- Direzione e Redaz.: Piazza di Trevi, 86 ROMA Anno XIII N. 7-8 - luglio-agosto 1965 Gruppo III Spedizione in abbonamento postale - - O R G A N O M E N S I L E D E L L ' A S S O C I A Z I O N E ITALIANA P E R IL CONSIGLIO DEI C O M U N I D'EUROPA I1 MEC non è stata l'invenzione di alcuni immaginifici, con la testa fra le nuvole. Un'economia ci la page è in condizione di funzionare solo se organizzata su grandi spazi: e, quando vive in regime di mercato, ciascuno di questi grandi spazi richiede ormai un mercato comune « istituzionale n. Tutti i ministri economici di de Gaulle sanno benissimo che oggi una semplice unione doganale non basta: poter affrontare la « congiuntura » sullo spazio coperto dall'unione vuol dire poter governare I'economia in comune, cioè fare programmi comuni, dividere in comune - nel tempo profitti e perdite, sottostare - almeno in economia - a leggi comuni capaci di imporsi a tutti, condurre una politica estera economica comune. Proprio al momento dello scoppio della crisi del MEC due questioni fondamentali erano sul tappeto: la ricerca scientifica e tecnologica comune e lo statuto comunitario delle società commerciali. Ma c'è un altro ordine di considerazioni che s'impone. Assistiamo attualmente ad una continua e sempre più rapida internazionalizzazione dei centri di potere, almeno nel cosiddetto mondo occidentale: si tratta del potere economico, ma anche del potere t o u t court. I1 fatto della preponderanza acquistata da gruppi americani nella francese B I L ~ ZMachines e della incapacità gollista di conquistarsi l'autonomia nel settore elettronico sta a indicare di quanto effettivo potere militare disponga il Generale. Orbene, se non riusciremo a creare istituzioni democratiche sovranazionali, la democrazia diverrà in breve e senza eccezioni un nome vano: governo per il popolo e da parte del popolo, ma di che cosa? Sul secondo ordine di considerazioni abbiamo impostato ai Settimi Stati generali la logica del fronte democratico europeo. Su entrambi possiamo ora basare alcune riflessioni relative alla prospettiva di fondo, che deve tener presente il negoziato vòlto a superare la crisi del MEC. La costruzione di una unione economica (non di una sola unione doganale) e il suo sviluppo in una democrazia sovranazionale (cioè in una federazione) sono condizioni irrinunciabili per competere o semplicemente coesistere con le economie americana, sovietica e - fra breve - cinese; per restare soggetti di politica internazionale (cioè per contribuire sovranamente a determinarla, oltre che a « provocarla come fa oggi de Gaulle) e dunque, anche, per condurre una politica a lunga scadenza verso il « terzo mondo »; per evitare la fine della democrazia in Europa. « Irrinunciabili n vuol dire senza alternative che non ci facciano uscire dall'economia di mercato - che non significa automaticamente capitalismo o ~eocapitalismo - e, appunto, dal regime rappresentativo di tradizione liberale, cui riconobbe un valore non transeunte, in due importanti saggi pubblicati lo scorso anno lo stesso l e a d e r sulla rivista N Rinascita comunista Pietro Ingrao. Questa è ormai la parte di verità incontrovertibile che spetta alla posizione assunta dai Cinque a Eruxelles a fine giugno - al di là di tutte le questioni sul rispetto formale degli impegni specifici, a cui si attacca (a torto o a ragione, secondo i punti di ,L, La crisi del17Europa 11 9 e il 10 luglio scorso si è riunito a Marino laziale il Comitato d i Presidenza del Consiglio d e i Cornuj-iid.EtLTOpa, che al ternLine dei ha ap7,rovato all'unahimità un Appello ai rappreseiitanti dei C o m u n i e d i t u t t i i poteri locali da d i f f o n d e r e f r a le popolazioni della Comunità europea. Esso dice: « E ' necessario parlare chiaro e tondo: il Mercato comune è minacciato di morte. A chi la responsabilità di questa crisi? S e i governi di cinque consociati, esitando e spesso dissimulando i loro veri scopi, hanno le loro colpe, il Governo francese, che poteva ricorrere alla Corte di Giustizia o alle procedure di arbitrato previste dal Trattato di Roma, ha voluto fare un gesto brutale e bloccare le Istituzioni del mercato comune. Questa crisi, qualora si prolungasse, avrebbe conseguenze disastrose per tutti. Essa condurrebbe inevitabilmente: - all'arresto dell'espansione economica; - al ristabilimento delle barriere doganali; - all'aggravamento della condizione degli agricoltori; - al sovvertimento dei programmi di produzione, alla recessione, alla disoccupazione e, infine, per tutti ad un abbassamento sensibile del livello di vita. Essa colpirebbe dunque profondamente la vita dell'insieme delle comunità locali e regionali. Sul piano politico ne risulterebbe il crollo della grande speranza di un'Europa Unita, suscitata quindici anni fa dall'iniziativa storica di Robert Schuman. Si ritornerebbe di nuovo allo scontro frontale dei nazionalismi europei, che aveva condotto a due guerre mondiali in meno di un quarto di secolo. L e nazioni sono uscite da questi conflitti a tal punto indebolite che, lungi dal poter affermare la loro indipendenza, esse hanno al contrario perduto ogni influenza reale nella politica mondiale. Solo l'unione dei popoli, oggi così gravemente compromessa, può loro permettere di rispettare la loro vocazione e di garantire la loro sicurezza e il loro benessere. Si è ancora in tempo per evitare l'irreparabile. 1 negoziati debbono riprendere al più -presto sulla base delle -proposte della . ~ ~ europea, schiacciante ~ sarebbe ~ la responsabilità di qualsiasi Governo che vi si rifiutasse. Fedeli allo spirito e alla volontà degli Stati generali di Roma noi chiediamo ai rappresentanti dei Comuni e delle Comunità locali di suonare l'allarme alle popolazioni di cui sono responsabili e di mobilitare le forze vive dei nostri Paesi affinché siano salvate le prospettive dell'Europa unita, solo effettivo pegno di pace, di libertà, di indipendenza e di prosperità. Bandiera d'Europa al Municipio di Marino i 2 luglio-agosto 1965 COMUNI D'EUROPA un Goldwater (Visto che siamo nella NATO e che nella NATO comanda l'America, arbitra dell'equilibrio del terrore, non avremmo dovuto quanto meno, per lealtà, avvertire ufficiosamente l'elettorato americano che l'elezione di Goldwater significava la crisi istantanea, per nostra denuncia dei suoi termini attuali, della NATO?) Dunque: taglieremo interamente l'erba sotto i piedi del Generale solo se daremo a lui, e per lui - ecco quel che conta - all'ondeggiante opinione pubblica francese, la sensazione di alcuni orientamenti politici nuovi. di cui saremmo capaci di riempire le istituzioni politiche sovranazionali. Insomma i Governi dei Cinque dovrebbero assumere la problematica fatta propria dai federalisti, in maniera concreta, a partire dal congresso di Parigi dell'Union européenne des fédéralisies del gennaio 1955. Mentre andiamo in macchina ci giunge, imprevedibile, la notizia che Peyron ci ha lasciato. I1 lutto colpisce gravemente I'AICCE e tutto il CCE, e una grande tristezza prende tutti i militanti federalisti. e Comuni d'Europa m si associa fraternamente al dolore della famiglia Peyron. Les bons amis sont une remource dangereuse dans la vie; en les perdant, on perd trop (Fénelon). . vista) de Gaulle - . Questa è la parte di verità a cui, dal momento che hanno scelto la via clura (probabilmente senza prepararla come noi avremmo voluto e come abbiamo lungamente chiesto), i Cinque debbono ormai richiamare, in presenza dell'opinione pubblica jrancese, il Sesto consociato, lasciandogli l'onere della prova che è possibile il contrario. Questa è la parte di verità che debbono difendere, dando in pari tempo la precisa sensazione, anzi le prove, di difenderla in buona fede e senza secondi fini. Questa è la parte di verità che debbono sostenere, riprendendo le obiezioni di de Gaulle contro l'eurocrazia e l'attuale Parlamento Europeo per rilanciarle nel senso giusto, cioè che la struttura comunitaria è frutto di un compromesso, ma che sono pronti a incamminarsi verso la Federazione, senza dubbio assai più cartesiana. Scelta ormai dai Cinque l'ora della verità - avendo cioè rinunciato all'Europa in punta di piedi, che pure aveva una sua logica -, guai a non pagarne lo scotto! Si dimostrerebbe che i Cinque sono o sconsiderati o gratuiti provocatori. Ciò comporta altre precise conseguenze. Bisognerà pure affrontare finalmente, senza evasioni, i problemi posti da de Gaulle con l'<<Europa europea D. In realtà l'Europa dei federalisti ha sempre mirato ad essere ( e non per i complessi e i rancori di de Gaulle) europea, non una Europa americana o, meglio, di alcuni gruppi di pressione americani, difesi (talvolta non si sa neanche perché) da molte forze politiche al potere nei Cinque. Ci spieghiamo: né la gratitudine dovuta per il piano Marshall - anzi la gratitudine implica amicizia, non atteggiamenti passivi - né il senso di responsabilità legato alla protezione atomica, di cui usufruiamo, giustificano l'appoggio indiretto offerto per tanti anni dai Governi europei al China lobby, cioè a quel colossale gruppo di pressione, che appoggia in USA Ciang Kai Scek e ha impedito la costruzione di una politica per l'oriente che non finisse in un vicolo cieco. Lo stesso discorso si potrebbe fare per situazioni centro e sud americane, ben conosciute dal presidente Frei, a cui sembra tanti uomini politici di casa nostra tributino una stima del tutto giustificata. Potremmo continuare spingendoci sul campo della politica monetaria internazionale e anche della difesa - dopo che purtroppo la democrazia americana si è dimostrata più fragile del previsto, permettendo che fosse candidato alle elezioni presidenziali, anche se largamente sconfitto, Ma dov'è, fra i Cinque, un solo uomo al potere, che abbia la fantasia, l'assenza di pregiudizi e la prudenza dell'audacia di Kennedy o (perché no?) di Kruscev o (se è lecito accostare i santi ai politici) di papa Giovanni? Se per caso emergesse e riuscisse, nei prossimi mesi, a guidare una compatta politica dei Cinque non del tutto distratta ai motivi di verità, che ci hanno ispirato le precedenti riflessioni, il negoziato per superare la crisi del MEC si svolgerebbe su basi consistenti. I1 negoziato diverrebbe un grande confronto ideale e, in caso de Gaulle pretendesse tutto e soltanto il compromesso sul suo terreno, gli si potrebbe lasciare intera e palese la responsabilità della corsa isolato verso l'irrazionale. Con ciò si farebbe un gran passo innanzi verso l'attuazione della democrazia europea, nello stesso momento in cui si aiuterebbe la caduta del regime plebiscitario in Francia. Certo, l'impostazione del negoziato da dura dovrebbe diventare nella nostra ipotesi durissima. Come infatti de Gaulle pretende pa~alizzarciminacciando l'uscita della Francia dal MEC e la conseguente rottura di quest'ultimo, noi dovremmo poter credibilmente minacciare il MEC a Cinque, col Kennedy round a Cinque, la ricerca scientifica e tecnologica a Cinque, le elezioni a suffragio universale e diretto del Parlamento Europeo a Cinque e i seggi vuoti per la Faancia democratica e veramente europea; noi dovremmo poter minacciare una politica di cooperazione con 1'Inghilterra più rapida e piena di quella studiata dal Quai d'Orsay come politica di ricambio; noi dovremmo poter minacciare una politica coesistenziale più realistica di quella di de Gaulle e una politica verso il « terzo mondo probabilmente più efficace. Ma lo potremo? Ci diceva in ogni caso in questi giorni un vecchio e coerente europeista dell'ala diplomatica P: K Personalmente non ero per nulla convinto della tempestività del piano Hallstein, estremamente ingenuo, né dell'opportunità di appoggiarlo, tanto più che si e forse dato a d e Gaulle un alibi per fare tranquillamente quel che già meditava. Ma dal momento che si è voluto trarre il dado, sarebbe un disastro calarsi le brache. Ormai siamo in giuoco e bisogna giuocare grosso. » O si vuole chiedere scusa a de Gaulle d'avere ragione? luglio-agosto 1965 Pistone 3 COMUNI D'EUROPA Saragat d e Gaulle La ramanzina D u r a n t e la cerimonia d i C o u r m a y e u r per l'inaugurazione, n e l v e r s a n t e italiano, d e l T r a f o r o del Bianco il s e n t i m e n t o , chiaro e n e t t o , della stragrande maggioranza d e gli europei - il n o s t r o s e n t i m e n t o , i n s o m m a - è stato espresso d a u n g i o v a n e « v e s t i t o piuttosto d i m e s s a m e n t e », secondo l'espressione d i un quotidiano rolmano. C o s t u i - al secolo S e r g i o Pistone, l'amico Pistone, segretario regionale piemontese del M o v i m e n t o Federalista E u r o p e o - rischiando u n a pallottola delle guardie del c o r p o f r a n cesi si è slanciato v e r s o Saragat e D e G a u l l e e h a consegnato r i s p e t t i v a m e n t e i t e s t i , c h e pubblicliiamo q u i sotto. L'episodio è stato c o m m e n t a t o d a t u t t a l a s t a m p a europea ed americana ( t r a parentesi, o g n i cosa era stata accurataniente preparata dal M F E : da u n ' a z i o n e diversiva i n altra località a u n a pronta i n f o r m a z i o n e della t r i b u n a d e i giornalisti; e Pistone a v r e b b e potuto r i p e t e r e (continua a pay. 23) Monsieur l e Général de Gaulle. Monsieur le Président Saragat. Presidente Saragat. Generale de Gaulle. Les fédéralistes d'Europe groupés dans le Mouvement Fédéraliste Européen s'adressent à V O U S animés , et soutenus Dar ce m e m e esprit d'unanimité populaire qui nous aida, dans les jours de la Résistance à n e pas fléchir. A vous, Monsieur le Général d e Gaulle, qui avez été, le 18 Juin 1940 aurait amené la le seul comprendre que le cours d e F~~~~~ et 1 3 ~ u r o p eà se rac-,eter moralement et à reconquérir une véritable liberté démocratique. A vous, Monsieur le Président Saragat, qui avez su choisir la route de l'exil, a u x sombres années d e la dittature, lorsque l'espoir n e pouvait héberger q u e dans de nobles c s u r s Les fédéralistes sont entièrement conscients de l'interdépendance des rapports humains qui, à la suite de la deuxième révolution industrielle, d u progrès rapide et du rapprochement culturel entre les peuples, devient jour après jour plus étroite Les espaces se restreignent et le ternps de maturation des phénoménes sociaux s'abrège. Dans l e cadre de cet immense m o u v e m e n t universel des hommes, l'osmose des peuples d'Europe, sur la souche originaire d u cosmopolitisme européen, est un fait désormai accompli. L'histoire avance ébranlant et engloutissant les m y t h e s et les fantomes d u passé. on ne peut désormais faire face à l a politique européenne par u n e stratégie d'équilibre de puissance entre Etats Souverains. Dans u n monde qui n e devient q u e plus grand, où d e plus e n plus des coalitions d'hommes nouvelles et immenses se forment, on n e peut aborder la politique européenne e n la ralentissant par u n e t a d i q u e de concessions e t de revendications économiques nationales, si l'on n e v e u t , u n e fois encore, faire marquer l e PaS a u x peuples d'Europe qui pourraient devoir assister u n jour à l'effondrement d e leur culture et d e leur civilisation. L e temps des épigones est passé: la grande-petite Grèce des villes-états, harcelée par l'empire macédonien d'une part et par l'empire romain d'aiitre part, n e sut sortir de son reve et se perdit à jamais. I federalisti d'Europa riuniti nel Movimento Federalista Europeo si appellano a v o i i n u n o spirito di unanimità popolare quale il carattere straordinario della ~ ~ Monsieur l e Général d e Gaulle. Monsieur le Président Saragat. . Les fédéralistes dlEurope au n o m de c e u x qui n'ont pas oublié la solidarité des européens a u x jours de la victoire remportée sur les didatures, soutenus par la conscience d u cours d e l'histoire a c h e l , V o u s adressent u n aPPe1, l'adressant e n m e m e tempS à tous les hommes responsables, a f i n que l'on avance, sans hésitation e t sans relache, sur la voie d e la Fédération Européenne. Les événements ont démontré, tout récemment et avec clarté que l'unique lien inébranlable qui pourra s,établir l,échelon la volonté européen sera l e lien fédéral, et on ne peut s'opposer de l a majorité des citoyens d7Europe qui aspirent à la fois à l'intégration économique et à l'intégration politique. qu'à cette Europe Unie, que nous confions nos espoirs Ce et notre avenir. V i v e la Fédération Européenne! Generale de Gaulle, i n Lei ci appelliamo all'uomo ~ che il la Francia e l'Europa al riscatto morale e alla rzconquista della dignità democratica. Presidente Saragat, i n Lei ci appelliamo all'uomo che scelse la via dell'esilio laegli anqzi p i ì ~ scuri della dzttatura, quando la speranza poteva albergare soltanto i n cuori grandi. I federalisti d,Europa sanno come ogni giorno aume17ti l,interdipendenza dei rapporti u m a n i a seguzto della seconda rivoluzione industriale ed a seguito del lapido progresso ed avvicinamento culturale dei popoli. Gli spazi si restringono cosi come si accorcza il tempo d i matu?.azione dei fenomeni sociali. I , questo universale movimento degli uomini, la osmosi del popolo Europeo sul ceppo originario del cosmopolitismo europeo è un fatto compiuto. La storia avanza e travolge i m i t i e i jantasmi del passato. N o n è più possibile affrontare la politica europea con u n a strategia d i equilibrio di potenza fra Stati sourani. I n u n mondo che si dilata, i n un mondo che raccoglie vieppiu nuove sterminate coalizioni di uomini, affrontare la politica europea ralle?ztandola con u n a tattica d i concessionie di rivelzdicazioni economiche nazionali, vuoi dire ancora una volta fare segnare il passo al popolo Europeo che 18 giugno 1940 capi che il corso della storia avrebbe portato potrebbe vedere finire la prolpriu cultura e la p,,.opria civiltà, Non è tempo d i epigoni: la grande-piccola Grecia delle cittàstato, premuta tra l'impero macedone e l'impero romano, n o n seppe uscire dal sogno alla realtà e f u persa per sempre. Presidente Saragat. Generale de Gaulle. Memori dell'umana solidarietà degli europei all'indomani della vittoria sulle dittature, forti della coscienza dell'odierno corso della storia, i federalisti d'Europa si appellano a V o i e con V o i a t u t t i gli uomini responsabili perché si progredisca senza indugi sulla strada della ~ ~ E ~d ~ ~ ~ ~~ ~ ~ Anche dai recenti avvenimenti appare con chiarezza che l'unico vincolo stabile tra gli europei sarà quello federale. In questo senso n o n ci si può opporre alla volontà della maggioranza dei cittadini europei favorevoli alla integrazione sia economica che politica. L'Europa unita è l'unica volontà cui affidiamo la nostra speranza e il nostro domani. V i v a la Federazione Europea! ~ 4 COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1965 Regioni, uomo, animazione regionale di Mario D'Erme Regione, uomo, animazione regionale, so'no stati gli elementi ricorrenti delle relazioni E degli interventi al 111 Congresso Internazionale delle Economie Regionali, svoltos,i a Roma dal 3 al 6 maggio 1965, a cura del Bureau des Congrès Internationaux des Economies Régionales, (presieduto dal belga prof. Max Gottschalk) in collaborazio~necon l a Cassa per il Mezzogiorno ed apertosi con u n a relazione del prof. Levi Sandri dal titolo significativo: « L'apporto dell'azione regionale alla costruzione europea ». Cosicché hanno acquistato un senso non episodico le c80nclucioni finali, espresse sia dalla costituzione del « Consiglio In~ternazionale delle economie regionali >> (per sottolineare l'acquisita coscienza del « significato universale del prolblema regionale nel mondo di oggi», ha detto il prof. Gabriele Pescatore, delegato generale p e r l'organizzazione del Congresso, nella sua relazione d i sintesi), sia dalla propo'sta di tema per il prossimo Congresso L'uomo: soggetto, non oggetto della politica regionale »). Meno generali sono stati invece i richiami alla regione come esigenza istituzionale, e al « Comune» come supporto concreto dell'impegno animatore degli uomini, non astrattamente considerati, ma visti nella loro comcr etezza societaria. Tuttavia spunti ed interventi significativi, anche su tali aspetti, non sono mancati, ed una occasione per esprimerli è stata opportunamente predisposta dagli organizzatori, prevedendo una delle t r e relazioni generali, l a seconda, svolta da Bertrand Motte, sul tema « L'azione regionale d i fronte alle istituzioni: amministrazione centrale e iniziative regionali e locali ». Di fronte alla insistenza prevalente con cui il Congresso indicava il motivo socioetonomico come motivo d a porre a l centro del problema regionale, l a conclusione della relazione Motte h a indicato, con una c e ~ t a suggestione, i l significato più generale della « politica regionale », allorché ha osse~rvato, chiudendo la s u a relazione: « L'esigenza di uno sforzo armonioso p e r sincronizzare il movimento d i t u t t i gli ingranaggi della vita collettiva ci permette di pensare che l'azione economica regionale costituisce u n aspetto importante della politica, se i1 significato rimane fedele all'etimolngia secondo la quale l a politica nella sua pienezza è l'arte di amministrare l a Città». Tra le varie esperienze di cui è stata data notizia, (introdotte dalla relazione generale dell'americano Richard Preston) particolarmente interessante è stata poi quella dell'africano Epangué Michel Ross, che riferendosi in particolare a l Senegal h a indicato la centralita del « villaggio » e più esattamente degli a accordi f r a villaggi » p e r una politica regionale concepita soprattutto come « animazione » e non tanto come « riequilibrio» secondc l'esigenza sentita attualmente dagli europei. Questa direzime, « animatrice » più che « riequilibratrice », merita d i essere considerata a fondo per la sua capacità d i indicare, per la politica regionale, in una sua accezione non momentanea, una strada da percorrere da tutti per superare, arricchendoli in una sintesi superiolre, i due principi d i legittimità, in economia, che oggi si confrontano, e che il prci. Di Nardi, in una relazione di elevata espressività h a indicato all'attenzione del Congresso: a ) la legittimità ottocentesca dell'iniziativa mercantile, per creare ricchezza ove ciò appare più conveniente muovendo gli uomini ,, in ordine a tali iniziative; b) la legittimità nuova dell'iniziativa per mettere in valore, in ciascun ambiente, le ricchezze potenziali locali, così da rispettare l'avvertita esigenza attuale degli uomini, nel loro carattere di collettività locale n, di non abbandonare il proprio ambiente (discorso che oggi viene semplificato col dire: siano i capitali a spostarsi ove esistono gli uomini, e non viceversa). Ed è merito del Congresso, e del prof. P e scatore nella relazione di sintesi, aver indicato la centralità di tale aspetto per il futuro impegno per l'azione regionale, e di aver fatto preciso riferimento alla esigenza di animatori regionali n. <( glio dei Comuni d'Europa, ai tre documenti mica Europea della Commissione in tema della di politica Comunitàregionale. ECWOCertamente, occorre oggi riconquistare nella vita moderna, una certa organicità, ed è per questo che si parla di struttura regionale 3 da riconoscere e perseguire per l a civiltà moderna. Ma occorre superare, in proposito, sia gli equivoci neo-autarchici del regionalismo economico, sia gli errori di chi, guardando alla regione da una diinensione superiore, ad esempio europea, la veda solo come ambito contenitore di uomini C statisticamente ,, considerati, e quale sede di attività assolutizzate nel loro schematismo di settore (industria, agricoltura, ecc.). La verità è che la « radice D di ogni organicità resta il comune D , (anche se per tale orgailicità esso deve oggi N aprirsi alle relazioni 1 e non chiudersi i n una anacronistica autarchia) . Giova ricordare in proposito che lo stesso autore di Megalopolis », J e a n Gottman, nel parlare di nebulosa urbana 3 per cogliere il carattere dell'attuale situazione delle Delle edizioni di Comunità, nella serie pubblicata in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti, sono ora nelle librerie gli Atti del Symposium = Problemi della Regione e del governo locale svoltosi a Firenze, sotto gli auspici della Fondazione Adriano Olivetti e dell'Istituto di diritto pubblico comparato della Facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri ;.,, dal 27 al 30 maggio 1963, sotto il titolo . La regione e il governo locale L'opera è in 3 volumi (Milano, 1963), dal costo complessiva di lire 10 mila. Si apre con una prefazione di Umberto Serafini, presidente della Fondazione, una introduzione di Giuseppe Maranini, preside della Facoltà Cesare Alfieri. e un saggio del Giudice costituzionale Mortati su Autonomia e pluralismo nel pensiero di Adriano Olivetti .. Nel primo volume (Governo locale e sviiuppo democratico) sono contenute, fra le altre, le seguenti relazioni: = Le garanzie costituzionali dell'auto'nomia locale nell'Europa occidentale. di Bisearetti di Kuffia, Les teridances de démocratisation des organes locaux et régionaux en URSS et le Gouvernement local en Europe occidentale. di Georges Langrod, .Le comunità locali, garanzia delle libertà democratiche e strumento di equilibrato sviluppo della somcietà europea di Gianfraneo Martini. Nel secondo volume (Esigenze funzionali della regione e degli enti locali; riforma dell'amministrazione) ricordiamo le relazioni di Pino Crea su I1 decentramento ammidi Karl Josef Partseh su Autonomia ammininistrativo dei grandi centri urbani strativa e sviluppo democratico nella Repubblica federale tedesca D, di Jean-Louis Quermonne su s La situation des Exbcutifs locaux en rapport avec les exigeilces fonctionnelles de l'administration régiunale et locale :>.di Rudi Ronge su I1 circondario (Landkreis) nella Repubblica federale tedesca coine unione regionale dei Comuni ed autorità amministrativa B, di Martin Usteri su Questioni di diritto comunale svizzero B. I1 terzo vo~lurne(Regioni e sviluppo economico-sociale in Europa) contiene, fra le altre, relazioni su Finanza locale, finanza nazionale ed europea di Vincenzo Ciangaretti, s De quelques problèmes sociologiques posés par l'établissement de comptabilités régionales en France B di Jean Cuisenier, x Financing local government in England and Wales 1960-1970 D di Ivor Gowan, Une contribution à la solution des problèmes de développement des régions européennes: l'expérience de la Brétagne et le r6le du CELIB s di Michel Philipponneau, Competeriza delle regioni in materia di pianificazione economica, di Alberto Predieri, s La région, nouveau cadre d'action économique en France s di Pierre Viot. I tre volumi comprendono, oltre le relazioni, tutti gli interventi in dibattito (ricordiamo quelli di Briigner, Ciangaretti, Compagna, Crovetto, Giovenco, Héraud, King, Martini, Serafini) e le sintesi introduttive, pronunciate, all'inizio di ciascuna sezione del Symposium, rispettivamente dai professai-i Negri, Tosi e Predieri. E' la più importante opera sull'argomento uscita in Europa. . ., 2 Ma per tale « animazionE. occorre saper riscoprire il ruolo degli Enti locali democratici, ed i n particolare del Comune, ruolo che si qualifica, certamente, non nella posizione dell'autarchia, ma nella direzione degli accordi intercomunali. E' il discorso che, con coerenza, viene portato avanti dai federalisti, e che in particolare è stato al centro dei lavori di una delle tre Commissioni d i lavoro dei recenti VI1 Stati generali di Roma del Consiglio dei Comuni e dei Poteri locali d'Europa, circa i rapporti fra pianificazione del territorio ed enti lolcali, e che h a costituito p u r e materia del memorandum d i osservazioni del Consi- grandi aree metropolitane, contesta però la tesi di quanti ritengono che l a nozione antica di città ( e quindi di cc comune P), quale nodo strutturato, definito nei10 spazio, distinto dai suoi contorni, sia un concetto estinto o in dissoluzione. Insistere sulla realtà del comune n, comunque, deve significare oggi non solo fare opera di rivendicazione di una realtà insopprimibile, ma anche dare vigore a quella esigenza pluralista e creativa della pianificazione democratica che non può essere soddisfatta dal semplice considerare, oltreché l a dimensione europea o nazionale, l a sola dimensione regionale. COMUNI D'EUROPA Monaco di Baviera nel Mercato Comune Pubblichiamo il testo dell'allocuzione che il Prinio borgomastro di Monaco, Vogel, uve?)a preparato in vista del dibattito pubblico Milano-Monaco. Com'è noto, per l'assenza degli amministratori milanesi, il dibattito non si è più tenlcto; tuttavia riteniamo utile f a r conoscere ai lettori di Comuni d'Europ a . la situazione attuale e i prevedibili sviluppi della grande città europea. ** Io vorrei in primo luogo, gentili Signore e Slgnori, fare un breve giro d'orizzonte sulla situazione attuale e sul prevedibile sviluppo della capitale regionale, Monaco. Monaco è una città relativamente giovane, che viene menzionata per la prima volta alla metà del XII secolo in un documento imperiale. La città abbraccia oggi un'area di 310 km. quadrati ed è situata nel punto mediano dell'altopiano svevo-bavarese, 520 metri al disopra del livello marino. In rapporto all'area europea, Monaco si trova all'incrocio delle linee ferroviarie Roma-Berlino e Parigi-Vienna. Quattro dati di fatto contrassegnano in modo del tutto particolare la situazione e lo sviluppo di questa città. Essi sono: relazioni economiche e culturali, vengono inclusi nella regione d i Monaco, comportava nel 1938 120.000 unità, mentre nell'anno 1964 tale numero era cresciuto a oltre 300.000 m i t i . L'a quota annua d i Crescita comportava così già nel 1964 più d i 12.000 unità. Nella misura dunque in cui noi ci stiamo avvicinando a Monaco al limite massimo della capacità di recezione, aumenta tale aliquota di crescita nella regione limitrofa. Noi siamo del parere che il massimo assoluto per Monaco verrà raggiunto quando il numero degli abitanti si aggirerà dall'1,45 fino a11'1,5 milioni di unità. Per la regione limitrofa ci si attende, per l'anno 1990, un numero di abitanti oscillante dall'l a11'1,4 milioni, in modo che per tutta la regione di Monaco il numero complessivo degli abitanti nell'anno 1990 oscillerebbe tra i 2,5 ed i 2,9 milioni d i unità nell'area della regione così com'è attualmente. Va per altro colnsiderato che anche la regione aumenta come territorio perché sempre nuovi comuni, situati sempre più lontano, vengono attratti nell'area della città di Monaco, cosicché, sotto questo aspetto anche le cifre sopracitate non rappresentano alcun valore definitivo. che per lo sviluppo del traffico è di particolarediimportanza terzi queste 200.000 il fatto persone cheraggiungevano nel 1938 due il territorio della città a mezzo della ferrovia, mentre solo un terzo vi a mezzo dell,aut,ost,rada o di altre strade. Nell,anno 1963 tale rapporto percent,uale era esattamente invertito; soltanto un terzo delle 700.000 era a mezzo della Lo sviluppo del traffico 1 ) lo sviluppo della popolazione; 2) i1 rapido aumento del traffico; 3) l'espansione ecolnomica; 4) gli immutati e sempre crescenti compiti e funzioni culturali che Monaco deve curare ed assolvere. Lo sviluppo della popolazione Nell'anno 1938, data dell'ultimo censimento prima della guerra, Monaco aveva 826.000 abitanti. Alla fine della guerra, esattamente vent'anni fa, il numero degli abitanti era sceso a 469.000. Nell'agosto del 1950 s,i eira nuovamente raggiunto il livello dell'anteguerra, mentre oggi il numero degli abitanti si aggira sulla cifra di 1.197.500 abitanti. In un periodo di quasi 15 anni, la città di Monaco ha avuto un aumento d i 370.000 unità. L'aliquota media annua di crescita si aggira da circa 25.000 a 28.000 abitanti. Due sono i fattori principali che hanno contribuito a determinarla: 1) l'aliquota di prevalenza delle nascite ris~pettoai decessi che è in lenta crescita a partire dall'anno 1957 e che h a sign85cato una cifra di circa 5.000 unità nell'anno 1964; 2) il cosiddetto aumento da immigrazione che si aggira dalle 22.000 alle 24.000 unità per anno. Questa cifra è il risultato aritmetico d i un vasto processo nel corso del quale in un anno circa 90.000 persane si trasferiscono a Monaco mentre a loro volta nello stesso perio,do da 66.000 a 68.000 persone abbandonano la città. Secondo le previsioni, tale sviluppo della popolazione continuerà anche nei prossimi anni; la curva di aumento tenderà per altro progressivamente ad abbassarsi, mentre aumenterà la crescita negli 85 comuni limitrofi che noi di Monaco chiamiamo la Regione di Monaco. I1 numero degli abitanti presenti negli 85 comuni i quali, per le loro strette Quale unità di misura per lo sviluppo del traffico dobbiamo necessariamente prendere il veicolo a motore. Un esame del numero dei veicoli ammessi alla circolazione in Monaco dà come risultato una cifra che si aggirava nel 1938 a circa 60.000 unità e che, similmente allo sviluppo della popolazione, aveva raggiunto nell'anno 1950 la cifra d'anteguerra, mentre già nel 1953 erano 100.000 unità e nel 1961 200.000. Oggi sono ammessi a circolare nella città circa 270.000 veicoli a motore. Si aggiungano ad essi circa 30.000 veicoli della Bundeswehr, delle Ferrovie Felderali, della Po~staFederale, delle forze armate americane qui stazionate e ci avviciniamo già alla cifra di 300.000 veicoli circolanti a Monaco. Ne consegue un rapporto di circa una vettura per 4,4 fino a 4,3 abitanti. Secondo le previsioni, tale sviluppo non ha ancora raggiunto il suo valore massimo, e si arresterà allorché ci avvicinetremo ai valori limite americani di una vettura per 2,9 fino a 2,8 abitanti. Ciò significa che nei prossimi sette fino a dieci anni si può prevedere che il numero dei veicoli esistenti a Monaco aumenterà fino a 560.000; in rapporta alla cifra odierna si tratterà di quasi un raddoppio. Va inoltre considerato che il traffico a Monaco non è solo determinato dal numero dei veicoli circolanti a Monaco, m a anche dal traffico causato d a quelli che entrano i n città. Un censimento eseguito nell'anno 1938 per accertare quante persone attraversavano nel corso di una giornata il confine della città in entrambe le direzioni, ebbe come risultato un numero di attraversamenti che comportava giornalmente una media di circa 200.000 passaggi. Nell'anno 1961 questi passaggi erano saliti a 600.000 e l'ultimo~risultato utile dell'anno 1963 dava già una cifra di 700.000 passaggi. Va qui tenuto presente I1 borgomastro di Monaco, Vogel ferrovia, mentre ben due terzi si erano avvalsi delle strade ed in misura particolarmente larga del mezzo di trasporto individuale. L'espansione economica In tale sviluppo, e particolarmente nella velocità dello sviluppo, mi sembra vada ricercato il fattore effettivamente responsab ~ l eper la straordinaria espansione d i Monaco dopo la guerra. Anche qui vorrei citarvi alcune cifre: Monaco aveva nel 1950 426.000 posti d ~ i lavoro, oggi n e ha oltre 700.000. Questa è una crescita che in termini percentuali va notevolmente al di là della crescita del numero degli abitanti. I1 giro di affari complessivo dell'economia di Monaco comportava nell'anno 1950 6 miliardi di D.M.; nel 1960 22 miliardi e nel 1964 a r c a 34 miliardi di D.M. Questo è uno sviluppo che va bene al di là della media regionale ed anche notevolmente aldilà della media federale. I1 nostro reddito lordo interno si aggirava nell'anno 1950 sui 2 miliardi, nel 1961 su quasii 10 miliardi. Questo sviluppo che costituisce l'effettivo fattore di propulsione di ogni altro sviluppo prodottosi a Monaco, ha avuto la sua origine in due fattori determinanti. I1 primo fattore, fra il 1945 ed il 1955, è stato il processo d i industrializzazione. Monaco era fino al 1945 un centro bancario, commerciale, un centro d i cultura e d i studio, e non una città industriale nel vero senso della parola. I1 numero dei posti d i lavoro nell'industria si aggirava sugli 80.000 COMUNI D'EUROPA e crebbe nella metà degli anni cinquanta a oltre 180.000, ed ammonta presentemente a circa 190.000. Tale sviluppo ebbe principalmente la sua origine nel settore dell'industria elettrica, in quello dell'industria meccanica e di precisione, dell'industria ottica ed in parte nel settore delle macchine utensili e della costruzione di macchine. E' stata una fortuna per la città che si trattasse principalmente di industrie che non arrecassero fastidio alle abitaziolni circostanti a causa di emissioni d i fumo, fuliggine, ecc. Questo primo periodo dell'industrializzazione d i Monaco può, in relazione al numero dei posti di lavoro, considerarsi chiuso. Tale numero non aumenta quasi più, mentre l'aumento della produttività avviene mediante mi,sure di razionalizzazione e di automatismo. A questo periodo dell'industrializzazione, che ha fatto di Monaco la più grande città i n d u ~ ~ t r i a lbevarese, e anche per quanto riguarda il numero delle industrie, si è ora aggiunto un processo per cui s,i h a uno sviluppo molto esteso del cosiddetto setto~re delle prestazioni di servizio, chiamato in linguaggio tecnico « settore terziario », celntrato principalmente sul commercio, banche, assicurazioni, amminis~trazionipubbliche e private, s'cuole ed istituzioni di cultura. Ogni due posti di lavoro a Monaco uno appartiene già oggi al settore terzia'rio e bisogna prevedere che entro i prossimi dieci fino a dodici anni l'aliquo'ta di questo setto're terzia'rio au'menterà fino ad oltre il 60%. luglio-agosto 1965 circa 120.000 abitanti no'n tedeschi poss,iede la più grande coloni'a di stranieri in termini as,soluti e relatlivi di tutte le altre città teLa funzione culturale della nostra città, d i desche. un'importanza tuttora in aumento, non si Signore e Signori, io credo di avere con lascia precisare mediante dei numeri. Vo'r- ciò brevemente illustrato la situazione e lo rei peraltro richiamare l'attenzione sul f a t t o sviluppo della nostra citt,à e vorrei, per che Mo~na,coh a una popolazione scolast'ica prevenire eventuali interpretaz.ioni errate, molto alta. Uno ogni sei abitanti di Monaco aggiungere che queste non sono cifre d e ~ i svolge un'attività in qualità d i insegnante, vanti da un piano che s i prefigge determisco~laro,stud'ente oppure docente in una scuonati fini, nel senso che tali cifre debbono la superiore; si tratta sempre di 200.000 abiassolut~amenteessere realizzate. L'e tendenze tanti della nostria città. Oppure se vogliamo di sviluppo da m e illustrate costitu,iscono dei considerare la questione da un altro punto dati d i fatto stabiliti in base a previs'io'ni di vista: a Monaco abita soltanto un c1inquan- estremamente caute ed all'os~servazione dello tesimo della popo'lazione della Repubbllica sviluppo della città che si è fin qui avuto, Federal'e; però di 12 person'e che assist~ono e che ci costsingo~noa tener present'i misure ad una rappresentazione teatrale, ve n'è una necessarie nei confronti dell'ult,eriore svilupche lo fa nella nostra città. Questa è una po della città. Ne conseguono quattro co'mdimostraz,ione che proprio la vit'a teatrale piti preminenti e cioP: e la vita concertistica e, in generale, le più 1) il piano regolatore dell'a città ed ansvariate manifestazioni della vita culturiale che il piano regolatore della regione di sono particolarmente n,umerose a Monaco e ch'e Monaco svolge, in questo cam'po, delle Monaco; fuzioni che vanno ben aldilà delle sue 2) le co'struuioni stradali e del traffico; proprie frontiere e superano anche le fron3) le cos~truzioniedilizie che n'ell'ordine tiere della Baviera. di grandezza di Monaco diventano costr~uIn s'ingoli casi, ed io penso qui allla S'cuola zione di cit,tà; Tecnica Superiore ed all'Università, l'impor4) l'evoluzione e l'ampliamento delle notanza di queste istituzioni culturali è nota i comun'ali nei confronti stre i s t i t u ~ i o ~ nso'ciali ben oltre le frontiere della Repubb1,ica Fedecielle crescenti esigenze della nostra cittadirale ed euro'pee. A questo paopo'sito vorrei anche accennare nPnza le quali mutano continuamente, anche per quaiito riguarda il contenuto. al fatto che Monaco è anche la città che con Gli immutati compiti e funzioni culturali La Riviera Adriatica di Romagna si snoda lungo uno splendido litorale di circa cinquanta chilometri, su cui si affacciano le famose spiagge di RIMINI (con le frazioni di Miramare, Rivazzurra, Marebello, Bellariva, San Giuliano Mare, Rivabella, Viserba, Viserbella e Torre Pedrera), nonché Riccione, Cattolica, Cesenatico, BellariaIgea Marina, Misano Adriatico, Gatteo, Savignano Mare e S. Mauro Mare. Lo sviluppo avuto negli ultimi dieci anni da questa spiaggia ha del prodigioso. Le statistiche attribuiscono a questa zona, per la durata della più recente stagione estiva, u n nuniero complessivo di 16.056.496 pernottamenti, distribuiti in 3.428 (tremilaquattrocentoventotto) esercizi alberghieri. La Provincia di Forlì, inoltre, offre possibilità di soggiorno montano in zone ricche di boschi e di verde come S. Sofia, la Campigna, le Balze di Verghereto, Alfero, ecc. Infine, le stazioni termali di Castrocaro Terme, Bagno di Romagna e della Fratta (Bertinore) sono località di cura molto note ovunque e frequentate per oltre sei mesi all'anno. Per informazioni scrivere subito Stagione : APRILE - OTTOBRE all'ENTE PROVINtlALE PER I L T U R I S M I - PORLI o rivolgersi aile agenzie di viaggio della vostra città COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1965 BRUXELLES - LUSSEMBURGO - STRASBTJRGO Cronaca delle Istituzio n1 europee A di Andrea Chiti Batelli Unione politica europea 1965 I capitoli I ( O Breve storirc dell'Unione Politica , I ) e 11 ( CDocumenlazioni , e considerazioni compleme~itari, I ) sono stati pubblicati nel numero di aprile 1965 di I< Comuni d'Europa 1). I primi due pamgrafi del Capitolo I11 (contenente le cronache delle discussioni su11'Unione Politica svoltesi Tispettivamente all'dssembleu Consultiva del Consiglio d'Europa e al Parlamento Europeo) sono invece stati pubblicati nel numero di ,maggio. Naturalmente, a parte la identità di vedute dell'autore e della nostra rivista sulla necessità di zln costante riferimento a una coerente linea federalista, le responsabilità di singole affermazioni e di singoli giudizi politici è di Chiti Butelli. C) Abbiamo bisogno degli Stati Uniti per la riunificazione della Germania? Se riteniamo che sarà più facile giungere a un accordo con l'Unione Sovietica concernente la Germania senza la partecipazione americana (un accordo fra europei, dall'Atlantic0 agli Urali), cosa possiamo offrire all'Unione Sovietica in cambio dell'abbandono della sua occupazione della Germania Orientale? L'Unione Sovietica sarebbe disposta ad accettare la riunificazione della Germania senza una garanzia americana circa il mantenimento della pace e della stabilità lungo la frontiera orientale di una Germania riunificata? 11 P e r t u t t i questi interrogativi l'alternativa è, come direbbero i francesi, di u n a clarté 111 aveuglante. Se l'Europa resta divisa i n S t a t i sovrani, a n c h e se essi si svincoleranno a poco a poco d a u n a tutela così pesante e N proconjolare W dell'America - p e r u s a r e un'espressione di Ronald Steel - come quella attuale, l a s u a indipendenza resterà precaria, e l e P r i m a u n accordo s u t u t t e queste questioni così spinose, conclude l a relazione P a t i j n ; forces d e f r a p p e s nazionali insieme velleit a r i e e pericolose. poi l'Unione politica: « Ci v o r r a n n o degli S'e l'Europa costituirà u n a Federazione a n n i di faticose discussioni perché siano - c h e d a i S e i n o n p o t r à n o n estendersi rapicreate di nuovo l e coildizioni p e r l'unità d a m e n t e a n c h e agli a l t r i - l a s u a indipeneuropea » . denza s a r à reale, e la s u a possibilità di L'ultima p a r t e della relazione offre u n t r a t t a r e c o n 1'URSS u n a liberazione dei s a contributo a nostro avviso n o n indifferente telliti - s e necessario minacciando l a fora stabilire u n inventario degli attuali p u n t i maziorie d i u n proprio a r m a m e n t o nucleare di disaccordo, relativamente a i problemi d i ~ o l i t i c a militare ed estera di c o m p e t e i ~ z a - effettiva e non senza, a più o m e n o b r e v e termine, conseguenze profonde, a n c h e dell'UE0. p e r la forza di attrazione e di esempio Ecco, diviso i n t r e g r u p p i di problemi, c h e essa eserciterà sugli stessi satelliti. il questionario c h e P a t i j n ( o c h i p e r esso) Ma torniamo all'inventario della relazione propone alla nostra meditazione e c h e saPatijn: r e b b e b e n e c h e qualcuno si preoccupasse di stabilire a n c h e p e r gli a l t r i problemi c h e sfuggono alla competenza d e i S e t t e B) Qual'è la funzione dell'Europa ne- L' Unione politica alle Assemblee europee 3 - A1llAssemblea dell'UEO: politica estera e militare dell'Europa Terza no, m a postrema a n c h e l'Assemblea dell'UEO s'è occupata, nella s u a sessione di maggio, d e l problema dell'unione Politica. Abbiamo visto nelle precedenti cronache come l'Assemblea Consultiva abbia impartito a l P a r l a m e n t o Europeo u n a m e ritata lezione di K s o v r a n a z i o n a l i t à . Occ o r r e aggiungere c h e l'Assemblea dell'UEO - attraverso l a relazione a d essa presentata s u questo argomento dall'on. P a t i j n , socialista olandese, a n o m e della Commissione Affari Generali (Doc. 340) - h a impartito a l P a r l a m e n t o Europeo un'altrettanto mer i t a t a lezione politica. Ascoltiamola: C ( < L e Assemblee europee hanno sempre tendenza a discutere procedure di cooperazione, e non principi fondamentali della politica estera e difensiva, che sono all'origine della paralisi dell'Europa. Nella sua relazione del 20 gennaio 1965 sui problemi relativi all'unità politica dell'Europa, il Parlamento Europeo ha affermato la sua convinzione che " l'accordo intervenuto in seno al Consiglio dei Ministri della CEE relativo all'unificazione dei prezzi dei cereali rivela l'esistenza di una volontà politica che dovrebbe consentire di compiere dei progressi" nel campo dell'unione politica. I1 vostro relatore ritiene che questa affermazione parta da una concezione errata dell'incidenza politica della cooperazione economica. L'accordo che si è avuto sui prezzi dei cereali riveste la massima importanza pe8r i progressi della CEE, ma mentre il Mercato Comune f a progressi in coesione e in potenza economica, è cieco in materia politica. Nessuno può dire su cosa il nuovo gigante continentale farà gravare il suo enorme peso nei momenti in cui saranno prese decisioni politiche mondiali. I Sei divergono praticamente su tutti i punti: sul mantenimento della pace delle Nazioni unite; sulle responsabilità del mondo occidentale nel contenimento del comunismo in Asia; sui negoziati con l'Unione Sovietica circa il controllo degli armamenti nucleari; sui rapporti con gli Stati Uniti in seno alla NATO; sul posto della Gran Bretagna in seno all'Europa unita. Non è realistico credere che i Sei riescano automaticamente a trovare risposte comuni a tutti questi problemi, per il solo fatto di stabilire t r a 'loro un meccanismo di consultazione politica ». .: gli affari mondiali? A) Qual'è la funzione degli Stati Uniti in Europa? a) Abbiamo bisogno degli Stati Uniti per assicurare la nostra protezione? I nostri sforzi difensivi avrebbero Ltn senso se la protezione nucleare americana ci fosse ritirata? L'Europa occidentale è in grado di costituire una forza nucleare capace di equilibrare la forza nucleare dell'unione Sovietica e ci garantirebbe contro il ricatto nucleare? Mirage I bombardieri V britannici e i francesi sono apparecchi adatti a questo compito? In caso negativo, in quale forma accettiamo di cooperare con gli Stati Uniti nel campo nucleare? In che forma gli Stati Uniti possono accettare di cooperare con noi? Sarà possibile combinare la protezione americana con la piena indipendenza dell'azione delllEuropa nelle questioni militari? t> b) Se non accettiamo la struttura attuale della NATO in materia di effettivi e di comando, siamo pronti a proporre alternative accettabili per una ccoperazione durevole con gli Stati Uniti? Accettiamo o respingiamo l'idea di una associazione di partners uguali avanzata dal presidente Kennedy? Quali conseguenze avrebbe una sinlile associazione rispetto all'uguaglianza e alla solidarietà dei membri? E' possibile mantenere in Europa la sovranità nazionale in materia nucleare in forma militarinente valida? In caso' negativo siamo disposti ad accettare una forza nucleare atlantica come tappa sulla via nella cooperazione nel campo nucleare? a) Siamo disposti a considerare gli affari mondiali i n se stessi o solo dal punto di vista dell'interesse strettamente europeo? Qual'è la posizione dell'Europa nei confronti dei provvedimenti di polizia presi dalle Nazioni Unite per il mantenimento della pace e della sicurezza? Respingiamo le misure di questo genere prese dall'Assemblea Generale? Siamo disposti ad accettarle se sono prese sotto la responsabilità del Consiglio di Sicurezza? In caso affermativo qual'è la nostra posizione quando il Consiglio di Sicurezza è paralizzato da un veto? Se respingiamo ogni azione delle Nazioni Unite volta al mantenimento della pace, proponiamo provvedimenti collettivi da prendersi dal mondo occidentale al fine di raggiungere lo stesso obiettivo? In caso negativo possiamo accettare provvedimenti americani e britannici: Se respingiamo tutto e non proponiamo nulla, riteniamo che l'atteggiamento dell'Europa sia valido? Una neutralità di questo genere e possibile? b ) Qual'è la posizione dell'Europa circa il pericolo di un'espansione del comunismo in Asia? Accettiamo o respingiamo l'idea di una politica d i . containment in Asia? Se la respingiamo, quali alternative possiamo proporre? La neutralizzazione di importanti regioni dell'Asia è possibile quando manca un certo equilibrio di forze? Se un equilibrio di forze locale costituisce una premessa alla pace, siamo disposti a condividerne attivamente la responsabilità? In caso negativo abbiamo il diritto di criticare gli Stati Uniti? r COMUNI D'EUROPA L a risposta giusta l'ha data, p a r t e n d o d a l problema d e l Vietnam, la nuova rivista EU '65, scrivendo i n proposito: (1 Nessuno dei principi morali e giuridici a cui si rifanno i regimi democratici può servire da giustificazione all'impresa americana nel Vietnam. Questa costituisce nello stesso tempo una violazione della carta dell'ONU (che nega recisamente ad ogni stato il diritto di arrogarsi un compito di polizia internazionale); del Patto Atlantico, se non nella lettera almeno nello spirito (altrimenti come qualificare l'indifferenza di Washington a quelle che possono essere l e preoccupazioni dei suoi alleati europei?); degli accordi di Ginevra, che prevedevano l'evacuazione di ogni base militare straniera e la riunificazione dei due Vietnam sulla base di elezioni libere; infine di quel principio di autodeterminazione, di cui si reclama tanto ardentemente l'applicazione nel caso della Germania. Dunque la fede nel primato della pura forza non è un monopolio di uno solo dei due campi. E' oggi, come nel passato, la tentazione normale di ogni Stato sovrano che crede di potere affidarsi solo alla sua potenza per la difesa delle sue posizioni mondiali. Non cerchiamo di coprire questo fatto con argomenti speciosi ed ipocriti. L'anticomunismo non è sufficiente a santificare tutto. Ma non cerchiamo neanche di condannarlo in nome di un idealismo vuoto per apologia di un ordine internazionale astratto e irreale, basato sull'idea assurda che i 118 Stati che fanno parte dell'ONU possano essere considerati su un piede di uguaglianza giuridica. S e gli Stati Uniti agiscono in violazione flagrante di certi principi, ciò non è perché essi siano divenuti improvvisamente una nazione predatrice, ma perché quei principi non si applicano facilmente nella pratica. E' cosa certa che, abbandonato a se stesso, il Vietnam ha eccellenti probabilità di rotolare nel campo cinese e che gli Stati Uniti - come 1'URSS del resto, visto che i due non sono poi così lontani per interessi anche se sono tenuti a mostrarsi totalmente ostili nel loro atteggiamento reciproco - hanno ragioni serie per temere un'espansione della potenza cinese in quel Sud-Est asiatico così importante per risorse naturali e umane (esso conta circa 200 milioni di uomini). Una questione ancor tutta da discutere è se Washington ha trovato la giusta risposta a questo pericolo, se il metodo più efficace per combattere l'espansionismo cinese sia quello di negare questa realtà indefettibile che è oggi la Cina comunista e di rifiutarle il suo posto normale nell'assise degli Stati, se fare l'escalatioiz nel Vietnam del Nord (anche con un sincero desiderio di giungere a negoziati) permette di sbrogliarsela nel Vietnam del Sud. Ma se nessuna soluzione può svilupparsi n é dal ricorso alla forza, né dall'applicazione delle procedure definite dall'ONU, dove si potrà mai essa trovare? Ogni male deriva dal fatto che il mondo conosce una disuguaglianza veramente mostruosa e sempre crescente nella distribuzione della ricchezza e della potenza. E alla redistribuzione di questa ricchezza e di questa potenza debbono impegnarsi tutti coloro che aspirano alla cooperazione mondiale. Idea aberrante delle potenze coloniali fu quella di accordare l ' i n d i ~ e r ~ d e n z a tozzi e bocconi ai loro vasti imperi coloniali; di aver ridotte questi in pillole. E' per lo meno paradossale, che nel momento in cui avvertivano che esse stesse perdevano di importanza le antiche potenze coloniali abbiano nello stesso tempo moltiplicato nel mondo entità quali il Ruanda, il Gabon, Malta, la Gambia o Trinidad. Un'assemblea generale dell'ONU composta da stati così disparati, cosi grottescamente inuguali, non può sviluppare alcuna forza coattiva per qualunque potenza che voglia arrogarsi (ne abbia o no i mezzi reali) qualche potere o qualche dovere i n materia di politica mondiale. Ciò vale ugualmente per l'URSS, per la Cina, per la Francia, per la Gran Bretagna, e per gli Stati Uniti (soprattutto dopo che questi con la moltiplicazione degli Stati nelle regioni che non sono nella loro sfera diretta di influenza non sono più garantiti dall'appoggio della maggioranza dell'Assemblea generale). Non vi è che una soluzione per arrivare a un ordine di cooperazione mondiale, per superare le prove di forza: riequilibrare il mondo presente creando dei vas,ti insiemi regionali federali. E non c'è che una sola soluzione per il Vietnam: integrarlo in un insieme solidale del Sud-Est asiatico che possieda mezzi di indipendenza reali, sia nei confronti della Cina. sia nei confronti degli Stati Uniti e, anche (si pensi alla Malaysia) della Gran Bretagna. Ecco ciò che dà un significato nuovo e, fra tutti il più fondamentale, all'opera di costruzione europea. Essa si iscrive in un riequilibramento di ordine mondiale. Non potrà nascere una vera autorità mondiale se non dalla volontà convergente di grandi entità regionali federate in precedenza. La federazione dell'Europa occidentale dovrà servire da modello e da incitamento per l e altre regioni del mondo alle energie così malamente, così tragicamente disperse: all'America Latina, all'Africa subsahariana, all'Africa del Nord e al Medio Oriente, a l Sud-Est asiatico e anche all'Europa orientale e centrale ,t. Torniamo ancora all'inventario della relazione P a t i j n : ' C) Quali devono essere l e relazioni fra la Gran Bretagna e le /Comunità Europee? luglio-agosto 1965 pubblica e n e l pensiero politico inglese, m a non ancora giunta a l livello delle decisioni e degli orientamenti governativi - p e r poter poi aderire, insieme a t u t t i gli altri S t a t i dell'Europa o'ccidentale, al p r i m o nucleo i e derale. E s a r e b b e questo il solo mezzo per consentire alla G r a n Bretagna d i « ristabil i r e l'equilibrio della sua bilancia d e i p a g a menti e modernizzare l a s u a economia », rinunziando a m a n t e n e r e l a sterlina u n a moneta d i riserva mondiale s u b a s e nazionale 2 , il c h e p r i m a o poi l e s a r à a d ogni modo inipossibile. Questo no'n lo diciamo noi: lo h a detto nella dis'cussione, lo stesso onorevole Ridley, conservatore britannico: ,CI1 relatore chiede se la Gran Bretagna sarà in grado di ristabilire la sterlina e di liberare la sua bilancia dei pagamenti: sì, ma ciò le sarebbe assai pii1 facile se essa non fosse esclusa dai vantaggi economici della Comunità a Sei. I1 relatore vorrebbe anche sapere se la Gran Bretagna potrà continuare a svolgere la sua funzione ad est di Suez: no, se essa non godrà dell'aiuto della CEE 1 1 . ( E ' interessante n o t a r e come Ridley, esatt a m e n t e come D e Gaulle, concepisce l a CEE n) La Gran Bretagna può, su una base unicamente come uno s t r u m e n t o economico nazionale, riequilibrare la sua bilancia dei p e r assicurare una maggiore indipendenza pagamenti, modernizzare la sua economia e alla politica estera e militare d e l proprio mantenere la sterlina come moneta di riserva Paese). mondiale'? Q u a n t o al p u n t o b ) , è chiaro che una riIn caso negativo, quali forme intermedie di nuncia britannica all'indipendenza nucleare cooperazione si possono prendere in considerazione fra la Gran Bretagna e i Paesi del - nel q u a d r o d i unlEuropa divisa, e perciò Mercaio Comune? destinata a u n più o m e n o l a r v a t o satellismo La Gran Bretagna deve stabilire, in settori militare - p o t r e b b e rafforzare la coesione precisi dell'attività economica, relazioni partiatlantica, come la vogliono gli americani; colari con ciascuno stato membro del Mercato Comune o deve orientarsi verso la cooperanon si v e d e invece i n c h e cosa gioverebbe zione e l'adesione alla Comunità Economica (n& i n c h e cosa nuocerebbe) all'unità euroeuropea propriamente detta? I1 governo britannico si rende conto della pea. Forse solo a d a r e agli inglesi u n più vivo senso del f a t t o c h e la loro indipenprofonda differenza fra la CEE e I'AELE? Si rende conto che i progressi della CEE possono denza militare - ovviamente anche a d est interessare l'Europa intera? d i Suez - è finita o sta p e r finire, come I Sei ritengono che un sistema economico Ridley stesso h a ammesso, e quindi a facilieuropeo possa essere stabilito a lungo termine t a r e u n approfondimento d i quella presa senza la partecipazione della Gran Bretagna d i coscienza europea c h e abbiamo visto ese degli altri Stati membri delYAELE? s e r e in atto. Quali disposizioni i Sei possono prendere per facilitare l'adesione britannica? S e d d e hoc satis. Concludiamo, piuttosto, I1 governo francese potrebbe opporre di con una b a t t u t a umoristica. T u t t a l a comnuovo il suo veto all'adesione britannica per plessa relazione P a t i j n si concludeva con ragioni politiche senza distruggere tutto quello urla proposta d i raccomandazione - il soche vi è stato di positivo nella coo~perazione lito topo partorito, dopo doviziosissime relaeuropea? zioni, dalle Assemblee europee - a c h e b) Una decisione britannica di rinunziare i governi m e m b r i dell'UEO convochino u n a all'autonomia nazionale in materia nucleare conferenza d i esperti i n sessione p e r m a rafforzerebbe la coesione atlantica e l'unità nente p e r u n miglior coordinamento delle europea o dividerebbe l'Europa? In quali conpolitiche estere Y . dizioni ciò sarebbe giovevole sia alle relazioni Non è stato difficile a v a r i degli oratori inatlantiche come a quelle europee? La Gran Bretagna può mantenere la sua t e r v e n u t i rilevare c h e responsabilità d i q u e l indipendenza in materia nucleare " a d est di g e n e r e spettano a i pclitici, e n o n agli esperSuez" e abbandonare la sua posizione di poti, e c h e rassegnarsi a una simile ingerenza tenza nucleare nell'Atlantico? è, come h a detto con f i n e umorismo L a d y Megan Lloyd George, « t h e last resort of S u i rappo'rti della G r a n Bretagna col Mera government i n distress. ( I n Inghilterra cato Comune l a risposta s e m b r a facile. Oggi il sense of h u m o u r n è così pregiato, e u n certo protezionismo, e l'esistenza di vincosì diffuso, c h e a n c h e l e donne n e disponcoli economici rigidi: è il surrogato necesgono). sario alla CEE della impalcatura istituzioVon Merkatz, invece, d a buon tedesco, n a l e e politi'ca che le manca. O v e questa h a voluto f a r dello spirito più pesante, ed h a ricordato la definizione politica d e l canvi fosse - se i S e i ci06 costituissero u n a guro: x u n cavallo elaborato d a u n a comComunità federale - s a r e b b e assai più famissioi-ie d i esperti D. Così il testo della ricile (lo abbiamo ripetuto o r m a i molte volte) - n a t u r a l m e n t e approvato all'unasoluzione costituire u n Mercato Comune t r a detta Conimita - è stato finalmente modifi'cato nel munità, come unico p a r t n e r , e gli altri S t a t i senso c h e i governi sono invitati a convodelllAELE, abbastanza elastico per ottenere c a r e u n a conferenza d i « personnalités expél'adesione della G r a n Bretagna e consenrimentées e t représentatives D. Ma il cant i r e a questa u n adeguato margine d i m a guro è rimasto. S e non è zuppa ... turazione europea. - i n a t t o nell'opinione . luglio-agosto 1965 COMUNI D'EUROPA I l b ilanciO a gr ic O l O COm u n e al Parlamento europeo 1 - Considerazioni generali: il parere di Altiero Spinelli Forti dell,aureo principio stabilito dal- l ' m . P a t i j n - e cioè c h e u n a volontà politica di regolare i n comune i problemi degli zucchini, dei cavoli verzotti o delle p a t a t e primaticce si differenzia p u r s e m p r e qualitativamente da una volontà politica d i union e europea tiit cowrt - ci sarà più facile comprendere i limiti delle discussioni che si sono a v u t e a l P a r l a m e n t o Europeo nel mese di maggio intorno a l problema del bilancio comunitario. L e proposte della Commissione Hallstein - e l e modifiche c h e il P a r l a m e n t o Europeo h a p r 0 p 0 ~ t 0a d esse -, C O S ~ come il preced e n t e Regolamento 25 d a cui esse prendono l e mosse, ci sembrano così importanti, c h e delle une e delle altre diamo a parte il testo integrale. P e r u n a visione d'insieme s u di esse non sappiamo far di meglio che riferire la lucida che ne ha data Altiero Spinelli, nel « Mondo del 15 giugno 1965, premettendo c h e l e nostre considerazioni c h e seguiranno state scritte prima del fallimento delle crattative intergovernative di f i n e giugno, e di proposito lasciate inalterate. I n u n paragrafo finale cercheremo di aggiornarle ai più recenti sviluppi. Ecco dunque quanto ha 11el Mondo D , i n u n articolo successivam e n t e ripreso a n c h e nel secondo n u m e r o della citata nuova rivista quadrilingue E U '65 P, c h e l o stesso Spinelli pubblica insieme a Hirsch, i fratelli Merlini, H o u x ed altri: 1962-63, 1963-64 e 1964-65. Alla fine di giugno scade, e se finora l'incertezza che ancora regnava politica comune aveva permesso sistemazicni provvisorie, è diventato urgente definire in modo completo questo fondamentale istituto. c o m e è noto, la Coinurlità si propone di organizzarc il mcrcato agricolo in modo da fonESSO dere le attuali distinte organizzazioni di mercati nazionali. garantendo con eventuali acquisti comunitari di sostegno certi livelli di prezzi per i fondamentali prodotti agricoli, accordando sussidi comunitari all'eventuale esportazione dalla tassero di eccessi fissazione di produzione di quei prezzi che e risulpromuovendo con investimenti comunitari le riforme di struttura necessarie per migliorare produzione, e col1ocament0 dei prodotti agricoli. Quando, fra un ~ a i o d'anni, la politica ccmune funzionerà in pieno, sono previste spese del Fondo dell'ordine di di pari a 800 miliardi di lire. Nella regolamentazione provvisoria si era stabilito che le entrate del Fondo sarebbero I1 Regolamento n. 25, de~ll'aprile 1962, punto di partenza delle recenti discussioni di B ~ ~ ~ ~ ~ I ~ ~ . Articolo 1 .-lrtirolo 4 Per consentire ~Il'orgariizzazionc comiine dei mercati agricoli di raggiiingere i suoi ohiettivi, viene istitillto un forido euror>eo aar;coli) di orientamento Fondo D. e d i paranzia i n appresso d e n o m i i i ~ i t o i l Fondo costituisce un;i parte <lei I):lancio del18i . Sotto l'impulso di Sicco Mansholt. che già precedentemente come ministro sccialista del suo paese aveva contribuito a riportare l'agricoltura olandese ad un esemplare alto livello di modernizzazione e di efficienza, la CommisMercato ha Ottenuto in tre lunghi e pazienti anni da un di ministri spesso riluttante e sempre incerto l'adozione di un complesso di regolamenti che hanno ormai condotto sulla soglia della realizzazione vera e propria della politica agricola comune. realizzazione di quest'impresa 6 stata fino ad oggi fondata Su una paradossale, ma comprensibile alleanza fra Mansholt e De Gaulle. La visione che i due hanno dell'Europa è del tutto antitetica, essendo il primo un convinto federalista, mentre il secondo non vede che l'Europa degli Stati. Ma entrambi volevano il mercato comune agricolo; il primo per portare avanti la costruzione sovranazionale, il per assicurare sbocchi al13espansione agricola francese. Bisogna anzi dire che, non avendo la Commissione alcuno strumento Proprio di pressione per imporre la sua volontà a s t a t i recalcitranti, ~ ~ ha non ~ poco l contribuito al successo di Mansholt con i suoi reiterati ultimatum, con i quali ha costretto gli altri a mettere a tacere il loro meschino nazionalismo agricolo. La regclamentazione. benché ancora incompleta, è già ad uno stadio notevolmente avanzato, mancandole però di sostanziale ancora il regolamento finanziario. senza il quale tutte le disposizicni adottate non potrebbero praticamente entrare in funzione e la politica comune resterebbe sulla carta. I1 FEOGA (Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia) h a avuto solo una sistemazione provv~soria pe,r lc ancora modeste necessità degli anni agricoli 9 Pr;nia delln fine del terzo arino, i l Coiisiwli~~ esame ~)~.ocede. sii iar>r>oi-to della Commissione, (1'1nsieme r i m a r d a n t e in ~:irticolai.e I'evoluzione delI'cntitÀ delle or>er;izioni del f i n d o , la natura delle sue iiscite e le condizioni d'imputazione delle stesse, la. ripai-tiaione delle sue entrate, nonch6 i ~>ropressi Titolo 1: Fase del mercato uiiico registrati nell'attiiazione della poli tic;^ a<rricola comiine e specialmente l'orientamento de1l;i piodiiaione ArOicola t ;iCricola degli Stati memhri, i l ravvicinamento dei l i gettito <lei l)relievi ol,er;iti siille i m i i o r t a iT1.ezzi e IO sviliippo degli scambi iiiti.;icomunitni.i. zioni in ~ r o v e n l e n z ~ dai lx~esi terzi s l w t t ~ ;iII;, 'l'<le es;ime i,r--~t+e le decisiorli che <lebboiio essere ~ ~ ~ ed ~ è devoliib , ~ a~ i comilnitarie ~ k iri modo i~i.ese a n o r m : ~ d~ll':irticolo L. ri:ir;igrtifo I . C <!CIctie le entrate di bilancio della ~ ~ com. ~ l'articolo ~ i,i~:ii.:irr:ifo ~ 2i . ~ k ~)i.en<lanodetto gettitn e, n1 temr>o stesso. tutti ~ i ialtri introiti decisi a iiorma del Ti.attato a i Articolo .i contrihiki aiexli Stati alle condizioni r~reviste dall . P e r <iil;iiito rigiini.d:i le sr,ese imiiiitahili ;i1 I'artico!~ 200 del Trattato. 11 Consiclio inizia in ali.n r t i c o l r , 201 I%ii<I<, a iiorm;i <lell'nrticolo ::. i;ai.aainfo I . lettempo iltile la l,rocedura previst;i tere a ) . 0 ) C r ) . il contrihiito del Fondo è fissato del Trattato per l'nttuazione delle l>recede11ti 1,er i lilimi t r e mesi. a t i r i sesto l>er il 1962/1965, sizioni. n due sesti rier il 196:3/1964 e tr t r e sesti lier i l 2. Poiché nella fase del mercato unico i sistemi 1n64/186:. [li vrezzo sono unificati e la poli tic;^ agricola i. A decoi.i.ere dal 1" Irialio 1965 e sino ;il tei'miiie comunita,.i:i. gli oneri finanzia1.i che ne derivano ilel i)ario<lo tronsitorio, i contributi del Fondo alimentano r e ~ o l a r m e n t e in modo che a l termine di incombono alla Comunità, Sono pei-tanto finanziati dzrl Fondo: detti ileriodo il totale delle spese imputabili al F O ~ < I sia ~ <la ~ U C S ~ , Ofinanziato. Alla luce dei risiiln ) le restituzioni all'es~iort:izione verso i iiaesi <lellresame d3inPieme di cili al12ar-ticolo 4, i l tei-zi; . sigli" prende la decisione necessaria secondo !:i h ) g!i interventi destinati a resolarizzare I I,roee<lurn<li pi.evista diill~articolo43 del ~ ~ ~ t t ; ~ t ~ mercati: C ) le azioni cOniulii decise i>er raggiungere ali 2 . Il contrihuto del Fondo alle spese ad esso imr~ii<lefiniti nell'aI.ticolo 3 9 , i)aragrafo 1 lett:il,ili a norma dell'arlicolo 3, paragrafo 1. lettera d) deve r:r~)r>i.esentare.per quanto ~>ossihile.i111 t e r a e) del Trattato, ivi comprese le modifiche di struttiirn necessarie r ~ e r il buon funzionamento terzo dell'amniontare fissato in :ir)rilirtrzir)ne (le1 mercato comilne, senza tuttavia che tali azioiii si ivarari.tifo I . sostituiscano alle attività della Banca Eiiroriea r ~ e r A I-tdrrnlo /i ali Investimenti e del ITondo soci:ile eiiroi>eo. l . (;li iml~orti<Iclle risorse ;iSsegliate ;il Eilndo. chc devono consentire a questo di fai. f r o n t e alle slie'sc Titolo Il: Periodo transitorio sopra definite, sonti fissati ogni a n n o dal Cr>nsialio Articolo s secon<lo la ~Irocedurarelativa al bilancio. ti! Fondo le spese segueiiti: 1 . Sono im~>utiil~ili 2 . Gli importi fissati anniitilmente ~)ossorio essere all~esl)ortazione verso i paesi aumentati con decisione del Consiglio che deliberti i.i) le restituzicni ,:alcolate in hase al volume delle esportazioni secondo la x>rocedura di cui ti1 p a r a g r a f o 1. nette e all'aliquota della restituzione dello s t a t o membro l a cui restituzione media è la più bassa, Articolo 7 confoimemente alle disposizioni stabilite nei regoI . L, e n t r a t e del Fondo sono costituite d u r a n t e i lamenti relativi ai l,rodotti; iiriini t r e aiiiii dai contr"ihuti finanziari degli Stati O) gli interventi sul mercato interno con scopo menibii caIroIate w r u n a parte in base d criterio di ririartizioiie previsto dall'aiticolo 2 0 0 . 1,armrafo 1 e I'unzione identici alle restituzioni di cui alla lett e r a u ) ; tale identità viene constatata, sii ~ i o l > o S t a del Trattato. e I)er 1'altr.a parte ~iro~,oi.zionalmente della Commissione, con decisione del Consiglio che ;:]le impoit;lzioili nette effettuate da. Ciascun Stato delibera all'unanimità d u r a n t e l a seconda t a p r ~ ae a membro in provenienza d a paesi terzi. maggioranza qualificata in seguito; Le due liarti dei conti.ibuti degli Stati mem1)i.i C) gli altri interventi sul mercato interno, effetcoprono le e n t r a t e totali del Fondo nelle segueiiti tutiti a norma di disposizioni comunitarie: le condii,roporzioni~ zioni necessarie lierché le relative s,pese possano essere imputate al Fondo sono determinate. sii prop-.-i ~ o s t adelln Commissione, dal Consialio che deliher;~ aii'uiiianimità d u r a n t e la seconda t a p p a e a mng. ..... - -...- .-.-... - . nioraiiza qiialificah in seguito: d ) le cizioni intraprese sulla base di disposizioni comuiiitai.ie a i fini del raggiungimento deali ol,ietSecoiido i l critel.io di ciii tivi definiti dal~,al-ticolo3 9 , 1, lettera n ) all'articolo ?()Q. ilai.a~i.;i1°" . . . . . . . U0 del Trattato. ivi rornr,iese le modifiche di striittur;~ rese necessarie dallo sviluni?o del mercato comune: ~ i o ~ i ~ i . ~ i o n a ~ m tiìie e i i t ime le condizioiii necessarie le relative !O 20 sano essere imputate al Fondo sono determinate s u l'O~'t"ziOiiiIlette . . . . i)roposta della Cbmmissioiie dal Consiglio che delibera all'uiiaiiimitk d u r a n t e la seconda t a p p a e a m:iawioi.nnza qualificata in scauito. 2 . P r i m a della fine <le1 terzo anno, alla luce dei 2. La Commissione liresenta le prime proposte risultati dell'esame d'insiemo di cui :rll'articolo 4, a "orina del paraerafo 1. letteve h ) , e ) e d ) . entro il Consiglio, deliberando secondo la. nrocedura di cui il 30 settemhre 1962, onde consentire il finanziaall'articolo 200, paragrafo 3 del Trattato. stabilisce mento al fine di g a r a n t i r e il progressivo ~)assagrrio al reri~ comunitario delle operazioni previste d a tali lettere a decorrere dall'annata 1962/1963. me del mercato i r n i c ~le norme relative alle e n t r a t e del Fondo, valide a decorrere dal 1" lrirlio 196: e ::, dal r;rimo ~ i i i i o i~l su rapwrto della Commissione, esamina annualmente le consesino :illa fine del i)eriodo transitorio. guenze siill'orientamento de!la produaione e siillo svilur>po degli sbocchi del fiiiaiiziamento comunitario Articolo 8 delle restitiizioni all'esportnzione ilreviste al paraAlle condizioni previste in ciascuno dei regolamenti g r a f o 1, lettera a ) . kelativi a i prodotti. il ~)i"esenteregolamento si a ~ ~ ~ i l i c a ConsiR.lio l,uò i stabiliti a i mercati dei cereali, della c a r n e suina. delle iiova i l finanziamento comunitario d i restituzioni deliberalido all,unanimità su domanda d i uno Stato e del l>oilame a decori-ere dal l o luglio 1962, al o della Commissione durante la seconda mercato dei ~ ~ r o d o t tlattiero-caseari i a decorrere dal tappa, e a maygiol.anza qualificata, su prormsta della l o novembre 1 9 6 2 , e, s e necessario. ad altri mercati a decorrere dalle date che s a r a n n o stabilite dal Commissione in seauito. Su rapporto del!a Commissione il Consiglio esa11 r re sente regolameiito è obbligatorio in tutti i m i n a ogni a n n o ugualmente le consegiienze sulla politica agricola. comune dei finanziamenti comunisuoi elemeiiti e direttamente ax>plicahile in ciasciino tari previsti dal riaragrafo 1 , lettere h ) , r ) e d ) . degli Stati membri. p . l 1O state assicurate da contributi dei singoli Stati, e. quando il sistema dei prelievi agricoli sulle importazioni agricole da paesi terzi fosse entrato in vigore nel 1967-68, dal loro ammontare. Poiché però per quella data tali prelievi daranno un gettito di circa 600 milioni di dollari. è risultato chiaro che con essi si rimarrebbe molto al di sotto delle somme effettivamente occorrenti. Mantenere il Fondo dipendente da contributi nazionali sottoporrebbe tuttavia anno per anno la Commissione ad una tremenda pressione dei governi, che tenderebbe a non versare più di quanto le loro agricolture riceverebbero, provocando cosi la decompcsizione della politica comune in sei distinte politiche nazionali. La logica stessa di una mera politica economica unificata, che va molto al di là della semplice unificazione doganale, imponeva il passaggio dal debole sistema del cosiddetto " dialogo sopranazionale " nel quale la Commissicne propone e i governi dispongono, al sistema federale nel quale un potere autonomo deve realizzare il piano comune. La Commissione era stata finora tetragona ad ogni esortazione a muoversi in questo senso. Ma ormai, messa alle strette non solo dalla propaganda federalista, non solo dal pericoloso acuirsi della discrepanza fra la crescente integrazione economica e la crescente disintegrazione politica deli'Europa, ma anche dal naturale desiderio di completare e salvare quel che essa stessa ha creato, 1a Commissione si è infine decisa ad assumere la responsabilità che le incombe di principale centro della costruzione europea, ed è andata al cuore del problema. sottoponendo al Consiglio tre proposte, tecnicamente distinte ma logicamente interdipendenti. La prima è un progetto di regolamento, che per andmare in vigore ha bisogno solo dell'approvazione unanime del Consiglio, col quale si impianta in modo permanente e definitivo il FEOGA. Di nuovo, rispetto alla precedente sistemazione provvisoria, c'è praticamente la prescrizione che il Fondo sussidierà solo le esportazioni agricole che rivestano carattere comunitario. In questi ultimi anni infatti il governo francese aveva esportato grano in Russia e in Cina, non nel quadro di una politica commerciale comunitaria, che anzi esso rifiutava. ma nel quadro della sua particolare politica estera. Poiché però doveva ben vendere ai prezzi del mercato internazionale, aveva ottenuto larghi sussidi dal FEOGA, cioè in buona parte dai contributi italiani e tedeschi. Con il nuovo regolamento questa strana interpretazione a senso unico della solidarietà europea non sarà più possibile. La seconda proposta è una richiesta ai sei Stati di votare nei loro rispettivi parlamenti il trasferimento progressivo alla Comunità, da iniziare il lo luglio 1967 e da completare nel giro di cinque anni, di tutti i proventi dei dazi industriali e dei prelievi agricoli sulle importazioni dei paesi terzi, sostituendo co'si per intero con risorse dirette della Comunità gli attuali contributi statali, tanto quelli destinati all'ordinaria amministrazione, quanto quelli per i fondi speciali. Questa federalizzazione delle entrate doganali è del tutto corretta. Essendo frutto di una politica doganale comune, i proventi doganali devono essere logicamente devoluti alla Comunità; il fatto che essi saranno versati ai posti di frontiera di questo o quello Stato membro non avrà più nessuna speciale rilevanza per l'economia dello Stato in questione. E' stato calcolato che le risorse così devolute alla Comunità ammonteranno nel 1972, primo anno di trasferimento completo, a circa 2,4 miliardi di dollari, sufficienti quindi a coprire tutte le spese co'munitarie, e persino di permettere riduzioni doganali in caso di successo del " Kennedy round ". La terza proposta è un progetto di trattato che modifica i poteri delle istituzioni della Comunità, e che per entrare in vigore esige la ratifica dei sei Stati membri. La Commissione avrà anzitutto il potere di proporre al Consiglio imposte comunitarie, che dovranno essere votate non solo dal Consiglio, ma anche dai parlamenti nazionali finché il Parlamento Europeo non sarà eletto, e successivamente da quest'ultimo. Inoltre a partire dal 1968 il bilancio preventivo della Comunità dovrà essere approvato anche dal Parlamento Europeo. Quali che siano le critiche di dettaglio che COMUNI O'EUROPA si possono fare a questi progetti, non si può non riconoscere che essi sono sostanzialmente giusti e che giiingono a l momento opportuno. S e la Comunità deve essere non solo un'unione doganale, ma anche una unione economica, occorre che ci siano uno strumento di governo economico efficace, i'indipendenza finanziaria e il controllo democratico. Ora, dopo aver mcstrato a De Gaulle che la Francia è il paese più direttamente interessato a l successo della politica agricola comune, ed averlo impegnato a fondo a sostenere quel che la Commissione veniva preparando, questa ha infine presentato, o per essere più esatti, invitato gli altri governi a presentare al generale il conto da pagare, che non è un conto in denaro o in derrate, ma uno politico, cioè la richiesta di un primo decisivo atto di federalizzazione della Comunità. La decisione non sarà probabilmente rapida e non sarà certamente facile. L'esito dipenderà insieme dal coraggio con cui i governi sapranno tener fede alle loro dichiarazioni programmatiche e dall'abilità con cui sapranno condurre il negoziato t). Secondo Spinelli l'unica seria possibilità 11 è che cinque, o quattro, o tre, o due, o a l limite un solo governo - poiché le decisioni dovranno essere prese all'unanimità dichiari solennemente. chiaramente, irremovibilmente, che il suo paese accetta la politica comune e perciò il Fondo, non prova invidia per il fatto che l'agricoltura francese, dotata di terre migliori, ne sia la principale beneficiaria, ma concepisce questa politica, conformemente allo spirito dei trattati di Roma. come un importante passo verso " u n a unione sempre più stretta fra i popoli europei ", e che non può quindi dare il suo consenso alla costituzione del Fondo se simultaneamente non si instaurano l'indipendenza finanziaria ed il controllo democratico della Comunità. Poiché le regole di approvazione delle t r e proposte sono diverse ed esigeranno tempi diversi, il governo che faccia sua questa linea di condotta deve proporre che un lasso di non più di sei mesi sia accordato agli stati membri per votare le leggi finanziarie e ratificare il trattato conformemente alle proposte della Commissione, che nel frattempo il Fondo sia costituito con l'esplicita riserva che i versamenti degli Stati saranno effettuati mensilmente per dodicesimi, fino alla avvenuta ratifica delle altre due proposte, e che il Fondo cessi automaticamente di esistere nel momento stesso i n cui uno degli Stati rifiuti di approvare le altre due proposte, e comunque s e alla scadenza dei sei mesi tutte le necessarie approvazioni non siano giunte. Se una tale congiunta accettazione delle tre proposte non fosse accolta dal Consiglio, il nostro ipotetico governo dovrebbe far sapere che esso non si liniiterà a rifiutare il suo contributo, permettendo tacitamente che gli altri comincino a costituire il Fondo senza la sua partecipazione, ma porrà il veto alla costituzione stessa del Fondo, fermando così la messa in opera della politica agricola comune. Solo se messo di fronte ad una tale vera alternativa, il governo del generale De Gaulle sarà costretto a misurare le conseguenze delle sue eventuali decisioni. L'interesse della Francia al successo della politica agricola è tale, e la inquietudine dei contadini e delle forze politiche democratiche francesi è tale, che De Gaulle potrebbe essere indotto a piegarsi di fronte alla forza maggiore. come ha fatto in più occasioni nel passato, accettando una cosa per lui personalmente sgradevo'le. Egli continuerà indubbiamente a perseguire in altri campi la sua politica nazionalista, ed occorrerà ancora tenergli testa, ma nel frattempo la costruzione europea avrà fatto un altro decisivo balzo in avanti. Può anche darsi che egli faccia passare le sue anacronistiche visioni nazionaliste dinnanzi all'interesse reale del suo paese, e che accetti la sospensione a tempo indeterminato della politica agricola. Anche in tal caso converrà sempre, nell'interesse dell'Europa, dire no, n o w , mantenere provvisoriamente monco il Mercato Comune, e lasciare che il generale vada a spiegare ai suoi cittadini ed in particolare ai suoi agricoltori che egli intende sacrificarli ai suoi personali idoli. Oltre 'se luglio-agosto 196! la Francia di De Gaulle, c'è la Francia da Schuman e di Monnet, e sarà bene per gl: Eurcpei fare appello a questa, e contare su116 sua rinascita, Questo è l'atteggiamento che ci attendiamc dal governo italiano. Se saprà tenerlo, nor. resterà solo perché infonderà coraggio anche agli altri. Ma anche se dovesse rest~are solo non dovrebbe ugualmente cedere, nell'interesse dell'Europa non meno che in quello del nostro paese. Poiché noi abbiamo bisogno di una Europa democratica per consolidare la nostra democrazia. In una Europa gollista saremmo ccndannati a ricadere in un miserevole provincialismo nel quale naufragherebbero tutte le speranze di rinnovamento H. S e l'esame d i Spinelli è chiarissimo, ed i n esso è lucidamente enunciata la sola condizione siiie qua n o n alla q u a l e l e proposte della Commissione potevano realizzarsi, l c s u e conclusioni ci s e m b r a n o invece eccessivamente ottimistiche, giacché esse p a r tono dal presupposto c h e vi siano dei governi, diversi d a quello francese, attivam e n t e interessati a realizzare e sviluppare una effettiva sovranazionalità nelle Comunità europee, e a v e d e r e quindi ridotti i propri poteri: e c h e questo governo dovrebbe essere i n particolare il governo italiano il quale, volendo, a l m e n o a parole, u n rinnovamento della democrazia, d o v r e b b e aulomaticamente capire a n c h e c h e t a l e rinnovamento h a bisogno di u n o spazio europeo. I n realtà tutto l'europeismo è fallito proprio p e r a v e r creduto i n g e n u a m e n t e c h e l e incertezze e l e manifeste ostilità dei governi, a n c h e democratici, all'integrazione sovrariazionale derivassero d a u n a deficienza ideologica, e c h e fosse p e r t a n t o sufficiente rischiare l'errore, e, a l limite, f a r e dei corsi di preparazione politica federalista a i minis t r i dei S e i Paesi, p e r c h é il gioco fosse fatto. P r o p r i o p e r c h é proposte d e l g e n e r e di quella della Commissione sono, i n u n certo senso, realmente rivoluzionarie, n e l senso a p p u n t o che lederebbero molti interessi nelle burocrazie nazionali e rafforzerebbero i n modo notevole, e forse decisivo, l'Esecutivo unificato delle Comunità, d i prossima creazione; proprio p e r questo, perché esse potessero realizzarsi occorrerebbe una attiva partecipazione e pressione popolare: e invece i progetti i n questione sono, nella loro f o r m a attuale, troppo tecnici e specializzati p e r poter suscitare l'interesse di vasti strati dell'opinione pubblica, c h e i n realtà non n e a f f e r r a n 6 può a f f e r r a r n e la p o r t a t a e i l significato, e resta quindi quasi del tutto estranea e passiva. D'altra parte, l'attribuzione del diritto di a m m i n i s t r a r e risorse cosi ingenti a d u n org a n o comunitario h a u n senso solo s e questo organo e democraticamente legittimato a svolgere un'attività politica così importante, s e cioè è un v e r o e proprio Governo europeo, espresso d a elezioni europee. Altrimenti l a costruzione dell'unità europea a n d r e b b e di p a r i passo con u n ulteriore e intollerabile svuotamento della democrazia, a beneficio della tecnocrazia: rischio c h e s e r v e a D e Gaulle p e r rifiutare ogni tipo di integrazione sovranazionale. Quel pretesto è i n s é inconsistente: n o n è vero, come D e Gaulle vorrebbe f a r credere, c h e l a sola alternativa alla sovranità nazionale sia l'eurocrazia irresponsabile e K dkracinée n: l'alternativa v e r a è la creazione d i u n a nuova e più valida legittimità, d i u n a nuova e p i ù effettiva democrazia europea. Ma finché i n concreto quello c h e gli si oppone è u n progetto d i C O M U N I D'EUROPA luglio-agosto 1965 11 accresciuti poteri di una eurocrazia irresponsabile, quel pretesto ha ragioni da vendere, giacché allora soli depositari della legittimità nazionale sono realmente gli stati nazionali, è il Consiglio dei Ministri comunitario, per quanto ciò paradossale possa apparire; e il punto di vista gollista finisce ccsì fatalmente per prevalere. Infine risorse così vaste non devono solo essere amministrate; devono anche essere legislativamente stabilite, nella loro entità, nei modi di ~ e r c e z i o n ee di erogazione. nella loro destinazione. E anche qui, o si ha un organo legislativo europeo, anch'esso democraticamente legittimato, e cioè sorto da una consultazione ~ o p o l a r ee da una battaglia politica a livello europeo, o si ricad? nei rischi di esautoramento dei Farlamenti nazionali e negli ostacoli indicati prima e così abilmente sfruttati da De Gaulle. Cio è quanto dire che il progetto di iinanze proprie » delle Comunità europee - in apparenza seducente nei suoi aspetti funzionalistici, perché fa a prima vista ritenere che sia possibile far passare soluzioni sovranazionali di questa ampiezza per la porta di servizio, senza che nessuno s e n e accorga - difficilmente riuscirà ad essere approvato, se non verrà inquadrato in u n parlamentari europei e amministratori locali alla Maison de I'Europe piano politico più vasto che oggi manca totalmente. (Non diversamente fallì dieci anni I l 16 giugno scorso ha avuto luogo a Straunu partecipazione effettiva e diletta dei fa, e per le stesse ragioni, i1 progetto di Cosburgo, su invito del parlamento E~~~~~~ Poteri locali alla costruzione coniunitaria. munità Europea di Difesa). I n sostanza: !e L'incontro, a l quale hanno warteciwato il entrate proprie delle Comunità - e entrate e d organizzato dalla Sezione italiana della Segretario generale del C.C.E., Bareth, e il così cospicue - hanno un senso solo ne!C.C.E., u n incontro f r a i menzbri del parlal'ambito di una profonda riforma costitudelegato iriternazionale, Selafini, si era apermento ed una delegazione d i circa sessanta to la consegna del P,E,, zionale di esse, che crei un Governo e un Parlamento europeo degni di questo nome, sindaci e amministratori locali del Lazio per ~ ~ ~di .i17-La i i.iproduzione ~ ~ in ~ bronzo ~ ~ e cioè dotati di un minimo di poteri realdiscutere problemi comuni. In particolare della lupa capitolina donatagli dal sindaco mente propri ed autonomi, possibili solo tragli amnzinistratori Laziali hanno reclamato, di Roma, Pet~ticci. mite un'effettiva Iegittimazione democratica a livello continentale. E questa precisa scelta istituzionale sarebbe anche, per l'appunto, rita da De Gaulle e l'Europa degli Stati e con appena quel tanto di proteste indispenquella che toglierebbe al progetto il suo sabili a salvare almeno la faccia: proprio delle diplomazie nazionali giustamente aboropaco involucro tecnico attuale, per dare ad rita da ogni democratico che si rispetti. come è avvenuto per i recenti progetti, alesso, in questa nuova e più vasta cornice Ciò vale soprattutto per la risoluzione trettanto mal c o n c e ~ i t i ,di Unione Politica. politica, la possibilità di essere compreso e approvata. Nella discussione, invece, non quindi voluto e appoggiato dall'opinione sono mancate note politiche più accentuate. pubblica. la discussione Così Frau Strobel, proponendo, a nome Ma porre sul serio il problema di una Europeo del gruppo socialista di cui è Presidente, revisione profonda degli Statuti comuniia stessa tesi dell'« inscindibilità , delle t r e Si può affermare che queste nostre contari, significa affidare tale revisione al P a r proposte, che sopra abbiamo illustrata con tlusioni - scritte: dicevamo, prima dellamento Europeo eletto a suffragio univergli argomenti di Spinelli, ha insistito sulla ~ » dei Cinque di fine giugno sale diretto o non significa nulla. (Anche 1 ' impennata necessità di più ampi poteri a l Parlamento - debbano considerarsi, alla luce di quequi l'esperienza della K Comunità Politica » europeo, giustificata dalla a m ~ i e z z a delle progettata nel 1953 parallelamente alla CED st'ultimo avvenimento, come eccessive e somme che la Commissione ormai maneggia: troppo pessimistiche? E' quello che vedremo dice in modo definitivo cosa ci si può attendere, in questioni del genere, da conferenze alla fine. Consideriamo intanto più da vi,, A questo proposito non posso fare a meno di ritornare ancora sulla questione dei contridiplomatiche). E con ciò siamo ricaduti nelcino la discussione di Strasburgo, dalla quale buti sui grassi. che nell'uso corrente, chiamiamo l'ipotesi dell'Assemblea Costituente Europea: in realtà solo apparentemente ci siamo diper brevità "imposta sulla margarina ". I1 fatto hic Rhodus, hic salta. Si giudica questa prosccstati, giacché con le osservazioni finora che questi contributi devcno fruttare una soinina spettiva inattuale? Ma allora si cessi anche psri press'a poco al quadruplo dell'attuale presvolte n e abbiamo dato già tutto il senso: lievo dclla CECA, rivela chiaramente che ocdi credere - o, per dir meglio, di finger di il Parlamento europeo non h a né riesce a corre dare al cittadino europeo la possibilità credere - che sia possibile creare finanze darsi alcuna funzione di propulsione e di di chiamare i suoi rappresentanti a rispondere proprie delle Comunità; di metterle a dispoanche di questo dargli la possibilità di giudistimolo politico; esso procede al rimorchio care se le lcro decisioni siano più o meno sizione del loro Esecutivo ,), di farne dedella Commissione; approva più o meno pasgiuste nel senso delle sue convinzioni policidere l'entità e l'applicazione dal Parlasivamente l e p r o ~ c s t edi questa, ma non è tiche. Ciò risulta però attuabile soltanto se la mento comunitario. decisione è nelle mani non di un Consiglio di in grado né di elaborarne - e tanto meno Ministri i cui membri sono responsabili d i L'Europa non passa dalla porta di serdi imporne - delle proprie, né ( e dovrebbe nanzi ai parlamenti nazionali, bensì del Parvizio; una rivoluzione di questa pcrtata non esser invece il suo compito specifico) di lamento Europeo. si f a alla chetichella e senza che nessuno Ncn appena venga a cessare il carattere di dare alle priine una più compiuta veste automaticità delle risorse comunitarie - siano s e n e accorga. Basterà un persistente ripolitica e democratica - togliendo loro esse gli stanziarnenti finanziari dei paesi memfiuto della Francia, e non parrà vero agli quello che abbiamo definito l'opaco invobri o anche i dazi dcganali che attualmente, altri cinque, non sostenuti d a un'opinione lucro tecni'co e settoriale - che sola pofintanto che non si apportano modificazioni trebbe dare ad esse un vero significato europubblica ignara e quindi inerte, di avere alla tariifa esterna. continuano ad essere inpeo, il carattere di effettiva, responsabile anche questa volta un comodo alibi per ritroiti automatici - ci appare assolutamente alternativa, terza via t r a l'eurocrazia irretirare senza combattere anche il tiepido indispensabile dotare il Parlamento dei poteri sponsabile e 4 apatride 2 giustamente aborlleces:3ri ',. appoggio finora dato a l progetto Hallstein, Amministratori locali del Lazio a Strasburgo <t * - I Proposta di Regolamento relativo al finanziamento della politica agricola comuiie ( p e r l'art. 7 si dà, a fronte, il testo proposto dal Parlamento Europeo): I testi sui quali i Il regime di finanziamento della l~olitica:rgrirola comune d a parte del Fondo europeo agricolo di oricnt;imento e <li gai-anzia - in appresso rlenominato « Fondo» - si suùdiuide, a decori~erc dal 1" luglio 1965. iii due fasi: dal :o luglio 1965 al 30 giugno 1 9 6 i . mantenimcrito rlel i ~ x i m etransitorio 1)revisto dagli articoli 3, 4, 5, 6 , i e X del regolamento n. 2 5 ; a decorrere dal 10 luglio 1967, apnlicazione del regime del mercato unico, 1)revisto dall'arlicolo 2 del regolamento n. 25. I. Le 3 proposte del17Es politica agricola com suggerite, in maggio, REGIME TRANSITORIO Articolo 2 1. l1 rontril>uto della sezione garanzia del Fondo alle silese a<l esso imputabili a norma dell'aiticolo :;. ~ ~ a r a g r a f ' 1, o lettere n). h ) e r.), del regolamento n. 2,; 6 fissato a : cluattro sesti per il 196.5-66: cinque sesti per il 1966-67. 1. I n derr)rra alle <lisposizioni del ii;iraarai'o 1. il Consiglio. <Ieliherando su proposta ilella Commissione ;ill'unanimilà durante la seconda ta11p;r e a maggioranza qualitic;rta in seguilo, IIUÒ deriderc il finanziamento totale delle sijese relative a uno o più pmclotti a decorrere dalla data in rui è interamente realizzata la libera circolazione (li tali proilolti all'intcrno <lell;i Comunità. se tale data è anteriore al 1U luglio 196i. Le silese del 1:ondo sono coperte cl:i rontributi finanzi;iri (lagli Stati x p u e n l e criterio di ripaitizione: 196;-66 Belgio . . . . . . . . . . . 7.96 Germania 32,35 . . . . . . . . . . Francia . . . . . . . . . . . 32,3.; 1l:rlia . . . . . . . . . . . . 18 1,ussembur~o . . . . . . . . . 0.22 I'aesi Bassi . . . . . . . . . . !),l2 meml>ri determin;ili sccundo il A drcori~ere<la1 l'' luglio 1!)6i, le enlrate r ~ r o ' - dei prelievi e < l e d i altri tributi, istituiti ;r~ii)resso« prelievi agriroli ». e 1966.67 7,96 30,59 -- dei dazi della tariffa doganale comune <li ~lrodotti a~uicoli, istituite in virtù dell'aiticolo speltano, alle condi7.ioni fissate neali ai,ticoli 2 e 3, ~iroprie. 3O.;><J 22 0.22 8,64 1 2 Commissionc. 1)revia consultazione del Comitato del Fonclo a norma dell'articolo 27, paragrafo 1. del i.cgolamento n. 17/64/CEi?, presenta annualmente al Consiglio o al Parlamento eui.opeo un rapporto finanziario sulla gestione del Iionilo nel periodo precedente e, in i)iirticolare. sull'evoluzione dell'entità delle operazioni del Fondo, sulla n a t u r a dellc silese, sulle ron<lisioni della loro imputabilità al Fondo e sulla ripai.tizione delle sue entrate. 11. REGIME DEL MERCATO I1 - Proposta di disposizioni adot del Trattato in merito alla sostituzione i entrate proprie della Comunità ( p e r 1 Parlamento Europeo) : UNICO 1. Salvo altre entrate, il hilanrio <lell;i Comui CI) nel corso del primo semestre, ila contrihi 1)) nel corso del secon<lo semestre, da cntr;it 2 . P e r il secondo semestre ilel 1967. gli S t ~ t uiia liarte dei d:izi cloganali risrossi nei rispettivi Stato membro, 1):ri.i all'ammonlare dei suoi contril 1. Sono fiiianzi;ite dtill;~ sezione garanzia clrl Foiido Ic azioni scgucnli. C-IIcttualc secoticlo iiorme iomuiiit:iric. nel iiua(1i.o dell'organizzazione comune dei mercati asi,irwli: CI) le restituzioni ;ill'espoitazione verso i ilaesi terzi; l , ) gli interventi ilestinati a regolarizzare i mercati: C ) altre misure decise dal Consiglio, che (lelibera a mab'j$ioi.:inza c~ualificata, su l~roposta della Commissione. Le restitu,.,ioni <li cui all:i lettera a ) relativa ad esi>ot.tazioni basate su arrorcli 1)ilaterali o multilaterali sono finanziate <l;il Fondo soltanto se, dal ilunto di uistn della Comunilà, tali accordi rivestano carattere comunitario. 2. Il Consiglio, <Iclil>ei.;in<lo. a maggioranza <lualificat:i. su iii.o~~ost;idella Commissione, determina Ic ;izioni di cui al par:igr;ifo 1 c ~ ~ r c c i sle a norme comunitarie cui delte azioni debbono conformarsi. 1. Soiio 1in;iiii.i;iti. i.iyuar~lanti: (1;iIl;i nczioiic. oririit;imcrito del I'òri(lo Ic azioiii cffcttu;itc sccuiiilo iiormc coinuiiitarie 2. Gli i m p e ~ n i della sezione orientamento del E'on<lo i.ai)presrntano un terzo <Irll'ammont;ire totalv clellc spese della sezione garanzia. Tuttavia, essi devono essere almeno ugu;ili alla media (legli i m ~ e g n i dei due anni precedenti. 3. Qualora le <lisposizioni del p a u a g r a h 2 compromettano l'attuazione dei programmi romunitari <li cui ail'ai-ticolo 16 del r e ~ o ~ l a m e n tn. o 1 ' 7 / 6 4 I C E E , il Consiglio, deliberando nel qu:ii1ro della procedura dell'articolo 203 del Trattato, aumenta l'importo destin:ito agii impegni della sezione orientamento. 4. Anteriormente al 1" gennaio l 9 i 2 , il Consiglio riesamin:% le disposizioni dei paragr;ifi 2 e 3 sulla Ijasc di un r a p ~ ~ o r tdella o Commissione. 1. L'applicazione del rerime del mci.c:ito iinico iioita all'al~rojiazione deali ;rrticoli 2, 3. 4 , 5 , 6 , X e 23 nel Re~olamento n. I 7 / 6 4 / C E E . (identico) 2. Anteriormente al l o ottol~re 1961;. la Cnmmissione, pievia consiilt:rzione del Comit;ito del Fondo a norma, dell'ai-ticolo 2 7 . ~?araai.afo 1. del Regol:imento n. 1 7 / 6 4 / C E E , propone al Consialio le misure d a adott:!re in applicazione dell'articolo 5 e qualsiasi altra misura iltile per com1lletai-e le dispohizioni in viaore o adattarle alle esipenze del regime dpl mercato iinico. ivi comllrese quelle intese ad aaevolare il controllo delle spe'se. (identico) 3. Inoltre. la, Commissione, ilrevia consultazione del Comitato del Fondo a nornia dell'articolo 27. p:ii.agrafo 1 del Regolamento n. li/64/CFJE, proiyne a l Consicilio, i . n teiioimente . al 1" ottobre 1966. l adattamento del Rerolamento finanzi:rrio riguardante il FEAOG (P,ecolamento 6 4 / 1 2 7 / C ' E E ) . al fine. in particolaue, di f a r c0rrispondei.e gli stanziamenti d a iscrivere in un determinato hilancio alle spese da, effettuare nel ixriodo di esecuzione di detto Iiilancio. S. A decoii,ere dal l o gennaio 19i2. tutte Ic Salvo altrc eii(ualc. I<, eiitratt. i>i.rlvriiietiti <la11 iIcll;i Comunità, c scivono a finanziare inclistintarn< I';irl;itt;imenti~ e i l miglioramento (lelle ron~lizioiii<li i)incluzionc iicll'agricoltui-;i: I,) I';irlattamento e I'oricntamento della i~roduzioneagricola: C ) I';iclattamcnto e il migliortimeiito della commercializzaxione dei ~)i-oilotliagriroli; d ) lo sviluppo delle possi1,ilità di <~ollocamento dei ~,l-o<lottiagricoli. Testo in~idificato dal I'arlaineiito 2.. Per gli esercizi finanziari <leali anni 1!)68-. che resta a disposizione di ciascuno Stato mrml)rc c <L) Testo proposto dalla Cominissioiie della CEE 1. La Commibsione ;iicci.ta, p r r i.iascuno Stat <,h?, nel corso del secondo semesti-e clcl 1967. sia adempiuto agli obblighi i>rescrittigli dall'artirolo 2 euroyco Testo ~ ~ r o l i ~ i sdalla to Coiniiiissioiie della CEE I,a Commissione r i s ~ e t t a n d o il ~mreggio del ' lancio ;i norma dell'ai.ticolo 199 del Trattato, f < mula nel pi-osetto 1,reliminare di hilancio, elnluiii n norma dell':iitico!o 203, ~raiaai-afo 2 , del Tr: tnto. le nrevisioni di spese c<imy.atihili con ali ollii tivi deila Coiniiiiiti e lirevede, eventiialmente, \,ti.sanienti :lali Stati membri. Quaiora. nel siio r;i.ogetto 11i.eliminai.e di i ~ i l a cio, la. Comniissione irreveda versamenti tiali St: memhri. t e r r à conto della sitii;iziotie ecoiiomica sociale delle d i v e r ~ e regioni della. Comiinità nonc ilell;~. necessitk di ;issiciii.are iin'eutia rili;iutizio depli oneri in seno ; i l l ; ~ Comiinità. 1. Se Ic entrate <lc,Il;i Comunità diverse dai c ri 11are~giai.e il bilanrio <Iclla ComuniG le somme n membri. sino all'esercizio finanziario 1971, confornie lettera o). 2. Ent1.o la fine del 1!)7l il Consiglio decide, criterio di ripartizione che deve essere ai~plicato11t i-io 1972. 3. Inultrr. la Con~ntisr;iowqe.previa co~isult<rzio~rc. dei Comitato del Fondo a nnrnla ddl'articolo 27. parugrafo 1 del Regoluiiieiito n. 1 7 / f i h / C E E , pro71one al Consiglio e a l << Porlanrento Europeo », anteriorinente al 1" ohtohre 1.966, l'adattaniento del K~golantento finnnz:urio riguardante i l F.E.il.0.G. (R~golniiventi f i 4 / 1 2 7 / ( : E E ) . ((1, fine, i n g>articolare, di fur corrispondere gli stonsiamenti d a iscrivere i n un. deivi.minuto hilancio alle spesa d a effett~(nrcnel 71criodo di esecuz.wnr di detto bikrncio. Ogni anrio. anterioi.meiite al l* otto'bre, la Conimissione, previa consultazione del Comitato del Yonclo ;t noi-ma dell':irticolo 27, paragrafo 1, del regolamento n. 1 7 / 6 4 / C E E , presenta al Consiglio e al Parlamento Europeo un rapporto finanziario sulla gestione del Fondo nell'anno precedente e in particolare sull'evoluzione dell'entità delle operaz.ioni del Fondo, sulla natura de'lle spese e sulle condizioni di attuazione del finanziamento comunitario. Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi e:enienti e direttamente applicabile in ciascuno degli Stnti memhri. 1. I1 Consiglio, drliberando a niagsioranza <lu; nione del Parlamento Europeo, adotta entro il 1" l i i>rcviste dall'artirolo 1 c percepite dagli Stati men 2. Il Cansiglio ~ , u ò(leridere, sewendo la stess: Stati memili-i. al fine rli co'mpensare le spese sosten entrate comunitarie. Gli Stati memhri iiotifirano senza indugio al Se dure prescritte dalle rispettive legislazioni nazionali Le presenti disposizioni entrano in vigore il pri sitato l'ultimo degli atti di notificaziorie di cui al cor 111 - Progetto di Trattato che modifica gli articoli a01 e 203 del Trattato che istituisce la Comunità Economica Europea (per gli articoli 2 e 2 bis si dà, a fronte, il testo proposto dal Parlamento Europeo): venuta la rottura Articolo I L'Articolo 201 del Trattato che istituisce la Comunità Economica Europea è sostituito cial seguente: « Articolo 201. - La Commissione studierà a quali condizioni i contributi finanziari degli Stati memliri di qui all'articolo 200, potrebbero essere sostituiti ron risorse proprie. A tal fine, la Commissione presenterà proposte al Consiglio, il iluale consulterà in merito l'Assemblea. 11 Consiglio, deliberando all'unanimità, adotterà le necessarie disposiz,ioni. Il Consiglio, tuttavia, potrà adott a r e a maggioranza qualificata, disposizioni co,niormi a u n parere con il quale l'Assemblea avrà sostenuto le proposte della Commissione a maggioranza su due Lerzi dei suoi voti e a maggioranza dei suoi meml>ri. Le disposizioni adottate dal Consiglio dovrz~nnoessere approvate dagli Stzti membri conformcrnente aII<. rispettive norme costituzionali. finché i membri dell'Assemblea non saranno designati conformemente alle r l i s ~ ~ o aidoni previste dall'articolo 138, paragrafo 3, del T r a t t a t o » . o comunitario per la le modijiche ad esse Parlamento Europeo Articolo 2 L'articolo 203 <le1 T r a t t a t o rhe istituisce la Comunità Eco'nomica Europea è sostituito dal seguiucnte. che si :iDplicherà per la preparazione del bilancio 1868 e dei bilanci successivi: Consiglio, a norma dell'articolo 201 ributi finanziari degli Stati membri con ,i dà, a fronte, il testo proposto dal iIl'al)iilicazione agli scambi con p;iesi noli membri: della politica agrirola comune, denominati in D su alcune merci risultanti dalla trasformaziunc Grattato, <lenominati in appiesso «<lazi doganali 2, inità 1Cconomic;i Europea, in <iualità (li entrate 1 9 6 i è finanziato in l>arLi ugu;ili: iri degli Stati membri: della ComunitA. versano alla Comunità i jirclievi agricoli. noni.h& importo totale di tali versamenti è, per ciascuno iari rli cui al p a r a g r a i o 1, lettera u ) . , la l~crcentualedelle entrate <li cui all'artiroto 1 disposizione d i ogni Stato membro, dopo aver io 2 . ei.centuale delle e n t r a l e di cui al 11arasr:~fo 1. lotta annualmente (li un 'iuinto. li cui all'ai-ticolo 1 siIettiino alla Comunità. ,ne <legli articoli 1, 2 c 3 s<iiii>isrritlc iicl 1,iiaiirio le s11cse iscrille ncl liilancio slesw. Testo inodificalo dal Parlaininlo Eurupcu Coiiiiiiissionl~. i-iupettnndo il ll<iregaio del f ~ l 1 < i i I nor,)ra d~ll'articolo 199 dei Trattato, fori~iuln.iiel igetto di bilancio », elaborato a nornia ddl'ar~t.20.1. grafo I? del Trattato, le previsioni d i spese co71~bili r . 0 1 ~ gli obiettivi della C o ~ ~ i u n i t àc. l~reverl<<, ~tuul~irente.i rersa.menti agli S t a t i irien~6ri. Testo proposto dalla Commissione della CEE 2. Ciascuna istitiizione della Comunità elabora iino stato di lirevisione delle liro~iriespese. L a Commissione i.aggi%ppa tali stati di ~irevisione in un liiogetto preliminare di bilancio, allegandovi un i>arere che può imtiortare previsioni divergenti. I,a Commissione sottopone al Consiglio il pros e t t o preliminare <li bilancio non oltre il 15 setteinbre dell'anno rhe ne precede la. esecuzione. Essa IO ti.asniette contemporaneamente all'Assemblea. Osni qualvolta il Consiglio intenda discostarsi dal itrogetto p r e l i r n i n a i ~ , consulta la Commissione ed eventualmente le altre istituzioni interessate. 3. I! Consiglio con deliherazione a maggioranza. (~iialificata, stabilisce il tiropetto di bilancio e !o trasmette successivamente all'Assemblea. Il iirogetto di bilancio deve essere sottoposto alI'Assemhlea non oltre i! l 5 ottobre dell'anno che ne i ) r e c d e l'esecuzione. L'Assemblea ha ;I diritto di modificare il nrogetto di bilancio a macpioranza dei membri che la comilonaono, a condizione di rispettare I'obhliso ilrevisto dal secoiido commn dell'ai-ticolo 199 del Tratt;ito. iir~lora. nel suo N progetto d i hikrncio», In Coiir:ione j~rc?ieda vr.8-sauienti agli S t u t i nieiizhri. t r r r i ~ o della situazio?ie econonr.icn e soriale delle divrrsc o9i.i della Coiirii?aità nonchE della necessità d i nssitre un'rpiaa riuartizionc « dei uantaggi » e dey!i .i i u seiio alla. Coi)pu?iità. 5nanziari degli Stati membri non sono sufficienti rd assicurare il pareggio sono versale dagli Stati ripartizione ilrevista <lall'articolo 2, ~ ~ a r a f i r a i1,o lente all'ai.ticolo 200. p a r a g r a l o 3, del Trattato. i l huti finanziari ;i decoi.rcrc <lall'cscrcizio finanzia- u proposta rlella Commissione e p r e v i ~ consultale disposizioni relative alla riscossione delle e n t r a t e che la Comunità versi indennità ioriettarie agli rmministrazioni nazionali per la riscossione drllc .;i. dal Parlaiiiento 2. Ci~iscuna istituzione della <,'oiiricnità elnboru stato d i ?~revisioiiedelle proilrie sllese. 1,u C o i i ~ ?ir.issio?ie raggriLypa ta8l.i stati d i previsione in un 1ir.ogetto di bilancio. « Essa vi inserisce anche ?cn<i stato di previsione delle entrate demlla Co~uunitxìn. L a Coniniissione sottopone all'..lsse?nblea e a1 Colisialio il i ~ r o g e t t o d i hilaneio entro il 15 sr'tteiirhrr~ dell'anno r l ~ ene ?)recede l'e.~eruzwire. Essu vi <iccl?~dc un'esposizione dei ?iw~tivi« che illustri anrli<? le decisioni che possuno avere cffetti sul bilaiicio ». 7lIW 2. 11 Consiglio ani> entro 20 gior?zi dal riv<,l*iintento dei r~rogetto d i b i l ~ ~ n r i eo con deliherazione r i nlaggioranza (1w1.lificata, proporre ~ i ~ o dicazioni if IL i.oi1d i f i n e d i rispettare l'obbligo previsto ull'artirolo 1!i!i del Trattato. Esso ne d à coi1~7~nicazionc iniiiiedint<c alla Comn~isaioneed all'Asseri~bleaesponendo i niotivi v e r i quali intende dixeosk~rsidal progetto d i bilancio. L'Asseniblea ha il diritto di ?iiodificare il pro(/ietto d i bilancio a nzaggiornnza dei iiie~lihii che la coni~ m g o n o ,a condizione d i ri~]>ettnrel'obbligo 1ire~iistri dnl secondo co?i~iila dell'a.rtir>oio 198 del Trattato. L a Co?i~nzixsione prende po,sizionr sirlle i~i.oj~ostedi iiiodifica.oionr l~rcscirtate dal Coiisiglio e sia r1i~ellLl1: d<~ll'Asse~~~blen. 4. a ) Qmloi.a il yrogetto di bilancio nuii sia xl~ito ~raodificato dalL'Asseniblea elitro due n ~ e s i dalla stia co?~zzinicnzione, esso si ronsidera defi~i.itivrzii~e)itrap71rovato. a fatto salvo il diupostc del ro?iii>~<i .', C ) ». 11) Qualora, entro tale termine, l'Assemblea ;ibl>ia modificato il progetto di bilancio, essa trasmette il r~roc<etto di bilancio cosi modificato d Consiglio e alla Commissione. Quest'ultima. comiinica al Consiglio, entro il termine di 15 giorni, il siio parere favorevole sulle modifiche apportate ~Iall'Assemblea o, i11 caso di ilarere divergente. gli emendamenti che ::i-ormne di apiiort:ire ;i tali modifiche. I>) Qirulora entro t d e ter?ii.ine I'~\ssf~iiibleaai,l>iu. ~iiodificato il 1Jrogetto d i bilancio, rssa t.r«siuette il 71rogetto d i hilanvio cosi modifirnto nl. Conni<,lio <, u l h Con~?i~issionr. 121lest'ultin1a, se ritiene di noli j~otersi p r o n u n c i n r ~ definitiva~ii.e*rte i n scdirtrr j>irliI>lico. dav<ii~tf all'Asse~nhlea. criiiiuuica a l Consi«!io e all'~4ssrnil~icnentro il teriirinc d~i J O gioi-ni. il suo l ~ a r e r e favoreuole s ? ~ l l r iiiodiiiclie ali'poitate dall'Asse?i~blea. o, i n caso d i parere divergente, le trasiiiette iwr iiiedia t a n ~ e n t egli e?izendni~iri~ti rlrc l,ro?~one di apporture a tali niodifiche. cì Ci.asciln~ delle modifiche aiIi1ortate 11:iIl'As:;emlilea e ronsider;ita defiiiitiv:imente adotl;lta, ;r meno che nel teimine di 20 giorni dalla ricezione d r l l ; ~ comunicazione dellsr Commissione: - il Consiglio. deliberando ;i mapsioranz;r <lei membri che lo comimnaono, emendi nel senso irroiiosto dalla Commissione la modifica aiii>ortat;i dall'Assemblea: - il C o n ~ i s l i o , deliberando a maggioranza di cinque mernl~ri. adotti disposizioni che si discostino s i a dalla modifica apportata dall'Assemblea, sia dalla posizione adottata dalla Commissione. C) IL bilancio s i rr~?isidera definitii~niiientr a l ~ l > r o 1.uto iiclla foriira dvcisa dal Parla?i~eiito <lunlor.<i.~ 1 . 1 trriiiine d i 20 giorni dal/« riceiionc d<,llc j~roj,(>stc di inodificn della Co?i~?iiksionc,: - il Consiglio, delibernnrlu 11 ~ir<r~jyioro~izii (li «cinqtae» n i r ~ ~ ~ h non r i , e ~ i ~ e n dnel i senso pvo)>ostu dalla Coii~iiiissionc il hila?i<.io «]~]~rovatodall'.lose~>zblea. il progetto di bilancio è considerato definitivarnente apr~i.ovato dal momento in cui le modifiche di cui è stato ob'petto sono adottate conformemente ; ~ l l e disposizioni del comma precedente. 11 progetto di bilancio d <,oiisidernto drfi?~itivaiir~,)it*, al>l>rovato dal no mento in cui le iitodifiche d i cui. ì: stato ogdetto sono adottatp eonfoi'iiie?izrnte allc disposizioni del eonlmu precedente. Qualora il Consiglio, nello strsso tcriiiin.~, dclil>r,rando a nzaggioranza di cinque i ~ i ~ n i l > radotti i. dis~~osizioni che si di.~eostino sia dalla iiiodiiYcn a l i ) ~ o r t a t o dnLl,'Assmublea, sia M a posiziaue adottata dalla Con~missiane,il ilrogetto d i bilnncio i: co?7sideinto ifefinitiuanzente approvato, n vrcno rh4 entro 20 !lior?zi dalla sua ricezione l'Assei~rhlca non l'abhin resiliwto a ~ i t a g g i ~ r a i ~dei z a due terzi dei voti eal~rcssi e ir rilaggioranza dei nienihri che la conirlongono. Dal n~o?,i.ento i n cici l'Ass<,~~zhlensni.<i d e ~ i < ~ > i < ~ l < i (alle condizioni ]>i-rviste all'nrticolo 1.38, par. 3 dcl Trattato o, a l più tardi. n datare dal 1" settriii!>re 1971, le dis~iosizioni del linragrafo 6 dcll'nrticolo 203 del Trattato C E E . d i cici all'articolo 2 dcl 11reselute T r a t t a t o sono sostiticite dalle disposizioni se~~eluti: 4. a)Qunlora il nrogetto d,i l>iln?~cionun sirr stato nzodifioa@ dalJ'Assrii~hlea, entro dice iii<.si dall<a siur conrun~cazwne, esso s i considera definitir<i?~ie?ite a~~provato: \I) Qunlora entro tale te.r)~ii?i~. ~ ' A S S ~ I I I in~~PII tciida ?i~odificareil progetto d i hila?ieio, essa conr;r~lt<i il Consiglio ed cvent'ualniente k altre 1stituzion.i interessate. I,a Com?niasione c o l i i ~ ~ n i r aall'.-issel>iblea il suo parere. Il bilan,cio viene poi npprovato dnll'Asseiizblen drliberante a niaggiornnza dei nienlbri che lu roiii 11origono cd in, osservanza dell'obhligo d i cui (11 'irrorido con~?im deU'artinolo l 9 9 dcl Trattato. r,'Asne?iibka può ayn!enta,-e ii totale dellr s i ~ < ~ s o 1~revi.yte dnUa Co~izmzsnonc solo d'intfsn con rlurne'uT.tinia; r ) la Coiirnaissioiic p~~l>l>lic<i il I>Fl<~nr.ii, coni rrj,~ii.u7,r~to c n e assicura I'cscmi?ionr. Arti<:olo 3 ilel Consiglio l'avvenuto adempimento delle riroccione delle presenti disposizioni. del mese successivo alla data in cui è stato depodente. 13"ropeo (identico) 4. 11, Qiialora il riroxetto di 1)ilancio non si:r stato modificato dall'Asseml>lea entro iin mese dalla siia comunicazione. esso si considera definitivamente ;ipiirovato. i. ?. Teslo modificalo 1. L'esercizio finanziario ha inizio il lo gennaio u si chiude il 31 dicembre. ( E n t r a t a in vigore) Articolo (Disposizioni finali) /, luglio-agosto 1965 C O M U N I D'EUROPA F r a u Strobel h a anche sviluppato il concetto dell'ulteriore ampliamento delle e n t r a t e comunitarie, c h e non possono essere ridotte a i soli dazi, concetto che preferiamo present a r e nell'esposizione più brillante c h e u n giovane europeista, Fabrizio d e Benedetti, h a svolto di recente a u n convegno del CIDE: ( ( T r a l e proposte che si possono fare per dotare la CEE di un sistema di finanziamento più logico e coerente con le sue necessità, c'è quella di attribuirle un potere di tassazione diretto all'interno dei paesi della Comunità, ad esempio assegnandole i proventi di una tas,sa comunitaria. L'occasione per una soluzione del genere, potrebbe essere trovata nell'ambito del progetto attualmente allo studio della Commissione, riguardante la sostituzione dell'imposta sulla cifra d'affari (IGE) con un'imposta sul valore aggiunto. il cui tasso venga gradualmente equiparato in tutti i paesi, in modo che entro una certa data (indicata nel 1" gennaio 1967) tutti i controlli di frontiera, per ciò che riguarda gli scambi di merci tra gli stati membri, possano essere aboliti. Dunque tale imposta. creata dagli organi comunitari e da applicarsi uniformemente nei sei paesi aderenti alla Comunità, avrebbe tutte le carte in regola per diventare un'imposta della Comunità. Naturalmente, data l'importanza dell'imposta nell'economia degli Stati e la sproporzione tra il suo ammontare e le presenti necessità delle istituzioni europee, essa sarebbe configurabile per ora solo come una sovraimposta, da applicarsi da parte della Commissione. In pratica cioè si potrebbe dar vita ad un sistema per cui ogni anno gli organi europei stabiliscono nel bilancio preventivo l'ammontare della sovraimposta, la quale verrebbe applicata automaticamente all'interno degli Stati. senza necessità di alcuna ulteriore disposizione da parte di questi ultimi 11. Concetti analoghi h a ripetuto l'on. Vals. socialista francese, Presidente della Commissione finanziaria e relatore a n o m e di questa, circa la necessità di d a r e u n carattere n a zionale e comunitario a l bilancio agricolo: La tariffa esterna comune potrà dunque essere applicata a tutti i prodotti a partire dal 1" luglio 1967; pertanto il luogo in cui verranno percepiti i prelievi e i dazi doganali corrisponderà sempre meno al luogo in cui le merci importate vengono consumate. Potrebbe darsi. per citare soltanto un'ipotesi tra tante, che tutti i dazi della tariffa esterna ccmune vengano percepiti ad Amburgo, a Rotterdam o a Genova mentre l e merci che in questi porti vengono sbarcate sarebbero destinate, ad esempio, al Belgio, alla Francia o al Granducato del Lussemburgo. E' dunque evidente che i ricavi dei dazi della tariffa esterna comune non potranno più essere accreditati a favore dello Stato membro in cui vengono percepiti. Pertanto, i n base ai dati suesposti e in funzione della concatenazione logica che da questi dati scaturisce si è giunti alla conclusione che non soltanto l e entrate provenienti dai prelievi agricoli ma anche i ricavi della tariffa esterna comune dovrebbero essere versati a partire dal 1967, alla cassa comune dei Sei stati membri che fanno parte della Comunità. Si è dunque logicamente giunti alla conclusione della necessità di un bilancio comunitario. Pertanto l e proposte dell'Esecutivo si articolano in tre gruppi. I1 primo gruppo relativo al finanziamento della politica agricola comun e costituisce in pratica l'applicazione delle decisioni o delle raccomandazioni già elaborate dal Consiglio. Nel secondo gruppo si gettario le basi giuridiche in vista della sostituzione dei contributi degli Stati membri con risorse proprie. Nel terzo infine si traggono l e conseguenze normali dei due primi, prendendo in considerazione la necessità di adattare l'equilibrio istituzionale alla nuova situazione che viene ad essere così creata. La vostra Commissione ha ritenuto che a tal momento poteri completi in materia di bilancio dovrebbero essere conferiti a l Parla- mento Europeo. Essa è partita dal presuppoeto che non è possibile ritirare ai parlamenti nazionali ogni ccmpetenza su bilanci che coinvolgcno somine importanti come quelle indicate all'inizio della mia esposizione, senza trasferirle integralmente al livello europeo. Vogliamo spingere l'incoerenza fino al punta che il Consiglio. che non deve rendere conto a nessuno del suo operato e delibera a porte chiuse, non scltarito proponga ma convalidi addirittura le entrate, fissi le spese e controlli l'utilizzazione dei fondi? Stabilire le entrate, fissare le spese e controllare l'impiego dei mezzi finanziari è il potere fondamentale dei psrlamenti che rappresentano la democrazia o . I1 concetto della « non automaticità a cui faceva allusione F r a u Strobel, è stato così chiarito dall'on. Illerhaus, democristian o tedesco: Un altro punto a cui vorrei accennare è la struttura del bilancio della CEE. Quasi più rilevanti delle modifiche relative alla consistenza del bilancio sono le trasfcrmazioni previste per la sua struttura. Nel 1964 il bilancio della CEE era costituito per tre quinti da spese amministrative e per due quinti da stanziamenti per il Fondo sociale che potevano venir spesi per sovvenzioni. I1 50% delle spese per i progetti sovvenzionati era tuttavia a 11 C I T T A D I N I ? Con il traforo del Monte Bianco cade un'altra barriera tra i popoli d'Europa, ma le divisioni politiche del passato permangono immutate Incapaci a realizzare l'unità politica dell'Europa, i governi nazionali, con in testa il Generale De Gaulle, stanno mettendo i n pericolo il Mercato Comune, la base del pro. gresso e della pace tra gli Europei. Unitevi ai federalisti nella lotta contro i l nazionalismo e per gli Stati Uniti d'Europa. Avec le percement du Mont-Blanc une autre d e i barrières, qui divisent les peuples Européens, tombe, mais les divisions politiques du passé subsktent encore non changks. Incapables à réaliser I'unité politique de I'Europe, les gouvwnements nationaux, en tete celui du Général De Gaulle, sont en train de mettre en danger le Marché Commun, c'est à dire la base du progrès et de la paix parmi les Euro+ns. Citoyens, unissez-vous aux fédéralistes dans la lutte au nationalisme et pour les Etats Unir d'Europe. A cura del Centro Regionale Piemontese del Movimento Federalista Europeo - Via Bligny, 5 - TORINO. Sede centrale del M . F. E.: 6, rue de Trbvise - PARIS I X . carico degli Stati membri interessati. Se ora vengono messe a disposizicne della Comunità risorse finanziarie ammontanti, come si è detto, a 2,3 miliardi u.c., l e spese amministrative non costituiranno più che una parte infinitesimale del bilancio. La parte maggiore sarà àestinata ad interventi diretti sul mercato agricolo e quindi a spese che da un lato sono di grande importanza per la politica economica e dall'altro eserciteranno un influsso diretto sull'evoluzione economica e sul tenore di vita di determinati ceti della popolazione, senza che gli interventi della Comunità debbano essere affiancati da interventi equivalenti da parte degli Stati membri. Con queste somme. onorevoli colleghi, si fa della politica sul piano degli interventi, una pclitica economica ed anche congiunturale. Ciò è molto importante, data l'entità dei mezzi finanziari in questione. In altre parole, da un modesto bilancio amministrativo e da alcune limitate possibilità di sovvenzionamento si passa ad un gigantesco bilancio di investimenti 1). A s u a volta l'on. plaisse, democristiano olandese, h a opportunamente ricordato i vincoli recisi che il P a r l a m e n t o dei Paesi Passi h a posto in questa materia a l proprio governo: Nei Paesi Bassi. anche la Seconda Camera ha recentemente proposto in una mozione, vigcrosamente appoggiata dal governo, di riservare una funzione cardinale al Parlamento Europeo nello sviluppo della futura politica della CEE. Mi sento in dovere di dichiararlo in questa sede; una tale mozione non può rimanere inoperante. Si tratta dei diritti fondamentali della democrazia parlamentare, e su questi non si può negoziare né mercanteggiare CC 1'. (Rece~ntementea n ~ h eil P a r l a m e n t o tedesco, nell'approvare la fusione degli Esecutivi comunitari, h a impegnato il Governo d i Bonn i n senso analogo. Solo al P a r l a mento italiano la consegna è, come sempre, di russare: il Governo s a l u i ciò che d e v e . f a r e : non disturbare il manovratore!). T r a i numerosi interventi nel senso sopra indicato (contrario è stato, ovviamente, solo l'oratore del G r u p p o gollista, l'abate L a u drin, secondo cui la Commissione del Mercato Comune vuole p o r r e troppa c a r n e a l fuoco e surch.nrger la ch.arrette), ricorder e m o l'on. Berkhouwer, liberale olandese, c h e h a svolto considerazioni particolarment e penetranti, e l'on. S e u f f e r t , socialista tedesco, c h e h a riassunto in d u e concetti l'essenziale del dibattito: <,La procedura di ratifica delle singole diposizioiii da parte dei sei parlamenti deve venir sostituita da una procedura veramente comunitaria, una procedura all'interno della Comunità invece che una ratifica da parte dei sei parlamenti che rappresenta ancora una procedura diplomatica. La moderazione lodata ieri dall'onorevolc Gaetano Martino non è una virtù che raccomanderei a un parlamento. L3 moderazione puii essere una virtu per chiunque, ma un parlamento che sia moderato è normalmente un cattivo parlamento. 11 coraggio, il senso della responsabilità, queste sono le virtu che raccomanderei ad un parlamento 1,. S e vogliamo d i r e t u t t o ciò in termini più enfatici, ricorriamo a Pleven: c c Prima domanda: il finanziamento della politica agricola comune deve essere assicurato con mezzi finanziari comunitari? Con una maggioranza schiacciante l'Assemblea risponderà: si. Seconda domanda, anche questa di natura politica: i prelievi agricoli, le entrate doganali, sono destinate ad essere le prime entrate fiscali dell'Europa di domani? Con una maggioranza schiacciante l'Assemblea risponderà: sì. Terza domanda: la gestione delle finanze dell'Europa che si va costruendo a poco a poco con tanta difficoltà. deve essere sottoposta al controllo democratico di istituzioni parlamentari? Con una maggioranza schiacciante 1'Assemblea risponderà ancora una volta: sì , I . Ricordiamo infine, p e r concludere, l'intervento dell'on. v a n d e r Goes v a n Naters, il q u a l e h a a v u t o il merito d i richiamare l'attenzione sull'ottima pubblicazione sull'argomento di G e r d a Zellentin, apprezzata autrice d i u n a l u n g a ed esauriente monografia s u l Consiglio Economico e Sociale comunitario, e c h e h a ora pubblicato, p e r i tipi dell'Europa Union, u n a brillante monografia s u s L a politica comunitaria di bilancio e l'integrazione europea D, c h e m e t t e chiaramente a fuoco i problemi finanziari delle Comunità e sulla q u a l e ci proponiamo di t o r n a r e a parte. 3 - L'a impennatal) dei Cinque S a r e b b e stato nostro desiderio aggiungere, alle d u e colonne i n cui abbiamo p u b blicato d a u n lato il testo proposto dalla Commissione e dall'altro l e modifiche - poche e n o n essenziali - suggerite d a l P a r lamento Europeo, una terza colonna contenente q u a n t o avrebbe dovuto decidere, e n t r o giugno, il Consiglio dei Ministri comunitario, i n modo d a m o s t r a r e s e anche questa volta rispondeva a verità q u a n t o d a noi spessissimo denunciato, e nella sessione d i maggio ripetuto a chiare note dall'on. Gaetano Martino: Uno stesso dei membri più autorevoli del Consiglio dei Ministri. il Ministro olandese Luns, nel suo discorso del 2 dicembre dell'anno passato, in Consiglio di Ministri, denunciava tale cattiva volontà. questa erronea interpretazione delle norme dei Trattati di Roma, affermando: "Dobbiamo riconcscere onestamente che il parere del Parlamento è stato, sì, richiesto in più occasioni, ma che a questo parere non si è quasi mai prestata alcuna attenzione " ,u. P u r t r c p p o l a nostra speranza è andata delusa: l a nuova m a r a t o n a agricola non c'è stata, gli orologi n o n sono stati f e r m a t i e Couve d e Murville - p e r ordine d e l suo p a d r o n e .se n e è a n d a t o sbattendo l a porta: niente E u r o p a sovranazionale. L a p r i m a impressione è d i euforia: a v e t e visto che i m e n a g r a m o alla Chiti-Batelli h a n n o a v u t o torto, e che i politiconi nazionali, gli europeisti d i tutti i banchetti h a n n o a v u t o ragione? L a seconda impressione è esattament,e l'opposta: i n realtà, p e r u n a s t r a n a combinazione c h e conferma l a regola, lo stesso interesse nazionale, e non altro, c h e spinge l a Francia a d opporsi alla sovranazionalila, induce invece, u n a volta tanto, i Cinque a sostenerla. L a cosa è f i n troppo evidente p e r l'Italia, l a q u a l e h a più d a perdere c h e d a g u a d a g n a r e n e l sistema dei prelievi: non c'è bisogno, p e r convincersene, d i giungere all'esagerazione dell'on. Lombardi, il q u a l e h a parlato d i « abietta vocazione d i donatori d i sangue n - rivelando con ciò solt a n t o il suo spirito « piccolo-autarchico ,. L a cosa è a l t r e t t a n t o evidente p e r l a Germ a n i a (interessata soprattutto a l Mercato Comune industriale, e non a quello agricolo) e q u i lasceremo l a parola a i p a r l a m e n t a r i tedeschi a Strasburgo. Anzitutto all'on. 11lerhaus: 11 Nessuno di noi può auspicare che il mercato agricolo comune venga realizzato, diciamo pure, entro il 1967, se a l tempo stesso non si procede anche verso la completa attuazione del mercato comune industriale. Si tratta di due compiti strettamente connessi tra loro. Taluni paesi membri della Comunità infatti sono interessati in maniera del tutto particolare all'attuazione del mercato agricolo comune. perché vedono in esso eccellenti possibilità per il futuro della loro agricoltura. Invece vi sono paesi ai quali sta a cuore soprattutto l'attuazione del mercato comune industriale, perché lo considerano un compenso per i sacrifici che costa loro la costituzione del mercato comune agricolo In secondo luogo all'on. Burgba'cher, a n c h e egli democristiano: Come molti dei miei amici non riesco a scacciare il sospetto che l'attuale politica francese sia indubbiamente indirizzata a l comple- 15 COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1965 tamento e al finanziamento del mercato agricolo, ma che gli obiettivi della politica commerciale e industriale e degli altri settori della Comunità siano - per dirla con moderazionr - presi un po' meno in considerazione. L'onorevole Vendroux ha detto prima che egli non accetta lezioni da nessuno. Una tale idea è lontana da me quanto dal Presidente Pleven. Ma mi si ccnsenta di rivolgere ~i nostri amici francesi un vivo appello perclie distribuiscano il loro affetto nella stessa misura a tutti i settori della Comunità l). Quanto alllOlanda, anch'essa h a accettato m a l volentieri l'orientamento considerevolm e n t e ~;roiezionisticoche è stato dato, alm e n o p e r ora. a l mercato agricolo, e si e Due altre importanti decisioni, proposte dalla Commissione Hallstein al Consiglio dei Ministri comunitario e approvate con modifiche dal Parlamento Europeo nella Sessione di maggio. Resteranno anch'esse in frigorifelro? Decisione del Consiglio relativa all'aholizione totale dei dazi doganali intracomunitari. all'applicazione dei dazi della tariEla doganale comune ed al divieto delle restrizioni riuantitative t r a gli Stati membri. I.';itte salve le disposizioni di cui all'art. 4 . gli Stati membri :il>olisrono i dazi doganali t r a <li loro: - sui proclotti non elencati nell'allegato 11 del T r a t t a t a (1). applicando a l 10 gennaio 1966 u n a riduzione rhe porta la riduzione del dazio su o r n i prodotto all'80%del dazio di hase, ed abolendo tali dazi al l'O luglio 196i; - sui prodotti elencati nell'allegato I 1 del Trattato. aaplirando al l o gennaio 1966 ed al 1" gennaio 1967 delle riduzioni che portano la riduzione del dazio s u ogni prodotto risiiettivamente al 65% ed a11'80% del dazio di base, ed abolendo tali dazi al 10 luglio 196i. Gli Stati inembi-i conservano tuttavia il diritto di applirare agli sramhi intracomunital.i i dazi stabiliti direttamente dalla Commissione con un atto di autorizzazione, durante la validità di quest'ultima. Articolo 2 Ferme restando le disposizioni di cui all'art. 23. par. I c ) (i) del Tr;~tt;rto e salve le disiiosizioni di cui :il!'art. 4 della presente decisione, xli Stati membri aiipliciino la tariffa doganale corniine alla data del l'' luglio 1967. Testo proposto dalla Commissione CEE Testo inodificato dal Parlamento Europeo: E' vietabi o r n i resti-izione qu:intitativa che si applichi alle imriortazioni di prodotti non elencati nell'allegato 11 del Tratklito in iirovenienzn dagli altri Stati memhri della Comunità E'conomic:i Eur<1~~e3.. (identico) F a t t a salve le din?~osiaionid i cui all'articolo 4 . a l i)iÙ tardi a p a r t i r e dal f 0 luglio 1967 s a r à uietntn ogni rcntrizione q w n t i t a t i u a che s i app~lichialle i>,,iiortazioni d i prodotQi p l ~ n c a t i ff,ll'allegato I1 del Trattato in i~rovenienzadagli a l t r i S t a t i nientbri. (1) Vi sono elencati i più importanti prodotti agricoli. (2) Ecco il testo del primo comma dell'articolo 2 3 del Trattato (r:nraer. a - C ) . 21. Ai fini deli'instaurazione proaiessiva della t:ii iffa doaanale comiiiie. fli Stati membri modificano le loro tariffe ;rl>rilicabili nei confroiiti dei Paesi terzi secondo le modalità semienti: a) per le po~inlonitariffarie ove i dazi effettivnmente ap1;licati al 1 " gennaio 1957 non si discostano d: oltre il 15Tc in r:iù o in meno dei dazi della t:iriff:i doxanale comune. qiiesti ultimi venxono a,piilirati alla fine del qiiarto anno a decorrere dall'entrata in vixoi'e del Ti.att:ito: h ) negli altri rasi, o r n i Stato membro aiiplica ;;lla s t e s a data iin dazio che ridiica del 30qG 10 scarto ira, il tasso effettivzimente nplilicato al l<'gennaio 1957 e quello della tariffa doaanale comune: c) tale scarto 1. nuovamente ridotto del 307? a1l.i fine della seconda taiipa; d ) per quanto riguarda le posizioni tnriffnrie iiei. le qualli non fossero noti. al termine della pi.im:i biplia. i dazi della t;~riffa doaanale comune, ogni S t a t o membro api>licn, enti-o sei mesi dacché il Consiglio ha deliberato conforrne'mente all'articolo 20, i dazi che i.isi11terebhero dnll'aiiiiiieazione delle norme del liresente i ~ a r a p r a i oh. Articolo l,e disposizioni della presente decisione non si a~ililicnno ai prodotti conteml~lati dai regolamenti nn. 19, 20, 21. 22, 23, 13/64/CEE, 14/64/CEE e 16/64/'CEE. 1, (identico) Pari?i~e?it.i.qurstc dwnusiziuni no,, si a?>l,l,icharanno 11iÙ agli a l t r i jlrodotti, non n p p r n o per ensi il Coqisialio a,vr<i fissasto ~~n'orqanizzazionec o ~ ~ i ~dr.1~ nnlere cato o noriiie conii~ni. Articolo 5 La presente decisione è destinata a tutti gli Stati membri. Decisione del Consiglio in merito all'armonizzaz~ione delle legislazioni doganali. Il Consialio decide: (identico) 1. Che gli Stati membri arirlorteranno alla Commissione la loro piena collahorazione nella prosecuzione accelerata dei lavori necessari affinché, sull;i 1)ase del progi.amma d'azione proposto dalla Commissione il 31 luglio 1963, siano attuate, non oltre la data del cnmiiimento dell'unione tariffaria nei settori industriale ed agricolo, norme comuni od armonizzate in materia doganale. 2 . I1 Consixlio invita la Commissione a iiresentargii, non alipena ~>ossibile. in base alle disposizioni s~iecifirhe del Trattato, delle proposte di misiire concrete in merito, da una ilarte. all'apiilicazione uniforme della t a r i f f a dofanale comune e dei d i v e ~ s i regimi relativi alle merci importate a titolo definitivo o temiior.aneo, dai iiaesi non membri e, dell'altra parte, all'attiiazione di norme e iirocedure romuni a t t e a rendere inutili i controlli doaannli alle frontiere interne della. Comunità. 2. 11 Consiglio i~luitn la Coi~in~iqsione a 1,7.enestargli « senza indugi dalle proposte d i dirrttilia, n ~iien,tadell'art. 100 del Trattato (1) ovvero i~ro?)oste di altre n~iuure concrete, fondnte su altre disposizioni del Trattato i n nierito, da unn parte. o:ll'apliiirazione uniforriie della tariffa do.ntrnn1~ coniune e dei diversi r c g i n ~ i relativi alle niprci iniportate n titula definitivo o teniporan,eo. dai pat,si non iiienibri e, ohll'altra parte. all'attw.zione d i norniP P procedure comuni a t t e a rendere Inutili i controlli doganali alle frontiere interne della Coil~icnità. (11 Ecco il testo rlell'articolo 100 del T r a t t a t o C E E : Il Consiglio', deliberando all'unanimità s u proposta (lella Commissio'ne, stabilisce direttive volte al rtivvirinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati memhri che abbiano una in<.i<lenza(liretta sull'instaurazione o sul funz.ionamento del mercato comune. Il Parlnmento Europeo e il Comitato economico e sociale sono consultati sulle direttive la cui esecuzione importerebbe. in uno o più Stati membri, una modificazione nelle disposizioni lepislative ». COMUNI D'EUROPA poi legata a l dito il rifiuto all'ingresso della G r a n Bretagna, a cui p e r più ragioni teneva. S i aggiunga ancora che Fanfani, nel complesso gioco sudamericano della nostra politica interna, teneva probabilmente, i n questo momento, a rifarsi - m a g a r i i n contrapposizione all'on. Colombo - u n a verginità europea che non h a m a i a v u t a (se n o n meminisse u n q u a m virginem fuisse, potrebbe anch'egli d i r e con u n noto personaggio femminile del Satyricon » d i Petronio A r b i t r o ) : e si a v r à così l a spiegazione dell'eccezion a l e congiunzione d i stelle benigne c h e h a f a t t o sì c h e i molluschi d i c u i p a r l a v a m o proprio alla f i n e delle nostre precedenti « Cronache siano improvvisamente diveiiut i d e i leoni. Ma p e r q u a n t o ? Qui sta il punto. S a p r a n n o i Cinque t e n e r duro, o, passata la congiunzione, cederanno a i cattivo compromesso che, a q u a n t o p a r e , Hallstein, spaventato l u i stesso d a l suo successo - e dalla minaccia di licenziamento » - sta preparando? L o sapremo forse a fine luglio. I n attesa di quella d a t a i nostri lettori far a n n o b e n e a incollare, dietro l'uscio di cucina, l e d u e colonne delle promposte della Commissione e del P a r l a m e n t o Emuropeo, i n modo d a potervene aggiungere col prossimo numero, u n a terza - s e v e n e sarà u n a contenente l e decisioni del Consiglio dei Ministri, e f a r e gli opportuni raffronti. Una cosa p e r ò si p u ò p r e v e d e r e fin d'ora: e cioè c h e p e r t e n e r duro, a i Cinque rion basterà a v e r e soltanto il p i a n o negativo e distruttivo disegnato d a Spinelli (questo h a potuto servire p e r il primo round, m a ora non è già p i ì ~sufficiente): essi dovranno esser pronti a minacciare, e s e necessario a t t u a r e a cinque norme p e r il m e r c a t o a g i i colo e, più i n generale, t u t t e l e a l t r e disposizioni del Mercato Comune c h e normalm e n t e sarebbero s t a t e adottat'e; senza dispettosi acceleramenti, m a anmche senza ritardi. S a r à opportuno che essi allo stesso t e m p o mostrino, con gioco più sottile, di esser pronti a t r a r r e l e conseguenze del persis t e n t e rifiuto della Francia, sia n e i confronti degli S t a t i Uniti (in minacciosa ripresa, a titolo d i ritorsione politica, d e i negoziati sulla forza multilaterale) sia nei confronti della G r a n Bretagna (minaccia, a titolo d i rappresaglia economica, d i negoziati a C i n q u e con I'AELE). Non è ragionevole s p e r a r e c h e i Cinque abbiano insieme t a n t a fantasia, t a n t a decisione, t a n t a coerenza e t a n t a prudenza (dico prudenza nel senso p i ù elevato della v i r t ù cardinale, e c h e n o n equivale a c a u t e l a j : e noi p e r il momento - e salve s e m p r e smentite dei f a t t i - restiamo ragionevoli. Andrea CHITI BATELLI Economia europea e politica europea Pubblichiamo i l preambolo a l discorso che i l presidente della Commissione della Comunità eco.rtonticn europea, Hallstein, h a tenuto crl Convegno economico della C D U / C S U svoltosi a Dusseldorf 1'8 luglio 1965. La crisi che la Comunità Economica Europea sta attraversando ncn ha alterato i miei piani per questa sera, però li ha modificati o quanto meno mi ha portato ad integrarli. Sarebbe insincero non parlare delle grandi difficoltà di questi giorni e di queste settimane; mi servano dunque di preambolo. I fatti essenziali sono noti. Le norme provvisorie dcl regolamento sul finanziamento della politica agraria sono scadute il 30 giugno. In previsione di ciò il Consiglio dei Ministri, con decisionc del 15 dicembre 1964, aveva invitato la Commissione a presentargli delle proposte: 1. sul finanziamento della politica agraria comune per il periodo 1965-1970. La Commissione lc ha presentate entro i termini; 2. sull'attribuzione alla Comunità dei prelievi sui prodotti agricoli e delle altre entrate comunitarie. La Commissione ha presentato proposte anche a tale proposito; 3. questi due gruppi di proposte sul finanziamento della politica agraria e sull'attribuzione alla Comunità delle entrate doganali dovevano - in base al testo del vecchio regolamento sul finanziamento cui faceva esplicito 1,iferimento l'invito rivolto dal Consiglio alla Commissione - essere presentati per la fase conclusiva del Mercato comune U. Noi dovevamo pronunciarci anche su ciò e cioè stabilire quando ed a quali condizioni si sarebbe realizzata tale fase conclusiva, e lo abbiamo fatto; . 4) abbiamo sollecitato un rafforzamento dclla funzione del Parlamento Europeo in materia di bilancio. I1 Consiglio non ci aveva esplicitamente invitati a fare ciò ma lo aveva fatto in forma indiretta. L'articolo 2 del vecchio regolamento ricorda che le disposizioni sulle entrate comuni della Comunità devono essere ratificate dai Parlamenti degli Stati membri. E' noto però che in alcuni di tali Parlamenti esistono forti correnti che vorrebbero subordinare tale ratifica al rafforzamento della funzione del Parlamento Europeo. Noi dovevamo tenerne conto se non volevamo rischiare di presentare delle proposte puramente accademiche. Lo stesso Consiglio, in una dichiarazione del 23 dicembre 1963. aveva sottolineato, riferendosi al suo dibattito sulla procedura del Fondo eurcpeo agricolo di orientamento e di garanzia - cito testualmente - quale grande importanza esso attribuisse alla questione del rafforzamento delle attribuzioni del Parlamento in materia di bilancio )i. Quanto noi proponevamo a tale proposito era peraltro molto modesto. In particolare veniva rispettato il principio secondo cui l'organo competente per il bilancio è il Consiglio dei Ministri e non il Parlamento. I1 Parlamento Europeo, che aveva approvato con schiacciante maggioranza le nostre proposte, aveva adottato una risoluzione spesso citata con cui si esprimevano con forza esigenze assai maggiori, seguito iri ciò anche da alcuni Governi e Parlamenti di Stati membri. Da questa breve esposizione emerge già chiaramente che la Commissione non ha complicato l'impostazione del problema con l'aggiunta arbitraria di condizioni politiche, come è stato detto talvolta (non in Germania). Non abbiamo aggiunto nulla, ma abbiamo risposto alle domande che ponevano i testi e cioè senza lacune. Dobbiamo perciò respingere con tutta fermezza la parte attribuitaci di capro espiatorio. I1 Consiglio dei Ministri ha discusso la proposta della Commissione per cinque giorni, compiendo notevoli progressi. Infatti, è stato raggiunto un accordo sulla data del lo luglio 1967 come termine del periodo transitorio del Mercato comune, sulla procedura per l'introduzione di un certo numero di condizioni di grande importanza per il mercato agricolo; il dibattito sulle condizioni per l'attuazione del mercato industriale era già a buon punto. Si era convenuto: in linea di massima, che le entrate doganali e quindi anche i dazi avrebbero dovuto venir messi in comune con l'evolversi della Comunità ed era già stata iniziata la discussione di alcuni elementi pre- luglio-agosto 1965 cisi. In alcune importanti questioni relative al finanziamento della politica agraria i punti di vista si erano già ravvicinati anche perché non da ultimo il rappresentante del Governu francese ci era venuto incontro. Solo a proposito della questione degli incarichi da affidare al Parlamento in materia di bilancio si era ancora ai primissimi inizi della discussione (nel verbale. interno della Commissione sui clibattiti del Consiglio, verbale che si compone di 52 pagine, la parte riguardante tale argomento occupa 2 pagine e mezza soltanto). Data questa situazione. la Commissione, nell'ultima notte di riunione si è sforzata con ogni energia di indurre il Consiglio a conti nuare la discussione. E' evidente che, in sede di organizzazione dei dibattiti, si è sottovalutato il tempo che sarebbe stato necessario Certamente non è un fatto da prendere alla leggera, se non si rispetti il termine stabilito in un regolamento comunitario per una decisione importante. Perciò, non scarseggiano i precedenti, non mancano i casi di cui - in circostanze analcghe - la discussione C stat.1 proseguita. Così ad esempio, il termine per il passaggio dalla prima alla seconda fase dcl periodo transitorio della nostra Comunità clie scadeva il 1" gennaio 1962, - termine previsto dal Trattato - non poté essere mantenuto, perché non si era raggiunto in tempo l'acccrdi, su alcune condizioni poste dai nostri amici francesi: su loro proposta venne fermato l'orologio e si raggiunse l'accordo 14 giorni pii1 tardi. Purtroppo, questa volta non è stato possibile incontrare l'approvazione unanime d ~ 1 Consiglio sulla stessa procedura, sebbene il nostro suggerimento avesse trovato vasti consensi. Nel giudicare ora la situazione subentrata, bisogna evitare qualsiasi drammatizzazione eu agire con la massima riservatezza nelle ipo-tesi circa l'avvenire. Però penso che si possa fare iin'unica dichiarazione e credo sia mio dovere farla: nessuno vuole cogliere l'occasione per attentare all'esistenza della Comunità Europea, Ciò costituirebbe il più grave atto di distruzione della storia europea e perfino del mondo libero dai giorni di Hitlei Nulla - tengo a ripeterlo - ci consente di insinuare che esista un'intenzione di tal gener?. Tuttavia, la situazione rimane sufficientemente seria. L'emanazione di una disciplina per 1'111ieriore finanziamento della politica agraria comune è un impegno indiscutibile e inconte. stato del Consiglio, connesso ad una questicnr importante, Che non si sia riusciti ad adem-pierlo in tempo, è un grave insuccesso, ma non è una cosa insanabile. L'andamento delle consultazioni svolte finora non consente di concludere che un accordo è iinpossibile. Al contrario. Naturalmente, non si ha mai la certezza assoluta del successo quando si tratta di negoziati tra sei partners, quando basta la non approvazione anche di un solo parteci-. pante per impedire l'accordo. Ma l'unica do-. manda ragionevole che ci si può porre è se esistcno sufficienti probabilità di successo A tale domanda si deve rispondere affermativ? mente ed ha risposto affermativamente anche la maggior parte dei partecipanti. Tutte le parti hanno non solo espresso la volontà di adempiere all'impegno comune, ma anche agito in tal senso e - già l'ho detto - tale atteggiamento ha già portato i primi frutti. Tutte le energie debbono dunque ora premere per la ripresa delle trattative. I1 superamento della crisi deve avere inizio nello stesso luogo ove quest'ultima era sorta. A questo tendono anche gli sforzi della Commissione. Altro non posso dirvi ufficialmente in questo momento, a meno di non voler mettere io stesso in pericolo il successo di tali sforzi. E' la prima volta nella mia vita che sono costretto ad iniziare un discorso ufficiale in maniera tanto insolita e spero che sia anche l'ultima. In un punto, certo, nulla è cambiato rispetto a quanto detto finora: non l'attualità dell'argomento di cui mi accingo a parlare, non ciò che è questa Comunità, ciò che significa, secondo il Trattato, in virtù dello spirito che in essa vive e n e determina la 'ealizzazione, con tutte l e possibilità reali che alberga. E' di attualità parlarne e lo sarebbe anche se solo si trattasse di far apparire la ferrea connessione tra le forze e i risultati che potrebbero essere posti in gioco. luglio-agosto 1965 COMUNI D'EUROPA Compiti dell' UCCE nel quadro del CCE I Comuni e la rappresentanza morale del popolo europeo di Amerigo Petrucci A conclusiorie della sessione romana dell'Unione delle Capitali della Comunità Europea (27-30 maggio 1965) il Sindaco di Roma ha tenuto in Campidoglio il discorso, che riportiamo integralmente. Debbo innanzitutto compiacermi sinceramente col qualificato pubblico che ha voluto fare corona all'avvenimento che sta per svolgersi in questa Sala, ad ideale coronamento dei lavori della Sessione plenaria dell'unione delle Capitali della Comunità europea. Anche se non sono mancate, nel corso di questi giorni - e non mancheranno nella giornata di domani - le occasioni solenni e significative che imprimeranno un marchio di rilievo su questa Sessione romana dell'UCCE, abbiamo voluto deliberatamente tenere il programma della riunione su un piano concreto e fattivo, senza eccesso di cerimonie formali. Abbiamo tanti argomenti da mettere a punto, e i nostri incontri sono solamente annuali, che siamo costretti ad implrimere un carattere estremamente pratico ai nostri lavori. Tuttavia abbiamo ritenuto che, per quanto semplicemente, occorresse dare un risalto anche esteriore e cerimoniale a questo atto della trasmissione dei poteri annuali di Presidenza dell'unioae. Si tratta in effetti di un avvenimento che, nell'economia della nostra Associazione, possiede un peso singolare e, soprattutto in questi anni d'inizio della nostra attività, in cui le regole cominciano appena a prendere corpo e in cui le tradizioni a profilarsi, forse determinante. La Presidenza non passa da uomo a uomo, non è destinata a soddisfare piccole ambizioni, ma costituisce il trasfesimento di un ruolo direttivo da Città a Città, offre a ciascuna Capitale l'occasione di imprimere qualcosa del suo particolare carattere in questa cera ancor fresca che è l'insieme dei propositi e delle prospettive della nostra Unione. Io ho ben netta la visione della grande sala gotica del Palazzo comunale di Bruxelles nella quale. nel corso di una consimile c e ~ i monia, il Boagomastm Cooremans, fondatore e piesidente dell'UCCE negli anni dell'avvio, mi ha trasmesso le funzioni presidenziali. E ricordo altresì molto chiaramente le parole che, con una certa trepidazione, pronunciai per esprimere l a profonda comprrensione che io stesso e l'Amministrazione comunale di Roma sentivamo circa il compito che ci sarebbe toccato. Questa comprensione confinava con la trepidazione perché eravamo, come siamo, consapevoli dell'importanza che nelle varie Capitali europee si nttribuisce a questo strumento di collegamento e di collaborazione e al significato che sempre di più gli viene attribuito in seno al movimento europeistico; d'altra parte, ci rendevamo conto - e l'esperienza ce lo ha confermato - che esistano non poche difficoltà che si oppongono ad un funzionamento suffiaientemente intenso dell'unione. I1 fatto è che, in tutte le Città, a fianco di una precisa volontà di muoversi su di un nuovo terreno di reciproca intesa, mancano ancora le strutture sia pure elementari che siano in grado di garantire lo svolgimento di un lavoro regolare e il mantenimento di rapporti stretti e frequenti con le conso~rellecittà straniere. Tutto ciò è naturale perché stiamo facendo del nuovo e non esistono né norme, n é esperienze che possono guidarci; non esistono precedenti, proprio perché ci troviamo in un momento di passaggio fra vecchie concezioni municipalistiche e una nuova visione della funzione dell'Ente locale. In effetti, l'Ente locale ha perduto quasi completamente la sua sfera di autonomia finanziaria e di conseguenza tutta la sua attività amministrativa si è fatta succedanea e complementare a quella dello Stato. Ma di 17 fromnte a questa constatazione, si affaccia sempre più netta la documentata impressione che l'Ente locale si vedrà attribuire sempre più specifiche attribuzioni nel settore della promoziolne spirituale e civica delle popolazioni. Di fronte all'insuccesso generalizzato dello Stato come portatore di moralità, come interprete di forze spirituali, si afferma progressivamente il co'ncetto dell'importanza delle minori società, delle società locali, nell'affermare le esigenze interiori delle polpolazio,ni. I Comuni vedono sempre più chiaramente assegnarsi, dalle esigenze di base delle loro popo~lazioni,un compito di rappresenta,nza morale e di iniziative posi,tive per lo sviluppo culturale e morale delle famiglie, delle associazioni, degli individui. E' per questo che dovunque i Comuni avvertono l'esigesnza di una ristrutturazione territoriale e funzionale; perché essi comprendono che, o riescono a far fronte a questa spontanea attribuzione di funzioni morali, o si dovranno prest80ridurre a puri strumenti tecnici pe8r il funzionamento delle anagrafi o per la pressoché impossibile regolazione del traffico. Nell'ambito della esigenza di interpretare il senso comunitario delle popolazioni, i grandi Ccmuni avvertono sempre più netta l'esigenza, che spesso nasce dalle cose e viene loro imposta dalle circostanze. di prendere contatto con i grandi agglomerati umani dei Paesi stranieri. Si sente la necessità di organizzare i rapporti con 11 Consiglio provinciale di Palermo, nella sua seduta del 21 maggio scorso, ha approvato a maggioranza (coni i1 voto contrario dei consiglieri del PCI e del PSIUY), l'adesione della Provincia alla Carta federalista dei Comuni e dei Poteri lccali d'Europa, già approvata all'unanimita dai V1 Stati generali di Vienna del CCE. I1 voto è stato preceduto da un'ampia relazione dell'Assessore Franoesco Stuno, nella quale sono stati illustrati le finalità ed il contenuto dell'importante d~cumentoe il significato politico che l'adesione alla Carta da parte degli Enti locali assume come oontributo alla oostruzione di un'Europa dei popoli, democratica e sovranazionale. La Carta, rappresenta infatti la sintesi di alcuni principi fondamentali ohe devono ispirare le strutture pr,litico-amministrative della nuova Europa federale e la concreta traduzione in termini istituzionali di alcune esigenze irrinunciabili di una sccietà democratica. L'iniziativa delllAsseswre Sturzo, fatta propria dal Consiglio provinciale, acquista un particolare valore alla luce dei recentissimi avvenimenti, che hanno portato ad una battuta d'arresto del processo di integrazione comunitaria. In un momento in cui le istituzioni comunitarie (Commissione e Parlamento Europeo) iricontrano la dichiarata avversione del Governo francese, ostile ad ogni aspetto' sovranazionale, iii nome di una anscronistica fedeltà alle sole realtà statuali nazionali, la Carta federalista dei Comuni e dei Poteri locali rappresenta il punto di riferimento necessario sia per contrapporle urra compiuta dottrina democratica, sia per rafforzarei le attuali istituzioni comunitarie in senso federalista. Per questo I'AICCE auspica che sempre più numerose siano le adesioni alla Carta da parte degli Enti locali italiani, Comuni piccoli e grandi, Province e Regioni; esse costituiraiino una esplicita risposta ad ogni tentativo d i arrestare l'integrazione europea o di immiserirla nella tecnica dei compromessi economici tra Governi. luglio-agosto 1965 COMUNI D'EUROPA quanti nel mondo si trovano in consonanza di idee, in somiglianza di bisogni con noi. E se la legge comunale e provinciale non prevede né istituti n é una speciale strutturazione in questo senso, è evidente che la legge stessa deve essere interpretata. E' appunto ad una penetrante interpretazione della legge che regola gli Enti locali che ci si accorge che la rappresentanza globale ideale delle popolazioni è evidentemente sottintesa come appannaggio e caratteristica del Comune. Per quanto riguarda noi romani, dobb~amo constatare che, se Roma è abituata da sempre ad esercitare una impegnativa influenza mopale, in un raggio assai vasto, questa influenza appartiene più che altro al piano del magistero ideale cui si contrappone, dall'altra parte, una ammirazione da discepoli e d a innamorati. Ma è invece ancora insufficiente nella nostra Città una moderna attitudine al confronto con le altre Metropoli, alla discussione fra pari e alla collaborazione concreta, nella quale sia permanentemente aperta una partita di dare e di ricevere. Di converso, noi avvertiamo il bisogno di contatti stretti, che sono sempre ricchi di apporti per la progressiva maturazione culturale e tecnica della vita cittadina e che, oltre tutto, ci forniscono il mezzo di svincolarsi da una certa condanna all'isolamento che deriva dalla sfavorevole positura geo- grafica della Città nei riguardi dei più evoluti centri del progresso moderno. Un anno di Presidenza dell'UCCE mi ha reso ancor più avvertito della situazione in cui tutte le grandi Città si trovano, strette tra l'insufficienza delle loro strutture di dialogo reciproco e di collegamento e il bisogno che tutte indistintamente avvertono di qualche cosa di nuovo in questo campo; un anno di Presidenza mi ha reso consapevole che ogni risultato che si acquisisce è di grande importanza, anche se modesto in sé, perché consolida il terreno della collaborazione e attrae sempre nuove simpatie alla collaborazione stessa. Ed è per questo che sono tanto più grato ai presenti che hanno voluto dare risalto alla cerimonia in corso; e debbo sottolineare che, fra i presenti sono per l'appunto molti funzionari comunali alla cui sen~ib~ilità spetta soprattutto d i tradurre in fatti pratici e in conseguenze precise le direttive che gli Amministrato(ri fissano in linea di principio. Ma come esprimere la profonda gratitudine mia, dell'Amministrazione comunale e delle Delegazioni delle sei Città al Ministro degli Affari Esteri che ha voluto portare alla cerimonia il riconoscimento ufficiale del Governo italiano, sottolineando come coloro che hanno la grande responsabilità delle sorti politiche del Continente avvertano il significato di una azione via via sempre più importante che può essere svolta sul terreno delle popolazioni stesse dagli organismi amministrativi che reggono le sei Capitali? E' difficile esprimere la gratitudine che nasce dalla constatazione di essere stati compresi, anche se corrono non pochi equivoci sul valore delle relazioni internazionali delle Città. I1 fatto è che il Ministro Fanfani, per la sua lunga esperienza del lavoro di massa, polrta nell'attività diplomatica l'esigenza di uno stretto e continuo contatto con l'opinione pubblica. Ora che è terminata l'epoca della diplomazia castale e che, in un certo senso, si è avviata l'epoca delle diplomazie dei popoli, una grande politica estera è solamente quella che, ricusando le costruzioni artificiose di ogni tipo, cerca di fase coincidere gli atteggiamenti governativi al moto di spontaneo oirientamento delle popolazioni. In un'epoca come questa, di scambi sempre più facili, di umani contatti, non è sui pregiudizi, n é sugli apriorismi che può essere regolato il rapporto ~nternazionale.Ma la politica estera conosce due precisi momenti: quello preliminare attinente alla costruzione delle opinioni dei popoli, mediante un sagace indirizzo delle loro conoscenze e delle loro sensibilità, e quello conclusivo riservato ai tecnici dell'azione politica, economica e via dicendo. L'opera nostra - questa delineantesi possibilità di contatti sempre più stretti tra le BANCO D SICILIA ISTITUTO DI CREDITO DI DIRITTO PUBBLICO CON SEDE IN PALERMO Patrimonio L. 17.047.709.000 AZIENDA BANCARIA E SEZIONI SPECIALI DI CREDITO AGRARIO E PESCHERECCIO, MINERARIO, FONDIARIO, INDUSTRIALE, PER IL FINANZIAMENTO DI OPERE PUBBLICHE E DI IMPIANTI DI PUBBLICA UTILITA 257 Stabilimenti in Italia 7 U l c i di Rappresentanza all'estero Corrispondenti in tutte le piazze d'Italia e nelle principali del mondo luglio-agosto 1965 popolazioni delle Metropoli di ogni P'aese, specie nell'ambito di una realtà ormai irrecusabile come è quella della solidarietà europea - appartiene senza dubbio all'azione preliminare della stessa politica estera. Tanto più che abbiamo già potuto constatare che il terreno che ci offre maggiori possibilità di fruttuoso lavoro è quello della cultura, dell'irradiamento di informazioni, dei sempre più intensi colloqui 5ra le generazioni giovani. In questi giorni abbiamo passato in rassegna un vasto panorama d i iniziative che sono state studiate in diversi settori culturali e scolastici a cura delle singole Capitali; e penso che i prossimi mesi vedranno l'attu,azione di non poche attività concrete. Sappia il Minist,ro degli Esteri d'Italia, e lo sappiano i responsablili deila politica estera dei nostri sei Paesi, che nessun maggiore titolo d i vanto potremmo pretendere se non quello di essere compresi e seguiti nel nostro difficile e nuovo lavoro di dimensione internazio~nale,dal quale non ci proponiamo di ottene~re alts'o se non la rimozione d i ostacoli psicologici che ancora rendono difficile la costruzione diplomatica dell'Europa unita e la realizzazione d i un sistema d i rapporti che faccia constatare la effettiva comune appartenenza ad un solo destino culturale e morale, ad una solidale possibilità di progresso e di prosperità. COMUNI D'EUROPA strativo dell'unione. Io penso che Parigi, secondo il suo carattere, attribuirà alla 'ealtà dell'unione medesima uno slancio e un risalto del tutto nuovo. Cari colleghi, amici delle Delegazioni di Amsterdam, di Bonn, di Bruxelles, del Lussemburgo, di Parigi e di Roma, non sta certo a noi di definire i ritmi degli sviluppi politici e delle finali conclusioni di quel movimento verso la costruzione di una grande Patria europea cui guardano ormai i nostri pop3li ed in particolare queste popolazioni più avvertite che abita~nonelle Capitali. Appartiene tuttavia a noi, coine sicuri interpreti dell'anima delle riostre città che rappresentano lo spirito vivente delle nostre tradizioni e la visibile dimostrazione della grandezza del nostro contributo ai progresso del mondo, di attestare in maniera formale e sicura la volontà degli uomini e delle dcnne, la volontà dei giovani delle nostre Nazioni di rompere gli schemi di un nazionalismo troppo limitato e di coniugare in una superiore sintesi europea i caratteri, i contributi, le vocazioni ,proprie a ciascuna delle nostre piccole ed amate Patrie. Come simbolo dell'autorità che la Sessio:ie plenaria dell'UCCE le conferisce e come attestazione della continuità e della solidarietà che si instaura nel passare degli anni, pur attraverso le peculiari caratteristiche di ciascuna città e di ognuno dei nostri popoli, io ho l'onore, signor Presidente del Consiglio inunicipale di Parigi, di trasmetterle la chiave simbolica che, facendo leva sulle sei Città Capitali, deve, nelle nosstre aspirazioni, contribuire decisivamente ad aprire la strada nuova deli'Euro,pa unificata in vista di una nuova unlana grandezza e di un fondamentale cc'ntributo allo sviluppo e alla pace di tutti gli uomini. Mi consenta, altresì, Signor Presidente dell'union'e, di consegnare a lei per primo, un piccolo dono destinato a ricordare questi giorni a tutti i partecipanti alla nostria Sessione e la medaglia annuale della Città di Roma. Riccardo Quando nel recente mattino estivo ho attraversato il Cimitero israelitico al Verano - un attimo di dolcezza mi aveva Signor Presidente Chavanac, anche il no- preso nel vedere all'entrata i cipressi fra stro gemellaggio tra Roma e Parigi va semtombe discrete, più rade che nel campo dei pre più sostanziandosi di iniziative di clarat- battezzati, col terreno coperto di erbe seltere culturale che vanno dalla intensificazione vatiche e spighe e qualche papavero e i delle visite scambio alle due Città alla Mostra soliti fiori dei prati -, mi si è stretto in preparazione sulla presenza sto'rica ed atancora una volta il cuore a l cospetto degli tuale d i Roma a Parigi che avremo la soddiuomini con cappelli e zucchetti. Ho tanti sfazione di portare al Petit Palais nel prosamici ebrei e li vedo così spesso senza parsimo mese di febbraio. Noi constatiamo altresì ticolari emozioni: ma di fronte ai loro riti che il nostro rapporto, giunto ormai alla antichissimi, allor che religiosi e miscreconclusione del suo primo decennio, si fa denti, commercianti e filosofi, grassi e magri sempre più caldo di umanità e di amicizia mi compaiono innanzi tutti insieme, comunon soltanto sul piano delle relazioni tra gli nità e popolo, mi sento sempre impazzire Amministratori e i Funzionari, m a su quello dallo sdegno e dalla tristezza come fossi dei contatti fra le similari categorie di proin quel settembre lontano. Già: il settembre fessionisti, d i studenti e di artisti delle due in cui in Italia iniziarono legalmente n le Capitali. Considero a questo proposito estre- persecuzioni razziali ed io davo a Santa mamente signifìcat,ivo il fatto che proprio Marinella ripetizioni di latino a due ragazin questi giorni sono stati ospiti di Roma zini .ebrei, fratello e sorella. Avrebbero o giovani appartenenti a tutti i licei classici no potuto sostenere fra qualche giorno gli e scientifici di Parigi e un gruppo di pitto~ri esami e considerarsi ancora italiani e citdi Montmartre venuti ad esporre nella nostra tadini, si domandava piangendo dignitosapopolare manifestazione d'arte di via Mar- mente, ma piangendo, la madre? Maledetta gutta. Italia, mi dicevo: nessuno di coloro, che lo Nulla, nel nostro gemellaggio contrasta con hanno a portata di mano, torce il collo a le finalità e con la realtà dell'unione delle Mussolini? Nessuno mosse un dito. ( E a m e Capitali; anzi semmai ne costituisce un punto non importava che cose altrettanto schifose, di maggiore consistenza e, anche in relazione e peggiori, fossero successe in altre conalle predomin~aati dimensioni delle n o s t ~ e trade di questa odiosa Europa: io in Italia due Capitali, può contenere in sé un impec'ero nato e l'amavo.) gno a fornire u n alimento di idee, di sugDopo quel settembre molti ebrei che cogestioni e di esempi ai rapporti più vasti noscevo - anlifascisti e fascisti (ce n'erano fra le sei Città. non pochi di fascisti, ed è la cosa più paComunque migliore successione non potetica, ma anche più grottesca) - andateva certamente darsi alla Presidenza rorono in America o in Israele. Alcuni già lo mana s e non una Presidenza parigilna. La erano, altri divennero, rispettivamente, deconsonanza dei nostri ideali di solidarietà mocratici e sionisti. Molti sono ritornati in fra le popolazioni e la comunanza delle noItalia col vento della libertà. Alcuni ripostre esperienze pratiche assicurano, in questo passaggio, una continuità di indirizzi che si sano invece nell'eterno riposo dentro le fosse dei lager: anche tu, Franca, che abitavi nel rifletterà a vantaggio del consolidamento delle attività avviate dall'UCCE. Roma, nel mio quartiere a Roma, vicino a Villa Borghese, non ti interessavi di politica, ma ti cors,o del suo anno presidenziale, si è sforpiaceva studiare e n e eri orgogliosa, e - più zata particolarmente di promuovere il conpiccola di altri ragazzi e ragazze della nosolidamento strutturale -giuridico - ammini- . stra combriccola - non ti fu dato per legge ,, di iscriverti all'università. Musatti - Riccardo Musatti - c'era già all'università e continuò. Me lo ricordo a Lettere, in capannelli con altri vecchi compagni del Liceo K Tasso - fra cui Nuccia, che divenne sua moglie -. Poi la guerra, e ci perdemmo di vista. Mi giunse una volta l'eco della momentanea chiusura della Università di Roma: chi avrebbe pensato che era il frutto di uno scherzo audace e geniale, architettato - con Peppino Pampiglione e un altro giovane - da Musatti per fregare i fascisti'? Ed ecco il dopoguerra, il ritorno tanti anni sognato di un regime civile. Musatti era redattore-capo di « Italia socialista 3, diretta da Garosci, ove di tanto in tanto andavo pubblicando noterelle sull'India: me lo ricordo sempre desto a parlar di tutto, quasi avesse studiato l'argomento un minuto prima. Ma, soprattutto, ci trovammo insieme nelle battaglie federaliste con Altiero Spinelli e in quelle comunitarie con Adriano Olivetti. Come non tenere a mente le discussioni al s Centro n di via di Porta Pinciana. sino alle ore piccole ( e non di rado la mattina mi sarebbe toccato di partire da casa prima dell'alba, per arrivare in tempo alle mie magistrali di Subiaco!), con Muzio Mazzocchi, Rosario Assunto, Giovannino Russo, Angela Zucconi, Rigo Innocenti, Vittorio Gabrieli e tanti altri amici? Lui aveva la dote straordinaria di raddrizzare pacatamente i discorsi più inverosimili. Interveniva, scherzando, in una concisa imitazione dello stile sentenzioso e riportava in bonaccia la navicella della dialettica, sbattuta fin lì dalla foga dei nostri cavalloni: per concludere che no, non era affatto persuaso dei nostri giudizi apodittici e bisognava saper vedere n diversamente la quistione. In fondo il suo gusto di ragionare e la sua impareggiabile sensibilità grafica erano strettamente imparentati. Riccardo ed io restavamo, a tutt'oggi, speci,alm'mte soddisfatti di un lavoro collegiale, COMUNI D'EUROPA cui partecipammo in quei tempi: l'opuscolo K Tempi nuovi metodi nuovi n, dichiarazione politica del Movimento Comunità uscita nel 1953, che si può dire uno dei rari schizzi di federalismo integrale prodotti in Italia in questo dopoguerra. Egli vi aveva curato più direttamente la parte relativa alla pianificazione del territorio: e mi ricordo che persuasi lui e gli altri redattori della n dichiarazione D a inserire in una nota un frammento di una sua precedente relazione su « Scuola e urbanistica ,, tenuta al XIV congresso della Federazione nazionale insegnanti scuole medie. Oggi tutti hanno scoperto l'urbanistica: allora furono pionieri coloro che si adoperarono per farne entrare i problemi nelle teste dure della nostra classe politica. ...Ma ora, Dio mio, alcuni degli uomini in zucchetto salmodiano rapidamente, come singhiozzassero, e quello del Verano è il rito funebre di Musatti. Che smarrimento! e quante cose da fare, invece. La gente scorda, Riccardo, e noi dobbiamo continuare a batterci, t u lo sai ... Quando fu creato il Consiglio dei Comuni d'Europa, persuasi Musatti a partecipare ai lavori della Commissione equilibrio cittàcampagna ». Indimenticabile fu un viaggio suo, di Samonà, di Ludovico Quaroni e mio a Parigi, un viaggio lento, in treno: ancora mi rimane vivo il piacere che ebbi ad ascoltarli: Samonà scatenato, Riccardo che lo aizzava sapientemente, Ludovico sempre maliziosamente svagato e pronto a riportare in alto mare ogni problema avviato a soluzione. I n una successiva riunione, a Torino, cui partecipò anche il Claudius-Petit, furono anticipati - da Musatti e da altri alcuni dei problemi che saranno, anni dopo, quelli della politica regionale della CEiE. La rivista Comuni d'Europa D , per altro, ha il maggior debito di gratitudine per Riccardo Musatti, che n e condivideva gli ideali e n e sapeva valutare, con la sua grande esperienza di pubblicista, il ruolo e l'incidenza. Come tutti coloro che sono passati per la scuola federalista, non si lasciava incantare dalle belle presenze, dalle mode, dalle facili posizioni di avanguardia: ~ r e f e r i v ale lunghe, pazienti lotte della ragione, coerenti, pulite. I1 suo tono costantemente urbano e le sue doti di diplomatico non dovevano d'altro canto ingannare: possedeva una vena inesauribile d'affetto. che si mescolava con la sua lealtà e la sua timidezza di uomo che troppo sente e avverte. Grazie, Riccardo, per il tuo insegnamento di civiltà. Ecco, sì, egli era sopra ogni cosa un uomo estremamente civile, una esemplare prefigurazione del cittadino della nuova Europa. ..Mentre, col sole ormai alto sul Verano, il rabbino fra le molte parole per m e misteriose ne pronuccia almeno una familiare a tutta « la gente del libro D , alleluja, una considerazione ovvia - ma non sufficientemente ripetuta - mi viene di fare: se mai con questi marci europei riusciremo a costruire la Federazione, rivangando il passato non empiamoci la bocca solo di Greci, di Latini, di Celti e di Germani. Ricordiamoci di questo popoio che abitò, per secoli, nei ghetti e che è una delle componenti iondamentali della nostra storia. C u.S. Una riforma per il Fondo Sociale di Domenico Sabella Dunque, dicevamo (1) che il Fondo SOciale Europeo, tale come gli stipulatori del Trattato di Roma l'hanno concepito e tale come è stato limitato dalla normativa del Regolamento n. 9, non risponde alle esigenze della realtà socio-economica della Comunità Eurapea, e tanto meino è adeguato per essere di stimolo alle regioni bisognose della Comunità. Infatti notammo che l'istituto in questione era già obsoleto all'atto della firma dei Trattati di Roma. Si imponeva di conseguenza una riforma radicale la quale, pur rispettando lo spirito del Trattato, rendesse il Fondo più aggressivo nell'incidere efficacemente nella realtà sociale della Comunità e perciò stesso divenire un fattore di sviluppo per le regioni bisognose e non già u n elemento di drenaggio delle migliori energie umane dalle regioni anzidette verso quelle più favorite. La Commissione di Bruxelles, auspice il professore Levi-Sandri, già agli inizi del 1964, aveva redatto un progetto di riforma inteso a far revisionare il Regolamento n. 9, progetto che si intendeva sottoporre al Consiglio entro la fine del 1964. Però, come procedura vuole, detto progetto era stato passato al Comitato del Fondo Sociale per i1 parere preliminare. Nell'ambito del Comitato, ci è dato sapere, i rappresentanti di talune delegazioni nazionali hanno sollevato varie riserve, sicché l'elaborazione del parere definitivo si è trascinata fino al dicembre 1964, rendendo in tal modo vano l'intento della Commissione di presentare il progetto di revisione al Consiglio entro la fine dello scorso anno. Delle critiche sollevate da taluni rappresentanti di delegazioni nazionali in seno al Comitato del Fondo diremo più avanti; per ora interessa notare come l'Esecutivo di Bruxelles, nonostante le tergiversazioni del Comitato, in data 27 gennaio 1965, riusciva a presentare al Consiglio. che dovrà decidere entro il prossimo luglio, le K Proposte di regolamenti del Consiglio tendenti ad aumentare l'efficacia degli interventi del Fondo Sociale Europeo D . Diamo uno sguardo, sia pure di sintesi, alle proposte di modifica del Regolamento n. 9 e successivamente ad una proposta di regolamento integrativo presentati al Consiglio. Innanzitutto viene solnpresso il limite di età di sedici anni in quanto, specialmente nelle regioni in via di sviluppo ove scarseggiano le strutture per la formazione professionale, i giovani, terminata la scuola dell'obbligo, sono costretti ad usufruire di una attività lavorativa. E' auspicabile perciò stimolarli ad acquisire una qualificazione professionale. Pertanto il limite di età di sedici anni viene abolito e la Commissione suggerisce a tal uopo di tener conto delle disposizioni legislative vigenti in ogni paese. E' stata anche data una nuova nozione di oocupazione produttiva la quale può essere non solo dipendente, ma anche autonoma. Ciò è importante soprattutto per il caso del lavoro per conto terzi o dell'attività esercitata dai soci di una cooperativa di produzione. Sono state snellite e slargate le condizioni dei termini del reimpiego. Sono previste concessioni di anticipi, soprattutto a favore di enti di diritto pubblico, per l'esecuzione di operazioni di rieducazione professionale che rientrano nella competenza del Fondo e purché si tratti: 1 ) di operazioni intraprese nell'ambito di una azione di sviluppo regionale; 23 di operazioni a favore di lavoratori migranti. Questi anticipi saranno concessi solo alle seguenti condizioni: che la richiesta sia presentata alla Ccmmissione dal Governo dello Stato membro interessato; che alla richiesta sia allegato un progetto sufficientemente dettagliato; che il Comitato del Fondo abbia espresso il suo parere; che la Commissioile, valutata l'opportunità dell'operazione sia dall'aspetto economico che sociale, abbia formulato un giudizio favorevole. Circa quanto si riferisce alla nuova sistemazione, la Commissione proporne di aumentare il massimale dell'indennità di sistemazione sia per le persone a carico come per le spese del lavoratore interessato. Inoltre è del parere di prolungare i termini per la presentazione delle richieste di intervento del Fondo per le spese di viaggio dei familiari dei lavoratori nei casi di nuova sistemazione, consentendone la presentazione separatamente. Una rapida analisi consente di approfondire il valore delle nuove proposte di riforma. Articoli da 2 a 5 Contributo. del Fondo Sociale a favore della rieducazione professionale I1 Fondo, ove i suoi interventi dovessero continuare a limitarsi ai soli casi di disoccupazione totale o parziale, rischierebbe di perdere la sua efficacia di strumento inteso a promuovere la mobilità professionale dei lavoratori, data la forte espansione verificatasi nell'ambito della Comunità ed il conseguente pieno impiego, progressivamente estesosi alla maggior parte del suo territorio, fatto che ha persino provocato notevole carenza di talune categorie di lavoratori qualificati P e r tale motivo, la riforma prevede una estensione dei compiti affidati al Fondo per consentirgli di intervenire a favore della rieducazione professionale di ( 1 ) Cfr. la nostra indagine: I1 Fondo SO- talune categorie di lavoratori subordinati le ciale Europeo nella politica della Comunità e cui capacità professionali non siano sufficiennello sviluppo del Mezzogiorno - Monografia temente utilizzate o la cui specializzazione, pubblicata nel numero 7-8 del 1963 di = Comuni a più o meno scadenza, rischi di non corrid'Europa CC )) >I. luglio-agosto 1965 spondere più alle esigenze del mercato del lavoro. Grazie alla riforma, perciò, tali lavoratori dovrebbero essere posti in grado di svolgere una nuova attività di livello professionale superiore alla precedente, oppure adeguare le loro capacità all'evoluzione delle tecniche produttive. Occorre sottolineare l'importanza che questa estensione riveste per l'agricoltura. I provvedimenti proposti sono intesi, fra l'altro, a completare, per i lavoratori subordinati, i provvedimenti previsti per i lavoratori indipendenti dell'agricoltura nella proposta di regolamento relativa ai contributi comunitari destinati alla rieducazione professionale dei coltivatori diretti e dei coadiuvanti familiari che la Commissione ha sottoposto ugualmente al Consiglio. Le disposizioni previste facilitano soprattutto i1 reimpiego, all'interno stesso del settore agricolo, dei lavoratori subordinati che, colpiti da una riconversione agricola o da profonde modificazioni strutturali dell'agricoltura, si trovino, più o meno a breve scadenza, come gli stessi coltivatori, nella necessità di sottoporsi ad una rieducazione professionale. Inoltre è previsto che i contributi del Fondo possono essere ugualmente concessi qualora i lavoratori subordinati dell'agricoltura esercitino, dopo la loro rieducazione. un'attività indipendente. Articoli da 6 a 13 Riconversione che si effettua mediante sostituzione di una impresa Nel limitato ambito della normativa in vigore, il Fondo può intervenire solo in favore dei lavoratori colpiti da riconversione dell'impresa dalla quale dipendono, ipotesi che, nella realtà, si verifica molto raramente: in cinque anni di attività, il Fondo h a ricevuto una sola richiesta del genere, richiesta che, oltre tutto, h a dovuto essere respinta in applicazione delle vigenti disposizioni. Nella realtà però sono apparsi molto più numerosi i casi di liquidazione o chiusura di una impresa o di parte di essa, seguita dalla installazione di una o più imprese al posto della prima o comunque ad una ragionevole distanza da questa. I n genere ciò avviene nei casi in cui le nuove imprese sono disposte a riassumere tutta o parte della manodopera precedentemente occupata nell'impresa che ha cessato di esistere. Quindi è di grande utilità porre il Fondo in condizioni di poter intervenire anche nel caso di installazione di una o più imprese a l posto di un vecchio complesso che ha cessato la sua attività, purché lo Stato interessato o un ente di diritto pubblico assumano totalmente o parzialmente l'onere del mantenimento del salario ed eventualmente le spese per la rieducazione professionale dei lavoratori colpiti da questo tipo di riconversione. L'intervento è giustificato anche dal fatto che esso è previsto esclusivamente Ber ouerazioni di riconversione promosse nelle regioni affette o minacciate da squilibri sul mercato del lavoro. P e r quel che riguarda il Mezzogiorno, una proposta del genere avrebbe anche il vantaggio di favorire l'installazione di moderne imprese in regioni sott~svilup~pate e di permettere al Fondo un'azione più efficace nella politica di sviluppo regionale, la quale, come è noto, COMUNI D'EUROPA 21 II francese Rey, sindaco di Colmar (a destra), in conversaxione con Noel, segretario esecutivo della Commissione della CEE, e con Vanden Brande, segretario del Bureau de liaison D del CCE con le Comunità (foto KVM). deve affrontare, fra le altre notevoli difficoltà, quella dovuta soprattutto alla riluttanza delle imprese ad installarsi in regioni sottosviluppate. Sotto il profilo sociale, queste disposizioni permetterebbero non solo di evitare l'emigrazione della manodopera verso altre regioni. ma stimolerebbero il mantenimento ed anche l'incremento dell'occupazione nella regione sottosviluppata. Articoli da 14 a 18 Contributo per la costruzione, l'ampliamento e l'attrezzatura dei centri di rieducazione professionale E' s ~ p e r f l u orilchiamare il problema degli squilibri esistenti fra le strutture di formazione professionale delle varie regioni della Comunità. E' ovvia quindi la necessità di sviluppare o completare l e strutture dei centri di formazione dei Paesi membri in funzione delle risorse, dei bisogni e degli obiettivi comuni. In queste condizioni la partecipazione del Fondo al finanziamento della costruzione, dell'ampliamento e dell'attrezzatura dei centri di formazione professionale appare necessaria ed urgente. Questo intervento del Fondo dovrebbe soprattutto mirare a dotare di adeguate attrezzature le regioni sottosviluppate, nelle quali la qualificazione o rieducazione professionale della manodopera adulta sollevano particolari problemi e richiedono iniziative particolarmente onerose. Allo scopo di avere la più ampia garanzia sulla stretta correlazione fra gli interventi del Fondo in questa materia e gli obiettivi summenzionati, si è previsto che qualsiasi progetto di operazione debba essere sottoposto preliminarmente al parere della Commissione. E' stato inoltre previsto che il Fondo avrà la possibilità di concedere degli anticipi agli Stati membri, soprattutto a favore di Enti di diritto pubblico, al fine di stimolare le iniziative atte a migliorare le strutture necessarie alla formazione professionale nelle regioni in via di sviluppo non'clié di facilitarne il finanziamento durante l'esecuzione dei lavori. Questi anticipi saranno concessi solo se il progetto avrà ottenuto la preventiva approvazione della Commissione e qualora la richiesta di anticipi, suffilcientemente motivata, sia stata sottoposta al parere del Comitato del Fondo. Articoli da 19 a 20 Contributo a favore dei lavoratori in caso di nuova sistemazione L'intervento del Fondo è previsto per stimolare anche la costruzione di alloggi sociali destinati ai lavoratori oggetto di nuova sistemazione, nonché l'attività dei servizi sociali che han'no il compito di assistere i lavoratori migranti. Gli articoli 19 e 20 hanno lo scopo di rendere possibili gli interventi summenzionati. Data la grande varietà delle forme di intervento delle istituzioni e delle regolamentazioni esistenti negli Stati membri in materia di costruzione di alloggi sociali e di attività dei servizi sociali, la Comn~issionenon ha ritenuto possibile stabilire a priori dettagliate disposizioni in ordine alla prevista partecipazione finanziaria del Fondo. Invece sono stati fissati i criteri generali per rielaborare successivamente i provvedimenti esecutivi che alla Commissione incombe di adottare al riguardo. Pertanto è previsto di subordinare il contributo del Fondo, nella materia in esame, alle seguenti condizioni: 1) che sliano prese in considerazione le sole spelse sostenute dallo Stato o da un ente di diritto pubblico; 2 ) che l'importo totale dei contributi concessi dal Fondo non debba superare una data percentuale dei crediti iscritti nel bilancio preventivo del Fondo per l'esercizio considerato. 22 luglio-agosto 1965 COMUNI D'EUROPA Per ciò che concerne la costruzione di alloggi, allo scopo di evitare ogni discriminazione tra lavoratori nazionali e lavoratori provenienti da un altro Stato membro, il contributo del Fondo è previsto per la costruzione di alloggi sociali destinati ai lavoratori che si spostano sia all'interno di uno Stato membro che verso un altro Stato membro. Per quanto riguarda poi i servizi sociali, il contributo è previsto per l'attività assistenziale che tali servizi svolgono a favore dei lavoratori e dei loro familiari che si spostano da uno Stato membro verso un altro Stato membro. Infine gli articoli da 21 a 29 si riferiscono alle procedure relative alla concessione del contributo del Fondo; in linea di massima, riproducono le analoghe disposizioni del regolamento n. 9. Attesa e prospettive i Come è noto, sul vecchio regolamento n. 9 e sua successiva modificazione del regolamento n. 47 si erano appuntate critiche a tutti i livelli: da parte del Parlamento europeo, da parte della pubblicistica di tutti i Paesi membri e dagli stessi enti che fino ad oggi hanno svolto o tentato di svolgere pratiche per il contributo del Fondo nei casi in cui è previsto. La Direzione generale del Fondo e la Commissione Esecutiva di Bruxelles, accogliendo le critiche e tesaurizzando l'esperienza acquisita, hanno presentato le proposte anzidette, cencando di evitare una ingiustificata dispersione di ricchezza e di capacità e cercando invece di rendere il Fondo sempre più adeguato all'interesse europeo. All'inizio di queste rapide note abbiamo detto che il Comitato del Fondo, interpellato per il parere, anziché tener conto di tutte queste critiche e proposte orientate verso il comune interesse, ha espresso dal suo seno voci critiche non per rendere il Fondo più dinamico e per migliorarlo, ma per opporre, a quanto è dato capire, atteggiamenti di miope interesse nazionalistico, tanto da far supporre che il Consiglio dei Ministri potrà adottare, in sede definitiva, una posizione negativa o almeno fortemente critica, di guisa che le proposte formulate dalla Commissione cominceranno a subire quei rimbalzi e rinvii defatiganti che, menando il can per l'aia, rappresentano un aspetto non codificato di veto sostanziale. Anche il lettore più distratto si è accorto che le nuove proposte, pur non risolvendo ab imis il problema, rappresentano un sostanziale e notevole passo avanti nel quale potranno trovare soddisfazione ed aiuto non solo le regioni sottosviluppate, come il Mezzogiorno d'Italia, ma anche le regioni altamente favorite, come la classica b t a i i n g i a . Orbene, anche a non voler considerare un diritto comunitario in fieri e trattando il problema dal punto di vista del diritto internazionale puro, l'approvazione delle proposte della Commissione dovrebbe essere avvia in quanto vi è convergenza di interessi da parte di tutti gli Stati membri, proprio perché dette propaste tengono canto di necessità obiettive espresse e sentite in tutti gli Stati membri. Vogliamo sperare perciò che l'atteggiamento del Comitato del Fondo sia stato soltanto un atto, compren- luglio-agosto 1965 sibile come tutte le bestialità umane anche s e non giustificabile, di incomprensione ad afferrare la realtà socio-economica della Comunità. Ma se è vero che il Comitato, col suo parere, si è fatto portavoce più o meno diretto di alcuni rappresentanti del Consiglio dei Ministri, non abbiamo altra conelusione da ricavare se non di trovarci in presenza di una scoraggiante incapacità psicologica e mentale a comprendere e ad affrontare i problemi reali. Vogliamo periciò esprimere la speranza che, nonostante la camicia di Nesso cui fatalmente è vincolato qualsiasi ministro in particolare ed uomo politico in generale, ci s i vorrà rendere conto che i1 Fondo Sociale pur apparendo un aspetto marginale al confronto di tutta la complessità dei meccanismi comunitari, rappresenta però uno strumento che, se ben adoperato, può agire nei centri nervosi e proiettarsi nella vita e nella sostanza dello sviluppo equilibrato al livello dei tempi di tutta la Comunità. Basti considerare i due principali aspetti che si riferiscono a l progresso tecnologico ed allo sviluppo delle regioni meno iavorite. Perciò abbiamo parlato di convergenza di inte?-essi non solo nel riformare i fini e le norme dell'istituto in parola, ma addirittura di istituzionalizzarlo al livello di servizio pubblico comunitario, articolato secondo l e varie necessità: n) di interesse comune per tutta la Comunità, mediante progetti-pilota di formazione professionale; b) alle necessità del mercato del lavoro tra gli Stati membri; C) alle necessità dello sviluppo e della riconversione dei minori enti territoriali sub-statali e degli enti di diritto pubblico. Diciamo perciò servizio, in quanto il suo esercizio di pubblica funzione deve essere posto a disposizione delle varie comunità locali degli Stati membri perché possa rispondere e sempre più dovrà rispondere alle esigenze fondamentali dell'organizzazione equilibrata di tutte le comunità locali dell'area dei Sei. A tale scopo sarebbe stato auspicabile c h e l'attuale riforma avesse previsto anche u n coordinamento con l'azione della Banca Europea per gli Investimenti. Ma ci rendiamo conto che u n tale coordinamento presupporrebbe una preliminare apertura della COMUNI D'EUROPA -3EI al dialogo coi maggiori poteri locdi, per alcuni progetti esemplari di grande respiro, curando particolarmente gli interventi nella sistemazione territoriale ed infrastrutturale, collegandoli con le iniziative per lo sviluppo produttivo in senso stretto. Entro u n tale quadro, l'azione del Fondo Sociale uerrebbe a coordinarsi anche con l'azione del Fondo per lo sviluppo e la garanzia agricola con attività convergente volta alla reale e radiclale trasformazione delle arretrate strutture ambientali, per incidere vigorosamente nella realizzazione di un programma regionale ed anche interregionale di sviluppo multipolare in base a sani piani urbanistici, in funzione della vita dell'uomo e dell'ambiente e capaci di favorire la simbiosi tra industria e agricoltura e servizi; in un piano, insomma, cafpace di ristabilire l'equilibrio non solo tra i settori dell'attività economica, non solo tra città e campagna, ma anche e prioritariamente tra regioni sottosviluppate, in ritardo e in declino e le regioni a più alto livello economi~codella Comunità. T ~,,n,,,,,ione della pag, d ) all'autocrate nazionalista l e parole di Muzio Scevola a proposito dei giovani pronti a fare altrettanto...). Consegnata la petizione Sergio Pistone (è sempre il quotidiano d i Roma, che riportiamo) « d o p o una ramanzina e una verifica dei documenti personali, avvenuta nei locali della Questura di Aosta, è stato rilasciato e diffidato a non ripetere più il suo gesto,. Effettivamente non sta bene chiedere così chiaramente a de Gaulle la Federazione europea: << l'appeasement » è ormai una vecchia, immutabile meto~dologiadelle democrazie nazionali. Naturalmente nessun Questore di Aosta h a chiesto i documenti a de Gaulle né gli ha fatto una ramanzina per l a pacchian a sfrontatezza di venire a fare il nazionalista a casa nostra: « ... Si moltiplicheranno le visite, specialmente verso questa bella vallata che p e r il sangue, l a lingua, il sentimento resta così vioina alla Francia ». S i rassicuri il Generale di Parigi! I valdostani (di cui ignoriamo il gruppo sanguigno), che non hanno sopportato il nazionalismo e i1 centralismo d i Roma - in altre parole, il I1 Consiglio Nazionale dell'AICCE, nella sua ultima riunione del 22 aprile scorso, ha espresso unanimemente il voto che la relazione tenuta in tale occasione dal collega a w . Martini su cc La politica regionale comunitaria, il piano italiano di sviluppo e il ruolo dei Poteri locali D venisse pubblicata e distribuita ai membri del Consiglio Nazionale stesso, onde farne oggetto di un esame più approfondito e con riserva di dedicare eventualmente una prossima riunione ad un dibattito documentato su problemi così importanti per l'Europa e per gli amministrateri locali. Proprio in considerazione della rilevanza politica del tema della politica regionale e dell'aménagement d u territoire, la Segreteria dell'AICCE ha deciso la preparazione di una pubblicazione monografica che raccoglierà una serie di documenti (risoluzioni congressuali, relazioni, provvedimenti delle istituzioni comunitarie europee, studi di esperti, ecc.) su tale argomento. In tale pubblicazione, che entrerà in distribuzione nel prossimo autunno, troverà posto anche la relazione di Martini al Consiglio Nazionale dell'AICCE: in tal modo la nostra Associazione ritiene di fornire agli amministratori locali italiani un utile sussidio per un maggiore approfondimento dei vari aspetti della politica regionale europea, anche nei suoi riflessi sullo sviluppo equilibrato del nostro paese. fascismo -, non sono disposti a flirtare col nazionalismo e il centralismo d i Parigi: essi sono demooratici, autonomisti ed europei. Comunque - ci dispiace di doverlo osservare al Presidente Saragat, verso il quale nutriamo tanta sincera deferenza e così limpida stima - il Presidente de Gaulle non « appartiene a quella schiera d i uomini che sanno dare l'esempio di come sconfiggere l e barriere di separazione t r a i popoli » (o era una battuta ironica?) e non K impersona le più chiare virtù » degli uomini della Resistenza francese. F r a questi ultimi e il Generale - è noto - C'& d i mezzo JeanFoutre. Nuovi poteri locali aderenti aII'AICCE Comu.ni: BOZZOLO (Mantova) . . . . CESANOEOSCONE (Milano) . . CIVITAVECCHIA (Roma) . . . GAMEELLARA (Viceiiza) . . . GIULIANODI ROMA( F r o s i n o n e ) LAEICO( R o m a ) . . . . . . Lu MONFERRATO( A l e s s a n d r i a ) MONTE S. GIOVANNI( R i e t i ) . NARDO'(Lecce) . . . . . . PIAZZOLA SUL BRENTA (Padova) . ROCCAGIOVINE( R o m a ) . . ROCCAVIONE (Cuneo) . . . SCANDRIGLIA (Rieti) . . . SEZZADIO (Alessandria) . . VILLA CARCINA ( B r e s c i a ) . QUARGNENTO ( A l e s s a n d r i a ) ab. . .. . . . . Province : COMUNI D'EUROPA Organo deii'A.1.C.C.E. Anno XIII - n. 7-8 - luglio-agosto 1965 Direttore resp.: UMBERTO SERAFINI Redattore capo: EDMONDO PAOLINI EIREZIONE, REDAZIONE E AMMI684.556 NISTRAZIONE 687.320 Piazza di Trevi, 86 Roma - tel. Indir. telegrafico: Comuneuropa - Roma I - - Abbonamento annuo L. 1.500 Abbonamento annuo estero L. 2.000 - Abbonamento annuo per Enti L. 5.000 - Una copia L. 200 (arretrata L. 300) Abbonamento sostenitore L. 100.000 - Abbonamento benemerito L. 300.000. - I versamenti debbono essere effettuati su C/Cpostale n. 1/27135 intestato a: = Banca Nazionale del Lavoro - Roma, Via Bissolati - Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni di Europa - Piazza di Trevi, 86 - Roma *, oppure a mezzo assegno circolare - non trasferibile intestato a Comuni d'Europa m. Autor. del Trib. di Roma n. 4696 deli'll-6-1955 nmiunu ULITU-mu-ro€.s l'ordine delle cose fa l'ordine delle idee I classificatori verticali Synthesis classificatori verticali sono negli uffici e nelle amministrazioni la certezza di un risparmio costante di tempo e lavoro e la sicurezza dalle manomissioni e dagli smarrimenti. Gli acciai delle strutture e delle guide, le vernici, i sistemi d i chiusura e quelli delle cartelle sospese hanno le conosciute qualità dei prodotti Olivetti. Ad ogni diversa esigenza di classificazione, ad ogni particolare problema di ordinamento rispondono i nostri servizi di consulenza. Synthesis è custodia del lavoro di ieri, fondamento di quello di domani.