4 L'UNITÀ EUROPEA Caro Edgardo, proposta della federazione europea. stica, avranno contro di loro tutti gli uomm1 di tendenze progressiste dell'Europa occidentale. Dobbiamo sempre mettere in rilievo che non pen... peRUetti una cnuca al tuo opuscolo: gli otto Ti abbraccio con grande affetto. Tuo siamo ad. una federazione in senso antirusso, che punti 1ri cui hai precisato quella che, secondo te, essa costituirebbe l'unica garanzia di pace anche per ERNESTO Rossr dovrepbe essere una politica federalista, mettono fuori 'hoco la tesi centrale; e cioè che gli Stati ·l'U.R.S.S., ma dobbiamo anche dire ben chiaro che 1 se i governanti sovietici pensano a tenere l'Europa ) P . è l'autore dell'articolo sulle autarchie economi. / Uniti d'Europa devono far parte del trattato di pace. divisa per fare una politica di espansione imperialiSembià' ·tu dia un indirizzo valido per il periodo in che è comparso nel ..N. 4 di «Unità Europea». cui . saremo ritornati ad una condizione di tanti Stati sovd:Ui. Invece, secondo me, bisogna insistere sulla necessità di guadagnare la partita nel breve periodo che intercorrerà fra l'armistizio ed il trattato definitivo di pace. Dire tassativamente che o si guadagna L'assassinio di Eugenio Colo.r.nt .4a .-· parte dei nazi- fascisti a Roma in quel periodo o siamo perduti. Un'evotuzion(} in senso .federale di St'ati democratici sovrani !.on è nel n~pensiero. Ritengo anche bene che in tutti A Roma, il 31 maggio, i nazi-fascisti hanno assasdel Movimento Federalista Europeo. i ·nostri scritti ci si richiami sempre al precedente Trasferito a Melfi riuscì a mantenersi in rapporti 51 :nato il pro f. Eugenio Colorni, che è caduto eroica- · dell'offerta fatta il 16 giugno 1940 per l'unione franco. m.ente quattro gio-rni prima delta liberazione. epistolari clandestini cogli amici federalisti che avebritannica. Ha per noi un enorme significato. In Itava lasciato a Ventotene, finchè alla metà di maggio lia abbiamo avuto l'impressione che fosse una tro-Eugenio Colorni era nato a Milano nel 1909, e a del 1943 scappò da Melfi e riprese a Roma la vita MiJano .aveva compiuto i suoi studi sino al consevata personale di Churchill all'ultimo tuffo. In realtà, illegale, dedicandosi con tutte le sue energie alla come ho potuto constatare leggendo qui libri e rigui, nento della laurea in lettere e filoso.fìa a pieni propaganda federalista. voti nel 1931. Fu allievo prediletto del Martinetti. viste del tempo, era una cosa da lungo preparata Da allora Colorni si ri~elò un uomo diverso da con una lunga propaganda e corrispondeva ad un Per perfezionarsi negli studi filosofici trascorse due quello che avevamo conosciuto. In pochi giorni riuforte movimento dell'opinione pubblica. anni in Germania e là conobbe la studentessa Urscì a far pubblicare il secondo numero dell'« Unità Ed ora vengo a paclarti un pDCo del nostro lavoro. sula Hirschmann, che divenne più tardi sua moglie Europea », a consolidare a Roma il primo g1uppo e dald. quale ebbe tre bambine. Il suo primo sagHo già terminato di scrivere l'opuscolo: Gli Stati federalista ,a diffondere dattilografati gli scritti che Uniti di Europa . Introduzione allo studio del progio gi •vanile su L'estetica di Croce richiamò subito avevamo mandati da Ventotene, e a ristabilire i rapblema. l'attenzb.'Jne del mongo scientifico sul giovane stuporti con gli amici nei diversi confini e nelle diSono quaranta pagine battute a macchina. Te ne dioso. HOO'verse città d'Italia. riporto il ~ommario: l) La distruzione della nostra o ~no, che abbandonò presto, voiFino al colpo di stato del 25 luglio Colorni prociviltà (la guerra totale . conseguenze politiche della • esse allo studio del grande seguì la sua attività clandestina, dormendo una notte pace arm!;lt.a ,. conseguenze economiche della pace 'cò un'antologia con commento in una casa, una notte in un'alv·a, presente in tutte armata - 'conseguenze spirituali della pace armata); , e sul Leibniz lascia, ancora le riunioni per suscitare nuove energie, per indiriz2) L'anarchia internazionale (giudizi errati sulle cau-~ studio. zare i partiti che andavano formandosi verso una politica costruttiva veramente europea. La notte del mnento e le meravigliose attitudini, se della • guerra - il diritto internazionale - l'arbit>:: 25 luglio arringò la folla in piazza Venezia e cercò e il disarmo); 3) Il fallimento della S. d. N. ~'t~t~ldll•'··:;_"atl~P<all_. rsatilità dell'intelligenza curiosa ed irìdi portarla ad impossessarsi del palazzo del capo sponsabilìfff dell'America - la colpa de · · ne facevano quindi un uomo esclusivamente del governo, per impedire che venissero trafugati i tudio, e allo studio amato sarebbe ritornato dopo guverno · ..Ja regola dell'unanimità documenti che in esso certamente si conservavano. una forza annata); 4) La solu71...;,e fe la liberazione d'Italia. Senonchè un'esigenza morale Non vi riuscì perchè venne a mancare la luce. pero, St~ accentrato, sta.t, ....-; ederale fortissima lo aveva chiamato alla lotta politica, come Cinque giorni dopo diversi compagni venivano "' el'81 a un dovere a cui ho n ci si ·può sottrarre, e a queche dell' organizzazion arrestati perchè sorpresi mentre stavano distribuendo derazione); 5) :e èl ~ sta lotta si era lanciato con tutto l'ardore e la fede ganizzazione ~~ «a nel di cui era capace. l'« Unità Europea» che portava un violento attacco di Colorni contro il governo Badoglio che continuava · · ottanta milioni di tedeNel 1936 divenne l'animatore del Centro interno ) m la guerra a fianco dei nazisti. Colorni sfuggì miracopa cartaginese · la Gerdel P. S. L in Italia. Scoperta la sua attività venne losamente all'arresto e continuò il suo lavoro. Parte~p:.jilfl~..~ttll!~{mropea); 6) L'Unità Euroarrestato nel 1938 a Trieste, dove si era stabilito cipò a tutte le riunioni per la ricostituzione del Par~~~i~~e~~ ~~~~JiLonuca dell'Europa, gli scambi quale professore di filosofia in quell'Istituto Magi. 'la fisionomia morale delstrale. Allora il fascismo cercò di montare un grosso tito Socialista ed alle nostre riunioni federaliste. Alla direzione de1 P. . l. propose 1lo I u na lCtiÌa· Stati Uniti d'Europa ,la posizione processo sul nome di Co. orni per giustificare 1 ronte razione per una federazione europea che è il testail Commowealth britannico - la poall'opinione pubblica le imminenti leggi razziali, ma mento politico di Eugenio Colorni. a Russia - l'atteggiamento del governo mnncanao le prove, bisognò accontentarsi di condar.· so,iTÌeltÌciO); 8) Utopia e realtà ~~ircostanze a noi fanarlo a cinque anni di confino. * vorevoli . la proposta di unione frànco-britannica · Dopo tre mesi di carcere fu accompagnato al confino di Ventotene, dove rimase .fino al settembre il discorso di Smuts . sapere quel che vogliamo). Paolo Treves, commemorando alla radio di LonP. 1 ) ha preparato il secondo opuscolo che stiamo del 1941, quando ottenne ~~. :,essere trasferito a dra, col pianto che gli chiudeva la gola, l'amico traducendo in francese e che verrà distribuito nei Melfi per le condizioni "tk..safute delle sue bambine. carissimo, ha detto che egli è stato ucciso a Roma . A Ventotene riprese f! app,rofondì lo studio della paesi occupati dai tedeschi (può darsi che anche il mentre si- trovava in una riunione segreta in cui matematica e della fisica. ·L a filosofia non lo intemio venga tradotto in francese per lo stesso fine). preparava le squadre di azione cittadine. Pare sia ressava ormai più che come- xp.etodologia scientifica Abbiamo fatto tradurre in francese l'importante rapstato assassinato il 30 maggio, cioè solo cinque giorni e come psicoanalisi. La sua pm1 one di studioso era porto sugli scopi dC pace della « F_e deral Union » prima della liberazione di Roma. Non sappiamo altri ìnglese, del 1942. specialmente rivolta allo sviluppo delle teorie del particolari, ma pensando a questa data, ricordando il sospiro di sollievo col quale abbiamo accolta la Abbiamo in proge,t to altri opuscoli federalisti, da Poincaré e dell'Einstein. I saggi sulla teoria della notizia dell'arrivo in Roma delle truppe alleate, pendistribuire clandestinamente, sui problemi costituziorelatività che allora scrisse senza quasi alcun sando che per i nostri amici e specialmente per lui aiuto di libri - sono stati apprezzati dal Marconali, coloniali, economici, ecc. Per le spese di stampa eran finiti i giorni di maggior pericolo, la sua morte quando si tratti di distribuire nei paesi occupati, longo e dal Levi-Civita, e riteniamo siano sufficiènti ci appare ancora più tragica. pare che riusciremo ad avere tutti i mezzi necessari. a farlo ricordare come scienziato domani, quando Abbiamo già pronto anche un'opuscolo con l'ottimo saranno pubblicati. Paolo Treves ha alla radio aggiunto che «la vita politica non era la sua vita ». È vero. Quante volte saggio scritto nel 1941 dal Beveridge, che sostiene Chi lo conobbe _ come io l'ho conosciuto - in noi suoi amici l'abbiamo sentito ripetere che i suoi in pieno la tesi degli Stati Uniti d'Europa, e un quel periodo, avrebbe potuto facilmente arrivare alla interessi spirituali non erano rivolti alla politica, alti'o col capitolo centrale dell'Union Now dello conclusione che Colorni era un intellettuale assoluma alla speculazione astratta . alla matematica, alla Streit,_ in cui confronta la Lega con la Federazione. tamente negato all'azione pratica. Era continuamenfisica ... Solo vincendo una repugnanza istintiva, solo te in crisi spirituale. Ogni giorno voleva riprendere Li stamperemo con altri in italiano se riusciremo facendo ·forza a se stesso, egli poteva accettare di ad avere quattrini. Stiamo facendo ciclostilare il noex-novo l'esame di tutti,.. : problemi, per il timore inquadrarsi in un partito, di prender parte alla brustro secondo quaderno federalista ed abbiamo fatto di cristallizzare il suo pensiero in categorie ben detale lotta fra gli uomini. « Appena posso - diceva battere il terzo quaderno. Questo materiale italiano finite, di riposare in qualsiasi comodo sistema. Si - torno al mio Leibniz ed alla teoria della relaCÌ serve per la propaganda locale. Sto anche prepàpuò dire che amava la ricerca della verità più della tività. Tutto il resto, per me, ha minore importanza ». rando un testo di « educazione civica'» che sarà ma nverità stessa. E per questo nelle discussioni politiche Ma non ha potuto. Per queste cose « di minore dato in tutti i campi di prigionieri italiani in tutto prendeva spesso un atteggiamento di contraddittore, importanza» ha sacrificato la libertà. è stato agitail mondo. Sono già pronti i capitoli che ho fatto anche se ciò lo portava a contraddire contemporatore, giornalista, dinamitardo, capo di bande armaneamente le tesi più opposte. Si era così fatto degli scrivere a tre professori universitari, di « Cenni sulte, ed infine ha fatto l'olocausto della sua stessa la storia d'Italia dopo il 1870 », «Il funzionamento amici sinceri, era da tutti benvoluto per la sua bontà vita. del mercato», « Vocabolarietto dei termini politici: ed il suo disinteresse, ma non si era inquadrato· in Da tale contrasto - dal contrasto fra la figura nessuno dei gruppi, . in cui i confinati si distinguepiù comunemente usati». Devo ora arrangiare la intellettuale di Eugenio Colorni e la attività politica parte dei «Diritti e doveri dei cittadini» che ho vano, a seconda della loro appartenenza ai partiti poalla quale egli è stato condotto da una profonda litici. Solo pochi giorni prima di lasciare Ventotene fatto scrivere ad un amico professore, e non è molto esige)lza lllorale - ancor più in rilievo risalta la soddisfacente, e far poi il capitolo «Lo Stato nella aveva fatto sapere ai socialisti di aver lavorato clansua vita eroica. destinamente come socialista e che si considerava comunità internazionale », in cui svolgerò le nostre Eugenio Colorni è un nostro eroe. · Un eroe della tesi federaliste. ancora uno dei loro. nuova Italia e della nuova Europa. EMP. Fra i giovani ohe quando dicono di essere marxisti La sola idea politica in cui già a Ventotene era HA EU AH UE · U n g rave lutto d el Movimento Fed. Europ eo. AH EU HA ~ UE L'fo"' internazionalisti, non sanno precisamente quel che si dicono, è possibile trovare degli aderenti. Bisogna però sempre spiegare che la federazione non può essere che un'organizzazione democratica. Senza possibilità di opposizione, senza libertà di stampa. di associazione, ecc., non potrebbero esservi istituzioni veramente rappresentative nemmeno nella federazione. Su questo punto ho molto insistito nel mio opuscolo, in cui ho affrontato in pieno la questione dell'atteggiamento probabile dell'U.R.S.S. davanti alla ben fermo era quella della necessità di una unificazione federale dell'Europa, per salvare i valori che ci sono più cari della civiltà occidentale. Egli sentiva in modo così vivo quest'esigenza che certe volte era portato. a mettere perfino, paradossalmente, in rilievo gli aspetti positiYi della politica hitleriana, in quanto poteva valere .a spazzar via le assurde anacronistiche sovranità dei trentadue Stati nazionali in cui era spezzettato il nostro continente. In conseguenza, fu uno degH iniziatori, nell'estate 1941, Elenco delle sottoscrizioni Un amico di Milano Dopo una conferenza Eques Jole . Un· amico friula n o L. 10 000 » 200 » 1.000 » 7.500 .. 10.000 .. AVANGUARDIA :. .., . Ma (incalzano altri scettici) la tecnica moderna della produzione e dello scambio esige una pianificazione, esige cioè una serie di vincoli che, se pure non attuati in uno spirito collettivistico, bensì attraverso consorzi controllati dallo Statò, fissazione di contingenti e di prezzi ecc., distruggerebbe pur sempre l'economia di mercato e la libertà economica individuale. Anche qui noi rispondiamo con un atto di fede nell'uomo, con la fede cioè che l'uomo non sarà Tittima delle sue stesse ~reazioni, che il per- . Ma - UE 'trebbe tutt'al più corrispondere una forma anzichè un'altra di investimento) quanto piuttosto interesserà (ed è giusto che interessi) la «Stabilità». dell'Qrdinamento, sola efficace garanzia delle loro ragioni. Ed è per attuare questa stabilità - presupposto, d'altronde, anche di un fecondo sviluppo d elle iniziative economiche interne dello stesso normale assetto della vita politica - che occorrerà fissare subito l'ordinamento costituzionale e decidere le necessarie riforme economico-sociali: cosicchè assolto questo compito, nel giro di non molti mesi, l'assero- HA EU trollo creati per la guerra, il rapporto afferma co'n estrema chiarezza e decisione che tali sisterni dovranno essere però progressivamente attenuati e infine eliminati, facendo posto ad altri m~ccanismi (come un «clearing» multilaterale e un istituto internazionale , consultivo per l'incremento degli scambi), ~tegrativi della libertà economica e non~ a{fa lo (o almeno in assai minor misura) eo,\!{ essa cò]!trastanti. d~vrete pur f~re ~ conti éoi c,redi~ori esteri, cioè con coloro, siano privati o g.ijverni di' altri paesi, a cui l'Italia dovrà ricorrere per ottenere i capitali indispensabili per la sua ricostruzione e per adattare la sua agricoltura e la sua industria alle esigenze di un sistema di vasti scambi internazionali. Ora, non c'è dubbio che noi dovremo intenderei con i sovventori di cap\tali ; ma dovremo anche difendere il nostro diritto di regolare le cose nostre secondo il nost ro spirito: e potremo difendere questo nostro diritto perchè, in definitiva, noi non vogliamo se non ciò che pure i paesi futuri' creditori hanno proclamato e proclamano di volere: cioè la creazione di uno stato democratico. D'altra parte, ai creditori stranieri non tanto interesserà la forma del nostro ordinamento (alla quale po- AH alimento e una casa, le difficoltà innumerev,oli : di un riadattamento e di una ripresa. Ancora •. una volta, l'urgen~a dei problemi immediati non ci deve far perdere di vista, anche se possa rendere necessari d~ temporanei adattamenti, le mete finali, quelle mete in funzione delle quali devono essere studiate, per quanto possibile, anche le soluzioni dei problèmi più urgenti. Ed è confortante, appunto, vedere come il rappòrto di cui ho testè fatto cenno che non è opera di uomini politici, ma di esperti delle dottrine economiche - non prospetti neppure la necessità di un orientamento economico contrario alla libertà: chè anzi, pur rendendo conto delle enormi difficoltà de! compito che sta dinanzi ai governi di ogni paese e della necessità di servirsi ancora per un certo tempo dei sistemi , di razionamento e di con- riprendono gli s~ettici di destra - voi .. ' blea costituente possa séiogli~rsife lflsciare il posto agli organi normali del nuovo Stato. Giova riconoscere, però, che la vita della nostra democrazia sarebbe precaria se non si raggiung:esse uno stabile aspetto giuridico europeo e mondiale. Ma, anche a questo proposito, pur senza nasconderei la superstite forza di particolarismi in Europa e le difficoltà che possano venire dalla politica di questa o quella delle grandi potenze vittoriose, noi crediamo si possa e si debba aver fede (dopo tanta insania · di egoismi e di ambizioni sfociata in una furia mai vista di distruzione e di morte) nel pre~a lere della ragione, del buon senso, della comprensione (se non altro) delle necessità e degli interessi comuni. E crediamo (e non siamo solì a credere, chè qui voci concordi ci confortano, di uomini e di partiti diversi) si debba più specialmente aver fede in quell~ uni~à europea, che non solo risponde al senhmento (non di oggi soltanto) dei più alti spiriti di ogni 'nazione, non solo è la base imprescindibile di una san~ vita economica e di uno sviluppo sociale dei popoli d'Europa, ma è anche la sola possibile soluzione non precaria del problema germanico e la sola alte:~:nativa a una politica di blocchi e di «sfere d'influenza», che porterebBe fatai~ mente germi di nuove guerre. UE ~·~·~~~·~·~·====~~=·=•=•=••=•=•=·~·~·~·===·=====·=====~ favorire il frazionamento per settori dei rapporti economici .: € la resurrezione dei mercati chiusi, dovrà pr/,muovere un coordinamento · entro un quadro q~anto meno continentale. Esso dovrà evitare di~ ripetere gli errori dei pacificatori di Versailles, disinvolti fabbricatoci di stati e distributori generosi 'di ermetiche cinture doganali. Non vi è persona oggi che ìgnori che se, da tanti anni, la miseria if''la condizione normale di vita per la grande maggioranza del Il numero del 10 luglio dell' 11 /TALIA LIBEdella perentorietà di quest'esigenza. Perchè il mezzo miliardo di europei,' ciò è dovutò· sopra RA" riproduce dal volume inedito di Silvio mondo capitalistico sia, una volta per sempre, tutto al fatto che ogni europeo è costretto a Trentin: ,)STATO, NAZIONE E FEDERA· sradicato dalle sue secolari fondazioni, bisogna• produrre per la sua economia nazionale ed a L I S M 0" scritto nel n~vembre 19-lo, que~to che il cittadino, in quanto produttore di beni nutrirsi delle sole risorse che essa mette a sua brano sulla cui importanza richiamiamo ' la economici, sia per sempre spogliato di ogni fadisposizione. Il giorno in cui es~o potesse pro · attenzione dei lettori Esso non solo è la e- coltà di accumulazione .parassitaria ed oppresdurre per l'Europa, la sua situa~ione si trasforspressione nitida di un pensiero poli~ico pon- siva. L'accumulazione che esorbiti la misura merebbe. In regime di federazione economica, derato, ma segna anche un orientamento e dentro ia quale essa si costituisce naturalmen,te la sottoconsumazione europea attuale si tras un indirizzo per tutti quanti vogliono che il formerebbe in una 'massa grandiosa di bisogni i ·t garanzia e riflesso ad un tempo dell'integrità duro sacrijicio imposto aal/a guerra trovt- c dell'inviolabilità della persona, deye essere nuovi di consumazione al cui soddisfacimento compenso nei/a realizzazione di un effettivo perseguita e colpita colla stessa inflessibile non tarderebbero ad esser chiamati a concorprogresso rere anche gli altri contin~i. Su questo terl l urezza con cui viene perseguito il crip1ine per reno dunqu~. il federalismo pòtrà esser~ applidefinizione più inumano. · n prezzo autentico della libertà è la demolir cato solo in vista d'una sempre più jntima comMa perchè, dai rottami del mo~do capitalistico zione dello stato monocentrico. Qualunque ri l penetrazione dei fattori componenti l'unità euvoluzione che non riesca ad assolvere ques t( possa sbocciare una società libera, bisogna che, ropea. Ma non potrà assolvere questo corupito contemporaneamente, siano frantumati tutti gli compito sarà una rivoluzione fallita. Peggi o che a cond~ione d'esser riuscito prima a framsa rà una rivoluzione la quale non avrà servito s trumenti che fin qui hanno permesso allo sta·mentare, nel seno del grande stato, le sorgen tì che a foggiare delle armi nuove per l'annieJJ · to unitario di concentrare nelle mani del suo del potere politico ed i titoli per il suo esercizio. tamento dei valori di cui in vano essa si sarà governo l'esercizto integrale del potere politico. Qui sta il segreto del successo della rivoluzioillusa di aver p erseguito la restaurazione. E' Ora non vi è che un principio la cui applicane, la cui parol•a d'ordine non può essere che: per questo che l'abbattimento dell'ordine capi - zione permetta di raggiungere questo fine: il Autonomia, cioè emaneipazione da tutte ie sutalistico non è di per se stesso sufficiente 1i principio federalistico. Guai ·però, se il federa perstizioni del nazionalismo, affrancamento li smo, anzichè essere utilizzato per la feconda generare le condizioni di una convivenza veradall'adorazione della macchina e dall'obbedienmente libera. Certo esso ne è la premessa indi- conquista dell'avvenire, dovesse essere preso a za alle sue leggi, disintossicazione dei veleni spensabile; premessa, però, che in tanto potrà pretesto del tentativo di ricondurre la civiltà inventati dai pregiudizi su cui si fondano le esser messa a profitto in quanto alla sua rea~ sui suoi passi. Chi sognasse, in odio allo s(alo nozioni correnti di onore e di eroismo. lizzazione se!!ua tosto il ripudio senza riserve monocentrico, di veder moltiplicare le barriere EU AH riooluzione HA di 4ominare la stampa, di influire · nelle ele:~:ioni, di corrompere funzionari e uomini politici, · o addirittura di ricattare il governo o di finanziare movimenti di reazione e di violenta sopraffazione, la libertà e la democrazia sono poco più di una formula giuridica, cosicchè si è potuto dire non senza ragione che gli organi politici democratici non siano, in tal caso, che un paravento, dietro il quale manovrano quelle concentrazioni di interessi, cui si è or ora accennato. E, ancora, che cosa è mai la libertà per una folla ~bbrutita dalla miseria o priva di un minimo di istruzione, così da essere indifesa di f~onte alla pressione economica o alle più grossolane suggftstioni? e che cosa è, in particolare, la libertà di affermarsi nella società, di accedere alle professioni e agli uffici dello Stato, che cosa è la «carrière ouverte aux talents:~> (per usare la luminosa formula della 1·ivoluzione francese), se al riconoscimento giuridico astratto non corrisponde una predisposizione di mezzi che rendano concretamente possibili a tutti, senza distinzione di ricchezza, quella affermazione nella società e quell'accesso alle professioni e agli uffici? Ma, per contro, che cosa sarebbe mai una giustizia senza libertà? A prescindere anche dalla precaria condizione di un regime di giustizi& sociale non garantit~ dalla libertà resta, sopratutto, che non sarebbe vera giustizia, cioè elevamento della persona umana, quel qualunque incremento economico (quando pure non assorbìto da una elefantiasi burocratica), che non fosse accompagnato dalla libertà. E noi crediamo che vera giustizia non· sia se non quella che dia a ciasèu~o in fatto e. non solo in diritto, una possibilità di autoaffermazione in una libera gara e una garanzia contro l'oppressione, possa questa venire da un capitalista, 'o da un funzionario, nella impresa e fuori della impresa. Correlativamente le soluzioni concrete che a questa conc~zion~ si inspirano (nazionalizzazione dei grandi complessi industriali e finanziari, partecipazione agli utili e stato gì'uridico dei lavoratori nella impresa, cooperazione, riforma agraria, giustizia nella pubblica istruzione non sono «vie di mezzo» suggerite da una specie di transazione tra interessi e vedute contrastanti, bensì sono la traduzione nella pratica di una concezione sintetica, unitaria di giustizia e di libertà, :u.ella quale la giustizia si attua attraverso il libero sforzo personale e la li'Dertà è resa concreta e garantita dalla democrazia economica e dalla sottrazione al controllo privato di quegli organismi, nei quali la iniziativa privata o non funziona più o funziona in direzioni malsane di manovra finanziaria e politica. per rautonomia --oo ----- -- --- - ...-- --- .. ., econOmiCI, Sla per sempre SpogliatO di ogni tacoltà di accumulazione parassitaria ed oppressiva. L'accumulazione che esorbiti la misura dentro ia quale essa si costituisce n atu ralmen.te i · t gar anzia e riflesso ad un tempo dell'inte grità c dell'inviolabilità della persona, deye essere perseguita e colpita colla stessa inflessibile t:urezza con ~cui vie;ne :perseguito il CfiJnine per n prezzo autentico della libertà è la demoli! ~efinizione più in ulhano. :~ . zione dello stato monocentrico. Qualunque ri -. Ma perchè, dai rottami del 'mondo capitalistico voluzione che non riesca ad assolvere questq possa sbocciare una società libei'a, bisogna che, compito sarà una rivoluzione fallita. Peggio 1 contempor aneamente, sia no fr antumati t utti gli sarà una rivoluzione la 'q uale non avrà servi to strumenti che fin qui hanno permesso allo stache a foggiare delle armi nuove per l'annie11. to unitario di concentrare nelle mani del suo tamento dei valori di cui invano essa si sarà governo l'esercizjo integrale del potere politico. illusa di aver pers eguito la restaurazione. E' Ora non vi è che un principio la cui applicaper questo che l'abbattimento dell'ordine capi· zione ·permetta di raggiungere questo fine: il talistico non è di per se stesso sufficiente à principio federalistico. Guai però, se il federa generare le condizioni di una convivenza vera- lismo, anzichè essere utilizzato per la feconda mente libera: Certo esso ne è la premessa indi- conquista dell'avvenire, dovesse essere p-reso a spensabile; premessa, però, che in tanto potrà pretesto del tentativo di ricondurre la civiltà esser messa a profitto in quanto alla sua rea- sui suoi passi. Chi sognasse, in odio allo s(alo lizzazione segua tosto il ripudio senza riserve monocentrico, di veder moltiplicare le barriere della tecnica di governo della società capitali- entro cui gli uomini possano coltivare i loro stica e la violenta e spiegata sovversione d i egoismi di gruppo, mostrerebbe di non intendetutte le sue artificiali soprastrutture. I due re nulla nè del problema della storia nè di obiettivi devono essere perseguiti sullo stesso quello della libertà. Nessun arbitrio rivoluzio piano e con uguale intransigenza. nario potrà pertanto valere a sospendere l'dBisogna che tutti coloro che intendono bat- ficacia della legge .universale che governa lo tersi per una rivoluzione 'la cui posta sia non sviluppo dell'économia, di quella legge la cui il trionfo di una setta o di un; s'nedrio di ge- azione inesÒr~bile si ritrova sempre all'origine rarchi più o meno infallibili,- ~'à. la liberazione di tutte le grandi crisi della società. In omaggio 1 dell'uomo, si mostrino a d; o.g~," 'istante coscien i a questa legge, il nuovo federalismo, lungi dal U f U flU ;JUUU t 'Ul lfflfJUfl UTI:&U rt C:IliUffl l UfflU lU affenzione del lettori. Esso non solo è la espressione nitida di un pensiero politico ponderato' ma segna anche un orientamento e un indirizzo per tutti quanti vogliono che il • duro sacrijicio imposto aa/la guerra trovtcompenso nella realizzazione di un effettivo progressv -._ HA EU Ma (incalzano altri scettici) la tecnica moderna della produzione e d ello scambio esige una pianificazione, esige cioè una serie di vincoli che, se pure non attuati in uno spirito collettivistico, bensì attraverso consorzi controllati dallo Stato, fissazione di contingenti e di prezzi ecc .• distruggerebbe pur sempre l'economia di mercato e la libertà economica individuale. Anche qui noi rispondiamo con un atto di fede nell'uomo, con la fede cioè che l'uomo non sarà Tittima delle sue stesse Creazioni, che il per·f ezionamento del meccanismo economico non può significare distruzione di quella spontaneità creatrice dalla quale esso ha tratto e tr ae origine. E non è questa, d~ccapo, una fede campata -nel vuoto. Anche i perfezionamenti del meccanismo della manifattura e .l'introduzione delle macchine parvero dapprima schiacciare e asservire l'uomo, ma poi diedero. luogo a vaste possibilità di alleviamento della fatica e delraumento del tenore di vita e a sempre maggiori richieste di nuove capacità e di nuove specializzazioni. Analogamente, la politica dei Tincoli e dei contingenti ha dato così amari bq.tti da offrire ben poco incoraggiamento a chi ·pensi di ravvisare in essi le vie della politica economica di domani. D'altra parte, è ben Tero che si è constatato come r~optimum » economico, cioè la piena utilizzazione di tutte le forze della tecnica e del lavoro umano, delle materie e delle attrezzature, in ogni parte del mondo, non si realizzi sempre automaticamente, per il solo operare incontrastato delle leggi ecollOmiche; ma è anche vero che quell' wptimum» Uno dei trecento ostaggi di Roma è economico non si realizza, ma si allontana viepPilo Albertelli, nato a Parma nel 190?, più, attraverso i vincoli e i contingenti, e si. può avvicinare solo attraverso il massimo incre- professore di filosofia in un Liceo romamento degli scambi tra tutte le regioni della no, e libero docente di storia della filoterra. Dal che sembra potersi ragionevolmente sofia greca. Albertelli era cresciuto a buoindurre che potranno bensì occorrere dei nuo- na scuola: figlio del deputato socialista Ti meccanismi economici e finanziari, interna- Guido Albertelli, il nos.tro amico conobzionali e interni, ma dovranno essere meccani- be dall'infanzia le insidie e la violenza smi che agevolino e integrino, e non g1a sosti- di una persecuzione politica senza qua}tuiscano o intralcino, il fecondo impulso delle tiere, che obbligò la sua famiglia, dopo che i fascisti ne ebbero distrutta la casa, libere iniziative. a trasferirsi a Roma. Studente universiAl quale riguardo non è senza .u n grande interesse che il recente rapporto sul passaggio tario, fu una prima volta in carcere nel dall'economia di guerra aH' economia di pace. 1928, coinvolto nei fatti «Pietre» - «Giopubblicato dalla Commissione per lo studio vane Italia»; quindi fu riarrestato nel 1930 con Vinciguerra. I suoi compagni delle depressioni economiche della Società delle ·Nazioni (Genève 1943) , concluda appunto nel del '28 ricordano che Egli, in cella a San senso di un'economia fondata su una coopera- Vittore con umili operai, non volle mai ricevere dall'esterno alcun supplemento z.ione internazionale in un clima di libertà. E' lo stesso rapporto, d'altronde, che offre un a di vitto, per condividere con loro l'onore rispo ta autorevole a quegli altri scettici che, e il peso di quel trattamento miserabile al nostro ideale di una libera democrazia eco- che le carceri italiane offrivano ai detenomica, contrappongono le esigenze formidabili nuti politici. Uscito di prigione, e a lundella ricostruzione. I milioni di uomini a cui è go vigilato dalla. polizia, Albertelli, di· argente procurare lavoro, gli altri milioni e mi- scepolo di Gentile e Carabellese, ma con forti interessi sfori cistici e moralistici che 1:ioni a cui è an cora più ur gente procurare un UE .........- ....... ~ ~ ........ AH ..._L .. ne tra interessi e vedute cont rastanti , bens ì sono la traduzione nella pratica di una concezione sintetica, unitaria di giustizia e di libertà, uella quale la giustizia si attua attraver so il libero sforzo personale e la liDertà è resa ..concreta e garantita dalla democrazia economica e dalla sottrazione al controllo privato di quegli organismi, nei quali la iniziativa privata o non funziona più o funziona in direzioni malsane di manovra finanziaria e politica. ==·~··=·~~·======·=·===·=====·====·=====·· ~·====·====· bella resistenza UE ~iguce HA EU AH Pllo' Albertelll :. lo guidavano insieme e nei suoi studi e nella. concreta. esperienza della. libertà, trovava in C a.logero il maestro che lo avrebbe sostenuto nei suoi più serii studi: uscirono così il suo volume sull' «Etica. di Platone», e la. sua. traduzione, con introduzioni critiche di alto valore, dei • frammenti degli Elea.ti, dal Laterza.. ba sua. vita era. qualche cosa di a.mmirevolmente serio e unificato, la. sua. severità di studioso e di politico erano una. sola necessità per lui, obbligatosi, fin dai qa.nchi del liceo, ad una. misura di rigore michelstaedteria.no, fuori di ogni compromesso, di ogni generico atteggiamento progra.mma.tico e retorico. La. sua morte, con quella di Colorni e di Ginzburg, è la testimonianza di una. elevata. e consapevole persuasione di fronte alla vita, e vale per noi, non solo per il suo attuale contenuto politico, ma come momento e conclusione eroica. di quel movimento spirituale che sentì nell'antifascismo italiano una. questione radicale di educazione morale prima. ancora. che politica, di mentalità., di dignità.. disposizione. 11 gwrno in cu1 esso potesse pro. · durre per l'Europa, la sua situazione si trasformerebbe. In regime di federazione economica, la sottoconsumazione europea attuale si trasform erebbe in una massa grandiosa di bisogni nuovi di consumazione al cui soddisfacimento non tarderebbero ad essér chiamati a concorrere anche gli altri continenti. . u (fuesto terr eno dunqu~, il federalismo pott à essere. appli cato solo in vista d'una sempre più intima com penetrazione , dei fattori componenti l'unità europea. Ma n ,n potrà assolvere questo corupitn che a condizione d'esser riuscito prima a fram·mentare, nel seno del grande stato, le sorgenti del potere politico ed i titoli per il suo esercizio. Qui sta il segreto del successo della rivoluzio ne, la cui parol•a d'ordine non può essere che: Autonomia, cioè emancipazione da tutte le superstizioni del nazionalismo, affrancamento dall'adorazione della macchina e dall'obbedienza alle sue leggi, disintossicazione dei veleni inventati dai pregiudizi su cui si fondano le nozioni correnti di onore e di eroismo. Una sola condizione può esser . post~ a priori alla vitalità dell'ordinamento nuovo che la rivoluzione vittoriosa potrà e saprà estrarre dafle sue viséere: quella per· cui 1l'ade!enza dello stato alla realtà umana di cui" esso deve esprimere la disciplina e la sintesi resta sempre' fatalmente subordinata al trionfo integrale del. principio dell'autonomia. E' per il posto che la rivoluzione assegnerà a questo~ principio nel sistema degli istituti concorrenti all'elaborazione della volontà dello stato che le nuove costituzioni dei popoli europei dovranno soprattutto differenziarsi, sotto l'aspetto giuridico e politico, dalle costituzioni storiche che le hanno pre· cedute. L'autonomia deve esser posta a base di o,ni attività, all'orig1ne di ogni facoltà e di ogni potere. Ess·a sarà il fermento vitale che solo può rendere o~ranti gli interessi degli individui come quelli :flei gruppi. Autonomia del cittadino, autonomja dell'imprenditore, autonomia dell'azienda, autonomia del sindacato, autonomia delle collettività territoriali, piccole o grandi, ovunque diano prova dell'esistenza d'un centro unitario, di un focolare di vira economica e politica o spirituale: autonomia dello stato. 1 L'autonomia dello stato non può sussistere che in funzione dell'autonomia dei singoli elementi di quel mondo composito del quale esso effettua il coordinamento ed in - coJJ.fronto del quale la sua . volontà diventa legge. Pertanto essa non può tradursi in essere che sulla basè di un denominatore che sia comune a tutte le specie particolari di autonomia ,che entrano ' a far parte della vita, di un denominatore clie possa fornir e al giudizio ~'rb itrale un'immutabile uh 1 t à di misura . . Questo denominatore comune non può essere che l'uomo nella~omplessa molteplicità dei suoi atteggiamenti, delle !;ìUe voéa· zioni, del suo destino. Se, in nome ed in forza di questa esigenza S,!lprema, la r'tvoluzione non saprà aTer ragione della guerra o se essa si mostrerà poi inetta :1 costruire sULlle basi che l'adempimento di quest'esigenza reclama, l'Europa sarà votata per un tempo indefinito a far l'esperienza della più spaventey ole barbarie. ' ..... LOCARNOt 22 Luglio 1944 A.tmo XXV- 60 . AV ANGU ARDI A ·l~ . buon grado se si · sapess.e che ç~uesta libertà è garantita da· un'au.t entica frggè internazio- Un problema fondamentale ~:~aie. Economia libtlrZI o economia dìrfllla ? UE AH HA EU Il Partito ·d'Azione AH UE FE.D E COSTRUT'T I.V A EU La scelta dipenderà in parte dal processo di chiarificazione politica ed ideologica in seno ai partiti, ma in misura àssai più importante da certe premesse generali che potranno o vivificare o isterilire l'una o l'altra delle due tendenze, e che esulano dal quadro 'della politica italiana. La sorte dell'Italia è e resterà legata per un tempo abbastanza lungo alle decisioni degli alleati. L'Italia dipenderà da essi perchè è stata sconfitta, perchè avrà bisogno del loro aiuto per non morire letteralmente di fame nei primi anni del dopoguerra e perchè avrà bisogno dei loro crediti per ricostruire la propria economia. Ma. dipenderà da essi soprattutto in quanto dovrà accettare le condizioni economiche generali che saranno . stabilite nel mondo. E' assai probabile che immediatamente dopo la fine della guerra i vincitori imporranno all'Italia come condizioni di pace e· in cambio degli aiuti immediati di cui avrà bisogno, non solamente il disarmo militare ma anche la smobilitazione della sua autarchia. Nel considerare l'avvenire più lontano, possiamo però prospettarci due diversi ambienti economici internazionali che avranno rip~rcussioni assai diverse sullo sviluppo italiano. Poichè questi ambienti non potranno essere creati dall'Italia, che dovrà invece assumerli come dati di fatto, li presenteremo qui come due ipotesi, ed esamineremo le conseguenze che essi avranno per questo paese, • Supponiamo che non si riesca à superare il dogma della sovranità assoluta degli stati, e che di conseguenza si abbia ancora nell'economia mondiale un'epoca di restrizionismi~ di politiche di zone d'influenza e di spazi vitali. In tal caso le misure ROiitiche ed economiche che ·gli alleati potranno avere imposto aii'Jtalia non dureranno per molto tempo. Basta gettare un colpo d'occhio su quella che è la probabile carta politica della futura Europa per rendersi conto che l'Italia potrà ricominciare il suo tradiz.iortale gioco consistente nei . barcamenarsi fra le grandi potenze, e potrà riconquistare l'indipendenza che avrà perso nei i primi tempi: Non potrà contare con sicurezza nè su mercati di esportazione nè sul libero accesso alle fonti di materie prime nè su sbocchi per la sua sovra popolazione. Tutto sarebbe aleatorio e dipenderebbe daila buona volontà degli altri. In queste condizioni vi saranno certamente degli economisti i yuali predicheranno che l'Italia dovrà essere ciononostante liberoscambista, ma certo non avranno più fortuna di quanta semi-anarchia, l'economia italiana continuerebbe a sviluppare il tema proposto dal fascismo, e il balzo verso la democratizzazione sociale non servirebbe che a rendere più facile lo stabilirsi di qualche nuovo totalitarismo. La difficoltà che sembra votate al fallimento ogni serio tentativo di creare un'economia libera, e nello stesso tempo abbastanza egualitaria, è dovuta al fatto che per riuscirvi bisoPanl gnerebbe avere un governo che fosse sottratto alle influenze di coalizioni di interessi sezionali 1 11 1.& ~~~IS'.!!liiBI~iiliilil.!li.ii 1 Siiiiiiiiii·S i'iiililiiHl ~l =sanD e capace di imporre un regime di libertà economica, in un paese dove tutto ;sj1')'inge tradizionalmente in senso contrario:,. t in un regime internazionqle"'f. ' sovranità assoluta degli stati è a51!1astanza improbabile che uomini politici sostén1iorl della soluzione libero-scambista arrivino al potere; e, in caso affermativo, che riescano a mantenervisi. La seconda ipotesi è che si riesca a limitare Tutta l'impostazione politica e politico-econo- abbandonare la libertà economi~a e accoriten~ la sovranità assoluta degli stati, non solo per i'nica del partito d'azione è un atto di fede. Non t arsi delle altre libertà (concezione socialista), quel che riguarda i paesi vinti, ma in un modo fede irrazionale, non fede iri una qualsiasi spe~ o mettere anche qu~10te da parte, almeno tempopermanente che impegni tutti i paesi, vincicie di miracolo, ma fede nell'uomo. Fede che- raneamente (conf:e~ione comunista) •. fino a che tori e vinti: e ciò mediante lo stabilimento di - le forze avverse 'aLnuovo ordine non siano devincoli federativi fra i vari stati e la creazione l'uomo non perirà di fronte alle difficoltà della .. finitivamente debellate. organizzazione sociale, e imparerà a doll).inarle di un libero mercato internazionale garantito coine ha 'imparato a dominare le forze della da un sistema giuridico collettivo. *** Noi neghiamo questa alternativa. Noi non In questo caso la formazione di un'economia natura; ma anche e sopratutto fede che l'uomo libera, che in Italia sembra urfare contro diffi- non sacrificherà alla organizzazione, alla tec- crediamo che l'uomo debba essere ,costretto a coltà quasi insormontabili, si - svilupperà senza nica, alla economia e neppure a uno schema scegliere fra . la libertà e la giusti;ia, cioè a astratto di giustizia, la sua natura spirituale mutilare, in un modo o in 'un altro, la sua troppe difficoltà. · anima. l vincoli corporativi, essendo difesi da for- che è libertà. Quando noi affermiamo che giustizia· e libertissimi interessi consolidati, non possono praNoi crediamo che una società senza libertà tà non sono posizioni antitetiche, ma essenzialticamente essere sçiolti m~diante semplid ~conomica diventerebbe necessariamente una decreti del potere politico. Possono essere .• mente connesse, che l'una si arricchisce del società anche politicamente e spiritualmente progressivamente svuotati di importanza e in- cont~nuto dell'altra e sòlo in unione con. l'al- asservita. Non c'è bisogno di esserei dei seguaci fine eliminati, se si aprono nuovi campi alla ' tra acquista concretezza e raggiunge la sua del materialismo storico per ammettere che i attività economica, in cui gli interessi non siano propria perfezione, sorgono le voci degli scet- fenomeni economiéi e la loro disciplina eserancora coalizzati, permettendo cosl la forma- tici da destra e da sinistra, a negare: a negare citino una influenza e una influenza molto senzione di borse economiche e politiche· abbastan la ~ossibilità pratica di qu~sta sintesi o a de- sibile, su tutto !"'o rientamento e le tendenze deza potenti da spezzare le coalizioni di inte- gradarla a «compromesso» (perchè, in defini- gli uomini in società (basti pensare alla influenressi particolari. Questa sfera dell'attività eco- tiva, così la posizione libertica come quella col- za che la vita della fabbrica esercita sulle tennomica libera, che si presenta così anemica lettivistica - le quali pure hanno rappresen- denze politiche e sulla stessa )€nerale forma sul piano nazionale, si formerà immediatamente 1tato e rappresentano entrambe una fede, e mentis degli ope·r ai): ora è facile immaginar~ na fede mirabilmente operante, contro altre e possente quando esisterà un mercato monche il venir meno di ogni iniziativa e~onomica posizioni sorpassate - diventano nel loro irridiale. individuai«:?- e )a soggf z'one di ciascuno _alle La formazione di un mercato internazionale gidirsi, neì porsi come mete ultime e invaH- normé d! un ~ano e alle disposizioni dei fun. sicuro e l'impossibilità di creare delle autarchie cabiÌi, posizioni scettiche). zionari preposti alla sua applicazione avrebbeSorgono, dunque, gli scettici di destra a dire: ro una profonda ripercussione su tutto rattegeconomiche nazionali, spezzerà anzi tutto il legame esistente fra i gruppi economici orga- ,_ o una cosa o l'altra. Non si può derogare al- giamento mentale dei cittadini, nei quali 1'istinnizzati e lo stato italiano, farà deperire e poi la regola della libertà. Qualunque intervento to gregario si svilupperebbe sempre più, a dansparire le attività industriali ed agricole paras- autoritario nel libero giuoco delle forze .eco- no delle peculiarità individuali, dello spirito sitarie, e infine darà via libera alle produzioni nomiche conduce fatalmente al collettivismo, e critico, del sentimento di indipendenza. se a quindi alla soppressione della libertà. Un in- questa minorata resisten~a si aggiunge, come più redditizie per gli italiani. tervento 'l'ichiama l'altro. La socializzazione di necessariamente si aggiunge in un sistema di Certamente vi sarà un periodo difficile per alcuni settori dell'economia italiana. Questa un ramo della produzione conduce fatalm~nte economia pianificata, la concentrazione negli crisì di inserzione nell'economia mondiale, da- alla socializzazione in un altro ramo. Non po- organi dello Stato del potere politico e del povanti a cui quasi tutti i dirigenti italiani arre- tret e, se anche lo volete, fermarvi a metà del- tere economico, per cui il governo diventa ar- . HA Il Nel quadro di un simile sistema economico, tendenze social.iste che oggi so,no caratteristiche di tutto il nuovo mondo italiano, potranno facilmente prendere l'aspetto sano d'una politica sociale diretta a migliorare le condizioni delle classi povere e a impedire chE\ i frutti dell'accrescimE;?nto della ricchezza cadano nelle mani di alcuni pochi privilegiati . Perderebbero così il loro aspetto di tendenza verso l'economia pianificata che sembra oggi la grande novità, mentre in realtà non è che la continuazione della vecchia politica economica italiana che al paese non ha fruttato che Ja miseria. Abbiamo qui tentato di descrivere brevemente il modo in cui si presenta l'alternativa fra economia diretta coi suoi corollari di rivalità imperialiste, di odii fra popoli ricchi e popoli poveri, di militarismi e di guerre, - ed ~e . • un'economia libera fondata sul': dirfr· to J"mterna' zio.nale e sulla pace. Ma non si ratta di un problema solo italiano. Tutti i paesi usciranno da .questa guerra con economie pianificate, ed in ognuno di essi vi saranno, tanto nel . mondo politico che in quello economico tendenze assai accentuate in favore del loro mantenimento. Ma le grandi speranze che si ripongono in queste pianificazioni sono illusorie. L'humus che nutre ·l'idea della pianificazione e che la fa sempre di nuovo rinascere dalle sue stesse ceneri è la sfiducia che regna tra i popoli. Nel quadro nazionale di ogni paése troppe tendenze politiche, economiche, militari e spirituali ·cospirano ormai al rafforzamento delle pianificazioni nazionali. Per liberarsene non c'è che una «Via regia»: la creazione di una legge internazionale e nello stesso tèmpo di un potere effettivo -che la faccia rispettare. Solamente sotto questa egida è oggi possibile stabilire una vita economica ! libera. \...J IC' C~.:>l UYIUII IIV ,....._, ..,._..._ ..,. .. _ ~-- - -- .· HA EU AH UE Supponiamo che non si riesca à superare il progressivamente svuotati di importanza e in- cont~nuto deu·altra e so1o 111 unwu~ 1..0vH • .... dogma della sovranità assoluta degli stati, e fine eliminati, se si aprono nuovi campi alla tra acquista concretezza e raggi un ge la sua asservita. Non c'è bisogno di essere dei seguac1 che di conseguenza si abbia ancora nell'econo- attività economica, in cui gli interessi non siano propria perfezione, sorgono le voci degli scet- del materialismo storico per ammettere che i mia mondiale un'epoca di restrizionismi, di po- ancora coalizzati, permettendo cosl la forma- tici da destra e da sinistra, a negare: a negare fenomeni economici e la loro disciplina eserlitiche di zone d'influenza e di spazi vitali . .ln zione di borse economiche e politiche' abbastan la ~ossibilità pratica di questa sintesi o a de- citino una influenza e una influenza molto sental caso le misure ROiitiche ed economiche che za potenti da spezzare le coalizion i di inte- gradarla a (compromesso» (perch è, in defini- sibile, su tutto rorientamento e le tendenze de. gli alleati potranno avere imposto aii'Jtalia non ressi particolari. Questa sfera dell'attività eco- tiva, così la posizione libe rtica come quella col- gli uomini in società (basti pensare alla influendureranno per molto tempo. Basta gettare un nomica libera, che si presenta così anemica ' lettivistica - le quali pure hanno rappresen- za che la vita della fabbrÌcll esercita sulle tendenze politiche- e sulla stessa ~en;ralé forma . 'f e de, e colpo d'occhio su quella che è la probabile sul piano nazionale, si formerà immediatamente 1tat ~l e rappresentano":: entram''h e una mentis degli operai): ora è facile ' immaginare carta politica .della futura Europa per rendersi e possente quando esisterà un mercato mon- ~ma' fede mirabilmente opeui:kte, contro altre che il venir meno di ogni iniziativa economica conto che l'Italia potrà ricominciare il suo tra- diale. posizioni sorpassate - diventano nel loro irriindividuale· e la sogg_ez~one di ciascuno alle diz.ionale gioco consistente nel ' barcamenarsi La formaz ione dì un mercato internazionale gidirsi, nel porsi come lllete ultime e invaHnorme di un piano e alle disposizioni dei funfra le grandi potenze, e potrà riconquistare sicuro e l'impossibilità di creare delle autarchie cabiÌi, posizioni scettiche). zionari preposti alla sua applicazione avrebbel'indipendenza che avrà perso nei primi tempi : economiche nazionali, spezzerà anzi tutto il Sorgono, dunque, gli scettici di destra a dire: Non potrà contare con sicurezza nè su mercati legam.e esistente fra i gruppi economici orga- - o una cosa o l'altra. Non si può derogare al- ro una profonda ripercussione su tutto l'attegdi esportazione nè sul libero accesso alle fonti nizzati e lo stato italiano, farà deperire e poi la regola della libertà. Qualunque interve~to giamento mentale dei cittadini, nei quali 1'istindi materie prime nè su sbocchi per la sua so- sparire le attività industriali ed agricole paras- autoritario nel libero giuoco delle forze eco- to gregario si svilupperebbe sempre più, a danvra popolazione. Tutto sarebbe aleatorio e di- sitarie, e infine darà via libera alle produzioni nomiche conduce fatalmente al collettivismo, e no delle peculiarità individuali, dello spirito critico, del sentimento di indipendenza. se a penderebbe daila buona volontà degli altri. più redditizie per gli italiani . quindi alla soppressione della libertà. Un inquesta minorata resistenza si aggiunge, come In queste condizioni vi saranno certamente deCertamente vi sarà un periodo difficile per tervento richiama l'altro. La socializzazione di gli economisti i yuali predicheranno che l'Ita- alcuni settori dell'economia italiana . Questa un ramo della produzione conduce fatalm~nte necessariamente si · aggiùnge in un sistema di lia dovrà essere ciononostante liberoscambista, crisi di inserzione nell'economia mondiale, da- alla socializzazione in un altro ramo. Non po- economia pianificata, la concentrazione negli ma certo non avranno più fortuna di quanta vanti a cui quasi tutti i dirigenti italiani arre- trete, se anche lo volete, fermarvi a metà del- organi dello Stato del potere politico e del potere economico, per cui il governo diventa ar- . non ne abbiano avuta in passato. Qualunque trerebbero spaventati, finchè la libertà del la china. bitro della vita economica dei cit~adini e può sia il governo al potere, esso dovrà quasi ine- commercio internazionale fosse una decisione E sorgono gli scettici di sinistra a dire: - il vitabilmente seguire ·una politica protezionista presa da ogni stato in regime di sovranità - e vostro è un c~mpromesso di gente pavida, che quindi esercitare su di essi tutte le pressioni e le lusinghe che alle prospettive della vita ecoche p·ossa assicurare all'Italia un minimo· di conseguentemente revocabi le a ogni occasione non sa o non vuole svincolarsi dalle concezio- nomica si ricollegano, appare chiaro come diautarchia ed una certa libertà d'azione nella potrebbe venir sopportata abbastanza di ni "borghesi ». Se si vuole la giustizia, bisogna venti illusoria, pure nella form~le pkrsistenza politica internazionale. Il paese, che da più di di una organizzazione politica democrat~ca. ogni mezzo secolo vive sotto questo regime, sarà possibilità di formazione e di resistenza di più che mai pronto a riprendere l'antico cam•,; gruppi di minoranza e, in gen~re, ogni possimino. bilità di vita per le tendenze poli-tiche e perfino Come già dicemmo, le forze economiste del culturali contrastanti con quelle dominanti. paese sono tutte serrate negli schemi dei priQuelle tendenze, d'altro canto, se pur potessero vilegi corporativisti. Non bisogna dunque a~ materialmente sopravvivere, dovrebbero dipensolutamente aspettarsi che di là possano uscidere dal beneplacito dei loro avversari - . dere delle voci che reclamino un'economia ·libera. tentori del controllo di tutti i mezzi di pr~du Al contrario, ogni gruppo esigerà qualche parzione e di scambio - per disporre di quei mezzi ticolare azione governativa per cons()lidare che, in una società moderna, tecnico-economici i propri· privilegi. D'altra parte, non bisogna sono indispensab~li per la diffusione del penavere eccessiva fiducia nell'esistenza di parsiero politico e del pensiero in generale. Non è titi disposti al suicidio: in ogni partito che senza significato, questo pròposito, che il privoglia avere delle possibilità di arrivare al mo e per ora n~ìco esempio di regime econo· potere e che di conseguenza abbia bisogno mico collettivistic~, cioè quello russo, si accomdi popolarità, fDrevarranno le correnti che pr~ pagni con una sòppressione ·non solo della liclameranno di vo·ler. &tabilire un. qualche eqUIDue giovanissimi, due fratelli, sono bertà economica, . ma anche della libertà poliI fratelli V igorelli avrebbero potuto ' Iibrio fis~ato d{autorità fra i diversi gruppi ortica e, almeno fino ad alcuni anni or sono, della caduti combattendo sulle montagne accedere all'invito di una sicurezza faganizzati di interessi sezi~nali. • libertà religiosa e finanche della Jjbertà di riIn tutti· i partiti esistono degli schemi ideolodell'Ossola a poche ore l'uno dall'altro. cile: non vollero questa sicurezza che cerca in alcuni rami della scienza (ad esempio gici, abbastanza popolari, pronti a dare una Alle notizie sempre più dolorose che loro sembrava rinuncia e cercarono il della ricerca storica). · giustificazione di questo sviluppo. l cattolici giungono dall'I t alia, questa si aggiunge rischio del combattimento, che è più Ma anche ·agli scettici di destra noi rispondiahanno la loro dottrina corporativista, e si sa terribile e insieme splendente di eroi- alta affermazione di eroici ideali. • mo che la loro abbiezione potrebbe reggere se che non hanno mai visto di malocchio il cor' sm~ ~ la Ifostra posizione fosse realmente una . c:via porativismo fascista, del quale, vorrebbero Ora hanno raggiunto i compagni di mezzo» se fosse un compromesso fra esigenze Appartenevano i fratelli Vigorelli a salvare i pilastri fondamentali. Anzi coloro morti nella lotta, affermando la loro contrastanti. Invece, la essenza di; questa nostra sens'o socialista che sono orientati in quella generazione che alla superficiale passione di libertà, con il sacrificio posizione è nel convincimento che essa sia una democratico fanno da lungo tempo l'apoloosservazione degli anziani può sembradella loro giovinezza, sacrificio che li sintesi di due esigenze che non si combattono, gia delle virtù del controllo operaio, e parla~o ' re distratta ed assente, ma che, invece, ma a vicenda si integrano; che, per conseguendelle necessità di un socialismo «decentraliZinndlza al .iJ.isopra dei vivi che è di coltiva nell'animo insospettate risorse za, conduca a soluzioni pratiche logicamente zato», cioè fortemente sindacalista. Oal canto guida ai compagni. di sentimento e di fede. N ella lotta delcoerenti, e per ciò stesso verosimilmente ·stabili: toro, i comunisti sono convinti dell'eccellenza di un regime che amministri tutta l'economia non si tratta, in altre parole, ~fermarsi a metà I loro nomi li sappiamo: ne pianla resistenza la generazione dei giovadi una china, ma di scegliere una di queUe podel paese. Con qualche variante da un caso nissimi non solo ha confermata la ge- giamo la morte e ne veneriamo il risizioni di equilibrio che risultano d&l confluire all'altro, tutte queste correnti, coscientemente nerosità entusiasta dell'età, ma ha mo- cordo, pensando con loro ai molti di cui di forze sociali convergenti. Noi crediamo, ino no, sono partigiane di un'economia pianistrata una precoce maturità di fronte ignoriamo il volto, di cui l'eroismo non fatti (ed è <luesto un dato ormai non nuovo, ma ficata. alle tremende esigenze dell'impegno as- è noto che a quanti li videro combatCome nel campo politico l'Italia, lasdata ~nzi conferrftato da una moltepli~e esperienza),-. che non ci sia libertà vera, concreta, operante a sè stessa, avrà una forte tendenza a ricad~re tere e morire. sunto. all'infuori di una democrazia economica. Finchè . in forme dispotiche, cosl nel campo econom1co .. , in· uno stato, sia pur esso ordinato a regime ,popresenterà una tendenza assai. for-te ve.rs? un ulteriore sviluppo nel senso d1 un socmlism~ litico democratico, il potere economico· è concentrato in poche mani, così da essere in gxado nazionale. Dopo aver attraversato una fase d1 ~~~~~~~~~~~~.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ martiri ii HA EU AH UE I fr ate Ili VigoreIli :. e .; AVANGUARDIA LOGARN O , 15 Luglio ~·· 194~---·------<L --- _ ·---- - - --·---------____ _ .a:co~~~ ~\.~iS"'1"'1'"'iì ".">U~·$'0:-o~ ~~=I'J:'~;vmo.am:iOiiiiiiiiiii'imii~iiW:ìii;.;mii',MiìOiiMiiiiii.IOMiiiiiii;;;;..,iiO'iiiiM::.,.~-"iii""ìii,;..i!iii~~-~·MD!i!:»e :. t:Uh problama tondaménlale ·. lib~ra ~conomia dir~lla? Economia o UE Quando il fascismo salì al potere, l'Italia era un paese in cui quasi la metà della popolazione attiva era costituita da piccoli contadini, e anche nell'industria la maggior parte degli imprenditori e degli operai lavoravano in piccole e medie aziende. Benchè negli ultimi vent'anni il grande capitalismo si sia assai sviluppato, i tratti essenziali della società italiana sono ancora oggi gli stessi. Su questa costituzione sociale del paese che avrebbe potuto costituire una base sana per un'economia libera e che domani dovrà essère il punto di partenza per un risanamento sociale del paese, gravava tuttavia un peso soffocante·: sulle spalle di questo pop~lo laborioso e tenace, ma povero e poco educato, vivevano e prosperavano strati parassitari · di dimensioni veramente eccezionali. HA EU UE AH La legalità fascista, o meglio quel simulacro di legalità che pure il fascismo aveva creato, cadde e si dissolse il 25 luglio. Ma quel giorno non risorse, nè poteva per incanto risorgere quell4 legalità costituzionale, che il fascismo, complice la monarchia, aveva colpito a morte il 3 gennaio 1925. Tra la defunt-a legalità fascista e la futura legalità democratica, che non potrà essere restaurazione di vecchi ordini, come sognano conservatori nostalgici, si è dunque aperta una parentesi. Siamo nella fase della costruzione politica, non siamo ancora in quella delle cristallizzazioni giuridiche. In questa fase ancora in corso è apparsa fin dagli inizi nettamerite predominante, come interprete ed espressione della volontà popolare, la funzione dei movimenti e partiti politici, i quali, pur essendo essi stessi in una fase di formazione, di espansione e di orient-amento, ha.nno subito proceduto alla creazione di -uf'gani comuni di intese e di lotta: quei Comitati ·interpartiti che, sorti all'indomani del 25 luglio con meravigliosa prontezza per chi credeva spenta in Italia ogni forma . di vita politica, hanno cost-ituito il primo nucleo di quei Comitati di Liberazone nazionalo i quali, subito dopo l'8 settembre, - nel disgregamento e nell'impotenza; quando non pure nel tradimento, dei residui ,organismi del vecchio stato monarchico fascista, - hanno assunta la responsabilità della direzione politica e militare della lotta di liberazione. Abbiamo ragione di credere che l' atteggiamento energico assunto a Roma dall'esecutivo del P arti t o d'Azione nei confronti della monarchia e di Badoglio al momento della soluzione provvisoria di N a poli, che, nonostante le riserve dei rappresentanti dei partiti entrati nel governo, lasciava adito all'equivoco e margine al compromesso, abbia esercitato il suo peso, favorendo e forse anche determinando a Roma la contrastata estromissione di Badoglio e degli uomini di fiducia della monarchia. La formula del giuramento di fedeltà alla patria e non al re e le stesse modalità pratiche, attraverso le quali sarebbe intervenuto il giuramento, non devono essere sottovalutate come formalità e. strinseche . ed indifferenti. Tale atteggiimento, ricollegato alla promessa solenne di deferire il problema istituzionale ad una assemblea costituente, rappresenta una sospensione per lo meno virtuale dei poteri della corona, un avviamento sicuro EU Cf#nita.ti di U&ua-zio.he ma ancora che intervengano elezioni per la costituente e che si stabiliscano le forme e modalità relative, e così pure prima che si proceda alle elezioni · nei comuni, (che con ogni probabilita sarà bene siano effettuate abbastanza 'presto), occorrerà far fronte ai problemi più urgenti e segnare orientamenti importanti. per la vita futura del paese. A tutto ciò non può e non deve provvedere il solo governo, il quale sarebbe . indotto fatalmente a ricostituire in via provvisoria r organizzazione dal centro con la nomina dall'alto 'di suoi uomini ai fiducia con carattere di funzionari, cosicchè verrebbe a ricostituirsi quasi automaticamente un -centralismo burocratico) difficile poi a sradicarsi, e andrebbero dispersi i germi di spontanea vita democratica, che sono nati e si sono sviluppati in funzione della lotta di liberazione, la quale, è bene sempre ricordare, non è solo lotta di liberazione militare, ma, anche e in pari tempo, lotta di liberazione politica e sociale. Il Partito d'Azione, in conformità del suo spirito schiettamente libe.rale e al suo conseguente orientamento democratico, ha additata immedi-itl!:mente là ·funzione rappresentativa det Comitati ' di liberazione nazionale e ha fatto e fa valere la necessità che questa funzione permanga e si sviluppi, una volta intervenuta la integrale liberazione del territorio nazionale, perchè solo i Comitati di liberazione hanno autorità e prestigio per garantire l'avviamento di una vita politica democratica in un'atmosfera di libertà, vigilando contro subdoli ritorni e adottando soluzioni provvisorie di carattere progressivo. Le prime basi politiche e sociali della1 democrazia italiana devono essere subito gettate, gli orientamenti pratici devono essere sviluppati gionio per giorno, l'azione di governo deve essere sollecitata e sorvegliata. ; Il Partito d'Azione e gli altri partii{ popolari avranno nella fase di transizione un compito arduo e una responsabilità grave. HA ,f ===·=·=l An.no XXV - N. 58 ... AH nm l Circa due terzi della terra non appartenevano a chi la coltivava ma a una classe di proprietari fondiar( che andava dal piccolo proprietario «borghese» - che cioè non lavora la terra da se stesso - al grande latifondista assenteista. L'industria italiana fu sempre caratterizzata da un forte protezioni~mo che favorì la formazione di grandi complessi monopolistici. Le industrie siderurgica, mineraria, zuccheriera, chimica, idroelettrica, i cantieri navali, raggruppQti intorno a qualcht grande istituto banc rio, erano delle vere e proprie sanguisughe per il popolo italiano, il quale era obbligato ad ~equi stare . sul mercato nazionale degli artico i che avrebbero potuto essere importati a con izioni ben più vantaggiose, o che avrebbero otuto essere prodotti e venduti in Italia a pre:11zi assai più bassi se le industrie rispettive non 1avessero avuto l'aiuto dello stato nella loro a tività monopolistica. Lo sviluppo industriale che a- ·-·=·=·=·=·=·=·=·-·=====· l Dallo sciopero generale alla rivoluzione democratica "VOCI d'OFFICINA,_. organo del Partito di , Azione per il movimento opf.faio, pubblica nel No. 5 dell'edizione lombarda J' articolo seguente, sulla cui importanza richiamiamo l' attenzione dei nostri lettori: Dopo il grandioso sciopero gener~le del marzo i fascisti, e la gente che con questi fa affari, hanno proclamato che avrebbero saputo impedire il ripetersi di simili agitazioni. Questo to in Germania, parallelo alle deportazioni in massa di operai e di soldati. Questo hanno capito gli operai di Milano, salutando con brevi scioperi di solidarietà (nel caso della C. G. E. giunti alla manifestazione di strada) la liberazione di Roma, gli operai di Genova-Ponente protestando con grandi scioperi di massa contro gli assassini di militanti del proletariato, come Bruno Buozzi, da parte dei nazisti in ritirata e contro le deportazioni vrebbe potuto essere pl).l vantaggioso per un paese povero di materie prime e ricco di mano d'opera, ne risultò quindi completamente deformato, poichè le industrie che tratt~vano le materie prime importate e che espo'rtavano prodotti finiti nonchè quelle produttrici di derrate . alimentari si trovavano schiacciate sotto il peso dei grandi complessi dell'industr!a pesante protetti dallo Stato. Questa struttura industriale permetteva dei profitti straordinari ai grandi capitalisti, ma rendeva impossibile una seria elevazione del tenore di vita delle classi lavoratrici, poichè t~tto il sistema era assai poco produttivo. Prima del fascismo l'emigrazione permetteva tuttavia a milioni di italiani di andare a cercarsi . il pane lontano dal loro paese·, e così di alleviare un poco la miseria delle loro famiglie: negli ultimi vent'anni, invece, questa sorgente di ricchezza si è completamente inaridita. Contro questa s;truttura si sono spesso ievate le critiche severe ài studiosi italiani di valore, ma bisogna · ricpntscere che le classi politiche dirigenti . italiarle -~on hanno fatto alcun serio tentativo per riformare la società italiana. La evo1uzione è stata costantemente nel senso di aggiungere baronìa economie~ a baronìa economica. Gli stessi movimenti proletari sono facilmente degenerati in una semplicé ' attività in favore di qualcuna delle più forti cat~gorie di lavoratori. · Già prima del fascismo la società italiana era incamminata a grandi passi verso • forme di società corporativa (benchè non si usasse ancora questa parola) nella quale gruppi organizzati di interessi sezionali,: disposti più o meno in alto nella scala sociale, rendevano ogni giorno più difficile lo sviluppo normale di una vita economica e politica libera, senza tuttavia essere capaci di trovare una soluzione alle contraddizioni che essi st~ssi creavano. La crisi sociale de! dopoguerra, col conseguente scatenamento di lotte ~nomiche e l'assenza quasi totale di idee e di propositi di ricostruzione, sprofondò l'Italia in un caos che non fece che riconfermare la dimostrazione eh~ gli economisti a' evano già data dell'impossibilità di un qualunque funzionamento di una società, in troppi settori della quale le coalizioni di gruppi di interessi si sostituivano alla libera concorrenza. Il fascismo, che dichiarava di voler salvare l'Italia, in realtà non ha punto modificato la struttura sociale del paese; . al contrario, esso seguì la via più reazionaria che si potesse immaginare. Non solo èsso ha conservato, ma ha perfezionato e cristallizzato in forme giuridiche il regime dei privilegi corporativi, e l i ha inquadrati nel solo sistema politico che po..f..o,To nhhl~ ,.... ",.. " ,....., .. " "' in. ..,.,....,,....,.l~ fn,.. ........ ,.... ~- ...... .; .-.. l l ~;,r ~;;,;pft~ -~~~iu~ - -~-- {,na. responsabilità. d 0ra.ve. . ·· -·=l ser o avuto l'aiuto dello stato nella loro attività m onopolistica . Lo sviluppo industriale, che a- ~~·===·===·=·====·-l==·==·==· l ·Dallo sciopero generale alla rivoluzione· denlbcfat;lca o meno n1 alto nella scala sociale, rendevano ogni giorno più difficile lo sviluppo normale di una vita econ omica e politica libera, senza tuttavia esser e capaci di trovare una soluzione alle cont raddizioni che essi st~ssi creavano. La cr isi sociale del dopoguerra, col conseguente scatenamento di lotte econo!lliche e l'assenza quasi tot ale di idee e di {>roQosi«" di ricostruzione, sprofondò l'Italia in un 'caos che 11on fece che riconfe rmare la dimo strazione eh~ gli economisti avevano già data dell'impossibilità di un qualunque funzionamento di una società, in troppi settori della quale le coalizioni di gruppi di interessi si sostituivano alla libera concorrenza. Il fascismo, che dichiarava di voler salvare l'Italia, in realtà non ha punto modificato la struttura sociale del paese; . ;:tl contrario, esso seguì la via più reazionaria che si potesse immaginare. Non solo esso ha conservato, ma ha perfezionato e 'cristallizzato in forme giuridiche il regime dei privilegi corporativi, e li ha inquadrati nel solo sistema politico che poteva obbligare queste grandi formazioni a non scatenare violente lotte sociali, ciqè nel regime totalitario. to in Germania, parallelo alle deportazioni in massa di operai e di soldati. Questo hanno capito gli operai qi Milano, salutando con brevi scioperi di solidarietà ~ne~ caso della C. G. E. giunti alla manifestazione di strada) la liberazione di Roma, gli operai di Genova-Ponente protestando con grandi scioDopo il grandioso sciopero gener<}le del peri di massa contro gli assassini di militanti marzo i fascisti, e la gente che con questi fa affari, hanno proclamato che avrebbero saputo del proletariato, come Bruno Buozzi, da · parte impedire il ripetersi di simili agitazioni . Questo dei nazisti · in ritirata e contro le deportazioni era, logicamente, il linguaggio del nemico. Ma, di lavoratori in Germania. Questo hanno caormai si può dirlo, qua e là esso faceva pre- pito, soprattutto, i lavoratori di Torino, che da sa anche su elementi in buona fede, simpatiz- una settimana sostengono lo sciopero generaLA DEMOCRATIZZAZIONE SOCIALE zanti dell'antifascismo, inducendoli a pensare le in segno di protesta contro il trasporto di che il movimento operaio avesse già raggiunto macchine della F. l. A. T. Mirafiori in Germania. Soffocate le lotte sociali con rltezzi :di polizia, il suo punto culminante e che fosse giunta l'ora Questo capiscono i lavoratori non più della il fascismo dichiarò di aver compiuto una «risola Milano, ma di tutta la Lombardia, d sisi a voluzione», e impedì qualunque critica. Tutte le della rlt!.rata, della prudenza ad ogni costo. Il fatto che la giornata del primo maggio aveva combattere contro la minaccia di deportazioni caratteristiche più ripugnanti del parassitismo dato luogo solo a scioperi biançQj pareva av- da parte de'i' nemico di intere industrie della e dell'egoismo sezionale si sono~ rafforzate. La nostra regione. valorare tali ragior)amenti pessifh isti. battaglia del grano, quella del riso, la creazione . l Il problema · è éos1 impostato. Gli operai, gli di istituti finanziari pubblici - quali T IMI e In realtà, si tratta del pass 91,Q. della lotta impiegati, i tecnici, gli ingegneri, the difendol' IRI - destinati a far ricadere sul contri-. dei lavoratori ad una fa. e superiore. Gli sciobuente le perdite de1le grandi società, la garanperi che riempiono il pe riodo dall'' 8 settembre no le fonti stesse della vita economica italiazia che si diede ai monopolizzatori di ogni ramo al marzo 1944 avevano obiettivi prevalentemen- na, giungendo al momento opportuno, in relazione all'andamento della guerra di liberazioproduttivo che non vi sarebbe stata concorrenza te economici, salariali, pur .non mancando mai che avrebbe potuto diminuire i loro profitti, il in essi la rivendicazione della libertà politica. ne, fino allo sciopero insurrezionale, · avranno controllo poliziesço sulla classe operaia - tutto Lo sciopero generale del marzo, pur essendo il diritto di controllare . domani tutta l'economia questo insieme <di misu.re chiamato pomposaanche una protesta contro il malgoverno eco- nazionale. Questa è la -- nostra ri-ve luzìor..;. La lotta ad oltranza esige organi adeguati . mente «aut.odiscp1ina», «corporativismo»,· ecc. nomico fascista, è già sostanzialmente uno scioEsistono già, in molti stabilimenti, comitati di rappresentò il trctttato di alleanza fra le potenze pero politico: è il contributo ; cosciente del proletariato italiano . alla . guerra di liberazione fabbrica clandestini. Bisogna che si sviluppino, monopoliste del tnondo economico e i «gerarantinazista che si combatte nel mondo intero. si rafforzino, si estendano anche agli impie- . chi». In camb-io d èJla protezione politica da queCome tale esso ha l'adesiÒne delle categorie gati e ai tecnici, diventlno ~eri e propri consi- sti assicurata essi ottenevano o imponevano la gli di fabbrica. Bisogna che coordino la loro loro partecipazione alla distribuzione dei protecniche ed impiegatizie. · Ma il movimento dei azione con quella dei Comitati di liberazione fitti. Si è visto, dopo la .caduta del fascismo, lavoratori non può restare semplicemente polinazionale, dei quali devono accettare natural- quali proporzioni avesse raggiunt~ la voracità tico. O esso si rassegna a non essere che una delle gerarchie fasciste. Il . controllo generale appendice della rinascita del parlamentarismo · mente le direttive m_ilitari antinaziste, ma coi quali debbono poter trattç~r.e, nelle questioni dello Stato sulla vita econm:riica del paese, reso politico e allora naturalmente ritorna verso la pratiche sociali, da pari a pari. Il miglior mezzo necessario da questa struttura malsana, si manirivendicazione pura · e semp·lice di un miglioramento dei salari e di una 'iduzione del costo per ottenere questa . coordinazione ci sembra • festò da una parte con la cessione della magla partecipazione all.e riunioni dei comitati o gioranza delle azioni di parecchie industrie a della vita. O, invece pone 'il problema del con; consigli di fabbrica, aventi carattere politico, istìtuti pubblici, e dall'altra coru la creazione trollo della produzione stessa, del diritto degli del controllo dei cambi e di un effettivo monooperai, degli impiegati e dei tecnici a control- dei fiduciari che i 'vari partiti del fronte di liberazione nazionale hanno negli stabilimenti polio del commercio estero. lare gli stabilimenti 'in cui lavorano, l'insieme e, viceversa, la partecipazione dei deiegati dei Tutto questo edificio ora è croLlato. Gettando della vita economica di cui fanno parte, e allocomitati o consigli di fabbrica alle riunloni dei un colpo d'occhio sui progra~mi dei diversi ra è sulla strada della rivoluzione sociale. partiti che si prepar.ano a governare l'Italia, Avrebbero torto gli antifascisti sinceramente ·li- Comitati di liberazione nazionale che trattano problemi- sociali importanti. Si capisce 'Che la parlando con gli uomini del popolo o con quelli berali a spaventarsi di questa definizione. Chi situazione d'illegalità induca a limitare tali riuche, pensosi, meditano sull'a:v~nire del paese, ha la coscienza pulita, chi non sfrutta le masse ci si rende conto che dopo il desiderio. di libeeroicamente combattenti contro ·il fascismo, non nioni e a prendere in ogni ca$o rigÒrose mirarsi dal giogo tedesco e d! veder ri~tabilita la ha ragioni di temere. La nostra rivoluzione so- sure di difesa del segreto cospirativo. Ma 'tutto pace, l'aspirazione più diffusa è quella di elimiciale sarà democratica; tale suo carattere de- questo si risolve col buon senso, quando c'è la buona . volontà in tutti. nare le forti-,differenze sociali. Il linguaggio soriva dal fatto stesso che essa va sca enata cialista. per quanto abbastanza confuso, è oggi l lavoratori, come provano i loro sc(operi contro le forze d'occupazione naziste. Il diritto il più parlato in Italia. E non v'è in ciò nulla al controllo dei lavoratori sulla produzione supantinazisti, sostenuti a prezzo dei più gravi sadi straordinario. In tutti i paesi esiste questa pone, innanzi a tutto, il dovere dei lavoratori crifici, sono animati da una buona volontà amspinta profonda verso la democratizzazione sodi difendere i mezzi di produzione contro le mirevole. La nazione intera deve aiutarli, osiaciale. E 11on P ch e t r·opj)O na hnal c che queste manomissioni dei nazisti, contro il loro traspor- mo dire rendersi degna di loro. EU AH UE HA EU AH UE "VOCI d'OFFICINA,_. organo del Partito di • Azione per il movimento opnaio, pubblica nel No. .5 dell'edizione lombarda t articolo seguente, sulla cui importanza richiamiamo /' attenzione dei nostri lettori: HA \ secutioo del Parti t o d'A zione nei confronti della monarchia e di Badoglio al momento della soluzione provvisoria di Napoli, che, nonostante 1e riserve dei rappresentanti dei partiti entrati nel governo, lasciava adito all'equivoco e margine al compromesso, abbia esercitato il suo peso, favorendo e forse anche determinando a Roma la contrastata estro···missione di Badoglio e degli uomini di fiducia. della monarchia. La formula del giuramento di fedeltà alla patria e non al re e le stesse modalità. pratiche, attraverso le quali sarebbe intervenuto il giuramento, non devono essere sottovalutate come formalità. e. strinseche . ed indifferenti. Tale atteggiimento, ricollegato alla promessa solenne di deferire il problema istituzionale ad una. assemblea costituente, rappresenta una sospensione per lo meno virtuale dei poteri della corona, un avviamento sicuro verso quel governo straordinario provvisorio, che è stato ripetutamente richiesto dalle deliberazioni unanimi dei Comitati· di liberazione e che dovrà. diventare, se non pure è già., un'operosa. realtà.. La monarchia co~e istituzione è posta sub judice: ma non bisogna illudersi e fermarsi: occorre ~igila.re contro ogni ritorno insidioso e procedere intanto all' affermazione concreta delle forze democratiche del paese. A qùesto proposito va tenuta. presente e sempre più potenziata (in questo senso si è pronunciato e si balte costantemente il Parti t o d'Azione) la. funzione dei C omitati di Liberazione nazionale, che non deve a.ffatto cessare con la progressiva. liberazione della Penisola e con la formazione di un governo nazionale, ma. deve anzi assumere più vasto contenuto e più intènso significato. I Comitati di Liberazione nazionale lòcali, provinciali, regionali e "interregionali (su su fino al Comitato centrale) sono nell'I t alia. occq,pata gl~ organi di collegamento e di direzione della lotta. e rappresentano nell'Italia liberata. i naturali organi di collegamento fra popolo e governo. Tali organi rappresentativi per una genuina. investitura popolare non devono sparire, ma devono assumere negli enti. locali . funzioni sia. pure provvisorie di amministrazione e di controllo, mentre, attraverso appropriati criteri di scelta, devono concorrere, unita.mente agli a.ltr~ · organismi nati dall'iniziativa. e dalla volontà. popolare, a. costituire la. prima. assemblea provvisoria che eserciti poteri di controllo sul governo e partecipi alla.. formazione di quelle leggi, che sotto la spin.ta della urgente necessità., dovranno pure essere emesse. V asse~blea consultiva di A lgeri e altre formazioni consimili, uscite dalla lotta di resistenza. nei paesi occupati, costituiscono una indicazione èvidente anche per l'l talia, perchè analoghe sono le vicende e !e esigenze relative. Infatti, pri- -y- ~·.·. AVANGUARDIA Vi sono naturalmente delìe notevoli diffe1:enze fra le formulazioni programmatiche dei diversi partih. Tuttavia, se si osservano le cose con imparzialità, come bisogna pur fare qualche volta anche sé si è uomini di parte, si constata che su questi problemi non vi sono trbppo grandi differenze effettive. Infatti non si tratta tanto di una questione di programmi di partito quanto di una potente ondata popolare che si riverserà in questa direzione e alla quale qualsiasi partito cercherà di dare soddisfazione. :.. TUT~'LA UE AH HA EU LA MASSA COftTRO 6LI IPPRES·SORI UE SCIOPERI E AGITAZIONI = =• . l 1 aH!!a!i!ii l!!l!iE!iiE!5 •==== l:s::!5ili • - -1 - 1 ~ 1 ===:: 15iii!i5 1Ei!i5!5!1·= = 11 'figure bella ·resistenza c:Silvio 'Grenfin O LIBERTA' f Per importante che sia questa democratizzazione sociale, essa non rappresenta tuttavia, il compito principale che gli uomini politici italiani dovranno proporsi. Per il suo carattere di spinta elementare essa si realizzerà press'a poco allo stesso modo, qualunque siano, sòtto· altri ·aspetti, il regime politico e la struttura economica. Al di sotto di questo problema vi è quello del risanamento dell'economia italiana. La democratizzazione sociale potrà costituire la condizione di una vita politica più civile e più libera oppure la sorgente di nuovi dispotismi, a seconda che la base economica sulla quale riposerà sarà sana o malsana. Per quanto riguarda que~to problema, da un canto ci sono in seno ai partiti ben poche idee precise, e dall'altro bisogna fare i conti con AH Le classi sociali fino ad ora privilegiate saranno colpite abbastanza duramente. Qualche strato sociale probabilmente sparirà del tutto. I contadini aspirano alla proprietà della terra. Si sa che ogni crisi della nostra epoca li ha fatti progredire in questa direzione, e anche questa volta i contadini ne approfitteranno. Se saranno le correnti più conservatrici a prevalere, essi guadagneranno qÙaiche cosa; se, come è più probabile, saranno le forze di sinistra a governare il paese, guadagneranno assai . . Gli operai aspirano a ricostruire dei sindacati liberi che permettano loro di salvaguardare i loro interessi pr-ofessionali, e li otterranno. La loro posizione nelle officine sarà rialzata quando essi avranno dappertutto i loro consigli di fabbrica. I servizi sociali di assistenza contro la miseria, di assicurazione' contro la disoccu. pazione, di pensioni di vecchiaia, di sussidi per i fanciulli, ecc., saranno certamente sviluppati. Potranno èsserlo in modo più o meno intelligente: ma in ogni caso dobbiamo dire che per · nn periodo abbastanza lungo resteranno appena abbozzati, perchè mancherà quel liv~llo di ricchezza nazionale che è la condizione prelimiHare per un ~uon sviluppo dei servizi sociali. Il fatto che prevalgano al potere correnti so, cialiste - o anche comuniste - oppure correnti conservatrici potrà apportare variazioni di carattere marginale, ma non potrà da un giorno all'altro cambiare il dato fondamentale del paese, costituito da una ,profonda miseria. EU I tratti fondamentali delle riforme . da introdurre si possono riassumere abbastanza facilmente come segue: ., ' due generazioni dalla miseria cronica, e soprat, scienza politic'a di tutti .- che econom1a libera mentre g·li altri restano cond~nnaii af~loro stato tutto fornirebbe una seria base economica alla ~ia sirìÒnimo ~ di ec~noniia d.i plfi.vilegi ed ecodi inferiorità, -=-- in una parola/ può essere la libertà politica. Inoltre, nell'ambito della poli- '. tiomia pianificata sinonimo 'ài giustizia. tipica economia capitalista. Oppure può essere tica :sociale, la· creazione qi una maggiore uguaNoi sappiamo invece che accanto ad un'ecoun'economia tendente a creare e a mantenere glianza di opportul_lità per tutti i cittadini e nomia diretta . che si sviluppa su un piano di un massimo di eguaglianza nelle condizioni di l'eliminazione delle formazioni monopolistiche, forte eguaglianza sociale dei cittadini, e che partenza per tutti i cittadini, e che a tale scopo, attenuando gli antagonismi sociali, contribui- ·q uindi si avvicina più o meno agli schemi . del crea delle istituzioni economiche a géstione col-· rebbero ugualmente a consolidare la libertà. comunismo proletario, può essercene un'altra lettiva e sviluppa i buoni servizi sociali, ma , Però la scelta non' sarà fatta da un'assemblea che cons.e rva le differenze sociali e le situ~ii:mi vuole con queste misure garantire una sfera éÙ economisti, ma sarà, invece, il ris.ultato di eli privilegio, avvicinandosi così agli schemi del di attività economica libera a tutti i cittadini. lotte politiche e sociali, in cui ·le cose non si nazionalsocialismo. Per adoperare dei vecchi «slogans», si potrebsvolgeranno con la chiarezza dei teoremi ecoD'altra parte un'economia fondata · sulla li - ·be dire che ciascuna delle due alternative può nomici. seguire una direzione «capitalista» o «socialibera iniziativa e . sul libero mercato può, 1 anche La necessità di scegliere fra · intervento allo sta», cioè favorevole alle classi privilegiate o a essa, a vere per base una forte differenziazione scopo di sviluppare un'economia libera e interquelle lavoratrici. ~ ociale fra ricchi e poveri. e lasciare ai primi vento allo scopo di sviluppare un'economia di(Continua) ogni possibilità di continuare ad arricchirsi, Pant .. retta non è troppo chiara nelle coscienze degli uomini politici italiani. In ciascuna delle tre principali correnti politiche: cattolica, marxista e democratica, vi sono partigiani dell'una e delIN ITALIA l'altra soluzione. E' facile comprendere il motivo 'di questa confusione. Gli aspetti molteplici e .complessi del problema hanno per conseguenza che la scelta dell'una piuttosto che dell'altra àlte rnaÙva sia in generale dettata più da simpatie istintive che da ragion8.manti ben fondati. Nonostante che la scelta sia i un'importanza f~ndainentale, essa tuttavia non è tÙ natura tale da poter essere capita' dall'uomo della · strada. I partiti, che sono organizzati in vista d:l conquistare le simpatie proprio di quest'ultimo, non Con i primi di giugno i grandi scioperi no la terribile minaccia di essere preso e possono mettere in prima linea i problemi eshanno ripreso. A Genova, Milano, Torino, deportato in Germania. senziali, come quello della forma economica del la massa ha abbandonato il lavoro per . A Genova, .come è noto, ~i ebbero sin pae~e, ma i ,problemi più sentiti, come per · periodi più o meno lunghi: sono i primi dagli ultimi di maggio, ripetute manifestazioni e diyersi stabilimenti dovettero esempio quello della democratizzazione sociale. . scioperi di grandi masse di lavoratori doFinora non si è compreso chiaramente che il po il marzo scorso. Essi sono ancora in a più riprese ~ospendere totalmente il hi.problema della democratizzazione sociale non èorso e, anche quando non si sciopera, il voro. Le agita~ioni continuarono sin vercoincide affatto con quello della scelta fra eco- rendimento del lavoro è pressochè nullo. so il 15 giugno'. Il 16 dello stesso mese in· nomia di libero mercato ed economia pianifiLa lotta aperta contro i nazifasçisti si va genti forze tédesche, con èarri armati, cata. Negli ambienti progressisti si pensa facil- · facendo ~empre più decisa, pu:r rendenhanno circondato improvvisamente le 1 nu~·il~c _ seguendo gli schemi di false geuer·alizdosi ogni giorno pitL difficili le c'ondizi<- ni pl'.incipali officine della zona. Entrati ne?azj;>ni marxiste largamente penetrati nella co~ di vita, e sempre più pesando su di ognu- ·gli stabilimenti plotoni di S. ;S. armati di HA esigenze si facciano sentire soprattutto in momenti di crisi politica, allorchè i baluardi che difendono le posizioni privilegiate si sbrecciano e minacciano di crollare. Con Silvio Trentin, morto in Italia dove . egli era ritornato ai primi ·albori dellla li-. bertà, dopo tanti anni di esilio, non per cercare riposo al corpo già minato dal mal_c: ma a .consacrare ·ancora tutte le superst~t L energie . alla sua battaglia_ ideale, . sc~m~arc . una nobile figura di scnttore, d~ g~unsta, rJi cittadino, di uomo. Quando, col concorso o nell'i~navi~ di molti che oggi s·i affannano a nvend~care meriti e titoli che loro assicurino vantaggi ed mwri nel nuovo regime, il fascismo s'impadronì dell'I t alia, Silvio Trentin fu tra .coloro.: che non ebb·ero esitazioni nè dubb~. Combattente e uomo politico, Silvio Trentin aveva compreso -che la vittoria non _: J,; .t ....... ,J .-.-· ,., ,. ""'"" J.,..,.,.., ,..o~,..,,,., .rl,.., rnJtl'f Tn "';n T0111 ~Yn sulla rivoluzione», a «Dix ans de fascism e totalitaire en Italie?>, per nqn citare che l.e nelle centinaia di opere di maggior mòle, articoli sparsi in diecine di riviste, in Eu·ropa e in America, Trentin portò sempre) anche nella passione de.lla lotta, quel senso di serenità e di obiettività che dava alla sua opera una particolare efficacia e la faceva ·apprezzare nella cerchia degli ambienti scientifici, chiusa ad ogni altra_ influenza. Ma non alla sola · opera dello scrittore e dello studioso si limitava la sua attività. Essa si estendeva alla quotidiana battaglia ed all'organizzazione politica. C osì egli fu, tra i più attivi, nella «Lega dei diritti dell'uomo», nel movimento repubblicano ed in '1° ,........ 0 • T " 'J • \ 0 7° fucili mitragliatori, e bloccate tutte le uscite, ·i nazisti prelevavano tutti gli operai giovani e validi e, sotto la minaccia costante delle armi, li facevano montare su autocarri e, trasportatili alla stazione, li caricavano su vagoni be~tiame. Nove treni carichi partivano nella giornata diretti . in Germania. Si calcola che diverse -mi~liaia di operai siano stati così deportati. . · Mentre a Milano e a Genova movimenti e scioperi, se pur ·dis~ontinui, si ripetono · per tutto il mese di gi~no, il 17 dello stesso mese scoppia a Torma lo sciopero -generale, estendendosi rapidamente sino a comprendere più di 80 mila operai (23 giugno) e._nelle due settimane successive, la ·totalità d.ella massa lavoratrice. Le agitazioni intanto continuano anche a Genova e a Milano. ·A Greco Milanese il 24 giugno avvengono in quell'impor~ante deposito smistamento locomotive gravi atti di sabotaggio, che impediscono ·la partenzà dei locomotori e degli uomini destinati d~lle autorità tedesche a Torino per il previsto trasporto del macchinario Fiat in Germania. Avvengono altri innumere·· voli atti di sabotaggio nella zona lombar-1· ~ ~;~,~~~~+~~~ ~ ·~~-4-;~~ 1~---~ -4-~ - --11~ l~ ... , ::>1 TU'ThLA O LIBERTA' f Per importante che sia questa democratizzazione sociale, essa non rappresenta tuttavia, il compito principale che gli uomini politici itali ani dovranno proporsi. Per il suo carattere di spinta elementare essa si realizzerà press'a poco allo stesso modo, qualunque siano, sotto altri ·aspetti, il regime politico e la struttura economica. Al di sotto di questo problema vi è quello del risanamento dell'economia italiana. La democratizzazione sociale potrà costituire la condizione di una vita politica più civile e più liber a oppure la sorgente di nuovi dispotismi, a seconda che la base economica sulla quale riposerà sarà sana o malsana. Per quanto riguarda que~to problema, da un canto ci sono in seno ai partiti ben poche idee precise, e dall'altro bisogna fare i conti con fortissimi interessi costituiti nell'economia del paese. In ogni caso la sua soluzione non dipende più dai desideri elementari delle masse, che non hanno in proposito alcuna opinione deter- · minata. Al contrario essa dìpende soprattutto dall'educazione politica dei futuri dirigenti del paese e dal modo in cui essi affronteranno questo compito. Essi possono accettare l'economia italiana semi-sindacalista e semi-statizzata come punto ·di partenza definitivamente acquisito e svilupparla ulteriormente, compiendo in un modo o nell'altro la trasformazione dell'economia corporati va in economia di stato. Oppure possono spezzare il sistema economico che hanno eredHato e ristabi·l ire un regime di còncorrenza, sviluppando contemporaneamente un settore socializzato, cioè. una gestione pubblica di tutte le industrie che si vogliono sottrarre ai monopoli privati (industrie idroelettriche, minerarie, eccetera) o che sono necessarie allo sviluppo d!1i nuovi servizi sociali. :. Se si esaminano le due alternative da un punto di vista puramente scientifico, non vi so~o dubbi sulla risposta da dare. Economia diretta ~ignificherebbe eh~ l'Italia non avrebbe la possibilità né di uscire dalla miseria in cui è sprofondata né .di veder sorgere le condizioni elementari di una vita politica libera. Il paese sarebbe in balia· ora di lotte sociali accanite quando il potere politico fosse debole - ora di un dispotismo collettivista - quando i cittaclini fossero stanchi del caos. Il disagio sarebbe diffuso e continuo, e darebbe facilmente origine a qualche nuovo sciovinismo. Non bisogna eredere che questo processo debba avere necessariamente come manifestazione politica l'instaurazione di un governo comunista. Qualunque sia il colore politico del governo, la formazione di un dispotismo più o meno · collettivista, e correlativamente di una mentalità politica da «na· zione proletaria», cioè povera e desiderosa di strappare qualcosa dalle nazioni ricche, dipenderà essenzialmente dal fatto di avere un'economia pianificata. L'instaurazione di un'economia libera significherebbe invece per l'Italia la po~sibilità di risollevarsi in pochi anni dalle rovine causate dalla guerra, di liberarsi nel lasso di una o clilvio ~Grentin • Con Silvio Trentin, morto in Italia dove sulla rivoluzione», q «Dix ans de fascism e egli era ritorna~ o ai. p~im~ :albori della , li- t otalitai:e en ~ talie~ , Per: n on citare. C·~ e l~ bertà, ~opo tantt an m d~, estl~o, non per cer- : o pe:re ~t 1f[,ag~t9:r m.ol~,~ n:ell.e:~entt'f'!'aw d~ cara n poso al corpo g~a mtnato dal mal[~ ·, arttcoh ~parst tn. dtect'/it~ cf: nvtst~, tn Euma a .consacrare ·a ncora tutte le superst~t L 'rapa e tn Amenca) Trent~n porto sempre) energie alla sua battàglia ideale, . sc~m~ar c ar:che n~ll,a pa~siO'Y}·e ~e:ll~ lotta, quel senso una nobile figura di scrittore, dt gtunsta, dt serentta e dt .ob'Letttvtta. che. dava alla sua rli cittadino di uomo. . opera una parttcolare efftcacw e la faceva Quando, 'col concorso o nell'i!Jnavi~ d'i appr·e~zr:~e n~lla cerchia . degli . ambienti molti che oggi si affannano a nvendKar ~ scunt'Lf~ct, chtusa ad ogm altra_ tnfjuenza. meriti e. titoli che loro. assi~urino. vant~!Jgt M a non alla sola 0 pera dello scrittore e ed onon nel nuovo regtme) 'Ll fasosmo s tm- dello studioso si limitava la sua attività. Espadronì dell'Italia, Silvi~ T:en!in fu tra .co- sa si estendeva alla quotidiana battaglia ed loro che non ebbero esttazwm. r:e dub~t.. all'organizzazione politica. Così egli fu, tra Co'»'!'battente e uomo pol'Lt'L~O, .Stlvw i più attivi) nella «Lega dei diritti dell'uoTrenttn aveva compreso ·Che la vtttor.w non mo » nel movimento repubblicano ed in si ~i fendeva, contra~tan~o,. con la vwlenza quello di «Giustizia e Libertà» per poi died tl terrore, .le asptrazwn~ del P?Polo che venire uno dei maggiori esponenti del Farf av eva conqu'Lstata e che) sta pure con. 9ual- tito d) Azione. La Spagna repubblicana lo .che ecces~. o f~rmale, rec!amava una. Ptu la'r trovò fra i suoi più fervidi difensori e con ga partec.tpaz'Lone all~ vtta ed alla ncchezza gli uomini politici di sinistra spagnoli, che della nazwne, al~a cut s~lvezz~ :a'l!eva appor- lo .a vevano in grande stima, egli ebbe e tato tanto contnbu,to dt sacnftcto e dt san- conservò stretti rapporti. N è si .lasciò vingu't -:cere dalla retorica di quel falso e stuccheProfessore, la cui costante aspirazion~ vale patriottismo, che doveva ·a pprestare le fu, sino alla morte, di teners-i a contatto de·1- rovine della patria, quando l'Italia fascista giov ani per prepararli, nr}la serena atmo- si lanciò dapprima nell'avventura etiopica sfe?'a degli studi, alla vit .~gli sentiv'a che e poi, attrav'erso gli accordi politici con la . [a scienza non pu(J .-sussist.ere!'che in un am- Germania, nella nuova guerra mondiale. b · t d· l'berta'· "o· d;• ;nd; .Re"nd"""'Za e che All ore h e, l a d·ts f atta d ell· e armt· f rances'L· l'·~en e t t ' ·z • "Y d '"'" l · tnsegnamento e sten e quan o non · o am- disperse Je file dell'-emigrazione italiana, la mano la fiamma della passione ed un ideale casa e la libreria di Silvio Trentin) a Tolod· · · · . t Hnvtsmo. ~ ,. • d l f · f tra ; sa, divenne il centro di riunione, intorno al .,. -:(·;.:- ~rcr.g-~ avversan e asosmo, u · · · · F t· ·" quale ogni resistenza si raccolse. P~ù attw·~ e erventt. ra g t tnsegnan t umFra i dirigenti del Partito d'Azione .egli 't . l' ·z p . ad abbandonare fu, ne.l Comitato di Liberazione nazionale, vers~ l ttan, d eg t u d t l nmo 't" · patibile a ca e ra, quan a n vnne tncom consigliere ascoltato e stimato, per fervor e con la più assoluta libertà. di .Passione, lucidità di "'ensiero, digni.t à di N ella Camera e nel pae~e, con la parola vita, fierezza di caratte:e. e con gli scritti, pttbblicamente) finchè gli fu consentito, e clandestiname·n te, allorchè Dell'oper·a sua di organizzazione unitaria ogni manifestazione pubblica fu contrastata delle forze della resistenza nel Veneto e della lotta contro l'invasore tedesco, che egli 0 sùppressa, egli si battè, con coraggio ed audacia, alla lotta portando il contributo di proseguiva con tenacia, contro ogni diffi· un lucido pensiero e di una soda .c ultura. coltà, gli italiani - quelli che non gli fuQuando ogni lotta politica in Italia diven- rono compagni, parteci pi alla sua azione ne impossibile, Trentin prese la via dell'esi- sa·p ranno solo ·quando potrà parlarsene, sernlio, ma per . continuare: per altre vie e, con za pericolo per i superstiti. Il migliore eloalt'f i. mezzi, la sùa fervida operosità. 1 In gio che possa farsene ora, è nelle parole Francia _ dapprima a N erac, dove si oon- scritte da un giovane che gli fu vicino e desacr ò ·alla vita dei campi, e poi a Tolosa, - voto negli ultimi m esi: «Egli ridiede ad · odov e, p,~r v,ivere, aprì una li~r~rfa - , eg!i gnuno di noi l'orientamento, ,[ 'entusiasmo, prese vwa parte a tutte le attwtta dell em~- il programma per il prossimo avvenire ... La gra(lione italiana. · sua parola restituiva alle nostre men.ti, elaLa letteratura politica dell'antifascismo lo borato dalla chi·arezza della sua concezione, ebbe tra gli autori più fervidi e più geniali. quel pensiero che in noi era solo esigenz a Con tanti altr·i italiani, egli si sforzò di far e problema; e per .Zui vedemmo .c ome si po· con~pr:endere agli stran-ieri quel che fosse tessero comporre in una sintesi superiore il fascismo e quali pericoli, per l'Europa e gli assoluti valori di libertà e di giustizia ... per la pace, si nascondessero nelle sue ~ot- Tutto in lui, azione e parola, atteggiamento · trine. N ei libri - dalle «Trasformatwns e consiglio, gesto e decisione, rivelava una forza morale, da .c ui sembrava svolgersi recent·eJS du droit italien» alla «Crise du per una legge rigorosa e necessaria ·una condroit e de l' Etat» da «Aventur.e italienne» al "Fascisme a Genève» e «Aux sources du creta unità d·i motiv i di ordine intellettuale, Salentino. Fascisme» dalle «Riflessioni sulla crisi e etico e polit·ico ». 1 UE l;llt AH jJUjJUlClH:~ HA EU UllUCll Cl t · t ° z· · UE jJUl t llU:~ AH UllCl EU U l riverserà in questa direzione e alla quale qualsiasi partito cercherà di dare soddisfazione. HA 'J.U<U.HU 1 ~· 1 -- --.- . _ . . _ ...._ ..._ .._.. ........,......._ ~~ .&. ... ... 1' ....._. .... ..._.__... A.L'-".LA. ""' b..l.V ..L..l..&. '-1.'-foA.. \...1 . ..1 retti . in Germania. Si calcola che diverse migliaia di operai siano sta ti così deportati. . Mentre a Milano e a Genova movimenti e scioperi, se pur discontinui, si ripetono per tutto il mese· ~F giugno, il 17 dello stesso mese scoppia a To:rfho .rlo sciopero generale, estendendosi ' rapidamente sino a. comprendere più .di 80 mila operai (23 g.m gno) e, nelle due settimane successive, la ·totalità della mas.sa lavoratrice. Le agitazioni intanto continuano anche a Genova e a Milano. ·A Greco Milanese il 24 giugno avvengono in quell'importante deposito smistamento locomotive gravi atti di sabotaggio, che impediscono ·la partenza dei locomotori e degli uomini destinati dalle autorità tedesche a Torino per il previsto trasporto del macchinario Fiat in Germania. Avvengono altri innumere·· voli atti di sabotaggio nella ·zona lombardo-piemontese, e particolarmente sulle li. nee e sulle strade di passaggio dei convogli tedeschi, ad opera specia~mente delJe colonne «Giustizia e Libertà» e delle brigate «Garibaldi ». . Mentre il 4 luglio a T~rin0 lo sciopero &enerale continua ad essere sostenuto dalle masse lavoratrici di ogni categoria (nonostante i numerosi episodi di repressione feroce da parte de(nazifascisti), anche a Milano gli scioperi e le agitazioni, pur non assumendo ancora carattere totale, si estendono determinando una si.tu'azione sempre più tesa. Avvengono conflitti con le squadre cittadine, fucilazioni in massa (specie a Genova) e deportazioni. Nonostante la mancanza di aq:ni e di mezzi, la lotta dei par·· tigiani e d~lle masse lavoratrici contro i . nazifascisti :assume ogni giorno più carattere vìolentp e aperto. Tutti i Comitati di . Liberaziòne regionali intensificano il loro lavoro.'' di direzione e di coordinamento secondo le disposizioni e le istruzioni, che vengono emanate dal Comitai:o di Liberazione Nazionale Italia Occupata e dal Comando Centrale Militare. Nessun sacrificio, neppure la tortura e la morte, arresta la marcia dei Combattenti della Libertà che, collaborando con le forze alleate, ricostruiscono giorno per giornò l'Italia. Il premio del tradimento In questi ultimi giorni la cassa dell'A. T. M. si aperse per pagare sussidl arretrati o qevolvere piccole somme ai suoi dipendenti bisognosi, ma per pagare il premio ai suoi crumiri. I più però, che per varie ragioni non si poterono unire ai compagni nella p~~a generale dell'ultimo sciopero incassarono la somma frementi di sdegno ben consci dell'infame prezzo a cui si volle pagare il loro forzato crumiraggio e trovando questo danaro scottante nelle loro mani, non sanno piJ in che modo disfarsene. Taluni versano l'intera somma a favore dell'organizzazione partigiana altri a giornali proletari. A coloro però che, momentaneamente, si sentono trionfanti e credono di godersi in pace quel misero danaro, noi diciamo che ]a resa dei conti è vicina. ., Nascita de Ila --- ...... .t.t ... - - ·: - ,-h- """"l 101~ o.rrl UE HA EU AH UE assicurarsi il suffragio delia maggioranza dei Anche coloro che pur combattendo accanitaloro concittadini, mentre · la minoranza, ha il mente il fascismo avevano sempre parlato della diritto di fare pubblicamente opposizione e necessità di sostituire alla dittatura del fascismo - definita come dittatura del grande capita- l di cercare , ugualmente coi metodi della libera lismo- la dittatura del proletariato, si dichiara- propaganda, di trasformarsi in maggioranza ed no oggi convinti che l'Italia dovrà essere de- assumere in conseguenza a sua volta la diremocratica. Anche coloro che, come molti cat- zione politica del paese. Le difficoltà comintolici, si erano adattatf al fascismo, cercando ciano quando ci si · chiede come realizzare di trarne il ma.ggior vantaggio per la loro chiein Italia concretamente questo regime. . s.a, sono - oggi partigiani di un'Italia democraA questo punto ci si può muovere un'abbietica. Anche i giovani educati alle scuole fazione apparentemente forte: Non è questo il sciste, che non conoscono per la loro espe- momento di occuparsi della concreta costruri enza altro che lo stato totalitario, ed ai quali zione della democrazia in Italia. Ou~sto sarà il compito di domani. Oggi occorre rimettere la democrazia è sempre stata presentata come una mostruosità .da ripudiare, anch'essi per il in funzione quel qualsiasi rottame ancor sumarcio che il- totalitarismo celava in sè, sentono perstite del vecchio apparato statble per orche l'Italia di domani dovrà essere democratica. ganizzare le forze armate necessarie ad aiuPersino la dinastia sabauda che per ses.santa tare gli eserciti delle Nazioni Unite a cacciare anni ha dato al·l'ltalia una pseudo-democrazia i tedeschi. Quando la guerra sarà terminata e che per venti anni • avallato , ogni atto del si potrà convocare una regolare ~ Assemblea governo .fascista, pe.r~no i gen'erali che han costituente che determinerà la nuova cost iguidato gli eserciti agli ordini di Mussolini. tuzione democratica dello stato italiano. E' dichiarano di volere un'Italia democratca. questa, ad esempio, la via che Churchill in un suo r~cente discorso ha consigliata agli italiani. Quale sia in astratto la definizione di democrazia, non incontra eccessive diftlcoltà. De- Ma gli italiani, come gli jugoslavi ed i france si, si rifiutano nettamente di accettare questa mocrazia è un regime politico in cui le leggi soluzione. Essa è infatti quanto mai fallace. costituzionali ed il costume civico sono tali · La riorganizzazione e la direzione delle che gli affari pubblici sia locali che centrali vengono amministrati da uomini che abbiano forze armate non pUò infatti essere realizzata saputo coi metodi della libera propaganda prescindendo dallo ~iato. Il potere che organizza su un territof,io\le forze armate è di tatto aailiiil&l~•~• - ~~~~~~~i~H=-·m-a.~ lo stato. Finchè ess~ non abbia ricevuto una ... L'ideale che canta nell'anima di tutti gli è dato sperimentare, perchè non mai la storia legittimazione - che nella nostra epoca non imbecilli e prende fOl'ma nelle non cantate ha attuato quell'ideale e nessuna voglia mostra può più essere altra che quella scaturente dalla sanzione popolare questo apparato pubprose delle loro invettive e declamazioni e uto- di attuarlQ. Tutt'al più, qualche volta, episodiblico conserverà un carattere di pro~tvisorietà, camente, 4a per breve tempo fatto salh·e al popie, è quello di una sorta d'areopago, composto ma sarà- pur sempre uno stato. Sottolineiamo di onesti uomini, ai quali dovrebbero affidarsi tere un quissimile di quelle elette compagnie, o la parola stato, perchè la grqnde differenza gli affari del proprio paese. Entrerebbero in ha messo a capo degli stati uomini da tutti la situazione italiana - ctie sarà domani fra quel consesso chimici, fisici, poeti, matematici, amati e venerati per la loro probità e candidezla.. situazione di moli altri paesi europei - e medici, padri di famiglia, e via dicendo, che za e ingegno scientifico e dottrina; ma subito aVI·ebbero tutti per fondamentali requisiti la llOi li ha rovesciati, aggiungendo alle loro alte situazioni quali si presentarono ad esempio in Francia nel 1848, o in Germania nel 1918, o in bontà delle intenzioni e il personale disinteres- '•qualifiche rquella, non so se del pari alta, d'inet!spagna nel 1931, è che in tutti questi casi si se, . e, insieme con ciò, la conoscenza e l'abilità ~itudine. ... L'onestà P":·litica non è altro che la capacità era formato un governo provvisorio che con-. in qualche ramo dell'attività u~ana, che non sia vocava una assemblea costituente allo scopo per altro la politica propriamente detta: questa politica: come l'onestà del medico e del chirurinvece dovrebbe, nel suo senso buono, essere la go è la sua capacità di medico e di chirurgo, di modificare la struttura dello stato, ma questo risultante di un incrocio tra l'onestà e la com- che n~n rovina e assassina la gente con la pro- ultimo, col suo apparato amministrativo e milipria insipienza condita di buone intenzioni e di tare continuava ad esistere ininterrottamente petenza, çome si dice, tecnica. ed era solo sottoposto ad una più o meno proQuale sorta di politica farebbe codesta accol- svariate e téoriche conoscenze. (1915) BENEDETTO CROCE fonda revisione costituzionale. Nèl. caso della ta di onesti uomini tecnici, per fortuna non ci Italia di oggi · la rovina è stata molto P,iù . pro-fonda e lo stesso vecchio stato è quasi com~ ,. pletamente scomparso. Chi organizzerà le J • essenziali istitu'tiòni amministrative é militari ta formerà non un governo provvisorio, ma addirittura uno stato provvisorio. La possibilità di organizzare in modo efficace la partecipazione degli italiani alla guerra l di liberazione dipende dalla natura di questo stato provvisorio che risorge dalle rovine, in La decisione di restitu.,ire ·agli studi i gio- usàrà ·con volto e spir·i to profondamente cui il paese è sommerso . .E' infatti chiaro che va·ni mi1litari i.nternati, onora altamente' {a mutaji. si riuscirà a ricostituire una forza armata itaConfederazione e gli ·o rgani che seppero Il vecchio · mondo di valori falsament e liana solo nella misura in cui i larghi strati concret!are ·!:istituzione de-i campi univ·er.SIÌ- retorici e convenzionali è travolto neUa popolari del paese si sentiranno governati da tari~ supera11;do difficorltà e ostacoli non lotta_ c~e si_ combatte_ Jaggù't. : e nessuno po- uomini che riscuotono la loro fiducia. Non è ch e saltarono via, ed il governo italiano as~ unse la cruda forma poliziesca e totalitaria a noi ben nota. In ven ti anni di tirannide il fasc ismo ha stroncato ogni libera att ività politica del paese, ha educato quasi un'intera generazione in modo falso ed incivile, e, promettendo continuamente di fare una più grande ltalia, è giunto a precipitarla in un abisso tale che occorre risalire all'epoca delle invasioni barbariche per trovare una situazione somigliante. Ora lo stato italiano è andato completamente distrutto e deve essere ricostruito da capo a fondo. In che modo? La risposta è _apparentemente unanime. 1· capi delle Nazioni Unite, · i cui eserci ti combattono per la liberazione del continen'te europeo, hanno ripetutamente dichiarato che l'Italia dovrà avere un re'gime democratico. Ma non si tratta semp_licemente di un ordine straniero cui gli italia r)-i"' debbano volenti o nolenti sottoporsi. La stq-ssa solenne convinzione è comune a tutti i p-a ftith.e a tutte le correnti che per lunghi anni si sonò: p pposte al fascismo, e che nella attuale guerra vedo.no la prosecuzione su un campo internazionale della lotta che per un ventennio essi han condotta da soli contro il dispotismo totalitario. Ed è comune anche a quelle còrrenti. che, pur essendo caddte in letargo durante l'era fascista, si sono negli ultimi tempi; risvegliate. =--=•=== AH Tutti questi problemi _:_ ricostruzione dello stato, lotta per la liberazione nazionale; politica internazionale, trasformazione sociale sono strettamente interdipendenti. Tuttavia per riuscire ad avere un quadro chiaro della loro portata · e delle recjp ro c h~ relç~zioni ci proponiamo quì di studia.rli successi.vamente, cominci"ndo da quelLo preliminare, cioè da quello della ricostruzione .dello stato. E' infatti chiaro che. un popolo non pu,ò svolgere nessuna politica interna, ir;~ternazionale, militare. o sociale se non media,nte l'apparato politico dello stato. .. ·-..._ Ouàndo l'Italia si . è costituitç~ in paese indipendente, nemmeno un · secolo fa, l'organizzazione statale che si è venuta in pochi dei· cenni formando, che ha avuto il suo apogeo ,.. . nell'era giolittiana ed ha -retto il- paese fino al 1922, è stata un- tipo di stato burocratico pseudo-demoe::ratico. l fondatori dello stato italiano han preso come m0dello lo stato francese di marca napoleonica,. con le correzioni . operate da Luigi Filippo. Un ,apparato burocratico esteso e centralizzato, facente capo al governo di Roma amministrava tutti gli affari pubblici, lasciando ai comuni una limitatissima autonomia. Formalmente il : governo del re era parlamentare, cioè tenuto ad essere costituito in conformità alle regole della maggioranza parlamentare, e controllato da una camera di -•-.A..a._ italia na ~ .r..·. . La caduta del fascismo ha messo l'Italia nella necessità di affrontare contemporaneamente e rapidamente tutti i più gravi problemi che di solito un paese risolve ad uno ad uno e con un lento processo di maturazione. Dopo essere stata impegnata completamente nella po'litica imperialistica nazi-fascista, l'Italia ha di colpo cambiato parte e deve ora elaborare una sua politica internazionale nuova. Nel giro di pochi mesi ha perso l'indipendenza nazionale conquistata· da ne)nmeno un secolo ed è stata soggiogata dall'e~ercito tedesco. Le forze armate, con cui essa avrebbe dovuto provvedere alla difesa della sua indipendenza, dopo essere state adoperate per aiutare Hitler nei suoi piani di conqu ista, si sono · sfasciate completamente, in modo che il compito della liberazione ricade ora sulle spalle degli eserciti delle nazi oni unite e delle bande di partigiani . L'apparato statale che sotto il fascismo aveva raggiunt~ dimensioni .opprimenti, è andato in peùi, non solo a causa dell'occupazione militare del paese, ma anche e sopratutto perchè, essendo compenetrato fin nelle midolla di spirito fascista, è stato travolto nel rapidissimo processo di putrefazione a cui quest'ultimo è andato incontro, e quel che ne resta in piedi è considerato con disprezzo da tutti gii italiani. Infine la guerra, la miseria e la dissoluzione dello stato hanno rimesso in questione i rapporti sociali fra .le varie classi, e fanno otmai sentire come insopportabile tutto il complesso di privilegi e di iniquità che caratterizzavano la società italiana. ...... _ .. ! l EU , \ ti HA . • j ': ... CVi da campo Il _..uoyo prcZsligio l' 1' ·La, commedia dello ·stato democratico italiano tf.Ì . ~~ -· ~ .:").:.,- ebb~ il suo epil@go quando il fascismo, es- sendo r~usoito ad approfi·ttare della crisi ita. !iana cdel dopoguerra' e ad: affermarsi con le sue ~q!Jadr~, potè èoncludere la sua alleanza con , i <!api dello stato burocratico, con il re e c.o~ · · i generali. Il re _chiamò - a~ governo Mussol1n1, il quale, presentand0si ,alla Camera ebbe n_ a:. turalmente una schiacciante maggioranza dallc;i parte su:a. Lo sta·to italiano era tant~ poco democreti.co nella sua più intima natura che offrl ben scarsa · resistenza alla trasformazione in senso dispotico che il fascismo gli impose. A par.tire dal 1922 'l'ftaH'a non ha nemmeno più avuto le lib'ertà effettive di cui av~va goduto sotto il regime pseudo-democrat1co. Nel _g·rro di pochi anni le soprastrutture democrati' \•· . ... L'onestà pr.litica non è altro che la capacità politica: come .l'onestà del medico e del chirurgo è la sua capacità di medico e di chirurgo, che non rovina e assassina la gente con la propria insipienza condita di buone intenzioni e di svariate e teoriche conoscenze. (!915) , . B~EDE'ITO CROCE =·=·=----·:5ii5!E·=·=·=·~·===·~·~·~·!IIE!iii• CVita· da l . Il f • • iJ ' • J. ' . campo ·~· ~ ! t ' y - 1~ " l .:J: ' RUOY:O La decis·ione di restit,u·ire ·agli studi i giova-ni miJlitari internati, onora altamente' ia Confederazione e gl-i -organ·i eh ~ s~pper? concretare · Z:iSitituzione dei camp"t unwe!Ysntan:, supera:~do difficoUà e ostacoli non lievi. C ome è noto il funziona~ento inte'Y1~o dei campi è stato deferito a:lla stessa autorità italiana, la quale vi ha .provveduto notn·i nando alla direzione ufficiali non studen.ti, reilativamente anziani i più, di . complemento alcttni ed effettivi gli a.,ltri. ' ttsci-rà ·con volto e spir·i to profondamente mutaJi. ll vecchio · mondo di 7.!GJlo·r i falsamente retorici e convenzionali è travolto nella lotta che si combatte laggiù: e nessuno potrà farlo risorgere. Nessuno, e tanto meno chi è fu ori èleUa mischia, chi non avver.te che quando la patria è in armi solo c?l sacrificio perso.nale sui campi di batta~ha si difende il prestigio della divisa e della bcmdiera. E' bensì possibile app'r ofittare d·elle circo.~ tan.ze per tenere, col regolamento alla mano, lontano i giovani da ogni pensiero .Polit,ico, per .r ipetere un'ultima v olta il v·Leto gioco di gettare l'accusa di sovversi'l!o e antinazionale su chiunque con mente hbera da pr.ec.o.n cetti d ogmatici osa gùidware gli even.ti, pesare le responsabilità, far e il proC·'esso al regime e .aUa monarchia; ma a .cosa parta tuMo .ciò? Cosa giova far .tacer.e i giovani se ·'il .toro pensiero prorompe or'friai in milJe v oci? Difenderli dai mondo rtrttavo, se il mondo stesso .li prende e tra.scina n.,el suo ·vort·ice impetuoso? Infine, a cosa giova distrarre gli animi c le ment-i daU.a tragedia dell'ora, inchioda-rli a un ipostatico passato o ravvivare lo . . scrupolo della fedeltà a un giuramento est·o rto da un governo croUato e· da un sovr.ano incostit.uzionale, se a Salerno ·i nuovi tninistri - primi' ra ppresentanti dell' It.alia che sorge - · hanno giurato per la Patria soltanto? I giovani universitari as.coltano ansiosi ia voce -nuo'l!.a d' Italia; si volgono all'avve• n ire, non al passato per seYmpre finito; nei ,campi ove sono Costretti, rispettano ancora i gradi, :l e mostrine, le divise, ma nerl loro animo mirano già a qualcosa di più alto. N el profondo di se stessi, non s-ono sensibi,Zi che a una sola gerarchia: quella dello spirito; .n on avvertono che il fas.cino di un solo prestigio: que.Uo del carattere, de-lla otltwra. dd c,.q r.a ggio morale. Chi per pigri.zia e insuffic enza mentale, o per egoismo e interesse p~rsonale, o per istinto di conser,v.azione f reazione, . crede di poter soffocare il processo interiore deUe loro coscien::e, non ha compreso nulla di essi, d'elle loro *** esvgenze e del loro travaglio. UE HA EU Ora sa·r ebbe ·i nteressante conosce:re al q'uale principio si siano attenute .le autorit~ 'italiane nella designazione per sonate deglt u fficiali: se a un criterio s_t,y· t·tJ.ke:nte. m.i;litare o l'a un c·r iterio più .largo, cultu;raole e umanist,ico; se si è badai o soltanto ai g.r.a:di o si è cercato invece di sceigJlie·re uomini che. foss ero veraxme:n te a·tl'.altez~a del mom~n.to storico e deU' ambiente, deltcato e senstb'tle quant'altro mai . A noi resta iè dubbio che più d'uno fra codesti u fficiali non abbia chia_ra consape·z•olezza della propria specifica 'compete,~.za, no.n s'immedesimi completamente col ·suo com pito, che è im portante e magari anche delicato, ma pur semp.re delimitato e lihnitato : il compito di ,a ssicurare la diS.ciplina formale nel campo, di fron.t e aU'auto,r ità svizzera e a quella i ta1liana, di front e a·i terz'i e ,a sè stessi. Se qùe1lche .uf.fici;{))J;e, p.en,çando di dover fare di più o di meglio, si preoccupa debla sostanziale preparazi~ne dei giovani, giudica a pr.o p,io modo quel che è bene imparare e qud che imvece t~ruo ce, e ammon·isce che la cultura politica è ttn veleno dal qude bisogna restare immuni, egli sbaglia, nella migliore e più benevo1la ·ipotesi, per eccesso di zelo. Se qualche altro, per·vaso ancora di velleità di restaurazione, cerca nel ·regolamento e nella gerar.chia dei gradi la so.la fo.n t-e e giustificazione del p·r oprio pote'Ye discre~ .'Jionale, segno è che, pur n-ell'incal~arre di una realtà nuova, egli indugia in nostalgie e fantasiose ma i·n.coere.n ti speranze. . Perchè Ùna ·COS<a è certa ed è puen:te ignorarla o. fingere di ignorarla: .dalla g r;ande crisi _rivoluzionaria che la trava~lia, ,l 'Itali.a prQslìgìo UE • AH l AH e? per altro la politica propriamente detta: questa invece dovrebbe, nel suo senso buono, essere la risultante di un incrocio tra l'onestà e la competenza, come si dice, tecnica. Quale· sorta di politica farebbe codesta accolta di onesti uomini tecnici, per fortuna non ci EU ,~. i~· q;;al~h~-;;.~~ -deÙ~~tti~ità un'tana, che non sia HA che· un popolo non può svolgere nessuna politica interna, ir;~ternazion ale, milit~~e o sociale se non mediante l'apparato po l1t1co dello stato. { QuMdo l'Italia s1 . e costituita in paese indi-· pendente, nemmeno un · secolo ~a, l'or~aniz · zazione statale che si è venuta m pochi de.ì· cenni formando, che ha avuto il suo apogeo .... L··- nell'era giolittiana ed ha ..feHo il- paese fino al ·1922 è stata u11 tipo di stato burocratico pseudo-d~moeratico. t for:tdatori dello stato italiano han preso come modello lo stato· francese di marca napoleonica,. cdn le correzioni . operate da Luigi Filippo. Un . apparato burocratico esteso e centralizzato, facente capo al governo di Roma amministrava tutti gli affari pubblici, lasciando ai comuni uha limitatissima autonomia. Formalmente il : governo del re era parlamentare, cioè tenuto ad essere costituito in conformità alle regole della maggioranza parlamentare e controllato da una · camera di c;leputati ~letta con su.ffrag.i o che nel 1913 era esteso a tutta la popolazione maschile adulta. Tuttavia l'Italia dell'epoca prefascista, se godeva in misura notevole di libertà .di parola, di associazione, di stampa e::c., non ha mai avuto un vero stato democratico. Il governo, specialmente nella lunga . epoca giolittian~ non era effettivamente emanazione del ia maggioranza del paese, ma viceversa si assicurava sempre ·con vari mezzi, che andavano dalla seduzione alla corruzione ed alla. violenza, una maggioranza al parlamento. Questo discuteva aveva teoricamente il potere di abbattere 11 governo; di fatto il governo nominato dal re aveva sempre la maggi~~an.za assicurata, e ~~ ad un governo se ne sostituiva un altro c1o non dipendeva mai. dal fattp che Il paese attra.verso le elezioni ed il parlamento avesse ·espresso il desiderio . di vedere ~se.guito tale cambiamento. Giolitti aveva sempre una maggioranza assicurata di parlamentari governativi. Quantunque nel paese esistessero forz~ politiche veramente democratiche che in qual~ che caso estremo riuscivano a frenare cert1 eccessi dellò stato b,urocratico, tuttavia i governanti italiani dell'epoca cosidetta liberale, '.e specialmente l'ultir:no di e~~i, Giolitti, han ·messo sempre in opera ogni arte per renderle · innocue. era formato un governo provvisorio che con-. vocava una assemblea costituente allo scopo di modificare la struttura dello stato, ma questo ultimo, col suo apparato amministrativo e militare continuava ad esistere ininterrottamente ed era solo sottoposto ad una più o meno profonda revisione costituzionalé·. Nel caso della Italia di oggi · la l ovina è stata ~olt~ pi ~" pro~ fonda e lo stesso vecchio stato è quasi com~ pletamente scomparso. Chi organizzerà le essenziali is tituzion i amministrative è militari formerà non un governo provvisorio, ma addirittura uno stato 'provvisorio. La possibilità di organizzare in modo efficace la partecipazione degli italiani alla guerra , di liberazione dipende da lla natura di questo stato provvisorio che risorge dalle rovine, in cui il paese è sommerso. E' infatti chiaro che si riuscirà a ricostituire una forza armata italiana solo nella misura in cui i larghi strati popolari del paese si sentiranno governati da uomini che riscuotono la loro fiducia . Non è un caso che nè il governo neo-fascista nel nord dell'Italia, nè quello di Vittorio . Emanuele 111 nel sud sono riusciti ad ottenere tale· fiducia, ed in conseguenza non hanno saputo mettere in campo forze combattenti, mentrr il C1· L. N., malgrado le cond izi oni di assoluta' illegalità in cui deve vivere, è sentito come espressione ' dell'a parte più sana del paese e vede affluire intorno a sè le bande di partigiani. l governanti delle Nazioni Uni te avrebbero potuto rinunziare alla collaborazione italiana, trattare la penisola come semplice terri.torio di operazioni militari, amministrarla con I'Amgot. In tale caso veramente il problema della ricostruzione dello stato italiano non avrebbe avuto aTcuna attualità. Ma le Nazioni Unite - e ciò torna a loro onore - dopo qualche esitazione hanno riconosciuto che il popolo italiano aveva il diritto ed' il dovere di combattere anch'esso per .la prQpria liberazione, e nell'atto stesso in cui ammettevano la formazione di un esercito italiano, ddvevano anche ammettere che fin d'ora si pa·ssasse anche alla ricostruzione di uno stato italiano. · Ma l'influenza esercitata da questo stato non si limiterà alla durata della lotta per la liberazione~ ' :~Fra la guerra e la pace non ci sarà uno iato, per cui si pos.sa pensare che comunque, doman i tutto. sarà rimesso in quesJione e ricostruito ex novo. l piloni fonda mentali dell'organismo politico del paese, che cominciano ad essere eretti fin d'oggi pregiudicano già, ~ntro certi limiti, l'opera futura della Assemblea Costituente, fornendo ai lavori legislativi di quest'ultima il materiale istituzionale, più o meno sbozzat~, con cui costruire il definitivo apparato statale. Si agg iunga inoltre che in un paese come l'Italia, in cui la vita . politica d@moèratica ha avuto una eclissi completa durata quasi una generazione, e che uscirà da uno sconvolgimento qua le l'attuale, non c'è nessuna seria probabilità dT avere subito dopo la guerra elezioni in' cui il popotb sappia eleggere spontaneamente con molto discernimento un corpo di legislatori . Molto dipenderà dai governanti ~ l .., AVANGUARDIA ·-- - - , ~ - --~-__ _& .. <. . ç- .;~~1 -.qs. Il suo stato rinascerebbe dalle ceneri, anche apparato statale esistente. l .comitati di liberaro m t' stamhuramento rec.l dmis#co f att(trno se i suoi attuali avversari fossero nel frattempo , l zLor.}e . prelevano tribut i) dispongono ' di .forze ad b~tL voium~.;·, di cui questo rumoroso pe-rriusciti ad eliminarla. armate, pronunziano ed eseguono sentenze, S?11Jaggrio ann·wn.cia imm'in ente la p~tbbbhca"' Il nuovo governo ha però ,anche la possi - amministrano territori che riescono a sottrarre zwne. al nemic·o. Sono in realtà vere e proprie farbilità di battere una diversa .strada, la quale volu m.e .dovrebbe demoli.re .dalla b.asè garantirebbe la formazione di ~n vero stato demazioni statali, per quanto embrionali. La loro le teon:e c roc,iane : i tre articoli .d emolire ad~ origine e natura è democratica, anche se non mocraico. Non si deve credere che questa diritt·u ra Be-nedetto Croce a servrizio de:l du- . vi si fanno oggi formali elezioni, perchè alla strada consista nella elaborazione di una perce e del neo fascismo. Povero neofascismo . fetta cos tituzione democratica, da «Octroyer» loro origine sta un patto volontariamente ac- ridotto ne.Z campo intellettuale a cont.a re sn cettato da · clli vi aderisce, perchè vi sono prima o dopo al paese .. A parte il fatto che sparafiJitcili di questo calibro! . , una tale costituzione resterebbe inevitabilrappresentate tutte le correnti principal i del Ma siccome probabihnente . çione invopaese e perchè sono suscettibili di consolidare mente a lungo solo sulla carta·,· perchè non che1'à presto il ricordo di a•l cuni nus·i di il loro carattere democrat~co inquadrando tutsi potrebbe materialmente pensare ad applicar cere trascorsi nel periodo Jasoista come to il popolo sotto la guidà di uomini che ne carla nel corso della guerra, bisogna notare argomento destinato ad ass·i.c.umrgli dt:L che le costituzioni democratiche costruite a esprimono le più profondamente sentite es iparte de!tl' antifascismo il com patim ento e la priori ed imposte dall'alto non sono mai molto genze di libertà. cattedra, così sarà opportuno ·ric.ordargl'Ì in quel giorno, sbattendoglie.ti su! m:uscx, vitali, perchè non nascono dalla vita politica In Italia non v'è traccia di organi pol itici q1-t est·i tre tediosi, pettegoli, . e stu.pid.i art•istessa del popolo, ma tendono a costringerlo rappresentativi fra i rottami dello stato italiano coli scritt·i sul gio·rn.ale, in CLt1. il rix.iico/o in uno schema ·prestabilito. Tutte· le .democra- sapaudo e fascista . Ma esistono i Comitati d i zie vitali prendono come pietra angolare del liberazione nazionale, che, per quanto embrio- nane1roUolo ·a micu-c.ci offende ogni Kiotrno fa ~ ~ X. naie, hanno schietto tale carattere. Essi rag- ·ntemoria dì Luigi A.lbe·r tù ti. loro edificio gli organismi rappresentativi già esistenti nel paese ed intorno ad essi costi- gruppano tutta la nuova classe dirigente italiana nelle sue molteplici sfumature, e costituiscotuiscono lo stato. Non è un caso che gli unici paesi sanamente democratici ripetan.o l'origine no i corpi politici cui solo si può affidare il ultima delle loro costituzioni np~~ - 'i { schemi compito di riorganizzare la vita politica del ,~ Coniere della Sera» • 8 maggio f'9.36 elaborati da assemblee convocate och, ma paese se non si vu0le restaurare il . vecchio Il Pr:incipe di Piemonte al Maresciallo Bado.muni, e stato. La capacità dei dirigenti della liberazione dalla spontanea vita democ.ra.tk a· · glio. - Un vibrante messaggio ai soldati degenti nazionale italiana di far nascere una nuova che questi a loro volta proV~gpno se'(l;pre da negli ospedali. .. qualche patto o «conjuratio->>'· l niziale fra cittaItalia libera andrà nei prossimi mesi misurata «Napoli Z maggio, . dini o contadini che solennemente decidevano dalla capacità che avranno di valorizzare il Il Principe di . Piemonte ha inviato al MareC. L. N. come organo di governo. Se otte-rranno sciallo .Badoglio il seguente telegramma: di provvedere insieme mediante rappresentanti scelti da loro stessi all'amministrazione dei che, allargando e democratizzando ulteriormenS. ~. Badoglio, Maresciallo d'Italia loro affari comuni ed alla comune difesa. Anche te la sua composizione, esso formi una assemAddis Abeba se questi corpi norr abbracciavano inizialmente blea provvisoria che controlli l'opera del goverIn questa grande or?. della patria con orgoglio no, se esigeranno che il controllo su tutte le tutta la popolazione, costituivano . tuttavia il e con fierezza d'Italiano rivolgo a tutti i comnucleo intorno al quale essa poteva progres- amministrazioni locali e provincia.li sia eseguito battenti il mio pensi;to ammirato. Invio a V. E. sivamente inserirsi, ampliando ma insieme dai C. L. N. locali, se -provvederanno ad estenle più vive felicitazi~ni ed il più cotéliale saconservando il carattere rappresentativo del- dere sempre più il carattere rappresentativo luto. Suò· affezionatissimo cugino ; l'organismo . politico. di questi comitati, se il governo saprà collaUmberto di Savoia Ora oggi in tutta una serie di paesi Hitler borare con essi e dirigerli in modo da non Il Principe di Piemonte ha incaricato vari ha distrutto i vecchi apparati statali ed essendo farli degenerare in organismi anarchici - in tal ufficiali generali di recarsi negli ospedali mili incapace di tener l'ordine col suo stato con- caso·saranno gettate le basi politiche di un'Italia tari del territorio dove si trovano feriti o malati democratica e repubblicana che la futura Assem quistatore, ha riportato intere società - fra provenienti dall'A. 0., e d·i legg,e re loro il secui l'italiana in una éondizione prestatale blea Costituente potrà poi perrezionare e sviguente messaggio: luppare. Se invece, come è accaduto un mese quale esi steva un millennio fa agli albori della ~Nel giorno in cui l'ani~o de gli Italiani vibru fa à Napoli, il C. L. N. si scioglie dopo formato attuale civiltà . E come allora, c:osì adesso gli di esultanza e di orgoglio per le vittorie deciuomini ed i gruppi che vogliono salvare la i~ governo, se questo avrà l'esclusivo incarico sive che, in A. O. aprono la via ai maggiori loro libertà si riuniscono in organismi rappre~ dj ricostituire dall'alto le amministrazioni dei destini della Patria nostra, giun'ga: il xhio saluto territori via via liberati, la tradizione dello stato sentativi fondati su un patto solenne di pr.ovaffettuoso e quello delle truppe al mio comando vedere in comune ai comuni bisogni. Questi sabaudo si · sarà mostrata più forte di questi agli Ufficiali, · Sottufficiali e Militari i quali. originali e primitivi organismi che potranno germi di stato democratico prodotti dalla guerdegenti, feriti o malati negli . osped.aH del terri ra, e noi assisteremo alla sua resurrezione. svanire senza lasciare traccia di sè, ma che to rio, sopportano con animo virile ogni soffe1 nuclei provvisori della democrazia italiana potranno anche costituire l'inizio di una nuova renza, dopo aver validamente contribuito a] già esistono. Saranno potenziati o rappresen vita politica democratica, sono i vari comitati raggiungimento del successo per ~na più gran-, e consigli di resistenza e di liberazione. Formaiteranno solo un fenomeno effimero della atde Italia. Saluto al Re, Saluto al Dù.ce!» rne.nte sono in generale alleanze di partiti, tuale crisi? Roma, Z maggio, . ma sarebbe un errore scambiarli con i comuni Al Duce è pervenuto da bordo della na~~ <Ce~ Questo è il problema . partiti o cartelli di partiti, i ·quali Jha,nno semprE! sarea» il seguente . telegramma , indiriz:~;atogli il più limitato obb Lettivo di conquistare .. un Pant. dalla Principessd' di Piemont~: «Es ulto per la completa vittoria delie nostr~ 1:==1=11~1===1===1===1=:::::=1===:D===I===I===I===I l valorose truppe, fiera del mio alto. privilegio di avere ascaltato il Suo glorioso messaggio accanto ai feriti ed ai malati a bordo della nave «Cesarea». Non dimenticherò mai così grande commozione. Grazie. Aff.ma Cugina Maria Principessa di Piemonte;> più un sem plice orgatw leK-islat·i vo, come REPUBBLICA E MONARCHIA. 1? maggio 1936. -.L \/ orrh i " ct;:, t" it;:,li;:,n" nr"IJ\torloro rllirl rirnc:t nl- EU AH UE HA EU AH UE n HA provvisori che avranno iniziato la ricostruzione dello stato, e che, indìcendo le elezioni influ irahno sul loro esito, anche se esse saranno fatte, come è da sperare e volere, con grandé rispetto della libertà elettorale. Queste considerazioni possono servire a farci comprendere il motivo profondo dell'oppo sizione di tutte le correnti che più schiettamente sentono l'esigenza della democratizzazione della vita politica del paese, contro ogni tentativo di ricostruire - sia pure a titolo provvisorio - lo stato italiano intorno alla monarchia sabauda. Nelle polemiche che hanno avuto luogo in tutta l'Italia a questo proposito si è molto parlato sopratutto dell'incompatibilità morale esistente fra le forze della resistenza italiana e la persona del re, a causa della ventennale alleanza esistita fra lui ed il governo di Mussolini . Ma sarebbe un errore credere che la sostanza del contrasto sia di natura morale . L'antitesi monarchia - repubblica non consiste nemmeno nel decidere se sia più degno · di presiedere allo stato italiano un capo eiettivo o uno ereditarro, e tutte le argomentaz ioni sui vantaggi dell'una o dell'altra figura cost ituzionale çja dare al capo dello stato dimenticano che ora non si tratta di determinare !a forma di un più o meno insignificante puntino da mettere su un i, ma dell'intera struttura dello stato. Infatti le difficoltà di ordine morale sono ormai . quasi completamente superate. Il re si è ritirato dalla direzione dello stato, affidando al figlio una luogotenenza irrevocabile. Questi ha dovuto rinunziare ad avere un governo Badoglio, ed affidare la formazione del · nuovo governo al pres idente stesso del C. L. N. Il nuovo governo ha prestato giuramento di fedeltà non alla dinastia, ma alla patria, ed ha deciso di convocare dopo la guerra un'assemblea costituente in modo che la monarch ia si trova già ora sospesa nel vuoto, attaccata ad un filo che non è ancora troncato solo per la necess ità in cui gli italiani si trovano di rispettare certi scrupoli !egalitari anglo-americani. E tuttavia il vero problema l della scelta fra l'alternativa dello stato monarchico e quella dello stato repubblicano, ben !ungi dall'essere avviato ad una soluzione, non è stato ancora nemmeno affrontato. Il nuovo governo italiano, composto degli . uomini rappresentativi di tutte le principali ~correnti popolari italiane, ha ora il compito di costruire il nuovo stato provvisorio italiano, almeno nelle sue strutture fondamentali . Esso non si appoggia su nessun organo rappre sentativo, perchè l'Italia non ne aveva più, ed il suo cara ttere ·democratico non risiede perc iò nella sua forma costituzionale, ma nella volontà che lo anima. Dal modo come si acc ingerà a tale ricostruzione dipenderà se l'Italia avrà una struttura veramente democratica, cioè repubblica na, o una struttura solo apparentemente democratica, ed in realtà monarchica, anche se per avventura il capo dello stato · dovesse essere domani elettivo. Dinnan zi al nuovo govemo italiano si aprono oggi due grandi alternative. E' pos si bile riprAn dere come modello il fuorì In llalìa E' curioso seg.ui,r e l'ev oluzione cost'itu.~-ion ale nelle due parti di Italia. A Roma la monarch-ia si va riducendo Ltna qualsiasi camera elettiva. Conseg~tenteme,n t e riunire la costituente significa soS<pende,r e le prer.agalive r egie e ' ' r 1 T T LA LEGGE DELL' IMPERO ' APPROVATA DAL SENATO c;:,.,,. . ..... ,...,..,,l ...... :_ -.!-..l.! "l. • - ; . ...... - · - . - •• • - - . ...... . . - - . - - •• · - · •• · - . - - :::J' •• • '-" - · - ·- - o riginali e primitivi organismi che potranno svanire senza lasciare traccia di sè, ma che potranno anche costituire l'inizio di una nuova vita politica democratica, sono i vari comitati e consigli di resistenza e di liberazione. Formalmente sono in generale alleanze di partiti, ma sarebbe un errore scambiarl.i con i comuni partiti o cartelli di partiti, i ·quali jhanno sempre il più limitato obbLettivo . di conquistare .un 1 === germi di stato democratico prodotti dalla gu erra, e noi assisteremo alla sua resurrezione . l nuclei provvisori della democrazia italiana già esistono. Saranno potenziati o rappresen teran no solo un fenomeno effimero della attuale crisi? .Ouesto è il prqblema .. ~ f !: ;; Pan t. r -• f 1=== Il====: 1 ::==1 - l=== l =:.:::E l::::.=:=: D====:~-- l~ l . l l l In lialia UE 'pi·ù un semplice organo legislativo, come una qualsiasi camera elettiva. C onseg?;,te·nteme.nte riunire la costituente sig>nifica sospendere le prer.og.ative r egie e sopprime're ogni fun zione del senato, almeno fino a quando la cost·i tuente stessa non deliber·i di conservarlo, fissandone i pote·ri. S1:amo intesi? L'UMANIT A' DEI CONSESSI. I Kior·n ali del neofascismo an.n unciano che anche in Francia come in Italia si è composto il fronte unico naziotnale: queUo destinato a salv.a r,e l'Europa dalla· minaccia ing.lese, americana e russa e cioè a garantire .ad Hit:ler che può continuare il suo r egime di oppressio'I'J.<e. N e sono · espon-enti p-rincipali quel M.arce'l Déat che Jlllarurra'S aveva un tempo battezzato «lVI onsieur Tabouis»: Doriot che si compiac-que S>empre del titolo di «uomo del 'Jnaresciallo » e l'eloquente girella Phiiippe H en.riot, quetlo a cui sono riservat~i i colleKamenti tra i nazi.st.i onorari fr.ances~i e i pad1'oni g e'Y'nta- AH UE HA EU z·io.nale nelle due part i di I tali:a. A Roma la monarchia si va 'r iduce-n do sostanzialmente a poco più di· una vuota formula. Umb erto di Savo~a ..._ vuoto, vanesio, scr.e dùato - ne è il tipico rappresemt.ante. Siamo decisamente agli oscuri tramonti. E' sempre possibile ·qualche rito.r no offensivo per salvare .n on ·tanlo la monarchia quanto certe corre11ti conse·r vatr·ici paurose di nov·ità e perc·iò urge vibrare il .c olpo finale. M a l'ist-ituto è finito. Tanto finito che gli ultim,i ostinati a ·n on rinnega-rio espr.e ssame•nf.e, vo.r-rebb ; ro ridurre Ja questione ~istituzionale ad una c ntrov.e:r-. sia secondaria priva di O,Kni ·f...O' tenuto efficien_te, su cui si do·urebb r::; e·uìtar'e 1)·g ni discruss~one . . ': Nell'Italia occupat·a, invece.: si assistf!' al moto inverso. Dopo la procZamazione sorta non -dalla persuasione ma dal dispetto - della ~repubbl ica sociale, si larvora faticosamente ,a, creare .se non la monarchia almeno il sovrano. 1~u.tto il poch-issimo che si fa e che si riduce ·in sostanza q. P~.tr.a e semplice attività di· polizia, è fatto in nome e secondo le disposizioni del duce. Basterebbe un decreto per far · sor,Kere la dinastia di Benito, primo ed unico. Presso a poco quel. lo ·c he si è. fatt-o pe~r ,za dinastia di Re Zog. l acomoni, personaggio di famiglia per la via del~'aJcova, potrebbe ·d,ar.e pr.ez.iosi suggerimenti. fuori AH REPUBBLICA E MONARCHIA. E' curioso segui-re l'evoluzione costitu- EU OI II UIIlOlU. Il nuovo governo italiano, composto degli uomini rappresentativi di tutte le principali correnti popolari italiane, ha ora il compito di costruire il nuovo stato provvisorio italiano, almeno nelle sue strutture fondamentali. Esso rion si appoggia su nessun organo rappre sentativo, perchè l'Italia non ne aveva più, ed il suo carattere ·democratico non risiede perciò nella sua forma costituzionale, ma netla volontà che lo anima. Dal modo come si accingerà a tale ricostruzione dipenderà se l'Italia avrà una struttura veramente democratica, cioè repubblicana, o una struttura solo apparentemente democratica, ed in realtà monarchica, anche se per avventura il capo dello stato dovesse essere domani elettivo. Dinnanzi al nuovo govert;Jo italiano si aprono oggi due grandi alternative. E' possibile riprendere come modello il vecchio stato italiano, provvedere alla ri costruzi one di un corpo di funzionari nominati dal centro e dipendenti esclusivamente dal governo centrale, rimettere in ordine 1'1talia con l'antica amministrazione burocratica e prefettizia. La rete burocratica giunge ormai fino alle amministrazioni comunali in cui gli antichi sin, daci e con"siglieri municipali sono stati sostitufti · da podestà di nomina prefettizia. In questo corpo amministrativo potranno essere ammessi molti antifascisti ma esso conserverà il carattere che ha sempre avuto e che il fascismo iri venti anni ha ancor più rafforzato. Resterà sempre un organismo es·senzialmente autoritario che controllerà la vita pubblica del paese, ma rispetto al quale il paese si sentirà sempre intimamente indifferente. Bisogna dire che il pericolo di veder risorgere un tale stato è assai forte. Esso si presta bene all'esecuzione dei compiti più immediati. La tradizione dello stato italiano,· che fin dalla sua origine è costituito in questo modo·, pesa sulle azioni dei governanti, fra i quali ve ne sono parecchi che pensano solo ad una restaurazione delio stato di cose prefascista. Le correnti politiche avverse non solo al regime fascista, ma anche al vecct;Jio stato pseudo-democratico sono fortemente rappresentate al governo, ma sia per inesperienza che per le difficoltà del momento possono facilmente indursi a metter mano quasi inconsapevolmente alla ricostruzione dello stato centralizzato e burocratico. Infine manca oggi in Italia qualsiasi organismo legale democratico. Se queste saranno le linee della nuova struttura poiHica italiana, non è da attendersi che la futura Assemblea Costituente sarebbe più capace di modificarle, dopo che nel corso della guerra si fossero ricostituite e consoli:. date. Essa potrà coronare questo edifizio profondamente antidemocratico con qualche istituzione rappresentativa, ma in realtà non si farebbe che ripetere l'equivoco pseudo-democratico prefascista, e lo stato italiano resterebbe sempre illiberale e suscettibile di perdefe anche l'apparenza democratica alle prime diffòcol tà. La monarchia sabauda avrebbe vinto la partita, che essa ha iniziato con le forze dèmocrati ch e dal giorno della caduta di Mu sso lini. PER EVITARE EQUIVOCI. Anche ne:l campo libe~rale si pa·rla di C ostituente. Inoltre il consiKlio dei minist·r i ha preso prec~isi impegni in .a rKomento. M a nel campo libe·rale si continua, forse senza volervi .d are un particolare signrificato, ad ·accennare al parlamento. Ora è · necessario intenderei. Nel nostro ordinamento costituzionale ·il parlamento consta o meglio constava d·i due· consessi legis!ativ·i: ~a ca·w11era eletti·va e il sen.ato di nomma reg'l-a. C ostit~u etnte s·i gnifica inna.n zitu,tto e sov-ratutto piena e completa facoltà di disporre in materia · costitu::rionale con· assoluta ampiezza di pot·eri. La costitu,ente .deve ·esserre in aft.r·i termini sovra.n.a. Altriment·i non sarebbe costituente. Sareb[Je tutto al HA II~IIIIII~IIU J'HC~. Sono i Farinac.ci, i Pavolini e i Big.gini della Francia. Parlano lo stesso binguaggio. Servono .lo stesso padrone. Gli uni e Kli altr.i sono att.anaglbiati dabla paura, che li r end f' f eroci. Av.ran:no la st(Jissa sorte. Ançhe l'odio comwne contro UJ;uali nemici varrà lX i avvic·i nare i due papali. JT.,. BATTAGLIONE NEOFASCISTA «BARBARI GO» ha avuto ,['onore di z.t n e.lo·g io speci ale da parte deUa stampa mussolin.iana. Elo,g io m er·itato. :~ ~V dla :::on-a di Rom.a, do·ve imperversò, si f'r;.a una,n imi nel r·iconoscere che gli uomin.i del <<'Barbariga » eran o «assai pegJ;iori degli s_t.essi tedeschi». F eroci, cnttdeli, rapac-i fino azt',a rrivo degli eserciti aUe>ati. Poi scapparono. Oggi, in zone m eno vicine alJa battaglia, stanno ripetenao le stesse impre_S f' . Poi . scapperanno di n·u ov o. · EDMONDO ·CIONE. Un professore di questo nome, che pare abbia arraffato da poco 1.t11.a cattedra .e stia u,c.cellando una dote, dedica tre articol'i alla storia di una m.,odesta quest-ione di autore contro Bene.d etto Croce. La storia è tra le meno interess.a.n ti e può tutto ~al più ·valer e 0000 t • - --- -~---- , ..._.,.....,. ,.._...._.._ _...,. , . _ ... ..._ '-" .... o..o...o.&.&.L\A...I.i. .1. \.f. LLUII .. degenti, feriti o malati negli ospedali del terri torio, sopportano con ani mo virile ogni sofferenza, dopo aver validamente contribuito al raggiungimento del successo per una più grande Italia. Saluto al Re, Saluto al Duce! ~ ' • r,.· , Roma, ? maggio, 1. Al Duce è perve11uto da bordo della lfav~ Cesarea» il seguente . telegramma , 'indtriz~~togli dalla Principessa di Piemonte: «Esulto per la completa vittoria :delle nostr~ valorose truppe, fiera del mio alto. privilegio di avere asccJltato il Suo glorioso mèssaggio accanto ai feriti ed ai malati a bordo della nave «Cesarea». Non dimenticherò mai così grande commozione. Grazie. Aff.ma Cugina Maria Principessa di Piemonte~> 1? maggio 1936. LA LEGGE DELL' IMPERO · APPROVATA DAL SENATO ... Sorgendo in piedi il sen. Federzoni (p:residenfe del Senato) soggiunge: «Prego Sua Altezza Reale il Principe di Piemonte e i Reali principi di voler andare alle urne». Una grande ovazioue prorompe nell'aula, mentre Umberto di Savoia attraversa l'emiciclo e, dopo essersi soffermato dinnanzi al banco del Gov:erno. sal ùtando romanamente il Duce, si avvi~ allè urne seguito dal Conte di Tol'ino e dal Duca di Genova. «Corriere della Sera» ·- 13 giugno 1940 «ll Principe di Piemonte, · Ispettore' della Fanteria, ha indirizzato il seguente messaggio ai fanti d'Italia: '· ... Fanti 'd'Italia! L'ora solenne è scoccata. Con fede in ollabile e visione eroica dei trionfi passati marciate ai nuovi immancabili destini dell'Italia Imperiale. Audaci e ·t enaci come sempre, da voi la Patria attende ancor più fulgide glorie~ Viva· l'Italia! Saluto al Re lmpetatorer Saluto al' Duce! ll Generale clesign{tto d 'Armata .ed Ispetto~e della Fanteria: ; '"·: Umbert~ di Sav~ia"» Ora il luogotenent~~ prendendo inopportunamente la parola, ha cercato nella .scandalosa intervista al corrispond.e nte del «Tim~s » , univ~I' salmente deplorata, di gettare la respo'n sabilità ·della guerra sulle larghe spalle del i:Usg:taziato popolo italiano'. Il Governo italiano ha reagitQ con ii · seteto richiamo. al Principe che già allltiamo. pubblicato. A Londra si è corso ai ripari, e si è ce.vcato di modificare la .portata e il significato .del l'intervista, modificando il tenore delle espressioni del personaggio intervistato. . .' «Ciò che egli (cioè il Principe) disse - si legge sul <(The Times WeekÌy Edi.t,ion» del 17 maggio - fu che suo padre non ·aveva alcùu ·pretesto per ostacolare Mussolini, intenden'do ·che, se fosse stata fatta una sola domanda per riunire "la Camera e il . Senato allo scopo di di scutere la politica del Governo,"l~ose aVI·ebbero potuto andare altrimenti». Così all'accusa men.zognera della prima versione si aggiunge la' ' beffa della seconda. Chi non sa che la C~e1:a e iJ. Senato fascista non costituivano un Parklllllento serio, ma un'accolta di servitori nomina1 ti dall'alto "per approvare all \ manirnità e per applaudire su comando? o ~ ;!;.... '':.;