PAESI & CITTÀ
SOCIALE
LA DIFESA DEL POPOLO
“TESSERE IL FUTURO”
Commercio
equo:
sfilano
le magliette
■ Il 27 maggio, piazza della Frutta si anima di colori e
suggestioni dall’Argentina
(in contemporanea con altre città italiane): lo slogan
“T-shirt made in dignity!”
racchiude la proposta di Altromercato che, insieme alla
cooperativa Angoli di mondo, dà appuntamento alla
città per una speciale sfilata
equo solidale. Le magliette,
realizzate in Argentina da
una filiera tessile ispirata a
principi equosolidali, sono
protagoniste di questo appuntamento inserito nel
contesto della campagna
“Tessere il futuro”: un’occasione per scoprire un progetto, che intende reinserire
un principio di solidarietà
nel settore del tessile.
«Le sfilate in piazza sono
l’occasione con cui annunciamo a tutti l’arrivo in Italia
delle prime magliette dalla
filiera equosolidale – spiega
Giorgio Dal Fiume, presidente di Altromercato – È
un’opportunità per i consumatori di poter scegliere il
proprio abbigliamento in
modo consapevole».
Le magliette Altromercato
sono realizzate da produttori argentini, coinvolti nelle
diverse fasi della coltivazione del cotone, della tessitura
e del confezionamento.
Questa filiera tessile equa e
solidale costituisce il motore
di piccole economie – dai
contadini del Chaco alle fabbriche recuperate, fino alla
la cooperativa che le ha realizzate nella periferia disagiata di Buenos Aires – e
rappresenta un modello di
successo che conferma l’effettiva praticabilità di un
nuovo modo di coltivare e
tessere il cotone.
Il 27 maggio, la sfilata delle
T-shirt (alle 17) è solo uno
dei tasselli di un’iniziativa
che si tiene dalle 9 alle 18 e
che offre anche spunti di riflessione, laboratori sul tema del tessile, l’esposizione
dei lavori delle scuole che
hanno partecipato al concorso “Io ho la stoffa giusta”
e, alle 16, uno spettacolo di
marionette della compagnia
I diti vestiti
Info: 049-8931533 [email protected]
27 MAGGIO 2007
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“DiversaMente”, GIORNATA MONDIALE SENZA TABACCO: IL 31 ANCHE A PADOVA
la salute mentale “Basta, basta sigaretta”:
scende in piazza Lilt sensibilizza i cittadini
■ Diffondere tra i cittadini
una cultura dell’accettazione
e della solidarietà attiva nei
confronti dei soggetti con patologie psichiatriche: questo
l’obiettivo principale di “DiversaMente”, contenitore di
eventi curato da Ulss 16 e
azienda ospedaliera in collaborazione con molteplici
realtà pubbliche e private
che si occupano di salute
mentale. “DiversaMente” si
propone di lanciare l’idea
della curabilità delle malattie
mentali; allo stesso tempo
vuole attirare l’attenzione
sulla lotta allo
stigma e al pregiudizio della
malattia mentale.
Questi gli appuntamenti in programma (che si
sono aperti con
una serata di lettura delle poesie
di Alda Merini e
la proiezione del concerto
“Milva canta Merini”): il 29
maggio, alle 21 al bastione
Alicorno (Santa Croce) va in
scena il monologo teatrale
Tu non sai cos’è l’amore,
tratto dall’omonimo romanzo di Marco Francioso e recitato dall’attore padovano
Giancarlo Previati. Dal 30
maggio al 2 giugno è possibile visitare la mostra “DiversaMente”, che presenta opere di utenti dei servizi di salute mentale e di artisti padovani (inaugurazione il 30
alle 16 alla fornace Carotta.
Orari di apertura: ogni giorno 16-19.30); il 30 alle 21
sempre alla fornace Carotta,
serata musicale con il gruppo Band.it, composto da
operatori dell’Ulss 16.
Culmine degli eventi per
sensibilizzare sulla salute
mentale, sarà la giornata del
3 giugno: dalle 10 alle 14
piazza delle Erbe
ospiterà
una
grande festa con
gli operatori dei
servizi pubblici e
del privato sociale, familiari delle
varie associazioni e quanti sono
impegnati attivamente per la salute mentale. Si esibiranno
la corale Tuki Tuki, il gruppo
di danze popolari El filò, gli
attori della compagnia teatrale Terra e del gruppo Liberamente e molti altri.
Informazioni al centro di salute mentale, 2° servizio psichiatrico, via dei Colli 2 a
Padova.
■ Il 31 maggio è la giornata mondiale senza tabacco. A sostenerla, in tutta Italia, è la
Lega italiana per la lotta contro i tumori
(Lilt) con le sue 103 sezioni. “Basta, basta
sigaretta” è lo slogan della giornata. Per sostenerlo la Lilt di Padova ha prodotto un
pieghevole per le scuole elementari che contiene, da un lato, la favola di Nicotino e,
dall’altro, una serie di informazioni scientifiche sul fumo articolate attraverso alcuni passaggi fondamentali: il fumo è una
droga, cosa contiene la sigaretta, i danni provocati dal fumo,
il fumo passivo, il fumo e la gravidanza... Basta, basta sigaretta è anche un cd informativo
antifumo che si avvale della
musica di Memo Remigi e dei
testi di Antonio Martucci e Alberto Testa ed è prodotto dalla
Idea produzioni musicali.
Il 31 maggio la Lilt sarà in piazza a Padova,
davanti al municipio, con i propri volontari
per sensibilizzare la popolazione sui problemi causato dal fumo. Saranno distribuiti
gratuitamente due opuscoli: “Basta sigaretta” e “Il tabacco e la salute”; sarà inoltre
presente la Croce rossa con una postazione
mobile, dotata di apparecchiature per effettuare la spirometria gratuita di tutti coloro
che vorranno conoscere la funzionalità del
loro sistema respiratorio.
L’Italia è all’avanguardia nella lotta contro il
fumo, avendo già introdotto la legge che l’ha
messo al bando nei luoghi pubblici, di svago
e di lavoro; il provvedimento è rivolto a tu-
telare soprattutto i non fumatori. Si calcola
che almeno mezzo milione di persone, nel
nostro paese, abbiano smesso di fumare e il
consumo di tabacco si è ridotto sensibilmente fra la popolazione; molto resta ancora da fare, però, nell’ambito della prevenzione soprattutto fra i giovanissimi (fra la fine della scuola media e la scuola superiore) e le
ragazzine.
La sezione di Padova della Lilt
si è costituita come onlus da
oltre trent’anni e svolge un
compito di prevenzione oncologica, anche attraverso la lotta
contro il fumo, mediante visite
specialistiche di prevenzione,
assistenza psicologica, riabilitazione psicofisica, informazione-educazione sanitaria nelle
scuole, corsi per smettere di
fumare. A giugno ne inizierà
uno; gruppi di 10-15 persone, ognuno condotto da una psicologa, si riuniranno nove
volte secondo un metodo diviso in tre fasi:
lavoro sull’auto-osservazione e sulla motivazione a smettere; stop al fumo; rispetto della
decisione presa (mantenimento) e aspetti
psicologici della dipendenza al fumo.
La Lilt è particolarmente attiva nelle scuole
superiori, dove organizza interventi contro il
vizio del fumo, in appoggio al lavoro specifico degli psicologi dell’età evolutiva, che operano nei Cic scolastici e nei Sert delle Ulss.
Info: via Ognissanti 99, dal lunedì al venerdì
ore 9-12, 049-8070205 e [email protected]
Lucilla Zava
AISMME LA CAMPAGNA REGIONALE SULLO SCREENING NEONATALE METABOLICO ALLARGATO SI ESTENDE A TUTTA L’ITALIA
Per individuare 40 malattie su 600
■ È continua e instancabile l’attività di Aismme, l’associazione italiana studio malattie metaboliche ereditarie,
guidata da Cristina Vallotto,
madre di un undicenne affetto da piruvato carbossilasi, unico caso conosciuto in
Europa. Nata per supportare
chi quotidianamente si misura con quadri patologici
impegnativi e di grande
coinvolgimento come le malattie metaboliche ereditarie,
Aismme sostiene i familiari
dei bambini che ne sono affetti, favorendo la condivisione di esperienze.
L’associazione ha da poco
concluso una campagna di
raccolta a firme per l’introduzione dello screening neo-
natale metabolico allargato
nel Veneto. Ora, raccolte
7.500 adesioni, si è impegnata in una campagna nazionale patrocinata da Telethon, Cittadinanzattiva, Fish (federazione italiana sostegno handicap), Uniamo
federazione italiana malattie
rare e regione Veneto e che
ha coinvolto anche la show
girl Alessia Merz.
Lo screening metabolico allargato potrebbe rappresentare un avanzamento importante nell’ambito della prevenzione di massa per le circa 600 malattie metaboliche
ereditarie conosciute, di cui
soffre un neonato su 500,
anche se solo un caso su
quattro viene oggi ricono-
sciuto. Già da parecchi anni
in quasi tutte le strutture
neonatali italiane è eseguito
obbligatoriamente lo screening alla nascita che individua alcune malattie genetiche ereditarie (ipotiroidismo, fibrosi cistica e fenilchetonuria) attraverso l’analisi di una goccia di sangue
prelevata dal tallone di ogni
neonato tra le 48a e la 72a
ora di vita: operazione che
permette di individuare gravi patologie prima che queste si manifestino, consentendo un trattamento adeguato. Con lo stesso prelievo
sul neonato è oggi anche
possibile individuare circa
40 malattie metaboliche ereditarie, ossia disturbi dovuti
ad alterazioni genetiche che
possono causare gravi handicap neurologici e intellettivi e in alcuni casi anche la
morte improvvisa del lattante. Si tratta di patologie poco
conosciute e riconoscibili,
anche dai medici, che possono essere rilevate grazie a
una nuova tecnologia d’analisi denominata Tandemmass spettrometria, che permetterebbe di ridurre i rischi di disabilità e di morte,
consegnando ai malati e alle
loro famiglie una diagnosi
precoce che garantirà loro
un futuro più sereno.
«Per quanto riguarda il Veneto – spiega Cristina Vallotto, presidente Aismme – siamo in attesa dell’introduzio-
ne dello screening metabolico allargato. Il provvedimento riguarderà anche i neonati del Friuli Venezia Giulia e
della provincia autonoma di
Trento che fanno capo al
centro regionale di screening neonatali del policlinico
Rossi di Verona».
Informazioni: 049-9366129
e www.aismme.org
S P A Z I O D I R I T T I
Giustizia italiana: conoscerne il linguaggio aiuta a comprenderla
L
e cronache italiane sono spesso
dense di fatti gravi, che destano
l’interesse e la partecipazione
emotiva di molte persone, come nei
recenti casi di Cogne e di Rignano
Flaminio. Nei servizi giornalistici si
incontrano termini tecnici, di tipo
giudiziario, sui quali talvolta si hanno
le idee approssimative e confuse, se
non addirittura errate. Per crearsi una
propria opinione personale, non non si
può prescindere da una conoscenza
precisa di questi termini, che sono le
parole della giustizia.
I fatti molto gravi, come un omicidio o
un atto di pedofilia, sono puniti da
leggi particolari, dette penali. Questi
stessi fatti, a causa della loro elevata
pericolosità sociale, sono denominati
reati. Tutte le altre azioni, pur vietate
dalla legge e di solito punite con il
pagamento di una somma di denaro
(sanzione pecuniaria), come ad
esempio la maggior parte delle
violazioni al codice della strada, non
sono reati, ma semplici illeciti
amministrativi, che sono cosa ben
diversa. Occupandoci dei reati, ci
vengono subito in mente il tribunale, il
giudice, il carcere…
Lasciamo da parte i film americani, che
poco hanno a che fare con i processi e
le vicende giudiziarie italiane, e
vediamo di capire come funziona una
inchiesta penale in Italia.
Intanto l’inchiesta è chiamata indagine
(preliminare) ed è svolta dalla polizia
giudiziaria, come la polizia di stato e i
carabinieri, sotto la direzione di un
magistrato che ha la funzione di
sostenere l’accusa, detto pubblico
ministero. Chi non ricorda Antonio Di
Pietro all’epoca di Tangentopoli o
Henry John Woodcock di Vallettopoli?
Entrambi magistrati della procura della
repubblica, che è l’ufficio nel quale
lavorano i magistrati (inquirenti) che si
occupano di ricercare le prove. Diversa
funzione ha il tribunale, dove altri
magistrati assumono il ruolo di
giudice, chiamati appunto a decidere
sulla responsabilità della persona che
si ritiene abbia commesso il fatto
(reato), dopo aver ascoltato le tesi di
accusa e difesa.
Se la legge di procedura penale, che
regola lo svolgimento del processo
penale, definisce l’inchiesta come
indagine (preliminare), durante la
quale pubblico ministero (detto pm) e
polizia giudiziaria (detta pg) vanno alle
ricerca delle prove, la persona nei cui
confronti si sviluppano le
investigazioni è chiamata indagato, e
non ancora imputato. La stessa
persona, da indagato potrà diventare
imputato solo al termine delle
indagini, se il pubblico ministero riterrà
di aver raccolto prove sufficienti per
sostenere l’accusa in giudizio,
richiedendo il rinvio a giudizio. In caso
contrario, domanderà l’archiviazione
degli atti d’indagine. Nella fase delle
indagini entrano dunque in gioco
accusa (pubblico ministero e polizia
giudiziaria) e difesa (dell’indagato), ma
anche un altro magistrato che è
chiamato a decidere sulla correttezza
delle attività di ricerca delle prove, il
giudice delle indagini preliminari
(solitamente detto gip). È proprio il gip
a essere chiamato a garantire i diritti
delle persone indagate, come nel caso
di una convalida di arresto o di
un’autorizzazione all’esecuzione di
intercettazioni telefoniche.
Davanti al gip si confrontano pubblico
ministero e avvocato difensore,
ricordando che la difesa per fatti
penali è obbligatoria, nel senso che la
persona che è accusata di aver
commesso un reato non può
difendersi da sé, ma deve ricorrere a
un professionista iscritto nell’albo
degli avvocati. Se l’indagato (accusato)
non nomina un avvocato di fiducia,
gliene viene attribuito uno d’ufficio,
come Paola Savio, l’avvocato d’ufficio
chiamato ad assistere Annamaria
Franzoni davanti alla corte d’assise per
il giudizio d’appello. Per approfondire
l’appello, e altri termini ricorrenti,
appuntamento alla prossima puntata.
Antonio Licciardello
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Per individuare 40 malattie su 600 (in )