Corso di Integrazione Europea e
politiche pubbliche
anno accademico 2012-13
La politica di coesione
La politica di coesione
• politica strutturale, volta a conseguire
l’obiettivo che il Trattato di Roma definiva uno
sviluppo armonioso, e che dall’Atto Unico
definirà coesione economica e sociale.
• Redistributiva : da regioni più ricche a quelle
più povere
• Impatto elevato su bilancio UE -oggi circa
1/3
La governance della politica di
coesione (post 1988)
-modalità intergovernativa- ancora oggi nella
definizione del budget (prospettiva finanziaria);
Commissione- ruolo rilevante di agenda setting.
Poteri regolamentari estesi
Multi-level governance – nella programmazione e
implementazione dei programmi investiti governi
regionali e nazionali e il livello europeo
I finanziamenti fino al 1988
• Sono conferiti ai governi nazionali, pro
quota, che li gestiscono autonomamente e
spesso li utilizzano per finanziare
iniziative già avviate.
I fondi strutturali
• La politica di coesione della Comunità si avvale
dei seguenti tipi di fondi :
 Il Fondo Sociale Europeo (liv.Regionale)
 Fondo Europeo per lo Sviluppo regionale (liv.regionale)
 Il Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia per
l’Agricoltura (FEOGA)dal 2007 Fondo Europeo per lo
Sviluppo Rurale (liv.reg.)
• A questi si aggiungono, rispettivamente nel
1992 e nel 1993 :
 Il Fondo di Coesione (liv.s.m.)
 Lo Strumento finanziario per l’orientamento nella
pesca(liv.reg.)
Sviluppi pre-1988FSE
FSE stabilito dal Trattato di Roma istituito nel 1958
Nei primi anni dedicato a disoccupazione strutturale
e sottoimpiego beneficiari soprattutto Italia
(migrazioni Sud-Nord) e Germania
Budget quadruplicato nel 1971 e estesa platea
beneficiari (donne, giovani, migranti, lavoratori
industrie in declino)
1983--> vincolato 75% per disoccupazione
giovanile; 40% del resto per regioni sfavorite
Riforma del 1975
Solo nel 1973 viene lanciata una vera politica regionale
con la creazione del Fondo Europeo per lo Sviluppo
Regionale (FESR).
Scenario: ingresso UK (contribuente netto alla PAC, ma
con regioni arretrate ): Rapporto Werner sottolinea le
disparità regionali e mercato interno;
.
Accordo raggiunto nel marzo 1975 che vara il Fondo:
prevede il cofinanziamento al 50% di progetti per le
regioni identificate; distribuzione poco concentrata dei
finanziamenti (riguarda 60% della area della CE)
Beneficiari netti :IT,UK, IR
Riforme 1979 e 1984
Proposte della Commissione che i finanziamenti
FESR non vengano più distribuiti pro quota ai
governi nazionali respinte dal Consiglio (solo 5%
per progetti specifici)
Proposte di riforma radicale presentate da
Commissione in 1981 e 1983 respinte da CdM;
limitati a 11,3% fondi non a quota; fondi allocati
sulla base di programmi stesi a livello nazionale
(ma solo per il 20%)
La riforma del 1988: il contesto
• Accesso alla CE dei paesi
dell’Europa del Sud a più basso
livello di sviluppo
• Rischio che la costruzione del
mercato unico esasperi il divario
tra le regioni più ricche e le regioni
più povere
• Coesione incluso come obiettivo nell’AU
I contesto della riforma del 1988
• Crescita del finanziamento, che nel 1988 è
raddoppiato e poi continua a crescere
• Unificazione dei fondi principali (FSE,FEOGA
e Fondo europeo di sviluppo regionale)
• Fissati 4 principi di base per i fondi:
• concentrazione
• addizionalità
• programmazione
• parternariato
CONCENTRAZIONE
• Politiche sono centrate su regioni-obiettivo in
condizioni di particolari difficoltà identificate
in base a precisi parametri.
• La maggior parte dei fondi è destinata alle
regioni OBIETTIVO 1, il cui PIL pro capite è
inferiore al 75% della media comunitaria
• Il 9% dei fondi e’ dedicata alle INIZIATIVE
COMUNITARIE dirette a obiettivi specifici
individuati da Commissione (INTERREG,
URBAN, LEADER)
ADDIZIONALITA’
»I fondi europei sono aggiuntivi
rispetto a fondi nazionali, non
sostitutivi di fondi nazionali.
• Cofinanziamento
PARTERNARIATO
• l’accesso ai fondi richiede una strategia di
intervento concordata tra la Commissione, i
governi nazionali e le regioni eleggibili
(parternariato verticale )
• e al livello regionale era richiesta la
costruzione di parternariati tra i settori
pubblico, privato e in alcuni casi il terzo settore
(parternariato orizzontale).
PROGRAMMAZIONE
• i finanziamenti sono concessi sulla base di programmi
pluriennali complessivi( piuttosto che a una pluralità
d’iniziative singole tra loro non coordinate, come avveniva in
passato).
• I programmi nazionali sono adottati dalla Commissione sulla
base dei “Quadri Comunitari di Sostegno” esito della
negoziazione tra la Commissione e i governi nazionali, a partire
dai Piani di Sviluppo Regionale elaborati dai governi nazionali
in parternariato con i governi regionali.
• Il processo di programmazione fu semplificato con la riforma
del 1993, che prevedeva la presentazione da parte dei governi
nazionali di un Documento Unico di Programmazione
(DOCUP), con una riduzione del ruolo della Commissione
nella programmazione.
La politica strutturale e la
governance a più livelli
• Si crea un sistema di governance a più livelli
:in molti settori di politica pubblica, e nella
politica regionale in particolare, il livello di
governo europeo, della Commissione, era in
grado di agire con elevati livelli di autonomia e
mettendo in moto procedure decisionali e di
attuazione delle politiche che coinvolgevano
direttamente una moltitudine di attori , tra i
quali i governi regionali e locali.
PRINCIPI DI GESTIONE DEI
FONDI STRUTTURALI
• Con la riforma dei fondi strutturali
vengono introdotti principi per la
gestione dei programmi sconosciuti o
poco praticati in molte
amministrazioni regionali e locali:
programmazione, parternariato,
valutazione e monitoraggio.
• (cfr. studi su regioni italiane)
FONDI STRUTTURALI (riforma 1999)
Fondo di sviluppo regionale(FSR)
Infrastrutture occupazione pmi
Fondo Sociale Europeo(FSE)
Politiche attive del lavoro
Sezione guida del fondo di Guida e
garanzia per agricoltura (FEOGA)
Sostegno agli agricoltori e sviluppo rurale
Strumento finanziario per la guida alla
pesca (SFGP)
Ristrutturazione flotta da pesca
Fondo di coesione (FC)
Progetti ambientali e di trasporti in regioni
con PIL>90% media UE
PHARE
Ristrutturazione economie PECO
SAPARD
Agricoltura sviluppo rurale PECO
ISPA
Politiche strutturali di pre-accesso
Iniziative comunitarie
Interreg, Leader, Equal, Urban
Gli “obiettivi” dei fondi strutturali
OBIETTIVO 1
Infrastrutture e incoraggiamento a
attività economiche nelle regioni
arretrate (PIL pro capite < 75%
media UE)
OBIETTIVO 2
Sostegno alla ristrutturazione
economica e sociale in aree affette
da declino industriale o rurale
OBIETTIVO 3
Modernizzazione dell’educazione e
sostegno all’impiego (tutte le
regioni purché non eleggibili per
obiettivi 1 o 2)
Le iniziative comunitarie:programmi avviati dalla Comunità per
promuovere la cooperazione tra regioni nella risoluzione di problemi
comuni
INTERREG III
Iniziative transfrontaliere
URBAN II
Iniziative per la rigenerazione
di aree urbane
LEADER+
Sviluppo sostenibile nelle
aree rurali
EQUAL
Rimozione di diseguaglianze
e discriminazioni sul mercato
del lavoro
Allocazione della spesa per la
politica di coesione (2001-2006)
Fondi strutturali
91,5%
all’Obiettivo 1
70%
alle Iniziative comunitarie 5%
ad altri
Fondi di coesione
1,0
8,5%
La sfida dell’allargamento per la
politica di coesione
• Il reddito medio pro capite dei PECO entrati nel
2004 è il 46% di quello comunitario . Il 92% della
popolazione vive in regioni con un reddito
inferiore al 75% della media comunitaria, due terzi
in regioni in cui è inferiore al 50% della media
comunitaria.
• L’ingresso di paesi nettamente più poveri fa
scendere il reddito medio della UE e di
conseguenza gran parte delle regioni dei 15
eleggibili ai finanziamenti comunitari prima
dell’allargamento, rischiano di venire escluse
dall’eleggibilità ai finanziamenti dopo
l’allargamento (“effetto statistico”)
Le buone ragioni politiche per il
mantenimento della politica di coesione
• La politica di coesione è probabilmente l’aspetto
più visibile dell’impatto positivo della Ue sulla
vita dei cittadini degli s.m. (legittimità dell’output)
• L’integrazione europea è incompatibile con la
presenza di un gap di sviluppo troppo grande tra
nuovi e vecchi membri
• L’allargamento non dovrebbe generare conflitti tra
vecchi e nuovi beneficiari delle politiche
strutturali
EFFETTI DELL’ALLARGAMENTO SULLA POLITICA DI
COESIONE (con le regole per 2001-2006)
• Tutti i nuovi s.m. e quasi tutte le regioni che li
compongono sarebbero stati eleggibili per i fondi di
coesione e l’obiettivo 1 dei fondi strutturali.
• L’ingresso di nuovi s.m. avrebbe fatto abbassare il
reddito medio UE del 16% circa: Irlanda e Spagna non
avrebbero potrebbero più beneficiare dei fondi di
coesione e una buona parte delle regioni del sudeuropa
eleggibili per l’obiettivo 1 nel 2001-2006 non lo
sarebbero più state(“effetto statistico”).
• L’esito combinato sarebbe stato una crescita del 34%
della spesa per fondi strutturali, che non avrebbe fatto
sforare il tetto del 1,27% del PIL al bilancio comunitario
ma generato conflitti tra paesi
•
•
•
•
•
•
La riflessione sulla politica strutturale 2001-06
La posizione della Commissione 1
Rapporti della Commissione (2001-2002)
Mantenimento della centralità delle poltiche
strutturali anche dopo l’allargamento
Finanziamento minimo 0,45% del PIL
Continuare le politiche di coesione anche nelle
aree deboli dei 15 per evitare conflitti tra vecchi e
nuovi s.m.
Mantenimento delle regioni come destinatarie dei
finanziamenti
Mantenimento del criterio del 75% del PIL per
definire le regioni eleggibili (obiettivo 1)
La riflessione sulla politica strutturale 2001-06
La posizione della Commissione 2
• Mantenere interventi anche per altre regioni e
incoraggiare iniziative di particolare interesse
comune
• Messa in coerenza tra le politiche di coesione,
quelle della concorrenza e quelle del lavoro
• Mantenimento dei 5 principi della p. di coesione
• Riforma dei meccanismi di attuazione con
migliore definizione delle competenze dei livelli
di governo
La riflessione sulla politica strutturale 2001-06
• Viene inizialmente esclusa ogni ipotesi di rinazionalizzazione delle politiche strutturali
• Ribadita l’efficacia di stabilire principi
comuni per le politiche di sviluppo locale
• Ribadita l’importanza di favorire la
costruzione di reti tra le regioni per favorire
lo scambio di esperienze e l’apprendimento
Le altre istituzioni
• PE, Comitato delle Regioni, Comitato
Economico e Sociale
• Sono sulle posizioni della Commissione
Le posizioni degli s.m .
• I “cohesion countries”
• Spagna sostiene un accrescimento della
dotazione finanziaria della politica di coesione per
evitare che le aree colpite dall’”effetto statistico”
perdano con l’allargamento risorse necessarie per
colmare il ritardo di sviluppo.
• Italia contro la ri-nazionalizzazione delle
politiche e per il mantenimento degli aiuti anche
per le regioni in ritardo dei 15
Le posizioni degli s.m .
• Per il superamento del modello esistente e per la rinazionalizzazione delle politiche (autonomia dei
governi)
• UKmaggiore libertà di scelta dei governi di scegliere
aree da finanziare e progetti; livello comunitario si deve
limitare a fissare obiettivi generali, modellati su quelli di
Lisbona, e a favorire apprendimento e scambio di buone
prassi
• NLriforma radicale e superamento del carattere
regionale della politca
• SVsuperamento dei principi della politica strutturale
Le posizioni degli s.m .
• Germania :
• Divisa tra Laender orientali (beneficiari di
coesione) e laender più ricchi che chiedono
una riduzione
• Non c’è una posizione ufficiale del governo,
ma un think tank ad esso vicino, il Deutsch
Institut fuer Wirtschafsforshuung (DIW)
sostiene che occorra una maggiore
concentrazione degli aiuti nelle regioni in
ritardo di sviluppo.
Rapporto Sapir (2003)
• Ridurre gli obiettivi a 2 :
– Assistenza agli stati meno prosperi per i
miglioramento delle capacità istituzionali e
amministrative
– Sostegno agli investimenti in capitale fisico e
umano
– Sostegno alle ristrutturazioni industriali
Ridurre i Fondi a 3:
– Per la crescita economica
– Per la convergenza
– Per la ristrutturazione
Riforma della politica strutturaleLa proposta della Commissione
• Aumentare dotazione finanziaria
• OBIETTIVO CONVERGENZA
Eleggibilità:regioni “convergenza”(>75% )exob1;regioni ultraperiferiche; regioni “effetto
statistico”( supererebbero 75% come esito
dell’abbassamento del PIL medio in seguito
all’allargamento);
Regioni eleggibili fondo di coesione (>90%)
OBIETTIVO COMPETITIVITA’regioni phasingin (superato >75% senza effetto statistico nel
2000-2006)e altre
Riforma della politica strutturale
e agenda dell’Unione Europea
• La questione della riforma della politica di
coesione per il 2006 si intreccia con altre 2
questioni dell’agenda europea:
• La definizione della Prospettiva Finanziaria
2007-2013
• La revisione dell’Agenda di Lisbona
Prospettiva Finanziaria
• Documento pluriennale di programmazione
finanziaria (analogo al DPEF italiano)
• Precisa l’ampiezza massima e la
composizione delle spese prevedibili
• Proposta della Commissione deve ottenere
il consenso del Consiglio e del PE
Prospettiva finanziaria 2007-13 –Proposte Commissione
• Budget 1,27 % del PIL (+35% 2000-06)
CRESCITA
SOSTENIBILE
-competitività
-coesione
Preservazione e gestione
delle risorse naturali
PAC e sviluppo rurale
Cittadinanza (III pilastro)
Unione Europea come
Partner mondiale
Spese amministrative
Politica estera e di vicinato,
cooperazione allo sviluppo
L’Agenda di Lisbona
• Concordata nel marzo 2000 al Consiglio Europeo
di Lisbona “fare dell’Europa l’economia fondata
sulla conoscenza più competitiva del mondo”
• Fissazione di targets: occupazione (70%
complessivo 60%F) , ricerca (3% pil) inclusione
sociale, istruzione (es:dimezzare la dispersione
scolastica)
• Strumenti per la realizzazione : stimolo a riforme
economiche e sociali a livello nazionale
(coordinamento aperto), mercato unico, politiche
per la ricerca e tecnologia
Revisione dell’agenda di Lisbona
Rapporto Kok (2004)
• DIAGNOSI:Raggiungimento degli obiettivi
occupazionali lontano nonostante crescita di
occupazione
• Mancati gli obiettivi quanto a investimenti in RT,
istruzione
• Mancanze nel funzionamento del mercato interno
• Effetti e prospettive negative legate al
cambiamento demografico (carico sui sistemi
pensionistici, carenza di f.l. e necessità di una
politica dell’immigrazione)
Revisione dell’agenda di Lisbona
Rapporto Kok (2004)
• PRESCRIZIONI:
• Associare all’ azione degli stati incentivi finanziari
dal bilancio dell’Unione
• Accrescere l’impegno degli stati attraverso un
forte parternariato per la crescita e l’occupazione
che includa le regioni e le parti sociali
• Migliorare l’implementazione a livello nazionale
attraverso piani d’azione nazionali integrati per le
riforme (approccio strategico).
Messa in coerenza (streamlining )
delle politiche
• Occorre che il nuovo bilancio europeo
contribuisca meglio alla realizzazione della
Strategia di Lisbona
• Occorre mettere in coerenza le diverse politiche,
in particolare la politica di coesione, con la
strategia di Lisbona
Le posizioni degli stati sulla
prospettiva finanziaria
• Gruppo dei 6 (dicembre 2003) >Francia,Svezia ,
Olanda, Inghilterra, Germania, Austria reclama
che il nuovo budget non superi l’1% del PIL
comunitario
• Spagna, Portogallo, Grecia, Polonia e Belgio
sostengono le proposte della Commissione
• Italia difende la politica di coesione(che dovrebbe
essere finanziata attraverso tagli ad altri capitoli di
spesa) pur essendo sensibile alla questione del
contenimento del bilancio
Trattative sul bilancio
• Il Parlamento approva nel 2005 le proposte della
Commissione con una lieve riduzione quanto alle
spese
• La trattativa tra gli stati membri fallisce al
Consiglio Europeo di Bruxelles del 2005 e a
quello di Lussemburgo del giugno 2006 per
l’intransigenza del governo inglese sulla questione
dei “rebates” britannicistallo della politica di
coesione per l’ incertezza finanziaria
• Un accordo viene raggiunto sotto la presidenza
inglese nel dicembre 2006 su un ammontare
dell’1,045% del PIL comunitario
New Budget Structure: Cohesion Policy gains
2006 vs. 2013 in %
50
47,4
45
2006
2013
40,4
40
35,7
32,1
35
30
25
20
15
10
9,9
6,6
6,5
5
0,9
6,4
5,6
6,1
1,5
0
1A Competitiveness
1B Cohesion
2 Natural resources
3 Justice
4 Global role
5 Administration
EU Financial Perspectives 2007-2013
Presidency conclusions of 19 December 2005: Financial Table
COMMITMENT APPROPRIATIONS
BY HEADING
In billion of
EUR, at 2004
prices
1a. Competitiveness for growth and employment
In %
72.1
8,4%
1b. Cohesion for growth and employment
307.6
35,7%
2. Preservation and management of natural resources
371.2
43,1%
293.1
34,0%
3. Citizenship, freedom, security and justice (excl. EUSF)
10.3
1,2%
4. The EU as a global partner (excl. EDF)
50.0
5,8%
5. Total administrative expenditure
50.3
5,8%
0.8
0,1%
of which market-related expenditure
6. Compensations BG/RO
Total commitments
862.4
In % of EU-27 GNI
1.045%
Objectives, Structural Funds and instruments
2007-2013
Objectives
Structural Funds and instruments
Convergence
ERDF
ESF
Regional Competitiveness
and Employment
ERDF
ESF
European territorial
Cooperation
ERDF
infrastructure,
innovation,
investments
etc.
vocational
training,
employment
aids etc.
all Member States and regions
Cohesion
Fund
environmental and
transport infrastructure,
renewable energy
MemberStates with a
GNI/head below 90%
Concentrazione: confronto 200-2006 e 2007-13
2000-
2006
Obiettivi
Strumenti finanziari
Obiettivo 1regioni in
F.Eur.Sv.Reg
F.Soc., FEOGA
Garanzia, FEOGA
Guida, F.Gar.Pesca
ritardo di sviluppo
2007-
2013
Obiettivi
Strumenti finanziari
Convergenza
F.Eur.Sv.Reg.
F.SOC.
Fondo di
Coesione
F.Eur.Sv. Reg.
F. Sociale
Fondo di coesione
Fondo di coesione
Obiettivo2-zone di
riconversione
economica e sociale
F. Eur.Svil. Reg; F.
Soc
Competitività
delle regioni
Obiettivo 3-sistemi
di formazione e
poitiche del lavoro
F. Soc
e occupazione
INTERREG III
F.Eur.Sv.Reg
URBANII
F.Eur.Sv.Reg
EQUAL
F.Soc
Cooperazione
Territoriale
Europea
LEADER
FEOGA-Garanzia
F.Eur.Sv. Reg
Programmes and
Instruments
Eligibility
Priorities
Convergence objective
Cohesion Policy
2007-2013
3 Objectives
Allocations
81.7%
(EUR 251.33 bn)
•innovation;
Regions with a GDP/head
•environment/
Regional and national 75% of average EU25
risk prevention;
programmes
•accessibility;
Statistical effect:
ERDF
Regions with a GDP/head •infrastructure;
ESF
•human resources;
75% of EU15
•administrative capacity
and >75% in EU25
•transport (TENs);
Member States
Cohesion Fund
•sustainable transport;
GNI/head 90%
•environment;
including phasing-out
EU25 average
•renewable energy
57.6%
EUR 177.29 bn
4.1%
EUR 12.52 bn
20.0%
EUR 61.42 bn
Budget: EUR 307.6 bn Regional competitiveness and employment objective
15.8%
(EUR 48.79 bn.)
(0.37% of EU-GNI)
Member States
suggest a list of
regions
(NUTS I or II)
Regional programmes
(ERDF)
and national
programmes
"Phasing-in"
(ESF)
Regions covered by objec-
•Innovation
•environment/risk
prevention
•accessibility
15.5%
EUR 38.4 bn
•European Employment
Strategy
3.4%
EUR 10.38 bn
tive 1 beween 2000-06
and not covered by the
convergence objective
European territorial co-operation objective
2.44%
(EUR 7.5 bn.)
Cross-border and
transnational
programmes and
networking (ERDF)
Border regions and
greater regions of
transnational
co-operation
•innovation;
•environment/
risk prevention;
•accessibility
•culture, education
of which:
77.6% cross-border
18.5% transnational
3.9% interregional
+ ENPI
Obiettivo convergenza –regioni eleggibili
• Regioni convergenza  PIL pro capite <75% media
comunitaria
• Regioni phasing-out -> soggette a “effetto
statistico”per l’allargamento, quindi con un PIL pro
capite >75% della UE25 ma < 75% UE15(eleggibili per
un periodo transitorio)
• Regioni coesione-> le regioni degli stati membri il cui
PNL pro capite è <90% della media UE (eleggibili per
un periodo transitorio); riferimento è reddito nazionale,
non della regione
• Per UE15 il 60% dei finanziamenti è vincolato agli
obiettivi della Strategia di Lisbona;volontario per gli
altri
Obiettivo competitività -occupazione
• Copre tutte le regioni non eleggibili per
convergenza in particolare:
• Le regioni pahsing-in-regioni obiettivo 1 nel 20002006 ma il cui PIL pro capite è cresciuto a
superare il 75% UE15.
• Regioni competitività-occupazione- che non
ricadono nelle categorie precedenti; quasi tutte nei
vecchi s.m.
• Sono i governi nazionali a decidere quali delle
loro regioni sono eleggibili
• 75% dei fondi vincolati a obiettivi di Lisbona
LISBONIZZAZIONE della
politica strutturale
Vincolo dei fondi al perseguimento degli
obiettivi della Strategia di Lisbona:
60% ob. Convergenza per i 15, volontario per
altri
70% ob. competitività
Le regioni beneficiarie
http://ec.europa.eu/regional_policy/atlas/index
_en.htm
Concentrazione 2007-2013
• Resta la priorità delle regioni in ritardo di
sviluppo (81,54% del budget a convergenza)
• Non c’è però forte concentrazione sulle aree più
arretrate (30% dei fondi convergenza a phasing
out ; competitività e occupazione riguarda tutte;
anche cooperazione territoriale)
• Destinazione fortemente vincolata da obiettivi di
Lisbona
Programmazione- Confronto 2000-2006 e 2007-2013
2000-2006
•
•
•
•
•
2007-2013
Piano di Sviluppo
•
Quadro Comunitario
di Sostegno
Piani Operativi (POR) •
Documento Unico di
•
Programmazione
(Docup)
Complemento di
Programmazione
Linee guida
strategiche
comunitarie
Quadro Strategico di
Riferimento Nazionale
Piani Operativi
Programmazione-La riforma degli strumenti
• Adozione a livello comunitario, su proposta della Commissione e con decisone
del Consiglio, di Linee Guide Strategiche che orientino l’attività
programmatoria degli s.m.
• I Quadri di Riferimento Strategico Nazionali definiscono le priorità nazionali
in accordo con le linee guida( per gli obiettivi Convergenza e Competitività ):
contengono un’indicazione e una giustificazione, sulla base dei problemi e dei
trend di sviluppo, degli elementi fondamentali della strategia nazionale, dei
POR, dell’allocazione finanziaria annuale per ciascun fondo e del
coordinamento con programmi finanziati da altri fondi europei, del contributo
alla realizzazione degli obiettivi di Lisbona.
• POR a livello regionale. Declinano obiettivi del Quadro Nazionale. Sono
riferiti a un solo obiettivo e finanziati da un solo fondo: analizzano le aree
eleggibili, giustificano le priorità nei termini degli obiettivi strategici nazionali e
comunitari, la lista dei progetti principali, piani di finanziamento. La
Commissione li valuta tenendo conto della congruenza con i quadri di
riferimento strategici
Linee guida strategiche
comunitarie
• Presentate dalla Commissione nel luglio
2006-Adottate dal Consiglio (VMQ)
• 3 priorità:
• Rendere l’Europa e le sue regioni più
attraenti per gli investimenti e il lavoro
• Migliorare la conoscenza e l’innovazione
ai fini della crescita
• Più posti di lavoro e migliori
Cambiamenti principali nella programmazione
• Semplificazione degli strumenti di
programmazione, ridotti a 3
• Un struttura gerarchica, con una forte enfasi sugli
obiettivi di Lisbona. Riferimento esplicito nelle
Linee Guida Strategiche e nei Quadri di
Riferimento Nazionale alle Linee Guide Integrate
per la Crescita e l’Occupazione della Strategia di
Lisbona e ai Piani Nazionali di Riforma.
• L’influenza della Commissione si sposta dal
livello dei programmi a quello della strategia
Equilibrio nazionale-sovranazionale
• Riforma risponde alle richieste degli s.m. alla
Commissione di semplificazione burocratica e di
decentralizzazione delle responsabilità
• Commissione mantiene un ruolo strategico e di
assicurare il collegamento tra politica di coesione e
Strategia di Lisbona, che diventa un tema sempre più
importante dalla mid-term review del 2004-2005
• Con l’introduzione del “follow-up strategico” gli s.m.
sono tenuti a rendere annualmente conto dei progressi
ottenuti attraverso la politica di coesione nel
perseguimento degli obiettivi di Lisbona
Addizionalità
• Principio rimane, ma limitato a Obiettivo
Convergenza
Parternariato
• Inserimento principio nella riforma del 1988
Apre scenari di Multi-level governance e relazioni
dirette tra governi sub-nazionali e Commissione
“by-passando” i governi degli s.m..
• In base al regolamento del 1999 il parternariato
poteva includere: autorità regionali e locali, parti
sociali, altri organismi rilevanti rispetto al
programma.
• Parternariato riguarda tutte le fasi del programma
Parternariato 2007-2013
• Dal punto di vista legale rafforzato:
• -si parla di “stretta cooperazione” anziché di
“consultazione”
• -estesa gamma di possibili partner (parternariato
orizzontale)che include:autorità regionali, locali,
cittadine e altre autorità pubbliche; parti sociali;qualsiasi
altro organismo appropriato che rappresenti la società
civile, i gruppi ambientalisti, NGO e organismi di
promozione della parità tra uomini e donne.
• Il coinvolgimento riguarda tutte le fasi, ma non il
finanziamento, e viene riferito in particolare alle regioni
Parternariato 2007-2013 (II)
• Sono gli s.m. che devono indicare i partner potenziali da
includere e non sono vincolati ad includere i partner
potenziali indicati nelle regole generali
• Il ruolo maggiore degli stati nella definizione dei
programmi riduce lo spazio per una relazione diretta
tra la Commissione e le autorità regionali.
• Spazio limitato per un empowerment di autorità regionali e
locali, specie nei nuovi s.m. che hanno una struttura
piuttosto centralizzata
Conclusioni
• La Commissione riesce a rilegittimare la
politica di coesione collegandola alla
strategia di Lisbona
• Riesce a mantenere influenza collocandosi
al livello di definizione delle priorità
strategiche, rispondendo alla domanda di
decentramento delle responsabilità e
semplificazione amministrativa degli s.m.
La politica di coesione e la crisi finanziaria
Comunicazione della Commissione 16 dicembre 2008
• Concessione di anticipi nei finanziamenti a partire
dall’inizio del 2009
• Utilizzazione delle risorse della politica di
coesione per contrasto a disoccupazione
(flexecurity,occupabilità, ridirezionare risorse FSE
su gruppi più vulnerabili, miglioramento delle
istituzioni del mercato del lavoro)
• Garantire finanziamento soprattutto a PMI
• Concentrare investimenti in infrastrutture e in
risparmio energetico
Incidenza della politica di coesione
sul budget europeo 1992-2013
50
25
PERCHE’ LA PERFORMANCE DI
ALCUNE REGIONI EUROPEE E’
SUPERIORE A QUELLA DI ALTRE?
L’indice di qualità del governo
QoG in Europe: National Level Variation
Quality of Government 2
Regional Differences (18 countries): Blue high QoG  Yellow
low QoG
Result: Combined E.U. Quality of Government Index
181 political units
mean country QoG Country
score Mean
Sweden
Slovakia
Denmark
Austria
N.L.
Hungary
Poland
Germany
U.K.
France
Cz. Rep.
Portugal
Greece
Spain
Belgium
Bulgaria
Romania
Italy
Range of range
QoG
Within-country
0
Denmark
Sweden
Finland
NL
LUX
Austria
UK
Ireland
-3
Germany
Belgium
Denmark
France
N.L.
Malta
Sweden
Slovenia
U.K.
Portugal
Austria
Germany
Spain
Spain
Cyprus
Belgium
Estonia
Italy
Cz
Rep.
France
Hungary
Romania
Slovakia
Portugal
Latvia
Cz. Rep.
Greece
Poland
Lithuania
Hungary
Poland
Slovakia
Italy
Greece
Bulgaria
Bulgaria
Romania
-2
-2
-1
-1
0
0
1
1
2
Max Difference (high to low region)
-3
1
3
2
2
Sub-national Variation in EU countries
Within-Country
RegionalVariance
Variation by
of QoG
QoG in the E.U. and
Subnational Variation
Country
La riforma 2014-20
Fiona Wishlade, European Policies Research
Centre, University of Strathclyde 10
http://www.eprc.strath.ac.uk/news/Planet_Europe.
pdf
Scenario della riforma 2014-20
•Crisi Economica
•Trattato di Lisbona- Art 174 ‘rafforzamento della
coesione territoriale”
Revisione del bilancio (2007-8) – ‘necessità di
riforme radicali , e di concentrarsi su
competitività, ambiente ed energia
•Europe 2020 (2010)sviluppo
intelligente,sostenibile e inclusivo
Key issues
–Definire con chiarezza gli obiettivi di policy : occorre dare la priorità alla riduzione delle
disparità economiche e sociali oppure dare la priorità alla competitività e a obiettivi più
ampi?
–Efficacia : l’impatto ?
–Ampiezza : ci sono margini per ridurre i pagamenti dei
contributori netti?
–Destinatari e criteri di allocazione : regioni povere, stati
poveri, tutte le regioni?
–Governance: burocrazia vs responsabilizzazione e
semplificazione .
Fiona Wishlade, European Policies Research Centre, University of Strathclyde 10
Aspetti chiave della proposta
New geography
•Refocused spending
•Repackaged objectives
•Further thematic concentration
•Territorial dimension
•
Proposta di bilancio UE 2014-2020
roposte "ambiziose ma realistiche" presentate dalla Commissione
a giugno 2011 per il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020
Politica di coesione
Altre politiche
33% (336 miliardi di euro)
(agricoltura, ricerca,
politiche esterne ecc.)
63% (649 miliardi di euro)
Meccanismo
per collegare l'Europa
4% (40 miliardi di euro)
8 febbraio 2013 raggiunto accordo in
Consiglio per un budget per la politica di
coesione di 325 miliardi di euro, anche a
fronte di generale riduzione budget.
Obiettivi
2014-2020
• Investment for growth and
jobs
(ERDF, ESF, CF)
• European territorial
cooperation
(ERDF)
Regioni destinatarie
http://www.era.gv.at/attach/Corpakis_GPC_S
F_111111_B.pdf
Allocazione fondi (% budget coesione)
Regioni sottosviluppate : 68,7
Regioni in transizione 11,6
Regioni sviluppate
15, 7
Programmi per la cooperazione interregionale
Programmi per le città (Urbact)
Fondi per coesione territoriale
Rafforzamento interventi nelle politiche per le
aree urbane
Maggiore coerenza nell'impiego dei fondi UE
disponibili
Quadro strategico
comune
Contratto di
partenariato
Programmi
operativi
Ampia strategia di investimento: conforme agli gli obiettivi di
Europa 2020:
Coerenza con i programmi nazionali di riforma
Coordinamento: politica di coesione, sviluppo rurale, fondi per gli affari marittimi e la
pesca
Obiettivi e indicatori per la misurazione dei progressi verso il conseguimento degli
obiettivi di Europa 2020
Efficacia: Introduzione di un quadro di riferimento dei risultati
Efficienza: consolidamento della capacità amministrativa, riduzione della burocrazia
Performance
Performance: ex post conditionality
• I programmi devono definire obiettivi precisi e misurabili
(valutazione)
• il 5% dei fondi è destinato a una riserva che premi la
performance _ Tale riserva verrà allocata nel 2019 sulla
base dei progressi realizzati verso gli obiettivi del
programma I programmi che non realizzano gli obiettivi
non accedono alla riserva .
• Le somme che restano dopo l’allocazione costituiscono un
bonus per i best performing programmes o sono utilizzati
per realizzare specifici obiettivi in termini di competitività
e crescita .
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La politica di coesione - Università degli Studi di Pavia