Anno 4 - Numero 8 - Settembre 2007 Periodico dell’Associazione Culturale Albatros SI RICOMINCIA: BUON LAVORO Scuola 3 BUON ANNO ... SCOLASTICO di Alessandra De Santis Un saluto di benvenuto alla nuova dirigente dell’istituto comprensivo di Castel Madama, Laura Maria Giovannelli L’anno scolastico 2007/2008 per l’Istituto Comprensivo di Castel Madama è iniziato con una novità: è arrivato il nuovo Dirigente Scolastico. Il giornale ha chiesto subito un’intervista alla nuova Preside Giovanelli, la quale prontamente si è resa disponibile, nonostante l’enorme mole di lavoro per l’avvio dell’anno. D - Preside Giovannelli, prima di passare alle domande, la pregherei di presentarsi professionalmente alla cittadinanza castellana e ai numerosi genitori ansiosi di conoscere il nuovo dirigente scolastico. R - Dopo una carriera di 25 anni come insegnante di lingua, ho ricoperto dapprima il ruolo di Preside incaricato presso la Scuola Media “Giovanni Pierluigi” di Palestrina, poi come vincitore di concorso sono entrata nel ruolo della dirigenza scolastica nell’istituto Comprensivo di Castel Madama. D - Quali sono le sue intenzioni ed i suoi progetti per il miglioramento e la crescita dell’istituto? R - Per il miglioramento dell’Istituto dal punto di vista strutturale la mia intenzione è quella di sensibilizzare le persone preposte alla scuola presso gli uffici comunali affinché le somme previste in bilancio vengano spese concordando le priorità al fine di salvaguardare la sicurezza di alunni, docenti e personale ATA e di creare per gli alunni un ambiente confortevole, rassicurante e bello. Per la crescita dell’Istituto, cioè della qualità dell’insegnamento, intendo valorizzare le professionalità presenti e incrementare la dotazione di materiali e attrezzature già in possesso della Scuola. D - Il primo Consiglio d’Istituto ha già segnato un cambiamento di rotta verso una maggior formalizzazione e responsabilizzazione dell’attività della scuola, mi riferisco alla decisione di non fare uscire gli studenti (materne ed elementari) senza un adulto che prelevi loro. Questo provvedimento ha trovato alcuni genitori spiazzati, visto che in un paese piccolo come Castel Madama alcuni bambini delle elementari vanno a casa da soli. Vuole spiegare le ragioni che hanno portato il Consiglio d’Istituto a deliberare in tal senso? R - Ci tengo a puntualizzare che non è di competenza del CDI ma una responsabilità del Dirigente Scolastico. Le ragioni di questo provvedimento, che potrebbe voler dire non responsabilizzare i bambini, derivano dalla legislazione che prescrive la riconsegna nelle mani dei genitori o di chi ne fa le veci dei minori da parte della scuola a cui sono stati affidati. I danni eventuali nel tragitto da scuola a casa sono imputabili al Dirigente che ne deve rispondere. D - Un altro aspetto che preme molto ai genitori è quello della progettazione del calendario scolastico (anticipi e ponti festivi), degli orari scolastici (tempo pieno e/o modulo), dei tempi dell’inserimento della materna, inoltre la preoccupazione delle famiglie è anche rivolta, per ovvie ragioni, alle sospensioni didattiche che a vario titolo si verificano durante l’anno scolastico. A questo riguardo pensa che vi sia la necessità di modificare alcuni aspetti? R - I ponti festivi erano già stati deliberati prima del 1 settembre 2007, pertanto ne ho solo preso atto: 2 e 3 novembre 2007 / 2 e 3 maggio 2008. La Scuola dell’Infanzia ha un orario di 40 ore settimanali come la Scuola Primaria, ad eccezione di due classi che lavorano a modulo con un rientro di due giorni a settimana mentre le altre classi svolgono un orario giornaliero dalle 8.30 alle 16.30. La Scuola dell’Infanzia e quella Primaria distribuiscono l’orario settimanale su cinque giorni e le lezioni restano pertanto sospese il sabato e la domenica. La Scuola Secondaria di I grado svolge 31 ore di lezione settimanali dal lunedì al sabato. L’inserimento dei bambini di 3 anni, secondo quanto prevede un progetto deliberato precedentemente al mio arrivo ha la durata di sei settimane. Per quanto riguarda le sospensioni didattiche esse si concretizzano solo in casi del tutto eccezionali quali la pericolosità effettiva degli ambienti (di competenza del Dirigente Scolastico) e altre motivazione che impediscano la fruibilità degli ambienti (es.: mancanza di acqua) di competenza del Sindaco. 4 Mensa scolastica TUTTI A... TAVOLA! di Fausta Faccenna Le novità della mensa scolastica: dal menù al nuovo appalto Durante l’estate, a mensa chiusa, sono cominciate le novità del servizio di refezione scolastica. Il Consigliere Comunale Luisa Troia e l’Assessore alla scuola Vincenzo Ascani hanno elaborato, insieme agli altri organi competenti (comitato mensa dei genitori, responsabili del servizio tra i docenti e con la collaborazione della dietista del Comune di Roma Nicoletta Funghi) importanti cambiamenti del servizio. Per cominciare il menù è stato modificato con un maggior inserimento di frutta e verdura di stagione proveniente da agricoltura biologica. La frutta, che spesso i bambini a fine pasto non mangiano, è stata utilizzata per la merenda. Arriverà lavata e verrà servita ai bambini della materna il pomeriggio e a quelli delle elementari a metà mattina. Ancora, in accordo con l’operato della Provincia di Roma che insieme con l’Acea vuole rivalutare l’acqua del rubinetto come acqua più controllata e più "buona" di quella imbottigliata, nella mensa dei bambini troveremo dei beverini a tenuta igienica dai quali sarà possibile prelevare l’acqua con apposite brocche. Tutto questo e altro ancora è stato messo sul nuovo capitolato speciale d’appalto per il servizio di refezione scolastica che è stato approvato dal Consiglio Comunale il 24 luglio 2007. Infatti quest’anno è stato necessario ridefinire l’appalto di gara per questo servizio. Nei primi giorni di settembre sono state aperte le buste della proposta ed è risultata vincitrice la ditta Vivenda srl, già detentrice dell’appalto, poiché è stata l’unica ditta a partecipare alla gara. La ditta aggiudicatrice, seguendo le indicazioni del nuovo capitolato e dell’appalto, ha proposto lavori di miglioramento della struttura mensa proponendo: il rifacimento della pavimentazione della cucina, l’insonorizzazione dei locali dei refettori, la sostituzione degli infissi esterni della cucina e dei locali mensa ed inoltre la sostituzione del forno, l’acquisto dei beverini e delle brocche da tavola. L’offerta proposta dalla Vivenda per il servizio è di euro 4,52. Una parte di questo costo è coperta dal Comune, un’altra di euro 2,73, deve essere coperta dalle famiglie. A questo proposito, già a partire da quest’anno scolastico, l’amministrazione comunale ha introdotto la domanda di iscrizione al servizio e il versamento del contributo anticipato. La scelta è stata condizionata dall’eccessivo numero di ritardatari nel versamento del contributo famigliare che rendono difficile la gestione economica del servizio. Il contributo dovrà essere versato in anticipo con scadenza bimestrale ed a fine anno sarà effettuato un conguaglio sull’effettivo consumo del servizio. Un’ulteriore innovazione messa a punto dall’assessorato competente è quella del servizio accoglienza.Tale servizio, che partirà in via sperimentale in questo anno scolastico, attraverso il finanziamento della Provincia di Roma, permetterà a quei genitori che lavorano entrambi e sono pendolari di affidare il loro figlio che frequenta la scuola materna o quella elementare ad alcuni educatori che accoglieranno il bambino dalle ore 7,30 alle ore 8,30. “La Piazza” Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Vicolo Giustini, n. 10 00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849 Anno 4, n. 8 - Settembre 2007 Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04 Direttore Responsabile: Rino Sciarretta Capo Redazione: Carla Santolamazza Redazione: Alessandra De Santis, Fausta Faccenna, Federico Chicca, Ivano Chicca, Ivano Moreschini, Ramona Pompili, Paolo Muzi, Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Valentina Torella, Gualtiero Todini, Ivo Santolamazza, Mario Cipriani, Flavia De Bellis, Fabio Moreschini Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355 Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama Chiuso in redazione il 00/09/2007 - Tiratura 1.500 copie SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com E-mail: [email protected] LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ DALLE ORE 18 ALLE 20 SOMMARIO • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Buon Anno ... Scolastico Tutti ... a tavola! Alcuni ritocchi alla macchina comunale Partito Democratico: primarie Un paese dis-ARMA-to? Un’estate fiammante Incendi a Castel Madama Rifiuti davvero ingombranti Forse non tutti sanno che... Notizie in breve IX Comunità Montana Vicovaro Tivoli V-Day Archivio storico Diario di un pellegrino laico Tradizioni popolari Intervista a Pasquale Serra Sport Musica pag. » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 3 4 5 6 8 10 11 12 13 14 16 18 23 25 27 28 31 32 35 38 Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli Amministrazione 5 Alcuni ritocchi alla macchina comunale a cura di Ivano Moreschini L’amministrazione comunale di Castel Madama ha da poco rivisto l’organizzazione della macchina comunale. Ad un anno di distanza dall’insediamento della nuova Giunta di centro sinistra, che aveva in gran parte confermato l’assetto organizzativo della precedente amministrazione di centro-destra, si sono resi necessari dei nuovi ritocchi alla struttura. NE PARLIAMO CON L’ASSESSORE AL PERSONALE PISTOIA ARMANDO Quali uffici e servizi sono stati interessati a questo cambiamento organizzativo? Gli uffici ed i servizi che sono stati rivisti sono in particolare il servizio finanziario e tributi ed il servizio amministrativo. La riorganizzazione attuale prevede la sostituzione di Antonio Salinetti, dimissionario, con Antonio Lavorato, attuale responsabile del servizio finanziario del Comune di Vicovaro. Il funzionario sarà utilizzato in convenzione con tale Comune fino al 31 dicembre 2007, ed in seguito si verificherà se vi sono le condizioni per rinnovare tale collaborazione oppure no. Il secondo servizio che è stato modificato è quello amministrativo. È stata conferita a Maria Teresa Desideri la responsabilità del servizio relativo all’istruzione, alla cultura, ecc. La Desideri aveva esercitato finora soltanto la responsabilità dell’Avvocatura comunale. Essa sostituisce nell’incarico di responsabile del servizio amministrativo Gianni Di Giovannantonio, anch’esso dimissionario. Quali sono le motivazioni che hanno portato a rivedere una decisione che era stata presa lo scorso anno? Rispetto al settore finanziario e tributi, che era stato assegnato, subito dopo l’insediamento dell’Amministrazione, ad Antonio Salinetti, c’è stata una richiesta da parte dell’interessato di essere esonerato dall’incarico di responsabile. Nonostante l’insistenza dell’Amministrazione, che temeva di ridimensionare una professionalità acquisita in tanti anni di servizio, il funzionario è stato irremovibile. Non restava pertanto che assegnare l’incarico a qualcun altro. La ricerca di un nuovo responsabile è stata piuttosto complessa, per la particolarità del settore e per la complessità dei problemi specifici di Castel Madama. La stessa situazione si è verificata con Di Giovannantonio, anche in questocaso l’Amministrazione comunale ha cercato di convincere il funzionario a mantenere la responsabilità del settore. Alla fine si è optato per una soluzione interna, richiamando ad alcune responsabilità in seno al Comune la D.ssa Desideri. Quale è quindi l’attuale situazione dei responsabili dei servizi del Comune? Il Comune ha attualmente 5 responsabili dei settori, rispetto agli 8 dell’Amministrazione Scardala. L’assetto è questo: il Segretario Comunale Gianni Di Rollo dirige il primo settore e in qualità di Direttore generale coordina i capi-settore; ai Lavori Pubblici c’è l’Ing. Crediano Salvati; all’urbanistica l’Arch. Elisabetta Cicerchia; al settore finanziario e Tributi il Dr. Antonio Lavorato, almeno fino al 31 dicembre 2007; al settore amministrativo c’è la D.ssa Maria Teresa Desideri. Inoltre preciso che abbiamo nominato Antonio Baiocco comandante dei Vigili Urbani dell’Unione dei Monti Lucretili ed Ernici (Castel Madama, Marcellina, San Polo dei Cavalieri). A distanza di poco più di un anno dalle elezioni, prova a tracciare un primo bilancio dell’attività della amministrazione, e degli obiettivi che si intende raggiungere con la nuova organizzazione Abbiamo cercato di praticare il programma con cui ci siamo presentati agli elettori: riorganizzare gli uffici comunali, ridurre i settori, valorizzare le risorse professionali interne al Comune. Come dicevo sopra, i settori e i relativi responsabili sono stati ridotti da otto a cinque, ottenendo una maggiore organicità e unitarietà nell’organizzazione degli uffici e una riduzione nelle spese, anche introducendo parametri di valutazione che hanno variato l’indennità di posizione dei capi-settore, prima data a tutti nella misura massima stabilita dalle norme contrattuali. Abbiamo offerto la possibilità alle professionalità interne di assumere incarichi di responsabilità, che da alcuni sono stati accettati, da altri no. Infine abbiamo avviato un processo di superamento della precarizzazione, facendo un contratto a tempo indeterminato (per ora di 18 ore, elevabili in futuro), a cinque operai e a cinque vigili urbani. Il nostro attuale impegno è di promuovere una forte motivazione tra tutti i dipendenti comunali attorno alla realizzazione di progetti e di programmi che migliorino il funzionamento della struttura comunale e i servizi ai cittadini. 6 Politica Partito Democratico: primarie del 14 ottobre a cura di Ivano Moreschini risponde il segretario dei DS Domenico Fabiani Quali sono le principali regole delle elezioni primarie del 14 ottobre 2007? (come si vota, per che cosa, ecc.) Il 14 ottobre 2007 è indetta l’elezione dei componenti della Assemblea costituente nazionale e, in collegamento con essi, del Segretario politico nazionale del partito democratico. È inoltre indetta, per la medesima data, l’elezione dei componenti delle Assemblee regionali e, in collegamento con essi, dei segretari regionali del partito. Possono partecipare in qualità di elettori e di candidati tutti i cittadini italiani che, al 14 ottobre, abbiano compiuto sedici anni nonché, con i medesimi requisiti di età, i cittadini dell’Unione Europea residenti, i cittadini di altri Paesi con permesso di soggiorno, i quali al momento del voto dichiarino di voler partecipare al processo costituente del Partito Democratico devolvendo un contributo minimo di Euro 5, ridotto a Euro 2 per gli elettori che non abbiano ancora compiuto venticinque anni. Al di là del freddo linguaggio dei regolamenti, il Partito Democratico nasce, evento singolare, per aggregazione di più soggetti politici e di parti di società, mediante un processo che vede tutti coloro i quali aderiscono idealmente al nuovo soggetto, eleggere direttamente l’Assemblea Costituente (istituto fondatore e organizzatore) e chi detta e realizza la linea politica; il Segretario. Rispetto ai congressi e alle assemblee nazionali, rispettabili forme di democrazia indiretta, mi sembra che la responsabilità e il grado di coinvolgimento politico richiesto siano ben diversi e maggiori. Occorre un Partito nuovo, ove i singoli appartenenti a forze politiche o ispirazioni ideali riconducibili al progetto dell’UlivoPartito Democratico che abbiano idee, che vogliano esprimere una proposta politica nuova per il Paese possano indicarla e democraticamente poterla realizzare. Adinolfi, Bindi, Gavazzoli Schettini, Gawronski, Letta e Veltroni hanno esplicitato la loro proposta e, se sostenuti dagli elettori, potranno realizzarla assumendo la carica della segreteria politica nazionale del Partito Democratico. Analogo sistema è adottato per le Regioni e successivamente per le Provincie. Gli auspici di un partito aperto, democratico, con processi costitutivi e gestionali che coinvolgano la più ampia platea possibile mi sembrano ampiamente verificati. Abbiamo discusso molto la forma ed il modo del nostro percorso politico, anche in diverse occasioni pubbliche, e visto numerosa la partecipazione dei cittadini. L’ultima manifestazione pubblica ha suscitato l’interesse per la costituzione del comitato promotore locale per il partito democratico anche di diversi cittadini non appartenenti ad alcuna forza politica. Ci sembra sia un buon viatico per continuare nello sforzo di dare forma ad un partito di centrosinistra che ha l’ambizione effettiva di cambiare, modernizzare il paese e rendere la politica più vicina alle persone. Chiarezza, semplicità, trasparenza e serietà delle proposte dovranno essere il filo guida nella stesura dei programmi, nell’azione di governo, nella scelta delle persone. Quali saranno le novità organizzative a livello locale ? Per esempio: ci sarà ancora una Federazione di Tivoli, come è attualmente per i Democratici di Sinistra ? Il PD, è ormai chiaro, è un partito organizzato su base territoriale (Comunale, Provinciale, Regionale, Nazionale). Le quattro federazioni DS che attualmente coprono l’ambito di territorio della Provincia di Roma (Castelli, Civitavecchia, Roma, Tivoli), comporranno un’unica Federazione Provinciale. Un contesto d’area vasta, ritengo, possa meglio contribuire a risolvere le questioni in una visione complessiva del territorio, il cui assetto va certamente osservato nella sua interezza. Inoltre questa soluzione può meglio riequilibrare il peso politico della provincia rispetto al suo capoluogo. Quali sono le sensazioni che percepisci negli iscritti ai Democratici di sinistra? Cosa si aspettano dal Partito democratico? Proprio per il processo di discussione prima ricordato, gli iscritti ed i simpatizzanti dei Democratici di Sinistra hanno ben chiaro il percorso politico che il partito sta effettuando e la quasi totalità ne è intimamente convinto. Altrettanto chiara si percepisce la nostalgia, la tristezza di una fase politica importante che si chiude. I passaggi PCI – PDS e PDS – DS, non hanno cambiato il nocciolo della visione politica e dell’organizzazione del partito, ora invece si tratta di fondere esperienze diver- Politica 7 Democratico. Ed a Castel madama cosa succederà? Quando si eleggerà il nuovo segretario del partito Democratico ? E la sede del partito, quale sarà? se e, spesso, in passato antitetiche, di contaminare esperienze politiche e personali a cui si è accompagnata buona parte della vita di molti. Certamente il processo in atto non è facile né per i Democratici di Sinistra, né per gli amici della Margherita; ma occorre alla politica un salto di qualità, occorre al Paese un salto di qualità e la fondazione del Partito Democratico sarà determinante a ciò. Tutti coloro con i quali ho parlato, vi assicuro molti, sono convinti che occorra andare avanti con la costituzione del Partito Democratico; anche i più scettici. Credo sia ormai un processo che, anche volendo, non possa essere più fermato e non si debba fermare anche in futuro, cercando anche con altri Partiti una ulteriore sintesi unitaria. Per me, che credo da tempo alle ragioni dello stare insieme dei partiti del centrosinistra, piuttosto che alle ragioni della loro divisione, riuscire a formare con buoni risultati il PD è motivo di soddisfazione. Non comprendo, ma rispetto, la collocazione politica attuale dei socialisti, ritenendo già da tempo la loro naturale ubicazione insieme ai Democratici di Sinistra, ed ora insieme al P.D. È un’occasione persa, ma non dobbiamo rinunciare al dialogo e lasciare spazi politici che consentano in futuro la speranza di una casa comune. È importante che la storia e l’esperienza socialista possano un giorno ulteriormente arricchire il Partito Partecipando ad una festa popolare, quali sono le primarie, il 14 ottobre andremo a votare per la elezione dei componenti l’assemblea costituente nazionale e regionale e per i rispettivi segretari. Entro dicembre voteremo ancora, per l’elezione dei componenti l’assemblea costituente provinciale e del segretario provinciale. Nulla è stato definito ancora rispetto all’elezione dei segretari cittadini o locali. Ritengo però per analogia che dovranno essere adottate le stesse metodologie di scelta per i segretari provinciali e regionali. Non so se le chiameremo primarie, ma ritengo che le persone che ci sostengono non capirebbero metodi diversi, che non diano la effettiva possibilità di dare forza ad un progetto politico proposto da una o più persone. Il metodo delle primarie è un’esperienza ormai collaudata, ricca di utilissime indicazioni nella scelta della linea politica, delle persone e foriera di positivi riscontri; senz’altro da continuare. La sede del Partito Democratico a Castel Madama sarà decisa, naturalmente, dal responsabile politico e dal gruppo dirigente del Partito Democratico. Presumo però, visto che i Democratici di Sinistra posseggono il diritto d’uso dei locali in Vicolo Giustini, 10, che la scelta cadrà naturalmente su ciò che può essere utilizzato in forma gratuita, piuttosto che gravare sui bilanci dei partiti. ANCORA DISAGI PER L’ACQUA ANCHE A SCUOLA Il Sindaco invia un ulteriore sollecito all’Acea ATO2 chiedendo la risoluzione definitiva del problema, perché continuano i disagi per i castellani a causa di improvvise interruzioni della fornitura idrica. Ad essere interessati dal problema sono soprattutto gli abitanti di Via della Libertà e di un tratto di Via San Sebastiano. Centinaia di famiglie da mesi sono costrette a fare i conti con i rubinetti a secco nel corso delle ore pomeridiane e talvolta fino a notte fonda. Ad aggravare la situazione anche l’avvio dell’anno scolastico, con 450 allievi che frequentano le lezioni nel pomeriggio presso la scuola elementare. Un problema che già lo scorso 6 giugno portò all’interruzione delle lezioni, a causa dell’impossibilità di utilizzare i bagni, arrecando disagi per le famiglie. A giugno era stato approvato all’unanimità in Consiglio Comunale l’ordine del giorno che invitava l’Acea ATO2 a garantire la regolare fornitura di acqua, impegnandosi ad avvertire tempestivamente gli utenti nel caso in cui vi fossero delle interruzioni. Veniva, inoltre, sollecitato l’immediato ripristino della funzionalità degli strumenti che assicurino il telecontrollo del flusso idrico, l’apertura di un ufficio dell’Acea ATO2 presso il Comune castellano e la creazione di un’efficiente struttura di pronto intervento territoriale. Ma nonostante i numerosi solleciti da parte dell’Amministrazione comunale nulla è cambiato. 8 Società U N P A E S E D I S -A A R M A -T TO? di Paolo Muzi Gravi difficoltà di natura tecnica e finanziaria hanno fino ad ora impedito di trovare una soluzione ad un problema antico, quello della Caserma dei C.C. Chi tra i nostri lettori si collegasse al sito dell’Arma dei Carabinieri, nella sezione organizzazione territoriale, in corrispondenza del nome Castel Madama potrebbe leggere la dizione “stazione attualmente ripiegata su Vicovaro”. In questi due termini, “attualmente” e “ripiegata”, sta racchiuso tutto il disagio e la frustrazione che stanno vivendo i servitori dello Stato chiamati ad operare nel nostro paese. E’ proprio per dare voce all’Arma che abbiamo deciso di intervistare il Comandante della stazione di Castel Madama Vincenzo Campana. Maresciallo Campana sono ormai diversi mesi che avete dovuto lasciare la vecchia caserma; come vi trovate nella sistemazione provvisoria di Corso Cavour e quali sono i limiti logistici imposti dalla nuova situazione ? mo potuto porvi rimedio. Soffriamo anche l’assenza di un collegamento intranet con il nostro comando mentre la mancanza di casseforti ci impedisce di avere a disposizione documenti, timbri ed altro materiale sensibile; anche la camera di sicurezza, l’archivio, l’armeria ed il guardaroba sono stati riposizionati presso la stazione di Vicovaro; come se non bastasse vi è l’impossibilità di poter disporre di una rimessa di servizio e di predisporre un seppur minimo perimetro di sicurezza antistante i locali. Considerando quindi che a Castel Madama non è pro priamente presente una caserma ma solo il suo frontoffice, quale è, sul piano operativo, il servizio che oggi l’Arma puo garantire alla nostra comunità? A Castel Madama sono rimasti solo gli uffici per la ricezione del pubblico, mentre per l’alloggiamento degli effettivi ci appoggiamo alla stazione di Vicovaro. I locali sono stati ricavati da un vecchio stabile dagli spazi angusti, che condividiamo con la polizia municipale ed in cui occupiamo due piccole stanze. La disposizione sottotetto fa sì che si soffra il freddo d’inverno e il caldo d’estate; si pensi che a giugno non disponevamo neppure di un condizionatore adeguato ed è solo grazie alla generosità di alcuni cittadini se abbia- Purtroppo, anche tenendo conto dei limiti organizzativi di cui sopra, il servizio risulta precario e discontinuo e ciò ci addolora. Scontiamo però un sottodimensionamento rispetto ai compiti che siamo chiamati ad adempiere: il presidio dispone infatti di 6 effettivi, contro uno standard di 8, ed anche se il comando territoriale dovesse cambiare idea, assegnandoci più carabinieri, in queste condizioni non sapremmo proprio dove alloggiare e come far lavorare gli uomini in più. In conseguenza di ciò l’orario di apertura al pubblico è passato da 12 a sole 4 ore, di cui 2 nella fascia pomeridiana; si tratta, inutile dirlo, di un La vecchia caserma La sede provvisoria della caserma Società orario insufficiente a far fronte a tutte le richieste e le segnalazioni che quotidianamente ci giungono. I tempi di attesa per ottenere un qualsiasi certificato o un duplicato della patente di guida sono raddoppiati e gli interessati debbono tornare piu volte nei nostri uffici; questo perché ogni pratica deve essere materialmente trasportata alla stazione di Vicovaro, dove verrà poi lavorata (anche tenendo conto delle priorità operative di quest’ultima). L’Arma sta cercando in tutti i modi di alleviare i disagi sofferti dai cittadini e a testimonianza dell’impegno profuso si possono citare le oltre 350 ore (contro un massimo ammesso di 120) di straordinario svolte nel solo mese di luglio. Non manca chi, fra i nostri concittadini, lamenta una scarsa presenza delle forze dell’ordine sul territorio; lei come risponde a queste osservazioni? è solo un problema di visibilità o c’è dell’altro? Le porto un piccolo esempio che può risultare più esplicativo di mille parole: solo i continui spostamenti tra Vicovaro e Castel Madama, all’inizio ed al termine di ogni turno, ci costano circa un’ora; sembra poco ma, se si considera che siamo organizzati su turni di 6 ore, nell’arco di una settimana “disperdiamo” una ventina di ore, una enormità poiché è tempo sottratto al controllo del territorio. La repressione dei reati, il mantenimento e la difesa dell’ordine pubblico costituiscono da sempre la nostra attività principale ma siamo letteralmente sommersi dall’assolvimento di molteplici, altri, doveri. A volte la procura ci chiede di rintracciare persone che si sospetta risiedano su questo territorio o di fornire informazioni in merito a questo o quel soggetto e ciò, inevitabilmente, distoglie risorse da altre azioni. Nell’ultima settimana, oltre alla normale amministrazione, siamo intervenuti su richiesta dei cittadini per 6 liti in famiglia, 5 incidenti stradali con feriti, 2 ricoveri coatti, 3 liti tra cittadini comunitari, 4 incendi, 7 sopralluoghi di furto. Se non ci fossero stati i Carabinieri di Castel Madama chi si sarebbe occupato di questi casi di primaria importanza per la comunità? Il nostro è quindi un servizio fatto di tanta sostanza e di una buona dose di discrezione, vogliamo continuare a farlo sempre meglio ma per questo sarebbe utile una più fattiva collaborazione tra castellani e forze dell’ordine.Vorrei concludere dicendo che in questa “stagione diffi- 9 cile” il Comando dei Carabinieri sta impegnando tutte le risorse migliori di cui dispone, mi permetta quindi di ringraziare i miei uomini, cui non è venuto meno impegno, disciplina e spirito di sevizio. Cosa chiedete e cosa Vi aspettate dal futuro? L’Arma chiede alla comunità di essere messa in condizione di operare e per farlo bene Le è indispensabile una caserma; non è pretendere molto. In tal senso dobbiamo riconoscere la buona volontà dell’attuale Amministrazione, che si è prodigata nel tentativo di trovare una soluzione al problema, anche se negli ultimi tempi notiamo un preoccupante rallentamento dell’iter amministrativo di approvazione. Mi permetto soltanto di ricordare ai lettori che se quest’anno si concluderà senza la posa della prima pietra, l’Arma rinuncerà al presidio di Castel Madama. Se ciò dovesse accadere mi dispiacerebbe sia per il gruppo di carabinieri sotto il mio comando, che finirebbe inevitabilmente disperso, sia per i cittadini castellani. Queste le parole, questa l’intervista. Ma nelle ore passate accanto a questi uomini in divisa non abbiamo potuto non avvertire, negli occhi di alcuni di essi, un certo scoramento. Un senso di amarezza misto a rassegnazione dovuto alla percezione di essere stati dimenticati dalla comunità. Una comunità la cui attenzione, negli ultimi tempi, è sembrata tutta proiettata verso altri piu lieti (e meno impegnativi) “eventi”. Non ci sorprende che la notizia di una possibile partenza dell’Arma renda sollevati coloro che, nel seno della nostra cittadina, vivono e prosperano nel cono d’ombra della illegalità; spiace invece registrare le reazioni di quanti, certamente in buona fede, non avvertono la gravità delle conseguenze e si limitano a fare spallucce, ritenendo che alla loro assenza si potrà porre rimedio ricorrendo al Comando Carabinieri di Tivoli, affidando la “gestione dell’ordinaria amministrazione” ad una più massiccia presenza della Polizia Locale... Allo stato attuale non sappiamo se e per quanto tempo verremo privati di un presidio di carabinieri, ma indipendentemente da come si risolverà la vicenda sarà necessario ricomporre ad unità l’attuale separazione tra società civile e forze dell’ordine. 10 Attualità UN’ESTATE FIAMMANTE: LA MIA ESPERIENZA NEL GARGANO di Ivano Moreschini È uno di quei casi in cui non è piacevole poter dire: “io c’ero”. Si tratta della giornata di fuoco che ha investito il Gargano il 24 luglio 2007, provocando tre morti, molti danni e tanta paura. Ebbene, io c’ero: insieme alla mia famiglia, stavamo passando le vacanze in un campeggio a 2 km da Vieste, sulla strada che va verso Peschici. Uno potrebbe dire: ma perché raccontarlo su un giornale locale? La risposta è molto semplice: tutti abbiamo capito ormai che il clima è cambiato; queste situazioni potrebbero essere più frequenti di un tempo. Può essere utile puntare un poco l’attenzione su come una normale vacanza si può tramutare pian piano in una giornata di ordinaria paura. Erano già un paio di giorni che faceva più caldo del normale: del resto ce l’hanno ripetuto più volte che una delle novità del clima impazzito sono le ondate di calore che durano più giorni. La mattina, io ed i bambini partiamo verso le nove per andare a fare la spesa a Vieste. Verso le nove e mezza per strada si boccheggia: uno dei termometri del centro segna già 38°. Gli anziani vagano come storditi. C’è un vento di scirocco che porta vampate di fuoco sul viso. Facciamo la spesa in fretta e torniamo in camping. Verso le dieci e mezza scendiamo in spiaggia. Ci restiamo mezz’ora: dopo un veloce bagno si capisce che non è la giornata adatta per stare al sole. Intanto continua il vento di scirocco, anche con folate violente che fanno saltare qualche ombrellone. Decidiamo di tornare nel bungalow: del resto la spiaggia è quasi deserta. Lontano si vede qualche focolaio d’incendio, ma nessuno ci fa caso più di tanto: nessuna notizia è ancora arrivata, e peraltro gli incendi violenti a Peschici scoppieranno dopo le undici. Arrivati nel bungalow decidiamo di chiudere, oltre alle persiane, anche i vetri delle finestre: l’aria che entra è troppo calda per resistere. Chiusi nel bungalow passeremo le ore più calde della giornata, seduti o sdraiati, alzandosi ogni mezz’ora per una doccia fredda per avere un piccolo refrigerio. Verso le tre di pomeriggio anche i mobili cominciano a scottare. Noi intanto siamo isolati: il bungalow non ha televisore, la radio non l’abbiamo portata. L’atmosfera è innaturale, ma non sappiamo nulla di quello che sta succedendo nella zona. Si sente ogni tanto vo- lare un elicottero. Ogni tanto esco dal bungalow per vedere se il clima migliora: mi arrivano delle ondate di calore terribili; lo scirocco continua a soffiare forte. In spiaggia il bagnino ha misurato 53° al sole a mezzogiorno.Verso le cinque decido di uscire a vedere la situazione del campeggio: c’è un po’ di agitazione, qualcuno dal punto più alto del campeggio osserva un focolaio non molto lontano. Mi avvicino ad un campeggiatore, che mi descrive una situazione preoccupante: l’incendio forte a Peschici, i morti, i campeggi distrutti, il paese evacuato, le vie di fuga bloccate. Intanto il focolaio si avvicina, il personale del campeggio è in agitazione, un nostro vicino di bungalow carica i bagagli in macchina e va via, non si capisce bene dove: penso sia arrivato al massimo a Vieste.Verso le sei del pomeriggio ci dicono di scendere in spiaggia. Si insinua una certa ansia: prepariamo in fretta le valigie, le mettiamo in macchina, parcheggio la macchina sperando di ritrovarla intatta. Qualche zainetto e quello che avevamo addosso, ci aspettano delle barche di pescatori che ci avrebbero portato alle Tremiti, visto che Vieste ormai era piena. Fortunamente il fuoco viene domato. Verso le sette e mezza ci dicono che il pericolo è passato. Andiamo a cena, ma la notte non sarà così facile dormire. Nel campeggio un’aria irreale, una sensazione di disgrazia evitata per un soffio. Poi il giorno dopo la spiaggia quasi vuota, molti partono. Il 25 era mercoledì, noi restiamo fino al sabato. Siamo stati anche bene. Ma è come se si fosse rotto qualcosa. Sicuramente bisogna colpire i piromani, sicuramente i soccorsi non erano organizzati. Ma dentro di me sono convinto che il problema è il clima: i soccorsi possono evitare i danni, ma la temperatura così alta non la ferma nessuno. Attualità 11 INCENDI ANCHE A CASTEL MADAMA di Ivano Moreschini Ne parliamo con Amerina Paolacci, Vice-Sindaco ed assessore all’urbanistica, uno dei settori più interessati alle conseguenze degli incendi Anche Castel Madama questa estate è stato colpito dagli incendi, in maniera a volte violenta e vicina al centro abitato. Basta passare sulla parte finale di Via Roma, nella strada che conduce alla stazione ferroviaria, per vedere tuttora le conseguenze di quello che è accaduto. Come ha fronteggiato il Comune di Castel Madama l’emergenza incendi di questa estate? Quando si verificano questi eventi le forze in prima linea sono quelle istituzionali: i riferimenti naturali sono i Carabinieri e la Polizia Locale. Ma a Castel Madama si è potuto contare anche sulla disponibilità e sull’impegno della Protezione civile, che ha dato il suo contributo determinante. Non va dimenticato anche il ruolo della IX Comunità Montana che con il suo servizio antincendio ha offerto il suo supporto al nostro come agli altri comuni. Si pensa che gli incendi siano stati dolosi? È sempre molto difficile individuare le cause di questi inqualificabili episodi, non abbiamo elementi per propendere per l’una o l’altra ipotesi. Personalmente ritengo che più che motivazioni che possano far pensare ad intenti dolosi, vadano ricercati ed individuati comportamenti superficiali nella gestione del territorio e delle proprietà e soprattutto comportamenti stupidamente imitativi, anche a fronte del grande interesse e spazio, peraltro dovuti, che tutti gli organi di stampa e di comunicazione in genere hanno dedicato a questo fenomeno. Si fa un gran parlare della necessità che i Comuni si dotino di un catasto aggiornato dei terreni colpiti dagli incendi, per rendere concreto e reale il divieto di edificare per dieci anni dall’incendio. Il Comune di Castel Madama a che punto sta in questo senso? Anche il nostro Comune deve ottemperare alle disposizioni vigenti in materia: nello specifico deve dotarsi del catasto delle aree interessate, a partire dalla stagione estiva del 2006, da incendi boschivi in ottemperanza alla legge 353 del 2000. Per far ciò bisogna individuare e perimetrare le aree interessate. Proprio al fine di acquisire tutti gli elementi l’Ufficio Tecnico sta richiedendo le relazioni degli interventi effettuati al Corpo dei Vigili del fuoco, al Corpo Forestale dello Stato, ai Carabinieri ed alla Polizia locale. Quando avremo ottenuto tutte le relazioni, l’Ufficio procederà agli adempimenti necessari per avere lo strumento indispensabile ad applicare divieti, prescrizioni e sanzioni previste dall’art. 10 delle legge 353 del 2000. Quali saranno le misure da prendere per l’anno prossimo per evitare il ripetersi di gravi episodi? Alla luce di quanto ho appena detto penso che sia necessario rafforzare la collaborazione e il coordinamento con tutte le forze istituzionali presenti sul territorio e di intensificare la potenzialità operativa della cellula locale di Protezione Civile. Penso anche, però, che la mossa vincente sia l’apertura di un percorso di sensibilizzazione e di educazione permanente alla nostra popolazione utilizzando tutti i canali: scuola, associazioni, istituzioni, per indurre a percorrere pratiche di rispetto ambientale, basate sul valore fondamentale dell’impegno personale 12 Amministrazione RIFIUTI DAVVERO INGOMBRANTI di Federico Chicca Da alcuni mesi è stato chiuso il centro di trasferenza per la raccolta dei rifiuti solidi urbani ingombranti conosciuto come “ex-mattatoio” in zona “Ara della Covarda”. La chiusura dell’unico sito per la raccolta di questi rifiuti ha portato ad una situazione di emergenza visto che non sono state adibite zone alternative provvisorie per la loro raccolta. Insieme al Sindaco Giuseppe Salinetti e all’Assessore ai Lavori Pubblici con delega ai Rifiuti Solidi Urbani Aldo Testi, abbiamo cercato di capire come si è arrivati a questa situazione e cosa stia facendo l’Amministrazione per risolvere il problema. Riguardo la situazione d’emergenza bisogna dire che questa si è particolarmente acutizzata per il fatto che molti punti di raccolta rifiuti nei comuni limitrofi hanno chiuso, inducendo così anche i non residenti in Castel Madama a riversare i loro rifiuti nel nostro comune. Causa principale della chiusura dell’ex-mattatoio non è però l’aumentata mole di rifiuti che ha messo in evidenza la mancanza dei requisiti tecnici minimi del sito facendone dichiarare conseguentemente l’inidoneità all’Ufficio Tecnico. Il motivo principale è che l’IHG ha rivendicato il diritto di disporre dell’area, per la quale sta pagando al Comune un canone d’affitto sin dall’ottobre 2005, per la costruzione di un centro di riabilitazione. La minacciata iniziativa legale dell’IHG, ormai nell’area da tempo, con conseguente chiusura del sito e la tempistica per l’ottenimento del finanziamento per la costituzione di una nuova isola ecologica hanno creato il problema di gestione del periodo di transizione dalla chiusura dell’ex mattatoio fino all’apertura della nuova isola ecologica, per la quale la Regione Lazio ha gia stanziato un finanziamento di 150.000 euro. Tale finanziamento è stato concesso dietro presentazione di un complesso progetto, approntato dall’Amministrazione attuale, che permetterà la risoluzione definitiva della raccolta dei rifiuti ingombranti grazie alla costruzione di una nuova isola ecologica presso la zona soprastante la galleria “San Quirico” dell’autostrada A24. Tempo di realizzazione dell’opera: cinque mesi circa. Come ammettono gli intervistati non ci si aspettava un periodo tanto lungo dalla presentazione del progetto all’effettiva disponibilità del finanziamento, si pensava al contrario che l’isola ecologica potesse essere aperta prima della chiusura dell’ex mattatoio e visto che questo tempo di transizione non era stato considerato, non si poteva nemmeno programmare una gestione del periodo transitorio stesso. Riassumendo quindi potremmo dire che il sensibile aumento dei rifiuti derivante dalla chiusura dei punti di raccolta limitrofi, le difficoltà tecniche di individuare un punto alternativo che potesse momentaneamente sostituire l’ex punto di trasferenza dell’Ara della Covarda, la legittima rivendicazione dell’IHG del terreno e la tempistica del finanziamento per il quale l’Amministrazione confidava potesse essere ottenuto in maniera più celere hanno portato a questa situazione di emergenza. Secondo punto cruciale della questione è come risolvere il problema. Riguardo al fatto che anche persone dei comuni limitrofi vengono a scaricare i loro rifiuti sul nostro territorio, l’Amministrazione ha raggiunto un accordo con i Ranger per arginare lo scarico abusivo. Ma la domanda più importante rimane la seguente: dove possono buttare i rifiuti ingombranti i castellani? Per ora non c’è una risposta definitiva anche se assicura il Sindaco Salinetti è in corso una trattativa per permettere la risoluzione del problema al più presto possibile visto che stiamo vivendo questa situazione di emergenza ormai da mesi e i rifiuti accatastati fuori l’ex-mattatoio e in altre zone del territorio castellano ne sono la prova. La ricetta secondo l’Amministrazione è la raccolta porta a porta dei rifiuti ingombranti o in alternativa la riapertura una volta la settimana dell’ex-mattatoio. Pro-Loco 13 FORSE NON TUTTI SANNO CHE ... di Mario Cipriani (Presidente dell’Associazione Pro-Loco di Castel Madama) Forse non tutti sanno che alle associazioni ProLoco del Lazio da anni sono stati tagliati i contributi regionali e provinciali, è bene che questa realtà la conoscano tutti. Siamo consapevoli che l’esordio potrebbe far pensare al classico antico detto che recita: una giustificazione non richiesta è una manifesta auto accusa. Non siamo nella circostanza poiché non abbiamo alcunché per doverci scusare. Abbiamo chiesto ospitalità a “La Piazza”, che gentilmente ce l’ha concessa e ringraziamo la redazione, con il solo unico obiettivo di informare i concittadini della condizione economica dell’Associazione; delle manifestazioni promosse e realizzate sia autonomamente, sia in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. Non vogliamo neppure auto gratificarci, ma ciò che è oggettivo deve pur essere detto. Nonostante la mancanza di contributi, di cui sopra abbiamo detto, tuttavia siamo riusciti a far fronte alla non indifferente spesa annua di 3.100 euro affrontata solo per poter tenere la bottega aperta, cioè per pagare i fitti della sede di Piazza Garibaldi e dei magazzini dove si conservano materiali di ogni genere necessari non solo alla Pro Loco, ma anche a persone ed associazioni che ne chiedono il prestito. Per inciso dobbiamo sottolineare che della nostra Associazione si parla e sparla ma poi, quando si ha necessità ad essa si ricorre ed assai spesso si trova la porta aperta. Ci riferiamo anche a certi predicatori di piazza i quali ai bei discorsi non fanno seguire i fatti. Tra quegli oratori ce ne sono alcuni che di fronte ai nostri reiterati inviti ad assumere incarichi di responsabilità ci hanno fatto vedere quanto sono bravi a fuggire. Lavoro duro cari concittadini quello della Pro Loco, non sempre riconosciuto, niente affatto retribuito, anzi per le difficoltà economiche non di rado qualcuno è costretto, per far fronte alle esigenze, a mettere mano al proprio portafogli. Così anche quest’anno è stato possibile organizzare delle manifestazioni. È appena il caso di ricordare le estive serate danzanti al Parco Oudenaarde; la festa dei nonni con la premiazione alla compianta Signora Antonietta Capobianchi (purtroppo deceduta qualche giorno fa alla soglia dei cento anni, li avrebbe compiuti a dicembre) ed al Signor Giuseppe Piselli; le serate cinematografiche ai Collicelli, manifestazioni queste realizzate in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura. Non possiamo non ricordare la quarantanovesima edizione della Pera Spadona, nel 2008 taglierà il traguardo del mezzo secolo dopo di che potremo essere disponibili a ripensarla. Abbiamo volutamente lasciato per ultimo il discorso che riguarda il Palio perché nel neonato giornale edito dal Comune di Castel Madama è stato pubblicato il lungo articolo Palio 2007, bello nonostante tutto firmato il Sindaco e l’Amministrazione Comunale. Ci sembra inutile tornare su quanto è accaduto, daremmo solo motivo ad ulteriori, inutili polemiche. Ci interessa di più soffermarci sulle proposte fatte dagli amministratori per trovare soluzioni ai molti problemi che ci sono, in linea di principio concordiamo con le soluzioni abbozzate, certo sarà necessario sederci e parlare, come essi stessi hanno detto. Non è sicuramente un caso se l’esigenza di rientrare nelle spese è stata messa in primissima fila, quella esigenza la sentiamo anche noi perché, nonostante il lodevole sforzo fatto dall’Amministrazione, il suo contributo non ci è stato sufficiente per coprire tutte le spese. Poi con i proventi che potrebbero arrivare dal Palio l’Amministrazione stessa potrà garantire anche a noi e ad altre associazioni il necessario contributo per mantenere le sedi. Per la verità ciò già avviene per diverse associazioni e, a nostro parere, non tutte sono meritevoli Al centro Antonietta Capobianchi e Giuseppe Piselli premiati alla festa dei nonni del pubblico sostegno. 14 Notizie Brevi NOTIZIE BREVI AGRO ROMANO ANTICO, UN PROGRAMMA PER VALORIZZARLO È stato approvato un accordo di programma per la valorizzazione, la tutela e lo sviluppo sostenibile dell’Agro Romano Antico. Il comune di Castel Madama, insieme alla Provincia di Roma e ai comuni di Casape, Gallicano nel Lazio, Castel San Pietro Romano, Palestrina, Poli, San Gregorio da Sassola, Tivoli, Zagarolo e l’VIII Municipio di Roma, ha intrapreso un’opera di valorizzazione dell’area denominata “Agro Prenestino Tiburtino”, ricca di testimonianze archeologiche e di paesaggi agrari ormai quasi estinti. Il cosiddetto “Patto per l’Ambiente”, sottoscritto dal comune castellano, prevede la tutela del paesaggio, delle tradizioni agricole rispettose della natura, la realizzazione di una rete di percorsi, l’educazione ambientale; ma anche lo sviluppo della ricettività turistica, il recupero dei centri storici e dell’artigianato locale. CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI Comune: 0774-45001 Pro-Loco: 0774-449500 Carabinieri: 0774-447002 Vigili Urbani: 0774-447305 Ospedale Tivoli: 0774-335086 Farmacia: 0774-447001 Vigili del Fuoco: 115 Servizio Guardia Medica: 118 Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938 Protezione Civile: 0774-4500243 Biblioteca Comunale: 0774-4500209 U.S.L. RM/G - Tivoli - Prenotazioni 800986868 Per pagamento Ticket CCP N. 52577616 – Azienda U.S.L. ROMA G sulla causale mettere C.F. ASL 04733471009 Notizie Brevi 15 USO IDROELETTRICO DELL’ACQUA DELL’ANIENE Il 9 agosto è stato raggiunto un accordo tra la Regione Lazio e l’Enel in merito alla revisione della concessione per uso idroelettrico dell’acqua nell’Alta Valle dell’Aniene. Il Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Guido Milana, è soddisfatto ed afferma che: “Dopo l’accordo raggiunto con l’Enel, finalmente l’acqua tornerà nel fiume e nei rubinetti”. Qualche mese fa il Presidente Milana aveva presentato, insieme ad alcuni colleghi, una mozione in cui sosteneva che solo con la riduzione dei livelli di captazione di acqua ai fini di produzione idroelettrica si poteva garantire il minimo vitale al fiume Aniene e rendere compatibile il prelievo idrico ai fini dell’alimentazione umana. Infatti il problema vero, nell’emergenza idrica dell’Aniene, era quello legato all’utilizzo delle acque del fiume da parte dell’Enel, regolato da concessioni antiche, ottenute ai tempi in cui era un’azienda pubblica impegnata a realizzare l’elettrificazione del paese. Oggi invece gli interessi di mercato di un’azienda privata, quotata in borsa, non giustificavano più le agevolazioni, in particolare per l’Aniene, il cui letto in alcuni tratti ha raggiunto livelli minimi, mentre le acque copiosamente sono convogliate in tunnel sotterranei verso le turbine della centrale idroelettrica, un rapporto di 1 a 20 tra l’acqua per la rete idrica e quella per l’Enel. Con l’intesa approvata in Giunta, si potranno riscrivere i vecchi accordi in modo da incrementare il prelievo di acqua destinata ai rubinetti delle case e restituire al fiume le condizioni necessarie a mantenere le proprie funzioni naturali e ambientali. APPROVATO IL REGOLAMENTO SULLA CREMAZIONE CASERMA DEI CARABINIERI, ALTRI 150 MILA EURO Il regolamento che disciplina la cremazione, l’affidamento e la dispersione delle ceneri dei defunti a Castel Madama è stato approvato nel Consiglio Comunale di luglio. Il Comune potrà consentire, a chi lo richiederà, l’autorizzazione alla cremazione dei defunti. Inoltre, le ceneri potranno essere tumulate, interrate, disperse o prese in affidamento e custodite dai famigliari. Il Consiglio Comunale ha destinato altri fondi, 150 mila euro, per la realizzazione della Caserma dei Carabinieri di Castel Madama, perché in sede di redazione del progetto definitivo sono aumentati i costi. L’importo complessivo della nuova struttura sarà di un milione e mezzo. Il Comune provvederà, così, a stipulare un nuovo mutuo di 150 mila euro presso la Cassa Depositi e Prestiti. CINEMA E TEATRO SOTTO LE STELLE Dal 5 al 26 agosto sono stati sette gli appuntamenti cinematografici serali, promossi ed organizzati dall’assessore alla Cultura Armando Pistoia, in collaborazione con l’associazione Pro - Loco e con il patrocinio del cinema Giuseppetti di Tivoli. Una rassegna di films molto interessanti“Le fate ignoranti” di Ferzan Ozpetek“, “Il mio grosso grasso matrimonio greco”, “I cento passi”, di Marco Tullio Giordana, “Il Postino”, di Massimo Troisi, diretto da Michael Radford, “Pane e Tulipani”, di Silvio Soldini e di Luciano Ligabue “Radio Freccia”. Spazio anche a giovani registi locali con “Fùi”, un video-documentario realizzato dall’associazione castellana Video Officina Creativa. Undici storie che ripercorrono un pezzo della nostra storia: dalla liberazione del Duce, il 12 settembre del 1943 per mano dei tedeschi a Campo Imperatore, fino alla strage del 6 giugno 1944 in località Colle Siccu. L’iniziativa, che ha visto una buona affluenza di pubblico, è stata però disturbata da varie interruzioni durante le proiezioni per motivi tecnici. Ultimo giorno di agosto e primo di settembre replica dello spettacolo teatrale “Rugantino” della Compagnia “Quelli che...continuano”, diretta da Mario Di Nardo, grande successo di pubblico come nelle rappresentazioni di giugno. 16 Comunità Montana IX COMUNITÀ MONTANA a cura di Fausta Faccenna I COSTI DELLA POLITICA Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera, all’unanimità, al disegno di legge “recante misure per la riduzione dei costi politico-amministrativi e per la promozione della trasparenza” INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA IX COMUNITÀ MONTANA VITTORIO MANCINI D. Cosa pensa dei provvedimenti che il governo intende prendere con il ddl sui costi della politica? R. Si tratta di analizzarli per capire e vedere in quale direzione vanno, con quale spessore affrontano un argomento non nuovo che ha investito ed interessato diversi governi nel passato; quando c’è aria di crisi, c’è una difficoltà economico finanziaria, si torna a parlare di avvicendamento, dell’organizzazione dello Stato e quindi la ricaduta è sugli Enti Locali. D. Si prevede, tra le altre cose, la riduzione e/o l’accorpamento degli enti locali ovvero l’eliminazione di sovrapposizioni funzionali con regioni o enti locali. Le Comunità Montane, enti locali di secondo grado, sono attualmente nel dibattito nazionale e locale; quali rischi corrono secondo lei? R. Va innanzitutto detto che le Comunità Montane accusano certamente la loro età. Nascono nei primi anni 70 e non hanno modificato molto nel loro essere soggetto per la tutela e sviluppo del territorio ovvero non sono state mai messe nelle condizioni di cambiare; sono pertanto favorevole a rimodulare un nuovo ente ma va anche evidenziato che gli va offerto più spazio e opportunità, cosa che finora non è accaduta perlomeno nella regione Lazio. La soppressione non aiuta il territorio a crescere: le funzioni che le C.M. hanno acquisito con la loro operosità resterebbero occasioni mancate. Si pone il problema tra quello che non riesce a fare il pic- colo Comune e l’ente intermedio che viene identificato nell’amministrazione provinciale, ma le Province neanche arrivano in alcuni territori. La criticità delle C.M. sta nel fatto che da una parte non si riescono a dare alle Comunità Montane deleghe, funzioni e risorse per generare un’attività ordinata sul territorio, dall’altra si favorisce invece una crescita di unione di più comuni senza che in alcuni casi raggiungano la loro operatività, poiché anche l’unione dei comuni rappresenta una lettura critica nello stare insieme, nell’approfondire le questioni che ci riguardano. Occorrerebbe avere un sistema di autonomie e di collegamenti autorevoli, autonomi e autosufficienti che oggi le GRUPPO DONATORI SANGUE CASTEL MADAMA Domenica 16 Settembre si è svolta la 30 a Donazione di Sangue in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Nella mattinata sono stati effettuati 91 prelievi, portando il totale del 2007 a 262 donazioni e superando in totale il traguardo delle 2000 sacche raccolte dal gennaio del 1994 Comunità Montana C.M. non hanno, infatti, nonostante il recupero realizzato sul piano delle iniziative, assunzioni, lodevoli progetti, hanno al loro interno alcune situazioni che governano a fatica. È comunque necessario fare chiarezza sulla sovrapposizione di enti che si occupano delle stesse cose ed individuare le Comunità Montane come unico Ente sovracomunale per la gestione dei servizi in forma ottimale. D. Le Comunità Montane sono funzionali allo scopo (cioè sono proporzionate ai risultati che producono)? e cosa, secondo lei, dovrebbe essere modificato a livello di legislazione nazionale e regionale (Statuto-Nuova Carta delle Autonomie) affinché le Comunità Montane possano continuare ad operare? R. Va certamente rivisto lo Statuto, va rifatta una rilettura, stabiliti i termini, le modalità, ma attraverso una concertazione; il governo e le forze politiche sembra ne vogliano fare solo una questione economica e finanziaria senza considerare che i costi delle C.M. investono per metà i dipendenti e per il resto gli interventi: stiamo al tavolo 17 delle Autonomie locali per rappresentare i bisogni del territorio. In prima istanza va chiarito quale è la funzione di questo territorio, marginale rispetto ai grandi centri di sviluppo ma con una propria valenza. Il territorio che noi cerchiamo di difendere è costituito di montagna, pianura, vegetazione e soprattutto è di chi lo vive; il presidio del territorio è dunque il vero argomento e chi lo presidia deve avere pari opportunità, essere tutelato dallo Stato per quanto riguarda i servizi da offrire alla cittadinanza, dell’essere soggetto attivo. Se ci si convince che questo territorio è strategico, è un bene tutelato da tutti, allora la politica nazionale dovrebbe individuare anche attraverso un modello legislativo regionale quali sono gli strumenti da mettere in campo a questi enti perché possano sapientemente tutelare e concorrere, insieme a Comuni, Regioni, Stato, al benessere comune. Le C.M., dal canto loro, credo debbano fare qualche riflessione e critica, sul piano organizzativo, elettivo, della rappresentanza e se necessario, anche dei costi; si può rivedere la questione territoriale, evitando politiche dispersive, individuando l’ambito ottimale per la gestione dei servizi in prossimità del cittadino, rivedendo la rappresentanza politica all’interno del consiglio, studiando le materie sulle quali le C.M. esprimono politiche attive in concorso con altri enti per evitare duplicazioni. Dobbiamo, inoltre, raccordare meglio la C.M. con i rispettivi Comuni di riferimento, individuando ulteriori forme di collaborazione, quali la doppia lettura dei bilanci di previsione, del programma delle opere triennali; riavvicinare non solamente la politica alla montagna ma anche gli amministratori, facendo una riflessione comune che interessi Stato, Regioni, Comuni. Individuare modelli organizzativi condivisi è forse lo strumento ideale per guardare con positività ai problemi del nostro paese che comunque restano nella macrostruttura dello Stato. Rimodulare quindi un sistema paese che tenga conto che la montagna e le aree interne circostanti hanno assoluta necessità di avere strumenti e risorse adeguate per avviare politiche di sviluppo, individuando nella Comunità Montane l’Ente naturale preposto a dare loro ruolo, certamente in collaborazione attiva con la Regione, la Provincia, i Comuni. IX COMUNITÀ MONTANA Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915 www.comunitamontanativoli.org 18 Vicovaro UNA BELLA FESTA di Roberto Bontempi Fugate dai fatti le iniziali perplessità sulla festa della Madonna senza comitato Per qualche tempo si è temuto il peggio e cioè che anche la tradizionale festa della Madonna, quella che da qualche anno rappresenta l’unico appuntamento aggregativo, organizzato nel nostro paese nel periodo estivo, dovesse calare il sipario vista l’assenza di un comitato organizzatore. Ed invece, grazie all’abnegazione del parroco di Vicovaro, don Benedetto Molinari, e ad un gruppo di cittadini vicovaresi che hanno collaborato con lui, oltre alla festa più propriamente “religiosa”, mai stata in discussione, è stata allestita, anche quest’anno, una buonissima festa “profana” degna della tradizione. Molti temevano che quest’anno bisognava in un certo senso “portare la croce”, vivere una festa in tono minore accontentandosi di quello che passava… la parrocchia. Ma chi era lì ad attendere un fiasco è rimasto sinceramente deluso. Ci sono state due settimane di festa vera, dal 26 agosto al 9 settembre: oltre agli spettacoli programmati ufficialmente, praticamente ogni sera in piazza si è organizzata qualche iniziativa (concerti, balli di gruppo, ecc). L’evento di maggior richiamo è stato il concerto di un vecchio grande della musica leggera italiana, Tony Esposito, che ha suonato due ore di world music forse un po’ difficile per il grande pubblico ma certamente di altissima quali- La locandina della iniziativa “i cento pittori del mondo” inserita nei festeggiamenti di Maria SS. Avvocata nostra tà. Ottimo successo di presenze anche per gli altri spettacoli musicali, tra i quali spicca il concerto della prestigiosa Fanfara dei bersaglieri, nonché per la tombola e la tradizionale estrazione della lotteria che metteva in palio una Fiat 600. Novità assoluta: la presenza costante delle telecamere di Tele Tibur che ha ripreso la fasi salienti della festa sia sacra che profana. L’aspetto principale che mi sembra doveroso sottolineare, però, è stata la sinergia, la capacità di coinvolgere e valorizzare varie realtà, associazioni e gruppi presenti sul nostro territorio: in molti hanno contribuito e si sono messi a disposizione. L’Atletica ha organizzato i giochi popolari; la banda ha tenuto il suo concerto; la scuola di danza ha avuto la sua seguitissima ed apprezzatissima serata così come un gruppo emergente vicovarese. Da questo punto di vista la strategia mi è sembrata quella giusta ancora di più quest’anno che mancava un comitato ufficiale cui fare riferimento. Un plauso, da parte di tanti cittadini vicovaresi, va dunque agli organizzatori e a tutti coloro che, tra mille difficoltà e con tanto impegno, hanno contribuito a mantenere viva una lunghissima tradizione solo per amore di Vicovaro. Tra coloro che hanno collaborato ho visto tanti ragazzi adolescenti: forse si può ben sperare per il futuro. Vicovaro 19 PRIGIONIERI IN CASA PROPRIA di Roberto Bontempi La denuncia del signor Antonio, stanco di troppe parole vuole solo che si rispetti la legge Il signor Antonio De Santis abita a piazza dell’Areo, certamente uno dei luoghi più suggestivi di Vicovaro ma, da undici lunghi mesi la vita sua e delle altre cinque famiglie che vivono nel suo stesso stabile non è più la stessa. Il signor Antonio ci ha chiamato per denunciare la sua storia. “Circa un anno fa c’è stato un principio d’incendio nel palazzo abbandonato da decenni e diroccato di fronte la mia abitazione e sono stati chiamati i Vigili del fuoco. Domate le fiamme i Vigili si sono accorti della pericolosità delle condizioni in cui versava l’edificio ed hanno provveduto a denunciare la situazione al Comune il quale, a metà ottobre 2006, ha provveduto a mettere in sicurezza la struttura con un massiccio ponteggio che ci sta creando dei fortissimi disagi”. Abbiamo constatato personalmente e documentato con alcune foto l’insostenibilità della situazione: finestre che non possono essere aperte a causa dei travi del ponteggio, accesso alla cantina completamente bloccato, passaggio d’ingresso troppo stretto per eventuali soccorsi da prestare, palanche che rendono facile l’accesso nell’abitazione per chiunque con conseguente paura per la propria sicurezza. Come troppo spesso accade in questo nostro paese, quella che doveva essere solo una situazione passeggera, si è trasformata in una triste normalità che è diventata difficile da sopportare. “Conosciamo bene le lungaggini della burocrazia italiana – dice il signor Antonio – e non pretendevamo un intervento fulmineo. Dopo qualche mese, però, come portavoce degli abitanti dello stabile, ho cominciato a Finestra sbarrata dal ponteggio impossibile da aprire ... Ingresso a casa chiedere spiegazioni all’Amministrazione ma numerose visite in Comune, due appuntamenti con il sindaco e visite a domicilio da parte dell’assessore all’urbanistica per constatare personalmente la situazione, non sono state sufficienti a smuovere nulla. Dopo un anno, sinceramente, mi sono davvero stancato!”. Ma perché tutte queste difficoltà? Il nodo più grande è che lo stabile pericolante è una multiproprietà e i diversi soggetti titolari sono in causa e non riescono a trovare un accordo per un’eventuale messa a norma dell’edificio. “È da gennaio che l’Amministrazione tira fuori questo discorso che è vero, ma, a questo punto, dopo tutto questo tempo il Comune deve intervenire in qualche modo per rimuovere il pericolo al di là della proprietà privata. È quello che mi ha detto anche il mio avvocato, tanto più che a novembre 2006 è stata emessa un’ordinanza (la numero 32 dell’8.11.06 n.d.a.) che deve essere fatta rispettare”. Il Comune, in sostanza, dovrebbe assumersi l’onere della sistemazione dell’edificio e poi, eventualmente, rivalersi sui proprietari, ma ci sono ancora troppi condizionali nelle parole di chi dovrebbe essere intervenuto già da tempo. “Sinceramente siamo molto amareggiati e ci domandiamo perché – conclude il signor Antonio –. Perché gli amministratori non rispondono? Perché non si sono fatti più vivi magari per comunicare l’evoluzione della situazione? Forse perché il nostro palazzo non ospita abbastanza persone? E soprattutto, quanto costa ai cittadini questo ponteggio? Proverò a sollecitare l’opinione pubblica finché non avrò risposte certe”. Speriamo che l’informazione possa servire da pungolo per risolvere questa brutta vicenda. 20 Vicovaro RISORSE DA CONSERVARE… Accogliamo volentieri una segnalazione di alcuni cittadini che denunciano una perdita d’acqua da più di un mese che ha trasformato il vicolo della Stretta, nel centro storico di Vicovaro, in una specie di torrente. Numerose sono state le richieste d'intervento all’ACEA e al Comune ma non hanno avuto seguito. L’acqua è un bene prezioso ed è semplicemente vergognoso che si sprechi così. I cittadini pretendono che l’ACEA ATO2, che da gennaio 2006 è responsabile degli impianti idrici del nostro paese, intervenga e garantisca un servizio all’altezza della situazione. BANDO BORSE DI STUDIO La X Comunità montana dell’Aniene, nella persona del suo vice-presidente, Fiorenzo De Simone, ha promosso e finanziato un Bando di concorso per il conferimento di sei borse di studio da 1000 euro ciascuna riservato ai giovani laureandi con meno di 32 anni residenti in uno dei 31 comuni della comunità. L’argomento della tesi dovrà avere una qualche attinenza con il nostro territorio ed essere coerente con uno dei tre seguenti assi: 1. il recupero dei centri storici come strumento di crescita e di sviluppo; 2. il ruolo delle Agenzia di Sviluppo Locale nella elaborazione e nella attuazione di nuove politiche per la valorizzazione delle zone interne e delle aree montane; 3. la realizzazione di un sistema infrastrutturale più moderno ed efficiente quale precondizione necessaria per un nuovo modello di sviluppo. Il termine per la presentazione delle domande è fissato per il 30 novembre 2007. Il Bando completo e informazioni più dettagliate sono reperibili all’indirizzo internet: www.retianiene.it Vicovaro 21 PD: grandi manovre in vista delle primarie di Roberto Bontempi Contatti positivi tra DS e Margherita. Soddisfazione da parte di De Simone Valter Veltroni Il 14 ottobre è il giorno in cui il Partito Democratico, la nuova frontiera del centro-sinistra italiano, eleggerà, attraverso la Primarie, l’assemblea costituente e i segretari nazionale e regionale, con Veltroni e Zingaretti in pole position. Sarà il primo passo verso la costituzione di questo nuovo soggetto politico dal momento che spetterà proprio all’assemblea costituente dover scrivere le regole del partito e elaborare un manifesto in cui vengano indicati valori ed idee di riferimento. Anche le sezioni locali di DS e Margherita si stanno preparando in tal senso, cercando di iniziare un discorso comune. Innanzitutto ci sono stati alcuni incontri preliminari itineranti ed intitolati “Per il PD: le ragioni di un’adesione” durante i quali sono intervenuti personaggi di spicco quali Milana e il senatore Gasbarri e attraverso cui i due maggiori partiti del centro-sinistra hanno iniziato un confronto. Si è poi mossa anche Luigina Bianchini, segretario DS della sezione di Vicovaro, che, il 10 agosto, ha indirizzato una lettera al presidente dei Circoli della Margherita di Vicovaro, Santino Gentili, proponendo la convocazione di una riunione dei gruppi dirigenti ma anche degli iscritti e degli amministratori locali dei due partiti che porti alla costruzione del Comitato promotore per il Partito Democratico, proprio per “dare un contributo fattivo e concreto alla preparazione delle prossime scadenze”, come si legge testualmente. A tal proposito l’assessore all’urbanistica, Fiorenzo De Simone, da sempre convinto sostenitore della necessità del PD, ha mostrato completo accordo: “Luigina Bianchini sta lavorando benissimo in una situazione non facile ed ha accettato alla grande la sfida del Partito Democratico. Ho grande fiducia e speranza che la nascita del Partito Democratico sia un’occasione per dare ancora più forza all’amministrazione. Anche solo il fatto di avere un’unica sede, un unico luogo di confronto e discussione credo rappresenti una grande opportunità ed un punto di partenza fondamentale per i futuri appuntamenti elettorali che ci aspettano. Il Partito Democratico credo che sia l’unica alternativa a noi stessi: da lì può venire quella scossa di cui abbiamo bisogno e da lì, certamente, si attingerà per trovare il nome del successore del nostro sindaco nel caso la legge rimanga quella attuale che impedisce a Thomas un terzo mandato. Infine – conclude De Simone – spero che il Partito Democratico possa rappresentare quel punto di aggregazione e stimolo per nuovi giovani che vogliono occuparsi di politica con passione”. Tivoli 23 PREMIO “GOLDEN CURL IMAGE AWARD 2007” di Valentina Torella Il giorno 8 settembre, in una suggestiva Piazza Campitelli, si è svolta la 13° edizione del “Golden Curl Image Award 2007”, premio di rilevante importanza per il talento e l’inspirazione dei professionisti che da sempre curano l’immagine della donna. Questo riconoscimento nacque ben 14 anni fa in Canada e, dopo essere stato a lungo un annuale appuntamento televisivo, ha assunto l’aspetto di un’interessante manifestazione. E quest’anno, a presentare l’importante serata, è stata la bellissima Eleonora Gaggioli, attrice di noti sceneggiati e soap opera oltre che presentatrice di successo. A partecipare alla manifestazione, per questa edizione 2007, sono stati ben 8 saloni di bellezza, ognuno dei quali ha presentato un modello di donna “total look”. Questi i partecipanti: Armonia Inn (Tivoli), Armonia Parrucchieri (Tivoli), Ciro Marino (Napoli), Revitalize Day S.P.A. (Canada), Hair Mode Gallery (Velletri), Franca Hair (Avezzano), Great Expectations Beauty S.P.A. (Canada), Parrucchiere Estetica “Non solo per vanità” (Tivoli). Le modelle hanno sfilato ad una ad una indossando importanti e particolari modelli di abiti dai più svariati tagli e colori, sfoggiando le più diverse tonalità di trucco e le più stravaganti acconciature. Ma alla fine è stata la modella di Ciro Marino ad avere, a parere di un’esperta giuria, quel qualcosa in più. Infatti proprio il look “mascolino”, “indisponente” pur se assai elegante e assolutamente ben “studiato” della sua modella, ha regalato a Ciro Marino la vittoria su tutti. Così è stato lui, per quest’anno, a ritirare il “Golden Curl Image Award”. Inoltre, nel corso della serata, sono stati consegnati anche altri due importanti premi: il Golden Curl Image Award “Moda merito alla carriera” alla ben nota stilista Marella Ferrera e il Golden Curl Image Award “Merito alla carriera” ad Anthony Mascolo, grande parrucchiere di fama internazionale, oltre alla consegna del prestigioso “Premio Miraglia”, facoltosa borsa di studio, quest’anno vinta da uno studente di Toronto. Sono inoltre intervenuti durante la serata il Sindaco di Tivoli Marco Vincenzi e l’Assessore alla cultura Giuseppe Tripodi che, in un breve intervento, hanno entrambi encomiato l’importanza della moda nel mondo e per la stessa città di Tivoli. Special Guest della serata il soprano Arianna Morelli, il tenore Anselmo Fabiani che, intonando la ben nota aria del “Nessun dorma”, ha voluto rendere omaggio al celebre tenore Luciano Pavarotti recentemente scomparso, e il gruppo musicale “Trio Costa”. Davvero una bella serata! Politica 25 Facciamo chiarezza sul V-Day di Federico Chicca L’8 settembre l’iniziativa popolare di legge “Parlamento Pulito” lanciata da Beppe Grillo, nonostante l’assoluta indifferenza dei mass media, ha raccolto più di trecento mila firme obbligando i mezzi di informazione a riportare la notizia all’attenzione del grande pubblico. Così dopo l’assoluta indifferenza si è passati al mar- tellamento quotidiano sull’argomento senza peraltro entrare veramente nel merito della legge, soffermandosi più sugli aspetti marginali cercando di creare scientificamente confusione nella mente dello spettatore. Questi i tre punti della legge proposta dal comico genovese: Da una simulazione dell’applicazione della legge in questione fatta dal Sole 24 Ore è risultato che attualmente 189 tra senatori e deputati della camera dovrebbero abbandonare gli scanni del Parlamento Italiano. Cosa che ovviamente non può essere tollerata dai politici e così è iniziata una campagna denigratoria su Grillo e allo stesso tempo si sta cercando di definire frettolosamente antipolitico, qualunquista, populista e demagogico questo movimento nato spontaneamente sulla rete. Chiedere che dei condannati per corruzione non siedano in parlamento, sollecitare la gente a fare politica attivamente tramite la costituzione di liste civiche senza delegare agli altri la gestione della cosa pubblica a me sembra più che antipolitica, anti-mala-politica. A parere di chi vi parla l’aspetto davvero innovativo del movimento “grilliano” è il mezzo tramite il quale si è costituito: internet. Solo qualche hanno fa sarebbe stato impensabile far scendere in piazza tanta gente senza l’appoggio dei mass media. Grazie allo spazio virtuale del blog di Grillo (www.beppegrillo.it) è stato possibile organizzare una manifestazione tanto capillare in tutta Italia e in alcune delle principali capitali straniere. Chi è sceso in piazza l’8 settembre per protestare contro la malapolitica è un cittadino esigente, critico, che non si lascia abbindolare dai pennivendoli che invadono i principali mezzi di informazione. Sempre più cittadini, insoddisfatti della non libera informazione, cercano notizie sullo spazio libero del web. Questo sta a significare che potrebbe non ripetersi quello che è accaduto con Tangentopoli, Calciopoli, scandalo P2 e così via dove è bastato non parlare dell’argomento per far dimenticare agli smemorati italiani la corruzione che ha alimentato questi fenomeni. Nè potrebbe essere utile parlare del testamento di Pavarotti o del matrimonio di Totti per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica. I politici sono avvertiti, questa volta la strategia “dobbiamo cambiare tutto affinché tutto resti uguale” potrebbe non funzionare. Archivio Storico 27 MORIRE NELLE RETROVIE di Flavia De Bellis La prima guerra mondiale in Italia provoca la morte di circa un milione di giovani in prima linea al fronte. Ma altrettante sono le vittime dell’epidemia di “spagnola” del 1918 tra la popolazione civile nelle “retrovie” Giugno 1918. La prima Guerra Mondiale, uno dei più sconvolgenti massacri che la storia ricordi, in Italia volge ormai al termine. Una guerra combattuta al fronte, lontano dalle città, così almeno ci hanno detto, ben diversa dalla seconda guerra che invece causerà un numero straordinario di vittime anche tra la popolazione civile. Eppure, nel 1918, in quell’Italia fatta più che altro di tanti piccoli paesi, di villaggi “alla periferia dell’impero”, di realtà poverissime appena uscite dal dominio feudale, la morte imperversa ugualmente sotto forma di una epidemia influenzale passata alla storia con il nome di spagnola. Si tratta di una gravissima e contagiosissima infezione polmonare che in particolari condizioni porta alla morte nel giro di pochi giorni. Va ricordato anche che in una economia di guerra la mancanza pressoché totale di generi alimentari di prima necessità non aiuta certo a sviluppare le difese immunitarie nella popolazione. Infatti in Italia muoiono di spagnola in soli quattro mesi quasi un milione di persone; in Europa le vittime sono quasi quindici milioni, tanto che in breve si parlerà, in termini tecnici, di pandemìa. Castel Madama non è immune dal flagello. Dai documenti d’archivio risulta che di spagnola nel 1918 muoiono 72 persone. In un opuscolo diffuso in quell’anno dal Ministero dell’Interno intitolato Istruzioni popolari per la difesa contro la Influenza e teso smaccatamente a minimizzare il problema, si afferma che la mortalità è in media non superiore al 2-3% dei colpiti. Ciò vuol dire che a Castel Madama si ammalano almeno 2400 persone. Praticamente tutto il paese. Il Sindaco Domenico Cotogno il 7 ottobre invia al Prefetto di Roma un telegramma urgente, dietro al quale possiamo intuire tutta la drammaticità della situazione: Informo Vossignoria che anche qui influenza spagnola infierisce da vari giorni giusta relazione fatta medico provinciale da locale ufficiale sanitario con alcuni casi di morte. Giusta relazione fatta da ufficiale sanitario qui mancano medicinali disinfettanti riso carne zucchero latte, anche farmacista è malato. Prego Vossignoria voler provvedere perché Ministero invii farmacista militare, latte condensato permetta macellazione qualche bovino invii medicinali del caso disinfettanti e viveri. Sindaco Castel Madama. Dopo più di dieci giorni da questo disperato appello il Regio Prefetto risponde a tutti i Sindaci che si trovano alle prese con la stessa tragedia e con la stessa terribile impotenza, e che immaginiamo essere tanti, con una semplice e anonima circolare ciclostilata in cui, lungi dall’assicurare gli aiuti richiesti, rivolge un duro rimprovero proprio agli amministratori i quali debbono ricordare che la diffusione delle epidemie si combatte essenzialmente colla pulizia (...), con spazzature, lavaggi e rimozione di ogni lordura. Poche righe più sotto il Regio Prefetto mostra la propria indignazione in quanto questa elementare norma (...) è purtroppo quasi costantemente trascurata, e in molti Comuni di questa Provincia si vive tuttora in mezzo ad incredibili lordure e ricorda anche a tutti i cittadini che le norme per tenere pulite le nostre persone ed i luoghi in cui abitiamo sono intuitive e non hanno bisogno che di un po’ di buon volere per essere applicate. In perfetta malafede, però, il Regio Prefetto non poteva ignorare, dato che era proprio lui ad esaminare i progetti e a concedere i permessi per l’esecuzione delle opere pubbliche nei paesi della Provincia, che nel 1918 a Castel Madama, come in tutti i nuclei urbani simili a questo nella zona, nessuna abitazione aveva l’acqua corrente, che esistevano solo pubblici lavatoi e fontane e che un impianto moderno di fognatura rimaneva ancora un sogno che si sarebbe realizzato solo molti anni dopo. Sarà servito a qualcosa il buon volere? 28 Viaggi DIARIO DI UN PELLEGRINO LAICO di Federico Chicca Il breve ma intenso viaggio sul Cammino di Santiago Ormai da secoli Santiago di Compostela è la meta principale dei pellegrini cristiani di tutto il mondo. La capitale della regione galiziana viene invasa ogni anno da migliaia di persone che rendono omaggio a San Giacomo, il santo guerriero detto matamoros (uccisore dei mori) che, come narra la leggenda, sarebbe intervenuto provvidenzialmente in numerose battaglie combattute dagli spagnoli per cacciare gli invasori arabi. Nell’ottobre del 1987 il Consiglio d’Europa ha riconosciuto l’importanza dei percorsi religiosi e culturali che attraversano l’Europa per giungere a Santiago de Compostela dichiarando la via di Santiago “itinerario culturale europeo”. Inoltre è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Per raggiungere Santiago ci sono vari cammini, il più famoso è sicuramente quello francés che parte da Saint Jean-Pied-de-Port, un paesino d’oltralpi e vicino al confine spagnolo che percorrere tutta la Spagna del nord per 800 km circa. La mia avventura parte proprio da questo piccolo villaggio raggiunto dopo quasi due giorni di treno. Qui è possibile chiedere il rilascio, le famose credenziali, documento molto importante perché permette di alloggiare nei numerosi ostelli riservati ai pellegrini dislocati lungo tutto il percorso. In questi ostelli è possibile pernottare con 5-7 euro colazione compresa, pero scordatevi la privacy. Le stanze a volte arrivano ad ospitare anche 50 pellegrini e siccome la statistica non è un’opinione c’è sempre qualcuno con il sonno “rumoroso”, quando si dorme in questi enormi camerate sembra di stare a un concerto alla Scala di Milano. La cosa che sembrerà bizzarra ai comuni mortali quotidianamente immersi nel frenetico tran tran quotidiano, è che nessuno si lamenta, tolleranza e solidarietà sono due principi cardine dei pellegrini del cammino. Per far intendere quanto questo sia vero racconterò un simpatico aneddoto che mi è capitato personalmente. Viaggi Un giorno dimenticai di togliere la sveglia settata alle quattro della mattina, cosi prima dell’alba il cellulare cominciò a fare un rumore infernale svegliando gli altri 19 pellegrini che dormivano con me. Invece di insultarmi come avverrebbero fatto delle persone “normali”, scoppiarono tutti a ridere divertiti dalla mia reazione di imbarazzo. Qualche ora dopo, quando tutti eravamo svegli pronti per affrontare la tappa quotidiana, cercai di ironizzare sull’accaduto chiedendo “chi è quell’imbecille che non ha tolto la sveglia?”, tra le risate generali solo un francese vicino a me rimase a fissarmi perplesso, ma si sa i francesi sono rinomati per la loro mancanza di umorismo. Le persone che si incontrano così come i meravigliosi paesaggi, cornice delle passeggiate quotidiane, sono i due elementi principali che fanno del Cammino di Santiago un’esperienza unica (almeno per un pellegrino laico). Ci sono molte persone che intraprendono il cammino per motivi religiosi e non (o non soltanto) per assaporarne l’aspetto culturale anche se nel periodo di luglio-agosto la stragrande maggioranza dei pellegrini sono turisti. Durante il mio tragitto ho incontrato solo una persona animata da motivi religiosi. Ancora ricordo il suo nome, si chiamava Benito (Bilbao, Spagna), per la quindicesima volta sul cammino. Una mattina prima di iniziare la tappa giornaliera mi disse “se vuoi arrivare fino a Santiago devi fare due cose: perdere la concezione del tempo e dello spazio. Non devi chiederti che ore sono e quante ore ti mancano per arrivare e non devi chiederti dove sei e quanti chilometri ti mancano per raggiungere l’ostello. Devi invece assaporare ogni singolo passo che fai, ascoltare te stesso e la natura che ti circonda”. Più facile a dirsi che a farsi soprattutto quando alle 29 due del pomeriggio si cammina sotto il sole rovente, però quell’uomo trasmetteva una calma che mai avevo trovato in un uomo. Come posso poi dimenticare i miei amici Steffen (Hulm, Germania), Mike (Dusseldorf, Germania) Crhitsopher (Dusseldorf Germania), Denise (Berlino, Germania), Crhistin (Berlino, Germania), Juan (Valencia, Spagna), Mario (La Valletta, Malta), Flora (Budapest, Ungheria), e tantissimi altri con cui avevo stretto una grande amicizia in una sola settimana, questa è la magia del cammino: riesce a tirare fuori il meglio delle persone, la voglia di stare insieme, di comunicare, di sentirsi parte del mondo. Per questo consiglio di partire soli come ho fatto io. Non bisogna preoccuparsi di non avere un compagno di viaggio perché tutti vogliono parlare e aiutarsi a vicenda. Il cammino va fatto da soli o tutto al più con una persona molto cara, il cammino è una cosa intima, quasi quanto la nostra coscienza. Dobbiamo vedercela da soli con lui. È camminando soli senza dover aspettare o rincorrere gli altri che si possono assaporare i meravigliosi paesaggi e gli storici monumenti del Cammino. Si va dai panorami mozzafiato dei Pirenei ai gialli campi di grano della Navarra con le sue numerose pale eoliche, moderni mulini a vento nella patria del Don Chisciotte. Ma è difficile rendere la bellezza di questi scenari, la Gioconda non si può descrivere, va semplicemente contemplata. La mia avventura purtroppo è finita prematuramente a causa di un infortunio al ginocchio, ma da come avrete capito non è possibile fare il Cammino di Santiago e poi voltargli le spalle come se fosse stata una delle tante vacanze al mare. Una volta assaporata la sua atmosfera unica, è impossibile non tornarci. E qui devo dare ragione alla seconda parte del discorso del profetico Benito: “il cammino riesce a stregarti, una volta che lo hai vissuto non puoi fare a meno di tornarci almeno una volta nella vita”. Tradizioni popolari 31 Tradizioni popolari a Castel Madama - Proverbi selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini Dalla tesi sulle “Tradizioni Popolari a Castel Madama, 1949” di Vittorio Todini Miumiu piagne ju mortu e freca ju vivu - Quantu si’ pocrita! Viju fa sottu sottu, comme le patane! Vella dice ‘na cosa, ma ne penza n’ara! E, peggio ancora: Piangere il morto e fregare il vivo! A me piace chi dice pane al pane e vino al vino, ma capita anche a me, a volte, di confondere il vino con l’acqua. E, invece, quanto è bella la coerenza: chiara, limpida, trasparente. Al funerale: tutti piangono, sono tutti affranti, che dolore. Ci sono quelli che vengono da Roma; oggi tanti castellani o figli di castellani abitano a Roma e, perciò, sommesse si ascoltano voci di rammarico, di velato rimprovero: “Ci vediamo solo in queste circostanze”, “Ce averèmmo da vedé più spissu”, “Dài rivediamoci presto, fissiamo un giorno adesso”. Parole. Non si rivedranno, fino al prossimo funerale. Ma il proverbio è più caustico, più brutale (“bruttale” dicéa sempre Franciscu, che voléa parlà ciuvile): al funerale ci sta sempre qualcuno che, mentre piange il morto, sta in piena attività per fregare i vivi. I quali si fanno fregare, perché hanno in mente quel proverbio che recita Chi ‘n ze fida è marfidatu, ma dimenticano o ignorano la seconda parte spaventosamente cinica: e chi se fida remane frecatu. Noi spesso favoleggiamo sull’antica, solidale civiltà agropastorale: “Quanto si volevano bene, quanto si aiutavano, che esempio di solidarietà!”. Ma le cose non stavano proprio così. La civiltà contadina spesso era “incivile”, gretta, avara: le grame condizioni esistenziali spingevano molti a comportarsi all’insegna del terribile motto darwiniano Mors tua, vita mea... Dico ai miei tre lettori: “Ma non vi sentite un po’ di freddo addosso?”. (Ho detto tre, forse esagerando: quest’estate con un’inchiesta casuale ed estemporanea ho verificato che questa pagina sui proverbi castellani non la leggono nemmeno gli amici, nemmeno i conoscenti; e nemmeno i parenti... Peggio pe’ issi!). Se pianu più mosche co ‘n cucchiaru ‘e mèle che co ‘n barile d’acitu – Ma adesso risaliamo un po’ la china. Dall’ Inferno, in cui eravamo precipitati con il proverbio Miumiu, passiamo ad un altro, ricco di buon senso pedagogico. Gli insegnanti sanno che, se un allievo è un po’ discolo, si ottiene poco da lui con le cattive (l’acitu), molto invece si può ottenere, se cerchi di coinvolgerlo nella vita corale della classe, di responsabilizzarlo. Noi, ai nostri tempi (1946-47), erèmmo ‘na classe ‘n po’ discola: io, Peperino (gnu sa? ju padre de Amadio), ‘Ndino (ju fornaru), Cacinetto (frezza bianca), Romoletto (chi gn’ha cunusciutu?), Micchele Petrucci (se nne j a fa ju viggile a Roma), Vittorio Iori; e ju maestro Carlo, invece dell’acitu, ce sonea la fisarmonica: magari noi un po’ discoli ci rimanevamo lo stesso e Carlo ju facèmmo ‘ncazzà. Piglia oggi: vai a Roma con la macchina e al primo semaforo trovi il lavavetri che ti schiaffa lo spazzolone sul tergicristallo, senza chiederti l’assenso, ti pulisce i vetri e gli dai venti centesimi; al semaforo successivo, un altro lavavetri ti rischiaffa lo spazzolone sul tergicristallo e te lo lava, mentre tu lo guardi indispettito e la mancia non gliela dài; al terzo semaforo, prima che lui..., tiri giù il vetro e gli gridi: “Non ho bisogno di niente!”; e lui? Schiaffa lo scopettone sul vetro e ti guarda in atto di sfida; e tu? Tu gli dai un euro, il cucchiaio di miele (provocatorio, però), e lo ringrazi. Ma tanti altri, diversamente da te, si guastano il sangue e imprecano contro gli immigrati, tutti gli immigrati. Non sarebbe meglio, se il sindaco, il sempre buono Veltroni, realizzasse un albo dei lavavetri, aperto a tutti i cittadini del mondo con permesso di soggiorno, ai quali assegnare, dopo che hanno affrontato un breve corso di formazione, uno dei tanti semafori in funzione? 32 Politica Intervista a Pasquale Serra di Ivano Moreschini D. Prima di tutto dovresti dirci qualcosa sulla tua attività di ricerca e didattica. Chi è Pasquale Serra e di che cosa si occupa? Mi occupo, come sai, di tante cose, cose diverse e ossessivamente uguali, ma non ti elenco qui tutti i temi della mia ricerca, quello che ho studiato o quello che vorrei studiare, perché, in questo modo, ti direi solo cose che non sono essenziali. Forse non ne abbiamo mai parlato, ma io sento molto il problema della precarietà dell’esistenza, e c’è un versetto molto bello del Vangelo di Luca che sintetizza bene quello che provo nel profondo: «state bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscono in affanni della vita, e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso». Come si sta a casa nella precarietà? come si vive nella transitorietà? Direi che questa domanda mi insegue in tutte le ore, anche se in certi momenti la vivo con grande serenità, e in altri, invece, con maggiore inquietudine, ma essa sta sempre lì, spina e promessa della mia esistenza e della mia ricerca. Abbiamo – col nostro Marx – cercato a lungo la struttura, ma oggi credo che se la struttura da qualche parte c’è, essa si aggira intorno a questa domanda, nelle vicinanze dei suoi punti nevralgici o intorno a questo abisso. Perché questa domanda è senza risposta, almeno fino a quando resterà in vita l’umanità. Come vedi non sono così lineare come forse voglio far credere. Sono una persona in attesa … È dentro questo quadro che mi interesso di storia del presente, perché credo che noi non possiamo vivere decentemente fuori dalla precarietà (nella mia ricerca sono attratto dalle crisi, dagli universi che si decompongono, dai momenti di sbandamento storico, quando si destruttura il mondo organizzato, e gli uomini per un attimo tornano a se stessi, anche se poi hanno subito paura e attendono la salvezza da una potenza esteriore, e si affidano a questa), ma credo anche che la precarietà, la perdita del mondo ordinato, non può andare oltre un certo livello, perché se il livello in cui si è deciso di scendere è troppo profondo, è probabile che ci si perda, perché, come osservava De Martino, il grande antropologo italiano, la «nuda esistenza, nuda cioè di storia umana, è assenza totale, annientamento di sé e del mondo, infedeltà radicale alla vera condizione umana», la quale è fatta di valori intersoggettivi, e di comunicazione con gli altri attraverso questi valori. In questo consiste il mio lavoro di ricerca: quello che veramente mi interessa capire è come si costruisce una misura, ovviamente quest’ultima, mai fissa, sempre mobile, perché essa va verificata nella storia, raddrizzando gli squilibri per come volta per volta si presentano. Un lavoro di Sisifo, direi, ma occorre restare dentro questo paradosso, perché il paradosso è del nostro tempo, e va vissuto fino in fondo. Stare nel presente, questo è il nostro compito, nel nostro solo tempo, non c’è altro tempo, ma senza pretendere – come diceva Giuseppe Rensi – di «essere in grado di spiegare tutti i perché e tutti i misteri dell’universo», e senza neanche profanarli, plebeizzarli, «con irriverente e vuota loquacità». D. Come nasce questa tua proposta? Perché c’è bisogno di un metodo per capire le idee politiche? La mia proposta nasce a ridosso delle questioni a cui prima accennavo: come si fa storia nella (e della) precarietà? Se tutte le cose si muovono e si trasformano, nascono e periscono – si chiedeva Platone nel Cratilo – come è possibile rapportarsi alle cose e al mondo? come possiamo ancora parlare di qualche cosa se il qualche cosa non è mai allo stesso modo? Questo è il problema che cercheremo di affrontare nel seminario di Castel Madama, perché se il qualche cosa non è mai allo stesso modo, l’ermeneutica non può più essere quella tradizionale che riporta ciò che accade nei quadri di ciò che è accaduto, in una tradizione. Anche perchè ciò che accade oggi è imprevedibile. Tutti noi siamo imprevedibili. Basta soffermarsi sui fatti di cronaca per capire come è cresciuto oggi il tasso di imprevedibilità Non credo, ovviamente, che sia mai esistito un tempo nel quale era facile conoscere in anticipo l’assassino, ma oggi sembra che assassini possiamo essere tutti. Politica 33 La stessa vicenda dei terrorismi di destra e di sinistra è a proposito molto eloquente: mentre negli anni 60/70 diventare terroristi significava seguire un certo percorso (antropologico, culturale, e politico), ora sembra che tutti possono diventare terroristi. Di Curcio e Franceschini sapevamo tutto, dei nuovi terroristi non sappiamo quasi nulla, forse perché si entra nelle BR allo stesso modo con cui si entra negli ultras della Roma o della Lazio, o nella banda del quartiere. È come se fosse rimasta solo una sottile soglia qualitativa e quantitativa a dividere la nuova devianza da modalità esistenziali che, in accordo con i tempi, definiamo normali, e che in realtà hanno una configurazione tossicomanica. La vita quotidiana vissuta come droga potremmo dire. Cibo, sesso, gioco, computer, realtà virtuali, giochi di ruolo, giochi d’azzardo, chirurgia estetica, relazioni sentimentali vissute come dilemmi ossessivi ed angosciosi, ormai quasi tutto si presta ad una configurazione tossicomanica. Ecco perché, per tornare al filo del nostro ragionamento, con una metodologia tradizionale noi non comprendiamo più nulla. Non basta più un metodo tradizionale, un metodo per universali (che parla di fascismo, di comunismo, di terrorismo, ecc. come se si trattasse sempre, in posti diversi, o in momenti storici diversi, dello stesso fenomeno), ma occorre entrare in quello che chiameremo il contesto della singolarità. Avvicinarsi a ciò che accade senza gli schemi della tradizione. Diceva Foucault in uno dei suoi Corsi al College de France: supponiamo che gli universali non esistono, e avviciniamoci a ciò che accade. È di questo che parleremo nel seminario. Supponiamo che gli universali non esistono. Che è poi quello che facciamo solitamente quando vogliamo veramente bene a qualcosa o a qualcuno. D. Negli ultimi tempi si registra un grosso successo degli incontri pubblici sulla politica, la filosofia, la letteratura. A cosa pensi siano dovuti questi successi? Perché, lo dicevo già prima, noi viviamo una vera e propria situazione di angoscia. Angoscia nel senso classico, filosofico, di Kierkegaard, di Sartre, e di tanti altri. Quella prigione senza muri, di cui parlava Sartre, nella quale siamo costretti, per così dire, a reinventarci quotidianamente il senso del nostro esistere. Infatti, l’esistenza, oggi, è solo la nostra singola esistenza, una esistenza che non poggia più su nessuna essenza, che non è legata al passato e al futuro da nessuna filosofia della storia, che non fa parte di nessuna storia comune: come definire questa situazione dell’uomo, oggi, se non come 34 Politica una situazione di angoscia? Non è essa, infatti, l’espressione più chiara e più propria della situazione problematica alla quale è pervenuta la nostra esistenza? Ecco perché sentiamo il bisogno di una interrogazione più radicale, una esigenza di andare più a fondo; ci si interessa di filosofia e di teologia perché siamo nudi al centro della scena, in un vuoto che dobbiamo riempire. Ecco la crucialità della storia del presente. Anche perché solo se si entra in questa precarietà è possibile spezzare il rapporto tra angoscia e paura, tra paura e potere. Questo è il problema cruciale, veramente attuale, che abbiamo ora dinanzi, e che è quello di capire come si spezza questo rapporto, come si interrompe questo circolo vizioso tra libertà del singolo, paura e nuove forme di autoritarismo. Occorre fare la storia della precarietà, entrarci dentro, capire dove va o dove può andare, non solo perché occorre spezzare il rapporto tra precarietà e potere, tra paura e potere, ma anche per liberare l’angoscia (che ci deve essere, che non può non esserci), perché – come scrive Panikkar – l’angoscia è compagna della speranza e precorritrice della libertà. Infatti, il problema non è l’angoscia, ma quello di non far salire mai l’angoscia ad alta gradazione, perché oltre una certa soglia, ad un certo grado di intensità, la situazione di angoscia (che è ontologica) subisce al suo interno una biforcazione in due orizzonti di senso che sembrano escludersi reciprocamente, e finanche opporsi; una biforcazione, una divisione, tra angoscia e paura, tra chi questa angoscia la regge e chi, invece, non la regge, e ha bisogno di trasformarla in paura, per trovare una logica e un significato alla propria infelicità. Oggi, non a caso, la divisione è esattamente tra chi vive nell’angoscia e chi vive nella paura; e tale divisione comincia oggi ad essere e a configurarsi come una vera e propria divisione di classe, tra abitatori del tempo e abitatori dello spazio, tra chi vive – come l’èlite – dappertutto, e chi è costretto, invece, a vivere nello spazio, in uno spazio sempre più degradato e sempre meno abitabile, e proprio a causa della secessione delle élite. Il problema vero, dunque, è quello di come collocarsi tra le due comunità. Di come entrare in relazione con la paura e con la comunità dello spazio. Con quale cultura? Con quale forma di vita? Ecco le domande politiche dell’oggi, di cui la politica non sa quasi più nulla. In realtà, come sappiamo, questo era il vecchio problema di Gramsci. D. Da molti anni vivi nella nostra zona. La zona che fa riferimento a Tivoli è densamente abitata, ma molto dispersiva, con caratteristiche di periferia. Come pensi che si possa raggiungere un pubblico più vasto con iniziative come questa? Potrei partire dal Che cosa significa vivere in provincia di Heidegger o da alcune cose molto belle del nuovo meridionalismo, ma mi interessa qui enunciare solo una presa di partito per la periferia. Poiché è vero che in periferia si ha bisogno di tante cose (in alcune di tutto), ma è vero anche che solo da qui si può imparare veramente che cosa serve per vivere, e si possono ancora formulare progetti. Per vivere non servono soldi, ville, potere, per vivere – scriveva una suora a cui sono molto legato – servono attenzione, aspettative, ripetto, armonia, nostalgia di altro, e, soprattutto, serve saper desiderare. Bisogna saper desiderare per non subire passivamente la storia. Il problema vero è che la periferia ha bisogno di una visione autonoma delle cose, perché se la si pensa solo come un luogo dove ancora non è successo niente e dove si replica tardi e male ciò che celebra le sue prime altrove, essa è solo – hai ragione – dispersione. Tutto questo non vuol dire indulgenza verso il localismo (anzi!), vuol dire, invece, pensare la periferia come una risorsa, come un luogo nel quale è possibile pensare e vivere una vita più ricca. Per far questo, per ricominciare a pensare in modo differente la periferia occorre, innanzitutto, liberarsi da un rapporto ossessivo con un modello esterno, per riacquistare la forza per pensarsi da sé, per riconquistare con decisione la propria autonomia. Il punto è che da noi questa cultura non c’è (anche se Guidonia non è Tivoli o Castel Madama). Ecco perché occorre una cultura dei luoghi, una nuova consapevolezza di che cosa voglia dire il nostro abitare sulla Terra e sotto il Cielo, perché i luoghi stessi, oggi, hanno perduto il loro senso, non funzionano più come punti d’ancoraggio, e sussistono solo in forma astratta, servendo, in tempo di crisi, a denunziare l’altro che non si vuole. Con te stiamo pensando ad una “Scuola di Cultura politica”: se qualche Amministrazione ci desse una mano forse potremmo dare un piccolo contributo a questa necessaria inversione di rotta, per costruire insieme una nuova coscienza territoriale, un nuovo modo di rispondere alla domanda su che cosa significa abitare. Sport 35 ASD Castel Madama riparte dalla Prima Categoria di Ivo Santolamazza Ha inizio il 30 settembre il campionato di Prima Categoria nel quale parteciperà la squadra castellana. La prima gara degli amaranto blu, che militano nel girone E, si disputerà a Castel Madama alle ore 16.00 al campo sportivo Attilio Testa dove la squadra di casa ospiterà il Gerano. Dopo un’estate tormentata da dubbi e riunioni, le due società castellane dell’anno passato, ASD Castel Madama e Pro Castel Madama, hanno deciso di formare un unico gruppo, risolvendo così molti problemi che si erano creati in passato come ad esempio gli spazi da dividere per l’allenamento. In questi giorni di metà settembre si sta scegliendo la rosa che sarà composta da 25 giocatori. In lizza 40 ragazzi tra atleti dello scorso anno e nuove promesse. Sul prossimo numero de “La Piazza” daremo i nomi e i volti dei calciatori selezionati. Un gruppo, sicuramente, quasi tutto formato da ragazzi di Castel Madama. Un ruolo importante ha quest’anno il settore giovanile che, a detta di dirigenti e responsabili, sarà seguito ancora di più degli altri anni. Riparte così l’Associazione Sportiva Dilettantistica di Castel Madama che tra soddisfazioni e fatiche opera nel nostro paese dal 1968. Pallavolo Femminile in Seconda Divisione di Ivo Santolamazza Dopo aver vinto lo scorso campionato di Terza Divisione, le ragazze castellane ricominciano gli allenamenti per affrontare il campionato di Seconda Divisione. Il gruppo dovrebbe restare lo stesso dell’anno passato con qualche elemento che andrà a rinforzare e completare la rosa. Confermato l’allenatore Simone Ricci che dalla metà di settembre ha ripreso in mano il gruppo per iniziare la preparazione fisica della squadra. Allenamenti e partite in casa si svolgono, come sempre, nella palestra della scuola media in via Pio la Torre. L’inizio del campionato è previsto per novembre e il Gruppo Sportivo Castel Madama è in attesa di scoprire il girone e le squadre avversarie che dovranno affrontare. Dopo il percorso perfetto dello scorso anno, con una sola sconfitta e una quantità esagerata di vittorie, staremo a vedere come si comporteranno quest’anno le ragazze in un campionato di categoria superiore. Sport 37 LE GIOVANILI DELLA PALLAVOLO di Ivo Santolamazza Riprendono gli allenamenti per i giovani pallavolisti di Castel Madama. Da settembre 2007 la palestra della scuola media, in via Pio la Torre, si riempie di piccoli atleti del Gruppo Sportivo Castel Madama. Infatti sono molti i gruppi suddivisi per età. Per i più piccoli di prima e seconda elementare si comincia con l’attività motoria ed il gioco propedeutico a tre con palla bloccata. Poi ci sono i gruppi del mini volley di primo e secondo livello che riguardano rispettivamente bambini di terza/quarta elementare per il primo livello e quinta elementare/prima media per il secondo. Per i nati dal 1996 al 1998 comincia l’under 12 e l’under 13. Si sta provvedendo anche per avviare la categoria under 14. Poi c’è l’under 16. Ovviamente le categorie sono sia maschili che femminili. Infatti per i più grandi i campionati sono divisi tra maschile e femminile, mentre i più piccoli giocano insieme nella modalità mista. Per vedere le prime partite di campionato under 16 dovremo aspettare novembre. Dopo le vacanze natalizie invece si succederanno i vari campionati e tornei di under 12, under 13, mini volley e palla bloccata. Oltre ai campionati giovanili, il G.S. Castel Madama affronterà anche le gare di Seconda Divisione femminile e Terza Divisione maschile. E per ragazze e signore, anche over “anta” che vogliono divertirsi o che sono alle prime armi, quest’anno ci sarà un campionato amatoriale dedicato a loro. Tutte le squadre si allenano nella palestra della scuola media di Castel Madama, ovviamente in giorni e orari diversi. Il martedì e il venerdì gli allenatori, che già stanno allenando i vari gruppi, aspettano in palestra tutti coloro che vogliono conoscere la pallavolo. SI SBALLA! di Ivo Santolamazza Sono cominciati i corsi della scuola di ballo Lady Giuliastella. Anche quest’anno balli di gruppo e balli di coppia per bambini, ragazzi e adulti. Le attività si svolgono a Castel Madama presso la sala sottostante la chiesa dei Frati Oblati. Per i balli di gruppo ci sono vari turni che si differenziano in base all’età degli allievi e quindi in diversi orari, pomeridiani e serali. Mentre per i balli di coppia troviamo diversi stili, dal latino americano al liscio, dalle danze standard a quelle caraibiche che comprendono salsa, merengue e bachata. Ovviamente ci sono corsi per principianti, cioè per chi non ha mai ballato o per chi vuole affacciarsi alla danza per puro divertimento, e corsi avanzati per chi affronterà, durante l’anno, competizioni a livello provinciale, regionale e nazionale. Tutti i corsi, che per ora si svolgono il martedì e il giovedì, sono seguiti da insegnanti professionisti, tecnici federali del Coni e giudici di gara. Già da settembre le ragazze del social dance, il gruppo di punta della scuola Lady Giuliastella, si allenano per le gare che dovranno affrontare tra ottobre e novembre. 38 Musica “Quando la musica è gioia di vivere” di Fabio Moreschini Giovanni Allevi, pianista e compositore marchigiano molto amato dal pubblico giovanile, è riuscito a smuovere le calme acque che lambiscono l’ambiente musicale italiano grazie a un approccio alla composizione che cerca di far convergere nei brani oltre alla musica jazz, anche molti aspetti della musica contemporanea. Saltato all’attenzione del grande pubblico per aver fornito la colonna sonora a uno spot della Bmw (il brano è “Come sei veramente” dall’album “No Concept”), è ora molto apprezzato dalla critica nazionale e internazionale. L’innata sensibilità pop, innestata su anni e anni di studio accademico, gli ha permesso e gli permette ancora di vendere decine di migliaia di dischi e di registrare sold-out in tutto il mondo. Il suo ultimo lavoro, “Joy”, merita davvero di essere ascoltato, le 12 tracce che lo compongono scorrono veloci, e ognuna di esse regala qualcosa di nuovo all’orecchio dell’ascoltatore. Per citare una frase di Allevi: “Joy è la mia libertà di espressione musicale. Attraverso le sue note posso esprimere i miei sentimenti più profondi: la gioia della scoperta, l’incanto per la semplicità del quotidiano, l’ebbrezza dell’essere gettati nell’esistenza ma anche la paura del vivere, fino all’incontro fisico con la Musica, nella carezza sui tasti e nella densa vibrazione sensuale prodotta. Un equilibrio dinamico che riassorbe in sé la molteplicità dell’esperienza e l’aspirazione all’infinito” Analizziamo alcuni brani tratti dal cd: – “Panic”: è una ballata molto dolce, che senza essere mai stucchevole propone frasi molto originali e ci trasporta in atmosfere sognanti. – “Waterdance”: come il titolo lascia immaginare, è una danza vorticosa di suoni, passaggi jazz e cambi di tempo. Senza dubbio uno dei pezzi più interessanti dell’album. – “L’orologio degli dei”: molto particolare. Nella prima parte la melodia è classicheggiante, dopo di che sfocia in parti più progressive e dissonanti che si alternano fino alla fine del brano. Il capolavoro dell’album. – “Jazzmatic”: brano tecnicamente molto complesso, risulta forse un po difficile da ascoltare, ma è certamente il più innovativo dal punto di vista armonico. – “Il bacio”: è ispirata al dipinto di Gustave Klimt, e come il quadro la melodia è toccante, a tratti onirica. Emozionante. – “New renaissance”: altro brano tecnicamente molto complesso, al contrario di Jazzmatic si lascia ascoltare facilmente, nonostante fonda in se la tradizione musicale barocca e contemporanea. Bellissimo il finale. VOTO: 8.5/10 Un album molto valido, mordente e con delle belle timbriche. Consiglio vivamente l’ascolto!