Musei I l territorio di Sud Ovest – che comprende il Sulcis e l’Iglesiente – è diventato una Nuova Provincia ma alcuni Comuni, quelli prospicienti il litorale meridionale, hanno preferito restare con Cagliari. Questa zona comincia con la SS 195 Sulcitana, che in parte ha un nuovo tracciato, e costeggia la Laguna di Santa Gilla all’uscita di Cagliari. A Poggio dei Pini c’è l’Osservatorio Astronomico di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (visitabile a richiesta, tel. 070/71180216). Al km 16 del vecchio percorso, prima di arrivare a Sarroch, si trova Villa d’Orri, costruita nel ’500, di proprietà della famiglia Manca di Villahermosa, che ospitò spesso durante il loro soggiorno in Sardegna il re Carlo Felice di Savoia e la consorte Maria Cristina: vi sono alcune vaste sale con belle collezioni d’arte. E’ circondata da un magnifico parco, ricco di piante locali ed esotiche, che arriva fino al mare. È visitabile in occasione della manifestazione “Cagliari – Monumenti aperti” nel mese di maggio (per informazioni rivolgersi al Comune di Sarroch, sig.ra Angela della Torre, responsabile Cultura del Comune). A Pula, che ha un centro storico, semplice e grazioso, si trova il Museo civico Archeologico “Patroni” dove sono conservati una parte dei reperti rinvenuti a Nora (gli altri sono a Cagliari). La coop. Tour gestisce il Museo tel. 070/9209610 e la zona archeologica di Nora, aperto tutti i giorni, ingresso a pagamento, possibilità biglietto plurimo e visite guidate. A Pula si trova anche il “Museo Norace”, privato, dove è esposta una bellissima collezione di minerali, provenienti dalla Sardegna e da altre nazioni, e di monete antiche. Esiste anche una sezione per la vendita (via Nora 85-83, tel. 070/9236046, aperto tutti i giorni orario 9-12/16-20, estate fino alle 24, ingresso a pagamento). Di notevole interesse è la zona archeologica di Nora. La zona era abitata fin dall’epoca nuragica e nei periodi precedenti. Nora fu il primo insediamento in Sardegna dei Fenici nel IX sec. a.C., divenne uno dei maggiori centri fenicio-punici, anche grazie alla sua posizione: i Fenici prediligevano le isolette o i piccoli promontori. In seguito fu importante città romana, come documentano il teatro, i resti delle terme, dei templi, del tophet, di varie case, dei bellissimi mosaici. Dopo l’abbandono e la mareggiata che la sommerse, fu un’altra mareggiata nel 1889 che ne riportò alla luce la parte nascosta dalla sabbia: prima si conoscevano solo e pochi ruderi. Scavi sistematici si svolgono dal 1952 ed è stata rinvenuta parte della città romana. Recenti ricerche, anche subacquee, hanno portato all’individuazione della città feniciopunica e della zona portuale (Coop. Tour, tel. 070/9209138, aperto tutti i giorni: orario dalle 9 al tramonto, ingresso a pagamento, possibilità biglietto plurimo per Museo e visite guidate). Nell’anfiteatro romano, in un punto suggestivo, si svolge nell’estate la Notte dei Poeti, una serie di eccellenti spettacoli teatrali e musicali alla quale partecipano noti artisti e complessi internazionali (Organizzazione CEDAC Cagliari, tel. 070/270577 070/275899, fax 070/270932, e-mail: AGOSTO 2005 VISITA AI MUSEI DELLA SARDEGNA / La Regione di Sud Ovest La Costa del Sud L'area archeologica di Nora con i suoi mosaici e il suo teatro rappresentano uno dei gioielli più importanti A Pula merita una visita la chiesa di Sant'Efisio Il museo archeologico e quello dei minerali - Villa d'Orri e Chia - Le foreste del Sulcis e il suo patrimonio di Gianfranco Leccis [email protected]. Informazioni: Le Torri Pula, tel. 070/9208373). Prima del promontorio c’è la Chiesa di Sant’Efisio costruita dai monaci Vittorini nel sec. XI, sui resti di un precedente edificio paleocristiano, la cui facciata è stata mal rifatta tra il ’700 e l’800. Questi monaci, provenienti dal convento benedettino di San Vittore di Marsiglia, erano stati chiamati nel 1089 dal giudice di Cagliari, Torchitorio, e avevano ricevuto in donazione varie chiese, principalmente San Saturnino di Cagliari, Sant’Antioco dell’omonima cittadina, e Sant’Efisio di Nora. E’ la meta della sagra di Sant’Efisio che si svolge dal 1° al 4 di Maggio. Sempre a Nora, c’è la Laguna, dove una cooperativa di giovani e di pescatori ha realizzato un itinerario per conoscere l’ambiente naturale delle lagune costiere con la loro tipica vegetazione: c’è un acquario per la fauna ittica del Mediterraneo e si possono fare escursioni subacquee ed in canoa biposto con accompagnatore (Coop. Ittica Nora, tel. 070/ 9209544. Visite guidate, solo acquario: 90 minuti, giugno-agosto 10,00-11,30/17,00-18,30; settembre 10,00 - 11,30/16,00-17,30; acquario con escursioni in canoa, circa 3 ore: orari giugno-agosto 10,00 /17,00; settembre 10,00/ 16,00; acquario e escursioni subacquee: giugno-settembre ore 10,00. Altri periodi su appuntamento con minimo 10-15 persone: ingresso a pagamento. E-mail: [email protected]. - Internet www.lagunanora.it). Pula ha un’altra importantissima Area Naturalistica, la montagna: buona parte del suo vasto territorio (139 kmq) è montano e oltre 96 kmq dovrebbero entrare a far parte del Parco Regionale del Sulcis, in progetto ma non ancora realizzato; già attualmente vi è il complesso di Piscinamanna dell’Ente Foreste della Sardegna e nella zona vi sono altri cinque complessi. Questa zona è di una bellezza straordinaria: è stato definito dallo studioso francese Pelletier “un dedalo di vallate e monti”. I Monti del Sulcis hanno una superficie di circa 700 kmq, e sono divisi in due dalla gola dove scorrono i fiumi Gutturu Mannu e rio Mannu di Santadi, dove passa la strada che va da Capoterra a Santadi. Nella parte settentrionale vi sono le maggiori alture: Monte Arcosu (m 948), dove si trova la riserva del WWF), Monte is Caravius (m 1116), Monte Lattias (m 1086), Monte Tiriccu (m 1105), Monte Sa Mirra (m 1087) Monte Nieddu (m 1041). Nella parte meridionale vi sono Monte is Pauceris Mannu (m 720), Punta Maxia (m 1017), nei cui pressi nasce il rio di Monte Nieddu che scorre verso Sarroch e poi Pula e confluisce con altri fiumi diventando il rio di Pula, poi Punta Sebara (m 979), Monte Santo con Punta Sa Cresia (m 864). Le altitudini non sono elevate ma l’ambiente è tipicamente montano, molto accidentato, aspro, con forti dislivelli, le rocce sono graniti, calcari, scisti, quarzi. Si tratta della superficie boschiva più estesa della Sardegna, circa 340 kmq, e la più grande foresta di lecci del Mediterraneo, dove non vi sono insediamenti umani permanenti salvo le case forestali. Sono prevalentemente lecci ed in misura minore sughere, qualche agrifoglio, ginepri, filliree, con la macchia-foresta a lentisco e corbezzoli. Tra le varie essenze arbustive si trovano cisto, erica, ginestra spinosa, mirto, rosmarino e, lungo i corsi d’acqua, oleandri; in un punto si trova un consistente nucleo di tassi. In molte parti l’originaria foresta ad alto fusto fu distrutta dai carbonai nei secoli scorsi ed è stato effettuato un impianto di pini, soprattutto pino domestico, e talvolta pino radiato, pino marittimo e pino d’Aleppo. Le aree attorno a M. Lattias, M. Pauceris Mannu e P. Maxia sono le più importanti per il Cervo sardo, l’unica forma di cervide europeo, presenti in un consistente numero, la maggior popolazione della Sardegna. Sono frequenti cinghiali, volpi, le donnole, martore, lepri, gatti selvatici. In questi ultimi tempi sono stati reintrodotti dei daini, che si erano estinti, tenuti in alcune vaste aree recintate per facilitarne l’ambientamento insieme ai cervi. Vi sono aquile reali, aquile del Bonelli, astori, falchi pellegrini, sparvieri, gheppi, corvi imperiali, ed inoltre colombacci, ghiandaie, ecc. In collaborazione tra l’Ente Foreste della Sardegna e la sezione di Cagliari del C.A.I. (Centro Alpino Italiano) sono stati individuati e marcati dei sentieri, illustrati in un opuscolo in distribuzione presso le Case Forestali. I periodi migliori per la visita sono in primavera e in autunno: per le escursioni occorre la massima prudenza e attenzione, soprattutto si raccomanda di portare adeguate provviste di acqua. Si raccomanda di non accendere fuochi e non disturbare la fauna e la vegetazione. Nella parte bassa della vallata è sorto un Parco Tecnologico che occupa le pendici fino a quota m 100 da entrambi i lati. Il Parco Tecnologico e Scientifico Polaris, presieduto dal premio Nobel Carlo Rubbia, è stato costituito su iniziativa della Regione Sardegna che ha creato un apposito 19 Ente, il Consorzio Ventuno, preposto alla promozione e sviluppo. Si tratta soprattutto di laboratori di ricerca sulle tecnologie avanzate ed in particolare su biotecnologie, informatica, farmaceutica. Sono già state realizzate diverse costruzioni, su progettazione dello Studio Gregotti, nell’intento di assicurare il massimo rispetto per l’ambiente, con strutture prefabbricate dell’altezza massima di m 8, la stessa strada di collegamento non è asfaltata ma in graniglia di granito. E’ in allestimento un Museo Naturalistico dedicato al bosco. La piccola cooperativa “Itinera” (Annalisa Uccheddu 339/ 5394570 - Simonetta Lucarelli 349/8941406 - fax 070/921338) ha realizzato e cura il Museo Naturalistico; propone inoltre visite guidate nella zona. Si prosegue lungo la SS 195 fino al km 45 ad un bivio che porta a Chia ed alla Costa del Sud. Poco dopo il bivio si arriva a Domus de Maria (1.545 ab.) - di cui Chia è frazione - nell’entroterra, alle pendici delle montagne. C’è un piccolo Museo civico dove sono conservate collezioni mineralogica e numismatica: vi sono più di 600 monete dal periodo punico al romano, al barbarico, bizantino, medioevale, moderno e oltre 1000 campioni di minerali tra cui splendidi campioni di Ortoclasio (tel. 070/9236010 orario: 9,30-12,30/16-20; aperto tutti i giorni; ingresso a pagamento - esposizione artigianato locale). Prendendo al citato bivio la SP 71 si va a Chia. Questo è un punto preciso, dove si trova un promontorio con una torre spagnola, ma per estensione viene chiamata così tutta la zona con le magnifiche spiagge di Porto Campana e Su Giudeu fino a Capo Spartivento e poi Cala Cipolla. E’ uno dei posti più belli della Sardegna. L’intera zona è di altissimo interesse per l’ambiente ed il paesaggio: notevoli le dune ed i ginepri fenici, le scogliere granitiche, il mare dagli straordinari colori. Le dune sono in movimento e purtroppo in questi ultimi anni si stanno riducendo. In alcuni punti avviene un curioso fenomeno: per l’azione concomitante del vento, dell’acqua piovana e della sabbia, si formano delle concrezioni attorno a frammenti di rami che poi, per consunzione del legno, restano cave conservandone la forma. Ma, purtroppo, il punto dove questo avveniva maggiormente è utilizzato per un campetto estivo di palla a volo. Spesso si trovano sulle dune i gigli di mare che riescono a sopravvivere anche sulla sabbia, fin che qualcuno ha la squallida idea di coglierli, strappandoli al loro ambiente naturale. Il litorale tra Chia e Capo Spartivento, compresi i retrostanti stagni, per una superficie di 400 ettari, è una delle “Riserve naturali” istituite dalla Legge Regionale sui Parchi. Sul promontorio c’è una torre spagnola costruita prima del 1577 e doveva essercene un’altra dello stesso periodo a Capo Spartivento, inglobata forse nella costruzione dell’attuale faro. Nel periodo estivo (10/6-10/9) nella torre di Chia è in funzione un potente cannocchiale dal quale si può vedere lo spettacolare panorama della costa; c’è anche un’esposizione a cura del Museo Norace di Pula di monete, minerali, originali opere artistiche, prodotti dell’artigianato (orario 9,30-12,30/15-19, chiuso il lunedì; ingresso a pagamento).