L’ECO DI BERGAMO 35 MARTEDÌ 28 OTTOBRE 2014 Valli Seriana e di Scalve A Oltressenda si torna a coltivare il «saraceno» Con «La Budaga» a Schilpario fiorisce l’«oro rosso» Schilpario Anche in Val di Scalve è arrivato l’«oro rosso»: grazie al gruppo femminile «La Bugada», associazione nata una decina di anni fa con l’intento di mantenere viva la memoria storica della Valle, quest’anno la coltivazione dello zafferano è sbarcata anche negli orti di Schilpario. Nel comune e ad Ardesio due coltivazioni sperimentali dell’antico «formét neghèr» Spiega Andrea Messa: «Il grano saraceno ha sempre suscitato una grande curiosità, perché ENZO VALENTI Dopo oltre 80 anni il grano sara- la farina che ne deriva è alla base ceno (formét neghèr) è tornato della preparazione di alimenti a fiorire a Nasolino, in contrada noti come la pasta, i pizzoccheri, Beccarelli nel territorio comu- dolci (sciàtt), pane e polenta. nale di Oltressenda Alta, così Genera lo stesso interesse come come nei campi dell’azienda altri prodotti tipici delle nostre «Prat di Buss» alla Valzella di valli, dal formai dè mut allo straArdesio. In entrambi i coltivi chì, dai fiurit ai capù, in quanto prodotti che richiasperimentali si premano sapori e ricordi senta adesso con una d’altri tempi». E ansuperba fioritura, cora: «Cosa poco nosenza infestante alcuta è che anche nei no, ed è visitato da una coltivi della media e miriade di insetti in Alta Val Seriana, cerca di nettare. questi grani venisseLa sperimentazioro coltivati in gran ne si inserisce nel più quantità sino alla fiampio progetto «Colne degli Anni ’30, anture montane, valorizzazione dei cereali Andrea Messa dando a incrementare in parte i “farinaminori in montagna», promosso e portato avanti da cei” destinati all’alimentazione Andrea Messa di Nasolino, dai umana. Pur essendo facile da fratelli Marco e Andrea Delbono coltivare, con una buona resa e della Valzella, in vista di «Expo molto adatto alle rotazioni nei 2015, nutriamo il pianeta» e go- coltivi, è andato via via scompade del patrocinio dell’ammini- rendo, sostituito da grani da cui strazione comunale di Oltres- derivare farine ritenute più presenda Alta, del Parco delle Oro- giate, come il frumento, la segabie, della Comunità montana, le, gli orzi e, soprattutto, il mais». Semisconosciuto ai più, Coldiretti e Promoserio. Oltressenda Alta La fioritura nella contrada Beccarelli a Nasolino il saraceno non contiene glutine ed è quindi molto adatto nelle diete dei celiaci. È senza glutine Si semina a fine luglio/agosto (come fatto a Nasolino e Valzella) e si raccoglie a fine ottobre. Si accontenta di terreni poveri e marginali, non richiede alcun intervento fitosanitario o contro le erbe infestanti, essendo un infestante esso stesso. Per queste sue qualità potrebbe essere riscoperto e coltivato su larga scala nelle zone collinari e di media montagna della Bergamasca, oggi spesso all’abbandono. Afferma a riguardo Andrea Messa: «Lo abbiamo seminato ai primi di agosto, in parte a file e in parte a spaglio. In entrambi i casi è spuntato ed è cresciuto rigoglioso e ora ci accingiamo alla mietitura. Uniche avversità cui abbiamo dovuto far fronte i caprioli, che se ne foraggiano con gusto, e i cani da caccia che , in addestramento, passano tra i coltivi per inseguire la selvaggina. Soluzione del problema, anche se costosa, la recinzione dei coltivi». Conclude quindi Messa: «Due grandi soddisfazioni per noi: il fatto che l’esperimento sia riuscito e che un anziano di Oltressenda, vedendo i coltivi, abbia esclamato “ Guarda, dopo 80 anni è tornato a fiorire in paese un campetto di formét neghèr». 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA Albino, ecco il bilancio di Diaforà Albino La prima tappa del progetto «Val Seriana: un sistema che fa differenza» è conclusa. Il bilancio di due anni di intenso lavoro viene presentato giovedì alle 17 ad Albino. L’appuntamento è nell’auditorium di viale Aldo Moro. Il progetto Val Seriana ha coinvolto in questi due anni comuni dell’alta e media Val Seriana, cooperative, associazioni, università. Si è cercato un intreccio nuovo tra pubblico e privato. L’incontro di bilancio cerca di fare emergere positività e criticità di questo percorso, di tenere aperto un dialogo tra i tanti soggetti che operano nei paesi, in vista di un secondo atto. Dice Alessandra Pozzi, presidente di Diaforà, associazione al centro del progetto: «Il nostro lavoro aveva diversi obiettivi. Il primo era valorizzare il patrimonio di beni culturali dei territori. A questo proposito mi piace ricordare l’impegno per restaurare un’ala del convento della Ripa di Chiostro della Ripa Albino, del ’400. Ma abbiamo realizzato anche il riallestimento del museo di Ardesio, Meta, la manutenzione straordinaria della Villa Regina Pacis a opera del Comune di Albino. Altro intervento ha riguardato l’impianto di deumidificazione dell’Alt, museo di arte contemporanea ad Alzano Lom- bardo e il nuovo allestimento dell’ingresso del Museo delle pietre coti di Nembro. Insomma, un po’ di cose concrete, da toccare. Ma gli oggetti non bastano. Abbiamo cercato con le risorse a disposizione di contribuire alla formazione di una mentalità nuova, di collaborazione, di rete fra le istituzioni. Così abbiamo organizzato il corso “Raccogliere e accogliere: l’attualità del museo”. Nel corso abbiamo avuto interventi di studiosi importanti come Carlo Sini e Florinda Cambria e diversi altri esperti. Si è cercato di mettere a fuoco scenari magari nuovi di conservazione della memoria in un percorso che abbiamo chiamato: “Oltre il museo”». Alessandra Leali racconta i diversi punti, gli impegni. Un lavoro continuo, non sempre visibile. Una piccola foresta che cresce. Così il Progetto Val Seriana ha fatto nascere un tavolo di lavoro con i cinque musei del territorio (Alt di Alzano, Etnografico di Comenduno, Meta di Ardesio, Pietre coti di Nembro e Mat di Clusone). Dice Alessandra Pozzi: «L’idea è sempre quella della rete, della stretta collaborazione. Una realtà sola è piccola, ma cinque musei che lavorano insieme, che realizzano comunicazione, opuscoli, attività didattiche, laboratori... bene, sono un’altra cosa». L’associazione Diaforà che ha sede alla Ripa di Albino sta realizzando una mediateca sul tema della «differenza». Sempre partendo da questa prospettiva, è stato organizzato un convegno di ampio respiro, con personalità di spicco nel panorama nazionale, sull’educazione e il sapere. Sviluppare il pensiero, le idee significa anche probabilità di mettere in moto uno sviluppo. Così sono state diverse le conferenze del ciclo «Pensare dalla Ripa», sempre sul tema della differenza. Dice Alessandra Pozzi: «In questo incontro facciamo un bilancio che potrebbe costituire una base per andare avanti». 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA Il tutto grazie all’adesione a un’iniziativa promossa dall’associazione «Gente di montagna» in collaborazione con il Vicariato di Valle Brembana, che sta promuovendo la coltivazione del fiore come «possibile esempio di successo per un’agricoltura familiare di montagna che complementi le tradizionali attività agricole in at- Imerio Prudenzi to». «Un’iniziativa – spiega Imerio rizzata da due fasi: la fase attiva, Prudenzi, farmacista e coordina- con il bulbo che fiorisce a metà tore del gruppo – nata grazie alla ottobre e inizio novembre e contistretta collaborazione che da nua a crescere e produrre fogliaqualche anno ci lega all’associa- me fino ad aprile - maggio; la fase zione Gente di Montagna. Il kit passiva, da fine maggio a fine agoche veniva distribuito in Valle sto, con i bulbi che vanno a riposo Brembana era composto da 500 vegetativo. L’attenzione per le colbulbi, noi qui siamo partiti con tivazioni non è una novità per il 100, perché non eravagruppo «La Bugada», mo sicuri che le condiche,oltreatramandare zioni ambientali fosseIl gruppo la cultura tradizionale ro ottimali per la coltia canti, gesti e promuove relativa vazione. In realtà ablavori, ormai da anni si biamo visto che le temla occupaanchedelrecupistiche sono pressoattivo di coltivacoltivazione pero ché uguali a quelle delzioni tradizionali e dello non: il lino (pianta dai le coltivazioni in Val Brembana». cento usi), la patata, zafferano Il «Crocus sativus», l’orzo, la segale, il mais chiamato anche «oro spinato di Gandino e rosso» per il suo valore di mercato, quello rostrato di Rovetta, e il graha diverse proprietà benefiche: no saraceno. «Tutte queste coltifavorisce le funzioni digestive, vazioni – conclude Prudenzi – sosvolge un’azione sedativa, antide- no visitabili: si trovano nell’orto pressiva, decongestionante e anti- che una volta era di monsignor spasmodica. Cresce bene in terre- Andrea Spada. Mostriamo come ni drenati e molto permeabili e queste specie vengono coltivate e può sopportare temperature raccolte: il fiore di zafferano è belestreme sia in inverno che in esta- lissimo e si raccoglie al mattino te; la sua vita vegetativa è caratte- presto, prima che sorga il sole». 1 Gandino Vandali rovesciano un cassonetto Non è stata certo divertente la «trovata» di alcuni nottamboli, che all’alba di domenica in Val Gandino hanno rovesciato un cassonetto dei rifiuti in località Masna, all’inizio della strada che sale da Gandino verso Valpiana e la Malgalunga. I vandali si sono divertiti a sparpagliare per centinaia di metri cartacce e immondizie, a fatica raccolte dagli operai allertati dal Comune. Un brutto biglietto da visita per le centinaia di escursionisti saliti, con la bella giornata, sui monti della zona. Sono in corso accertamenti per risalire agli autori del deprecabile gesto.