Il Piano comunale di protezione civile, diramato in data 08/02/2010 prot. n°2622, approvato ed aggiornato con Delibera di Consiglio Comunale n° 4 del 10/02/2010 e revisionato con questa nuova edizione, è stato elaborato con lo scopo di fornire al Comune uno strumento operativo utile a fronteggiare l’emergenza locale, conseguente al verificarsi di eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo. E’ necessario sottolineare che ci si riferisce ad eventi che per loro natura ed estensione possono essere contrastati mediante interventi attuabili autonomamente dal Comune con l’eventuale supporto di enti e organizzazioni esterni. Per i casi di più rilevante dimensione il Piano rappresenta lo strumento di primo intervento e di prima gestione dell’emergenza sapendo che servirà poi il supporto dei soggetti che operano a livello regionale o nazionale. Nello specifico caso del Comune di Castel San Giorgio è indubbio che in caso di necessità, oltre all’indispensabile coinvolgimento delle strutture operative (Vigili del Fuoco, ASL etc.) che svolgono attività di soccorso a livello istituzionale, il Comune potrà richiedere il supporto di quelle realtà presenti sul territorio cittadino, le quali per organizzazione, disponibilità di risorse e professionalità possono concorrere efficacemente ad affrontare l’emergenza. Le attività del volontariato, devono ricoprire un ruolo fondamentale non solo durante il soccorso alla popolazione, ma anche in tutte le altre fasi che contraddistinguono l’attività di protezione civile. Il Piano rappresenta un ausilio per il superamento di emergenze causate da calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbano essere necessariamente fronteggiate a livello provinciale, regionale o nazionale, ma che richiedono, comunque, una gestione delle prime ore della crisi a livello locale: infatti, se è vero che in tali situazioni si mette in moto un meccanismo di aiuto di dimensione nazionale o, addirittura, internazionale, è altrettanto vero che il maggior numero di vite umane salvate si concretizza nei momenti che seguono immediatamente l’evento calamitoso. Il Piano, che non ha un carattere definitivo, in questa edizione ha subito un’attenta revisione con i necessari aggiornamenti e vere e proprie integrazioni specificatamente apportate per la previsione di nuovi scenari di rischio. Tutto ciò, tenendo conto, di tutte le evoluzioni che si sono verificate sul territorio ed anche dal rideterminarsi delle risorse a disposizione del Comune. A tale proposito si evidenzia che, seppur implementati, non tutti gli scenari conseguenti al verificarsi di possibili eventi estremi sono stati esaminati e trattati nel presente documento: il processo di definizione di tali scenari presuppone, infatti, l’acquisizione di valutazioni specifiche sui rischi che non sono di competenza, fra l’altro, del solo Comune, ma anche e soprattutto della Regione e della Provincia in quanto titolari, in primis, dei Programmi di Previsione e Prevenzione. Ulteriore presupposto fondamentale per l’efficacia del Piano in caso di emergenza è che lo stesso sia conosciuto non solo dai soggetti che a qualsiasi titolo saranno chiamati a gestire le varie fasi di crisi, ma anche dai cittadini. La struttura del Servizio Protezione Civile del Comune di Castel San Giorgio sarà fortemente impegnata a proseguire il percorso informativo nei confronti della popolazione relativo ai rischi presenti sul territorio cittadino. Il Piano sarà consultabile sul sito del Comune di Castel San Giorgio, o mediante una diretta distribuzione di specifici opuscoli, in occasione di incontri pubblici o in momenti di approfondimento nelle scuole o presso altre strutture e sedi associative. 1 Si è pensato ad un Piano non solo per addetti ai lavori, ma prodotto e diffuso in una logica di piena trasparenza, partendo dal principio che nessuno dei pericoli o dei rischi presenti sul territorio deve essere nascosto o sottovalutato nell’informazione alla popolazione. Vale ugualmente l’obbligo di affrontare il rapporto con la cittadinanza con metodologie e livelli di competenza che consentano di evitare qualsiasi inutile allarmismo o sviamento nella corretta percezione del pericolo che ci si potrebbe trovare a dovere affrontare. E’ rilevante ricordare che la maggior parte delle ricerche, studi, indagini ed informazioni utilizzati per l’aggiornamento del Piano provengono dai diversi Settori comunali: in particolare, per la parte relativa al rischio idrogeologico e rischio frane. Va sottolineato il fatto che gran parte dell’elaborazione del Piano e della sua revisione è avvenuta attraverso l’utilizzo delle professionalità e delle competenze presenti nell’Area della Sicurezza Urbana del Comune ed in particolare di quelle del Servizio Protezione Civile, coadiuvate da tecnici esperti nelle diverse tipologie di rischio considerate. E’ importante, infine, evidenziare come in fase di revisione, dato l’evidente mutamento morfologico della città, a seguito della realizzazione di nuovi insediamenti abitativi e terziari, si è provveduto a modificare, integrandoli, gli elaborati cartografici allegati al Piano, inserendo i Nuovi Piani Attuativi, le aree verdi, secondo le indicazioni fornite dal Settore Urbanistica. Particolare attenzione è stata posta, alla luce e in base alle esperienze acquisite a seguito degli avvenimenti degli ultimi anni, all’esame della pianificazione di protezione civile in caso di “Rischio Black- Out”, inserendo una specifica previsione di intervento relativa a tale tipologia di rischio. Il presente documento nasce come elemento di supporto al lavoro di redazione del Piano Comunale ed è destinato sia a chi si appresta ad affrontare per la prima volta le tematiche di protezione civile, sia a chi, già inserito nel contesto, trovi opportuno aggiornare e approfondire le conoscenze di tutti quei fattori che incidono con la sicurezza del proprio territorio. A tal riguardo la strutturazione delle informazioni è stata pensata in modo da facilitare la lettura sia a livello stilistico che contenutistico. Lo scopo è quello di aiutare l’estensore del piano non solo ad ordinare fatti ed eventi quanto a consentire che le notizie, contenute all’interno del piano, risultino coerenti fra loro. La struttura del presente schema è, comunque, organizzata in modo tale da consentire ogni più utile integrazione e/o indicazione finalizzata a migliorare il lavoro fin qui svolto. Per quanto innanzi il presente lavoro si compone di sei capitoli e di più paragrafi, all’interno dei quali sono richiamati gli specifici argomenti che si intendono trattare. Esso è strutturato, come di seguito: 1. PREMESSA In questa sezione vengono definite, in modo semplice e chiaro, le strutture e le competenze istituzionali in relazione al servizio di protezione civile. In particolare viene descritta brevemente la situazione comunale in relazione alla Protezione Civile (tipo di pianificazione e anno di redazione, costituzione COC, ufficio 2 competente per la Protezione Civile, presenza di volontariato di Protezione Civile, delibere di riferimento, ecc...). 2. PARTE GENERALE Questo capitolo racchiude una serie di informazioni, dati e notizie di rapida consultazione utili per un inquadramento generale del territorio comunale. La sezione è divisa in due sotto-sezioni: inquadramento generale e strumenti di pianificazione. 3. ANALISI DEI RISCHI E SISTEMA DI ALLERTAMENTO Il terzo capitolo fornisce una serie di informazioni in ordine ad aspetti generali relativi ai rischi presenti sul territorio comunale e sul sistema di allertamento, sui quali ogni comune dovrà soffermarsi per redigere il proprio piano. 4. LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE E STRATEGIA OPERATIVA Il quarto capitolo è dedicato agli obiettivi indispensabili che il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, deve conseguire per fronteggiare una situazione di emergenza, nell’ambito della direzione unitaria dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione. 5. MODELLO DI INTERVENTO - PROCEDURE OPERATIVE In questo capitolo vengono descritte e/o riportate le responsabilità e i compiti ai vari livelli di comando e controllo per la gestione dell’emergenza a livello comunale. Nel modello vengono riportate le procedure suddivise in diverse fasi operative per l’attuazione più o meno progressiva delle attività previste nel Piano, in base alle caratteristiche ed all’evoluzione dell’evento, in modo da consentire l’utilizzazione razionale delle risorse, ed il coordinamento degli operatori di protezione civile presenti sul territorio. Tali fasi sono generalmente riconducibili a quattro livelli temporali: preallerta, attenzione, preallarme, allarme. 6. RISORSE, STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE In questa sezione sono descritte le risorse reperibili all’interno del comune o nelle immediate vicinanze ed utilizzabili in caso di emergenza, le strutture presenti sul territorio comunale (edifici pubblici, scuole, alberghi, ospedali, musei, ecc.), le infrastrutture presenti sul territorio comunale o di riferimento in caso di emergenza divise in due sezioni: reti tecnologiche (trasporti, luce, gas, ecc.) e nodi (svincolo autostradale, ponte, cabina elettrica, ecc.). 3 ALLEGATI CARTOGRAFICI In allegato al piano si riportano le cartografie prodotte per l’inquadramento territoriale, l’individuazione delle aree utili per la protezione civile, l’individuazione della pericolosità per i vari rischi, la definizione degli scenari di rischio. In definitiva con l’approccio metodologico che qui si tenta di tracciare si vuole rimarcare e quindi far emergere, il ruolo fondamentale del Comune quale struttura primaria dell’autonomia locale, capace attraverso i propri servizi e le proprie risorse di autodeterminarsi in decisioni pianificate in caso di emergenza. LUGLIO 2013 ASSESSORE ALLA PROTEZIONE CIVILE DOTT. GIUSEPPE ALFANO SIG. SINDACO DOTT. FRANCESCO LONGANELLA 4 Sommario 1. PREMESSA.....................................ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. 2. PARTE GENERALE............................................................................................... 12 2.1 Dati di base relativi al territorio comunale ................................................................................................ 13 Inquadramento generale..................................................................................................................................... 13 Strumenti di pianificazione ................................................................................................................................. 17 3. ANALISI DEI RISCHI E SISTEMA DI ALLERTAMENTO ...................................... 18 3.1 Analisi dei rischi ........................................................................................................................................... 19 3.1.0 Definizioni ................................................................................................................................................. 19 3.1.1 Rischio idraulico ........................................................................................................................................ 21 3.1.2 Rischio idrogeologico (frane) .................................................................................................................... 24 3.1.3 Rischio sismico .......................................................................................................................................... 26 3.1.4 Rischio vulcanico....................................................................................................................................... 28 3.1.5 Rischio chimico industriale........................................................................................................................ 30 3.1.6 Rischio Incendi di Interfaccia .................................................................................................................... 33 3.1.7 Altri rischi .................................................................................................................................................. 35 3.2 Scenario di rischio di riferimento ............................................................................................................... 36 3.3 Misure di mitigazione .................................................................................................................................. 43 3.4 Sistema di Allertamento e Centri Funzionali Multirischio....................................................................... 46 3.4.1 Sistema di allertamento per il rischio incendi boschivi e di interfaccia ..................................................... 46 3.4.2 Sistema di allertamento per il rischio idraulico e il rischio idrogeologico (frane) ..................................... 47 3.4.3 Sistema di allertamento per il rischio vulcanico ........................................................................................ 52 4. LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE E STRATEGIA OPERATIVA ................ 54 4.1 Funzionalità del sistema di allertamento locale............................................................................................. 54 4.2 Coordinamento operativo locale..................................................................................................................... 56 4.2.1 Presidio Operativo Comunale ................................................................................................................... 56 4.2.2 Centro Operativo Comunale...................................................................................................................... 57 4.3 Attivazione del Presidio territoriale ............................................................................................................... 59 4.4 Funzionalità delle telecomunicazioni ............................................................................................................. 61 4.5 Ripristino della viabilità e dei trasporti – controllo del traffico .................................................................. 61 4.6 Misure di salvaguardia della popolazione ..................................................................................................... 62 4.6.1 Informazione alla popolazione................................................................................................................... 62 4.6.2 Sistemi di allarme per la popolazione........................................................................................................ 62 4.6.3 Censimento della popolazione ................................................................................................................... 62 4.6.4 Aree di emergenza...................................................................................................................................... 63 4.6.5 Soccorso ed evacuazione della popolazione .............................................................................................. 64 4.6.6 Assistenza alla popolazione ....................................................................................................................... 64 4.7 Ripristino servizi essenziali ............................................................................................................................. 65 5 4.8 Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio............................................................................... 66 5. MODELLO DI INTERVENTO- PROCEDURE ... ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO.67 5.1 Il sistema di comando e controllo ................................................................................................................... 68 Eventi idrogeologici e/o idraulici........................................................................................................................ 68 Eventi sismici...................................................................................................................................................... 68 Eventi vulcanici .................................................................................................................................................. 69 Incidente in impianti industriali di cui ai Decreti Legislativi 334/99 e 238/2005 (leggi Seveso) ....................... 69 Incendi di interfaccia........................................................................................................................................... 69 Altri eventi .......................................................................................................................................................... 70 5.2 Le fasi operative............................................................................................................................................... 71 Rischio idraulico e idrogeologico (frane)........................................................................................................... 71 Rischio incidente rilevante per impianti chimico-industriali.............................................................................. 72 Rischio incendio di interfaccia ........................................................................................................................... 73 5.3 Procedura operativa ........................................................................................................................................ 74 6. RISORSE, STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE................................................. 79 6.1 Risorse .............................................................................................................................................................. 80 6.2 Strutture ........................................................................................................................................................... 81 6.3 Infrastrutture: reti tecnologiche e nodi...................................................... Errore. Il segnalibro non è definito. 6.3.1 Reti tecnologiche ............................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito. 6.3.1 Nodi ................................................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito. ALLEGATI CARTOGRAFICI ..............ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. 6