Politiche in favore delle persone non autosufficienti: i principali aspetti del dibattito Luca Beltrametti Università di Genova Paolo Bosi CAPP, Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche Università di Modena e Reggio E. Roma, Spi-CGIL 17 gennaio 2003 Natura del servizio Rapporto Sutherland, UK 1999 forme di care • • • • • • • Care at home Adult placement Day care Sheltered housing Residential care NHS continuing care NHS acute services Natura del servizio Tre livelli • Assistenza domiciliare continuativa o meno • Ricovero presso struttura protetta • Ricovero presso residenza sanitaria, con un più forte contento di assistenza medica. Assistenza domiciliare La domanda • E’ domanda di un servizio di lavoro • Carratteri dell’experience good • E’ multidimensionale: servizi di cura di diversa natura soddisfatti da uno stesso soggetto • Può avere livelli di intensità molto diversi (poche ore, assistenza continuativa) • Il bisogno può presentarsi con urgenza • Ha natura probabilistica e quindi passibile di ragionamenti di tipo assicurativo Assistenza domiciliare La domanda • E’ fatta da soggetti in cui è nulla la possibilità di aumentare le proprie risorse (reddito e patrimonio sono dati) Assistenza domiciliare L’offerta Deve presentare caratteri di flessibilità, in relazione alle caratteristiche della domanda Mansioni che richiedono un livello medio basso di qualificazione, anche se spesso le prestazioni sono al di sotto di livelli accettabili Non presenta alcun impiego di capitale Ricovero presso strutture protette L’offerta Non è particolarmente complessa. Richiede investimenti di dimensione non elevata Decisione relativamente alla configurazione ottimale (50-80 posti letto) Problema del controllo della qualità Problemi dell’offerta Ruolo rilevante dell’offerta informale e gratuita della famiglia Presenza di lavoro sommerso Mercati del lavoro segregati Problema delle figure professionali Problemi dell’offerta In che misura è possibile distinguere servizi di diversa qualità (e quindi costo o partecipazione al costo) Rapporto Sutherland: distinzione tra housing e personal care Motivazioni dell’intervento pubblico • I motivi sono simili a quelli che giustificano l’intervento in campo sanitario • Ma anche con caratteri della previdenza • Si tratta sostanzialmente di un bene “privato” • L’intervento pubblico è comunque suggerito per la natura di experience good, anche se in misura meno netta che nel caso della sanità • Ragioni di merit good Motivazioni dell’intervento pubblico • Difficoltà a trovare ragioni economiche chiare della separazione tra pubblico e privato nell’erogazione dei servizi • Soprattutto risulta poco giustificabile l’offerta (non il finanziamento) pubblico • Di fatto l’offerta è spesso fatta da organismi senza finalità di lucro. Motivazioni dell’intervento pubblico • L’offerta pubblica dovrebbe limitarsi a quanto basta per consentire una corretta attività di regolamentazione delle tariffe e della qualità. • E per garantire l’esistenza dell’offerta, qualora il mercato non fosse disposto ad offrirla in un regime di controllo del prezzo (necessario?) Concludendo: • Offerta fondamentalmente privata o del non profit • Regolamentazione e Controllo del pubblico sulla qualità Modalità di finanziamento • Assicurazione privata • Assicurazione sociale obbligatoria • Finanziamento con imposte Si tratta di modi alternativi di ridistribuire il rischio di non autosufficienza. I principali punti da affrontare 1. In quale misura la socializzazione del rischio di non autosufficienza è oggi inadeguata? 2. Quali strumenti per potenziare l’assistenza alle persone non autosufficienti? 3. Quale dimensione territoriale per le politiche pubbliche universali? 4. Quale finanziamento? 1. In che misura la socializzazione del rischio di non autosufficienza è oggi inadeguata? • Liste di attesa • Spesa privata – Compartecipazione al costo prestazioni pubbliche – “Badanti” • Ingente lavoro informale da parte di familiari ed amici • Eccesso di ricoveri in residenze (?) Perché vogliamo una maggiore socializzazione del rischio • L’insorgere della non autosufficienza deve avere un impatto minimo • sulle condizioni economiche del nucleo familiare • sulle possibilità di lavoro e di sviluppo personale dei familiari • Spostare il momento redistributivo dalla fase della compartecipazione (ex post) alla fase del finanziamento (ex ante) Schema pubblico, universale ed obbligatorio vs schemi privatistici • Finanziamento del sistema senza discriminazioni di età, sesso, condizioni di salute. • Ciascuno contribuisce in base alla propria capacità economica e riceve prestazioni solo in base ai livelli di bisogno (non in base alla contribuzione pregressa). • Indicizzazione reale delle prestazioni (socializzazione tra generazioni del rischio di aumento costi unitari prestazioni e dell’incertezza circa dinamiche sanitarie future) • Selezione sfavorevole, economie di scala… Premi mensili per una polizza che eroghi 1000 sterline (indicizzate) all’insorgere di incapacità a svolgere 3 ADL Età 20 30 40 50 60 70 80 Maschi 15,22 16,23 20,29 27,15 37,68 56,41 96,89 Femmine 19,07 20,34 25,42 33,13 45,87 70,71 131,57 Perché servono più risorse • Oggi: perché in molti casi le prestazioni sono insufficienti – In particolare i casi più gravi ricevono troppo poco: la graduazione delle prestazioni in relazione al bisogno è insufficiente (o assente, vedi indennità di accompagnamento) • Domani: – Demografia – Dinamiche sociali – Costo prestazioni Quante risorse servono? Spesa per assistenza continuativa ad anziani anni diversi tra 1996-2000 %Pil Austria 0,7 Belgio 0,8 Danimarca 3,0 Francia 0,7 Germania 0,7 Italia 0,6 Olanda 2,6 Regno Unito 1,7 Spagna 0,3 me dia 1,2 Quanti sono i non autosufficienti? Valutazione non facile • Indagine sulla salute Istat 1999-2000: 2,7 milioni, 5% della popolazione, ma è una definizione ampia • Stime più realistiche e circoscritte prevedono 2% della popolazione - con una composizione di 20-25% di casi di forte n.a. e il resto più lieve • Ancora più difficile è prevederne la dinamica nel medio periodo Quali obiettivi per politiche in favore non autosufficienti? • Più risorse complessive • Aumentare socializzazione rischio • Più diritti immediatamente esigibili – Certezza dei diritti – Fruizione in tutto il territorio nazionale – Più potere di scelta in un quadro di tutele (vedi lucido seguente) Quali prestazioni a favore non autosufficienti? • Servizi in kind vs trasferimenti monetari o vouchers • Legalizzare ricorso lavoratori che prestano assistenza domiciliare • Più sostegno alle famiglie Quali prestazioni? LEA • Modello tedesco: • tre livelli: valore di servizi (in denaro): 750 (400), 1800 (800); 2800 (1300) marchi al mese • troppo rigido? • Trade-off tra definizione dei diritti soggettivi e flessibilità dell’offerta Qualificare l’utilizzo dei buoni servizio • Asimmetrie informative – Complessità della prestazione erogata – Frequenza di erogazione della prestazione • Qualità dei processi di accreditamento • Grado specificazione tipologia prestazioni • Bontà meccanismo accesso alle prestazioni 2. Quali strumenti per potenziare l’assistenza? • Un rafforzamento degli istituti esistenti? – Più alti livelli essenziali assistenza? – Abbassamento compartecipazione ai costi? – Nuove prestazioni • Per i disabili • Per le loro famiglie • Un fondo per la non autosufficienza? Ipotesi di potenziamento prestazioni a favore non autosufficienti • Maggiorazione indenn. accompagnamento – Per tutti – Per casi più gravi – Per persone in condizioni economiche fragili • Buoni servizio con sconto per percettori indennità accompagnamento • Più tutele sul mercato nuda proprietà immobiliare Ipotesi interventi a favore famiglie • Contribuzione figurativa a fini pensionistici • Periodo vacanza e sostituzione in caso malattia • Formazione I punti in favore di un Fondo per la non autosufficienza • Maggiore certezza delle risorse pubbliche? • Maggiore certezza dei diritti? • Possibilità di attivare una contribuzione specifica? Maggiore possibilità di adottare una prospettiva intertemporale che garantisca equità intergenerazionale e sostenibilità nel tempo? (vedi lucido successivo) Sostenibilità nel tempo ed equità intergenerazionale • Garantire sostenibilità nel tempo dei programmi • Germania: gettito contributivo +2% annuo (ottimistico); numero beneficiari (+2% annuo) ==> impossibilità indicizzazione (prestazioni fisse in termini nominali) • Se si vogliono garantire le prestazioni in termini reali anche a fronte della crescita della domanda di prestazioni (demografia): – Oneri crescenti per il bilancio pubblico? – Un contributo a carico del cittadini crescente nel tempo? (Germania da 1,7% ad oltre 2%) Sul possibile ruolo di riserve • Come garantire a tutte le generazioni parità di prestazioni con contribuzione costante pur a fronte di dinamiche demografiche sfavorevoli? • Equità tra generazioni e credibilità delle promesse nel tempo come presupposto per una forte coesione sociale intorno al progetto? • Una componente a capitalizzazione non in nome di sua (presunta o reale) superiore efficienza ma per garantire equità a fronte della transizione demografica? • Una fase di transizione con finanziamento pieno ma prestazioni non immediatamente a regime ==> surplus corrente pur offrendo le immediate misure di sollievo per gli attuali non autosufficienti? • Utilizzo delle riserve per garantire le prestazioni nella transizione demografica a contribuzione costante. Sulla natura di eventuali riserve • Accantonamento collettivo, senza posizioni patrimoniali individuali • Riserve come garanzia collettiva di sostenibilità per le diverse generazioni coinvolte • A differenza dei fondi pensione: diritti dipendono dal livello di bisogno, non da posizioni patrimoniali individuali. 3. Quale dimensione territoriale? • In Germania (paese federale) il Fondo per la non autosufficienza garantisce diritti omogenei su tutto il territorio nazionale. • In Italia: non si può prescindere dalla recente riforma del titolo V della Costituzione. Assistenza ai non autosufficienti e nuovo titolo V Costituzione • art. 117, comma 2, lettera m: “lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie... determinazione dei livelli essenziali di prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale” (enfasi aggiunta)… “spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione nazionale”. Quindi? • In che senso potrebbe essere motivato un fondo nazionale? • Poichè la materia dell’assistenza è di competenza regionale, dovrebbe trovare finanziamento nell’ambito delle risorse generali.(art.119 c.3) • Alternativa c. 5 dell’art. 119, che recita: “Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni.” Quindi? • Ma affermando che lo Stato determina i livelli essenziali di assistenza (ovvero ne stabilisca i contenuti) si nega allo Stato il compito di istituire, disciplinare e gestire lo strumento per garantire tali livelli? • Comunque, sembra che l’erogazione di prestazioni assistenziali oltre i livelli definiti essenziali a livello nazionale sia di competenza regionale. Una prospettiva di Fondi regionali? • Problemi di equità – Rischio che i livelli essenziali fissati a livello nazionale restino sulla carta? – Insufficiente solidarietà? • Problemi di efficienza – Portabilità dei diritti – Mobilità delle persone – Economie di scala • Coesione sociale 4. Quale finanziamento? Dove trovare maggiori risorse? • Risorse attualmente impiegate in programmi poco efficaci (indennità di accompagnamento, ecc) • Fiscalità generale • Contribuzione del beneficiario, ove possibile. Dove trovare maggiori risorse? • Risorse attualmente impiegate in programmi poco efficaci (indennità di accompagnamento, ecc) • Fare un quadro delle risorse potenzialmente disponibili a questo scopo Dove trovare maggiori risorse? • Problema delle relazioni tra ruolo della fiscalità generale e della contribuzione del cittadino • Differente contribuzione tra giovani e anziani? Dove trovare maggiori risorse? • Fiscalità generale – Risparmi di spesa – Maggiori entrate • Addizionali regionali? • Altro (per esempio, in Lussemburgo maggiorazione bolletta elettrica…)? • Imposta di scopo • Contributo specifico Contributo specifico? – A livello nazionale? Parrebbe da escludere – A livello regionale? (vedi dl 14/5/2001 n. 259 che autorizza le province autonome di TN e BZ ad introdurre“contributi, anche obbligatori, a carico dei cittadini residenti sul territorio provinciale, destinati alla costituzione di fondi assicurativi con finalità assistenziale volti a garantire ai cittadini l’erogazione di specifiche prestazioni sanitarie e socio-assistenziali...”.) Scambio Pensione/Long-Term care – Più basse aliquote contributive per le pensioni – Ergo minori prestazioni pensionistiche future – Ma diritti all’assicurazione della non autosufficienza – Finanziata con imposta generale (esempio Irap) regionale con aliquota minima universale (in corrispondenza alla definizione dei Lea) La partecipazione al costo del cittadino – – – – – L’ISE e i problemi aperti del Dpcm 130 Ise regionale? Definizione del nucleo che partecipa al costo Ruolo del patrimonio Problemi di separazione della nuda proprietà dal possesso dell’abitazione La partecipazione al costo del cittadino – Necessità di un intervento normativo che separi l’applicazione dell’Ise alla non-autosufficienza e agli altri servizi sociali – Trattamento dell’abitazione (suggerimento inglese di disregard per i primi tre mesi di ricovero) La proposta Battaglia ddL Camera n.2166 presentato il 15 gennaio 2002 • Sistema di protezione sociale e di cura • Creazione di un Fondo presso l’INPS, con lo scopo di: - favorire l’accesso ai servizi art.14. E 15 L.328/00 - erogare titoli per acquisto di prestazioni - erogare risorse per contribuire al pagamento di rette in caso di ricovero • Rinvio ad un regolamento per la definizione dei LEA, della valutazione della non autosufficienza • Finanziamento con assicurazione sociale obbligatoria, in misura da definire nel regolamento La proposta Battaglia ddL Camera n.2166 presentato il 15 gennaio 2002 • Fatti salvi i diritti acquisiti dei titolari di indennità di accompagnamento • Nel fondo confluiranno le somme in futuro destinabili all’indennità di accompagnamento • Reintroduzione dell’imposta di successione Le proposte del Cnel Pronuncia n.28 del 18 luglio 2002 • Riservata agli ultra 65enni o ultra 70enni • Sistema di valutazione n.a.: ADL • Il riconoscimento della n.a. fa sorgere un diritto soggettivo • Forma di finanziamento: assicurazione sociale • Creazione di un fondo nazionale e di fondi regionali Le proposte del Cnel • Funzioni del fondo nazionale -Poteri di indirizzo e coordinamento -Armonizzare l’intervento dei fondi regionali -Riequilibrio delle risorse • Funzioni dei fondi regionali: veri finanziatori • Prestazioni da garantire: fissate dai LEA • Attenzione a programmi favore dei carer familiari Le proposte del Cnel • Prestazioni da garantire: fissate dai LEA • Previsioni di costo: 1050 euro al mese per n.a. di 1 livello, 1300 e 1459. Assistenza domiciliare 390,930,1450 • Possibilità di sostituzione con sussidio monetario (210,420,670) • Attenzione a programmi favore dei carer familiari Le proposte del Cnel • Forma di finanziamento: a ripartizione ad equilibri annuali • Costo previsto complessivo: 11,9 miliardi Le proposte del Cnel • Utilizzo dei programmi esistenti (stimati in 3,9 miliardi) • Utilizzo anche dell’indennità di accompagnamento • Contributi proporzionati al reddito di cittadini maggiorenni non dediti agli studi con reddito superiore a una certa soglia • Altre entrate tributarie (Ici, addizionali Irap e Irpef), risorse delle Fondazioni Possibilità di opting out La proposta Bindi DdL Camera n.3441 presentato il 28 novembre 2002 • Riservata a tutti i soggetti non autosufficienti indipendentemente dall’età • Valutazione della n.a. criterio di classificazione ICF • Determinazione dei LEA con Dpcm • Istituzione del Fondo nazionale per la non autosufficienza - ripartito secondo criteri determinati in sede di Conferenza unificata -sulla base dei dati della n.a. rispetto alla popolazione, indicatori demografici e socioeconomici La proposta Bindi DdL Camera n.3441 presentato il 28 novembre 2002 • Finanziamento del fondo: - emolumenti spettanti ai disabili (escluso quelli da infortuni sul lavoro) - contributo pari allo 0,4% dell’imponibile Irpef per redditi superiori a 25 mila euro, interamente deducibile nella determinazione dei redditi. - Maggiori entrate dal lavoro nero - reintroduzione dell’imposta di successione - risorse attualmente impegnate dai comuni La proposta Bindi DdL Camera n.3441 presentato il 28 novembre 2002 • Stima dei beneficiari: 2% della popolazione • Stima del costo: 7,3 miliardi di cui coperti per: - 3 mld dall’indennità di accompagnamento - 1 mld spese attuali dei comuni - 2,1 mld addizionale Irpef di 0,4(?) - 1 mld recupero lavoro nero