Pura Lana Sarda
Tra innovazione e tradizione
“Pura Lana Sarda”.
Idee per innovare e valorizzare la
tradizione
La lana è un prodotto che riflette perfettamente le tensioni e le aspettative dei nostri tempi: è una fibra naturale al 100%, ecosostenibile e rinnovabile, energeticamente efficiente e biodegradabile. Un materiale antico
ma con proprietà tecnologicamente avanzate. Caratteristiche uniche di un
prodotto naturale che tuttora non è possibile riprodurre artificialmente.
Annualmente, in Sardegna, sono prodotte più di quattromila tonnellate
di lana dalla tosatura stagionale dei 3 milioni e 200 mila capi di razza
sarda allevati nelle tredicimila aziende agro-pastorali presenti nell’Isola.
Un ingente quantitativo di prodotto che, per le sue particolari caratteristiche tecnologiche e la mancanza di una filiera adeguatamente strutturata, rappresenta per gli allevatori più uno scarto di cui liberarsi a bassi
costi che una risorsa per incrementare il reddito aziendale. Solo in pochi
casi la lana sarda trova uno sbocco commerciale remunerativo, nonostante
le potenzialità applicative e commerciali siano, di fatto, molto interessanti. La lana, inoltre, prodotto di una terra di pastorizia, porta con sé il
legame con la storia e con il territorio. Anche se non realizzabile e commercializzabile su larga scala, un prodotto può lanciare messaggi, indurre
comportamenti e riflessioni agendo sulla sfera emotiva del consumatore.
Partendo da queste riflessioni e grazie alle attività svolte nell’ambito del
progetto di cooperazione transfrontaliera MED Laine À la recherche des
couleurs et des tissus de la Méditerranée, è nato il concorso di idee “Pura
Lana Sarda”. In questo opuscolo vengono presentati una serie di prototipi
scaturiti dal concorso di idee e realizzati con lana di pecora sarda. “Pura
Lana Sarda”, promosso da CNR Ibimet, Provincia di Sassari e Camera di
Commercio del Nord Sardegna, si è svolto tra aprile e giugno 2011 rivolgendosi a designer, artigiani, piccole e medie imprese dei settori tessile,
abbigliamento, arredamento e bioedilizia, con l’obiettivo di incentivare
l’interesse verso l’utilizzo della lana sarda e di contribuire a sviluppare le
potenzialità delle filiere produttive e turistiche ad essa collegabili. Sono
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pervenuti oltre venticinque progetti e, in base ad una graduatoria di merito
stabilita da una giuria di esperti, sono stati premiati i primi tre. Successivamente, utilizzando i fondi MED Laine ed adottando come principali
criteri di scelta la fattibilità tecnica ed economica dei manufatti entro i
termini e le risorse disponibili nel Progetto, il CNR Ibimet ha commissionato la realizzazione dei dieci prototipi raccolti e descritti di seguito.
La collezione di prototipi Pura Lana Sarda sarà diffusa attraverso una
mostra itinerante ospitata a turno dai numerosi enti pubblici e operatori
privati già coinvolti nel progetto MED Laine, inquadrandosi, così, tra le
azioni di promozione e valorizzazione della lana sarda. Inoltre, rimarrà
a disposizione, gratuitamente, di chiunque - Enti Locali, Agenzie Pubbliche, Associazioni di categoria, Centri di Formazione e Ricerca, privati,
ecc. – promuova eventi di natura didattica e/o turistica e/o commerciale
che siano allineati ai principi ispiratori del progetto MED Laine.
Il progetto MED Laine:
fil rouge che unisce tradizione e innovazione
E’ possibile trasformare dei limiti strutturali in risorse per lo sviluppo
locale attraverso la ricerca e l’innovazione? Il progetto MED Laine è nato
da questa ambiziosa sfida.
L’iniziativa, finanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
nell’ambito del Programma di Cooperazione Transfrontaliera ItaliaFrancia Marittimo per una durata di 30 mesi, risponde al bisogno di dar
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vita nelle aree rurali di Sardegna, Toscana e Corsica, a percorsi di valorizzazione, in chiave attuale, di attività locali altrimenti destinate a scomparire.
I soggetti promotori, il CNR Ibimet di Sassari, Agris Sardegna e le Province di Sassari e del Medio Campidano in Sardegna, la Chambre de Métiers et de l’Artisanat de la Haute Corse nel Nord della Corsica e la Provincia di Grosseto in Toscana, mirano a promuovere azioni innovative
che, applicate alle microimprese e PMI dell’agricoltura, dell’artigianato e
del turismo sostenibile, migliorino la produzione e la commercializzazione di prodotti di qualità e di eccellenza.
MED Laine si è inserito all’interno di queste strategie di sviluppo rurale
sostenibile articolandosi in tre principali settori di intervento:
1. Valorizzazione di lane locali per la produzione di artigianato tessile tradizionale e di materiali di impiego nel settore della bioedilizia.
L’obiettivo è trasformare le oltre 4 mila tonnellate di lana tosata annualmente nelle aree coinvolte, da prodotto di scarto di cui liberarsi a bassi
costi a risorsa capace di incrementare il reddito aziendale. Le attività
hanno riguardato principalmente: la caratterizzazione delle razze ovine
autoctone quali le razze Sarda, Nera di Arbus, Corsa e Amiatina; studi
tecnico-scientifici sulle lane e sui tessuti tradizionali; la realizzazione di
prototipi in lane autoctone, scaturiti da uno specifico concorso di idee, e
che sono stati oggetto di studi per la definizione di un protocollo di certificazione e per la valutazione del ciclo di vita di prodotto (Life Cycle
Assessment).
2. Valorizzazione di specie vegetali autoctone
ad uso officinale-tintorio.
In questo campo, l’obiettivo specifico è proporre criteri di innovazione
o di recupero di tecniche tintorie tradizionali in chiave innovativa, per
dare maggior valore aggiunto a produzioni tessili che sono sempre più sottoposte a pressioni di forte (e spesso sleale) competizione sui mercati inter4
nazionali e, di conseguenza, a rischio di scomparsa. Fare ricerca, dunque,
su prodotti derivati dalla flora locale che, già “riconosciuti” in alcune
filiere di trasformazione come quelle della fitoterapia, della cosmetica
o dell’agroalimentare, possano ritrovare nuove modalità di applicazione
anche nel settore tessile-tintorio e, in particolare, in quello artigianale.
Partendo dall’individuazione di specie vegetali locali ad uso officinale
e tintorio (dafne, elicriso, robbia, melograno e reseda), si è messo a punto un protocollo per la standardizzazione dei sistemi di estrazione e per
l’ottimizzazione di alcune sostanze funzionalizzanti, che, successivamente,
sono state valutate tramite indagini di laboratorio rispetto alle loro proprietà antitarmiche, antiossidanti, antiradicaliche e UV-screening.
3. Messa a punto e sviluppo di modelli di marketing territoriale e promozione del turismo rurale e culturale-didattico legati alla valorizzazione delle lane au-
toctone e delle specie vegetali officinali-tintorie. Nell’ambito di tali azioni
si sono realizzati eventi di animazione territoriale e informazione mirati
al trasferimento e all’interscambio di conoscenze scientifiche.
L’applicazione dei principi base del marketing territoriale e ambientale
alle filiere oggetto di studio ed al settore artigianale, si fonda sul rafforzamento del networking tra enti pubblici, centri di ricerca e piccole imprese
agricole, artigiane e del turismo. Tale approccio ha portato allo sviluppo
di strumenti innovativi quali, ad esempio, l’estensione dell’analisi sensoriale (la stessa che valuta le proprietà sensoriali dei vini e degli oli d’oliva)
ai tessuti, metodologia che apre nuovi scenari nei sistemi di qualità dei
prodotti tessili-lanieri, fornendo utili indicazioni per rispondere in maniera più mirata ed efficace alle aspettative dei consumatori più esigenti.
Analizzando in profondità i punti di debolezza delle imprese agricole
e artigianali e fornendo nuovi spunti e strumenti innovativi attraverso
la ricerca e l’interscambio transfrontaliero, MED Laine ha voluto contribuire a promuovere e potenziare la competitività delle aziende agricole
ottimizzando i fattori di sostenibilità ambientale, culturale ed economica.
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Gabbanu
ditta Bagella Nino s.n.c
Il “Gabbanu” è stato ideato e
realizzato dalla ditta Bagella
Nino s.n.c di Sassari.
Confezionato con orbace (tessuto tradizionale di lana di pecora
sarda) - prodotto dalla ditta Carta
F. di Samugheo (OR) - e colorato con tinture naturali (presso il
Laboratorio La Robbia di Atzara
– NU), il progetto “Gabbanu”
rivisita l’antico modello tradizionale di cappotto sardo, introducendo piccole innovazioni che conferiscono originalità e maggiore
vestibilità al capo.
L’antico modello di cappotto sardo, confezionato esclusivamente
in orbace e solitamente di colore
nero, si caratterizza per il taglio
lineare - senza fodera e guarnizioni di altre stoffe -, la presenza del
cappuccio, la mancanza di abbottonatura e per l’attaccatura della
manica impostata ad angolo retto.
I Gabbani attuali, seppur ancora
confezionati con l’orbace, sono
di fattura più moderna, ispirata
a modelli militari. Il taglio del
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petto è semplice o doppio, con o senza
risvolti, e chiuso con bottoni moderni a
due o a quattro fori. Il cappuccio è normalmente sagomato e spesso unito con
bottoni nascosti nella parte posteriore
del colletto. Ugualmente sagomate sono
le maniche, tagliate a scalfo asimmetrico. La parte posteriore mantiene il
lungo spacco che termina appena sotto
una martingala alta. Inoltre, per adeguarsi alle moderne esigenze di comfort,
le parti più a contatto con la pelle sono
guarnite o ricoperte col velluto o altro
tessuto morbido.
Il presente modello ha le seguenti
caratteristiche:
• cappotto a petto semplice;
• quattro bottoni;
• cappuccio estraibile;
• due tasche;
• inserti in velluto liscio in tinta sulle
maniche, sul colletto e sulle tasche;
• martingala;
• uno spacco.
Per la colorazione del tessuto è stato
utilizzato il colorante naturale estratto
dalla pianta Robbia dei Tintori (Rubia
Tinctorum L.).
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Bertula 2011
di Stefania Careddu
La bertula era la bisaccia del
pastore nella quale si trasportavano i viveri (formaggi, salsicce, pane, acqua, frutta).
Veniva utilizzata tanto in
spalla quanto sul dorso del
proprio cavallo.
Spesso negli ovili non vi era
il letto e ci si arrangiava stendendo per terra una stuoia
oppure la bisaccia, sa bertula;
si infilavano le gambe in una
tasca mentre l’altra fungeva
da cuscino. L’impiego della
bertula come borsa, per i più
svariati utilizzi, è alla base
dell’idea di rivalutazione di
questo accessorio caratteristico dell’abbigliamento sardo.
Con Bertula 2011, la bisaccia
si trasforma da strumento di
lavoro in una borsa moderna
e versatile che non rinnega le
sue origini conservando caratteristiche tradizionali come la
capienza e la praticità.
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Bertula 2011 è realizzata
ai ferri con punto legaccio.
Questa confezione permette di ottenere due maglie distinte con un'unica
lavorazione.
Con questo sistema la borsa ha due differenti fronture, due borse in una.
Le cuciture sono realizzate anch'esse ai ferri con
l'utilizzo del punto passato.
Le due fronture della borsa
vengono create separatamente e successivamente
cucite insieme.
La qualità e lo spessore
della lana sarda non rende
necessaria la fodera interna.
Il logo del modello Bertula 2011, da applicare
come etichetta alle borse, nasce dall’ unione e rivisitazione del simbolo della pura lana vergine
- disegnato da Franco Gignani - e dalla tipica
lavorazione della filigrana sarda per la creazione dei gioielli.
Stefania Careddu, laureanda in Architettura.
Laureata in Scienze dell’Architettura nel 2006.
[email protected]
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L’eredità
di Anna Deriu
Una donna svolge
dal gomitolo della vita
il sottile e resistente
filo dei ricordi
intrecciato di volti, di
fatti, di gioie e dispiaceri...
Lo va a tessere
nel telaio della
memoria
per trarne una robusta
tela...
un abito
per il nostro domani.
(Rita Arba. L'anima della memoria)
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La sfida in questo progetto:
Creare un oggetto tradizionale ma dall’
uso innovativo, utilizzando la lana di
pecora e i relativi scarti di produzione.
Caratteristiche
• L’oggetto è un arazzo di 84 x 44 cm
che, per mezzo delle asole e del cuoio,
si trasforma in una borsa a sacchetto
con tracolla e tasche interne
• Il manufatto riprende la tessitura
caratteristica delle bisacce da lavoro con elementi del paesaggio sardo,
quali le pecore al pascolo e il pastore.
Anna Deriu vive e la vora a Bolotana (NU) presso la Cooperativa tessile
S’ISCACCU, tessitrice dal 1985 ha partecipato con L’ISOLA a numerose
mostre nazionali ed internazionali e nel 2009 alla Biennale di Sassari.
Collabora tuttora con vari Designer e Architetti della Sardegna.
[email protected]
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Yaya
di Mauro Soddu
“A seranu fatz’a jaja cumpanzia
e mi preguntat cosas de iscola,
intantu cun su pettene e s’ispola
est finende sa bertuledda mia”
“Alla sera faccio compagnia a nonna e mi chiede notizie
della scuola intanto lei col pettine e la spola sta finendo di
tesser la mia bisaccia”
Francesco Pinna di Bonarcado
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La matriarca sarda è donna autorevole e saggia, circondata da
un’aurea mistica e misteriosa, attiva lavoratrice, custode del focolare, portatrice d’acqua, lavandaia,
panettiera, guaritrice, tessitrice.
Lo stretto legame tra la donna sarda e l’azione del tessere è fonte di
ispirazione del progetto di “Yaya”
una lampada, che evochi oggi
tradizioni, ricordi, arti.
Alcune prove in fase concettuale
Mauro Soddu, Architetto, è nato a Cagliari nel 1982. Ha una formazione
post-laurea in interior design. Con “Yaya” si aggiudica il primo posto nel
concorso “Pura Lana Sarda”.
www.maurosoddu.com
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Corbulait
di Gabriella Loi
e Urszula Grodzicka
La corbula è un cesto senza manici di dimensioni
medie e grandi. Ha la forma di una calotta con
un profilo triangolare. È più ampia che profonda
e molto capiente. Viene utilizzata soprattutto per
contenere il pane in grande quantità. Rosso, giallo,
nero, i colori usati anticamente nella corbula. Al
centro la spirale rappresentata in senso antiorario,
simbolo dell’acqua e della Dea Madre.
Wagner, Max Leopold, D.E.S. Dizionario etimologico sardo,
Heidelberg, 1960-64
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Con la linea CORBULAIT le designer vogliono rappresentare la sintesi
tra la secolare tradizione e cultura della Sardegna e l’innovazione tecnologica propria di una originale linea di lampade da tavolo, da terra, da
sospensione e da parete.
CORBULAIT esprime la semplicità della vita quotidiana rurale, della
tradizionale lavorazione della lana e, in particolar modo, della “corbula
sarda”.
Le progettiste Gabriella Loi, Urszula Grodzicka si laureano nel 2008 in
Architettura. Parallelamente all’attività professionale curano progetti
artistici di pittura e fotografia. Vivono e lavorano tra Torino, Alghero e
Varsavia.
www.gabriellaloi.com
urszulagrodzicka.carbonmade.com
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I Lanosi
di Eugenia Pinna
e Concetta Nasone
I LANOSI è un gioco rivolto ai
bambini dai 5 anni in su, che vuole
recuperare anche l’approccio alla
tessitura e al cucito, intese come
attività di pazienza, di lentezza
e di riflessione, riproponendo
il lavoro manuale, attualmente
sostituito dai giochi meccanici e
tecnologici spesso passivi e poco
creativi…
Il bimbo sceglie tra i sei gomitolini
di lana a disposizione il suo colore
preferito, infila l’estremità del filo
nella cruna dell’ago nel primo foro
partendo dalla coda e iniza a impostare l’ordito, poi pian piano inserisce
la trama e crea il tessuto che diventa
il vestito base della animale. Questo vestito può essere impreziosito ed
elaborato sfruttando tutte le potenzialità del filo che può tornare fiocco
e diventa coda, criniera, baffi, zoccolo…
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…un gioco didattico che prima di tutto
faccia conoscere al bambino la lana di
pecora sarda, l’antica arte della tessitura, ne sviluppi la creatività e soprattutto gli permetta di manipolare oggetti e
materiali inusuali.
Dentro la scatola, avvolte e protette da una nuvola di lana bianca cardata,
ci sono le sagome in cartone grosso da tre mm di 5 animaletti; un gatto, un
maialino, un asinello, un leone e una pecorella. Sono nudi tutti rosa con
dei fori di circa 4 mm che ne circondano il perimetro, pronti per essere
“vestiti” da due o più manine “leggere” e creative. Sei gomitolini da 30 gr
ciascuno, ognuno di un colore diverso, tinti in modo naturale. Vi è anche
un grosso ago di plastica da maglia, un piccolo e semplice strumento da
lavoro, con una lunga storia, già candidato alla pensione, che vogliamo
riscoprire e soprattutto riproporre come strumento di gioco…
Eugenia Pinna vive e lavora a Nule, in provincia di Sassari.
Dopo gli studi in design e artigianato-design, inizia a lavorare come libera professionista nel campo del design tessile e in particolare del tappeto. Ha vinto due importanti premi a livello regionale per l’originalità e
la ricerca tecnica dei suoi manufatti. “I Lanosi” le valgono il terzo posto
nel concorso “Pura Lana Sarda”.
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Dot to dot
tappeto “Campana”
di Caterina Frongia,
Antonello Loi, Luca Porru
Il più semplice passatempo enigmistico riletto attraverso l'esperienza tattile.
Unendo i puntini il bambino attraverso il gioco di far scorrere un filo in
asole numerate impara a conoscere i numeri e a comporre delle lettere.
Attraverso il tatto oltre che la vista, puo' familiarizzare con l'iconografia
tipica della tradizione tessile.
Il riferimento alla fauna sarda richiama la rilevanza dell’essere nati o
cresciuti in Sardegna, con l’importante tradizione dell’artigianato, del
pane, dei tessuti che, per molti di noi, sono stati vera scuola e grande insegnamento estetico.
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L’oggetto:
Tappeto in lana sarda naturale tessuto a mano al telaio con lavorazione a “pibiones” tipica di Samugheo, comune della provincia di Oristano.
Concept:
Usare la specificità materica della tessitura a “Pibiones” come
veicolo di esperienza ludica e scoperta sensoriale per il bambino
Interazione:
Sistema di asole numerate
Bambini e genitori contribuiscono a completare il quadro rappresentato, in un esercizio di semplice manualita’ in cui la lana
diventa uno strumento di gioco: l’immagine si costruisce nelle
mani del bambino. La specifica tridimensionalità della tessitura
rende la figure riconoscibili al tatto.
Design:
Grafica stilizzata a colori accesi e richiami ai giochi tipici
dell’infanzia e ad elementi della natura, perchè la lana non sia
solo “una cosa che pizzica!”
tappeto “MyLand”
Le figure sono in rilievo
tappeto “Passaggio”
Caterina Frongia laureata nel 1995 in Lettere. Autodidatta del design, nel
2005 ha creato il marchio t-fish® dedicato all’abbigliamento e agli accessori per la casa.
www.tfish.it
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Frunidu
di Eugenia Pinna
Progettato da EUGENIA PINNA e realizzato nel suo laboratorio di Tessitura
e Design Tessile, su telaio verticale, utilizzando la tecnica di tessitura “a stuoia”,
tipica della tradizione tessile di NULE
(SS).
Ordito e trama in lana di pecora sarda
tinta con essenze naturali - dimensioni
180 x 250 cm.
Il progetto “FRUNIDU” (ricco di decorazione) nasce da una consolidata esperienza professionale e da un’approfondita
ricerca sulla cultura e sulla tradizione
tessile di Nule, uno dei paesi più importanti della Sardegna per il suo prestigioso artigianato tessile. Attinge segni e
simboli dall’iconografia locale rivisitandola in chiave moderna; è un tappeto
che si rivolge ai gusti e alle esigenze di
vita attuali, ispirandosi alla tradizione
con sensibilità contemporanea, richiamo
alla decorazione tipica, ricca e colorata,
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all’interno di una composizione semplice e pulita. Particolare attenzione
è stata prestata alla scelta dei colori morbidi e allo stesso tempo decisi, ottenuti rigorosamente da prodotti naturali.
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Memorie di lana
di Maria Francesca Maniga
Memorie di Lana nasce dal desiderio di portare a casa, di ritorno da un
viaggio, un ricordo che sia il più fedele possibile alle sensazioni vissute.
Oltre le foto e le canzoni, anche i “souvenir”, i ricordi, vorrebbero aiutarci
in questo ...
...Oggetti che portano con sè la memoria del posto in cui sono nati - nelle
forme, nei colori e nei rimandi culturali - realizzati con il prodotto principe della Sardegna, la lana grezza, ma rivisitati in chiave moderna e con
un design accattivante.
Con la serie di sottopentola di lana il souvenir non rimane un oggetto fine
a se stesso ma entra a far parte dell’ambiente domestico e della quotidianità familiare.
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I prodotti sono realizzati in feltro di lana. Non viene utilizzato nessun
colorante; in questo progetto vengono usati solamente i colori naturali
della lana: bianca, moretta, grigia.
Maria Francesca Maniga dopo la laurea in Giurisprudenza frequenta la
scuola di figurino e di modellistica per la moda presso l’Istituto Carlo
Secoli di Milano approfondendo lo studio della merceologia tessile; nel
campo della grafica produce cartoline e biglietti di auguri, ispirati prevalentemente ai temi della cultura e della gastronomia sardi.
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Maestrale
di Cristian Loddo
e Diego Villalon
La lana di pecora sarda è un prodotto
tradizionale che in passato veniva utilizzato
esclusivamente per la tessitura di tappeti e
abiti, ma che negli ultimi decenni ha trovato numerose applicazioni in settori diversi.
Specialmente il feltro di lana, grazie alla
semplicità della sua lavorazione
industriale e per le sue proprietà estetiche,
viene utilizzato oggi da architetti e designer
per la realizzazione di prodotti quali arredamenti, espositori, lampade, pareti mobili,
abbigliamento, accessori, ecc.
Inoltre per le sue caratteristiche tecniche
la lana inizia oggi ad essere usata anche
nella bioedilizia, ad esempio come coibentante termico per tetti e pareti ma anche per
l’isolamento acustico.
Le caratteristiche principali del feltro di
lana individuate dai proggettisti sono:
1.Isolamento termico
2.Isolamento acustico
3.Regolazione igrometrica
4.Capacità ignifuga
5.Inattaccabilità dalle muffe e potere antibatterico
6.Qualità estetiche
7.Colorazione naturale.
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A partire da queste caratteristiche
e considerando inoltre le nuove tendenze, i progettisti hanno cercato di
creare un prodotto che coniugasse
le proprietà tecniche ed estetiche in
modo da valorizzare e rendere più
efficiente questo materiale.
visivo, ma anche da quello termico
e acustico.
Caratteristiche estetiche
La facile colorazione con prodotti
naturali del feltro di lana, le diverse forme di lavorazione con processi industriali o semi-artigianali,
permettono la creazione di un’ampia
Caratteristiche tecniche
gamma di varianti del prodotto,
La Porta per interni Maestrale dalla versione per case e uffici, a
sfrutta al massimo le proprietà tec- quella più ludica per le camere dei
niche del materiale per isolare due bambini o ambienti colorati.
spazi, non solo dal punto di vista
Cristian Loddo, designer, è nato a San Gavino Monreale nel 1982.
Con la porta “Maestrale” si aggiudica il secondo posto al concorso “Pura
Lana Sarda”.
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I partner del progetto MED Laine
Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche
CNR Ibimet Sassari – Capofila
Provincia di Grosseto
Agris Sardegna
Provincia di Sassari
Provincia del Medio Campidano
Chambre de Métiers et de l’Artisanat de la Haute Corse
Coordinamento del progetto
Pierpaolo Duce*, Enrico Vagnoni*
Responsabili scientifici
Pierpaolo Duce*, Francesca Camilli*
Referenti Provincia di Sassari
Salvatore Masia, Laura Meloni, Vincenzo Monaco
Progetto grafico
Pierpaolo Pirino*
Revisione dei testi
Elena Campus*
Per ulteriori informazioni sul progetto MED Laine visitare il sito:
www.medlaine.eu
Per informazioni sulla collezione “Pura Lana Sarda”:
Pierpaolo Duce*: [email protected]
* CNR Ibimet
Il concorso “Pura Lana Sarda” è stato
promosso in collaborazione con:
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