PrideGuide Rivista mensile - Autorizzazione del tribunale di Milano n.351 del 7-5-1999 - Direttore responsabile: Giovanni Dall'Orto. Distribuzione gratuita in tutti i locali (in edicola o libreria euro 2,5). Trasporto esonerato da DDT ai sensi del DPR n.472 del 14-8-1996
IL MENSILE GAY ITALIANO
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n. 86 agosto 2006
inchiesta
Pacs o
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personaggi
valentina
“OK”
Catania
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WILL YOUNG
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Agosto
Luglio2006
2006
IL MENSILE
ITALIANO
IL MENSILE
GAY GAY
ITALIANO
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n. 86 agosto 2006
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all’attaccO
RODEI
GAY
GEMELLIWILL YOUNG
CRONACA RUBRICHE ANNUNCI GUIDAGAY APPUNTAMENTI SALUTE LETTERE
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PRIDE LUGLIO 2006
Tutti i mesi una selezione di articoli di “Pride” è online su http://www.clubclassic.net/pride/
ATTUALITÀ E CULTURA
ATTUALITà E CULTURA
6 Torinopride 2006
6 Andrea Pini Pacs o matrimoni?
11 Renato Sabbadini Mosca di botte
9 Francesco
Belais
Da gayIntervista:
a pedofili Will Young
14 Enrico Oliari
COMMENTI
COMMENTI
54 Lettere al direttore
46 Lettere al direttore
69 Gianni Geraci Fuori dalle catacombe!
50 G.B. Brambilla
Lo squisitissimo Barbette
Brambilla Nostra signora dei parrucchini
62 GiovanBattista
RUBRICHE
RUBRICHE
Urciuoli Internet
54 Carmine
Cronaca
Italia
Urciuoli Internet
Giulio
M. Corbelli
Diritti, ma solo regionali 66 Carmine
1317
Gnerre Libri
56 Francesco
Gnerre Libri
68 Francesco
Gianni Rossi Barilli Guerra per Bindi
1623
Cronaca
Italia
Patanè Cinema
58 Vincenzo
Patanè Cinema
70 Vincenzo
25 Cronaca estero
23 Paolo Belmonte 2006: fascisti all’attacco 72 Francesco
Belais
60 Francesco
Belais Pride
chart Pride chart
31 Valerio Bartolucci Brokeback cowboys
Basili Fumetti
62 Massimo
Basili Fumetti
74 Massimo
25 Gianni Rossi Nun te reggae cchiù
35 Roberto Schinardi Estate gay in Tv
Càngioli Musica
64 Roberto
76 Roberto
Cangioli Musica
2637
Cronaca
estero Alla ricerca di un dio amico 78 Annunci
Stefano Bolognini
66 Annunci
Matteo
BandiniTra
Proposte
3341
Paolo
Hutter
omo-indecenti
e islamofobia
METROPOLI
METROPOLI
81 Appuntamenti
68 Appuntamenti
44 Gian Pietro Leonardi Ragazzi arcobaleno
37 Carmine Urciuoli Intervista a Valentina Ok 91 Fino all’alba - Boy Tube
77 Giorno e notte - TheBlock Summer
47 Francesco Belais Intervista a Luca Bianchini
e notte - Mr- gay
Italiaai2006
93 Giorno
41 Matteo Bandini Un etero a Sodoma
Guida
locali d’Italia
81 DoveCosa
50 Francesco Belais Gemelli diversi
97 DoveCosa - Guida ai locali d’Italia
cognome
indirizzo
cap
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Pride agosto 2006
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Massimo Basili, Francesco Belais,
Francesco
Belais,
Stefano
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Stefano Bolognini, GiovanBattista
GiovanBattista
Brambilla,
Roberto
Brambilla,
Roberto
Cangioli,
Giulio
Galoppo,
Gianni
Geraci,
Gian Pietro
Cangioli, Giulio
Maria
Corbelli,
Leonardi, Enrico Oliari, Vincenzo
Francesco
Gnerre,Sabbadini,
Paolo Hutter,
Patanè,
Renato
Roberto
Vincenzo Patanè,
Andrea
Pini,
Schinardi,
Carmine
Urciuoli.
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GiovanBattista
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Pride agosto 2006
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Pacs o matrimoni?
Andrea Pini - [email protected]
Pacs o matrimonio? Abbiamo provato a chiedere ai gruppi gay italiani se abbia ancora senso insistere
sui tanto bistrattati Pacs, o se non sarebbe meglio fare come in Spagna, puntando all’allargamento dei
matrimoni. Scoprendo che il movimento gay italiano, da Aosta a Catania,
col cuore sceglie il matrimonio, ma con la ragion politica si accontenta di un percorso attraverso i Pacs...
fino al matrimonio...
Foto di GiovanBattista Brambilla
Dopo dieci anni di manifestazioni e di richieste per il riconoscimento
legale delle coppie, in Italia siamo ancora al momento zero. Vedremo
se l’Unione, la nuova maggioranza politica, approverà ciò che alla
fine ha scritto nel programma, e cioè “un riconoscimento dei diritti
dei singoli all’interno della coppia”. Formula quanto mai ambigua
e che corrisponde ad un contenuto povero simbolicamente e nei
diritti.
Ma lasciamo da parte il topolino che forse verrà partorito dal
nostro centrosinistra. Il movimento gay chiedeva altro: chiedeva
il riconoscimento pubblico dei legami di coppia, le unioni civili.
Chiamate anche Pacs (patto di solidarietà civile), come in Francia.
La doccia fredda è stata la cancellazione dei Pacs dal programma
dell’Unione (per inserire al loro posto il topolino), a causa delle
pressioni omofobe della chiesa, raccolte al volo dal solerte filovaticanista Rutelli.
Il movimento gay s’è trovato spiazzato, dato che aveva puntato
tutto sui Pacs e li considerava ormai accettati dai partiti. I Pacs
erano considerati da tutti i gruppi una mediazione accettabile, un
primo passo di buon valore simbolico e culturale: i gay e le lesbiche
finalmente con un primo, chiaro riconoscimento di diritti.
Saltati i Pacs sono saltati gli equilibri interni e oggi nei gruppi
gay sta avvenendo una piccola rivoluzione, come non accadeva da
anni, che punta a nuovi obbiettivi e proposte ed esprime una forte
esigenza di avanzamento.
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Pride agosto 2006
Abbiamo fatto un viaggio fra 60 diverse realtà politicoaggregative del mondo gay ponendo due semplici domande:
1) a livello personale (e col cuore) sei a favore dell’obbiettivo
politico dei Pacs o a quello dei matrimoni civili, estesi anche a gay
e lesbiche?
2) che posizione ha l’associazione che tu rappresenti rispetto al
riconoscimento legale delle coppie omosessuali? Pacs, matrimoni
o altro?
Il dato più importante che emerge dalla prima domanda è che la
metà degli intervistati mette il matrimonio al primo posto,
motivando la scelta con la necessità di un’assoluta parità con gli
etero nel campo dei diritti.
Un altro gruppo punta su entrambi gli istituti giuridici: doppia
scelta uguale maggiore libertà per tutti.
A credere solo nei Pacs, sia per motivi di affinità personale, sia
per motivi culturali, sia di opportunità politica, resta il 30% degli
intervistati.
Quindi qualcosa di profondamente innovativo è accaduto
nelle coscienze di molte persone impegnate in politica o
nell’associazionismo.
Il seme lanciato da Zapatero in Spagna comincia a germogliare
anche in Italia e davvero molti si chiedono perché mai dovremmo
accontentarci di qualcosa di meno della parità, come ben sintetizza
fra gli altri Flavio Romani dell’Arcigay di Ferrara: ”Oggi la strada
spagnola è aperta anche per noi, e le posizioni vanno ripensate dopo
le varie sberle ricevute. Forse non paga più essere ragionevoli. Pari
diritti e pari opportunità per tutti, e basta distinguo!”.
“Quello che ha una coppia etero lo voglio anch’io”, aggiunge Carmine
Urcioli del Coordinamento Arcigay sud Italia. E dal neonato circolo
Arcigay di Messina, Salvatore Maiorana sottolinea un aspetto
interessante: “Che ci sarà di male a parlare di matrimonio? Forse
anche noi stessi abbiamo paura a chiedere l’uguaglianza piena?”.
Anche Christian Poccia di GayLib Lazio sceglie i matrimoni:
“Perché dovremmo accettare di essere discriminati? Perché agli etero i
matrimoni e ai gay solo i Pacs?”.
A mantenere posizioni strettamente filo-Pacs è ad esempio
Federico Cerminara, Arcigay di Cosenza, che racconta di una realtà
territoriale ancora chiusa e difficile, nella quale mancano quasi del
alla spinta culturale europea, e in modo più evidente e repentino
dopo la delusione politica provocata dall’Unione.
Andrea Benedino di GayLeft riassume bene la situazione: ”Non so
se mi sposerei ma politicamente scelgo i matrimoni, perché voglio la
piena parità dei diritti. Naturalmente so che in Italia il matrimonio
subito è irrealizzabile e che il primo passo necessario restano i Pacs.
Ma alla fine ci saranno tutti e due, quello è l’esito! Il problema non è
se, ma solo quando ci saranno”.
Rossana Praitano del circolo Mario Mieli di Roma ha avuto
il merito, subito dopo le elezioni d’aprile, di scrivere: “Il Pacs è
morto e non ha senso provare a rianimarlo...”, sostenendo invece la
proposta del matrimonio civile aperto agli omosessuali. Da questa
inchiesta emerge invece che il Pacs non è morto, ma, in linea
con la Praitano, il matrimonio gay e lesbico è più vivo che mai!
In numerose interviste appare la preoccupazione per le reazioni
della pubblica opinione riguardo ai matrimoni. Ad esempio Walter
Pergolis, Arcigay Reggio Emilia, sintetizza: ”Sui matrimoni c’è
molto da lavorare, potrebbero essere una grossa botta per l’opinione
pubblica, anche tra i gay! Noi qui stiamo ancora al problema della
visibilità, soprattutto nel mondo del lavoro”.
Anche Enzo Cucco dell’associazione Sandro Penna di Torino, pur
riconoscendo la validità dell’estensione matrimoniale alle coppie
omo, non nasconde le difficoltà del percorso, dato che “i matrimoni
fanno parte di una tradizione che non prevede le coppie gay”.
Eppure le generazioni più giovani non sembrano avere tutti questi
dubbi: Alberto del Kob (Collettivo omosessuale Bicocca) di Milano
senza mezze misure dice: ”Noi giovani vogliamo il matrimonio”.
E Paolo Patanè del circolo Arcigay di Catania aggiunge: ”Nelle
generazioni più giovani si rafforza l’orientamento e la rivendicazione
del matrimonio, come posizione avanzata. È una tendenza in atto”.
D’altra parte è proprio una madre siciliana, Francesca Marceca
dell’Agedo di Palermo, che ci spiega che nel matrimonio, accanto
all’aspetto politico della parità di diritti per tutti, c’è anche un
importante aspetto simbolico, quello della festa: “La festa del
matrimonio è la bellezza del saluto per un figlio che se ne va perché
ha trovato l’amore! È un momento altamente significativo e lo deve
essere anche per i figli omosessuali”.
Foto di G.B.Brambilla
tutto le coppie e l’idea del matrimonio appare prematura.
Per motivi di tipo ideale anche Gigi Malaroda del crcolo Maurice
di Torino si dichiara contro il matrimonio “perché non è un
obbiettivo nostro, rappresenta un’omologazione culturale e sociale”.
E una posizione simile prende anche Gianni Zardini del Pink di
Verona: i Pacs sono una forma più originale ed autonoma, mentre il
matrimonio è uno scimmiottamento e non ci appartiene.
Con la seconda domanda le cose cambiano un po’, perché un gruppo
che si muove politicamente deve fare i conti con le mediazioni,
ma anche in questo caso è accaduta un’altra piccola rivoluzione:
non solo le coscienze di molti gay si sono risvegliate, ma cambiano
anche gli obbiettivi strategici.
Infatti più della metà delle associazioni si esprime per un percorso
a tappe in cui al primo posto restano i Pacs, obbiettivo di breve
periodo, ma i matrimoni sono vissuti come il vero obbiettivo di parità.
Se a queste si aggiungono le associazioni che puntano seccamente
al matrimonio, e quelle che vorrebbero sia i Pacs che i matrimoni in
parallelo e senza sconti, arriviamo al 78% del campione.
In pratica oltre i tre quarti dell’associazionismo gay vede il
matrimonio come obbiettivo ineludibile, distinguendo solo su tempi
e modi.
Contemporaneamente quasi la stessa percentuale è a favore anche
dei Pacs, con poche associazioni che vedono i due istituti come
contrapposti.
Mi sembra un cambiamento notevole per la rapidità e la diffusione
con cui si sta manifestando, avvenuto in parte sottotraccia grazie
Il gruppo più numeroso del campione è rappresentato da realtà
territoriali Arcigay, 37 su 60. Se analizziamo i risultati delle due
domande in questo sotto-campione non emergono differenze
notevoli rispetto a quello che abbiamo descritto finora. Anche qui
alla domanda “uno” la maggioranza risponde: matrimoni; e alla
domanda “due” la grande maggioranza è a favore del percorso:
Pacs subito e dopo i matrimoni, grosso modo in linea con Arcigay
nazionale.
Ma la novità sta anche qui nel fatto che la maggioranza delle persone
intervistate vede i matrimoni come un punto di arrivo necessario,
perché, come dice Zeno Menegazzi dell’Arcigay di Verona, “siamo
stufi di essere cittadini di serie B”.
Campione per l’intervista:
37 realtà territoriali Arcigay (da Aosta a Catania)
2 realtà territoriali di Gayleft (gay nel partito Democratici di
sinistra)
4 realtà territoriali di GayLib (gay liberali, associazione di
centrodestra)
3 realtà territoriali di Agedo (ass.genitori di omosessuali)
Circolo Mario Mieli, Roma
Di’ gay project, Roma
Nuova proposta, Roma
Gruppo pesce, Roma
Azione gay e lesbica, Firenze
Antagonismo gay, Bologna
circolo Pink, Verona
Kob (collettivo omosessuale Bicocca), Milano
Associazione Philadelphia, Torino
Informagay, Torino
Circolo Davide e Gionata, Torino
Circolo Maurice, Torino
Associazione Sandro Penna, Torino
Associazione articolo 3, Palermo
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Pride agosto 2006
Happiness is being gay!
Francesco Belais – [email protected]
Intervista esclusiva a Will Young, la nuova rivelazione del pop internazionale.
Gay dichiarato, in Inghilterra il suo album ha venduto oltre un milione e mezzo di copie.
È venuto in Italia a presentare Keep on, terzo
album della sua carriera, che nel Regno unito
ha sbancato le hit parade, superando il milione
e mezzo di copie vendute. In barba a chi pensa
che il dichiararsi gay sia un deterrente per il successo, Will Young non si è mai nascosto, anzi: in
“Happiness”, una delle sue ultime canzoni, scrive:
“Happiness is being gay”.
All’indomani dello show-case, dove dà mostra di
un talento sorprendente, mi dà appuntamento
all’hotel Hilton di Milano per quest’intervista.
Ore 11:15, Will arriva con un leggero ritardo,
jeans, un paio di sandali, t-shirt ed occhiali da
sole, sta sorseggiando una Coca cola, ha l’aspetto
di uno che ha dormito poche ore.
Ciao Will, buongiorno, che hai fatto ieri sera?
Mi sono ubriacato per bene! Dopo lo show-case
siamo andati in un ristorante al parco Lambro, il
posto era bellissimo, ma pieno di zanzare! Dopo
siamo andati al Just Cavalli, niente zanzare, ma
in compenso moltissimi gin tonic!
Qualcuno ti ha riconosciuto?
In realtà nessuno... dopo un paio di drink divento
irriconoscibile!
Parliamo di questo tuo terzo album: mi sembri
molto maturato ed i risultati parlano da soli…
È difficile crescere senza sbagliare, tutto sommato credo di esserci riuscito. Ho sempre amato
la musica, però mi rendo conto del fatto che,
rispetto a cinque anni fa, ho molto più da dire.
Agli inizi, nei miei primi dischi non c’era la mia
vera musica, quello che veramente volevo dire,
come in questo.
E cosa volevi dire?
In questo disco avevo le idee molto più chiare. In
particolare volevo parlare dell’identità che ognuno ha nella vita, e della difficoltà di essere veri e
sinceri con se stessi.
Quando uno arriva al successo spesso è condizionato da quello che le radio ed i giornali vogliono
che faccia, ci sono un sacco di condizionamenti.
Io invece ho cercato di parlare della mia evoluzione e di trasferire questo sentimento di sincerità
nelle mie canzoni.
Spesso nella società si perde energia e tempo per
perdere peso o per acquistare un auto più bella o
un vestito: questo non è un comportamento sano,
anche di questo ho voluto parlare… ecco perché
sarò il nuovo presidente del mondo!!! (ride).
Comprerò un sacco di emittenti televisive e dirò
ogni tanto qualche cazzata!
Visto che parli di essere veri, il fatto di essere
gay dichiarato è stato un ostacolo per la tua
carriera?
Io mi sono dichiarato perché non potevo fare
altrimenti, mi sarebbe riuscito troppo difficile
mentire su questo punto.
Mi piace l’idea di non essere come gli altri, mi
piacciono le diversità. Sarei stato infelice se non
l’avessi fatto: questa è una cosa che fa parte di
me, non ne faccio una bandiera e non la stigmatizzo in particolare.
Cosa pensi invece del fatto che, per paura di
perdere il pubblico femminile, molti artisti non
dichiarano la propria omosessualità?
Ognuno della sua vita privata può fare e raccontare ciò che vuole, se non vuole parlarne va bene.
Io non ho fatto calcoli e non è stata questione di
business, per me è stato più semplice fare così.
Pride agosto 2006
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Da ragazzino sognavi di fare la popstar o, che
ne so, il pompiere?!
Il pompiere? Ah ah, sì, forse per l’uniforme! Ho
sempre avuto la passione per la musica, ma da
bambino era un po’ repressa, la voglia di cantare
si è manifestata verso i vent’anni, sorprendendo
tutta la mia famiglia. Adesso sono molto felice
di fare ciò che mi è sempre piaciuto.
Qual è stata la musica che ti ha accompagnato
da quando eri bambino?
Su tutti i Beatles, soprattutto perché da bambino ascoltavo la musica che sentivano i miei genitori, e poi Joni Mitchell, Stevie Wonder, i Rolling
stones e poi i primi dischi di Michael Jackson.
contratto discografico e non c’è mai stato spazio per la sperimentazione. Vorrei andare negli
States, vivere un po’ là e vedere cose nuove.
La mia casa discografica non sarà molto contenta, ma farò passare almeno un paio d’anni prima
di fare un altro disco. Non so come facciano persone come Beyonce - bravissime, per carità – a
continuare a sfornare album, ma secondo me c’è
bisogno anche di vivere e di ricaricarsi per fare
un album nuovo.
Come sei nella vita privata, con quali aggettivi
ti definiresti?
Un cuoco terribile, molto disordinato, molto
leale con gli amici e con la gente in generale,
rittura è stata possibile prima l’adozione che il
matrimonio omosessuale. Se uno vuole bene ai
bambini è giusto che possa adottarne.
Will, hai ancora una vita privata in Inghilterra?
Per esempio, vai ancora in discoteca, se sì, quali
sono i tuoi locali preferiti?
Esco più adesso di prima, sono un po’ più assediato quando vado nei locali gay, ma non frequento
solo quelli. Mi piace girare e vedere anche altri
posti: in quest’ultimo periodo frequento molto
le serate indie, sebbene siano molto distanti
dal mio mondo musicale. Adoro anche le serate
house, ma quando la musica è un po’ più soul e
non troppo pesante.
Ti piace l’Italia, verrai qui a fare dei concerti
nel prossimo futuro?
Sono stato in tour tre anni fa sull’onda delsuccesso di una canzone. Per il secondo album non
mi sono dedicato all’estero, ho pensato all’Inghilterra ed alla mia vita privata, comprandomi
una casa. Adesso torno e devo ricominciare,
spero di poter fare concerti.
In passato succedeva che si facevano i concerti
per vendere i dischi, adesso invece prima devi
vendere i dischi e poi ti fanno cantare dal vivo,
quindi vedremo.
Hai esordito con una cover di “Light my fire”: i
Doors non li ascoltavi?
No, la cover è stata un caso ed è ispirata più
che altro alla versione di José Feliciano che non
all’originale, cantato da Jim Morrison.
Tre anni fa, durante un concerto qui in Italia, in
platea c’erano alcuni ragazzi con un cartello che
diceva: “Fuck you – Jim” (Fottiti! Firmato Jim
Morrison, ndr). Inizialmente non capivo con chi
ce l’avevano, mi ha fatto comunque piacere vedere che c’è una reazione appassionata nei confronti della musica, anche se non la mia. Forse
anch’io avrei la stessa reazione nei confronti di
qualcuno che facesse una cover di una canzone
che io adoro in originale.
Il tuo show case di ieri aveva un’atmosfera jazz,
ed anche il tuo abbigliamento è molto anni ’30:
come mai?
Il jazz riesce molto più nelle performance dal
vivo che non nei dischi, soprattutto perché non
venderebbe molto… ed io ho il mutuo da pagare!
(ride)
Ho sempre avuto la passione per gli anni ‘30, sia
dal punto di vista musicale, così ricco, sia da
quello del look. Era il periodo in cui il jazz stava
passando da genere da ballo a genere nobile,
com’è diventato.
Nel tuo album convivono il funky-soul e le
tipiche ballate pop: sono questi i generi in cui
ti esprimi meglio e con i quali continuerai nel
futuro?
È vero, nel disco convivono queste due anime,
così come dentro di me, talvolta sono anche in
conflitto tra di loro. Non so se continuerò ad
esprimermi così anche in futuro, mi piacerebbe
poter sperimentare altre frontiere musicali, come
non ho mai fatto. Ho cominciato subito con un
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Pride agosto 2006
molto appassionato ed allegro, ottimista e
positivo.
Hai esordito in Tv vincendo la trasmissione Pop
idol (l’equivalente inglese di Amici, ndr). Come
sei arrivato a fare il provino per parteciparvi e
cosa facevi prima?
Facevo l’università, mi ero appena laureato in
scienze politiche e mi ero iscritto ad una scuola
di teatro. Lì ho saputo delle audizioni per Pop
idol, mi sono iscritto e mi hanno preso.
Sei un artista completo, canti, balli ed hai anche
avuto un ruolo in un film, Lady Henderson presenta, ambientato, tra l’altro, negli anni ’30.
Vuoi parlarmi di quest’esperienza?
È stata un’esperienza fantastica che rasenta la
premonizione, è una cosa che mi sentivo che
prima o poi avrei fatto nella vita. Mi è piaciuta
tantissimo, se un giorno farò un altro film non
sarà così eccitante, ambientato nell’epoca che
adoro, come ho detto prima.
Recentemente in Inghilterra le unioni gay sono
diventate legali. Cosa pensi di questa risoluzione del governo britannico e, se hai un compagno, regolarizzerai la tua relazione?
Credo che sia una grande cosa, se pensi poi che
in Olanda c’è da una vita, è bello che adesso ci
sia anche in Inghilterra.
In passato non avevo mai pensato al fatto di
potermi sposare, adesso invece ogni tanto ci
penso, se trovassi la persona giusta lo farei perché è bella l’idea di mostrare a tutti gli amici,
pubblicamente, la persona che ami e con la quale
hai deciso di condividere la vita… magari poi
litigheremmo sul vestito da indossare!!! (ride)
Ti piacerebbe anche adottare bambini?
Non ci vedo niente di male, in Inghilterra addi-
Il manager lo chiama, deve correre a Mtv per
un’altra intervista, il tempo a nostra disposizione finisce qua.
Mi tende la mano e mi fissa con quegli occhi
chiari e sinceri. “Sei così giovane, hai venduto
milioni di dischi pur restando una persona semplice
e diretta” – penso io – “Speriamo che il successo
non ti cambi”.
Ciao Will, grazie, a presto!
Grazie a te, a presto!
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Pride agosto 2006
Diritti, ma solo regionali
Giulio Maria Corbelli - [email protected]
La Puglia approva la legge sui servizi sociali che apre anche ai “nuclei solidaristici” comprese le unioni
omosessuali. E la corte costituzionale sancisce la sostanziale legittimità della legge toscana contro le
discriminazioni contestata da Berlusconi. Ma ribadisce: su alcuni temi deve intervenire lo stato.
Governo Prodi, se ci “pacsi”, batti un colpo.
Le due ultime conquiste in tema di diritti gay
vengono dalle regioni e chiamano in causa le
competenze (e le inadempienze) dello stato: la
prima è la recente approvazione in Puglia della
legge sui servizi sociali che apre alle unioni
omosessuali; la seconda viene dalla Toscana: la
corte costituzionale ha decretato la sostanziale
ammissibilità della legge di questa regione contro
le discriminazioni per orientamento sessuale e
identità di genere, voluta dalla giunta Martini.
Con la legge approvata lo scorso 30 giugno, la
Puglia è una delle prime regioni a riconoscere
anche alle coppie di fatto i servizi riservati
finora alle famiglie fondate sul matrimonio. Un
cambiamento sostanziale, che ha ricevuto anche
l’apprezzamento di Rosy Bindi, ministra per la
famiglia, che conferma che la legge pugliese
potrebbe essere usata come apripista per una
nuova legislazione nazionale: «Una norma
quadro sui servizi esiste, ma sarà tenuta in conto
la disciplina sul rapporto tra la famiglia e gli altri
nuclei così come formulata dalla Puglia e da altre
regioni».
Perché il miracoloso risultato che il governatore
della Puglia Nichi Vendola è riuscito a realizzare
sta proprio nel compromesso con cui ha eliminato
la discriminazione verso le unioni di fatto
senza equipararle alla famiglia tradizionale.
Un equilibrio sottile, usato per smantellare
l’opposizione durissima da parte del centrodestra
che, paventando “derive zapateriste”, aveva deciso
di fare ostruzionismo alla legge presentando più
di 6.500 emendamenti. Ma Vendola, cattolico
e attivista gay, invece di procedere a colpi di
maggioranza, ha preferito mettere a frutto le sue
doti di mediatore: ha lasciato la centralità alla
famiglia fondata sul matrimonio, alla quale viene
riservato il 10% dei finanziamenti ma, in articoli
a parte, ha reso disponibili anche alle unioni di
fatto tutti i servizi regionali.
La mossa ha fatto sgretolare il muro
dell’ostruzionismo del centrodestra, che ha
ritirato gli emendamenti ma non ha modificato
il proprio voto contrario. Il motivo lo spiega il
capogruppo di Forza Italia Rocco Palese: «Quando
si parla di nuclei solidaristici ci sono anche gli
omosessuali». E questo (per loro) è decisamente
troppo.
Il voto contrario dell’opposizione non impedisce
alla diessina Elena Gentile, assessore regionale
alle politiche sociali che ha fortemente voluto
la legge, di sciogliersi in un pianto liberatorio
quando, in “sole” cinque ore, il Consiglio approva
tutti i 70 articoli del nuovo welfare pugliese. “Oltre
il matrimonio non c’è il deserto e oltre la famiglia
di diritto non ci sono solo singole persone”, spiega
l’assessore. “Ci sono persone che vivono in nuclei
familiari di caratteristiche diverse ma ugualmente
in grado di assumere progetti di vita”.
Così anche questi nuclei non fondati sul
matrimonio potranno accedere a servizi come i
bandi per le case popolari, gli aiuti ai disabili,
i centri antiviolenza, la mediazione familiare, le
strutture per il reinserimento dei detenuti e per
la salute mentale, ma anche ai servizi per la prima
infanzia come asili nido, centri ludici, centri di
aggregazione per ragazzi.
Almeno è lecito sperare che il governo Prodi
non si scagli contro la legge pugliese, come
fece quello di Berlusconi con la legge contro le
discriminazioni approvata dalla regione Toscana
nel novembre 2004: secondo l’ex presidente del
consiglio la normativa era illegittima e la rinviò
alla corte costituzionale, che lo scorso 4 luglio ha
depositato la sentenza in cui respinge le ipotesi
d’incostituzionalità dell’intera legge e di tre
articoli, mentre dichiara illegittimi gli articoli 7
e 16.
Il primo regolava la designazione della persona che
può prendere decisioni in caso di malattia grave e
invalidante, aprendo la possibilità d’indicare non
solo un familiare ma anche compagni e conviventi.
Per la corte la norma rientra nell’istituto della
rappresentanza, materia dell’ordinamento civile
di esclusiva competenza dello stato.
Per lo stesso motivo è stato giudicato illegittimo
l’articolo 16, nel quale si prevedevano multe fino
a 3098 euro per gli esercenti di pubblici esercizi
che avessero rifiutato la loro prestazione a causa
dell’orientamento sessuale o dell’identità di
genere del cliente.
Anche se le norme che la sentenza annulla sono
tra le più importanti contenute nella legge, i
rappresentanti della regione e quelli del movimento
gay hanno comunque giudicato in maniera
positiva l’intervento della corte costituzionale:
“Il giudizio sulla sentenza è positivo anche se nel
complesso appare un po’ balneare, affrettata. Ora
la Toscana può programmare politiche concrete a
sostegno dei gay”, commenta Antonio Rotelli,
responsabile legislativo di Arcigay, mentre
l’assessore toscano alle riforme, Agostino Fragai,
auspica “che il parlamento intervenga presto
sulle materie che la consulta ha giudicato non di
competenza regionale”.
Cortese sollecito al governo, che viene ribadito
anche da Franco Grillini e Sergio Lo Giudice.
A quando una risposta?
Nichi Vendola
Agostino Fragai
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cronaca italia
Dire “frocio” è reato
Roma:
decine di migliaia, come sempre, i partecipanti
al pride glbt di Roma che si è svolto il 24 giugno.
Lo slogan scelto per il corteo di quest’anno
è stato “di tutto di più”, con riferimento a
un folto pacchetto di rivendicazioni per il
prossimo futuro: Pacs, matrimonio, legge
antidisciminatoria e riconoscimento della
genitorialità omosessuale.
Bologna:
a rischio di sgombero da parte del comune
il Cassero di Porta Santo Stefano, sede
del collettivo Antagonismo gay. Sul caso è
intervenuta la deputata del Prc Titti De Simone,
secondo la quale “Antagonismo gay ha svolto
un’attività molto importante sotto il profilo dei
diritti civili, riconosciuta a livello nazionale”. Lo
sgombero è perciò inaccettabile. “Credo che
il comune”, ha aggiunto De Simone, “debba
incontrare i rappresentanti di Antagonismo
Insultare qualcun altro dandogli del “frocio” è un comportamento sanzionabile. Lo ha stabilito nelle
scorse settimane una sentenza dei giudici della quinta sezione della corte di cassazione, tirando
le orecchie al giudice di pace di Teramo che aveva invece assolto un quarantenne abruzzese,
denunciato nel maggio 2005 per aver
rivolto a un conoscente l’epiteto di
cui sopra.
Il termine “frocio”, aveva concluso il
giudice di pace, non si può considerare
lesivo dell’onore altrui.
Di tutt’altro avviso la cassazione,
secondo cui è al contrario il giudice di
pace che ha “edulcorato e svalutato la
portata lesiva della frase pronunciata
dall’imputato”, giungendo a una
decisione contraria “alla logica ed
alla sensibilità sociale che ravvisa nel
termine ‘frocio’ un chiaro intento di
derisione e scherno, espresso in forma
graffiante”.
La parola passa quindi nuovamente al
giudice di pace di Teramo, che dovrà
riprendere in esame il caso tenendo
conto dei rilievi formulati dalla
cassazione.
gay per trovare una soluzione condivisa che
garantisca loro il mantenimento di quella
Giudici pro pacs?
sede”.
Roma:
si è svolta l’11 luglio scorso una cerimonia
pubblica
per
ricordare
Paolo
Seganti,
attore omosessuale assassinato in modo
particolarmente efferato lo scorso anno
nella capitale. L’iniziativa è stata promossa
dall’assessore
Mariella
Gramaglia
in
collaborazione con il IV municipio e con
Arcigay. Hanno aderito tutte le associazioni
glbt romane.
Roma:
un sondaggio effettuato dal mensile di
divulgazione scientifica “Focus” tra i suoi
lettori promuove i Pacs a pieni voti. Il 91%
del campione di 500 persone preso in
considerazione ritiene infatti che i Pacs siano
un giusto modo di estendere alle coppie di
fatti i diritti di quelle sposate. E l’82,6% pensa
pure che sarebbe il caso di consentire i Pacs
alle coppie omosessuali.
Molto inferiore invece l’apertura verso la
possibilità per gay e lesbiche di adottare
bambini,
anche
se
con
una
maggiore
disponibilità nei confronti delle lesbiche. Il
65,76% degli intervistati ritiene comunque
che l’adozione debba rimanere riservata alle
coppie eterosessuali.
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Pride agosto 2006
L’attivismo della corte di cassazione nel ridisegnare i confini del diritto in tema di famiglia e
sessualità non conosce soste, quest’estate. O forse è più corretto dire che su questi argomenti i nervi
della cultura italiana sono talmente scoperti che basta un nulla per provocare rumorosi sussulti.
Non c’è infatti granché nella sentenza 15760 della cassazione depositata il 13 luglio scorso. Solo un
riferimento incidentale all’esistenza di famiglie di fatto e a un movimento sociale che si batte per
ottenere i Pacs all’interno di un ragionamento che parla d’altro. Tanto è però bastato per consentire
ai giornali di titolare che i giudici della cassazione “dicono sì ai Pacs”. E a commentatori di varia
ispirazione per imbastire teorie pro o contro il riconoscimento giuridico dei diritti delle famiglie di
fatto.
La sentenza che tanta attenzione ha meritato riguarda il caso di un ragazzo minorenne investito e
ucciso da un’acquasocooter nel 1989, mentre si trovava in vacanza al mare con la famiglia. I genitori
(per inciso regolarmente sposati) e il fratello della vittima avevano chiesto un risarcimento per i
danni morali subiti, e la questione si è trascinata per anni lungo i vari gradi di giudizio.
Al termine del percorso è intervenuta appunto la cassazione per riconoscere la piena legittimità
delle richieste. Nel fare ciò i giudici anche scritto, tra le altre cose, che “l’attuale movimento per
la estensione della tutela civile ai Pacs (patti civili di solidarietà ovvero stabili convivenze di fatto)
conduce appunto alla estensione della solidarietà umana a situazioni di vita in comune, e dunque
prima o poi anche i “nuovi parenti” vittime di rimbalzo lamenteranno la perdita del proprio caro”.
Niente di più, se non la semplice ammissione del fatto che i legami familiari possono esistere anche
al di fuori del certificato di matrimonio. Per chi vuole il riconoscimento dei Pacs non c’è dubbio,
tuttavia, che questa frase sia una importante testimonianza del cambiamento della mentalità e
della giurisprudenza in Italia, mentre per chi non lo vuole i giudici della cassazione si sono messi
indebitamente a fare politica.
In prima fila nel fustigare i magistrati il quotidiano della conferenza episcopale “Avvenire”, che in un
acidissimo editoriale ha attaccato una magistratura “che mostra propensione a far politica, sociologia
e quasi propaganda modernizzatrice dei costumi”.
I giudici dovrebbero, secondo “Avvenire”, limitarsi ad applicare la legge anziché mettersi a benedire
i Pacs con una sentenza “tanto più capziosa in quanto la famiglia interessata era di tipo banalmente
tradizionale”.
I Pacs, prosegue il quotidiano cattolico, “non esistono nell’ordinamento giuridico italiano” ed è perciò
“strabiliante” legare un giudizio di legittimità a “un istituto che nel nostro diritto non c’è”.
“La legge non si occupa di interpretare le domande sorgenti dalla società, come la politica, né di
regolamentarle come il parlamento”.
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cronaca italia
Bindi alla ciance
Cosa farà la neoministro per la famiglia Rosy Bindi a favore delle coppie di
fatto?
Chi lo capisce è un genio, almeno leggendo le 22 pagine del programma del suo
ministero presentato nelle scorse settimane. “Le convivenze di fatto, caratterizzate
dai requisiti della stabilità minima e della volontarietà”, scrive Bindi nel programma,
“sono certamente formazioni sociali indirettamente richiamate dall’articolo 2 della
costituzione e pertanto le prerogative e le facoltà delle persone che ne fanno parte
devono avere un riconoscimento giuridico. Quindi l’ordinamento italiano troverà
forme idonee ad assicurare alle persone che ne fanno parte il godimento dei diritti
di cittadinanza sociale, senza in alcun modo ledere i diritti riconosciuti alla famiglia
dall’articolo 29 della costituzione”.
Non un minimo accenno, come si vede, alla sostanza pratica del contendere e
ai diritti reali che l’attuale governo e la sua maggioranza parlamentare intende
concedere alle famiglie di fatto.
La complicata formulazione scelta dal ministro Bindi appare piuttosto motivata
dalla preoccupazione di non urtare la suscettibilità di nessuno nello scontro di
civiltà in corso sull’argomento tra laici e cattolici. Il che fa ritenere che quella che
ci aspetta sarà un’altra legislatura di aria fritta.
Rosy Bindi pare comunque avere le idee chiare almeno su ciò che non bisogna
fare. In un’intervista a “Panorama” ha infatti dichiarato che “bisogna esser certi
che tutto questo gra parlare di adozioni ai single non diventi l’ariete per consentire
l’adozione alle coppie omosessuali”.
Fortuna che in materia di unioni civili il ministero della famiglia condivide le
competenze con quello delle pari opportunità, alla guida del quale si torva
la laica Barbara Pollastrini. Anche lei, però, dopo essere stata al centro di
polemiche in occasione del pride nazionale di Torino, non si sbilancia più di
tanto. In un’audizione alla commissione affari costituzionali del senato, all’inizio
di luglio, si è limitata a dire che le convivenze, etero e omo, “devono essere
regolamentate”, e che “c’è un’opinione pubblica che chiede un saggio, umano e
ragionevole riconoscimento delle coppie di fatto”.
Per trovare un illustre esponente della maggioranza che parla un po’ più chiaro
bisogna arrivare gino a Enrico Boselli della Rosa nel pugno. “Sono favorevole ai
matrimoni gay”, ha dichiarato in una recente intervista, “ma non è un argomento
all’ordine del giorno”. In Italia dobbiamo piuttosto pensare ai Pacs: “Dobbiamo
fare in modo che un milione e mezzo di persone abbiano diritti di serie A, come
le coppie sposate. È una battaglia di civiltà. Su questo tema l’Italia è isolata
all’interno dell’Europa: nonostante le resistenze, soprattutto da parte delle gerarchie
cattoliche, è un’anomalia destinata a cadere”.
Il problema è solo riuscire a immaginare quando.
L’Aquila polemica
Chi si mettesse di questi tempi in viaggio verso i confini della realtà non potrebbe
fare a meno di imbattersi, prima o poi, nell’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe
Molinari, che sicuramente vive da quelle parti. E da lì lancia proclami che più che
il paradiso potrebbero fargli meritare una visita specialistica.
Monsignor Molinari se l’è presa infatti del tutto a freddo contro la presenza in città
di alcuni illustri rappresentanti della comunità glbt, a margine di una gustosa
guerra di provincia intorno alla traslazione delle spoglie della Beata Antonia
(vissuta nel XV secolo) da un monastero in città a uno fuori porta.
I fedeli aquilani erano contrarissimi allo spostamento e si sono mobilitati per
impedirlo, facendo molto arrabbiare l’arcivescovo e spingendolo a rispondere
con accese invettive. “Si invitano i cristiani aquilani”, ha dichiarato Molinari,
“ad insorgere contro il presunto sopruso della traslazione della Beata Antonia,
preannunciando altrimenti conseguenze negative per la stessa religione. Eppure in
questi giorni all’Aquila, al festival dell’Unità, sono stati invitati Vladimir Luxuria e
Franco Grillini dell’Arcigay. Ebbene, non c’è nessun cristiano aquilano che s’indigna
per tutto questo”.
Sarà sfuggito all’arcivescovo che Luxuria e Grillini sono entrambi, al momento,
CIG - proposta 2
13-07-2006
18:05
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cronaca italia
parlamentari in carica, prima che membri della famigerata lobby omosessuale?
Certamente no, perché la sua indignazione si basa su una lucida analisi politica.
“Alla sinistra”, sostiene Molinari, “non stanno più a cuore gli operai e i contadini,
ma solo un opaco mondo borghese, impastato di individualismo e di edonismo.
Anche nella nostra città, disgraziatamente, i problemi che angosciano chi è senza
lavoro sono passati in secondo piano. Al primo posto ci sono le battaglie di Luxuria
e Grillini. Potrei aggiungere che a via Roma esiste un’associazione per lo sbattezzo,
sponsorizzata da alcune frange della sinistra”.
“Forse il vescovo”, ha commentato Franco Grillini, “non si è ancora reso conto
di vivere in uno stato laico e democratico dove ogni cittadino, quindi anche il
sottoscritto, ha il pieno diritto di esprimere le proprie proposte e le proprie idee
senza ostacoli”.
Forse non si è nemmeno reso conto di vivere nel XXI secolo. E qui ci potrebbe
pure essere zampino della Beata Antonia, alla quale magari non è piaciuto essere
sfrattata dalla tomba dopo cinque secoli.
“Se lo fossi, lo direi”
Se nel nostro simpatico paese il coming out è ancora uno sport pochissimo
praticato, è molto diffuso in compenso il negare a spada tratta (e soprattutto
in pubblico di essere omosessuali). “Se lo fossi, lo direi” è ormai diventata la
formula di rito, che ricorda un po’il “sono sereno” pronunciato dai veri vip quando
finiscono nei guai con la giustizia.
Il mese scorso è toccato farlo al direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce, da anni
considerato gay dalla voce popolare. I pettegolezzi di corridoio hanno assunto
un’inattesa forma ufficiale quando un’allusione all’omosessualità di Del Noce e del
conduttore televisivo Massimo Giletti è finita nel calderone delle intercettazioni
telefoniche disposte dal pm di Potenza John Woodcok nell’ambito dell’inchiesta
ribattezzata dai giornali “vallettopoli”, alla base della quale si trova l’inaudita
ipotesi criminosa che per far carriera alla Rai bisogna essere carine (o carini) con
chi comanda.
La conversazione che tirava in ballo il direttore di Raiuno si era svolta tra la
conduttrice televisiva Paola Saluzzi e Salvatore Sottile, ex portavoce di Gianfraco
Fini coinvolto nello scandalo Rai. “Giletti”, diceva Saluzzi a Sottile, “si sta fottendo
“Uno mattina”. Del Noce prima di andarsene vuole lasciargliela. La lascia alla sua
fidanzata”. La fidanzata di Del Noce sarebbe insomma stata nientemeno che
Massimo Giletti, il che, dopo la pubblicazione del brano sui giornali, ha convinto il
direttore di Raiuno a smentire in un’intervista al settimanale femminile “Anna”.
Il teorema di Del Noce è semplice: nel maligno mondo dello spettacolo, “se sei
una donna con un po’ di potere, la dai (o l’hai data). Se sei un uomo, invece, sei
gay”.
Lui comunque nega tutto, o quasi: “Non sono omosessuale, né credo che lo sia
Massimo Giletti. Però proprio non capisco come sia possibile considerarlo un’offesa.
Se lo fossi, lo direi. Come ha fatto Alessandro Cecchi Paone, e ha fatto bene. Uno
può scegliere di esibire o meno la sua vita privata, anch’io in passato uscivo con
ragazze, mi facevo fotografare. Adesso no. Punto. Ma trovo squallido cercare di
attaccarmi con la storia dell’omosessualità. Come se fosse un insulto”.
Ma se non si pensa che lo sia, vien da dire, perché scaldarsi tanto?
Un “terzo incomodo” gay al premio Strega
di quest’anno. Lo scrittore napoletano
Massimiliano Palmese (nella foto) si è
infatti classificato terzo al prestigioso premio
letterario, dietro Sandro Veronesi e Rossana
Rossanda, con il suo romanzo d’esordio
L’amante proibita.
Palmese, che tra le cui molteplici attività
figura anche la gestione dell’ufficio stampa di
Mucassassina, storica one night in discoteca
gestita dal circolo Mario Mieli di Roma, è stato
a detta di molti la vera rivelazione di questa
edizione del premio Strega.
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2006 fascisti all’attacco
Paolo Belmonte
Il 28 giugno hanno interrotto il pride di Catania con una contromanifestazione. Ora minacciano di
invadere la Versilia gay friendly per arginare le nefaste influenze del Mardi gras di Torre del Lago.
I fascisti sono vivi e vegeti e ce l’hanno proprio con i gay.
Chi ha partecipato al pride catanese di quest’anno,
lo scorso 28 giugno, ha avuto una brutta sorpresa.
Poco dopo la partenza, infatti, il corteo è stato
bloccato da una contromanifestazione promossa
da Forza nuova al grido di “Guai ai gay”. Alcune
decine di militanti neofascisti si sono messi
letteralmente di traverso con slogan e striscioni
inequivocabili, come “No al gay pride” o “Le
malattie si curano, non si manifestano”. Il tutto
sotto gli occhi della polizia, che per circa un’ora
ha gestito la situazione senza intervenire per i
disperdere i guastafeste, malgrado il fatto che la
contromanifestazione, a differenza del pride, non
avesse alcuna autorizzazione legale.
Gli organizzatori della manifestazione glbt, vista la
situazione, avevano chiesto immediatamente agli
agenti presenti di agire perché la marcia potesse
proseguire secondo il percorso stabilito, ma hanno
poi raccontato di essersi sentiti rispondere che
avrebbero fatto meglio a sciogliere il pride (“Tanto
le televisioni ci sono, avete già fatto la vostra bella
figura”). Solo dopo il rifiuto di smobilitare hanno
ottenuto che con calma la polizia facesse ciò che
doveva, consentendo al corteo di riprendere e di
concludersi regolarmente.
Alla presenza di giornali e televisioni i responsabili
forzanovisti hanno spiegato che anche in Italia è
arrivato il vento dell’est e che da oggi in poi queste
carnevalate avranno vita difficile. Ricordiamo che
in alcuni paesi dell’est europeo i gay pride sono
stati proibiti dalle autorità o impediti da folle
inferocite”.
Riguardo all’accaduto c’è stata l’unanime
condanna dei gruppi glbt italiani e sono state
presentate interrogazioni parlamentari per sapere
cosa intenda fare il governo contro il ripetersi di
analoghe situazioni.
Il circolo Open mind ha inoltre lanciato l’idea
di una manifestazione nazionale antifascista da
tenersi a Catania il 16 settembre prossimo.
Quanto successo a Catania è grave e non costituisce
purtroppo un caso isolato. I gruppi della destra
più estrema (Forza nuova in particolare) hanno
ormai da tempo individuato il movimento glbt
e le sue iniziative come bersaglio privilegiato,
e usano questa contrapposizione come facile
metodo per fare notizia. Pochi giorni dopo
l’episodio di Catania, per fare un altro esempio,
militanti di estrema destra hanno attaccato
l’ufficio dell’anagrafe del comune di Tivoli, vicino
a Roma, spargendo letame per terra per protestare
contro l’annunciata intenzione di istituire un
registro cittadino delle coppie di fatto. E sono
continue, in varie parti d’Italia, le minacce e
le intimidazioni di vario tipo all’indirizzo delle
associazioni e della comunità glbt.
Tra le ultime iniziative c’è anche un appello
lanciato dalla sezione lucchese di Forza nuova che
invita “tutti i camerati italiani a passare qualche
giorno di vacanza nella bellissima Versilia, con i
figli, la propria famiglia o con le fidanzate” tra il
6 e il 20 agosto. L’obiettivo politico della vacanza
in Versilia, come spiega l’appello stesso, è quello
di difendere la famiglia tradizionale arginando
gli “indecenti festeggiamenti denominati Friendly
Versilia, Mardi gras o gay pride che si voglia dire”.
L’iniziativa di Forza nuova, spiega ancora l’appello,
“si concluderà con una fiaccolata in difesa dei valori
tradizionali”.
“L’atteggiamento della polizia”,
ha commentato il circolo Open
mind di Catania, organizzatore
del pride, “è stato inqualificabile:
hanno permesso ai forzanovisti
di ‘manifestare’ non autorizzati,
di esternare i loro deliri alle
televisioni e ai cittadini increduli
intorno a loro, per più di un’ora,
e successivamente li hanno non
dispersi bensì accompagnati,
facendoli quindi sfilare ben
protetti”.
E Forza nuova, in un comunicato,
a modo suo ringrazia: “A Catania
100 forzanovisti hanno bloccato
il gay pride cittadino nella
centralissima via Etnea. Il corteo
dei pervertiti è stato bloccato per
circa due ore e non ha potuto
muoversi nonostante l’imponente
schieramento di polizia.
Il logo della manifestazione antifascista indetta per il 16
settembre
Foto di Gigliola Toniollo
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Nun te reggae cchiù
Gianni Rossi Barilli
Quanto è alta la soglia dell’omofobia in Italia?
E cosa c’entra con la musica reggae, con il pacifico popolo alternativo che la apprezza e con gli organizzatori
di concerti di sinistra? Una polemica estiva ci aiuta a scoprirlo.
Il suo nome è Buju Banton ed è uno degli artisti reggae più noti e apprezzati del
momento a livello internazionale. Pare quindi buono e giusto che nella sua tournée
europea di questa estate passi a suonare anche in alcune delle principali città italiane.
C’è solo un problema: Buju Banton e il suo reggae arrabbiato hanno qualche conto
in sospeso con i gay. Per esempio una canzone, “Boom, bye bye” del 1992, in cui
Banton invita ad ammazzare i froci senza pietà e a dargli fuoco come fossero dei
vecchi copertoni.
Pare quindi altrettanto normale che le associazioni glbt si mobilitino un po’ per
ottenere una pubblica discussione sul tema, com’era già accaduto in altri paesi
europei e anche in Italia in occasione del passaggio di altri esponenti del reggae
omofobico giamaicano. Così, nelle scorse settimane, è partita una polemica estiva
che ha confermato che è sempre meglio muoversi e parlare piuttosto che stare zitti
per signorilità.
Buju Banton aveva in programma tre concerti italiani a Milano, Roma e Mira (Venezia)
e in tutti e tre i casi, a rendere più imbarazzante la faccenda, era stato invitato
da organizzatori del circuito alternativo e nell’ambito di manifestazioni promosse
con il contributo di amministrazioni pubbliche di centrosinistra. C’è da aggiungere
che Banton, in Giamaica, è stato processato per violenze compiute in gruppo contro alcuni omosessuali e assolto per insufficienza di prove con una sentenza
considerata più che discutibile da diverse associazioni per la difesa dei diritti umani.
A difesa del musicista, gli uffici stampa degli organizzatori dei tre concerti precisavano invece che: 1) Banton aveva ritirato da tempo dal repertorio la canzone
“Boom, bye bye”, 2) al processo per aggressione era stato assolto ed era perciò fino a prova contraria innocente, 3) aveva già pubblicamente espresso un’“abiura”
dei suoi testi omofobici.
Banton però, in un’intervista rilasciata a “Repubblica” lo stesso giorno del suo concerto milanese, dichiarava: “Se ci sono dei gay a cui non piaccio, che non
vengano. Sono loro che scelgono di venire ad ascoltarmi, non io che li obbligo”. Non molto conciliante e men che meno pentito.
Alcuni gay comunque al concerto ci sono andati lo stesso a fare un volantinaggio,
incassando un buon risultato di attenzione per la loro protesta.
Le tre esibizioni di Banton si sono svolte tutte regolarmente, malgrado le proteste
dei gruppi glbt, di Amnesty e di alcuni centri sociali che hanno invitato a boicottare
i concerti. A Venezia è finita persino a tarallucci e vino, con il ritiro di un altolà al
musicista giamaicano emesso dall’assessore provinciale Rita Zanutel e la promessa
di “farsi portavoce dei diritti civili” fatta da Banton al presidente di Arcigay Veneto
Alessandro Zan.
Quali somme tiriamo da questa storia? Innanzitutto che in Italia la soglia d’allarme
per l’omofobia rimane altissima. Molto più alta di quelle accettabili per il razzismo o
l’intolleranza religiosa. Immaginiamo per un momento il clamore che avrebbe potuto
suscitare il tour italiano di un musicista che in alcuni dei suoi testi incita allo
sterminio etnico. E confrontiamolo con il fatto che Banton, pur contestato e ambiguo
nel suo ripudio dell’omofobia, non è stato più di tanto considerato uno scandalo.
Constatiamo però pure che finalmente c’è anche da noi qualcuno che si alza e dice no
all’omofobia riuscendo a farsi sentire. E che finalmente gay, lesbiche e trans non sono
più del tutto soli nelle loro battaglie.
Sullo sfondo di questa vicenda rimane in ogni caso un interrogativo: com’è che il
pacifico reggae di una volta si è trasformato in un’epopea della violenza nel ghetto e
che parecchi estimatori di questi ipnotici ritmi (soprattutto) non sembrano essersene
manco accorti?
Sarà qualche sostanza psichedelica, oppure la totale incomprensibilità dei testi,
scritti in un’inglese supergergale e pronunciati peggio? O forse tutte e due le cose?
Alcuni versi della canzone incriminata
Boom bye bye (Jet star, 1992)
Boom bye bye
inna batty bwoy head
rude bwoy no promote no nasty man
dem haffi dead
send fi di matic an
di uzi instead
shoot them no come if we shot them
guy come near we
then his skin must peel
burn him up bad like an old tyre wheel
Traduzione
Boom, addio
Boom addio
in testa al frocio
i duri non promuovono i froci.
Devono morire.
Mandali a morire sotto il fuoco della pistola automatica
o dell uzi (una pistola a baionetta ndr) invece.
Sparagli, e non venire ad aiutarli se gli spariamo addosso.
Se un uomo ci prova con noi
allora la sua pelle deve bruciare (con l’acido).
Brucialo di brutto come un vecchio copertone.
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cronaca estero
Gerusalemme:
in forse fino all’ultimo lo svolgimento del
Worldpride in programma dal 6 al 12 agosto.
Causa del più che probabile rinvio sarà
quest’anno la guerra con il Libano scatenata
da Israele con l’intento di chiudere i conti con
gli hezbollah sciiti.
L’ipotesi di cancellare il Worldpride trova
l’incondizionato favore di molti leader religiosi
che avevano invitato i fedeli alla resistenza
contro la minaccia omosessuale. Nel quartiere
ultraortodosso di Gerusalemme avevano
perfino fatto la loro comparsa, nelle scorse
settimane, manifesti che promettevano una
taglia pari a 20.000 euro a “chiunque provochi la
morte di una di queste persone giunte da Sodoma
e Gomorra”.
Lisbona:
è entrata in vigore il mese scorso la nuova
legge sulla fecondazione assistita approvata
in maggio dal parlamento portoghese. Il testo,
sull’esempio di quello approvato in Italia,
vieta l’accesso alle tecniche di riproduzione
assistita alle coppie omosessuali e ai single,
permettendolo invece a tutte le coppie
eterosessuali sposate o conviventi da almeno
due anni.
Taipei:
uno studente universitario taiwanese di 22
anni ha disconosciuto i propri genitori e fatto
causa a un ospedale psichiatrico dopo essere
stato sottoposto a un trattamento forzato per
“diventare eterosessuale”. In una conferenza
stampa il giovane ha affermato di essere stato
ricoverato contro la sua volontà e trattenuto a
forza in un reparto psichiatrico per 56 giorni.
Per ottenere il loro scopo, i genitori non
hanno esitato a versare un potente sonnifero
nel caffè del figlio. Naturalmente “per il suo
bene”.
Melbourne:
un cittadino australiano è finito sotto
processo con l’accusa di aver tentato per
46 volte, negli ultimi cinque anni, di infettare
intenzionalmente con il virus Hiv i suoi partner
sessuali. La denuncia era partita da cinque
uomini, due dei quali attualmente sieropositivi,
ma grazie alla pubblicità che il caso ha avuto,
altri undici hanno successivamente deciso di
sporgere denuncia.
Glasgow:
dieci pompieri in servizio nella più popolosa
città della Scozia sono finiti sotto inchiesta
per aver rifiutato di obbedire all’ordine del
loro capitano di prendere parte al pride glbt
cittadino per distribuire materiale informativo
sulla sicurezza antincendio. Il gesto di
insubordinazione sarebbe stato giustificato
sulla base di “principi morali”. La vicenda
ha comunque scatenato qualche polemica
politica, cavalcata ovviamente dagli omofobi
scesi in campo, sul diritto di rifiutare di fare
proprio dovere in un’occasione come il pride.
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Pride agosto 2006
Benedetta famiglia
Strombazzatissimo dai media, il viaggio
papale in Spagna dell’8 e 9 luglio scorsi è
stato un’occasione monotematica per ribadire
il sempre più isterico no del Vaticano ai
matrimoni omosessuali. Benedetto XVI è volato
a Valencia, nella tana del “lupo” Zapatero, a
chiudere il quinto congresso mondiale delle
famiglie. E qui ha ripetuto per l’ennesima
volta che il matrimonio eterosessuale, fondato
sull’unione “indissolubile” tra un uomo e una
donna, “è un’istituzione insostituibile secondo
i piani di Dio”. È ciò che serve per assicurare
un futuro all’umanità, mentre i matrimoni gay
sono espressione dell’individualismo laicista
che pretende di organizzare la società secondo
“desideri soggettivi e mutevoli” sprovvisti di
valore oggettivo.
Il papa ha voluto andare a dire personalmente
queste cose proprio in Spagna, paese cattolico
che ha aperto le porte alle nozze omosessuali,
per dimostrare che la chiesa non si arrende e
continuerà a battersi con tutte le sue energie
per conservare il monopolio della famiglia
tradizionale. L’ha fatto però, volendo guardare
il bicchiere mezzo pieno, senza pronunciare
scomuniche e senza concedere troppe
soddisfazioni all’oltranzismo cattolico che
avrebbe gradito una chiamata alle armi non metaforica da parte del papa.
La vera e liberatoria forzatura l’ha compiuta invece il primo ministro Zapatero, annunciando e mantenendo il
proposito di non partecipare alla messa celebrata da Benedetto XVI alla presenza della famiglia reale spagnola.
Nemmeno Fidel Castro aveva osato tanto, ha commentato il Vaticano cercando di drammatizzare a proprio favore
la situazione.
Malgrado ciò, il papa ha ricevuto cortesemente Zapatero e la sua vice, Maria Teresa Fernandez de la Vega,
dicendosi convinto che anche con il governo di Madrid ci sarà la possibilità di collaborare. Gli interessi e i
privilegi della chiesa in Spagna, d’altra parte, sono consistenti, e per salvaguardarli qualche disponibilità alla
trattativa ci vuole.
La trasferta spagnola non ha comunque sminuito l’importanza del fronte italiano nella guerra dei valori familiari.
Andando e tornando da Valencia, papa Ratzinger ha trovato il modo di indirizzare appelli in difesa della famiglia
cattolica al presidente della repubblica Napolitano e al popolo italiano, che come riconosce l’ufficio stampa del
Vaticano si è sempre distinto in materia di fedeltà alle tradizioni.
Se a Madrid tocca negoziare, a Roma non ce n’è bisogno.
Regine si nasce
Al diavolo l’eredità, la vita sfarzosa e il titolo di maharaja: il principe Manvendra Singh Gohil, rampollo
quarantenne di una dinastia un tempo regnante nel Gujarat (India nordoccidentale), ha scelto la libertà,
annunciando al mondo di essere gay e di aver trovato una nuova famiglia nella comunità omosessuale. Sul suo
capo si sono perciò puntualmente abbattute le ire del parentado bacchettone, che lo ha ripudiato con altrettanto
clamore. La mamma ha addirittura emesso un comunicato per fare sapere che nessuno dovrà d’ora in poi più
riferirsi a lei come madre del principe.
D’altro canto, come ha raccontato Manvendra ai giornalisti, i rapporti erano ormai compromessi. La famiglia,
dopo aver tentato di curare la sua omosessualità e averlo costretto a un matrimonio di facciata, l’aveva relegato
in un’ala appartata del palazzo avito, dalla quale il principe è fuggito con gioia per dedicarsi al volontariato anti
Aids per conto del governo del Gujarat.
“Sentivo che non era più giusto vivere nella bugia e nella solitudine”, ha spiegato. “Tutto quello che voglio fare ora
è assicurare che si parli dell’argomento, che la gente cominci a parlare di omosessualità e soprattutto che ci venga
riconosciuto una sorta di status”.
Un coming out così regale è certamente un buon punto di partenza.
Pride agosto 2006
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cronaca estero
Sani per il Pentagono
Il dipartimento della difesa degli Stati uniti si è alla fine arreso, almeno
formalmente, alle richieste dell’American psichiatric association (Apa) e ha
depennato l’omosessualità dall’elenco dei disturbi mentali redatto nel 1996 e
aggiornato nel 2003.
La decisione è maturata dopo un piccolo scandalo scoppiato in seguito
alla pubblicazione di questo elenco, da cui si poteva facilmente dedurre che
l’orientamento dei medici militari in materia di omosessualità era opposto
a quello considerato accettabile dalla psichiatria civile. Un adeguamento alla
realtà era dunque indifferibile, ma questo non cambierà, è stato precisato, la
politica del Pentagono riguardo all’espulsione dalle forze armate dei militari gay e
lesbiche che si dichiarano. La linea del “non chiedere non dire”, che consente agli
omosessuali di entrare nell’esercito a patto di non raccontare in giro le proprie
tendenze sessuali, resiste per ora al mutamento delle prospettive diagnostiche.
Resta da vedere però quali giustificazioni razionali si possano a questo punto
addurre per motivare la discriminazione nei confronti di gay e lesbiche manifesti.
Se non possono più dire che non li vogliono perché sono malati, potranno magari
affermare che sono antipatici. Aprendo così finalmente la strada all’inclusione del
Pentagono nell’elenco dei disturbi mentali.
Si fa sempre più serrata, nel
frattempo, la battaglia sui
matrimoni omosessuali in corso
negli Stati uniti. E il movimento
per i diritti di gay e lesbiche è
costretto ad incassare una serie
di brucianti sconfitte. Come il
recente no della corte suprema
dello stato di New York ad
autorizzare le nozze tra persone
dello stesso sesso per via
giudiziaria, o il sì di quella del
Massachusetts (unico stato Usa
che riconosce agli omosessuali
il diritto al matrimonio tout
court) a un referendum contro i
matrimoni gay.
Unica consolazione è che anche la camera dei rappresentanti, dopo il senato, ha
bocciato l’emendamento alla costituzione federale proposto dal presidente Bush
per limitare agli eterosessuali l’uso dell’istituto matrimoniale. L’emendamento ha
ottenuto 236 sì contro 187 no e non ha quindi raggiunto per 47 voti la richiesta
maggioranza dei due terzi.
I repubblicani sperano comunque di poter spendere questo risultato nella
campagna per le elezioni di medio termine di novembre, cercando di ribaltare i
sondaggi che danno per vincenti i democratici. La stragrande maggioranza degli
americani, sostengono, è contraria ai matrimoni omosessuali e premierà lo sforzo
di metterli fuori legge fatto dal partito repubblicano.
I più gay d’Inghilterra
Rivoluzione al vertice della classifica dei 101
gay e lesbiche più influenti d’Inghilterra
pubblicata il mese scorso da “The Independent
on sunday”.
Il primo posto, che in passato spettava di
diritto a sir Elton John, è andato quest’anno
all’attore Ian McKellen, che nessuno è più in
grado di fermare dopo la popolarità raggiunta
grazie al ruolo del mago Gandalf nella versione
cinematografica del Signore degli anelli.
McKellen ha comunque dalla sua anche un
impegno decisamente più militante a sostegno
dei diritti glbt, che si esprime al meglio nel
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Pride agosto 2006
MARTEDÌ: 2 INGRESSI AL PREZZO DI 1
GIOVEDÌ: HAPPY SAUNA - INGRESSO € 10
OGNI SECONDO SABATO
DEL MESE
DOMENICA
DALLE 03.00
ALLE 10.00
INGRESSO € 8
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cronaca estero
graffiante umorismo delle sue celebri battute.
Al terzo posto ex aequo è finita invece la coppia costituita da Gary Fisch e Henry
Badenhorst, fondatori del sito internet Gaydar, che hanno relegato al quinto
posto il peraltro potentissimo Peter Mandelson, ex braccio destro di Tony Blair e
attuale commissario Ue per il commercio.
Per trovare il primo stilista bisogna poi scendere al settimo posto con John
Galliano, mentre la prima lesbica della classifica si inserisce al quattordicesimo
posto: è Dawn Airey, managing director di Sky networks.
Fuori dalla top ten si piazza anche il cantante George Michael, al venticinquesimo
posto.
Giro di vite di Mugabe
L’omosessualità era già un reato nello Zimbabwe, ma il presidente Robert Mugabe
riteneva che la legge non affrontasse adeguatamente il problema perché si limitava
a punire i rapporti sessuali in senso stretto. Ha quindi posto all’attenzione del
parlamento, che con ubbidienza ha ratificato la volontà presidenziale a metà
luglio, norme più restrittive nei confronti della “devianza sessuale”.
La nuova legge stabilisce che il reato di sodomia si applica a qualunque “atto
riguardante il contatto tra due maschi che sarebbe giudicato indecente da una
persona ragionevole”. Vengono dunque messi al bando, a discrezione delle
“persone ragionevoli” anche baci, abbracci, strette di mano troppo cameratesche
e via dicendo.
Mugabe, a 82 anni, corona così la sua lunga carriera di populista omofobo, che
specie negli ultimi anni ha utilizzato l’odio contro i gay a sostegno del proprio
potere. Nelle sue dichiarazioni
pubbliche,
l’omosessualità
è “una malattia dei bianchi”
che va combattuta dai veri
africani.
L’omofobia del presidente
dello Zimbabwe è stata più
volte in passato oggetto
di campagne da parte dei
gruppi glbt, in particolare
del britannico Outrage e
del suo fondatore Peter
Tatchell. Quest’ultimo aveva
chiesto l’arresto di Mugabe
in occasione di una sua
visita in Gran Bretagna, ma
la magistratura ha dichiarato
l’impossibilità di procedere
per
via
dell’immunità
diplomatica.
Rivoluzione trans a Cuba
Dovrebbe essere approvata entro dicembre a Cuba una nuova legge, all’avanguardia
in America Latina, che riconosce alle persone transessuali il diritto di cambiare
sesso e assicura la possibilità di farlo chirurgicamente a spese dello stato.
Tra i principali sostenitori della riforma c’è Mariela Castro, sessuologa nipote
di Fidel. “Negli anni sessanta”, ha dichiarato Mariela Castro, “gli omosessuali
venivano inviati nei campi di lavoro forzato e sono stati, in seguito, discriminati in
molti modi a causa della loro supposta ‘devianza ideologica’. Nel 1989 la sodomia
è stata depenalizzata e oggi è tempo di andare più lontano”.
Gay, lesbiche e transessuali vivono tutt’oggi a Cuba in una sorta di libertà vigilata
ai margini della legalità. Sono stati tuttavia sempre più numerosi negli ultimi
anni i segnali distensivi da parte del regime, che ha capito che un certo grado di
tolleranza può giovare all’immagine internazionale.
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Pride agosto 2006
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SAUNA: lunedì e da mercoledì a domenica dalle 15.00 alle 24.00
Speciale lunedì: fino alle 21.00 10 euro anziché 13 euro, dopo le 21 5 euro
BAR:da mercoledì a domenica dalle 21.00 alle 3.00
Ingresso 5 euro con consumazione inclusa
Salita Salvatore Viale 15/r - GENOVA
tel. 010.588489 - chiuso martedì
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Tra omo e islamofobia
Testo e foto di Paolo Hutter (ha collaborato Daniele Salaris)
L’Europride di Londra ha visto quest’anno il coming out pubblico dei gay e delle lesbiche
mussulmane e la partecipazione, insolita per l’Italia, della polizia glbt.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con entrambe queste realtà.
Il carro dei gay mussulmani all’Europride
Opuscoli e gadget distribuiti massicciamente a gay e lesbiche per
indurli a denunciare con fiducia alla polizia le violenze e gli atti
omofobici. Nella marcia avanti dei diritti e della presenza lgbt
innescata in Gran Bretagna la Metropolitan police di Londra vuole
avere il suo ruolo.
Me ne sono reso conto di persona, e con un po’ di stupore, partecipando al party di benvenuto per gli ospiti stranieri e per gli organizzatori dell’Europride che si è tenuto a Londra il primo luglio.
Pensavo che l’appuntamento per il ricevimento (all’Empress state
building, sede della polizia londinese), fosse un po’ formale e un
po’ casuale. E invece siamo stati accolti con calore quasi euforico
dagli ufficiali e dalle ufficiali che volevano dimostrare non solo
la “correttezza politica” ma anche l’impegno attivo della polizia
contro l’omofobia. Subito sorrisi da parte della ispettrice nera Dee
Caryl del Diversity directorate, strizzate d’occhio e pacche sulle
spalle dall’ufficiale Carl Wonfor che distribuisce adesivi e opuscoletti sul tema “Report any hate crime”. (“Denuncia qualsiasi crimine
d’odio”: il termine include violenze e ingiurie di tipo razziale e familiare, ma in questo caso omofobe.)
C’è anche un micropupazzetto con i colori arcobaleno del pride e la
scritta “Lavoriamo insieme per una Londra più sicura, denuncia ogni
crimine d’odio alla polizia”.
In quel contesto - al trentesimo piano con vista panoramica - la
dominante era gay e lesbica, al punto che il colonnello in camicia
bianca e cravatta nera che ha fatto il discorso di benvenuto si è
sentito in dovere di specificare la sua eterosessualità, ma scherzando e quasi scusandosi. Apertamente gay è invece Stephen
Warwick, ispettore del Diversity directorate, una specie di sezione
politico-sociale della polizia articolata in sei aree di lavoro: età,
disabilità, genere, fede o religione, razza e mondo lgbt.
I rapporti con il mondo lgbt passano anche per consulenti civici di
ogni genere. Mascotte della serata sono ad esempio due ragazzini
del gruppo teenager gay, che fanno parte della consulta lgbt della
Metropolitan police. Il tema è sempre aiutare la gente ad avere
fiducia nel denunciare gli atti omofobi, che non mancano anche
nella grande metropoli.
Con l’ispettore Stephen Warwick comincio ad affrontare il tema
delle minoranze etniche, che poi tanto minoranze non sono, dato
che a Londra i residenti sono per circa un terzo “non-bianchi”.
“Siamo una città veramente multietnica, anche nell’ambiente gay e per
fortuna ci stiamo abituando. Se penso alle mie relazioni, per esempio,
l’ultimo è stato un brasiliano, il penultimo un mezzo pakistano...”.
Gli chiedo se l’omofobia è forte nelle comunità etniche, e qui la
risposta si fa più ufficiale: “Non è facile capirlo per un agente di polizia. Abbiamo pochi dati, statistiche generiche. Ma proprio il fatto che
neri, caraibici, mediorientali o pakistani siano così restii a rispondere
alle inchieste, e che così raramente denuncino qualcosa, ci fa pensare
che lì ci siano problemi ancora grossi”.
A questo punto mi immagino che passando a chiedergli dei gay
in ambienti islamici il quadro dell’ispettore gay si faccia ancora
Pride agosto 2006
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che cattolico o cristiano”. “Ci sono omofobi in tutti i paesi, le comunità,
le religioni”. Alla diffidenza politica che ho suscitato si somma la scarsa voglia di esporre a un giornalista le vicende personali: non hanno
voglia di raccontarmi episodi di vita nelle minoranze di Londra.
L’autore dell’articolo con due agenti del Diversity directorate
più negativo, e invece... “Sì, ne conosco, e so di parecchi che sono
tranquillamente conosciuti come tali e accettati nei loro ambienti.
Naturalmente ce ne sono anche di velati e nascosti. Ma non è facile
dire in che proporzione. La fede e gli ambienti islamici sono molto più
inclusivi e tolleranti di quel che comunemente si pensi. E ve lo dice un
agente di polizia che ha dovuto occuparsi anche di lotta al terrorismo, e
che si è trovato vicino alle bombe del 7 luglio dell’anno scorso.
Ma che c’entra? Pochissimi terroristi, oltretutto di nazionalità britannica, non devono influenzare il nostro giudizio sulle comunità
e le religioni”.
Ed è proprio al ricevimento della polizia che
ho il primo contatto diretto con alcuni giovani di Imaan (Fede), il gruppo emergente
lgbt islamico che si definisce “gruppo di
supporto sociale” per lesbiche, gay, etc
musulmani. Videoregistriamo qualche battuta con tre di loro. “Quasi tutti abbiamo
fatto il coming out in famiglia e viviamo
abbastanza bene” dice Qurra tra la kefia e
gli occhiali, “ma quasi nessuno di noi vuole
essere completamente riconoscibile sui media
per non mettere in difficoltà le nostre famiglie
con altri parenti o con i vicini. Mi puoi riprendere
perché è per l’Italia, non per Londra”.
Il gruppo Imaan è nato da mailing list in internet,
adesso fa incontri pubblici o feste almeno una volta al
mese e partecipa al pride. Nel primo terzetto che incontro c’è il
23enne Yussuf, palestinese-libanese, in attesa che gli riconoscano lo
status di rifugiato.
L’appuntamento chiave è comunque col loro leader, Hannaan, alla
conferenza di Amnesty international: “Prides contro il pregiudizio.”
Il contesto è quello di un incontro europeo che ha come priorità
l’appoggio ai paesi dell’est che devono affrontare l’omofobia militante
organizzata. Si riunisce anche il workshop multietnico “Diversità”.
Faccio conoscenza con Khi Rafa e le altre lesbiche nere di Bluk (Black
lesbians Uk) che hanno la presidenza di turno del comitato per le
minoranze nel pride.
Scelgo di parlare contemporaneamente con loro, con Dennis Fernandez
(dello Sri Lanka) e con Hannaan. L’idea si rivela poco brillante, perché
trasforma l’intervista in un incontro politico, nel quale tutti ci tengono
molto a difendere le loro comunità da possibili pregiudizi “bianchi”.
“Le nostre difficoltà sono innanzitutto col razzismo, poi col sessismo e
infine con l’omofobia”, dice la leader lesbica nera.
E Hannaan definisce il suo gruppo come quello che, da semplice
strumento di aiuto per persone che si sentivano isolate, è diventato un’associazione che sostiene la sfida contro la islamofobia nel
mondo lgbt e la omofobia nelle comunità islamiche. Quando ipotizzo
che il peggior nemico di gay e lesbiche nel mondo è il fondamentalismo islamico, tutti i miei interlocutori si ribellano. “è un pregiudizio”. “Ci sono stati attentati mortali a Londra contro locali gay da parte
di estremisti cristiani omofobi.” “Non c’è più fondamentalismo islamico
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Pride agosto 2006
Ma all’Europride, sia pure con molti occhiali neri, una ventina di
giovani lesbiche e gay musulmani si sottopongono all’attenzione
generale sul primo carro della loro storia. L’anno scorso erano stati
solo a piedi con lo striscione. Dal carro esce musica rai, dance araba.
Sono salite con Imaan anche alcune ragazze di Safra project. Sono
tra i 20 e i 35 anni, cittadini inglesi figli di immigrati. Ma c’è anche
Ali Hilli, iracheno richiedente asilo, 33enne, superintervistato anche
dalla Bbc. “Sono venuto a Londra poco prima dell’invasione perché la
situazione economica dell’Irak era insopportabile. Ma adesso è diventato pericolosissimo essere gay, si stava molto meglio sotto Saddam.
Non eravamo perseguitati in quanto gay, adesso sì perché l’invasione ha
dato pretesto e slancio alle correnti filo-iraniane. E davvero si rischia
la vita”.
Ali Hilli alla fine della parata raccoglie freneticamente firme sotto
una petizione rivolta al governo iracheno per proteggere lesbiche e
omosessuali, e si complimenta per la decisione delle truppe italiane
di ritirarsi. “Non sono i soldati occidentali a proteggerci, però ci vuole
una pressione internazionale perché la situazione è spaventosa”. Anche
se un risultato viene vantato proprio dai gruppi dei gay islamici:
almeno dal sito web dell’Ayatollah Sistani è stata tolta la “fatwa”
che incitava a uccidere gli omosessuali.
Di Londra Ali Hilli lamenta solo il fatto che almeno per ora non
gli riconoscono l’asilo politico. Ma non è difficile vivere
apertamente da gay negli ambienti mediorientali
di Londra. “Certo la mia famiglia la vede un po’
diversamente, ma sono sfumature culturali
e generazionali, come dappertutto. E poi
pensa, il mio ragazzo è ebreo”.
Il chiodo fisso di Ali Hilli è il suo
Irak, ha persino telefonato più
volte a un portavoce dell’Ayatollah Sistani per convincerlo che il
Corano non impone di perseguitare
i gay. Con gli Ayatollah filoiraniani
sarà impossibile intendersi, ma i
giovani di Imaan sono ottimisti
sulla possibilità di ottenere qualcosa dal British muslim council, con il
quale colloqui informali sono aperti da
mesi.
A fine parata si ristabiliscono i contatti con Hannaan,
il leader di Imaan, anche al fine di un possibile (ma molto
cauto) servizio fotografico. “Sono attento a non dare pretesti alla
islamofobia mascherata da supporto ai diritti gay, perché condividiamo
alcune questioni fondamentali, come la causa palestinese.
Poi è chiaro che noi difendiamo la nostra vita, diritti, fierezza di essere
gay e lesbiche.
Ci occupiamo molto di aiutare i
richiedenti asilo per sfuggire a
persecuzioni “omofobe”. Avete
uno stile di vita diverso da
quello dei gay occidentali?, gli
chiedo. “Siamo molto diversificati, non c’è una linea su questo.
Ci sono quelli che frequentano i
locali e quelli che fanno vita più
ritirata”.
A novembre a Londra ci sarà
il secondo congresso, ma
prima di allora ci sarà il primo
matrimonio tra due ragazzi del gruppo musulmano.
Con rito civile, naturalmente.
Un saggio sull’omosessualità nel Medio oriente
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Intervista a Valentina Ok
Carmine Urciuoli - [email protected]
Valentina è una cantante assolutamente anomala: notissima a Napoli, dove ha un seguito di fan
affezionati, è poco nota nel resto d’Italia.
Anche al pubblico gay, nonostante abbia cantato la sua condizione di transessuale in brani
assolutamente espliciti come “Ragazzo gay” o “Me siento femmena”.
Vulcanica, inclassificabile, unica nel suo genere, meriterebbe di essere conosciuta meglio.
L’abbiamo intervistata.
Quando nasce, artisticamente, Valentina ?
Ho iniziato nel 1995 in teatro, con Gli angeli del sud. Subito dopo ho
inciso il primo disco di cui fa parte la canzone “Ok”, scritta da Enzo
D’Agostino, che ebbe molto successo, soprattutto tra i bambini.
E ho fatto molta televisione. Dopo “Ok”, Rosalia Porcaro mi chiese di
portare in giro un personaggio basato su di me.
Natasha...
Sì il personaggio ispirato a me... che ha avuto più successo di me...
Chi mi ama però lo sa chi sono io.
Con la Porcaro andai a fare una puntata dell’Ottavo nano, chiamata
da Serena Dandini che volle presentare almeno una volta l’originale
di Natasha, considerando che le canzoni che Rosalia cantava erano
le mie.
Rosalia ora continua a cantare le mie canzoni a Zelig: da otto anni
sempre le stesse...
A differenza di Valentina, che appare rinnovata nel look, e meno
ragazza di dieci anni fa.
Questo me lo stanno dicendo molti che non mi vedevano da tempo.
Forse è la maturità. Uno poi cresce anche artisticamente. Io mi sono
rinnovata. Prima c’era l’entusiasmo della prima volta. Ora invece sono
più con i piedi per terra. Nell’ultimo single, la versione inglese di “Ok”,
cambio molto look... ma non voglio svelare, perché deve essere una
sorpresa per chi non ha visto ancora il video.
Come giudichi il mondo dello spettacolo?
Molto molto duro. Ma io sono riuscita in alcune cose. Sono stata
la prima trans ad “uscire” pubblicamente come tale a Napoli, ho
spazzato via i pregiudizi: non mi sono mai vergognata della gente
napoletana, e loro non si sono vergognati di me.
E sono stata la prima a puntare l’attenzione sui cantanti napoletani,
come D’Alessio o Ricci. Ho aiutato molti che hanno fatto successo,
mentre io sono ancora qui.
Credi che questo ritardo dipenda dal fatto che sei una persona
transessuale?
Io non credo. Altrimenti Platinette non starebbe a Buona domenica e
la Luxuria non starebbe facendo film. Io sono “uscita” prima di loro.
Loro hanno avuto la capacità di cogliere le occasioni e vivere anche in
contesti più favorevoli.
Io stimo Platinette poiché ha creato un personaggio intelligente, si
è travestito ed ha fatto in modo che si parlasse di lui, ha messo la
parrucca per divertire, per tutta la gente che se la può mettere solo
a carnevale o quando va a battere.
A parte gli scherzi, io credo che le etichette che ti tagliano le gambe
nel mondo dello spettacolo possono essere anche altre.
Quali?
A me mi hanno etichettata come la “cantante napoletana neomelodica”, la cantante delle feste di piazza e dei matrimoni, quando
io di matrimoni non ne ho mai fatti in vita mia. Niente contro chi
li fa, ma io mi esprimo in altri posti, a teatro e specialmente nelle
discoteche.
A proposito di discoteche, a Napoli sei stata madrina di serate
esclusive, come l’Anima mia...
Sì, ti ricordi... Là lanciai Gianni Fiorellino, che è andato a Music
farm.
A te piacerebbe andare a Music farm?
Sì moltissimo, ma non mi sono mai presentata ai provini, credo che
sia tutto già organizzato. Io quando ho potuto ho aiutato, gli altri
non sempre si ricordano dei favori. E questa è una caratteristica che
credo comune a tutti i gay, no? Di dare tutto agli altri, di leggere il
mondo in base ai sentimenti e di tramutare le proprie sofferenze in
aiuto. I primi soldi che guadagnai con “Ok” li spesi in giocattoli per
i bambini bisognosi. Io poi sono molto credente e cattolica.
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Come fai a vivere da cattolica, con un
papa così ostile verso di noi?
Io credo in Dio, la chiesa è un’altra cosa.
Rispetto tutti, ognuno può pensare a suo
modo, non sono razzista in niente. Io ad
esempio, pure essendo trans, non condivido il matrimonio gay e l’adozione dei
bambini. Un mio punto di vista.
Quindi ritieni siano migliori i Pacs?
Sì, per proteggere le cose che due hanno
comprato insieme. Ma il matrimonio lo
vedo pesante... serve a due etero per fare
una famiglia con i figli.
Il gay è uno spirito libero, non riesco proprio a immaginare un gay chiuso in casa
a fare i servizi e a crescere un bambino. è
una cosa pesante per gli etero, figurati per
i gay. Ma questa è un’opinione mia personale, una scelta per me. Gli altri io penso
che devono fare quello che vogliono.
Scusami se sono indiscreto, pensi di
completare la transizione o ti consideri
transgender, come Vladimir Luxuria?
A Luxuria non lo vedo proprio come una
trans. Per me è un gay, un gay effeminato.
Non lo vedo per niente donna. Io non ho
pensato di fare l’operazione, essere donna
è un fatto dell’anima. Il problema è che
bisogna accettarsi per quello che si è. Tu
resterai sempre una trans, non è che ti vai
a fare un’operazione, una trasformazione, e
dopo sei donna per il tuo ambiente, per chi
ti conosce o per il mondo intero. Resti trans.
Hai avuto il coraggio di pubblicare un album con le foto da ragazzo, e da donna. Quando è stato il momento in cui hai sentito di
essere donna?
Quella era la copertina del disco “Il ritmo della tua città – ieri e
oggi”. Io ho sentito di essere donna sempre. E non l’ho mai nascosto, dall’età di tredici anni.
E per una trans è più difficile perché non ci si può proprio nascondere. Immagino sia stata dura.
Per me no. Mi ritengo fortunata perché ho avuto dei genitori splendidi. Sono ultima figlia, con quattro fratelli e quattro sorelle che
mi hanno accettata e amata. Nella famiglia ho trovato l’appoggio
e il sostegno. Io so che non è così sempre. Ci sono persone che
vengono cacciate e se la passano male. A me per fortuna questo
non è successo.
Ti sei mai innamorata?
Sì a vent’anni. A trent’anni non ti innamori più facilmente. Io ho
avuto due storie, di tre e cinque anni. Che sono finite, come nella
vita finisce ogni cosa. La felicità è fatta di momenti e per questo
ogni giorno è un dono di Dio.
Come dice una tua canzone, “un cuore di vent’anni sperava, rideva,
soltanto col cielo e col mare voleva parlare...”. La musica delle tue
canzoni è disimpegnata e ascoltandole in discoteca uno quasi non
si accorge che le parole, ad esempio quelle di “Ragazzo gay”, sono
fortissime.
Sì le parole sono forti. “Ragazzo gay” dice “ti faranno piangere e
bere le tue lacrime, tutti quanti contro di te, dovrai combattere con la
solitudine, contro il pregiudizio che c’è” ...scusa ma recitarla... però
c’è un messaggio di speranza, “non arrenderti mai, forza ce la farai,
dentro di te c’è l’amore, di chi ha creato ogni cosa, cerca di non perderti, l’amore è la tua bussola”. è la nostra vita, no?
Come nascono le tue canzoni?
Parecchie sono autobiografiche, come “Me sento femmena”, o quelle dell’album Strana, con Mastelloni.
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Pride agosto 2006
“Ragazzo gay” l’ha scritta Percopo, io gli ho
raccontato la mia storia e gli ho detto che volevo
cantare una canzone per i gay.
Invece per il mio ultimo singolo “Ok in english”,
l’autore è D’Agostino, gli arrangiamenti di Luca
Sepe.
Ora esco con una mia produzione, non ho voluto
affidare il mio lavoro ad una casa discografica di
Napoli, limitata al mercato partenopeo. Ho bisogno di una distribuzione che mi apra le porte al
mondo, voglio che il mio disco sia venduto fuori.
Per ora partiamo con il single, poi se c’è una casa
discografica faccio l’album, altrimenti farò dance,
che mi piace.
“Ok” e “Ragazzo gay”, sono canzoni dance. è
bella, la canzone napoletana, ma ora voglio fare
altro.
Non rinneghi le tue radici, dici solo che Napoli
non ti offre niente.
A Napoli io ho un pubblico affezionato, a cui
sono affezionata, ma questa città non dà
possibilità. Per il mio personaggio non ci sono
sbocchi.
Dopo tanta gavetta vorrei essere riconosciuta
come artista. Non mi piace essere invitata solo
per fare l’ospite. Io sono io, non è che mi trasformo, e se come trans sono una persona normale
allora voglio essere apprezzata come cantante.
Poi ci vogliono le amicizie, e io non sono stata
sempre ricambiata da chi ho aiutato.
Come mai “Ragazzo gay”, che ha già qualche
anno, è così poco conosciuta tra i gay?
Questo non lo so. Io a Gay.tv glieli mandai i video, un messaggio
positivo per tutti i gay, ma loro non mi hanno mai trasmesso. Poi
dicono di essere una televisione a favore della comunità gay...
Fabio Canino è stato l’unico gay che lavora nel mondo dello spettacolo che mi ha chiamata, a Cronache marziane. Ma Fabio, di cui amo
l’umiltà, è una persona rara nel mondo dello spettacolo. Spero che
almeno il nuovo single di “Ok” in inglese lo mandino.
Tu dici che le aziende gay dovrebbero essere più vicine alle esigenze dei gay?
Io credo che ci sia calcolo sui gay da parte di alcune emittenti gay.
Qualcuno si mette la cravatta e crede di poter fare il bello e il cattivo
tempo, ma se manca la solidarietà tra noi c’è il rischio che sia tutto
un bluff.
Per una trans è difficile lavorare, anche come commessa. Io lavoro
perché ho le palle, perché faccio la cantante, un mestiere privilegiato
ed ho un pubblico che mi ama. Senza aiuto, una trans sta mmiezo
a via (fa la strada), un gay che lavora in fabbrica se dice che è gay
come ha fatto un amico mio o jettano a via e fore (lo cacciano via).
Un ragazzo gay non lo dice mai nella comitiva perché ha paura che
lo isolino e che lo sfottano. E se poi sono i gay i primi ad avere
pregiudizi, allora diventa un problema.
Hai fan solo napoletani?
Mi vogliono molto bene anche i gay da fuori Napoli. Moltissimi
bambini, che non sanno come dire ai loro genitori che sono trans,
mi scrivono, o vogliono parlare con me. Io ho risposto a molti di
loro. Molti bambini che ho aiutato sono diventati certi pezzi di
femmine.
Esprimi un desiderio.
Vorrei cantare “Ragazzo gay” a piazza del Plebiscito, per la mia
città, per i miei compagni gay e lesbiche, per tutti i trans di Napoli.
Diteglielo voi a Rosa Russo Jervolino che mi deve chiamare. Voglio
portare un messaggio di serenità a tutti, e dire “abbiate speranza
che le cose cambieranno presto”, e che è tutto ok !
Il nuovissimo sito di Valentina, con il calendario dei concerti è al
link: http://www.valentinaok.com
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Pride agosto 2006
Un etero a Sodoma
Matteo Bandini - [email protected]
Un nostro collaboratore fa coming out: è etero!
E utilizza tecniche come l’osservazione non partecipante (altrimenti che etero sarebbe?) per spiarci.
Gli abbiamo chiesto di vuotare il sacco.
Disegno di Massimo Basili
9000 battute per spiegare perché da etero frequento e ammiro molti
gay e scrivo su due testate gay (“Pride” e Gay.it).
Ci provo. Con tre premesse. Le differenze che descrivo nell’articolo
sono polarizzate, ma ben più sfumate nella realtà.
Il contesto al quale mi riferisco è quello retrò italico. Le considerazioni
valgono per me, assai meno per la categoria sessuale alla quale
appartengo. Quindi se non volete inciampare in un picchiatore
omofobo, non pizzicate il sedere al primo etero che trovate.
Frequentando realtà gay, mi capita del resto, spesso, un corteggiamento.
In tutte le sue varianti: dall’invito a cena alla più sbrigativa mano
morta. A differenza del rapper Fabri Fibra (al centro di polemiche per
la sua fastidiosa omofobia) non mi sento però violentato se qualcuno
“ci prova”. È legittimo proporsi. E anche rifiutare.
Ad essere molesta è caso mai l’insistenza, non il primo tentativo. È
un gioco a cui mi sottraggo subito, evitando reazioni troppo maschili
(“Cazzo guardi, frocio?”, montante destro, gancio sinistro, tappeto),
o troppo femminili, come gogne pubbliche e processi in tribunale.
Nella mia descrizione del mio rapporto con il mondo gay parto dal
sesso, l’aspetto che più colpisce gli etero (tutti quanti).
I gay, quando mirano al sesso, fanno più centri, nonostante i bersagli
siano meno numerosi. Come mai? Forse perché in amore devono
affrontare i rituali, le incompatibilità e i problemi di un solo sesso:
il loro.
Nelle coppie eterosessuali si trovano a mediare due sessualità opposte.
Un rebus a tratti stimolante, a tratti deprimente: l’eccitazione di lui è
grossolana per lei, la malizia di lei è noiosa per lui.
Senza contare i cicli mestruali: gli umori alterni della coppia molto
spesso vengono da lì. A volte ci si sente in trappola, oppressi
dalla claustrofobia dell’incomprensibilità reciproca. E per reazione
si vorrebbe semplificare il caos. “Fossi gay! Altro che litigare in
continuazione. Scoperei da mattina a sera!”. Viene da dirlo... quasi
ignorando che i gay a cui si guarda con un po’ di invidia sono quelli
delle grandi città. Di certo non quelli, ancor più imprigionati di noi,
dell’ultimo paesino montano.
Può sembrare semplicistico considerare i gay come felici macchine da
sesso. E questa opinione è diffusa: soprattutto in chi li conosce poco.
Di certo però, almeno nella sessualità, maschi omo e maschi etero sono
molto più vicini fra loro, e molto più distanti dalle donne, di quanto
si pensi. Gli uomini sono in generale assai più diretti ed espliciti delle
donne. Fateci caso: il rapporto fra coppie aperte e chiuse è assai più
elevato fra i gay che non fra gli etero. Non perché questi ultimi siano
pudichi, ma per l’inappellabile no delle loro compagne.
Non è però soltanto il sesso a farmi riflettere. Ho frequentato buona
parte delle discoteche gay del nord Italia (per conoscere le fag hag!)
ma le mie amicizie sono soprattutto legate a chi non frequenta locali.
Persone con relazioni fisse ormai da anni.
Anche in questo caso, la bilancia del confronto pende dalla parte
dei gay.
Le coppie etero sono, ahimé, troppo spesso inerziali e asessuate.
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Molti etero giovani (è triste
dirlo) si fidanzano solo per
avere la certezza del “pane”
quotidiano. E una volta adulti
e sposati, non divorziano per
non affrontare parcelle di
avvocati e separazioni di beni
e pargoletti. Continuando a
litigare o comportandosi da
estranei.
almeno nella sessualità,
maschi omo e maschi
etero sono molto più
vicini fra loro, e molto
più distanti dalle donne,
di quanto si pensi. Gli
uomini sono in generale
assai più diretti ed
espliciti delle donne.
Fra uomo e uomo (o fra donna
e donna) dal mio punto
di osservazione la situazione mi appare diversa: prima di infilarsi
giubbotto antiproiettile ed elmetto da guerra contro il partner,
bisogna farlo contro la società. Almeno in Italia.
E coalizzarsi contro gli occhi indiscreti e le malelingue è un ottimo
collante... quando ovviamente si sono già raggiunte una certa
consapevolezza e una propria autarchia dai commenti esterni.
L’omosessualità non velata ha una forza in grado di andare contro
tutto e tutti. Se due gay stanno insieme lo fanno a dispetto delle
famiglie che li vorrebbero mulinobiancamente felici con moglie, figli,
cane e station wagon. Lo fanno contro una, nessuna, centomila chiese
che li vorrebbero prosecutori coatti del “mistero della vita”. Lo fanno
perché ci credono. Inerzia e convenienza sono minoritarie, rispetto
agli etero.
Qui le storie durano forse meno, ma dal mio punto di osservazione
appaiono forse più intense, perché prive di vincoli sociali o
patrimoniali: se non si è più innamorati ci si lascia. Senza notti
dei lunghi coltelli (gli omo ammazzati sono quasi sempre vittime di
etero).
I gay, poi, possono sempre consolarsi nei cruising bar. Una socialità
sconosciuta agli etero. Il sesso fine a se stesso non lo si trova così
facilmente! E le passeggiatrici, vuoi per questioni economiche, vuoi
per autostima, evocano un certo squallore.
Ai gay, anche solo per sentito dire, vengono appiccicate come bollini
“creatività” e “sensibilità”. Sono stereotipi che talvolta hanno del
vero.
Sulla prima caratteristica, penso che la presenza di un parapetto
sociale permetta di valorizzare meglio le soluzioni intelligenti.
Sulla seconda caratteristica, ho conosciuto gay sottilmente più
perfidi degli etero, ma in ognuno di essi ho visto un percorso di vita
travagliato. Un nervo scoperto da toccare per placare la loro acidità.
E per costruire un rapporto umanamente più forte.
Ma soprattutto ho avuto a che fare con un’infinità di omosessuali
gentili, sensibili ed empatici.
Ne ho avuto una dimostrazione lo scorso anno, durante due vacanze.
In entrambi i casi ero l’intruso, con un solo amico, in due gruppi già
formati.
La prima compagnia era unicamente etero, la seconda solo gay. Il
messaggio dei primi era chiaro: ci bastiamo da noi. Ognuno parlava
dei fatti suoi, senza guardare se gli altri lo seguissero. Nessuno si
preoccupava di scambiare due parole con me.
L’altro gruppo mi ha fatto apprezzare il gusto dello stare insieme,
la condivisione di chiacchiere e risate. Sarà stato per il fascino
dell’esotico (reciproco), ma di ogni persona ho scorto lo sguardo
continuo nella mia direzione, per controllare che mi trovassi bene,
che da “diverso” non fossi isolato, per darmi ragguagli utili a capire
le conversazioni (“robe frocissime”, dicevano). Giorni splendidi,
con persone nuove, in un contesto quasi estremo: non erano gay
qualunque, ma militanti incalliti!
Virgoletto “diverso” perché tante volte mi sono trovato a litigare
con gli “uguali” sul significato di quella parola. Visto che anch’io,
per motivi non sessuali, ma personali, mi sento un pizzico “diverso”
dall’umanità. E sono felice di esserlo. Ho troncato con chi si faceva
forza della sua appartenenza al gruppo dei più per considerare come
depravati gli altri, magari brandendo come una clava parole come
“normale”, “naturale” e “contro natura”. Sull’uguaglianza e sul
rispetto non transigo.
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La scorsa estate le mie “zie” gay mi presero in giro sostenendo che mi
ero giocato una ragazza appena conosciuta raccontandole della mia
insolita vacanza assieme a loro. “Cosa te ne fregava di raccontare che
eri in vacanza assieme a dei gay? Era l’avventura di una sera e così te
la sei persa”.
Ma perché avrei dovuto mentire? Parlo spesso della questione gay con
estranei per capire se è il caso o meno di frequentarli.
Non si tratta di essere appassionati di calcio o di musica rock. Qui c’è
di mezzo un argomento serio come la discriminazione delle minoranze.
È un filtro efficace per depennare gli omofobi e per restringere
notevolmente il campo nel quale trovare una compagna. Non potrei
condividere la mia intimità con una donna che non ha rispetto per
ideali di parità e di giustizia e, più concretamente, per i miei amici.
Mi sono fatto quasi “ambasciatore” di Sodoma. Non c’è familiare,
amico o conoscente con cui non ne abbia discusso. Lo posso fare
con una credibilità forse maggiore degli stessi gay. La mia sessualità
risente certo del loro influsso, nella ricerca di una donna forte con cui
vivere un rapporto simmetrico e non complementare, ma è altrettanto
chiaramente etero.
Come persona terza, non coinvolta, vengo percepito neutrale e
disinteressato. Partecipo al gay pride per poi spiegare che quello che
ho visto coi miei occhi è ben diverso dai servizi chiassosi e capziosi
dei tiggì.
Spiego concetti purtroppo per nulla scontati per i più. Rifiuto per i
gay l’etichetta generica di massa informe di persone tutte uguali fra
loro, per proporre quella di microcosmo (micro per numeri, non per
tenore) variegato. Dove un militante e una fashion victim potrebbero
non avere nulla in comune, se non il preferire gli uomini alle donne.
Mi piace distribuire i miei articoli per poi ricevere la telefonata della
nonna (84 anni), “specializzata” nella rassegna stampa su Cecchi
Paone e Grillini. Un passo avanti non soltanto per me (in ogni caso,
la discriminazione di un gay mi colpisce di sbieco), ma nella qualità
della vita di tutti.
La nonnina sprint con le sue amiche ha una bella parlantina!
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lettere al direttore
Scrivete a
,
via A. da Recanate 2, 20124 Milano,
email: [email protected],
specificando se volete che siano
pubblicati o no il vostro nome
e l’indirizzo email.
Per lasciare spazio a tutti,
siate brevi. In caso contrario,
taglieremo la lettera.
La redazione
Un grazie dall’Agedo
Vorremmo utilizzare un piccolo spazio della rivista per
ringraziare il vostro editore Frank Semenzi, che con un suo
contributo economico personale ci ha permesso di sfilare,
nonostante l’età, comodamente seduti su un carro per
distribuire i nostri volantini, che sono andati a ruba, e per
ricevere milioni di applausi, che non mancano mai per noi
genitori dell’Agedo.
Questa nostra presenza fa parte del coming out delle
famiglie, necessario, indispensabile esempio per i nostri
figli o figlie omosessuali: siamo milioni, ma solo pochi di
noi appaiono, per molte ragioni, non ultima quella che la
maggior parte non sa nulla!
Dobbiamo aiutarci a vicenda, genitori e figli, e diventare
una grossa fetta della popolazione che possa parlare, dire
la sua, soprattutto incidere sulle scelte politiche, sociali,
religiose.
Ecco il commento che ci ha scritto in una mail un ragazzo
gay rispetto alla nostra presenza:
“Ho visto che c’era il camion, come negli ultimi anni, e
genitori agguerriti (purtroppo numericamente inferiori a
quanti presenti negli ultimi pride) in bella mostra sopra il
mezzo, a distribuire volantini e a salutare i torinesi.
Flavia (spero di non sbagliare il nome) con la sua maglietta
con la scritta “Etero o gay son sempre figli miei” ha fatto
incetta di foto (e non è stato un caso isolato). Il volantino,
con lo stesso titolo, è andato a ruba già prima di partire
tanto che è stato necessario centellinarne la distribuzione
(avete mai visto qualcuno che viene a chiedere di avere il
volantino? Ebbene, sabato è successo molte e molte volte).
Quanti bei sorrisi, e quanti applausi avete raccolto durante
la manifestazione!
Ormai è una costante, ma questa volta ho raccolto in tutti
quegli applausi una sensazione molto vicina a quella provata
al pride di Roma 2000 e al pride di Bari:
a) ci sono stati molti applausi ad inizio manifestazione da
parte di gay e lesbiche, e questo la dice lunga a mio avviso su
cosa significhi per un/una omosessuale poter vedere genitori
visibili (definizione singolare ma non mi riesce di trovare
una definizione migliore).
b) ci sono stati molti, ma molti, applausi lungo tutto il
percorso da parte di tutti i torinesi (tanti) che hanno
seguito la manifestazione, a volte addirittura ostacolando/
rallentando la marcia della manifestazione da quanti erano.
Anche questi applausi mi dicono qualcosa, mi sembrano un
riconoscimento importante, non scontato, al vostro essere
lì, al vostro essere ancora una volta visibili tra tanti gay e
lesbiche.
Ho fatto un po’ avanti e indietro durante la manifestazione
e tutte le volte che sono tornato in prossimità del camion
Agedo sentivo applausi, e siete anche riusciti/e a trascinare
le persone intorno al camion nel coretto “Etero o gay son
sempre figli miei”...
Prima di voi e dopo di voi musica, quando arrivava il vostro
camion applausi ...
Lascio a voi le conclusioni sull’importanza di essere stati
presenti come associazione, come genitori.
Non so voi, ma io alla fine mi sono detto con soddisfazione:
“Che bel pride!” e sono così carico che non vedo l’ora di
riesserci l’anno prossimo, con gli stessi risultati, con gli
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Pride agosto 2006
l’azione... tutta la notte
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ti aspettiamo
Tutte le notti dalle 22,00 all’alba ...
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lettere al direttore
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Per eventuali problemi di fruizione del servizio contatta direttamente il numero: 0521-533156 (tutti i giorni dalle 09 alle 13, dalle 14 alle 18).
Servizio riservato ai maggiorenni.
Per usufruire dei servizi di telefonia mobile WIND è necessario un cellulare Dual Band.
Costo IVA Incl per ogni SMS ricevuto: TIM e Wind 0,50 euro, Vodafone 0,52 euro.
Costo IVA Incl per ogni SMS inviato: TIM 0,10 euro, Vodafone da proprio piano
telefonico, WIND 12,40 cent di euro.
Frequenza: TIM minimo 2 SMS a settimana, Vodafone e WIND minimo 3 SMS/settimana
Per uscire dalla Community invia al 48482 un SMS con scritto END.
stessi genitori (anzi di più) e con tutti/e coloro che non
ci sono stati/e per problemi di salute e che mi (ci) sono
mancati/e.
A questa lettera noi genitori di Agedo rispondiamo che
questi applausi sono gratificanti: è bello sapere che la
nostra passione, il nostro lavoro, la nostra presenza non
svaniscono nel nulla ma che, silenziosamente, sfiorano
tutti i nostri ragazzi e le nostre ragazze.
Grazie ancora a chi ci appoggia, anche a nome dei genitori
che non hanno potuto aderire al pride con la propria
presenza per svariate ragioni (periodo di scrutini, di esami,
costi troppo elevati per chi abita al sud, figli piccoli da
accudire, anziani da accudire, problemi di salute).
Facciamo parte di più fasce d’età che non si possono
permettere troppe libertà. Ma il lavoro a tavolino, nelle
scuole, nel sociale c’è, e diventa sempre più accolto dalle
istituzioni.
Grazie infine ai lettori di “Pride” che ci hanno aiutato
concretamente versando il “cinque per mille” alla nostra
associazione. I bisogni sono molti e i contributi ci sono
sempre molto utili.
I genitori di Agedo. [email protected]
Gay attenti alle truffe
Mi è capitato recentemente di andare a Desenzano, al
canneto, luogo di ritrovo gay, e una volta preso il sole e
aver contattato alcuni amici son ripartito per il rientro a
casa. Al parcheggio però ho trovato la sorpresa: mi hanno
tolto le targhe dell’autovettura privata, per cui ho dovuto
fare denuncia di furto e nella caserma dei carabinieri
c’era un ragazzo che pure lui aveva subito una truffa, solo
che lui non era sceso al lago ma era salito nel boschetto
soprastante la strada.
Questo ragazzo, passeggiando nel bosco ha intravisto
un ragazzetto cortese, simpatico, di modi gentili,
intraprendente, che si lasciava avvicinare e toccare. Il
ragazzo (che era un’esca), vestito solamente di un paio
di slip bianchi, era pilotato da due adulti (sembra slavi) e
doveva attirare le persone verso di sé dando l’idea di poter
combinare qualcosa. Il malcapitato attratto si spogliava in
una zona e l’eventuale rapporto sessuale veniva consumato
a pochi passi; un fischio al giovane gli faceva capire
che i pilotatori avevano saccheggiato gli indumenti del
malcapitato e che lo poteva scaricare nel tentativo di
proseguire la giornata a truffe e ruberie.
Con questi due fatti, seppur denunciati, gradirei mettere in
guardia nuovi malcapitati, che credono di giungere in una
località gaya anche per “combinare”, e invece si trovano
beffati e con rogne da sbrigare fra denunce e rifacimento
documenti, oltre a ciò che è stato rubato.
Peccato, dato che il mondo gay è sempre più ampio, vi
sono locali che danno un buon esito, ma nient’altro: dagli
annunci poco veritieri (ve ne sono parecchi con foto false)
c’è ben poco da sperare, e spiagge o ritrovi gay ve ne sono
ben pochi, vedi sul lago di Garda dove c’è un bel posto a
Torri del Benaco e uno a Tempesta, solo che se gli altri
anni vi era un minimo di parcheggio, da quest’anno oltre
che aver chiuso i parcheggi con guard-rail se si tenta anche
il parcheggio col motorino vi si trova la multa: non siamo
clienti graditi!!!!
[email protected]
Scegliere di essere una vittima
Milano: una ragazza lesbica va a ballare. Sceglie una serata
etero di un locale friendly, che da un anno ospita regolari
one night per donne. Un uomo tenta di attaccare bottone.
Inizia ad insultarla: “Lesbica di merda”. Intervengono
i buttafuori. La portano all’esterno della discoteca.
Cominciano a picchiarla, sotto gli occhi divertiti dell’uomo.
Pugni e calci al petto.
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lettere al direttore
La nostra vittima, che chiameremo D., non avverte i
carabinieri. Non ci pensa. Va in ospedale e la dichiarano
guaribile in 5 giorni. Le chiedono chi l’abbia picchiata,
la invitano a sporgere denuncia. I segni sono evidenti: si
tratta di un’aggressione.
D. tentenna. Passano i giorni e poi decide. è troppo gravoso:
“portare avanti” una denuncia sembra rievocare le fatiche
di Sisifo. E aggiunge: “Tanto si mettono d’accordo”.
Dichiarare la propria omosessualità avrebbe reso il pestaggio
meno perseguibile? Ovviamente no.
Se fosse stata una ragazza etero avrebbe subito denunciato.
Non c’è dubbio. Ma è possibile sentirsi lesbica a seconda dei
luoghi e delle circostanze? Denunciare è un atto di rispetto
verso se stessi e di responsabilità verso la comunità glbt.
L’azione legale avrebbe alimentato (come nel caso del
cuoco del Mamamia a Torre del Lago) un confronto più
ampio. La conseguente copertura mediatica avrebbe potuto
sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei “nuovi
diritti”.
è sacrosanto lottare per una normativa antidiscriminazione
che contempli l’orientamento sessuale. La Toscana ci ha
fornito un esempio mirabile. Bisogna però ricordare che
siamo già tutelati dalla legge di fronte ad episodi simili.
Non possiamo e non dobbiamo lasciare impuniti i nostri
aggressori.
In questo modo legittimiamo i comportamenti omofobi. E
scegliamo di essere vittime.
Cinzia Palumbo dello Yag (associazione gay università Iulm)
www.yagmilano.com
Complimenti, ma...
Oltre ai complimenti per la rivista (nonostante veda che
manca il calendario del mese delle serate a tema nei vari
locali), sono andato recentemente agli indirizzi di locali
dell’Emilia Romagna trovandomi in zona per ferie, e
avendoli contattati più volte telefonicamente ho trovato
pochissima cortesia e più volte, una volta risposto, subito
dopo riagganciano, senza dare informazioni sul locale e
sulla serata in questione.
Che questa lettera serva a insegnare un po’ di educazione a
questi titolari di locali pubblicizzati dal bel “Pride”.
Inoltre ringrazio della maleducazione anche i tanti ragazzi
che si iscrivono sui servizi di chat. Lasciano schede sulle
proprie intenzioni e desideri, e una volta contattati non
si fanno più sentire: fate a meno di prendere in giro la
gente che magari col tempo vi trovate buggerati pure voi.
Se cercate il figo, bello, pieno di soldi, che vi regala casa
ecc.svegliatevi, che i sogni son terminati. Io avendo casa
davo disponibilità, sia per svago che per altro, inoltre dare
il numero di telefono mi sembrava cortese per un rapido
contatto.
Pazienza, tornerò nei locali veneti dove la caccia è più
fruttuosa, e dove se la tirano meno.
Un lettore - [email protected]
Discriminazioni
Ciao a tutti, mi chiamo Christian; è la prima volta che
scrivo. Volevo dire a tutti che per chi abita in un paese
come il mio la sua omosessualità è molto nascosta, è molto
difficile vivere serenamente la propria omosessualita e
incontrare gente come me. Io voglio fare questo appello:
basta con le discriminazioni nei paesini di provincia, basta
col fatto che chi abita in città è molto più fortunato di noi
che purtroppo abitiamo in un paesino schifoso e perduto,
e chiedo a chi abita in un paesino come me di contattarmi
tramite mail senza problemi.
Io spero che un giorno o l’altro cambierà tutto.
Ciao a tutti. Christian - [email protected]
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Pride agosto 2006
Il pride di Torino
Sabato 17 ho partecipato alla manifestazione del gay pride
di Torino, è stata bellissima e con numerose persone. La
città ha mostrato il meglio di sé, si è vestita a festa anche
per noi, non solo per le olimpiadi, e ci ha accolto a braccia
aperte.
I torinesi hanno partecipato alla festa e sono scesi per le
strade e per le piazze accogliendoci con rispetto. Non è
stata una carnevalata, come molti detrattori politici sia di
destra che di sinistra sostengono, ma una festa gioiosa per
uguali diritti e per i patti civili di solidarietà, che già in
molti paesi europei sono legge.
Il nostro paese è molto provinciale, a volte sembra essere
una colonia del Vaticano e non si muove foglia che il papa
non voglia, con numerosi uomini politici, dalla morale
dubbia, pronti ad obbedire al cardinal Ruini.
Vorrei ricordare che, spesso, chi parla di difesa della famiglia
non è che ne abbia molto diritto: basta vedere Berlusconi,
Bossi, Casini che sono tutti e tre sposati, divorziati e
rispettivamente con nuove compagne, come dire: da che
pulpito viene la predica.
Vorrei vivere in un paese normale, dove la laicità è alla base
dello stato a garanzia e tutela dei diritti delle minoranze. A
tutti gli effetti esistono già coppie glbt, spesso con figli,
in quelle che oggi vengono chiamate “famiglie allargate”
fondate, anch’esse, sul rispetto e sugli affetti.
Mi chiedo, visto la forte funzione sociale di questi nuclei
familiari, perché lo stato italiano non debba prevedere una
forma di tutela. I nostri politici si appellano ai valori morali,
religiosi e tradizionali del nostro paese, condannando la
sessualità altrui come “non etica”. Usano la loro falsa
morale sessuale per nascondere la loro mancanza di morale
nel governo del paese.
La dimostrazione è visibile in questi giorni con gli scandali
del calcio, della sanità, di Campione d’Italia. Le volgarità
telefoniche di Vittorio Emanuele di Savoia e del sindaco di
Campione ne sono un esempio. Questi sono i difensori dei
valori cristiani.
C’è bisogno di svoltare, di rinnovare questo nostro paese,
piccolo, troppo piccolo, con visuali ristrette. Altro che
“deriva zapaterista”, ce ne vorrebbero cento, mille,
diecimila di presidenti del consiglio come Zapatero.
Il nostro paese è alla deriva etica e morale, questi anni di
berlusconismo hanno portato ad un individualismo che ha
danneggiato tutti noi. Ognuno pensa per sé e ci vorrà uno
sforzo grandioso affinché rinasca uno spirito collettivo.
Beppe - [email protected]
Ora che i comunisti ci governano
Ho letto l’articolo sulla vostra rivista sul tentativo di fare
una sfilata di gay pride a Mosca.
Mi stupisce che consideriate sconcertante questo episodio,
considerando che in epoca comunista invece di ricevere un
pugno in faccia si sarebbe finiti direttamente in carcere.
In fondo in un certo senso è un passo avanti considerando
che in molti paesi comunisti si rischiava il carcere se non
la morte per l’omosessualità.
Pensate che dopo 70 anni di comunismo si possano superare
questi condizionamenti così di colpo?
Speriamo che i nostri cari partiti dell’estrema sinistra non
ci riportino pian piano a quei livelli di cultura repressiva,
ora che sono al governo.
Sergio Mutinelli - [email protected]
Pride agosto 2006
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memoranda
Barbette nella sua vera identita
di Vander Clyde nel 1930
Lo
squisitissimo
Barbette
Giovanbattista Brambilla - [email protected]
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Pride agosto 2006
The exquisite Barbette, così lo definiva la sua
fama che lo precedeva ovunque andasse: dal
successo dei teatri londinesi, al suo approdo
trionfale all’Alhambra di Parigi nel 1923. Ma
fu solo al Casinò de Paris che questa artista
diventò tra le più grandi attrazioni che storia
del music-hall rammenti.
All’apertura del sipario si scorgeva entrare una
ragazza bionda e graziosa, vestita leggera con
sole piume. Camminando su una fune, al di
sopra della testa degli spettatori, raggiungeva
una piattaforma dove s’esibiva in spericolati
quanto difficilissimi numeri “mortali” al
trapezio e agli anelli. Con una leggerezza ed
una eleganza volante straordinarie. Togliendosi
di volta in volta parti del costume, restando
quasi nuda. Poi, discesa al suolo, s’avvicinava
fino al proscenio per sorridere al pubblico
plaudente. Allora, veloce, la ragazza si toglieva
la parrucca e si capiva che la bella acrobata
altri non era che un uomo.
Gli intellettuali si precipitarono a vedere il
travestito che faceva impazzire il tout Paris.
Tra i primi il geniale Jean Cocteau (18891963), che in una lettera ebbe a scrivere: Né
Stravinskij, né Auric, né i poeti, né i pittori, né
me compreso… non s’è mai vista simile classe
ed arte scenica dai tempi del divino Nijinski!
Anni dopo, nel 1926, dopo aver per lungo
tempo soggiaciuto allo charme di Barbette, gli
dedicò un importante articolo sulla “Nouvelle
Revue Française” in cui dichiarava: “è un
giovane americano di 24 anni, un po’ gobbo
e di andatura barcollante. Da una caduta gli
resta una brutta cicatrice che fa retrocedere
il suo labbro su una dentatura disordinata.
(…) Poi si trucca, sale sul trapezio e diventa
indimenticabile nella luce magica del teatro,
dove ciò che è Vero e Naturale non ha più
valore. (…) Quando si traveste da donna, non
sembra una donna, è La Donna”.
Lo strano equilibrista “pennuto” era in realtà
un giovane americano di nome Vander Clyde,
nato a Round Rocks, in Texas, nel 1904.
Sua madre, semplice sarta, ebbe la malaugurata
idea di portarlo, da bambino, al circo e poi
se lo ritrovò, a casa, a fare il funambolo sui
fili di ferro per stendere il bucato. Quando
un acrobata gli chiese se voleva imparare il
mestiere lo seguì immediatamente.
Capitò poi che rispose ad un annuncio sul
giornale di una delle sorelle Alfaretta, “regine
aeree di fama mondiale”, che cercavano una
partner al trapezio come rimpiazzo della
defunta sorella. Non ci fu nessun problema nel
vestirlo da donna, iniziando una carriera col
nome ambiguo di Barbette (allusivo, perché
derivato da un tipo di grosso cannone).
Nella tradizione dei female impersonator,
molto di moda nei vaudeville dell’epoca, fu poi
spedito dal celebre agente William Morris in
Europa, dove fece raffinata sensazione. Anche
Drieu De La Rochelle ne scrisse e, dopo
averlo visto, pure Paul Valéry si domandò se
non ci fosse un mito greco intitolato “Ercole
trasformato in rondinella”.
Impazzì per lui pure l’eterissimo fotografo Man
Ray (1890-1976) che gli scattò innumerevoli,
quanto ambigue, immagini restate celeberrime
e poi lo volle come protagonista per il suo film
sperimentale “Emak Bàkia”(1926).
I reporters si lanciavano all’inseguimento di
Barbette per tutta Parigi. Uno di questi lo
intervistò nella sua camera d’hotel, con lui che
lo ricevette nudo, sul letto, col viso ricoperto
d’una spessa maschera di bellezza al fango
nero.
Tre libri figuravano sul suo comodino: L’Ulisse
di Joyce, L’inversione sessuale di Havelock Ellis
e L’onanismo: solitario e a due di un autore non
ben precisato. Tutte le sere, per anni, fuori dal
suo camerino al Casino de Paris, poi al Mulin
Rouge o al Cirque Medrano s’assiepavano ricchi
americani entusiasti e le più celebri principesse
francesi (tra tutte l’eccentrica Murat). Non si
parlava che dell’enigmatico Barbette, dalla
potenza fisica prodigiosa ma con la grazia di
un uccellino esotico.
Jean Cocteau s’ispirò al suo look per trasformare
memoranda
Baarbette nel 1926
Barbette nel 1923
la Morte in giovane donna, nel suo ballettotragedia d’avanguardia Orphée (1926), usando
un attore travestito con raffinato abito Chanel
ma con guanti di gomma per lavare i piatti!
Cocteau non si staccava dal camerino di
Barbette, installandosi lì dentro già dalle otto
di sera e saltando la cena, dopo un veloce
sandwich e un uovo sodo in un caffè di rue
Clichy. Non voleva perdersi un solo istante della
sua misteriosa compagnia. Estasiato, cercava
di carpirne il segreto androgino, guardando
la graduale e sublime trasformazione del
trapezista che andava ben oltre l’artificio di
trucco e parrucca. Alla fine dello spettacolo lo
metteva dentro un taxi e lo portava al bistrò
Boeuf sur le Toit a fare tardi tra amici pittori e
musicisti, come Derain e Eric Satie.
Una sera il talentuoso scrittore Raymond
Radiguet (1903-1923), giovane amante di
Cocteau, gli chiese: “Ma cosa pensi, mentre
rischi la vita in scena?”. E Barbette subito
rispose: ”Penso alle mie piume!”. Cocteau
sbatté le mani all’aria intuendone qualcosa
di estremamente poetico e disse: ”Raymond
amore! Che meraviglia! Pensa alle sue piume:
è un angelo!”. Ma Barbette subito aggiunse:
”Ma no, ti prego! è solo che il mio costume di
piume di struzzo è fragile. Ne metto fuori uso
due o tre al giorno, soprattutto quando sono
sul trapezio. Allora, ogni volta, mi dico: ancora
100 franchi di danno!”.
Ciò non scoraggiò certo Cocteau, che lo
introdusse anche nei salotti della più alta
nobiltà francese, dedita all’arte moderna e alle
anticonformiste novità.
Nel 1930 usò l’angelico Barbette, nel ruolo di
una donna, nel suo primo e scandaloso film Le
sang d’un poète (1930), vestendolo Chanel
e con a fianco i visconti De Noailles e la
principessa Natalie Paley. Dopo la première ci
fu un tale scandalo (i Noailles furono cacciati
dall’esclusivo Stork Club e ricevettero una
scomunica religiosa) che si dovettero rigirare le
scene con comparse al posto dei veri nobili.
Le cronache narrano che Cocteau se lo portò
pure in una “casa chiusa” a Marsiglia, in
compagnia dell’eccentrico scrittore gay
Maurice Rostand (1891-1968). Il terzetto
assisté alla proiezione di un film pornografico.
S’ignora di che tipo, sembrerebbe però fosse
qualcosa con delle donne, dato che una volta
riaccese le luci si scoprì che Rostand stava
russando pesantemente sulla sedia...
Erano gli euforici, cosiddetti, anni folli, in cui
Barbette incantava persino la rivista “Vogue”,
che incaricò il suo migliore fotografo George
Hoyningen-Huene (1900-1968) di ritrarlo
come una vera star.
S’esibì pure a Berlino, Varsavia e Madrid.
Alfred Hitchcock s’ispirò a Barbette per il
personaggio dell’ambiguo assassino trapezista
en travesti per il suo film Murder! (1930).
Infine, nel 1938, dopo una caduta quasi mortale
durante un’esibizione a New York, Barbette
dovette abbandonare per sempre il trapezio.
Si era già alle porte del conflitto mondiale,
gli anni folli e spensierati erano finiti da un
bel po’, Barbette aveva vissuto fino in fondo
la sua epoca e così divenne insegnante nella
scuola acrobatica del famoso circo Ringling a
Sarasota, in Florida.
Fu lì che andò a trovarlo nel 1942 il fotografo
Horst P. Horst (1906-1999), sorpreso di vedere
che gli amici del bel mondo parigino non
l’avevano certo dimenticato. In quella stessa
giornata Barbette ricevette infatti la visita
della stilista Schiapparelli e della principessa
di Faucigny-Lucinge.
Nel 1966, sempre elegante e raffinato come nei
suoi giorni migliori, appassionato di letteratura
e filosofia, lo ritrovò per una intervista anche
lo scrittore Francis Steegmuller, biografo di
Jean Cocteau.
Barbette nel 1930 al Circo Medrano
Tornato nel nativo Texas, lì lasciò per sempre
il suolo terrestre nel 1973.
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La galassia web del Cassero
Cos’è il Cassero?
Sospeso in un eterno presente di volti e rivolte dell’ultimo ventennio caldo del movimento glbt, ogni pagina
del sito è una allegoria di liberazione, luminosa e
leggera. L’anima del portale del Cassero (http://www.
cassero.it), è Samuele Cavadini, da cinque anni il
webmaster.
Il lavoro redazionale è svolto da un gruppo nel quale
è Maurizio Cecconi, membro del direttivo dell’associazione che, come Mizz Pravda, si è definito “a queer
invader across the visuals arts” (ha un sito-laboratorio
Il Cassero è un’associazione, con sede a Bologna, che
ha la particolarità di essere enorme. Molti ci lavorano,
altri fanno volontariato, altri svolgono tirocinio
formativo.
Il Cassero è un immaginario di battaglie per la libertà,
per la lotta contro le discriminazioni che colpiscono
le persone glbt, con la capacità di contaminare il
linguaggio della politica, rompendone lo schema del
discorso, facendo deflagrare il bigottismo della sinistra
dalla radici cattoliche e comuniste. Sulle capacità
diverse e la ricchezza delle idee nel tempo è stata
costruita l’intelligenza collettiva del Cassero. Questo
fenomeno è tanto forte che non si può non rimanere
colpiti dall’importanza che le persone che abitano il
Cassero danno alla necessità di trasmettere un sapere
di generazione in generazione, di non disperdere le
conoscenze raccolte nel tempo.
Manca una chat o comunque uno
strumento interattivo: come mai?
al link (http://www.puta.it). A Cecconi abbiamo rivolto alcune domande per conoscere meglio ciò che
è dietro il portale, universo digitale che comprende
anche i siti degli eventi (http://www.genderbender.it,
http://www.theitalianmissalternative.com, http://www.
blowingbubbles.it), o dedicati alle serate, come popUP
(http://www.popup1984.com), o di persone che qui
svolgono attività artistica, da Simona Cazzari (http://
www.wilbi.it) al laboratorio DryNet (http://www.dryart.net), o politica, come Sergio Lo Giudice, presidente
di Arcigay (http://www.sergiologiudice.it), e infine
comprende i blog curati da alcuni dei protagonisti
della vita del Cassero (http://acidoxn.splinder.com, http://lysandracoridon.splinder.com, http://www.lataviatovarich.splinder.com, http://clubdellamoda.splinder.
com, http://tuttipazzipermatty.splinder.com). I siti del
Cassero (e tra essi http://www.arcigay.it) sono ospitati
su un server dal nome TranSister (sorella trans).
è un residuo del passato in cui il web era statico e non
si era studiata l’importanza dell’interazione. Col tempo
la quantità di informazioni è diventata ingestibile (il
Cassero è aperto venti ore al giorno e durante una sola
giornata si svolgono innumerevoli attività), per questo
un grande cambiamento fu il content manager system,
che permette a più persone di lavorare ai contenuti in
maniera autonoma.
Ultimamente abbiamo sperimentato un blog per
promuovere Homobeat (http://homobeat.cassero.
it) e pensiamo d’estendere questo strumento alla
comunicazione politica, finora troppo monolitica: “Da
uno a molti”.
Come credi che le comunicazioni
elettroniche abbiano cambiato la nostra
comunità?
Sono convinto dell’importanza delle relazioni
telematiche: ci vedo quella forma di democrazia
orizzontale e policentrica che l’uomo non ha saputo
ancora darsi nelle società off-line. Ed hanno cambiato
la vita relazionale delle persone omosessuali. Non
credo che ne abbiano modificato i paradigmi ma
sicuramente hanno ampliato le possibilità d’incontro
sessuale, affettivo e intellettuale dentro e fuori la
comunità glbt. La maggiore effervescenza, i trasporti di
corpi e teste, sono sicuramente un bene che darà i suoi
frutti e produrrà generazioni di uomini e di donne più
libere, più autonome, più indipendenti.
erosstrip
Partiamo dal tuo alias, chi è Mizz Pravda
e chi è Maurizio Cecconi?
Mizz Pravda è il mio nome d’arte, coniato sullo
stile della Maison du Casserau. Pravda, il nome del
quotidiano dell’Urss, significa “verità”, anche se di
verità nella Pravda staliniana ce n’era ben poca. Mizz
significa “signorina”, ma scritto alla maniera della
comunità afro-americana. Dunque: Signorina Verità.
Maurizio Cecconi è un frocio nato a Bologna nel ‘75, del
segno dell’Acquario, che non sa pensare la propria vita
senza un impegno politico e culturale per migliorare i
tempi in cui viviamo.
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Molto popolare sul web tra gli amanti del genere twink (i ragazzi hanno
un’età tra i 18 e i 22 anni), il bellissimo modello ceco Roma (o Romeo)
ha ora un sito con ampie sezioni gratuite (e un blog).
http://sweetromeo.com
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Valerio Bartolucci,
Se ancora c’è domani,
peQuod,
Valerio Bartolucci
se ancora
c’è domani
Ancona 2006, pp. 153, euro 14.
In Italia la letteratura gay non ha avuto né ha ancora
molta fortuna. Si contano sulle dita di una mano i libri
programmaticamente gay, scritti cioè con l’intenzione
di rappresentare il nuovo punto di vista maturato con
il passaggio dall’immagine dell’omosessuale vittima
predestinata, che può chiedere tutt’al più pietà e
commiserazione, al gay che afferma la propria identità e
che pretende gli stessi diritti degli altri.
Gli scrittori gay, per motivi complessi di storia e di tradizione
culturale, hanno da noi paura di “ghettizzarsi” e in genere
non scrivono libri gay, almeno non programmaticamente
gay.
Valerio Bartolucci, forse perché vive negli Stati uniti da
dieci anni e ha praticato la cultura anglosassone più di
quella italiana, è una felice eccezione. Gli undici racconti
di questo libro, con diverse modalità narrative (alcuni di
ampio respiro, altri di poche pagine, come la bella lettera
all’amico Mario dal forte sapore autobiografico) sono infatti
undici storie gay che prospettano percorsi nuovi, perché
nuovo è il punto di vista della narrazione.
Così nel primo racconto si narra una storia di sesso tra un
ragazzo di sedici anni, con un debole per gli uomini maturi, e
un anziano prete di campagna. Ci si potrebbe aspettare una
storia di corruzione con le solite elucubrazioni psicologiche
e strascichi di vario genere, e invece niente di tutto questo.
Qui il “corruttore”, tenace e determinato, è il ragazzo, ed è
lui che a distanza di anni rievoca con gratitudine la figura di
quel prete che lo ha aiutato a crescere senza trasmettergli
le paure e i sensi di colpa che accompagnano di solito le
prime esperienze sessuali.
In un altro racconto una ragazza lesbica ritorna nei luoghi
della sua infanzia e presenta alla nonna la sua compagna,
ma non sa come e dove trovare le parole per raccontarle
della sua vita, come affrontare il grande problema della
“mentalità” paesana, ma spesso, ci fa capire il narratore, i
problemi sono più nelle paure che abbiamo interiorizzato
che nella realtà esterna. La nonna ha capito tutto e,
regalando alla nipote i preziosi ricami preparati per il suo
matrimonio, le dice parole nuove, dettate dall’amore e
dalla fiducia, parole che ogni gay e ogni lesbica vorrebbe
sentirsi dire dalle persone che ama, e non importa se la
simpatica vecchietta non osa pronunciare il termine che
non esiste nel suo vocabolario: “Io ti conosco e penso che
se una persona buona, brava e intelligente come te lo è,
allora non ci deve essere niente di male. Perché so che tu
non faresti mai niente di sbagliato”.
Nel racconto che dà il titolo alla raccolta un uomo scopre
di essere sieropositivo e nel crollo psicologico che segue
si fa strada con insistenza l’idea del suicidio. Poi, quando
tutto è predisposto, arriva qualcuno a fargli capire che una
malattia è una malattia e non un castigo divino, che siamo
noi che la carichiamo di altri significati e che “se ancora c’è
domani”, la vita può riservare ancora inaspettate sorprese.
Anche nei racconti più leggeri dove sembra prevalere il
divertimento e il puro gusto del racconto, c’è sempre lo
stravolgimento del comune orizzonte d’attesa del lettore.
Così la messa per il funerale di un amico prematuramente
scomparso, in una chiesa divisa a metà con la rigorosa
separazione tra familiari nelle prime file e decine di amici
gay tenuti a debita distanza per salvaguardare il buon
nome del caro estinto, diventa un happening gay surreale
e dissacrante come in un fumetto di Ralf Koenig. In un
altro racconto due amici “etero” che hanno organizzato
mirabolanti notti d’amore con le loro ragazze, una volta soli
nella camera d’albergo scoprono con sorpresa, ma senza
traumi, la bellezza dell’amore tra maschi. E fanno sesso tra
di loro senza prendere nemmeno in considerazione l’idea di
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peQuod
essere gay, secondo una
tradizione mediterranea
e italiana molto diffusa
nei decenni passati, e già
tema letterario di un bel
racconto di Piero Santi,
Due di loro, che forse
molti lettori ricordano.
A volte può sembrare
che prevalga l’intento
didascalico
e
programmatico (come
quando si narra dei due
gay qualunquisti che
scoprono, forse un po’
troppo improvvisamente,
il valore e il senso del
gay pride), ma le storie
narrate hanno tutte il
sapore della vita vera
ed è molto bella l’ambientazione di alcuni racconti nella
provincia italiana degli anni cinquanta e sessanta con le
sue Topolino, le sue balere, le sue canzoni e i nascenti miti
radiofonici e televisivi, quando si poteva anche essere gay,
ma bisognava trovare il modo di camuffarsi e di adeguarsi
all’ipocrisia dominante.
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Segnalazioni
Massimiliano Martinez, Ho scritto Ti amo sullo
specchio, Pendragon, Bologna 2006, pp. 100, euro
11.
Testi poetici di grande intensità che esprimono un
rimbaldiano deragliamento dei sensi e delle parole o,
come scrive in una nota Roberto Roversi, un bisogno
bruciante di rivalsa, “urlo di vittoria o alto grido di
dubbio e spavento”.
Paolo Pedote, Come in un film di Almodòvar, Coniglio
editore, Roma 2006, pp. 63, euro 5.
Un breve romanzo, leggero e drammatico insieme,
come un film di Almodòvar, sulla trasformazione di un
ragazzo pieno di problemi in una splendida donna.
Aldo Busi, Bisogna avere i coglioni per prenderlo nel
culo, Mondadori, Milano 2006, pp. 307, euro 17,50.
Da Pieve di Lombardia a New York, a Capri, a
Mykonos, a Napoli, a Firenze, a Montréal, fino al
promontorio di Sant’Elena e a Johannesburg...
Un libro autobiografico di viaggi, di scopate e di
dissertazioni sui mali dell’Italia.
James Howe, Joe e basta, Playground, Roma 2006,
pp. 158, euro 10.
Un nuovo romanzo della collana “High School”: la
normalità gay di un ragazzino di 12 anni in una storia
affascinante e divertente con un protagonista che
avvince il lettore fin dalla prima pagina.
Mary Nicotra, TransAzioni, Il dito e la luna, Milano
2006, pp. 243, euro 16.
Una messa in discussione delle categorie di sesso
e genere attraverso una ricerca psicosociale in Italia
su un aspetto della realtà transgender e transessuale
poco studiato e sottostimato, il passaggio FtM
(da femmina a maschio). All’analisi puntuale del
fenomeno si affiancano diciotto testimonianze dirette
di soggetti che lo vivono in prima persona.
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Ultimamente, dopo i trionfi di
Brokeback mountain, si è discusso
molto sull’omosessualità nei film
western, che generalmente è
nascosta e si deve perciò leggere fra
le righe. Capita dunque al momento
giusto il Dvd (Rarovideo, 19,90) del
più straordinario e dissacrante
western della storia del cinema:
Lonesome cowboys, uno dei più
importanti film di Andy Warhol.
Avvertenza per chi non conosce
bene Warhol: astenersi se si amano
le storie narrativamente lineari e
coerenti, perché qui la sceneggiatura
è servita solo come canovaccio di
base ed è stata poi modificata con
improvvisazioni. Parimenti non è
pane per i denti di chi ama il cinema
levigato, perché il film è in linea col
cinema dell’artista newyorchese,
volutamente raffazzonato e grezzo.
Un minimo di storia comunque c’è.
In un posto sperduto nel deserto
arrivano la prostituta Ramona (Viva)
con la sua balia maschile (Taylor
Mead). Subito i due vengono accerchiati dalla banda che
spadroneggia nella zona, capeggiata da Mickey (Louis Waldon)
e dai suoi cinque fratelli (o almeno così amano definirsi…), tra
cui Erik (Eric Emerson) e Joe (Joe Dallesandro).
All’interno del gruppo c’è comunque maretta per la gelosia nei
confronti di un giovane, Julian (Tom Hompertz), raccolto per
strada qualche giorno prima da Mickey, che ha perso la testa
per lui e se lo porta a letto. A far da bilancia c’è lo sceriffo
(Frankie Francine), che però non vuole entrare in merito
dicendo che ha cose più importanti a cui pensare, come i furti
del bestiame.
In un primo momento la gang caccia fuori i due dalla città, ma
poi si dirige al ranch di Ramona, la quale viene violentata da
tutti. Il finale è scoppiettante: Ramona seduce Julian, la balia
s’innamora di Joe, mentre Erik e Tom si separano dal gruppo e
decidono di andarsene in California. Il tutto mentre lo sceriffo
si traveste da donna in attesa di qualche improbabile cliente.
Il film, prodotto da Paul Morrissey, è il primo girato da Warhol
fuori dalla celebre Factory. Le riprese iniziarono nel 1968 in
Arizona, in un set di proprietà nientepopodimeno che di John
Wayne. Venne definito dal regista George Cukor “la morte del
western” e certo non aveva tutti i torti. Questo è un western
che rifiuta, e talvolta rovescia, i cliché del cinema commerciale,
con accenni fortemente parodistici. Qui non ci sono cowboy
fieri e indomiti che conquistano una
natura selvaggia o zittiscono per
sempre indiani ribelli. Al contrario
la natura è desolata e sta per i fatti
suoi, senza nessun collegamento con
i protagonisti; i cowboy sono accidiosi
perditempo, emarginati che sognano
di mollare una volta per tutte i cavalli
e darsi al surf.
Un po’ drogati e un po’ figli dei fiori,
vivono in una comune dove tutti
oziano in attesa di cosa non si sa.
Il Sessantotto non significava però
soltanto pacifismo ma anche libertà
sessuale. Anche etero: nella storia
brilla infatti l’episodio tra Ramona
e Julian (i cui nomi si rifanno a
Romeo e Giulietta, perché Morrissey
aveva inizialmente pensato ad una
trasposizione western dell’opera
shakespeariana), mentre lo stupro
di massa di Ramona si spiega col
rapporto di desiderio e repulsione che
hanno i cowboy nei suoi confronti.
Per il resto però domina
l’omosessualità. Questa volta è esplicita e dice finalmente a
chiare lettere ciò di cui tutti siamo fermamente convinti: che
i cowboy devono per forza avere scopato fra di loro mentre
erano nei pascoli lontano dalle loro donne. Questi cowboy
sono maledettamente narcisisti, perché sono infatuati di
se stessi e quindi dei propri simili. Qui i fratelli dormono
assieme, nudi sotto le coperte, e giocano schizzandosi la
birra addosso e poi fanno la lotta pungendosi fra i cactus. E
parlano in continuazione di acconciature di capelli, di colpi di
sole e di bigodini, di pantaloni attillati, di giubbotti di classe,
accarezzandosi i capelli o le pistole con gesti evidentemente
masturbatori. Gesti ripetuti ossessivamente che, prendendo il
posto delle sparatorie o degli inseguimenti a cavallo, servono
ad affermare un’identità, anche sessuale.
Il sesso in Lonesome cowboys gioca sulle potenzialità più
che mostrarci dei fatti, ma ciò nonostante è estremamente
stuzzicante e divertente. Merito di tanti bei ragazzi (fra cui un
meraviglioso Joe Dallesandro al suo esordio assoluto), ma
anche di scene indimenticabili dal gusto camp, come quella
dello sceriffo che si traveste sotto gli occhi benevoli di Mickey,
il quale dice che per lui può fare quello che vuole. Perché
la libertà sessuale è il simbolo in sé della libertà dell’uomo.
Motto non di poca importanza, a pensarci bene. (http://www.
rarovideo.com)
Per il momento non si hanno notizie dell’uscita sugli schermi (o magari anche in Dvd), ma non si può non sperarlo
fortemente. Parlo del delizioso, colorato The blossoming of Maximo Oliveros del filippino Auraeus Solito, che ha vinto sia
il Teddy a Berlino sia l’ultimo ToGay. Protagonista è il dodicenne Maxi (Nathan Lopez), la cui omosessualità è accettata
pacificamente da tutti nel poverissimo quartiere di Manila dove vive. D’altra parte Maxi è bravissimo nel gestire la vita
della sua famiglia, padre e tre fratelli. Un giorno incontra Victor (Jr Valentin), un incorruttibile poliziotto che combatte la
malavita nella zona, colpendo così anche la famiglia del ragazzo. Il film esalta lo splendido, profondo rapporto d’amore
che lega Maxi a Victor e che dà vita a momenti molto lirici. L’argomento delicatissimo è trattato con tatto ed eleganza e
con uno stile che ricrea con naturalezza un ambiente nel quale la povertà non limita la voglia di vivere e sa essere ben più
benevola di altre realtà nei confronti di chi è gay. (http://maximooliveros.tripod.com)
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Non so se sia il caldo o la demenza senile a farmi diventare sempre più polemico…
Mi domando come mai i nostri gay pride hanno sempre un qualcosa di provinciale
rispetto a quelli dei nostri amici europei. Forse perché siamo la provincia dell’Europa?
Forse perché Spagna, Inghilterra, Olanda e così via hanno molti meno diritti da
rivendicare rispetto a noi e quella che celebrano è piuttosto una festa? Visto che in
questa rubrica si parla di discoteche e di ballo, vorrei sottolineare che alla fine delle
nostre parate, che si tratti di Roma, Milano o Torino, mai c’è una pubblica festa in una
piazza a chiosare l’evento. I carri sfilano festosi per poi finire di fronte ad un palco
a sentire due comizi e vedere le esibizioni di qualche meteora reduce dagli ’80 che
soltanto noi, forse, ci ricordiamo. Eppure quanti artisti di maggior livello sono vicini alla
nostra causa e si presterebbero ad allietare un gay pride. Perché non tentare almeno
di invitarli? E aggiungo, perché non continuare la festa, non dico fino a notte fonda,
invece di disperdere le energie spedendo i manifestanti nelle numerose discoteche
che, guarda caso, ospitano tutte il party ufficiale? Basta polemiche, vogliamoci bene!
Buone vacanze… ci vediamo a settembre. Puntualmente vostro!
dj del mese
Dj Cicci
South central feat.
Nova Casper
Diamonds (Net’s work int.)
Diamonds are forever... l’amore passa ma i diamanti restano, così come i brani classici, anche se in veste house.
Provare per credere.
Milk & Sugar feat.
Nicole Tyler
Anni: 37
Città: Catania
Segno zodiacale: Leone
Vero nome: Francesco.
è il resident dj del Pegaso di Catania.
Kobbe & Austin Leeds ft.
Tracee West
Come hai fatto ad imparare?
Mi sono accorto che la mia musica
piaceva, e così ho cercato di affinare la
tecnica.
Se non avessi fatto il dj che altro
lavoro avresti fatto?
Non mi viene in mente un’alternativa,
questa è la mia vita!
Fai anche un lavoro di giorno?
No.
Qual è il tuo genere musicale?
Fino a poco tempo fa era prevalentemente
commerciale, latino e anche trash, ma
ora sto provando con l’house music e mi
sta cominciando a piacere.
Com’è la situazione locali gay in
Sicilia?
Ne esistono tre, il Pegaso che è la più
grande organizzazione del meridione,
l’Exit di Palermo, e infine c’è un’altra
organizzazione sempre a Catania che
gestisce i venerdì con ottimi risultati.
Come vive un gay in Sicilia?
Grazie al fatto che sono nati questi
locali, le condizioni sono decisamente
migliorate. Inoltre quest’anno, grazie
all’impulso del gruppo Pegaso, stanno
nascendo in tutte le province comitati
Arcigay.
E come sono i ragazzi gay siciliani?
Belli e accattivanti… provare per
credere!
Pride agosto 2006
Something different to say
(Nocturnal groove)
Duo australiano trasferitosi a
Londra che sta producendo
un sacco di ottimi dischi per
l’etichetta degli Shapeshifters.
Has your man got soul (Rise)
Questo duo tedesco riesce sempre a sfornare cose
buone. Consiglio la versione
Darkroom remix di Jamie
Lewis.
Come hai cominciato a fare il dj?
Collaborando con il Pegaso ho assunto
la responsabilità del settore musica, e
ho voluto mettere mano personalmente
alla consolle.
60
Etherfox
Qual è la cosa che più ti fa piacere
quando stai suonando?
Vedere la gente che si diverte con la mia
musica.
La cosa più divertente che ti è
capitata durante una serata?
Una sera una trans è inciampata sui
suoi tacchi ed è rotolata in pista, ho
riso così tanto che mi è finito il disco!
Sei single?
Al momento ho un compagno al quale
tengo molto.
Sesso o amore?
Anche sesso senza amore, ma se c’è
l’amore è il massimo.
In discoteca si trovano solo avventure
o si può trovare anche l’amore?
Può capitare di tutto.
Hai mai tradito?
Certo!
Sei stato tradito?
Certo!
Il tuo maggior pregio?
L’onestà.
Il tuo maggior difetto?
Come dicono a Roma “so’ dde coccio”!
Un grande desiderio per questa
estate?
Lo realizzerò a settembre, una bella
vacanza col mio boy.
Vuoi dire qualcosa ai lettori di
“Pride”?
Venite in Sicilia... e venite a sentire la
mia musica!
Possessed (Confidence)
Produzione belga, di house
elettronica, un treno da piacevolmente “posseduti”.
G.C. meets Dariush
Good love (Ocean trax)
Bel cantato, prodotto in Italia,
dal titolo augurale per le
calienti notti estive.
Sonique
Tonight (Azuli)
Il ritorno della mitica Sonique,
la traccia è uscita in molte versioni, la mia preferita è quella
di Kurd Maverick, ma anche
Haji & Emanuel non è male.
Francesco Farfa
Changing shapes (Glitter)
Nuova produzione del dj farfalla, uno degli italiani più
apprezzati anche all’estero.
Kelly Pitiuso
Rock train (Q:Point)
Produzione italiana con lo
zampino di Tommy Vee, dj
italiano consacrato dalla partecipazione al Grande fratello.
Deux
Xpand (Urbana)
David Penn e Toni Bass sulla
scia del successo di “Sun
rising up” della scorsa estate
con una bella traccia nuova
di zecca.
Lorenzo Navarro
I follow me (Moss music)
Traccia prodotta in Spagna,
un po’ ipnotica… lasciatevi
incantare.
Pride agosto 2006
61
Undici settembre 2001: grazie al potere di condizionare ogni macchinario
presente sulla terra (da qui il doppio senso sul nome della serie), Mitchell
Hundred salva migliaia di vite umane, impedendo la distruzione di una delle
Twin towers. Qualche mese dopo, in seguito ad una concitata campagna
elettorale, Hundred viene eletto sindaco di New York, dichiarando di
rinunciare a quel potere.
L’assunto è semplice quanto geniale: prendere gli standard del fumetto di
supereroi e sottoporli a robuste iniezioni di realtà politica contemporanea.
Il risultato è appassionante: l’appena trentenne scrittore americano Brian
K. Vaughan, autore del celebrato Y- L’ultimo Uomo (vedi “Pride” del
dicembre 2005) è riuscito a confezionare una serie davvero originale,
portando all’estremo il lavoro di alcuni brillanti predecessori (Moore, Ellis,
Millar, Morrison…) e aprendo orizzonti interessanti al genere di fumetto
più stereotipato che esista.
La riuscita di questo Ex-Machina
è data dalla verosimiglianza
dello scenario e dei personaggi,
davvero ben studiati, e dai
dialoghi gustosi e accattivanti.
Prevale quel tono da commedia
da “stanza dei bottoni” del
sottogenere dedicato alla vita
dei presidenti americani (mi
vengono in mente il film Il
presidente – Una storia d’amore
o il telefilm West wing), mentre
le sequenze più strettamente avventurose o fantascientifiche sono
comunque credibili e coerenti col resto del racconto. Non vedremo mai
il nostro Macchina affrontare improbabili supercattivi, quanto piuttosto
confrontarsi col terrorismo internazionale e, in questo secondo volume,
con misteriose iscrizioni che causano morti a catena nella metropolitana
della grande mela.
L’ostacolo più grande che il bizzarro neosindaco deve affrontare in Exmachina – Il marchio viene però dalla politica: Todd Wylie, pompiere
distintosi a Ground zero, decide di sposare Bill, direttore politico dei
Repubblicani, chiedendo al sindaco di celebrare le nozze! Nonostante i
matrimoni gay siano ancora illegali nello stato di New York, il sindaco
Hundred combatte con determinazione la sua battaglia per i diritti civili,
in barba all’ostilità della stampa e dell’opinione pubblica e incappando in
una serie di fastidiosi equivoci sulla sua vita privata…
Buono il disegno del minuzioso Tony Harris, dal tratto fotografico
iperrealista a volte un po’ freddo e ridondante. Eccellente la colorazione
digitale di Jd Mettler. Una serie da seguire!
Torniamo a parlare di Apartments (vedi “Pride” del settembre 2005):
l’autore di quel libro, Otto Gabos, ha commissionato a nove disegnatori,
diversissimi tra loro, nove storie inedite, raccolte nel volume Apartments
- Gente comune. Ogni storia breve, di 6-8 pagine, è dedicata ai mostruosi
occupanti di uno degli
appartamenti di un palazzo
qualsiasi, in una città dei nostri
tempi scampata alla catastrofe
nucleare ma ormai isolata dal
resto del mondo, nella quale gli
abitanti hanno subito orrende
mutazioni.
L’intenzione di Gabos è di dare vita a una serie regolare, tenendo per
sé la supervisione e la cura dei testi (e delle copertine) ed affidando a
disegnatori sempre diversi la parte grafica.
Stavolta non siamo di fronte a pallide imitazioni dell’originale, al contrario!
La sola stesura delle sceneggiature ha permesso all’autore di realizzare
nove piccoli gioielli di scrittura intimista, ora surreale, ora malinconica,
ora dolente, spesso divertente. I suoi raccapriccianti quanto umanissimi
personaggi emergono prepotenti, aiutati da talentuosi artisti dal tratto
spesso assai superiore a quello che lo stesso Gabos sfoggiava nel volume
precedente, che trovo caotico e poco leggibile.
Due le storie a tema omosessuale: in una il parrucchiere gay Daniel rimedia
un passatempo pericoloso per dimenticare l’amato Derek, dal quale si era
separato alla fine del libro precedente; nell’altra due ragazze lesbiche in
attesa di un bambino vanno a visitare la casa lasciata libera dopo il
suicidio del suo occupante, deciso però a non lasciare campo libero alle
due sconosciute…
Eccellenti i due disegnatori delle storie, rispettivamente Alessandro
Vitti ed Eleonora Antonioni; ottimi anche i lavori di Luca Poli e
dell’emergentissimo Luca Genovese.
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Pride agosto 2006
Pride agosto 2006
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F o n da m e n ta l m e n t e...
Pet shop boys
musica
musica
Roberto Cangioli
[email protected]
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Pride agosto 2006
Chi ha detto che le canzoni politicamente impegnate sono
appannaggio dei gruppi rock? I Pet shop boys hanno smentito
questa tesi, dimostrando come anche con il pop si possa
lasciare traccia di una certa coscienza civile, con messaggi di
non poca valenza.
Lo ribadiscono nel loro ultimo album, Fundamental, uscito da
poco. Prodotto niente meno che da Trevor Horn (uno dei più
famosi pop producers inglesi, nonché fautore della celeberrima
“Video killed the radio stars”), il nuovo album si è posto subito
all’attenzione del mainstream come uno dei migliori lavori del
duo formato da Neil Tennant e Chris Lowe e certamente, dal
punto di vista dei testi, come quello più impegnato.
Ad anticipare il disco è stato il singolo “I’m with stupid” di
cui Neil spiega: “È una canzone d’amore che parla di come
il mondo intero non riesca a capire perché tu frequenti
qualcuno… ma è soprattutto una satira sulla relazione tra
Blair e Bush dal punto di vista di Blair”. Punto cruciale del
testo è quello in cui si afferma: “è stupido, veramente stupido,
o <la sua> è una forma diversa d’intelligenza?”
Questo è un album che si discosta dal precedente Release,
targato 2004, forse un esperimento acustico troppo lontano
dal Psb sound cui eravamo abituati.
Ci sono alcune canzoni, come “The Sodom and Gomorrah
show” che rispolverano un suono epico da dancefloor alla
“Frankie goes to Hollywood” (il rimando a “Relax”, prodotto
proprio da Trevor Horn, è palese), con tanto di riferimenti alla
paura per i “diversi” in genere.
Negli anni passati i Pet shop boys hanno appoggiato il
governo di Blair, sin dal momento della sua elezione a
ministro. Quando questi ha iniziato ad accostarsi e ad adattarsi
alla politica di Bush e alla visione degli statunitensi (propensi
ad aver paura per qualsiasi cosa che sia diverso dalla loro
mentalità) si sono distaccati, fino a divenire fieri oppositori nel
caso dell’introduzione della Identity card, una sorta di carta
d’identità elettronica su cui sono riportati i parametri biometrici
della persona, con tanto di registrazione presso un database
centralizzato.
La canzone “Integral” pone così l’accento sulla schedatura delle
Il videoclip rende ancora più ironica questa metafora grazie
alla partecipazione di Matt Lucas e David Walliams, attori
comici teatrali molto famosi sul suolo inglese, interpreti della
commedia Little Britain, che imitando i Pet shop boys durante
le riprese di vecchi videoclip, producono un’ulteriore parodia
sulla loro relazione professionale.
L’idea sui testi dell’album è stata quella di ispirarsi ad eventi
contemporanei e di collocarli all’interno delle canzoni,
facendole sembrare in realtà, per l’ascoltatore poco
attento, canzoni d’amore o che comunque trattino rapporti
interpersonali.
persone e su come il mondo stia tentando di manipolare le
idee per formare un’umanità, appunto, “integra”. “Per molte
persone”, affermano i Pet shop boys, “la sessualità è netta,
ma per altre non lo è. A parte il fatto che non è detto che se
tu sei omosessuale devi per forza essere un ammiratore di
Judy Garland, di contro, stiamo assistendo ad un fenomeno
culturale che tende all’oppressione delle libere coscienze”.
Il titolo dell’album prende origine dall’infinito dibattito sul
fondamentalismo (per inciso è dedicato ai due teenager iraniani
impiccati mesi fa a causa della loro omosessualità), termine in
auge in questi anni, ma si sposa anche con il fatto che il duo
voleva produrre un lavoro “fondamentalmente” sullo stile Pet
shop boys e quindi con canzoni dal sapore disco pop infarcite
d’elettronica d’avanguardia, con l’esperienza maturata durante
la loro più che ventennale carriera. Il tutto è reso ancora più
apprezzabile dalla produzione di Trevor Horn.
I Pet shop boys hanno festeggiato l’inizio del nuovo anno
con un bel remix di “Sorry”, il secondo singolo tratto
dall’ultimo album di Madonna Confessions on a dancefloor,
aggiungendo al brano alcune parti vocali di Neil Tennant.
La cantante ha reso omaggio al gruppo durante la consegna
dei Brit awards, ringraziandoli per l’influenza che i due hanno
avuto su di lei. Difatti quando Neil e Chris hanno iniziato la loro
carriera, nei primi anni ’80, hanno avuto modo di lavorare con
Bobby Orlando, produttore del suo ultimo album. “È come se si
tratti di una sorta di cross-over”, ha affermato Neil, “la chiusura
di un cerchio perfetto”… Non sarà certo “fondamentale”, ma
con i tempi che corrono questo album è già un buon punto
di partenza contro i fondamentalismi religiosi e le intolleranze.
Pride agosto 2006
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Carta d’identità 1234567) e l’ufficio postale scelto (per esempio 20100 Milano Cordusio). La persona che si presenterà con il documento “Carta d’identità 1234567” all’ufficio postale indicato potrà ritirare la corrispondenza tenuta “ferma in posta” per lei, appunto. Si raccomanda di andare a controllare almeno una volta alla settimana: la posta non ritirata da voi viene distrutta dopo 15 giorni. I minorenni non possono utilizzare questo
servizio. Chi risponde ad un annuncio con Fermo posta deve affrancare con 0,57 Euro. Con bollo di posta prioritaria 0,62 Euro + 0,15 Euro.
• In alternativa è possibile indicare un numero di cellulare; in tal caso occorre aggiungere una fotocopia leggibile del
contratto di attivazione e di un documento d’identità corrispondente al nome dell’intestatario del contratto, oppure più semplicemente, se si tratta di un “ricaricabile”, della scheda telefonica corrispondente al numero indicato.
La redazione provvederà a telefonarvi sul numero che avete indicato per verificare che non si tratti di uno “scherzo” di cattivo gusto; per questo occorre aggiungere 6,00 Euro per coprire le spese da noi sostenute. Le richieste
pervenute senza fotocopia non saranno pubblicate. Non si accettano annunci di telefonia fissa.
• Chi desidera indicare come mittente un indirizzo e-mail vedrà pubblicato l’annuncio solo dopo che la redazione ne avrà
verificato per e-mail la correttezza. Anche in questo caso è necessario un rimborso di 6,00 Euro
• Le fotocopie di documenti verranno utilizzate solo per gli obblighi legali di verifica impostici dalle leggi italiane, e
non comunicati a nessuno, né utilizzati al di fuori di tale scopo. Trascorso il tempo imposto dalla legge verranno
distrutte. Le richieste giunte senza pagamento verranno cestinate senza avviso.
• In conformità con quanto previsto dalla legge 675/96 sulla tutela dei dati personali il nostro indirizzario non
verrà ceduto, affittato o prestato a terzi, ma sempre gestito in proprio da “Pride”.
• Pride si riserva il diritto di modificare il testo degli annunci che fanno riferimento alla prostituzione, sono diretti a minorenni, o sono comunque contrari alle leggi italiane.
Pride Luglio 2006
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TURCHIA
BODRUM
ALTERNATIVE HOLIDAYS
Alternative Holidays propone, dal 24 settembre al primo ottobre
il villaggio di Bodrum, sulla costa turca, con la propria spiaggia e
un bar privato sul lungomare. Tutti i pasti sono inclusi nel prezzo,
insieme alle bevande e agli snack. Le attività a disposizione dei
clienti saranno nuoto nella piscine, palestra, vela, canoa, surf,
tennis, football, tiro con l’arco e volley.
La sera, party con Dj da tutto il globo: Wayne G e Stewart Who?
Dall’Anthem, Steve Pitron dal Crash e DJ Scotty T dal Roxy a
New York. Dave Cross sarà presente per lo schiuma party, Dj da
Brasile, Spagna e Olanda arriveranno per il White Party e lo staff
del Nightingale club di Birmingham proseguirà la festa. Il ballo in
maschera avrà come tema, ovviamente, le mille e una notte.
Info: www.alternative-holidays.com, 020 89027177
SVIZZERA
LUGANO
GOTHIC
Sorprese per chi visiterà Gothic, a meno di un’ora da Milano.
In occasione del suo decimo compleanno, Gothic sauna ha
rinnovato la zona sauna con l’aggiunta di una spaziosa vasca
idromassaggio.
Grazie ai filtri imposti dalla legge svizzera l’acqua sarà limpida
e certificata. Nuovi spazi sono stati messi a disposizione della
clientela anche nella zona dark. Altre sorprese seguiranno per
il giubileo. Servizio Guesthouse (vedi sito internet). Aperta tutti
i giorni dalle 15 a mezzanotte. Gothic è a vicolo Vecchio 3,
Massagno, a 500m dalla stazione Ffss di Lugano.
Info: www.gothicsauna.com, +41 919675051.
ITALIA
ORSIAZONZO
Il programma di Orsiazonzo per l’estate prevede molti eventi.
Venerdì 11 agosto al Classic club di Rimini Gelato party, in
collaborazione con la gelateria Calipsho di Lido di Classe. Musica
commerciale con J.Claude DJ, go go bear & chaser, piscina a
disposizione, riso freddo a notte inoltrata e per finire gelato per
tutti. Sabato 12 club Papessa (Pd): proseguono le feste con lo
staff del Block. Nel nuovo locale sarà riservata una zona Bear
con bar, musica commerciale, go go bear, centinaia di panini per
tutti e a notte fonda anguria. Inoltre per tutti gli orsi e i cacciatori
in omaggio gadget firmati TheBlock. Come arrivare al locale: da
Pd ovest, tangenziale direzione Bologna, uscita 8, seguire per
68
Pride agosto 2006
Monselice, all’altezza dell’hotel Master girare a sinistra per 500
metri; da Bologna uscita Pd sud, tangenziale direzione Trento,
uscita 8, seguire per Monselice, all’altezza dell’hotel Master
girare a sinistra per 500 metri. Ingresso con tessera Asi. Lista al
347 4639986.
Venerdì 18, sempre al Classic club Carnevale a Ferragosto:
musica commerciale con J.Claude Dj, go go bear & chaser,
piscina a disposizione, spuntino notturno con piadina romagnola,
a tarda notte cocomero per tutti e in omaggio gadget estivi.
Ingresso intero euro 15 con consumazione, ridotto 10 euro con
consumazione (lista on line, via cellulare o consegnando i biglietti
riduzione). Liste 347 4639986.
Venerdì 25, Classic club, Orsosexparty, in collaborazione con il sex
shop Cactus di Lido di Classe. Musica commerciale con J.Claude
DJ, go go bear & chaser, piscina a disposizione e maccheronata
per tutti. Durante la serata verranno distribuiti gadget offerti dal
sex shop Cactus. Per tutte le feste al Classic: ingresso intero
euro 15 con consumazione, ridotto 10 euro con consumazione
(lista on line, via cellulare o consegnando i biglietti riduzione).
Liste 3474639986.
Info: www.orsiazonzo.it
OMO-DISABILITÀ 
Prende il via la ricerca Omo-disabilità. Quale il rapporto
tra omosessualità e disabilità?, coordinato da Arcigay.
L’indagine vuole mettere in luce l’esistenza delle persone glb che
abbiano anche una disabilità ed evidenziare sia le problematiche
sia le risorse di questa minoranza. Chi sono e come vivono le
persone gay, lesbiche e bisessuali con disabilità? Le associazioni
GLB e quelle che si occupano di disabilità sono preparate ad
accogliere persone Glb con disabilità? Quali le difficoltà nella
propria vita affettiva e sessuale? L’équipe cerca almeno una decina
di persone gay, lesbiche e bisessuali con disabilità disposte a
raccontarsi, in tutto il territorio nazionale. Si garantisce il rispetto
della privacy (verranno resi noti solo il nome proprio o il nick,
l’età e la regione di domicilio). I risultati della ricerca serviranno
a produrre materiali di documentazione e divulgazione, al fine di
sensibilizzare sia il mondo delle associazioni Glb sia quello delle
associazioni che si occupano di disabilità. Alcuni risultati verranno
inoltre presentati al convegno annuale delle Scuole di psicoterapia
sistemico-relazionale del circuito del centro bolognese di terapia
della famiglia, previsto per fine ottobre 2006. Le persone Glb con
disabilità disposte a farsi intervistare possono contattare il 348
5167091 (ore pasti, oppure lasciare un messaggio in segreteria)
o scrivere a [email protected]
La raccolta delle storie di vita si concluderà a fine ottobre 2006.
Info: Raffaele Lelleri, responsabile nazionale salute di Arcigay, tel.
338 9978301, [email protected]
LOMBARDIA
MILANO
METRÒ
La sauna Metrò Centrale è aperta tutta agosto, tutti i giorni dalle
12, come sempre oasi nel caldo infernale della città d’estate.
Pride agosto 2006
69
La sauna Metrò Cimiano invece aprirà solo venerdì sabato e
domenica dalle 14 il poi. Venerdì e sabato in collaborazione con
il Flexo si potranno utilizzare anche gli spazi del cruising e alla
chiusura della sauna entrare gratuitamente al Flexo.
BLEND
Anche questa estate Blend avrà la Cesira, Moira dj, Nacky e
tutto lo staff dell’Ondanomala. Giovedì centinaia di ragazzi si
trovano in spiaggia e sul palco escono scintillanti drag queen.
Dopo lo spettacolo di cabaret si balla commerciale, house e
trash. Ogni giovedì per tutto agosto (ad esclusione di giovedì
17) l’Ondanomala propone Blend nella classica formula: Happy
hour a 5 euro fino alle 21, Buffet fino alle 22, dalle 22:30 alle
23:30 spettacolo di drag queen e cabaret condotto dalla Cesira,
dalle 23:30 fino alle 2 Moira dj in Consolle. Ingresso libero, la
prima consumazione è obbligatoria a 10 euro e tutte le altre a
5. Blend è c/o Ondanomala Milano, Via Lampugnano 109. Info
e prenotazione tavoli (gratuiti e consigliati) 393 3360025, www.
ondablend.it
FLEXO
Flexo club è aperto tutta l’estate con cocktail bar, giardino
estivo, corridoi che si diramano tra dark, camerini, cinema, glory
hole, sling. il tutto in un ambiente climatizzato. Per gli amanti dei
Naked parties appuntamento fisso il martedì e il giovedì con la
possibilità di tuffarsi nella piscina idromassaggio e delle docce
rinfrescanti. Il Flexo è aperto dal martedì alla domenica dalle 21,
apertura prefestiva lunedì 14 e martedì 15 Ferragosto tutti nudi
al Naked party.
DEPOT
VARESE
ZSA ZSA
In agosto lo Zsa Zsa sarà chiuso. Riaprirà venerdì primo
settembre.
VENETO
VERONA
Agosto 2006 allo Skylight: ritorna la festa di Ferragosto in
costume da bagno in piscina lunedì 14 agosto. Una notte piena
di musica, spettacoli, cocktail, anguria point, pizza e incontri. Le
serate del sabato offrono i seguenti Dj ospiti: sabato 5 Nacha
World, sabato 12 Severino ritorna dal Crash di Londra, lunedì 14:
party di Ferragosto, sabato 19: Dj Electrobabe E Ania-J, sabato 26:
Dj Angelino. Tutte le notti alle 3 la palestra dei ragazzi poco vestiti
e doccia boys. Pizzeria all’aperto. Lo Skylight è a San Bonifacio
(Verona), in via Fontanelle 28. Autostrada A4, uscita Soave/San
Bonifacio. Tutti i sabati apertura alle 24. Info: www.skylightdisco.
com, [email protected], 338 2390848, 347 4200010.
AUDACI VISIONARI
Sabato 2 settembre al maneggio di Castelnuovo del Garda gli
Audaci Visionari regalano un party inedito: Il profumo del
mosto selvatico. Grazie alla nuova area giardino dance e alla
zona lounge, ci sarà scelta tra ballare tutta la notte o rilassarsi
respirando l’aria campestre. Per evitare le code, è possibile
acquistare il biglietto in prevendita e prenotare il tavolo. Info 338
9892253, [email protected]
Il Depot rimane aperto tutto il mese di agosto e propone tre
appuntamenti naked extra: venerdì 4,11 e 18, dalle 22 alle
6. Proseguono anche i naked canonici del mercoledì e della
domenica. Foot & sneakers party l’ultimo venerdì del mese dalle
22 alle 6.
Per info www.depotmilano.com
PADOVA
ESTA-THERMAS CLUB MILANO
THEBLOCK
Continua l’estate alla Thermas, fra i suoi spazi climatizzati per
momenti di relax, benessere, divertimento e ogni giorno happy
hour. Dopo le 20 ingresso a 10 euro. Gli under 26 pagano solo e
sempre 10 euro. Ogni giovedì e venerdì la chiusura è alle 2, tutti
gli altri giorni la sauna è aperta da mezzogiorno a mezzanotte.
Abbonamenti: 5 ingressi a 60 euro, 10 a 115 euro, 20 a 200,
abbonamento mensile a 160 euro.
Thermas club, via Bezzecca 9. Tel. 02 5450355. Verifica le date
della chiusura estiva su: www.thermasclub.com
Continua la situazione estiva TheBlock presso il club Papessa:
un parco immerso nel verde con piscina, 2 piste all’aperto, 3
bar e area dark ben attrezzata. In caso di maltempo le serate si
svolgono all’interno della villa. Il mese di agosto sarà ricco di feste
a tema, spettacoli e giochi acquatici. Da ricordare l’appuntamento
in collaborazione con orsiazonzo.com per il 12 agosto con bear
zone. The Block summer è in via Mameli 11, Maserà Padova. Info
333 9060434, www.block.it
 
OFFICINA
Il ristorante Brodo di giuggiole, come tutti gli anni apre il
giardino esterno ma la novità è un’altra. Da quest’estate Brodo di
giuggiole, via Col leoni 10, Dalmine (Bg) diventa anche pizzeria.
Info: 035566581.
Officina propone ogni settimana un doppio appuntamento per
gli amanti delle serate naked: tutti i giovedì naked&underwear,
ogni sabato naked con ingresso esclusivamente nudi. Continuano
per tutta l’estate i venerdì notte orgia con speciali boys animatori.
Ogni domenica spettacoli hard e show. Info: www.clubofficina.
com, 338 8721747. Officina è in via Volta 1/7 Limena (Pd).
BERGAMO
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Pride agosto 2006
Pride agosto 2006
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FLEXO
Ancora attesa per la nuova location, sempre aperta la sede storica.
Flexo è aperto dal martedì alla domenica dalle 22. Aperture
straordinarie lunedì 14 e martedì 15 (Ferragosto). Naked parties,
nel livello dedicato, sabato 12 e sabato 24.
METRÒ
Nella terrazza del Metrò o nel nuovo giardino con idromassaggio
sarà possibile prendere liberamente il sole nudi. La sauna è aperta
tutti i giorni dalle 14. Per finire la serata, ingresso gratuito al Flexo
Padova.
VENEZIA
HOBBY ONE
Dal 18 agosto la sauna Hobby One di Godega (Tv)
riaprirà dopo l’intervallo estivo durante il quale è stata
oggetto di vari cambiamenti, ristrutturazioni architettoniche
e migliorie tecniche al fine di rendere sempre più piacevole la
permanenza al proprio interno. Ancora per un mese, circa fino
al 23 settembre, resterà in vigore l’orario estivo: nei giorni feriali
l’apertura sarà dalle 20 all’una e nei festivi dalle 18 all’una. Dal
24 settembre in poi aprirà alle 16 i feriali e alle 15 i festivi, ferma
restando l’ora di chiusura.
TIME TO MOVE
La discoteca Time to move di Godega di sant’Urbano (Tv),
rimarrà chiusa il periodo estivo per rifarsi il look e riaprirà a
settembre. 
LIGURIA
PORTO DE MAR
BANANANAS @XMOON DISCO-BEACH
Ad agosto il Porto de Mar va in ferie. Serata di chiusura ufficiale
venerdì 4 con un “Double fresh dance party”. PDM riaprirà a fine
agosto completamente rinnovato. Domenica 6 è l’ultima serata
di apertura prima della chiusura estiva, ed è l’appuntamento“o
sopra o sotto o niente”, serata per mettersi tutti a “nudo” come
ognuno preferisce: ognuno deciderà cosa tenere, maglietta,
pantaloni o proprio niente. Chi si spoglia integralmente avrà un
drink omaggio.
PDM Porto de Mar - Via delle Macchine 41 - Marghera
Info: www.portodemar.com, 346 2113085
METRÒ
La sauna Metrò di Venezia è completamente climatizzata, per
dimenticare il caldo torrido dell’estate.
Chi entra in sauna il pomeriggio, riceverà un ingresso gratuito per
la serata al Flexo di Padova.
Prosegue con successo il sabato notte Beach&Bitch di Bananas.
Il locale che ospita l’ormai collaudata serata (X-moon disco)
è situato a Genova Quarto su una delle più belle spiagge del
capoluogo, raggiungibile comodamente anche con i mezzi pubblici
e con la ferrovia. Nel villaggio turistico di Bananas troveranno
spazio la voce di Lady Sukkia e l’animazione dei Cool-Made Boys
capitanati da Onirika. Tutto condito dalla spumeggiante consolle
di EssiJ e dal sound “houseggiante” di Andrea Mocce Dj. La
serata sarà sviluppata in due momenti: dinner dalle 21:30 alle
23:30 su prenotazione (25 euro vini esclusi), after dinner dalle
23:30 fino a notte inoltrata (10 euro in lista con drink). Bananas è
in via V Maggio 28 (lungomare Genova Quarto). Uscita autostrada
consigliata Genova Nervi. Info: www.banananas.it, prenotazioni
tavoli & cene: Michael 338 7923425, Santy 334 1974008 e Ricky
338 3471611. Woman privé: Paola 334 7128375.
ATTITUDE_MOUSSE@XMOON
GIORNATE DI CINEMA OMOSESSUALE
Tornano al Lido di Venezia, nel contesto mostra internazionale
d’arte cinematografica, le Giornate di cinema omosessuale
organizzate da CinemArte con Gay.Tv, comune e provincia di
Venezia. Il 5, 6 e 7 settembre verranno proiettati alcuni titoli
del panorama glbt mondiale, tutti inediti in Europa. Tra i titoli in
anteprima: Colma: The Musical di Richard Wong (www.colmafilm.
com), The Line of Beauty di Saul Dibb (www.bbc.co.uk/drama/
lineofbeauty), Rag Tag di Adaora Nwandu, primo film a tematica
omosessuale coprodotto con capitali nigeriani. Inoltre, una
selezione dei più bei cortometraggi prodotti in Australia negli
ultimi due anni. Proiezioni alle 21 presso il cinema Astra in via
Corfù 12, al Lido di Venezia. Ingresso libero fino ad esaurimento
posti. Per informazioni: Associazione CinemArte 335 407079,
[email protected], www.cinemarte.org
TREVISO
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Pride agosto 2006
Con l’estate 2006 arriva una one night di Ferragosto dal profumo
internazionale di Cool-made crew. Format rivolto sempre ad un
pubblico glbt & friends, nato con la voglia di unire alcuni dei
principali staff italiani ed europei, con la colonna sonora house
dei resident Djs Andrea Mocce, Essij, Paolo Driver e Dende
Nuhar con la partecipazione di Phil Romano (Push, Roma), Kikko
(Classic, Rimini), Daniel dB (Jungle-mad, Losanna) e da Crash
London and Loveball Antoine909. La voce della notte sarà quella
di Lady Sukkia. L’allestimento e le performance saranno ancora
una volta di Onirika e del gruppo creativo di Cool-Made con i
meravigliosi Bitch boys & girls. Mousse sarà un grande schiuma
party: partenza alle 22 di lunedì 14 fino all’ alba del 15.
Le informazioni relative alla One Night potrete trovarle su www.
attitudeclub.it o chiamando Santy 334 1974008, e Ricky 338
3471611. Attitude Mousse è all’X-moon disco di via V maggio
28 (lungomare Genova Quarto). Uscita autostrada consigliata
Genova Nervi. Booking & hotel curate da Lampare Viaggi (Dario
347 4214811), www.lampareviaggi.com
Pride agosto 2006
73
EMILIA ROMAGNA
BOLOGNA
CAPANNINA
Capannina è in via di san Vittore 29/2 all’angolo con via di
Barbino. Il 5 e il 26 agosto offre due serate con nomi della scena
commerciale e house italiana, come Jacqueline More o Frog_ette,
gogo boys a bordo piscina e spettacoli. Info: www.gaybologna.
com, Mauro 335 6666933, Laura: 335 345018, Michele 339
6278524.
RIMINI
FUERA
Fuera presenta, per agosto, il seguente programma: martedì
continuano i nuovi show delle drag Marcy & Janina. Mercoledì
concerti live pop, rock,r&b, giovedì feste in maschera a tema.
Questo mese saranno Fuera cartoon, carnival e Christmas.
Continuano gli appuntamenti del venerdì con dj Capoz e la sua
musica a 360 gradi. Sabato pre-disco Crazy Fuera.
DISCO LEX
Tutte le domeniche festa al Disco Lex sulla spiaggia di Cattolica.
Apertura dalle 19 con buffet e musica commerciale. Ingresso
libero. Info e prenotazione tavoli: 333 8107650.
TOSCANA
VERSILIA - TORRE DEL LAGO
PRISCILLA
Priscilla caffè il 15 agosto offrirà la serata hawaiiana, con party
dopo le 22.
Il 26 agosto avrà il piacere di ospitare il concorso Miss trans Italia.
Sarà presente Platinette.
Priscilla caffè è a Marina di Torre del Lago, viale Europa. Le
iscrizioni al concorso di Miss trans debbono essere effetuate
entro il 20.
Priscilla è l’unico tabaccaio di Marina di Torre del Lago.
Info: 0584 341804, [email protected], www.priscillacaffe.it
TORNEO INTERNAZIONALE DI PALLAVOLO MAMAMIA
Ritorna per il secondo anno il torneo internazionale di pallavolo
Mamamia. L’edizione 2006, organizzata come di consueto dal
Gate Volley Milano, può contare sulla partecipazione di 12 squadre
di pallavolo provenienti da tutta Europa che, insieme ad altrettante
74
Pride agosto 2006
squadre italiane, dall’8 al 10 settembre si contenderanno il trofeo
Mamamia 2006. Per partecipare scaricare il modulo di iscrizione
dal sito www.gatevolley.it Quota di partecipazione 50 euro (60
dopo il 31 luglio).
FRIENDLY VERSILIA
Le principali iniziative di Friendly Versilia per agosto sono le
seguenti.
9-13: Citroen mardì gras 2006 (ingresso gratuito); 25-26 Miss
trans, al Priscilla caffè con Regina.
Info: Friendly Versilia, Torre del Lago (Lu), 199443686, 393
0333999, http://www.friendlyversilia.it
VERSILIA
FREEDOM ROOMS & BEDS
Il Freedom Rooms & Beds da questo mese diventa per “
pochi “ ma non per tutti. Per saperne di più, contattare Bruno
380 3141196. Freedom è in via Fabio Filzi 53, 55049 Viareggio,
q.re ex campo d’aviazione, Lucca. Tel e fax 0584 387084, cel
333 2578805, 380 3141196, www.freedombandb.com, info@
freedombandb.com
FIRENZE
FABRIK
Fabrik rimarrà aperto tutto agosto, tutte le sere, dalle 21:30, con
giardino estivo e aria condizionata. Il Naked party della domenica
pomeriggio è invece sospeso e riprenderà domenica 27 agosto
(dalle 16 alle 21). Ogni giovedì Blackout party, serata solo a
lume di candela. Per maggiori informazioni: www.fabrikfirenze.it
oppure 349 8906645. Only for men. Ingresso riservato ai soli soci
Arcigay/Unocard
LAZIO
ROMA
HIV INFO PASS
Giovedì 13 luglio si è inaugurata presso la cappella Orsini (via di
Grottapinta, 21) Hiv Info pass, dal divieto alla conoscenza.
Fino al primo dicembre, è una maratona tra arte, letteratura e
cinema, per far parlare di Hiv. Info: 06 6877965, 06 6896277,
www.hiv-infopass.org, [email protected]
COCK’S
Oltre 500 mq, aperto 7 giorni su 7 dalle 22 in poi, decine di
ambientazioni (“blowjob tunnel”, labirinto di un cantiere edile con
“punti di contatto multisensoriali”, cinema con maxi schermo,
grotta dark room, sala sado-maso, squarci di una tenda militare...):
Pride agosto 2006
75
il cruising più grande d’Italia è Cock’s, in via Galeazzo Alessi 163,
all’inizio della Casilina. Serate speciali il venerdì con alternative
underwear e la domenica fog party. Cock’s è aperto tutto agosto.
Lunedì due ingressi al prezzo di uno, martedì chi ha meno di 25
anni paga la metà. Per tutti l’ingresso dalle 22 alle 23 è dimezzato.
Info: 393 6963229, 347 5701535, www.thecocks.it
poi andare in direzione Aprilia. Si esce per Pratica di mare e poi
dritto fino alla rotatoria a destra per Torvajanica e, sulla litoranea,
a destra verso Ostia. Con i mezzi pubblici: da Roma centro metro
per Piramide, alla stazione metro prendere il “trenino” per Ostia
e scendere all’ultima fermata. Subito fuori dalla stazione prendere
l’autobus 7, che percorre la litoranea, e scendere due fermate
dopo l’ottavo cancello. Dirigersi verso le 4 bandiere arcobaleno.
Info: www.settimocielo.it
MYBAR
My bar (in via di san Giovanni in Laterano 12) è il punto di
incontro, tutte le sere, della comunità gay romana con vista sul
Colosseo. My bar è lieto di ricordare ai lettori la cortesia del suo
staff.
CAMPANIA
NAPOLI
FREQUENCY
SUERTE
Frequency, il cruising bar (via Enea 34, metro Furio Camillo),
ricorda che sarà aperto tutto agosto, tranne i martedì, dalle 22. Il
lunedì e mercoledì only drink night. Tra le serate a tema: giovedì
Extremenakedparty, il venerdì Black out e la domenica Naked vs.
underwear. Info: www.thefrequency.it, 340 6939719.
GAY VILLAGE
Gay village, tutti i giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle
21:30 disco night e special events. Giovedì e domenica ingresso a
6 euro. Venerdì, sabato e lunedì 14 agosto 12 euro, consumazione
inclusa. Gay Village è al parco delle Cascate, al laghetto dell’Eur
(via Cristoforo Colombo, angolo viale Africa).
SKYLYNE
Skyline club annuncia per l’autunno l’inaugurazione di una
nuovissima location.
Ad agosto il gay cruising bar sarà comunque aperto. Skyline è
su due piani e dispone di video room, dark room, labyrinth ed
accessi ad internet gratuiti. È in via degli Aurunci 26\28 (zona
san Lorenzo). Serate a tema: martedì uniform, military e leather,
mercoledì under 25, giovedì relax night e venerdì torso night.
Info: 06 4440817, http://www.skylineclub.it/
Il gruppo Suerte ricorda gli appuntamenti settimanali che
animano le notti gay napoletane: si inizia il venerdì con il music
discoclub. Il locale si trova a Mergellina (Napoli), accanto all’ostello
della gioventù. Ha 2 piani con dancefloor, dark privé e ampio
giardino all’aperto. L’altro appuntamento del gruppo Suerte è ogni
domenica al Sudterranea club con la serata “il rivolto”: il locale
offre 2 dancefloor con musica che spazia dall’house-commerciale
al revival alla latino-americana alle tarantelle napoletane e 2 sale
con bar (di cui una per fumatori). Il locale si trova a vico Primo
Quercia, nei pressi di piazza Dante. Info: 349 6748557, 338
7999165, [email protected]
BLU ANGELS
La sauna Blu angels rimarrà aperta per tutto il periodo estivo,
tutti i giorni dalle 14 alle 22. Durante agosto effettuerà apertura
anche notturna ogni sabato dalle 22 alle 6. Blu angels è l’unica
sauna del sud a 3 piani che offre: sauna finlandese, bagno turco,
idrodocce, piscina idromassaggio, dark room, labirinto, stanzette
relax, ampio bar, sala massaggi, sala fumatori con video xxx e
sala lettura. L’ambiente è climatizzato e altamente curato per la
pulizia e l’igiene. Novità sono previste per settembre. Blu angels
si trova al centro direzionale Isola A/7, a 500 metri dalla stazione
centrale di Napoli. Info: 081 5625298.
RED MOON
IL DIAVOLO DENTRO
Il Diavolo Dentro, il crusing della capitale, sarà chiuso tutto
agosto.
Le attività riprenderanno il primo settembre.
Info: www.ildiavolodentro.com
il Red moon disco cruising club sarà chiuso per tutto agosto per
lavori di ampliamento del locale. Riaprirà ai primi di settembre
con una struttura completamente rinnovata, con tanti nuovi spazi
e tante piacevoli attrazioni. Nel frattempo la sauna Blu angels
effettuerà l’apertura notturna ogni sabato dalle 22 fino al mattino.
Info: 081 5625298.
DEPOT
SETTIMO CIELO
Ad agosto la comunità gay romana va al mare al Settimo cielo,
lo stabilimento balneare friendly di Ostia. Riconoscibile grazie a 4
bandieroni arcobaleno (colori di cui è dipinto anche lo stabilimento)
offre una spiaggia con docce, campo di pallavolo, possibilità di
affittare economici lettini e ombrelloni, bar, ristorante, sole, mare
e uomini (o donne) intenti a rilassarsi in un’atmosfera amichevole
e libera.
Per raggiunge il Settimo cielo in auto: dal raccordo uscita Pontina,
76
Pride agosto 2006
Il Depot chiuderà per ferie dal 16 agosto al 5 settembre. Fino
ad allora prosegue il Naked party del mercoledì e l’evento novità
dell’estate per la domenica: un after beach party. Dalle 22 sarà
possibile accedere al locale in costume da bagno, in mutande o
completamente nudi. Info www.depotnapoli.com
giorno e notte
TheBlock Summer
Un grandioso successo per la nuova situazione estiva del TheBlock di Padova presso
il club Papessa: un parco immerso nel verde con piscina, due piste all’aperto, tre bar
e area dark ben attrezzata. In caso di maltempo le serate si svolgono all’interno della
villa. 
Il mese di agosto sarà ricco di feste a tema, spettacoli e, per i più accaldati, giochi
acquatici.
TheBlock summer è in via Mameli 11, Maserà (Pd).
Per maggiori informazioni: 333 9060434, www.block.it
Pride agosto 2006
77
DVD
DVD
8812
DVD
8753
8797
DVD
8810
DVD
8758
DVD
8860
DVD
8868
DVD
DVD
8865
8877
DVD
8883
DVD
8879
78
SKH - AGOSTO.indd
Pride
agosto 20061
DVD
8886
DVD
8840
DVD
8857
DVD
8847
DVD
DVD
8852
8842
MILANO
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI | SPEDIZIONE CON |CORRIERE ESPRESSO IN 24/48 ORE
Via Antonio da Recanate 7 (MM staz. Centrale) 20124
tel. 02-67391224 fax 02-67847756
Buono d’ordine per corrispondenza
...............................................................................................
Aperto dal lunedì al sabato (orario continuato)
nome
da
inviare
a:
SKH
h. 9,30 - 19,30
Via Antonio da Recanate 7
...............................................................................................
cognome
20124 - Milano
ROMA
Via S.Gallicano 13 (Trastevere)
...............................................................................................
DVD ............ DVD ............ DVD ............
tel. 06-58335692 fax 06-58390427
via e numero
Chiuso il lunedì,
DVD ............ DVD ............ DVD ............
...............................................................................................
aperto dal martedì al sabato. h. 10,00 - 20,00
città
DVD ............ DVD ............ DVD ............
VERONA
...............................................................................................
cap
Via Giolfino 12 (zona P.ta Vescovo)
DVD ............ DVD ............ DVD ............
tel. 045-8486888 fax 045-8403289
...............................................................................................
PAGO ALLEGANDO ASSEGNO
Chiuso il mercoledì e il giovedì,
provincia
aperto venerdi, sabato, domenica, lunedì, martedi,
PAGHERÒ CONTRASSEGNO AL CORRIERE
...............................................................................................
h.12,00 - 22,00
telefono (obbligatorio per avvertire della spedizione)
SPEDIZIONE RISERVATA CON IMBALLO ANONIMO SPESE SPEDIZIONE 11,00 Euro NON INVIARE FRANCOBOLLI
14-07-2006
15:37:39
Pride
agosto
2006 79
80
Pride agosto 2006
dove cosa
ALESSANDRIA
Associazioni
Gruppo di Azione Gay c/o Il
Gabbiano Via Galilei 38 T. 0131
232120
ANCONA
Associazioni
AGEDO Associazione Genitori di
Omosessuali T. 071 65318, lun e
mart, 9:30 - 13
Acigay Arcilesbica Caleido
Corso Mazzini 64 T. 071 203045 F.
071 203050 www.gay.it/arcigay/
ancona
GayLib T. 347 4758758
Le Brigante c/o Casa della donna
Via Cialdini 23 T. 071 204680, ogni
2° e 4° merc
AOSTA
Associazioni
Acigay Arcilesbica 28 Giugno c/
o Ravet Michel Viale IV Novembre
(San Vincent) T. 329 6034973, 0165
32034, giov, 21:30 - 23:30 www.
gay.it/arcigay/aosta
AREZZO
Hotel
Agriturismo Savorgnano
Loc. Savorgnano 5 Subbiano
T. e F. 0575 422010 www.
agriturismosavorgnano.com, info@
agriturismosavorgnano.com
ASCOLI PICENO
Turismo
Alternative Holidays
Man Around Italia - Viaggi
e vacanze gay Largo La
Spezia 6 (San Benedetto del
Tronto) T. 800688606 www.
alternativeholidays.it
ASTI
Locali e Disco
Il Boschetto Bar Viale Partigiani
34
T. 0141 352471, 347 5811687
BARI
Associazioni
Arcigay G. Forti Ufficio Nuovi
Diritti CGIL CAAF CGIL ARDO Bari
Arcigay Donne Via Gian Domenico
Petroni 33 T. 080 5542139,
T. e F. 080 5522036 www.
arcigaybari.it, [email protected],
[email protected]
Associazione Donne Lesbiche
c.p. 421 Trani
Desiderandae Gruppo Lesbico
Separatista c/o G.E.P. Via Abate
Gimma 88 T. 333 715518
Locali e Disco
El Merendero Disco SS
100 uscita Adelfia Rutiliano
347/3160103 - one night sab.
Just After Style Café Via Pasteur
57/a 348/2942248 One Night
Lounge merc. 21.30
North Wind Disco Pub Via
Giannone 18 (zona Campus)
347/3160103 One Night Mart.
Dr.Push Up c/o Gilda Art Privé
viale Einaudi 60 - Dom 21:30-02,
340/3523807
Radio
Pride to be… Ven 17-18 su
controradio 97,300 MHz
Saune
Millenium Bath Via Adriatico 13
080/5342530
BARLETTA
Osteria dei Briganti Via
Tiraboschi 10 (Trescore B.)
035/4258664 Chiuso Mar e Sab a
mezzogiorno
Saune
The City Sauna via Clementina 8
035/240418 14-02 chiuso Mart
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Center Fantasy Via Manzù
3/d (Curno) 035/614111 www.
centerfantasy.it
Altro
Comotti gomme V.Giovanni
XXIII 1, 24052, Azzano S.Paolo
T.035/532110, F.035/532014,
[email protected]. Sconti per
lettori di “Pride”.
BOLOGNA
Locali e Disco
Associazioni
Sound of Silence - Via Caracciolo Arcigay Nazionale Via Don
13
Minzoni 18 051/6493055 www.
BELLUNO
arcigay.it [email protected]
Associazioni
Arcigay “Il Cassero” Via Don
Centro Amicizia e Libertà (Loc.
Minzoni 18 - C.P. 691 051/6494416
COI - Zoldo Alto) 0437/789309
www.cassero.it cassero@cassero.
www.centroamicizia.org
it
Arcilesbica Via Don Minzoni
BERGAMO
18 Tel e Fax 051/6492684 www.
Associazioni
arcilesbica.it
AGEDO Associazione Genitori di
Cgil - Sportello per i diritti Via
Omosessuali 035/361674 giov.
Boldrini 8 051/253138 mart 15-18
14-20
CODS - Coord. Omosessuali DS
Aiuara Gruppo Volley Gay e
via dlla Beverara 6 368/7120627
Lesbico 347/3411621 giov. 21-23
[email protected]
[email protected]
LILA Lega Italiana Lotta AIDS Via
Triangolo Rosa - gruppo lesbico
Agucchi 290/a 051/6347644-646
b.go S.Caterina 90 335/6067158
www.lilabologna.it
[email protected]
M.I.T. Movimento Identità
Locali e Disco
Transessuale Via Polese 15
Divina Fashion Bar b.go S.
051/271666 www.mit.bo.it lun-gio
Caterina 1 035/218421 19-2 Chiuso 10-18 ven 10-14
Dom - www.bardivina.it
Visibilia Associazione Lesbica
Get Up Club via Bianzana 46
Separatista Casella Postale
035/344460 mar-giov Cruising ven- Agenzia 2 40123 Bologna
dom Disco - dalle 22 - Chiuso Lun
0516494276 www.visibilia.org
Mamo’s Bar Via Baschenis 13/a
[email protected]
035/270014 - dalle 17 chiuso Lun
Gruppi Sportivi
www.mamos.it
Gruppo Pesce - Gruppo Sportivo
Ristoranti
Gaylesbico lun giov 19.30-20.20
Brodo di Giuggiole Via Colleoni
c/o Piscina Vandelli 338/5965683
10 (Dalmine) 035/566581 Chiuso
www.gruppopesce.org
Lun sera Sab mezzogiorno
Enoteca Boschini Via Pignolo 50
Hotel
Il Gattopardo ristorante e pizzeria
Hotel Roma - P.za V. Veneto 4
Via Ronchetti 9 (Nembro) Chiuso
(Porretta Terme) 0534/21535 Fax
Lun
0534/21692
La Gatta al Lardo Osteria Pizzeria
Via Giovanni XXIII 42 (Verdello)
Locali e Disco
Trattoria Anita Via al Luio 60
Bart Via Polese 47/a 051/243998
035/521830 (Alzano Lombardo)
[email protected]
Chiuso Lun e Mart a pranzo
Capannina, via S.Vittore 29/2,
051/581115 F.051/3370283, info@
capannina.info
Easy Sunday dom 20.30 c/o
Capital Town Via D. Minzoni 5/c
335/6666933
Ganesh - Via Polese 47/c
051/5877771 19-3
Melograno gay pub, v.Saragozza
32/a, tutti i giorni, 329/4011698,
338/5227619
Movida Club - Via S.Felice 6b
- 051/232507 17-06
Red Club - Via del Tipografo
2 sabato 051/531512, www.
discoredclub.com
Radio
Radio Gays Radio Città del Capo
(circuito Popolare Network) 96.3
Mhz mart 22-23
Ristoranti
Pizzeria Ristorante Speedy Via
Saragozza 65 Chiuso Lun
Trattoria Papa Re p.zza dell’Unità 6
- 051356120 Chiuso Dom
Saune
Black Sauna Via del Tipografo
2, 14-02 ven-sab 24ore no stop T.
051/6011241
Cosmos Sauna Via Boldrini 22
051/255890 Dom-Gio 12-01.30
Ven-Sab 12-03
Steam Via Ferrarese 22/i 051/363953 dalle 14 steamsauna@
hotmail.com
Altro
About Gay portale gay www.
aboutgay.com
All Male Studio Produzione
Film Hard PO Box 3157 Bologna
349/4303135 casting@aboutgay.
com
Caractère Composizioni floreali e
addobbi via dei Mille 7-2/d
Leshom Appartamenti in affitto
www.leshom.it
Sergio Perini Studio fotografico
347/5551881 [email protected]
BOLZANO
Associazioni
Arcigay Centaurus Via Galilei
4/a 0471/976342 www.centaurus.
org
GayLib gay e lesbiche
liberaldemocratici 335/6622440
[email protected] www.gaylib.it
Hotel
Hotel Garden via J.Skasa 68
(Ortisei) 0471/796021
Garni Hotel Sonnenheim - 39037
- Maranza 90 (Rio di Pusteria)
Tel e Fax 0472/520157 www.
sonnenheim.net
Locali e Disco
Samba Café p.za Domenicani 28
0471/978593
BRESCIA
Associazioni
AGEDO Associazione Genitori di
Omosessuali 348/8239534 me-ve
14-18
Arcigay “Orlando” Via V.Paitone
42 030/4 8901
www.arcigaybrescia.it
Pianeta Viola c/o ARCI via Villa
Gloria 10/a 030/2410604 gio 21
Hotel
Touring Hotel Via Grigolli 10
(Desenzano) 030/9120346 www.
hoteltouring-gardalake.it
CASERTA
Locali e Disco
Antico Borgo (dalla giò) bar gay/
lesbico via Borgo Trento 38
Art Club c/o Centro comm. Garda
1 via Mantova 1/a (Desenzano)
030/9991004 mer-ven (donne) sab
23-5 www.artclubdisco.com
La Stria bottiglieria con cucina via
Poli 26 (Montichiari) 030/9657175
http://utenti.lycos.it/lastria
Out Limits - Via U. Foscolo
2 (Paderno F.C.) 030/657536
335/6089210 ven (donne e non
solo) e sab 22.30-05 www.
outlimits.it
Nudo 1969 - Disco Bar Via Mapella
7 (Lonato - 200 mt. Art Club)
030/9121042 www.nudo1969.it
Re Desiderio Pub vicolo Lungo 11
www.redesiderio.com
Scarabeo - vicolo Duomo 13
(Desenzano) 030/9140085
Trap - Via Castagna 55
328/4523880 ven-dom www.
trapmad.it
Valliesteeedigei, ogni sabato. La
dolce vita (v.Triumplina 223) h.23 347/1509452, 347/2563585, www.
vallisteeedigei.it
Ristoranti
Al Cantuccio via Matteotti 46
(Rezzato) 030/2793110 chiuso lun
e mar sera
Cantina santa Giustina wine
bar salita S.Giustina 6 (Salò)
0365/520320 19-02 chiuso lun
www.cantinasantagiustina.com
[email protected]
Saune
Splash Club via Faustinella
(Desenzano) 030/9142299 www.
splashclub.it
Shop/Altro
Eros Veneziani Lo Sfizio via
Badetto 58/e (Ceto) 0364/434345
Misspupazzi Ag. Arte e Spettacolo,
eventi Via Mengoli 24 051/5884553
Lucas Kazan Production Via
del Molin 45/f (Desenzano)
333/2017811 produzioni
cinematografiche
Leshom Appartamenti in affitto
www.leshom.it
BRINDISI
Associazioni
Collettivo Attika via Cappuccini
8 tel e fax 0831/563051 attika95@
virgilio.it
Hotel
B&B Lune Saracene SP 28
Ostuni - Francavilla Km 13 (S. M.
Salentino) 0831/966294 www.
lunesaracene.it
CAGLIARI
Associazioni
Kaleidos Ass. di cultura
omosessuale via G. Leopardi 3
349/2639791 arco.kaleidos@
tiscalinet.it
Locali e Disco
Go Fish via G.B. Venturi 12/4
333/2342055 070/45453169 one
night giov e sab www.go-fish.it
Rainbow Café Via Rossini 16 ang.
Via Verdi 347/6078384
GRAN CANARIA
Pasion Tropical c/o Las Adelfas
6, Playa del Ingles, San Augustin
- 0034/928770131, www.pasiontropical.com
Associazioni
Coming Out Circolo di Iniziativa
e Cultura Gay, via Battisti 69, cap.
81100
349/0915305 - 347/8157060
www.comingoutcaserta.it info@
comingoutcaserta.it
Coordinamento
Campano Trans FTM
33/3583697,coordinamentoftm@
comingoutcaserta.it
CATANIA
Associazioni
AGEDO Associazione Genitori
di Omosessuali 347/0921708 0957/153586 lun - ven 16.30 18.30
[email protected]
Arcigay, v. Kennedy 80 c/o
Pegaso’s T.349/8845809,www.
arcigaycatania.it
I fratelli dell’Elpis p.zza Falcone 4
095/535077 - gay crenti
Open Mind Circolo Gay Lesbo
Trans Via Gargano 33 095/532685
[email protected]
Woo ragazzi/e omosessuali c/o
Arci territoriale via Landolina 41
- mer 21.30
Hotel
Hotel mele, via Leonardi 24, 95131
- 095/327542, 348/0442389,
www.hotelmele.com, hotelmele@
libero.it
Locali e Disco
Codice Rosso cruising bar via
Conte Ruggero 48 340/9076099 392/7158125 mar-dom dalle 14
Pegaso’s Circus v.le Kennedy
80 (lidi Playa) 095/7357268
348/3534166 one night sab e
prefestivi www.pegasos.it
Pegaso’s club via Canfora 9
349/1732207 gio-dom
Villa Romeo via Platamone 20
Disco ven Avana Pub gio-dom
Saune
Terme di Achille via Tezzano
13 095/7463543 333/4305708
mar-dom 14-24 sab no stop www.
termediachille.com
Sauna Mykonos - gio-dom 17-00
095/531355
CESENA
Associazioni
Nuova Gay Lesbica - Circolo
di Cultura Omosessuale “Dario
Bellezza” c/o Coordinamento
del Volontariato di Cesena via
Pio Battistini 20 - 349/1232516
[email protected]
[email protected]
Mar
dalle 21
CESENATICO
Locali e Disco
Pata Gay c/o Pata Pata via Saffi
43 one night dom
COSENZA
Associazioni
Arcigay EOS via Frugiuele 4 339/364704 [email protected]
Altro
Libreria Universitaria Domus
Corso Italia 74
--- CREMONA
Associazioni
Arcigay “La Rocca” via Speciano
4 - 347/2783901 dom 20.30-22.30
www.arcigaycremona.it
La Goccia Omosessuali
credenti via De Berenzani 18/c 0372/471622 - 347/4116736 1° - 3°
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81
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sab 17 Mer 21-23 Telefono amico
FERRARA
Associazioni
Arcigay “Circo Massimo”
via Contrada della Rosa 14
0532/241419 www.circomassimo.
org [email protected]
FIRENZE
Associazioni
AGEDO Associazione Genitori di
Omosessuali 347/8269203 ven
21-22.30
Arcigay Il giglio rosa055/7874685, F 055/9393112315,
339/1143617 www.arcigayfirenze.
it, [email protected] giovani gruppogiovani@
arcigayfirenze.it, consulenza
[email protected]
Azione Gay e Lesbica via Pisana
32/34r - 055/220250 www.
azionegaylesbica.it
Ireos via Serragli 3/5 055/216907 [email protected] test
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16-19 mer 21.30-23 gruppo donne
gio 21.30
Hotel
Medici Hotel via de’ Medici 6
T. 055/284818 F. 055/216202
[email protected]
Soggiorno Gloria via Nazionale
17 - 055/288147 www.
soggiornogloria.com
Locali e Disco
Crisco via S.Egidio 43r 055/2480580 www.crisco.it
Fabrik Cruising bar via del Lavoro
19 (Calenzano) 349/8906645
tutti i giorni dalle 21:30. www.
fabrikfirenze.it
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23r
Tabasco Disco p.zza Santa Cecilia
3 055/213000 www.tabascogay.it
Y.A.G. B@R via de’ Macci 8r 055/2469022 www.yagbar.com
Radio
La casalingay Controradio 93.6 e
98.9 MHz gio 11.15
Ristoranti
Cantina Barbagianni Via S.Egidio
13 - 055/2480508 ch. dom
High Caffetteria/pub, v.dei Renai
27/A.T.055/2347082 aperto 7g su
7, lun-ven 8:30, sab-dom 12-1
Saune
Florence Baths via Guelfa 93r 055/216050 www.florencebaths.it
Altro
Extro parrucchieri via Avane 58
(Empoli)
FORLI’
Altro
Edizioni ZOE libri a tematica gay
e lesbica C.P. 7149 - 0543/473235
[email protected]
GENOVA
Associazioni
Arcigay L’Approdo c/o “Tito
Nischio” corso Torino 46/1 347/0011818
www.arcigaygenova.it tel. Amico
010/565971 mar e gio 21
Arcilesbica Le Ninfee c/o “Tito
Nischio” corso Torino 46/1 gio 21
- 010/565971 - 346/3766885
http://leninfe.altervista.org,
[email protected]
Coordinamento Nazionale FTM
340/7627302 http://ftminfoline.
tripod.com ftm@crisalide82
Pride agosto 2006
azionetrans.it
CRISALIDE AzioneTrans
promozione diritti transessuali e
transgender c/o D.S. Corso Torino
46/1 347/8105031 - 339/6845584
www.crisalide -azionetrans.it
Ufficio Nuovi Diritti CGIL via
S.Giovanni d’Acri 6 - 010/6028217
9.30-17 liguria.nuovidiritti@mail.
cgil.it
Hotel
Bel-Fast B&B via Balbi 23
- 010/2541386 - 349/3602068 3490541345 [email protected]
Locali e Disco
Aqua Club Bar Salita Salvatore
Viale 15/r 010/588489 mer-dom
21-03 (anche sauna)
Banananas v.V maggio 28,
GE Quarto T. 334/1974008,
338/3471611, donne 334/7128375,
www.banananas.it,info@
banananas.it
La Cage Bar via Sampierdarena
167/r - 010/6454555 mar-dom
22-03
Virgo Discoclub via Carzino 11/13
349/3665182 www.virgoclub.com
Ristoranti
Osteria Cesira Salita Salvatore
Viale (adiacente Aqua Club)
Saune
Aqua Club (vedi sezione Locali
e Disco)
GROSSETO
Associazioni
Arcigay “Leonardo da Vinci”
Via Parini 7/e 347/0788972 339/4409049 www.grossetogay.it
IVREA
Associazioni
Arcigay “Ottavio Mai”
via Peretti 2 - 347/0893376
- 340/8240249 www.arcigay.
it/ivrea
L’AQUILA
Associazioni
MOA Movimento Omosessuale
Aquilano c/o Arci casa delle
associazioni via del Gatto 2 339/6759228 [email protected]
LATINA
Associazioni
Collettivo di cultura
omosessuale c/o PRC p.zza
Prampolini 33 - 0773662476 mer
21-24
LIVORNO
Associazioni
AGEDO Associazione Genitori di
Omosessuali 0586/882415 lun-ven
10-19
LUCCA
Associazioni
L’Altro Volto via S.Gemma
Galgani 46 - 339/1547985 www.
altrovolto.it
Locali e Disco
HUB Disco (invernale) - Acqua20
(estivo) Via di Poggio 1 (Ponte
S.Pietro) 389/6262642 www.
hub.fm
LUGANO SVIZZERA
Associazioni
AGEDO Associazione Genitori di
Omosessuali 004191/9951794 lunven 10-18
Locali e Disco
D.Loft via Maraini 34 00411919803450 www.dloft.com
Saune
Gothic vicolo Vecchio 3
(Massagno) 004191/9675051
www.gothicsauna.com
linealesbica.it
MagnumClub Gruppo
MANTOVA
Orsi 347/4327489 www.
Locali e Disco
magnumclubitalia.com
Le Coco Cafè via Umberto I 69
Orsi Italiani C.P. 15028 - 20148
(Medole)
Milano T. e F. 02/4818685 www.
MESSINA
orsiitaliani.com orsiitaliani@
Associazioni
writeme.com
Les Marais via C.Battisti 18 Pr.I.M.O. Network Italiano (Ass.
090/6406160 - 347/3330389Hotel
Professionisti Imprenditori e
B&B Ginostra loc. Ginostra
Manager Omosessuali) via V.
(Stromboli - Eolie) 090/9811787
Colonna 19 www.primo-net.it
- 388/0426790 ginostrabb@
Recycle via Calabria 5 hotmail.com
02/37615631 ven sab dom sole
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YAG c/o IULM, c/o via Carlo Bo1,
21 Friendly
plesso1, ven h.11 www.yahulm.it/
MILANO
yag, www.yagmilano.com, info@
Associazioni
yagmilano.com
AGEDO Associazione Genitori
Gruppi sportivi
di Omosessuali via Bezzecca 3
ATOMO Associazione tennisti
- 02/54122111 - gio 14-17.30 info@ omosessuali p.zza Risorgimento 6
agedo.org www.agedo.org
www.atomoitalia.com
“Centro di Iniziativa Gay”
GATE Volley squadra di pallavolo
C.I.G. Arcigay via Bezzecca 3
347/2631440 www.gatevolley.it
- 0254122227 lun-ven 17-20
Gimgroup Atletica leggera e
gruppo cultura mer 21-23 gruppo
Fitness 339/2455200 http://
accoglienza dom 15-20 Tel. Amico
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02/541222227 lun-ven 20-23
gimgroup [email protected]
genitori gay 1° lun 21-23 www.
Gruppo Pesce - Gruppo sportivo
arcigaymilano.org
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Arcilesbica Zami c/o CDM c.so
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Garibaldi 91 02/29014027
Gruppo SCI.G Sciatori gay
Crisalide AzioneTrans c/o C.I.G. - via Bezzecca 3 328/9051559 via Bezzecca 3
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AsA - Associazione Solidarietà
Hotel
AIDS via Arena 25 - 9-19
Hotel Charly via L. settala 76 02/58107084 www.asamilano.org
02/2047190 www.hotelcharly.com
CODS - Coord. Omosessuali DS c/o [email protected]
Fed. Ds regionale via Volturno 33
Hotel Garda via Napo Torriani 21
- 02/636911 - 3398049084
T. 02/66982626 F. 02/66982576
Collettivo Donne Milanesi c.so
[email protected]
Garibaldi 91 - 02/290114027
Locali e Disco
CoMoG Coord. Moto Gay e Lesbico Afterline Discopub via
347/1959335 www.comog.it
Sammartini 25 02/6692130 tutti i
GayLib Gay e Lesbiche
giorni www.afterline.com
Liberaldemocratici 338/7554565
Alexander’s Cabaret via
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da Recanate 7 T. 02/67391224 F.
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Castro Market, www.
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Intrecci Parrucchieri via Larga 2
- 02/72022316
La Milanottica via Vitruvio 43
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Libreria Babele Galleria (“Pride”
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Viaggi via Fiamma 31 T.
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“Tit for Tat” Libreria Libertario
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Altro
Gay.tv TV Satellitare www.gay.tv
Il dito e la luna casa editrice
lesbica [email protected] C.P. 10223 F.
02/55210359
Hammam delle Rose viale
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Studio di Psicologia via Settala
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Associazioni
AGEDO Associazione Genitori di
Omosessuali 059/525391 - sab
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Arcigay Matthew Shepard via
Giardini 476/n (scala N, direz.
70) 059/342369 - 348/7669298
lun 21-23 mart 16-19 www.
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arcigay.it
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Associazioni
AGEDO Associazione Genitori di
Omosessuali
NAPOLI
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Associazioni
Circolo “Tralaltro” via S.Sofia 5
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Lesbikers 347/6021398
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LIBIDO c/o Radio Gamma 5 via
Locali e Disco
Belzoni 9 (Cadoneghe) 049/700700
Disco Underground vico S.M.
lun 18.30-20 [email protected]
dell’Aiuto 4 ven 23 - 349/6748557
Locali e Disco
Il Giardino dei Cedri via Marconi Anima bar, chiuso lun, mar, dom
(adiacenze Rai) sabato estivo
- via Vicenza 15 - 348/7264713
328/3071105
Bertelli’s via A.Gritti 3 (Ghetto)
Kontatto c/o Antica Birreria viale 347/8809766
Kennedy (Edenlandia) gio 21.30
Crocodile Pub via del Santo 93
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Slam bar gelateria pasticceria via
Oma 58 (Casale di Scodosia)
Sweet Cafè Bar via San Marco
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Ristoranti
Hosteria Padovanino via
S.Chiara 1
Nane della Giulia via S.Sofia 1
18-02
Saune
Blu Sauna via J. Avanzo 47 049/603888 www.blusauna.it
Metro Club via Turazza 19 049/8075828 14-02
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PALERMO
Associazioni
AGEDO Associazione Genitori di
Omosessuali 091/6529254 ven 1719 www.geocities.com/agedopa
Arcilesbica Lady Oscar
via E. Ximenes 95 www.
ladyoscarpalermo.it l.oscar@
katamail.com
Articolo 3, P.tta Resuttano, T.
347/0337472 (lu/me/ve/ 16:3019:30), articolo3palermo@yahoo.
it, www.articolo3palermo.org
Associazione Koinonìa
via Spezio 43 - 338/6697407
[email protected]
Articolo3, c/o Circolo Prc Vella
p.zza Resuttano 347/0337472,
[email protected]
Centro d’Arte e Cultura Gay
“Piero Montana”
via B. Mattarella 64 (Bagheria)
merc-ven 17.30-20
Locali e Disco
Chatoull’s Bar via Mazzini 1
Exit Bar p.za S.Francesco di Paola
091/6111990 - 348/7814698 21-3
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M.Stabile 140
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Emanuele 143
Libreria AltroQuando via
Vittorio Emanuele 145
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Associazioni
AGEDO
Associazione Genitori di
Omosessuali 0521/481485 - marven 20-22
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Reggio Emilia
Locali e Disco
Boy Tube giugno-settembre
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via E.Lepido 28 - 0521/483813
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0524/597204
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mer-dom 348/7249394
Sogood via Montesporno 16/b
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Ristoranti
Belvedere via Varese 1
PERUGIA
Associazioni
AGEDO Associazione Genitori di
Omosessuali 0742/651363 lungiov 9-13
Arcigay “Omphalos” via Fratti 18
- 0755/723175 www.omphalospg.
it [email protected]
Locali e Disco
Superbia Disco via Togliatti
2 (Umbertide) one night sab
347/5222333 - 334/1643245
www.superbiadisco.com
PESARO URBINO
Associazioni
Arcigay “Agorà” via Ginevra 11
- 347/5875743 - 389/9725980
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Shop
Genny Random Factory Clothing
& Entertainment v.le Carducci
202/10 (Marotta) 0721/961185
Sex Shop
Sexy Moon via Nazionale
Adriatica 21/23 (Gabicce mare) T. e
F. 0541/953608
PESCARA
Associazioni
AGEDO Associazione Genitori di
Omosessuali 085/61757 lun-marmer 14-16
Jonathan Diritti in movimento c/o
Arci - Via Palermo 41 347/6163260
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Oasi Club viale Saline 5 SS
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Phoenix via Caravaggio 109 merdom 085/73689 - 338/5252134
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arcigay.it
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Arcigay “La Giraffa” c/o CGIL
via Puccini 104 Uff. Nuovi Diritti
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Edicola Garibaldi via Garibaldi
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Amici di Tondelli www.caropier.
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via Emilia all’Ospizio 102
- 0522/332372 - 347/9723684
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Arcigay “Alan Turing” V.le
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06/5819552
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K Men’s Club v. Amato Amati 6/8
arcigay.it
06/21701268, 349/5876731 22:30Hotel
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Café via del Consiglio Regionale 11
- 093/121491 soprattutto dom 1921 [email protected]
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Associazioni
AGEDO Associazione Genitori
di Omosessuali 011/6614893 348/8078119 lun-ven 17-21
Circolo Maurice via della
Basilica 3/5 - 011/5211116 www.
mauriceglbt.org
Contatto, help line, 011/4364066
lun/mar/ven 19-21, mer/giov 17-19,
sab 15-17, www.contattoglbt.it
Coordinamento PASOLINI
c/o Pdci - via Boston 132
- 329/2238336 pasolini.pdci@
email.it
Davide e Gionata Gay credenti
- 011/889811 via Giolitti 21/a mar
21-23 davide.gionata@inwind it
EGG Associazione GLBT
dell’Università di Torino l.go
Montebello 31bis 340/2975722
[email protected]
Fondazione Archivio
“Sandro Penna” via S.Chiara
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