, che non satolle del lau tissimo banchetto fatto durante Ia gLierra, tentauo e realizzal1o
ancora guadagni straorclinarii c lucri favolosi, col
carbone ctllla carta col lerro cul cotone coi generi
aiirnentari, con tu tti i m e'tzi possibili, vessiìndoci
angariandtlci scher"nendoci, cocleste ctassi egli a
vrebbc'perseguitato nel Pariamento e nelle piazze,
senza tregua nè riposo.
3t
30
Perchè Imbriani fu si un credente anche lui nel
solidarismo sociale cli Mazzini', lna f u un credente
perchè la storia, questa tragica millen aria storia
dell'umanità martoriata, testimonia che Ie rivolu
zioni son senlpre retaggio o monopolio d'una sola
classe sociale, e si riducono alla sostituzione di
un'aristocrazia ad un'altra, mentre invece bisogna
che siano fatte dal popolo e per tutto il popolo,
di' tutte le stratificazioni sociali. Ma, comunque sia,
Imbriani non concepì rnai lo Stato come I'umile
vassallo d'una classe cli banchieri, d'industriali, di
latifondisti, di aîf aristi, in u na parola della pluto crazia: ma lo concepi come severo, equo ed ordi .
nato gestore degl'interessi pubblici; severo per im.
porre la sua volontà sovrana al capitalismo " piaga
della società economica attuale ?) e ad un tempo per
f renare ogni anarchia dissolvitrice ; equo ed ordinato, per costringere tutti a lavorare e a moltiplicare la produzione, trasformando il Paese, dissodando le terre,' ravvivando tutte le energie della
Nazione.
Le folle.
Questo significherebbe, oggi, arnare verarnente
amare veramente le classi diseredate,
poichè pochi piu di Imbriani amarono il popolo
nella sua urniltà, nel suo candore, ed anche nella
sua luria ribelle. Ed era tale in lui la virtù, sec,rndo la rnagnifica frase del Leopardi, '6 d' inspir are con la presen za .sè agli altri ., , e di svelare,
colne appunto dice il De Arnicis, al primo sguar-
la Patria e
do di tutti l'ottesta semplicita della sua natura,
che i contadini più zotici ne restavano per primi
ammirati e conquisi..l"utti ricordano, infatti, l'e,
pisodio nel misero contadino di Ruvo di Puglia,
che nel vederlo partire grido dietro la sua carrozr.a, coo quanta voce gli rimaneva: " Viva la'
fame ,, : si, viva la fame, che com'egli diceva --gli aveva concesso di vedere e di ascoltare Matteo Renato Imbriani !
E si badi ch'egli non incensava nè Îanatizzava le folle e parlava loro onestamente, senza iperboliche promesse, senze violenze spavalde. Ma
appunto percio il popolo, nella sua anima sempliC€, intuiva che quell'uomo, scevro da secondi fifli, voleva il Suo elevamento con piena sincerità
di fervore. & Si tratta di vedere disse a Corato, nel discorso potitico del 1893 - quali, nelle
condizioni presenti, sono i sopraffatti e dove si
trovano i Sopraf fattori..... I sopraÎf attori noi li ve
diarno, essi sono dapertutto, in ogni classe social€, anche fra i lavoratori: Si, anche fra i lavr.lratori,
pefChè la verità va detta.....)). AqSpiCava I'avvento
((
della società nuova mediattte I'edu cazione pub"
blica, I'educ azione civile, la coscie nza pu bblica,;.. ,
e poche leggi, piu che scritte, di costume, che
sopprirnano le disparita e le ingiustizie per modo
che nessu no possa piu prepotet'e sul proprio si'
mile )1, ma deplor ava lieramente coloro che incitavano alla lutta di classe L( solo per potere as{(
sorgere )) dimenticatrdo che il principio della
grande . fratellanza umana )? presuppone I'altro
ct dell'abnegazione di sè stessi.....?).
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Un monito Oi Bovioo
Ed ora, o amici , la rievoc azione, per quanto
rnodesta, è cornpiuta. Noi abbiam'vissuto mezz'o'
ra con Lui, interrogando il suo spirito attraverso
le sue pagine, i suoi discorsi, le manifestazioni
ctelta sua vita. Non ascoltate chi vi dice ch'egli è
u n sorpassato, o chi suggiunge ch'egli è sorpassato dacchè sorpassata è la Patria. Bugia su bu'
gia. Lo stesso ofl. Graziadei, nel discorso pro-
nunciato I'altro giorno a[ Congresso Nazionale Socialista, dovette irn plicitarnente convenire che le
Patrie non son d istrutte, non Son morte, e che
c' il movimettto soc ialista son stle parole
troverà ancora per mcllto tempo una cornice più
nazionale che internazionale ,i.
Via via che torneranno in noi la fede, il sen
so della responsabilità, e, cotl essi , la coscienza
della nostra istoria civile, noi torneremo sempre
più col pensiero ai grandi maestri dt vita che,
come Irn brianl, ten n ero alta, nel seColo Scorso, la
îiaccola di tutte le rivendicazioni : perchè la que'
stione è sernpre li per i partiti vecchi, per le classi
infrollite nella boria del dirigere senza dirigere'
per lo Stato che accentrattdo in sè ogni potere
annienta Se stesso, pef tutto il lnottdo che rovina
intorno a noi : la questione è quella stessa che il
grande arnico d' Irnb rtani, Giovantti Bovio, pose
alla Camera trent'anni addietro : d( Rifate voi
classi detentrici dello Stato le vostre attituctini
nelia gio vrnezza prinritiva, Iernrate Ia dissoluzioue
che vi travolge, fatevi programma, idee, organismo...,
ritornate al concetto e al monito di Machiavelli:
ritirate cioè le istituzioni crollanti verso gli antichi
principii e rituffatevi nelle nuove correnti della
vita ! ,,.
NOTE E BIBLIOGRAFIA.
'f' La confere nza d'lmbrlaní su Federico Campanella,
il 12 aprile 1885; íl dlscorso comfii€morar
tivo di Garibaldi, detto in Garnpidogiio nel giirgno 1889,
nello stesso giorno in cui s'inaugurava i! monumento a
Bùuno; il " Programma dell'ltalia degl'italiani , pubblicato
a Napoli nel 1876; e il discorso di Corato del 22 nóvemdetta a Napolt
bre l89n sono inseriti nel volume " Ricordi ,, che la eletta
vedova d'lrnbriani, Donna lrene Scodnick, pubblicò nel
maggio 1904.
* Il
telegramrna di Felice Cavatlotti pro-candidatura
Inrbriani è inserito, insieme con quelli di Victor Hugo,
Gtosuè Carducci e Giovanht Bovío nello " Spartaco n,
battagliero organo della democ razia pugliese, del 22
marzo '1889.
{' Per la storia della eandidatura lrnbriani è bene
consultare la raccolta delto "'Spartaco ,, del 1889. Si èra,
co{n'è notò, nel pgriodo più acuto della crisi econotnica
pugllese determinata dalla rottura commerciale con la
Francla e da altre circostanze. Nel grande comizio tenuto
a Bari il t7 feboraio 1889, presleduto dal,'sindaco'di Bari
Càpruzzi e al quale parteciparono consiglieri provinciali,
'sindaci e assessori comunati della Provincia; dopo lunga
animatissirna discussione, Antonto de Tuttto pionun"ìò
u.n forte discorpo contro la potitica del Gsverno verso
la nostra Regíone e contro i deputati di Terra di Bari,
che s'eran .'1 mcist(ati inferiori al mandato rlcevuto ,, €
present$ un ordine del giorno di deplorazione .e di biasimo subito ,approvato. In seguito a ciò il Prefetto Pa-
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vlderebbero le rate del concorso dello Stato in proporzione di quello che le singole province si obbligano di
pagare per I'opera: vale a dire in quaranta o cinquanta
anni. Aggiungo che questa spesa è una di quelle che
riescono feconde, perocche questo danaro rientrerà poi,
per le boniîiche da eseguire, nelle casse dello Stato
clieci o venti volte. Gli è percio che chieggo alla Camera
di volere accogliere la proposta e sanzionare quest'opera
di vera giustizla ,. Il Presidente del Consíglio Francesco
Crispi si oppose alla rituale presa in considerazione e
concluse col dire che " la proposta non è necessaria nel-
volinl, con fulmineo provvedimento, fu rimosso dall'uflicÍo. L'agitazione divenne piu viva che nrai, e cadde
a proposito la elezione del secondo Collegio (allora si
votava per se rutinio di lista circondaríale) per poter dare
occasione al corpo elettorale di esprirnere i suoi sentimenti di rampogna e di protesta, Non si sa precisamente
come e da chi fu fatta la designaztone d'lmbriani: rna
appena il suo nome fu pronunciato il popolo, che sapeva
chi îossero li maggior sui, lo incise sulla bandiera delle
proprie rivendicazloni. I candidati Vito Saraceno e Sa-
verio Positano rinunziarono alla candid atura, e contro
fmbriani rimase soltanto Riccardo Ottavio Spagnoletti,
Irrrbriani riporto una nragnifica vittoria e il 24 maÍzo lBttg
entro alla Camera dei Deputati,
{c tl primo dibattito per l'Accluedotto Pugliese alla
Camera ebbe luogo il 4 gíugno 188J, in seguito alla proposta di legge presentata dai deputati Bovio, Imbriani,
Cafiero, Panunzio, Lazzara, E svolta cla Imbriani il quale
disse: " Sarò brevissitno. 'l'rattasi della rc denzíone vera
di un'intera regione che comprende tre province e raccoglie plu di un milione di abitanti. La regione pugliese
manca assolutamente di acqua potabile, e se ne videro
le conseguenze tre anni fa, allorquando scoppio il colera
a Barletta. In quella citta che conta 34.000 abitanti, dei
quali forse la metà erano rimasti nell'abitato, vi furono
più che 500 casi al gíorno con 165 rnorti. L'acqua che
si beve in quei paesi è assolutarrrente putrefatta in alcune
stagloni; e si deve far venire di lontano, in modo che
costa alle volte il donpio del vino. È dunque una giustlzia che si viene a reclamare per questa regione. E lo
Stato, che per bon if icare clelle citta ha speso somrne
ingenti e per la sola mia citta nativa, Napoli, ha dato
100 rnilioni, certarnente non vorrà negare il concorso di
un quinto della spesa occorrente alla bonifica e alla re-
_ denzione di un'intera Regione. Ripeto: è questione di
giustizia; ed il nrodo in cui è fatta la nostra proposla
non viene punto ad aggravare la lintnza, poichè si di-
'
I' interesse sanitario perche le leggl esistenti provvedono,
Ò necessaria per altri rispetti perche l'industria privata provvederebbe a tutti gli altri bisogni ,,. Alla discussione partecíparono gli onorevoli Baccarin'i, che trattò il
lato llnanzlario del problema, e Petroni : quest'ultimo a
favore del progetto di legge. Ma in seguito a votazione
e non
per alzata e seduta essa non venne presa
in
conside-
tazione,
* Circa l'opera svolta da Giovanni Bovio a favore
il volume " Discolsi parlamentari di
dell'Acquedotto, cfr.
G. Bovío, pubbllcati per deliberazione della Carnera dei
Deputati ,, (Rorna, lgtb) e sovratutto la preîazione scritta
dall'On
. Ratfaele Cotugno.
lr " Se si vuol davvero I'Acquedotto deve costruirlo
lo Stato: qualunquc altro rirnarrebbe a mezza stracla,, :
Imbriani, nel discorso di Corato del 22 novernbre 1896.
t Dal discorso del Ministro dei Lavori Pubblici Nl'
cols Balenzsno pronunciato alla Carnera del Deputati il
6 giugno 1902, discutendosi la legge sull'Acquedotto Pugliese: I [i giacche fu fatto il nornt di M. R. Irnbriani
congentitemi un ricordo. Cotne sclldato sul carnpo di
battaglia, egli a' piedi della statua di Garibaldi in Síena
fu colpito da gfave rnalore rnentre pronunciava un patriottico discorso. Da quet giorno non pote piu intervenire alle sedute della Cantera, ttè pote prestare il giuramento in segnito all'ultíma elezione. Ma spinto dal sin'
I
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cero aff etto per I'opera dell'Acquedotto, trascinandosi
sulle grucce e guidato datla nobile'donna che gli tu degna compagna, volle recarsi alla cornmissione, presíeduta quel giorno dal trrinístro arnico caríssimo Branca,
e tremante, quasi balbuziente disse: " Vengo a recarvi
I'ultirn o rnio voto, che a qualunque costo si esegua
I'Acquedotto Pugliese: perlocchè rendo plauso a tutte le
proposte della Comrnissione ,,. Aleggi in quest'aula oggi
lo spirito eletto di M. R. Irnbriani e sia monito per tutti
i diffidenti, per gli scettici e i pessirnistl, affinchè, abbandonando ogni rneschina discussione, votíno concordi
per quesL'opera eminentemente nazional€ ,,, (Benissimo !
Bravo ! applousi),
' * Il depulato socialista On. Mazzoni, nel ,, Lavoratore,, di Genova del febbralo lg20 scriveva:
" Proprlo questa ltalia che non ha ancora una vera
borghesia industriale ed agricola rna abbonda di ceti traff icanti affaristi, e lumpen-borghesi teste accresciuti dai
ricchi di guerra e da tutto il camorrismo politicante e
speculatore che la guerra ha abbandonato nelle sue
. melme, proprio questa Italia trovera nella repubblíca un
governo di dent ocrazia e di progresso che rneriti le nostre fatiche? O non sarebbe invec_e la dittatura rnafiosa
e feroce della plutocr azia affarista civile e militare, spoglia di ogni prudenza e da ogni freno perche conscia di
difendere I'ultimo baluardo dell'egoismo e dell'affarismo?
scorgiaffio, in ltalia, velleità repubblicane che.fermentano
nelle loggie massoniche e magari nei bassifondi degli
arditi, velleita sbocciate nelle farnigerate giornate di maggio e che sono custodite nei giardini d'Arnrida di Fiume.
Mi pare mostrtroso che proprio in questo istante il socialisrno marxísta infonda tutto se stesso in un atteggiamento che
- come concezÍone teorica e come fatto dinarnico -.- mi riconduce ai ternpi di M. R, Irnbrianí ,,.
Rievocare Imbriani a proposito di " dittature mafiose
e fero ci ,,, di " plutocrazia civile e rnilitare ,, e dí ,, ultirni
baluardi dell'egoisnro e dell'affarismo ,, ò, pitr che una
ingiuria, una stupiclissima asineria.
I
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j
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r
+ Per le parole rivolte da Imbrianl
ad Alessandro
,Fortis e per í brani de'suoi dlscorsi ripr"odotti netla conerenza, cfr. í nurneri dello ,t Spartaeo ,, del l. rnaggio
1889, l. giugno 1889, 2s novembre 1893 ed altri.
f
* Alessandro Levi scrive eosì a proposito dl Marx
'd Il mazzlnÍanismo ed il marxísfno sono dottrine radícalmente diverse di índirizzo e di rnetodo: chi
voglia ístituire fra I'uno e I'altro un paragone sotto
I'aspetto dell'etíca, e ramrnenti la síncerítà del Genovese
e dei suoi primi disceBolí, di buon grado riconoscerà
che I'orlginario mazzinianísmo fu, per questo rispetto,
superiore al marxisrno... ,, (Cfr. A. Levi, et La filosofía
política di G. Mazziní,,, Bolrrgna, zanicheili, lglz).
qt Per
i diversi pensierl di Mazzini riportati nella
conferenza, cfr. il volume del Levi, cit., e gli ,,Scritti edlti
ed inedití di G. Mazzini ,,, Imola, Galeati.
* Pel cit. articolo di otto Bauer cfr, la ,,critlea so e Mazzlni :.."
eiale,,, 16 febbraio 1920.
# Edmondo de AmÍcis consacrò ad Imbriani uno
dei
suoi ritratti nel volume ,, Ultíme pagine, l. =- Nuoví ri*
tratti letterarií ed artístici ,,, Mllan o, Treves, I gl0.
* Per le parole del cleputato Graziadei n íl movimento socialista trovera per morto tenrpo una cornice
più nazionale che internazionale,,, cfr. il giorn ale Avantì
del 22 aprile 1920"
* Per Ie parole dí G. Bovio riportate ín fine, cfr.
" Diseorgi parlamentari ,,, vol. cit., díscorso det 27 no-
vembre
1880.
Scarica

Michele Viterbo, M. R. Imbriani e l`ora presente. Conferenza detta a