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RISPOSTE AL QUESTIONARIO PER IL COMMISSARIO DELEGATO
DALIA GRYBAUSKAITË
PARTE A – DOMANDE GENERALI
I Dati personali e professionali
1. Quali sono gli aspetti della sua esperienza professionale che ritiene
rivestiranno particolare importanza nel quadro delle sue future funzioni di
Commissario?
La mia esperienza professionale corrisponde a quanto richiesto a un membro della
Commissione europea. Sebbene io abbia una maggiore competenza nel settore
finanziario, la mia esperienza mi rende fiduciosa di poter contribuire attivamente al
conseguimento degli obiettivi comuni europei.
In primo luogo, ho una considerevole esperienza in funzioni direttive
nell’amministrazione pubblica, aspetto utile e necessario per il perseguimento
dell’efficacia in qualsiasi ambito. Lavorare in gruppo mi ha sempre aiutata a ottenere
risultati nei settori di mia competenza.
In secondo luogo, a partire dal 1991 mi sono attivamente occupata di questioni
comunitarie: l’accordo di libero scambio UE-Lituania, trasformato in seguito in
accordo europeo, e ad altre questioni relative al recepimento della normativa
comunitaria o a problematiche finanziarie.
In terzo luogo, ritengo che la conoscenza dell’economia e della finanza rappresenti un
vantaggio nell’affrontare qualsiasi sfera della vita pubblica.
In quarto luogo, i miei compiti di ministro delle finanze e nel contempo di
coordinatore nazionale degli aiuti mi hanno consentito di acquisire conoscenze nella
maggior parte dei settori della vita pubblica, compresi i programmi educativi europei,
l’economia e la società in generale.
Infine, l’economia e la finanza non andrebbero considerate disgiunte da istruzione e
cultura: le decisioni economiche influiscono chiaramente sulla possibilità di
conseguire obiettivi prioritari nel settore dell’istruzione e della cultura, mentre
un’efficace applicazione di decisioni relative a questo ambito contribuisce a rafforzare
globalmente la concorrenzialità dell’UE e gli obiettivi della strategia di Lisbona.
II Indipendenza
2. Come concepisce il suo obbligo di essere indipendente nell’esercizio delle
funzioni di Commissario e come vede concretamente la traduzione in pratica di
tale obbligo?
–1–
Intendo rispettare l’obbligo di cui al paragrafo 2 dell’articolo 213 del trattato che
istituisce la comunità europea. In base a tale disposizione “i membri della
Commissione esercitano le loro funzioni in piena indipendenza nell’interesse generale
della Comunità. Nell’adempimento dei loro doveri, essi non sollecitano né accettano
istruzioni da alcun governo né da alcun organismo. Essi si astengono da ogni atto
incompatibile con il carattere delle loro funzioni.” La stessa disposizione stabilisce
inoltre che “i membri della Commissione non possono, per la durata delle loro
funzioni, esercitare alcun'altra attività professionale, rimunerata o meno.” Sottoscrivo
pienamente questi principi e prenderò tutte le precauzioni necessarie per evitare
possibili conflitti di interessi nell’adempimento delle mie funzioni.
3. Quale importanza riveste per lei l’interesse nazionale?
Gli interessi nazionali sono sempre stati importanti per me. Naturalmente penso che
questi interessi siano strettamente legati agli interessi comuni europei e non vedo
contraddizioni tra i due. So che un commissario non è un rappresentante dello Stato
membro e sono pronta a lavorare nell’interesse generale dell’Unione e ad essere
completamente indipendente nell’esercizio delle mie funzioni. In quanto Commissario
non solleciterò né accetterò istruzioni da alcun governo, tuttavia ritengo che possa
essere importante e necessario spiegare e chiarire al collegio dei Commissari alcune
questioni nazionali sensibili.
4. Ha una posizione o una funzione attiva in un partito politico? È disposta ad
abbandonarla se sarà nominata Commissario?
Non sono iscritta ad alcun partito politico, politicamente sono quindi indipendente.
5. Ha, o ha avuto nel passato recente, interessi commerciali o finanziari o
impegni di altro tipo che potrebbero essere incompatibili con le sue funzioni di
Commissario?
Non ho interessi commerciali o finanziari, né altri impegni che porrebbero essere
incompatibili con le mie funzioni di Commissario. Intendo tuttavia comunicare tutti i
miei impegni ai fini di una completa trasparenza.
III Futuro dell’Unione europea
6. Voglia descrivere la sua visione dell’integrazione europea. Ritiene che il
progetto di Costituzione elaborato dalla Convenzione sul futuro dell'Europa
consentirà all’Unione ampliata di funzionare con efficacia?
Vedo il futuro dell’Unione europea prospero, armonioso, competitivo e improntato ai
principi della solidarietà e della sostenibilità. Tutti questi obiettivi non possono essere
raggiunti senza un’ulteriore integrazione in materia di libertà, sicurezza, giustizia e in
altri settori. Sebbene sia evidente che alcuni settori di attività rimarranno di
competenza degli Stati membri, sostengo fermamente il metodo comunitario che ci
consente di perseguire un’integrazione graduale. Il futuro dell’Unione europea è una
–2–
questione molto complessa; tra gli obiettivi prioritari è opportuno sottolineare, a mio
avviso, quello di diventare l’economia più concorrenziale del mondo, come indicato
nella strategia di Lisbona.
Sono convinta che il progetto di Costituzione consentirà all’Unione allargata di
funzionare in modo più efficiente. Da molti punti di vista il progetto di Costituzione
ha fondamentalmente cambiato e migliorato l’attuale struttura dell’Unione.
7. Qual è la sua opinione in merito al calendario per l’adozione del progetto di
Costituzione quale presentato dalla Convenzione sul futuro dell’Europa?
L’accordo sul progetto di Costituzione andrebbe raggiunto il più presto possibile, per
consentire che il trattato che istituisce la Costituzione sia firmato entro quest’anno.
Indubbiamente preferirei che si giungesse alla firma prima delle elezioni del
Parlamento europeo.
8. Quali saranno a suo avviso l’importanza e il ruolo della Commissione europea
in un’Europa a 25?
Considero la Commissione europea un’istituzione il cui unico scopo è definire e
promuovere l’interesse generale europeo. L’importanza della Commissione in quanto
organismo con diritto di iniziativa legislativa, che elabora le politiche comunitarie e
ne controlla l’attuazione oltre ad essere custode del diritto comunitario e in certa
misura rappresentante dell’Unione sulla scena mondiale, non potrà che aumentare
nell’Unione allargata. Le differenze economiche, sociali e geografiche tra Stati
membri richiederanno maggiore impegno per ridurre tali disparità. Penso che in
questo lavoro sia indispensabile preservare alcune caratteristiche fondamentali, quali
l’indipendenza della Commissione e dei suoi membri da qualsiasi influenza esterna,
nonché mantenere la collegialità e la credibilità. Desidero infine sottolineare il
compito della Commissione di spiegare in modo trasparente i propri obiettivi
strategici e le proprie politiche ai cittadini dell’UE.
9. Qual è la sua posizione quanto alla possibilità di migliorare la trasparenza del
processo legislativo europeo e, in particolare, il livello di accesso del pubblico alle
informazioni?
La trasparenza del processo legislativo a livello europeo riveste un’importanza
fondamentale per le istituzioni e i cittadini. E’ essenziale che i cittadini europei
possano avere acceso a informazioni del Parlamento, del Consiglio e della
Commissione nel modo più semplice e veloce possibile, conformemente al
regolamento n. 1049/2001 e alle pertinenti regole di attuazione che garantiscono al
pubblico l’accesso ai documenti. Occorre portare avanti lo sviluppo del portale EURLex, nonché quello di strumenti di comunicazione generali o specifici, come “Europe
Direct”, i siti “Futurum”, “La vostra voce in Europa”, “Governance” e altri.
–3–
10. Nella sua ultima relazione di valutazione sui paesi aderenti la Commissione
ha segnalato un certo numero di ritardi nel recepimento dell’acquis comunitario.
In tale contesto, che cosa pensa dell’applicazione delle clausole di salvaguardia
previste nei trattati di adesione?
Gli Stati aderenti hanno indubbiamente raggiunto un elevato livello di allineamento
nella maggior parte dei settori. Come indica la relazione di valutazione globale
adottata dalla Commissione il 5 novembre 2003, rimangono tuttavia alcune lacune. I
trattati dispongono che se un (nuovo) Stato membro non riesce a mettere in atto la
normativa comunitaria in un determinato settore dopo l’adesione, la Commissione
interviene immediatamente per fare rispettare gli obblighi di tale Stato membro senza
alcuna discriminazione positiva. Sono convinta che la Commissione applicherà le
misure di cui dispone in modo responsabile e appropriato.
11. Quali misure proporrebbe per assicurare un migliore rispetto delle norme
comunitarie da parte degli Stati membri, in particolare per quanto concerne la
corretta attuazione della legislazione comunitaria negli ordinamenti giuridici
nazionali?
Ritengo che la Commissione possa garantire un migliore rispetto delle norme
comunitarie assumendo un ruolo più attivo nel facilitare l’attuazione nazionale,
attraverso una costante sorveglianza e una migliore comunicazione con gli Stati
membri in merito al recepimento di direttive nelle legislazioni nazionali. Potrebbero
risultare utili anche maggiore trasparenza, riunioni ad hoc di esperti, visite negli Stati
membri, ecc.
IV Responsabilità democratica di fronte al Parlamento europeo
12. Qual è a suo avviso la natura della sua responsabilità di fronte al Parlamento
europeo?
Il Parlamento, unica istituzione direttamente eletta dalle popolazioni dell’Unione
europea, approva la nomina dei Commissari. In quanto Commissario pertanto io sono
responsabile, come anche l’intero collegio, di fronte al Parlamento europeo e intendo
rispettare gli impegni presi nel contesto dell’accordo quadro del 5 luglio 2000 sui
rapporti tra il Parlamento e la Commissione. Mi impegnerò per stabilire un dialogo
intenso e regolare con il Parlamento e non solo in vista della mia responsabilità
formale nei suoi confronti, ma anche perché considero questo dialogo uno strumento
essenziale per il conseguimento degli obiettivi comuni.
13. Su un piano esclusivamente politico, ritiene che, qualora un'audizione
dovesse avere esito negativo, il Commissario interessato dovrebbe rinunciare alla
sua candidatura?
Nel caso di una conclusione negativa di un’audizione, ritengo che spetti al Presidente
della Commissione trarre le conclusioni del caso. Se il Parlamento esprime mancanza
–4–
di fiducia, accetto il principio che il Presidente della Commissione possa chiedere il
ritiro della propria candidatura.
14. Quale importanza attribuisce alla cooperazione interistituzionale
(Commissione-Parlamento) e come vorrebbe organizzare i suoi rapporti con il
Parlamento europeo da questo punto di vista?
Ritengo che la cooperazione tra le due principali istituzioni – il Parlamento e la
Commissione – sia essenziale per il funzionamento del sistema istituzionale europeo.
I due organismi dovrebbero lavorare in stretta collaborazione per il conseguimento
degli obiettivi comuni europei nel rispetto delle proprie competenze specifiche. Un
dialogo costante, una regolare presentazione di relazioni, lo scambio d’informazioni
con il Parlamento e i suoi organi costituiranno una parte rilevante del mio lavoro di
Commissario.
15. In particolare, come vede le relazioni tra il Commissario e le commissioni
parlamentari nel loro rispettivo settore di competenza? Ritiene che la prassi
attuale dello scambio di informazioni tra un Commissario e le commissioni
parlamentari competenti sia sufficiente a garantire la trasparenza?
Concepisco il rapporto tra il Commissario e le commissioni parlamentari competenti
nel modo seguente: su invito o richiesta delle commissioni, partecipazione quanto più
regolare possibile dei Commissari alle riunioni delle commissioni stesse, dialogo
costante tra Commissario e commissioni parlamentari, trasmissione di informazioni
durante il processo legislativo e in merito agli sviluppi nel Consiglio, adeguata
informazione delle commissioni parlamentari sulla preparazione, la negoziazione e la
conclusione di accordi internazionali, ecc.
L’accordo quadro ha consentito di dirigere un notevole flusso di informazioni verso il
Parlamento europeo, sviluppo che la Commissione considera un aspetto essenziale
della cooperazione tra le due istituzioni.
Non desidero commentare l’attuale prassi in tema di scambio d’informazioni tra
Commissione e Parlamento poiché non ho ancora molta familiarità con essa.
V Funzioni e priorità del Commissario nel quadro del suo mandato
16. Quali saranno le sue priorità durante i sei mesi del suo mandato?
Parteciperò con impegno alle attività del collegio, riservando un’attenzione particolare
all’elaborazione delle future prospettive finanziarie. Ritengo infatti che in questo
settore specifico la mia esperienza personale possa risultare utile. Parallelamente
desidero acquistare maggiore familiarità con le regole, le procedure e le abitudini
lavorative della Commissione.
Nel contesto della distribuzione delle responsabilità stabilita dal Presidente della
Commissione intenderei seguire attentamente la preparazione delle prospettive
finanziarie per il periodo successivo al 2006 relative a istruzione e cultura. Questi
–5–
settori assumono una particolare importanza nella comunicazione della Commissione
del 10 febbraio, sia in rapporto allo sviluppo sostenibile, sia per quanto riguarda la
cittadinanza attiva. Viviane Reding ha da poco presentato due comunicazioni in cui si
delinea la struttura della nuova generazione di programmi riguardanti i settori
dell’istruzione, della formazione, dei giovani, degli audiovisivi e della cultura. Si
tratta di strategie ambiziose, che occorre discutere in modo appropriato, in particolare
per quanto concerne gli aspetti concettuali e finanziari.
17. Come concepisce il suo ruolo e le sue responsabilità durante tale periodo,
segnatamente il rapporto con il Commissario referente?
Il Presidente della Commissione ha chiarito che il Commissario in carica manterrà la
responsabilità politica. La signora Reding si è impegnata a farmi partecipare
pienamente alle discussioni politiche sul portafoglio, oltre che al suo lavoro con i
servizi della Commissione e con le altre istituzioni. Grazie a questa collaborazione
potrò acquistare familiarità con tutti gli aspetti delle politiche e delle procedure della
Commissione. Come ho già detto, il mio interesse è rivolto in particolare al seguito
delle due recenti comunicazioni sull’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e
sulla cittadinanza nel contesto del dibattito in corso sulle prospettive finanziarie per il
periodo successivo al 2006. Si tratta di un settore nel quale sono competente e potrò
attingere alla mia esperienza specifica.
18. È candidata o interessata a esercitare le funzioni di Commissario nella
prossima Commissione e, se del caso, in quale settore?
Sì, sarei interessata ad assumere le funzioni di Commissario nella prossima
Commissione. Sono molte le attività che presentano un interesse per me, in particolare
quelle in cui la mia esperienza professionale nei settori della finanza e dell’economia
può risultare maggiormente utile.
19. Quali misure concrete ritiene siano necessarie per garantire che il concetto di
integrazione della dimensione di genere sia applicato nel suo specifico settore
politico? Dispone di una strategia politica, e quali risorse finanziarie ed umane
ritiene siano necessarie per porre in atto tale concetto nei settori di sua
competenza?
L’obiettivo di eliminare le disuguaglianze tra donne e uomini in tutte le attività
comunitarie deve essere costantemente perseguito in tutte le fasi del processo politico.
D’altra parte, la parità dei genere non è solo una questione legislativa – occorrerebbe
impegnarsi a fondo per incoraggiare le donne a sfruttare più attivamente le possibilità
a loro disposizione. La promozione di un ambiente di lavoro più favorevole alla vita
familiare può parimenti contribuire al conseguimento di questi obiettivi.
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–6–
IT
RISPOSTE AL QUESTIONARIO PER IL COMMISSARIO DELEGATO
DALIA GRYBAUSKAITË
PARTE B – DOMANDE SPECIFICHE
GENERALITÀ
1.
In che modo Lei intende contribuire alla leadership dell’azione della
Commissione nel settore dell’istruzione e della cultura, al fine di conseguire
gli obiettivi fissati nel processo di Lisbona?
•
Il Consiglio europeo di Lisbona ha sollecitato riforme radicali ed una
modernizzazione profonda dei sistemi d’istruzione e formazione dell’UE che
devono diventare un riferimento di qualità a livello mondiale e sostenere in
modo concreto l’apprendimento permanente per tutti entro la fine del decennio.
•
Per rispondere a tali sfide il Consiglio Istruzione e la Commissione hanno
adottato un programma di lavoro comune imperniato sulla qualità e l’efficacia,
l’accesso e l’apertura dei sistemi d’istruzione dell’UE. Utilizzando il metodo
aperto di coordinamento si promuovono i necessari cambiamenti sistemici e
politici a livello nazionale mediante un esercizio di apprendimento reciproco e di
scambio di buone pratiche nonché di misurazione dei progressi realizzati. Il
Consiglio Istruzione ha adottato cinque parametri di riferimento in ambiti chiave
con cui fissa obiettivi da raggiungersi entro il 2010, ad es. far sì che la
dispersione scolastica sia inferiore al 10%, aumentare la partecipazione degli
adulti all’apprendimento permanente portandola al 12,5% e ridurre il numero
delle persone a scarsa alfabetizzazione del 20%. In termini di cooperazione
politica, seguendo il modello efficace del “processo di Bologna” relativo
all’istruzione superiore, gli Stati membri hanno concordato di rafforzare la
cooperazione politica anche nel campo dell’istruzione e della formazione
professionali sulla base della “dichiarazione di Copenaghen.
•
Per quanto importanti questi progressi possano essere, occorrono sforzi maggiori
per raggiungere gli obiettivi di Lisbona. Il ritmo delle riforme a livello nazionale
è troppo lento. La Commissione è chiamata a svolgere un ruolo chiave per far sì
che tali obiettivi continuino ad essere raggiungibili. Già nella sua comunicazione
del 2003 sull’attuazione del programma di lavoro comune la Commissione ha
dato l’allarme ed ha ribadito l’impellente necessità che gli Stati membri
accelerino il ritmo delle riforme. Essa dovrebbe continuare a farlo.
•
Alcuni ambiti politici richiederanno un’attenzione particolare nel prossimo
futuro:
L’investimento nelle risorse umane, che deve aumentare, in particolare
incoraggiando l’investimento privato, e che deve essere reso più efficiente;
la formazione degli insegnanti, che deve migliorare per consentire agli
insegnanti di adattarsi a contesti in continua evoluzione, e il ruolo sociale
della professione dell’insegnamento, che deve essere resa più attraente e
godere di un maggiore riconoscimento;
l’attuazione di strategie coerenti di apprendimento permanente ad opera di
tutti gli Stati membri;
la creazione di un quadro europeo di qualifiche e competenze per contribuire
alla realizzazione di un mercato del lavoro europeo veramente aperto.
•
Inoltre, la rapida adozione della prossima generazione di programmi integrati
nell’UE nel campo dell’istruzione e della formazione rivestirà un’importanza
cruciale per massimizzare l’impatto della cooperazione a livello politico
mediante un aumento significativo della partecipazione degli attori interessati
alla cooperazione transnazionale, alla mobilità, al partnerariato e alle reti.
2.
Secondo Lei, a quanto dovrebbe ammontare il massimale annuo previsto dalle
prossime prospettive finanziarie (2007-2013) per il bilancio delle Comunità
europee?
•
I tetti annuali per le prospettive finanziarie contribuiscono alla disciplina di
bilancio, il che è una cosa positiva.
•
Il 10 febbraio 2004 la Commissione ha formulato la sua visione di dove l’UE
dovrebbe essere nel 2013 e di ciò che si dovrebbe fare nel frattempo per
arrivarci. A tali ambizioni devono corrispondere adeguate risorse finanziarie.
Nello stesso tempo dobbiamo tener conto dei vincoli che gravano sulle finanze
pubbliche degli Stati membri.
•
Il tetto dell’1,24% proposto dalla Commissione può quindi essere ritenuto
adeguato.
•
In tale contesto faccio mia la posizione della Commissione quanto alla necessità
di aumentare sostanzialmente il bilancio consacrato ai programmi dell’UE in
materia d’istruzione e formazione. Ciò è chiaramente in linea con la strategia di
Lisbona. L’azione dell’UE in materia di mobilità, partnerariati e reti
transnazionali rappresenta un importante valore aggiunto rispetto agli obiettivi
perseguiti dagli Stati membri, il quale, per definizione, può essere realizzato
soltanto mediante un’azione a livello dell’UE.
•
Condivido anche il parere della Commissione quanto al fatto che dovremmo
ulteriore rafforzare le azioni dell’UE nel campo della gioventù, della cultura e
dell’audiovisivo come anche in quello della partecipazione dei cittadini.
Dobbiamo dare ai cittadini i mezzi per consentire loro di cogliere appieno le
potenzialità derivanti dall’appartenere all’UE. Nello stesso tempo, ciò
2
contribuisce ad istituire un contatto più stretto tra i cittadini e le Istituzioni
dell’UE.
CULTURA
3.
Secondo Lei, come potrebbero i nuovi Stati membri contribuire alla politica
UE di promozione del pluralismo culturale in un quadro internazionale (OIL,
UNESCO)e quale potrebbe essere il Suo ruolo in quest’ambito?
•
L’adesione di dieci nuovi paesi all’UE rappresenta un arricchimento senza
precedenti della sua diversità culturale. Inoltre, il fatto che questi nuovi membri
abbiano sperimentato diverse forme di oppressione culturale sotto i regimi
comunisti conferisce loro una prospettiva specifica in materia di diversità
culturale. La diversità delle nostre culture e delle nostre identità è stata negata,
sotto molti aspetti, per un mezzo secolo. La loro rinascita costituisce uno dei
punti forti delle nostre giovani democrazie. I paesi aderenti sentono per tale
motivo un forte impegno a preservare la diversità culturale nell’UE quale
elemento chiave del modello d’integrazione europea.
•
Ma la diversità culturale non costituisce soltanto un’importante responsabilità
nazionale ed un obiettivo dell’UE, sta diventando sempre più una questione
internazionale. La globalizzazione presenta già una forte sfida per le nostre
industrie culturali e, progressivamente, anche per il nostro settore dell’istruzione.
Il mercato dell’UE è ampiamente aperto a attori di paesi terzi e ai loro beni e
servizi culturali.
•
Gran parte delle attività culturali o delle attività aventi un forte impatto culturale
sono anche attività economiche. In quanto tali sono coperte da negoziati e
accordi commerciali, in particolare le negoziazioni nel campo dei servizi
contestualmente all’OMC. Tuttavia i membri dell’OMC e quindi la Comunità
sono liberi di decidere se vogliono formulare impegni nell’ambito del GATS per
quanto concerne i servizi aventi una componente culturale o educativa.
•
I nuovi Stati membri condivideranno l’“acquis” risultante dall’Uruguay round.
Essi sostengono anche appieno il mandato definito per i negoziati in corso in
seno all’OMC per quanto concerne la preservazione della diversità culturale.
•
I nuovi Stati membri hanno espresso il loro plauso e – per quanto concerne 4 di
essi l’hanno già sostenuto apertamente – per l’avvio di negoziati per una
Convenzione sulla diversità culturale sotto gli auspici dell’UNESCO.
Nell’ambito di tali negoziati ritengo che i nuovi Stati membri possano recare un
valore aggiunto all’UE. L’iniziativa finalizzata alla Convenzione dell’UNESCO
3
costituisce un’opportunità per promuovere e condividere i nostri valori europei
sulla scena internazionale e quanto più coordinata sarà l’UE tanto più forte sarà
tale iniziativa.
4.
Come vede il futuro dell’azione comunitaria denominata "Capitale europea
della cultura"?
•
Il principale obiettivo della recente proposta della Commissione (del novembre
2003) è di far sì che i nuovi Stati membri siano in grado di designare
annualmente, dal 2009 fino al 2019, una città quale Capitale europea della
cultura assieme agli attuali Stati membri. Questo è il motivo per cui è importante
che il Parlamento ed il Consiglio adottino quanto più celermente possibile la
proposta della Commissione.
•
Non si dovrebbero imporre agli Stati membri cambiamenti per quanto concerne
l’ordine già esistente delle designazioni. In primo luogo, tale ordine, per quanto
concerne gli Stati membri attuali, è il risultato di un difficile compromesso. In
secondo luogo, l’ordine proposto per i nuovi Stati membri è quello che essi
stessi hanno scelto. In terzo luogo, le procedure per la designazione e i
preparativi reali dell’evento possono richiedere fino ad una decina d’anni.
•
In secondo luogo la Commissione intende esplorare altri ambiti per migliorare in
futuro il contenuto e la procedura dell’azione “La capitale europea della cultura”.
In futuro si potrebbe presentare al Parlamento ed al Consiglio una proposta di
nuova decisione sulla base dei risultati dello studio in corso in merito agli output
delle capitali designate per gli anni 1995-2004.
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
5.
Quali ulteriori provvedimenti pensa che la Commissione possa e debba
adottare per superare gli ostacoli al reciproco riconoscimento dei diplomi di
studio?
•
Per quanto concerne il riconoscimento delle qualifiche e le professioni
regolamentate a livello statale il sistema è già in funzione; vi è attualmente una
proposta legislativa di combinare tutte le direttive settoriali esistenti con la
direttiva generale e questo mi sembra un’ottima idea. Ciò accrescerà la
semplicità, la leggibilità e la facilità d’uso dello strumento rendendolo
globalmente più efficace.
•
Per quanto concerne il riconoscimento de facto da parte del mercato del lavoro
ed il riconoscimento dell’istruzione o della formazione permanente, sia i datori
di lavoro che i fornitori d’istruzione e formazione hanno bisogno di strumenti di
trasparenza: vale a dire di modalità che rendano loro più facile capire qual è il
significato reale di una qualifica specifica in termini di abilità e competenze
acquisite.
4
•
La Commissione ha adottato una serie di iniziative in tale ambito. Per citare
soltanto un esempio, la Commissione ha adottato di recente una proposta relativa
ad uno strumento unico di trasparenza (EUROPASS) che unifica una serie di
strumenti esistenti. So che la commissione del Parlamento che si occupa di
istruzione e cultura ha già espresso il suo sostegno alla proposta della
Commissione e mi auguro che essa sarà adottata in tempi brevi. Inoltre
dobbiamo andare avanti con il sistema europeo di trasferimento dei crediti
accademici (ECTS) che dovrebbe diventare un sistema di accreditamento
dell’apprendimento permanente e dobbiamo rendere più efficiente il
funzionamento dei centri nazionali d’informazione sul riconoscimento
accademico (NARIC).
6.
Come intende promuovere la miglior prassi nel settore dell’istruzione
professionale?
•
La dichiarazione di Copenaghen è stata elaborata con i rappresentanti di 31 paesi
europei e delle parti sociali europee per aiutare a sviluppare buone pratiche
politiche nel campo dell’istruzione e della formazione professionali e per avviare
una cooperazione europea che ne migliori lo status, la qualità e l’attrattiva.
•
Per il tramite delle agenzie dell’UE attive nel settore, vale a dire Centro europeo
per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop) e la Fondazione
europea per la formazione (ETF) stiamo seguendo costantemente gli sviluppi
negli Stati membri e nei paesi candidati; le pubblicazioni e le basi di dati di
queste agenzie sono una ricca fonte d'informazioni sulle buone pratiche e
l'innovazione a tutti i livelli, segnatamente a quello della ricerca, del policy
making e della prassi.
•
Il miglior strumento per promuovere le buone pratiche nel campo della
formazione professionale è probabilmente il programma Leonardo da Vinci
che è volto a sviluppare la qualità, l’innovazione e la dimensione europea nei
sistemi e nelle pratiche della formazione professionale in Europa. È stata
sviluppata una base di dati sulle buone pratiche e sono stati pubblicati diversi
opuscoli tematici che recano esempi di buone pratiche. Le reti transnazionali di
Leonardo recano un contributo consistente nel riunire gli attori pertinenti nel
campo dell’istruzione e della formazione professionale. All’inizio del 2003 la
Commissione ha posto in atto una nuova strategia per la diffusione e la
valorizzazione proattiva dei progetti. Tale strategia verrà ulteriormente portata
avanti.
7.
Quale nesso, ammesso che esista, dovrebbe essere stabilito per rafforzare
l’importanza della strategia occupazionale europea, del Fondo sociale europeo
e del programma Leonardo nel promuovere la formazione professionale e
l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita nell’UE?
5
•
Tale nesso esiste già ed è ribadito nella comunicazione del 2001
sull’apprendimento permanente. Dall’avvio della strategia europea per
l’occupazione (SEO) nel 1997, l’apprendimento permanente è stato riconosciuto
quale condizione sine qua non per l’occupabilità, l’adattabilità e la qualità della
forza lavoro. Gli Stati membri presentano regolarmente relazioni tramite i piani
d’azione nazionali per l’occupazione (PAN) in merito allo sviluppo
dell’apprendimento permanente negli Stati membri.
•
Nel 2003 e in seguito alla revisione della SEO, gli orientamenti per le politiche
degli Stati membri pongono maggiormente l’accento sull’aspetto
dell’occupazione in base ai seguenti tre grandi obiettivi: piena occupazione,
qualità e produttività del lavoro e inclusione sociale. L’apprendimento
permanente è ora coperto negli orientamenti in merito alla promozione dello
sviluppo del capitale umano e dell’apprendimento permanente
ed
all’“invecchiamento attivo”.
•
Il Fondo sociale europeo e i programmi dell’UE in materia d’istruzione e
formazione come ad esempio Leonardo sono complementari. I programmi nel
campo dell’istruzione e della formazione sono essenzialmente transnazionali
mentre l’FSE opera per l’essenziale all’interno di un paese o di una regione. Gli
obiettivi si rafforzano l’un l’altro. I programmi in materia d’istruzione e
formazione sono impostati sull’innovazione e sulla diffusione di nuove idee
tramite la creazione di reti, mentre l’FSE, per sua natura, investe direttamente in
sistemi nazionali o regionali. L’architettura futura delle prospettive finanziarie
quale proposta dalla Commissione e la sua comunicazione sulla prossima
generazione di programmi nel campo dell’istruzione e della formazione
intendono accrescere ancor più tale complementarità.
MEZZI DI INFORMAZIONE E POLITICA AUDIOVISIVA
8.
In che modo Lei pensa che la politica audiovisiva dell’Europa debba tener
conto delle trasformazioni tecnologiche, in particolare nel settore della TV
digitale e dei media interattivi? Pensa che la frammentazione dell’attuale
quadro giuridico comunitario sia un approccio adeguato?
•
Ritengo che lo sviluppo delle tecnologie digitali ed il loro uso da parte dei mass
media e dei consumatori porterà a nuovi modelli di creazione, distribuzione e
consumo.
•
Il principio fondamentale nella normativa comunitaria consiste nella separazione
tra la regolamentazione dell’infrastruttura (coperta dal pacchetto sulle
comunicazioni elettroniche) e la regolamentazione del contenuto (coperta dalla
direttiva “televisione senza frontiere” per i servizi di diffusione televisiva, e la
6
direttiva sul commercio elettronico per quanto concerne i servizi della società
dell’informazione).
•
L’approccio normativo per quanto concerne i servizi di diffusione televisiva è
più dettagliato dell’approccio normativo che concerne i servizi della società
dell’informazione. Ciò è dovuto essenzialmente all’enorme importanza ed
all’impatto senza precedenti che la diffusione televisiva ha sulle nostre società,
che non è comparabile all’impatto di nessun altro mezzo di comunicazione di
massa. La separazione non va quindi intesa quale una frammentazione della
normativa comunitaria, bensì quale conseguenza del carattere intrinseco del
mondo dei mass media. Esso si basa sull’analogo approccio seguito a livello
nazionale da tutti gli Stati membri (anche se con variazioni di dettaglio).
•
Sono consapevole che è in corso una discussione sulla necessità di rivedere la
direttiva “Televisione senza frontiere”. Il quesito che si pone è: come dovremmo
regolamentare i diversi modi di erogazione di servizi audiovisivi o, più in
generale, di contenuto elettronico nel futuro? L’idea di una direttiva applicabile
all’intera gamma dell’audiovisivo o del contenuto elettronico che riunisca le
norme di regolamentazione indipendentemente dal canale tecnico della
diffusione è una possibilità che si potrebbe esplorare. Ma se un tale approccio sia
opportuno e fattibile dipende dall’entità del cambiamento tecnologico,
economico e dei comportamenti. Per quanto vedo io le cose, gli sviluppi non
sono necessariamente gli stessi, o almeno non si verificano allo stesso ritmo, in
tutti gli Stati membri. Sono al corrente che la Commissione ha già intrapreso
un’intensa consultazione sulla materia e che sta ulteriormente approfondendo la
sua analisi al fine di presentare eventuali proposte future.
•
La televisione digitale e le altre nuove tecnologie sollevano anche nuove
questioni per quanto concerne l’accesso e l’interoperabilità. Tali questioni
interessano innanzitutto la regolamentazione dell’infrastruttura e sono quindi
coperte dal pacchetto sulle comunicazioni elettroniche. So che la Commissione
ha già preso misure su tali questioni e sta esaminando se occorrano ulteriori
azioni.
9.
Come pensa che si debba garantire il pluralismo dei media e dei contenuti, nel
rispetto del principio di sussidiarietà?
•
La protezione del pluralismo dei media è una questione complessa cui non è
possibile dare una risposta semplice. Gli Stati membri hanno posto in atto misure
specifiche per assicurare il pluralismo al loro interno. Considerata la diversità dei
mercati e la differenza linguistica, culturale e sociale tra gli Stati membri, questo
rimane il livello primario per la regolamentazione. La Commissione lo ha
confermato nel suo libro verde del 2003 sui servizi d’interesse generale
chiedendo nel contempo se vi fossero potenzialità di un’azione complementare a
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livello comunitario. A quanto so la Commissione non ha ancora completato la
sua analisi della consultazione pubblica sul libro verde.
•
In ogni caso il pluralismo può essere incoraggiato a livello europeo agevolando
la circolazione di opere audiovisive provenienti da altri paesi o promuovendo le
produzioni indipendenti. Il programma Media svolge un ruolo importante sotto
questo aspetto e dovrebbe continuare a fare così in futuro. Inoltre l’applicazione
delle regole dell’UE in materia di concorrenza, in particolare il regolamento
sulle fusioni, ha anche un importante ruolo da svolgere, in particolare per evitare
la creazione o abusi di posizioni dominanti nel settore dei mass media.
•
Il “sistema duale” di emittenti pubbliche e private è un carattere distintivo del
panorama della radiotelediffusione in Europa. Le emittenti pubbliche e private
svolgono entrambi un ruolo importante al fine di contribuire al pluralismo, di
arricchire il dibattito culturale e politico e di ampliare la scelta di programmi.
Sebbene la concezione di questo sistema duale rientri anch’essa nelle
competenze nazionali, la politica comunitaria può contribuire a mantenere e a
sviluppare ulteriormente il suo equilibrio e la sua trasparenza.
GIOVENTÙ
10 a) Quali sono i Suoi campi d’azione prioritari nel settore della politica per la
gioventù?
•
La priorità dei mesi a venire consisterà nella preparazione del programma
GIOVENTÙ dopo il 2006 nel quadro dell’attuale dibattito sulle prospettive
finanziarie post-2006.
•
In aggiunta al programma esistente il Consiglio ha appena adottato una base
giuridica per il sostegno delle organizzazioni della gioventù attivi a livello
europeo. L’attuazione di tale programma è essenziale per rafforzare la
dimensione europea delle ONG dei giovani. Ciò dovrebbe essere integrato nel
programma GIOVENTÙ post-2006.
•
Si dovrebbe anche porre l’accento sull’ulteriore sviluppo del “Quadro di
cooperazione europea in materia di gioventù” adottato dal Consiglio nel giugno
2002 in seguito alla presentazione da parte della Commissione del suo libro
bianco sulla gioventù. Questo quadro è uno strumento flessibile per lo sviluppo
della cooperazione e lo scambio di buone pratiche tra gli Stati membri. Tale
lavoro ha aiutato la Commissione a formulare le sue proposte di obiettivi comuni
sulla “partecipazione dei giovani” e sull’“informazione dei giovani” nel 2003.
La Commissione sta completando la sua proposta di obiettivi comuni in materia
di “attività di volontariato” e di “migliore conoscenza del settore della gioventù”.
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10 b) Come valuta l’attuale programma d’azione comunitario denominato
YOUTH (2000-2006)?
•
Il mese scorso la Commissione ha adottato la valutazione intermedia dell’attuale
programma GIOVENTÙ. La valutazione è stata globalmente positiva: il
programma contribuisce a scambi di giovani, al coinvolgimento dei giovani in
azioni di solidarietà ed a iniziative giovanili poiché dà ai giovani la possibilità di
partecipare a progetti aventi dimensione europea. Sulla base dei risultati di tale
valutazione, magari all’atto di preparare il programma post-2006, si dovrebbe
concentrarsi sulla semplificazione delle procedure amministrative, su di una
migliore visibilità delle azioni del programma e su un accesso più ampio e più
inclusivo al programma, ad es. per i giovani svantaggiati.
10 c) Intorno a quali obiettivi articolerebbe il nuovo programma YOUTH?
•
La Commissione ha adottato il 9 marzo di quest’anno una comunicazione
intitolata “Far sì che la cittadinanza diventi effettiva” che presenta, tra l’altro, gli
orientamenti della Commissione per il programma che farà seguito all’attuale
programma GIOVENTÙ.
•
Stando alla comunicazione il nuovo programma dovrebbe assicurare la
continuità delle attività in corso tenendo conto nel contempo dei nuovi sviluppi
nel campo della gioventù. Sono previste 5 azioni specifiche:
L’azione"Gioventù per l’Europa" sarà finalizzata soprattutto il rafforzamento
dell’impegno attivo dei giovani sostenendo gli scambi, la mobilità, le
iniziative per i giovani e i loro progetti nonché le attività di partecipazione
alla vita democratica.
l’azione "Servizio volontario europeo" sarà finalizzata a sviluppare la
solidarietà e a promuovere l’impegno attivo e la comprensione reciproca per i
giovani.
l’azione "Gioventù per il mondo" dovrebbe contribuire allo sviluppo della
comprensione reciproca in uno spirito di apertura verso il mondo.
l’azione "Animatori giovanili" è finalizzata a sviluppare la qualità delle
strutture di sostegno al servizio dei giovani e a sostenere le organizzazioni
giovani operanti a livello europeo, tra cui il Forum europeo della gioventù.
l’azione "Sostegno alla cooperazione politica" è finalizzata a promuovere la
cooperazione in materia di politica della gioventù, principalmente attraverso
il sostegno a misure che favoriscano un dialogo strutturato tra i giovani e i
decisori politici.
SPORT
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11. Che cosa pensa il Commissario del ruolo, ammesso che ne abbia uno, che la
Commissione europea debba svolgere per favorire le attività sportive in
Europa?
•
L’azione futura della Commissione nel settore dello sport dovrebbe essere intesa
a promuovere i valori educativi e sociali dello sport. Questo è il mandato che
emerge dal progetto di Trattato costituzionale. Il 2004 proclamato Anno europeo
dell’educazione attraverso lo sport prova indubbiamente che vi è una domanda
per una simile azione. A maggio la Commissione avvierà discussioni per
identificare eventuali linee d’azione e priorità per il futuro. Ciò dipenderà
ovviamente dall’adozione e dall’entrata in vigore del progetto di Trattato
costituzionale. Ma la Commissione sarà pronta per l’eventualità – tenendo anche
presente che tra il 2004 e il 2008 l’UE ospiterà eventi sportivi tra i più
importanti al mondo.
•
Nel contempo la Commissione continuerà il suo dialogo con le organizzazioni e
istituzioni dello sport. Tale dialogo deve avvenire se non altro per tener conto
della dimensione economica dello sport e dell’impatto che le regole del mercato
interno e della concorrenza esercitano sullo sport. Le organizzazioni e istituzioni
sportive devono essere aiutate ad adattare le loro strutture e procedure.
•
La Commissione può anche contribuire alla lotta contro il doping e la violenza
nello sport. Si sta manifestando un consenso sul codice mondiale antidoping
come anche su un possibile strumento internazionale sotto gli auspici
dell’UNESCO. Anche in questo caso la Commissione può svolgere un ruolo
assicurando il coordinamento della posizione degli Stati membri dell’UE.
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