Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
—
—
DISCUSSIONI
—
1
— Camera Deputati – Senato Repubblica
COMM. ALDO MORO
—
SEDUTA DEL
15
GENNAIO
COMMISSIONE PARLAMENTARE
DI INCHIESTA SUL RAPIMENTO E SULLA
MORTE DI ALDO MORO
RESOCONTO STENOGRAFICO
16.
SEDUTA DI GIOVEDÌ 15 GENNAIO 2015
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE FIORONI
INDICE
PAG.
Comunicazioni del presidente:
Fioroni Giuseppe, presidente ......................
3
ALLEGATO: Risposte del senatore Sergio
Flamigni ai quesiti formulati per iscritto
da componenti della Commissione, secondo quanto concordato nel corso della
sua audizione del 2 dicembre 2014 ........
5
2015
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
—
—
DISCUSSIONI
—
3
— Camera Deputati – Senato Repubblica
COMM. ALDO MORO
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIUSEPPE FIORONI
La seduta comincia alle 14.25.
Comunicazioni del presidente.
PRESIDENTE. Comunico che presso il
Consiglio superiore della magistratura è in
corso l’istruttoria ai fini dell’autorizzazione all’incarico di collaboratori a tempo
parziale per la dottoressa Antonietta Picardi, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale dell’Aquila, la
dottoressa Antonia Giammaria, magistrato
distrettuale requirente della Procura generale presso la Corte di appello di Roma,
il dottor Massimiliano Siddi, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo, nonché per l’incarico di
collaboratore a tempo pieno per il dottor
Gianfranco Donadio, già procuratore nazionale antimafia aggiunto e consulente
della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni
nei confronti degli amministratori locali.
Alla dottoressa Picardi sarà affidato il
compito di seguire il filone fiorentino
dell’inchiesta, con riferimento, tra l’altro,
alle indagini svolte dalla Procura di Firenze in relazione al caso Moro Nell’espletamento di tale incarico la dottoressa
Picardi potrà avvalersi della collaborazione del colonnello Paolo Occhipinti.
Alla dottoressa Giammaria sarà affidato il compito di seguire il filone di
inchiesta riguardante il covo di via Gradoli. Nell’espletamento di tale incarico la
dottoressa Giammaria potrà avvalersi
della collaborazione del colonnello Leonardo Pinnelli.
Al dottor Siddi sarà affidato l’incarico
di seguire il filone d’inchiesta concernente
la strage di via Fani e il ritrovamento del
corpo di Aldo Moro in via Caetani. Nell’espletamento di tale incarico il dottor
Siddi potrà avvalersi della collaborazione
della dottoressa Laura Tintisona.
—
SEDUTA DEL
15
GENNAIO
2015
Al dottor Donadio sarà affidato l’incarico di seguire il filone d’inchiesta relativo al ruolo svolto dalla VII Divisione
del SISMI in relazione al caso Moro. Gli
sarà inoltre affidato l’incarico di curare
l’istruttoria delle audizioni previste presso
la Commissione. Nell’espletamento di tali
incarichi il dottor Donadio potrà avvalersi, ove necessario e previo assenso del
presidente, della collaborazione dei tre
ufficiali di collegamento.
Comunico che l’onorevole Gero Grassi
con nota del 7 gennaio ha chiesto che la Commissione acquisisca alcuni rapporti del brigadiere dei Carabinieri Dario Covolo, che
partecipò il 1o ottobre 1978 a Milano all’arresto di Bianca Amelia Sivieri, e in particolare di un rapporto del dicembre 1979 relativo a informazioni che il brigadiere Covolo
ebbe da Rocco Ricciardi in merito al progetto di uccidere Walter Tobagi, che sarebbe
stato a conoscenza di elementi informativi
concernenti il caso Moro e i documenti ritrovati nel covo di via Monte Nevoso. I rapporti
redatti dal brigadiere Covolo, secondo
quanto comunica l’onorevole Grassi, sono
attualmente conservati in originale presso il
comando dei Carabinieri in via Moscova a
Milano e in copia presso il Comando generale dell’Arma. L’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi nella riunione odierna ha deliberato di procedere
pertanto ad acquisire la documentazione richiesta.
Con l’occasione, l’Ufficio di presidenza
ha ribadito che potrà essere acquisita agli
atti della Commissione solo la documentazione che presenta un legame oggettivo e
diretto con la materia dell’inchiesta parlamentare.
Comunico che il senatore Flamigni ha
fatto pervenire alla Commissione il 9 gennaio scorso le risposte ai quesiti formulati
per iscritto dall’onorevole Grassi e dall’onorevole Bolognesi. Le risposte inviate dal senatore Flamigni sono liberamente consultabili presso l’archivio della Commissione e
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
—
—
DISCUSSIONI
—
4
— Camera Deputati – Senato Repubblica
COMM. ALDO MORO
verranno pubblicate in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.
Comunico inoltre che, con lettere del 9
gennaio scorso, il responsabile dell’Archivio storico del Senato ha trasmesso notizia
della declassificazione di alcuni documenti
dell’archivio della Commissione stragi dell’VIII legislatura, già trasmessi in copia
alla Commissione; si tratta, in particolare,
di otto documenti prodotti dalla Guardia
di finanza e di un elaborato prodotto dal
SISDE. Tale documentazione pertanto, già
classificata segreta, è ora liberamente consultabile.
Comunico che, nel corso dell’audizione
del procuratore generale Ciampoli, svoltasi
il 12 e il 13 novembre 2014, è stato fatto
riferimento alle indagini svolte dai sostituti
procuratori militari di Padova dottori Benedetto Roberti e Sergio Dini con riferimento all’attività svolta dalla VII Divisione
del SISMI e dalle strutture e dal personale
in essa confluite. Al riguardo, l’onorevole
Gero Grassi ha chiesto, per le vie brevi,
che la Commissione proceda all’audizione
dei due magistrati; tale audizione sarà
programmata nelle prossime settimane.
L’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi nella riunione
odierna ha convenuto su tale richiesta.
Informo che l’orario dell’audizione del
Ministro della giustizia, Andrea Orlando,
prevista per mercoledì 21 gennaio, è anticipato alle 13.45.
Nello stesso pomeriggio, a partire dalle
ore 14.15, avrà luogo l’audizione del dottor
Giovanni Salvi, che svolse indagini sul
rinvenimento nel 1996 dell’archivio-deposito del Ministero dell’interno in circonvallazione Appia.
L’audizione del senatore Ferdinando
Imposimato, già prevista per giovedì 29
gennaio alle 15, sarà invece rinviata ad
altra data, considerata la concomitanza
con le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica.
Sono, infine, in via di programmazione
le audizioni di Luciano Violante (componente della Commissione parlamentare
d’inchiesta sulla strage di Via Fani, sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro e sul
terrorismo in Italia, nell’VIII legislatura, e
—
SEDUTA DEL
15
GENNAIO
2015
della Commissione parlamentare d’inchiesta sui risultati della lotta al terrorismo e
sulle cause che hanno impedito l’individuazione dei responsabili delle stragi, nella IX
legislatura), Sergio Mattarella (vicepresidente della Commissione parlamentare
d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle
cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi nella XII legislatura),
Ignazio Francesco Caramazza (nel 1996-97
presidente della commissione amministrativa d’inchiesta nominata dal Ministro dell’interno sull’archivio-deposito rinvenuto
presso circonvallazione Appia), Antonio
Marini (magistrato che indagò sul sequestro
e sull’assassinio dell’onorevole Moro) e
Carlo Mastelloni (magistrato che indagò sul
traffico d’armi tra una componente della
Brigate Rosse e l’OLP e sull’attività degli
organismi di intelligence, con particolare
riguardo alla VII Divisione del SISMI). Tali
audizioni avranno tutte luogo dopo l’elezione del Presidente della Repubblica.
Per quanto concerne la citata audizione
del ministro Orlando, preciso che gli verrà
chiesto anche di fornire alla Commissione
un quadro sullo stato delle rogatorie internazionali relative al caso Moro ed al
relativo seguito.
Comunico, infine, che la dottoressa
Tintisona, collaboratrice della Commissione, ha presentato una relazione sulla
prima fase della propria attività, consultabile presso l’archivio della Commissione.
Stanno proseguendo gli accertamenti sulle
autovetture presenti la mattina del 16
marzo 1978 in via Fani e sono stati avviati
contatti con la polizia scientifica per realizzare una ricostruzione della dinamica
della strage.
La seduta termina alle 14.30.
IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO RESOCONTI
ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
DOTT. VALENTINO FRANCONI
Licenziato per la stampa
il 25 febbraio 2015.
STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO
Atti Parlamentari
— 5 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
ALLEGATO
Risposte del senatore Sergio Flamigni ai quesiti formulati per iscritto
da componenti della Commissione, secondo quanto concordato nel corso
della sua audizione del 2 dicembre 2014
1 ± Risposte ai qXHVLWLIRUPXODWLGDOO¶RQRUHYROH*HUR*UDVVL
1) Quando Lei ha interrogato il generale Dalla Chiesa, nella seduta della Commissione dell'8
luglio 1980, ha tentato di sapere da lui se avesse intuito il pericolo del rapimento Moro e se avesse
avuto reale conoscenza della informazione di Salvatore Senatore dal carcere di Matera; il generale
ha detto che non ricordava. Ritiene che abbia omesso di risponderLe?
Preciso che quando interrogai il generale Dalla Chiesa, non gli rivolsi alcuna domanda sulla
informazione di Salvatore Senatore dal carcere di Matera, di cui si era già discusso nelle precedenti
DXGL]LRQLGL 6DQWRYLWR HGL *UDVVLQL )RUVHO¶RQorevole Grassi intende riferirsi al seguente quesito
che rivolsi al generale: «In una relazione del Sismi si segnala una notizia giunta a Sicurpena il 6
marzo 1978. Un ergastolano ha scritto una lettera al direttore delle carceri in questi termini:
³&RPXQLFDUHVXELWRFKHFLVDUjXQDOWURDWWHQWDWRDJURVVDSHUVRQDOLWjSROLWLFDD5RPD´,OGHWHQXWR
era stato in contatto con i brigatisti Naria, Bonavita, Olivieri e Socci, i quali gli avevano ventilato la
SRVVLELOLWj FKH OH %U VHTXHVWUDVVHUR XQ¶DOWD SHUVRQDOLWj DOOR VFRSR GL FKLHGHUH OD OLEHUD]LRQH GL
detenuti politici. Vorrei sapere come quella notizia venne utilizzata»1. Dalla Chiesa mi rispose: «In
questo momento non la ricordo. Mi riservo ovviamente di far seguito...».
Il seguito arrivò alla Commissione il 13 dicembre 1981. Il generale rispose che non risultava
fosse stato inviato alcun appunto dal comando generale alle autorità centrali - Sismi compreso ±
durante il mese di marzo 1978, riguardante la notizia di un probabile attentato a Roma a importante
personalità politica. Risposta che mi lasciò insoddisfatto poiché non dava alcuna spiegazione del
contrasto tra quanto risultava al Sismi e quanto invece non risultava a Dalla Chiesa e al suo
Comando generale 2.
2) Come mai alla moglie di Moro, sopraggiunta pochi minuti dopo l'eccidio di via Fani, fu detto
subito che il rapimento era stato fatto dalle Brigate rosse?
Davanti alla nostra Commissione, Eleonora Moro affermò di aver sentito dire «in maniera
precisa: sono state le Brigate rosse. Tanto che io mi sono permessa di dire: ma eccellenza, come fa
lei ad essere così sicuro che siano state le Brigate rosse?». Poi aggiunse: «Ancora oggi io mi chiedo
come questa gente fosse sicura e avesse deciso con sicurezza. Perché per quello che io ricordo, il
primo volantino dei brigatisti che rivendicavano il fatto è arrivato qualche giorno dopo». Nella
domanda della signora Moro era implicito il sospetto di un progetto preordinato da tempo e che
andava oltre le Brigate rosse. Quella domanda di Eleonora Moro conteneva una intuizione decisiva,
DOODOXFHGLTXDQWRVDSSLDPRRJJLFLUFDODSDUWHFLSD]LRQHDOODVWUDJHGLYLD)DQLGLHOHPHQWL³HVWHUQL´
alle Br.
3) Come mai il comitato del MLQLVWHUR GHOO¶interno aveva una fuga di notizie che raggiungeva i
brigatisti?
1 Cfr. Resoconto seduta 8 luglio 1980, atti CM, vol. 4, pagg. 318-323.
2 Cfr. CM, vol. 27, pagg. 239-240.
Atti Parlamentari
— 6 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
Il comitato del MLQLVWHURGHOO¶interno era attraversato da divisioni e dissidi tra informativi (tutti
affiliati alla P2) e operativi. Non è da escludere che fughe di notizie fossero dovute a una
convergenza di interessi tra piduisti e brigatisti.
4) Il riferimento al colonnello Giovannone nella lettera di Moro era una pista?
Con quella lettera che menzionava Giovannone, protagonista-testimone di una trattativa politicodiplomatica che nel 1973 aveva portato alla scarcerazione di detenuti palestinesi in Italia, Moro
chiedeva che quel precedente inducesse la Dc, il Governo e il mondo politico italiano a trattare con i
terroristi uno scambio di prigionieri che portasse alla sua liberazione.
7XWWDYLDLOULFRUGDUHO¶HSLVRGLRGHOODOLEHUD]LRQH ± voluta da Moro ministro degli affari esteri ±
dei detenuti palestinesi (arrestati mentre stavano preparando un attentato a un aereo della
compagnia israeliana El Al) e del loro trasporto in Libia a bordo di un aereo del Sid, significava
ULFRUGDUH DQFKH OD FUXHQWD UHD]LRQH GHO 0RVVDG FKH FDXVz O¶DEEDWWLPHQWR GHOO¶DHUHR GHO 6LG D
0DUJKHUD FRQ OD PRUWH GHOO¶HTXLSDJJLR quattro persone). Non è quindi da escludere che Moro
intendesse alludere a una pista israeliana nel suo sequestro.
5) Le sembrò credibile il SRWWRVHJUHWDULRDOO¶iQWHUQR/HWWLHULGXUDQWHO¶DXGL]LRQHGHOOD&RPPLVVLRQH
d'inchiesta?
Solo in parte. La sua audizione risultò deludente a non pochi commissari. Lettieri omise di
riferire alla Commissione molte cose che avrebbero potuto essere utili ai nostri lavori. Infatti gli
DSSXQWLFKHFRQVHJQzVXOO¶DWWLYLWjGHO&RPLWDWRSROLWLFRWHFQLFRRSHUDWLYRVLIHUPDYDQRDODSULOHH
DQFKH GXUDQWH O¶DXGL]LRQH QRQ DJJLXQVH TXDVL QXOOD VXOO¶DWWLYLWj H VXL SUREOHPL GHO SHULRGR
successivo. Sulla vicenda del Lago della Duchessa fu addirittura menzognero. Tuttavia gli appunti
GL /HWWLHULEHQFKpOLPLWDWLDODSULOHSHUPLVHURDOODQRVWUD&RPPLVVLRQHG¶LQFKLHVWDHLQPLVXUD
aQFRUDPDJJLRUHDOOD&RPPLVVLRQHSDUODPHQWDUHG¶LQFKLHVWDVXOODLoggia massonica P2, di rilevare
il determinante ruolo avuto dagli affiliati alla confraternita piduista nella vicenda Moro.
6) Il biglietto trovato nella tasca di Valerio Morucci quando fu arrestato nella casa del professor
Conforto nel maggio 1979 cosa conteneva?
Non ricordo del biglietto trovato in tasca a Morucci, forse perché quando questi venne arrestato
prestai attenzione anzitutto alle armi che gli vennero sequestrate: la Skorpion calibro 7,65 usata per
uccidere Moro, cinque pistole e un fucile Winchester e relative munizioni e caricatori, una bomba a
PDQR H GHWRQDWRUL JLXEERWWL DQWLSURLHWWLOH FRQ GRFXPHQWL GHOO¶DUPHULD %RQYLFLQL GDOOD TXDOH
Morucci si riforniva e che gli pagava provvigioni sulle vendite dei giubbotti antiproiettile). Poi,
GDOO¶HOHQFRGHOOHFHQWLQDLDGLUHSHUWLWURYDWLQHOODSHUTXLVL]LRQHULPDVLFROSLWRGDLFROOHJDPHQWLGHO
WHUURULVWD0RUXFFLFRQDPELHQWLGHO9DWLFDQRHQRQVRORO¶LQGLUL]]RHLOWHOHIRQRGHOOD3UR Deo di
padre Morlion, uomo legato alla Cia, e di monsignor Paul Marcinkus; il recapito telefonico del
commissario di Pubblica sicurezza Antonio Esposito, che prestava servizio nella sala operativa della
Questura di Roma; il recapito di ufficiali dei Carabinieri i cui nomi non comparivano nemmeno nei
UXROL SHU UDJLRQL GL VHJUHWH]]D 7UD L UHSHUWL F¶HUD DQFKH XQ HOHQFR GL WDUJKH GL DXWR UXEDWH WUD OH
quali alcune di quelle che appartenevano al MLQLVWHUR GHOO¶interno, alla questura di Roma e al
Ministero di grazia e giustizia.
7) Perché il MLQLVWHURGHOO¶interno, nonostante le Sue diverse sollecitazioni, non ha mai fornito la
striscia delle telefonate ricevute dall'auto della Polizia la mattina del 16 marzo 1978?
Credo per le stesse ragioni per le quali molti documenti sono scomparsi dagli archivi del
0LQLVWHUR GHOO¶Lnterno, documenti che rivelerebbero verità imbarazzanti. Nel caso specifico, temo
Atti Parlamentari
— 7 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
FKHOHUHJLVWUD]LRQLGHOOHWHOHIRQDWHULFHYXWHGDOO¶DXWRGHOODSROL]LDGLVFRUWDDOO¶RQorevole Moro la
mattina del 16 marzo siano state occultate per cancellare tracce di complicità nella strage di via
Fani. Ecco perché ho tanto insistito nel richiedere il brogliaccio delle telefonate della sala operativa
GHO 9LPLQDOH /¶XOWLPD VROOHFLWD]LRQH O¶KR ULYROWD DO MLQLVWUR GHOO¶interno Anna Maria Cancellieri
nel gennaio 2013, ma mi è stato comunicato «che il Dipartimento della pubblica sicurezza ha
segnalato che la documentazione in esame non è stata rinvenuta». Chiedo alla vostra Commissione
di accertare le responsabilità per la scomparsa di un documento così importante, e chiedo inoltre di
fare chiarezza sulla questione dei documenti inerenti al caso Moro scomparsi dagli archivi: quelli
della Presidenza del Consiglio dei ministri relativi alle riunioni del Comitato interministeriale
informazioni e sicurezza; e quelli del 0LQLVWHUR GHOO¶LQWHUQR UHODWLYL DL Fomitati istituiti per la
gestione della crisi.
8) Quando Lei chiede a Gentiluomo se è stato ascoltato solo dal magistrato, perché lascia
intendere che potrebbe essere stato ascoltato anche da qualcuno del Viminale?
3HU TXDQWR SRVVR ULFRUGDUH DQFKH GRSR DYHUH ULOHWWR LO UHVRFRQWR GHOO¶LQWHUURJDWRULR GL
Gentiluomo), credo di avere notato una qualche sua reticenza. Specie per quanto riguardava
O¶LWLQHUDULR GHOOH PDFFKLQH GL 0RUR H GHOOD VFRUWD PL SDUYH SUHRFFXSDWR GL QRQ GLUH FRVH FKH
contrastassero con quanto dichiarato alla Commissione dal suo superiore, il dottor Zecca, capo
GHOO¶,VSHWWRUDWRJHQHUDOHGHO9LPLQDOHHGLULJHQWe di tutte le scorte. La mia domanda era dettata dal
GXEELR FKH SULPD GHOOD WHVWLPRQLDQ]D DOOD QRVWUD &RPPLVVLRQH FL IRVVH VWDWR XQ ³LQFRQWUR GL
LQGLUL]]R´GDSDUWHGHOO¶autorità gerarchica.
/H IUDVL ³,O PDQGDULQR q PDUFLR´ H ³,O FDQH PRULUj GRPDQL´ fanno parte del codice militare
riservato?
Ho letto il libro Il mandarino è marcio, ma non sono in grado di rispondere in quanto non
conosco alcun codice militare riservato.
10) Chi ha passato a Pecorelli le lettere di Moro mai pervenute agli interessati e mai ritrovate?
Ho letto le letWHUHGL0RURSXEEOLFDWHGD³2S´ e credo siano pervenute a Pecorelli attraverso il
magistrato Infelisi, e ritengo che fossero comunque già pervenute agli interessati. Non mi risulta che
vi siano lettere di Moro arrivate a Pecorelli rimaste inedite e mai pervenute agli interessati e mai
ritrovate.
11) Chi ostacolò nel 1978 la scoperta dell'intero materiale di via Monte Nevoso?
Il generale Dalla Chiesa, o uomini dei servizi segreti al suo seguito, per quella parte del
dattiloscritto del memoriale e per il materiale inerente il segreto di Stato. Poi il colonnello Mazzei,
comandante la Legione territoriale dei Carabinieri di Milano, affiliato alla P2, il quale, entrato in
conflitto col tenente colonnello Nicolò %R]]RFRPDQGDQWHGHOO¶RSHUD]LRQH-XPERLQGXVVH'DOOD
&KLHVDDRUGLQDUHDJOLDJHQWLGHLQXFOHLVSHFLDOLGLULWLUDUVLGDOO¶DSSDUWDPHQWRGLYLD0RQWH1HYRVR
prima che essi avessero completato la perquisizione.
12) Lei avvisò Pomarici, perché non fu creduto?
A questa domanda solo Pomarici potrebbe rispondere nel rispetto della verità.
13) La casa di via Monte Nevoso a Milano viene ritrovata nel 1990 senza sigilli. Perché? Qualcuno
ha indagato?
Atti Parlamentari
— 8 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
1HOO¶DSSDUWDPHQWRGLYLD0RQWH1HYRVRHUDSULYRGi sigilli perché era stato dissequestrato.
Invece nel 1986, il giorno in cui andai a richiedere al pubblico ministero Pomarici di disporre una
nuova perquisizione (ricevendone un ostinato quanto irragionevole rifiuto), mi recai anche in via
Monte Nevoso, e FRQVWDWDL FKH L VLJLOOL GHOO¶H[ FRYR HUDQR VWDWL YLRODWL /¶DPPLQLVWUDWULFH GHO
condominio, che mi accompagnava, mi disse di avere già segnalato il fatto ai Carabinieri e
DOO¶DXWRULWjJLXGL]LDULDHFKLHUDYHQXWRDLVSH]LRQDUHLVLJLOOLOHDYHYDDVVLFXUDto che sarebbero stati
rimessi.
14) Nella seduta della Commissione Moro del 10 ottobre 1991 Lei dice che la Commissione Moro
non accertò la verità perché i vertici del Governo non collaborarono e fa riferimento esplicito a
Andreotti. Vuole raccontarci?
Preciso che il 10 ottobre 1991 venni ascoltato non dalla Commissione Moro (che aveva
terminato i propri lavori nel giugno del 1983), ma da un gruppo di lavoro della Commissione
parlamentare stragi che si occupava degli sviluppi del caso Moro. In quella se de criticai sia
Andreotti sia Cossiga, per la scarsa collaborazione che essi avevano prestato ai lavori della
Commissione Moro della VIII Legislatura. Ne ho parlato anche il 2 dicembre scorso, nella
relazione davanti alla vostra Commissione. Poiché mi si chiede di raccontare di Andreotti, per
non ripetermi aggiungerò solo una critica riguardante il periodo antecedente la costituzione
della Commissione Moro e di massima responsabilità governativa di Andreotti.
'RSR O¶XFFLVLRQH GL 0RUR H OH GLPLVVLRQL GL Cossiga il 10 maggio 1978, il Presidente del
&RQVLJOLR $QGUHRWWL DVVXQVH O¶LQFDULFR ad interim di MLQLVWUR GHOO¶interno. Lo Stato italiano
aveva subito la più grave sconfitta dal dopoguerra: numerosi gli errori compiuti dagli apparati
dello Stato, numerose le carenze di direzione, il deficit degli organi di sicurezza e di
informazioni nelle operazioni per la ricerca della prigione (tutte vanificate da indicazioni che
in realtà erano depistaggi); si ponevano interrogativi sul perché Moro e la sua scorta non
disSRQHVVHUR GL XQ¶DXWR EOLQGDWD VRVSHWWL VXL SRVVLELOL FRPSOLFL GHL EULJDWLVWL QHOO¶DJJXDWR GL
via Fani; interrogativi sulla smobilitazione degli organismi antiterrorismo e per la riduzione dei
servizi investigativi da parte dei MLQLVWHUL GHOO¶interno e della difesa; perplessità sul
comportamento del MLQLVWUR GHOO¶interno in relazione al comunicato falso del Lago della
Duchessa e alla contemporanea scoperta del covo di via Gradoli; dubbi sul comportamento e
sulla reale volontà degli organismi operativi dello Stato di liberare Moro. Ebbene, di fronte a
WXWWR TXHVWR H GRSR TXDQWR HUD DFFDGXWR $QGUHRWWL ULILXWz GL DYYLDUH XQ¶LQFKLHVWD
amministrativa per accertare il funzionamento degli apparati e i comportamenti e le
responsabilità dei loro dirigenti. Un¶inchieVWD ³D FDOGR´ SHU ULVSRQGHUH DL WDQWL LQWHUURJDWLYL
attraverso le testimonianze dei protagonisti, mettendo al sicuro documenti essenziali che
invece spariranno. Un¶inchiesta amministrativa doverosa, dopo i rovinosi risultati dei
cinquantacinque giorni, che sarebbe stata di grande aiuto per la Commissione parlamentare
G¶LQFKLHVWDFKHLQL]LHUjDODYRUDUHGXHDQQLGRSRHFKHLQYHFHGRYUjSDUWLUHGD]HUR
15) Lei sostiene che Gallinari non ha ucciso Moro. Perché?
Ho semplicemente detto che Gallinari, benché abbia partecipato alla strage di via Fani, al
VHTXHVWUR H DOOD RUJDQL]]D]LRQH GHOO¶DVVDVVLQLR QRQ q VWDWR LO ERLD O¶HVHFXWRUH PDWHULDOH
GHOO¶XFFLVLRQHGL0RURFRPHGHOUHVWRqVWDWRDFFHUWDWRLQVHGHJLXGL]LDULD
16) Licio Gelli entrava al Viminale con il nome di Luciani. Vuole dirci come e perché? Da dove
si rileva?
Atti Parlamentari
— 9 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
Non mi risulta che sia mai stato accertata la circostanza che Licio Gelli entrasse al Viminale
con il nome di Luciani, ipotesi formulata in ambienti giornalistici. Quando par tecipai ai lavori
della Commissione parlamentare sulla Loggia massonica P2, appresi da appartenenti alla
Marina militare che Gelli aveva avuto libero accesso al palazzo della Marina, e in effetti è stato
accertato che il Venerabile era in possesso di un tesserino per accedere alla biblioteca della
Marina militare. Nel palazzo della Marina aveva sede lo Stato maggiore della Marina militare
che ospiterà gli uffici del Ppresidente del Consiglio Cossiga durante lavori di ristrutturazione a
palazzo Chigi.
17) Il signore alto con la barba ed i Rayban presente in via Fani, in via Caetani e a Palermo
quando fu ucciso Dalla Chiesa chi è?
Non saprei, non credo di averlo mai conosciuto.
18) Chi tentò di dimostrare che l'Ufficio di Santovito fosse stato creato dopo il caso Moro?
Non saprei. Chiunque fosse, poteva facilmente essere smentito poiché la nomina di
Giuseppe Santovito alla direzione del Sismi avvenne nel gennaio 1978 da parte del Consiglio
dei ministri su proposta formale del Ministro della difesa Attilio Ruffini, per volontà del
Presidente del Consiglio Andreotti e con il pieno consenso del MLQLVWUR GHOO¶interno Cossiga
GHO TXDOH 6DQWRYLWR LQ SUHFHGHQ]D VL HUD DVVLFXUDWR O¶DSSRJJLR FRQWDQGR JLj VX TXHOOR
acquisito di Licio Gelli).
19) Il silenzio dell'Arma dei Carabinieri sul Lago della Duchessa lei come lo interpreta?
1RQ PL ULVXOWD XQ YHUR VLOHQ]LR GHOO¶$UPD GHL FDUDELQLHUL VXO /DJR GHOOD 'XFKHVVD (UDQR
carabinieri coloro che per primi raccolsero le confidenze di Luciano Dal Bello, il quale rivelò
FKH HUD$QWRQLR &KLFKLDUHOOL O¶DXWRUH GHO IDOVR FRPXQLFDWR n. 7 delle Br. I Carabinieri hanno
partecipato alle ricerche al Lago della Duchessa con militari, automezzi, elicotteri e unità
cinofile in numero maggiore rispetto a ogni altro corpo sia militare che civile. E ancora, il
WHQHQWH FRORQQHOOR GHOO¶$UPD GHL FDUDELQLHUL$OEHUWR &RUVL GLULJHQWH LO centro investigazioni
scientifiche dei Carabinieri di Roma, partecipò al Viminale alla riunione dei periti che, il 20
aprile 1978, avallarono come autentico il comunicato falso.
20) Ritiene che le BR dicano la verità quando sostengono di aver distrutto i nastri degli
interrogatori di Moro?
3Xz GDUVL FKH TXDOFKH QDVWUR GHOO¶LQL]LDOH LQWHUURJDWRULR GRSR OD WUDVFUL]LRQH VLD VWDWR
sovraregistrato (magari per errore), ma ritengo che la maggior parte, la più importante delle
registrazioni, sia finita al sicuro.
21) Chi era il vero capo delle Brigate rosse?
Era senza dubbio Mario Moretti, ma era un capo condizionato, manovrato e protetto.
22) Mario Moretti, spia come dicono Curcio e Franceschini?
Sì, anche spia, magari per sbarazzarsi di concorrenti politicamente più forti e per
FRQTXLVWDUHPDJJLRUSRWHUHDOO¶LQWHUQRGHOO¶RUJDQL]]D]LRQHWHUURULVWLFD
Atti Parlamentari
— 10 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
2 ± Risposte ai qXHVLWLIRUPXODWLGDOO¶RQRUHYROHPaolo Bolognesi
23 $OOD GRPDQGD GHOOD VLJQRUD (OHRQRUD 0RUR FKH KD GLFKLDUDWR ³,QILQLWH YROWH PL VRQR
FKLHVWDFRPHSRWHYDQRHVVHUHOH%ULJDWHURVVHFRVuVLFXUHFKHTXHOJLRUQRDTXHOO¶RUDLQTXHO
SXQWRO¶RQorevole MorRVDUHEEHSDVVDWRGDYLD)DQL´, Lei ci può dire cosa è stato risposto?
Questa cruciale domanda di Eleonora Moro non ha mai avuto risposta, poiché chiama in
causa i complici della strage di via Fani e le coperture che hanno permesso la strage e il
sequestro. Le stesse indagini su questa specifica questione, davvero cruciale, sono state molto
lacunose.
Interrogata dal consigliere istruttore Achille Gallucci il 23 settembre 1978, Eleonora Moro
smentì gli agenti della scorta del turno di riposo, i quali avevano sostenuto che Moro di solito
usciva di casa puntualissimo alle 9 del mattino e seguiva sempre lo stesso percorso passando
da via Fani per recarsi alla chiesa di Santa Chiara in piazza dei Giuochi Delfici: «Non posso
affermare che mio marito sia stato uQ DELWXGLQDULR 3HU TXDQWR DWWLHQH DOO¶RUDULR GL XVFLWD GHO
mattino, non è esatto quanto affermato dai superstiti della scorta di mio marito. Essi, come la
signoria vostra mi precisa, sostengono che egli fosse solito uscire di casa verso le ore 9.
Invece, particolarmente negli ultimi tempi, a causa della crisi di governo, egli non aveva mai
un orario fisso di uscita poiché bastava una telefonata per fargli cambiare il programma della
giornata. Era solito andare a messa tutti i giorni, anche nel pomeriggio, a seconda dei suoi
LPSHJQL (JOL IUD O¶DOWUR FDPELDYD VSHVVR OH FKLHVH IUHTXHQWDQGR TXHOOD GL 6DQWD &KLDUD D
piazza dei Giuochi Delfici, la chiesa di San Francesco di via Trionfale, la chiesa del Gesù, la
parrocchia che si trova in viale Regina dopo piazza Quadrata, e altre ancora. Ciò a seconda del
percorso che doveva fare. Faccio altresì presente che mio marito non faceva di solito la stessa
strada, e ciò per motivi di sicurezza. Ritengo di dover affermare che il percorso veniva deciso
al momento da mio marito e dal maresciallo Leonardi, il caposcorta. La sua auto percorreva
DOOHYROWHYLD&RUWLQDG¶$PSH]]RDOOHYROWHYLD)DQLDOOHYROWHYLD7ULRQIDOHª 3
$ SURSRVLWR GHJOL LQWHUURJDWRUL GHJOL DJHQWL VXSHUVWLWL GHOOD VFRUWD O¶H[ JLXGLFH LVWUXWWRUH
FeUGLQDQGR ,PSRVLPDWR FKH QH DYHYD YHUEDOL]]DWR OH GLFKLDUD]LRQL GLUj ©1RQ F¶q GXEELR FKH
le deposizioni fotocopia degli agenti sembrano concordate. Qualcuno, evidentemente, gli avrà
ordinato di dire quelle cose» 4. Perché allora non si è cercato di scoprire chi avesse indotto gli
agenti a mentire, e perché?
Il 16 marzo Moro uscì di casa, in via Forte Trionfale, verso le 8,30 con la scorta, e dopo
circa mezzo chilometro raggiunse la chiesa della sua parrocchia: San Francesco, in piazza
Monte Gaudio sulla via Trionfale, e vi sostò in preghiera per 20-25 minuti. Intanto i terroristi,
YHVWLWL FRQ GLYLVH GHOO¶$HURQDXWLFD VL DSSRVWDYDQR LQ YLD )DQL YLFLQR DOO¶LQFURFLR FRQ YLD
6WUHVD SHU O¶LPERVFDWD VWUDJLVWD 'XUDQWH OD QRWWH GXH EULJDWLVWL DYHYDQR VTXDUFLDWR OH gomme
del furgone del fioraio Antonio Spiriticchio, il quale ogni giorno, di primo mattino,
SDUFKHJJLDYDLOVXRPH]]RDOO¶LQFURFLRWUDYLD)DQLHYLD6WUHVDSHUYHQGHUYLLILRUL
7RUQR D ULFKLDPDUH O¶DWWHQ]LRQH GHOOD YRVWUD &RPPLVVLRQH VX TXDQWR VFULWWR Q el libro di
&DUOR'¶$GDPR&KLKDDPPD]]DWRO¶DJHQWH,R]]LQR"/R6WDWRLQYLD)DQL, e mi scuso se questa
risposta diventa lunga, ma occorre esaminare tutti gli elementi per riuscire a rispondere alla
domanda di Eleonora Moro.
La mattina del 16 marzo il posWR GHO ILRUDLR 6SLULWLFFKLR YHQQH RFFXSDWR GDOO¶DXWR$XVWLQ
Morris targata Roma T50354, appartenente a una società immobiliare in tutto analoga alle
VRFLHWjGLFRSHUWXUDGHLVHUYL]LVHJUHWL'XUDQWHO¶DJJXDWROD$XVWLQ0RUULVQDVFRVHDOODYLVWDL
due killer FKHDYUHEEHURVSDUDWRGDGHVWUDHXFFLVRLOPDUHVFLDOOR/HRQDUGLQHOO¶DXWRGL0RURH
O¶DJHQWH5LYHUDQHOO¶DXWRGLVFRUWD ,QROWUHO¶DXWRSDUFKHJJLDWDDXQD FHUWDGLVWDQ]DGDOERUGR
GHOPDUFLDSLHGHDYUHEEHLPSHGLWRDOO¶DXWLVWDGL0RUR'RPHQLFR5LFFLRJni manovra di fuga.
3 CM, vol. 42, pagg. 54 ± 62.
³2JJL´PDU]RVHUYL]LRdi Gino Gullace Raugeri.
Atti Parlamentari
— 11 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
Una seconda auto, una Mini Minor parcheggiata nel lato sinistro di via Fani, nei pressi del
EDU 2OLYHWWL HUD LO ULSDUR GL DOWUL GXH NLOOHU FKH VSDUDURQR FRQWUR O¶DJHQWH ,R]]LQR VFHVR GDOOD
macchina di scorta con la pistola in pugno. La Mini Minor era intestata a Tullio Moscardi, già
ufficiale della Decima Mas, più volte citato nei documenti americani della Gladio; costui al
momento abitava in via Fani 109, proprio nello stabile prospiciente il luogo della strage. In
quello stesso stabiOHGL YLD)DQL DYHYDO¶XIILFLR %UXQR %DUEDURVRVSHWWDWRGL JHVWLUYLXQD
sede dei sHUYL]L VHJUHWL VRWWR FRSHUWXUD H GRYH DYHYD VHGH OD ³,PSUHVDQGH[´ VRFLHWj GHOOD
quale Barbaro era azionista al 2 per cento e amministratore unico, mentre sua moglie Li cia
Pastori Stocchi ne era la principale azionista (98 per cento). Costei era sorella del colonnello
Fernando Pastore Stocchi, allora comandante della base militare di Capo Marrargiu, dove il
colonnello Camillo Guglielmi aveva tenuto corsi di addestramento DOOHWHFQLFKHGHOO¶LPERVFDWD
e della guerriglia. Lo stesso colonnello Guglielmi, la mattina del 16 marzo 1978, verso le ore
9, cioè al momento della strage, stazionava nei pressi di via Fani (in via Stresa).
Queste sono solo alcune delle complicità che rHVHUR SRVVLELOH O¶LPERVFDWD GL YLD )DQL H LO
sequestro di Moro.
9HUVR OH RUH O¶RQorevole Moro si appresta a uscire dalla chiesa di San Francesco: per le
9,30 ha dato appuntamento, a Montecitorio, al suo assistente universitario prof essor Franco
Tritto e a un gruppo di suoi studenti (per i quali ha ottenuto i biglietti per assistere alla seduta
della Camera). Alle ore 10 la Camera dei deputati è convocata per la presentazione del IV
governo Andreotti. La moglie Eleonora ricorderà che quella mattina, prima di andare a
Montecitorio, il marito avrebbe dovuto recarsi in un negozio di corso Umberto per lasciarvi un
orologio da riparare. Quindi il tempo a disposizione era poco e occorreva fare in fretta. Il
tragitto più breve e veloce per raggiungere il centro città era proseguire per via Trionfale fino a
largo Cervinia, voltare a sinistra per via Igea, immettersi in via della Camilluccia voltando a
destra e poi di nuovo a sinistra per via Edmondo De Amicis, che scende rapida sul Lungotevere
dello Stadio Olimpico H SRL SURVHJXLUH SHU LO FHQWUR 'XQTXH QRQ F¶q UDJLRQH FKH OD PDWWLQD
GHO PDU]R O¶DXWR GL 0RUR SDVVL GD YLD )DQL 0D LQ YLD )DQL DOO¶LQFURFLR FRQ YLD 6WUHVD L
WHUURULVWL VRQR JLj VFKLHUDWL H SURQWL D VSDUDUH FRQ O¶DVVROXWD FHUWH]]D FKH 0RUR H OD VF orta
sarebbero arrivati.
Poco dopo le ore 9, uscito dalla chiesa, Moro risale sulla 130 insieme al maresciallo
/HRQDUGL H DOO¶DSSXQWDWR DXWLVWD 5LFFL VHJXLWL GDOO¶$OIHWWD ELDQFD FRQ D ERUGR =L]]L 5LYHUD H
Iozzino. Le macchine percorrono poco più di cento metri e invece di proseguire per via
Trionfale svoltano inopinatamente verso via Mario Fani. Una deviazione assurda e
inspiegabile. Quel percorso era valido quando Moro si recava a Santa Chiara in piazza dei
Giuochi Delfici, ma è del tutto irrazionale peUUHFDUVLQHOFHQWURGL5RPD©/¶XQLFDVSLHJD]LRQH
SODXVLELOH q FKH GXUDQWH OD VRVWD DOOD FKLHVD GL 6DQ )UDQFHVFR TXDOFXQR DEELD ³VXJJHULWR´
tramite il radiotelefono montato sulla 130 di Moro, o più probabilmente la radio di cui era
GRWDWDO¶$OIHWWDELDQFa della polizia, un certo percorso a causa di qualche blocco del traffico su
YLD ,JHD FKH QRQ q YLVLELOH GDOO¶LQFURFLR WUD YLD 7ULRQIDOH H YLD )DQLª 4XHVWR ³TXDOFXQR´ ID
SDUWHGHOODUHJLDFKHKDSUHGLVSRVWRODWUDSSRODVWUDJLVWDDOO¶LQFURFLRWUDYLD)DQL e via Stresa.
,QIDWWLO¶LQWHUYHQWRSHULQGXUUHODVFRUWDFRQ0RURDSDVVDUHGDYLD)DQLqODPRVVDEDVLODUHSHU
O¶LQWHUDRSHUD]LRQH
3HUDFFHUWDUHO¶HVDWWDGLQDPLFDGHLIDWWLOD&RPPLVVLRQHGRYUHEEHDFTXLVLUHXQGRFXPHQWR
fondamentale: il brogliaccio della sala operativa del Viminale, relativo al giorno 16 marzo
1978 e precedenti, dove venivano annotati tutti i contatti radio con le auto di scorta e quindi
tutti gli orari e tutti i percorsi. Nella seduta del 7 novembre 1980 il dott or Zecca, responsabile
di tutti i servizi scorta e della sala operativa del Viminale, dichiarò: «Tutti i movimenti
venivano sempre controllati dalla nostra sala operativa che segnava su un brogliaccio tutti gli
spostamenti». La scorta di Moro aveva un apparato radio efficientissimo. «Gli agenti di scorta
dicevano: siamo partiti, siamo arrivati in questo punto, siamo qui fermi». Quel fondamentale
brogliaccio del Viminale non venne mai consegnato alla nostra Commissione: acquisimmo il
Atti Parlamentari
— 12 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
brogliaccio della sala operativa della Questura di Roma per i giorni 16 marzo e 18 aprile 1978,
ma non riuscimmo ad avere il brogliaccio della sala operativa del Viminale. Su quel cruciale
GRFXPHQWR GL UHFHQWH KR ULFKLDPDWR O¶DWWHQ]LRQH GHO PLQLVWUR GHOO¶,QWHUQR $QQD 0DULD
Cancellieri e, come ho riferito in una risposta DOO¶RQorevole Grassi, nel gennaio 2013 mi è stato
comunicato «che il Dipartimento della pubblica sicurezza ha segnalato che la documentazione
in esame non è stata rinvenuta».
24) Lei ci ha detto che il commando dei terroristi, dopo la strage di via Fani, fu agevolato,
nella fuga, da una sospetta coincidenza: una volante della Polizia, che stazionava come ogni
mattina, a quell'ora, in via Bitossi angolo via Massimi, in attesa di s cortare il giudice Walter
Celentano nel consueto tragitto dalla sua abitazione al tribunale, ricevette l'ordine di
accorrere immediatamente in via Fani; questo consentì ai brigatisti di giungere indisturbati in
via Bitossi, dove era parcheggiato un furgone Fiat 850 che, secondo Morucci, era stato
lasciato incustodito e conteneva una cassa di legno dove rinchiudere Moro. Io vorrei sapere
qualcosa di più su questa sospetta coincidenza, perché mi sembra di capire che se la centrale
operativa non avesse ordinato a quella pattuglia di Polizia che sostava in via Bitossi di correre
in via Fani, essa sarebbe rimasta in via Bitossi dove i brigatisti dovevano passare per prendere
la cassa di legno dove rinchiudere Moro. Le chiedo: quella volante avrebbe potuto intralciare
O¶RSHUD]LRQH GHL WHUURULVWL" 9L HUD XQ¶DOWUD YRODQWH FKH OD VDOD RSHUDWLYD DYUHEEH SRWXWR
dirottare in via Fani? Non le sembra strano che le Br abbiano deciso di parcheggiare
O¶DXWRIXUJRQH FRQ OD FDVVD GL OHJQR GRYH ULQFKLXGHUH LO VHTXHVWUDWR SURSULR a brevissima
distanza dove solitamente svolge servizio una pattuglia della Polizia?. A me sembra che le BR,
SHU FRPSRUWDUVL LQ TXHO PRGR FLRq SDUFKHJJLDUH O¶DXWRIXUJRQH FRQ OD FDVVD GL OHJQR QHOOD
breve via Bitossi, dovevano avere la certezza preventiva che la volante sempre presente in via
Bitossi - via Massimi si sarebbe allontanata in tempo utile. Le chiedo: si sono svolte indagini
SHUFKLDULUHTXHVWDVRVSHWWDFRLQFLGHQ]DHDFFHUWDUHHYHQWXDOLUHVSRQVDELOLWjDOO¶LQWHUQRGHOOD
sala operativa o del personale della PS?.
No, non sono mai state fatte indagini in proposito, e proprio per questo ho richiamato il
problema alla vostra attenzione.
/D YRODQWH LQ VRVWD RJQL PDWWLQD D TXHOO¶RUD LQ YLD %LWRVVL DQJROR YLD 0DVVLPL DYUHEEH
SRWXWR LQWUDOFLDUH O¶RSHUD]LRQH GHL WHUURULVWL DQ]L O¶DYUHEEH FRQWUDVWDWD SHUFKp PHVVD LQ
allarme via radio dalla centrale operativa della Questura, come risulta dal brogliaccio delle
trasmissioni alle volanti dove è scritto: «Ore 9.03 Monte Mario Via Mario Fani si sono uditi
colpi arma fuoco... Ore 9.05 Monte Mario inviare subito autoambulanza sono della scorta di
0RUR+DQQRUDSLWRO¶RQRUHYROHHLUHVSRQVDELOLVRQRIXJJLWL DERUGRDXWRELDQFD5RPD
M53995... Sono in numero di quattro e vestono divise da marinai o da polizio tti. Si ricerca
anche 132 Roma P79560... Si ricerca anche moto Honda colore scuro. Diramata nota per tutti
per rintraccio delle auto» 5. Se la pattuglia volante del commissariato di Monte Mario non fosse
VWDWD GLVWROWD GDOOD VXD FRQVHJQD H VH O¶LWLQHUDULR GL IXJD GHL EULJDWLVWL FRQ O¶RVWDJJLR IRVVH
stato quello dichiarato da Morucci, il passaggio per via Massimi angolo via Bitossi non
sarebbe stato così tranquillo come lo ha descritto lo stesso Morucci nel suo memoriale: «Le tre
auto hanno quindi proseguito SHUYLD0DVVLPL$OO¶DOWH]]DGHOO¶LQFURFLRWUDYLD0DVVLPLHYLD
Bitossi, sono sceso dal 128 blu, alla cui guida si è posto il n. 9 (Bonisoli), e mi sono avviato,
FRQ OH ERUVH SUHVH VXOO¶DXWR GL 0RUR YHUVR XQ DXWRIXUJRQH JULJLR FKLDUR SDUFKHJJLDWR QHOOD
VWHVVDYLD%LWRVVLSRFRSULPDGHOO¶DQJRORFRQYLD%HUQDUGLQLª
,O IDWWR FHUWR q FKH OD FHQWUDOH RSHUDWLYD DYUHEEH SRWXWR RUGLQDUH D XQ¶DOWUD SDWWXJOLD GL
recarsi in via Fani. Infatti lo stesso commissariato di Monte Mario aveva in zona una seconda
volante, che però non venne allertata subito. Inoltre una terza volante si trovava in via Stresa
5 Cfr. CM, vol. 29, pagg. 1000-1002.
Atti Parlamentari
— 13 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
YLFLQLVVLPDDYLD)DQLORDWWHVWDODUHOD]LRQHGHOO¶DJHQWHGLPubblica sicurezza Renato Di Leva,
il quale quella mattina transitava fuori servizio, verso le ore 9, in via Stresa e si imbatté in una
volante col segnale di emergenza acceso; nel caso che ai colleghi occorresse aiuto, l'agente li
seguì; non appena costoro rallentarono in prossimità di un incrocio, Di Leva si affiancò alla
volante per farsi riconoscere: in quel momento vide all'incrocio una Fiat 128 blu, con a bordo
tre o quattro individui in uniforme dell'Aeronautica, che a forte velocità imboccava via Stresa
allontanandosi verso la parte alta della strada, cioè in direzione di via Trionfale . L'auto
proveniva da via Fani, dove arrivarono Di Leva e la volante alcuni minuti dopo la strage. Di
/HYDDVVLVWHWWHDOO¶DJRQLDGL'RPHQLFR5LFFLHVLDYYLGHFKH)UDQFHVFR=L]]LHUDDQFRUDYLYR
e scriverà nella sua relazione di servizio: «A questo punto ho allontanat o i curiosi che frattanto
VLVRQRUDGXQDWLPHQWUHLFROOHJKLGHOOD³9RODQWH´YLDUDGLRKDQQRFKLDPDWROHDPEXODQ]HHL
rinforzi. Subito dopo ho identificato alcuni testimoni che sono stati affidati agli ufficiali delle
altre volanti frattanto sopraggiunWH'RSRFLUFDPLQXWLqDUULYDWDO¶DPEXODQ]DHLRDERUGR
di una volante, ho fatto strada alla stessa ambulanza fino al Policlinico Gemelli» 6. Di tutte le
YRODQWLDFFRUVHLQYLD)DQLO¶XQLFDDUHGLJHUHXQDUHOD]LRQHGLVHUYL]LRIXODYRODQWHSDUWLWD da
YLD %LWRVVL DQJROR YLD 0DVVLPL D ERUGR GHOOD TXDOH F¶HUDQR OH JXDUGLH GL 3 ubblica sicurezza
1XQ]LR6DSXSSRH0DUFR'L%HUQDUGLQRHTXHVW¶XOWLPRULIHUuGL DYHUHSHUFRUVRYLD0DVVLPL
piazza Nevio, via Trionfale via Cammilluccia, via Stresa, e di essere DUULYDWRDOO¶LQFURFLRFRQ
via Fani nel luogo della strage.
Personalmente trovo del tutto non credibile che i brigatisti potessero aver deciso di
parcheggiare il furgone con la cassa di legno in via Bitossi e di poterlo raggiungere, senza
avere la matematica sicurezza di non doversi scontrare con la Polizia.
25) Nel Suo libro La Tela del ragno q ULSRUWDWD XQ¶DOWUD FRLQFLGHQ]D TXDQGR 0RUXFFL YHQQH
arrestato in viale Giulio Cesare, tra i reperti sequestrati vi era una striscia cartacea, estranea
ai materiali raccolti dai brigatisti nelle loro inchieste sulle forze di polizia, recante l'indirizzo
e il numero telefonico del commissario di Pubblica sicurezza Antonio Esposito, in servizio
nella centrale operativa della questura di Roma, che risulterà affiliato (tessera 1841) alla
loggia massonica P2 di Licio Gelli. Le chiedo: sono state condotte indagini per sapere il
perché di questo indizio di rapporto tra il Br Morucci e il commissario Antonio Esposito in
servizio alla sala operativa della questura? È credibile che, come ha dichiarato Morucci,
TXHOO¶DXWRIXUJRQH FRQ D ERUGR OD FDVVD GL OHJQR GRYH ULQFKLXGHUH 0RUR VLD VWDWR ODVFLDWR
incustodito? Secondo lei è attendibile il racconto di Morucci che afferma che il trasbordo di
0RUR GDOOD DOO¶DXWRIXUJRQH e dentro la cassa di legno sarebbe stato eseguito in piazza
Madonna del Cenacolo?
Non mi risulta che, nonostante gli indizi, siano stati fatti accertamenti sui rapporti tra il
Morucci e il piduista commissario di Ps Antonio Esposito.
Quanto dichiarato GD 0RUXFFL D SURSRVLWR GHOO¶DXWRIXUJRQH ODVFLDWR LQFXVWRGLWR LQ YLD
Bitossi è del tutto inverosimile: non si poteva lasciare incustodito un mezzo destinato ±
secondo Morucci ± al compito nevralgico di trasportare Moro verso la prigione. C'è una
testimonianza che dimostra come Morucci abbia raccontato il falso. È quella di Elsa Maria
Stocco, che vede alla guida dell'autofurgone un'altra «persona di aspetto giovane». La signora
Stocco abita in via Bitossi n. 26, nel palazzo accanto a quello del giudice Walter Celentano,
solitamente piantonato da un'autopattuglia. Mentre rientra a casa, la signora vede arrivare da
via Massimi un'auto di grossa cilindrata che si ferma proprio davanti alla sua abitazione: ne
scende un uomo in divisa da pilota civile, senza berretto, con un impermeabile blu e in mano
XQDYDOLJHWWDRUHO¶XRPRVLDYYLFLQDDOIXUJRQHDSUHORVSRUWHOORHEXWWDGHQWURODYDOLJHWWD
6 CM, vol. 30, pagg. 123-124.
Atti Parlamentari
— 14 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
quindi il falso pilota ritorna all'auto, ne preleva «un borsone scuro» che butta dentro il
furgoncino; dopodiché furgone e auto si allontanano in direzione di via Bernardini 7.
Ritengo del tutto inverosimile il racconto di Morucci sul trasbordo di Moro dalla 132
DOO¶DXWRIXUJRQH FRQ OD VXD FKLXVXUD QHOOD FDVVD GL OHJQR RSHUD]LRQH FKH D GHWWD GHO WHUURULVWD
dissociato sarebbe stata fatta in piazza Madonna del Cenacolo, cioè in una piazza sulla quale si
affacciano molti palazzi, dove ci sono locali pubblici (tra cui un bar, negozi e un asilo), e nella
quale scorre un traffico intenso: dunque, un luogo dove il rischio di es sere notati è altissimo,
rispetto alle zone molto meno esposte lungo il tragitto percorso dai terroristi.
La testimonianza di Elsa Maria Stocco contiene un elemento molto importante, ed è la
SUHFLVD]LRQH GHOO¶RUDULR LQ FXL DVVLVWHWWH DOO¶LPSURYYLVR DUULYR del finto aviere, al rapido
WUDVERUGRGLYDOLJHWWDHERUVRQHGDOO¶DXWRPRELOHDOO¶DXWRIXUJRQHHDOODLPPHGLDWDSDUWHQ]DGHL
due automezzi: «Sono certa che i fatti di cui io sono stata testimone si sono verificati tra le
9.20 e le 9.25 del 16 marzo 1978, in quanto pochi minuti dopo io entravo nella mia abitazione
H DVFROWDYR LO JLRUQDOH UDGLR GHOOH RUH FKH JLj GDYD QRWL]LD GHOO¶DVVDVVLQLR GHOOD VFRUWD
GHOO¶RQorevole Moro». Nello stesso lasso di tempo, la 132 con a bordo Moro utilizzata per la
fuga da via Fani venne trovata parcheggiata in via Licinio Calvo ± nel brogliaccio delle
comunicazioni della sala operativa della questura di Roma il radiofonista addetto alle
comunicazioni delle volanti annotò: «Ore 9.23. Squalo 4. In via Licinio Calvo è stata
abbandonata la 132 targata Roma P79560. Da via Licinio Calvo si sono allontanati dei giovani
a piedi, una donna e un uomo armati» 8. Dunque Moro era stato trasbordato prima GHOO¶DUULYR
di Morucci (o di chi per lui) in via Bitossi.
6XOO¶DXWRFKHDYHYDtrasportato Moro dopo la strage e pochi minuti dopo abbandonata in
via Licinio Calvo, vennero trovate e fotografate dalla polizia scientifica due infiorescenze: una
VXO EORFFR LQWHUQR GHOOD FKLXVXUD GHOOD SRUWLHUD ODWHUDOH GHVWUD O¶DOWUD QHOOD VFDQDODWXUD del
FRIDQRDQWHULRUH/HLQILRUHVFHQ]HVLHUDQRLPSLJOLDWHQHOO¶DXWRLQXQPRPHQWRVXFFHVVLYRDYLD
Fani (dove le portiere erano state aperte nel momento in cui era stato caricato Moro e i
terroristi erano risaliti per fuggire): quelle infiorescenze si erano impigliate nel momento in cui
0RUR HUD VWDWR IDWWR VFHQGHUH GDOO¶DXWR SUREDELOPHQWH LQ XQ OXRJR FHVSXJOLRVR FRPH
VHPEUDYD LQGLFDUH O¶LQILRUHVFHQ]D ULPDVWD QHOOD VFDQDODWXUD GHO FRIDQR ( LQ SLD]]D 0DGRQQD
GHOFHQDFRORQRQF¶HUDDOFXQFHVSXJOLR
Nessuno ha verificato se quel tipo di infiorescenza provenisse da qualche terreno
cespuglioso di via Massimi e immediati dintorni, proprio dove si persero le tracce dei terroristi
LQ IXJD FRQ O¶RVWDJJLR 9LD 0DVVLPL YHFFKLD q XQD VWUDGD EUHYH GRYH GD XQ ODWR F¶HUDQR
HOHJDQWL SDOD]]LQH IUD FXL DOFXQL VWDELOL GHOO¶,VWLWXWR RSHUH GL UHOLJLRQH OR ,RU OD EDQFD GHO
9DWLFDQR GLUHWWD GD PRQVLJQRU 3DXO 0DUFLQNXV GDOO¶DOWUR ODWR F¶HUDQR L YDVWL JLDUGLQL GHOOD
Loyola University Chicago Rome Center of Liberal Art, delO¶2UGLQHGHLSDGULWULQLWDULHGHOOH
suore domenicane di Villa Rossini, nonché i terreni dove era in costruzione un grande
fabbricato della società Tirrena assicurazioni. È evidente che i brigatisti hanno mentito
inventando il trasbordo di Moro in piazza Madonna del Cenacolo, probabilmente perché il
OXRJR GRYH LO WUDVERUGR GHOO¶RVWDJJLR HIIHWWLYDPHQWH DYYHQQH SUHVXSSRQHYD FRPSOLFLWj
imbarazzanti. Tutto ciò dimostra quanto sia stata menzognera la versione dei fatti raccontata da
Morucci (ma che i magistrati, assurdamente, hanno ritenuto attendibile a dispetto della sua
macroscopica inverosimiglianza).
Gli agenti del commissariato di Monte Mario, convinti che i brigatisti in fuga dopo la strage
avessero trovato rifugio in uno stabile della zona, effettuarono numerose ispezioni e
perquisizioni; ma non poterono accedere negli immobili di proprietà dello Ior del Vaticano, né
alcun magistrato della Procura di Roma autorizzò la perquisizione di quegli stabili.
7 CM, vol. 30, pagg. 97-98.
8 CM, vol. 29, pag. 1016.
Atti Parlamentari
— 15 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
26) Quando è stata scoperta la tipografia delle BR in via Foà la Polizia ha rinvenuto una
macchina stampatrice Ab-Dik 260T proveniente da un ufficio dei servizi segreti, un ufficio del
RUS FKH VL RFFXSDYD GHOO¶DGGHVWUDPHQWR GHJOL DSSDUWHQHQWL D *ODGLR /H FKLHGR VRQR VWDWH
fatte indagini in proposito anche da parte della magistratura e a quali risultati è arrivata?
Su questa allarmante collusione tra servizio segreto militare e Br non è stata fatta alcuna
chiarezza, sia a causa del depistaggio operato dai servizi segreti, sia per deliberate omissioni.
La scabrosa indagine, che toccava direttamente i Servizi, venne condotta personalmente dal
consigliere istruttore Achille Gallucci 9.
Alla Commissione parlamentare che chiedeva la provenienza della stampatrice e i reali
compiti del Rus (Raggruppamento unità speciali), il capo del Sismi generale Santovito rispose:
«Non c'è niente di speciale. Si tratta del sostegno del personale di leva in servizio: gli autisti, i
marconisti, si chiamano unità speciali. Anzi adesso non si chiamano più così, si chiamano unità
di difesa. Quella macchina è stata messa fuori uso e venduta come rottame insieme ad altro
rottame. È stato ricostruito tutto l'iter di quella macchina: chi l'ha comprata, chi l'ha rimessa in
ordine, chi l'ha rivenduta. Sappiamo tutto su questa macchina» 10. Ma i commissari accertarono
SRL DWWUDYHUVR L GRFXPHQWL HVDPLQDWL FRPH IRVVH IDOVR FKH LO 5XV QRQ DYHVVH ³QLHQWH GL
VSHFLDOH´ HUD XQD VWUXWWXUD GHL VHUYL]L VHJUHWL H LQIDWWL OH ³VSLHJD]LRQL´ VXOOD VWDPSDWULFH
proveniente dagli uffici del Rus venne fornita dal colonnello Longhi, caposezione del Sismi.
Né rispondeva a verità che la macchina stampatrice Ab Dik fosse stata venduta come «rottame
insieme ad altro rottame»: la ricostruzione del Sismi era un oggettivo e deliberato depistaggio.
Infatti la stampatULFH HUD VWDWD LQVWDOODWD QHOOD WLSRJUDILD GD ³0DXUL]LR´ DOLDV 0DULR 0RUHWWL
verso la metà di marzo 1977, mentre tale Franco Bentivoglio aveva ritirato il rottame dal Genio
PLOLWDUH QHOO
RWWREUH H DYHYD SRL GLFKLDUDWR FKH WUD TXHO PDWHULDOH QRQ F¶H ra la
stampatrice, come risultava dall'elenco del materiale ritirato 11.
Il colonnello del servizio segreto militare Federico Appel sostenne di avere consegnato la
stampatrice a suo cognato Renato Bruni dietro versamento, senza quietanza, di 30 mila lire
«agli affari burocratici del magazzino della Magliana» (in Corte d'assise, Bruni correggerà la
somma: non 30, bensì 60 mila lire...). Ma quel tipo di macchina aveva una durata media di
oltre dieci anni, ed era inverosimile che l'amministrazione militDUHO¶DYHVVHGLFKLDUDWDIXRULXVR
D VROL WUH DQQL GDOO
DFTXLVWR H O¶DYHVVH ULYHQGXWD D R PLOD OLUH DYHQGROD SDJDWD milioni e mezzo... Secondo la menzognera ricostruzione del colonnello Appel, dopo altri due
passaggi la stampatrice era finita per caso alle Br, come per un ordinario caso di peculato.
Se si fossero verificati con cura i vari passaggi attraverso i quali la stampatrice Ab Dik era
arrivata alle Br, si sarebbe scoperta una catena di mendaci. La macchina l'avrebbe consegnata
alle Br, dopo averla riparata, tale Stefano Noto, che la conosceva bene in quanto era addetto
alla manutenzione presso gli uffici del Rus. Stefano Noto dichiarò di aver venduto la
stampatrice a Stefano Ceriani Sebregondi e a Enrico Triaca per tre milioni in contanti , e di
averla consegnata nell'agosto del 1977 presso i locali della tipografia in via Fucini a Monte
Sacro, dove aveva anche spiegato loro il funzionamento. Ma si trattava di falsità, per due
semplici ragioni: in agosto i locali di via Fucini non erano più a disposizione delle Br
(trasferitesi dalla fine di febbraio), e inoltre la stampatrice dei servizi segreti si trovava in via
Foà fin dal marzo 1977, portatavi da Moretti, e in aprile aveva già stampato un opuscolo e altri
documenti delle Br.
La gravissima vicenda della macchina tipografica è stata elusa anche nell'ambito del
processo Moro quater: la sentenza si limita infatti ad attribuire al colonnello Appel il semplice
reato di peculato, «reato estinto per morte del reo»; alla risibile conclusione proc essuale è
9 CM, vol, 5, pag. 432
10 CM, vol. 4, pag. 151.
11 CM, vol. 32, pagg. 221-223; vol. 41, pagg. 609-614, 742-743, 670 e segg.
Atti Parlamentari
— 16 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
seguita una tardiva dichiarazione del generale Ambrogio Viviani (tessera P2 n . 2113), secondo
il quale «nel 1974 il colonnello Appel era caduto nell'attenzione del controspionaggio per le
sue relazioni con l'ambasciata di Albania» ± insomma, si tUDWWDYDGLXQ³WUDGLWRUH´
A dispetto di tutti i depistaggi tentati e attuati dal Sismi e della compiacente passività della
magistratura, rimane un fatto certo e assodato: una stampatrice appartenente a un ufficio del
controspionaggio militare (il Raggruppamento unità speciali) era approdata nella tipografia
romana delle Br, e con quella macchina erano stati stampati i comunicati brigatisti relativi al
sequestro Moro. Per giunta, il Rus non era un ufficio militare qualsiasi: tra le unità speciali,
gestiva anche quelle di "Gladio". Infatti il Rus era l'ufficio segreto dove si osservavano le
regole della compartimentazione nel modo più rigoroso e che provvedeva alle chiamate per
l'addestramento dei "gladiatori": lo ha rivelato il generale Serravalle, già ca po di "Gladio", alla
Commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi 12. È dunque uscita da quell'ufficio adibito ai
compiti più occulti di Gladio, la stampatrice utilizzata dalle Brigate rosse durante il sequestro
Moro.
27) Un dato emerso è quello di un grande ritardo, forse fatale per la sorte di Moro. Mi
riferisco alla telefonata giunta al Viminale il 28 marzo, 12 giorni dopo il sequestro, che
forniva informazioni precise e dettagliate su un gruppo di cinque brigatisti della colonna
romana di cui il primo era Teodoro Spadaccini, ben noto per i suoi precedenti alla Digos di
5RPD 5HVWD LQFRPSUHQVLELOH FKH O¶8FLJRV DQ]LFKp LQIRUPDUH LPPHGLDWDPHQWH O¶RUJDQR
operativo competente, la Digos di Roma, abbia invece ritardato di ben 32 giorni la
comunicazione. Appena la Digos ne fu informata riuscì a rintracciare Spadaccini e scoprire il
suo contatto con Triaca e con la tipografia delle BR. Quando il magistrato stava per firmare i
mandati di perquisizione, nella tipografia delle BRr in via Foà e nelle abitazioni di sei
brigatisti arrivò la notizia del ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro. Le chiedo: sono
state condotte indagini per accertare le responsabilità di quel ritardo?
No, non sono state fatte indagini in proposito. Era compito del Presidente del Consiglio
Andreotti, nuovo MLQLVWUR GHOO¶interno ad interim dopo le dimissioni di Cossiga, promuovere
XQDLQFKLHVWDDPPLQLVWUDWLYDSHUDFFHUWDUHUHVSRQVDELOLWjGLTXHOFROSHYROHULWDUGRLQYHFHF¶q
stata generale tolleranza verso errori, negligenze e perfino complicità.
282OWUHDOODSUHVHQ]DGHOFRORQQHOOR*XJOLHOPLQHOWHDWURGHOO¶RSHUD]LRQHGLYLD)DQLFRVDOH
risulta circa la partecipazione di Gladio durante il caso Moro?
Ne ho già parlato rispondendo al quesito n. 23. Posso aggiungere la testimonianza di
'HFLPR *DUDX XIILFLDOH GHO &RQVXELQ H LVWUXWWRUH SHU O¶DGGHstramento di Gladio a Capo
0DUUDUJLX DQFKH OXL DOOHUWDWR SHU O¶´RSHUD]LRQH 6PHUDOGR´ GHO PDU]R TXDQGR XQD
notizia confidenziale di Santovito aveva segnalato la presenza della prigione di Moro nei pressi
GHO FKLORPHWUR GHOOD YLD $XUHOLD *DUDX HUD TXHOO¶XIILFLDOH PHGLFR GL FXL DYHYD SDUODWR
Cossiga in un discorso ai Consubin a La Spezia, il quale si era proposto volontario per fare da
VFXGR DO FRUSR GL 0RUR /¶LVWUXWWRUH GL *ODGLR KD UDFFRQWDWR GL DYHUH LVSH]LRQDWR DOFXQL
casolari nella zona della Tolfa nei pressi di Sasso, alla ricerca della prigione di Moro. L e
dichiarazioni di Garau al giudice Mastelloni evidenziano anche una singolare coincidenza: ha
raccontato che in contemporanea alle ricerche della prigione, con la sua squadra effettuava
HVHUFLWD]LRQLGL³HVILOWUD]LRQH´GXUDQWHOHTXDOLULFRUGDGLDYHUSRsto un ufficiale della sezione
all'interno di una cassa, in un pulmino, simulando il trasporto di un rapito: a un posto di blocco
dei carabinieri sull'Aurelia «noi eravamo a bordo del pulmino, ma la cassa non fu controllata»
12 Cs, vol. 5, pag. 611.
Atti Parlamentari
— 17 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
13
. Questa esercitazione ricordata da Garau e simulata durante il sequestro Moro, corrisponde
con precisione al racconto ± l'ostaggio dentro una cassa in un pulmino ± che Morucci farà sei
anni dopo nella sua menzognera versione dei fatti.
29) È vero, secondo LHL FKH O¶HYDVLRQH GL 3URVSero Gallinari dal carcere di Treviso nel
gennaio del 1977 venne sollecitata e organizzata dai servizi segreti?
6RVSHWWL FH QH IXURQR TXDQGR VL VHSSH FKH LO SULQFLSDOH RUJDQL]]DWRUH GHOO¶HYDVLRQH
GDOO¶LQWHUQR GHO FDUFHUH HUD VWDWR 3LHU /XLJL 0RQWHFFKLR FRQ O¶DSSRJJLR HVWHUQR GL 6LOYDQR
Maestrello, entrambi esponenti della criminalità veneta che non disdegnavano contatti con i
servizi segreti. Lo stesso Gallinari nella fase iniziale del piano di evasione era stato
recalcitrante perché non erano state le Br a organizzarlo; poi ruppe gli indugi e non ebbe
scrupoli a collaborare con il militante di estrema destra Mario Sartorelli, col calabrese
Domenico Napoli, condannato per omicidio, e con altri tre detenuti appartenenti alla
criminalità veneta e pratici dei luoghi. Montecchio di Este (Padova), un rapinatore che doveva
scontare una pena fino al 2029, riuscì a coinvolgere nella clamorosa evasione, oltre a Gallinari,
altri otto detenuti.
/DFRQIHUPDFKHO¶HYDVLRQHGL*DOOLQDULHUDVWDWDRUJDQL]]DWDGDLVHUYL]LVHJUHWLODVLqDYXWD
nel 2002, col libro postumo di Paolo Emilio Taviani 3ROLWLFD D PHPRULD G¶XRPR, a pag. 404:
«Il generale Dalla Chiesa ± che diresse con intelligenza e genialità le operazioni per
scompaginare le Br ± PLGLVVHFKHODIXJDGL*DOOLQDULGDOFDUFHUHQHO¶YHQQHIDYRULWDFRQOR
scopo di scovare Moretti. Purtroppo ci si accorse in ritardo del ruolo di Moretti».
30) Lei ritiene siano credibili i brigatisti quando affermano che la prigione di Moro è stata in
YLD 0RQWDOFLQL GDO PDU]R DO PDJJLR " 9L VRQR VWDWL LQGL]L VXOO¶HVLVWHQ]D GHOOD
prigione di Moro in altri luoghi?
1RQ F¶q DOFXQD SURYD FKH OD SULJLRQH GL 0RUR VLD VWDWD LQ YLD 0RQWDOFLQL 0HQWUH FL VRQR
indizi di una possibile prigione di Moro situata nei pressi del litorale di Palidoro -Focene. La
perizia sulle tracce di sabbia trovate sugli abiti di Moro situa la provenienza del materiale
sabbioso da un'area di litorale compresa tra il settore nord di Focene e Marina di Palidoro, e la
data tra la fine di aprile e il maggio 1978. Il 26 marzo 1978 due operai che lavoravano nella
parte finale del canale di Focene, vicino alla spiaggia, notarono quattro giovani con volantini
delle Br; segnalarono il fatto al centro operativo della Guardia di finanza, e con due ufficiali di
polizia giudiziaria SDUWHFLSDURQR D XQ¶LVSH]LRQH SHU ULQWUDFFLDUH L JLRYDQL ,QWHUURJDWL LO VHWWHPEUH GDO JLXGLFH LVWUXWWRUH O¶RSHUDLR 6HUJLR &DUGLQDOHWWL ULFRQREEH QHOOD IRWR GL 0DULR
Moretti uno dei quattro giovani.
Ricordo inoltre una comunicazione del marzo 1979 da parte del tenente colonnello Antonio
Varisco al consigliere istruttore Achille Gallucci, secondo la quale «Moro sarebbe stato
prigioniero in una casa abitata di Focene». Lo stesso giudice Ferdinando Imposimato, nella
sentenza-RUGLQDQ]D GHO JHQQDLR FLRq GRSR O¶DUUHVWR GL /DXUD %UDJKHWWL LO PDJJLR
1980 e dopo aver interrogato una parte degli inquilini di via Montalcini 8), ipotizzò che in
preparazione del sequestro 0RUROD³SULJLRQHGHOSRSROR´IRVVHVWDWDDOOHVWLWDLQXQDORFDOLWjWUD
Fregene e Santa Marinella 14.
/D SHUL]LD VXJOL DELWL GL 0RUR H VXOO¶DXWRPRELOH 5 QHOOD TXDOH IX WURYDWR LO FDGDYHUH
firmata dai professori Valerio Giacomini e Gianni Lombardi il 24 s ettembre 1978, arrivò alla
VHJXHQWH FRQFOXVLRQH ©/¶RQ 0RUR KD FDPPLQDWR GDSSULPD VX WHUUHQL YXOFDQLFL WLSLFL GHOOD
IDVFLD SHULWLUUHQLFD OD]LDOH 6XFFHVVLYDPHQWH O¶RQ 0RUR q WUDQVLWDWR LQ XQD ]RQD PROWR
13 Cs. Interrogatorio di Decimo Garau da parte del Giudice istruttore di Venezia Carlo Mastelloni il 28 giugno 1991.
14 CM, vol. 54, pag. 541.
Atti Parlamentari
— 18 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
prossima al bagnasciuga di un litorale ricco in bitume. Lo stato di freschezza osservato nei
primi giorni di esame indicherebbe che il bitume ha aderito alla suola della scarpa nei giorni
immediatamente precedenti al ritrovamento del cadavere...». Un appunto manoscritto di
Moretti con il numero di telefono di Palazzo Orsini, trovato in via Gradoli, ha indotto a
ipotizzare che Moro possa essere stato prigioniero nella zona del Ghetto ebraico, nel centro di
Roma.
,QILQH F¶q OD FRQVLGHrazione già evidenziata dal senatore Pellegrino: una detenzione
prolungata per ben cinquantacinque JLRUQLQHOO¶DQJXVWRFXQLFRORFKHLWHUURULVWLVRVWHQJRQRGL
avere allestito in via Montalcini avrebbe avuto conseguenze muscolari sul corpo di Moro che
O¶LVSH]LRQHGHOFDGDYHUHQRQKDDIIDWWRUiscontrato.
31) Il covo di via Gradoli poteva essere scoperto prima?
Sì, perché era sotto il controllo dei servizi di sicurezza, che lo fecero scoprire solo in
FRQFRPLWDQ]D FRQ O¶RSHUD]LRQH GHO FRPXQLFDWR IDOVR GHO /DJR GHOOD 'XFKHVVD RSHUD]LRQH
finali]]DWD D SUHSDUDUH O¶RSLQLRQH SXEEOLFD DOOD PRUWH GL 0RUR ,O FRYR HUD FRQWUROODWR GDO
Sismi prima e durante il sequestro Moro, attraverso il sottufficiale dei carabinieri Arcangelo
Montani che abitava in via Gradoli 89 (proprio nel palazzo di fronte al ci vico 96 dove abitava
Moretti). Il Montani era un agente del Sismi e come Moretti era originario d i Porto san Giorgio
(vi era nato nel 1939, mentre Moretti nel 1946): i due compaesani si conoscevano, e infatti
vennero visti parlottare insieme proprio in via Gradoli.
Il covo di via Gradoli 96 era controllato anche dalla polizia e dal Sisde: infatti era ubicato
QHOOD VFDOD $ LQWHUQR H FRQILQDYD VXOOR VWHVVR SLDQHURWWROR FRQ O¶DSSDUWDPHQWR DELWDWR GD
Lucia Mokbel, informatrice della polizia e confidente del commissario di Pubblica sicurezza
Elio Cioppa (P2), nonché sorella di quel Gennaro Mokbel che molti anni dopo sarà tra i
SURWDJRQLVWLGHOOHFURQDFKHFULPLQDOLURPDQH/D0RNEHOFKHGLYLGHYDTXHOO¶DSSDUWDPHQWRFRQ
il convivente Gianni Diana, dichiarò di avere udito, la notte del 18 marzo (due giorni dopo la
strage di via Fani) segnali di trasmissione morse SURYHQLHQWLGDOO¶DWWLJXRDSSDUWDPHQWR-covo, e
che «la stessa mattina, verso le ore 7, sono venuti cinque poliziotti in borghese, che hanno
chiesto i documenti»: è la strana perquisizione in via Gradoli 96 del 18 marzo 1978, e la
Mokbel affermerà di avere scritto un appunto (aiutata da uno dei poliziotti, e alla presenza di
Gianni Diana e di due agenti), che consegnò al brigadiere Merola con la richiesta d i farlo avere
DO FRPPLVVDULR (OLR &LRSSD 4XHOO¶DSSXQWR YHQQH IDWWR VSDULUH IRUVH SHUFKp DYUHEEH ULYHODWR
ODJUDYLWjGHOFRPSRUWDPHQWRGHOODSROL]LDFKHRPLVHGLHIIHWWXDUHODSHUTXLVL]LRQHDOO¶LQWHUQR
11 pur avendo ricevuto la segnalazione di una trasmissione in alfabeto Morse.
Sempre a proposito del covo di via Gradoli, il dirigente del commissariato Flaminio Nuovo,
*DHWDQR &RVWD DL JLXGLFL GHOOD SULPD &RUWH G¶DVVLVH GLFKLDUz ©,Q RUGLQH DL VHUYL]L GD PH
GLUHWWLDOO¶HSRFDSUHVVRLOcommissariato Flaminio Nuovo, preciso che in data 18 aprile 1978 mi
venne richiesta dal signor questore di Roma una relazione circa i controlli effettuati nella zona,
in particolare quello eseguito presso lo stabile di via Gradoli 96 in data 18 marzo 1978» 15.
Dunque il questore Emanuele De Francesco sapeva dei controlli effettuati il 18 marzo, per cui
è inspiegabile perché non abbia ordinato una nuova perquisizione ai primi di aprile, dopo la
segnalazione del nome Gradoli emerso nella seduta spiritica: De Francesco parte cipava al
Viminale a tutte le riunioni del Comitato tecnico-operativo per coordinare gli interventi delle
forze di polizia.
Infine è opportuno ricordare che via Gradoli era sotto osservazione, già prima del 16 marzo,
anche da parte dei servizi di sicurezza del MLQLVWHUR GHOO¶interno, come dimostra un appunto
15 CM, vol. 77, pagg. 545-546.
Atti Parlamentari
— 19 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
ILGXFLDULR WUDVPHVVR QHOO¶DJRVWR GDOO¶8FLJRV 8IILFLR FHQWUDOH LQYHVWLJD]LRQL JHQHUDOL HG
operazioni speciali) del Viminale alla questura di Roma 16.
32) Quali sono state le principali carenze delle indagini sul covo di via Montalcini?
Anzitutto, le indagini non hanno chiarito se il covo era stato individuato già durante il
VHTXHVWUR R VROR SRFR GRSR 7UH JLRUQL GRSR O¶DUUHVWR GHOOD %UDJKHWWL LO PDJJLR la
Repubblica scrisse che durante il sequestro Moro la polizia era al corrente del covo Br di via
Montalcini 8 grazie a «un rapporto dettagliato sulla base e sui suoi frequentatori». Il
maresciallo di Pubblica sicurezza *LXVHSSH 0DQJR VHJUHWDULR GHO GLUHWWRUH GHOO¶8FLJRV
confermò e ribadì al giudice Carlo Mastelloni, durante tre interrogatori, «che fu proprio
durante il sequestro, e non dopo, che fu pedinata Anna Laura Braghetti da parte di un elemento
della squadra, e cioè dalla Paola Carraresi»; ma al quarto interrogatorio il maresciallo Mango
fece marcia indietro: «Non intendo confermare, visto il tempo trascorso, la circostanza da me
più volte riferita...».
Alla fine di giugno 1978 il ministro Gaspari e il MLQLVWURGHOO¶interno Rognoni appresero la
notizia che in via Montalcini 8 durante il sequestro era stata notata una Renault rossa simile a
TXHOOD DEEDQGRQDWD FRO FRUSR GL 0RUR LQ YLD &DHWDQL /¶8FLJRV YHQQH LQFDULFDWD GL IDUH
accertamenti; anche il generale Dalla Chiesa fu invitato a occuparsi della questione, ma appena
i CDUDELQLHULJOLVHJQDODURQRODSUHVHQ]DLQYLD0RQWDOFLQLGLXQDDXWRGHOO¶8FLJRVULWHQQHGL
ODVFLDUH FDPSR OLEHUR DOOD SROL]LD 1HVVXQR SHUz SURYYLGH D LQIRUPDUQH O¶DXWRULWj JLXGL]LDULD
Individuata lD %UDJKHWWL OH LQGDJLQL VXO ³PDULWR´$OWREHOOL VL SURWUDVVHUR SLJUH H ODFXQRVH SHU
WXWWD O¶HVWDWH$ VHWWHPEUH IXQ]LRQDUL GHOO¶8FLJRV ULXQLURQR JOL LQTXLOLQL GHOOR VWDELOH DL TXDOL
PRVWUDURQR GHOOH IRWRJUDILH VHJQDOHWLFKH PD QHVVXQR ULFRQREEH O¶$OWREHOOL ; i funzionari
preannunciarono una perquisizione nello stabile. Il 4 ottobre la Braghetti sgomberò
O¶DSSDUWDPHQWR H PHQWUH HUD LQ FRUVR LO WUDVORFR XQR GHJOL LQTXLOLQL O¶LQJHJQHU 0DQIUHGL
WHOHIRQzDOO¶8FLJRVPDQHVVXQRLQWHUYHQQH'RSRO¶DUUHVWRGHOOD Braghetti (27 maggio 1980), i
giudici istruttori Imposimato e Priore interrogarono i suoi familiari e dalla zia Gabriella Cambi
LO JLXGLFH ,PSRVLPDWR DSSUHVH FKH OD %UDJKHWWL QHOO¶HVWDWH GHO DYHYD YHQGXWR
O¶DSSDUWDPHQWR GL YLD 0RQWDOFLQL VJRPEHUDQGRlo ai primi di ottobre con il trasferimento dei
mobili parte a casa del fratello e parte a casa della zia. Il 5 luglio 1980 il giudice Imposimato
LQWHUURJz O¶LQJHJQHU 0DQIUHGR 0DQIUHGL FRQGRPLQR GL YLD 0RQWDOFLQL GDO DO H
apprese delle indagiQL GHOO¶8FLJRVDOO¶LQVDSXWDGHOODPDJLVWUDWXUDHGHOODULXQLRQHRUJDQL]]DWD
GDOO¶8FLJRVLQFDVDGHOORVWHVVR0DQIUHGLDFXLDYHYDQRSDUWHFLSDWRLFRQLXJL3LD]]DH6LJQRUH
ROWUH DL FRQLXJL 0DQIUHGL H DL GXH IXQ]LRQDUL GHOO¶8FLJRV GXUDQWH OD ULXQLRQH VL SD rlò della
coppia Braghetti-Altobelli. Lo stesso 5 luglio Stefania De Seta (moglie del Manfredi e
insegnante universitaria) confermò al magistrato quanto aveva riferito il marito; in più, precisò
che durante la riunione con i coniugi Signore e Piazza per discutere della coppia di inquilini
GHO SLDQR WHUUHQR ©L IXQ]LRQDUL GHOO¶8FLJRV FL PRVWUDURQR QXPHURVH IRWR GL SHUVRQH SUHVXQWH
WHUURULVWHLQQHVVXQDGHOOHTXDOLULFRQRVFHPPRO¶XRPR>$OWREHOOL@&LIXPRVWUDWDDQFKHODIRWR
di Moretti, nella quale non fu riFRQRVFLXWR O¶XRPR GHOOD %UDJKHWWL 2YYLDPHQWH IX PRVWUDWD
anche la foto della Braghetti, nei confronti della quale essi affermarono che non esistevano
elementi di sospetto». Imposimato interrogò anche il condomino Vincenzo Signore, di
professione ingegnere, ma omise di interrogare i coniugi Piazza.
/R VWHVVR OXJOLR LO JLXGLFH ,PSRVLPDWR VFULVVH DOO¶8FLJRV ©Ê HPHUVR FKH FRGHVWR
Ufficio ha svolto, nella estate del 1978 e comunque prima del 19 settembre 1978, indagini nei
confronti di Anna Laura Braghetti e della persona con lei convivente in via Montalcini 8...
3UHJR YROHU>PL@ IRUQLUH OH ULVXOWDQ]H GHOOH LQGDJLQL VYROWH LQGLFDQGR WUD O¶DOWUR L QRPL GHJOL
investigatori e gli elementi che diedero origine alle indagini». La richiesta era chiara, e
16 CM, vol. 33, pagg. 123-124.
Atti Parlamentari
— 20 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
presuSSRQHYDWUHULVSRVWHFRVDDYHYDDWWLYDWRO¶LQGDJLQHFKLO¶DYHYDVYROWDHTXDOLULVXOWDQ]H
DYHYDDYXWR /D ULVSRVWDGHOO¶8FLJRVDOODULFKLHVWDGHO JLXGLFH ,PSRVLPDWRDUULYzLOOXJOLR
cioè venticinque giorni dopo, e oltre che tardiva era grottesca. Il direttore Gaspare De Francisci
VLOLPLWDYDDWUDVPHWWHUH©FRPHGDLQWHVHYHUEDOLO¶XQLWRDSSXQWRUHODWLYRDOOHULVXOWDQ]HGHOOH
LQGDJLQL VYROWH GD SHUVRQDOH GLSHQGHQWH QHOO¶RWWREUH GHO QHL FRQIURQWL GHOOD QRWD$QQD
Laura Braghetti»; ma a parte le QRQPHJOLRSUHFLVDWH³LQWHVHYHUEDOL´O¶8FLJRVQRQULVSRQGHYD
affatto alle domande del magistrato: De Francisci, infatti, non spiegava chi o cosa avesse
RULJLQDWR O¶LQGDJLQH LQ YLD 0RQWDOFLQL H QHSSXUH IDFHYD LO QRPH GHJOL LQYHVWLJDWRUL TXDQWR
DOO¶©XQLWRDSSXQWRªHVVRHUDDQRQLPRFLRqQRQHUDILUPDWRGDFKLO¶DYHYDUHGDWWRHWHQGHYDD
SRVWLFLSDUHO¶LQFKLHVWDDOPHVHGLRWWREUHFLRqTXDQGROD%UDJKHWWLDYHYDJLjVPDQWHOODWR
H ODVFLDWR LO FRYR ,O JLXGLFH ,PSRVLPDWR QXOOD RELHWWz DOO¶8FLJRV VL limitò a prendere atto
della non-risposta. Così la grave notizia che due anonimi funzionari di polizia, subito dopo il
delitto Moro, si erano interessati a via Montalcini 8, fino al punto di organizzare una riunione
di condomini, restò un enigma. E non veQQHYHULILFDWDQHSSXUHO¶LQGLVFUH]LRQHGel quotidiano
la Repubblica secondo la quale il covo di via Montalcini era stato segnalato alla Polizia
durante il sequestro.
Quella non fu la sola negligenza della magistratura in via Montalcini. Benché i condomini
LQWHUURJDWL DYHVVHUR ULIHULWR FKH DOOD ULXQLRQH RUJDQL]]DWD GDOO¶8FLJRV LQ FDVD GHO 0DQIUHGL
avevano partecipato anche i coniugi Giorgio Piazza e Graziana Ciccotti, il giudice istruttore
Imposimato non interrogò né Piazza né la Ciccotti: cioè i coniugi ch e ± come emergerà otto
anni dopo ± avevano segnalato la presenza della Renault rossa R4 in via Montalcini 8 (dopo
quella segnalazione il ministro Rognoni aveva avviato gli accertamenti). Nella ordinanza del
12 gennaio 1982 il giudice Imposimato scrisse, frD O¶DOWUR ©1HO >OD %UDJKHWWL DQGz@ D
vivere in un appartamento con box e cantina in via Montalcini 8, da lei acquistato per 45
milioni di lire in contanti, con denaro probabilmente proveniente dal sequestro Costa [...]. È
evidente, dunque, che la casa in questione era una base logistica delle Br, come si deduce
DQFKH GDOO¶HQWLWj GHOOD VRPPD SDJDWD GDOOD %UDJKHWWL GDOOH PRGDOLWj GL SDJDPHQWR DVVHJQL
HPHVVL VX ULFKLHVWD GL SHUVRQD LQHVLVWHQWHª QHOO¶RUGLQDQ]D LO JLXGLFH ,PSRVLPDWR QRQ IDFHYD
alcun riferimento, neppure come vaga ipotesi, alla possibilità che in via Montalcini 8 ci fosse
VWDWDODSULJLRQHGL0RURHQHSSXUHPHQ]LRQDYDOHLQGDJLQL³FODQGHVWLQH´IDWWHGDOO¶8FLJRVVX
TXHOFRYRDOO¶LQVDSXWDGHOODPDJLVWUDWXUD
/¶ IHEEUDLR LO JLXGLFH LVWUXWWRUH ,PSRVLPDWR ILUPz O¶RUGLQDQ]D-sentenza a carico
GHOO¶LGHRORJR GHOO¶$XWRQRPLD RSHUDLD )UDQFHVFR 3LSHUQR H DOWUL SURFHVVR ³0HWURSROL´ ,O
capitolo XVI del documento era dedicato alla prigione di Moro, che il magistrato adesso
affermava essere stata, con certezza, in via Montalcini 8. Benché continuasse a non esserci
DOFXQD SURYD FLUFD O¶XELFD]LRQH GHOOD SULJLRQH R GHOOH SULJLRQL GL 0RUR FRPH DYHYDQR
VWDELOLWR LO SULPR SURFHVVR H OD VWHVVD &RPPLVVLRQH SDUODPHQWDUH G¶LQFKLHVWD LO JLXGLFH
Imposimato adesso si diceva certo ± senza addurre alcun elemento probatorio ± che la prigione
fosse stata in via Montalcini. Non solo: il giudice Imposimato si spingeva al punto da
LGHQWLILFDUH ©³$OWREHOOL´ QHOOD SHUVRQD GL 3URVSHUR *DOOLQDULª QRQRVWDQWH LO ©PDQF ato
riconoscimento» da parte degli inquilini dello stabile. Di più: Imposimato sosteneva che la
FHOOD GHO SULJLRQLHUR 0RUR DOO¶LQWHUQR GHO FRYR GL YLD 0RQWDOFLQL HUD VWDWD ©XQ YDQR PROWR
piccolo, privo di luci esterne, ubicato vicino al bagno e alla cucina». Al momento, il magistrato
QRQ PHQ]LRQDYD DOFXQD WUDFFLD GL PRGLILFD VWUXWWXUDOH GHOO¶DSSDUWDPHQWR-covo, dettaglio che
tirerà in ballo il brigatista Valerio Morucci di lì a poco.
Infatti, subito dopo questa singolare sentenza-ordinanza, i brigatisti Valerio Morucci e
$GULDQD)DUDQGD³VLGLVVRFLDURQR´HGHFLVHURGLFROODERUDUHXQSR¶&RVuO¶DYYRFDWR7RPPDVR
Mancini, difensore di Morucci e Faranda, informò il giudice Imposimato che i suoi assistiti
«vogliono parlare con lei, ma attenzione: solo con lei» 17. Poiché il giudice Imposimato aveva
17 Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato, Doveva morire, Chiarelettere 2008, pag. 47.
Atti Parlamentari
— 21 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
già stabilito che la prigione era stata in via Montalcini, ecco che il 27 luglio Morucci cercò di
riferire al magistrato circostanze le quali confermavano, indirettamente, la tesi di Imposimato.
Ma la pretesa di MorucFL GL HVSULPHUH FHUWH]]H FLUFD O¶XELFD]LRQH GHOOD SULJLRQH HUD ULGLFROD
SRLFKpOXLVWHVVRGLFKLDUDYDD,PSRVLPDWR©3HUTXDQWRFRQFHUQHOHEDVLHVLVWHQWLDOO¶HSRFDGHO
VHTXHVWURQRLLJQRUDYDPRO¶HVLVWHQ]DGLTXHOODGLYLD0RQWDOFLQLGHOODTXDOHDEELDPR saputo
dopo il suo ritrovamento da parte della Polizia nel 1980» 18. Quindi Morucci, per avvalorare la
tesi della prigione in via Montalcini, si inventò il fantasioso percorso, dopo la strage, da via
Massimi - piazza Madonna del Cenacolo.
33) Lei pensa che abbiano qualche validità le dichiarazioni fatte da Giovanni Ladu a
,PSRVLPDWR VX YLD 0RQWDOFLQL H TXDQWR VFULWWR LQ XQ OLEUR GDOO¶DUWLILFLHUH 9LWRDQWRQLR 5DVR
VXOO¶RUDULRGHOODVXDFKLDPDWDSHULVSH]LRQDUHOD5HQDXOWLQYLD&DHWDQL"
Queste due vicende hanno avuto un notevole rilievo mediatico e probabilmente hanno avuto
una qualche influenza nella decisione di istituire la vostra Commissione. Tuttavia ho appreso
che la Procura della RHSXEEOLFDGL5RPDKDDSHUWRGXHIDVFLFROLFRQO¶LPSutazione di calunnia
DFDULFRGL/DGXHGL5DVRHGDDOORUDQRQVHQ¶qVDSXWRSLQXOOD5LWHQJRFKHOD&RPPLVVLRQH
dovrebbe chiedere informazioni alla magistratura e attivarsi per appurare se i signori Ladu e
Raso siano davvero dei calunniatori, e in tal caso perché.
34) Ho letto con interesse il punto 12 della Sua relazione a proposito dei reperti di via
Gradoli. Le chiedo: ci sono altri reperti sequestrati in via Gradoli ai quali lei attribuisce una
particolare importanza?
6u XQR O¶KR JLj PHQ]LRQDWR: un appunto manoscritto da Moretti con il recapito telefonico
659127 intestato all'immobiliare Savellia in via Monte Savello, distante circa trecento metri da
via Caetani (l'immobiliare non effettuava operazioni di compravendita e possedeva solo il
palazzo Orsini di via Monte Savello, vicino al Ghetto ebraico, saltuariamente abitato allora
dalla contessa Rossi di Montelera che viveva quasi sempre a Ginevra), con l'annotazione,
manoscritta da Moretti, «Marchesi Liva mercoledì 22 ore 21 e un quarto ± atropina»: la data
corrispondeva a mercoledì 22 marzo 1978 e l'atropina è un medicinale che oltre a essere usato
in oculistica per scopi diagnostici, può essere utilizzato per altri scopi. Gli accertamenti della
polizia iniziarono solo a partire dal 31 maggio 1978, e soltanto il 1° giugno il giudice Cudillo
dispose l'intercettazione della linea telefonica 659127 (per cinque giorni, con esito negativo).
Un secondo reperto portava al Ghetto ebraico dove i brigatisti avevano alcune basi e punti
G¶DSSRJJLR HUD OD FKLDYH GL XQ¶DXWR -DJXDU FRQ XQ WDOORQFLQR LQGLFDQWH LO QRPH ³6HUPRQHWD
%UXQR´ XQ FRPPHUFLDQWH FKH JHVWLYD XQ DPSLR QHJR]LR GL WHVVXWL VLWXDWR LQ YLD$UHQXOD QHL
pressi del Ghetto ebraico, e che disponeva di vari automezzi, fra cui alcuni autofurgoni. Un
eOHPHQWRGLULOLHYRGDWRFKHQRQHUDVWDWRLQGLYLGXDWRO¶DXWRIXUJRQHXWLOL]]DWRGDLWHUURULVWLLO
16 marzo 1978 (probabilmente per trasportare le armi usate per la strage di via Fani). Le
indagini vennero avviate solo a partire dal 12 ottobre 1978 (cioè cinque PHVLGRSRO¶XFFLVLRQH
del presidente della Dc). Degli accertamenti su quella chiave venne incaricato il reparto
operativo della Legione dei carabinieri, comandato dal tenente colonnello Cornacchia (affiliato
alla P2). Questi non condusse né ordinò alcuna indagine preliminare nei riguardi del
Sermoneta, il quale anzi venne informato del ritrovamento della chiave a suo nome nel covo Br
GL YLD *UDGROL /¶LQWHUURJDWRULR D YHUEDOH GHO 6HUPRQHWD DYYHUUj VROR LO PDU]R H
risulterà del tutto inefficace.
,QILQHXQWHU]RUHSHUWRPDQLIHVWDYDXQDPELJXRFROOHJDPHQWRHUDXQGRFXPHQWR³ULVHUYDWR´
con le istruzioni a suo tempo impartite dai servizi segreti israeliani per il maneggio e l'apertura
18 Interrogatorio di Morucci da parte del Giudice istruttore Ferdinando Imposimato, 27 luglio 1984.
Atti Parlamentari
— 22 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
delle buste esplosive. Il rapporto riservato del Sismi durante i cinquantacinque giorni, alla data
del 29 aprile 1978, affermava che quel reperto era la fotocopia di un documento autentico
UHGDWWRQHOPDFKHLQRULJLQHQRQUHFDYDODGLFLWXUD³ULVHUYDWR´DSSRVWDLQYHFHVXTXHOOR
trovato in via Gradoli ± in pratica, il Sismi riconosceva l'autenticità dell'imbarazzante
documento, ma con riserva per attenuare l'imbarazzo.
35) Sempre a proposito di via Gradoli, non sarebbe il caso di chiarire meglio perché Lucia
Mokbel, confidente del commissario di Pubblica sicurezza Elio Cioppa e sorella del più noto
Mokbel per le cronache criminali romane, si trova ad abitare nello stesso pianerottolo
QHOO¶DSSDUWDPHQWRDWWLJXRDTXHOORGL0DULR0RUHWWL"
Nella risposta alla domanda n. 31 ho sottolineato come Lucia Mokbel abitasse a fianco
GHOO¶DSSDUWDPHQWR-covo di Moretti, ed è assodato che là esercitava il suo compito di
LQIRUPDWULFHGHOODSROL]LDHGHO6LVGH1RQHUDXQFDVRFKHO¶DSSDUWDPHQWRDELWDWRGDOHLHGDO
suo convivente Gianni Diana fosse di proprietà della immobiliare Monte Valle Verde srl,
società amministrata da Aldo Bottai, il quale era un fiduciario del Sisde. Infatti Bottai risultava
socio fondatore della Nagrafin, società di copertura del Sisde. La Monte Valle Verde era
proprietaria di otto appartamenti in via Gradoli 96, di cui cinque ubicati o sullo stesso piano o
su quello sottostante il covo delle Br.
Ciò che non è mai stato chiarito è il contrasto in sede processuale: la Mokbel ha confermato
di avere consegnato al brigaGLHUH 0HUROD O¶DSSXQWR VFULWWR SHU LO FRPPLVVDULR &LRSSD VXL
VHJQDOL GL WUDVPLVVLRQH UDGLR LQ DOIDEHWR 0RUVH XGLWL GXUDQWH OD QRWWH QHOO¶DWWLJXR
appartamento-FRYR PHQWUH LO EULJDGLHUH 0HUROD H L SROL]LRWWL KDQQR LQYHFH QHJDWR O¶HVLVWHQ]D
GLTXHOO¶DSSXQWRscritto.
36) Secondo Lei vi sono elementi di continuità tra la fase del terrorismo della strategia della
tensione e la fase del terrorismo del caso Moro?
/¶HOHPHQWRGLFRQWLQXLWjFKHDFFRPXQDOHGXHIDVLqO¶RELHWWLYRSROLWLFRGLLPSHGLUHDO3FLGL
accedere al governo del paese. La strategia della tensione (che aveva lo scopo di determinare
un'involuzione autoritaria e centrista degli assetti di potere) si contrapponeva alla politica di
0RURGHOOD³VWUDWHJLDGHOO
DWWHQ]LRQH´HGHO³FRQIURQWR´YHUVRLO3ci. La strategia della tensione
LQFRQWUzODUHVLVWHQ]DSRSRODUHIDYRUuO¶XQLWjGHOOHIRU]HDQWLIDVFLVWHHFRPXQTXHIDOOuLSURSUL
scopi, come dimostrarono i risultati delle elezioni regionali e amministrative del 1975 con la
vittoria delle forze di sinistUD&LzGHWHUPLQzPXWDPHQWLGLVWUDWHJLDFRPHDWWHVWDYDLO³3LDQR
GL ULQDVFLWD´ GHOOD 3 H O¶D]LRQH GHL VHUYL]L VHJUHWL ,QIDWWL LO FDSR GHO 6LG , generale Miceli, a
proposito del terrorismo nero, riferì al giudice Tamburino: «Da ora in poi sentirete parla re
soprattutto degli altri (i terroristi rossi)». Una profezia che coincideva col periodo di massima
crisi delle Brigate rosse (per gli arresti dei fondatori Curcio e Franceschini). E nella seconda
metà del 1975 si decise di preparare il sequestro di Aldo Moro.
Altro elemento di continuità fra strategia della tensione e terrorismo del caso Moro è la
partecipazione di settori dei servizi segreti italiani e esteri. Nel suo memoriale dal carcere,
Moro denunciò la presenza straniera nella strategia della tensione e l'implicazione di alcuni
settori del servizio di sicurezza collegati con l'estero: «Per quanto riguarda la strategia della
tensione, che per anni ha insanguinato l'Italia, pur senza conseguire i suoi obiettivi politici, non
possono non rilevarsi, accanto a responsabilità che si collocano fuori dell'Italia, indulgenze e
connivenze di organi dello Stato e della Democrazia cristiana in alcuni suoi settori» 19. Dopo il
falso comunicato del Lago della Duchessa, Moro scrisse, in un brano del memoriale che resterà
nascosto fino al 1990, che la «macabra grande edizione sulla mia esecuzione può rientrare in
19 Il mio sangue ricadrà su di loro, pag. 227.
Atti Parlamentari
— 23 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
una logica, della quale non è necessario dare ulteriori indicazioni». Era la logica occulta dei
servizi segreti diretti dalla P2, «accanto a responsabilità chHVLFROORFDQRIXRULG¶,WDOLDªDQFKH
nel caso Moro come durante la strategia della tensione.
In pratica, il delitto Moro fu la tappa conclusiva della strategia terroristica, che con
O¶DVVDVVLQLRGHOOHDGHU'FUHDOL]]zO
RELHWWLYRGLIDUIDOOLUHO
LQWHVDS olitica tra la Dc e il Pci.
37) Nella Sua audizione lei cita l'ipotesi di Guerzoni di un delitto appaltato alle B R.
Considerando che i brigatisti hanno dichiarato che non conoscevano tutti i presenti in via
Fani l'ipotesi è possibile. Vorrei sapere la sua opinione in merito e anche una sua valutazione
sulla possibilità di un eventuale coinvolgimento del Mossad.
Il brigatista Alfredo Bonavita ha testimoniato davanti alla nostra Commissione parlamentare
d'inchiesta circa il tentativo di agganciare le prime Br da parte di emissari del Mossad, i quali
offrirono ai capi brigatisti la possibilità di addestramento, armi, danaro e informazioni in
FDPELR GL XQD DFFHQWXD]LRQH GHO FDUDWWHUH PLOLWDUH GHOO¶D]LRQH GHOOH %U , VHUYL]L VHJUHWL
israeliani erano interessati alla destabilizzazione dell'Italia, poiché così, nell'ambito del
contesto internazionale, gli Stati Uniti sarebbero stati indotti ad appoggiare con più decisione
lo Stato di Israele ± secondo Bonavita, i leader brigatisti declinarono le offerte del Moss ad
«anche perché vi era il problema che, entrando in contatto con dei servizi di sicurezza, prima o
poi si può essere venduti, si può essere denunciati all'autorità giudiziaria, per cui non se ne
fece niente»20. Questo accadde nel 1973, mentre le Br erano capeggiate da Curcio e
)UDQFHVFKLQLPDGRSRO¶DUUHVWRGHLGXHIRQGDWRULHGRSRO¶XFFLVLRQHGL0DUD&DJROQRQqGDWR
sapere se ci siano stati altri contatti brigatisti col Mossad. Di certo il servizio segreto di Israele
riuscì a infiltrare tutte le principali organizzazioni terroristiche europee: Raf, Eta, Ira.
2FFRUUHDQFKHFRQVLGHUDUHODJUDQGHLQIOXHQ]DGHO0RVVDGDOO¶LQWHUQRGHO6LGHGHO6LVPLH
la forte ostilità israeliana per la politica di Moro verso il mondo arabo e per la soluzione della
questione israelo-palestinese (due popoli, due Stati). Ostilità che si inasprì nel novembre 1973,
con la liberazione dei detenuti palestinesi arrestati mentre stavano preparando un attentato
contro un aereo di linea israeliano, liberazione voluta dal Ministro degli affari esteri Moro in
FDPELR GHOO¶LPSHJQR SDOHVWLQHVH GL QRQ FRPSLHUH DWWHQWDWL LQ WHUULWRULR LWDOLDQR 'RSR OD
liberazione e il trasferimento aereo dei palestinesi in Libia, il Mossad reagì in modo cruento:
O¶DHUHR $UJR XWLOL]]DWR GDO 6LG SHU WUDVIHrire i palestinesi in Libia venne abbattuto a
Marghera, provocando la morte dei quattro LWDOLDQL GHOO¶HTXLSDJJLR /¶LQFKLHVWD JLXGL]LDULD
RULJLQDWD GDOO¶DWWHQWDWR YHQQH RVWHJJLDWD GDO VHUYL]LR VHJUHWR PLOLWDUH H YHUUj YDQLILFDWD
GDOO¶DSSRVL]LRQHGHO³VHJUHWRGL6WDWR´
20 CM, vol. 10, pag. 552.
Atti Parlamentari
— 24 — Camera Deputati — Senato Repubblica
xvii legislatura — discussioni — comm. aldo moro — seduta del 15 gennaio 2015
€ 2,00
*17STC0008180*
*17STC0008180*
Scarica

Atti Parlamentari