Elezioni Politiche 2013
LE RAGIONI DI MANTOVA
Spunti, idee
e proposte
dal mondo
del Terziario e
dell’Artigianato
Mantovano
per le Elezioni Politiche
2013
Gli spunti, le idee e le riflessioni che presentiamo in questo opuscolo costituiscono il contributo
responsabile e costruttivo che le nostre Organizzazioni intendono mettere a disposizione dei
futuri Parlamentari.
Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, attraverso le proprie espressioni
provinciali, rappresentano un mondo, quello delle MPMI dell’artigianato e del terziario, che
esprime l’80% delle attività economiche mantovane e dà lavoro ad oltre il 60% degli addetti
totali nella nostra provincia, contribuendo in modo decisivo non solo alla ricchezza di questo
territorio, ma anche alla qualità della vita di tutti i cittadini.
Ancora una volta presentiamo un modello di società che vede al centro l’impresa - e gli
imprenditori stessi, cittadini di questa provincia - e che intende sostenere una libertà di
mercato nel solco di regole certe. Un modello che coniuga le necessità del sistema
imprenditoriale e i bisogni del territorio all’insegna della solidarietà e della convivenza civile,
della valorizzazione del merito e della professionalità, della vivibilità dei nostri centri urbani.
Il futuro Parlamento, nell’affrontare le sfide decisive dei prossimi cinque anni, potrà effettuare
una precisa scelta di indirizzo politico. Con la consapevolezza che la straordinaria forza
economica della nostra provincia, ma anche dell’intero Paese, unico traino possibile per la
ripresa, è rappresentata dal lavoro di così tante micro, piccole e medie imprese e
dell’impresa diffusa.
Aiutarle a vincere la sfida della competitività, affrontando i problemi che ne ostacolano lo
sviluppo, significa liberare energie positive che permetteranno alla nostra ricca e bella provincia
di superare – finalmente – tutti i gap di varia natura che la mettono in una posizione di
svantaggio rispetto alle altre province lombarde.
Lorenzo Capelli
Ercole Montanari
Massimo Rossato
Ugo Ferrarini
LE RAGIONI DI MANTOVA
In questa breve agenda programmatica che vi consegniamo, abbiamo volutamente ricalcato il
titolo del documento condiviso a livello nazionale dalle nostre Confederazioni. Vogliamo, con
questo, sottolineare che le ‘Nostre Ragioni’, ovvero le istanze e le richieste del mondo delle
micro, piccole e medie imprese mantovane non si discostano, come anacronistiche
contrapposizioni vorrebbero far credere, dalle ragioni dell’intero territorio. Detto in altre
parole: le istanze del mondo imprenditoriale consistono nella rimozione di quelle barriere e di
quegli ostacoli che confinano il territorio mantovano in uno stato deficitario che ci rende
secondi alle realtà a noi vicine, e che penalizzano gli stessi nostri concittadini nella loro vita
quotidiana.
Parliamo di deficit infrastrutturale, di inquinamento ambientale, di carenza nei trasporti
pubblici, di gravi mancanze nella promozione turistica: problemi, che, se rimossi, non solo
agevolerebbero le nostre imprese ma l’intera comunità mantovana.
Il progresso e lo sviluppo, infatti, non si traducono solo in guadagno economico per chi fa
impresa, ma in benessere e miglioramento della qualità di vita per i cittadini.
A questo scopo, proponiamo a Voi Candidati al Parlamento una riflessione metodologica che
speriamo possa inserirsi nella vostra futura agenda programmatica.
SISMA. Gli eventi sismici dello scorso maggio hanno colpito duramente la nostra provincia:
centinaia le imprese commerciali e dell’artigianato direttamente danneggiate. E’ necessario,
anzi indispensabile per la ripartenza delle imprese terremotate e delle relative economie
locali, che si definiscano in tempi brevissimi gli strumenti per la fruizione dei contributi
pubblici e che si accorcino i tempi di elargizione dei fondi a ristoro dei danni diretti e indiretti
subiti. Molti imprenditori, nonostante le difficoltà, hanno riaperto le proprie attività
sostenendo investimenti durissimi per la ripartenza: occorre premiare questo spirito
imprenditoriale grazie al quale si sta arginando il rischio che le zone terremotate diventino
aree depresse, desertificate dal punto di vista imprenditoriale, vittime di una disoccupazione
crescente e di un impoverimento residenziale pericoloso.
CONCORRENZA SLEALE. Il patrimonio enogastronomico di Mantova è indiscutibilmente
riconosciuto da tutti, non dobbiamo disperderlo con scelte impari che indeboliscono le
potenzialità del comparto mantovano della ristorazione. Da anni evidenziamo, inascoltati, la
sofferenza delle imprese delle ristorazione che lottano contro una sorta di concorrenza sleale
dovuta al proliferare di canali alternativi alla tradizionale ristorazione, quali agriturismi,
sagre, feste di partito, circoli privati, società sportive dilettantistiche. Ben consapevoli che
tutte le forme di ristorazione concorrono ad arricchire l’attrattività e l’offerta turistica del
nostro territorio, contribuendo anche alla valorizzazione delle produzioni tipiche locali, siamo
però costretti ad evidenziare come l’esistenza di agevolazioni e minori imposizioni a favore di
alcune realtà stia minacciando fortemente la sopravvivenza di ristoranti , trattorie, pizzerie.
Parliamo di realtà che, legittimate a somministrare alimenti e bevande senza dover fare i conti
con imposte dirette o indirette e ignorando a volte ricevute e scontrini fiscali, godono di un
regime più favorevole.
Purtroppo questi fenomeni non sono avvertiti nelle realtà metropolitane quali il nostro
capoluogo di regione o le grandi città, e le nostre istanze sono rimaste per questo troppo a
lungo inascoltate, mettendo a rischio l’intero sistema dell’ospitalità locale.
TURISMO. La crisi ci sta riproponendo uno scenario all’interno del quale il turismo
rappresenta spesso la fonte principale di sostenibilità economica a livello territoriale. Il
comparto turistico è ormai da intendersi come vero e proprio distretto economico produttivo
e con questa dignità deve essere al centro di una strategia territoriale. Purtroppo sono
evidenti le mancanze in materia di promo-commercializzazione del brand Mantova. Ce lo
confermano anche i dati: uno studio di Federalberghi Mantova ha registrato nel 2012 un calo
di presenze e arrivi turistici nel mantovano del 10%, con una perdita, per le strutture ricettive
mantovane, di circa 2.600.000 euro, complice anche il perdurare della chiusura al pubblico
della Camera Picta di Palazzo Ducale. Si tratta di un comparto, quello turistico, che sconta già
da tempo la mancanza di collegamenti adeguati con Milano e con le altre province e con
l’aeroporto di Verona: come si può parlare seriamente di turismo se quest’ultimo è affidato
esclusivamente alla viabilità stradale (tra l’altro sofferente di infrastrutture adeguate)? E’
urgente dunque investire in maniera efficace nella promozione turistica dei nostri territori,
che non ha mai avuto in passato la giusta attenzione né adeguati investimenti e che ora si
presenta come strumento fondamentale in grado di garantire la sopravvivenza del comparto
mantovano dell’ospitalità e della ristorazione e favorire lo sviluppo dell’economia locale.
Serve dunque una rapida e decisa inversione di rotta che consenta di costruire celermente un
sistema di promozione ed accoglienza a rete, capace di connettere tutti gli ambiti turistici tra
loro, semplificando la gamma dei soggetti che devono gestirli e ampliando lo spettro della
nostra offerta.
Occorre un progetto turistico unitario, condiviso e concreto, in grado di darsi obiettivi di
breve e medio termine con un ritorno tangibile per quanto riguarda l’occupazione e la
ricchezza del territorio, e in cui far confluire tutte le risorse pubbliche destinate alla
promozione del territorio mantovano.
DISTRIBUZIONE COMMERCIALE. Crediamo sia sotto gli occhi di tutti come il nostro
territorio sia stato utilizzato più per soddisfare esigenze di campanile e profitto di pochi che
per un effettivo beneficio per chi vi lavora e vive. Negli ultimi dieci anni, infatti, sono stati
realizzati grandi agglomerati commerciali che contano di grandi e medie strutture in filare, a
ridosso di strade e centri abitati che si ritrovano conseguentemente più intasati. Nella nostra
provincia la grande distribuzione conta 546 metri quadrati ogni mille abitanti, il doppio della
media nazionale (228 mq) e di quella lombarda (274): cifre che denotano come la grande
distribuzione, i parchi commerciali, i grandi outlet abbiano ormai raggiunto livelli di
saturazione. Si è creato un forte disequilibrio nella distribuzione commerciale a Mantova con
un fenomeno evidente di cannibalizzazione intestina tra le diverse strutture di vendita, a
danno dei negozi di vicinato. Oggi la contrazione dei consumi si attesta, a livello nazionale,
attorno al -5.%: si riducono le vendite, e il margine di guadagno degli operatori si assottiglia
sempre più. Allora che senso ha aumentare i giocatori in campo, quando la partita è ferma?
Non ci sono più le condizioni per autorizzare l’insediamento di altre strutture di media e
grande distribuzione. Occorre invece promuovere e stimolare i piccoli insediamenti
commerciali, soprattutto nelle zone della provincia che stanno vivendo il fenomeno della
desertificazione commerciale, e sostenere i negozi già esistenti. Tutela e valorizzazione dei
centri commerciali naturali, dei negozi polivalenti, delle botteghe artigiane: è quello che
chiediamo e vogliamo.
Spetta alle Pubbliche Amministrazioni definire i criteri in materia urbanistica e in campo
commerciale con una visione di interesse più generale e con un ruolo di grandissimo rilievo
nella regolazione degli appetiti dei comuni e dei privati. A livello comunale uno strumento da
riscoprire in questa direzione è il Piano di Governo del Territorio, strumento di pianificazione
urbanistica che sta dimostrando di non tenere conto dei fattori sociali e ambientali ai quali
avrebbe invece dovuto rispondere.
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI. La nostra provincia vive un isolamento infrastrutturale
che ha pesanti ripercussioni sull’intera economia locale. Dall’epoca felice in cui il pendolino
faceva tappa nella nostra città, si è via via assitito alla soppressione di collegamenti ferroviari
ad alta velocità e a vergognose inefficienze del trasporto ferroviario ordinario. Basti pensare
al ‘distretto del legno’ attivo tra Pomponesco e Viadana, attualmente privo di collegamenti
ferroviari; ma anche alla totale mancanza di una valida rete di interconnessione tra gli
aeroporti di Brescia, Verona e Parma. Occorre recuperare il gap esistente puntando su un
adeguato sistema infrastrutturale moderno e integrato nelle sue varie componenti (stradale,
ferroviario, fluviale, aereo), intensificando il traffico su rotaia e l’intermodalità, che
costituirebbero anche una via per decongestionare le reti stradali, efficientare i trasporti e
contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico. Per quanto riguarda poi la nostra
rete stradale ordinaria, siamo a livelli da Terzo Mondo. Situazione che mette a disagio gli
automobilisti e in forte sofferenza le imprese dell’autotrasporto, costrette a lavorare in
contesti non competitivi e fortemente penalizzanti. L’esempio principe di inefficienza
infrastrutturale rimane il Ponte di San Benedetto Po. Risalente agli anni Sessanta, questo
manufatto è da oltre trent’anni oggetto di ristrutturazioni infinite. Molte le promesse da parte
dei politici di mettere la parola fine a questa vergognosa odissea, moltissime le delusioni. Il 30
novembre scorso è anche stata organizzata una manifestazione di protesta che ha coinvolto
Amministrazioni locali, cittadini e tutte le rappresentanze delle imprese (agricole, industriali e
commerciali e del terziario in genere, alcune delle quali registrano cali di fatturato del 60%)
per chiedere interventi definitivi su questa infrastruttura. Chiediamo dunque una soluzione
definitiva al problema che non può che prescindere da uno stanziamento di tanto opportune
quanto indispensabili risorse di natura pubblica ad oggi solo preventivate. Per le
infrastrutture viarie, infine, serve una valutazione di opportunità su quelle realmente
necessarie ed utili, abbandonando le diatribe in corso spesso figlie del campanilismo estremo
di pochi e dell’interesse di pochissimi.
AMBIENTE. Si intende richiamare anche la necessità di una nuova e maggiore attenzione alle
politiche ambientali per quanto riguarda la qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo in generale.
Ecco dunque che si rendono necessari interventi dal punto di vista della programmazione
della gestione delle risorse e il perseguimento di politiche innovative a supporto di uno
sviluppo sostenibile. Basta considerare le problematiche relative al polo chimico, ai turbogas,
alle centrali dislocate sul territorio, solo per citare gli esempi macroscopici, sino alla grave
carenza della rete idrica che vede ancora tragicamente numerosi comuni della provincia privi
di qualsivoglia rete acquedottistica nonostante l’aumento della presenza di arsenico nelle
falde acquifere.
ACCESSO AL CREDITO. Le micro, piccole e medie imprese incontrano maggiori difficoltà
nell’accesso al credito e alle fonti di finanziamento rispetto alle grandi imprese. Si tratta di
uno svantaggio strutturale ancor più marcato in questa fase di recessione economica
caratterizzata da una stretta creditizia senza precedenti. In particolare nell’ultimo anno il
sistema del credito nazionale ha ridotto di 32 miliardi l’erogazione di finanziamenti alle
aziende. Chiediamo dunque il rafforzamento e il sostegno dei consorzi fidi per aumentare la
loro capacità di erogare garanzie e più forza negoziale nei confronti degli istituti di credito.
Occorre anche il sostegno e la valorizzazione ulteriore del ruolo di Federfidi e del Fondo
centrale di garanzia, al fine di attivare le opportune co- e controgaranzie agli affidamenti
rilasciati dai Confidi, liberando nuove risorse a favore delle imprese.
E’ necessario poi estendere a tutti i comparti economici l’utilizzo delle risorse previste per la
lotta all’usura, valorizzando il ruolo delle Associazioni di Categoria. E’ necessario, infine,
assicurare la piena operatività agli accordi in materia di certificazione e smobilizzo dei crediti
delle imprese nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, e assicurare la compensazione
debiti-crediti PA anche per il pregresso.
CRESCITA E COMPETITIVITA’. Occorre agevolare e semplificare l’accesso delle aziende di
minori dimensioni - pur nel rispetto dei principi di concorrenza, trasparenza e non
discriminazione sanciti a livello comunitario – al mercato degli appalti pubblici applicando
concretamente le disposizioni previste dall’art. 13 dello Statuto delle Imprese. In particolare
bisognerebbe introdurre:
# un sistema premiale per le imprese localizzate nel territorio
# la suddivisione degli appalti in lotti e lavorazioni specifiche
# la suddivisione degli appalti pubblici di valore non inferiore a 500.000 euro in lotti
omogenei o eterogenei
# la fissazione di termini per la ricezione delle domande di partecipazione e delle
offerte
# l’indicazione di un numero minimo o di una quota percentuale di MPMI da invitare
alle procedure ristrette o negoziate
# la definizione di modalità di selezione premiale
E’ necessario inoltre completare la modifica della disciplina dell'attività professionale di
costruttore edile e delle attività professionali di completamento e finitura edilizia, al fine di
regolamentare un settore fondamentale come l’edilizia. L’esame di una proposta di legge in
materia è stato avviato nella scorsa legislatura, ma non si è ancora concluso. E’ anche stata
svolta una forte azione con la presentazione di emendamenti relativi ai requisiti professionali
e alla definizione dell’attività alcuni dei quali sono stati approvati.
Infine occorre completare l’adozione della disciplina sulla tracciabilità delle compravendite di
oro e di oggetti preziosi usati, al fine di prevedere specifici requisiti professionali e morali e
soprattutto di introdurre un sistema di controlli. L’esame di una proposta di legge in materia è
stato avviato nella scorsa legislatura, ma non si è concluso.
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le ragioni di Mantova - Confcommercio Mantova