Lezioni di Storia del Diritto Romano
La fondazione di Roma
di
Gianfranco
Purpura
Romolo e Remo allattati dalla lupa. Aventicum (Svizzera).
I/II sec. d.C.
Atena Tritonia.
Lavinio
V sec. a.C.
•Utuse = Odisseo
•Romulus = Rumele
•Rumathe - Ruma
Enea, Anchise
ed Ascanio.
Veio.
V sec. a.C.
Un dipinto su di
una parete di un
santuario a Çatal
Hüyük raffigura
intorno al 6200 a.C.
il vulcano in
eruzione che
probabilmente
finirà per
distruggere la citta.
Il doppio cono
vulcanico
dell’Hasan
Dağ (3253 m.)
domina
la pianura di
Konya
ed il sito protourbano
di Çatal Hüyük
(6500/5600).
Il Palazzo di Mallia
a Creta
(1650/1450 a.C.)
D. 7, 4, 21, 3 (Modestino):
Si ususfructus civitati legetur et aratrum in ea
inducatur, civitas esse desinit, ut passa est
Carthago, ideoque quasi morte desinit habere
usum fructum.
Livio I, 8, 1:
Rebus divinis rite perpetratis vocataque ad
concilium multitudine, quae coalescere in
populi unius corpus nulla re praeterquam
legibus poterat, iura dedit.
Palatino
550 – 530 a.C.
600 a.C.
675 a.C.
spazio libero (p o m o e r i u m ?)
730 - 720 a.C.
Scavi Carandini, 1984
La Regia rinvenuta da A. Carandini nel 2004
nell’area del primitivo Santuario di Vesta nel Foro.
Tazza
del deposito
di
fondazione.
Seconda
metà
dell’VIII
sec. a.C.
Fossa di fondazione di una delle due colonne
lignee dell’ingresso alla sala cerimoniale.
Varrone I, 10, 2:
Bina iugera (mezzo ettaro) quod a Romulo
primum divisa dicebatur viritim, quae heredem
sequerentur, heredium appellarunt.
Servio IV, 58:
…ex agrorum divisione nata sunt iura.
Gaio Veronese: foglio 122 recto e verso
Gai Lib. IV, 131-133
Gai Lib. IV, 133-134
PSI 1182 (metà del IV d.C.)
Gaio III, 154 a - b: Ma la società della quale
parliamo, cioè quella che si contrae in base
al nudo consenso, è di diritto delle genti;
pertanto in base alla ragione naturale esiste
tra tutti gli uomini. V’è di poi un altro genere
di società proprio dei cittadini romani. Un
tempo, infatti, morto il padre della famiglia
tra i suoi eredi si instituiva una società
legittima e al tempo stesso naturale, che si
chiamava ercto non cito, cioè dominio non
diviso: erctum infatti significa dominio,
donde erus s’intende padrone; ciere è quindi
dividere: donde diciamo tagliare, secare e
dividere. Altri che volevano avere la
medesima società la potevano ottenere
presso il pretore con una legis actio apposita.
In tale società di fratelli e di altri, che
avessero costituito la società a modello dei
sui, ciò era caratteristico: che la liberazione
di un servo comune da parte di uno dei soci
rendeva il servo liberto di tutti: del pari nella
mancipatio della cosa comune da parte di
uno solo, colui il quale riceveva a mancipio…
D. 10.2.1 pr. (Gai 7. ad ed. prov.):
Haec actio proficiscitur e lege XII
tabularum: namque coheredibus
volentibus a communione discedere
necessarium
videbatur
aliquam
actionem constitui, qua inter eos res
hereditariae distribuerentur.
Gai 4.17 a: …de hereditate dividenda
eadem lex (scil. XII tab.) per iudicis
postulationem agi iussit.
Gellio I, 9, 12: …et coibatur societas
inseparabilis tamquam illud fuit anticum
consortium, quod iure atque verbo
Romano appellabatur ercto non cito.
Questa
azione
(a.
familiae
erciscundae) nasce dalla legge delle
XII tavole: infatti ai coeredi che
volevano uscire dalla comunione
sembrava
necessario
fornire
un’azione che distribuisse tra loro le
cose ereditarie.
…per la divisione dell’eredità la
medesima legge (s’intende delle XII
tav.) dispose che si agisse per iudicis
arbitrive postulationem
…e
si costituiva la società
inseparabile, come quell’antico
consorzio, che in base al ius ed alla
lingua romana si chiamava ercto non
cito.
Liber De Asse § 1:
Quicquid unum est et quod ex integrorum divisione remanet assem
ratiocinatores vocant.
D. 1, 2, 2, 1
(Pomponio,
Liber singulari
Enchiridii):
Et quidem initio
civitatis nostrae
populus sine lege
certa, sine iure
certo primum agere
instituit: omniaque
manu a Regibus
gubernabantur.
Postea aucta ad
aliquem modum
civitate, ipsum
Romulum traditur
populum in triginta
partes divisisse…
INVESTITURA REGIA
(Auspicia ad patres redeunt)
Creatio dell’interrex
Inauguratio del collegio degli auguri
Lex curiata de imperio
PRQ = POPULUS ROMANUS QUIRITES
Cicerone, De Republica II, 23 – 24:
Ergo, inquit Scipio, cum ille Romuli senatus, qui constabat ex optimatibus,
quibus ipse rex tantum tribuisset, ut eos patres vellet nominari patriciosque
eorum liberos, temptaret post Romuli excessum, ut ipse regeret sine rege rem
publicam, populus id non tulit desiderioque Romuli postea regem flagitare non
destitit; cum prudenter illi principes novam et inauditam ceteris gentibus
interregni ineundi rationem excogitaverunt, ut, quoad certus rex declaratus
esset, nec sine rege civitas nec diuturno rege esset uno nec committeretur, ut
quisquam inveterata potestate aut ad deponendum imperium tardior esset aut
ad optinendum munitior. Quo quidem tempore novus ille populus vidit tamen
id, quod fugit Lacedaemonium Lycurgum, qui regem non deligendum duxit, si
modo hoc in Lycurgi potestate potuit esse, sed habendum, qualiscumque is
foret, qui modo esset Herculis stirpe generatus; nostri illi etiam tum agrestes
viderunt virtutem et sapientiam regalem, non progeniem quaeri oportere.
Cicerone, De Republica
II, 23 – 24: Il senato
romuleo…cercò, dopo la morte di Romolo, di governare
senza un re, ma il popolo non lo sopportò e anche in
seguito non smise di chiedere un re, per il rimpianto
che aveva per Romolo; allora quei nobili escogitarono
saggiamente un sistema nuovo e mai visto dagli altri
popoli, per il quale veniva istituito un interregno in
modo che, in attesa della nomina di un re definitivo, la
città non fosse priva di un re… E dunque…quel giovane
popolo capì quello che era sfuggito allo spartano
Licurgo, che pensò non di scegliere un re … ma di
accettarlo chiunque egli fosse, purchè originario della
stirpe di Eracle; invece i nostri avi, sebbene allora
fossero ancora rozzi, videro che in un re bisognava
cercare il valore e la saggezza, non la nascita.
FUNZIONI DEI COMITIA CURIATA
Detestatio sacrorum
Adrogatio
Testamentum calatis comitiis
Cooptatio
Lex curiata de imperio
Nomina degli ausiliari del re
Leges regiae
Legis actio
Plinio: Nat. Hist. XXXV, 43, 152:
Sunt qui in Samo primos omnium plasticen invenisse
Rhoecum et Theodorum tradant multo ante Bacchiadas
Corintho pulsos, Damaratum vero ex eadem urbe profugum,
qui in Etruria Tarquinium regem populi Romani genuit,
comitatos fictores Euchira, Diopum, Eugrammum; ab iis
Italiae traditam plasticen.
Alcuni autori ritengono che l’arte del modellare sia stata inventata
da Reco e Teodoro di Samo, lungo tempo prima dell’espulsione
dei Bacchiadi da Corinto (581-580 a.C.) e che invero Demarato,
che in Etruria divenne il padre di Tarquinio, re del popolo romano,
quando fu bandito dalla stessa città, fu accompagnato dai
modellatori Eucheir (dalla bella mano), Diopos (il sorvegliante),
Eugrammo (che ben traccia) ed essi introdussero l’arte del
modellare in Italia.
Camarina. Antefissa fittile. Inizi del VI sec. a.C.
Coppa da Vulci.
“Aule Viipinas naplan”.
V sec. a.C.
Tomba François
a Vulci,
rinvenuta nel 1857
(IV sec. a.C.)
Ciclo troiano
Ciclo etrusco
Ricostruzione dell’atrium della tomba François a Vulci.
Mastarna libera Caile Viipinas, Aule Viipinas contro Venthi Caules, unico con corazza e scudo, Marce
Camitlnas cattura Cneve Tharquinies Rumach.
Pyrgi. Antefissa raffigurante un
personaggio con il capo circondato
dalle fiamme.
Roma al tempo di Servio Tullio
con le quattro tribù urbane,
il pomoerium e le mura
Bitalemi (Gela). Deposito di aes rude con un frammento
di aes signatum (560 – 540 a.C.)
Lingotti
di rame
del II
millennio
a.C.
dal
relitto di
Ulu Burun
(Turchia)
Lidia.
Prime monete d’oro ed argento.
Circa 550 a.C.
Alicarnasso (?).
Moneta di elettro:
Sono il segno di Phanes.
Circa 600 a.C.
Sardi
Prime monete d’oro ed argento.
Circa 550 a.C.
Ricostruzione della testa
dell’occupante
il tumulo di Mida (740/700),
effettuata in base al teschio.
Valva di
matrice
per
fusione di
tessere
plumbee
Stipes
In etrusco,
retrogrado:
Araz
Silqetenas
Spurianas
(nome e
gentilizi)
Un symbolon
dalla Roma di
Tarquinio Prisco
(fine VII-inizi VI
sec. a.C.)
Montlaurès (Museo di Narbona).
Symbolon in corallo.
Symbolon da Monte Iato
(Palermo).
Anello d’oro spezzato dal
relitto di Ulu Burun.
XIV sec. a.C.
Tessere di ospitalità.
II sec a. C.
Tesserae
hospitales
Delfini in bronzo da Olbia. IV sec. a.C.
Agrigento e Imera.
Bronzo. 425 a.C.
Monete romana in
bronzo. Inizi III sec. a.C.
Monete romane
in bronzo fuso
e in bronzo ed
argento coniati.
240 a.C. circa.
Barra romana in oro della fine del IV sec. d.C. Flavianus governatore, Lucianus saggiatore.
Kronstadt, Romania (1887).
Lamine di Pyrgi. Fine VI sec. a.C.
“Alla Signora Astarte. Questo è il luogo sacro che ha fatto e che ha dato Thefarie Velianas,
regnante su Caere , nel mese del sacrificio al sole, come dono nel tempio.
E l’ho costruito perché Astarte ha richiesto (?) ciò da me, l’anno terzo del mio regno,
nel mese di Kerer, nel giorno del seppellimento della divinità.
E gli anni della statua della divinità nel suo tempio siano tanti anni come queste stelle.
Livio, I,
Anfora etrusca ad Imera.
Necropoli contrada Pestavecchia
(VI/V sec. a.C.).
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003 La fondazione