N°12. 22giugno2009
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L’era della convergenza
Film in 3D, senza occhialini, anche su
notebook.Acer lancerà un Aspire con
schermo 3D. Una tendenza che fa già
scuola: annunci simili sono già stati fatti sia
da Hp, sia da Asus.
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Più digitale e in Hd
Ecco la tv scaccia-crisi
Il calo delle risorse pubblicitarie spinge verso nuovi modelli di business
A
lta definizione, Iptv, integrazione fra Internet e tv
sui contenuti. Sono alcuni
dei personaggi e interpreti (in ordine
non necessariamente di apparizione)
della svolta che sta affrontando il
piccolo schermo di fronte a una doppia tenaglia: da un lato tecnologica
(l’avanzata fisiologica delle nuove
piattaforme) dall’altro economica (la
recessione, che colpisce il gettito pubblicitario, spinge a sua volta le nuove
tecnologie). Al di là delle rivoluzioni
più sfacciatamente evidenti come la
transizione al digitale terrestre che
sta interessando gran parte del globo
(vedi anche i servizi a pagine 12), la
vecchia tv sta cedendo il primato alle
nuove forme in arrivo, oltre che dal
0.9%, rispetto al +4.7% del 2007 (con
una perdita dunque del 3.8%). Per la
prima volta dopo venti anni le risorse
pubblicitarie hanno registrato un calo
(del 4.3%). La spesa dell’utente finale
(abbonamenti e a richiesta) è diventata
dunque la sola risorsa significativa di
crescita e driver del settore, con un
+6.5%. In questo quadro emerge il
ruolo di Internet. Unico mezzo con
crescita a doppia cifra nel 2008, si
sta trasformando in distributore di
programmi televisivi. L’esplorazione
di nuovi flussi di ricavi provenienti
dal Web si trasforma dunque in una
nuova opportunità per i broadcaster televisivi: Internet è in grado di attrarre
i segmenti più giovani del pubblico,
target più appetibili per i pubblicitari.
D’altra parte, le quote di share perse
nei principali canali televisivi dai
broadcaster, possono essere in parte
recuperate (insieme ad una riduzione
delle perdite) dal video online, che si
trasforma in un’occasione per entrare
nel mercato Internet e migliorare la
propria offerta di servizi.
R.C.
’
Rapporto IT Media
Il calo di prezzi di tv
a schermo piatto
spinge la domanda
di video di qualità
satellite, dal Web e dal cavo. Così
come il pubblico sta affrontando - il
funzionamento dei decoder, infernale
per gli over70 - il vero primo ricambio
generazionale.
In questo quadro le nuove piattaforme come Adsl, Ftth e tv mobile, dice
il rapporto annuale “Turning Digital”
di IT Media Consulting, stanno cercando una collocazione nel mercato
della distribuzione dei contenuti.
Nonostante rappresenti ancora una
piattaforma marginale in quasi tutti i
paesi europei, l’Iptv registra risultati
interessanti: alla fine del 2008 vi erano
8.2 milioni di abitazioni abbonate a
servizi Iptv, quasi la metà localizzate
nella sola Francia.
Altra grossa novità dell’anno trascorso, la tv in Hd. Diventata, in tempi
di crisi economica, un’altra opportunità di sviluppo. A causa della crescente
competizione, dice il rapporto IT Media Consulting, gli operatori di pay-tv
si trovano ad affrontare difficoltà nel
reclutare nuovi abbonati. Le crescenti
aspettative di qualità video da parte
degli utenti finali, combinata ad un
costante calo dei prezzi di televisori a
schermo piatto Hd, stanno spingendo
la domanda verso offerte video di
maggiore qualità grazie anche al fatto
che, presumibilmente, la recessione
ha costretto i consumatori più colpiti
dalla crisi a passare più tempo in casa
a guardare la tv.
Ma la parola chiave del 2008 televisivo è “crisi”. Nell’anno trascorso il
mercato tv in Europa è cresciuto dello
SENTIERIdelVIDEO
Scenari. Per i broadcaster il Web rappresenta una nuova chance
Virgin-Universal, si cambia musica
L’accordo apre agli abbonamenti per il download
N
uove strade all’orizzonte per
il consumo di musica online.
Che potrebbero mandare in soffitta le
varie proposte anti-pirateria Hadopi.
Le nuove strade le apre l’operatore
britannico Virgin Media, fondata
dal leggendario e multimiliardario
Richard Branson, che ha annunciato, forte di un contratto chiuso con
Universal, di voler lanciare entro
Natale in Gran Bretagna un servizio
di abbonamento per scaricare musica
senza limiti.
Il servizio, che entrambe le parti
definiscono come il primo al mondo
nel suo genere permetterà ai clienti
dotati di banda larga di ascoltare in
streaming e scaricare tutti gli album
e i brani musicali che vorranno dal
catalogo di Universal, dietro pagamento di una quota mensile: per ora
nessuna cifra ufficiale, ma si parla del
costo equivalente di due album. La
musica sarà in formato mp3, quindi
potrà essere riprodotta sulla maggior
parte dei dispositivi, inclusi iPod e
telefoni cellulari. Virgin dichiara
che parte della collaborazione con
l’industria musicale consisterà nel
lanciare una campagna anti-pirateria sul proprio network arrivando
anche a sospendere (momentaneamente) l’accesso a Internet ai pirati
di musica recidivi.
Universal sta stringendo accordi
anche con la paytv BSkyB per il
lancio di un servizio del genere nelle
prossime settimane.
Le identità episodiche
dei siti di condivisione
Un harakiri di privacy?
Il lato ombra dei social network
Oltre i rischi di violazione più palesi
I
l Garante per la privacy ha pubblicato
un opuscolo per tutelare la propria sfera
personale sui social network di Internet.
Si chiama “Social Network: attenzione
agli effetti collaterali”, e lo si può scaricare in
formato Pdf dal sito del Garante, o rivolgendosi a:
[email protected] .
È una lettura breve ma interessante. Un primo
capitolo spiega il funzionamento dei social network
e descrive in generale le tipologie dei rischi che si
possono incontrare (esposizione, anche a distanza
di anni, dei propri dati personali, fornitura di dati
sensibili, propri e di altri nostri corrispondenti, a
chi intenda compiere truffe o altri reati). Segue una
specie di check list che ciascuno dovrebbe effettuare
prima di aderire ad un Social network, distinta in
cinque categorie di utenti: ragazzi, genitori, persone
in cerca di lavoro, esperti e professionisti. Quindi
viene presentato un “decalogo” di consigli utili, e
inne un glossario.
I rischi che vengono segnalati in dettaglio sono:
la persistenza dei dati forniti anche a distanza di
anni; la difcoltà della loro cancellazione quando si
decide di uscire dal network; il fatto che gran parte
dei network hanno sede legale fuori dall’Italia e dall’Europa, e quindi vi è una difcoltà di giurisdizione
e di protezione legale; il rischio di violare la privacy
degli altri che “tagghiamo” o di cui comunque forniamo dati nelle nostre pagine; la probabilità che i
dati da noi forniti siano utilizzati per ni di marketing,
commerciali e/o pubblicitari; la possibilità che ci
siano falsi proli con il nostro nome; il rischio di
fornire indizi che possono portare alla violazione
del nostro conto bancario.
Tutto giusto, tutto utile. Il problema però è che
c’è dell’altro, un fenomeno di outing generalizzato,
di assunzione di identità episodiche (devo a Sebastiano Bagnara, dell’Università di Sassari, questa
bellissima denizione), di un’ansia di parlare di sé,
di raccontare i propri fatti privati ed intimi al di sopra
di ogni necessità e opportunità, di miscelare il vero,
il falso e il verosimile nella descrizione esistenziale
della propria vita.
Già che siamo in zona privacy, vogliamo chiamarla “auto violazione della privacy”? È soltanto
una forma di esibizionismo (che fa coppia ssa con
il voyeurismo), o incorpora una qualche volontà di
farsi male, di mettersi a rischio, di varcare deliberatamente la soglia del pericolo? In tutti questi casi, il
decalogo non può bastare.
Di ENRICO MENDUNI
Professore di Media e Comunicazione
all’Università Roma Tre di Roma
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del 12/5/2005. Arretrati 6,00 euro. Abbonamento annuo
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