Università degli studi di Padova Facoltà di Scienze Statistiche Corso di Laurea Triennale in Scienze Statistiche e Gestione delle Imprese Tesi di Laurea Il marketing e la statistica: sviluppo di una strategia di mercato con l’ausilio della cluster analysis Marketing and statistics:a market strategy development using cluster analysis Relatore: Ch.ma Prof.ssa Martina Pertile Laureanda: Eleonora Azzolin - 554289 - GEI Anno Accademico 2008-09 ϭ Ϯ Ai miei nonni ϯ ϰ INDICE INTRODUZIONE 9 1 13 OBIETTIVI E SEGMENTAZIONE 1.1 DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E SEGMENTAZIONE……... 13 1.1.1 LA MACRO – SEGMENTAZIONE………………………... 14 1.1.2 LA MICRO – SEGMENTAZIONE………………………… 18 1.2 2 VALUTAZIONE DEI SEGMENTI E COPERTURA……………... 21 IL VANTAGGIO COMPETITIVO 25 2.1 DEFINIZIONE DEL VANTAGGIO COMPETITIVO……………. 25 2.2 LA DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO……………………. 30 2.2.1 UN LIVELLO DI QUALITÀ PIÙ ALTO…………………... 30 2.2.2 LA QUALITÀ PERCEPITA………………………………... 34 2.2.3 IL LIVELLO DEI COSTI…………………………………… 40 2.3 3 VANTAGGI COMPETITIVI A CONFRONTO…………………... 44 POSIZIONAMENTO E MARKETING MIX 3.1 IL RAPPORTO TRA MARKETING MIX E POSIZIONAMENTO……. 47 3.2 IL MARKETING MIX……………………………………………... 48 3.3 LE FASI DEL POSIZIONAMENTO………………………………. 52 ϱ 47 4 LA SEGMENTAZIONE CON LA CLUSTER ANALYSIS 4.1 55 LA METODOLOGIA……………………………………………….55 4.1.1 TECNICHE DI CLUSTERING……………………………... 55 4.1.2 VALUTAZIONE DEL RAGGRUPPAMENTO……………. 58 4.2 IL CASO: L’ACQUISTO DEL BIOLOGICO……………………... 60 4.2.1 IL PROCESSO DI SEGMENTAZIONE…………………… 60 4.2.2 ANALISI DEI DUE SEGMENTI………………………… 63 4.2.3 RISULTATI…………………………………………………. 67 CONCLUSIONI…………………………………………………………………..71 A GRAFICI DEI RISULTATI PER DIVERSE PARTIZIONI 73 BIBLIOGRAFIA 79 INDICE DELLE FIGURE 81 INDICE DELLE TABELLE 81 RINGRAZIAMENTI 83 ϲ ϳ ϴ INTRODUZIONE «An organizational function and a set of processes for creating, communicating, and delivering value to customers and for managing customer relationships in ways that benefit the organization and its stakeholders»1 (AMA Board) Il marketing è il ramo della scienza economica che si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell'analisi dell'interazione del mercato e dei suoi utilizzatori con l'impresa. Marketing significa letteralmente "piazzare sul mercato" e comprende quindi tutte le azioni aziendali riferibili al mercato destinate al piazzamento di prodotti, avendo come fine il maggiore profitto. Philip Kotler, considerato il padre del marketing moderno, distingue quattro strategie di approccio al mercato da parte del’impresa: orientamento alla produzione, caratterizzato da un eccesso di offerta rispetto alla domanda, orientamento al prodotto, in cui ci si concentra più su quest’ultimo che sul consumatore, orientamento alle vendite, dove si cerca di vendere tutto ciò che si produce senza porre particolare attenzione alle esigenze del consumatore, e infine orientamento al marketing, l’approccio più recente,dove si parte dai bisogni del cliente per poi cercare di produrre un bene o un servizio che li soddisfi. Lo scopo di questa tesi è cercare di proporre una serie di elementi da valutare per definire una strategia di marketing, partendo dallo studio di un caso reale sul cibo biologico e analizzandolo con una metodologia di tipo cluster. ϭ ͨhŶĂĨƵŶnjŝŽŶĞŽƌŐĂŶŝnjnjĂƚŝǀĂĞĚƵŶŝŶƐŝĞŵĞĚŝƉƌŽĐĞƐƐŝǀŽůƚŝĂĐƌĞĂƌĞ͕ĐŽŵƵŶŝĐĂƌĞĞƚƌĂƐŵĞƚƚĞƌĞƵŶǀĂůŽƌĞĂŝĐůŝĞŶƚŝ͕ĞĚ ĂŐĞƐƚŝƌĞŝƌĂƉƉŽƌƚŝĐŽŶĞƐƐŝŝŶŵŽĚŽĐŚĞĚŝĂŶŽďĞŶĞĨŝĐŝĂůůΖŝŵƉƌĞƐĂĞĚĂŝƐƵŽŝƉŽƌƚĂƚŽƌŝĚŝŝŶƚĞƌĞƐƐĞͩ͘ ϵ Quando si parla di strategia si intende l’insieme delle iniziative che consentono all’impresa primeggiare nel confronto competitivo.2 Partendo dal presupposto che il successo di una strategia si misura in base al raggiungimento o meno degli obiettivi preposti, verranno toccati i seguenti punti: importanza degli obiettivi, segmentazione del mercato,scelta del vantaggio competitivo da raggiungere, analisi del posizionamento e applicazione del marketing mix. Gli ultimi due argomenti verranno trattati assieme, in quanto il marketing mix viene considerato un ausilio per sviluppare un corretto posizionamento. Nel primo capitolo verrà presentata la segmentazione, divisa in macro e micro segmentazione: si effettuerà una distinzione tra il mercato industriale e il mercato di consumo, per poi discutere come si valuta un segmento e come si sceglie la copertura migliore. Il secondo capitolo sarà dedicato alle strategie tramite cui si raggiunge il vantaggio competitivo: attraverso la differenziazione o attraverso i costi. Nel capitolo tre verrà definito cosa si intende con posizionamento e verrà trattato brevemente il marketing mix. L’ultimo capitolo è suddiviso in due sottocapitoli: nella prima parte si illustrerà la teoria del clustering, presentando i vari metodi e le tecniche usate in base ai dati disponibili e agli scopi da raggiungere; nella seconda parte verrà proposto un esempio pratico. Basandosi su un questionario somministrato a 770 individui riguardo al cibo biologico, verrà proposta una segmentazione del mercato. È importante ottolineare che questa tesi non ha assolutamente la pretesa di proporre un modello univoco riferimento per definire una strategia; essa vuole presentare semplicemente una delle possibili alternative, che può essere modificata integrandola o riducendola a piacere in base ad ulteriori conoscenze. D’altra parte, sarebbe quasi impossibile creare una strategia valida per qualsiasi tipo di prodotto o Ϯ 'ŝƵƐĞƉƉĞsŽůƉĂƚŽ͕͞>ĂŐĞƐƚŝŽŶĞĚĞůů͛ŝŵƉƌĞƐĂ͕͟ĞĚĂŵ͕ϭϵϵϲ ϭϬ servizio proposto al mercato, sia a causa della moltitudine moltitudine di bisogni e quindi di prodotti necessari,, sia perché il marketing è una disciplina che lasc lascia ampio spazio alla creatività del soggetto, e il successo o meno della strategia dipende in buona parte dalle abilità e dalle intuizioni del suo idea ideatore. K/dd/s/ ^'DEd/KE ^>dsEd''/KKDWd/d/sK WK^//KEDEdKDZ<d/E'D/y Figura 1: strategia di marketing proposta ϭϭ ϭϮ CAPITOLO 1 OBIETTIVI E SEGMENTAZIONE 1.1 DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E SEGMENTAZIONE Prima di iniziare ad analizzare la segmentazione, si sottolinea che il primo passo da compiere per delineare una strategia di marketing è la definizione degli obiettivi da raggiungere, i quali possono essere di varia natura, finanziaria ma anche produttiva o commerciale: l’obiettivo rappresenta il criterio in base a cui si misura il successo o il fallimento della strategia. Il mercato viene definito come l’insieme di tutti i potenziali acquirenti che, condividendo un particolare bisogno o desiderio, potrebbero essere interessati e in grado di impegnarsi in uno scambio, al fine di dare soddisfazione al loro desiderio o al loro bisogno. Nel momento in cui un’impresa decide di operare in un certo mercato deve essere cosciente che non può essere in grado di soddisfare tutti gli acquirenti che ne fanno parte. I consumatori, infatti, sono un gruppo eterogeneo, ognuno con gusti ed esigenze diversi: nel caso estremo, si può dire che ognuno di loro ha una funzione di domanda propria. Quando si considera la situazione intermedia di eterogeneità ,raggruppando individui con funzione di domanda simile, si compie una segmentazione del mercato. A livello teorico, la segmentazione perfetta si raggiunge quando tutti i consumatori all’interno di uno stesso segmento sono rappresentati da un’unica funzione di ϭϯ domanda. Il segmento, quindi, rappresenta un’ampia porzione del mercato, con clienti caratterizzati tterizzati da una funzione di domanda simile. Di seguito scomporremo il processo di segmentazione in due momenti collegati ma distinti: la Macro - segmentazione la Micro - segmentazione. 1.1.1 LA MACRO - SEGMENTAZIONE La macro-segmentazione segmentazione consiste nell’identificazione di prodotti mercato. ƐŽƚƚŽŝŶƐŝĞŵŝŽŵŽŐĞŶĞŝ ƚƵƚƚŝŝĐůŝĞŶƚŝ /ŵƉŽƐƐŝďŝůĞ ƐŽĚĚŝƐĨĂƌĞ ƚƵƚƚŝ ŝ ĐůŝĞŶƚŝ ĐŽŶ ƵŶ ƵŶŝĐŽ ƉƌŽĚŽƚƚŽ dZ'd Figura 2:: la divisione del mercato in sottoinsiemi omogenei Il primo passo da compiere durante una strategia di segmentazione è quello di definire il mercato obiettivo; tale definizione dov dovrebbe rebbe essere formulata in termini abbastanza specifici per orientare la strategia ma, allo stesso tempo, abbastanza vaghi per stimolare l’immaginazione e permettere di sviluppare strategie nuove. L’obiettivo consiste nel definire il mercato di rif riferimento erimento dal punto di vista dell’acquirente e non del produttore. Vengono consi considerati derati tre fattori: chi sono i diversi gruppi di acquirenti potenzialmente potenzialmente interessati al prodotto; prodo quali sono i ϭϰ bisogni, le funzioni o i gruppi di funzioni da soddisfare,quali sono le tecnologie esistenti o le attività in grado di produrre tali funzioni. Si ottiene così il prodotto mercato.3 ŝƐŽŐŶŝĞĨƵŶnjŝŽŶŝ WƌŽĚŽƚƚŽŵĞƌĐĂƚŽ 'ƌƵƉƉŝĚŝĂĐƋƵŝƌĞŶƚŝ ƚĞĐŶŽůŽŐŝĞ &ŝŐƵƌĂϯ͗ŝůWƌŽĚŽƚƚŽŵĞƌĐĂƚŽ Per spiegare il grafico sopra esposto ci serviremo di un esempio: la funzione dell’automobile è quella di permettere all’individuo di spostarsi, da solo oppure in compagnia di altri soggetti e magari di trasportare carichi modesti. I gruppi di acquirenti possono essere diversi, e ognuno esprimerà dei bisogni differenti: i giovani preferiranno un’auto sportiva, veloce, un padre di famiglia cercherà un mezzo comodo, sicuro e abbastanza grande da poter trasportare più persone; chi vive in una grande città vorrà un’auto di dimensioni ridotte, facile da parcheggiare. 3 Detti anche ASA, Area Strategica d'Affari ϭϱ Infine, con tecnologie si fa riferimento a tutte quelle capacità tecnologiche che permettono di soddisfare i bisogni descritti, diversi per ogni gruppo di acquirenti. Il secondo passo consiste nel definire la struttura del mercato di riferimento; sulla base dei concetti sopra esposti si possono avere tre definizioni del mercato di riferimento: • prodotto-mercato: intersezione tra un gruppo di acquirenti e un assortimento di funzioni basate su una particolare tecnologia; è la più soddisfacente, in quanto si pone l’attenzione sugli acquirenti. Tale suddivisione può rappresentare la base dell’organizzazione del marketing dell’impresa. • mercato-soluzione: comprende l’insieme delle tecnologie che possono svolgere una particolare funzione rispetto a un gruppo di acquirenti; si avvicina molto alla definizione di bisogno generico e mette l’accento sulla sostituibilità delle tecnologie per una diversa funzione. L’ inconveniente è il fatto che i settori tecnologici sono molto diversi tra loro. • industria: definita come una particolare tecnologia, rispetto a qualsiasi gruppo di acquirenti;è la meno soddisfacente perché considera solo il lato dell’offerta e mette insieme acquirenti che non hanno rapporti tra loro. Giunti a questo punto dell’analisi, si cerca di individuare delle caratteristiche appartenenti agli individui, utilizzate per suddividere il mercato in macro segmenti:tali caratteristiche vengono chiamate variabili. Nel momento in cui esse ϭϲ sono state identificate, si cerca di individuare le giuste combinazioni, al fine di costruire una griglia di macro - segmentazione. Generalmente, prima si considerano tutte le variabili di segmentazione che sembrano pertinenti, senza tralasciarne qualcuna, per poi studiare solo le variabili che rivestono un’importanza strategica. Vengono raggruppate, quindi, le variabili tra loro correlate,eliminando le combinazioni impossibili e si raggruppano i segmenti con dimensioni ridotte o differenze irrilevanti: la griglia finale includerà i segmenti esistenti ma anche quelli potenziali. A questo punto la griglia deve essere verificata, collocando i clienti e i concorrenti principali nel mercato considerato. Si raccolgono quindi informazioni che consentono di valutare il potenziale, le aspettative, la sensibilità di ogni segmento, e si valuta la quota di mercato detenuta dai concorrenti. Le risposte a queste domande sono utili per definire una corretta strategia di copertura del mercato. Le strategie di copertura sono principalmente 54: 1) Srategia di concentrazione: ci si concentra su un prodotto-mercato, una funzione e un gruppo di acquirenti .Tale strategia mira a una quota di mercato elevata in una nicchia definita 2) Strategia di specializzazione incentrata su prodotto: ci si specializza su una funzione coprendo tutti i gruppi di acquirenti interessati a tale funzione 3) Strategia di specializzazione incentrata sul cliente: ci si specializza su una categoria di clienti offrendo una gamma completa di prodotti 4) Strategia di specializzazione selettiva: si inseriscono vari prodotti in vari mercati privi di collegamento 5) Strategia di copertura completa: si propone un assortimento completo per andare incontro ai bisogni di tutti i gruppi di acquirenti ϰ <ŽƚůĞƌW͕͘͟DĂƌŬĞƚŝŶŐDĂŶĂŐĞŵĞŶƚ͕͟ĚŝnjŝŽŶŝ/ƐĞĚŝʹWƌŝŶĐĞ,Ăůů/ŶƚĞƌŶĂƚŝŽŶĂů͕dŽƌŝŶŽ͕ϭϵϵϳ ϭϳ 1.1.2 LA MICRO – SEGMENTAZIONE La micro – segmentazione è un processo che identifica i segmenti all’interno di ciascun prodotto-mercato considerato. Se i consumatori o i clienti che fanno parte di uno stesso prodotto mercato chiedono al prodotto di svolgere la stessa funzione di base, possono tuttavia manifestare attese o preferenze specifiche sul modo di ottenere la funzione richiesta o sui servizi che la accompagnano. L’obiettivo della micro - segmentazione consiste nel trovare gruppi di acquirenti che cercano lo stesso paniere di attributi. Fasi della micro – segmentazione Le fasi della micro – segmentazione sono: la suddivisione del prodotto-mercato in segmenti; la selezione di uno o più segmenti target; il posizionamento in ognuno di essi. Il primo passo consiste nell’individuare i segmenti, ossia nel suddividere il nostro prodotto-mercato in sottoinsiemi, sulla base di alcune variabili. Di seguito faremo una distinzione tra beni di consumo e beni industriali, in quanto le variabili usate sono diverse. Mercato dei beni di consumo Le principali variabili di segmentazione del mercato di consumo sono quattro5. Le le variabili geografiche suddividono il mercato in diverse unità geografiche (nazione, regioni, provincie …): la segmentazione svolta con tale metodo è facile da realizzare, ma offre informazioni limitate. ϱ :͘:>ĂŵďŝŶ͕͞DĂƌŬĞƚŝŶŐƐƚƌĂƚĞŐŝĐŽŽƉĞƌĂƚŝǀŽ͕͟DĂƌŬĞƚʹƌŝǀĞDĂŶĂŐĞŵĞŶƚ͕ĚŝnjŝŽŶŝDĐ'ƌĂǁʹ,ŝůů͕ϮϬϬϬ ϭϴ Le variabili demografiche suddividono il mercato sulla base di variabili quali per esempio l’età, il sesso, l’istruzione. Se considero due o più variabili contemporaneamente si parla di segmentazione demografica multivariata; nonostante vengano offerte informazioni limitate, i dati sono facilmente reperibili e in effetti spesso bisogni, abitudini e preferenze sono realmente correlate a questo tipo di variabili. L’aggancio con tali variabili è molto utile anche quando voglio descrivere il mercato in termini non demografici. Con il metodo psicografico si studia il mercato in gruppi diversi in base alla classe sociale di appartenenza, allo stile di vita adottato e alle caratteristiche di personalità: ci si focalizza sulle motivazioni dei consumatori, aggiungendo informazioni sulle variabili psicologiche. Da notare che tali variabili sono difficili da applicare, anche a livello di definizione e correttezza. Infine, quando si utilizzano le variabili comportamentali, si suddividono gli acquirenti in base alla conoscenza che mostrano sul prodotto in esame, del loro atteggiamento verso questo, dell’uso che ne fanno e in generale di come rispondono al prodotto. Nonostante questo sia considerato uno dei metodi più efficaci, la raccolta dei dati può risultare laboriosa. Mercato dei beni industriali Quando si parla di mercati industriali, è possibile effettuare la stessa distinzione tra macro e micro segmentazione. Le differenze più significative sono presenti nella micro – segmentazione. I mercati industriali spesso vengono segmentati usando le stesse variabili usate per il mercato di consumo; nel contempo, è possibile usare altre variabili. I loro principali descrittori sono: le caratteristiche demografiche e operative dell’impresa cliente(caratteristiche demografiche dell’istituzione,applicazione e utilizzo finale del prodotto,tipologia della situazione di acquisto, fedeltà alla fonte di ϭϵ fornitura), caratteristiche del centro d’acquisto(composizione e ruoli dei suoi membri, fasi processo d’acquisto,compiti assegnati al centro d’acquisto, livello di decentramento delle decisioni), e caratteristiche individuali dei membri che partecipano al processo decisionale(variabili demografiche : età, cultura, esperienza, ruolo organizzativo, criteri di acquisto utilizzati,variabili psicografiche: atteggiamenti e preferenze per i fornitori e le marche offerte,grado di fiducia e familiarità). Va ricordato infine un metodo usato molto spesso per la sua efficacia: la segmentazione del mercato industriale in funzione degli utilizzatori finali del bene (utilizzatori finali diversi implicano la ricerca di vantaggi specifici nel prodotto e richiedono distinti marketing mix). Esistono molteplici modi di segmentare un mercato: in realtà non esiste un modo giusto o sbagliato, l’unica cosa richiesta è che la segmentazione sia utile. Perché ciò accada, i segmenti devono presentare alcune caratteristiche6: • Misurabilità: grado in cui è possibile misurare la dimensione e il potere d’acquisto dei diversi segmenti. Alcune variabili possono essere comunque difficili da misurare • Accessibilità : grado in cui i diversi segmenti possono essere realmente raggiunti o serviti • Importanza: grado in cui i segmenti presentano un’ampiezza o dei livelli di assorbimento tali da essere profittevoli (un segmento dovrebbe essere costituito dal gruppo più ampio e sufficientemente omogeneo per cui risulti possibile e conveniente impostare un programma di marketing specifico) • Praticabilità : grado in cui è possibile per l’impresa impostare programmi di marketing efficaci per attirare e servire i segmenti scelti. ϲ <ŽƚůĞƌW͕͘͟DĂƌŬĞƚŝŶŐDĂŶĂŐĞŵĞŶƚ͕͟ĚŝnjŝŽŶŝ/ƐĞĚŝʹWƌŝŶĐĞ,Ăůů/ŶƚĞƌŶĂƚŝŽŶĂů͕dŽƌŝŶŽ͕ϭϵϵϳ ϮϬ 1.2 VALUTAZIONE DEI SEGM SEGMENTI NTI E COPERTURA Una volta individuati i segmenti, si passa alla loro loro valutazione: nel fare ciò, si tiene conto della dimensione e del tasso di sviluppo del segmento (si valuta cioè se il segmento potenziale possiede la dimensione e il tasso di sviluppo desiderati)e desid dell’attrattività della struttura del segmento, in quanto se un segmento possiede le caratteristiche richieste , non è detto che sia soddisfacente soddisfacente anche in termini di profittabilità. Per decidere se nel lungo periodo sussiste tale attrattività a livello di profitto ci si basa sullo modello delle 5 forze di Porter. &ŝŐƵƌĂϰ͗ŝůŵŽĚĞůůŽĚŝWŽƌƚĞƌ Analizzando lo schema, si nota che l’azienda deve stimare stimare l’impatto sulla profittabilità di lungo periodo sulla base delle se seguenti guenti minacce, quali: Ϯϭ 1) Minaccia di un’intensa competizione all’interno del segmento: un segmento appare poco attraente se è già servito da un numero rilevante di concorrenti 2) Minaccia di nuovi entranti: un segmento è potenzialmente interessante quando è caratterizzato da elevate barriere all’entrata e limitate barriere all’uscita ďĂƌƌŝĞƌĞĂůů͛ƵƐĐŝƚĂ ďĂƐƐĞ WZK&/dd/^d/>/ DKEdEhd/ ďĂƐƐĞ ďĂƌƌŝĞƌĞ Ăůů͛ĞŶƚƌĂƚĂ ĂůƚĞ WZK&/dd/ >sd/KEhE >sdK >/s>>K/ Z/^,/K ĂůƚĞ WZK&/dd/ KEdEhd/ KEhE >sdK >/s>>K/ Z/^,/K WZK&/dd/ >sd/ ^d/>/ &ŝŐƵƌĂϱ͗ƐĐŚĞŵĂĚĞůůĞďĂƌƌŝĞƌĞĂůůΖƵƐĐŝƚĂĞĂůůΖĞŶƚƌĂƚĂĚŝƵŶƐĞŐŵĞŶƚŽ 3) Minaccia di prodotti sostitutivi: un segmento è poco attraente se esistono prodotti sostitutivi attuali o potenziali che possono limitare la potenzialità di profitto ϮϮ 4) Minaccia di un crescente potere contrattuale da parte degli acquirenti : se gli acquirenti hanno un forte potere contrattuale, ci possono essere conseguenze come la caduta dei prezzi, un incremento della qualità o dei servizi accessori richiesti, un’elevata competitività , spese della profittabilità. Il potere contrattuale tende ad aumentare quando gli acquirenti si organizzano tra loro, quando il prodotto rappresenta una porzione significativa del potere d’acquisto degli acquirenti stessi, quando il prodotto è indifferenziato, quando gli acquirenti sono sensibili alla variabile prezzo o quando essi possono perseguire una strategia di integrazione verticale a monte 5) Minaccia di un crescente potere contrattuale da parte dei fornitori: se i fornitori sono in grado di aumentare il livello dei prezzi o di ridurre la qualità o la quantità di beni o servizi a loro commissionati. Tale potere cresce quando i fornitori sono concentrati e organizzati tra loro, le alternative di fornitura sono limitate , il prodotto è fondamentale per la produzione, i costi per cambiare fornitore sono elevati e quando questo può integrarsi verticalmente a valle Infine, l’impresa deve considerare il segmento in base alle proprie risorse e ai propri obiettivi, per evitare un eccessivo spreco di energie o di risorse; deve sussistere una certa coerenza tra obiettivi di lungo periodo e strategie d’impresa al fine di realizzare il vantaggio competitivo. Giunti a questo punto, l’impresa deve scegliere la strategia di copertura, ossia a quali segmenti rivolgersi. Il mercato obiettivo è costituito da un insieme di acquirenti che hanno bisogni e caratteristiche comuni che l’impresa vuole soddisfare. Ci sono 5 possibili strategie: • Concentrazione su un solo segmento: si sceglie uno specifico segmento su cui operare; tale strategia è solitamente seguita dalle piccole imprese Ϯϯ • Specializzazione prodotto: si realizza un prodotto destinato a tutti i clienti • Specializzazione di mercato: un’impresa decide di offrire diversi prodotti in base alle esigenze espresse dal mercato prescelto • Specializzazione selettiva: si usa quando si opera in settori di nicchia , che non hanno relazione reciproca, tranne quella di costituire un’opportunità attraente • Copertura totale del mercato: attuata dalle imprese maggiori che vogliono conquistare una leadership nel mercato La selezione del mercato obiettivo, in conclusione, segue tre approcci principali:quella del marketing indifferenziato, dove l'azienda ignora le differenze tra i segmenti e cerca di offrire un solo prodotto a tutto il mercato, del marketing differenziato,ossia l'azienda "targetizza" più segmenti, e progetta offerte diverse per ognuno di essi, e infine il marketing concentrato , one-to-one), dove l'azienda mira ad avere una grossa quota in uno o pochi specifici segmenti. Ϯϰ CAPITOLO 2 IL VANTAGGIO COMPETITIVO 2.1 DEFINIZIONE DEL VANTAGGIO COMPETITIVO Scelto il segmento obiettivo, si devono esaminare le modalità attraverso cui un’impresa può differenziare la propria offerta nei confronti dei cliente. Quando il consumatore o il clinte non riesce a individuare le differenze tra i prodotti offerti, finisce per ritenere il prodotto semplicemente come una “merce”, e il prezzo diventa il fattore determinante nella scelta dell’acquisto. L’insieme delle caratteristiche che conferiscono al prodotto un grado di superiorità agli occhi del cliente rispetto a quello del concorrente viene definito vantaggio competitivo. Esso può essere di due tipi: esterno , quando si basa su alcune qualità distintive del prodotto che costituiscono valore per il cliente, o interno, quando si basa sulla capacità dell’impresa di gestire al meglio i costi per la fabbricazione, la progettazione e la gestione del prodotto. Si sottolinea che quando si ricerca un vantaggio competitivo esterno si adotta una strategia di differenziazione che richiede da parte dell’impresa una certa abilità di marketing, al fine di identificare quelle aspettative del cliente che non sono ancora state del tutto soddisfatte. Inoltre, : inoltre, il cliente deve essere disposto a pagare un prezzo economicamente soddisfacente per l’impresa che lo produce. Ϯϱ In entrambi i casi,il vantaggio competitivo deve presentare 3 caratteristiche7: 1. DEVE GENERARE VALORE PER IL CLIENTE I clienti scelgono il prodotto delle imprese che offrono il più alto valore prestato, o valore reso. dove per valore totale si intende il valore attribuito alle varie caratteristiche ritenute determinanti, mentre il prezzo totale, come diceva Adam Smith, è “il prezzo reale di ogni cosa, ciò che ogni costa realmente a chi ha bisogno di procurarsela , è la pena è il disturbo di procurarsela”, che include quindi non solo il prezzo monetario, ma anche il tempo impiegato e il dispendio di energie fisiche e psichiche. 2. IL MAGGIOR VALORE DEVE ESSERE PERCEPITO DAL CONSUMATORE Il cliente deve rendersi conto che l’impresa offre un prodotto “migliore” rispetto ai concorrenti. 3. NON DEVE ESSERE FACILMENTE IMITABILE. ϳ Z͘^tŝŶĞƌ͕͟͞DĂƌŬĞƚŝŶŐDĂŶĂŐĞŵĞŶƚ͕͟ĚŝnjŝŽŶŝƉŽŐĞŽ͕ϮϬϬϬ Ϯϲ ǀĂůŽƌĞ ƉƌŽĚŽƚƚŽ ǀĂůŽƌĞƐĞƌǀŝnjŝ ǀĂůŽƌĞƚŽƚĂůĞ ƉĞƌŝůĐůŝĞŶƚĞ ǀĂůŽƌĞĚĞů ƉĞƌƐŽŶĂůĞ ǀĂůŽƌĞ ĚĞůůΖŝŵŵĂŐŝŶĞ ǀĂůŽƌĞƌĞƐŽ ƉƌĞnjnjŽ ŵŽŶĞƚĂƌŝŽ ĐŽƐƚŽƚŽƚĂůĞ ƉĞƌŝůĐůŝĞŶƚĞ ǀĂůŽƌĞĚĞů ƚĞŵƉŽ ĚŝƐƉĞŶĚŝŽĚŽ ĞŶĞƌŐŝĞ ĐŽƐƚŽƉƐŝĐŚŝĐŽ &ŝŐƵƌĂϲ͗ůĞĐŽŵƉŽŶĞŶƚŝĚĞůǀĂůŽƌĞƌĞƐŽ ͗ůĞĐŽŵƉŽŶĞŶƚŝĚĞůǀĂůŽƌĞƌĞƐŽ Secondo Porter,lo strumento fondamentale per definire definire le fonti del potenziale vantaggio competitivo è la catena del valore. &ŝŐƵƌĂϳ͗ůĂĐĂƚĞŶĂĚĞůǀĂůŽƌĞƐĞĐŽŶĚŽWŽƌƚĞƌ ƐĞĐŽŶĚŽWŽƌƚĞƌ Ϯϳ In base al concetto di catena del valore, l’impresa viene disgregata in nove classi di attività strategicamente rilevanti allo scopo di rilevare il comportamento dei costi e di potenziali fonti di differenziazione. Le 9 classi sono formate da 5 attività primarie e da 4 attività secondarie. Le attività primarie iniziano con l’acquisizione dei materiali necessari al ciclo operativo, per passare quindi alla trasformazione dei prodotti che saranno poi distribuiti, commercializzati e dotati di assistenza. Le attività di supporto vengono svolte durante l’intera sequenza di attività primarie. Compito dell’impresa è di esaminare i costi e i risultati relativi ad ogni attività, allo scopo di apportare miglioramenti. Nel momento in cui l’impresa fa meglio del concorrente consegue vantaggio competitivo. Il processo può andare oltre, andando ad analizzare la catena del valore di fornitori, distributori e clienti. Non tutte le imprese possono conseguire lo stesso vantaggio competitivo:vengono individuati 4 tipi di settori industriali in base al vantaggio competitivo perseguibile: ŶƚŝƚăǀĂŶƚĂŐŐŝŽ ĐŽŵƉĞƚŝƚŝǀŽ ŵŽĚĞƐƚĂ ^ddKZ/ &ZDDEdZ/ ƌŝůĞǀĂŶƚĞ ^ddKZ/ ^W/>/d/ ĂůƚĂ EƵŵĞƌŽƐŝƚăĂƉƉƌŽĐĐŝ ƉĞƌĐŽŶƐĞŐƵŝƌĞŝů ǀĂŶƚĂŐŐŝŽĐŽŵƉĞƚŝƚŝǀŽ ^ddKZ/ >Kd/ ^ddKZ/^d/ ^h/sK>hD/ ďĂƐƐĂ &ŝŐƵƌĂϴ͗ƐĞƚƚŽƌŝŝŶĚƵƐƚƌŝĂůŝĐůĂƐƐŝĨŝĐĂƚŝŝŶďĂƐĞĂůǀĂŶƚĂŐŐŝŽĐŽŵƉĞƚŝƚŝǀŽ Ϯϴ • Settori basati sui volumi: si tratta di settori industriali nei quali le imprese possono conseguire solo alcuni vantaggi, seppur piuttosto rilevanti. Un esempio è costituito dall’industria dei macchinari per l’edilizia, dove il successo è basato sulle dimensioni dell’impresa o sulla quota di mercato • Settori bloccati: ci sono pochi vantaggi, di modesta entità; un esempio è l’industria siderurgica • Settori frammentati: settori in cui ci sono molte opportunità di modesta entità; l’esempio è un ristorante • Settori specializzati: ci sono molteplici opportunità di differenziazione legate volti ad acquisire vantaggi rilevanti;un esempio sono le imprese che producono robot per l’industria automobilistica Di seguito analizzeremo brevemente i tre approcci suggeriti da R. Winer allo sviluppo del vantaggio competitivo: 1. Sviluppo del vantaggio competitivo elevando il livello della qualità, o differenziazione del prodotto 2. Sviluppo del vantaggio competitivo elevando il livello della qualità percepita legata al brand 3. Sviluppo del vantaggio competitivo elevando il livello dei costi o dei prezzi Ϯϵ 2.2 LA DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO Una strategia di differenziazione permette di affermare la propria differenza rispetto al concorrente, mantenendo la quota di mercato o addirittura aumentandola. La differenziazione può essere messa in atto solo quando esiste una certa distanza dai concorrenti per uno o più attributi significativi del prodotto proposto. Secondo Chetochine, ci sono 4 assi di differenziazione volti a creare questa distanza dai concorrenti. Un prodotto o un servizio può essere diverso in quanto innovatore (prodotto ispirato a un’altra tecnologia, a un’altra energia … ), acceleratore (permette di guadagnare tempo rispetto ai prodotti originali), semplificatore (offre la possibilità di evitare sforzi e sprechi di energie) e migliorativo (fornisce performance migliori). Nel momento in cui la differenziazione diventa reale e percepita dal cliente, quest’ultimo sarà disposto a pagare un prezzo maggiore, ossia un premium price. 2.2.1 UN LIVELLO DI QUALITA’ PIU’ ALTO Un’impresa può differenziare la propria offerta creando una differenza osservabile sul prodotto offerto, che possieda un valore per il target di consumatori. Il prodotto viene definito come un insieme di attributi tangibili e intangibili volti a procurare benefici al consumatore. Esso parte da una forma base, per poi essere ampliato in funzione delle esigenze del mercato e dell’impresa: • Prodotto essenziale: prodotto o servizio acquistato per soddisfare una necessità. • Prodotto atteso: comprende parti del prodotto non essenziali, che combinate assieme portano dei benefici, come per esempio la qualità. ϯϬ • Prodotto ampliato:insieme di servizi e benefici off offerti al cliente (installazione, garanzia…) • Prodotto potenziale: iale: teoricamente, tutto ciò che si può offrire al consumatore, soddisfando bisogni di cui egli non è ancora a conoscenza. conoscenza. (auto con parcheggio gratuito nelle principali città italiane) italian ƉƌŽĚŽƚƚŽ ƉŽƚĞŶnjŝĂůĞ ĂƵƚŽĐŽŶ ƉĂƌĐŚĞŐŐŝŽ ŐƌĂƚƵŝƚŽŶĞůůĞ ŵĂŐŐŝŽƌŝĐŝƚƚă ŝƚĂůŝĂŶĞ ƉƌŽĚŽƚƚŽ ĂŵƉůŝĂƚŽ ĂƵƚŽĐŽŶϱĂŶŶŝĚŝ ŐĂƌĂŶnjŝĂ ƉƌŽĚŽƚƚŽĂƚƚĞƐŽ ĂƵƚŽĐŽŶƉĂƌƚŝĐŽůĂƌŝĐĂƌĂƚĞƌŝƐƚŝĐŚĞ ƚĞĐŶŝĐŚĞ ƉƌŽĚŽƚƚŽĞƐƐĞŶnjŝĂůĞ ĂƵƚŽ &ŝŐƵƌĂϵ͗ĞƐĞŵƉŝŽĚŝƉƌŽĚŽƚƚŽĂŵƉůŝĂƚŽ ĂŵƉůŝĂƚŽ Non tutti i prodotti sono differenziabili allo stes stesso so modo: da una parte abbiamo prodotti altamente standardizzati, mentre dall’altra dall’altra quelli suscettibili a forte differenziazione. Nel momento in cui è possibile una una qualche differenziazione, l’impresa resa opera su più variabili. Le caratteristiche fan fanno no riferimento alle funzioni fondamentali svolte dal prodotto. Molti di questi sono offerti con caratteristiche variabili: il punto di partenza è costituito da un unaa versione base, suscettibile a cambiamenti e completamenti. etamenti. Operare sulle caratteristiche può portare ottimi vantaggi e alcune imprese, coscienti di ciò, sono estremamente estremamente innovative in questo campo. Per individuare quali caratteristiche svilup sviluppare, pare, si cerca di solito di mettersi ϯϭ in contatto con quanti hanno acquistato il prodotto di recente, e si pone loro una serie di domande, quali il gradimento, l’esigenza di altre caratteristiche, la volontà di modificare quelle esistenti. Dopo aver valutato le risposte, il numero di clienti che richiedono o apprezzano una certa caratteristica, il tempo necessario per introdurle e le reazioni dei concorrenti, l’impresa agisce di conseguenza. Ovviamente, è opportuno tenere conto anche del costo dell’impresa e del costo del cliente. Le prestazioni invece definiscono il modo in cui le caratteristiche fondamentali del prodotto svolgono le proprie funzioni. Nella fase iniziale il prodotto viene posizionato in uno dei seguenti livelli di prestazione: basso, medio, alto, superiore. La domanda fondamentale è se un livello di prestazioni più alto può portare una maggiore profittabilità; il motivo di un profitto maggiore va ricercato nel fatto che con prestazioni più elevate si può chiedere al cliente un premium price, si può contare su una maggior fedeltà alla marca e su una maggiore attrattività verso i nuovi clienti. Per tutti questi motivi, il costo richiesto per dare una qualità maggiore non sarà molto più elevato di quello sostenuto fornendo una qualità inferiore. Ciò non significa che è necessario aumentare la qualità a dismisura, in quanto questo può causare una diminuzione dei clienti: si deve comunque tenere conto del mercato obiettivo. Nel seguente grafico abbiamo sull’asse delle ascisse il livello di qualità, su quello delle ordinate il livello del ROI.8 ϴ ZĞƚƵƌŶKŶ/ŶǀĞƐƚŵĞŶƚƐ ϯϮ ZK/ ϯϱ ϯϬ Ϯϱ ϮϬ ϭϱ ϭϬ ϱ Ϭ ^^K D/K >dK &ŝŐƵƌĂϭϬ͗ƌĞůĂnjŝŽŶĞƚƌĂƋƵĂůŝƚăĚĞůƉƌŽĚŽƚƚŽĞƉƌŽĨŝƚƚĂďŝůŝƚă Per definire quanto il prodotto è soddisfacente in termini di differenziazione, ci si puo’ basare su alcune variabili. In particolare, in riferimento al prodotto stesso, si può valutare: la conformità, la quale definisce il grado in cui la definizione del prodotto e le sue caratteristiche corrispondono allo standard assunto come obiettivo: tale caratteristica è detta solitamente conformità alle specifiche; la durabilità,che costituisce una misura della vita operativa del prodotto; l’affidabilità, la quale definisce la probabilità che un prodotto realizzi appieno le sue funzioni per un certo periodo di tempo; la riparabilità, che rappresenta la misura delle possibilità di rimettere in buono stato un prodotto che ha perduto tutta o parte della capacità di svolgere le proprie funzioni; lo stile, costituito dalla forma esterna di un prodotto, concepita in modo da sollecitare l’apprezzamento dell’acquirente. In alcuni casi lo stile viene ritenuto dal cliente più importante delle stesse caratteristiche. Allo stesso modo, è possibile operare una differenziazione sui servizi, operando su aspetti come la consegna che fa riferimento al modo attraverso cui un prodotto o un servizio viene reso disponibile al cliente ,include la celerità, l’accuratezza e la velocità dell’intero processo; l’installazione, con cui si intendono tutte quelle ϯϯ operazioni che serve svolgere perché un determinato prodotto sia in grado di svolgere la sua funzione nel luogo di destinazione; l’addestramento, il cui obiettivo è di porre in grado l’utilizzatore di usare il prodotto nel modo più appropriato; la consulenza, che l’impresa può svolgere sia gratuitamente che a pagamento; la riparazione, che può essere sviluppata sotto due aspetti, sia a livello di immediatezza che a livello di qualità. Altro aspetto che permette di differenziare rispetto al concorrente è quello del personale; il personale può essere addestrato in modo che rispecchi lo spirito del prodotto o del servizio proposto. In generale il personale ben addestrato possiede sei caratteristiche: la competenza, ossia preparazione e attitudine; la cortesia, intesa come l’atteggiamento gentile, volto a mettere il cliente a suo agio; la credibilità, intesa come la capacità di ispirare fiducia, in relazione al ruolo svolto; l’affidabilità, cioè l’accuratezza e l’impegno nello svolgere le mansioni; la prontezza, intesa come la velocità di risposta alle richieste del cliente; la comunicazione, l’abilità nell’ascoltare e nel comunicare con il cliente. 2.2.2 LA QUALITA’ PERCEPITA In molti casi, la differenza rispetto all’offerta del concorrente risiede solo nella percezione che si riesce trasmettere al cliente, a livello di immagine del prodotto: si parla in tal caso di differenziazione percepita, e si cerca di conseguire tale vantaggio quando le differenze osservabili sono trascurabili o di poco conto. Gli aspetti che si sfruttano per raggiungere tale tipo di vantaggio sono principalmente quelli dell’immagine e della marca. Nel primo caso, un esempio è costituito dalle sigarette Marlboro: il fattore principale del suo successo è rappresentato dall’immagine del rude cowboy e dal fascino da esso esercitato. La ϯϰ Marlboro ha costruito qualcosa di più di un’immagine, ha dato al prodotto una personalità . ĐŽŵƵŶŝĐĂƵŶŵĞƐƐĂŐŐŝŽ͖ ĐŽŶƐŝƐƚĞŝŶƵŶŽŽƉŝƶ ƐŝŵďŽůŝ͕ĚĞƚƚŝůŽŐŽ͕ĐŚĞ ƉĞƌŵĞƚƚŽŶŽů͛ŝŵŵĞĚŝĂƚŽ ƌŝĐŽŶŽƐĐŝŵĞŶƚŽ ĚĞůů͛ŝŵƉƌĞƐĂ ŝĨĨƵƐĂƚƌĂŵŝƚĞŝŵĞnjnjŝĚŝ ĐŽŵƵŶŝĐĂnjŝŽŶĞ;ŵĞƐƐĂŐŐŝƉƵďďůŝĐŝƚĂƌŝ͕ ƉƵďďůŝĐĂnjŝŽŶŝ͕ŽƉƵƐĐŽůŝ͙Ϳ /DD'/E ƌĞĂƚĂĂŶĐŚĞƚƌĂŵŝƚĞĞǀĞŶƚŝŽƌŐĂŶŝnjnjĂƚŝ ĚĂůů͛ŝŵƉƌĞƐĂƐƚĞƐƐĂ͗ƵŶĞƐĞŵƉŝŽƐŽŶŽůĞ ƐƉŽŶƐŽƌŝnjnjĂnjŝŽŶŝ /ŶĨůƵĞŶnjĂƚĂĚĂŐůŝƐƉĂnjŝĨŝƐŝĐŝŶĞŝ ƋƵĂůŝů͛ŝŵƉƌĞƐĂŽƉĞƌĂĞŶĞŝƋƵĂůŝ ƋƵĞƐƚĂƌŝĐĞǀĞŝůĐůŝĞŶƚĞ &ŝŐƵƌĂϭϭ͗ŝĐŽŶĐĞƚƚŝůĞŐĂƚŝĂůůΖŝŵŵĂŐŝŶĞ L’aspetto relativo alla marca risulta ben più complesso. Và detto innanzitutto che marca e marchio non sono sinonimi; il marchio è definito come un qualunque segno suscettibile ad essere rappresentato graficamente, in particolare parole, compresi i nomi di persone, disegni, lettere, cifre, suoni, forma di un prodotto o della ϯϱ confezione di esso, combinazioni o tonalità cromatiche, purché siano idonee a distinguere i prodotti o i servizi di un'impresa da quelli delle altre. È lo strumento con il quale le imprese tutelano giuridicamente la propria marca. La marca è definita come una specifica relazione istituita in un dato mercato tra una determinata domanda, una determinata offerta e una determinata concorrenza. Essa può essere allora vista come una variabile multidimensionale che contiene non solo gli aspetti distintivi ma anche la storia dell'impresa, l'esperienza maturata dai consumatori verso il brand, il livello di notorietà, le aspettative dei potenziali acquirenti: è per questo che si usa dire che la marca è nella testa dei consumatori. Il grafico seguente mostra quali sono i concetti più noti legati alla marca: ďƌĂŶĚ ŶĂŵĞ ďƌĂŶĚ ĞƋƵŝƚLJ ďƌĂŶĚ ƉĞƌĐĞƉƚŝŽŶ ďƌĂŶĚ ƌĞĐŽŐŶŝƚŝŽŶ ďƌĂŶĚǀĂůƵĞ ŵĂƌĐĂ ďƌĂŶĚ ĂĐƚŝǀĂƚŝŽŶ ďƌĂŶĚ ĞdžƉĞƌŝĞŶĐĞ ďƌĂŶĚ ŵĂŶĂŐĞŶŵĞŶ ƚ ďƌĂŶĚ ĨƌĂŶĐŚŝƐĞ ďƌĂŶĚ ŝĚĞŶƚŝƚLJ &ŝŐƵƌĂϭϮ͗ĐŽŵƉŽŶĞŶƚŝĚĞůĐŽŶĐĞƚƚŽĚŝŵĂƌĐĂ ϯϲ brand name (nome della marca): è spesso usato come sinonimo di "brand" sebbene sia più corretto utilizzarlo per indicare la scritta. In tale contesto il brand name costituisce una sorta di marchio (trademark) che il brand owner (impresa proprietaria del brand) può proteggere giuridicamente attraverso la registrazione • brand perception (conoscenza di marca): qualità della marca, si articola in: o notorietà indica la capacità dei consumatori di identificare un particolare brand; o immagine di marca, aspetto qualitativo della conoscenza di marca che racchiude le idee e le aspettative presenti nelle menti dei consumatori legate a un prodotto o servizio. • brand value (valore della marca): è il valore della marca in ipotesi di cessione, cioè indica il valore monetario che un soggetto corrisponde al proprietario della marca per ottenerne la disponibilità • brand activation: è uno dei principali processi di marketing attraverso cui si fa vivere una marca, coinvolgendo a vari gradi i consumatori affinché cambino il modo in cui vedono le marche; modifichino il modo in cui si comportano; si influenzi il loro comportamento d'acquisto. • brand management (gestione del brand): è un'attività volta ad aumentare il valore percepito (perceived value) della brand image aumentando di riflesso il patrimonio di marca • brand identity (identità di marca), è tutto ciò che l'impresa vuole che i consumatori percepiscano utilizzando i propri prodotti. È importante per l'impresa che la brand identity si avvicini il più possibile alla brand image ϯϳ • brand franchise (fedeltà alla marca): è il livello di fedelta' dei consumatori che permette all'impresa di ottenere una differenziazione del prodotto dalla concorrenza • brand experience (esperienza di marca): aspetto legato alla sperimentazione dei prodotti o servizi della marca • brand recognition (riconoscimento di marca): proprietà di una marca immediatamente riconoscibile dai consumatori. Ad esempio la M di McDonald's e la D di Disney permettono l'immediato ricollegamento alla marca • brand equity (patrimonio di marca): è il valore della marca in condizioni di funzionamento Quando si vuole definire un vantaggio di differenziazione di percezione ci si basa sull’aspetto della brand equity; Russel S. Winer definisce il brand equity come “ il risultato di una serie di attività e passivita collegate al nome e al logo di una marca, che accresce o diminuisce il valore del prodotto o servizio per l’azienda o per i clienti dell’azienda stessa”. Le attività e le passività insite nel valore della marca sono presentate nella seguente figura. ϯϴ ďƌĂŶĚĞƋƵŝƚLJ ĨĞĚĞůƚăĂůůĂŵĂƌĐĂ ƌŝĚƵnjŝŽŶĞĐŽƐƚŝĚŝŵĂƌŬĞƚŝŶŐ͖ ĂĐƋƵŝƐŝnjŝŽŶĞŶƵŝǀŝĐůŝĞŶƚŝ ĐŽŶŽƐĐĞŶnjĂĚĞůůĂŵĂƌĐĂ ƵŶĂŵĂƌĐĂĨĂŵŝůŝĂƌĞĚă ƐŝĐƵƌĞnjnjĂĂůĐůŝĞŶƚĞĐŚĞğ ƉŽƌƚĂƚŽĂůůΖĂĐƋƵŝƐƚŽ ƋƵĂůŝƚăƉĞƌĐĞƉŝƚĂ ğŝůŵŽƚŝǀŽďĂƐĞƉĞƌĐƵŝŝů ĐůŝĞŶƚĞĐŽŵƉƌĂŝůƉƌŽĚŽƚƚŽ͖ğ ůĂďĂƐĞĚĞůůĂĚŝĨĨĞƌĞŶnjŝĂnjŝŽŶĞ ĞƉĞƌŵĞƚƚĞĚŝĂǀĞƌĞƵŶ ƉƌĞŵŝŵƉƌŝĐĞ ƉĞƌĐĞnjŝŽŶĞĞŵŽƚŝǀĂ ĨŽŶĚĂŵĞŶƚĂůŝŶĞůƉƌŽĐĞƐƐŽ ĚΖĂĐƋƵŝƐƚŽ ǀĂůŽƌĞůĞŐĂůĞ ďƌĞǀĞƚƚŝĞŵĂƌĐŚŝĚŝĨĂďďƌŝĐĂ ĂƵŵĞŶƚĂŶŽŝůǀĂůŽƌĞ &ŝŐƵƌĂϭϯ͗ĞůĞŵĞŶƚŝĚĞůůĂďƌĂŶĚĞƋƵŝƚLJ Gli aspetti che definiscono il brand equity generano valore per l’impresa, in quanto migliorano l’efficienza e l’efficacia dei programmi di marketing, della fedeltà alla marca, dei prezzi, dell’accettazione della marca e soprattutto del vantaggio competitivo, e per il consumatore, in quanto migliorano l’interpretazione e l’elaborazione dell’informazione, la fiducia nella decisione d’acquisto e la soddisfazione nell’utilizzo. In definitiva, la marca si dimostra parte integrante del potenziale vantaggio competitivo, strettamente legato alla percezione del consumatore ϯϵ 2.2.3 IL LIVELLO DEI COSTI L’approccio basato sul livello dei costi è uno dei più difficili. Per prima cosa si deve conoscere il livello dei costi dei concorrenti per accertarsi di essere in grado di competere al loro livello;in secondo luogo, i processi tecnologici rischiano di essere scavalcati in termini di costi. Da ultimo bisogna tener presente che in un mercato ci può essere solo un soggetto che detiene la posizione di basso costo. Per raggiungere delle economie di costo si sfruttano solitamente:le economie di scala; le economie di apprendimento; l'utilizzo della capacità produttiva; la tecnologia; l'efficienza residuale; i costi di apprendimento. Le economie di scala &ŝŐƵƌĂϭϰ͗ŐƌĂĨŝĐŽĞĐŽŶŽŵŝĞĚŝĐŽƐƚŽ Seguendo tale approccio, l’impresa mira a diventare il numero uno del mercato sfruttando le economie di scala. Sottolineiamo innanzitutto che rendimenti di scala ed economie di scala non sono sinonimi: il primo termine si riferisce alla relazione ϰϬ esistente tra variazione degli input di produzione e variazione dell'output, mentre con economie di scala indichiamo la relazione esistente tra l’aumento della scala di produzione e la diminuzione del costo medio unitario di produzione. L’idea base che sta dietro a tale concetto prevede che con un aumento delle vendite si possano distribuire i costi fissi delle operazioni tra un numero maggiore di unità, abbassando quindi il costo medio di ciascuna unità. Le economie di scala possono derivare dalla presenza di rendimenti di scala crescenti,ossia ad un aumento degli input segue un aumento più che proporzionale dell'output,oppure da fattori connessi con il grado di controllo del mercato e alla scala di produzione: si pensi alle condizioni più favorevoli per l’acquisto di materie prime o alla maggiore facilità di reperire capitale monetario che l’impresa più grande ha rispetto alla più piccola, e quindi al minor costo per la prima. A livello matematico, è possibile rappresentare le economie di scala con una relazione tra costo (C) e quantità (q) del tipo: (1) dove k è una costante positiva e h è un parametro che rappresenta l'elasticità costo ed è compreso tra 0 e 1. 9 il rapporto tra le variazioni percentuali di due variabili. ϰϭ 9 di Le economie di esperienza &ŝŐƵƌĂϭϱ͗ŐƌĂĨŝĐŽĞĐŽŶŽŵŝĞĚŝĞƐƉĞƌŝĞŶnjĂ Con il termine economie di esperienza, dette anche economie di scala dinamiche, si fa riferimento alla riduzione dei costi medi unitari generata dall'apprendimento . Il tasso di apprendimento varia notevolmente fra le attività e dipende anche dalla loro configurazion:esso può avvenire sia a livello individuale, ad esempio il miglioramento nell'abilità e nella soluzione dei problemi, sia a livello di gruppo, come ad esempio il perfezionamento delle routine organizzative. Al fine di controllare questa determinante di costo è necessario innanzitutto mantenere l'esclusività dell'apprendimento diminuendo il tasso di ricaduta. Il tasso di ricaduta dell'apprendimento stabilisce in che misura l'apprendimento può costituire la base di un vantaggio di costo per una specifica impresa o soltanto la causa di una diminuzione dei costi per l'intero settore industriale. Ciò può essere fatto, ad esempio, "legando" all'impresa con un sistema di premi e incentivi i dipendenti che operano in posizioni chiave già da un certo tempo al suo interno. ϰϮ Inoltre importante gestire l'impresa tenendo conto delle economie di apprendimento10. Va poi ricordata la necessità di configurare le attività in modo tale da migliorare la possibilità di apprendimento individuale e collettivo. La capacità produttiva Indica il livello di output che permette di utilizzare i fattori produttivi nel modo tecnicamente ed economicamente più efficiente, e corrisponde quindi a quel volume di produzione per unità di tempo cui è associato il costo medio unitario minore,quando sia dato e costante l'impianto di produzione. Si parla in tal caso di dimensione minima efficiente, o capacità produttiva ottima, per distinguerla dalla capacità produttiva massima, intesa come la quantità massima teoricamente producibile dall'unità produttiva dati e costanti i fattori impiegati, e dalla capacità produttiva minima,cioè dalla quantità di "attivazione" (detta anche punto di pareggio), la quale non è altro che l'output minimo che rende conveniente l'impiego di una certa tecnica di produzione rispetto a quelle alternative. La tecnologia La tecnologia è l'ambito multidisciplinare di ricerca e sviluppo di soluzioni, legate soprattutto ai processi produttivi; si occupa dello studio dei procedimenti e delle attrezzature necessarie per la trasformazione di una data materia prima in un prodotto industriale, partendo dai principi della scienza, per arrivare alla tecnica, che invece si occupa specificatamente delle modalità pratiche della lavorazione. Quindi, si può dire che la scienza mette a disposizione tutto quello che si può sapere in merito, la tecnologia dice quello che serve sapere per fare, la tecnica spiega come si ϭϬ Famosa in questo senso fu la strategia di penetrazione della divisione moto della Honda sui mercati inglesi. La Honda infatti fissò i prezzi di vendita ad un livello inferiore ai costi sostenuti all'entrata, ma comunque superiore al livello stimato dei costi nel futuro con l'accumulo di esperienza. ϰϯ fa a fare. L’innovazione tecnologica permette sia di produrre la stessa quantità di “output” con un minore impiego di “input”, sia di produrre la stessa quantità di “output” usando una minore quantità di alcuni input e una maggiore quantità di altri L’efficienza residuale Viene definita come la capacità dell’impresa di eliminare le risorse in eccesso,o l’inefficienza. Tale situazione può generare uno shock per l’impresa al punto da metterne a rischio l’esistenza. I costi di approvvigionamento Talvolta un’impresa riesce a raggiungere un vantaggio di costo perché riesce a procurarsi le materie prime ad un prezzo più basso; i fattori che permettono ciò possono essere la localizzazione geografica, il possesso di fonti di approvvigionamento a basso costo, il lavoro non sindacalizzato, il potere contrattuale o le relazioni con i fornitori. 2.3 VANTAGGI COMPETITIVI A CONFRONTO In passato differenziare significava sostenere costi elevati, quindi le strategie di costo e differenziazione si escludevano a vicenda; tuttavia,al giorno d’oggi le tecnologie di produzione flessibile forniscono alle imprese la possibilità di realizzare strategie di differenziazione sostenendo costi minori, combinando le due strategie e differenziazione e ottenendo vantaggi anche nei mercati più grandi. Inoltre nel breve periodo i costi, per effetto della differenziazione, aumentano, ma superato un certo livello si riducono grazie alle economie di scala e di esperienza. Va detto che entrambe le strategie comportano comunque dei limiti: a tale proposito si veda la tabella 1. ϰϰ VANTAGGIO DI COSTO VANTAGGIO DI DIFFERENZIAZIONE I concorrenti imitano I concorrenti imitano Le tecnologie cambiano Le basi della differenziazione diventano meno importanti per il compratore Le basi di costo della leader ship svaniscono Le basi della differenziazione diventano meno importanti per il compratore I vantaggi della differenziazione superano I vantaggi dati dal vantaggio di costo quelli dati dal vantaggio di costo superano quelli dati dalla differenziazione dĂďĞůůĂϭ͗ůŝŵŝƚŝĚĞůǀĂŶƚĂŐŐŝŽĚŝĐŽƐƚŽĞĚŝĚŝĨĨĞƌĞŶnjŝĂnjŝŽŶĞ Ci sono varie teorie sull’utilizzo delle due strategie competitive in contemporanea; Porter sostiene che, per avere successo, un’impresa deve seguire una sola delle strategie competitiva. Tale tesi è tuttavia ampiamente contestata. In particolare, White propone di integrare le strategie e sostiene che esse hanno successo se le decisioni riguardanti le scelte di prodotto mercato e l’allocazione delle risorse sono compatibili con la strategia e il management tiene sotto controllo l’ambiente, mantenendo competitivo in sintonia con l’evolversi del mercato. ϰϱ le fonti del vantaggio ϰϲ CAPITOLO 3 POSIZIONAME TO E MARKETING MIX POSIZIONAMENTO 3.1 IL RAPPORTO TRA MARKETING MIX E POSIZIONAMENTO Nel fattore Alto scelta 2 di seguente capitolo affronteremo gli ultimi due Basso aspetti relativi alla strategia di marketing: il posizionamento e lo sviluppo di un appropriato marketing mix; i due argomenti verranno affrontati insieme, in quanto Basso fattore scelta 1 di per posizionare il prodotto serve l’ausilio di un appropriato marketing mix. Al fine di definire la propria offerta, rta, l’impresa deve capire cosa chiede il consumatore consumatore e come giudica la sua offerta rispetto a quella dei concorrenti. Per risolvere tale tale problema, si cerca di costruire una mappa all’interno della quale viene collocato il prodotto, prodotto, basandosi sulla percezi percezione del consumatore. La mappa è definita sulla base delle caratteristiche caratteristiche ritenute importanti dal consumatore stesso e dei benefici attesi: attes risulta quindi fondamentale. Dopo aver analizzato tale percezione, l’impresa porrà in atto una serie di azioni voltee a migliorarla miglior se questa risulta negativa, o eventualmente a rafforzarla. Possiamo perciò dire che il posizionamento mira a costruire costruire l’identità di un prodotto, cercando di definire l’offerta dell’impresa in modo tale da permetterle di occupare una posizione one distinta e apprezzata nella mente del consumatore. consumato A livello pratico, esistono due approcci principali per definire il posizionamento del prodotto: l’approccio multidimensionale ϰϳ e l’analisi congiunta congiunta. L’approccio multidimensionale è costituito da un insieme insieme di tecniche, sviluppate da psicologi e matematici, che forniscono una rappresentazione spaziale spaziale delle relazioni tra prod prodotti, marche o aziende, basata sulle percezioni e sulle sulle preferenze dei consumatori. consumatori L’analisi congiunta prova invece a fornire una un visione del valore della lla marca e della capacità dello stesso di fornire determinate prestazioni e benefici. Questi Questi due approcci non si escludono a vicenda; le basi di riferimento restano in entrambi i casi le stesse e possono venire usate entrambe, sfruttando la loroo diversa capacità informativa. All’indagine sull’analisi di posizionamento va aggiunta l’azione di intervento, proponendo un marketing mix adatto ai segmenti: prima di analizzare le varie fasi, verrà descritto brevemente cos’è il marketing mix. 3.2 IL MARKETING MIX Il termine marketing mix indica la combinazione (mix) ( ) di variabili controllabili (leve ( decisionali) di marketing che le imprese impiegano per raggiungere i propri obiettivi. Le variabili che tradizionalmente si includono nel marketing marketing mix sono le 4P (in inglese four P's) teorizzate da Jerome McCarthy e riprese in seguito da molti altri: • Product (Prodotto) • Price (Prezzo) • Place (Distribuzione) • Promotion romotion (Comunicazione) Di seguito saranno descritte brevemente le variabili del marketing mix. Product ϰϴ Il prodotto viene definito come un insieme di attributi attributi tangibili e intangibili volti a procurare benefici al consumatore. Le sue caratteristiche principali principali sono già state presentate nel capitolo 2, dove sono stati trattati aspetti quali i possibili livellii di prodotto, l’importanza della marca e dell’immagine e le principali variabili variabili che lo definiscono. Price Il prezzo è il corrispettivo in denaro che il consumatore è disposto disposto a pagare per ricevere un determinato prodotto.. Un'impresa può attuare varie politiche di prezzo, in funzione degli obiettivi che vuole uole raggiungere: ƐŝŝŶŝnjŝĂƉƌŽƉŽŶĞŶĚŽ ƉƌĞnjnjŝ ƉĂƌƚŝĐŽůĂƌŵĞŶƚĞ ďĂƐƐŝ͕ĂůĨŝŶĞĚŝ ĐŽŶƋƵŝƐƚĂƌĞŵĞƌĐĂƚŽ͖ ƌĂŐŐŝƵŶƚŽƚĂůĞƐĐŽƉŽ͕ ŝůƉƌĞnjnjŽǀŝĞŶĞ ĂƵŵĞŶƚĂƚŽ͘ ƐŝŵĂŶƚĞŶŐŽŶŽŝĐŽƐƚŝĚŝ ŵĂƌŬĞƚŝŶŐĞ ƉƌŽĚƵnjŝŽŶĞĂůŵŝŶŝŵŽ͗ ŝůƉƌĞnjnjŽƚĞŶĚĞĂ ƌŝŵĂŶĞƌĞŝŶǀĂƌŝĂƚŽ ů͛ŝŵƉƌĞƐĂ͕ŝŶƉŽƐƐĞƐƐŽĚŝƵŶĐĞƌƚŽ ǀĂŶƚĂŐŐŝŽĐŽŵƉĞƚŝƚŝǀŽ͕ƉƌŽƉŽŶĞ ƵŶƉƌĞnjnjŽĞůĞǀĂƚŽ͖ŝůǀĂŶƚĂŐŐŝŽğ ĚŝĨĨŝĐŝůŵĞŶƚĞƐŽƐƚĞŶŝďŝůĞ͕ĞŶƵŽǀŝ • Ps ĐŽŵƉĞƚŝƚŽƌƐĞŶƚƌĂŶŽŶĞůŵĞƌĐĂƚŽ͗ ŝŶĞǀŝƚĂďŝůŵĞŶƚĞ͕ŝůƉƌĞnjnjŽĐĂůĂ͘ ů͛ŝŵƉƌĞƐĂ͕ŝŶƉŽƐƐĞƐƐŽĚŝƵŶ ĐĞƌƚŽǀĂŶƚĂŐŐŝŽ ĐŽŵƉĞƚŝƚŝǀŽ͕ƉƌŽƉŽŶĞƵŶ ƉƌĞnjnjŽĞůĞǀĂƚŽ͖ŝůǀĂŶƚĂŐŐŝŽ ğĚŝĨĨŝĐŝůŵĞŶƚĞƐŽƐƚĞŶŝďŝůĞ͕ ĞŶƵŽǀŝĐŽŵƉĞƚŝƚŽƌƐ ĞŶƚƌĂŶŽŶĞůŵĞƌĐĂƚŽ͗ ŝŶĞǀŝƚĂďŝůŵĞŶƚĞ͕ŝůƉƌĞnjnjŽ ĐĂůĂ͘ &ŝŐƵƌĂϭϲ͗ƉŽůŝƚŝĐŚĞĚŝƉƌĞnjnjŽ ϰϵ Place La distribuzione è l'insieme di attività necessarie a far giungere un determinato prodotto al consumatore finale, con i vari passaggi intermedi. Essa avviene tramite la gestione, detta channel management, dei canali di distribuzione e dei magazzini, logistica delle merci, copertura del mercato. Nel momento in cui si sceglie un canale distributivo si devono prendere decisioni riguardo alla sua tipologia (canale diretto o indiretto)11, alla quantità di canali da usare, al tipo di intermediari a cui affidarsi, al loro numero,e ai possibili conflitti che possono nascere con altri canali distributivi. Ci sono alcune regole da seguire durante la scelta del canale distributivo: • Il canale scelto deve essere adatto al segmento a cui viene applicato • Si deve essere pronti ad effettuare dei cambiamenti durante il ciclo di vita del prodotto • Produttore e addetti alla distribuzione devono essere coerenti nella strategia da seguire Promotion La Promotion è l'insieme di attività volte a promuovere, pubblicizzare e far conoscere al mercato un'azienda o un suo determinato prodotto. Recentemente tra gli studiosi di marketing si preferisce sostituire il termine comunicazione aziendale, definita come il complesso di attività mediante le quale un'azienda si presenta al mercato Per diffondere il proprio messaggio,come definito nel capitolo 2, l’impresa ha a disposizione diversi canali di comunicazione; i principali sono i seguenti: • Personal selling: consiste nell'insieme delle attività di supporto e informazione per il potenziale cliente, che possono essere intese come delle attività a valore aggiunto per l'acquirente, svolte per esempio dall'intermediario o dal venditore stesso ϭϭ ^ŝƉĂƌůĂĚŝĐĂŶĂůĞĚŝƌĞƚƚŽƋƵĂŶĚŽŝůƉƌŽĚŽƚƚŽƉĂƐƐĂĚŝƌĞƚƚĂŵĞŶƚĞĚĂůƉƌŽĚƵƚƚŽƌĞĂůĐŽŶƐƵŵĂƚŽƌĞ͖ĂůĐŽŶƚƌĂƌŝŽ͕ƐĞ ƐŽŶŽƉƌĞƐĞŶƚŝŝŶƚĞƌŵĞĚŝĂƌŝ͕ƐŝŚĂƵŶĐĂŶĂůĞŝŶĚŝƌĞƚƚŽ͘ ϱϬ • Promozioni: forme di comunicazione tese a stimolare le vendite nel breve periodo, come per esempio i concorsi a premi, le raccolte punti, le offerte speciali, la distribuzione di campioni gratuiti e i buoni sconto • Pubblicità:si intende quella forma di comunicazione a pagamento, diffusa da mezzi come la televisione, la radio, i giornali, le affissioni, la posta, Internet, che tende in modo intenzionale e sistematico a influenzare gli atteggiamenti e le scelte degli individui in relazione al consumo di beni e all’utilizzo di servizi • Direct marketing: tecnica di marketing attraverso la quale le aziende e enticomunicano direttamente con i clienti finali • Pubbliche relazioni: sono tutte le attività di comunicazione il cui obiettivo sia sviluppare relazioni, mettere in comunicazione istituzioni, aziende, persone, con la loro clientela di riferimento • Comunicazione sul punto di vendita: comprende espositori, materiale da vetrina, cartelli sospesi, dimostrazioni tramite personale specializzato e ogni altra forma di comunicazione che si svolga sul luogo di vendita del prodotto • Packaging : ci si riferisce al prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere e a proteggere determinate merci, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore , e ad assicurare la loro presentazione • Letteratura aziendale e documentazione di prodotto: stampati, da brochure istituzionali dell'azienda, cataloghi, schede tecniche e pieghevoli illustrativi • Marketing relazionale: viene descritto come la creazione, lo sviluppo, il mantenimento e l’ottimizzazione delle relazioni tra clienti ed azienda, basato sulla ϱϭ centralità del cliente. Rappresenta l'insieme dei processi di gestione della relazione con i clienti attraverso l'analisi delle sue informazioni 3.3 LE FASI DEL POSIZIONAMENTO Riprendendo il posizionamento, dopo aver definito l’offerta, ossia il marketing mix, analizziamo le varie fasi che lo caratterizzano. In un primo stadio, si cerca di affrontare la risposta base e di soddisfare le esigenze chiave del mercato in cui si colloca il bisogno da risolvere. Successivamente, si individuano gli elementi capaci di costruire la risposta attesa, ossia quella risposta che consente al prodotto di venire considerato all’interno della rosa di scelta. Infine, si parlerà di risposta estesa, prendendo in considerazione caratteristiche distintive che accresceranno il valore del prodotto. Per giungere al risultato di posizionamento, si seguono cinque tappe: 1) si deve conoscere la situazione attuale di posizionamento rispetto agli obiettivi di marketing, alle strategie e all’immagine che si vuole trasmettere 2) si controlla la posizione occupata dal prodotto rispetto a prodotto ideale e all’offerta dei concorrenti 3) si ridefinisce il prodotto negli attributi, alla luce dei risultati ottenuti, al fine di raggiungere il posizionamento desiderato 4) si verifica se c’è coerenza tra la percezione del prodotto e l’immagine costruita e trasmessa dello stesso 5) si sviluppa un marketing mix comunicazionale appropriato Il posizionamento deve essere monitorato costantemente nel tempo. Inoltre, la lettura della mappa di posizionamento, oltre a fornire informazioni sul proprio prodotto, consente anche di individuare i punti di forza e di debolezza dei concorrenti; si possono trovare discrepanze tra prodotto reale e immagine, spazi di mercato non ancora sfruttati, nuove strade da percorrere in termini di miglioramento del prodotto. ϱϮ RIASSUMENDO…. Riassumedo la prima parte della tesi, si è concluso che la strategia è l’insieme di iniziative che consentono all’impresa di primeggiare nel confronto competitivo. Il primo passo che il marketing manager deve compiere è la definizione degli obiettivi da raggiungere, visti come il criterio tramite cui si giudica il successo o meno della strategia. Successivamente, si andrà a segmentare il mercato,e quindi a definenire quale vantaggio competitivo si intende perseguire. Per concludere, si cerca di organizzare un marketing mix utile a posizionare il proprio prodotto nel modo migliore. Nella seconda parte della tesi ci si concentrerà sul processo di segmentazione, usando strumeneti statistici (in questo caso la cluster analysis) per segmentare il mercato: verranno poi fatte alcune considerazioni in merito alle possibili strategie perseguibili. ϱϯ ϱϰ CAPITOLO 4 LA SEGMENTAZIONE CON LA CLUSTER ANALYSIS 4.1 LA METODOLOGIA L’analisi cluster è l’esempio più conosciuto di tecnica di classificazione non supervisionata, ed è considerato uno degli strumenti più utili per analizzare dati non strutturati multivariati, al fine di segmentare il mercato. La metodologia consiste nel suddividere i dati in gruppi omogenei all’interno ed eterogenei tra di loro: nessuno garantisce che si possa trovare più di un gruppo. Generalmente, ci si riferisce alla classificazione delle n unità statistiche: tuttavia, anche le p variabili possono essere divise in gruppi distinti, come è possibile classificare in gruppi basandosi sia sulle unità statistiche che sulle variabili. Molti degli algoritmi utilizzati nel processo di clustering vanno bene sia per le variabili che per le osservazioni, è sufficiente porre particolare attenzione nell’interpretazione dei risultati. 4.1.1 TECNICHE DI CLUSTERING ĂŐŐůŽŵĞƌĂƚŝǀŽ ŵĞƚŽĚŝŐĞƌĂƌĐŚŝĐŝ ĚŝǀŝƐŝǀŽ ĐůƵƐƚĞƌŝŶŐ ŬͲŵĞĚŝĞ ŵĞƚŽĚŝŶŽŶ ŐĞƌĂƌĐŚŝĐŝŽ ƉĂƌƚŝƚŝǀŝ ƉĂŵ ĨƵnjnjLJ &ŝŐƵƌĂϭϳ͗ůĞƚĞĐŶŝĐŚĞĚŝĐůƵƐƚĞƌŝŶŐ ϱϱ Come mostra il grafico, le tecniche di classificazione si dividono in due blocchi: metodi gerarchici e partitivi. Nel metodo agglomerativo,si assume che inizialmente ogni cluster contenga un singolo punto; ad ogni passo, poi, vengono fusi i cluster più "vicini" fino ad ottenere un singolo grande cluster. Con il metodo divisivo invece si parte considerando lo spazio organizzato in un singolo grande cluster contenente tutti i punti, e via via lo dividono in due. Ad ogni passo viene selezionato un cluster in base ad una misura, ed esso viene suddiviso in due cluster più piccoli. Normalmente viene fissato un numero minimo di punti sotto il quale il cluster non viene ulteriormente suddiviso (nel caso estremo uno). Per le rappresentazioni grafiche si utilizza il Dendrogramma , che esprime: • nell'asse delle ascisse, la distanza logica dei clusters secondo la metrica definita • nell'asse delle ordinate, il livello gerarchico di aggregazione (valori interi positivi) &ŝŐƵƌĂϭϴ͗ĞƐĞŵƉŝŽĚŝĚĞŶĚƌŽŐƌĂŵŵĂ La scelta del livello gerarchico (del valore dell'asse Y) definisce la partizione rappresentativa del processo di aggregazione. È importante sottolineare che in entrambe le tipologie di clustering sono necessarie funzioni per selezionare la coppia di cluster da fondere ("agglomerativo"), oppure il cluster da dividere ("divisivo"). Nel primo caso, sono necessarie funzioni che misurino la similarità , ossia la distanza, tra due cluster, in modo da fondere quelli più simili. Le funzioni utilizzate nel caso agglomerativo hanno lo scopo di misurare la similarità, ossia la distanza,tra i cluster. Le principali misure di similarità sono: ϱϲ • Single-link proximity Calcola la distanza tra i due cluster come la distanza minima tra elementi appartenenti a cluster diversi: d(x,y) • Average-link proximity Questa funzione calcola la distanza tra i due cluster come la media delle distanze tra i singoli elementi: • !"# $% Complete-link proximity Questa funzione calcola la distanza tra i due cluster come la distanza massima tra elementi appartenenti ai due clusters: &' !"# $% • Distanza tra centroidi La distanza tra i due clusters coincide con la distanza calcolata tra i centroidi (o medioidi): , * ("* ) + %. d(x,y) indica una qualsiasi funzione distanza su uno spazio metrico. Nel clustering divisivo, invece, è necessario individuare il cluster da suddividere in due sottogruppi. Per questa ragione sono necessarie funzioni che misurino la compattezza del cluster, la densità o la sparsità dei punti assegnati ad un cluster. Le funzioni normalmente utilizzate nel caso divisivo sono: • Average internal similarity ϱϳ Questa funzione valuta la similarità media tra i documenti interni ad un cluster: più sono tra loro dissimili (valori bassi di similarità), più il cluster è da suddividere in sottogruppi: " % • " % - !"# $% Maximum internal distance Questa funzione valuta la distanza massima tra due punti interni ad un cluster. Tale valore è noto anche come 'diametro del cluster': più tale valore è basso, più il cluster è compatto: " % . /" % Per quanto riguarda il clustering partitivo invece, i due metodi sono molto simili. Con le k – medie si suddividono i gruppi in modo arbitrario, e se ne calcolano i centroidi, ossia i vettori delle medie. Successivamente si alloca ogni osservazione al gruppo con centroide più vicino, iterando il processo sino a quando la partizione non viene più modificata. Il metodo dei medoiodi si basa invece sulle osservazioni rappresentative di ogni gruppo, ma il processo iterativo è poi lo stesso. 4.1.2 VALUTAZIONE DEL RAGGRUPPAMENTO Determinato un raggruppamento, lo strumento utilizzato per verificare la bontà di tale partizione(ossia in che misura si abbia coesione interna e separazione esterna), è la silhouette. Il primo passo da compiere è calcolare la distanza dell’osservazione '0 dal gruppo 12 , composto da 2 elementi: D( ,34 ) = 1 / 4 ∑ 34 / Sia quindi 12 il gruppo in cui è incluso '0 e sia 67 la distanza di '0 dal gruppo più vicino diverso a quello cui appartiene: ϱϴ 89 :-4 D( 34 ) Si confronta quindi 67 con la distanza dal suo gruppo tramite: S" %=8 - D ( ,34 ) / max ;8 <" 34 %= S"'0 % è una quantità > ? ed è tanto maggiore quanto più '0 è vicino al suo gruppo e distante dagli altri: un valore S"'0 % minore di 0 indica al contrario che '0 è più vicino agli altri gruppi che al suo. I valori ottenuti vanno poi messi in un grafico, che evidenzia quanto i gruppi sono separati tra loro e se ci sono osservazioni problematiche. Silhouette plot of (x = cl.bio.part, dist = d.bio) j 9??clusters ??C j : nj | ave i?Cj??s i n = 770 1 : 185 | 0.62 2 : 73 | 0.05 KƐƐĞƌǀĂnjŝŽŶŝ ƉƌŽďůĞŵĂƚŝĐŚĞ 3 : 87 | 0.21 4 : 88 | 0.11 5 : 55 | 0.19 6 : 188 | 0.10 7 : 52 | 0.02 8 : 7 | 0.41 9 : 35 | 0.18 -0.4 -0.2 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 Silhouette width s i Average silhouette width : 0.24 &ŝŐƵƌĂϭϵ͗ĞƐĞŵƉŝŽƐŝƐŝůŚŽƵĞƚƚĞ Nell’analisi presentata nelle pagine successive verrà eseguita la partizione avvalendosi di una gerarchia di partizioni agglomerativa; il legame scelto sarà quello completo, in quanto dopo varie prove risulta essere quello che fornisce risultati migliori. ϱϵ 4.2 IL CASO: L’ACQUISTO DEL BIOLOGICO 4.2.1 IL PROCESSO DI SEGMENTAZIONE Nel caso seguente si vogliono segmentare i clienti che acquistano prodotti alimenateri biologici; l’analisi seguente si basa su dati reali. Un’azienda che si occupa di prodotti alimentari biologici vuole capire se tra i suoi clienti abituali esistono tipologie di acquirenti che possono costituire la base di riferimento per l’adozione di diverse strategie di marketing. Viene a tale scopo condotta un’indagine su un campione casuale composto da 770 unità statistiche. Le domande poste agli intervistati mirano a raccogliere informazioni riguardanti i seguenti aspetti: 1. grado di soddisfazione del prezzo del prodotto biologico 2. grado di fiducia verso il prodotto biologico 3. luogo in cui acquista il prodotto biologico 4. caratteristiche del prodotto a cui si pone più attenzione durante il processo d’acquisto 5. giudizio sulle informazioni riguardanti il biologico: si ritengo sufficienti? L’analisi di raggruppamento avviene a partire dalle cinque variabili riguardante l’importanza dei diversi caratteri durante il processo d’acquisto. Per giungere alla segmentazione dei clienti viene utilizzato una gerarchia di partizioni agglomerativa, data dalla funzione daisy; tutte le analisi vengono svolte usando il software R. Si sceglie di usare il legame completo (dopo varie prove risulta essere lo strumento che fornisce risultati migliori), e si crea quindi il dendrogramma.12 ϭϮ >ĂĚĞĐŝƐŝŽŶĞĚŝƐĐĞŐůŝĞƌĞŝůůĞŐĂŵĞĐŽŵƉůĞƚŽğƐƚĂƚĂƌĂŐŐŝƵŶƚĂĚŽƉŽĂǀĞƌƐǀŽůƚŽǀĂƌŝĞƉƌŽǀĞ͕ůĞƋƵĂůŝĚŝŵŽƐƚƌĂǀĂŶŽ ĐŚĞƚĂůĞůĞŐĂŵĞĨŽƌŶŝƐĐĞůĂƉĂƌƚŝnjŝŽŶĞŵŝŐůŝŽƌĞ͖ŝƌŝƐƵůƚĂƚŝĚŝƚĂůŝƉƌŽǀĞƐŽŶŽƌŝƉŽƌƚĂƚŝŶĞůů͛ĂƉƉĞŶĚŝĐĞϭ͘ ϲϬ 0. 8 0. 6 0. 4 Height 0. 2 33 71 30 46 37 6 31 2616 17 369 59 46 14 29 5 4 28 28 4 8 51 544 1 9 18 12 37 12 60 71 12 40 33 72 9 162 972 275 10 74 52 75 16 18 41 37 0 61 45 66 45 33 34 1 213 31 9 29 75 51 31 631 0065 1049 4 330 75 30 53 19 15 3 25 453 032 4824 4 8 8 52 45 69 70 72 39 52 59 10 25 32 60 41 64 40 21 64 5 62 28 38 48 17 46 52 29 62 63 62 10 76416 5 13 43 40 44 918 0 16534 8 1 13 2 1 5 9 0 43 29 52 530 0 32 71 11 12 45 51 2 9 41 252 60 60 61 360 16 38 27 30 56 68 29 39 871 14 34 32 26 69 5 69 14 49 62 51 52 820 52 24 51 6 34 22 70 43 14 15 10 55 41 70 41 66 56 68 18 36 46 41 212 4 7 362 52 2 40 53 31 32 43 50 53 54 54 5 11 37 12 70 9 1 3 8 0 6 8 5 6 4 13 39 37 34 42 22 25 26 63 76 28 33 45 11 50 74 38 54 47 15 13 54 15 72 60 24 63 74 2 49 49 63 10 37 38 3 5 7 5 7 5 7 2 8 1 4 6 1 1 9 5 2 5 8 5 3 6 3 7 4 0 0 6 2 7 3 5 8 4 0 631 5 0 2 5 0 6 0 1 0 4 2 17 21 19 36 1 44 47 2 29 4 9 18 47 11 42 33 12 26 60 64 59 24 3 48 22 48 59 73 51 62 35 36 1 44 51 17 20 21 46 55 50 48 42 7 72 49 72 24 25 40 74 16 16 72 22 73 3 54 70 39 55 29 61 19 75 14 44 23 35 22 850 56 73 61 71 13 73 13 23 47 1 75 3 69 43 50 39 40 37 58 33 7327 5 74 6 8 46 9 50 4 5 927 57 5 4 27 2 0 7 04 3 57 955 768 19 8 4 59 28 5 668 6 67 59 70 1 874 0 71 3 558 769 6 53 18 7 2 9 831 32 76 45 524 7 27 738 2 571 49 59 3 2767 48 8 02 376 28 23 832 375 7 6 4 181 0 66 65 64 2 37 25 33 44 61 8 76 73 46 2 42 74 22 42 75 2 4 15 25 9 68 56 63 51 62 50 54 66 60 28 57 71 56 67 35 63 40 59 56 63 57 22 62 2 11 57 67 39 54 49 54 61 55 58 76 75 35 74 5 23 75 5 24 32 1 48 34 55 69 35 55 69 10 5 47 13 25 34 16 19 20 31 8 41 47 45 10 42 43 42 26 18 10 17 56 68 57 67 23 39 7 22 14 37 23 43 38 13 34 71 6 36 56 67 26 66 71 60 29 41 67 59 57 61 60 22 30 68 63 36 56 57 65 69 67 57 59 27 28 41 38 11 3 6 76 34 13 28 12 68 73 48 58 68 11 41 65 58 30 15 23 57 67 26 70 64 39 53 3 16 52 55 32 24 5 17 25 26 33 72 38 48 32 3 5 44 38 45 1 75 4 7 74 27 49 28 40 1 4 50 74 23 54 73 17 30 58 65 62 77 58 12 49 19 34 42 57 67 19 66 65 64 61 53 51 50 48 47 47 46 45 44 43 42 40 39 37 36 35 35 26 25 24 22 21 21 20 20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 9 8 8 7 7 6 6 5 4 4 3 3 2 1 1 2 1 8 70 68 63 5 56 53 73 70 63 58 55 54 46 27 76 73 40 35 33 26 17 25 36 29 1 27 72 46 30 20 29 65 31 58 24 45 49 21 18 61 70 4 04 1147 52 7064 4534 5 29 75 8 6 837 1 0 3 7 3 7 4 2 9 1 9 3 8 1 9 6 297782 2 6 2 7 2 0 4 5 1 3 8 6 1 8 5 5 5 6 16 8 3 72 4 8 06 0 8 4 2 3 4 8 5 4 3 2 3 51 4 7 49 278 67 0 64 746 80 6 9 9 0 0 3 8 7 61 9 03 9 03 21 8 9 3 7 7 1 3 1 1 31 4 2 8 2 1 8 189 669 8 3 1 80 35 8 04 1 8 6 5 1 7 5 0 4 80 2 75 2 1 4 9 8 9 8 3504 9 998237 78 2 05 24 9 3 0 9 21 8 16 5 260 73 025673 4 11 5 9 7 4 3 2 2 0 5 2 0 1 94 3 6 4 7 2 7 4 5 30 1 6 6 7 9 0 8 4 7 7 0 51 5 3 7 98 792 83 9 06 9 61 06 8 13 6 9 46 3 2 8 9 95 50 9 6 3 2 1 8 7 4 7 8 6 3 1 2 0 9 86 7 0 2 8 5 2 46 9 53 4 8 0 5 4 7 09 4 6 75 4 03 96 4 7 6 4 0 4 6 6 9 2 5 0 64 7 6 3 58 1 38 9 00 3 47 82 04 7 154 2 0 731 6 3 95 9 7 13 02 0 6 4 1 2 6 1 14 79959 7 1 46 3 8 58 9 34 3 2 20 1 4 6591 4 0 5 2 3 3 7 8 7 5 1 97 5 09 29 4 0 7 28 4 39 3 7 8 2 6 1 05 8 7 37 2 9 3 2 0 1 7 21 6 34 6 7 29 6 72 9 80 7 3 62 15 3 23 0 1 9 8 70 6 1 37 6 51 4 64 5 2 3 0 5 2 96 1 91 3 9 6 4 5 8 2 4 2 7 5 0 62 0. 0 d.bio (*,hclust "complete") &ŝŐƵƌĂϮϬ͗ĚĞŶĚƌŽŐƌĂŵŵĂ Scegliendo la partizione corrispondente all’altezza h=0.8, si arriva ad ottenere le liste dei due gruppi: $1` [1] [13] [25] [37] [49] [61] [73] [85] [97] [109] [121] [133] [145] [157] [169] [181] [193] [205] [217] [229] [241] [253] [265] [277] [289] [301] [313] [325] [337] "1" "17" "30" "43" "58" "73" "90" "106" "121" "137" "155" "176" "193" "210" "232" "252" "281" "309" "334" "359" "376" "397" "419" "436" "453" "477" "499" "519" "550" "2" "18" "31" "44" "59" "75" "91" "108" "122" "138" "157" "178" "194" "211" "233" "253" "283" "310" "336" "360" "377" "399" "420" "439" "455" "478" "501" "520" "551" "3" "19" "32" "45" "60" "76" "92" "109" "123" "139" "159" "179" "195" "214" "235" "255" "285" "311" "337" "361" "378" "401" "421" "440" "458" "479" "502" "524" "552" "4" "20" "34" "46" "61" "77" "93" "110" "124" "142" "161" "180" "197" "215" "236" "258" "286" "312" "338" "362" "379" "403" "423" "441" "460" "480" "504" "529" "565" "5" "21" "35" "47" "62" "78" "94" "112" "125" "144" "162" "181" "198" "216" "238" "260" "288" "314" "342" "363" "382" "404" "425" "442" "461" "483" "505" "531" "566" "7" "22" "36" "48" "66" "80" "95" "113" "126" "145" "164" "182" "199" "217" "239" "261" "291" "315" "343" "365" "383" "408" "426" "443" "465" "484" "506" "534" "567" "9" "23" "37" "49" "67" "82" "96" "114" "127" "146" "166" "183" "200" "221" "241" "265" "292" "320" "344" "368" "386" "411" "427" "444" "466" "485" "508" "536" "570" "10" "24" "38" "50" "68" "84" "97" "115" "129" "147" "167" "185" "202" "223" "245" "268" "294" "321" "346" "370" "387" "412" "428" "446" "467" "487" "509" "537" "571" ϲϭ "11" "25" "39" "51" "69" "86" "98" "116" "131" "149" "169" "186" "203" "225" "246" "269" "299" "322" "354" "371" "392" "413" "430" "447" "472" "489" "512" "539" "572" "14" "26" "40" "52" "70" "87" "99" "117" "132" "151" "171" "188" "204" "226" "247" "270" "304" "323" "356" "372" "393" "416" "431" "448" "474" "491" "513" "546" "574" "15" "27" "41" "54" "71" "88" "102" "118" "133" "152" "172" "189" "205" "229" "250" "271" "305" "329" "357" "373" "395" "417" "432" "449" "475" "497" "514" "548" "581" "16" "28" "42" "55" "72" "89" "105" "120" "134" "153" "173" "191" "206" "231" "251" "277" "308" "332" "358" "375" "396" "418" "433" "452" "476" "498" "516" "549" "582" [349] [361] [373] [385] [397] [409] [421] [433] "583" "619" "649" "664" "691" "733" "751" "770" "586" "621" "651" "666" "694" "734" "753" "589" "628" "652" "667" "700" "735" "754" "594" "631" "653" "668" "703" "737" "755" "604" "632" "654" "673" "704" "738" "756" "605" "635" "655" "675" "707" "740" "757" "608" "640" "656" "676" "710" "741" "758" "612" "641" "657" "677" "711" "742" "760" "614" "642" "658" "680" "716" "743" "762" "615" "643" "660" "681" "723" "744" "763" "617" "644" "661" "682" "730" "745" "768" "618" "647" "662" "689" "731" "750" "769" "6" "74" "128" "160" "196" "227" "256" "276" "297" "319" "341" "367" "398" "429" "462" "490" "517" "535" "556" "575" "592" "607" "627" "650" "684" "699" "718" "736" "767" "8" "79" "130" "163" "201" "228" "257" "278" "298" "324" "345" "369" "400" "434" "463" "492" "518" "538" "557" "576" "593" "609" "629" "659" "685" "701" "719" "739" "12" "81" "135" "165" "207" "230" "259" "279" "300" "325" "347" "374" "402" "435" "464" "493" "521" "540" "558" "577" "595" "610" "630" "663" "686" "702" "720" "746" "13" "83" "136" "168" "208" "234" "262" "280" "301" "326" "348" "380" "405" "437" "468" "494" "522" "541" "559" "578" "596" "611" "633" "665" "687" "705" "721" "747" "29" "85" "140" "170" "209" "237" "263" "282" "302" "327" "349" "381" "406" "438" "469" "495" "523" "542" "560" "579" "597" "613" "634" "669" "688" "706" "722" "748" "33" "100" "141" "174" "212" "240" "264" "284" "303" "328" "350" "384" "407" "445" "470" "496" "525" "543" "561" "580" "598" "616" "636" "670" "690" "708" "724" "749" "53" "101" "143" "175" "213" "242" "266" "287" "306" "330" "351" "385" "409" "450" "471" "500" "526" "544" "562" "584" "599" "620" "637" "671" "692" "709" "725" "752" "56" "103" "148" "177" "218" "243" "267" "289" "307" "331" "352" "388" "410" "451" "473" "503" "527" "545" "563" "585" "600" "622" "638" "672" "693" "712" "726" "759" "57" "104" "150" "184" "219" "244" "272" "290" "313" "333" "353" "389" "414" "454" "481" "507" "528" "547" "564" "587" "601" "623" "639" "674" "695" "713" "727" "761" "63" "107" "154" "187" "220" "248" "273" "293" "316" "335" "355" "390" "415" "456" "482" "510" "530" "553" "568" "588" "602" "624" "645" "678" "696" "714" "728" "764" "64" "111" "156" "190" "222" "249" "274" "295" "317" "339" "364" "391" "422" "457" "486" "511" "532" "554" "569" "590" "603" "625" "646" "679" "697" "715" "729" "765" "65" "119" "158" "192" "224" "254" "275" "296" "318" "340" "366" "394" "424" "459" "488" "515" "533" "555" "573" "591" "606" "626" "648" "683" "698" "717" "732" "766" $`2` [1] [13] [25] [37] [49] [61] [73] [85] [97] [109] [121] [133] [145] [157] [169] [181] [193] [205] [217] [229] [241] [253] [265] [277] [289] [301] [313] [325] [337] Il parametro @A vale 0.23, è maggiore di 0 e quindi indica che '0 è vicino al suo gruppo e lontano dagli altri. Silhouette plot of (x = cl.bio.part, dist = d.bio) 2 clusters C j j : nj | avei∈Cj si n = 770 1 : 433 | 0.26 2 : 337 | 0.19 -0.2 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 Silhouette width si Average silhouette width : 0.23 &ŝŐƵƌĂϮϭ͗ƐŝůŚŽƵĞƚƚĞĚĞůůĂƉĂƌƚŝnjŝŽŶĞƐĐĞůƚĂ ϲϮ 4.2.2 ANALISI DEI DUE SEGMENTI Dopo aver individuato i due gruppi, il passo successivo consiste nell’analizzare le loro caratteristiche al fine di giungere ad una descrizione dei profili dei segmenti. Vengono riportate di seguito le analisi svolte e le relative interpretazioni. La prima variabile esaminata è il grado di fiducia nei confronti del prodotto biologico;si tratta di una variabile qualitativa ordinata, e in particolare i valori della scala corrispondono a: 0 = completa assenza di fiducia 1 = non fiducioso 2 = poco fiducioso 3 = abbastanza fiducioso 4 = molto fiducioso 5 = completamente fiducioso Utilizzando il software R, sono stati creati i boxplot. Cluster 1 Cluster 2 DŝŶ͘ϭƐƚYƵ͘DĞĚŝĂŶDĞĂŶϯƌĚYƵ͘DĂdž͘ Ϭ͘ϬϬϬϬ͘ϬϬϬϯ͘ϬϬϬϮ͘ϯϰϵϰ͘ϬϬϬϱ͘ϬϬϬ Ϭ͘ϬϬϬϯ͘ϬϬϬϰ͘ϬϬϬϯ͘ϳϵϱϰ͘ϬϬϬϱ͘ϬϬϬ 0 0 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 DŝŶ͘ϭƐƚYƵ͘DĞĚŝĂŶDĞĂŶϯƌĚYƵ͘DĂdž͘ &ŝŐƵƌĂϮϮ͗ďŽdžƉůŽƚ͕ĨŝĚƵĐŝĂǀĞƌƐŽƉƌŽĚŽƚƚŽďŝŽůŽŐŝĐŽ ϲϯ Nel primo boxplot,corrispondente al primo cluster, la mediana vale 3, mentre nel secondo grafico, relativo al secondo cluster, la mediana vale 4. Il primo quartile nel primo grafico si posiziona sullo 0, mentre nel secondo grafico si posiziona sul 3. In entrambi i grafici il terzo quartile corrisponde a 4. I boxplot mostrano come il secondo gruppo abbia un grado di fiducia più alto rispetto al primo. Infatti, nonostante il terzo quartile assuma lo stesso valore in entrambi i casi, nella prima cluster i giudizi dei consumatori sono distribuiti maggiormente tra il valore 0, completa assenza di fiducia,e il valore 3, abbastanza soddisfatto, mentre nella seconda cluster si concentrano tra i valori 3, abbastanza fiducioso, e il valore 4, molto fiducioso. I baffi del secondobox plot inoltre arrivano sino al valore 2,corrispondente a poco fiducioso, mentre il primo boxplot tocca valori pari a 0. In entrambi i casi si giunge a picchi corrispondenti al valore 5, completamente fiducioso. La seconda variabile esaminata è la soddisfazione nei confronti del prezzo; si tratta di una variabile qualitativa ordinata, e in particolare i valori della scala corrispondono a: 0 = completamente insoddisfatto 1 = insoddisfatto 2 = poco soddisfatto 3 = abbastanza soddisfatto 4 = molto soddisfatto 5 = completamente soddisfatto ϲϰ Si presentano i boxplot. Cluster 1 Cluster 2 DŝŶ͘ϭƐƚYƵ͘DĞĚŝĂŶDĞĂŶϯƌĚYƵ͘DĂdž͘ DŝŶ͘ϭƐƚYƵ͘DĞĚŝĂŶDĞĂŶϯƌĚYƵ͘DĂdž͘ Ϭ͘ϬϬϬϬ͘ϬϬϬϮ͘ϬϬϬϭ͘ϲϰϰϯ͘ϬϬϬϱ͘ϬϬϬ Ϭ͘ϬϬϬϮ͘ϬϬϬϮ͘ϬϬϬϮ͘ϰϯϯϯ͘ϬϬϬϱ͘ϬϬϬ 0 0 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 &ŝŐƵƌĂϮϯ͗ďŽdžƉůŽƚ͕ƐŽĚĚŝƐĨĂnjŝŽŶĞǀĞƌƐŽŝůƉƌĞnjnjŽ Nel primo boxplot,corrispondente al primo cluster, la mediana vale 2, mentre nel secondo grafico, relativo al secondo cluster, la mediana vale 2,433. Il primo quartile nel primo grafico si posiziona sullo 0, mentre nel secondo grafico si posiziona sul 2. In entrambi i grafici il terzo quartile corrisponde a 3. I boxplot mostrano come nel secondo gruppo ci sia un numero maggiore di clienti soddisfatti del prezzo del prodotto biologico rispetto al primo gruppo. Infatti, nonostante il terzo quartile assuma lo stesso valore in entrambi i casi, nella prima cluster i giudizi dei consumatori sono distribuiti maggiormente tra il valore si concentrano tutti tra i valori 2, poco soddisfatto, e il valore 3, abbastanza soddisfatto. I baffi del secondo box plot inoltre arrivano rispettivamente sino al valore 1,corrispondente a insoddisfatto,e a 4, corrispondente a molto soddisfatto. Nel primo box plot invece il secondo baffo tocca il valore 5, ma è ampiamente compreso nel grafico anche il valore 0. ϲϱ La terza variabile riguarda il luogo in cui i consumatori acquistano biologico. punti vendita proposti iper/super cluster1 cluster2 49.65% 53.11% 25.87% negozio specializzato 4.15% azienda agricola 6.93% mercatini ϳϬ ϲϬ ϱϬ ϰϬ ϯϬ ϮϬ ϭϬ Ϭ 58.75% ĐůƵƐƚĞƌϭ ĐůƵƐƚĞƌϮ 17.8% 15.54% altro 0.69% 2.97% &ŝŐƵƌĂϮϰ͗ŝƐƚŽŐƌĂŵŵĂĚĞůůĂƚĂďĞůůĂϮ dĂďĞůůĂϮ͗ǀĂůŽƌŝƉĞƌĐĞŶƚƵĂůŝ Entrambi i gruppi acquistano principalmente in punti vendita quali ipermercati , supermercati e negozi specializzati; in particolare, entrambi i gruppi trascurano maggiormente i mercatini, mentre il secondo preferisce i negozi specializzati e il primo gruppo acquista soprattutto nei supermercati e negli ipermercati. Valori particolarmente bassi si registrano alla voce “altro ”, ma non essendo in possesso di informazioni più precise risulterebbe difficile sviluppare una strategia di marketing al riguardo. La quarta variabile riguarda le caratteristiche a cui i consumatori fanno più attenzione durante il processo d’acquisto. Variabili proposte Logo marca prodotto italiano ingredienti cluster 1 22.63% 6.93% 15.47% cluster 2 20.77% 10.38% 52.52% ϳϬ ϲϬ ϱϬ ϰϬ ϯϬ ϮϬ ϭϬ Ϭ 19.63% 63.20% provenienza 13.86% 20.77% Altro 10.39% 2.96% &ŝŐƵƌĂϮϱ͗ŝƐƚŽŐƌĂŵŵĂ dĂďĞůůĂϯ͗ǀĂůŽƌŝƉĞƌĐĞŶƚƵĂůŝ ϲϲ ĐůƵƐƚĞƌϭ ĐůƵƐƚĞƌϮ Entrambi i gruppi pongono circa la stessa attenzione al logo e alla marca quando acquistano un prodotto; il secondo gruppo presta invece grande attenzione agli ingredienti e al fatto che il prodotto sia italiano. In linea generale, sembra che le altre variabili influenzino il processo d’acquisto dei due gruppo circa nella stessa misura. Con la quinta variabile analizziamo infine se i consumatori ritengono che le informazioni riguardanti il biologico sono sufficienti o meno ϴϬ ϲϬ Informazione Cluster 1 55.89% Cluster 2 71.6% ϰϬ ĐůƵƐƚĞƌϭ ϮϬ ĐůƵƐƚĞƌϮ Ϭ ŝŶĨŽƌŵĂnjŝŽŶŝ dĂďĞůůĂϰ͗ǀĂůŽƌŝƉĞƌĐĞŶƚƵĂůŝ&ŝŐƵƌĂϮϲ͗ŝƐƚŽŐƌĂŵŵŝ Il primo gruppo si può ritenere meno soddisfatto delle informazioni fornite riguardo ai prodotti biologici rispetto al secondo. 4.2.3 RISULTATI Il risultato che appare più evidente nell’analisi cluster appena svolta, è che un gruppo risulta essere più soddisfatto del prezzo rispetto all’altro. È inoltre importante sottolineare che nessuno dei due cluster esprime soddisfazione piena nei confronti del prezzo: semplicemente, il primo sostiene di essere per la maggior parte insoddisfatto, mentre il secondo ammette di essere abbastanza soddisfatto, senza comunque sbilanciarsi troppo. È probabile quindi che il prezzo dei prodotti biologici sia effettivamente alto. La prima riflessione che sorge spontanea è relativa al reddito: il gruppo che appare più soddisfatto ha a disposizione un reddito più elevato? La risposta a tale domanda potrebbe essere affermativa se ci limitassimo a considerare l’aspetto del prezzo. Tuttavia, prendendo in considerazione anche i risultati relativi alle altre domande, emergono alcuni aspetti interessanti: il secondo gruppo, definitosi più soddisfatto, preferisce comprare in negozi specializzati, e al momento dell’acquisto pone una particolare attenzione alla provenienza ϲϳ del prodotto e ai suoi ingredienti. Inoltre ritiene sufficienti le informazioni che gli vengono date. Al contrario, il primo gruppo compra negli ipermercati e nei supermercati, non pone particolare attenzione alle caratteristiche del prodotto (tra le variabili proposte, non ce n’è una preferita in assoluto), e non ritiene soddisfacenti le informazioni fornite. La domanda che ci si pone quindi diventa un’altra: il diverso atteggiamento nei confronti del prodotto biologico può essere dovuto al diverso peso che il soggetto dà alla variabile prezzo rispetto alle altre? In altre parole: il primo cluster è una sorta di gruppo di Paperoni, benestanti ma così attenti al prezzo da mettere in secondo piano variabili come la qualità, il tempo impiegato per acquistare il prodotto (si suppone che serva più tempo per recarsi in un negozio specializzato o nei mercatini rispetto ad andare in un ipermercato, dove si possono acquistare più beni) e il tempo necessario per prestare attenzione alle informazioni fornite sul biologico; il secondo cluster, potrebbe essere quello dei Topolino, il consumatore che a economicamente non spicca per livello di reddito elevato, ma comunque nel momento in cui acquista un prodotto pone una certa attenzione alla qualità (nel nostro caso, agli ingredienti e alla provenienza) e preferisce impiegare un po’del suo tempo per cercare i prodotti in punti vendita specializzati e per raccogliere le informazioni che gli sono proposte. Si può anche supporre che il gruppo dei Topolino abbia una famiglia, per cui l’acquisto di prodotti ritenuti “migliori” potrebbe essere fatto nell’ottica di offrire qualcosa in più alla famiglia. Le azioni di marketing da svolgere sono perciò differenti in base al gruppo a cui vengono applicate e in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere. Per esempio, se si vogliono aumentare le vendite, per il gruppo dei Paperoni si farà leva sul prezzo, mentre per quello dei Topolino si cercherà un compromesso qualità - prezzo. Resta comunque il fatto che il modesto grado di soddisfazione ottenuta nei confronti del prezzo indica che quest’ultimo è senza dubbio elevato, e andrebbero quindi fatte delle azioni o per ridurlo o distogliere l’attenzione da esso. Si tende però ad escludere la presenza di un gruppo di Paperini, poveri in canna che non possono permettersi l’acquisto di alcun prodotto. In conclusione, si può dire che sono stati individuati due segmenti; il segmento dei Topolino risulta avere più fiducia nei prodotti biologici rispetto al primo: in particolare, mentre in questo gruppo i clienti si concentrano nella fascia medio – alta, nel segmento dei Paperoni si incontrano parecchi soggetti che esprimono completa assenza di fiducia nel biologico. Anche il grado di soddisfazione nei riguardi del prezzo risulta essere maggiore ϲϴ per il segmento dei Topolino, dove i clienti si concentrano ancora una volta nella fascia medio – alta. Per quanto riguarda i luoghi d’acquisto, il gruppo dei Paperoni preferisce punti vendita quali supermercati e ipermercati, mentre il secondo gruppo predilige i negozi specializzati; entrambi sembrano trascurare i mercatini. Per quanto riguarda i fattori che influenzano il processo d’acquisto, appare evidente che Topolino attribuiscono grande importanza agli ingredienti e al fatto che il prodotto sia italiano. Infine, tra i due gruppi il secondo risulta essere più soddisfatto delle informazioni disponibili rispetto al primo. Da un punto di vista manageriale, possono essere fatte alcune interessanti considerazioni: • Manifestando un grado di fiducia minore verso il prodotto biologico e una maggior insoddisfazione per quanto riguarda il prezzo, il segmento dei Paperoni risulta essere più instabile rispetto al secondo,garantendo un giro d’affari meno sicuro; l’impresa deve compiere quindi maggiori sforzi per migliorare la sua performance. • L’impresa deve valutare quali sono i punti vendita su cui vuole fare più affidamento, in modo da decidere se deve impegnarsi per modificare i comportamenti di un segmento oppure di un altro. In alternativa, può decidere di attribuire a tutti i punti vendita la stessa importanza, e agire sul livello di accettazione indifferenziato. • I risultati relativi ai fattori che influenzano il processo d’acquisto sono soggetti a più interpretazioni in base agli obiettivi dell’azienda. Ad esempio, se i manager puntano sull’influenza della marca, allora devono compiere degli sforzi in entrambi i segmenti, perché nessuno dei due sembra essere particolarmente influenzato da questa variabile. Al contrario, se la variabile più importante sono ritenuti gli ingredienti, allora l’azione di miglioramento và svolta solo nel primo segmento. • Infine, verrà considerato il lato dell’informazione. Tale aspetto è comunque fondamentale, qualunque sia l’obiettivo dell’azienda; e dovrebbero essere prese delle iniziative per aumentare e migliorare le informazioni fornite al primo gruppo, mentre ϲϵ si cercherà quantomeno di mantenere quel 71,6% di clienti soddisfatti all’interno del secondo segmento. Fatte tali considerazioni, i manager dovranno decidere quali linee strategiche seguire e a quali azioni correttive dare la priorità. I risultati saranno tanto migliori quanto più abili si dimostreranno nel gestire ed applicare correttamente le variabili del marketing mix. ϳϬ CONCLUSIONI In questa tesi è stato proposta una serie di elementi da valutare per definire una strategia di marketing. Si può dire che la seconda parte del capitolo 4 prova a riassumere e mettere in pratica i processi teorici illustrati nei capitoli precedenti. La base da cui partire è la definizione degli obiettivi: nel nostro caso, un’ azienda che si occupa di prodotti alimentari biologici vuole capire se tra i suoi clienti abituali esistono tipologie di acquirenti che possono costituire la base di riferimento per l’adozione di diverse strategie di marketing. Successivamente, raccolti i dati necessari13,si segmenta il mercato con le tecniche di clustering .Non c’è un metodo univoco per stabilire quale sia in assoluto la tecnica migliore per segmentare: l’unico modo è continuare ad elaborare i dati sino a quando non si raggiunge un risultato ritenuto soddisfacente ai propri obiettivi. Una volta segmentato il mercato, il marketing manager deve decidere quali sono gli obiettivi da perseguire: solo dopo che sarà giunto a una conclusione, potrà prendere delle decisioni relativamente al grado di copertura, al vantaggio competitivo da raggiungere, al posizionamento che vuole raggiungere e a come gestire il marketing mix. Un aspetto che questa tesi vuole sottolineare è che non esistono strategie assolutamente “buone ” o assolutamente “cattive” , così come le caratteristiche dei segmenti trovati vanno valutate in base alle aspettative dell’azienda; inoltre, il marketing manager prima di agire deve tenere in considerazione dei mezzi e delle disponibilità dell’azienda, per evitare di arrecare danno alla stessa. Si vuole infine sottolineare il perché dell’inserimento di un esercizio pratico all’interno della tesi. Come si è detto nell’introduzione, il marketing è una disciplina che lascia ampio spazio alla creatività del soggetto, e il successo o meno della strategia dipende in buona parte dalle abilità e dalle intuizioni del suo ideatore. Tuttavia, tale disciplina è stata spesso oggetto di critiche, sia perché ritenuta troppo teorica, sia perché dipende troppo da chi la applica, diventando vittima quindi di soggettivismo. Attraverso questo esercizio si è voluto dimostrare che nel marketing le occasioni per applicare modelli matematici e statistici non mancano, conferendogli quindi quella razionalità che lo rendono più attendibile. Tuttavia, l’applicazione di tali tecniche non esclude la parte più soggettiva del marketing, quella che ϭϯ EĞůůĂƐĞŐƵĞŶƚĞƚĞƐŝǀŝĞŶĞƚƌĂƐĐƵƌĂƚĂĐŽŵƉůĞƚĂŵĞŶƚĞůĂĨĂƐĞĚĞůůĂƌĂĐĐŽůƚĂĚĂƚŝ͖ğŝŵƉŽƌƚĂŶƚŝƐƐŝŵŽƐŽƚƚŽůŝŶĞĂƌĞĐŚĞ ƚĂůĞĨĂƐĞğĨŽŶĚĂŵĞŶƚĂůĞĞĚƵŶĂĚĞůůĞƉŝƶŝŵƉŽƌƚĂŶƚŝĚĞůƉƌŽĐĞƐƐŽ͕ƉĞƌůĂƋƵĂůĞƐŽŶŽƌŝĐŚŝĞƐƚĞƚĞĐŶŝĐŚĞƐƉĞĐŝĨŝĐŚĞĞ ƉƌĞĐŝƐĞĐŽŵƉĞƚĞŶnjĞ͘ ϳϭ dipende dalle capacità del soggetto. Ciò gli permette quindi di essere uno strumento flessibile, caratteristica importantissima al giorno d’oggi, in mercati caratterizzato da continui cambiamenti ed evoluzioni. ϳϮ APPENDICE A GRAFICI DEI RISULTATI PER DIVERSE PARTIZIONI Di seguito verranno mostrate le analisi svolte durante la ricerca di una corretta segmentazione; sono state riportati soltanto i dendrogrammi e le silhouette, in quanto sono gli strumenti che mostrano la bontà della partizione. In ordine, in Figura 27, Figura 28, Figura 29, Figura 30 si incontrano le partizioni svolte con il legame completo, di ward, medio e singolo. La scelta di una partizione ottenuta con il legame completo è stata fatta sia considerando il valore della silhouette, sia tenendo conto del numero di cluster ottenuti: un numero troppo elevato di gruppi rende infatti difficile organizzare una startegia di marketing efficace. ϳϯ Cluster Dendrogram 0.8 &ŝŐƵƌĂϮϳ͗ĚĞŶĚƌŽŐƌĂŵŵĂŽƚƚĞŶƵƚŽƵƐĂŶĚŽŝů ůĞŐĂŵĞĐŽŵƉůĞƚŽĞƐŝůŚŽƵĞƚƚĞĐŽŶƐŝĚĞƌĂƚĞ 0.6 0.4 Height 0.2 333 716 464 378314 305 265 179 161 292 460 141 699 595 289 281 519 186 373 100 124 444 608 724 128 718 400 331 720 120 0.0 294529 411 452 611 371 665 620 459 278 340 335 517 313 740 164 312 188 754 132755 315 309 751 303 528 530 196 158 346 3255 534 247 607 695 702 697 728 391 434 526 591 259 101 325 602 415 648 405 213 646 284 380 650 492 463 177 525 347 630 624 626 627 326 483 485 105 760 166 710 131 430 404 162 53 320 51 442 264 208 522 143 295 307 717 349 125 117 453 512 2520 604 605 619 35 165 384 272 302 560 687 290 394 327 698 56 696 521 148 490 623 515 527 535 249 518 65 457 542 705298 435 523 142 157 108 550 183 418 85 81 222 36419 28 9 461 413 703 566 180 681 368 417 664 5 123 707 370 116 310 544 538 121 407 321 431 507 64 22 498 631 491 106 372 387 282 119 541 381 134 393 344 427 225 252 339 451 503 748 470 156 543 154 729 625 609 637 263 764 135 377 742 246 632 26 48 79 7 33 12 753 338 229 737 37 548 396 551 198 147 446 239 238 354 233 223 501 567 734 614 711 137 733 133 231 474 757 691 439 509 399 401 586 376 299 615 700 129 269 600 275 645 510 622 351 219 462 598 291 597 244 172 248 257 89 18 32 210 194 365 191 443 478 185 475 332 337 192 593 224 481 736 587 364 445 511 207 174 317 556 500 486 429 726 493 406 749 163 160 319 722 745 727 270 420 118 240 482 533 578 669 603 585 561 686 297 366 187 218 212 50 11 47 673 667 668 662 666 661 658 660 655 657 652 653 647 649 642 643 640 641 617 537 612 531 536 516 513 504 506 487 502 479 476 477 466 472 449 458 440 447 436 433 426 432 421 395 403 375 392 362 363 361 360 358 359 357 260 356 241 253 217 226 216 215 214 211 206 204 205 202 203 195 200 182 189 181 176 169 171 159 153 151 146 149 145 144 138 122 114 115 110 102 109 78 68 35 379 618 744 428 221 756 621 514 714 579 568 679 559 287 638 352 590 402 685 562 639 111 708 575 672 547 495 713 554 693 761 353 759 6747 234 752 324 242 328 488 555 692 454 350 690 557 104 471 136 256 316 209 456 473 424 107 422 437 184 267 175 103 374 140 388 385 130 341 569 712 678 663 262 719 296 606 671 410 496 599 576 301 306 683 369 634 564 706 633 684 563 532 709 739 588 636 558 584 469 540 276 274 765 766 409 732 355 330 170 266 254 725 273 468 721 201 300 293 659 318 580 494 613 701 574 674 573 348 190 168 738 746 390 398 227 467 155 250 220 629 767 345 670 577 237 438 601 610 596 228 199 193 4 75 42 763 425 5 53 1 50 414 688 545 616 367 389 565 682 635 715 450 243 592 546 508 279 230 251 261 704 13 99 25 41 57 74 480 286 277 571 676 94 98 167 570 677 694 651 675 594 572 416 113 383 769 343 285 139 489 731 583 656 581 304 152 236 644 397 539 21 59 386 750 743 97 95 96 92 93 90 91 87 88 86 82 84 77 76 73 72 71 69 70 66 67 60 62 55 58 52 54 46 49 45 44 43 38 40 34 27 30 19 24 16 17 15 10 14 223 1 336 448 80 465 20 280 8 83 112 680 412 63 689 127 29 334 723 441 758 423 455 741 505 232 549 735 178 730 308 31 61 39 524 762 552 768 323 245 288 173 268 258 382 484 322 3 11 271 497 582 654 628 589 770 499 126 197 342 329 283 408 d.bio hclust (*, "complete") Silhouette plot of (x = cl.bio.part, dist = d.bio) Silhouette plot of (x = cl.bio.part, dist = d.bio) 13 clusters Cj j : nj | avei∈Cj si n = 770 Silhouette plot of (x = cl.bio.part, dist = d.bio) 9 clusters Cj j : nj | avei∈Cj si n = 770 1 : 185 | 0.60 2 clusters C j j : nj | avei∈Cj si n = 770 1 : 185 | 0.62 2 : 27 | -0.01 1 : 433 | 0.26 2 : 73 | 0.05 3 : 87 | 0.13 3 : 87 | 0.21 4 : 52 | 0.37 5 : 55 | 0.09 4 : 88 | 0.11 6 : 46 | 0.33 5 : 55 | 0.19 7 : 61 | 0.16 -0.2 0.0 0.2 0.4 Silhouette width si Average silhouette width : 0.27 0.6 8 : 127 | 0.20 6 : 188 | 0.10 9 : 36 | 0.03 10 : 37 | -0.02 11 : 7 | 0.34 12 : 35 | 0.05 13 : 15 | 0.27 7 : 52 | 0.02 8 : 7 | 0.41 9 : 35 | 0.18 0.8 1.0 -0.4 -0.2 0.0 0.2 0.4 Silhouette width si 0.8 1.0 -0.2 0.0 0.2 0.4 Silhouette width si Average silhouette width : 0.23 Average silhouette width : 0.24 ϳϰ 0.6 2 : 337 | 0.19 0.6 0.8 1.0 Cluster Dendrogram &ŝŐƵƌĂϮϴ͗ĚĞŶĚƌŽŐƌĂŵŵĂŽƚƚĞŶƵƚŽƵƐĂŶĚŽŝůůĞŐĂŵĞĚŝ ǁĂƌĚĞƐŝůŚŽƵĞƚƚĞĐŽŶƐŝĚĞƌĂƚĞ 40 30 20 Height 10 0 452 595 333 460 265 305 373 179 314 699 81 510 51 28 36 65 331 2 9 520 368 180 442 461 413 534 703 566 681 35 320 120 188 186 483 485 117 125 512 309 124 664 417 740 529 607 281 519 105 760 378 166 294 528 371 716 289 158 394 290 143 650 292 272 302 665 196 696 525 298 517 538 295 165 702 384 278 728 400 208 522 335 340 590 128 222 718 695 705 389 654 734 47 85 523 435 627 380 266 56 697 347 630 624 327 101 259 349 459 591 526 264 698 626 434 303 755 157 142 164 418 346 312 754 515 527 720 126 386 404 560 687 751 307 619 605 148 284 490 604 183 710 430 131 108 550 249 518 326 492 623 611 521 646 648 415 213 602 325 763 608 444 247 620 313 218 457 530 411 177 162 3411 673 8 23 382 484 97 99 96 29 74 63 13 57 402 291 3 95 93 92 91 90 88 86 84 82 78 77 76 73 72 71 70 68 69 67 62 60 58 55 54 52 49 45 43 44 38 40 35 34 30 27 19 24 17 16 14 10 2 1 572 5 285 37 31 656 639 412 374 569 729 248 257 367 625 609 328 488 345 556 767 555 486 692 500 559 688 192 593 582 401 399 439 509 637 614 711 567 133 750 231 743 497 474 505 741 121 745 549 232 32 757 554 587 693 376 499 491 586 631 628 106 223 770 455 123 707 239 238 245 288 173 268 258 691 735 178 308 551 676 495 713 748 746 547 390 644 397 539 704 261 299 615 351 585 761 270 508 546 541 514 621 255 753 524 198 167 132 545 616 507 535 575 672 339 405 451 119 503 445 511 100 234 752 364 759 747 353 533 282 482 598 481 736 111 708 161 738 465 425 756 467 155 250 427 475 185 448 618 464 407 243 450 494 187 160 212 319 136 256 348 544 190 168 316 209 240 429 422 437 267 184 175 103 414 473 456 107 322 424 338 342 423 337 242 324 225 682 252 565 635 321 19 315 453 64 263 501 137 733 197 329 408 283 589 498 723 334 381 129 269 116 370 622 5 344 221 744 428 53 443 478 1 91 332 89 42 75 11 18 730 571 22 53 12 33 80 98 26 79 463 83 4 470 317 118 420 372 387 193 199 50 574 134 393 379 251 377 336 1 207 174 758 310 210 172 194 365 431 48 59 21 39 20 25 41 94 6 7 600 578 669 603 548 667 668 666 661 662 660 658 655 657 652 653 647 649 642 643 641 640 617 612 537 531 536 513 516 504 506 502 487 479 476 477 472 466 449 458 440 447 433 436 432 426 421 395 403 375 392 362 363 360 361 359 357 358 260 356 241 253 217 226 215 216 214 206 211 205 204 202 203 195 200 182 189 176 181 171 159 169 153 151 146 149 145 144 138 122 115 110 114 102 109 87 66 46 15 594 651 694 769 139 343 61 236 685 562 246 127 632 731 689 489 680 583 112 700 742 764 592 737 480 286 277 224 629 220 552 762 543 140 398 230 227 279 727 542 715 141 493 237 438 154 388 385 341 130 714 679 568 280 712 579 663 262 719 606 296 410 366 297 725 273 468 721 300 201 293 135 749 765 766 409 732 330 355 170 254 684 706 633 563 532 739 709 636 588 584 540 558 274 469 276 683 369 634 564 301 306 561 577 726 670 163 659 580 318 722 701 613 671 599 496 576 406 601 610 596 228 454 350 690 557 156 104 471 678 391 573 674 50 233 441 323 354 244 768 287 597 638 352 724 717 271 675 416 113 383 29 570 677 396 304 581 152 147 446 219 462 686 275 645 d.bio hclust (*, "ward") Silhouette plot of (x = cl.bio.part, dist = d.bio) Silhouette plot of (x = cl.bio.part, dist = d.bio) 8 clusters Cj j : nj | avei∈Cj si n = 770 15 clusters Cj j : nj | avei∈Cj si n = 770 1 : 140 | 1.00 1 : 140 | 1.00 2 : 74 | -0.09 2 : 30 | 0.07 3 : 58 | 0.08 3 : 94 | 0.20 4 : 69 | 0.10 5 : 62 | 0.02 4 : 69 | 0.20 6 : 42 | 0.22 5 : 97 | 0.05 7 : 74 | 0.33 8: 9: 10 : 11 : 12 : 13 : 14 : 15 : 6 : 83 | 0.16 7 : 104 | 0.32 8 : 109 | -0.04 -0.4 -0.2 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 -0.5 1.0 Average silhouette width : 0.31 Average silhouette width : 0.28 ϳϱ 0.0 Silhouette width si Silhouette width si 0.5 36 35 44 34 40 41 30 35 | 0.38 | 0.12 | 0.05 | 0.03 | 0.06 | 0.29 | 0.34 | 0.04 1.0 Cluster Dendrogram 0.5 &ŝŐƵƌĂϮϵ͗ĚĞŶĚƌŽŐƌĂŵŵĂƵƐĂŶĚŽŝůůĞŐĂŵĞŵĞĚŝŽĞ ƐŝůŚŽƵĞƚƚĞĐŽŶƐŝĚĞƌĂƚĞ 0.4 464 314 0.3 265 Height 0.2 373 305 333 460 620 124 0.1 335 340 400 595 452 179 519 292 611 378716 281 699 141 164 289 718 100 128 278 755 608 120 411 665 724 161 331 485 444 459 740 728 315 312529 320 371 534 626 528 294 646 309 530 132 188 754 298 751 53 346 326 196 313 760 303 695 697 404 101 259 591 526 630 624 81 213 186 177 463 3 648 415 525 710 0.0 208 158 602 105 720 430 702 650 162 166 391 434 255 51 492 380 627 483 325 131 284 442 117 453 125 512 157 56 619 605 247 457 520 419 2417 664 180 368 461 35607 705 222 517 696 394 272 302 560 687 165 384 327 349 521 604 183 518 249 623 515 527 405 418 290 523 435 703 413 717 347 108 550 295 307 142 264 698 143 522 9 148 490 36 65 28 566 681 85 431 507 535 407 123 707 116 370 154 542 538 310 121156 321 544252 427 5 246 339 135 632 263 637 381 541 503 119 543 393 134 377 372 387 248 726 749 764 609 62522 106 631 491 64 344 742 729 470 748 26 48 18 32 282 7 12 33 210 481 351 700 364 291 219 332 337 645 129 511 445 443 598 736 257 753 501 567 734 137 745 733 474 711 614 133 231 757 556 486 500 104 478 224 465 185 475 3223 179 91 429 319 160 174 207 118 420 225 279 493 450 406 163 706 737 37 548 639 280 498 354 233 382 238 239 399 401 439 587 509 586 376 192 593 597 270 514 147 269 446 198 299 551 615 644 628 451 234 533 396 510 622 338 240 365 482 317 727 722 229 600 759 5 770 353 747 752 97 99 95 92 93 90 91 87 88 82 84 77 78 73 76 71 72 69 70 67 68 66 60 62 55 52 54 49 46 45 43 38 40 34 35 27 30 19 24 16 14 15 10 2 1 172 89 11 47 42 75 557 4 83 74 366 13 23 31 61 59 50 21 39 98 57 8 29 63 25 41 111 708 761 585 112 680 412 471 667 668 662 666 660 661 658 655 657 653 652 647 649 642 643 640 641 612 617 537 531 536 513 516 504 506 487 502 477 479 476 466 472 458 449 440 447 433 436 426 432 421 395 403 375 392 362 363 360 361 359 358 357 356 260 253 241 217 226 215 216 211 214 205 206 204 203 202 195 200 182 189 181 176 171 169 159 153 151 146 149 144 145 122 138 114 115 109 110 102 96 86 58 44 17 574 7 673 194 58 750 743 497 271 549 329 328 488 555 692 350 454 690 738 20 425 744 428 221 94 342 423 322 136 256 316 209 473 414 11 456 424 107 494 218 212 187 242 324 462 199 193 230 398 227 140 374 715 237 438 243 569 678 599 671 496 576 601 228 596 301 683 306 369 634 564 297 725 273 721 300 468 293 201 262 712 719 663 296 606 410 670 318 659 580 739 709 588 636 584 540 558 274 469 276 765 766 409 732 355 330 266 254 170 379 480 277 286 127 689 489 731 583 570 651 677 694 675 572 594 113 656 304 581 236 152 685 562 579 714 568 679 275 334 323 723 768 245 288 173 268 258 441 484 582 654 691 559 688 244 287 352 402 638 590 575 508 546 621 524 167 704 397 539 746 547 390 495 713 6 53 763 348 190 168 682 635 565 672 762 552 545 616 408 283 197 416 383 589 499 126 741 505 232 345 767 629 220 448 618 467 155 250 386 455 437 267 422 103 184 175 610 577 769 139 343 285 730 735 308 178 693 554 676 571 684 563 633 532 561 686 385 388 341 130 261 389 367 573 674 180 50 592 336 251 613 701 756 578 669 603 d.bio hclust (*, "average") Silhouette plot of (x = cl.bio.part, dist = d.bio) Silhouette plot of (x = cl.bio.part, dist = d.bio) 18 clusters Cj j : nj | avei∈Cj si n = 770 32 clusters Cj j : nj | avei∈Cj si n = 770 1 : 140 | 1.00 1 : 207 | 0.47 2 : 37 | 0.07 3 : 123 | 0.09 2 : 597 | -0.38 4 : 176 | 0.19 5 : 90 | 0.04 6 : 43 | 0.31 7 : 30 | 0.05 8 59 | 0.18 0.31 10119: : 21 | 0.37 0.23 12 :: 413415 || 0.12 0.00 13 0.50 14 0.38 15 1716 0.35 18: : 101 | 0.00 0.00 0.00 9876543 ::: 11 ||| 0.00 10 11 12 0.00 13 14 15 16 17 0.00 18 19 0.54 20 21 22 23 :::: 121112 |||| 0.00 24 25 0.71 26 1.00 27 28 29 30 31 0.00 32 -0.5 0.0 0.5 -0.4 1.0 0.0 0.2 Average silhouette width : 0.23 Average silhouette width : -0.1 ϳϲ -0.2 0.4 Silhouette width si Silhouette width si 0.6 0.8 1.0 Cluster Dendrogram &ŝŐƵƌĂϯϬ͗ĚĞŶĚƌŽŐƌĂŵŵĂƵƐĂŶĚŽŝůůĞŐĂŵĞƐŝŶŐŽůŽĞ ƐŝůŚŽƵĞƚƚĞĐŽŶƐŝĚĞƌĂƚĞ 0.20 333 0.15 314 305 464 124 335 340 716 718 620 699 595 460 452 373 278 265 179 141 164 128 0.10 Height 519 0.05 0.00 534 411 292 755 378 526 740 463 591 309 312 281 294 259 630 101 530 611 459 405 400 404 315 320 289 186 120 100 53 157 608 607 605 602 604 529 528 527 522 520 517 518 515 512 492 148 490 349 485 125 117 483 461 177 457 453 444 442 434 430 418 419 413 417 384 165 391 85 143 394 380 371 180 368 346 347 331 327 326 325 313 208 307 303 302 298 290 295 264 284 272 255 249 247 81 235 222 213 196 188 183 56166 162 161 65 158 131 132 108 105 513628 93 760 521 523 435 754 751 728 720 724 710 717 703 705 698 702 696 697 695 687 665 664 650 627 646 624 626 619 623 142 525 560 550 566 681 648 415 507 535 321 431407 123 707 116 370 609 625538 491 631 381 541 372 387 339 451 498 263 637 377 246106 632 393 134 310 544 154 119 503 76464 135 542 121 156 5 225 252 194 478 443 439 509 748 598 282 736 207 174 396 79 240 7 210 727 446 147 551 622 501 734 500 486 445 511 645 275 364 351 338 556 299 615 192 593 737 270 729 248 257 597 244 239 238 406 691 376 586 223 224 462 219 185 172 163 160 319 137 733 493 129 269 753 198 89 567 742 700 481 354 233 429 22 749 12 533 543 48 745 133 231 229 37 548 482 33 757 32 126 427 91 18 118 614 711 399 420 401 600 726 587 722 510 365 291 470 317 475 344 474 337 332 390 547 656 674 668 667 666 662 661 658 660 655 657 652 653 647 649 643 641 642 617 640 537 612 536 531 516 513 506 502 504 479 487 477 476 466 472 449 458 447 436 440 432 433 421 426 395 403 375 392 362 363 361 359 360 357 358 356 260 253 241 217 226 216 214 215 206 211 204 205 202 203 195 200 182 189 181 171 176 159 169 151 153 149 146 145 144 138 115 122 110 114 109 102 97 99 95 96 93 91 92 88 90 87 86 82 84 77 78 76 73 72 70 71 69 68 66 67 60 62 55 58 54 49 52 45 46 44 43 38 40 34 35 27 30 24 17 19 15 16 10 14 21575 672582 654 758 673 574 570 677 651 694 569 714 678 679 568 565 682 685 635 562 639 686 561 577 670 559 688 762 552 616 545 613 701 555 692 746 495 713 683 634 369 564 761 342 423 334 723 323 768 301 306 352 287 638 590 402 280 579 286 277 546 508 712 262 719 663 296 606 410 336 242 382 324 484 599 496 576 610 228 601 596 59 245 173 288 268 258 735 178 730 308 589 126 499 770 455 629 197 329 448 618 136 256 471 104 454 350 690 557 209 316 659 580 318 218 212 187 581 152 304 236 130 341 438 21 524 39 167 29 592 127 689 731 489 583 112 412 708 50 441 4 322 3 83 473 414 456 107 424 437 267 422 103 184 175 11 644 539 397 366 297 273 13 725 721 468 300 201 706 293 633 684 57 563 739 532 636 709 588 558 584 469 540 276 274 766 732 765 409 330 355 170 266 254 6553 234 752 74 398 140 227 374 63 715 750 75 42 271 743 497 572 594 113 61 31 769 343 285 139 8125 756 41 467 250 94 155 80 98 763 465 738 425 20 50 744 428 221 283 11 408 47 505 741 23 379 251 628 348 190 168 388 385 514 621 389 367 328 488 193 199 671 494 230 279 571 676 353 759 747 585 767 345 480 386 220 237 680 111 261 704 675 416 383 573 578 669 603 554 693 232 549 243 450 d.bio hclust (*, "single") Silhouette plot of (x = cl.bio.part, dist = d.bio) 298 clusters Cj j : nj | avei∈Cj si n = 770 1 : 140 | 1.00 0.00 327654 :: 31425 || 1.00 0.79 0.87 0.83 0.81 89::: 10 172 || 0.00 10 0.80 11 0.89 12 : 10 3 | 0.74 0.88 13 : 0.80 14 3 0.88 15 : 6 | 16: : 10 2 || 0.82 1.00 17 0.82 18 19 2 1 0.80 0.00 20 3 0.73 21 : 11 0.82 22 0.83 23 2 0.82 24 : 1 | 0.00 25 : 14383 | 0.00 0.87 26 0.77 27 0.64 28 0.79 29 30 31: 26 | 0.81 32 33 : 6 | 0.88 34 4 0.70 35 36 : 2 1 | 0.64 0.00 37: : 13 0.78 38 0.84 39 1282 || 0.00 40 0.81 41 42 0.82 43 44 0.00 45 71 | 0.72 46: ::: 10 47 0.75 48 0.00 49 0.87 50 0.71 51 52 :: 2315121 ||| 0.50 0.00 53 0.82 54 0.64 55 56 57 0.51 58 0.00 59 0.80 60 :: 2182 || 0.83 61 0.81 62 0.74 63 64 0.00 65 0.63 66 67 68 :: 161 || 1.00 69 70 71 0.82 72 0.00 73 0.94 74 75 0.00 76 : 146 | 0.00 0.83 77 78 79 80 81 82 83 : 151236 | 0.90 0.76 84 0.60 85 86 0.80 0.00 87 0.92 88 89 90 0.00 91 92 :: 312 || 0.87 93 94 0.80 95 96 0.82 97 98 1.00 99 0.00 100 0.00 101 0.80 102 103 : 1 | 104 3 0.87 105 2 0.65 106 : 9 | 107 :: 3123241 || 0.85 0.00 108 0.79 109 1.00 110 111 0.80 112 113 0.63 0.00 114 0.73 115 116 117 118 : 1 | 0.00 119 7 0.89 120 : 2 | 121 : 12413 | 0.60 122 123 0.87 124 0.00 125 0.82 126 0.90 127 128 1.00 129 0.00 130 : 3 | 131 :: 215 || 0.75 132 0.89 133 134 135 136 137 138 0.00 139 140 :: 211 || 0.80 141 1.00 142 143 144 0.00 145 146 147 148 149 150 0.00 151 152 : 3215 | 0.50 153 1.00 154 155 156 0.81 157 0.00 158 0.80 159 160 0.76 161 : 1 | 162 : 4312 | 0.00 0.88 163 0.64 164 165 166 167 0.00 168 0.88 169 170 :: 12142 || 0.90 171 172 1.00 173 0.00 174 175 176 177 178 179 0.63 180 :: 1216 || 0.00 0.83 181 182 0.00 183 0.80 184 185 186 187 188 189 190 191 :: 12 || 0.00 192 193 194 195 196 0.82 197 198 199 200 0.80 201 202 : 41 | 0.00 203 204 205 206 207 208 209 0.00 210 211 0.77 212 213 214 : 2 1 | 0.66 215 :: 121 || 0.00 216 0.48 217 0.82 218 0.00 219 1.00 220 221 222 223 224 225 : 41 | 0.00 226 227 228 229 230 231 232 233 234 0.00 235 236 :: 51232 || 0.71 237 1.00 238 239 240 0.87 241 1.00 242 0.00 243 244 :: 2431 || 0.77 245 246 0.00 247 1.00 248 249 0.88 250 251 :: 1243 || 1.00 252 253 0.91 254 255 1.00 256 257 258 259 260 261 :: 112 || 0.00 262 0.60 263 264 0.80 265 0.00 266 267 268 269 270 271 272 273 : 1 | 0.00 274 275 276 277 278 279 280 0.00 281 282 283 284 285 286 287 : 1 | 288 : 1 | 0.00 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 0.00 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 Silhouette width si Average silhouette width : 0.67 ϳϳ ϳϴ BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA [1] S. Brasini, F. Tassinari, G. Tassinari, “Marketing e pubblicita: metodi di analisi statistica”, Il Mulino : Il mulino, 1999 [2] R. Grandinetti, “Marketing”, Mercati, prodotti e relazioni Carrocci Editore - 2008 [3] P. Kotler, “Marketing Management”, Edizione Isedi – Prince Hall International, Torino, 1997 [4] J. J. Lambin, “Marketing strategico e operativo”, Market – drive management Edizione McGraw – Hill, 2000 [5] G.Volpato “La gestione d'impresa”, Editore Cedam, 2003 [6] http://www.agrsci.unibo.it/~canavari/pub/GestMktg/GMktgIA20061130.pdf [7] http://www.ing.unisi.it/matdid/841.pdf [8] http://www.scienzemanageriali.unich.it/corsi_07-08/spda/laleadershipdicosto.pdf ϳϵ ϴϬ INDICE DELLE FIGURE Figura 1: strategia di marketing proposta ........................................................................................................ 11 Figura 2: la divisione del mercato in sottoinsiemi omogenei .......................................................................... 14 Figura 3: il Prodotto mercato ........................................................................................................................... 15 Figura 4 : il modello di Porter ......................................................................................................................... 21 Figura 5: schema delle barriere all'uscita e all'entrata di un segmento ............................................................ 22 Figura 6: le componenti del valore reso .......................................................................................................... 27 Figura 7: la catena del valore secondo Porter .................................................................................................. 27 Figura 8: settori industriali classificati in base al vantaggio competitivo........................................................ 28 Figura 9: esempio di prodotto ampliato ........................................................................................................... 31 Figura 10 : relazione tra qualità del prodotto e profittabilità ........................................................................... 33 Figura 11: i concetti legati all'immagine ......................................................................................................... 35 Figura 12: componenti del concetto di marca ................................................................................................. 36 Figura 13: elementi della brand equity ............................................................................................................ 39 Figura 14: grafico economie di costo .............................................................................................................. 40 Figura 15: grafico economie di esperienza ...................................................................................................... 42 Figura 16: politiche di prezzo .......................................................................................................................... 49 Figura 17: le tecniche di clustering.................................................................................................................. 55 Figura 18: esempio di dendrogramma ............................................................................................................. 56 Figura 19: esempio si silhouette ...................................................................................................................... 59 Figura 20: dendrogramma ............................................................................................................................... 61 Figura 21: silhouette della partizione scelta .................................................................................................... 62 Figura 22: boxplot, fiducia verso prodotto biologico ...................................................................................... 63 Figura 23: boxplot, soddisfazione verso il prezzo ........................................................................................... 65 Figura 24: istogramma .................................................................................................................................... 66 Figura 25: istogramma ..................................................................................................................................... 66 Figura 27: dendrogramma ottenuto usando il legame completo e silhouette considerate ............................... 67 Figura 28: dendrogramma ottenuto usando il legame di ward e silhouette considerate .................................. 67 Figura 29: dendrogramma usando il legame medio e silhouette considerate .................................................. 67 Figura 30: dendrogramma usando il legame singolo e silhouette considerate ................................................ 67 INDICE DELLE TABELLE Tabella 1:limiti del vantaggio di costo e di differenziazione .......................................................................... 45 Tabella 2: valori percentuali ............................................................................................................................ 66 Tabella 3: valori percentuali ............................................................................................................................ 66 Tabella 4: valori percentuali ............................................................................................................................ 66 ϴϭ ϴϮ RINGRAZIAMENTI Se sono giunta finalmente a questo importante traguardo, devo ringraziare prima di tutti i miei genitori, Pellegrino e Nadia, per avermi sempre sostenuto nei momenti difficili e non aver mai smesso di credere in me, dandomi tutte le opportunità di cui avevo bisogno per compiere questo percorso. Ringrazio anche mio fratello Andrea, per tutte le volte che mi ha sopportato quando nei weekend tornavo a casa nervosa, perché nonostante continuiamo a bisticciare, non potrei avere un fratello migliore di lui. Ringrazio anche la mia relatrice, la professoressa Martina Pertile, che mi ha assistito in questi mesi, dimostrandosi sempre molto gentile e disponibile nei miei confronti. Un grazie và poi a tutta la mia famiglia: alle mie nonne, che si preoccupano sempre un sacco per me, ai miei cugini e ai miei zii: grazie in particolar modo a mia zia Paola, che da 22 anni stà svolgendo benissimo il suo ruolo di madrina! Voglio dedicare un ringraziamento a due persone che ormai non ci sono più, ma che hanno segnato la mia vita e di cui non mi dimenticherò mai: i miei due nonni, a cui dedico questa tesi. Ringrazio poi Katia, mia compagna di corso ma soprattutto mia grande amica, con cui ho passato buona parte del mio tempo universitario, divertendomi un sacco, che ha provato inutilmente a farmi distinguere Vasco da Ligabue: grazie a lei ci ha offerto da bere mezza Jesolo! Ringrazio anche le mie coinquiline Anna, Roberta e Laura: in loro ho trovato non solo delle compagne d’appartamento, ma anche delle amiche, con le quali spero continueremo a sentirci anche dopo la laurea. Un grazie anche alla mia migliore amica Francesca, per tutte le risate che ci siamo fatte insieme, e a Martina, con la quale, nonostante gli alti e i bassi, ho passato dei bei momenti che ricordo sempre con piacere. ϴϯ Ringrazio poi tutte le persone che ho conosciuto a statistica: Lele, Tommy, Ale, la Cami (i nostri duetti al karaoke sono uno spettacolo!), Matteo, Alessio, Tonio, Palmiro, Laura, Silvietta, e tutti i miei compagni di corso, che hanno reso speciali questi anni. Voglio concludere questa pagina ringraziando la persona, assieme alla mia famiglia, più importante: un grazie ad Andrea, per essermi stato sempre vicino, anche in questi mesi più impegnativi in cui spesso davo di matto, per avermi aiutato con questa tesi quando litigavo con lei, per avermi fatto ridere quando ero giù: in fin dei conti, un grazie semplicemente per esserci. ϴϰ