Atti Parlamentari — LK&ISLATÜBA X I X — 1 * SESSIONE Camera dei 2933 — DISCUSSIONI — TOBUÀTA D E L 9 DICEMBRE Diputadi 1895 LXXXIL TORNATA DI LUNEDI 9 DICEMBRE 1895 PRESIDENZA. DEL VICE-PRESIDENTE BONACCI. Petizione. INDICE. Interpellanze : Personale della ferrovia Adriatica : Oratori : MARESCALCHI A SARACCO, ministro dei lavori pubblici . P a g . 2946 . . Interrogazioni r Avvenimenti in Africa : Oratori : ministro degli affari esteri BLANC, BRANCA. , IMBRIANI MOCENNI, MINISTRO RUBINI . . . . DELLA GUERRA 2947 2935 2935 2936 2934-35 2934-35 TORRACA 2934 Traforo del Sempione : Oratori : SANGUINETTI SARACCO, SCOTTI ministro dei lavori pubblici 2937-41 . 2937-39-41 2939-41 Osservazioni sull'ordine del giorno : Differimento d'interpellanza (Perequazione fondiaria) : Oratori : BOSELLI, ministro delle jlnanse PAPA STELLUTI-SCALA L a seduta incomincia alle 14.5. 2942 ¡J 2943-44-45 ' 2943-44 2942-44 Ricci, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta precedente, clie è approvato; quindi legge il seguente sunto di una 388 5324. L a Deputazione provinciale di Verona, il Consiglio comunale di Lodi e Chiosi, la Giunta municipale e la Commissione censuaría del comune di Cimadolmo, il Comizio agrario di Oderzo e la Giunta municipale di Ponte di Piave chiedono che la Camera respinga il disegno di legge per modificazioni alla legge I o marzo 1886 sul riordinamento dell'imposta fondiaria. Omaggi. Presidente. Si dia lettura degli omaggi pervenuti alla Camera. Ricci, segretario, legge : Dal signor avvocato Lorenzo Franceschini, ex deputato al Parlamento — Documenti inediti sulla storia della reggenza di Maria Cristina, duchessa di Savoia, una copia ; Dall'onorevole Andrea Calenda di Tavani, senatore del Regno — Fra Tommaso Campanella e la sua dottrina sociale e politica di fronte al socialismo moderno, una copia; Dal Collegio degl'ingegneri ed architetti in Milano — Relazione della Commissione incaricata di esaminare l'attuale ordinamento ferroviario in Italia (opuscolo), copie 300; Dal signor B. Galletti di San Cataldo — Commento sul discorso dell'onorevole Francesco Crispi in Roma al 20 settembre 1895, copie 9. — 2934 Atti Pari intentar s LEGISLATURA X I X — 1® SESSIONE — - DISCUSSIONI — Congedi. Presidente. Hanno chiesto un congedo, per motivi di famiglia, gli onorevoli: Menafoglio, di giorni 3 ; Rovasenda, di 8 ; Matteini, di 10; Calpini, di 15; Minelli, di 3. (Sono conceduti). Interrogazioni. Presidente. L'onorevole Torraca ha domandato di parlare. Su che ? Torraca. Onorevole presidente, credo di essere interprete della Camera, chiedendo notizie al Governo. Corrono voci, secondo le quali i nostri prodi soldati in Africa avrebbero avuto qualche diffalta. Chiedo al Governo che ci dica tutto quello che sa, che ce lo dica con sincerità e prontamente. Presidente. L'onorevole R u b i n i pure ha chiesto di parlare : intende di parlare sullo stesso argomento ? Rubini. Precisamente. Non ho altro che ad unirmi alle parole pronunciate dall'onorevole Torraca, persuaso dell'impazienza della Camera di sentire le comunicazioni del Governo. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro della guerra. {Segni di attenzione). Mocenni, ministro della guerra. Comunico alla Camera un telegramma del generale Baratieri, giunto questa notte, portante la data di Massaua 8 e, trasmessomi da Barecchit, che si trova a mezza strada tra Senafè e Adigrat, e concepito in questi t e r m i n i : « L a colonna Toselìi, composta di cinque compagnie, che si trovava all'Amba Alagi è stata ieri attaccata improvvisamente ed avviluppata da tutto l'esercito scioano. « I l generale Arimondi aveva mandato replicatamente al maggiore Toselii l'ordine preciso di ripiegare, ma pare che l'ordine non gli sia giunto. I l generale Arimondi che era avanzato per sostenere il maggior Toselii arrivò alle ore 16 a mezza strada fra Macallè e l'Amba nella posizione di Adigrat, ove, scontrata la colonna nemica, impegnò combattimento; si riunì agli ufficiali ed ai 300 ascari reduci dall'Amba e concentrò tutte le sue truppe nel massimo ordine a Macallè. Recossi poi ad Adigrat, lasciando Camera TORNATA D E L 9 dei DIC8MBBE Deputati 1895 Macallè fortemente provveduta e munita di viveri e munizioni da guerra per tre mesi. « Riunivansi al generale Arimondi gli ufficiali Bodrero, Bazzani e Pagella ; mancano notizie del maggior Toselii» S i calcola che i l numero degli scioani superasse i 25 mila. Testimoni oculari dicono rilevantissime le loro perdite. « Firmato : Generale Baratieri. » Torraca. Chiedo di parlare. Rubini. Chiedo di parlare. Imbriani. Anch'io chiedo di parlare. Mocenni, ministro della guerra. A questo telegramma il Governo ha immediatamente risposto annunziando ricevuta della non lieta notizia, ma dichiarando che rimaneva salda la sua completa fiducia nel generale Baratieri e nelle sue valorose truppe. Voci. Benissimo ! Branca. Malissimo! (Oooh ! — Vive interruzioni). Siamo stati contrari all'espansione. Santini. Volevate farli ammazzare! Noi siamo soldati. (Interruzioni). Salaris. Non par vero che nella Camera si sentano interruzioni come quelle dell'onorevole Branca. Mocenni, ministro della guerra. I l latto, del resto, non è molto grave ; e dico, o signori, non grave, perchè nessuna parte del territorio, occupato da noi, è stata perduta, perchè Macallè è munito di un forte, come io vi ho detto, provveduto di viveri e munizioni da guerra per tre mesi. Sono anche muniti i forti di Adigrat e di Adua. I l generale B a r a t i e r i concentra i v i le sue truppe. Quindi nulla, nulla c'è di grave, se non che i l fatto doloroso della perdita dei nostri prodi soldati e di alcuni ufficiali. Nulla è variato nella nostra situazione. Presidente. Avendo il Governo acconsentito di rispondere, do la facoltà di parlare all'onorevole Torraca. Torrgca. I l rammarico della Camera per le notizie non liete dateci dal Governo, non può essere che profondo, e certamente profondo sarà il rammarico del paese. Ma l'espressione deve esserne severa e virile : non è questo, mi sembra, il momento di alcuna recriminazione ; non sarebbe degno di noi! (Benissimo!) Mandiamo una parola di caldo compianto ai caduti, un augurio e l'espressione della Atti Parlamentari LEGISLATURA X3X — 2935 — 1 * SESSIONE DISCUSSIONI — nostra fiducia ai prodi, che hanno dimostrato di saper combattere e vincere, e sapranno vendicare. E domandiamo al Governo che l'opera sua sia pari alla responsabilità, che si è assunta, ed alla l e g i t t i m a aspettativa del paese. Questo io domando e credo che questo debba domandare la Camera. Yerrà il momento, in cui potremo discut e r e ! (Benissimo! Bravissimo!) Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Rubini. Rubini. Mando anche io il saluto, che spero sarà quello della Camera e del paese alle nostre t r u p p e valorose e gloriose sempre, sia che sconfiggano, sia che vengano, per la forza degli eventi, sconfitte. Non voglio far recriminazioni. Ben altro ideale e più elevato mi muove di quello di rimproverare dei ministri. (Benissimo!) F u i sempre e sono convinto tenace oppositore dell'impresa a f r i c a n a ; ma in questo momento dico al Governo di provvedere con misura, fermezza e virilità ed avrà seco anche gli oppositori. {Bravissimo !) Faccia il suo dovere nell'avversità, la Camera e il paese faranno il loro ; ma ricordi che è anche suo dovere di esercitare la saviezza e la prudenza quando il successo ci sorride, in quella guisa che oggi dobbiamo esercitare altre virtù. (Benissimo! Bravissimo! •— Applausi). Hocenni, ministro della guerra. Domando di parlare. Presidente. Ne ha facoltà. Mocenni. ministro della guerra. Assicuro in brevi parole l'onorevole Torraca e l'onorevole Rubini, che ringrazio anche del saluto che mandano ai nostri valorosi ufficiali ed alle nostre valorose truppe, li assicuro che il Governo saprà fare con energia quanto la d i g n i t à e l'interesse d'Italia richiedono. (Approvazioni). Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro degli affari esteri. Blanc, ministro degli affari esteri. Debbo aggiungere una sola parola, ed è che il fatto non ha importanza politica per l'avvenire della Colonia: il ministro degli esteri non ha che a dichiarare che le sue precedenti affermazioni alla Camera sono interamente mantenute. (Commenti). Una voce. Quali ? Blanc, ministro degli affari esteri. Quelle Gamera dei TOKNATA DEL 9 D . GEMMI E Deputati 1895 fatte nella mia esposizione lunghissima degli scorsi giorni. Imbriani. Aveva domandato di parlare. Presidente. Onorevole Imbriani, noi siamo in tema di un'interrogazione alla quale il Governo ha acconsentito di rispondere immediatamente. Dopo il Governo non possono parlare che gli interroganti. Se vuole, l'onorevole Imbriani, intavolare una discussione, bisogna che egli presenti un'interpellanza, una mozione. Ma non potrei dargli facoltà di parlare su questo argomento. Imbriani. Permetta. P r i m a di tutto le domande dei deputati Torraca e R u b i n i sono state fatte per provocare dichiarazioni dal Governo su voci sopraggiunte. (Denegazioni) Domande ho detto e non interrogazioni perchè non sono state scritte a' termini del regolamento, e presentate alla Presidenza. Presidente. La prego di lasciarmi osservare il regolamento. E l l a ha pienissima libertà di. p a r l a r e su questo argomento; ma purché lo faccia a t e r m i n i del regolamento. Imbriani. Vuole che io scriva la interrogazione? La scriverò. Presidente. La scriva e sarà posta nell'ordine del giorno. Imbriani. No, due misure non può averle. Presidente. Avrei due misure se la lasciassi parlare. fmbriani. Ma come hanno allora potuto parlare i deputati Torraca e R u b i n i ? Branca. Domando di parlare per un richiamo al regolamento. Presidente. P e r un richiamo al regolamento, l'onorevole Branca ha facoltà di parlare. Imbriani. Domando anch'io facoltà di parlare per un richiamo al regolamento. Branca. Le interrogazioni debbono essere messe nell'ordine del giorno. Quando non sono poste nell'ordine del giorno, e non si fa che domandare dichiarazioni al Governo, la discussione deve restare aperta su queste dichiarazioni. Ora, io dico, mando un saluto ai caduti, mi associo ai sentimenti generosi che sono stati espressi, ma non intendo che a proposito di un incidente si dia mandato di fiducia per maggiori espansioni. ( Vivi rumori a destra — Approvazioni all' estrema sinistra). Presidente. Io credo di essere nel vero quando dico che qui si t r a t t a di una interrogazione alla quale il Governo ha voluto, per ottime ragioni, rispondere immediatamente Atti Parlommtan LEGU8LATUBA XIX — Camera dei Deputati -— 2 9 3 6 — 1" SESSIONE — DISCUSSIONI — quindi è la procedura delle interrogazioni «he deve essere seguita. E d'altronde questo lo dice chiaramente l'articolo 105 quater del regolamento. Imbriani. Ma fatto nelle forme dell'interrogazione ! Presidente. L'onorevole Imbriani lia chiesto di parlare per un appello al regolamento. Ne ha facoltà. imbriani. Se il presidente vuole riguardare come interrogazioni le domande dei deputati Torraca e Rubini, allora esse devono esser fatte secondo che prescrive il regolamento, cioè scritte e presentate al banco della Presidenza. Invece, non avendo esse corrisposto ad altro che ad un legittimo desiderio, ad un bisogno, direi, dell'Assemblea di aver notizie immediate, ed essendo state su di esse fatte delle comunicazioni dal ministro della guerra e del ministro degli affari esteri, si ha tutto il diritto di parlare su queste comunicazioni ; specialmente, mi perdoni il signor presidente, quando il ministro della guerra ha preso come una deliberazione della Camera ciò che non è stato che un desiderio di qualche deputato. Quindi io credo di essere nel diritto, trattandosi di cose che riguardano così da vicino gl'interessi della nazione, e che non possono sfumare come un soffio di vento, credo di essere nel mio diritto di dire una parola sull'argomento, in risposta alle comunicazioni del Governo. Mi perdoni, signor presidente, perchè io • precisamente non capisco che il Governo prenda una dichiarazione di un deputato come un mandato di alta fiducia, il quale potrebbe condurre chi sa dove. Noi abbiamo invece tutto l'interesse di fare delle proposte concrete perchè sia messo un freno all'azione arbitraria del Governo, perchè questa azione sia determinata, perchè si osservino le norme statutarie. Questo lasciar fare, questo arbitrio continuo che ha preso il Governo non si sa dove ci conduce. Si tratta di denaro, di sangue, di onore. E se qualcuno vuole leggermente sperperare questo sacro patrimonio, noi, no. (Rumori al centro — Approvazioni all' estrema sinistra). Presidente. Onorevole Imbriani, non posso assolutamente lasciarla continuare. Il regolamento vieta una discussione sull' argomento. Imbriani. Nell'interesse della nazione non è così... (Eumori). Presidente. Basta, onorevole Imbriani ! TONNATA DEL 9 DICEMBKE 1895 imbriani. Non ha il diritto il Governo di... Le tolgo la facolta di parlare! (.Rumori all'estrema sinistra). Io non posso permettere che si venga alla discussione sull'argomento. Qui si tratta di una interrogazione, alla quale il Governo ha voluto rispondere immediatamente, e quindi si deve seguire il procedimento delle interrogazioni. Presenti Lei un'altra interrogazione ed allora ella avrà piena libertà di dire tutto quel che vuole. (Interruzioni dell'onorevole Imbriani). Lasci parlare il presidente, onorevole Imbriani ! imbriani. E faccia che non urlino certa gente! (Rumori al centro). Presidente. Onorevole Imbriani, io in questo momento non posso lasciarla parlare. Se Ella insiste, interrogherò la Camera, ed io farò quanto essa vorrà. imbriani. Mi lasci prendere att®, onorevole presidente ! Presidente. Presidente. D i c h e ? imbriani. Siccome io non riconosco nel Governo il diritto di prendersi così facilmente un voto di fiducia... (Rumori al centro). Presidente. Onorevole Imbriani! imbriani.... presenterò adesso, al banco della presidenza, una interpellanza in proposito, oppure presenteremo una mozione che sarà discussa, e dopo matura discussione, verranno i provvedimenti che crederà di prendere la Camera. Adesso nessun provvedimento può prendersi, nessuna larghezza di azione può essere concessa al Governo; altrimenti il Governo farà cosa di suo arbitrio e condannevole. Ne abbiamo abbastanza del potere personale. Non fo ora recriminazioni, non ricordo le censure da noi mosse: voglio si provveda per l'avvenire, a fine di evitare pericoli e iatture. Presidente. Ora vengono le interrogazioni inscritte nell'ordine del giorno. ( Vivace dibattito tra gli onorevoli Imbriani, Pais e Miceli. — Rumori). Onorevoli colleghi, facciano silenzio! La prima interrogazione è dell'onorevole Sanguinetti ai ministri dei lavori pubblici, dell'agricoltura e commercio, delle finanze e dell'interno: « se e quale fondamento abbiano le voci corse che il Governo sia disposto a concedere alla Società pel traforo del Sem- Atti Parlamentari LEGISLATURA XIX — 2937 — 1 * SKSgTO^E — DISCUSSIONI Camera dei Depfiifffi TORNATA. DEL 9 DICEMBRE 1895 pione l'esonero delle tasse doganali per le vertenza che raccomando all'acume dell'onovole Sanguinetti e degli altri colleghi che mi materie di consumo occorrenti al traforo. » Ce n'è un'altra in materia analoga degli hanno interrogato. onorevoli Scotti e Cimati ai ministri dei laSe v i ha chi debba desiderare che la grande Tori pubblici e delle finanze per sapere « se impresa del traforo del Sempione diventi una e quale fondamento abbiano le voci corse che realtà, questi sono precisamente i fabbricanti il Governo v o g l i a concedere alla Società per di dinamite e di polveri piriche. Imperocché il traforo del Sempione l'esonero delle tasse essi non solamente potranno lottare vittorioài dogana alle materie esplodenti occorrenti samente coll'industria straniera, nella proval traforo. » (Conversazioni animate). vista degli esplodenti che si dovranno imPrendano i loro posti e facciano silenzio piegare per il traforo della galleria, ma saperchè possano continuale i lavori dell'As- ranno certamente sicuri di poter fornire le semblea. materie esplodenti, che occorreranno in una L'onorevole ministro dei lavori pubblici misura abbastanza considerevole, per la colia facoltà di parlare per rispondere all'in- struzione del tronco ferroviario da Domodosterrogazione dell'onorevole Sanguinetti e an- sola a Iselìe, che non si costruirebbe mai se che a quella degli onorevoli Scotti e Cimati non si apre la galleria del Sempione. ehe è la nona inscritta nell'ordine del giorno. Scotti. Ed il Piemonte pagherà le spese. Saracco, ministro dei lavori pubblici. S ? inCimati. Ed intanto si rovina un'industria tende che, rispondendo ad uno risponderò a nazionale ! tutti, ossia agli onorevoli Scotti e Cimati. j Saracco, ministro dei lavori 'pubblici. Questo Debbo dire che le voci che sono giunte si vedrà a suo tempo. agli orecchi degli onorevoli Sanguinetti, Scotti Intanto, la verità è questa: che ]a grande e Cimati rispondono di tutto punto alla realtà opera del Sempione deve essere specialmente delle cose. desiderata dai fabbricanti di dinamite e di Y i ha anche di p i ù : non è soltanto vero che il Governo federale svizzero si è rivolto polveri piriche, i quali ad ogni modo posall'Italia per ottenere alcune facilitazioni in sono far conto di mettere in vendita la grande materia doganale, specialmente nel riguardo quantità di esplodenti che richiederà la codegli esplodenti occorrenti al traforo del Sem- struzione del tronco verso Domodossola. Questo io raccomando all'attenzione degli pione, nel fine di agevolare, o meglio rendere uomini che mi vogliono e sanno intendere. possibile la costruzione della grande via attraDel resto mantengo quello che ho affermato verso al Sempione ; ma è vero altresì che il Governo ha già fatto conoscere le sue inten- g i à : il Governo non ha detta ancora l'ultima zioni a questo riguardo e che ormai si pos- parola sull'argomento, ma si adoprerà in ogni sono ritenere ultimati g l i accordi, sui quali modo perchè la industria paesana venga prospetterà più tardi al Parlamento di pronunziare tetta fin dove sarà possibile; e non dannegl'ultima parola. Stando le cose in questi ter- giala. {Rumori). Ecco tutto ciò che posso dire. mini, io non mi credo tenuto, anzi non debbo Presidente. Ha facoltà di parlare l'onoreassolutamente entrare in maggiori spiega- vole Sanguinetti. zioni, e l'onorevole Sanguinetti deve facilSanguinetti. Prego la Càmera di accordarmi mente riconoscere che il Governo aveva il un po' di attenzione, perchè,.. (Interruzione). pieno diritto ed il dovere di prendere l'inizia... Lo so che la Camera è ancora turbata tiva, mentre al Parlamento spettava l'ultima dall'incidente di poco fa... Ma d'altra parte parola al riguardo. Ma così l'onorevole Sanio rinunzierei a parlare se non potessi otteguinetti come i deputati Scotti e Cimati ci nere la dovuta attenzione. faranno, io spero, l'onore di credere che il Io non ho bisogno di dire all'onorevole Governo si è preoccupato e seriamente preoccupato dell'industria paesana, e crediamo in Saracco quale sia la considerazione in cui questa parte di aver ottenuto quant'era pos- tengo il suo ingegno, il suo carattere, i sersibile, fermo, s'intende, l'interesse generale v i g i da lui resi al paese. Se quindi oggi io del paese, che deve prevalere sopra interessi dovrò all'opera sua muover censura, egli di minore importanza. Questo dunque noi ab- comprenderà che questo devo fare a malincuore per adempiere al mio dovere, per dibiamo fatto ; ed io mi permetto ancora un'av- A Ut — 2938 — Parlamentari LEGISLATURA XÎX 1* SESSIONE DISCUSSIONI fendere interessi legittimi, non per fare a Ini, clie stimo ed onoro, incresciosi appunti. Anzitutto debbo chiamare 1' attenzione della Camera su di un fatto assai strano, il quale varrà a spiegare l'esito delle trattative che ebbero luogo a Berna. Onorevole ministro, il fatto cui alludo non ha precedenti, e non può averne, negli annali della diplomazia, e non si ripeterà per l'avvenire ; perchè, lo ripeto, è strano assai e varrà a gettare luce non bella sulle negoziazioni di Berna. Uno dei negoziatori del Governo italiano, mentre duravano a Berna le trattative, fece una pubblicazione, nella quale furono magnificati i grandi vantaggi che il Governo italiano avrebbe dal traforo del Sempione. Non solo furono magnificati i vantaggi, ma dichiarati vantaggi quelli che sono danni. Si osò, in questa pubblicazione, dichiarare perfino che l'apertura del Sempione costituisce un vantaggio militare per l'Italia. Presidente. Onorevole Sanguinetti, siamo in tema d'interrogazione; devono parlare altri due. Sanguinetti. Permetta: è una questione grave, e finora sono nei limiti che mi accorda il regolamento; cercherò di stare -nei limiti di esso. Quello poi che potrò dire io, non sarà detto dagli altri interroganti. Dunque, si arriva, in questo opuscolo, perfino a dichiarare che l'apertura del Sempione costituisce un vantaggio per la difesa nazionale. L'ultimo fantaccino sa che l'apertura del Sempione sarà un grave danno per la difesa militare... Di Lenna. N o . Sanguinetti. ... l'ultimo fantaccino sa (potrei, onorevole Di Lenna, citare autorità maggiori della sua) che il traforo del Sempione obbligherà il Governo italiano a fare opere di difesa, che richiederanno molti e molti milioni. Ora, ciò premesso, debbo dire che quando un negoziatore mette fuori, non solo le istruzioni che ebbe dal Governo, ma le amplifica, è naturale che le trattative dovevano approdare a questo, di sacrificare l'interesse della industria nazionale. Io ebbi l'onore di dire a quattrocchi all'onorevole ministro che il Governo italiano sarebbe stato messo nel sacco, e fu messo nel sacco. Presidente. Onorevole Sanguinetti, altro che Camera dei ì>eputati TORNATA DEL 9 DICEMBRE 1895 cinque minuti ! Presenti un'interpellanza allora. Sanguinetti. Permetta, signor presidente, io son disposto a troncare il mio discorso. Presidente. C'è il diritto degli altri. Sanguinetti. Se Ella mi lascia sviluppare il mio concetto, «arò breve. Presidente. Non è possibile. C'è la disposizione del Regolamento che me lo impedisce. Sanguinetti. Se m'interrompe, i cinque minuti vengono consumati, non da me. Presidente. C o n c h i u d a , via! Sanguinetti. Io dico che a Berna fu stabilita che il Governo italiano avrebbe acconsentito all'esonero dalle tasse doganali su tutti i generi occorrenti al traforo, compresa la dinamite. Apparentemente però per salvare l'industria italiana, furono trovati alcuni congegni coi quali i negoziatori hanno creduto di tutelare i nostri interessi. E noto a me, ed era noto ad uno dei nostri negoziatori, che l'impresa del traforo del Sempione avrebbe impiantato, està veramente, impiantando, una fabbrica di dinamite a Briga. Uno dei negoziatori sapeva, e sapevamo noi, che questa fàbbrica è una cosa sola con l'impresa del traforo. Presidente. Io 1' ho già pregata due volte di abbreviare il suo discorso. Io non posso lasciarla continuare in questo modo. Venga alla conclusione. Sanguinetti. Ho elei fatti importanti da narrare che daranno ragione della mia interrogazione. Presidente. Importanti quanto vuole, ma non è questo il momento di dilungarsi. Presenti un'interpellanza, ed allora parlerà quanto vorrà. Non si ribelli al regolamento. Sanguinetti. Io non mi ribello, devo spiegare la ragione della mia interrogazione, e dire se sono o no soddisfatto. Presidente. Non può spiegar nulla: concluda. Io son qui per fare osservare il regolamento. Sanguinetti. Concludo che non posso concludere. Cedo alla violenza del regolamento... Presidente. E opera della Camera. Sanguinetti. ...dolente che il Governo, incoscentemente, abbia sacrificato o sia per sacrificare, in tempi in cui abbiamo frotte di operai disoccupati, che corrono le città e le campagne chiedendo lavoro, che il Governo, Atti Parlamentari LEGISLATURA XIX — — 2939 — SSSSICITE — Z'Zr.ZflaTCWT dico, abbia sagriiioato l'industria della dinamite... Saracco, ministro dei lavori pubblici. Ma questo lo dice lei ! Sanguinetti. ...gettando sul lastrico 600 famiglie, quante sono quelle che vivono delle fabbriche della dinamite. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Scotti per dichiarare se sia o no soddisfatto. Scotti. Mi duole di non potermi dichiarare soddisfatto della risposta dell'onorevole ministro dei lavori pubblici. La mia interrogazione, oltre che a lui, era rivolta anche al ministro delle finanze, che mi dispiace di non vedere al suo posto. La questione non è cosi lieve, come sembra all'onorevole Saracco, perchè non si tratta di una concessione insignificante, ma di una concessione che ha una importanza rilevantissima per l'erario e per l'industria nazionale. Io mi aspettava che l'onorevole ministro mi dicesse che la concessione non era ancora stata data, ma pur troppo egli mi lia dichiarato che oramai è un fatto compiuto ; aggiungendo solamente che si sono prese delle cautele che tutelano l'industria n azionale. Ma, onorevole ministro e onorevoli colleghi, questa concessione porta all'erario un danno di circa due milioni. [Segni di denegazione del ministro dei lavori pubblici). Proprio due milioni, onorevole ministro dei lavori pubblici. Ella sa meglio di me che il tratto di galleria del Sempione, che avrà l'imbocco a sud, cioè sul versante italiano, avrà una lunghezza di 8230 metri ; sa che, per fare quest'opera, occorreranno più di 1500 tonnellate di materie esplosive, le quali pagano in Italia una tassa di fabbricazione di lire 1.10 al quintale; quindi su circa 1500 tonnellate l'erario viene a perdere 1,650,000 lire., oltre altre imposte affìcienti alia industria. Quindi non sono lontano dal vero dicendo che il Governo concede, senza che apparisca, alla Società assuntrice del traforo del Sempione un sussidio di circa due milioni. Ma c ' è per noi un danno anche maggiore; ed io sono dolente di dover dire al ministro dei lavori pubblici, che pure si è sempre dimostrato protettore dell'industria nazionale, che con questa concessione si distrugge addirittura un'industria nazionale, perchè le fab- Camera — dn DrwtaU TOSTATA DEL 9 DICEMBRE 1335 briche delle materie esplodenti, in mancanza di lavoro, fra breve dovranno chiudersi, perchè da molti anni sopportano una forte crisi e non possono fare assegnamento sulla speranza che loro fa balenare l'onorevole ministro dei lavori pubblici, di poter collocare la loro produzione nel tratto di ferrovia che dovrà costruirsi da Domodossola all'imbocco della galleria. Io credo che la presente generazione avrà tempo di scomparire prima che il traforo sia finito. Ebbene, l'onorevole ministro non sa forse con quali enormi sacrifìci queste fabbriche abbiano fino ad ora mantenuto il loro personale, facendo assegnamento su quest'opera che assicurava loro il modo di mantenere per molti anni numerosi operai ; mentre il Governo con la concessione fatta alla Società del Sempione cagiona uno sciopero forzato. Si cercheranno forse dei palliativi, ma io assicuro fin d'ora che essi non riesciranno a nulla. Ora ci si viene a dire che, per proteggere l'industria nazionale, si esenteranno le nostre fabbriche dalla tassa di fabbricazione... Presidente. Onorevole Scotti, la prego di restringere. Scotti. Restringo più che è possibile, ma la materia è grave ; si tratta di milioni, ed anche all'onorevole Sonnino dovrebbe dispiacere di non vederli entrare nelle casse dello Stato. La esenzione dalla tassa è nulla, onorevole ministro, perchè anche senza la tassa di fabbricazione le nostre fabbriche non potrebbero mai gareggiare con quelle svizzere e d'altra parte non sono certamente gli svizzeri che si lascerebbero fare la concorrenza da noi ; perchè essi sanno abbastanza bene proteggere le loro industrie. Dunque, onorevole ministro, voglia essere anche in questa circostanza favorevole alle nostre industrie, come lo fu in altre ; e non voglia (mi permetta un'ultima considerazione) non voglia che una regione già tanto danneggiata debba sopportare questo gravissimo danno di vedere una sua industria distrutta, e tanti operai posti sul lastrico. Sanguinetti. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro dei lavori pubblici. Saracco, ministro dei lavori pubblici. Due Aiti Parlamentai i LBaifltiATCBà XIX —- I 2940 a SESSIONE DISCfUSSIOSTI parole sulle cose che l'onorevole Sanguinetti lia qualificato come molto gravi. Prima di tutto egli si è lagnato di una pubblicazione fatta, così ha detto, da uno dei delegati del G-overno. Io non conosco questa pubblicazione... Sanguinetti. L' ho qua io. Saracco, ministro dei lavori pubblici. E sottoscritta? Sanguinetti. Sissignore, da uno dei negoziatori, e venne fuori mentre duravano le trattative. Saracco, ministro dei latori, pubblici. Ebbene, io le dichiaro che non l'ho letta; ma dopo tutto, crede Ella che il Governo italiano, il quale desidera che il traforo del Sempione si faccia, dovesse mandare per le trattative persone che avessero intendimenti diversi ? E chiaro che i negoziatori, i quali dovevano esprimere il pensiero del Governo, dovevano essere scelti fra coloro ohe sono i fautori di quest'opera colossale. Ma queste, mi scusi, sono piccole miserie; entriamo piuttosto nel vivo della questione. L'onorevole Sanguinetti, e con esso l'onorevole Scotti, hanno mostrato di sapere molte cose ; ma mi permettano di dir loro che ne sanno assai poche, perchè è il Governo italiano che ha negoziato col Governo federale svizzero, ed il Governo deve quindi saperne più di loro. Ed io ho dichiarato che il Governo ha fatto del suo meglio per difendere e tutelare l'industria paesana, ed ho anche soggiunto che il Governo stesso non ha detto ancora l'ultima parola. L'onorevole Scotti crede che gli sforzi del Governo approderanno a un bel nulla. Ma sa egli quello che noi vogliamo ottenere? Ripeto, gli accordi non sono ancora definitivamente stipulati e alla fine dei conti spetterà al Parlamento di pronunziare l'ultima parola. E poiché quello che oggi fa il Governo, lo fa nella pienezza dei suoi diritti e mi permetto di dire nella pienezza dei suoi doveri, lasci l'onorevole preopinante che il Governo faccia quello che ha diritto e dovere di fare, e poi qui in Parlamento discuteremo i termini d.ella Convenzione che potrà essere o non essere approvata. Si è parlato di milioni che si perderanno; ma crede proprio l'onorevole Scotti che il ministro delle finanze ed io siamo disposti a magra dei Dmmiait TOTSMATA. DSL 9 DICEMBRE 1 8 9 5 buttar via dei milioni che egli generosamente ci offre? Oh! questo, mi permetta, non posso nemmeno supporre che passi per la mente di chi ci conosce. (Si ride). Piuttosto si domandi un poco l'onorevole Scotti, quello che farebbero queste sue fabbriche se il traforo del Sempione rimanesse un pio desiderio. Scotti. Si chiuderebbero ; come si chiuderanno se si farà. Saracco, ministro dei lavori pubblici. Io credo invece che non si chiuderanno, perchè penso e spero che le nostre industrie sapranno lottare seriamente e vittoriosamente coli' industria straniera in grazia delle agevolezze che saranno ad essa riservate. Il nostro dovere era ed è appunto questo di assicurare alla nostra industria una certa protezione, ma non si può volere che venga sacrificato l'interesse generale del paese, a beneficio di una sola industria per quanto sia degna di tutti i riguardi... Sanguinetti. Foste ingannati e messi nel sacco. Presidente. Non interrompa. Saracco, ministro dei lavori pubblici. ... e noi non possiamo rifiutarci a studiare i mezzi che valgano ad agevolare una grande opera, se crediamo che essa giovi all'interesse generale del paese. Questo è nostro dovere di fare. E, se è piaciuto agli onorevoli preopinanti di parlare di sacrifìci, che noi vogliamo imporre al paese, io affermo che i nostri precedenti affidano che questo non faremo mai e poi mai. Convien sapere sovratutto se le facilitazioni, che la Svizzera ci domanda sieno una condizione sine qua non il traforo del Sempione diventi possibile. Ecco quello che dobbiamo domandarci. E se noi acquistassimo la persuasione che senza queste agevolazioni in materia doganale il traforo del Sempione non si farebbe, è chiaro... Scotti. Date un compenso! Saracco, ministro dei lavori pubblici.... che si dovrebbe cercare la giusta misura fra le industrie paesane e gli interessi generali del Paese. Metteremo 3ulla bilancia gli uni e gli altri e vedremo quale abbia da essere la risoluzione migliore che convenga adottare. Questi sono i nostri propositi. E dopo ciò io non posso lasciare senza Atti Parlamentari LE9ISLATUKÀ XIX — l — 2941 — a SESSIONS DISCUSSIONI ima parola di protesta le parole molto gravi, starei per dire le accuse, che hanno pronunziato l'onorevole Sanguinetti e l'onorevole Scotti al nostro indirizzo, e dico loro semplicemente: noi faremo il nostro dovere ; il Parlamento giudicherà. Scotti. Domando di parlare. Presidente. Ella non può parlare perchè ha già fatto la sua dichiarazione«, Sanguinetti. Domando di parlare per un richiamo al regolamento e per fatto personale. Presidente. Ha facoltà di parlare. Sanguinetti. Il richiamo al regolamento è questo, che io ho rivolto la mia interrogazione non solo al ministro dei lavori pubblici, ma altresi a quelli delle finanze, del l'interno, e dell'agricoltura e commercio. (Ru- mori). Ora ha risposto soltanto l'onorevole Saracco ed ha risposto per quanto riguarda il Ministero dei lavori pubblici. Saracco, ministro dei lavori pubblici. Ho risposto anche a nome dei colleghi. Sanguinetti. Io credo che dovrebbe rispondermi il ministro dell'interno riguardo agli effetti che la convenzione per il Sempione può avere sulla sicurezza pubblica; quello delle finanze per l'esonero dei dazi doganali sull'importazione degli esplosivi; e quello dell'agricoltura e commercio riguardo all'effetto che la convenzione stessa può produrre sull'industria nazionale ; ma poiché l'onorevole Saracco dichiara di aver risposto per tutti, non insisto sul richiamo al regolamento; conservo però la parola per un fatto personale. Presidente. Qual'è il fatto personale? Sanguinetti. Il fatto personale è questo: che l'onorevole Saracco ha detto di protestare contro cose molto gravi dette da me. Una delle cose gravi dette da me è relativa ad un opuscolo che venne fuori durante le trattative, e di cui è autore uno dei negoziatori. Io dichiaro che, quando lessi l'opuscolo, non sapevo che fosse stato fatto da uno dei negoziatori ed arrivato alla fine dissi tra me e me: il Governo svizzero e l'Impresa del traforo non potevano trovare avvocato migliore. Quando poi mi fu detto che l'autore di quell'opuscolo era uno dei negoziatori italiani, ho detto : Saracco fu disgraziato nella scelta! E in questo non c'è nulla di grave, o per meglio dire, se qualche cosa di grave c'è, è nell'opuscolo che venne fuori, il quale dimostra che uno dei negoziatori italiani, più che Camera dei Deputali TOBNÀTA DEL 9 DICEMBRE 1 8 & 5 l'interesse nostro, faceva quello dell'Impresa del Sempione. L'altra cosa grave che io ho detto è questa: che nelle trattative per l'esonero dai dazi doganali per tutti i generi occorrenti al lavoro, il Governo si era lasciato mettere nel sacco. Non permettendomisi di spiegarla qui, andrò a spiegarla a quattr'occhi tanto all'onorevole Saracco, quanto all'onorevole ministro delle finanze. Presidente. Debbo osservare all'onorevole Sanguinetti che il Ministero è padrone di rispondere per bocca di quel ministro che crede. Ha facoltà di parlare per fatto personale l'onorevole Scotti. Scotti. L'onorevole ministro dei lavori pubblici ha detto che io non era nel vero in due cose. Per la prima, vale a dire, per quanto riguarda le cifre da me citate, mi permetta di^ dirgli che ero nel vero. Quanto alla seconda, prendo atto di ciò ch'egli ha detto, che io, cioè, non ero nel vero quando supponevo che non si fosse tenuto nessun conto delle nostre industrie; prendo atto che egli terrà conto delle ragioni esposte, che terrà conto dei bisogni della nostra industria per farle un trattamento tale che possa competere con le fabbriche svizzere. Prendo atto di questa promessa confidando nell'affetto e nell'interessamento che il ministro dei lavori pubblici ha sempre addimostrato per l'industria nazionale. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro dei lavori pubblici. Saracco, ministro dei lavori pubblici. E troppo onesta la parola dell'onorevole Scotti perchè io non dica subito che siamo dispostissimi a prendere nella maggiore considerazione le cose che egli ha dette: e prenderemo in considerazione anche quelle esposte dall'onorevole Sanguinetti, se sarà il caso, perchè infine noi accettiamo il bene, da qualunque parte ci venga e non guardiamo all'acerbità del linguaggio. Presidente. L'ordine del giorno reca... Cimati. Perdoni, anch'io ho un' interrogazione sullo stesso argomento; potrei parlare ora. Presidente. La sua interrogazione verrà nell'ordine del giorno di una delle prossime sedute, ed allora avrà facoltà di parlare ; ora non può. Atti — 2942 Parlamentari LEGISLATURA X I X I a - S E S S I O N E —- DISCUSSIONI Svolgimento di interpellanze. Presidente. L ' o r d i n e del giorno reca lo svolg i m e n t o delle i n t e r p e l l a n z e . L a p r i m a è quella dell'onorevole Stelluti-Scala ai m i n i s t r o delle finanze « s u l l ' a n d a m e n t o dei l a v o r i del catasto, e sulle i n t e n z i o n i del Governo r e l a t i v a m e n t e all'esecuzione precisa della l e g g e in q u e l l e P r o v i n c i e che h a n n o proceduto allo acceleramento. » Però, siccome q u e s t a i n t e r p e l l a n z a si collega, per i d e n t i t à di argomento, con a l t r e due, credo che, a seconda delle c o n s u e t u d i n i della Camera, si p o t r a n n o svolgere queste t r e interpellanze nel medesimo tempo. L e i n t e r p e l l a n z e che si collegano con quella dell'onorevole Stelluti-Scala, sono q u e l l a dell'onorevole P a v i a al m i n i s t r o delle finanze « circa il r i t a r d o nell'esecuzione della perequazione f o n d i a r i a n e l l a p r o v i n c i a di Crem o n a ; » e quella dell'onorevole P a p a al min i s t r o delle finanze « sul modo con cui procedono le operazioni del catasto n e l l e p r o v i n c i e che n e chiesero l ' a c c e l e r a m e n t o i n base alla l e g g e I o m a r z o 1886. » L ' o n o r e v o l e m i n i s t r o delle finanze h a chiesto di p a r l a r e . Ne ha facoltà. Boselii, ministro delle finanze. Io prego g l i onorevoli Stelluti-Scala e P a p a di r i m a n d a r e a d a l t r a t o r n a t a lo s v o l g i m e n t o delle loro i n t e r p e l l a n z e . L a r a g i o n e di q u e s t a mia preg h i e r a è p e r se e v i d e n t e e n o n occorre che io mi diffonda a d i m o s t r a r l a . Quando l'onorevole S t e l l u t i - S c a l a ha pres e n t a t o l a sua i n t e r p e l l a n z a , le cose r e l a t i v e a l catasto in I t a l i a n o n erano al p u n t o in cui o g g i si trovano. Quella sua i n t e r p e l l a n z a ha anch'essa influito sopra di me p e r d e t e r m i n a r m i a compiere ed a s t r i n g e r e gli s t u d i relativi a quest'arduo e dibattuto argomento. U n a l e g g e f u p r e s e n t a t a dal Governo alla C a m e r a ; gli Uffici l ' h a n n o e s a m i n a t a ed o g g i è all'esame di una Commissione, la quale si a d o p e r a i n s i e m e col Governo p.er t r o v a r e la v i a di e q u i accordi. I n questa condizione di cose, ogni p a r o l a che io dicessi r i s p e t t o a cotale a r g o m e n t o , p o t r e b b e essere poco r i g u a r d o s a , p o t r e b b e p r e g i u d i c a r e le u l t e r i o r i risoluzioni della q u e s t i o n e e nuocere a q u e g l i interessi, che è n e l l ' i n t e n t o di t u t t i di s a l v a g u a r d a r e . Confido che g l i onorevoli i n t e r p e l l a n t i v o r r a n n o accettare questa mia p r e g h i e r a . Camera dm Tìm/m'aH TORNATA D E L 9 D I C E M B R E 1895 Presidente. H a facoltà di p a r l a r e l'onorevole S t e l l u t i - S c a l a . Stelluti-Scala. Voglio r e n d e r m i conto delle considerazioni e d e l l ' i n v i t o f a t t o dal m i n i s t r o delle finanze. Certo la m i a i n t e r p e l l a n z a , p r e s e n t a t a fin d a l g i u g n o d e l l ' a n n o corrente dietro desiderio della D e p u t a z i o n e p r o v i n c i a l e di Ancona, o g g i h a a v u t o p e r soluzione u n a r i s p o s t a c h i a r a i n d u b i t a t a m e n t e nell'esposizione finanziaria del m i n i s t r o Sonnino. L a m i a i n t e r p e l l a n z a era però d i s t i n t a i n due p a r t i ; la p r i m a p a r t e si r i f e r i v a a l l ' a n d a m e n t o dei l a v o r i del catasto, ed era perciò d ' o r d i n e tecnico ; con la seconda io chiedeva di conoscere q u a l i i n t e n z i o n i avesse il Governo sulla precisa esecuzione della l e g g e del 1886. Questa seconda p a r t e , che è d ' i n d o l e assol u t a m e n t e generale, a v r e b b e t u t t a la r a g i o n e di r i m a n e r e , i n d i p e n d e n t e m e n t e d a l l a presentazione che il Governo ha f a t t o del d i s e g n o di legge. Dallo studio che ho f a t t o con t u t t a diligenza su questo poderoso a r g o m e n t o della p e r e q u a z i o n e f o n d i a r i a i n I t a l i a , ho t r a t t o il c o n v i n c i m e n t o che la questione della perequazione è t a n t o alta, da non dover essere considerata d a v v e r o dal solo p u n t o di v i s t a finanziario. L ' i n t e n t o della l e g g e del 1886, era quello di togliere g r a v i dissidii t r a p a r t e e p a r t e del nostro paese, era u n i n t e n t o di v e r a g i u s t i z i a nazionale, ed a v r e b b e dovuto avere u n g r a v e peso s u l l ' a n i m o del Governo p r i m a di deciderlo a p r e n d e r e u n p r o v v e d i m e n t o così r a d i c a l e come quello che ha preso, senza v a l u t a r n e le g r a v i s s i m e conseguenze. D ' a l t r a parte, la Commissione, che è s t a t a n o m i n a t a d a g l i Uffici, ha avuto p i e n o m a n dato di fiducia. Confido che essa t u t e l e r à i d i r i t t i delle P r o v i n c i e interessate, non d a l solo p u n t o di v i s t a delle P r o v i n c i e che h a n n o chiesto l'acceleramento, ma anche d a l p u n t o d i v i s t a della questione generale, che è q u e l l a della g i u s t i z i a e d e l l ' u g u a g l i a n z a del t r i b u t o . Dalle notizie che ho, da ciò che si legge nei giornali, non è esclusa la p r o b a b i l i t à e la s p e r a n z a che accordi s a r a n n o conchiusi tra* il Governo e la Commissione ; io v o l e n t i e r i accetto la proposta del Governo, a u g u r a n d o m i che si t r o v i u n a soluzione felice, la quale, i con la protezione d e g l ' i n t e r e s s i delle P r o v i n • eie che h a n n o chiesto l'acceleramento, pos?a \ ' ff fJ mnott tre LEGISLATURA XIX — 2943 1* SESSIONE ( ift'tfl("'r> OU'? / ( f l i H / ' l f l DISCUSSIONI insieme mantenere inalterato il principio santissimo della perequazione. Un paese, io credo, non può rimanere forte ed unito tra le Provincie che lo compongono, se non esiste e si mantiene gagliardo in ogni parte il sentimento dell'unità del tributo. In. questa fede io accetto l'invito dell'onorevole ministro delle finnnze. Però siccome non siamo lontani dal giorno in cui la Camera suol prendere le vacanze, e siccome fra poco dovrà essere chiusa la Sessione, io non intendo di pregiudicare il mio diritto, appunto perchè g r a v i s s i m a è la questione e perchè dura e perdura una seria agitazione nelle Provincie che sono colpite dai provvedimenti indicati dal disegno di legge. Quindi prego il ministro delle finanze di consentire, a sua volta, che mi sia lasciata piena libertà quando lo creda necessario, prima che si chiuda questo periodo di lavoro, di svolgere la mia interpellanza; se fosse necessario, anche in giorno non stabilito allo svolgimento solito delle interpellanze. E naturalmente mi riservo poi questa facoltà quando si discuterà la interrogazione presentata dall'onorevole Di Rudinì, la quale tocca lo stesso argomento, si riferisce cioè alle intenzioni che ha il Governo di attuare e mantenere la perequazione fondiaria nel nostro paese. Se il ministro delle finanze accetta queste mie riserve, io volentieri, per le giuste considerazioni che egli ha esposte, accedo al suo desiderio. Presidente. L'onorevole P a v i a non è presente, quindi la sua interpellanza s'intende ritirata. Onorevole Papa, intende svolgere la sua interpellanza od accedere all'invito del ministro delle finanze ? Papa. Allorché nel mese scorso io presentai la mia interpellanza, era ben lontano dal pensare che il giorno in cui avrei dovuto svolgerla, la condizione delle cose sarebbe stata radicalmente mutata. Con essa io intendeva di portare in quest'aula l'eco delle doglianze e dei rimproveri che da tutte le Provincie, le quali hanno chiesto l'acceleramento del catasto, e specialmente dalle Provincie lombardo-venete, si muovono al Governo intorno ai metodi e ai ritardi coi quali le operazioni del catasto accelerato vengono eseguite. Io intendeva di richiamare l'attenzione del Governo sulla grave questione ed TORNATA D E L 9 I) I C E MB HE 1895 invocare da esso g l i opportuni provvedimenti. Ma purtroppo il Governo pensava a risolverla nel modo che non ha guari ci fu annunziato e proposto. Però dinanzi ad un disegno di legge che si trova sotto l'esame di una Commissione autorevole sarebbe a parer mio superfluo o almeno inopportuno il discutere siffatto argomento. Ond'è che io mi rimango per ora dallo svolgere la mia interpellanza, riservandola al momento più opportuno. Mi rimango dallo svolgerla perchè io confido che si troverà modo di superare le difficoltà dell'oggi; confido ancora che il Governo saprà inspirarsi a sentimenti di equità e di giustizia; confido nell'opera della Commissione parlamentare e del suo illustre presidente onorevole Luzzatti e spero che la scintilla suscitata possa presto e senza difficoltà essere spenta, giacche altrimenti essa potrebbe accendere nel Paese la face della discordia. Io quindi, senza svolgere la interpellanza, mi limito a fare all'onorevole ministro delle finanze, queste tre domande : 1° fino a che la legge del 1° marzo 1886 non verrà modificata, promette ed assicura il Governo di continuare e sollecitare i lavori catastali nelle Provincie che chiesero l'acceleramento del catasto geometrico ed estimativo? 2° provvederà il Governo a semplificare i metodi ed a togliere gli inconvenienti riscontrati nelle operazioni del catasto medesimo ? 3° penserà il Governo a soddisfare alle Provincie venete e lombarde la somma di 4 milioni di lire, di cui da tempo è debitore, in causa dei catasti vecchi, ed a darne alle Provincie stesse il rimborso ? Attenderò dall'onorevole ministro una cortese risposta. Presidente. Onorevole ministro,... Boselli, ministro delle finanze. Ringrazio gli onorevoli Stelluti-Scala e P a p a dell'accoglienza che han fatto alla mia preghiera. Io non ho chiesto che fossero soppresse le loro interpellanze, ma che fossero rinviate. Quindi, sono d'accordo con l'onorevole Stelluti-Scala, che queste interpellanze rimangano al loro posto nell'ordine del giorno, e che vengano discusse, qualunque volta piaccia alla Camera. L'onorevole Papa, pur aderendo al mio invito, mi ha rivolto tre domande. Una riguarda la mia azione amministrativa, ed a Atti Par' a n,«.nitri L E G I S L A T U R A XIX — 29 44 — 1 & SESSIONE — Camera dei DISCUSSIONI - — TORNATA DEL 9 DICEMBRE questa esplicitamente rispondo. F i n o a che una nuova l e g g e non surroghi, in tutto od in parte, la legge del 1886, questa conserverà il suo pieno vigore; ed è dovere del ministro di applicarla con diligenza, in modo clie nessun interesse abbia ad esserne leso, e che ad un tempo nessuna ulteriore decisione del Parlamento abbia ad esserne pregiudicata. L a seconda domanda riguarda F intenzione del Governo rispetto alla revisione dei metodi coi quali è proceduta finora l'opera della catastazione. E codesta questione, me 10 consentirà l'onorevole Papa, connessa col disegno di legge, che oggi è allo studio della Commissione. Pure essendo nell'intenzione del Governo di introdurre nuovi procedimenti al riguardo, esso non potrebbe fare ciò in cose d'ordine essenziale, se prima non è modificata la legge, alla quale debbono sostanzialmente uniformarsi i metodi di esecuzione e le istruzioni tecniche. L'ultima domanda dell'onorevole- Papa non era compresa nella sua interpellanza. D'altronde egli sa che non è argomento che si riferisca alle dirette competenze del Ministero a me affidato: ond'è ch'io non posso o g g i dargli in proposito alcuna risposta positiva. Presidente. Resta quindi inteso che le due interpellanze degli onorevoli Stelluti-Scala e Papa sono rimandate. A v v e r t o poi l'onorevole Stelluti-Scala che per parlare, come ne ha manifestato il desiderio, quando verrà la volta d'una interrogazione dell'onorevole Di Rudinì, egli dovrà presentare un'interrogazione analoga. Del resto la sua interpellanza, come quella dell'onorevole Papa, rimarrà al posto che le assegna il regolamento. Steliuti-Scala. Permetta, signor presidente; 11 rinviare puramente e semplicemente le interpellanze, come ha detto l'onorevole Papa, significherebbe forse che delle nostre interpellanze non si parlerebbe mai più. "L'onorevole ministro ed io abbiamo creduto di lasciare impregiudicato il diritto di svolgere le nostre interpellanze quando a noi deputati sembri che sia la necessità di farlo. Noi ne abbiamo sospeso lo svolgimento in vista di quegli accordi che si attendono fra i l Governo e la Commissione che esamina il disegno di l e g g e sul catasto. Se questi accordi, come speriamo, approderanno, non avranno più ragion d'essere le Deputati 1895 nostre interpellanze; ma se questi accordi non riusciranno, allora deve rimanere intatto il nostro diritto, che è quello di dimostrare alla Camera e al paese tutta la importanza e la g r a v i t à dell'argomento. In quanto poi a ciò che ha accennato i l presidente della Camera, cioè che io non possa interloquire allorché l'onorevole D i R u d i n ì svolgerà la sua interrogazione, con tutto i l rispetto che ho verso l'onorevole presidente, mi si permetta di dirgli che non concordo nella sua opinione. S i può sempre stabilire lo svolgimento di una interpellanza, anche in un giorno diverso dal lunedì, e quindi il ministro può fin d'ora prendere impegno di lasciarmi rispondere nel giorno in cui sarà svolta l'interrogazione dell'onorevole Di R u d i n ì alle dichiarazioni che saranno fatte dal Governo. Mi pare quindi che sia fuor di luogo la questione a cui ha accennato l'onorevole presidente. Presidente. Onorevole P a p a ? Papa. A me pare che la questione possa risolversi, rimandando le nostre due interpellanze al prossimo lunedì. In quel giorno noi svolgeremo o no le nostre interpellanze, a seconda che sarà stata o no risoluta la questione del catasto davanti alla Commissione che esamina il disegno di legge. Credo che l'onorevole ministro non avrà nulla da opporre a questa proposta. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro delle finanze. Boselii, ministro delle finanze. Io ho rivolto a g l i onorevoli interpellanti un invito molto semplice e chiaro, di differire cioè lo svolgimento delle loro interpellanze. Non posso io entrare oggi in previsioni che riguardano l'ordine dei lavori della Camera. Sarò sempre a disposizione degli onorevoli interpellanti quando alla Camera piacerà che le loro interpellanze siano svolte. Papa. Domando di parlare. Presidente. Ma quante volte vuol, parlare, onorevole Papa? Rimane inteso che le interpellanze sono rimandate, e prenderanno il posto che loro assegna il regolamento. Ste!!uti-Sca!a. No, mantengono il posto che hanno. Presidente. Ma il regolamento non lo permette.