A genda di f Numero Speciale 167° Anniversario Nascita di don Guanella amiglia Anno XIII - N. 169 19 Dicembre 2009 Pubblicazione riservata ai Servi della Carità Provincia S. Cuore - Opera don Guanella Via T. Grossi, 18 - 22100 COMO (Italy) - tel. (+39) 031.296.711 - fax (+39) 031.302.995 Internet: http://www.guanelliani.org - Email: [email protected] Buon Compleanno, don Luigi ! 210 anni dalla invenzione della pila 169 Alessandro volta e Don LUIGI Guanella due Campioni in scienza e santità Quest’anno, in cui ricorre il 210° anniversario dell’invenzione della pila da parte dello scienziato comasco Alessandro Volta, vogliamo proporre anche noi un nostro contributo, sintesi dell’intervento tenuto da don Mario Carrera durante il convegno “Non è facile trattare con i Santi” (Como, Auditorium “Don Guanella”, 17 dicembre 2005). C harles Peguy ha scritto che “Il vero scienziato è uno che lavora nel suo laboratorio e non scrive mai scienza con la “S” maiuscola”. Uno scienziato, Alessandro Volta, non ha mai scritto la sua scienza con la S maiuscola, così Luigi Guanella, un santo, non ha mai scritto della sua santità con la S maiuscola, entrambi si sentivano servi dell’umanità e della santità impressa da Dio nell’animo delle persone. Quando, per la loro materia, scienziati ed ecclesiastici usano le maiuscole amano scavare fossati più che costruire ponti. Cogliendo la sensibilità spirituale dello scienziato comasco e lottando per non disgiungere la fede dalla scienza, don Guanella si è fatto promotore della costruzione di un faro sulle colline di Como che ricordasse l’uomo di scienza e di fede Alessandro Volta. L’invenzione della pila non fu una delle tante invenzioni, ma, per il celebre scienziato Albert Einstein, fu «la base fondamentale di tutte le invenzioni moderne». Alessandro Volta era stato educato nel collegio dei Gesuiti in Como, aveva un carattere amabile, Quadro di Volta di A. Ferrari esposto nel Museo "Don Luigi Guanella" di Como. Cromolitografia commemorativa di Alessandro Volta commissionata da don Guanella con il Comitato “Pro Faro” al pittore Arturo Ferrari di Milano e stampata da Bertarelli nel 1899 per sensibilizzare sull’iniziativa “Pro Faro”. A genda di f amiglia non faceva distinzioni tra letterati, scienziati e popolani: tutti erano accolti in piacevoli conversazioni nelle quali non nascondeva mai la sua professione di credente. Lo scrittore e patriota Silvio Pellico, autore de “Le mie prigioni”, ateo professo, maturerà la sua adesione alla fede in Cristo anche attraverso contatti con il Volta. L’impegno coerente della fede portava Alessandro Volta a farsi umile con gli umili; senza vergogna, partecipava alle processioni «quasi tutte le domeniche (…), in un angolo della chiesa di San Donnino – scrive uno storico -, è circondato da una moltitudine di giovani e giovanetti, tutti intenti ad apprendere dal suo labbro il Catechismo, che egli magistralmente loro insegnava». Paolo VI ha scritto che la società moderna ha bisogno di maestri e anche di testimoni, meglio sarebbe che «i maestri fossero anche testimoni». Le ragioni di un impegno In una stagione in cui la massoneria al potere osteggiava l’azione pastorale della Chiesa, per don Guanella era assai significativo poter presentare all’opinione pubblica uno scienziato che ha fatto della scienza non una nemica, ma un’alleata della fede. Don Guanella scorgeva in Volta la sintesi di un maestro che si era fatto testimone. È opportuno cogliere lo spirito che ha mosso don Guanella ad organizzare un movimento d’opinione per la costruzione di un “faro” in onore d’Alessandro Volta. In quella circostanza egli andava ripetendo: «Il nostro Volta fu sommo scienziato, ma insieme sincero cristiano». L’idea della costruzione del faro, con la statua del Sacro Cuore di Gesù sulla collina di Lora, vole- N. 169 • Anno XIII • 19 Dicembre 2009 • pagina 2 va essere un monumento ed un ammonimento. Nell’opuscolo fatto stampare a migliaia di copie da don Guanella per quella straordinaria circostanza si leggeva: «e così il passeggero che da lontano ammirerà quel sacro simulacro, circonfuso di luce smagliante del faro, formidabile rivale della mite regina delle notti, chinerà il capo e dirà “Alessandro Volta fu sommo scienziato, ma insieme sincero cristiano!”. E, se egli è cattolico, sentirà nell’anima quel fremito che io sento in questo momento e griderà: È nostro! È nostro! Se poi non è cattolico, dovrà, suo malgrado ripetere, soffusa la fronte di vergogna: Non è vero che la scienza e la fede sono nate nemiche; esse sono fatte per andare d’accordo, per baciarsi sulla fronte e vivere come sorelle... poiché nel Volta il cristiano e lo scienziato sono così intimamente connessi e così armonicamente collegati che solo la ridicola insipienza settaria poteva tentare tale separazione». Perché un faro Il faro era il tributo alla scienza di Volta, la statua del Sacro Cuore era l’omaggio ad Alessandro, il cattolico, il catechista, l’uomo retto che faceva della messa quotidiana il fulcro della sua vita religiosa. Per Guanella il Sacro Cuore e il faro non erano due accostamenti casuali: nel progresso della scienza c’era il seme di un’umanità rinnovata e nel cuore di Gesù la passione per tutto ciò che è umano. In una fase storica in cui sembrava vero solo quello che si poteva sperimentare, don Guanella voleva proporre un campione nella fede e nella scienza per dimostrare che la sapienza di Dio seminata nella creazione del cosmo non è in contraddizione con la fede in Dio creatore e padre, Il giorno natalizio del Fondatore anche quest'anno si caratterizza con una Concelebrazione Eucaristica alla stessa ora in tutte le parti del mondo. Questa volta pregheremo con più fede perché, davvero, nel prossimo anno, don Luigi Guanella sia proclamato Santo. Le ore 15.00 italiane nel “Mondo Guanelliano” Ore 08.00 Ore 09.00 Ore 11.00 Ore 12.00 Ore 14.00 U.S.A., Messico, Guatemala Colombia Argentina, Cile, Paraguay Brasile Ghana Ore 15.00 Italia,Nigeria,Congo,Polonia, Svizzera,Spagna Ore 16.00 Romania, Nazareth Ore 19.30 India Ore 22.00 Filippine A genda di f amiglia Onoreficenza telegrafisti a Don Guanella. Medaglia donata a don Guanella dai Telegrafisti. rivelato da Gesù. Negli anni di formazione umanistica il giovane Volta si appassionava a leggere gli scritti contro la Chiesa per scovare argomenti con cui controbattere. Questa passione apologetica era in comune con il Guanella, il quale nella sua molteplice attività letteraria, scrisse anche “Da Adamo a Pio IX. Quadro delle lotte e dei trionfi della Chiesa universale, distribuito in cento conferenze”. Un’opera in tre volumi che don Guanella ha pubblicato tra il 1880 e il 1890. Di quel medesimo periodo c’è stato un altro volume in onore di Leone XIII dal titolo “Da Adamo al giubileo sacerdotale di sua Santità Leone XIII”. Don Guanella era un fervoroso amante della Chiesa, per questo non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di proporre alla cittadinanza, non solo comasca, un’iniziativa entusiasmante, come la costruzione di un faro. L’iniziativa non ebbe il successo sperato, ma coinvolse grandi personalità del mondo cattolico. Don Guanella usò diverse strategie per diffondere l’iniziativa: bussò alle porte della scienza, coinvolgendo le università dove Volta aveva insegnato, bussò alle porte dei seminari e degli istituti religiosi e poi agli organi di stampa. Un generoso appoggio gli fu offerto dal giovane universitario Vico Necchi, al quale don Guanel- N. 169 • Anno XIII • 19 Dicembre 2009 • pagina 3 Pro Faro Il secondo numero del periodico quindicinale “Pro Faro”, promosso da don Guanella e diffuso anche in Francia, Inghilterra e Argentina per raccogliere fondi per la costruzione del Faro. la confidava: «L’impresa del Faro sarà un trionfo per codesto Circolo Universitario [San Severino Boezio a Pavia n.d.r.] e per ogni buona e santa idea cattolica». Necchi trovò un bel gruppo di giovani universitari simpatizzanti per l’iniziativa, ma anche un largo gruppo di oppositori capeggiati dallo studente Agostino Gemelli, che qualche anno più tardi si convertirà, si farà frate e fonderà l’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’intraprendente e generoso Vico Necchi, non si scoraggiò e portò l’iniziativa a Milano. Ai primi di marzo del 1899 alla presenza del cardinal Ferrari, organizzò un incontro con il Comitato delle Dame, legate all’Opera di don Guanella, per lanciare il progetto “Pro faro”. In quella circostanza fu costituito un Comitato, presidente il giovane Vico Necchi e vescovi di Como e di Pavia assunsero la presidenza onoraria. A genda di f amiglia N. 169 • Anno XIII • 19 Dicembre 2009 • pagina 4 Don Luigi Guanella a colloquio con alcuni telegrafisti (2 giugno 1899) I telegrafisti ospiti al pranzo d’onore offerto da don Luigi Guanella presso la Casa Santa Maria di Lora (2 giugno 1899) Il primo Convegno mondiale dei Telegrafisti Un accenno, a parte, merita il 1° Convegno mondiale dei telegrafisti legati ai festeggiamenti “laici” allo scienziato Alessandro Volta. Don Guanella per mezzo dei fratelli Geronimi, membri del comitato organizzatore, aveva fatto inserire nel programma delle manifestazioni per i telegrafisti il pranzo ufficiale presso la Casa Santa Maria di Lora. I convegnisti erano giunti a Como la sera del 31 maggio, il giorno successivo assistettero alla rappresentazione dell’Otello di Giuspepe Verdi. Il 2 giugno l’appuntamento era a Camnago per onorare la tomba dello scienziato, scendendo da Camnago i trecento convegnisti provenienti da una dozzina di nazioni tra cui gli USA e il Giappone, si fermarono nell’ospitale Casa di Santa Maria, ove don Guanella li accolse con quella larghezza di cuore. Da quell’incontro don Guanella raccolse adesioni lusinghiere in Francia, in Germania, in Inghilterra, nella lontana America. Don Luigi con l’animo gonfio di speranza e contentezza, auspicava e sognava un futuro scintillante per la fede. Nei mesi successivi seguirono altre manifestazioni in onore dello scienziato Alessandro Volta. L“Esposizione voltiana” fu visitata da molte personalità ecclesiastiche: dal vescovo Minoretti, che divenne cardinale di Genova, Achille Ratti, divenuto papa Pio XI e che chiamerà don Guanella “il Garibaldi della carità”, il vescovo Pietro Maffi, amico di don Guanella che divenne poi cardinale e arcivescovo di Pisa e fu lui a tenere il discorso commemorativo al Convegno “cattolico” di settembre. Alla fine dell’ “Anno voltiano”, il 17 novembre al santuario del Sacro Cuore don Guanella celebrò un rito solenne: ai piedi del catafalco fece mettere una scritta in latino che diceva: “Alessandro Volta è dei cattolici”. L’iniziativa del faro rimase sempre nell’ambito del privato e non arrivò mai sul tavolo degli organizzatori laici delle manifestazioni. Nel 1900 per l’Opera don Guanella fu un susseguirsi di iniziative a grande livello (si pensi solo alla bonifica del Pian di Spagna) che sottrassero energie e tempo a questo testimone della carità di Cristo. Il sogno di don Guanella si avverò nel 1928 con l’inaugurazione del “Tempio voltiano”. Ad accogliere i visitatori ci sono le statue della Scienza e della Fede. Dall’alto della collina di Brunate un faro con i colori della bandiera italiana simboleggia il trofeo della scienza che veglia sulle sorti della città. Mario Carrera