Metodologia della Ricerca Sociale
a.a. 2013-2014
Procedure e strumenti di costruzione della base empirica
Approccio standard e approccio non standard
alla ricerca sociale
Nella ricerca sociale è possibile utilizzare approcci differenti a seconda
dell’oggetto di studio, delle teorie e degli studi già disponibili, dei propri obiettivi
cognitivi, ecc..
La distinzione più nota e più rilevante è quella tra:
 L’approccio standard, che segue rigorosamente un percorso ciclico
partendo dalla teoria e tornando alla teoria solo dopo le fasi di raccolta e
analisi dei dati;
 L’approccio non standard che non prevede una distinzione netta tra queste
fasi; il ritorno alla teoria può avvenire nel corso della raccolta dei dati o della
loro analisi, queste due fasi possono procedere parallelamente, ecc.; il
processo non risulta lineare, ma prevede una continua interazione tra il livello
teorico e quello empirico.
L’approccio non standard include ipostazioni anche molto differenti tra loro, accomunate dalle
differenze con l’approccio standard; per la Grounded Theory, ad esempio, la teoria e gli stessi
concetti non possono essere che l’esito finale della ricerca, non devono assolutamente
guidare le scelte del ricercatore sul campo, ma emergere nel corso dell’indagine.
Approccio standard e approccio non standard
L’approccio standard alla ricerca sociale
Teoria
Deduzione
Ipotesi
Operativizzazione
Raccolta dei dati
Organizzazione dei dati
Analisi dei dati
Interpretazione
Risultati
Induzione
Approccio standard e approccio non standard
L’approccio non standard alla ricerca sociale
Ipotesi
Analisi
dei dati
Ipotesi
Raccolta
dei dati
Raccolta
dei dati
…
Analisi
dei dati
Ipotesi
Induzione
Organizzazione dei dati
Organizzazione dei dati
Interpretazione
Interpretazione
Induzione
Induzione
Approccio standard e approccio non standard
Teoria
La costruzione della base empirica
Le caratteristiche dei due approcci appena presentati fanno si che nella maggior
parte dei casi:

l’approccio standard utilizzi tecniche di rilevazione e analisi QUANTITATIVE.

l’approccio non standard utilizzi tecniche di rilevazione e analisi QUALITATIVE.
Questo legame non è però caratterizzato dalla necessità.
Nella ricerca di sfondo, ad esempio, mentre nell’approccio standard spesso
si utilizzano tecniche qualitative (focus group, interviste in profondità, ecc..), in
quello non standard vengono utilizzate tecniche quantitative (analisi di dati
secondari di contesto, demografici, ecc.).
Approccio standard e approccio non standard
Qualità e quantità
nella costruzione della base empirica
RICERCA QUANTITATIVA
RICERCA QUALITATIVA
Disegno della ricerca
Strutturato, definito ex ante
Destrutturato, costruito in
itinere
Rappresentatività
Centrale
Irrilevante
Tecnica di rilevazione
Unica
Multiple
Strumento di rilevazione
Identico per tutti i soggetti
Modificabile da soggetto a
soggetto
Tipo di dati
Standardizzati
Non standardizzati
Matrice dei dati
Dipendente dal tipo di dati e
dalle modalità interpretative
del ricercatore
Organizzazione dei dati
Questo schema rappresenta, naturalmente, una semplificazione ma è utile per
individuare le principali differenze tra qualità e quantità nella fase della
costruzione della base empirica.
Ricerca quantitativa e ricerca qualitativa
Le tecniche di rilevazione dei dati
Le tecniche di rilevazione, cioè le procedure che un ricercatore può mettere in atto
per la costruzione della base empirica, sono riconducibili alle tre azioni elementari
che l’uomo mette in atto per analizzare la realtà sociale:
RICERCA QUANTITATIVA
RICERCA QUALITATIVA
“Osservare”
Esperimento
Osservazione partecipante
“Interrogare”
Inchieste campionarie
Interviste in profondità
“Leggere”
Analisi dei dati secondari
Analisi dei documenti
Naturalmente nessuna di queste azioni può essere utilizzata da sola: ad esempio
tanto nell’esperimento quanto nell’osservazione partecipante è difficile osservare
senza interrogare, così come nell’interrogazione risulta essenziale osservare
l’interlocutore e nella lettura interrogare le fonti.
Ricerca quantitativa e ricerca qualitativa
L’esperimento
In realtà l’esperimento nella ricerca sociale non è solo una tecnica di rilevazione,
ma un metodo vero e proprio, permette infatti:
 di affrontare direttamente la questione della relazione causale;
 di farlo sistematicamente, isolando i fenomeni oggetto di studio;
tuttavia la differenza principale tra l’esperimento e gli altri metodi è nel modo di
produrre (rilevare) i dati da analizzare.
In un esperimento il ricercatore controlla la produzione stessa dei dati, che avviene
in una situazione artificiale da lui stessa costruita allo scopo di mettere alla prova
una relazione causale:
data l’ipotesi che X sia causa di Y, se modifichiamo (artificialmente) i valori di X
per un certo numero di soggetti, tenendo costanti tutti gli altri fattori che
potrebbero causare Y, dovremmo ottenere una variazione di Y.
Le questioni centrali per la realizzazione di un esperimento sono dunque:
• la possibilità di manipolare la variabile indipendente (la causa);
• la possibilità di controllare le terze variabili (le cause rivali).
L’esperimento
Alcune distinzioni nell’approccio sperimentale
Sul campo
Esperimenti
veri e propri
In laboratorio
Approccio
sperimentale
Sul campo
Quasi esperimenti
In laboratorio
Il disegno sperimentale adottato con
riferimento all’assegnazione dei soggetti
ai gruppi permette di distinguere
gli
esperimenti (in cui l’assegnazione è
randomizzata) dai quasi - esperimenti.
L’esperimento
Il contesto in cui viene
condotto l’esperimento: una
situazione artificiale oppure un
contesto di vita reale.
L’impiego dell’approccio sperimentale
L’approccio sperimentale nelle scienze sociali viene raramente applicato
nonostante i sui vantaggi, infatti:
i. L’obiettivo di un esperimento è quello di analizzare le relazioni tra causa ed
effetto, non quello di descrivere come un dato fenomeno si presenta nella
società.
ii. Questa tecnica è applicabile solo in alcuni casi, cioè quando la “causa” può
essere manipolata dal ricercatore (ad esempio potremmo utilizzarla per
conoscere l’efficacia di una tecnica didattica, ma non per conoscere l’influenza
dell’età sulla propensione al voto).
iii. L’approccio sperimentale può essere applicato a problematiche “micro” più
che a problematiche “macro”, in ogni caso su campioni ristretti, che
rarissimamente possono aspirare a essere rappresentativi della popolazione.
I campi di studio in cui l’esperimento viene maggiormente utilizzato sono:
 la ricerca valutativa (quando gli obiettivi cognitivi si riferiscono all’effetto di una
politica, di una tecnica di insegnamento, di una campagna informativa, ecc…);
 la ricerca sui piccoli gruppi (dinamiche di interazione, effetti imitativi, ecc…);
 la ricerca psicologico-sociale (pregiudizio, obbedienza, ecc…).
L’esperimento
Un esempio… l’effetto Pigmaglione
Rosenthal e Jacobson negli anni ‘60 condussero una serie di esperimenti sulla
profezia che si autoadempie, concettualizzata a partire dal Teorema di Thomas:
«Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali,
esse sono reali nelle loro conseguenze».
Uno di questi studi venne condotto sul rapporto tra insegnante e allievo: l’ipotesi
specifica era che gli studenti delle minoranze etniche avessero un rendimento
scolastico scarso perché questo era ciò che gli insegnanti si aspettavano da loro.
Lo studio fu condotto sul campo con un disegno quasi-sperimentale.
• I ricercatori somministrarono un test di intelligenza agli alunni di una scuola alla fine
dell’anno scolastico, senza comunicarne i reali risultati agli insegnanti.
• All’apertura dell’anno scolastico successivo i ricercatori segnalarono per ciascuna classe un
20% degli alunni agli insegnanti come studenti da cui ci si poteva attendere un forte
miglioramento.
• Gli studenti segnalati erano estratti a caso.
• Nel corso dell’anno il test venne somministrato più volte: gli alunni segnalati agli insegnanti
come più promettenti miglioravano più degli altri.
Rosenthal, R., Jacobson, L. (1968). Pygmalion in the Classroom: Teacher Expectation
and Pupils‘ Intellectual Development, New York: Holt, Rinehart and Winston.
L’esperimento
L’inchiesta campionaria
Nelle inchieste campionarie (survey) le informazioni
interrogando direttamente i soggetti inclusi nel campione.
vengono
rilevate
In genere le indagini campionarie puramente descrittive vengono denominate
sondaggi, dato che lo scopo dell’inchiesta campionaria è quello di controllare
empiricamente delle ipotesi specifiche attraverso lo studio delle relazioni tra
variabili.
L’interrogazione diretta si avvale di uno strumento specifico, l’intervista, che può
caratterizzarsi diversamente a seconda delle necessità e degli obiettivi del
ricercatore:
i. può essere più o meno standardizzata;
ii. può prevedere domande e risposte più o meno strutturate;
iii. può prevedere o meno il contatto diretto con l’intervistato.
L’inchiesta campionaria
La standardizzazione delle interviste
i.
Una intervista è tanto più standardizzata quanto più rigide sono le regole
stabilite per la sua conduzione e uniformi gli stimoli:
Standardizzazione
Tipo di intervista
Esempi
Bassa
Intervista non standardizzata
Storie di vita
Media
Intervista parzialmente
standardizzata
Interviste in profondità o
focalizzate
Alta
Intervista standardizzata
Intervista con questionario
Nelle inchieste campionarie si utilizza l’intervista con questionario, anche se
non sempre con il massimo grado di standardizzazione, a volte infatti si prevede
di modificare l’ordine delle domande o la loro formulazione in casi specifici, ad
esempio nei casi in cui gli intervistati si trovino in difficoltà o siano in imbarazzo
Gli altri tipi di intervista ricadono invece tra le tecniche di rilevazione qualitativa,
proprio in ragione della scarsa standardizzazione che le caratterizza.
L’inchiesta campionaria
La strutturazione delle domande
ii.
Una domanda è tanto più strutturata quanto più nella sua formulazione è
determinato non solo l’interrogativo ma anche le alternative di risposta tra cui
l’intervistato può scegliere.
Strutturazione
Tipo di domande
Esempi
Bassa
Domande aperte
Qual è la sua opinione sull’esito delle ultime elezioni?
Media
Domande aperte,
domande chiuse e
domande semichiuse
Per quale ragione si è iscritto alla facoltà di Scienze della
Comunicazione?
1. Per interesse circa le materie di studio
2. Per le prospettive occupazionali
3. Per esclusione
4. Altro (specificare_______________________)
Domande chiuse
Quanti libri ha letto negli ultimi sei mesi?
1. Nessuno
2. Uno
3. Meno di cinque
4. Da cinque a dieci
5. Più di dieci
Alta
L’inchiesta campionaria
Il contatto con gli intervistati
iii. Il contatto con gli intervistati durante l’interrogazione può essere diretto,
indiretto o del tutto assente. Le scelte circa la formulazione delle domande e la
struttura del questionario devono essere fatte alla luce di questa caratteristica.
Tipo di contatto
Diretto
(uditivo e visivo)
Indiretto
(solo uditivo)
Assente
Tipo di intervista
Intervista faccia a
faccia
Supporto
Cartaceo
Informatico
CAPI Computer Assisted Personal
Interview
Cartaceo
Intervista telefonica
Informatico
Questionario
autosomministrato*
CATI Computer Assisted
Telephone Interview
Cartaceo
Informatico
CAWI Computer Assisted Web
Interview
* Nel caso dei questionari autosomministrati non si parla di intervista pur trattandosi di una
interrogazione, perché manca l’interazione diretta con l’intervistatore.
L’inchiesta campionaria
La formulazione delle domande
La formulazione delle domande è cruciale nella realizzazione di una indagine
campionaria, se infatti la domanda è formulata male può dare luogo a specifiche
distorsioni che riducono l’affidabilità e la validità dei dati rilevati:
domande sovra-determinate:
Condivide l’opinione di molti scienziati secondo gli antibiotici dovrebbero
essere utilizzati più responsabilmente?


desiderabilità sociale e acquiescenza;
mancanza di opinione;
domande sotto-determinate:
Qual è la sua opinione sul rapporto tra giovani e lavoro?


domande curvilinee:
Il problema dell’immigrazione richiede un intervento volto a migliorare le condizioni della
popolazione nei Paesi di origine?
domande doppie:
L’ultimo libro che ha letto era avvincente e ben scritto?
domande intrusive:
A quanto ammonta il suo stipendio?
 domande obtrusive:
Lei fa uso di droghe?
L’inchiesta campionaria
Le modalità di risposta
La predisposizione delle modalità di risposta richiede la stessa cura della
formulazione delle domande, anche in questo caso eventuali errori o distrazioni
possono dare luogo a specifiche distorsioni, dunque ridurre l’affidabilità e la validità
dei dati rilevati, in particolare:
 desiderabilità sociale e acquiescenza;
 effetto primacy ed effetto recency;
 response set.
La sequenza delle domande
L’ordine in cui le domande vengono sottoposte all’intervistato ha una sua
importanza, infatti bisogna tenere conto:
1. della dinamica relazionale tra intervistatore e intervistato, le prime domande
devono mettere a suo agio l’intervistato, essere semplici e fattuali;
2. del livello di interesse e di stanchezza dell’intervistato, è consigliabile lasciare
alla fine le domande più noiose ma anche più semplici (genere, età, ecc..);
3. della sequenzialità dell’intervista, dunque le domande dovrebbero seguire un
filo logico, evitando i salti di soggetto o di tempo;
4. dell’effetto di contaminazione che fa si che la risposta sia influenzata dalle
risposte (per una questione di coerenza) e/o dalle domande (per una questione
di interpretazione) che l’hanno preceduta.
L’inchiesta campionaria
Un esempio… Personal Influence
Katz e Lazarsfeld negli anni ‘50 condussero una ricerca, in seguito pubblicata con il
titolo Personal Influence, mirata a studiare le intersezioni tra la comunicazione
impersonale e la comunicazione di massa.
In uno studio precedente (The People’s Choice, 1944) Lazarsfeld aveva individuato
l’effetto dell’opinion leadership sul comportamento di voto, e in questo nuovo studio
l’ipotesi centrale era che il flusso di comunicazione dai mass media agli individui
non fosse immediato, ma stabilito indirettamente tramite l’influenza personale di
opinion leaders.
La ricerca è stata condotta a Decatur, una cittadina di medie dimensioni nel middlewest, su un campione di 800 donne. Il campione fu intervistato due volte, in giugno
e agosto, e nella seconda rilevazione furono intervistate anche alcune delle persone
designate dalle donne campionate come influenzate o influenti in riferimento alle
aree interessate dall’indagine (furono realizzate all’incirca altre 650 interviste).
Le principali aree di indagine riguardavano:
I.
II.
III.
IV.
L’acquisto degli oggetti d’uso domestico
La moda (vestiti e cosmetici)
La scelta e l’opinione sugli spettacoli cinematografici
La formazione delle opinioni su questioni di interesse pubblico.
L’inchiesta campionaria
Un esempio… Personal Influence
L’intervista prevedeva una serie di domande per rilevare:
• se le avessero preso o cambiato una decisione rispetto a ciascuna delle quattro aree
individuate;
• quali mass media e/o quali individui le avessero influenzate.
L’indagine rilevò che gli opinion leaders in genere sono più esposti ai mass media, e che
tendenzialmente risultano simili alle persone che influenzano rispetto a una serie di
caratteristiche (demografiche, sociali, economiche, riferibili alla personalità o agli interessi).
I risultati principali dell’indagine furono la
conferma empirica dell’ipotesi sul flusso
della
comunicazione
(l’influenza
dell’interazione con gli opinion leaders
risultava più determinante di quella dei
mass media) e l’elaborazione della teoria
del
flusso
a
due
fasi
della
comunicazione.
Katz H., Lazarsfeld P., (1955). Personal Influence. New York: Free Press.
L’inchiesta campionaria
L’analisi secondaria
L’analisi secondaria consiste nell’utilizzo per i propri scopi di indagine, di una
base empirica già predisposta e disponibile come matrice dei dati.
I dati, già raccolti e resi disponibili:
 devono essere organizzati in modo sistematico
 possono riferirsi a unità di analisi individuali o aggregate
 possono provenire anche da più fonti statistiche
 vengono utilizzati per rispondere a interrogativi di ricerca indipendenti da
quelli per cui erano stati progettati.
L’analisi secondaria pur non prevedendo una vera e propria raccolta dei dati, è
una modalità di costruzione della base empirica: si tratta infatti di selezionare i
dati rilevanti da una base di informazioni disponibili, valutare la loro
adeguatezza rispetto ai nostri scopi e ri-organizzarli in modo tale da poter
sottoporre a un controllo empirico le nostre ipotesi.
L’analisi secondaria
L’analisi secondaria: vantaggi e limiti
L’analisi secondaria presenta dei notevoli vantaggi:
•
•
•
permette di risparmiare sul costo della costruzione della base empirica;
permette di utilizzare dati già validati dalla comunità scientifica;
permette la realizzazione di indagini di ampio respiro anche con risorse
economiche limitate;
tuttavia:
•
•
non permette un controllo sulla costruzione del dato, cioè sulle fasi di:
• operativizzazione delle variabili;
• rilevazione dei dati;
• organizzazione della base empirica;
limita gli interrogativi di ricerca a quelli che possono essere controllati sulla
base dei dati già disponibili.
L’analisi secondaria
Un esempio… Il suicidio
Il Suicidio di Durkheim (1897) è forse la più nota indagine sociologica condotta su
dati secondari, oltre che la prima ad applicare tecniche statistichw. La tematica del
suicidio fu scelta perché si trattava di un problema attuale, semplice da definire e su
cui erano disponibili diverse statistiche.
Durkheim non intende studiare il suicidio come atto individuale, ma come fatto
sociale, dunque l’oggetto del suo studio sarà il tasso di suicidi, per diversi paesi e
per diversi periodi.
Il legame tra il tasso di suicidi e le sue “cause sociali” viene analizzato confrontando
l’incidenza dei suicidi nelle diverse categorie individuabili in base alla religione, allo
stato civile e alle condizioni politico-economiche della società.
L’ipotesi del suicidio come fatto sociale viene confermata e Durkheim individua tre
tipi di suicidio:
• Altruistico, conseguenza di una coesione sociale troppo elevata;
• Egoistico, conseguenza di una coesione sociale troppo bassa;
• Anomico, conseguenza della mancanza o del cambiamento improvviso dei riferimenti
normativi e valoriali nella società.
Durkheim E. (1897) Le suicide. Etude de sociologie, Paris: Alcan.
L’analisi secondaria
L’osservazione partecipante
L’osservazione partecipante prevede che il ricercatore osservi direttamente la vita
dei soggetti che intende studiare, prendendone parte (partecipando).
Si tratta di una strategia di ricerca in cui il ricercatore si inserisce in un gruppo
sociale:
•
•
•
•
in maniera diretta
Osservazione
per un periodo di tempo sufficientemente prolungato
nel suo ambiente naturale
Partecipazione
instaurando rapporti di interazione personale con i suoi membri
allo scopo di descriverne le azioni e comprenderne tramite l’immedesimazione le
motivazioni.
Questa tecnica prevede l’immersione nel contesto sociale oggetto di studio, il
ricercatore vive come e con i soggetti, ne condivide la quotidianità, le interroga, le
osserva al fine di comprendere le loro motivazioni all’agire e la loro visione del
mondo.
L’osservazione partecipante
I campi di applicazione
L’osservazione partecipante mira alla ricostruzione di una “visione dall’interno” di
un fenomeno sociale e risulta particolarmente utile quando:
• si conosce poco del fenomeno oggetto di studio (ad esempio si tratta di un
nuovo genere di movimento politico);
• esistono forti differenze tra il punto di vista interno al gruppo e quello esterno
(come nel caso di specifiche sotto-culture);
• il fenomeno si svolge normalmente in privato (ad esempio la vita familiare);
• il fenomeno normalmente viene occultato (è il caso dei comportamenti devianti).
Le scelte da effettuare
Nel caso dell’osservazione partecipante le scelte da compiere sono relative a:
• l’opzione tra osservazione palese o dissimulata;
• la possibilità di utilizzare informatori o mediatori;
• cosa osservare;
• come registrare le informazioni;
• come analizzare i dati raccolti.
Vale la pena ricordare che qui non siamo di fronte a una procedura lineare e che,
fatta salva la scelta tra osservazione palese o dissimulata tutte le altre scelte
possono essere più volte riviste e modificate nel corso della ricerca.
L’osservazione partecipante
Un esempio… Street corner society
Street Corner Society di White (1943) fece del suo autore un pioniere
dell’osservazione partecipante in un ambito sociologico. L’intento iniziale di White
era quello di studiare il fenomeno del racket, per questo decise di studiare un
quartiere di Boston abitato da immigrati italiani: “Cornerville”.
L’osservazione di White fu palese e il suo ingresso sul campo fu facilitato dal
contatto con un giovane disoccupato, nato nel quartiere e conosciuto da tutti, che gli
permise di inserirsi nella comunità e di partecipare attivamente alla vita sociale. Si
stabilì nel quartiere vivendo presso una famiglia italiana, i Martini, e imparò l’italiano.
La partecipazione di White alla vita della comunità fu tale da fargli affermare che da
osservatore partecipante stava diventando un partecipante che non osserva.
I risultati sono esposti con uno stile narrativo che non si limita ad esporre le
evidenze emerse, ma permette di ricostruire l’intero percorso della ricerca.
Il contributo di questa indagine allo sviluppo della teoria sociologica è riferibile
soprattutto allo studio dei piccoli gruppi e della leadership.
White W.F. (1943) Street corner society, Chicago: University of Chicago Press.
L’osservazione partecipante
L’intervista “qualitativa”
Per intervista qualitativa intendiamo tutti i tipi di intervista non standardizzata e
non strutturata che si configurano come conversazioni:
 provocate dall’intervistatore
 rivolte a soggetti selezionati sulla base di un piano di rilevazione
 aventi finalità di tipo conoscitivo
 guidate dall’intervistatore
 sulla base di uno schema flessibile di interrogazione.
Esistono diversi tipi di intervista qualitativa ma sono accumunati da alcune
differenze con le tecniche di intervista utilizzate per le indagini campionarie:
• l’assenza di standardizzazione;
• la finalità di comprensione oltre che di documentazione;
• attenzione ai concetti e alle ipotesi dei soggetti oltre che a quelli dei ricercatori;
• la mancanza di aspirazione alla rappresentatività nella selezione dei soggetti.
L’intervista qualitativa
Alcuni tipi di intervista non standardizzata
Intervista ad osservatori privilegiati: si tratta di una intervista non standardizzata e in
genere poco strutturata, mirata a interrogare soggetti che pur non facendo parte del
fenomeno studiato ne hanno una conoscenza approfondita avendo su di esso una posizione
privilegiata di osservazione.
Intervista di gruppo o focus group: è una tecnica di rilevazione basata sulla discussione tra
un piccolo gruppo di persone, alla presenza di uno o più moderatori, focalizzata su un
argomento specifico che il ricercatore intende indagare in profondità. Il moderatore, seguendo
una traccia più o meno strutturata, propone degli “stimoli” (di tipo di verbale: domande dirette,
definizioni, associazioni; o visivo: fotografie, disegni, filmati). ai partecipanti e dalle risposte a
questi stimoli scaturisce (o dovrebbe scaturire) la discussione. L’interazione che si crea tra i
partecipanti, contribuisce a mettere in luce le diverse posizioni, le opinioni e gli eventuali
conflitti in misura più consistente rispetto ad altre tecniche di rilevazione.
Storia di vita: si tratta di un intervista del tutto non-strutturata e non standardizzata in cui
l’intervistato viene lasciato libero di narrare la propria vita o eventi specifici. L’intervistatore ha
il compito di approfondire alcune tematiche e stimolare il ricordo senza però introdurre
direttamente le tematiche nella conversazione e seguendo la narrazione dell’intervistato.
L’intervista qualitativa
Un esempio… Middletown
Middletown è uno studio realizzato negli anni ‘30 sulla base di un disegno
complesso. Lo scopo dell’indagine era studiare utilizzando un approccio
antropologico una comunità americana selezionata come rappresentativa della
media (di qui “Middletown”).
Le tecniche utilizzate dai Lynd per la rilevazione dei dati andavano dall’osservazione
all’analisi di documenti e dati secondari, tuttavia le interviste svolsero un ruolo
fondamentale.
I Lynd utilizzarono per la raccolta delle informazioni (oltre che la registrazione ex
post delle conversazioni casuali) due tecniche di intervista:
• l’intervista a testimoni privilegiati (realizzate quando i ricercatori conoscevano da mesi gli
intervistati, della durata di circa quattro ore e mirate a raccogliere informazioni su questioni
specifiche);
• l’intervista in profondità (progettata in maniera differente a seconda dell’interlocutore, diretta
alle mogli di operai oppure a quelle degli uomini di affari, della durata di due o tre ore).
Le interviste servirono a confermare alcune delle ipotesi emerse nel corso dell’indagine.
Lynd R.S., Lynd H.M. (1937). Middletown a study in contemporary American Culture. Harcourt: Brace.
L’intervista qualitativa
L’analisi dei documenti
L’analisi dei documenti prevede l’utilizzo, come base empirica, di materiale
informativo prodotto indipendentemente dall’azione del ricercatore.
I documenti possono essere:
• privati (lettere, diari, autobiografie), detti anche espressivi;
• pubblici (discorsi, documenti aziendali, verbali di processi, articoli di
giornale), detti anche istituzionali;
I vantaggi dell’analisi dei documenti sono:
 la non reattività delle informazioni (i dati cioè non risentono dell’interazione tra
ricercatore e oggetto di studio);
 la possibilità di rilevare informazioni sul passato (mentre interrogando un
soggetto sulle sue opinioni passate il rischio di ottenere informazioni
inattendibili è elevato leggendo una lettera o un diario potremmo rilevare le
stesse informazioni senza rischiare che siano distorte dal ricordo).
L’analisi dei documenti
Un esempio… Il contadino polacco
The Polish Paesant in Europe and America di Thomas e Znaniecki aveva l’obiettivo
di studiare gli effetti dell’immigrazione in America sui valori e sugli atteggiamenti dei
contadini polacchi.
Il materiale empirico utilizzato consisteva in lettere personali (circa 754), documenti
prodotti da associazioni e istituti (come la United Charities), infine l’autobiografia di
un giovane immigrato su richiesta degli autori (molto discussa).
L’analisi del materiale empirico di Thomas e Znaniecki è una delle più dibattute nella
storia della sociologia per la mancanza di trasparenza nella sua rendicontazione e
nell’esposizione delle procedure utilizzate, ciononostante è estremamente feconda
sul piano teorico.
Non solo l’indagine fornì delle evidenze circa gli obiettivi cognitivi su valori e atteggiamenti
degli immigrati (crescita di individualismo, edonismo e ricerca del successo, conflitto con i
vecchi valori e conseguente disorganizzazione sociale), ma condusse alla messa a punto del
concetto di “definizione della situazione” e del così detto Teorema di Thomas.
Thomas W.I., Znaniecki F., (1918) The Polish Peasant in Europe and America,
Chicago: University of Chicago Press.
L’osservazione partecipante
L’esito della raccolta: i dati
Le tecniche di rilevazione mirano alla costruzione di una base empirica che
permetta il controllo, l’affinamento o l’emersione di ipotesi di ricerca. A seconda
della tecnica utilizzata si ottengono dati con caratteristiche differenti che vanno
organizzati diversamente perché sia possibile analizzarli.
CARATTERISTICA DEI DATI
RICERCA QUANTITATIVA
RICERCA QUALITATIVA
Standardizzazione
Alta
Bassa
Confrontabilità
Alta
Bassa
Profondità
Bassa
Alta
Soggettività
Bassa
Alta
Organizzazione dei dati Matrice dei dati
Griglia concettuale
Ottica dell’analisi
Per variabili
Per soggetti
Obiettivo dell’analisi
Spiegare la variabilità
Comprendere i soggetti
I dati
Scarica

10.52.36_B2_Costruzione della base empirica