Anno 4 - Numero 8 - Settembre 2007
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
SI RICOMINCIA:
BUON LAVORO
Scuola
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BUON ANNO ... SCOLASTICO
di Alessandra De Santis
Un saluto di benvenuto alla nuova dirigente dell’istituto comprensivo di Castel Madama, Laura Maria Giovannelli
L’anno scolastico 2007/2008 per l’Istituto Comprensivo di Castel Madama è iniziato con una novità: è arrivato il nuovo Dirigente Scolastico. Il giornale ha chiesto
subito un’intervista alla nuova Preside Giovanelli,
la quale prontamente si è resa disponibile, nonostante
l’enorme mole di lavoro per l’avvio dell’anno.
D - Preside Giovannelli, prima di passare alle domande,
la pregherei di presentarsi professionalmente alla cittadinanza castellana e ai numerosi genitori ansiosi di conoscere il nuovo dirigente scolastico.
R - Dopo una carriera di 25 anni come insegnante di lingua, ho ricoperto dapprima il ruolo di Preside incaricato presso la Scuola Media “Giovanni Pierluigi” di Palestrina, poi come vincitore di concorso sono entrata nel
ruolo della dirigenza scolastica nell’istituto Comprensivo di Castel Madama.
D - Quali sono le sue intenzioni ed i suoi progetti per il
miglioramento e la crescita dell’istituto?
R - Per il miglioramento dell’Istituto dal punto di vista
strutturale la mia intenzione è quella di sensibilizzare
le persone preposte alla scuola presso gli uffici comunali affinché le somme previste in bilancio vengano
spese concordando le priorità al fine di salvaguardare
la sicurezza di alunni, docenti e personale ATA e di
creare per gli alunni un ambiente confortevole, rassicurante e bello.
Per la crescita dell’Istituto, cioè della qualità dell’insegnamento, intendo valorizzare le professionalità presenti e incrementare la dotazione di materiali e attrezzature già in possesso della Scuola.
D - Il primo Consiglio d’Istituto ha già segnato un cambiamento di rotta verso una maggior formalizzazione e
responsabilizzazione dell’attività della scuola, mi riferisco
alla decisione di non fare uscire gli studenti (materne ed
elementari) senza un adulto che prelevi loro. Questo provvedimento ha trovato alcuni genitori spiazzati, visto che in
un paese piccolo come Castel Madama alcuni bambini
delle elementari vanno a casa da soli. Vuole spiegare le
ragioni che hanno portato il Consiglio d’Istituto a deliberare in tal senso?
R - Ci tengo a puntualizzare che non è di competenza
del CDI ma una responsabilità del Dirigente Scolastico.
Le ragioni di questo provvedimento, che potrebbe voler
dire non responsabilizzare i bambini, derivano dalla
legislazione che prescrive la riconsegna nelle mani dei
genitori o di chi ne fa le veci dei minori da parte della
scuola a cui sono stati affidati. I danni eventuali nel tragitto da scuola a casa sono imputabili al Dirigente che ne
deve rispondere.
D - Un altro aspetto che preme molto ai genitori è
quello della progettazione del calendario scolastico
(anticipi e ponti festivi), degli orari scolastici (tempo
pieno e/o modulo), dei tempi dell’inserimento della
materna, inoltre la preoccupazione delle famiglie è
anche rivolta, per ovvie ragioni, alle sospensioni didattiche che a vario titolo si verificano durante l’anno scolastico. A questo riguardo pensa che vi sia la necessità
di modificare alcuni aspetti?
R - I ponti festivi erano già stati deliberati prima del 1
settembre 2007, pertanto ne ho solo preso atto: 2 e 3
novembre 2007 / 2 e 3 maggio 2008.
La Scuola dell’Infanzia ha un orario di 40 ore settimanali come la Scuola Primaria, ad eccezione di due classi
che lavorano a modulo con un rientro di due giorni a
settimana mentre le altre classi svolgono un orario giornaliero dalle 8.30 alle 16.30.
La Scuola dell’Infanzia e quella Primaria distribuiscono
l’orario settimanale su cinque giorni e le lezioni restano
pertanto sospese il sabato e la domenica.
La Scuola Secondaria di I grado svolge 31 ore di lezione
settimanali dal lunedì al sabato. L’inserimento dei
bambini di 3 anni, secondo quanto prevede un progetto
deliberato precedentemente al mio arrivo ha la durata
di sei settimane. Per quanto riguarda le sospensioni
didattiche esse si concretizzano solo in casi del tutto
eccezionali quali la pericolosità effettiva degli ambienti
(di competenza del Dirigente Scolastico) e altre motivazione che impediscano la fruibilità degli ambienti
(es.: mancanza di acqua) di competenza del Sindaco.
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Mensa scolastica
TUTTI A... TAVOLA!
di Fausta Faccenna
Le novità della mensa scolastica: dal menù al nuovo appalto
Durante l’estate, a mensa chiusa, sono cominciate le novità del servizio di refezione scolastica. Il Consigliere Comunale Luisa Troia e
l’Assessore alla scuola Vincenzo Ascani hanno elaborato, insieme agli
altri organi competenti (comitato mensa dei genitori, responsabili del
servizio tra i docenti e con la collaborazione della dietista del Comune
di Roma Nicoletta Funghi) importanti cambiamenti del servizio.
Per cominciare il menù è stato modificato con un maggior inserimento di frutta e verdura di stagione proveniente da agricoltura
biologica. La frutta, che spesso i bambini a fine pasto non mangiano, è stata utilizzata per la merenda. Arriverà lavata e verrà servita
ai bambini della materna il pomeriggio e a quelli delle elementari a
metà mattina. Ancora, in accordo con l’operato della Provincia di
Roma che insieme con l’Acea vuole rivalutare l’acqua del rubinetto come acqua più controllata e più "buona" di quella imbottigliata, nella mensa dei bambini troveremo dei beverini a tenuta igienica dai quali sarà possibile prelevare l’acqua con apposite brocche.
Tutto questo e altro ancora è stato messo sul nuovo capitolato speciale d’appalto per il servizio di refezione scolastica che è stato
approvato dal Consiglio Comunale il 24 luglio 2007.
Infatti quest’anno è stato necessario ridefinire l’appalto di gara per
questo servizio. Nei primi giorni di settembre sono state aperte le
buste della proposta ed è risultata vincitrice la ditta Vivenda srl, già
detentrice dell’appalto, poiché è stata l’unica ditta a partecipare
alla gara.
La ditta aggiudicatrice, seguendo le indicazioni del nuovo capitolato e dell’appalto, ha proposto lavori di miglioramento della struttura mensa proponendo: il rifacimento della pavimentazione della
cucina, l’insonorizzazione dei locali dei refettori, la sostituzione
degli infissi esterni della cucina e dei locali mensa ed inoltre la sostituzione del forno, l’acquisto dei beverini e delle brocche da tavola.
L’offerta proposta dalla Vivenda per il servizio è di euro 4,52. Una
parte di questo costo è coperta dal Comune, un’altra di euro 2,73,
deve essere coperta dalle famiglie.
A questo proposito, già a partire da quest’anno scolastico, l’amministrazione comunale ha introdotto la domanda di iscrizione al servizio e il versamento del contributo anticipato. La scelta è stata condizionata dall’eccessivo numero di ritardatari nel versamento del
contributo famigliare che rendono difficile la gestione economica
del servizio. Il contributo dovrà essere versato in anticipo con scadenza bimestrale ed a fine anno sarà effettuato un conguaglio sull’effettivo consumo del servizio.
Un’ulteriore innovazione messa a punto dall’assessorato competente è quella del servizio accoglienza.Tale servizio, che partirà in via
sperimentale in questo anno scolastico, attraverso il finanziamento
della Provincia di Roma, permetterà a quei genitori che lavorano
entrambi e sono pendolari di affidare il loro figlio che frequenta la
scuola materna o quella elementare ad alcuni educatori che accoglieranno il bambino dalle ore 7,30 alle ore 8,30.
“La Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Vicolo Giustini, n. 10
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849
Anno 4, n. 8 - Settembre 2007
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta
Capo Redazione: Carla Santolamazza
Redazione: Alessandra De Santis, Fausta Faccenna,
Federico Chicca, Ivano Chicca, Ivano Moreschini,
Ramona Pompili, Paolo Muzi,
Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Valentina Torella, Gualtiero Todini,
Ivo Santolamazza, Mario Cipriani, Flavia De Bellis,
Fabio Moreschini
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355
Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis
Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama
Chiuso in redazione il 00/09/2007 - Tiratura 1.500 copie
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
E-mail: [email protected]
LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ
DALLE ORE 18 ALLE 20
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Buon Anno ... Scolastico
Tutti ... a tavola!
Alcuni ritocchi alla macchina comunale
Partito Democratico: primarie
Un paese dis-ARMA-to?
Un’estate fiammante
Incendi a Castel Madama
Rifiuti davvero ingombranti
Forse non tutti sanno che...
Notizie in breve
IX Comunità Montana
Vicovaro
Tivoli
V-Day
Archivio storico
Diario di un pellegrino laico
Tradizioni popolari
Intervista a Pasquale Serra
Sport
Musica
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Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli
Amministrazione
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Alcuni ritocchi alla macchina comunale
a cura di Ivano Moreschini
L’amministrazione comunale di Castel Madama ha da
poco rivisto l’organizzazione della macchina comunale.
Ad un anno di distanza dall’insediamento della nuova
Giunta di centro sinistra, che aveva in gran parte confermato l’assetto organizzativo della precedente amministrazione di centro-destra, si sono resi necessari dei
nuovi ritocchi alla struttura.
NE PARLIAMO CON L’ASSESSORE
AL PERSONALE PISTOIA ARMANDO
Quali uffici e servizi sono stati interessati a questo cambiamento organizzativo?
Gli uffici ed i servizi che sono stati rivisti sono in particolare il servizio finanziario e tributi ed il servizio amministrativo. La riorganizzazione attuale prevede la sostituzione di Antonio Salinetti, dimissionario, con Antonio
Lavorato, attuale responsabile del servizio finanziario
del Comune di Vicovaro.
Il funzionario sarà utilizzato in convenzione con tale
Comune fino al 31 dicembre 2007, ed in seguito si verificherà se vi sono le condizioni per rinnovare tale collaborazione oppure no. Il secondo servizio che è stato
modificato è quello amministrativo. È stata conferita a
Maria Teresa Desideri la responsabilità del servizio relativo all’istruzione, alla cultura, ecc. La Desideri aveva
esercitato finora soltanto la responsabilità dell’Avvocatura comunale. Essa sostituisce nell’incarico di responsabile del servizio amministrativo Gianni Di Giovannantonio, anch’esso dimissionario.
Quali sono le motivazioni che hanno portato a rivedere
una decisione che era stata presa lo scorso anno?
Rispetto al settore finanziario e tributi, che era stato assegnato, subito dopo l’insediamento dell’Amministrazione,
ad Antonio Salinetti, c’è stata una richiesta da parte dell’interessato di essere esonerato dall’incarico di responsabile. Nonostante l’insistenza dell’Amministrazione, che
temeva di ridimensionare una professionalità acquisita in
tanti anni di servizio, il funzionario è stato irremovibile.
Non restava pertanto che assegnare l’incarico a qualcun
altro. La ricerca di un nuovo responsabile è stata piuttosto
complessa, per la particolarità del settore e per la complessità dei problemi specifici di Castel Madama.
La stessa situazione si è verificata con Di Giovannantonio, anche in questocaso l’Amministrazione comunale
ha cercato di convincere il funzionario a mantenere la
responsabilità del settore. Alla fine si è optato per una
soluzione interna, richiamando ad alcune responsabilità
in seno al Comune la D.ssa Desideri.
Quale è quindi l’attuale situazione dei responsabili dei
servizi del Comune?
Il Comune ha attualmente 5 responsabili dei settori,
rispetto agli 8 dell’Amministrazione Scardala. L’assetto
è questo: il Segretario Comunale Gianni Di Rollo dirige
il primo settore e in qualità di Direttore generale coordina i capi-settore; ai Lavori Pubblici c’è l’Ing. Crediano
Salvati; all’urbanistica l’Arch. Elisabetta Cicerchia; al
settore finanziario e Tributi il Dr. Antonio Lavorato,
almeno fino al 31 dicembre 2007; al settore amministrativo c’è la D.ssa Maria Teresa Desideri. Inoltre preciso
che abbiamo nominato Antonio Baiocco comandante dei
Vigili Urbani dell’Unione dei Monti Lucretili ed Ernici
(Castel Madama, Marcellina, San Polo dei Cavalieri).
A distanza di poco più di un anno dalle elezioni, prova a
tracciare un primo bilancio dell’attività della amministrazione, e degli obiettivi che si intende raggiungere con la
nuova organizzazione
Abbiamo cercato di praticare il programma con cui ci
siamo presentati agli elettori: riorganizzare gli uffici comunali, ridurre i settori, valorizzare le risorse professionali
interne al Comune. Come dicevo sopra, i settori e i relativi responsabili sono stati ridotti da otto a cinque, ottenendo una maggiore organicità e unitarietà nell’organizzazione degli uffici e una riduzione nelle spese, anche
introducendo parametri di valutazione che hanno variato
l’indennità di posizione dei capi-settore, prima data a tutti
nella misura massima stabilita dalle norme contrattuali.
Abbiamo offerto la possibilità alle professionalità interne
di assumere incarichi di responsabilità, che da alcuni sono
stati accettati, da altri no. Infine abbiamo avviato un processo di superamento della precarizzazione, facendo un
contratto a tempo indeterminato (per ora di 18 ore, elevabili in futuro), a cinque operai e a cinque vigili urbani. Il
nostro attuale impegno è di promuovere una forte motivazione tra tutti i dipendenti comunali attorno alla realizzazione di progetti e di programmi che migliorino il funzionamento della struttura comunale e i servizi ai cittadini.
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Politica
Partito Democratico: primarie del 14 ottobre
a cura di Ivano Moreschini
risponde il segretario dei DS Domenico Fabiani
Quali sono le principali regole delle elezioni primarie
del 14 ottobre 2007? (come si vota, per che cosa, ecc.)
Il 14 ottobre 2007 è indetta l’elezione dei componenti
della Assemblea costituente nazionale e, in collegamento con essi, del Segretario politico nazionale del partito
democratico. È inoltre indetta, per la medesima data,
l’elezione dei componenti delle Assemblee regionali e,
in collegamento con essi, dei segretari regionali del
partito.
Possono partecipare in qualità di elettori e di candidati
tutti i cittadini italiani che, al 14 ottobre, abbiano compiuto sedici anni nonché, con i medesimi requisiti di
età, i cittadini dell’Unione Europea residenti, i cittadini di altri Paesi con permesso di soggiorno, i quali al
momento del voto dichiarino di voler partecipare al
processo costituente del Partito Democratico devolvendo un contributo minimo di Euro 5, ridotto a Euro
2 per gli elettori che non abbiano ancora compiuto venticinque anni.
Al di là del freddo linguaggio dei regolamenti, il Partito
Democratico nasce, evento singolare, per aggregazione
di più soggetti politici e di parti di società, mediante un
processo che vede tutti coloro i quali aderiscono idealmente al nuovo soggetto, eleggere direttamente l’Assemblea Costituente (istituto fondatore e organizzatore) e chi detta e realizza la linea politica; il Segretario.
Rispetto ai congressi e alle assemblee nazionali, rispettabili forme di democrazia indiretta, mi sembra che la
responsabilità e il grado di coinvolgimento politico
richiesto siano ben diversi e maggiori. Occorre un Partito nuovo, ove i singoli appartenenti a forze politiche o
ispirazioni ideali riconducibili al progetto dell’UlivoPartito Democratico che abbiano idee, che vogliano
esprimere una proposta politica nuova per il Paese possano indicarla e democraticamente poterla realizzare.
Adinolfi, Bindi, Gavazzoli Schettini, Gawronski, Letta e
Veltroni hanno esplicitato la loro proposta e, se sostenuti dagli elettori, potranno realizzarla assumendo la carica della segreteria politica nazionale del Partito Democratico. Analogo sistema è adottato per le Regioni e
successivamente per le Provincie. Gli auspici di un partito aperto, democratico, con processi costitutivi e
gestionali che coinvolgano la più ampia platea possibile
mi sembrano ampiamente verificati.
Abbiamo discusso molto la forma ed il modo del nostro
percorso politico, anche in diverse occasioni pubbliche,
e visto numerosa la partecipazione dei cittadini. L’ultima manifestazione pubblica ha suscitato l’interesse per
la costituzione del comitato promotore locale per il partito democratico anche di diversi cittadini non appartenenti ad alcuna forza politica.
Ci sembra sia un buon viatico per continuare nello sforzo di dare forma ad un partito di centrosinistra che ha
l’ambizione effettiva di cambiare, modernizzare il paese
e rendere la politica più vicina alle persone.
Chiarezza, semplicità, trasparenza e serietà delle proposte dovranno essere il filo guida nella stesura dei
programmi, nell’azione di governo, nella scelta delle
persone.
Quali saranno le novità organizzative a livello locale ?
Per esempio: ci sarà ancora una Federazione di Tivoli,
come è attualmente per i Democratici di Sinistra ?
Il PD, è ormai chiaro, è un partito organizzato su base
territoriale (Comunale, Provinciale, Regionale, Nazionale). Le quattro federazioni DS che attualmente coprono l’ambito di territorio della Provincia di Roma
(Castelli, Civitavecchia, Roma, Tivoli), comporranno
un’unica Federazione Provinciale. Un contesto d’area
vasta, ritengo, possa meglio contribuire a risolvere le
questioni in una visione complessiva del territorio, il cui
assetto va certamente osservato nella sua interezza.
Inoltre questa soluzione può meglio riequilibrare il peso
politico della provincia rispetto al suo capoluogo.
Quali sono le sensazioni che percepisci negli iscritti ai
Democratici di sinistra? Cosa si aspettano dal Partito
democratico?
Proprio per il processo di discussione prima ricordato,
gli iscritti ed i simpatizzanti dei Democratici di Sinistra
hanno ben chiaro il percorso politico che il partito sta
effettuando e la quasi totalità ne è intimamente convinto. Altrettanto chiara si percepisce la nostalgia, la tristezza di una fase politica importante che si chiude. I
passaggi PCI – PDS e PDS – DS, non hanno cambiato il
nocciolo della visione politica e dell’organizzazione del
partito, ora invece si tratta di fondere esperienze diver-
Politica
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Democratico.
Ed a Castel madama cosa succederà? Quando si eleggerà il nuovo segretario del partito Democratico ? E la
sede del partito, quale sarà?
se e, spesso, in passato antitetiche, di contaminare esperienze politiche e personali a cui si è accompagnata
buona parte della vita di molti. Certamente il processo
in atto non è facile né per i Democratici di Sinistra, né
per gli amici della Margherita; ma occorre alla politica
un salto di qualità, occorre al Paese un salto di qualità e
la fondazione del Partito Democratico sarà determinante a ciò. Tutti coloro con i quali ho parlato, vi assicuro
molti, sono convinti che occorra andare avanti con la
costituzione del Partito Democratico; anche i più scettici. Credo sia ormai un processo che, anche volendo, non
possa essere più fermato e non si debba fermare anche
in futuro, cercando anche con altri Partiti una ulteriore
sintesi unitaria. Per me, che credo da tempo alle ragioni
dello stare insieme dei partiti del centrosinistra, piuttosto che alle ragioni della loro divisione, riuscire a formare con buoni risultati il PD è motivo di soddisfazione.
Non comprendo, ma rispetto, la collocazione politica
attuale dei socialisti, ritenendo già da tempo la loro
naturale ubicazione insieme ai Democratici di Sinistra,
ed ora insieme al P.D. È un’occasione persa, ma non
dobbiamo rinunciare al dialogo e lasciare spazi politici
che consentano in futuro la speranza di una casa comune. È importante che la storia e l’esperienza socialista
possano un giorno ulteriormente arricchire il Partito
Partecipando ad una festa popolare, quali sono le primarie, il 14 ottobre andremo a votare per la elezione dei
componenti l’assemblea costituente nazionale e regionale e per i rispettivi segretari. Entro dicembre voteremo ancora, per l’elezione dei componenti l’assemblea
costituente provinciale e del segretario provinciale.
Nulla è stato definito ancora rispetto all’elezione dei
segretari cittadini o locali. Ritengo però per analogia
che dovranno essere adottate le stesse metodologie di
scelta per i segretari provinciali e regionali. Non so se
le chiameremo primarie, ma ritengo che le persone che
ci sostengono non capirebbero metodi diversi, che non
diano la effettiva possibilità di dare forza ad un progetto politico proposto da una o più persone. Il metodo
delle primarie è un’esperienza ormai collaudata, ricca
di utilissime indicazioni nella scelta della linea politica,
delle persone e foriera di positivi riscontri; senz’altro
da continuare.
La sede del Partito Democratico a Castel Madama sarà
decisa, naturalmente, dal responsabile politico e dal gruppo dirigente del Partito Democratico. Presumo però,
visto che i Democratici di Sinistra posseggono il diritto
d’uso dei locali in Vicolo Giustini, 10, che la scelta cadrà
naturalmente su ciò che può essere utilizzato in forma
gratuita, piuttosto che gravare sui bilanci dei partiti.
ANCORA DISAGI PER L’ACQUA ANCHE A SCUOLA
Il Sindaco invia un ulteriore sollecito all’Acea ATO2 chiedendo la risoluzione definitiva del problema,
perché continuano i disagi per i castellani a causa di improvvise interruzioni della fornitura idrica. Ad
essere interessati dal problema sono soprattutto gli abitanti di Via della Libertà e di un tratto di Via San
Sebastiano. Centinaia di famiglie da mesi sono costrette a fare i conti con i rubinetti a secco nel corso
delle ore pomeridiane e talvolta fino a notte fonda. Ad aggravare la situazione anche l’avvio dell’anno
scolastico, con 450 allievi che frequentano le lezioni nel pomeriggio presso la scuola elementare. Un
problema che già lo scorso 6 giugno portò all’interruzione delle lezioni, a causa dell’impossibilità di
utilizzare i bagni, arrecando disagi per le famiglie. A giugno era stato approvato all’unanimità in
Consiglio Comunale l’ordine del giorno che invitava l’Acea ATO2 a garantire la regolare fornitura di
acqua, impegnandosi ad avvertire tempestivamente gli utenti nel caso in cui vi fossero delle interruzioni. Veniva, inoltre, sollecitato l’immediato ripristino della funzionalità degli strumenti che assicurino il telecontrollo del flusso idrico, l’apertura di un ufficio dell’Acea ATO2 presso il Comune castellano e la creazione di un’efficiente struttura di pronto intervento territoriale. Ma nonostante i numerosi solleciti da parte dell’Amministrazione comunale nulla è cambiato.
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Società
U N P A E S E D I S -A
A R M A -T
TO?
di Paolo Muzi
Gravi difficoltà di natura tecnica e finanziaria hanno fino ad ora impedito di trovare
una soluzione ad un problema antico, quello della Caserma dei C.C.
Chi tra i nostri lettori si collegasse al sito dell’Arma
dei Carabinieri, nella sezione organizzazione territoriale, in corrispondenza del nome Castel Madama
potrebbe leggere la dizione “stazione attualmente
ripiegata su Vicovaro”. In questi due termini, “attualmente” e “ripiegata”, sta racchiuso tutto il disagio e la
frustrazione che stanno vivendo i servitori dello Stato
chiamati ad operare nel nostro paese. E’ proprio per
dare voce all’Arma che abbiamo deciso di intervistare
il Comandante della stazione di Castel Madama Vincenzo Campana.
Maresciallo Campana sono ormai diversi mesi che
avete dovuto lasciare la vecchia caserma; come vi
trovate nella sistemazione provvisoria di Corso
Cavour e quali sono i limiti logistici imposti dalla
nuova situazione ?
mo potuto porvi rimedio. Soffriamo anche l’assenza
di un collegamento intranet con il nostro comando
mentre la mancanza di casseforti ci impedisce di avere
a disposizione documenti, timbri ed altro materiale
sensibile; anche la camera di sicurezza, l’archivio,
l’armeria ed il guardaroba sono stati riposizionati
presso la stazione di Vicovaro; come se non bastasse vi
è l’impossibilità di poter disporre di una rimessa di
servizio e di predisporre un seppur minimo perimetro di sicurezza antistante i locali.
Considerando quindi che a Castel Madama non è pro priamente presente una caserma ma solo il suo frontoffice, quale è, sul piano operativo, il servizio che
oggi l’Arma puo garantire alla nostra comunità?
A Castel Madama sono rimasti solo gli uffici per la
ricezione del pubblico, mentre per l’alloggiamento
degli effettivi ci appoggiamo alla stazione di Vicovaro.
I locali sono stati ricavati da un vecchio stabile dagli
spazi angusti, che condividiamo con la polizia municipale ed in cui occupiamo due piccole stanze. La disposizione sottotetto fa sì che si soffra il freddo d’inverno
e il caldo d’estate; si pensi che a giugno non disponevamo neppure di un condizionatore adeguato ed è
solo grazie alla generosità di alcuni cittadini se abbia-
Purtroppo, anche tenendo conto dei limiti organizzativi di cui sopra, il servizio risulta precario e discontinuo e ciò ci addolora. Scontiamo però un sottodimensionamento rispetto ai compiti che siamo
chiamati ad adempiere: il presidio dispone infatti di 6
effettivi, contro uno standard di 8, ed anche se il
comando territoriale dovesse cambiare idea, assegnandoci più carabinieri, in queste condizioni non
sapremmo proprio dove alloggiare e come far lavorare gli uomini in più. In conseguenza di ciò l’orario di
apertura al pubblico è passato da 12 a sole 4 ore, di cui
2 nella fascia pomeridiana; si tratta, inutile dirlo, di un
La vecchia caserma
La sede provvisoria della caserma
Società
orario insufficiente a far
fronte a tutte le richieste e le
segnalazioni che quotidianamente ci giungono. I tempi
di attesa per ottenere un
qualsiasi certificato o un
duplicato della patente di
guida sono raddoppiati e gli
interessati debbono tornare
piu volte nei nostri uffici;
questo perché ogni pratica
deve essere materialmente
trasportata alla stazione di Vicovaro, dove verrà poi
lavorata (anche tenendo conto delle priorità operative di quest’ultima). L’Arma sta cercando in tutti i
modi di alleviare i disagi sofferti dai cittadini e a testimonianza dell’impegno profuso si possono citare le
oltre 350 ore (contro un massimo ammesso di 120) di
straordinario svolte nel solo mese di luglio.
Non manca chi, fra i nostri concittadini, lamenta una
scarsa presenza delle forze dell’ordine sul territorio;
lei come risponde a queste osservazioni? è solo un
problema di visibilità o c’è dell’altro?
Le porto un piccolo esempio che può risultare più
esplicativo di mille parole: solo i continui spostamenti tra Vicovaro e Castel Madama, all’inizio ed al
termine di ogni turno, ci costano circa un’ora; sembra poco ma, se si considera che siamo organizzati su
turni di 6 ore, nell’arco di una settimana “disperdiamo” una ventina di ore, una enormità poiché è
tempo sottratto al controllo del territorio. La
repressione dei reati, il mantenimento e la difesa
dell’ordine pubblico costituiscono da sempre la
nostra attività principale ma siamo letteralmente
sommersi dall’assolvimento di molteplici, altri,
doveri. A volte la procura ci chiede di rintracciare
persone che si sospetta risiedano su questo territorio o di fornire informazioni in merito a questo o
quel soggetto e ciò, inevitabilmente, distoglie risorse da altre azioni. Nell’ultima settimana, oltre alla
normale amministrazione, siamo intervenuti su
richiesta dei cittadini per 6 liti in famiglia, 5 incidenti stradali con feriti, 2 ricoveri coatti, 3 liti tra cittadini comunitari, 4 incendi, 7 sopralluoghi di furto.
Se non ci fossero stati i Carabinieri di Castel Madama chi si sarebbe occupato di questi casi di primaria
importanza per la comunità? Il nostro è quindi un
servizio fatto di tanta sostanza e di una buona dose di
discrezione, vogliamo continuare a farlo sempre
meglio ma per questo sarebbe utile una più fattiva
collaborazione tra castellani e forze dell’ordine.Vorrei concludere dicendo che in questa “stagione diffi-
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cile” il Comando dei Carabinieri sta impegnando
tutte le risorse migliori di cui dispone, mi permetta
quindi di ringraziare i miei uomini, cui non è venuto
meno impegno, disciplina e spirito di sevizio.
Cosa chiedete e cosa Vi aspettate dal futuro?
L’Arma chiede alla comunità di essere messa in condizione di operare e per farlo bene Le è indispensabile una caserma; non è pretendere molto. In tal senso
dobbiamo riconoscere la buona volontà dell’attuale
Amministrazione, che si è prodigata nel tentativo di
trovare una soluzione al problema, anche se negli ultimi tempi notiamo un preoccupante rallentamento
dell’iter amministrativo di approvazione. Mi permetto soltanto di ricordare ai lettori che se quest’anno si
concluderà senza la posa della prima pietra, l’Arma
rinuncerà al presidio di Castel Madama. Se ciò dovesse accadere mi dispiacerebbe sia per il gruppo di carabinieri sotto il mio comando, che finirebbe inevitabilmente disperso, sia per i cittadini castellani.
Queste le parole, questa l’intervista. Ma nelle ore
passate accanto a questi uomini in divisa non abbiamo
potuto non avvertire, negli occhi di alcuni di essi, un
certo scoramento. Un senso di amarezza misto a rassegnazione dovuto alla percezione di essere stati
dimenticati dalla comunità. Una comunità la cui
attenzione, negli ultimi tempi, è sembrata tutta
proiettata verso altri piu lieti (e meno impegnativi)
“eventi”. Non ci sorprende che la notizia di una possibile partenza dell’Arma renda sollevati coloro che,
nel seno della nostra cittadina, vivono e prosperano
nel cono d’ombra della illegalità; spiace invece registrare le reazioni di quanti, certamente in buona fede,
non avvertono la gravità delle conseguenze e si limitano a fare spallucce, ritenendo che alla loro assenza si
potrà porre rimedio ricorrendo al Comando Carabinieri di Tivoli, affidando la “gestione dell’ordinaria
amministrazione” ad
una più massiccia
presenza della Polizia
Locale... Allo stato
attuale non sappiamo
se e per quanto tempo verremo privati di
un presidio di carabinieri, ma indipendentemente da come si
risolverà la vicenda
sarà necessario ricomporre ad unità
l’attuale separazione
tra società civile e
forze dell’ordine.
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Attualità
UN’ESTATE FIAMMANTE:
LA MIA ESPERIENZA NEL GARGANO
di Ivano Moreschini
È uno di quei casi in cui non è piacevole poter dire:
“io c’ero”. Si tratta della giornata di fuoco che ha investito il Gargano il 24 luglio 2007, provocando tre morti,
molti danni e tanta paura. Ebbene, io c’ero: insieme alla
mia famiglia, stavamo passando le vacanze in un campeggio a 2 km da Vieste, sulla strada che va verso Peschici. Uno potrebbe dire: ma perché raccontarlo su un
giornale locale?
La risposta è molto semplice: tutti abbiamo capito
ormai che il clima è cambiato; queste situazioni potrebbero essere più frequenti di un tempo. Può essere utile
puntare un poco l’attenzione su come una normale
vacanza si può tramutare pian piano in una giornata di
ordinaria paura.
Erano già un paio di giorni che faceva più caldo del normale: del resto ce l’hanno ripetuto più volte che una
delle novità del clima impazzito sono le ondate di calore
che durano più giorni. La mattina, io ed i bambini partiamo verso le nove per andare a fare la spesa a Vieste.
Verso le nove e mezza per strada si boccheggia: uno dei
termometri del centro segna già 38°. Gli anziani vagano
come storditi. C’è un vento di scirocco che porta vampate di fuoco sul viso. Facciamo la spesa in fretta e torniamo in camping. Verso le dieci e mezza scendiamo in
spiaggia. Ci restiamo mezz’ora: dopo un veloce bagno si
capisce che non è la giornata adatta per stare al sole.
Intanto continua il vento di scirocco, anche con folate
violente che fanno saltare qualche ombrellone. Decidiamo di tornare nel bungalow: del resto la spiaggia è quasi
deserta.
Lontano si vede qualche focolaio d’incendio, ma nessuno ci fa caso più di tanto: nessuna notizia è ancora arrivata, e peraltro gli incendi violenti a Peschici scoppieranno dopo le undici. Arrivati nel bungalow decidiamo
di chiudere, oltre alle persiane, anche i vetri delle finestre: l’aria che entra è troppo calda per resistere. Chiusi
nel bungalow passeremo le ore più calde della giornata,
seduti o sdraiati, alzandosi ogni mezz’ora per una doccia
fredda per avere un piccolo refrigerio. Verso le tre di
pomeriggio anche i mobili cominciano a scottare. Noi
intanto siamo isolati:
il bungalow non ha
televisore, la radio
non l’abbiamo portata. L’atmosfera è
innaturale, ma non
sappiamo nulla di
quello che sta succedendo nella zona. Si
sente ogni tanto vo-
lare un elicottero. Ogni tanto esco dal bungalow per
vedere se il clima migliora: mi arrivano delle ondate di
calore terribili; lo scirocco continua a soffiare forte. In
spiaggia il bagnino ha misurato 53° al sole a mezzogiorno.Verso le cinque decido di uscire a vedere la situazione del campeggio: c’è un po’ di agitazione, qualcuno dal
punto più alto del campeggio osserva un focolaio non
molto lontano. Mi avvicino ad un campeggiatore, che mi
descrive una situazione preoccupante: l’incendio forte a
Peschici, i morti, i campeggi distrutti, il paese evacuato,
le vie di fuga bloccate.
Intanto il focolaio si avvicina, il personale del campeggio è
in agitazione, un nostro vicino di bungalow carica i bagagli
in macchina e va via, non si capisce bene dove: penso sia
arrivato al massimo a Vieste.Verso le sei del pomeriggio ci
dicono di scendere in spiaggia. Si insinua una certa ansia:
prepariamo in fretta le valigie, le mettiamo in macchina,
parcheggio la macchina sperando di ritrovarla intatta.
Qualche zainetto e quello che avevamo addosso, ci aspettano delle barche di pescatori che ci avrebbero portato alle
Tremiti, visto che Vieste ormai era piena.
Fortunamente il fuoco viene domato. Verso le sette e
mezza ci dicono che il pericolo è passato. Andiamo a
cena, ma la notte non sarà così facile dormire. Nel campeggio un’aria irreale, una sensazione di disgrazia evitata per un soffio.
Poi il giorno dopo la spiaggia quasi vuota, molti partono. Il 25 era mercoledì, noi restiamo fino al sabato.
Siamo stati anche bene. Ma è come se si fosse rotto qualcosa. Sicuramente bisogna colpire i piromani, sicuramente i soccorsi non erano organizzati. Ma dentro di
me sono convinto che il problema è il clima: i soccorsi
possono evitare i danni, ma la temperatura così alta non
la ferma nessuno.
Attualità
11
INCENDI ANCHE A CASTEL MADAMA
di Ivano Moreschini
Ne parliamo con Amerina Paolacci, Vice-Sindaco ed assessore all’urbanistica,
uno dei settori più interessati alle conseguenze degli incendi
Anche Castel Madama questa estate è stato colpito
dagli incendi, in maniera a volte violenta e vicina al
centro abitato. Basta passare sulla parte finale di Via
Roma, nella strada che conduce alla stazione ferroviaria, per vedere tuttora le conseguenze di quello che è
accaduto.
Come ha fronteggiato il Comune di Castel Madama l’emergenza incendi di questa estate?
Quando si verificano questi eventi le forze in prima
linea sono quelle istituzionali: i riferimenti naturali sono
i Carabinieri e la Polizia Locale. Ma a Castel Madama si
è potuto contare anche sulla disponibilità e sull’impegno della Protezione civile, che ha dato il suo contributo determinante.
Non va dimenticato anche il ruolo della IX Comunità
Montana che con il suo servizio antincendio ha offerto il
suo supporto al nostro come agli altri comuni.
Si pensa che gli incendi siano stati dolosi?
È sempre molto difficile individuare le cause di questi
inqualificabili episodi, non abbiamo elementi per propendere per l’una o l’altra ipotesi. Personalmente
ritengo che più che motivazioni che possano far pensare ad intenti dolosi, vadano ricercati ed individuati
comportamenti superficiali nella gestione del territorio e delle proprietà e soprattutto comportamenti stupidamente imitativi, anche a fronte del grande interesse e spazio, peraltro dovuti, che tutti gli organi di
stampa e di comunicazione in genere hanno dedicato a
questo fenomeno.
Si fa un gran parlare della necessità che i Comuni si dotino di un catasto aggiornato dei terreni colpiti dagli
incendi, per rendere concreto e reale il divieto di edificare per dieci anni dall’incendio. Il Comune di Castel
Madama a che punto sta in questo senso?
Anche il nostro Comune deve ottemperare alle disposizioni vigenti in materia: nello specifico deve dotarsi del
catasto delle aree interessate, a partire dalla stagione estiva del 2006, da incendi boschivi in ottemperanza alla legge
353 del 2000. Per far ciò bisogna individuare e perimetrare le aree interessate. Proprio al fine di acquisire tutti gli
elementi l’Ufficio Tecnico sta richiedendo le relazioni
degli interventi effettuati al Corpo dei Vigili del fuoco, al
Corpo Forestale dello Stato, ai Carabinieri ed alla Polizia
locale. Quando avremo ottenuto tutte le relazioni, l’Ufficio procederà agli adempimenti necessari per avere lo
strumento indispensabile ad applicare divieti, prescrizioni
e sanzioni previste dall’art. 10 delle legge 353 del 2000.
Quali saranno le misure da prendere per l’anno prossimo
per evitare il ripetersi di gravi episodi?
Alla luce di quanto ho appena detto penso che sia necessario rafforzare la collaborazione e il coordinamento con
tutte le forze istituzionali presenti sul territorio e di
intensificare la potenzialità operativa della cellula locale
di Protezione Civile. Penso anche, però, che la mossa
vincente sia l’apertura di un percorso di sensibilizzazione e di educazione permanente alla nostra popolazione
utilizzando tutti i canali: scuola, associazioni, istituzioni,
per indurre a percorrere pratiche di rispetto ambientale,
basate sul valore fondamentale dell’impegno personale
12
Amministrazione
RIFIUTI DAVVERO INGOMBRANTI
di Federico Chicca
Da alcuni mesi è stato chiuso il centro di trasferenza per la raccolta dei rifiuti solidi urbani ingombranti conosciuto come “ex-mattatoio” in zona
“Ara della Covarda”.
La chiusura dell’unico sito per la raccolta di questi
rifiuti ha portato ad una situazione di emergenza
visto che non sono state adibite zone alternative
provvisorie per la loro raccolta.
Insieme al Sindaco Giuseppe Salinetti e all’Assessore ai Lavori Pubblici con delega ai Rifiuti Solidi
Urbani Aldo Testi, abbiamo cercato di capire come
si è arrivati a questa situazione e cosa stia facendo
l’Amministrazione per risolvere il problema.
Riguardo la situazione d’emergenza bisogna dire
che questa si è particolarmente acutizzata per il
fatto che molti punti di raccolta rifiuti nei comuni
limitrofi hanno chiuso, inducendo così anche i non
residenti in Castel Madama a riversare i loro rifiuti nel nostro comune.
Causa principale della chiusura dell’ex-mattatoio
non è però l’aumentata mole di rifiuti che ha messo
in evidenza la mancanza dei requisiti tecnici minimi del sito facendone dichiarare conseguentemente
l’inidoneità all’Ufficio Tecnico. Il motivo principale è che l’IHG ha rivendicato il diritto di disporre
dell’area, per la quale sta pagando al Comune un
canone d’affitto sin dall’ottobre 2005, per la
costruzione di un centro di riabilitazione.
La minacciata iniziativa legale dell’IHG, ormai
nell’area da tempo, con conseguente chiusura del
sito e la tempistica per l’ottenimento del finanziamento per la costituzione di una nuova isola ecologica hanno creato il problema di gestione del
periodo di transizione dalla chiusura dell’ex mattatoio fino all’apertura della nuova isola ecologica,
per la quale la Regione Lazio ha gia stanziato un
finanziamento di 150.000 euro. Tale finanziamento è stato concesso dietro presentazione di un complesso progetto, approntato dall’Amministrazione
attuale, che permetterà la risoluzione definitiva
della raccolta dei rifiuti ingombranti grazie alla
costruzione di una nuova isola ecologica presso la
zona soprastante la galleria “San Quirico” dell’autostrada A24. Tempo di realizzazione dell’opera:
cinque mesi circa.
Come ammettono gli intervistati non ci si aspettava un periodo tanto lungo dalla presentazione del
progetto all’effettiva disponibilità del finanziamento, si pensava al contrario che l’isola ecologica potesse essere aperta prima della chiusura dell’ex mattatoio e visto che questo tempo di
transizione non era stato considerato, non si poteva nemmeno programmare una gestione del periodo transitorio stesso.
Riassumendo quindi potremmo dire che il sensibile aumento dei rifiuti derivante dalla chiusura dei
punti di raccolta limitrofi, le difficoltà tecniche di
individuare un punto alternativo che potesse
momentaneamente sostituire l’ex punto di trasferenza dell’Ara della Covarda, la legittima rivendicazione dell’IHG del terreno e la tempistica del
finanziamento per il quale l’Amministrazione confidava potesse essere ottenuto in maniera più celere hanno portato a questa situazione di emergenza.
Secondo punto cruciale della questione è come
risolvere il problema. Riguardo al fatto che anche
persone dei comuni limitrofi vengono a scaricare i
loro rifiuti sul nostro territorio, l’Amministrazione
ha raggiunto un accordo con i Ranger per arginare
lo scarico abusivo. Ma la domanda più importante
rimane la seguente: dove possono buttare i rifiuti
ingombranti i castellani? Per ora non c’è una
risposta definitiva anche se assicura il Sindaco
Salinetti è in corso una trattativa per permettere la
risoluzione del problema al più presto possibile
visto che stiamo vivendo questa situazione di
emergenza ormai da mesi e i rifiuti accatastati
fuori l’ex-mattatoio e in altre zone del territorio
castellano ne sono la prova. La ricetta secondo
l’Amministrazione è la raccolta porta a porta dei
rifiuti ingombranti o in alternativa la riapertura
una volta la settimana dell’ex-mattatoio.
Pro-Loco
13
FORSE NON TUTTI SANNO CHE ...
di Mario Cipriani (Presidente dell’Associazione Pro-Loco di Castel Madama)
Forse non tutti sanno che alle associazioni ProLoco
del Lazio da anni sono stati tagliati i contributi
regionali e provinciali, è bene che questa realtà la
conoscano tutti. Siamo consapevoli che l’esordio
potrebbe far pensare al classico antico detto che
recita: una giustificazione non richiesta è una
manifesta auto accusa. Non siamo nella circostanza poiché non abbiamo alcunché per doverci scusare. Abbiamo chiesto ospitalità a “La Piazza”, che
gentilmente ce l’ha concessa e ringraziamo la redazione, con il solo unico obiettivo di informare i
concittadini della condizione economica dell’Associazione; delle manifestazioni promosse e realizzate sia autonomamente, sia in collaborazione con
l’Amministrazione Comunale. Non vogliamo neppure auto gratificarci, ma ciò che è oggettivo deve
pur essere detto.
Nonostante la mancanza di contributi, di cui sopra
abbiamo detto, tuttavia siamo riusciti a far fronte
alla non indifferente spesa annua di 3.100 euro
affrontata solo per poter tenere la bottega aperta,
cioè per pagare i fitti della sede di Piazza Garibaldi
e dei magazzini dove si conservano materiali di ogni
genere necessari non solo alla Pro Loco, ma anche a
persone ed associazioni che ne chiedono il prestito.
Per inciso dobbiamo sottolineare che della nostra
Associazione si parla e sparla ma poi, quando si ha
necessità ad essa si ricorre ed assai spesso si trova la
porta aperta. Ci riferiamo anche a certi predicatori di
piazza i quali ai bei discorsi non fanno seguire i fatti.
Tra quegli oratori ce ne sono alcuni che di fronte ai
nostri reiterati inviti ad assumere incarichi di
responsabilità ci hanno fatto vedere quanto sono
bravi a fuggire.
Lavoro duro cari concittadini quello della Pro
Loco, non sempre riconosciuto, niente affatto retribuito, anzi per le difficoltà economiche non di rado
qualcuno è costretto, per far fronte alle esigenze, a
mettere mano al proprio portafogli. Così anche
quest’anno è stato possibile organizzare delle
manifestazioni. È appena il caso di ricordare le
estive serate danzanti al Parco Oudenaarde; la festa
dei nonni con la premiazione alla compianta Signora Antonietta Capobianchi (purtroppo deceduta
qualche giorno fa alla soglia dei cento anni, li
avrebbe compiuti a dicembre) ed al Signor Giuseppe Piselli; le serate cinematografiche ai Collicelli, manifestazioni queste realizzate in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura. Non
possiamo non ricordare la quarantanovesima
edizione della Pera Spadona, nel 2008 taglierà il
traguardo del mezzo secolo dopo di che potremo
essere disponibili a ripensarla.
Abbiamo volutamente lasciato per ultimo il discorso che riguarda il Palio perché nel neonato giornale edito dal Comune di Castel Madama è stato
pubblicato il lungo articolo Palio 2007, bello
nonostante tutto firmato il Sindaco e l’Amministrazione Comunale. Ci sembra inutile tornare su
quanto è accaduto, daremmo solo motivo ad ulteriori, inutili polemiche. Ci interessa di più soffermarci sulle proposte fatte dagli amministratori per
trovare soluzioni ai molti problemi che
ci sono, in linea di principio concordiamo con le soluzioni abbozzate, certo sarà
necessario sederci e parlare, come essi
stessi hanno detto.
Non è sicuramente un caso se l’esigenza
di rientrare nelle spese è stata messa in
primissima fila, quella esigenza la sentiamo anche noi perché, nonostante il
lodevole sforzo fatto dall’Amministrazione, il suo contributo non ci è stato sufficiente per coprire tutte le spese.
Poi con i proventi che potrebbero arrivare dal Palio l’Amministrazione stessa
potrà garantire anche a noi e ad altre
associazioni il necessario contributo per
mantenere le sedi. Per la verità ciò già
avviene per diverse associazioni e, a
nostro parere, non tutte sono meritevoli
Al centro Antonietta Capobianchi e Giuseppe Piselli premiati alla festa dei nonni
del pubblico sostegno.
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Notizie Brevi
NOTIZIE BREVI
AGRO ROMANO ANTICO,
UN PROGRAMMA PER VALORIZZARLO
È stato approvato un accordo di programma per la
valorizzazione, la tutela e lo sviluppo sostenibile
dell’Agro Romano Antico. Il comune di Castel
Madama, insieme alla Provincia di Roma e ai comuni di Casape, Gallicano nel Lazio, Castel San Pietro
Romano, Palestrina, Poli, San Gregorio da Sassola,
Tivoli, Zagarolo e l’VIII Municipio di Roma, ha
intrapreso un’opera di valorizzazione dell’area
denominata “Agro Prenestino Tiburtino”, ricca di
testimonianze archeologiche e di paesaggi agrari
ormai quasi estinti. Il cosiddetto “Patto per l’Ambiente”, sottoscritto dal comune castellano, prevede
la tutela del paesaggio, delle tradizioni agricole
rispettose della natura, la realizzazione di una rete
di percorsi, l’educazione ambientale; ma anche lo
sviluppo della ricettività turistica, il recupero dei
centri storici e dell’artigianato locale.
CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI
Comune: 0774-45001
Pro-Loco: 0774-449500
Carabinieri: 0774-447002
Vigili Urbani: 0774-447305
Ospedale Tivoli: 0774-335086
Farmacia: 0774-447001
Vigili del Fuoco: 115
Servizio Guardia Medica: 118
Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938
Protezione Civile: 0774-4500243
Biblioteca Comunale: 0774-4500209
U.S.L. RM/G - Tivoli - Prenotazioni 800986868
Per pagamento Ticket
CCP N. 52577616 – Azienda U.S.L. ROMA G
sulla causale mettere C.F. ASL 04733471009
Notizie Brevi
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USO IDROELETTRICO DELL’ACQUA DELL’ANIENE
Il 9 agosto è stato raggiunto un accordo tra la Regione Lazio e l’Enel in merito alla revisione della concessione per uso idroelettrico dell’acqua nell’Alta Valle dell’Aniene. Il Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Guido Milana, è soddisfatto ed afferma che: “Dopo l’accordo raggiunto con l’Enel,
finalmente l’acqua tornerà nel fiume e nei rubinetti”. Qualche mese fa il Presidente Milana aveva presentato, insieme ad alcuni colleghi, una mozione in cui sosteneva che solo con la riduzione dei livelli
di captazione di acqua ai fini di produzione idroelettrica si poteva garantire il minimo vitale al fiume
Aniene e rendere compatibile il prelievo idrico ai fini dell’alimentazione umana. Infatti il problema
vero, nell’emergenza idrica dell’Aniene, era quello legato all’utilizzo delle acque del fiume da parte
dell’Enel, regolato da concessioni antiche, ottenute ai tempi in cui era un’azienda pubblica impegnata
a realizzare l’elettrificazione del paese. Oggi invece gli interessi di mercato di un’azienda privata, quotata in borsa, non giustificavano più le agevolazioni, in particolare per l’Aniene, il cui letto in alcuni
tratti ha raggiunto livelli minimi, mentre le acque copiosamente sono convogliate in tunnel sotterranei
verso le turbine della centrale idroelettrica, un rapporto di 1 a 20 tra l’acqua per la rete idrica e quella
per l’Enel. Con l’intesa approvata in Giunta, si potranno riscrivere i vecchi accordi in modo da incrementare il prelievo di acqua destinata ai rubinetti delle case e restituire al fiume le condizioni necessarie a mantenere le proprie funzioni naturali e ambientali.
APPROVATO IL REGOLAMENTO
SULLA CREMAZIONE
CASERMA DEI CARABINIERI,
ALTRI 150 MILA EURO
Il regolamento che disciplina la cremazione,
l’affidamento e la dispersione delle ceneri dei
defunti a Castel Madama è stato approvato nel
Consiglio Comunale di luglio. Il Comune
potrà consentire, a chi lo richiederà, l’autorizzazione alla cremazione dei defunti. Inoltre, le
ceneri potranno essere tumulate, interrate,
disperse o prese in affidamento e custodite dai
famigliari.
Il Consiglio Comunale ha destinato altri fondi,
150 mila euro, per la realizzazione della
Caserma dei Carabinieri di Castel Madama,
perché in sede di redazione del progetto definitivo sono aumentati i costi. L’importo complessivo della nuova struttura sarà di un milione e mezzo. Il Comune provvederà, così, a stipulare un nuovo mutuo di 150 mila euro presso la Cassa Depositi e Prestiti.
CINEMA E TEATRO SOTTO LE STELLE
Dal 5 al 26 agosto sono stati sette gli appuntamenti cinematografici serali, promossi ed organizzati dall’assessore alla Cultura Armando Pistoia, in collaborazione con l’associazione Pro - Loco e con il
patrocinio del cinema Giuseppetti di Tivoli. Una rassegna di films molto interessanti“Le fate ignoranti” di Ferzan Ozpetek“, “Il mio grosso grasso matrimonio greco”, “I cento passi”, di Marco Tullio
Giordana, “Il Postino”, di Massimo Troisi, diretto da Michael Radford, “Pane e Tulipani”, di Silvio
Soldini e di Luciano Ligabue “Radio Freccia”. Spazio anche a giovani registi locali con “Fùi”, un
video-documentario realizzato dall’associazione castellana Video Officina Creativa. Undici storie che
ripercorrono un pezzo della nostra storia: dalla liberazione del Duce, il 12 settembre del 1943 per mano
dei tedeschi a Campo Imperatore, fino alla strage del 6 giugno 1944 in località Colle Siccu.
L’iniziativa, che ha visto una buona affluenza di pubblico, è stata però disturbata da varie interruzioni
durante le proiezioni per motivi tecnici. Ultimo giorno di agosto e primo di settembre replica dello
spettacolo teatrale “Rugantino” della Compagnia “Quelli che...continuano”, diretta da Mario Di Nardo,
grande successo di pubblico come nelle rappresentazioni di giugno.
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Comunità Montana
IX COMUNITÀ MONTANA
a cura di Fausta Faccenna
I COSTI DELLA POLITICA
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera, all’unanimità, al disegno di legge
“recante misure per la riduzione dei costi politico-amministrativi
e per la promozione della trasparenza”
INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA IX
COMUNITÀ MONTANA VITTORIO MANCINI
D. Cosa pensa dei provvedimenti che il governo intende prendere con il ddl sui costi della
politica?
R. Si tratta di analizzarli per capire e vedere in
quale direzione vanno, con quale spessore affrontano un argomento non nuovo che ha investito ed
interessato diversi governi nel passato; quando c’è
aria di crisi, c’è una difficoltà economico finanziaria, si torna a parlare di avvicendamento, dell’organizzazione dello Stato e quindi la ricaduta è
sugli Enti Locali.
D. Si prevede, tra le altre cose, la riduzione e/o
l’accorpamento degli enti locali ovvero l’eliminazione di sovrapposizioni funzionali con
regioni o enti locali. Le Comunità Montane,
enti locali di secondo grado, sono attualmente nel dibattito nazionale e locale; quali
rischi corrono secondo lei?
R. Va innanzitutto detto che le Comunità Montane
accusano certamente la loro età. Nascono nei
primi anni 70 e non hanno modificato molto nel
loro essere soggetto per la tutela e sviluppo del
territorio ovvero non sono state mai messe nelle
condizioni di cambiare; sono pertanto favorevole
a rimodulare un nuovo ente ma va anche evidenziato che gli va offerto più spazio e opportunità,
cosa che finora non è accaduta perlomeno nella
regione Lazio.
La soppressione non aiuta il territorio a crescere:
le funzioni che le C.M. hanno acquisito con la loro
operosità resterebbero occasioni mancate. Si pone
il problema tra quello che non riesce a fare il pic-
colo Comune e l’ente intermedio che viene identificato nell’amministrazione provinciale, ma le
Province neanche arrivano in alcuni territori.
La criticità delle C.M. sta nel fatto che da una
parte non si riescono a dare alle Comunità Montane deleghe, funzioni e risorse per generare un’attività ordinata sul territorio, dall’altra si favorisce
invece una crescita di unione di più comuni senza
che in alcuni casi raggiungano la loro operatività,
poiché anche l’unione dei comuni rappresenta una
lettura critica nello stare insieme, nell’approfondire le questioni che ci riguardano. Occorrerebbe
avere un sistema di autonomie e di collegamenti
autorevoli, autonomi e autosufficienti che oggi le
GRUPPO DONATORI SANGUE
CASTEL MADAMA
Domenica 16 Settembre
si è svolta
la 30 a Donazione di Sangue
in collaborazione con l’Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Nella mattinata
sono stati effettuati 91 prelievi,
portando il totale del 2007
a 262 donazioni
e superando in totale il traguardo
delle 2000 sacche raccolte
dal gennaio del 1994
Comunità Montana
C.M. non hanno, infatti, nonostante il recupero
realizzato sul piano delle iniziative, assunzioni,
lodevoli progetti, hanno al loro interno alcune
situazioni che governano a fatica. È comunque
necessario fare chiarezza sulla sovrapposizione di
enti che si occupano delle stesse cose ed individuare le Comunità Montane come unico Ente
sovracomunale per la gestione dei servizi in forma
ottimale.
D. Le Comunità Montane sono funzionali allo
scopo (cioè sono proporzionate ai risultati
che producono)? e cosa, secondo lei, dovrebbe essere modificato a livello di legislazione
nazionale e regionale (Statuto-Nuova Carta
delle Autonomie) affinché le Comunità
Montane possano continuare ad operare?
R. Va certamente rivisto lo Statuto, va rifatta una
rilettura, stabiliti i termini, le modalità, ma attraverso una concertazione; il governo e le forze
politiche sembra ne vogliano fare solo una questione economica e finanziaria senza considerare
che i costi delle C.M. investono per metà i dipendenti e per il resto gli interventi: stiamo al tavolo
17
delle Autonomie locali per rappresentare i bisogni
del territorio. In prima istanza va chiarito quale è
la funzione di questo territorio, marginale rispetto
ai grandi centri di sviluppo ma con una propria
valenza. Il territorio che noi cerchiamo di difendere è costituito di montagna, pianura, vegetazione e
soprattutto è di chi lo vive; il presidio del territorio è dunque il vero argomento e chi lo presidia
deve avere pari opportunità, essere tutelato dallo
Stato per quanto riguarda i servizi da offrire alla
cittadinanza, dell’essere soggetto attivo. Se ci si
convince che questo territorio è strategico, è un
bene tutelato da tutti, allora la politica nazionale
dovrebbe individuare anche attraverso un modello
legislativo regionale quali sono gli strumenti da
mettere in campo a questi enti perché possano
sapientemente tutelare e concorrere, insieme a
Comuni, Regioni, Stato, al benessere comune.
Le C.M., dal canto loro, credo debbano fare qualche riflessione e critica, sul piano organizzativo,
elettivo, della rappresentanza e se necessario,
anche dei costi; si può rivedere la questione territoriale, evitando politiche dispersive, individuando l’ambito ottimale per la gestione dei servizi in
prossimità del cittadino, rivedendo la rappresentanza politica all’interno del consiglio, studiando
le materie sulle quali le C.M. esprimono politiche
attive in concorso con altri enti per evitare duplicazioni. Dobbiamo, inoltre, raccordare meglio la
C.M. con i rispettivi Comuni di riferimento, individuando ulteriori forme di collaborazione, quali
la doppia lettura dei bilanci di previsione, del programma delle opere triennali; riavvicinare non
solamente la politica alla montagna ma anche gli
amministratori, facendo una riflessione comune
che interessi Stato, Regioni, Comuni. Individuare
modelli organizzativi condivisi è forse lo strumento ideale per guardare con positività ai problemi
del nostro paese che comunque restano nella
macrostruttura dello Stato. Rimodulare quindi un
sistema paese che tenga conto che la montagna e
le aree interne circostanti hanno assoluta necessità
di avere strumenti e risorse adeguate per avviare
politiche di sviluppo, individuando nella Comunità Montane l’Ente naturale preposto a dare loro
ruolo, certamente in collaborazione attiva con la
Regione, la Provincia, i Comuni.
IX COMUNITÀ MONTANA
Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli
tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915
www.comunitamontanativoli.org
18
Vicovaro
UNA BELLA FESTA
di Roberto Bontempi
Fugate dai fatti le iniziali perplessità sulla festa della Madonna senza comitato
Per qualche tempo si è temuto il peggio e cioè che
anche la tradizionale festa della Madonna, quella
che da qualche anno rappresenta l’unico appuntamento aggregativo, organizzato nel nostro paese
nel periodo estivo, dovesse calare il sipario vista
l’assenza di un comitato organizzatore. Ed invece, grazie all’abnegazione del parroco di Vicovaro, don Benedetto Molinari, e ad un gruppo di cittadini vicovaresi che hanno collaborato con lui,
oltre alla festa più propriamente “religiosa”, mai
stata in discussione, è stata allestita, anche quest’anno, una buonissima festa “profana” degna
della tradizione.
Molti temevano che quest’anno bisognava in un
certo senso “portare la croce”, vivere una festa in
tono minore accontentandosi di quello che passava… la parrocchia. Ma chi era lì ad attendere un
fiasco è rimasto sinceramente deluso. Ci sono
state due settimane di festa vera, dal 26 agosto al 9
settembre: oltre agli spettacoli programmati ufficialmente, praticamente ogni sera in piazza si è
organizzata qualche iniziativa (concerti, balli di
gruppo, ecc). L’evento di maggior richiamo è
stato il concerto di un vecchio grande della musica leggera italiana, Tony Esposito, che ha suonato
due ore di world music forse un po’ difficile per il
grande pubblico ma certamente di altissima quali-
La
locandina
della
iniziativa
“i cento
pittori
del mondo”
inserita nei
festeggiamenti
di Maria SS.
Avvocata
nostra
tà. Ottimo successo di presenze anche per gli altri
spettacoli musicali, tra i quali spicca il concerto
della prestigiosa Fanfara dei bersaglieri, nonché
per la tombola e la tradizionale estrazione della
lotteria che metteva in palio una Fiat 600. Novità
assoluta: la presenza costante delle telecamere di
Tele Tibur che ha ripreso la fasi salienti della festa
sia sacra che profana.
L’aspetto principale che mi sembra doveroso sottolineare, però, è stata la sinergia, la capacità di
coinvolgere e valorizzare varie realtà, associazioni e gruppi presenti sul nostro territorio: in molti
hanno contribuito e si sono messi a disposizione.
L’Atletica ha organizzato i giochi popolari; la
banda ha tenuto il suo concerto; la scuola di danza
ha avuto la sua seguitissima ed apprezzatissima
serata così come un gruppo emergente vicovarese.
Da questo punto di vista la strategia mi è sembrata quella giusta ancora di più quest’anno che mancava un comitato ufficiale cui fare riferimento.
Un plauso, da parte di tanti cittadini vicovaresi, va
dunque agli organizzatori e a tutti coloro che, tra
mille difficoltà e con tanto impegno, hanno contribuito a mantenere viva una lunghissima tradizione
solo per amore di Vicovaro. Tra coloro che hanno
collaborato ho visto tanti ragazzi adolescenti:
forse si può ben sperare per il futuro.
Vicovaro
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PRIGIONIERI IN CASA PROPRIA
di Roberto Bontempi
La denuncia del signor Antonio, stanco di troppe parole vuole solo che si rispetti la legge
Il signor Antonio De Santis abita a piazza dell’Areo, certamente uno dei luoghi più suggestivi di Vicovaro ma, da
undici lunghi mesi la vita sua e delle altre cinque famiglie che vivono nel suo stesso stabile non è più la stessa.
Il signor Antonio ci ha chiamato per denunciare la sua
storia.
“Circa un anno fa c’è stato un principio d’incendio nel
palazzo abbandonato da decenni e diroccato di fronte la
mia abitazione e sono stati chiamati i Vigili del fuoco.
Domate le fiamme i Vigili si sono accorti della pericolosità delle condizioni in cui versava l’edificio ed hanno
provveduto a denunciare la situazione al Comune il
quale, a metà ottobre 2006, ha provveduto a mettere in
sicurezza la struttura con un massiccio ponteggio che ci
sta creando dei fortissimi disagi”.
Abbiamo constatato personalmente e documentato con
alcune foto l’insostenibilità della situazione: finestre che
non possono essere aperte a causa dei travi del ponteggio, accesso alla cantina completamente bloccato, passaggio d’ingresso troppo stretto per eventuali soccorsi
da prestare, palanche che rendono facile l’accesso nell’abitazione per chiunque con conseguente paura per la
propria sicurezza.
Come troppo spesso accade in questo nostro paese,
quella che doveva essere solo una situazione passeggera,
si è trasformata in una triste normalità che è diventata
difficile da sopportare.
“Conosciamo bene le lungaggini della burocrazia italiana – dice il signor Antonio – e non pretendevamo un
intervento fulmineo. Dopo qualche mese, però, come
portavoce degli abitanti dello stabile, ho cominciato a
Finestra sbarrata dal ponteggio impossibile da aprire ...
Ingresso a casa
chiedere spiegazioni all’Amministrazione ma numerose
visite in Comune, due appuntamenti con il sindaco e
visite a domicilio da parte dell’assessore all’urbanistica
per constatare personalmente la situazione, non sono
state sufficienti a smuovere nulla. Dopo un anno, sinceramente, mi sono davvero stancato!”.
Ma perché tutte queste difficoltà? Il nodo più grande è
che lo stabile pericolante è una multiproprietà e i diversi soggetti titolari sono in causa e non riescono a trovare
un accordo per un’eventuale messa a norma dell’edificio. “È da gennaio che l’Amministrazione tira fuori questo discorso che è vero, ma, a questo punto, dopo tutto
questo tempo il Comune deve intervenire in qualche
modo per rimuovere il pericolo al di là della proprietà
privata. È quello che mi ha detto anche il mio avvocato,
tanto più che a novembre 2006 è stata emessa un’ordinanza (la numero 32 dell’8.11.06 n.d.a.) che deve essere fatta rispettare”. Il Comune, in sostanza, dovrebbe
assumersi l’onere della sistemazione dell’edificio e poi,
eventualmente, rivalersi sui proprietari, ma ci sono
ancora troppi condizionali nelle parole di chi dovrebbe
essere intervenuto già da tempo.
“Sinceramente siamo molto amareggiati e ci domandiamo perché – conclude il signor Antonio –. Perché gli
amministratori non rispondono? Perché non si sono
fatti più vivi magari per comunicare l’evoluzione della
situazione? Forse perché il nostro palazzo non ospita
abbastanza persone? E soprattutto, quanto costa ai cittadini questo ponteggio? Proverò a sollecitare l’opinione
pubblica finché non avrò risposte certe”.
Speriamo che l’informazione possa servire da pungolo
per risolvere questa brutta vicenda.
20
Vicovaro
RISORSE DA CONSERVARE…
Accogliamo volentieri una segnalazione di alcuni cittadini che
denunciano una perdita d’acqua da più di un mese che ha
trasformato il vicolo della
Stretta, nel centro storico
di Vicovaro, in una specie
di torrente. Numerose sono
state le richieste d'intervento
all’ACEA e al Comune ma non hanno avuto seguito. L’acqua è
un bene prezioso ed è semplicemente vergognoso che si sprechi
così. I cittadini pretendono che l’ACEA ATO2, che da gennaio
2006 è responsabile degli impianti idrici del nostro paese, intervenga e garantisca un servizio all’altezza della situazione.
BANDO BORSE DI STUDIO
La X Comunità montana dell’Aniene, nella persona del suo vice-presidente, Fiorenzo De Simone, ha promosso e finanziato un Bando di concorso per il conferimento di sei borse di studio da 1000 euro ciascuna
riservato ai giovani laureandi con meno di 32 anni residenti in uno dei
31 comuni della comunità.
L’argomento della tesi dovrà avere una qualche attinenza con il nostro territorio ed essere
coerente con uno dei tre seguenti assi:
1. il recupero dei centri storici come strumento di crescita e di sviluppo;
2. il ruolo delle Agenzia di Sviluppo Locale nella elaborazione e nella attuazione di nuove
politiche per la valorizzazione delle zone interne e delle aree montane;
3. la realizzazione di un sistema infrastrutturale più moderno ed efficiente quale precondizione necessaria per un nuovo modello di sviluppo.
Il termine per la presentazione delle domande è fissato per il 30 novembre 2007.
Il Bando completo e informazioni più dettagliate sono reperibili all’indirizzo internet:
www.retianiene.it
Vicovaro
21
PD: grandi manovre
in vista delle primarie
di Roberto Bontempi
Contatti positivi tra DS e Margherita.
Soddisfazione da parte di De Simone
Valter Veltroni
Il 14 ottobre è il giorno in cui il Partito Democratico, la nuova frontiera del centro-sinistra italiano,
eleggerà, attraverso la Primarie, l’assemblea
costituente e i segretari nazionale e regionale, con
Veltroni e Zingaretti in pole position. Sarà il primo
passo verso la costituzione di questo nuovo soggetto politico dal momento che spetterà proprio
all’assemblea costituente dover scrivere le regole
del partito e elaborare un manifesto in cui vengano indicati valori ed idee di riferimento.
Anche le sezioni locali di DS e Margherita si stanno preparando in tal senso, cercando di iniziare un
discorso comune. Innanzitutto ci sono stati alcuni
incontri preliminari itineranti ed intitolati “Per il
PD: le ragioni di un’adesione” durante i quali
sono intervenuti personaggi di spicco quali Milana e il senatore Gasbarri e attraverso cui i due
maggiori partiti del centro-sinistra hanno iniziato
un confronto.
Si è poi mossa anche Luigina Bianchini, segretario DS della sezione di Vicovaro, che, il 10 agosto,
ha indirizzato una lettera al presidente dei Circoli
della Margherita di Vicovaro, Santino Gentili,
proponendo la convocazione di una riunione dei
gruppi dirigenti ma anche degli iscritti e degli
amministratori locali dei due partiti che porti alla
costruzione del Comitato promotore per il Partito
Democratico, proprio per “dare un contributo fattivo e concreto alla preparazione delle prossime
scadenze”, come si legge testualmente.
A tal proposito l’assessore all’urbanistica, Fiorenzo De Simone, da sempre convinto sostenitore
della necessità del PD, ha mostrato completo
accordo: “Luigina Bianchini sta lavorando benissimo in una situazione non facile ed ha accettato
alla grande la sfida del Partito Democratico. Ho
grande fiducia e speranza che la nascita del Partito Democratico sia un’occasione per dare ancora
più forza all’amministrazione. Anche solo il fatto
di avere un’unica sede, un unico luogo di confronto e discussione credo rappresenti una grande
opportunità ed un punto di partenza fondamentale
per i futuri appuntamenti elettorali che ci aspettano. Il Partito Democratico credo che sia l’unica
alternativa a noi stessi: da lì può venire quella
scossa di cui abbiamo bisogno e da lì, certamente,
si attingerà per trovare il nome del successore del
nostro sindaco nel caso la legge rimanga quella
attuale che impedisce a Thomas un terzo mandato.
Infine – conclude De Simone – spero che il Partito Democratico possa rappresentare quel punto di
aggregazione e stimolo per nuovi giovani che
vogliono occuparsi di politica con passione”.
Tivoli
23
PREMIO
“GOLDEN CURL IMAGE AWARD 2007”
di Valentina Torella
Il giorno 8 settembre, in una suggestiva Piazza
Campitelli, si è svolta la 13° edizione del “Golden
Curl Image Award 2007”, premio di rilevante
importanza per il talento e l’inspirazione dei professionisti che da sempre curano l’immagine della
donna.
Questo riconoscimento nacque ben 14 anni fa in
Canada e, dopo essere stato a lungo un annuale
appuntamento televisivo, ha assunto l’aspetto di
un’interessante manifestazione. E quest’anno, a
presentare l’importante serata, è stata la bellissima
Eleonora Gaggioli, attrice di noti sceneggiati e
soap opera oltre che presentatrice di successo.
A partecipare alla manifestazione, per questa edizione 2007, sono stati ben 8 saloni di bellezza,
ognuno dei quali ha presentato un modello di
donna “total look”. Questi i partecipanti: Armonia
Inn (Tivoli), Armonia Parrucchieri (Tivoli), Ciro
Marino (Napoli), Revitalize Day S.P.A. (Canada),
Hair Mode Gallery (Velletri), Franca Hair (Avezzano), Great Expectations Beauty S.P.A. (Canada), Parrucchiere Estetica “Non solo per vanità”
(Tivoli).
Le modelle hanno sfilato ad una ad una indossando importanti e particolari modelli di abiti dai più
svariati tagli e colori, sfoggiando le più diverse
tonalità di trucco e le più stravaganti acconciature.
Ma alla fine è stata la modella di Ciro Marino ad
avere, a parere di un’esperta giuria, quel qualcosa
in più. Infatti proprio il look “mascolino”, “indisponente” pur se assai elegante e assolutamente
ben “studiato” della sua modella, ha regalato a
Ciro Marino la vittoria su tutti.
Così è stato lui, per quest’anno, a ritirare il “Golden Curl Image Award”. Inoltre, nel corso della
serata, sono stati consegnati anche altri due
importanti premi: il Golden Curl Image Award
“Moda merito alla carriera” alla ben nota stilista
Marella Ferrera e il Golden Curl Image Award
“Merito alla carriera” ad Anthony Mascolo, grande parrucchiere di fama internazionale, oltre alla
consegna del prestigioso “Premio Miraglia”,
facoltosa borsa di studio, quest’anno vinta da uno
studente di Toronto.
Sono inoltre intervenuti durante la serata il Sindaco di Tivoli Marco Vincenzi e l’Assessore alla cultura Giuseppe Tripodi che, in un breve intervento,
hanno entrambi encomiato l’importanza della
moda nel mondo e per la stessa città di Tivoli.
Special Guest della serata il soprano Arianna
Morelli, il tenore Anselmo Fabiani che, intonando
la ben nota aria del “Nessun dorma”, ha voluto
rendere omaggio al celebre tenore Luciano Pavarotti recentemente scomparso, e il gruppo musicale “Trio Costa”. Davvero una bella serata!
Politica
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Facciamo chiarezza sul V-Day
di Federico Chicca
L’8 settembre l’iniziativa popolare di legge
“Parlamento Pulito” lanciata da Beppe Grillo,
nonostante l’assoluta indifferenza dei mass
media, ha raccolto più di trecento mila firme
obbligando i mezzi di informazione a riportare la
notizia all’attenzione del grande pubblico. Così
dopo l’assoluta indifferenza si è passati al mar-
tellamento quotidiano sull’argomento senza
peraltro entrare veramente nel merito della
legge, soffermandosi più sugli aspetti marginali
cercando di creare scientificamente confusione
nella mente dello spettatore.
Questi i tre punti della legge proposta dal comico
genovese:
Da una simulazione dell’applicazione della legge
in questione fatta dal Sole 24 Ore è risultato che
attualmente 189 tra senatori e deputati della camera dovrebbero abbandonare gli scanni del Parlamento Italiano. Cosa che ovviamente non può
essere tollerata dai politici e così è iniziata una
campagna denigratoria su Grillo e allo stesso
tempo si sta cercando di definire frettolosamente
antipolitico, qualunquista, populista e demagogico questo movimento nato spontaneamente sulla
rete. Chiedere che dei condannati per corruzione
non siedano in parlamento, sollecitare la gente a
fare politica attivamente tramite la costituzione di
liste civiche senza delegare agli altri la gestione
della cosa pubblica a me sembra più che antipolitica, anti-mala-politica.
A parere di chi vi parla l’aspetto davvero innovativo del movimento “grilliano” è il mezzo tramite
il quale si è costituito: internet.
Solo qualche hanno fa sarebbe stato impensabile
far scendere in piazza tanta gente senza l’appoggio dei mass media. Grazie allo spazio virtuale del
blog di Grillo (www.beppegrillo.it) è stato possibile organizzare una manifestazione tanto capillare in tutta Italia e in alcune delle principali capitali straniere.
Chi è sceso in piazza l’8 settembre per protestare
contro la malapolitica è un cittadino esigente, critico, che non si lascia abbindolare dai pennivendoli che invadono i principali mezzi di informazione. Sempre più cittadini, insoddisfatti della non
libera informazione, cercano notizie sullo spazio
libero del web. Questo sta a significare che
potrebbe non ripetersi quello che è accaduto con
Tangentopoli, Calciopoli, scandalo P2 e così via
dove è bastato non parlare dell’argomento per far
dimenticare agli smemorati italiani la corruzione
che ha alimentato questi fenomeni. Nè potrebbe
essere utile parlare del testamento di Pavarotti o
del matrimonio di Totti per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica.
I politici sono avvertiti, questa volta la strategia
“dobbiamo cambiare tutto affinché tutto resti
uguale” potrebbe non funzionare.
Archivio Storico
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MORIRE NELLE RETROVIE
di Flavia De Bellis
La prima guerra mondiale in Italia provoca la morte di circa un milione di giovani in prima linea al fronte.
Ma altrettante sono le vittime dell’epidemia di “spagnola” del 1918 tra la popolazione civile nelle “retrovie”
Giugno 1918. La prima Guerra Mondiale, uno dei più
sconvolgenti massacri che la storia ricordi, in Italia
volge ormai al termine. Una guerra combattuta al
fronte, lontano dalle città, così almeno ci hanno detto,
ben diversa dalla seconda guerra che invece causerà un
numero straordinario di vittime anche tra la popolazione civile.
Eppure, nel 1918, in quell’Italia fatta più che altro di
tanti piccoli paesi, di villaggi “alla periferia dell’impero”, di realtà poverissime appena uscite dal dominio feudale, la morte imperversa ugualmente sotto forma di
una epidemia influenzale passata alla storia con il nome
di spagnola.
Si tratta di una gravissima e contagiosissima infezione
polmonare che in particolari condizioni porta alla
morte nel giro di pochi giorni.
Va ricordato anche che in una economia di guerra la
mancanza pressoché totale di generi alimentari di prima
necessità non aiuta certo a sviluppare le difese immunitarie nella popolazione.
Infatti in Italia muoiono di spagnola in soli quattro mesi
quasi un milione di persone; in Europa le vittime sono
quasi quindici milioni, tanto che in breve si parlerà, in
termini tecnici, di pandemìa.
Castel Madama non è immune dal flagello.
Dai documenti d’archivio risulta che di spagnola nel
1918 muoiono 72 persone. In un opuscolo diffuso in
quell’anno dal Ministero dell’Interno intitolato Istruzioni popolari per la difesa contro la Influenza e teso
smaccatamente a minimizzare il problema, si afferma
che la mortalità è in media non superiore al 2-3% dei
colpiti.
Ciò vuol dire che a Castel Madama si ammalano almeno
2400 persone. Praticamente tutto il paese.
Il Sindaco Domenico Cotogno il 7 ottobre invia al Prefetto di Roma un telegramma urgente, dietro al quale
possiamo intuire tutta la drammaticità della situazione:
Informo Vossignoria che anche qui influenza spagnola
infierisce da vari giorni giusta relazione fatta medico
provinciale da locale ufficiale sanitario con alcuni casi di
morte. Giusta relazione fatta da ufficiale sanitario qui
mancano medicinali disinfettanti riso carne zucchero
latte, anche farmacista è malato. Prego Vossignoria
voler provvedere perché Ministero invii farmacista
militare, latte condensato permetta macellazione qualche bovino invii medicinali del caso disinfettanti e viveri. Sindaco Castel Madama.
Dopo più di dieci giorni da questo disperato appello il
Regio Prefetto risponde a tutti i Sindaci che si trovano
alle prese con la stessa tragedia e con la stessa terribile
impotenza, e che immaginiamo essere tanti, con una
semplice e anonima circolare ciclostilata in cui, lungi
dall’assicurare gli aiuti richiesti, rivolge un duro rimprovero proprio agli amministratori i quali debbono
ricordare che la diffusione delle epidemie si combatte
essenzialmente colla pulizia (...), con spazzature, lavaggi e rimozione di ogni lordura.
Poche righe più sotto il Regio Prefetto mostra la propria
indignazione in quanto questa elementare norma (...) è
purtroppo quasi costantemente trascurata, e in molti
Comuni di questa Provincia si vive tuttora in mezzo ad
incredibili lordure e ricorda anche a tutti i cittadini che
le norme per tenere pulite le nostre persone ed i luoghi
in cui abitiamo sono intuitive e non hanno bisogno che
di un po’ di buon volere per essere applicate.
In perfetta malafede, però, il Regio Prefetto non poteva
ignorare, dato che era proprio lui ad esaminare i progetti e a concedere i permessi per l’esecuzione delle opere
pubbliche nei paesi della Provincia, che nel 1918 a Castel
Madama, come in tutti i nuclei urbani simili a questo
nella zona, nessuna abitazione aveva l’acqua corrente,
che esistevano solo pubblici lavatoi e fontane e che un
impianto moderno di fognatura rimaneva ancora un
sogno che si sarebbe realizzato solo molti anni dopo.
Sarà servito a qualcosa il buon volere?
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Viaggi
DIARIO
DI UN PELLEGRINO LAICO
di Federico Chicca
Il breve ma intenso viaggio sul Cammino di Santiago
Ormai da secoli Santiago di
Compostela è la meta principale
dei pellegrini cristiani di tutto il
mondo. La capitale della regione
galiziana viene invasa ogni anno
da migliaia di persone che rendono omaggio a San Giacomo, il
santo guerriero detto matamoros
(uccisore dei mori) che, come
narra la leggenda, sarebbe intervenuto provvidenzialmente in
numerose battaglie combattute
dagli spagnoli per cacciare gli
invasori arabi.
Nell’ottobre del 1987 il Consiglio d’Europa ha riconosciuto
l’importanza dei percorsi religiosi e culturali che attraversano l’Europa per
giungere a Santiago de Compostela dichiarando la
via di Santiago “itinerario culturale europeo”.
Inoltre è stato dichiarato patrimonio dell’umanità
dall’UNESCO.
Per raggiungere Santiago ci sono vari cammini, il più famoso è sicuramente quello francés che
parte da Saint Jean-Pied-de-Port, un paesino d’oltralpi e vicino al confine spagnolo che percorrere
tutta la Spagna del nord per 800 km circa.
La mia avventura parte proprio da questo
piccolo villaggio raggiunto dopo quasi due giorni di treno. Qui è possibile chiedere il rilascio, le
famose credenziali, documento molto importante perché permette di alloggiare nei numerosi
ostelli riservati ai pellegrini dislocati lungo tutto
il percorso. In questi ostelli è possibile pernottare con 5-7 euro colazione compresa, pero scordatevi la privacy. Le stanze a volte arrivano ad
ospitare anche 50 pellegrini e siccome la statistica non è un’opinione c’è sempre qualcuno con il sonno
“rumoroso”, quando si dorme
in questi enormi camerate sembra di stare a un concerto alla
Scala di Milano.
La cosa che sembrerà bizzarra ai comuni mortali quotidianamente immersi nel frenetico tran
tran quotidiano, è che nessuno si
lamenta, tolleranza e solidarietà
sono due principi cardine dei
pellegrini del cammino.
Per far intendere quanto questo sia vero racconterò un simpatico aneddoto che mi è capitato
personalmente.
Viaggi
Un giorno dimenticai di togliere la sveglia
settata alle quattro della mattina, cosi prima dell’alba il cellulare cominciò a fare un rumore
infernale svegliando gli altri 19 pellegrini che
dormivano con me. Invece di insultarmi come
avverrebbero fatto delle persone “normali”,
scoppiarono tutti a ridere divertiti dalla mia reazione di imbarazzo. Qualche ora dopo, quando
tutti eravamo svegli pronti per affrontare la tappa
quotidiana, cercai di ironizzare sull’accaduto
chiedendo “chi è quell’imbecille che non ha tolto
la sveglia?”, tra le risate generali solo un francese vicino a me rimase a fissarmi perplesso, ma si
sa i francesi sono rinomati per la loro mancanza
di umorismo.
Le persone che si incontrano così come i meravigliosi paesaggi, cornice delle passeggiate quotidiane, sono i due elementi principali che fanno del
Cammino di Santiago un’esperienza unica (almeno per un pellegrino laico).
Ci sono molte persone che intraprendono il
cammino per motivi religiosi e non (o non soltanto) per assaporarne l’aspetto culturale anche se nel
periodo di luglio-agosto la stragrande maggioranza dei pellegrini sono turisti. Durante il mio tragitto ho incontrato solo una persona animata da
motivi religiosi. Ancora ricordo il suo nome, si
chiamava Benito (Bilbao, Spagna), per la quindicesima volta sul cammino. Una mattina prima di
iniziare la tappa giornaliera mi disse “se vuoi arrivare fino a Santiago devi fare due cose: perdere la
concezione del tempo e dello spazio. Non devi
chiederti che ore sono e quante ore ti mancano per
arrivare e non devi chiederti dove sei e quanti chilometri ti mancano per raggiungere l’ostello. Devi
invece assaporare ogni singolo passo che fai,
ascoltare te stesso e la natura che ti circonda”. Più
facile a dirsi che a farsi soprattutto quando alle
29
due del pomeriggio si cammina sotto il sole
rovente, però quell’uomo trasmetteva una calma
che mai avevo trovato in un uomo.
Come posso poi dimenticare i miei amici
Steffen (Hulm, Germania), Mike (Dusseldorf,
Germania) Crhitsopher (Dusseldorf Germania),
Denise (Berlino, Germania), Crhistin (Berlino,
Germania), Juan (Valencia, Spagna), Mario (La
Valletta, Malta), Flora (Budapest, Ungheria), e
tantissimi altri con cui avevo stretto una grande
amicizia in una sola settimana, questa è la magia
del cammino: riesce a tirare fuori il meglio delle
persone, la voglia di stare insieme, di comunicare,
di sentirsi parte del mondo. Per questo consiglio di
partire soli come ho fatto io. Non bisogna preoccuparsi di non avere un compagno di viaggio perché tutti vogliono parlare e aiutarsi a vicenda. Il
cammino va fatto da soli o tutto al più con una
persona molto cara, il cammino è una cosa intima,
quasi quanto la nostra coscienza. Dobbiamo
vedercela da soli con lui.
È camminando soli senza dover aspettare o
rincorrere gli altri che si possono assaporare i
meravigliosi paesaggi e gli storici monumenti del
Cammino. Si va dai panorami mozzafiato dei
Pirenei ai gialli campi di grano della Navarra con
le sue numerose pale eoliche, moderni mulini a
vento nella patria del Don Chisciotte. Ma è difficile rendere la bellezza di questi scenari, la Gioconda non si può descrivere, va semplicemente contemplata.
La mia avventura purtroppo è finita prematuramente a causa di un infortunio al ginocchio, ma
da come avrete capito non è possibile fare il Cammino di Santiago e poi voltargli le spalle come se
fosse stata una delle tante vacanze al mare. Una
volta assaporata la sua atmosfera unica, è impossibile non tornarci. E qui devo dare ragione alla
seconda parte del discorso del profetico Benito:
“il cammino riesce a stregarti, una volta che lo hai
vissuto non puoi fare a meno di tornarci almeno
una volta nella vita”.
Tradizioni popolari
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Tradizioni popolari a Castel Madama - Proverbi
selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini
Dalla tesi sulle “Tradizioni Popolari a Castel Madama, 1949” di Vittorio Todini
Miumiu piagne ju
mortu e freca ju
vivu - Quantu si’
pocrita! Viju fa
sottu sottu, comme
le patane! Vella
dice ‘na cosa, ma
ne penza n’ara!
E, peggio ancora:
Piangere il morto e
fregare il vivo! A
me piace chi dice pane al pane e vino al vino, ma
capita anche a me, a volte, di confondere il vino
con l’acqua. E, invece, quanto è bella la coerenza:
chiara, limpida, trasparente.
Al funerale: tutti piangono, sono tutti affranti, che
dolore. Ci sono quelli che vengono da Roma; oggi
tanti castellani o figli di castellani abitano a Roma
e, perciò, sommesse si ascoltano voci di rammarico, di velato rimprovero: “Ci vediamo solo in
queste circostanze”, “Ce averèmmo da vedé più
spissu”, “Dài rivediamoci presto, fissiamo un
giorno adesso”. Parole. Non si rivedranno, fino al
prossimo funerale. Ma il proverbio è più caustico,
più brutale (“bruttale” dicéa sempre Franciscu,
che voléa parlà ciuvile): al funerale ci sta sempre
qualcuno che, mentre piange il morto, sta in piena
attività per fregare i vivi. I quali si fanno fregare,
perché hanno in mente quel proverbio che recita
Chi ‘n ze fida è marfidatu, ma dimenticano o
ignorano la seconda parte spaventosamente cinica: e chi se fida remane frecatu.
Noi spesso favoleggiamo sull’antica, solidale
civiltà agropastorale: “Quanto si volevano bene,
quanto si aiutavano, che esempio di solidarietà!”.
Ma le cose non stavano proprio così. La civiltà
contadina spesso era “incivile”, gretta, avara: le
grame condizioni esistenziali spingevano molti a
comportarsi all’insegna del terribile motto darwiniano Mors tua, vita mea... Dico ai miei tre lettori: “Ma non vi sentite un po’ di freddo addosso?”.
(Ho detto tre, forse esagerando: quest’estate con
un’inchiesta casuale ed estemporanea ho verificato che questa pagina sui proverbi castellani non la
leggono nemmeno gli amici, nemmeno i conoscenti; e nemmeno i parenti... Peggio pe’ issi!).
Se pianu più mosche co ‘n cucchiaru ‘e mèle che
co ‘n barile d’acitu – Ma adesso risaliamo un po’
la china. Dall’ Inferno, in cui eravamo precipitati
con il proverbio Miumiu, passiamo ad un altro,
ricco di buon senso pedagogico. Gli insegnanti
sanno che, se un allievo è un po’ discolo, si ottiene poco da lui con le cattive (l’acitu), molto invece si può ottenere, se cerchi di coinvolgerlo nella
vita corale della classe, di responsabilizzarlo.
Noi, ai nostri tempi (1946-47), erèmmo ‘na classe
‘n po’ discola: io, Peperino (gnu sa? ju padre de
Amadio), ‘Ndino (ju fornaru), Cacinetto (frezza
bianca), Romoletto (chi gn’ha cunusciutu?),
Micchele Petrucci (se nne j a fa ju viggile a
Roma), Vittorio Iori; e ju maestro Carlo, invece
dell’acitu, ce sonea la fisarmonica: magari noi un
po’ discoli ci rimanevamo lo stesso e Carlo ju
facèmmo ‘ncazzà.
Piglia oggi: vai a Roma con la macchina e al
primo semaforo trovi il lavavetri che ti schiaffa lo
spazzolone sul tergicristallo, senza chiederti l’assenso, ti pulisce i vetri e gli dai venti centesimi; al
semaforo successivo, un altro lavavetri ti rischiaffa lo spazzolone sul tergicristallo e te lo lava,
mentre tu lo guardi indispettito e la mancia non
gliela dài; al terzo semaforo, prima che lui..., tiri
giù il vetro e gli gridi: “Non ho bisogno di niente!”; e lui? Schiaffa lo scopettone sul vetro e ti
guarda in atto di sfida; e tu? Tu gli dai un euro, il
cucchiaio di miele (provocatorio, però), e lo ringrazi. Ma tanti altri, diversamente da te, si guastano il sangue e imprecano contro gli immigrati,
tutti gli immigrati.
Non sarebbe meglio,
se il sindaco, il sempre buono Veltroni,
realizzasse un albo dei
lavavetri, aperto a
tutti i cittadini del
mondo con permesso
di soggiorno, ai quali
assegnare, dopo che
hanno affrontato un
breve corso di formazione, uno dei tanti
semafori in funzione?
32
Politica
Intervista a Pasquale Serra
di Ivano Moreschini
D. Prima di tutto dovresti dirci qualcosa
sulla tua attività di ricerca e didattica. Chi è
Pasquale Serra e di che cosa si occupa?
Mi occupo, come sai, di tante cose, cose diverse e ossessivamente uguali, ma non ti elenco qui
tutti i temi della mia ricerca, quello che ho studiato o quello che vorrei studiare, perché, in questo
modo, ti direi solo cose che non sono essenziali.
Forse non ne abbiamo mai parlato, ma io sento
molto il problema della precarietà dell’esistenza,
e c’è un versetto molto bello del Vangelo di Luca
che sintetizza bene quello che provo nel profondo: «state bene attenti che i vostri cuori non si
appesantiscono in affanni della vita, e che quel
giorno non vi piombi addosso improvviso».
Come si sta a casa nella precarietà? come si vive
nella transitorietà? Direi che questa domanda mi
insegue in tutte le ore, anche se in certi momenti
la vivo con grande serenità, e in altri, invece, con
maggiore inquietudine, ma essa sta sempre lì,
spina e promessa della mia esistenza e della mia
ricerca.
Abbiamo – col nostro Marx – cercato a lungo la
struttura, ma oggi credo che se la struttura da
qualche parte c’è, essa si aggira intorno a questa
domanda, nelle vicinanze dei suoi punti nevralgici o intorno a questo abisso. Perché questa
domanda è senza risposta, almeno fino a quando
resterà in vita l’umanità.
Come vedi non sono così lineare come forse
voglio far credere. Sono una persona in attesa …
È dentro questo quadro che mi interesso di storia del presente, perché credo che noi non possiamo vivere decentemente fuori dalla precarietà
(nella mia ricerca sono attratto dalle crisi, dagli
universi che si decompongono, dai momenti di
sbandamento storico, quando si destruttura il
mondo organizzato, e gli uomini per un attimo
tornano a se stessi, anche se poi hanno subito
paura e attendono la salvezza da una potenza esteriore, e si affidano a questa), ma credo anche che
la precarietà, la perdita del mondo ordinato, non
può andare oltre un certo livello, perché se il livello in cui si è deciso di scendere è troppo profondo, è probabile che ci si perda, perché, come
osservava De Martino, il grande antropologo italiano, la «nuda esistenza, nuda cioè di storia
umana, è assenza totale, annientamento di sé e del
mondo, infedeltà radicale alla vera condizione
umana», la quale è fatta di valori intersoggettivi,
e di comunicazione con gli altri attraverso questi
valori.
In questo consiste il mio lavoro di ricerca: quello che veramente mi interessa capire è come si
costruisce una misura, ovviamente quest’ultima,
mai fissa, sempre mobile, perché essa va verificata nella storia, raddrizzando gli squilibri per come
volta per volta si presentano.
Un lavoro di Sisifo, direi, ma occorre restare
dentro questo paradosso, perché il paradosso è del
nostro tempo, e va vissuto fino in fondo.
Stare nel presente, questo è il nostro compito,
nel nostro solo tempo, non c’è altro tempo, ma
senza pretendere – come diceva Giuseppe Rensi
– di «essere in grado di spiegare tutti i perché e
tutti i misteri dell’universo», e senza neanche
profanarli, plebeizzarli, «con irriverente e vuota
loquacità».
D. Come nasce questa tua proposta? Perché
c’è bisogno di un metodo per capire le idee
politiche?
La mia proposta nasce a ridosso delle questioni
a cui prima accennavo: come si fa storia nella (e
della) precarietà? Se tutte le cose si muovono e si
trasformano, nascono e periscono – si chiedeva
Platone nel Cratilo – come è possibile rapportarsi
alle cose e al mondo? come possiamo ancora parlare di qualche cosa se il qualche cosa non è mai
allo stesso modo?
Questo è il problema che cercheremo di affrontare nel seminario di Castel Madama, perché se il
qualche cosa non è mai allo stesso modo, l’ermeneutica non può più essere quella tradizionale che
riporta ciò che accade nei quadri di ciò che è accaduto, in una tradizione.
Anche perchè ciò che accade oggi è imprevedibile. Tutti noi siamo imprevedibili.
Basta soffermarsi sui fatti di cronaca per capire
come è cresciuto oggi il tasso di imprevedibilità
Non credo, ovviamente, che sia mai esistito un
tempo nel quale era facile conoscere in anticipo
l’assassino, ma oggi sembra che assassini possiamo essere tutti.
Politica
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La stessa vicenda dei terrorismi di destra e di
sinistra è a proposito molto eloquente: mentre
negli anni 60/70 diventare terroristi significava
seguire un certo percorso (antropologico, culturale, e politico), ora sembra che tutti possono diventare terroristi.
Di Curcio e Franceschini sapevamo tutto, dei
nuovi terroristi non sappiamo quasi nulla, forse
perché si entra nelle BR allo stesso modo con cui
si entra negli ultras della Roma o della Lazio, o
nella banda del quartiere.
È come se fosse rimasta solo una sottile soglia
qualitativa e quantitativa a dividere la nuova
devianza da modalità esistenziali che, in accordo
con i tempi, definiamo normali, e che in realtà
hanno una configurazione tossicomanica. La vita
quotidiana vissuta come droga potremmo dire.
Cibo, sesso, gioco, computer, realtà virtuali, giochi di ruolo, giochi d’azzardo, chirurgia estetica,
relazioni sentimentali vissute come dilemmi
ossessivi ed angosciosi, ormai quasi tutto si presta
ad una configurazione tossicomanica.
Ecco perché, per tornare al filo del nostro ragionamento, con una metodologia tradizionale noi
non comprendiamo più nulla. Non basta più un
metodo tradizionale, un metodo per universali
(che parla di fascismo, di comunismo, di terrorismo, ecc. come se si trattasse sempre, in posti
diversi, o in momenti storici diversi, dello stesso
fenomeno), ma occorre entrare in quello che chiameremo il contesto della singolarità.
Avvicinarsi a ciò che accade senza gli schemi
della tradizione.
Diceva Foucault in uno dei suoi Corsi al
College de France: supponiamo che gli universali
non esistono, e avviciniamoci a ciò che accade.
È di questo che parleremo nel seminario.
Supponiamo che gli universali non esistono.
Che è poi quello che facciamo solitamente quando vogliamo veramente bene a qualcosa o a
qualcuno.
D. Negli ultimi tempi si registra un grosso
successo degli incontri pubblici sulla politica,
la filosofia, la letteratura. A cosa pensi siano
dovuti questi successi?
Perché, lo dicevo già prima, noi viviamo una
vera e propria situazione di angoscia. Angoscia
nel senso classico, filosofico, di Kierkegaard, di
Sartre, e di tanti altri. Quella prigione senza muri,
di cui parlava Sartre, nella quale siamo costretti,
per così dire, a reinventarci quotidianamente il
senso del nostro esistere.
Infatti, l’esistenza, oggi, è solo la nostra singola esistenza, una esistenza che non poggia più su
nessuna essenza, che non è legata al passato e al
futuro da nessuna filosofia della storia, che non fa
parte di nessuna storia comune: come definire
questa situazione dell’uomo, oggi, se non come
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Politica
una situazione di angoscia? Non è essa, infatti,
l’espressione più chiara e più propria della situazione problematica alla quale è pervenuta la
nostra esistenza?
Ecco perché sentiamo il bisogno di una interrogazione più radicale, una esigenza di andare più a
fondo; ci si interessa di filosofia e di teologia perché siamo nudi al centro della scena, in un vuoto
che dobbiamo riempire.
Ecco la crucialità della storia del presente.
Anche perché solo se si entra in questa precarietà
è possibile spezzare il rapporto tra angoscia e
paura, tra paura e potere.
Questo è il problema cruciale, veramente attuale, che abbiamo ora dinanzi, e che è quello di
capire come si spezza questo rapporto, come si
interrompe questo circolo vizioso tra libertà del
singolo, paura e nuove forme di autoritarismo.
Occorre fare la storia della precarietà, entrarci
dentro, capire dove va o dove può andare, non
solo perché occorre spezzare il rapporto tra precarietà e potere, tra paura e potere, ma anche per
liberare l’angoscia (che ci deve essere, che non
può non esserci), perché – come scrive Panikkar –
l’angoscia è compagna della speranza e precorritrice della libertà.
Infatti, il problema non è l’angoscia, ma quello
di non far salire mai l’angoscia ad alta gradazione, perché oltre una certa soglia, ad un certo
grado di intensità, la situazione di angoscia (che è
ontologica) subisce al suo interno una biforcazione in due orizzonti di senso che sembrano escludersi reciprocamente, e finanche opporsi; una
biforcazione, una divisione, tra angoscia e paura,
tra chi questa angoscia la regge e chi, invece, non
la regge, e ha bisogno di trasformarla in paura, per
trovare una logica e un significato alla propria
infelicità.
Oggi, non a caso, la divisione è esattamente tra
chi vive nell’angoscia e chi vive nella paura; e tale
divisione comincia oggi ad essere e a configurarsi come una vera e propria divisione di classe, tra
abitatori del tempo e abitatori dello spazio, tra chi
vive – come l’èlite – dappertutto, e chi è costretto, invece, a vivere nello spazio, in uno spazio
sempre più degradato e sempre meno abitabile, e
proprio a causa della secessione delle élite.
Il problema vero, dunque, è quello di come collocarsi tra le due comunità.
Di come entrare in relazione con la paura e con
la comunità dello spazio. Con quale cultura? Con
quale forma di vita? Ecco le domande politiche
dell’oggi, di cui la politica non sa quasi più nulla.
In realtà, come sappiamo, questo era il vecchio
problema di Gramsci.
D. Da molti anni vivi nella nostra zona. La
zona che fa riferimento a Tivoli è densamente
abitata, ma molto dispersiva, con caratteristiche di periferia. Come pensi che si possa raggiungere un pubblico più vasto con iniziative
come questa?
Potrei partire dal Che cosa significa vivere in
provincia di Heidegger o da alcune cose molto
belle del nuovo meridionalismo, ma mi interessa
qui enunciare solo una presa di partito per la periferia.
Poiché è vero che in periferia si ha bisogno di
tante cose (in alcune di tutto), ma è vero anche
che solo da qui si può imparare veramente che
cosa serve per vivere, e si possono ancora formulare progetti.
Per vivere non servono soldi, ville, potere, per
vivere – scriveva una suora a cui sono molto legato – servono attenzione, aspettative, ripetto, armonia, nostalgia di altro, e, soprattutto, serve saper
desiderare. Bisogna saper desiderare per non subire passivamente la storia.
Il problema vero è che la periferia ha bisogno di
una visione autonoma delle cose, perché se la si
pensa solo come un luogo dove ancora non è successo niente e dove si replica tardi e male ciò che
celebra le sue prime altrove, essa è solo – hai
ragione – dispersione.
Tutto questo non vuol dire indulgenza verso il
localismo (anzi!), vuol dire, invece, pensare la periferia come una risorsa, come un luogo nel quale è
possibile pensare e vivere una vita più ricca.
Per far questo, per ricominciare a pensare in
modo differente la periferia occorre, innanzitutto,
liberarsi da un rapporto ossessivo con un modello
esterno, per riacquistare la forza per pensarsi da
sé, per riconquistare con decisione la propria
autonomia.
Il punto è che da noi questa cultura non c’è
(anche se Guidonia non è Tivoli o Castel Madama).
Ecco perché occorre una cultura dei luoghi, una
nuova consapevolezza di che cosa voglia dire il
nostro abitare sulla Terra e sotto il Cielo, perché i
luoghi stessi, oggi, hanno perduto il loro senso, non
funzionano più come punti d’ancoraggio, e sussistono solo in forma astratta, servendo, in tempo di
crisi, a denunziare l’altro che non si vuole.
Con te stiamo pensando ad una “Scuola di
Cultura politica”: se qualche Amministrazione ci
desse una mano forse potremmo dare un piccolo
contributo a questa necessaria inversione di rotta,
per costruire insieme una nuova coscienza territoriale, un nuovo modo di rispondere alla domanda
su che cosa significa abitare.
Sport
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ASD Castel Madama
riparte dalla Prima Categoria
di Ivo Santolamazza
Ha inizio il 30 settembre il campionato di Prima
Categoria nel quale parteciperà la squadra castellana. La prima gara degli amaranto blu, che militano
nel girone E, si disputerà a Castel Madama alle ore
16.00 al campo sportivo Attilio Testa dove la squadra di casa ospiterà il Gerano.
Dopo un’estate tormentata da dubbi e riunioni, le
due società castellane dell’anno passato, ASD
Castel Madama e Pro Castel Madama, hanno
deciso di formare un unico gruppo, risolvendo
così molti problemi che si erano creati in passato
come ad esempio gli spazi da dividere per l’allenamento.
In questi giorni di metà settembre si sta scegliendo la rosa che sarà composta da 25 giocatori. In
lizza 40 ragazzi tra atleti dello scorso anno e
nuove promesse. Sul prossimo numero de “La
Piazza” daremo i nomi e i volti dei calciatori selezionati. Un gruppo, sicuramente, quasi tutto formato da ragazzi di Castel Madama.
Un ruolo importante ha quest’anno il settore giovanile che, a detta di dirigenti e responsabili, sarà
seguito ancora di più degli altri anni.
Riparte così l’Associazione Sportiva Dilettantistica di Castel Madama che tra soddisfazioni e fatiche opera nel nostro paese dal 1968.
Pallavolo Femminile in Seconda Divisione
di Ivo Santolamazza
Dopo aver vinto lo scorso campionato di Terza
Divisione, le ragazze castellane ricominciano gli
allenamenti per affrontare il campionato di Seconda Divisione.
Il gruppo dovrebbe restare lo stesso dell’anno passato con qualche elemento che andrà a rinforzare e
completare la rosa.
Confermato l’allenatore Simone Ricci che dalla
metà di settembre ha ripreso in mano il gruppo per
iniziare la preparazione fisica della squadra. Allenamenti e partite in casa si svolgono, come sempre, nella palestra della scuola media in via Pio la
Torre.
L’inizio del campionato è previsto per novembre e
il Gruppo Sportivo Castel Madama è in attesa di
scoprire il girone e le squadre avversarie che
dovranno affrontare.
Dopo il percorso perfetto dello scorso anno, con
una sola sconfitta e una quantità esagerata di vittorie, staremo a vedere come si comporteranno
quest’anno le ragazze in un campionato di categoria superiore.
Sport
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LE GIOVANILI DELLA PALLAVOLO
di Ivo Santolamazza
Riprendono gli allenamenti per i giovani pallavolisti di
Castel Madama. Da settembre 2007 la palestra della
scuola media, in via Pio la Torre, si riempie di piccoli
atleti del Gruppo Sportivo Castel Madama. Infatti sono
molti i gruppi suddivisi per età. Per i più piccoli di
prima e seconda elementare si comincia con l’attività
motoria ed il gioco propedeutico a tre con palla bloccata. Poi ci sono i gruppi del mini volley di primo e secondo livello che riguardano rispettivamente bambini di
terza/quarta elementare per il primo livello e quinta
elementare/prima media per il secondo. Per i nati dal
1996 al 1998 comincia l’under 12 e l’under 13. Si sta
provvedendo anche per avviare la categoria under 14.
Poi c’è l’under 16. Ovviamente le categorie sono sia
maschili che femminili. Infatti per i più grandi i campionati sono divisi tra maschile e femminile, mentre i
più piccoli giocano insieme nella modalità mista. Per
vedere le prime partite di campionato under 16 dovremo aspettare novembre. Dopo le vacanze natalizie invece si succederanno i vari campionati e tornei di under
12, under 13, mini volley e palla bloccata.
Oltre ai campionati giovanili, il G.S. Castel Madama
affronterà anche le gare di Seconda Divisione femminile e Terza Divisione maschile. E per ragazze e signore,
anche over “anta” che vogliono divertirsi o che sono alle
prime armi, quest’anno ci sarà un campionato amatoriale dedicato a loro. Tutte le squadre si allenano nella
palestra della scuola media di Castel Madama, ovviamente in giorni e orari diversi. Il martedì e il venerdì gli
allenatori, che già stanno allenando i vari gruppi, aspettano in palestra tutti coloro che vogliono conoscere la
pallavolo.
SI SBALLA!
di Ivo Santolamazza
Sono cominciati i corsi della scuola di ballo Lady
Giuliastella. Anche quest’anno balli di gruppo e
balli di coppia per bambini, ragazzi e adulti. Le
attività si svolgono a Castel Madama presso la
sala sottostante la chiesa dei Frati Oblati.
Per i balli di gruppo ci sono vari turni che si differenziano in base all’età degli allievi e quindi in
diversi orari, pomeridiani e serali. Mentre per i
balli di coppia troviamo diversi stili, dal latino
americano al liscio, dalle danze standard a quelle
caraibiche che comprendono salsa, merengue e
bachata. Ovviamente ci sono corsi per principianti, cioè per chi non ha mai ballato o per chi vuole
affacciarsi alla danza per puro divertimento, e
corsi avanzati per chi affronterà, durante l’anno,
competizioni a livello provinciale, regionale e
nazionale.
Tutti i corsi, che per ora si svolgono il martedì e il
giovedì, sono seguiti da insegnanti professionisti,
tecnici federali del Coni e giudici di gara.
Già da settembre le ragazze del social dance, il
gruppo di punta della scuola Lady Giuliastella, si
allenano per le gare che dovranno affrontare tra
ottobre e novembre.
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Musica
“Quando la musica è gioia di vivere”
di Fabio Moreschini
Giovanni Allevi, pianista e compositore marchigiano molto amato dal pubblico giovanile, è
riuscito a smuovere le calme acque che lambiscono l’ambiente musicale italiano grazie a un
approccio alla composizione che cerca di far convergere nei brani oltre alla musica jazz, anche
molti aspetti della musica contemporanea. Saltato
all’attenzione del grande pubblico per aver fornito
la colonna sonora a uno spot della Bmw (il brano
è “Come sei veramente” dall’album “No Concept”), è ora molto apprezzato dalla critica nazionale e internazionale. L’innata sensibilità pop,
innestata su anni e anni di studio accademico, gli
ha permesso e gli permette ancora di vendere
decine di migliaia di dischi e di registrare sold-out
in tutto il mondo.
Il suo ultimo lavoro, “Joy”, merita davvero di
essere ascoltato, le 12 tracce che lo compongono
scorrono veloci, e ognuna di esse regala qualcosa
di nuovo all’orecchio dell’ascoltatore.
Per citare una frase di Allevi: “Joy è la mia libertà
di espressione musicale. Attraverso le sue note
posso esprimere i miei sentimenti più profondi: la
gioia della scoperta, l’incanto per la semplicità del
quotidiano, l’ebbrezza dell’essere gettati nell’esistenza ma anche la paura del vivere, fino all’incontro fisico con la Musica, nella carezza sui tasti
e nella densa vibrazione sensuale prodotta. Un
equilibrio dinamico che riassorbe in sé la molteplicità dell’esperienza e l’aspirazione all’infinito”
Analizziamo alcuni brani tratti dal cd:
– “Panic”: è una ballata molto dolce, che senza
essere mai stucchevole propone frasi molto originali e ci trasporta in atmosfere sognanti.
– “Waterdance”: come il titolo lascia immaginare,
è una danza vorticosa di suoni, passaggi jazz e
cambi di tempo. Senza dubbio uno dei pezzi più
interessanti dell’album.
– “L’orologio degli dei”: molto particolare. Nella
prima parte la melodia è classicheggiante, dopo di
che sfocia in parti più progressive e dissonanti che
si alternano fino alla fine del brano. Il capolavoro
dell’album.
– “Jazzmatic”: brano tecnicamente molto complesso, risulta forse un po difficile da ascoltare,
ma è certamente il più innovativo dal punto di
vista armonico.
– “Il bacio”: è ispirata al dipinto di Gustave Klimt,
e come il quadro la melodia è toccante, a tratti
onirica. Emozionante.
– “New renaissance”: altro brano tecnicamente
molto complesso, al contrario di Jazzmatic si
lascia ascoltare facilmente, nonostante fonda in
se la tradizione musicale barocca e contemporanea. Bellissimo il finale.
VOTO: 8.5/10
Un album molto valido, mordente e con delle
belle timbriche. Consiglio vivamente l’ascolto!
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Settembre - La Piazza