La presenza dell’orso bruno in Alto Adige Rapporto per l’anno 2008 Foto: Riserva di caccia di San Pancrazio Foto: Riserva di caccia di S. Pancrazio Dicembre 2008 Ufficio Caccia e Pesca Ripartizione Foreste Provincia autonoma di Bolzano 1 Introduzione L’orso bruno, è ormai da qualche anno un ospite regolare nella nostra provincia. I mesi invernali, dedicati al letargo, rappresentano il periodo idoneo per raccogliere e riassumere i fatti derivati dalla presenza del plantigrado sulle nostre montagne e, contemporaneamente, per fornire un quadro sintetico dell’evoluzione del progetto di reintroduzione attuato in Trentino. Dopo una prima fase legata alle attività di reintroduzione (Progetto Life Ursus: pianificazione, rilascio, monitoraggio degli animali liberati) relativa al periodo 1997-2004, la Provincia di Trento è ora confrontata con la gestione ordinaria di questo grande carnivoro. L’ampliamento dell’areale di frequentazione della specie, con spostamenti che hanno interessato Lombardia, Veneto, Alto Adige, Svizzera (Grigioni), Austria (Nord Tirolo) e Germania (Baviera), ha comportato necessità di accordi e collaborazione a livello nazionale e internazionale. Stato attuale del Progetto di reintroduzione dell’orso bruno in Trentino Operazioni di rilascio Il progetto di reintroduzione dell’orso bruno (Life Ursus) attuato in provincia di Trento, ha come scopo la ricostituzione di un popolazione stabile di tale specie nell’arco alpino centrale. I rilasci sono stati eseguiti nel Parco Adamello Brenta, area di presenza storica di una residua popolazione autoctona di orso bruno, Anno individui nomi ormai in fase di completa estinzione. 1999 2 Masun, Kirka Essi hanno avuto luogo tra il 1999 ed il 2000 3 Daniza, Joze, Irma 2001 2 Vida, Jurka 2002 con la liberazione di 10 2002 3 Maja, Brenta, Gasper esemplari subadulti (7 femmine e 3 Totali 10 maschi) provenienti dalla Slovenia. Tab. 1: Orsi rilasciati nell’ambito del Progetto Life Ursus Il monitoraggio dell’andamento della popolazione e l’accertamento dell’identità dei singoli individui avviene tramite analisi genetiche di campioni organici – in primo luogo peli – che vengono eseguite presso il laboratorio di genetica dell’Istituto Nazionale Fauna Selvatica. Essendo tutti gli orsi reintrodotti sottoposti a mappatura genetica, si possono riconoscere gli eventuali discendenti, grazie al confronto dei patrimoni genetici degli individui mappati. Riproduzioni accertate Il successo riproduttivo degli individui rilasciati è stato notevole. Anche individui della seconda generazione (quindi provenienti dalle cucciolate 2002 e 2003) si sono a loro volta riprodotti. Dal 2002 al 2008 sono state registrate 16 cucciolate, per un totale di 35 individui nati in natura. Il 2006 ha fatto registrare un picco di 5 cucciolate e 11 nuovi nati. Anno cucciolate nati 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Totali 1 1 2 2 5 2 3 16 2 2 5 4 11 3 8 35 Tab. 2: Nascite accertate 2 Mortalità e ulteriori perdite I casi di mortalità accertati sono i seguenti: • 2 individui adulti sono stati vittime di valanghe (Irma e Brenta) • 2 individui sono stati abbattuti (JJ1 in Baviera nel 2006 e JJ3 in Svizzera nel 2008), in quanto ritenuti pericolosi; • 3 cuccioli (1 predazione aquila, 1 caduta da rocce, 1 investimento) sono stati trovati morti • 1 individuo è annegato a seguito di un’operazione di cattura Tra le ulteriori perdite, vi è da segnalare l’orsa Jurka, catturata nel 2007 e confinata nel recinto di Casteller (Val di Non – TN) a causa del suo comportamento problematico. Oltre a questo individuo, “mancano all’appello” altri orsi. Ad esempio l’orsa Vida è andata in dispersione verso l’Austria e la sua presenza non è stata più accertata. Per alcuni altri individui non più accertati, che sono in totale 7, oltre ad eventuali morti naturali non rilevate, si deve supporre anche qualche atto di bracconaggio. Dei 10 individui rilasciati, fino a inizio 2008 si può confermare la presenza nell’ambiente naturale dei due maschi Jose e Gasper e della femmina Daniza. 8 20 0 7 20 0 6 20 0 5 20 0 4 20 0 3 20 0 2 20 0 1 20 0 0 20 0 9 19 9 Evoluzione della popolazione L’alto livello di nascite nel corso degli ultimi anni ha determinato un graduale e continuo incremento della popolazione iniziale al netto 30 delle perdite. 25 I dati di popolazione, presentati a lato in figura 20 1, evidenziano il numero di individui 15 confermati annualmente in base ai risultati delle analisi genetiche su campioni di 10 materiale organico. Il numero complessivo, 5 riportato in figura, si riferisce all’intera area di 0 frequentazione dell’orso e non solo al Trentino. Rispetto ai 23 individui confermati nel 2007, Fig. 1: Evoluzione della popolazione in base ai risultati del nell’anno 2008 sono state registrate 8 nuove monitoraggio genetico. nascite e 3 individui morti (1 cucciolo investito, un’orsa annegata, il maschio JJ3 abbattuto in Svizzera). Il numero reale di individui presenti nel 2008 dovrebbe essere maggiore dei 24 capi accertati, di cui 9 adulti, 8 subadulti e 7 cuccioli. Ulteriori 3 cuccioli avvistati insieme alle rispettive madri non sono ancora stati confermati tramite analisi genetiche. Dispersione degli individui Con l’aumentare del numero di orsi, si è ampliato l’areale di presenza della specie, andando ad interessare Alto Adige, Lombardia (Val Camonica), Veneto (Altopiano di Asiago), Svizzera (GrigioniEngadina), Austria (Nord Tirolo) e Germania (Baviera), con le problematiche connesse alla gestione della specie in tali nuove aree. Fig. 2: Rotte di dispersione di giovani maschi registrate nell’anno 2007. 3 Il fenomeno di espansione ha riguardato quasi esclusivamente giovani maschi in esplorazione di nuovi territori, mentre le femmine, pur ampliando il proprio areale di presenza, sono rimaste tendenzialmente nella zona di rilascio, il Trentino Nord-occidentale. La figura 2 mostra, a titolo esemplificativo, come nell’anno 2007, ben 6 giovani maschi abbiano lasciato l’area di provenienza (in verde) per compiere spostamenti frecce rosse), anche di ragguardevole entità. L’orso bruno in Alto Adige La vicinanza al confine provinciale dell’area di presenza storica dell’orso nel Gruppo del Brenta ha determinato nei decenni passati la saltuaria presenza del plantigrado nella zona della Val d’Ultimo. Con la progressiva estinzione del nucleo originario, erano circa 3 decenni che mancavano segnalazioni in Alto Adige. ca. 5 Austria ca. 10 Per quanto riguarda la popolazione slovena di orso bruno, al margine orientale dell’arco alpino, essa ha invece fatto registrare un’evoluzione positiva. Alcuni esemplari hanno cominciato ad interessare le Alpi Carniche e, sia nel 1997 che nel 2002, il passaggio di un orso è stato registrato anche in Alto Adige, nell’estremità orientale del Comune di Sesto. Slovenia 24-28 ca. 400-500 Italia Fig. 3: Collocazione geografica dell’Alto Adige rispetto alle più vicine aree di presenza dell’ orso bruno. L’avvio del progetto di reintroduzione nel Parco Adamello-Brenta e lo sviluppo della popolazione hanno finora comportato i seguenti indici di presenza. 2001-2002 Le prime segnalazioni di ingresso in Alto Adige di orsi, afferenti al progetto Life Ursus, risalgono al 2001 e 2002, quando l’orsa Vida, dotata di radiocollare, poco dopo il rilascio si è spostata in Alto Adige (Val Sarentina, Renon). Nel 2001, essa ha più volte attraversato la nostra provincia, venendo anche investita in autostrada nei pressi di Ora. Dopo la guarigione e l’inverno trascorso in Val di Scaleres, nel 2002 si è spostata verso est, raggiungendo la Carinzia e facendo quindi perdere le proprie tracce. 2003-2004 In questi due anni non si hanno segnalazioni di orsi sul territorio provinciale. 2005 A partire dal 2005, si può parlare di una più o meno costante presenza dell’orso sul territorio provinciale. In tale anno vennero raccolte, tra aprile e ottobre, 36 segnalazioni di presenza relative a JJ2, un maschio di 1,5 anni di età. La zona interessata è collocata in orografica destra della Val d’Adige tra Appiano e il Parco Nazionale dello Stelvio. Si sono anche registrate le prime predazioni al patrimonio zootecnico. Già in primavera JJ2 aveva mostrato scarsa diffidenza, avvicinandosi agli insediamenti e predando le pecore in prossimità dei masi. Nel corso dell’estate ha spostato il suo raggio d’azione in quota predando gli animali all’alpeggio. In autunno, questo orso si è spostato in Alta Venosta e quindi in Austria e Svizzera; da allora la sua presenza non è più stata confermata, e non si può escludere una uccisione illegale. In Alto Adige il bilancio annuale dei danni è stato di 60 pecore, 1 capra, 1 vitello e 3 galline predate, nonchè un apiario distrutto. 4 2006 Nell’anno successivo, il 2006, 3 segnalazioni hanno confermato il veloce passaggio di JJ1 (maschio di 2,5 anni, fratello di JJ2) sul territorio provinciale, nel suo tragitto verso l’Austria e la Baviera, dove poi l’orso è stato abbattuto nel mese di giugno. I danni, in Alto Adige, furono limitati a 3 pecore predate in aprile in Val Martello e ad un pollaio distrutto in Vallelunga (Curon). A settembre del 2006, è stata inoltre rilevata in Val d’Ultimo, per un breve periodo, la presenza dell’orso MJ5 (età 1,5 anni). 2007 In tale anno si assiste sul territorio provinciale ad un intenso movimento e frequentazione da parte di giovani maschi. Nel corso della primavera ed estate 2007 sono stati, infatti, 4 gli individui riconosciuti tramite analisi genetica che hanno frequentato e/o attraversato il territorio altoatesino. Questi erano: JJ3, MJ4, MJ5, e DG2. Complessivamente, sono state rilevate 48 segnalazioni di presenza nell’anno 2007. La presenza di questi 4 animali ha determinato un elevato numero di predazioni al patrimonio zootecnico. A fine stagione, si sono contate 104 tra pecore e capre predate. L’orso JJ3 si è fermato a giugno in Val di Trafoi, dove è stato anche filmato da un fotoamatore, spostandosi poi in Svizzera nella zona di Davos, mentre MJ4 si è fermato in Engadina. Qui hanno poi svernato entrambi gli individui. MJ5 e DG2 si sono stabiliti nella zona Val d’Ultimo – Passo Palade; le predazioni che questi due individui hanno arrecato sono avvenute generalmente su alpeggi, lontano da centri abitati. Fig. 4: Dispersione verso nord di giovani maschi nel triennio 2005-2007. 5 Presenza dell’orso bruno in Alto Adige nel 2008 Nel 2008 si sono registrate 73 segnalazioni di presenza orso. Esse si ripartiscono nel seguente modo: • 12 osservazioni relative a pista su neve 30 • 16 osservazioni dirette 25 • 1 accertamento fotografico (fototrappola) 20 • 1 presenza su mangiatoia per ungulati 15 • 43 accertamenti relativi a predazioni 10 5 0 b re em d ic b re vem no e o br o tt b re te m se t st o ag o li o lug gn o g iu o ggi ma i le ap r rzo ma La figura 5, relativa alla distribuzione mensile delle segnalazioni orso nel 2008, mostra la maggiore concentrazione delle stesse nel periodo primaverile (aprile-maggio), in cui ricorrono più frequentemente le predazioni. Fig. 5: Distribuzione mensile delle segnalazioni di presenza dell’orso bruno in Alto Adige nel 2008. Rispetto al 2007 (48 segnalazioni in tale anno), gli accertamenti sono cresciuti di numero nel 2008. Tuttavia, le analisi genetiche sono state in grado di confermare la presenza di soli due individui diversi. Considerato il numero esiguo di campioni che è stato possibile analizzare positivamente (11), si può anche ipotizzare la presenza di un ulteriore individuo. I due orsi identificati geneticamente sono: • l’orso DG2, un individuo di 3,5 anni di età, già presente nel 2007 nella zona Val d’Ultimo – Passo Palade e che nel 2008 ha frequentato la medesima zona. • l’orso MJ4, un individuo di 4,5 anni di età, che nel 2007 aveva raggiunto la Svizzera e a maggio 2008 è stato accertato in Val Sarentino. Si è quindi spostato sull’altipiano del Salto, fino a raggiungere il comune di Scena. Da allora, mancano ulteriori segnalazioni di MJ4 sul territorio provinciale (un accertamento dubbio in Austria sulle Stubaier Alpen), tuttavia le analisi genetiche ne confermano la presenza in provincia di Trento fino a novembre. • Risulta inoltre probabile che MJ5, già comparso in Alto Adige nel 2007, possa aver frequentato anche quest’anno il territorio provinciale nel Gruppo delle Maddalene, in quanto anch’esso, come MJ4, è stato accertato geneticamente in Trentino, a ridosso del confine provinciale, nel corso dell’estate-autunno 2008. Nel 2008, i primi indici di presenza di orso sono stati registrati Il 22 marzo presso la Malga di Luco (Monte Luco, nel Comune di San Pancrazio), con una serie di tracce nella neve. Il giorno successivo è stato registrato il primo avvistamento, sempre nella stessa zona. Tra il 10 e 12 aprile, vengono segnalate le prime predazioni a carico di apiari e il 18 aprile è segnalata la prima predazione di una pecora. A marzo e aprile tutte le segnalazioni relative all’orso provengono dalle aree boschive comprese tra la strada di Passo Palade e quella della Val d’Ultimo e sono relative all’orso DG2. Il 30 aprile un alveare viene devastato da un’orso a Sonvigo in Val di Pennes, nelle Alpi Sarentine. Il fatto si ripete il giorno successivo poco sopra Campolasta, vicino a Sarentino. Tale orso, poi identificato geneticamente come MJ4, si è mosso sugli altipiani del Renon e del Salto, avvicinandosi ai fondivalle nei pressi di Bolzano, Terlano, Sinigo. In tali zone, le ultime segnalazioni 6 di presenza risalgono al 20 maggio, dopodichè l’animale lascia perdere le sue tracce. In estate e autunno 2008 la presenza di MJ4 è registrata in provincia di Trento, in Val di Non. I successivi indici di presenza, raccolti nel 2008, si concentrano nella zona compresa tra la Val d’Ultimo ed il Passo Palade, nei comuni di Tesimo, Ultimo, Lauregno e Proves, con isolate apparizioni nel Parco Nazionale dello Stelvio all’ingresso della Val Martello e nei boschi sopra Cengles (Comune di Lasa). I pochi campioni raccolti confermano la persistenza di DG2 in tale area. Le 73 segnalazioni raccolte si riferiscono al periodo compreso tra il 22 marzo e il 7 dicembre (ultima segnalazione presso Predonico, nel comune di Appiano). I danni registrati Nel corso del 2008, sono state registrate complessivamente 41 predazioni su animali domestici (36 pecore, 1 capra e 1 vitello) e 32 su apiari. Nella figura sottostante è riportata la distribuzione geografica dei danni registrati nel 2008. Fig. 6: Predazioni di orso bruno nel 2008: in blu le predazioni al patrimonio ovicaprino, in giallo gli apiari distrutti dal plantigrado La L.P. 14/1987 prevede la possibilità di risarcimento da parte della Provincia Autonoma di Bolzano di eventuali danni arrecati dai grandi carnivori al patrimonio agro-silvo-pastorale. Al fine di arginare il potenziale di conflittualità tra presenza dell’orso e allevatori, è stato previsto, a partire dal 2008, un risarcimento del 100% del danno arrecato e in tempi di circa 30 giorni. I danni vengono verificati ed eventualmente confermati dai posti di custodia ittico-venatoria territorialmente competenti, e liquidati in base a tariffe che vengono periodicamente aggiornate da parte dell’Ufficio Zootecnico provinciale. A partire dal 2008, l’Amministrazione provinciale ha 7 assunto a proprio carico anche il risarcimento dei danni provocati all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Il risarcimento del danno subito non viene erogato nel caso di predazioni al patrimonio zootecnico occorse in zone con divieto di pascolo o al di fuori del periodo consentito per il pascolo stesso. Predazioni 2005 2006 2007 2008 2007 2008 a capi bestiame 65 4 104 43 ad apiari 1 0 0 32 Orsi presenti JJ2 JJ1, (MJ4) JJ3, MJ4, MJ5, DG2 DG2, MJ4, (MJ5) Danno accertato Indennizzo € 16.180 13.480 € 12.950 13.480 Tab. 3: Predazioni di orso bruno accertate tra il 2005 e il 2008 Tab. 4: Danno accertato e relativo indennizzo a carico dell’Autorità venatoria Prevenzione dei danni 2007: • Al fine di limitare i danni subiti dagli apicoltori, possono essere messe in atto misure di protezione degli apiari (recinzioni elettriche). A tale scopo, nell’aprile 2007 è stata organizzata una escursione tecnico-formativa per gli apicoltori provinciali, in visita alle strutture in Val di Non (Trentino), ove tali misure di protezione sono già in atto da tempo. In tale occasione gli apicoltori altoatesini che hanno aderito hanno potuto seguire le fasi di montaggio e gestione di tali strutture, nonchè confrontarsi con i colleghi trentini sulle diverse problematiche. • Una successiva escursione è stata realizzata a luglio per gli allevatori di bestiame, che nel Canton dei Grigioni (Svizzera) hanno potuto prendere visione di una gestione del pascolo condotta con l’ausilio di pastori maremmani addestrati alla guardia delle greggi ovine, sperimentati come possibile deterrente nei confronti dell’orso. • Dietro iniziativa dell’Ufficio Caccia e Pesca, in collaborazione con il Parco Nazionale dello Stelvio, nel luglio del 2007 (in seguito alle predazioni da orso avvenute in Val di Trafoi), è stata effettuata una prima sperimentazione sull’utilizzo dei cani da pastore a protezione dei greggi di pecore. • Nel novembre 2007, in occasione della fiera agricola “Agrialp”, l’Ufficio Caccia e Pesca ha allestito uno stand informativo sulle tematiche relative all’orso bruno. Per tale occasione è stata anche stampata e distribuita un nuovo opuscolo informativo sull’orso bruno. 2008: • In primavera sono state acquistate circa 30 recinzioni elettriche a protezione degli apiari presenti nelle zone della provincia di maggiore frequentazione dell’orso. Tali recinzioni sono state affidate in comodato gratuito agli apicoltori delle zone maggiormente 8 interessate dalla presenza del plantigrado. L’impegno finanziario di tale operazione è stato pari a 16.000 Euro. Collaborazione interregionale Nel 2008 è stato ratificato il “Piano d’azione per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi Centroorientali” (PACOBACE), elaborato, su incarico del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio, dalle province autonome e regioni dell’arco alpino centro-orientale (Provincia autonoma di Trento e Bolzano, Regioni Lombardia, Veneto e Friuli) in collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Tale piano d’azione, è stato concordato al fine di elaborare una strategia gestionale comune dell’orso bruno. Esso prevede in sintesi: • l’impegno ad attivare un programma comune di monitoraggio genetico e di segnalazione di ulteriori informazioni con predisposizione di una banca dati comune; • la collaborazione nella formazione del personale addetto e nella predisposizione del materiale divulgativo; • l’impegno ad attivare linee gestionali possibilmente omogenee nella prevenzione e risarcimento danni; • l’elaborazione di un iter procedurale abbreviato per interventi in situazioni critiche. Per l’orso bruno, come specie particolarmente protetta (Direttiva Comunitaria Habitat), si necessita per interventi di dissuasione, cattura o abbattimento, dell’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente. Per questo, allo scopo di velocizzare ed uniformare le procedure di intervento, sono state definite le situazioni critiche possibili ed i relativi livelli di contenimento necessari. 9