Atti Parlamentari XVII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 1 — Camera Deputati – Senato Repubblica COMM. ALDO MORO — SEDUTA DEL 15 GENNAIO COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL RAPIMENTO E SULLA MORTE DI ALDO MORO RESOCONTO STENOGRAFICO 16. SEDUTA DI GIOVEDÌ 15 GENNAIO 2015 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE FIORONI INDICE PAG. Comunicazioni del presidente: Fioroni Giuseppe, presidente ...................... 3 ALLEGATO: Risposte del senatore Sergio Flamigni ai quesiti formulati per iscritto da componenti della Commissione, secondo quanto concordato nel corso della sua audizione del 2 dicembre 2014 ........ 5 2015 Atti Parlamentari XVII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 3 — Camera Deputati – Senato Repubblica COMM. ALDO MORO PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE FIORONI La seduta comincia alle 14.25. Comunicazioni del presidente. PRESIDENTE. Comunico che presso il Consiglio superiore della magistratura è in corso l’istruttoria ai fini dell’autorizzazione all’incarico di collaboratori a tempo parziale per la dottoressa Antonietta Picardi, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale dell’Aquila, la dottoressa Antonia Giammaria, magistrato distrettuale requirente della Procura generale presso la Corte di appello di Roma, il dottor Massimiliano Siddi, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo, nonché per l’incarico di collaboratore a tempo pieno per il dottor Gianfranco Donadio, già procuratore nazionale antimafia aggiunto e consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali. Alla dottoressa Picardi sarà affidato il compito di seguire il filone fiorentino dell’inchiesta, con riferimento, tra l’altro, alle indagini svolte dalla Procura di Firenze in relazione al caso Moro Nell’espletamento di tale incarico la dottoressa Picardi potrà avvalersi della collaborazione del colonnello Paolo Occhipinti. Alla dottoressa Giammaria sarà affidato il compito di seguire il filone di inchiesta riguardante il covo di via Gradoli. Nell’espletamento di tale incarico la dottoressa Giammaria potrà avvalersi della collaborazione del colonnello Leonardo Pinnelli. Al dottor Siddi sarà affidato l’incarico di seguire il filone d’inchiesta concernente la strage di via Fani e il ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani. Nell’espletamento di tale incarico il dottor Siddi potrà avvalersi della collaborazione della dottoressa Laura Tintisona. — SEDUTA DEL 15 GENNAIO 2015 Al dottor Donadio sarà affidato l’incarico di seguire il filone d’inchiesta relativo al ruolo svolto dalla VII Divisione del SISMI in relazione al caso Moro. Gli sarà inoltre affidato l’incarico di curare l’istruttoria delle audizioni previste presso la Commissione. Nell’espletamento di tali incarichi il dottor Donadio potrà avvalersi, ove necessario e previo assenso del presidente, della collaborazione dei tre ufficiali di collegamento. Comunico che l’onorevole Gero Grassi con nota del 7 gennaio ha chiesto che la Commissione acquisisca alcuni rapporti del brigadiere dei Carabinieri Dario Covolo, che partecipò il 1o ottobre 1978 a Milano all’arresto di Bianca Amelia Sivieri, e in particolare di un rapporto del dicembre 1979 relativo a informazioni che il brigadiere Covolo ebbe da Rocco Ricciardi in merito al progetto di uccidere Walter Tobagi, che sarebbe stato a conoscenza di elementi informativi concernenti il caso Moro e i documenti ritrovati nel covo di via Monte Nevoso. I rapporti redatti dal brigadiere Covolo, secondo quanto comunica l’onorevole Grassi, sono attualmente conservati in originale presso il comando dei Carabinieri in via Moscova a Milano e in copia presso il Comando generale dell’Arma. L’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi nella riunione odierna ha deliberato di procedere pertanto ad acquisire la documentazione richiesta. Con l’occasione, l’Ufficio di presidenza ha ribadito che potrà essere acquisita agli atti della Commissione solo la documentazione che presenta un legame oggettivo e diretto con la materia dell’inchiesta parlamentare. Comunico che il senatore Flamigni ha fatto pervenire alla Commissione il 9 gennaio scorso le risposte ai quesiti formulati per iscritto dall’onorevole Grassi e dall’onorevole Bolognesi. Le risposte inviate dal senatore Flamigni sono liberamente consultabili presso l’archivio della Commissione e Atti Parlamentari XVII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 4 — Camera Deputati – Senato Repubblica COMM. ALDO MORO verranno pubblicate in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna. Comunico inoltre che, con lettere del 9 gennaio scorso, il responsabile dell’Archivio storico del Senato ha trasmesso notizia della declassificazione di alcuni documenti dell’archivio della Commissione stragi dell’VIII legislatura, già trasmessi in copia alla Commissione; si tratta, in particolare, di otto documenti prodotti dalla Guardia di finanza e di un elaborato prodotto dal SISDE. Tale documentazione pertanto, già classificata segreta, è ora liberamente consultabile. Comunico che, nel corso dell’audizione del procuratore generale Ciampoli, svoltasi il 12 e il 13 novembre 2014, è stato fatto riferimento alle indagini svolte dai sostituti procuratori militari di Padova dottori Benedetto Roberti e Sergio Dini con riferimento all’attività svolta dalla VII Divisione del SISMI e dalle strutture e dal personale in essa confluite. Al riguardo, l’onorevole Gero Grassi ha chiesto, per le vie brevi, che la Commissione proceda all’audizione dei due magistrati; tale audizione sarà programmata nelle prossime settimane. L’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi nella riunione odierna ha convenuto su tale richiesta. Informo che l’orario dell’audizione del Ministro della giustizia, Andrea Orlando, prevista per mercoledì 21 gennaio, è anticipato alle 13.45. Nello stesso pomeriggio, a partire dalle ore 14.15, avrà luogo l’audizione del dottor Giovanni Salvi, che svolse indagini sul rinvenimento nel 1996 dell’archivio-deposito del Ministero dell’interno in circonvallazione Appia. L’audizione del senatore Ferdinando Imposimato, già prevista per giovedì 29 gennaio alle 15, sarà invece rinviata ad altra data, considerata la concomitanza con le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica. Sono, infine, in via di programmazione le audizioni di Luciano Violante (componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di Via Fani, sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia, nell’VIII legislatura, e — SEDUTA DEL 15 GENNAIO 2015 della Commissione parlamentare d’inchiesta sui risultati della lotta al terrorismo e sulle cause che hanno impedito l’individuazione dei responsabili delle stragi, nella IX legislatura), Sergio Mattarella (vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi nella XII legislatura), Ignazio Francesco Caramazza (nel 1996-97 presidente della commissione amministrativa d’inchiesta nominata dal Ministro dell’interno sull’archivio-deposito rinvenuto presso circonvallazione Appia), Antonio Marini (magistrato che indagò sul sequestro e sull’assassinio dell’onorevole Moro) e Carlo Mastelloni (magistrato che indagò sul traffico d’armi tra una componente della Brigate Rosse e l’OLP e sull’attività degli organismi di intelligence, con particolare riguardo alla VII Divisione del SISMI). Tali audizioni avranno tutte luogo dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. Per quanto concerne la citata audizione del ministro Orlando, preciso che gli verrà chiesto anche di fornire alla Commissione un quadro sullo stato delle rogatorie internazionali relative al caso Moro ed al relativo seguito. Comunico, infine, che la dottoressa Tintisona, collaboratrice della Commissione, ha presentato una relazione sulla prima fase della propria attività, consultabile presso l’archivio della Commissione. Stanno proseguendo gli accertamenti sulle autovetture presenti la mattina del 16 marzo 1978 in via Fani e sono stati avviati contatti con la polizia scientifica per realizzare una ricostruzione della dinamica della strage. La seduta termina alle 14.30. IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO RESOCONTI ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI DOTT. VALENTINO FRANCONI Licenziato per la stampa il 25 febbraio 2015. STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO Atti Parlamentari — 5 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 ALLEGATO Risposte del senatore Sergio Flamigni ai quesiti formulati per iscritto da componenti della Commissione, secondo quanto concordato nel corso della sua audizione del 2 dicembre 2014 1 ± Risposte ai qXHVLWLIRUPXODWLGDOO¶RQRUHYROH*HUR*UDVVL 1) Quando Lei ha interrogato il generale Dalla Chiesa, nella seduta della Commissione dell'8 luglio 1980, ha tentato di sapere da lui se avesse intuito il pericolo del rapimento Moro e se avesse avuto reale conoscenza della informazione di Salvatore Senatore dal carcere di Matera; il generale ha detto che non ricordava. Ritiene che abbia omesso di risponderLe? Preciso che quando interrogai il generale Dalla Chiesa, non gli rivolsi alcuna domanda sulla informazione di Salvatore Senatore dal carcere di Matera, di cui si era già discusso nelle precedenti DXGL]LRQLGL 6DQWRYLWR HGL *UDVVLQL )RUVHO¶RQorevole Grassi intende riferirsi al seguente quesito che rivolsi al generale: «In una relazione del Sismi si segnala una notizia giunta a Sicurpena il 6 marzo 1978. Un ergastolano ha scritto una lettera al direttore delle carceri in questi termini: ³&RPXQLFDUHVXELWRFKHFLVDUjXQDOWURDWWHQWDWRDJURVVDSHUVRQDOLWjSROLWLFDD5RPD´,OGHWHQXWR era stato in contatto con i brigatisti Naria, Bonavita, Olivieri e Socci, i quali gli avevano ventilato la SRVVLELOLWj FKH OH %U VHTXHVWUDVVHUR XQ¶DOWD SHUVRQDOLWj DOOR VFRSR GL FKLHGHUH OD OLEHUD]LRQH GL detenuti politici. Vorrei sapere come quella notizia venne utilizzata»1. Dalla Chiesa mi rispose: «In questo momento non la ricordo. Mi riservo ovviamente di far seguito...». Il seguito arrivò alla Commissione il 13 dicembre 1981. Il generale rispose che non risultava fosse stato inviato alcun appunto dal comando generale alle autorità centrali - Sismi compreso ± durante il mese di marzo 1978, riguardante la notizia di un probabile attentato a Roma a importante personalità politica. Risposta che mi lasciò insoddisfatto poiché non dava alcuna spiegazione del contrasto tra quanto risultava al Sismi e quanto invece non risultava a Dalla Chiesa e al suo Comando generale 2. 2) Come mai alla moglie di Moro, sopraggiunta pochi minuti dopo l'eccidio di via Fani, fu detto subito che il rapimento era stato fatto dalle Brigate rosse? Davanti alla nostra Commissione, Eleonora Moro affermò di aver sentito dire «in maniera precisa: sono state le Brigate rosse. Tanto che io mi sono permessa di dire: ma eccellenza, come fa lei ad essere così sicuro che siano state le Brigate rosse?». Poi aggiunse: «Ancora oggi io mi chiedo come questa gente fosse sicura e avesse deciso con sicurezza. Perché per quello che io ricordo, il primo volantino dei brigatisti che rivendicavano il fatto è arrivato qualche giorno dopo». Nella domanda della signora Moro era implicito il sospetto di un progetto preordinato da tempo e che andava oltre le Brigate rosse. Quella domanda di Eleonora Moro conteneva una intuizione decisiva, DOODOXFHGLTXDQWRVDSSLDPRRJJLFLUFDODSDUWHFLSD]LRQHDOODVWUDJHGLYLD)DQLGLHOHPHQWL³HVWHUQL´ alle Br. 3) Come mai il comitato del MLQLVWHUR GHOO¶interno aveva una fuga di notizie che raggiungeva i brigatisti? 1 Cfr. Resoconto seduta 8 luglio 1980, atti CM, vol. 4, pagg. 318-323. 2 Cfr. CM, vol. 27, pagg. 239-240. Atti Parlamentari — 6 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 Il comitato del MLQLVWHURGHOO¶interno era attraversato da divisioni e dissidi tra informativi (tutti affiliati alla P2) e operativi. Non è da escludere che fughe di notizie fossero dovute a una convergenza di interessi tra piduisti e brigatisti. 4) Il riferimento al colonnello Giovannone nella lettera di Moro era una pista? Con quella lettera che menzionava Giovannone, protagonista-testimone di una trattativa politicodiplomatica che nel 1973 aveva portato alla scarcerazione di detenuti palestinesi in Italia, Moro chiedeva che quel precedente inducesse la Dc, il Governo e il mondo politico italiano a trattare con i terroristi uno scambio di prigionieri che portasse alla sua liberazione. 7XWWDYLDLOULFRUGDUHO¶HSLVRGLRGHOODOLEHUD]LRQH ± voluta da Moro ministro degli affari esteri ± dei detenuti palestinesi (arrestati mentre stavano preparando un attentato a un aereo della compagnia israeliana El Al) e del loro trasporto in Libia a bordo di un aereo del Sid, significava ULFRUGDUH DQFKH OD FUXHQWD UHD]LRQH GHO 0RVVDG FKH FDXVz O¶DEEDWWLPHQWR GHOO¶DHUHR GHO 6LG D 0DUJKHUD FRQ OD PRUWH GHOO¶HTXLSDJJLR quattro persone). Non è quindi da escludere che Moro intendesse alludere a una pista israeliana nel suo sequestro. 5) Le sembrò credibile il SRWWRVHJUHWDULRDOO¶iQWHUQR/HWWLHULGXUDQWHO¶DXGL]LRQHGHOOD&RPPLVVLRQH d'inchiesta? Solo in parte. La sua audizione risultò deludente a non pochi commissari. Lettieri omise di riferire alla Commissione molte cose che avrebbero potuto essere utili ai nostri lavori. Infatti gli DSSXQWLFKHFRQVHJQzVXOO¶DWWLYLWjGHO&RPLWDWRSROLWLFRWHFQLFRRSHUDWLYRVLIHUPDYDQRDODSULOHH DQFKH GXUDQWH O¶DXGL]LRQH QRQ DJJLXQVH TXDVL QXOOD VXOO¶DWWLYLWj H VXL SUREOHPL GHO SHULRGR successivo. Sulla vicenda del Lago della Duchessa fu addirittura menzognero. Tuttavia gli appunti GL /HWWLHULEHQFKpOLPLWDWLDODSULOHSHUPLVHURDOODQRVWUD&RPPLVVLRQHG¶LQFKLHVWDHLQPLVXUD aQFRUDPDJJLRUHDOOD&RPPLVVLRQHSDUODPHQWDUHG¶LQFKLHVWDVXOODLoggia massonica P2, di rilevare il determinante ruolo avuto dagli affiliati alla confraternita piduista nella vicenda Moro. 6) Il biglietto trovato nella tasca di Valerio Morucci quando fu arrestato nella casa del professor Conforto nel maggio 1979 cosa conteneva? Non ricordo del biglietto trovato in tasca a Morucci, forse perché quando questi venne arrestato prestai attenzione anzitutto alle armi che gli vennero sequestrate: la Skorpion calibro 7,65 usata per uccidere Moro, cinque pistole e un fucile Winchester e relative munizioni e caricatori, una bomba a PDQR H GHWRQDWRUL JLXEERWWL DQWLSURLHWWLOH FRQ GRFXPHQWL GHOO¶DUPHULD %RQYLFLQL GDOOD TXDOH Morucci si riforniva e che gli pagava provvigioni sulle vendite dei giubbotti antiproiettile). Poi, GDOO¶HOHQFRGHOOHFHQWLQDLDGLUHSHUWLWURYDWLQHOODSHUTXLVL]LRQHULPDVLFROSLWRGDLFROOHJDPHQWLGHO WHUURULVWD0RUXFFLFRQDPELHQWLGHO9DWLFDQRHQRQVRORO¶LQGLUL]]RHLOWHOHIRQRGHOOD3UR Deo di padre Morlion, uomo legato alla Cia, e di monsignor Paul Marcinkus; il recapito telefonico del commissario di Pubblica sicurezza Antonio Esposito, che prestava servizio nella sala operativa della Questura di Roma; il recapito di ufficiali dei Carabinieri i cui nomi non comparivano nemmeno nei UXROL SHU UDJLRQL GL VHJUHWH]]D 7UD L UHSHUWL F¶HUD DQFKH XQ HOHQFR GL WDUJKH GL DXWR UXEDWH WUD OH quali alcune di quelle che appartenevano al MLQLVWHUR GHOO¶interno, alla questura di Roma e al Ministero di grazia e giustizia. 7) Perché il MLQLVWHURGHOO¶interno, nonostante le Sue diverse sollecitazioni, non ha mai fornito la striscia delle telefonate ricevute dall'auto della Polizia la mattina del 16 marzo 1978? Credo per le stesse ragioni per le quali molti documenti sono scomparsi dagli archivi del 0LQLVWHUR GHOO¶Lnterno, documenti che rivelerebbero verità imbarazzanti. Nel caso specifico, temo Atti Parlamentari — 7 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 FKHOHUHJLVWUD]LRQLGHOOHWHOHIRQDWHULFHYXWHGDOO¶DXWRGHOODSROL]LDGLVFRUWDDOO¶RQorevole Moro la mattina del 16 marzo siano state occultate per cancellare tracce di complicità nella strage di via Fani. Ecco perché ho tanto insistito nel richiedere il brogliaccio delle telefonate della sala operativa GHO 9LPLQDOH /¶XOWLPD VROOHFLWD]LRQH O¶KR ULYROWD DO MLQLVWUR GHOO¶interno Anna Maria Cancellieri nel gennaio 2013, ma mi è stato comunicato «che il Dipartimento della pubblica sicurezza ha segnalato che la documentazione in esame non è stata rinvenuta». Chiedo alla vostra Commissione di accertare le responsabilità per la scomparsa di un documento così importante, e chiedo inoltre di fare chiarezza sulla questione dei documenti inerenti al caso Moro scomparsi dagli archivi: quelli della Presidenza del Consiglio dei ministri relativi alle riunioni del Comitato interministeriale informazioni e sicurezza; e quelli del 0LQLVWHUR GHOO¶LQWHUQR UHODWLYL DL Fomitati istituiti per la gestione della crisi. 8) Quando Lei chiede a Gentiluomo se è stato ascoltato solo dal magistrato, perché lascia intendere che potrebbe essere stato ascoltato anche da qualcuno del Viminale? 3HU TXDQWR SRVVR ULFRUGDUH DQFKH GRSR DYHUH ULOHWWR LO UHVRFRQWR GHOO¶LQWHUURJDWRULR GL Gentiluomo), credo di avere notato una qualche sua reticenza. Specie per quanto riguardava O¶LWLQHUDULR GHOOH PDFFKLQH GL 0RUR H GHOOD VFRUWD PL SDUYH SUHRFFXSDWR GL QRQ GLUH FRVH FKH contrastassero con quanto dichiarato alla Commissione dal suo superiore, il dottor Zecca, capo GHOO¶,VSHWWRUDWRJHQHUDOHGHO9LPLQDOHHGLULJHQWe di tutte le scorte. La mia domanda era dettata dal GXEELR FKH SULPD GHOOD WHVWLPRQLDQ]D DOOD QRVWUD &RPPLVVLRQH FL IRVVH VWDWR XQ ³LQFRQWUR GL LQGLUL]]R´GDSDUWHGHOO¶autorità gerarchica. /H IUDVL ³,O PDQGDULQR q PDUFLR´ H ³,O FDQH PRULUj GRPDQL´ fanno parte del codice militare riservato? Ho letto il libro Il mandarino è marcio, ma non sono in grado di rispondere in quanto non conosco alcun codice militare riservato. 10) Chi ha passato a Pecorelli le lettere di Moro mai pervenute agli interessati e mai ritrovate? Ho letto le letWHUHGL0RURSXEEOLFDWHGD³2S´ e credo siano pervenute a Pecorelli attraverso il magistrato Infelisi, e ritengo che fossero comunque già pervenute agli interessati. Non mi risulta che vi siano lettere di Moro arrivate a Pecorelli rimaste inedite e mai pervenute agli interessati e mai ritrovate. 11) Chi ostacolò nel 1978 la scoperta dell'intero materiale di via Monte Nevoso? Il generale Dalla Chiesa, o uomini dei servizi segreti al suo seguito, per quella parte del dattiloscritto del memoriale e per il materiale inerente il segreto di Stato. Poi il colonnello Mazzei, comandante la Legione territoriale dei Carabinieri di Milano, affiliato alla P2, il quale, entrato in conflitto col tenente colonnello Nicolò %R]]RFRPDQGDQWHGHOO¶RSHUD]LRQH-XPERLQGXVVH'DOOD &KLHVDDRUGLQDUHDJOLDJHQWLGHLQXFOHLVSHFLDOLGLULWLUDUVLGDOO¶DSSDUWDPHQWRGLYLD0RQWH1HYRVR prima che essi avessero completato la perquisizione. 12) Lei avvisò Pomarici, perché non fu creduto? A questa domanda solo Pomarici potrebbe rispondere nel rispetto della verità. 13) La casa di via Monte Nevoso a Milano viene ritrovata nel 1990 senza sigilli. Perché? Qualcuno ha indagato? Atti Parlamentari — 8 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 1HOO¶DSSDUWDPHQWRGLYLD0RQWH1HYRVRHUDSULYRGi sigilli perché era stato dissequestrato. Invece nel 1986, il giorno in cui andai a richiedere al pubblico ministero Pomarici di disporre una nuova perquisizione (ricevendone un ostinato quanto irragionevole rifiuto), mi recai anche in via Monte Nevoso, e FRQVWDWDL FKH L VLJLOOL GHOO¶H[ FRYR HUDQR VWDWL YLRODWL /¶DPPLQLVWUDWULFH GHO condominio, che mi accompagnava, mi disse di avere già segnalato il fatto ai Carabinieri e DOO¶DXWRULWjJLXGL]LDULDHFKLHUDYHQXWRDLVSH]LRQDUHLVLJLOOLOHDYHYDDVVLFXUDto che sarebbero stati rimessi. 14) Nella seduta della Commissione Moro del 10 ottobre 1991 Lei dice che la Commissione Moro non accertò la verità perché i vertici del Governo non collaborarono e fa riferimento esplicito a Andreotti. Vuole raccontarci? Preciso che il 10 ottobre 1991 venni ascoltato non dalla Commissione Moro (che aveva terminato i propri lavori nel giugno del 1983), ma da un gruppo di lavoro della Commissione parlamentare stragi che si occupava degli sviluppi del caso Moro. In quella se de criticai sia Andreotti sia Cossiga, per la scarsa collaborazione che essi avevano prestato ai lavori della Commissione Moro della VIII Legislatura. Ne ho parlato anche il 2 dicembre scorso, nella relazione davanti alla vostra Commissione. Poiché mi si chiede di raccontare di Andreotti, per non ripetermi aggiungerò solo una critica riguardante il periodo antecedente la costituzione della Commissione Moro e di massima responsabilità governativa di Andreotti. 'RSR O¶XFFLVLRQH GL 0RUR H OH GLPLVVLRQL GL Cossiga il 10 maggio 1978, il Presidente del &RQVLJOLR $QGUHRWWL DVVXQVH O¶LQFDULFR ad interim di MLQLVWUR GHOO¶interno. Lo Stato italiano aveva subito la più grave sconfitta dal dopoguerra: numerosi gli errori compiuti dagli apparati dello Stato, numerose le carenze di direzione, il deficit degli organi di sicurezza e di informazioni nelle operazioni per la ricerca della prigione (tutte vanificate da indicazioni che in realtà erano depistaggi); si ponevano interrogativi sul perché Moro e la sua scorta non disSRQHVVHUR GL XQ¶DXWR EOLQGDWD VRVSHWWL VXL SRVVLELOL FRPSOLFL GHL EULJDWLVWL QHOO¶DJJXDWR GL via Fani; interrogativi sulla smobilitazione degli organismi antiterrorismo e per la riduzione dei servizi investigativi da parte dei MLQLVWHUL GHOO¶interno e della difesa; perplessità sul comportamento del MLQLVWUR GHOO¶interno in relazione al comunicato falso del Lago della Duchessa e alla contemporanea scoperta del covo di via Gradoli; dubbi sul comportamento e sulla reale volontà degli organismi operativi dello Stato di liberare Moro. Ebbene, di fronte a WXWWR TXHVWR H GRSR TXDQWR HUD DFFDGXWR $QGUHRWWL ULILXWz GL DYYLDUH XQ¶LQFKLHVWD amministrativa per accertare il funzionamento degli apparati e i comportamenti e le responsabilità dei loro dirigenti. Un¶inchieVWD ³D FDOGR´ SHU ULVSRQGHUH DL WDQWL LQWHUURJDWLYL attraverso le testimonianze dei protagonisti, mettendo al sicuro documenti essenziali che invece spariranno. Un¶inchiesta amministrativa doverosa, dopo i rovinosi risultati dei cinquantacinque giorni, che sarebbe stata di grande aiuto per la Commissione parlamentare G¶LQFKLHVWDFKHLQL]LHUjDODYRUDUHGXHDQQLGRSRHFKHLQYHFHGRYUjSDUWLUHGD]HUR 15) Lei sostiene che Gallinari non ha ucciso Moro. Perché? Ho semplicemente detto che Gallinari, benché abbia partecipato alla strage di via Fani, al VHTXHVWUR H DOOD RUJDQL]]D]LRQH GHOO¶DVVDVVLQLR QRQ q VWDWR LO ERLD O¶HVHFXWRUH PDWHULDOH GHOO¶XFFLVLRQHGL0RURFRPHGHOUHVWRqVWDWRDFFHUWDWRLQVHGHJLXGL]LDULD 16) Licio Gelli entrava al Viminale con il nome di Luciani. Vuole dirci come e perché? Da dove si rileva? Atti Parlamentari — 9 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 Non mi risulta che sia mai stato accertata la circostanza che Licio Gelli entrasse al Viminale con il nome di Luciani, ipotesi formulata in ambienti giornalistici. Quando par tecipai ai lavori della Commissione parlamentare sulla Loggia massonica P2, appresi da appartenenti alla Marina militare che Gelli aveva avuto libero accesso al palazzo della Marina, e in effetti è stato accertato che il Venerabile era in possesso di un tesserino per accedere alla biblioteca della Marina militare. Nel palazzo della Marina aveva sede lo Stato maggiore della Marina militare che ospiterà gli uffici del Ppresidente del Consiglio Cossiga durante lavori di ristrutturazione a palazzo Chigi. 17) Il signore alto con la barba ed i Rayban presente in via Fani, in via Caetani e a Palermo quando fu ucciso Dalla Chiesa chi è? Non saprei, non credo di averlo mai conosciuto. 18) Chi tentò di dimostrare che l'Ufficio di Santovito fosse stato creato dopo il caso Moro? Non saprei. Chiunque fosse, poteva facilmente essere smentito poiché la nomina di Giuseppe Santovito alla direzione del Sismi avvenne nel gennaio 1978 da parte del Consiglio dei ministri su proposta formale del Ministro della difesa Attilio Ruffini, per volontà del Presidente del Consiglio Andreotti e con il pieno consenso del MLQLVWUR GHOO¶interno Cossiga GHO TXDOH 6DQWRYLWR LQ SUHFHGHQ]D VL HUD DVVLFXUDWR O¶DSSRJJLR FRQWDQGR JLj VX TXHOOR acquisito di Licio Gelli). 19) Il silenzio dell'Arma dei Carabinieri sul Lago della Duchessa lei come lo interpreta? 1RQ PL ULVXOWD XQ YHUR VLOHQ]LR GHOO¶$UPD GHL FDUDELQLHUL VXO /DJR GHOOD 'XFKHVVD (UDQR carabinieri coloro che per primi raccolsero le confidenze di Luciano Dal Bello, il quale rivelò FKH HUD$QWRQLR &KLFKLDUHOOL O¶DXWRUH GHO IDOVR FRPXQLFDWR n. 7 delle Br. I Carabinieri hanno partecipato alle ricerche al Lago della Duchessa con militari, automezzi, elicotteri e unità cinofile in numero maggiore rispetto a ogni altro corpo sia militare che civile. E ancora, il WHQHQWH FRORQQHOOR GHOO¶$UPD GHL FDUDELQLHUL$OEHUWR &RUVL GLULJHQWH LO centro investigazioni scientifiche dei Carabinieri di Roma, partecipò al Viminale alla riunione dei periti che, il 20 aprile 1978, avallarono come autentico il comunicato falso. 20) Ritiene che le BR dicano la verità quando sostengono di aver distrutto i nastri degli interrogatori di Moro? 3Xz GDUVL FKH TXDOFKH QDVWUR GHOO¶LQL]LDOH LQWHUURJDWRULR GRSR OD WUDVFUL]LRQH VLD VWDWR sovraregistrato (magari per errore), ma ritengo che la maggior parte, la più importante delle registrazioni, sia finita al sicuro. 21) Chi era il vero capo delle Brigate rosse? Era senza dubbio Mario Moretti, ma era un capo condizionato, manovrato e protetto. 22) Mario Moretti, spia come dicono Curcio e Franceschini? Sì, anche spia, magari per sbarazzarsi di concorrenti politicamente più forti e per FRQTXLVWDUHPDJJLRUSRWHUHDOO¶LQWHUQRGHOO¶RUJDQL]]D]LRQHWHUURULVWLFD Atti Parlamentari — 10 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 2 ± Risposte ai qXHVLWLIRUPXODWLGDOO¶RQRUHYROHPaolo Bolognesi 23 $OOD GRPDQGD GHOOD VLJQRUD (OHRQRUD 0RUR FKH KD GLFKLDUDWR ³,QILQLWH YROWH PL VRQR FKLHVWDFRPHSRWHYDQRHVVHUHOH%ULJDWHURVVHFRVuVLFXUHFKHTXHOJLRUQRDTXHOO¶RUDLQTXHO SXQWRO¶RQorevole MorRVDUHEEHSDVVDWRGDYLD)DQL´, Lei ci può dire cosa è stato risposto? Questa cruciale domanda di Eleonora Moro non ha mai avuto risposta, poiché chiama in causa i complici della strage di via Fani e le coperture che hanno permesso la strage e il sequestro. Le stesse indagini su questa specifica questione, davvero cruciale, sono state molto lacunose. Interrogata dal consigliere istruttore Achille Gallucci il 23 settembre 1978, Eleonora Moro smentì gli agenti della scorta del turno di riposo, i quali avevano sostenuto che Moro di solito usciva di casa puntualissimo alle 9 del mattino e seguiva sempre lo stesso percorso passando da via Fani per recarsi alla chiesa di Santa Chiara in piazza dei Giuochi Delfici: «Non posso affermare che mio marito sia stato uQ DELWXGLQDULR 3HU TXDQWR DWWLHQH DOO¶RUDULR GL XVFLWD GHO mattino, non è esatto quanto affermato dai superstiti della scorta di mio marito. Essi, come la signoria vostra mi precisa, sostengono che egli fosse solito uscire di casa verso le ore 9. Invece, particolarmente negli ultimi tempi, a causa della crisi di governo, egli non aveva mai un orario fisso di uscita poiché bastava una telefonata per fargli cambiare il programma della giornata. Era solito andare a messa tutti i giorni, anche nel pomeriggio, a seconda dei suoi LPSHJQL (JOL IUD O¶DOWUR FDPELDYD VSHVVR OH FKLHVH IUHTXHQWDQGR TXHOOD GL 6DQWD &KLDUD D piazza dei Giuochi Delfici, la chiesa di San Francesco di via Trionfale, la chiesa del Gesù, la parrocchia che si trova in viale Regina dopo piazza Quadrata, e altre ancora. Ciò a seconda del percorso che doveva fare. Faccio altresì presente che mio marito non faceva di solito la stessa strada, e ciò per motivi di sicurezza. Ritengo di dover affermare che il percorso veniva deciso al momento da mio marito e dal maresciallo Leonardi, il caposcorta. La sua auto percorreva DOOHYROWHYLD&RUWLQDG¶$PSH]]RDOOHYROWHYLD)DQLDOOHYROWHYLD7ULRQIDOHª 3 $ SURSRVLWR GHJOL LQWHUURJDWRUL GHJOL DJHQWL VXSHUVWLWL GHOOD VFRUWD O¶H[ JLXGLFH LVWUXWWRUH FeUGLQDQGR ,PSRVLPDWR FKH QH DYHYD YHUEDOL]]DWR OH GLFKLDUD]LRQL GLUj ©1RQ F¶q GXEELR FKH le deposizioni fotocopia degli agenti sembrano concordate. Qualcuno, evidentemente, gli avrà ordinato di dire quelle cose» 4. Perché allora non si è cercato di scoprire chi avesse indotto gli agenti a mentire, e perché? Il 16 marzo Moro uscì di casa, in via Forte Trionfale, verso le 8,30 con la scorta, e dopo circa mezzo chilometro raggiunse la chiesa della sua parrocchia: San Francesco, in piazza Monte Gaudio sulla via Trionfale, e vi sostò in preghiera per 20-25 minuti. Intanto i terroristi, YHVWLWL FRQ GLYLVH GHOO¶$HURQDXWLFD VL DSSRVWDYDQR LQ YLD )DQL YLFLQR DOO¶LQFURFLR FRQ YLD 6WUHVD SHU O¶LPERVFDWD VWUDJLVWD 'XUDQWH OD QRWWH GXH EULJDWLVWL DYHYDQR VTXDUFLDWR OH gomme del furgone del fioraio Antonio Spiriticchio, il quale ogni giorno, di primo mattino, SDUFKHJJLDYDLOVXRPH]]RDOO¶LQFURFLRWUDYLD)DQLHYLD6WUHVDSHUYHQGHUYLLILRUL 7RUQR D ULFKLDPDUH O¶DWWHQ]LRQH GHOOD YRVWUD &RPPLVVLRQH VX TXDQWR VFULWWR Q el libro di &DUOR'¶$GDPR&KLKDDPPD]]DWRO¶DJHQWH,R]]LQR"/R6WDWRLQYLD)DQL, e mi scuso se questa risposta diventa lunga, ma occorre esaminare tutti gli elementi per riuscire a rispondere alla domanda di Eleonora Moro. La mattina del 16 marzo il posWR GHO ILRUDLR 6SLULWLFFKLR YHQQH RFFXSDWR GDOO¶DXWR$XVWLQ Morris targata Roma T50354, appartenente a una società immobiliare in tutto analoga alle VRFLHWjGLFRSHUWXUDGHLVHUYL]LVHJUHWL'XUDQWHO¶DJJXDWROD$XVWLQ0RUULVQDVFRVHDOODYLVWDL due killer FKHDYUHEEHURVSDUDWRGDGHVWUDHXFFLVRLOPDUHVFLDOOR/HRQDUGLQHOO¶DXWRGL0RURH O¶DJHQWH5LYHUDQHOO¶DXWRGLVFRUWD ,QROWUHO¶DXWRSDUFKHJJLDWDDXQD FHUWDGLVWDQ]DGDOERUGR GHOPDUFLDSLHGHDYUHEEHLPSHGLWRDOO¶DXWLVWDGL0RUR'RPHQLFR5LFFLRJni manovra di fuga. 3 CM, vol. 42, pagg. 54 ± 62. ³2JJL´PDU]RVHUYL]LRdi Gino Gullace Raugeri. Atti Parlamentari — 11 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 Una seconda auto, una Mini Minor parcheggiata nel lato sinistro di via Fani, nei pressi del EDU 2OLYHWWL HUD LO ULSDUR GL DOWUL GXH NLOOHU FKH VSDUDURQR FRQWUR O¶DJHQWH ,R]]LQR VFHVR GDOOD macchina di scorta con la pistola in pugno. La Mini Minor era intestata a Tullio Moscardi, già ufficiale della Decima Mas, più volte citato nei documenti americani della Gladio; costui al momento abitava in via Fani 109, proprio nello stabile prospiciente il luogo della strage. In quello stesso stabiOHGL YLD)DQL DYHYDO¶XIILFLR %UXQR %DUEDURVRVSHWWDWRGL JHVWLUYLXQD sede dei sHUYL]L VHJUHWL VRWWR FRSHUWXUD H GRYH DYHYD VHGH OD ³,PSUHVDQGH[´ VRFLHWj GHOOD quale Barbaro era azionista al 2 per cento e amministratore unico, mentre sua moglie Li cia Pastori Stocchi ne era la principale azionista (98 per cento). Costei era sorella del colonnello Fernando Pastore Stocchi, allora comandante della base militare di Capo Marrargiu, dove il colonnello Camillo Guglielmi aveva tenuto corsi di addestramento DOOHWHFQLFKHGHOO¶LPERVFDWD e della guerriglia. Lo stesso colonnello Guglielmi, la mattina del 16 marzo 1978, verso le ore 9, cioè al momento della strage, stazionava nei pressi di via Fani (in via Stresa). Queste sono solo alcune delle complicità che rHVHUR SRVVLELOH O¶LPERVFDWD GL YLD )DQL H LO sequestro di Moro. 9HUVR OH RUH O¶RQorevole Moro si appresta a uscire dalla chiesa di San Francesco: per le 9,30 ha dato appuntamento, a Montecitorio, al suo assistente universitario prof essor Franco Tritto e a un gruppo di suoi studenti (per i quali ha ottenuto i biglietti per assistere alla seduta della Camera). Alle ore 10 la Camera dei deputati è convocata per la presentazione del IV governo Andreotti. La moglie Eleonora ricorderà che quella mattina, prima di andare a Montecitorio, il marito avrebbe dovuto recarsi in un negozio di corso Umberto per lasciarvi un orologio da riparare. Quindi il tempo a disposizione era poco e occorreva fare in fretta. Il tragitto più breve e veloce per raggiungere il centro città era proseguire per via Trionfale fino a largo Cervinia, voltare a sinistra per via Igea, immettersi in via della Camilluccia voltando a destra e poi di nuovo a sinistra per via Edmondo De Amicis, che scende rapida sul Lungotevere dello Stadio Olimpico H SRL SURVHJXLUH SHU LO FHQWUR 'XQTXH QRQ F¶q UDJLRQH FKH OD PDWWLQD GHO PDU]R O¶DXWR GL 0RUR SDVVL GD YLD )DQL 0D LQ YLD )DQL DOO¶LQFURFLR FRQ YLD 6WUHVD L WHUURULVWL VRQR JLj VFKLHUDWL H SURQWL D VSDUDUH FRQ O¶DVVROXWD FHUWH]]D FKH 0RUR H OD VF orta sarebbero arrivati. Poco dopo le ore 9, uscito dalla chiesa, Moro risale sulla 130 insieme al maresciallo /HRQDUGL H DOO¶DSSXQWDWR DXWLVWD 5LFFL VHJXLWL GDOO¶$OIHWWD ELDQFD FRQ D ERUGR =L]]L 5LYHUD H Iozzino. Le macchine percorrono poco più di cento metri e invece di proseguire per via Trionfale svoltano inopinatamente verso via Mario Fani. Una deviazione assurda e inspiegabile. Quel percorso era valido quando Moro si recava a Santa Chiara in piazza dei Giuochi Delfici, ma è del tutto irrazionale peUUHFDUVLQHOFHQWURGL5RPD©/¶XQLFDVSLHJD]LRQH SODXVLELOH q FKH GXUDQWH OD VRVWD DOOD FKLHVD GL 6DQ )UDQFHVFR TXDOFXQR DEELD ³VXJJHULWR´ tramite il radiotelefono montato sulla 130 di Moro, o più probabilmente la radio di cui era GRWDWDO¶$OIHWWDELDQFa della polizia, un certo percorso a causa di qualche blocco del traffico su YLD ,JHD FKH QRQ q YLVLELOH GDOO¶LQFURFLR WUD YLD 7ULRQIDOH H YLD )DQLª 4XHVWR ³TXDOFXQR´ ID SDUWHGHOODUHJLDFKHKDSUHGLVSRVWRODWUDSSRODVWUDJLVWDDOO¶LQFURFLRWUDYLD)DQL e via Stresa. ,QIDWWLO¶LQWHUYHQWRSHULQGXUUHODVFRUWDFRQ0RURDSDVVDUHGDYLD)DQLqODPRVVDEDVLODUHSHU O¶LQWHUDRSHUD]LRQH 3HUDFFHUWDUHO¶HVDWWDGLQDPLFDGHLIDWWLOD&RPPLVVLRQHGRYUHEEHDFTXLVLUHXQGRFXPHQWR fondamentale: il brogliaccio della sala operativa del Viminale, relativo al giorno 16 marzo 1978 e precedenti, dove venivano annotati tutti i contatti radio con le auto di scorta e quindi tutti gli orari e tutti i percorsi. Nella seduta del 7 novembre 1980 il dott or Zecca, responsabile di tutti i servizi scorta e della sala operativa del Viminale, dichiarò: «Tutti i movimenti venivano sempre controllati dalla nostra sala operativa che segnava su un brogliaccio tutti gli spostamenti». La scorta di Moro aveva un apparato radio efficientissimo. «Gli agenti di scorta dicevano: siamo partiti, siamo arrivati in questo punto, siamo qui fermi». Quel fondamentale brogliaccio del Viminale non venne mai consegnato alla nostra Commissione: acquisimmo il Atti Parlamentari — 12 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 brogliaccio della sala operativa della Questura di Roma per i giorni 16 marzo e 18 aprile 1978, ma non riuscimmo ad avere il brogliaccio della sala operativa del Viminale. Su quel cruciale GRFXPHQWR GL UHFHQWH KR ULFKLDPDWR O¶DWWHQ]LRQH GHO PLQLVWUR GHOO¶,QWHUQR $QQD 0DULD Cancellieri e, come ho riferito in una risposta DOO¶RQorevole Grassi, nel gennaio 2013 mi è stato comunicato «che il Dipartimento della pubblica sicurezza ha segnalato che la documentazione in esame non è stata rinvenuta». 24) Lei ci ha detto che il commando dei terroristi, dopo la strage di via Fani, fu agevolato, nella fuga, da una sospetta coincidenza: una volante della Polizia, che stazionava come ogni mattina, a quell'ora, in via Bitossi angolo via Massimi, in attesa di s cortare il giudice Walter Celentano nel consueto tragitto dalla sua abitazione al tribunale, ricevette l'ordine di accorrere immediatamente in via Fani; questo consentì ai brigatisti di giungere indisturbati in via Bitossi, dove era parcheggiato un furgone Fiat 850 che, secondo Morucci, era stato lasciato incustodito e conteneva una cassa di legno dove rinchiudere Moro. Io vorrei sapere qualcosa di più su questa sospetta coincidenza, perché mi sembra di capire che se la centrale operativa non avesse ordinato a quella pattuglia di Polizia che sostava in via Bitossi di correre in via Fani, essa sarebbe rimasta in via Bitossi dove i brigatisti dovevano passare per prendere la cassa di legno dove rinchiudere Moro. Le chiedo: quella volante avrebbe potuto intralciare O¶RSHUD]LRQH GHL WHUURULVWL" 9L HUD XQ¶DOWUD YRODQWH FKH OD VDOD RSHUDWLYD DYUHEEH SRWXWR dirottare in via Fani? Non le sembra strano che le Br abbiano deciso di parcheggiare O¶DXWRIXUJRQH FRQ OD FDVVD GL OHJQR GRYH ULQFKLXGHUH LO VHTXHVWUDWR SURSULR a brevissima distanza dove solitamente svolge servizio una pattuglia della Polizia?. A me sembra che le BR, SHU FRPSRUWDUVL LQ TXHO PRGR FLRq SDUFKHJJLDUH O¶DXWRIXUJRQH FRQ OD FDVVD GL OHJQR QHOOD breve via Bitossi, dovevano avere la certezza preventiva che la volante sempre presente in via Bitossi - via Massimi si sarebbe allontanata in tempo utile. Le chiedo: si sono svolte indagini SHUFKLDULUHTXHVWDVRVSHWWDFRLQFLGHQ]DHDFFHUWDUHHYHQWXDOLUHVSRQVDELOLWjDOO¶LQWHUQRGHOOD sala operativa o del personale della PS?. No, non sono mai state fatte indagini in proposito, e proprio per questo ho richiamato il problema alla vostra attenzione. /D YRODQWH LQ VRVWD RJQL PDWWLQD D TXHOO¶RUD LQ YLD %LWRVVL DQJROR YLD 0DVVLPL DYUHEEH SRWXWR LQWUDOFLDUH O¶RSHUD]LRQH GHL WHUURULVWL DQ]L O¶DYUHEEH FRQWUDVWDWD SHUFKp PHVVD LQ allarme via radio dalla centrale operativa della Questura, come risulta dal brogliaccio delle trasmissioni alle volanti dove è scritto: «Ore 9.03 Monte Mario Via Mario Fani si sono uditi colpi arma fuoco... Ore 9.05 Monte Mario inviare subito autoambulanza sono della scorta di 0RUR+DQQRUDSLWRO¶RQRUHYROHHLUHVSRQVDELOLVRQRIXJJLWL DERUGRDXWRELDQFD5RPD M53995... Sono in numero di quattro e vestono divise da marinai o da polizio tti. Si ricerca anche 132 Roma P79560... Si ricerca anche moto Honda colore scuro. Diramata nota per tutti per rintraccio delle auto» 5. Se la pattuglia volante del commissariato di Monte Mario non fosse VWDWD GLVWROWD GDOOD VXD FRQVHJQD H VH O¶LWLQHUDULR GL IXJD GHL EULJDWLVWL FRQ O¶RVWDJJLR IRVVH stato quello dichiarato da Morucci, il passaggio per via Massimi angolo via Bitossi non sarebbe stato così tranquillo come lo ha descritto lo stesso Morucci nel suo memoriale: «Le tre auto hanno quindi proseguito SHUYLD0DVVLPL$OO¶DOWH]]DGHOO¶LQFURFLRWUDYLD0DVVLPLHYLD Bitossi, sono sceso dal 128 blu, alla cui guida si è posto il n. 9 (Bonisoli), e mi sono avviato, FRQ OH ERUVH SUHVH VXOO¶DXWR GL 0RUR YHUVR XQ DXWRIXUJRQH JULJLR FKLDUR SDUFKHJJLDWR QHOOD VWHVVDYLD%LWRVVLSRFRSULPDGHOO¶DQJRORFRQYLD%HUQDUGLQLª ,O IDWWR FHUWR q FKH OD FHQWUDOH RSHUDWLYD DYUHEEH SRWXWR RUGLQDUH D XQ¶DOWUD SDWWXJOLD GL recarsi in via Fani. Infatti lo stesso commissariato di Monte Mario aveva in zona una seconda volante, che però non venne allertata subito. Inoltre una terza volante si trovava in via Stresa 5 Cfr. CM, vol. 29, pagg. 1000-1002. Atti Parlamentari — 13 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 YLFLQLVVLPDDYLD)DQLORDWWHVWDODUHOD]LRQHGHOO¶DJHQWHGLPubblica sicurezza Renato Di Leva, il quale quella mattina transitava fuori servizio, verso le ore 9, in via Stresa e si imbatté in una volante col segnale di emergenza acceso; nel caso che ai colleghi occorresse aiuto, l'agente li seguì; non appena costoro rallentarono in prossimità di un incrocio, Di Leva si affiancò alla volante per farsi riconoscere: in quel momento vide all'incrocio una Fiat 128 blu, con a bordo tre o quattro individui in uniforme dell'Aeronautica, che a forte velocità imboccava via Stresa allontanandosi verso la parte alta della strada, cioè in direzione di via Trionfale . L'auto proveniva da via Fani, dove arrivarono Di Leva e la volante alcuni minuti dopo la strage. Di /HYDDVVLVWHWWHDOO¶DJRQLDGL'RPHQLFR5LFFLHVLDYYLGHFKH)UDQFHVFR=L]]LHUDDQFRUDYLYR e scriverà nella sua relazione di servizio: «A questo punto ho allontanat o i curiosi che frattanto VLVRQRUDGXQDWLPHQWUHLFROOHJKLGHOOD³9RODQWH´YLDUDGLRKDQQRFKLDPDWROHDPEXODQ]HHL rinforzi. Subito dopo ho identificato alcuni testimoni che sono stati affidati agli ufficiali delle altre volanti frattanto sopraggiunWH'RSRFLUFDPLQXWLqDUULYDWDO¶DPEXODQ]DHLRDERUGR di una volante, ho fatto strada alla stessa ambulanza fino al Policlinico Gemelli» 6. Di tutte le YRODQWLDFFRUVHLQYLD)DQLO¶XQLFDDUHGLJHUHXQDUHOD]LRQHGLVHUYL]LRIXODYRODQWHSDUWLWD da YLD %LWRVVL DQJROR YLD 0DVVLPL D ERUGR GHOOD TXDOH F¶HUDQR OH JXDUGLH GL 3 ubblica sicurezza 1XQ]LR6DSXSSRH0DUFR'L%HUQDUGLQRHTXHVW¶XOWLPRULIHUuGL DYHUHSHUFRUVRYLD0DVVLPL piazza Nevio, via Trionfale via Cammilluccia, via Stresa, e di essere DUULYDWRDOO¶LQFURFLRFRQ via Fani nel luogo della strage. Personalmente trovo del tutto non credibile che i brigatisti potessero aver deciso di parcheggiare il furgone con la cassa di legno in via Bitossi e di poterlo raggiungere, senza avere la matematica sicurezza di non doversi scontrare con la Polizia. 25) Nel Suo libro La Tela del ragno q ULSRUWDWD XQ¶DOWUD FRLQFLGHQ]D TXDQGR 0RUXFFL YHQQH arrestato in viale Giulio Cesare, tra i reperti sequestrati vi era una striscia cartacea, estranea ai materiali raccolti dai brigatisti nelle loro inchieste sulle forze di polizia, recante l'indirizzo e il numero telefonico del commissario di Pubblica sicurezza Antonio Esposito, in servizio nella centrale operativa della questura di Roma, che risulterà affiliato (tessera 1841) alla loggia massonica P2 di Licio Gelli. Le chiedo: sono state condotte indagini per sapere il perché di questo indizio di rapporto tra il Br Morucci e il commissario Antonio Esposito in servizio alla sala operativa della questura? È credibile che, come ha dichiarato Morucci, TXHOO¶DXWRIXUJRQH FRQ D ERUGR OD FDVVD GL OHJQR GRYH ULQFKLXGHUH 0RUR VLD VWDWR ODVFLDWR incustodito? Secondo lei è attendibile il racconto di Morucci che afferma che il trasbordo di 0RUR GDOOD DOO¶DXWRIXUJRQH e dentro la cassa di legno sarebbe stato eseguito in piazza Madonna del Cenacolo? Non mi risulta che, nonostante gli indizi, siano stati fatti accertamenti sui rapporti tra il Morucci e il piduista commissario di Ps Antonio Esposito. Quanto dichiarato GD 0RUXFFL D SURSRVLWR GHOO¶DXWRIXUJRQH ODVFLDWR LQFXVWRGLWR LQ YLD Bitossi è del tutto inverosimile: non si poteva lasciare incustodito un mezzo destinato ± secondo Morucci ± al compito nevralgico di trasportare Moro verso la prigione. C'è una testimonianza che dimostra come Morucci abbia raccontato il falso. È quella di Elsa Maria Stocco, che vede alla guida dell'autofurgone un'altra «persona di aspetto giovane». La signora Stocco abita in via Bitossi n. 26, nel palazzo accanto a quello del giudice Walter Celentano, solitamente piantonato da un'autopattuglia. Mentre rientra a casa, la signora vede arrivare da via Massimi un'auto di grossa cilindrata che si ferma proprio davanti alla sua abitazione: ne scende un uomo in divisa da pilota civile, senza berretto, con un impermeabile blu e in mano XQDYDOLJHWWDRUHO¶XRPRVLDYYLFLQDDOIXUJRQHDSUHORVSRUWHOORHEXWWDGHQWURODYDOLJHWWD 6 CM, vol. 30, pagg. 123-124. Atti Parlamentari — 14 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 quindi il falso pilota ritorna all'auto, ne preleva «un borsone scuro» che butta dentro il furgoncino; dopodiché furgone e auto si allontanano in direzione di via Bernardini 7. Ritengo del tutto inverosimile il racconto di Morucci sul trasbordo di Moro dalla 132 DOO¶DXWRIXUJRQH FRQ OD VXD FKLXVXUD QHOOD FDVVD GL OHJQR RSHUD]LRQH FKH D GHWWD GHO WHUURULVWD dissociato sarebbe stata fatta in piazza Madonna del Cenacolo, cioè in una piazza sulla quale si affacciano molti palazzi, dove ci sono locali pubblici (tra cui un bar, negozi e un asilo), e nella quale scorre un traffico intenso: dunque, un luogo dove il rischio di es sere notati è altissimo, rispetto alle zone molto meno esposte lungo il tragitto percorso dai terroristi. La testimonianza di Elsa Maria Stocco contiene un elemento molto importante, ed è la SUHFLVD]LRQH GHOO¶RUDULR LQ FXL DVVLVWHWWH DOO¶LPSURYYLVR DUULYR del finto aviere, al rapido WUDVERUGRGLYDOLJHWWDHERUVRQHGDOO¶DXWRPRELOHDOO¶DXWRIXUJRQHHDOODLPPHGLDWDSDUWHQ]DGHL due automezzi: «Sono certa che i fatti di cui io sono stata testimone si sono verificati tra le 9.20 e le 9.25 del 16 marzo 1978, in quanto pochi minuti dopo io entravo nella mia abitazione H DVFROWDYR LO JLRUQDOH UDGLR GHOOH RUH FKH JLj GDYD QRWL]LD GHOO¶DVVDVVLQLR GHOOD VFRUWD GHOO¶RQorevole Moro». Nello stesso lasso di tempo, la 132 con a bordo Moro utilizzata per la fuga da via Fani venne trovata parcheggiata in via Licinio Calvo ± nel brogliaccio delle comunicazioni della sala operativa della questura di Roma il radiofonista addetto alle comunicazioni delle volanti annotò: «Ore 9.23. Squalo 4. In via Licinio Calvo è stata abbandonata la 132 targata Roma P79560. Da via Licinio Calvo si sono allontanati dei giovani a piedi, una donna e un uomo armati» 8. Dunque Moro era stato trasbordato prima GHOO¶DUULYR di Morucci (o di chi per lui) in via Bitossi. 6XOO¶DXWRFKHDYHYDtrasportato Moro dopo la strage e pochi minuti dopo abbandonata in via Licinio Calvo, vennero trovate e fotografate dalla polizia scientifica due infiorescenze: una VXO EORFFR LQWHUQR GHOOD FKLXVXUD GHOOD SRUWLHUD ODWHUDOH GHVWUD O¶DOWUD QHOOD VFDQDODWXUD del FRIDQRDQWHULRUH/HLQILRUHVFHQ]HVLHUDQRLPSLJOLDWHQHOO¶DXWRLQXQPRPHQWRVXFFHVVLYRDYLD Fani (dove le portiere erano state aperte nel momento in cui era stato caricato Moro e i terroristi erano risaliti per fuggire): quelle infiorescenze si erano impigliate nel momento in cui 0RUR HUD VWDWR IDWWR VFHQGHUH GDOO¶DXWR SUREDELOPHQWH LQ XQ OXRJR FHVSXJOLRVR FRPH VHPEUDYD LQGLFDUH O¶LQILRUHVFHQ]D ULPDVWD QHOOD VFDQDODWXUD GHO FRIDQR ( LQ SLD]]D 0DGRQQD GHOFHQDFRORQRQF¶HUDDOFXQFHVSXJOLR Nessuno ha verificato se quel tipo di infiorescenza provenisse da qualche terreno cespuglioso di via Massimi e immediati dintorni, proprio dove si persero le tracce dei terroristi LQ IXJD FRQ O¶RVWDJJLR 9LD 0DVVLPL YHFFKLD q XQD VWUDGD EUHYH GRYH GD XQ ODWR F¶HUDQR HOHJDQWL SDOD]]LQH IUD FXL DOFXQL VWDELOL GHOO¶,VWLWXWR RSHUH GL UHOLJLRQH OR ,RU OD EDQFD GHO 9DWLFDQR GLUHWWD GD PRQVLJQRU 3DXO 0DUFLQNXV GDOO¶DOWUR ODWR F¶HUDQR L YDVWL JLDUGLQL GHOOD Loyola University Chicago Rome Center of Liberal Art, delO¶2UGLQHGHLSDGULWULQLWDULHGHOOH suore domenicane di Villa Rossini, nonché i terreni dove era in costruzione un grande fabbricato della società Tirrena assicurazioni. È evidente che i brigatisti hanno mentito inventando il trasbordo di Moro in piazza Madonna del Cenacolo, probabilmente perché il OXRJR GRYH LO WUDVERUGR GHOO¶RVWDJJLR HIIHWWLYDPHQWH DYYHQQH SUHVXSSRQHYD FRPSOLFLWj imbarazzanti. Tutto ciò dimostra quanto sia stata menzognera la versione dei fatti raccontata da Morucci (ma che i magistrati, assurdamente, hanno ritenuto attendibile a dispetto della sua macroscopica inverosimiglianza). Gli agenti del commissariato di Monte Mario, convinti che i brigatisti in fuga dopo la strage avessero trovato rifugio in uno stabile della zona, effettuarono numerose ispezioni e perquisizioni; ma non poterono accedere negli immobili di proprietà dello Ior del Vaticano, né alcun magistrato della Procura di Roma autorizzò la perquisizione di quegli stabili. 7 CM, vol. 30, pagg. 97-98. 8 CM, vol. 29, pag. 1016. Atti Parlamentari — 15 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 26) Quando è stata scoperta la tipografia delle BR in via Foà la Polizia ha rinvenuto una macchina stampatrice Ab-Dik 260T proveniente da un ufficio dei servizi segreti, un ufficio del RUS FKH VL RFFXSDYD GHOO¶DGGHVWUDPHQWR GHJOL DSSDUWHQHQWL D *ODGLR /H FKLHGR VRQR VWDWH fatte indagini in proposito anche da parte della magistratura e a quali risultati è arrivata? Su questa allarmante collusione tra servizio segreto militare e Br non è stata fatta alcuna chiarezza, sia a causa del depistaggio operato dai servizi segreti, sia per deliberate omissioni. La scabrosa indagine, che toccava direttamente i Servizi, venne condotta personalmente dal consigliere istruttore Achille Gallucci 9. Alla Commissione parlamentare che chiedeva la provenienza della stampatrice e i reali compiti del Rus (Raggruppamento unità speciali), il capo del Sismi generale Santovito rispose: «Non c'è niente di speciale. Si tratta del sostegno del personale di leva in servizio: gli autisti, i marconisti, si chiamano unità speciali. Anzi adesso non si chiamano più così, si chiamano unità di difesa. Quella macchina è stata messa fuori uso e venduta come rottame insieme ad altro rottame. È stato ricostruito tutto l'iter di quella macchina: chi l'ha comprata, chi l'ha rimessa in ordine, chi l'ha rivenduta. Sappiamo tutto su questa macchina» 10. Ma i commissari accertarono SRL DWWUDYHUVR L GRFXPHQWL HVDPLQDWL FRPH IRVVH IDOVR FKH LO 5XV QRQ DYHVVH ³QLHQWH GL VSHFLDOH´ HUD XQD VWUXWWXUD GHL VHUYL]L VHJUHWL H LQIDWWL OH ³VSLHJD]LRQL´ VXOOD VWDPSDWULFH proveniente dagli uffici del Rus venne fornita dal colonnello Longhi, caposezione del Sismi. Né rispondeva a verità che la macchina stampatrice Ab Dik fosse stata venduta come «rottame insieme ad altro rottame»: la ricostruzione del Sismi era un oggettivo e deliberato depistaggio. Infatti la stampatULFH HUD VWDWD LQVWDOODWD QHOOD WLSRJUDILD GD ³0DXUL]LR´ DOLDV 0DULR 0RUHWWL verso la metà di marzo 1977, mentre tale Franco Bentivoglio aveva ritirato il rottame dal Genio PLOLWDUH QHOO RWWREUH H DYHYD SRL GLFKLDUDWR FKH WUD TXHO PDWHULDOH QRQ F¶H ra la stampatrice, come risultava dall'elenco del materiale ritirato 11. Il colonnello del servizio segreto militare Federico Appel sostenne di avere consegnato la stampatrice a suo cognato Renato Bruni dietro versamento, senza quietanza, di 30 mila lire «agli affari burocratici del magazzino della Magliana» (in Corte d'assise, Bruni correggerà la somma: non 30, bensì 60 mila lire...). Ma quel tipo di macchina aveva una durata media di oltre dieci anni, ed era inverosimile che l'amministrazione militDUHO¶DYHVVHGLFKLDUDWDIXRULXVR D VROL WUH DQQL GDOO DFTXLVWR H O¶DYHVVH ULYHQGXWD D R PLOD OLUH DYHQGROD SDJDWD milioni e mezzo... Secondo la menzognera ricostruzione del colonnello Appel, dopo altri due passaggi la stampatrice era finita per caso alle Br, come per un ordinario caso di peculato. Se si fossero verificati con cura i vari passaggi attraverso i quali la stampatrice Ab Dik era arrivata alle Br, si sarebbe scoperta una catena di mendaci. La macchina l'avrebbe consegnata alle Br, dopo averla riparata, tale Stefano Noto, che la conosceva bene in quanto era addetto alla manutenzione presso gli uffici del Rus. Stefano Noto dichiarò di aver venduto la stampatrice a Stefano Ceriani Sebregondi e a Enrico Triaca per tre milioni in contanti , e di averla consegnata nell'agosto del 1977 presso i locali della tipografia in via Fucini a Monte Sacro, dove aveva anche spiegato loro il funzionamento. Ma si trattava di falsità, per due semplici ragioni: in agosto i locali di via Fucini non erano più a disposizione delle Br (trasferitesi dalla fine di febbraio), e inoltre la stampatrice dei servizi segreti si trovava in via Foà fin dal marzo 1977, portatavi da Moretti, e in aprile aveva già stampato un opuscolo e altri documenti delle Br. La gravissima vicenda della macchina tipografica è stata elusa anche nell'ambito del processo Moro quater: la sentenza si limita infatti ad attribuire al colonnello Appel il semplice reato di peculato, «reato estinto per morte del reo»; alla risibile conclusione proc essuale è 9 CM, vol, 5, pag. 432 10 CM, vol. 4, pag. 151. 11 CM, vol. 32, pagg. 221-223; vol. 41, pagg. 609-614, 742-743, 670 e segg. Atti Parlamentari — 16 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 seguita una tardiva dichiarazione del generale Ambrogio Viviani (tessera P2 n . 2113), secondo il quale «nel 1974 il colonnello Appel era caduto nell'attenzione del controspionaggio per le sue relazioni con l'ambasciata di Albania» ± insomma, si tUDWWDYDGLXQ³WUDGLWRUH´ A dispetto di tutti i depistaggi tentati e attuati dal Sismi e della compiacente passività della magistratura, rimane un fatto certo e assodato: una stampatrice appartenente a un ufficio del controspionaggio militare (il Raggruppamento unità speciali) era approdata nella tipografia romana delle Br, e con quella macchina erano stati stampati i comunicati brigatisti relativi al sequestro Moro. Per giunta, il Rus non era un ufficio militare qualsiasi: tra le unità speciali, gestiva anche quelle di "Gladio". Infatti il Rus era l'ufficio segreto dove si osservavano le regole della compartimentazione nel modo più rigoroso e che provvedeva alle chiamate per l'addestramento dei "gladiatori": lo ha rivelato il generale Serravalle, già ca po di "Gladio", alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi 12. È dunque uscita da quell'ufficio adibito ai compiti più occulti di Gladio, la stampatrice utilizzata dalle Brigate rosse durante il sequestro Moro. 27) Un dato emerso è quello di un grande ritardo, forse fatale per la sorte di Moro. Mi riferisco alla telefonata giunta al Viminale il 28 marzo, 12 giorni dopo il sequestro, che forniva informazioni precise e dettagliate su un gruppo di cinque brigatisti della colonna romana di cui il primo era Teodoro Spadaccini, ben noto per i suoi precedenti alla Digos di 5RPD 5HVWD LQFRPSUHQVLELOH FKH O¶8FLJRV DQ]LFKp LQIRUPDUH LPPHGLDWDPHQWH O¶RUJDQR operativo competente, la Digos di Roma, abbia invece ritardato di ben 32 giorni la comunicazione. Appena la Digos ne fu informata riuscì a rintracciare Spadaccini e scoprire il suo contatto con Triaca e con la tipografia delle BR. Quando il magistrato stava per firmare i mandati di perquisizione, nella tipografia delle BRr in via Foà e nelle abitazioni di sei brigatisti arrivò la notizia del ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro. Le chiedo: sono state condotte indagini per accertare le responsabilità di quel ritardo? No, non sono state fatte indagini in proposito. Era compito del Presidente del Consiglio Andreotti, nuovo MLQLVWUR GHOO¶interno ad interim dopo le dimissioni di Cossiga, promuovere XQDLQFKLHVWDDPPLQLVWUDWLYDSHUDFFHUWDUHUHVSRQVDELOLWjGLTXHOFROSHYROHULWDUGRLQYHFHF¶q stata generale tolleranza verso errori, negligenze e perfino complicità. 282OWUHDOODSUHVHQ]DGHOFRORQQHOOR*XJOLHOPLQHOWHDWURGHOO¶RSHUD]LRQHGLYLD)DQLFRVDOH risulta circa la partecipazione di Gladio durante il caso Moro? Ne ho già parlato rispondendo al quesito n. 23. Posso aggiungere la testimonianza di 'HFLPR *DUDX XIILFLDOH GHO &RQVXELQ H LVWUXWWRUH SHU O¶DGGHstramento di Gladio a Capo 0DUUDUJLX DQFKH OXL DOOHUWDWR SHU O¶´RSHUD]LRQH 6PHUDOGR´ GHO PDU]R TXDQGR XQD notizia confidenziale di Santovito aveva segnalato la presenza della prigione di Moro nei pressi GHO FKLORPHWUR GHOOD YLD $XUHOLD *DUDX HUD TXHOO¶XIILFLDOH PHGLFR GL FXL DYHYD SDUODWR Cossiga in un discorso ai Consubin a La Spezia, il quale si era proposto volontario per fare da VFXGR DO FRUSR GL 0RUR /¶LVWUXWWRUH GL *ODGLR KD UDFFRQWDWR GL DYHUH LVSH]LRQDWR DOFXQL casolari nella zona della Tolfa nei pressi di Sasso, alla ricerca della prigione di Moro. L e dichiarazioni di Garau al giudice Mastelloni evidenziano anche una singolare coincidenza: ha raccontato che in contemporanea alle ricerche della prigione, con la sua squadra effettuava HVHUFLWD]LRQLGL³HVILOWUD]LRQH´GXUDQWHOHTXDOLULFRUGDGLDYHUSRsto un ufficiale della sezione all'interno di una cassa, in un pulmino, simulando il trasporto di un rapito: a un posto di blocco dei carabinieri sull'Aurelia «noi eravamo a bordo del pulmino, ma la cassa non fu controllata» 12 Cs, vol. 5, pag. 611. Atti Parlamentari — 17 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 13 . Questa esercitazione ricordata da Garau e simulata durante il sequestro Moro, corrisponde con precisione al racconto ± l'ostaggio dentro una cassa in un pulmino ± che Morucci farà sei anni dopo nella sua menzognera versione dei fatti. 29) È vero, secondo LHL FKH O¶HYDVLRQH GL 3URVSero Gallinari dal carcere di Treviso nel gennaio del 1977 venne sollecitata e organizzata dai servizi segreti? 6RVSHWWL FH QH IXURQR TXDQGR VL VHSSH FKH LO SULQFLSDOH RUJDQL]]DWRUH GHOO¶HYDVLRQH GDOO¶LQWHUQR GHO FDUFHUH HUD VWDWR 3LHU /XLJL 0RQWHFFKLR FRQ O¶DSSRJJLR HVWHUQR GL 6LOYDQR Maestrello, entrambi esponenti della criminalità veneta che non disdegnavano contatti con i servizi segreti. Lo stesso Gallinari nella fase iniziale del piano di evasione era stato recalcitrante perché non erano state le Br a organizzarlo; poi ruppe gli indugi e non ebbe scrupoli a collaborare con il militante di estrema destra Mario Sartorelli, col calabrese Domenico Napoli, condannato per omicidio, e con altri tre detenuti appartenenti alla criminalità veneta e pratici dei luoghi. Montecchio di Este (Padova), un rapinatore che doveva scontare una pena fino al 2029, riuscì a coinvolgere nella clamorosa evasione, oltre a Gallinari, altri otto detenuti. /DFRQIHUPDFKHO¶HYDVLRQHGL*DOOLQDULHUDVWDWDRUJDQL]]DWDGDLVHUYL]LVHJUHWLODVLqDYXWD nel 2002, col libro postumo di Paolo Emilio Taviani 3ROLWLFD D PHPRULD G¶XRPR, a pag. 404: «Il generale Dalla Chiesa ± che diresse con intelligenza e genialità le operazioni per scompaginare le Br ± PLGLVVHFKHODIXJDGL*DOOLQDULGDOFDUFHUHQHO¶YHQQHIDYRULWDFRQOR scopo di scovare Moretti. Purtroppo ci si accorse in ritardo del ruolo di Moretti». 30) Lei ritiene siano credibili i brigatisti quando affermano che la prigione di Moro è stata in YLD 0RQWDOFLQL GDO PDU]R DO PDJJLR " 9L VRQR VWDWL LQGL]L VXOO¶HVLVWHQ]D GHOOD prigione di Moro in altri luoghi? 1RQ F¶q DOFXQD SURYD FKH OD SULJLRQH GL 0RUR VLD VWDWD LQ YLD 0RQWDOFLQL 0HQWUH FL VRQR indizi di una possibile prigione di Moro situata nei pressi del litorale di Palidoro -Focene. La perizia sulle tracce di sabbia trovate sugli abiti di Moro situa la provenienza del materiale sabbioso da un'area di litorale compresa tra il settore nord di Focene e Marina di Palidoro, e la data tra la fine di aprile e il maggio 1978. Il 26 marzo 1978 due operai che lavoravano nella parte finale del canale di Focene, vicino alla spiaggia, notarono quattro giovani con volantini delle Br; segnalarono il fatto al centro operativo della Guardia di finanza, e con due ufficiali di polizia giudiziaria SDUWHFLSDURQR D XQ¶LVSH]LRQH SHU ULQWUDFFLDUH L JLRYDQL ,QWHUURJDWL LO VHWWHPEUH GDO JLXGLFH LVWUXWWRUH O¶RSHUDLR 6HUJLR &DUGLQDOHWWL ULFRQREEH QHOOD IRWR GL 0DULR Moretti uno dei quattro giovani. Ricordo inoltre una comunicazione del marzo 1979 da parte del tenente colonnello Antonio Varisco al consigliere istruttore Achille Gallucci, secondo la quale «Moro sarebbe stato prigioniero in una casa abitata di Focene». Lo stesso giudice Ferdinando Imposimato, nella sentenza-RUGLQDQ]D GHO JHQQDLR FLRq GRSR O¶DUUHVWR GL /DXUD %UDJKHWWL LO PDJJLR 1980 e dopo aver interrogato una parte degli inquilini di via Montalcini 8), ipotizzò che in preparazione del sequestro 0RUROD³SULJLRQHGHOSRSROR´IRVVHVWDWDDOOHVWLWDLQXQDORFDOLWjWUD Fregene e Santa Marinella 14. /D SHUL]LD VXJOL DELWL GL 0RUR H VXOO¶DXWRPRELOH 5 QHOOD TXDOH IX WURYDWR LO FDGDYHUH firmata dai professori Valerio Giacomini e Gianni Lombardi il 24 s ettembre 1978, arrivò alla VHJXHQWH FRQFOXVLRQH ©/¶RQ 0RUR KD FDPPLQDWR GDSSULPD VX WHUUHQL YXOFDQLFL WLSLFL GHOOD IDVFLD SHULWLUUHQLFD OD]LDOH 6XFFHVVLYDPHQWH O¶RQ 0RUR q WUDQVLWDWR LQ XQD ]RQD PROWR 13 Cs. Interrogatorio di Decimo Garau da parte del Giudice istruttore di Venezia Carlo Mastelloni il 28 giugno 1991. 14 CM, vol. 54, pag. 541. Atti Parlamentari — 18 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 prossima al bagnasciuga di un litorale ricco in bitume. Lo stato di freschezza osservato nei primi giorni di esame indicherebbe che il bitume ha aderito alla suola della scarpa nei giorni immediatamente precedenti al ritrovamento del cadavere...». Un appunto manoscritto di Moretti con il numero di telefono di Palazzo Orsini, trovato in via Gradoli, ha indotto a ipotizzare che Moro possa essere stato prigioniero nella zona del Ghetto ebraico, nel centro di Roma. ,QILQH F¶q OD FRQVLGHrazione già evidenziata dal senatore Pellegrino: una detenzione prolungata per ben cinquantacinque JLRUQLQHOO¶DQJXVWRFXQLFRORFKHLWHUURULVWLVRVWHQJRQRGL avere allestito in via Montalcini avrebbe avuto conseguenze muscolari sul corpo di Moro che O¶LVSH]LRQHGHOFDGDYHUHQRQKDDIIDWWRUiscontrato. 31) Il covo di via Gradoli poteva essere scoperto prima? Sì, perché era sotto il controllo dei servizi di sicurezza, che lo fecero scoprire solo in FRQFRPLWDQ]D FRQ O¶RSHUD]LRQH GHO FRPXQLFDWR IDOVR GHO /DJR GHOOD 'XFKHVVD RSHUD]LRQH finali]]DWD D SUHSDUDUH O¶RSLQLRQH SXEEOLFD DOOD PRUWH GL 0RUR ,O FRYR HUD FRQWUROODWR GDO Sismi prima e durante il sequestro Moro, attraverso il sottufficiale dei carabinieri Arcangelo Montani che abitava in via Gradoli 89 (proprio nel palazzo di fronte al ci vico 96 dove abitava Moretti). Il Montani era un agente del Sismi e come Moretti era originario d i Porto san Giorgio (vi era nato nel 1939, mentre Moretti nel 1946): i due compaesani si conoscevano, e infatti vennero visti parlottare insieme proprio in via Gradoli. Il covo di via Gradoli 96 era controllato anche dalla polizia e dal Sisde: infatti era ubicato QHOOD VFDOD $ LQWHUQR H FRQILQDYD VXOOR VWHVVR SLDQHURWWROR FRQ O¶DSSDUWDPHQWR DELWDWR GD Lucia Mokbel, informatrice della polizia e confidente del commissario di Pubblica sicurezza Elio Cioppa (P2), nonché sorella di quel Gennaro Mokbel che molti anni dopo sarà tra i SURWDJRQLVWLGHOOHFURQDFKHFULPLQDOLURPDQH/D0RNEHOFKHGLYLGHYDTXHOO¶DSSDUWDPHQWRFRQ il convivente Gianni Diana, dichiarò di avere udito, la notte del 18 marzo (due giorni dopo la strage di via Fani) segnali di trasmissione morse SURYHQLHQWLGDOO¶DWWLJXRDSSDUWDPHQWR-covo, e che «la stessa mattina, verso le ore 7, sono venuti cinque poliziotti in borghese, che hanno chiesto i documenti»: è la strana perquisizione in via Gradoli 96 del 18 marzo 1978, e la Mokbel affermerà di avere scritto un appunto (aiutata da uno dei poliziotti, e alla presenza di Gianni Diana e di due agenti), che consegnò al brigadiere Merola con la richiesta d i farlo avere DO FRPPLVVDULR (OLR &LRSSD 4XHOO¶DSSXQWR YHQQH IDWWR VSDULUH IRUVH SHUFKp DYUHEEH ULYHODWR ODJUDYLWjGHOFRPSRUWDPHQWRGHOODSROL]LDFKHRPLVHGLHIIHWWXDUHODSHUTXLVL]LRQHDOO¶LQWHUQR 11 pur avendo ricevuto la segnalazione di una trasmissione in alfabeto Morse. Sempre a proposito del covo di via Gradoli, il dirigente del commissariato Flaminio Nuovo, *DHWDQR &RVWD DL JLXGLFL GHOOD SULPD &RUWH G¶DVVLVH GLFKLDUz ©,Q RUGLQH DL VHUYL]L GD PH GLUHWWLDOO¶HSRFDSUHVVRLOcommissariato Flaminio Nuovo, preciso che in data 18 aprile 1978 mi venne richiesta dal signor questore di Roma una relazione circa i controlli effettuati nella zona, in particolare quello eseguito presso lo stabile di via Gradoli 96 in data 18 marzo 1978» 15. Dunque il questore Emanuele De Francesco sapeva dei controlli effettuati il 18 marzo, per cui è inspiegabile perché non abbia ordinato una nuova perquisizione ai primi di aprile, dopo la segnalazione del nome Gradoli emerso nella seduta spiritica: De Francesco parte cipava al Viminale a tutte le riunioni del Comitato tecnico-operativo per coordinare gli interventi delle forze di polizia. Infine è opportuno ricordare che via Gradoli era sotto osservazione, già prima del 16 marzo, anche da parte dei servizi di sicurezza del MLQLVWHUR GHOO¶interno, come dimostra un appunto 15 CM, vol. 77, pagg. 545-546. Atti Parlamentari — 19 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 ILGXFLDULR WUDVPHVVR QHOO¶DJRVWR GDOO¶8FLJRV 8IILFLR FHQWUDOH LQYHVWLJD]LRQL JHQHUDOL HG operazioni speciali) del Viminale alla questura di Roma 16. 32) Quali sono state le principali carenze delle indagini sul covo di via Montalcini? Anzitutto, le indagini non hanno chiarito se il covo era stato individuato già durante il VHTXHVWUR R VROR SRFR GRSR 7UH JLRUQL GRSR O¶DUUHVWR GHOOD %UDJKHWWL LO PDJJLR la Repubblica scrisse che durante il sequestro Moro la polizia era al corrente del covo Br di via Montalcini 8 grazie a «un rapporto dettagliato sulla base e sui suoi frequentatori». Il maresciallo di Pubblica sicurezza *LXVHSSH 0DQJR VHJUHWDULR GHO GLUHWWRUH GHOO¶8FLJRV confermò e ribadì al giudice Carlo Mastelloni, durante tre interrogatori, «che fu proprio durante il sequestro, e non dopo, che fu pedinata Anna Laura Braghetti da parte di un elemento della squadra, e cioè dalla Paola Carraresi»; ma al quarto interrogatorio il maresciallo Mango fece marcia indietro: «Non intendo confermare, visto il tempo trascorso, la circostanza da me più volte riferita...». Alla fine di giugno 1978 il ministro Gaspari e il MLQLVWURGHOO¶interno Rognoni appresero la notizia che in via Montalcini 8 durante il sequestro era stata notata una Renault rossa simile a TXHOOD DEEDQGRQDWD FRO FRUSR GL 0RUR LQ YLD &DHWDQL /¶8FLJRV YHQQH LQFDULFDWD GL IDUH accertamenti; anche il generale Dalla Chiesa fu invitato a occuparsi della questione, ma appena i CDUDELQLHULJOLVHJQDODURQRODSUHVHQ]DLQYLD0RQWDOFLQLGLXQDDXWRGHOO¶8FLJRVULWHQQHGL ODVFLDUH FDPSR OLEHUR DOOD SROL]LD 1HVVXQR SHUz SURYYLGH D LQIRUPDUQH O¶DXWRULWj JLXGL]LDULD Individuata lD %UDJKHWWL OH LQGDJLQL VXO ³PDULWR´$OWREHOOL VL SURWUDVVHUR SLJUH H ODFXQRVH SHU WXWWD O¶HVWDWH$ VHWWHPEUH IXQ]LRQDUL GHOO¶8FLJRV ULXQLURQR JOL LQTXLOLQL GHOOR VWDELOH DL TXDOL PRVWUDURQR GHOOH IRWRJUDILH VHJQDOHWLFKH PD QHVVXQR ULFRQREEH O¶$OWREHOOL ; i funzionari preannunciarono una perquisizione nello stabile. Il 4 ottobre la Braghetti sgomberò O¶DSSDUWDPHQWR H PHQWUH HUD LQ FRUVR LO WUDVORFR XQR GHJOL LQTXLOLQL O¶LQJHJQHU 0DQIUHGL WHOHIRQzDOO¶8FLJRVPDQHVVXQRLQWHUYHQQH'RSRO¶DUUHVWRGHOOD Braghetti (27 maggio 1980), i giudici istruttori Imposimato e Priore interrogarono i suoi familiari e dalla zia Gabriella Cambi LO JLXGLFH ,PSRVLPDWR DSSUHVH FKH OD %UDJKHWWL QHOO¶HVWDWH GHO DYHYD YHQGXWR O¶DSSDUWDPHQWR GL YLD 0RQWDOFLQL VJRPEHUDQGRlo ai primi di ottobre con il trasferimento dei mobili parte a casa del fratello e parte a casa della zia. Il 5 luglio 1980 il giudice Imposimato LQWHUURJz O¶LQJHJQHU 0DQIUHGR 0DQIUHGL FRQGRPLQR GL YLD 0RQWDOFLQL GDO DO H apprese delle indagiQL GHOO¶8FLJRVDOO¶LQVDSXWDGHOODPDJLVWUDWXUDHGHOODULXQLRQHRUJDQL]]DWD GDOO¶8FLJRVLQFDVDGHOORVWHVVR0DQIUHGLDFXLDYHYDQRSDUWHFLSDWRLFRQLXJL3LD]]DH6LJQRUH ROWUH DL FRQLXJL 0DQIUHGL H DL GXH IXQ]LRQDUL GHOO¶8FLJRV GXUDQWH OD ULXQLRQH VL SD rlò della coppia Braghetti-Altobelli. Lo stesso 5 luglio Stefania De Seta (moglie del Manfredi e insegnante universitaria) confermò al magistrato quanto aveva riferito il marito; in più, precisò che durante la riunione con i coniugi Signore e Piazza per discutere della coppia di inquilini GHO SLDQR WHUUHQR ©L IXQ]LRQDUL GHOO¶8FLJRV FL PRVWUDURQR QXPHURVH IRWR GL SHUVRQH SUHVXQWH WHUURULVWHLQQHVVXQDGHOOHTXDOLULFRQRVFHPPRO¶XRPR>$OWREHOOL@&LIXPRVWUDWDDQFKHODIRWR di Moretti, nella quale non fu riFRQRVFLXWR O¶XRPR GHOOD %UDJKHWWL 2YYLDPHQWH IX PRVWUDWD anche la foto della Braghetti, nei confronti della quale essi affermarono che non esistevano elementi di sospetto». Imposimato interrogò anche il condomino Vincenzo Signore, di professione ingegnere, ma omise di interrogare i coniugi Piazza. /R VWHVVR OXJOLR LO JLXGLFH ,PSRVLPDWR VFULVVH DOO¶8FLJRV ©Ê HPHUVR FKH FRGHVWR Ufficio ha svolto, nella estate del 1978 e comunque prima del 19 settembre 1978, indagini nei confronti di Anna Laura Braghetti e della persona con lei convivente in via Montalcini 8... 3UHJR YROHU>PL@ IRUQLUH OH ULVXOWDQ]H GHOOH LQGDJLQL VYROWH LQGLFDQGR WUD O¶DOWUR L QRPL GHJOL investigatori e gli elementi che diedero origine alle indagini». La richiesta era chiara, e 16 CM, vol. 33, pagg. 123-124. Atti Parlamentari — 20 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 presuSSRQHYDWUHULVSRVWHFRVDDYHYDDWWLYDWRO¶LQGDJLQHFKLO¶DYHYDVYROWDHTXDOLULVXOWDQ]H DYHYDDYXWR /D ULVSRVWDGHOO¶8FLJRVDOODULFKLHVWDGHO JLXGLFH ,PSRVLPDWRDUULYzLOOXJOLR cioè venticinque giorni dopo, e oltre che tardiva era grottesca. Il direttore Gaspare De Francisci VLOLPLWDYDDWUDVPHWWHUH©FRPHGDLQWHVHYHUEDOLO¶XQLWRDSSXQWRUHODWLYRDOOHULVXOWDQ]HGHOOH LQGDJLQL VYROWH GD SHUVRQDOH GLSHQGHQWH QHOO¶RWWREUH GHO QHL FRQIURQWL GHOOD QRWD$QQD Laura Braghetti»; ma a parte le QRQPHJOLRSUHFLVDWH³LQWHVHYHUEDOL´O¶8FLJRVQRQULVSRQGHYD affatto alle domande del magistrato: De Francisci, infatti, non spiegava chi o cosa avesse RULJLQDWR O¶LQGDJLQH LQ YLD 0RQWDOFLQL H QHSSXUH IDFHYD LO QRPH GHJOL LQYHVWLJDWRUL TXDQWR DOO¶©XQLWRDSSXQWRªHVVRHUDDQRQLPRFLRqQRQHUDILUPDWRGDFKLO¶DYHYDUHGDWWRHWHQGHYDD SRVWLFLSDUHO¶LQFKLHVWDDOPHVHGLRWWREUHFLRqTXDQGROD%UDJKHWWLDYHYDJLjVPDQWHOODWR H ODVFLDWR LO FRYR ,O JLXGLFH ,PSRVLPDWR QXOOD RELHWWz DOO¶8FLJRV VL limitò a prendere atto della non-risposta. Così la grave notizia che due anonimi funzionari di polizia, subito dopo il delitto Moro, si erano interessati a via Montalcini 8, fino al punto di organizzare una riunione di condomini, restò un enigma. E non veQQHYHULILFDWDQHSSXUHO¶LQGLVFUH]LRQHGel quotidiano la Repubblica secondo la quale il covo di via Montalcini era stato segnalato alla Polizia durante il sequestro. Quella non fu la sola negligenza della magistratura in via Montalcini. Benché i condomini LQWHUURJDWL DYHVVHUR ULIHULWR FKH DOOD ULXQLRQH RUJDQL]]DWD GDOO¶8FLJRV LQ FDVD GHO 0DQIUHGL avevano partecipato anche i coniugi Giorgio Piazza e Graziana Ciccotti, il giudice istruttore Imposimato non interrogò né Piazza né la Ciccotti: cioè i coniugi ch e ± come emergerà otto anni dopo ± avevano segnalato la presenza della Renault rossa R4 in via Montalcini 8 (dopo quella segnalazione il ministro Rognoni aveva avviato gli accertamenti). Nella ordinanza del 12 gennaio 1982 il giudice Imposimato scrisse, frD O¶DOWUR ©1HO >OD %UDJKHWWL DQGz@ D vivere in un appartamento con box e cantina in via Montalcini 8, da lei acquistato per 45 milioni di lire in contanti, con denaro probabilmente proveniente dal sequestro Costa [...]. È evidente, dunque, che la casa in questione era una base logistica delle Br, come si deduce DQFKH GDOO¶HQWLWj GHOOD VRPPD SDJDWD GDOOD %UDJKHWWL GDOOH PRGDOLWj GL SDJDPHQWR DVVHJQL HPHVVL VX ULFKLHVWD GL SHUVRQD LQHVLVWHQWHª QHOO¶RUGLQDQ]D LO JLXGLFH ,PSRVLPDWR QRQ IDFHYD alcun riferimento, neppure come vaga ipotesi, alla possibilità che in via Montalcini 8 ci fosse VWDWDODSULJLRQHGL0RURHQHSSXUHPHQ]LRQDYDOHLQGDJLQL³FODQGHVWLQH´IDWWHGDOO¶8FLJRVVX TXHOFRYRDOO¶LQVDSXWDGHOODPDJLVWUDWXUD /¶ IHEEUDLR LO JLXGLFH LVWUXWWRUH ,PSRVLPDWR ILUPz O¶RUGLQDQ]D-sentenza a carico GHOO¶LGHRORJR GHOO¶$XWRQRPLD RSHUDLD )UDQFHVFR 3LSHUQR H DOWUL SURFHVVR ³0HWURSROL´ ,O capitolo XVI del documento era dedicato alla prigione di Moro, che il magistrato adesso affermava essere stata, con certezza, in via Montalcini 8. Benché continuasse a non esserci DOFXQD SURYD FLUFD O¶XELFD]LRQH GHOOD SULJLRQH R GHOOH SULJLRQL GL 0RUR FRPH DYHYDQR VWDELOLWR LO SULPR SURFHVVR H OD VWHVVD &RPPLVVLRQH SDUODPHQWDUH G¶LQFKLHVWD LO JLXGLFH Imposimato adesso si diceva certo ± senza addurre alcun elemento probatorio ± che la prigione fosse stata in via Montalcini. Non solo: il giudice Imposimato si spingeva al punto da LGHQWLILFDUH ©³$OWREHOOL´ QHOOD SHUVRQD GL 3URVSHUR *DOOLQDULª QRQRVWDQWH LO ©PDQF ato riconoscimento» da parte degli inquilini dello stabile. Di più: Imposimato sosteneva che la FHOOD GHO SULJLRQLHUR 0RUR DOO¶LQWHUQR GHO FRYR GL YLD 0RQWDOFLQL HUD VWDWD ©XQ YDQR PROWR piccolo, privo di luci esterne, ubicato vicino al bagno e alla cucina». Al momento, il magistrato QRQ PHQ]LRQDYD DOFXQD WUDFFLD GL PRGLILFD VWUXWWXUDOH GHOO¶DSSDUWDPHQWR-covo, dettaglio che tirerà in ballo il brigatista Valerio Morucci di lì a poco. Infatti, subito dopo questa singolare sentenza-ordinanza, i brigatisti Valerio Morucci e $GULDQD)DUDQGD³VLGLVVRFLDURQR´HGHFLVHURGLFROODERUDUHXQSR¶&RVuO¶DYYRFDWR7RPPDVR Mancini, difensore di Morucci e Faranda, informò il giudice Imposimato che i suoi assistiti «vogliono parlare con lei, ma attenzione: solo con lei» 17. Poiché il giudice Imposimato aveva 17 Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato, Doveva morire, Chiarelettere 2008, pag. 47. Atti Parlamentari — 21 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 già stabilito che la prigione era stata in via Montalcini, ecco che il 27 luglio Morucci cercò di riferire al magistrato circostanze le quali confermavano, indirettamente, la tesi di Imposimato. Ma la pretesa di MorucFL GL HVSULPHUH FHUWH]]H FLUFD O¶XELFD]LRQH GHOOD SULJLRQH HUD ULGLFROD SRLFKpOXLVWHVVRGLFKLDUDYDD,PSRVLPDWR©3HUTXDQWRFRQFHUQHOHEDVLHVLVWHQWLDOO¶HSRFDGHO VHTXHVWURQRLLJQRUDYDPRO¶HVLVWHQ]DGLTXHOODGLYLD0RQWDOFLQLGHOODTXDOHDEELDPR saputo dopo il suo ritrovamento da parte della Polizia nel 1980» 18. Quindi Morucci, per avvalorare la tesi della prigione in via Montalcini, si inventò il fantasioso percorso, dopo la strage, da via Massimi - piazza Madonna del Cenacolo. 33) Lei pensa che abbiano qualche validità le dichiarazioni fatte da Giovanni Ladu a ,PSRVLPDWR VX YLD 0RQWDOFLQL H TXDQWR VFULWWR LQ XQ OLEUR GDOO¶DUWLILFLHUH 9LWRDQWRQLR 5DVR VXOO¶RUDULRGHOODVXDFKLDPDWDSHULVSH]LRQDUHOD5HQDXOWLQYLD&DHWDQL" Queste due vicende hanno avuto un notevole rilievo mediatico e probabilmente hanno avuto una qualche influenza nella decisione di istituire la vostra Commissione. Tuttavia ho appreso che la Procura della RHSXEEOLFDGL5RPDKDDSHUWRGXHIDVFLFROLFRQO¶LPSutazione di calunnia DFDULFRGL/DGXHGL5DVRHGDDOORUDQRQVHQ¶qVDSXWRSLQXOOD5LWHQJRFKHOD&RPPLVVLRQH dovrebbe chiedere informazioni alla magistratura e attivarsi per appurare se i signori Ladu e Raso siano davvero dei calunniatori, e in tal caso perché. 34) Ho letto con interesse il punto 12 della Sua relazione a proposito dei reperti di via Gradoli. Le chiedo: ci sono altri reperti sequestrati in via Gradoli ai quali lei attribuisce una particolare importanza? 6u XQR O¶KR JLj PHQ]LRQDWR: un appunto manoscritto da Moretti con il recapito telefonico 659127 intestato all'immobiliare Savellia in via Monte Savello, distante circa trecento metri da via Caetani (l'immobiliare non effettuava operazioni di compravendita e possedeva solo il palazzo Orsini di via Monte Savello, vicino al Ghetto ebraico, saltuariamente abitato allora dalla contessa Rossi di Montelera che viveva quasi sempre a Ginevra), con l'annotazione, manoscritta da Moretti, «Marchesi Liva mercoledì 22 ore 21 e un quarto ± atropina»: la data corrispondeva a mercoledì 22 marzo 1978 e l'atropina è un medicinale che oltre a essere usato in oculistica per scopi diagnostici, può essere utilizzato per altri scopi. Gli accertamenti della polizia iniziarono solo a partire dal 31 maggio 1978, e soltanto il 1° giugno il giudice Cudillo dispose l'intercettazione della linea telefonica 659127 (per cinque giorni, con esito negativo). Un secondo reperto portava al Ghetto ebraico dove i brigatisti avevano alcune basi e punti G¶DSSRJJLR HUD OD FKLDYH GL XQ¶DXWR -DJXDU FRQ XQ WDOORQFLQR LQGLFDQWH LO QRPH ³6HUPRQHWD %UXQR´ XQ FRPPHUFLDQWH FKH JHVWLYD XQ DPSLR QHJR]LR GL WHVVXWL VLWXDWR LQ YLD$UHQXOD QHL pressi del Ghetto ebraico, e che disponeva di vari automezzi, fra cui alcuni autofurgoni. Un eOHPHQWRGLULOLHYRGDWRFKHQRQHUDVWDWRLQGLYLGXDWRO¶DXWRIXUJRQHXWLOL]]DWRGDLWHUURULVWLLO 16 marzo 1978 (probabilmente per trasportare le armi usate per la strage di via Fani). Le indagini vennero avviate solo a partire dal 12 ottobre 1978 (cioè cinque PHVLGRSRO¶XFFLVLRQH del presidente della Dc). Degli accertamenti su quella chiave venne incaricato il reparto operativo della Legione dei carabinieri, comandato dal tenente colonnello Cornacchia (affiliato alla P2). Questi non condusse né ordinò alcuna indagine preliminare nei riguardi del Sermoneta, il quale anzi venne informato del ritrovamento della chiave a suo nome nel covo Br GL YLD *UDGROL /¶LQWHUURJDWRULR D YHUEDOH GHO 6HUPRQHWD DYYHUUj VROR LO PDU]R H risulterà del tutto inefficace. ,QILQHXQWHU]RUHSHUWRPDQLIHVWDYDXQDPELJXRFROOHJDPHQWRHUDXQGRFXPHQWR³ULVHUYDWR´ con le istruzioni a suo tempo impartite dai servizi segreti israeliani per il maneggio e l'apertura 18 Interrogatorio di Morucci da parte del Giudice istruttore Ferdinando Imposimato, 27 luglio 1984. Atti Parlamentari — 22 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 delle buste esplosive. Il rapporto riservato del Sismi durante i cinquantacinque giorni, alla data del 29 aprile 1978, affermava che quel reperto era la fotocopia di un documento autentico UHGDWWRQHOPDFKHLQRULJLQHQRQUHFDYDODGLFLWXUD³ULVHUYDWR´DSSRVWDLQYHFHVXTXHOOR trovato in via Gradoli ± in pratica, il Sismi riconosceva l'autenticità dell'imbarazzante documento, ma con riserva per attenuare l'imbarazzo. 35) Sempre a proposito di via Gradoli, non sarebbe il caso di chiarire meglio perché Lucia Mokbel, confidente del commissario di Pubblica sicurezza Elio Cioppa e sorella del più noto Mokbel per le cronache criminali romane, si trova ad abitare nello stesso pianerottolo QHOO¶DSSDUWDPHQWRDWWLJXRDTXHOORGL0DULR0RUHWWL" Nella risposta alla domanda n. 31 ho sottolineato come Lucia Mokbel abitasse a fianco GHOO¶DSSDUWDPHQWR-covo di Moretti, ed è assodato che là esercitava il suo compito di LQIRUPDWULFHGHOODSROL]LDHGHO6LVGH1RQHUDXQFDVRFKHO¶DSSDUWDPHQWRDELWDWRGDOHLHGDO suo convivente Gianni Diana fosse di proprietà della immobiliare Monte Valle Verde srl, società amministrata da Aldo Bottai, il quale era un fiduciario del Sisde. Infatti Bottai risultava socio fondatore della Nagrafin, società di copertura del Sisde. La Monte Valle Verde era proprietaria di otto appartamenti in via Gradoli 96, di cui cinque ubicati o sullo stesso piano o su quello sottostante il covo delle Br. Ciò che non è mai stato chiarito è il contrasto in sede processuale: la Mokbel ha confermato di avere consegnato al brigaGLHUH 0HUROD O¶DSSXQWR VFULWWR SHU LO FRPPLVVDULR &LRSSD VXL VHJQDOL GL WUDVPLVVLRQH UDGLR LQ DOIDEHWR 0RUVH XGLWL GXUDQWH OD QRWWH QHOO¶DWWLJXR appartamento-FRYR PHQWUH LO EULJDGLHUH 0HUROD H L SROL]LRWWL KDQQR LQYHFH QHJDWR O¶HVLVWHQ]D GLTXHOO¶DSSXQWRscritto. 36) Secondo Lei vi sono elementi di continuità tra la fase del terrorismo della strategia della tensione e la fase del terrorismo del caso Moro? /¶HOHPHQWRGLFRQWLQXLWjFKHDFFRPXQDOHGXHIDVLqO¶RELHWWLYRSROLWLFRGLLPSHGLUHDO3FLGL accedere al governo del paese. La strategia della tensione (che aveva lo scopo di determinare un'involuzione autoritaria e centrista degli assetti di potere) si contrapponeva alla politica di 0RURGHOOD³VWUDWHJLDGHOO DWWHQ]LRQH´HGHO³FRQIURQWR´YHUVRLO3ci. La strategia della tensione LQFRQWUzODUHVLVWHQ]DSRSRODUHIDYRUuO¶XQLWjGHOOHIRU]HDQWLIDVFLVWHHFRPXQTXHIDOOuLSURSUL scopi, come dimostrarono i risultati delle elezioni regionali e amministrative del 1975 con la vittoria delle forze di sinistUD&LzGHWHUPLQzPXWDPHQWLGLVWUDWHJLDFRPHDWWHVWDYDLO³3LDQR GL ULQDVFLWD´ GHOOD 3 H O¶D]LRQH GHL VHUYL]L VHJUHWL ,QIDWWL LO FDSR GHO 6LG , generale Miceli, a proposito del terrorismo nero, riferì al giudice Tamburino: «Da ora in poi sentirete parla re soprattutto degli altri (i terroristi rossi)». Una profezia che coincideva col periodo di massima crisi delle Brigate rosse (per gli arresti dei fondatori Curcio e Franceschini). E nella seconda metà del 1975 si decise di preparare il sequestro di Aldo Moro. Altro elemento di continuità fra strategia della tensione e terrorismo del caso Moro è la partecipazione di settori dei servizi segreti italiani e esteri. Nel suo memoriale dal carcere, Moro denunciò la presenza straniera nella strategia della tensione e l'implicazione di alcuni settori del servizio di sicurezza collegati con l'estero: «Per quanto riguarda la strategia della tensione, che per anni ha insanguinato l'Italia, pur senza conseguire i suoi obiettivi politici, non possono non rilevarsi, accanto a responsabilità che si collocano fuori dell'Italia, indulgenze e connivenze di organi dello Stato e della Democrazia cristiana in alcuni suoi settori» 19. Dopo il falso comunicato del Lago della Duchessa, Moro scrisse, in un brano del memoriale che resterà nascosto fino al 1990, che la «macabra grande edizione sulla mia esecuzione può rientrare in 19 Il mio sangue ricadrà su di loro, pag. 227. Atti Parlamentari — 23 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 una logica, della quale non è necessario dare ulteriori indicazioni». Era la logica occulta dei servizi segreti diretti dalla P2, «accanto a responsabilità chHVLFROORFDQRIXRULG¶,WDOLDªDQFKH nel caso Moro come durante la strategia della tensione. In pratica, il delitto Moro fu la tappa conclusiva della strategia terroristica, che con O¶DVVDVVLQLRGHOOHDGHU'FUHDOL]]zO RELHWWLYRGLIDUIDOOLUHO LQWHVDS olitica tra la Dc e il Pci. 37) Nella Sua audizione lei cita l'ipotesi di Guerzoni di un delitto appaltato alle B R. Considerando che i brigatisti hanno dichiarato che non conoscevano tutti i presenti in via Fani l'ipotesi è possibile. Vorrei sapere la sua opinione in merito e anche una sua valutazione sulla possibilità di un eventuale coinvolgimento del Mossad. Il brigatista Alfredo Bonavita ha testimoniato davanti alla nostra Commissione parlamentare d'inchiesta circa il tentativo di agganciare le prime Br da parte di emissari del Mossad, i quali offrirono ai capi brigatisti la possibilità di addestramento, armi, danaro e informazioni in FDPELR GL XQD DFFHQWXD]LRQH GHO FDUDWWHUH PLOLWDUH GHOO¶D]LRQH GHOOH %U , VHUYL]L VHJUHWL israeliani erano interessati alla destabilizzazione dell'Italia, poiché così, nell'ambito del contesto internazionale, gli Stati Uniti sarebbero stati indotti ad appoggiare con più decisione lo Stato di Israele ± secondo Bonavita, i leader brigatisti declinarono le offerte del Moss ad «anche perché vi era il problema che, entrando in contatto con dei servizi di sicurezza, prima o poi si può essere venduti, si può essere denunciati all'autorità giudiziaria, per cui non se ne fece niente»20. Questo accadde nel 1973, mentre le Br erano capeggiate da Curcio e )UDQFHVFKLQLPDGRSRO¶DUUHVWRGHLGXHIRQGDWRULHGRSRO¶XFFLVLRQHGL0DUD&DJROQRQqGDWR sapere se ci siano stati altri contatti brigatisti col Mossad. Di certo il servizio segreto di Israele riuscì a infiltrare tutte le principali organizzazioni terroristiche europee: Raf, Eta, Ira. 2FFRUUHDQFKHFRQVLGHUDUHODJUDQGHLQIOXHQ]DGHO0RVVDGDOO¶LQWHUQRGHO6LGHGHO6LVPLH la forte ostilità israeliana per la politica di Moro verso il mondo arabo e per la soluzione della questione israelo-palestinese (due popoli, due Stati). Ostilità che si inasprì nel novembre 1973, con la liberazione dei detenuti palestinesi arrestati mentre stavano preparando un attentato contro un aereo di linea israeliano, liberazione voluta dal Ministro degli affari esteri Moro in FDPELR GHOO¶LPSHJQR SDOHVWLQHVH GL QRQ FRPSLHUH DWWHQWDWL LQ WHUULWRULR LWDOLDQR 'RSR OD liberazione e il trasferimento aereo dei palestinesi in Libia, il Mossad reagì in modo cruento: O¶DHUHR $UJR XWLOL]]DWR GDO 6LG SHU WUDVIHrire i palestinesi in Libia venne abbattuto a Marghera, provocando la morte dei quattro LWDOLDQL GHOO¶HTXLSDJJLR /¶LQFKLHVWD JLXGL]LDULD RULJLQDWD GDOO¶DWWHQWDWR YHQQH RVWHJJLDWD GDO VHUYL]LR VHJUHWR PLOLWDUH H YHUUj YDQLILFDWD GDOO¶DSSRVL]LRQHGHO³VHJUHWRGL6WDWR´ 20 CM, vol. 10, pag. 552. Atti Parlamentari — 24 — Camera Deputati — Senato Repubblica xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015 € 2,00 *17STC0008180* *17STC0008180*