Progetto in rete I.T.I.S. “L. e A. Franchetti” Classe III F.A.S.E. Scuola Media Statale “Dante Alighieri” Classe IB Le Terme di Fontecchio: 2000 anni di storia Città di Castello A. S. 2006/2007 INDICE DEGLI ARGOMENTI PRESENTAZIONE p.2 CAP.1 LE TERME DI FONTECCHIO : LA STORIA p.3 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 Le Terme di Fontecchio nell’età romana p.4 Fontecchio tra i secoli XIII-XV p.10 Sulle proprietà delle acque termali nel 1500 p.12 Le Terme di Fontecchio nel XVII secolo p.22 Un lungo periodo di dimenticanza p.27 Tra ‘800 e ‘900 Fontecchio ritrova la sua meritata rinomanza p.28 Le Terme di Fontecchio oggi p.39 CAP. 2 ANALISI CHIMICHE E PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DELLE ACQUE DI FONTECCHIO DAL 1860 FINO AI NOSTRI GIORNI p.46 Introduzione p.47 2.1 Analisi chimico-fisiche di Sebastiano Purgotti (1860) p. 53 2.2 Cenni sulle virtù medicinali dell’acqua di Fontecchio secondo il parere del chimico Sebastiano Purgotti p.54 2.3 Statistica delle malattie curabili con l’acqua ed i fanghi di Fontecchio a cura del dott. Angiolo Bini p. 55 2.4 Analisi fisiche e chimiche delle acque di Fontecchio di Bellucci,Sgarzi e Barillaro (1936) p.56 2.5 Studio sulle proprietà terapeutiche delle acque di Fontecchio del prof. Silvestrini del 1938 p.57 2.6 Analisi chimica del prof. M. Talenti dell’Istituto di Igiene dell’Università di Roma (2002) p.59 2.7 Le nostre analisi (classe III FASE ITIS “Leopoldo e Alice Franchetti”) p60 2.8 Le altre sorgenti minerali di Città di Castello:sorgente del Coppo e di Buon Riposo p.64 CAP.3 STUDIO GEOLOGICO ED IDROGEOLOGICO DELLA SORGENTE SULFUREA DELLE TERME DI FONTECCHIO p.68 BIBLIOGRAFIA p.71 1 PRESENTAZIONE Il presente lavoro è frutto di un progetto in rete tra l’I.T.I.S. “Leopoldo e Alice Franchetti” di Città di Castello (PG) e la Scuola Media Statale “Dante Alighieri”di Città di Castello (PG), nato con i seguenti obiettivi: - stabilire una continuità educativa e didattica tra scuole di ordine e grado diversi; recuperare e valorizzare la storia locale altotiberina. Affinare gli strumenti della ricerca attiva La ricerca sulle Terme di Fontecchio e il suo territorio, che ha chiamato in causa lo studio archivistico allo scopo di incentivare negli studenti la passione per l’indagine storica ha fatto emergere un ingente patrimonio di documenti unici. Tale materiale,tradotto,trascritto e catalogato con l’aiuto degli archivisti di Città di Castello, dott. Lorenzo Arcaleni e dott.ssa Claudia Carini, ha permesso ai ragazzi di vivere da protagonisti le varie fasi della ricostruzione storica e di conoscere importanti peculiarità dell’ Alta Valle del Tevere ,rafforzando il loro senso di appartenenza al territorio e il recupero della propria identità storica,sociale e culturale. Lo studio rivolto alle Terme di Fontecchio ha permesso inoltre di seguire un percorso interdisciplinare : la ricostruzione storica ,seguendo il criterio logico e cronologico,ha consentito di ripercorrere i duemila anni di storia che danno lustro e prestigio a tale sito.L’analisi delle proprietà fisiche,chimiche e terapeutiche delle acque di Fontecchio ha reso significativo anche l’apporto delle discipline dell’area tecnico-scientifica . L’attività di laboratorio da intendersi,quindi, non soltanto come luogo fisico,ma come metodo della ricerca attiva, è diventata l’elemento qualificante dell’intero percorso. Prof. ssa Federica Barni Prof.ssa Antonella Pirati Prof,ssa Gabriella Meattini 2 Capitolo 1 LE TERME DI FONTECCHIO: LA STORIA 3 1.1 LE TERME DI FONTECCHIO NELL'ETA' ROMANA L’impiego delle acque termali per idroterapia nel bacino del Mediterraneo era conosciuto fin dai tempi antichi I Greci praticavano i bagni in acque calde e ritenevano che queste e i vapori che sgorgavano dalla terra avessero poteri terapeutici. Lo stesso Ippocrate incoraggiava il ricorso alle terme e nel trattato “ Uso dei liquidi” decantava le virtù delle acque minerali e delle sorgenti calde. Se i Greci furono tra i primi popoli a conoscere e ad apprezzare le acque termali, i Romani esaltarono questo strumento di cura e di relax attraverso la realizzazione delle terme pubbliche che si affiancavano al balneum privato delle dimore patrizie. Le prime terme furono create dall’imperatore Agrippa nel 25 a.C.; si trattava di monumentali edifici che, includevano non soltanto il bagno ( “balneum”), con piscine di acqua calda, tiepida o fredda, ma anche palestre, parchi, biblioteche, piccoli teatri per ascoltare poesia e musica ; si trattava, insomma, di veri e propri centri ricreativi con una importante funzione nella vita sociale. Tra le più note strutture ancora oggi visibili nella città di Roma, possiamo ricordare quelle di Diocleziano (302 d.C.) e Caracalla (217 d.C.), nelle quali potevano trovare posto migliaia di persone. Terme sorsero ovunque nell’impero, su tutti i territori dotati di fonti. A Città di Castello che divenne municipio romano con la denominazione di Tifernum Tiberinum al termine della Guerra Sociale dell'89 a .C,scavi recenti hanno portato al rinvenimento di resti di una struttura anfiteatrale nell'area dell'ex Fattoria Autonoma Tabacchi (F.A.T.), tra via Oberdan , Via Borgo Farinario e via delle Santucce. E' probabile che resti di un impianto idraulico e il ritrovamento di un mosaico a soggetto marino siano collegabili alla presenza di un impianto termale forse pubblico 1.Di certo in epoca romana esisteva attorno alla sorgente di acqua sulfurea di Fontecchio un edificio destinato ad uso di bagno, Ne furono scoperti i ruderi nel 1860, mentre si eseguivano a cura del Municipio di Città di Castello lavori murari a difesa della sorgente. Durante gli scavi vennero riportati alla luce resti di caldaie, di vasche e condotti; tegole, embrici ed anche tre monete, una della quali coniata per decreto del Senato, a ricordo delle vittorie di Germanico che trionfò nell’anno 162 . Sempre in prossimità dello stabilimento di Fontecchio, nel 1879, durante gli scavi per la rettifica di un condotto d’acqua, si rinvennero importanti reperti di età romana: antiche mura, un’epigrafe e una statua di donna in atto di versare acqua da un’anfora che tiene nella mano destra. Questi avanzi, oltre a molti altri di antichi condotti, fanno concludere che, fin dall’ epoca imperiale, le sorgenti di Fontecchio erano conosciute e utilizzate dai 1 2 P.BRACONI , La villa di Plinio il Giovane a San Giustino,Città di Castello,1999 R SILVESTRINI, Lo stabilimento idroterapico di Fontecchio, Città di Castello, 1938,p.16 4 cittadini. Della notorietà di tale impianto termale costituirebbe un’ulteriore conferma la sua segnalazione nella carta geografica3, con la indicazione de “Le acque d’Italia di impiego salutare”, esposta alla Mostra augustea della romanità, aperta in Roma in occasione del bimillenario della nascita di Augusto . Scavi più recenti (1930-1988)hanno consentito di rinvenire tracce di altri insediamenti romani a Fontecchio e dintorni,probabilmente legati all’impiego salutare delle sue acque termali. La frequentazione del luogo era sicuramente favorita dalla vicinanza di un’importante via romana di collegamento con le Marche.4 Dalla ricca documentazione epigrafica di età imperiale conservata nella Sala Consiliare del Palazzo comunale e contenente varie informazioni sulla vita economica,politica e sociale della città,possiamo attingere ancora altre notizie sull’utilizzazione pubblica delle acque di Fontecchio. Riguardo all’epigrafe rinvenuta nei suddetti scavi del 1879 . nel Notiziario degli Scavi di Antichità comunicato dal socio G.Fiorelli al presidente si legge . " … In un fondo del sig. Dott. Alessandro Mina, situato a circa 5 km dalla città ad est, in Villa del Bagno, in luogo denominato Fontecchio, nel fare alcuni lavori per rettifica di un condotto d'acqua si scoprì alla profondità di circa m. 1,70 un antico muro di cortina in mattoni nel quale si scorgono gli avanzi di una nicchia di una stessa costruzione Proseguendo lo scavo, si ebbero a rinvenire frammenti di un'iscrizione con belle lettere, collocati verticalmente sulla base del resto della nicchia, a piè della quale sorge una copiosa vena d'acqua...". Ricongiunti i vari frammenti, l'ispettore V. Baldeschi conclude che l’epigrafe fa riferimento ad un Lucio Vennio Sabino, possessore di campi intorno alla città, che donò a pubblico beneficio La fonte e l’invaso dell’acqua dalla loro proprietà fino Nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale è conservata un’altra alla sorgente5. 6 epigrafe , che secondo il Magherini Graziani risalirebbe al II sec A.C. ; essa è la più importante del piccolo patrimonio di iscrizioni latine che rimangono a Città di Castello. La citazione più importante che si fa in questo testo è quella di una “ Fabbrica del bagno” che si trova a Tiferno Tiberino, ed alla quale viene lasciata una cospicua somma dal personaggio del quale non conosciamo il nome( essendo la lapide mutilata all’inizio). Dove fosse questa fabbrica del bagno, o edificio termale, non sappiamo; il fatto che la lapide sia stata ritrovata dentro le mura cittadine, e precisamente, secondo la testimonianza del Carsidoni “ Quasi nell’angolo di una bottega donata dal sig. Gio. Battista Badiali alla Cappella della Madonna dei Casceri”7 non significa che questo edificio termale si trovasse dentro la città ; infatti dentro le mura urbiche si trovava il luogo che i decurioni avevano stabilito per la collocazione delle iscrizioni. Secondo alcuni dunque la fabbrica del bagno 3 Tale carta geografica che si ritiene sia quella pubblicata da R. SILVESTRINI in , Lo stabilimento idroterapico , cit. ,p15 Tutto il materiale di questa mostra del 1937 è stato trasferito al Museo della Romanità nella zona Eur a Roma, ma non è al momento reperibile per lavori di ristrutturazione. 4 A. TAGLIAFERRI, Romani e non Romani nell’ Alta Valtiberina ,Città di Castello ,1991 5 MAGHERINI GRAZIANI,Storia , cit. , vol I, pp.123-124, ( appendice parte prima n. 1) 6 (vedi appendice parte prima n .2) 7 MAGHERINI GRAZIANI,Storia di Città di Castello,p161 5 Carta geografica, esposta alla mostra augustea della romanità (1937). 6 si sarebbe trovata a Fontecchio, per le attrezzature termali del quale abbiamo altre testimonianze; secondo altri si tratterebbe di un edificio posto fuori delle mura, vicino alla porta del prato. Comunque al di là di questa questione, è molto significativo il fatto che a Tiferno Tiberino vi fosse un edificio termale così importante che per il suo ampliamento fu deciso un legato di 150000 sesterzi. Altre preziose notizie relative al periodo romano ci provengono da fonti letterarie.L’epistolario di Plinio il Giovane in particolare offre una testimonianza importantissima per il forte legame del celebre letterato con Tifernum che emerge da alcune sue importanti lettere come la prima del IV libro a Fabato in cui si legge :” C’è vicino alla nostra villa una città(il suo nome è Tifernum Tiberinum )che mi volle suo patrono …Essa onora il mio arrivo,si affligge della mia partenza,gode dei miei onori…” La villa di Plinio sorgeva in un colle situato nel territorio dell’attuale Comune di San Giustino, non distante da Città di Castello (oggi tale località è chiamata Colle Plinio ) e viene da lui stesso descritta nella lettera ad Apollinare. Si apprende da essa ,come confermano i recenti scavi ,che la villa, in conformità con quelle che erano le caratteristiche delle residenze signorili, era dotata di un” balneum “ .8 Ma la tradizione vuole che Plinio ,insieme agli amici patrizi che costruirono altre ville nella zona, preferisse recarsi alle terme di Fontecchio e che , dopo il bagno alle terme, ritornando alla sera nella sua villa,insieme ai tanti doni, consegnasse alla bellissima e coltissima Calpurnia in un recipiente di vetro soffiato il fango e l’acqua di Fontecchio .A sostegno di tale tradizione ci sono soltanto9 i riferimenti, presenti in alcune lettere di Plinio a Calpurnia , ai problemi di salute della giovane donna .10Già allora, infatti, la medicina sosteneva i salutari effetti del ricorso alle acque, provvedendo a vari tentativi di classificazione in relazione alle caratteristiche chimico – fisiche e alle patologie (lo confermano gli studi di alcuni medici romani come Celso e Galeno). Molti ritengono che la magnifica statua rinvenuta durante i suddetti scavi del 1879 rappresenti Calpurnia nell’ atto di versare acqua da un'anfora che tiene con la mano destra mentre con la sinistra sorregge un estremo della veste. La testa con grande capigliatura arricciata è delicatamente rivolta a guardare l'acqua che sta per versare dall'anfora. La bella statua, verso il 1920 fu acquistata da un antiquario e venduta negli Stati Uniti .Non si sa se oggi è posseduta da un museo o da un privato. 8 “…Questa camera è molto calda in inverno,poiché il sole vi dà da ogni parte.Una stufa vi è a fianco e supplisce,se c’è il giorno nuvoloso,immettendo calore.Dall’altra parte vi è una sala, che serve da spogliatoio.ella è assai grande e molto dilettevole e accanto c’è la sala di acqua fredda, dove si trova un bagnatoio assai spazioso e oscuro. Se tu vuoi bagnarti più a largo e più caldamente, vi ha nel cortile un bagno e vicino un pozzo, da cui si può cavare acqua fresca, se il calore diviene molesto. A lato della sala del bagno tiepido,che il sole riscalda assai, ma non tanto però come quella del bagno caldo…”Traduzione tratta da……. 9 MAGHERINI GRAZIANI Storia cit.,vol I,p 17. 10 “Cara Calpurnia,non mi sono mai tanto doluto delle mie occupazioni che non mi hanno consentito di accompagnarti quando ti recavi in Campania per ragioni di salute…E’ proprio ora infatti che desideravo esserti vicino,per constatare con i miei occhi ciò che hai acquistato di forze,se ti sei messa in carne…”PLINIO IL GIOVANE,Lettere ai familiari,traduzione di L.LENAZ.BUR,Milano,1994 7 Calpurnia Reperto Archeologico Balneo de Fontechi 8 APPENDICE CAPITOLO 1.1 Lucius Vennius Sabinus, cum Efficace filio fontem et conceptum aquae, suis terminis usque ad kaput, formae publicae Tifernatibus Tiberinis dono dedit. Traduzione in italiano Lucio Vennio Sabino, col figlio Efficace, diede in dono al popolo dei Tifernati Tiberini la fonte e l’invaso dell’acqua dalla loro proprietà fino alla sorgente per l’abbellimento della comunità (in questo caso forma è intesa come bellezza). Epigrafe n° 2 Trascrizione “…sibi et filio suo nepoti ex sextertium sexaginta milibus nummum poni iussit et ob dedicationem earum decurionibus denarios quinos, viviris denarios ternos, plebeis denarios binos dari iussit; item reliquit ad balinei fabricam rei publicae tifernatium tiberinorum sextertium centum quinquaginta milia nummum quae ex sententia Aemili Frontonis clarissimi viri rei publicae Tifernatium Tiberinorum ab Cipellis Profuturo et Picentino heredibus et ab Arruntia Ampiana herede Arrunti Graniani numerata sunt; heredes posuerunt: locus datus decreto decurionum. Traduzione “…per se stesso e per suo figlio Nepote dalla somma di 60000 sesterzi ordinò che fossero poste e ordinò che fossero dati per la dedicazione di esse cinque denari ciascuno ai decurioni, tre denari ciascuno ai seviri , due denari ciascuno ai plebei; ugualmente lasciò alla fabbrica del bagno della comunità di Tiferno Tiberino 150000 sesterzi, che secondo il parere di Emilio Frontone vir clarissimus , e poi dopo di Arrio Antonino , vir clarissimus della comunità di Tiferno Tiberino furono pagati dai Capelli Profuturo e Picentino eredi e da Arrunzia Ampiana erede di Arrunzio Graniano.Gli eredi posero. Luogo dato per decreto dei decurioni. 9 1.2 FONTECCHIO TRA I SECOLI XIII-XV La caduta dell’Impero romano, per vari fattori concomitanti, quali la distruzione degli acquedotti da parte dei popoli barbari, l’eccessivo costo di manutenzione, nonché il consolidarsi della religione cristiana che invitava a fuggire dalle occasioni di edonismo, portò al declino delle terme come fenomeno culturale e sociale . Nell’Alto Medioevo la pratica termale venne interrotta per poi riprendere gradualmente vita nei secoli successivi , se pur limitata al solo uso terapeutico; è questo il periodo in cui l’indagine medica sui benefici delle cure si mescola con le credenze popolari che ricollegano ad un’acqua un particolare effetto. Ai bagni termali facevano ricorso non soltanto gli abitanti del luogo, ma anche i pellegrini che, a partire dal 1200, seguendo gli antichi tracciati della viabilità romana, si dirigevano verso i luoghi di culto della cristianità. Da alcune guide duecentesche di pellegrini che dal nord Europa si dirigevano a Roma, si ha conferma che l’attività termale a Bagno di Romagna era già ripresa: “Balneum Sancte Mariae” o più suggestivamente “Les bains de Notre Dame” era chiamata questa località (ora in Emilia Romagna, Km 65 da Città di Castello) dove i romei sostavano prima di varcare l’Appennino a Passo Serra, trovandovi il conforto salutare di acque calde. Pellegrini, poveri e frati avevano accesso gratuito; giudei e infedeli pagavano, invece, doppia tariffa. Anche la nostra valle, attraversata da importanti strade romane (Via Maior che collega Arezzo all’Adriatico, la Via Amerina che collegava Roma con Ravenna e la Via Pietramala che collegava Arezzo con Urbino) tornò ad essere frequentata dai pellegrini che alimentarono il fervore religioso delle genti altotiberine e diedero luogo alla nascita nel nostro territorio di numerosi “ hospitales “ . Non abbiamo notizie in merito che riguardino le Terme di Fontecchio ma si può ragionevolmente supporre che esse fossero in questa data frequentate non solo dai pellegrini ma dall’intera cittadinanza.In un frammento dello statuto comunale del 1273 è contenuto il divieto per coloro che sono affetti da malattie contagiose di dimorare in città nella zona compresa fra questa e il bagno di Fontecchio”a Balneo de Fontecchie intus versus civitatem “e ciò per proteggere dal contagio coloro che vi si recano per bagnarsi “mulierum et puerorum qui vadunt ad Balneum de Fontechi ad balneandum”.A coloro che avessero trasgredito tale divieto sarebbero state comminate forti multe in denaro.Se poi qualche lebbroso avesse osato per curarsi bagnarsi nel Bagno di Fontecchio il podestà avrebbe avuto la facoltà di farlo bruciare vivo “in igne cremari”. Risalgono al sec. XIV gli statuti di Città di Castello, pubblicati in raccolta completa nel 1538 dal “magister” Mazzocchi, in cui si ha un articolo dedicato esclusivamente al bagno di Fontecchio dal quale risulta l’obbligo da parte dei Priori, sotto pena di 25 libbre di denari, di vigilare sulla conservazione di questo bagno e di proporre ogni anno al Consiglio dei Sessanta provvedimenti utili al suo mantenimento dal momento se ne riconosce la pubblica utilità. Il ricorso alle acque di Fontecchio a scopo terapeutico infatti, comportava una continua affluenza di persone sul 10 luogo, come possono attestare altri documenti che risalgono ai primi del ‘400. Il primo è un atto notarile di ser Giovanni del fu Ser Monte in cui si fa menzione della gabella del vino venduto al minuto dalla famiglia dei Galgani “in Fontecchio apud balneum” . ( Monti Giovanni notaio, n. 15, prot. 1-2) Si deduce che il luogo fosse assai frequentato. Il secondo documento è una lettera di Rocchina degli Ubaldini, figlia di Venenzio di Varano, signore di Camerino e vedova di Ottaviano degli Ubaldini, scritta il 7 settembre del 1410 e datata dal Bagno di Fontecchio dove si trovava per cure termali (Inventario Arcaleni, voll. 23 – 42, pag. 32, doc. 60). Ne consegue che i bagni erano così conosciuti da richiamare visitatori anche forestieri e appartenenti a ceti nobiliari. Molto probabilmente la nostra città non era frequentata soltanto da coloro che si affidavano all’azione curativa dell’acqua sulfurea di Fontecchio, ma anche da studiosi delle proprietà terapeutiche delle acque minerali. Non è forse un caso che il medico Ugolino Caccini da Montecatini presentasse quello che può essere considerato uno dei primi trattati di idrologia medica il “Tractatus de Balneis” proprio a Città di Castello nel 1417( Istituto e Museo della Storia della Scienza “Terme in Toscana”). ) La considerazione di cui godeva Fontecchio crebbe con il passare del tempo per le benefiche conseguenze riscontrate nella cure di alcune malattie e invitò il governo cittadino ad intervenire a più riprese con lavori strutturali di protezione, manutenzione, valorizzazione dei bagni. Nel luglio del 1573 il Consiglio di Credenza dei Dieci decretò, dopo votazione, che fossero avviati lavori di manutenzione e restauro del bagno, essendo pieno di virtù e giovamento per i malati. Il marchese Giulio Bufalini, della potente ed illustre famiglia che diceva di discendere da Lucio Furio Purpureo, console a Roma nel 558, pretendeva che il terreno dove era situato il bagno fosse suo e ricorse al Cardinale S. Sisto, per ottenere dalla Sacra Consulta di Roma il riconoscimento di tale possesso. Il cardinale invitò il Governatore di Città di Castello11ad non iniziare i lavori di ristrutturazione del bagno che il marchese riteneva di sua competenza. E’ facile pensare che il Bufalini avesse interesse all’economia del bagno di Fontecchio, basata non soltanto sulla frequentazione dei “bagnatori”, ma anche sulla “sua curia, case e terreni” concessi in affitto. Il Governatore rappresentò in Consiglio di aver risposto al Cardinale e di avergli mandato la pianta del bagno, il passo degli statuti della fine del XIV secolo, dedicato esclusivamente a Fontecchio e le parole incise sulla lapide di marmo che si trovava nella parte bassa della città, sostenendo che “…questo bagno è del publico et il signor Giulio né altri non ce ha a che fare eccetto tanquam unus de populo”. Il Bufalini intentò una lite con il Comune, adducendo a sostegno delle sue rivendicazioni il fatto che il Comune non aveva soldi per provvedere ai lavori di “ripungo”; scrisse personalmente al Papa Gregorio XIII perché venissero assecondate le sue richieste. Anche il Comune ricorse al Papa “ acciò economicamente” si risolvesse la controversia intercorsa con il Bufalini, “perché questa 11 Città di Castello faceva allora parte dello Stato Pontificio e una delle sue peculiarità era quella di avere un Governatore direttamente nominato da Roma. 11 città poverissima non ha modo di litigare”. La disputa si fece così aspra che il Governatore di Città di Castello chiese al Pontefice di smantellare, “per la quiete di Essa sua città et territorio”, il castello del Bufalini a San Giustino, considerandolo ricettacolo di “banditi de la vita et altri condennati et delinquenti che alla giornata commettono errori gravissimi”. Il Papa non acconsentì. Negli atti del Governatore si legge che il Bufalini avrebbero dovuto restituire anche “moschette et archibusoni tolti dalla monitione di questa città contro li ordini di sommi pontefici…”, per rendere la sua fortezza inespugnabile a battaglia di mano”. La controversia durò fino al 10 luglio 1577, anno in cui il Consiglio comunale ebbe dal Papa l’autorizzazione per procedere al “riattamento” del bagno di Fontecchio per gli infermi.12 1.3 SULLE PROPRIETA’ DELLE ACQUE TERMALI NEL 1500 Nei secoli XIV e XV molti autori si dedicarono a studi idrologici. Tra le opere più importanti, oltre al suddetto “ Tractatus de balneis” di Ugolino da Montecatini, che espone in modo dettagliato caratteristiche ed indicazioni terapeutiche delle acque delle stazioni termali in Toscana, ricordiamo il “De Balneis et thermos naturalis omnibus Italiane sique totius orbi proprietatibusque eorum “ del 1440 di Michele Savonarola. Molte stazioni termali godevano di grande considerazione presso i medici dell’epoca. Il periodo rinascimentale segnò un’ulteriore ascesa della fama delle cure idrologiche, soprattutto, grazie alla scoperta della stampa che favorì la divulgazione delle opere sull’argomento. Dell’idrologia si interessarono in svariati ambiti alcuni tra i più dotti e geniali medici dell’epoca: Bacci, Falloppio e Mercuriale e varie stazioni termali videro crescere la propria importanza anche se le conoscenze e l’utilizzo delle acque non progrediscono sostanzialmente rispetto al Medioevo: l’acqua rimane sempre, secondo la teoria umorale, “un mezzo per allontanare dall’organismo umori guasti ed alterati e veleni responsabili delle malattie”. Permangono, ma non vengono sostanzialmente approfondite, le cognizioni e le indicazioni derivate dall’empirismo sulle azioni specifiche svolte dalle varie acque e la stessa teoria umorale genera regole igieniche da seguire durante le cure termali che oggi fanno sorridere, ma, si suppone, non i pazienti dell’epoca: salassi e ventose, purganti energici e diete abbondanti.Sulle proprietà delle acque termali di Fontecchio si conserva lo studio che Sebastiano Magi, medico-fisico d’Arezzo presentò il 2 dicembre 1586 al Gonfaloniere e ai Priori di Città di Castello. In tale “Informatione” il Magi afferma che “ per soddisfare a molti cittadini…” si era recato in visita a Fontecchio “ in compagnia del molto Mag.° Orelio Buoni” il 17 novembre dello stesso anno e si era stupito per “ il sito del detto bagno, la grandezza del principio della fabbrica fatta, la 12 SILVESTRINI,Lo stabilimento , cit., pp 5 , 6. 12 quantità dell’acqua, et nel fine la sua miniera”. Tutti questi elementi lo avevano portato alla conclusione che “tal fabbrica mai saria stata fatta se la virtù di detta acqua non fosse stata grandissima et molto utile …”. A conferma delle sue asserzioni, cita l’epigrafe posta nella “piazza grande della vostra città” che, oltre a testimoniare “l’antichità del bagno di duemila anni almeno…”, ne evidenzia l’importanza tale da giustificare la donazione ad esso di una considerevole somma di denaro . L’attenzione che la comunità dei cittadini e le pubbliche magistrature continuarono a rivolgere sempre alla cura e al mantenimento del bagno di Fontecchio costituirebbero, secondo il Magi, la riprova della sua notorietà ed importanza. A questa premessa,ricca di elogi, segue nel testo l’analisi fisico-chimica delle acque,che e fa risaltare l’assoluta empiricità del procedimento adottato: i mezzi utilizzabili a tale scopo sono infatti secondo il medico aretino “… il vedere,il gustare,odorare e toccare…”Il gusto e l’odorato permetterebbero di constatare la presenza di zolfo e ferro,il tatto e la vista evidenzierebbero “ qualche minima particella di allume .Tutto questo per vero si prova ultimamente per la distillazione…” C’è da chiedersi però ,secondo Magi, perché le acque termali di Fontecchio siano fredde quando l’autorità delle tesi di Aristotele induce a pensare che lo zolfo dà alle acque” che passano per le viscere della terra Lo spirito et calidità…”.La risposta è la seguente:”tale acqua nel passare per la miniera di solfo piglia grado notabile di calidità,ma nel passare poi per la miniera del ferro ultimamente tal calidità si viene in grandissima parte non solo a diminuire,ma quasi totalmente ad annullare,e di qui viene che se ben l’acqua partecipa del solfo può essere fredda…”. Per sostenere queste sue argomentazioni fa riferimento ad un passo del trattato “ De Balneis” del noto fisico Andrea Bacci .Cita poi alcuni Bagni termali d’Italia con acque la cui composizione è simile a quella di Fontecchio:il bagno della Ficoncella in quel di Siena,quello della Villa a Lucca , e ,sempre nel senese, il bagno delle Calderelle con acque particolarmente simili a quelle di Fontecchio.La disserzione sulla composizione chimica porta infine a tale conclusione:”In d.a acqua esservi otto parti di ferro e due di solfo con qualche minima particella di allume”. La presenza di questi elementi conferisce a tali acque molte virtù mediche : “…serva eccellentemente alla rognia,scabbia,pruriti,valabiela… et altre infermità di pelle,spargimenti di fiele,non tanto presa quest’acqua per bocca,quanto bagnandosi di fuori…Giova mirabilmente a ostruzioni di fegato… resolve il catarro umido nato dalla debolezza di stomaco e di fegato,corregge eccellentemente tale debolezza… nata dall’umidità…Con il mezzo del solfo e dell’allume temperati con d.a miniera di ferro oltre il levare ogni ardore di orina,purga le reni da umori flemmatici, e provoca l’orina mandando fuori tali umori,renelle e pietre…Il medesimo nelle donne resolve ogni debolezza e fiacchezza di reni…” . Considerando con quali mezzi il fisico del ‘con lavori strutturali di protezione, manutenzione, valorizzazione dei bagni. 500 cerchi di conoscere , misurare le sostanze contenute nell’acqua di Fontecchio e come ragioni sulla provenienza delle medesime e la 13 loro efficacia nelle varie malattie, si può concludere che tale documento , perfettamente corrispondente ai livelli di studio e ricerca i in questa epoca, abbia un valore più storico che non scientifico : testimoniare lo spirito ansioso di nuove cognizioni,pieno di audacie e contrasti, che prelude alla rivoluzione scientifica del ‘600 ,avvalorare l’importanza dello stabilimento di Fontecchio “.Conseguenza di questa favorevole informazione fu infatti il rifacimento del Bagno,fatto in tempi diversi a spese del Comune,conosciuta universalmente l’efficacia delle acque di Fontecchio, per le molte guarigioni ottenute “13. Libro degli Statuti del Comune di Città di Castello (sec. XIII) 13 LA “ INFORMAZIONE”di Sebastiano Magi ed altri documenti storici e dati scientifici sulle acque alcalino-solforose di Fontecchio, a cura di BINO BINI ,Città di Castello,1920. 14 APPENDICE CAPITOLO 1.2 Frammento di statuto del 1273 Statuimus etiam quod nullus amalatus vel amalata moretur infra confines nec moram faciat, habitent a Balneo de Fontechie intus versus civitatem et a Serra Pastine intus. Et hoc dicimus pro facto mulierum et puerorum qui vadunt ad Balneum de Fontechi ad baneandum; et teneatur potestas amalatos et eorum domus que sunt inter dictos fines facere removeri de mense septembris sui regiminis; et quicumque aliquem leprosum vel leprosam inter dictos fines proposuerit inso a terra solvat bannum X librarum denariorum; et nullus retineat amalatum in domo sua in civitate vel extra, et qui contrafecerit solvat balnum C solidorum denariorum; et siquis leprosus vel leprosa balneavit se in balneo de Fontechi, dicimus quod potestas faciat talem in igne cremari. Nessun ammalato si fermi dentro i confini. Abbiamo stabilito anche che nessun ammalato/a si fermi dentro i confini ne vi soggiorni e che risiedano fuori dal bagno di Fontecchio all’interno verso la città e all’interno della Serra di Pastina. E questo lo diciamo per il fatto delle donne e dei fanciulli che vanno al bagno di Fontecchio per bagnarsi; e il podestà sia tenuto a far rimuovere gli ammalati e le loro case che sono dentro i sopraddetti confini dal mese di settembre della sua carica e chiunque abbia messo davanti qualunque lebbroso/a dentro i predetti confini nella sua terra paghi la multa di 10 libbre di denari, e nessuno trattenga un ammalato nella propria casa nella città o fuori e chi faccia il contrario paghi una multa di 100 soldi di denari e se qualche lebbroso/a si sia bagnato nel bagno di Fontecchio diciamo che il podestà li faccia bruciare nel fuoco.1)- Archivio storico comunale di Città di Castello1, "Archivio segreto", "Volumi", XXIV, c. 37r (ms, fine sec. XIV- inizio sec. XVI) De Balneo de Fontecchio. Cap. LXX2 Statuimus et ordinamusa quod domini Priores populi pro tempore existentes teneantur et debeant, pen(a) xxv lib(rarum) den(ariorum), proponere in consilio sexaginta quod placeat dicto consilio providere, ordinare et reformare super Balneo de Fontecchiob cum dicatur ipsum Balneum fore utile pro communi et pluribus virtutibus abundare, et quod fuerit in dicto consilio ordinatum facere debeant executioni mandare ad dictam penam. 1 D'ora in avanti 'ASCCC'. Il testo del capitolo si trova, fedelmente esemplato, nello statuto a stampa del 1538 (Cfr. ASCCC, Liber statutorum palatii dominorum priorum, impressum in Civitate Castelli, per magistrum Antonium de Mazochis Cremonensem et Nicolaum et Bartolomeum fratres de Gucciis de Cortona, [1538], c. 19r) a Nel testo 'erdinamus'. b Nel testo 'defontecchio'. 2 15 Bagno di Fontecchio. Capitolo 70. Stabiliamo e ordiniamo che i signori Priori del popolo in carica siano tenuti obbligatoriamente, sotto pena di 25 libbre di denari, a proporre nel Consiglio dei Sessanta che piaccia al detto Consiglio prendere provvedimenti, ordinare e riformare sul bagno di Fontecchio dicendo che lo stesso bagno sarà utile alla comunità e che è ricco di parecchie virtù, e che debbano far eseguire ciò che sarà stato ordinato nel detto Consiglio, sotto la detta pena. 2)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 139v. Consilium credentie del 1573 lug 4 Balnei de Fontecchio opportunam reactationem cum suis virtutibus pleni et egrotantibus munifici proponen(dam) fore, stantibus statutis et presertim cap. LXX, sub rubrica de Balneo de Fontecchio, misso et obtento partito, decreverunt. […] Dopo aver votato e aver ottenuto la maggioranza, hanno decretato che bisognerà proporre l’opportuno restauro del bagno di Fontecchio, pieno di virtù e portatore di giovamento agli ammalati, come è stabilito negli Statuti cittadini, e in particolare al capitolo 70, sotto la rubrica ‘bagno di Fontecchio’. 3)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 147rv. Consilium regiminis del 1573 lug 15 Balneum de Fontecchio, cum sit virtutibus plenum et egrotantibus et infirmis valde proficuum, manutenendum et reactandum attendentes, idcirco, auditis arengatoribus et misso et obtento partito per secreta suffragia, nemine in contrarium reperto, prudentes consiliarios, videlicet dominum Blanchum de Blanchis, dominum Franciscum Bectum et dominum Ludovicum Serpolinuma, qui habeant videre, perscrutari et providere super illius reactationem, cum omnimoda auctoritate totius presenti consilii, eligerunt, nominaverunt et deputaverunt. […] Hanno posto la propria attenzione alla necessità di effettuare la manutenzione e il restauro del bagno di Fontecchio, essendo questo pieno di buone qualità e assai salutare 16 per i malati e gli infermi, quindi, dopo aver ascoltato gli arringatori, aver messo [la proposta] a votazione segreta e aver ottenuto l’unanimità a favore, hanno eletto e nominato deputati i savi consiglieri, ossia il signor Blanchus de Blanchis, il signor Franciscus Bectus e il signor Ludovicus Serpolinus, con il compito di prendere provvedimenti per il restauro del bagno, dopo che avranno attentamente esaminato la situazione, con piena autorità conferita unanimemente dall’attuale Consiglio. a Opp. 'Sirpolinum'. 4)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 150v. Consilium credentie del 1573 lug 25 Balneum de Fontecchio reactandum esse et illius reactationem et cuncta necessaria circa eum exequendum, obtento partito, proponi mandarunta. a Così nel testo. […] Hanno ordinato che sia proposto che il bagno di Fontecchio debba essere restaurato e, ottenuta la maggioranza, [hanno ordinato] il suo restauro e tutto ciò che è necessario ad eseguirlo. 5)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 153r. Consilium regiminis del 1573 lug 30 Balnei de Fontecchio proposita reactatione, habita consultatione et auditis arengatoribus ac misso et obtento partito, nemine in contrarium reperto, decreverunt quod deputati et offitiales stratarum precipiant villis et hominibus earundem ut per totam diem dominicam, obtenta licentia a domino episcopo, veniant ad extergendum Balneum predictum et habeant auctoritatem qualem et quantam habet presens consilium et repellant molestiam dominorum Buffalinorum et manuteneatur possessioa pro comune omni modo meliori. a Nel testo 'posessio'. […] Dopo aver proposto il restauro del bagno di Fontecchio, avuto il dibattito e ascoltati gli arringatori, quindi effettuata la votazione e trovati tutti favorevoli, hanno ordinato che i deputati ed ufficiali delle strade esortino gli uomini delle ville affinché per tutto il giorno di domenica, dopo aver ottenuto il permesso dal signor vescovo, vengano a pulire il bagno suddetto, e [i suddetti ufficiali] abbiano quale e quanta autorità ha l’attuale 17 Consiglio e allontanino il fastidio arrecato dai signori Bufalini, e sia mantenuta la proprietà a favore del comune, nel modo migliore possibile. 6)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 163r. Congregatio deputatorum super rebus disgravium comunis ac particularium et publicam utilitatem concernentibus del 1573 ago 23 Copia literarum illustrissimi et reverendissimi cardinalis Sancti Sixti super Balneo, ostensarum magnifico domino confalonerio per magnificum dominum gubernatorem. Copia della lettera dell’illustrissimo e reverendissimo cardinale (del titolo di) San Sisto sul bagno, mostrata al magnifico signor gonfaloniere dal magnifico signor governatore. […] Al molto magnifico signore il signor governatore de Città di Castello. Loco sigilli + Molto magnifico governatore, messer Giulio Buffalini pretende che il terreno dove è stato ritrovato il Bagno sia suo, et che però altri non possa mettere le mane, offerendo di volerlo accomodare del suo per servitio publico; et perchè non saria ragionevole che, stando il fatto così, fusse turbato nel suo pacifico possesso, imperò desidero che v(os)s(ignoria) me ne dia informatione quanto prima, soprasedendo intanto di fare altro nel detto Bagno, acciò non si faccia pregiuditio ad alcuno; et stia sana. Di Roma, lì XVIIII d'agosto 1573. Al piacer di v(os)s(ignoria). Il cardinal San Sisto. 7)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 167v. Consilium regiminis del 1573 ago 28 Lectis litterisa illustrissimi et reverendissimi cardinalis Sancti Sixti super Balneo in hoc registratis ad c(artam) . . . directis magnifico domino gubernatori nostro, obtentis pro parte domini Iulii de Buffolinis, super quibus magnificus dominus gubernator loquutus est in hanc s(e)n(tent)iam: "Magnifici consiliarii DD. VV. scire debeant quod hoc negotium hucusque amplexus sum totis viribus, et iam rescripsi illustrissimo cardinali et certioravi D. S. illustrissimam de bonis iuribus huius magnifice comunitatis, ac eidem transmisi plantam Balnei, quod est latitudinis pedum sexaginta sex et longitudinis pedum septuaginta octo cum dimidio, extans 'fornelli delle caldare', et etiam misisse verba statutorum de Balneo loquentium et verba in lapide marmoreo a pede platee magne huius civitatis existente, loquen(te) de 18 Balneo; et dixisse hoc Balneum esse de publico et non particularium; et extare muros circumcirca altos tresdecim palmorum, extare spogliatoria et scioratoria aquarum, et Iustinos (sic) non potuisse vendere res publicas, quia de publico apparent extar(e) ad omnium commodum et utilitatem". Cui quidem magnifico domino gubernatori predicti domini consiliarii gratias reddiderunt et habita adinvicem super hoc matura consultatione, missoque et obtento partito per secreta suffragia nemine discrepante, decreverunt et mandaruntb poni in mem(oria)le oratoribus deputatis ad s(anctissimu)m d(ominum) n(ostrum)1 pro corroboratione dictorum et expositorum per magnificum dominum gubernatorem, omni modo meliori. a Nel testo 'literis'. Così nel testo. 1 Papa Gregorio XIII. b […] È stata letta la lettera dell’illustrissimo e reverendissimo cardinale (del titolo di) San Sisto sul bagno, registrata in questo [libro] a carta …, indirizzata al magnifico signor governatore nostro, ricevuta da parte del signor Giulio Bufalini, sulla quale il magnifico signor governatore si è espresso così: “Magnifici signori consiglieri, le SS. VV. debbono sapere che fin qui ho trattato questa faccenda con tutte le forze e ho già risposto per iscritto all’illustrissimo cardinale; ho informato sua signoria illustrissima sui buoni diritti di questa magnifica comunità e gli ho trasmesso la pianta del bagno, che misura sessantasei piedi in larghezza e settantotto piedi e mezzo in lunghezza, dove si vedono i “fornelli delle caldare”; e ho anche inviato il passo degli statuti che parla del bagno e le parole incise sulla lapide di marmo che si trova nella parte bassa della piazza grande di questa città, la quale lapide parla appunto del bagno; e ho detto che questo bagno è pubblico e non privato, e ci sono ancora i muri tutto intorno alti tredici palmi, ci sono gli spogliatoi e le vasche14 delle acque, e ‘i Giustini’15 non hanno potuto vendere beni di proprietà pubblica, poiché è evidente dalle ‘fonti pubbliche’ che [tali beni] sono a vantaggio e ad utilità di tutti. I consiglieri hanno ringraziato il magnifico signor governatore e, dopo aver avuto una immediata consultazione sull’argomento, dopo averlo messo a votazione segreta e aver ottenuto l’unanimità a favore, hanno ordinato e dato mandato che [quanto discusso] venga inserito nel memoriale destinato agli oratori deputati presso Sua Santità, a corroborazione delle cose dette ed esposte dal magnifico signor governatore, nel miglior modo possibile. 8)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 171r. 14 ‘Scioratoria’ sta a significare il luogo in cui le acque fuoriescono all’aria aperta. Nel documento: ‘Iustinos’. 1515 19 Congregatio deputatorum ad publicam utilitatem del 1573 ago 29 Et perché si è inteso che il signor Giulio Buffalini ha fatto rumore in Consulta sì come vedrete per la copia della leteraa del cardinale al signor governatore nostro, come informati delle ragioni di questa comunità che questo Bagno è del publico et il signor Giulio né altri non ce ha che fare, eccetto tanquam unus de populo, supplicarete s(ua) s(ignoria) illustrissima et reverendissima che voglia ordinare che questo Bagno si restauri come il signor governator nostro ha principiato et ci è infervorato, avertendovi che esso nostro signor governatore ha rescritto a s(ua) s(antità) illustrissima le ragion nostre, del che le dovemo tenere grande obligo. a Così nel testo. 9)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 189v-190r. Congregatio deputatorum contra Iulium Buffalinum del 1573 set 17 Beatissimo padre, In questo suo territorio si trova un Bagno spettante al publico, antichissimo, cognominato 'il Bagno de Fontecchia', del quale se ne fa mentione in un marmo posto nella piazza di questa sua divotissima città, et anco nelli Statuti nostri, da v(ostra) s(anti)tà confirmati, sì come di tutto questo se n'è dato raguaglio a monsignor illustrissimo et reverendissimo signor cardinal San Sisto, per essere che Giulio Buffalini cercasse hora molestare questa Sua comunità nella posessioneb di questo Bagno, mentre si procurava dal signor governator nostro la reattationec di esso, essendosi trovato con experientia questa acqua essere a proposito a diverse infirmità, et perciò esserci concorso di molta gente; et per non haver potuto ottenere dalla Sacra Consulta cosa alcuna, va procurando fare suscitare una lite contra questa Sua comunità, asserendo questo Bagno esser suo, sibene desso non ce ha ragione alcuna, sì come può aparired per le informationi mandate in mane del detto illustrissimo San Sisto; et perché questa sua città poverissima non ha modo de litigare, supp(li)ca v(ostra) b(eatitudi)ne ne voglia far gratia comandare che non ostante qualsivoglia comm(endatio)ne detta, o inhibitione, stante le buone ragioni sù dette della comunità, a noi non sia dato impedimento in detta reattatione, né molestarie da persona alcuna. Il sù detto Giulio Buffalini altre volte procurò essere eretta una contea in questo Suo territorio, in uno luogo detto San Giustino, con altre ville contigue, et esso essere investito come conte dalla felice memoria di Pio quarto; il che, sebene fu exequito, con tutto ciò dal medesimo pontefice, come meglio informato, fu revocato et anullatof, ordinando nel breve della rivocatione che omnia restituerentur in pristinum; et per 20 essere che in detto loco ci habbia fatta una fortezza inespugnabile a battaglia di mano, et circundata con fossi larghissimi et profondissimi baluardi, ponti levatori, et da due muraglie circundata, con moschettoni et archibugi aposta, tolti dalla monitione di questa città contro li ordini di sommi pontefici, similmente si supplica che per quiete di essa Sua città et territorio, avenga in esso vi si riduchino di continuo banditi de la vita et altri condennati et delinquenti che alla giornata commettono errori gravissimi, sì come apareg nelli atti della corte del signor governatore, si degni farne gratia comandare che detta fortezza sia smantellata, et riempiti li fossi, et restituite le sù dette moschette et archibusoni aposte tolte dalla monitione, come di sopra; con che, et genuflessi et prostrati in terra, humilmente basamo li santissimi Suoi piedi, pregando il s(ignore) Idio che la mantenga in quel Suo felicissimo stato. Dalla Sua divotissima et obedientissima Città de Castello, lì XVII di settembre 1573. a Così nel testo. Così nel testo. c Nel testo 'reattione'. d Così nel testo. e Intendi 'molestie'. f Così nel testo. g Così nel testo. b 10)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 67, c. 180v. 1577 Balneum de Fontecchio reactandum et expurgandum esse ad infirmorum hutilitate, obtento partito, proponi mandarunta. a Così nel testo dott. LORENZO ARCALENI Ianus - servizi archivistici e bibliotecari - soc. coop . 21 1.4 LE TERME DI FONTECCHIO NEL XVII SECOLO L’ “Informatione” del Magi sulle qualità e sull’efficacia delle acque di Fontecchio influenzò senza dubbio favorevolmente l’opinione pubblica e le autorità cittadine, come confermano i vari interventi di ristrutturazione a più riprese a spese del Comune. Negli Annali scritti da Pompeo Longini al 13 luglio 1622, si legge: “ In Consiglio fu decretato che si riattasse il bagno di Fontechi e si rimediasse che nelle piogge non si intorbidasse. Nei medesimi Annali: “ A dì 6 marzo 1634 nel Consiglio di Reggimento fu risoluto che si riattasse il bagno di Fontecchio, per mantenimento di dette acque e fu ordinato vi si spendessero cinquanta denari della pena pagata da un contadino per aver anni sono ammazzato un altro”.16 Negli Annali del Comune al 4 luglio 1633 si trovano Filippo de’ Conti e Scipione Marchesani deputati al restauro del bagno: al 7 maggio e al 17 novembre del 1635 si vedono altre deliberazioni relative allo stesso restauro. In un foglietto volante, di mano del Certini, altro studioso di memorie castellane, è scritto: “Mons. Camillo Pozzobonelli, nobile milanese e governatore di Città di Castello…ebbe in somma veneratione l’acque del bagno di Fontecchi, exitò la fabbrica ed ornato del sito e conservatione dell’acque, e se bene partito dal governo ne procurò l’avanzamento come da questa iscritione da me veduta giacente nella piazzetta avanti il ricettacolo dell’acque: ILLU: us ET REVEREND:us DOMINUS CAMILLUS POZZOBONELLUS NOBILIS MEDIOLANENSIS FIERI IUSSITI 163517 16 17 SILVESTRINI, “Lo stabilimento”, cit. p. 6. G. MUZI, “Memorie ecclesiastiche di Città di Castello, vol II, p. 143. 22 APPENDICE CAPITOLO 1.4 11)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 96, c. 70r 1622 lug 13 (Consilium regiminis XL virorum) De reactando Balneo Fontecchi Facta alia propositione de decreto alias facto ab illustri hoc Regiminis Consilio super reactatione Balnei existentis in villa Fontecchi, ob salutiferas in eo reconditas virtutes ex multorum experientia confirmatas, et relato eiusdem Balnei pessimo statu ob non executionem supradicti decreti, supradicti domini consiliarii ut supra in sufficienti numero existentes ad publicam commoditatem decreverunt balneum predictum esse condecenter et commode reactandum ad hoc ne pluviarum inundationibus perturbetur, et hoc per secreta suffragia fuit obtentum, duobus in contrarium non obstantibus, et ita decreverunt. 11)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 96, c. 70r 1622 lug 13 (Consiglio di Reggimento dei 40) Restauro del Bagno di Fontecchio Fatta l'altra proposta in merito al decreto emanato in altro tempo da questo illustre Consiglio di reggimento e riguardante il restauro del bagno che si trova nella villa di Fontecchio, per il fatto che in tale bagno sono nascoste virtù salutari confermate dall'esperienza di molte persone ed essendo stato riferito il pessimo stato in cui si trova il bagno stesso a causa della mancata esecuzione del suddetto decreto, i signori consiglieri, presenti in numero legale, come sopra, hanno decretato che il suddetto bagno debba essere restaurato convenientemente a pubblica utilità, affinchè non sia più devastato dalle inondazioni causate dalle piogge; e su ciò è stata ottenuta la maggioranza a votazione segreta, nonostante due voti contrari; e così hanno decretato. 12)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 101, c. 58v, 1633 lug 4 (Consilium regiminis XL virorum) Super Balnei reaptationea Facto verbo de Balneo ad publicam utilitatem et pro tuenda sanitate, misso et obtento partito et in contrario non obstantibus et c., mandaverunt exonerari balneum extra porta 23 Sancti Egidii publicum sub provisoris cura ac ad videndum et considerandum necessaria et opportuna quo ad re(e)dificationem et resarcimentum eiusdem et referendum, illustrem et ad. ex(cellen)tem dominum Philippum de Comitibus et illustrem dominum Scipionem Marchesanum eligerunt et deputaverunt. a Nel testo ' reapetatione'. 12)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 101, c. 58v, 1633 lug 4 (Consiglio di Reggimento dei 40) Sul restauro del Bagno Avuta discussione in merito al Bagno a pubblica utilità e per mantenerne l'igiene, messo a votazione e ottenuta la maggioranza, non ostante ecc., hanno ordinato che il Bagno pubblico fuori porta Sant'Egidio venga svuotato a cura di un provveditore; per vedere e considerare ciò che è necessario e opportuno alla riedificazione e al restauro dello stesso e quindi riferire [al Consiglio] hanno eletto deputati l'illustre signor Filippo de Conti e l'illustre signor Scipione Marchesani. 13)- Ibid., c. 135v (1634 mar 6) (Consilium Regiminis XL virorum) Balnei pro reaptatione et ornamento Scuta 50 aplicantur Habito verbo super Balneo comunitatis sit(o) in villa Fontecchi, ita et taliter devastati quod in futurum difficillime poterit pro tuenda et recuperanda sanitate resp(icere?) per euntes ad eum bibere nisi aliquo modo circum et supra ******, et hoc quia acqua fluens et veniens per agros dictam acquam Balnei corrumpit et sic in maximum damnum totius populi, unde super hoc habita matura consultatione et sollemni deliberatione, et misso et obtento partito per secreta suffragia, duobus in contrarium non obstantibus, decreverunt fore et esse applicanda scuta quinquaginta ***** pro reaptatione et ornamento dicti Balnei ad publicam utilitatem [...] et hoc sub cura illustrissimorum dominorum capitanei Bernardini Cornacchini et Petri Albezzini […]. In continenti illustrissimus et reverendissimus dominus Cammillus Pozzobonellus dignissimus Gubernator huius civitatis ex mera eius gratia et humanitate obtulit scuta sex ex suis propriis pecuniis pro dicto servitio et illustres domini cosiliarii, ea qua decet reverentia, gratias ingentes agerunt, omni (melori modo). 24 13)- Ibid., c. 135v 1634 mar 6 (Consiglio di Reggimento dei 40) Sono destinati 50 scudi al restauro e all'abbellimento del Bagno [di Fontecchio]. Avuta la discussione sul Bagno della comunità situato nella villa di Fontecchio, a tal punto devastato che in futuro assai difficilmente - per recuperarne e conservarne l'igiene coloro che vi si recano a bere potranno averne cura (lezione dubbia), se non con qualche limite (misura, norma, regola) intorno e sopra ******; e ciò perchè l'acqua che scorre e che proviene dai campi inquina l'acqua del Bagno, e così con gran danno di tutta la popolazione; per cui, avuta rapida consultazione sull'argomento e solenne delibera, messo a votazione e ottenuta la maggioranza non ostanti due voti in contrario, hanno decretato che debbano essere stanziati 50 scudi per il restauro e l'abbellimento del suddetto Bagno, a pubblica utilità [...], a cura degli illustrissimi signori il capitano Bernardino Cornacchini e Pietro Albizzini […]. Subito dopo l'illustrissimo e reverendissimo signor Camillo Pozzobonello, degnissimo Governatore di questa città, per grazia e umanità, ha offerto se scudi dei propri denari per detto servizio e gli illustri signori consiglieri, con decorosa riverenza, hanno ringraziato sentitamente. 14)- Ibid., c. 237r (1635 mag 7) (Consilium Regiminis XL virorum) […] Loco illustris domini capitanei Bernardini iam electi cum illustre domino Petro Albezzini ad balneum reaptandum, *** dicti domini Cornacchini eligerunt et deputaverunt illustrem dominum Iacobum Trovium. 1635 maggio 7 (Consiglio di Reggimento dei 40) Al posto 14)- Ibid., c. 237 r del signor capitano Bernardino Cornacchini, già eletto assieme all'illustre signor Pietro Albizzini per restaurare il Bagno, hanno eletto e deputato l'illustre signor Giacomo Trovio. 25 15)- Ibid., c. 268r (1635 nov 17) [...] stante fide solidationis computorum manu domini Bartholomei Proselli, computiste comunitatis, tenoris: "Il signor Pietro Albezzini depositario delle pene per la sanità ha dato conto de scudi 444 e b(aiocchi) 8 1/5 pervenuti in sua mano e n'ha spesi scudi 397 1/5 come del tutto ha mostro ordini della congregatione di sanità; resta per il compimento dell'entrata scudi 46 e baiocchi 81; li signori capitano Bernardino Cornacchini e il sudetto Albezzini, deputati all'asetto del bagno, asegnano haver recevuto scudi 96 e baiocchi 81 cioè scudi 46 e baiocchi 81 dal signor Pietro Albezzini depositario sudetto e scudi 50 dal signor tesoriero. Hanno dato l'esito per la fabrica del medesimo bagno scudi 96 e baiocchi 21, come se n'è visto ricevuto resta per pareggio dell'entrata baiocchi 60. In fede, questo dì 7 maggio 1635. Bartolomeo Proselli computista". 15)- Ibid., c. 268r 1635 nov 17 [...] stante la fede dei conti di mano del signor Bartoloeo Proselli, computista del comune, del tenore: "Il signor Pietro Albezzini depositario delle pene per la sanità ha dato conto […]”. dott. LORENZO ARCALENI Ianus - servizi archivistici e bibliotecari 26 1.5 UN LUNGO PERIODO DI DIMENTICANZA I lavori di restauro del bagno, effettuati nell’arco del periodo fino ad ora esaminato, dimostrano la continua utilizzazione a fini terapeutici delle sue acque. Poi, si verificò un progressivo impoverimento della vena, forse per qualche sotterranea deviazione; infatti, il Muzi, parlando del terremoto di Città di Castello del 1789 dice: “ Nella villa del bagno circa un miglio distante dalla città, ove esisteva una sorgente di acqua sulfurea che da qualche tempo era quasi perduta, di nuovo si riunì in copia sì grande che potrebbe esser atta a girare una mola”18. La notizia che la sorgente rimanesse per lungo tempo trascurata e quasi dimenticata, è confermata dal fatto che non venga più citata nelle memorie storiche fino al secolo XIX. Dell’antico stabilimento non rimanevano che i ruderi. 18 MUZI, “Memorie” cit. p. 152. 27 1.6 TRA ‘800 E ‘900 FONTECCHIO RITROVA LA SUA MERITATA RINOMANZA Nell’ ‘800, con l’ulteriore progredire delle scienze chimiche, fisiche e biologiche, l’acqua minerale si delinea nella sua fisionomia moderna di farmaco complesso e irriproducibile artificialmente. Una grandissima quantità di studi e l’attività di illustri cultori del termalismo garantiscono un supporto scientifico alle terapie, ne ampliano i campi d’intervento e le metodiche di applicazione. I reparti di cura degli stabilimenti termali vengono ampliati e potenziati. La stazione termale si trasforma anche nell’architettura e recupera, come nell’antica Roma una funzione ricreativa, dotandosi di parchi, giardini, luoghi d’incontro e alberghi. Da centri di cura le località termali si andarono trasformando in centri di villeggiatura e di vita mondana. Il merito di aver saputo ridonare alla sorgente del bagno di Fontecchio la sua celebrità spetta al dott. Ulisse Boselli, il quale, chiamato da Bologna ad occupare l’ufficio di medico comprimario di Città di Castello, rivolse tutta la sua attenzione allo studio delle proprietà terapeutiche di tali acque. Egli si adoperò con ogni mezzo per ottenere che venisse commissionata dal Comune di Città di Castello al prof. Sebastiano Purgotti, luminare della chimica, l’analisi qualitativa delle acque di Fontecchio. L’importante risultato di tali analisi, che il professore pubblicò nel 1860 in un opuscolo intitolato “Idrologia minerale tifernate”, non meno che gli autorevolissimi pareri dei professori Gamberoni di Bologna, Cipriani di Firenze, mossero la rappresentanza municipale a fare ricostruire l’antico serbatoio di questa sorgente con due grandi piscine e ad aprirvi la comoda strada che vi conduce. Vi fu ,quindi, costruito un piccolo edificio per bagni con due tinozze, numero che l’anno appresso si dovette raddoppiare per il sempre maggiore afflusso di visitatori locali e stranieri. Un relazione redatta nel 1862 dal Boselli metteva in rilievo il largo consumo che si faceva di queste acque; si calcolavano in circa 300, compresi i forestieri, coloro che si recavano a Fontecchio da giugno a settembre, mentre molti tifernati solevano trasportare l’acqua in città per i loro bagni, riscaldandola nelle abitazioni fino alla desiderata temperatura. Due anni dopo, alcuni cittadini prendevano l’iniziativa di costituire una società, per giungere in breve tempo all’edificazione di uno stabilimento che offrisse “ più largo ed agevole rimedio a molte infermità, ed al paese un mezzo non di spregevole di prosperità”.19 Il comitato promotore invitò cittadini ed enti a sottoscrivere azioni da L.100 ciascuna fino ad un ammontare complessivo di L.15000 per rendere in tal modo manifesto che “non le vane parole, non le fantastiche aspirazioni ,ma solo l’operato zelante,energico e prudente di tutti i cittadini possono rendere felici e prospere le città”.20La società del Bagno fu realizzata con decreto reale del 20 aprile 1864. La costruzione dello stabilimento,progettato dall’ing. Guglielmo Calderini,avvenne finalmente nel 1868.La “ Guida descrittiva topografica terapeutica dei bagni marittimi,minerali e 19 20 A . TACCHINI ;Città di Castello 1860-1960.La città e la sua gente ,Città di Castello,1988,p.159 Ibidem,p159 28 Scampagnata alle Terme (c. 1900-1905) 29 idroterapeutici d’Italia” così ne illustrava le qualità:”In esso vi sono tutte le comodità che gli accorrenti vi potranno trovare e nulla vi manca di quanto può essere utile e necessario per lo scopo cui è destinato,e né manca di quel diletto e di quelle allegrie necessarie a passare l’allegra stagione di bagni. Vi si trova un soggiorno purissimo,un trattamento corrispondente a qualunque delicata persona avvezza a qualsiasi agiato e delizioso vivere. E il non esservi in quel pacifico luogo i frastuoni dei famosi bagni di Francia e di Germania,ma sì bene la quiete solitaria e tranquilla,nella sua più gaia e semplice pastorale bellezza,è anche questo un potente conforto e sollevamento d’animo a coloro che veramente vogliono ristabilire le abbattute forze del corpo”21. Quanto alle virtù terapeutiche, nella stessa guida si legge:” Quest’acqua si usa per bagno e per bevanda e docciature ed è miracolosa nella renella, nei calcoli,nelle malattie vescicali…in tutte le malattie cutanee,anche di più difficile trattamento di cura qual è la pellagra.Giova nelle affezioni reumatico-artritiche,emorroidalie vascolari,e in certe condizioni morbose degli intestini e dell’utero”.22 Per iniziativa dell’amministrazione comunale,venivano garantiti ogni anno bagni gratuiti a circa 200 indigenti. Si accedeva a Fontecchio con una carrozza che partiva da porta S.Egidio.Nel 1880, le tariffe per ogni bagno ammontavano a L.0,75 a persona e a L.1 in camerino di lusso. I bagni avevano una durata di un’ora e mezza. Nel 1898 il servizio di trasporto per Fontecchio era effettuato dall’impresa Francioni e Franchi,” con omnibus e trams ” che partivano ogni ora.23 Il crescente interesse per l’idroterapia spinse il farmacista Angiolo Bini a fondare nel 1885 un nuovo stabilimento, con sede a pochi chilometri di distanza da porta S. Egidio,in una palazzina sormontata dalla torre dell’ Osservatorio Meteorologico,altra realizzazione di Bini.Con la sua attrezzatura per bagni a vapore, docce scozzesi e massoterapia, le sale di lettura e di conversazione, l’assistenza dei sanitari locali e la possibilità di ospitare i forestieri, lo stabilimento contribuì a sottolineare l’immagine di Città di Castello come centro idroterapico-balneare.Quando, nel 1893,la Società Anonima proprietaria di Fontecchio mise in vendita l’affermata stazione,Angiolo Bini l’acquistò. Agli inizi del 1900,nel periodo estivo,gli Stabilimenti riuniti di Angiolo Bini, a Fontecchio e presso la stazione ferroviaria, erano meta di numerosi villeggianti. Il giornale perugino “Unione liberale”, lodando le loro virtù terapeutiche, definiva Città di Castello uno dei più frequentati ritrovi estivi e luoghi di cura dell’ Italia centrale,per l’ospitalità,il clima , la quiete e la gastronomia. In un’epoca in cui il salotto si affermava come”vero e proprio epicentro della autorappresentazione della borghesia”, i due stabilimenti divennero geniale ritrovo per allegre conversazioni o all’ombra delle piante o nella sala d’aspetto.24 Essi aprivano i battenti all’inizio di luglio.L’afflusso dei forestieri era consistente a 21 Guida descrittiva topografica terapeutica dei bagni marittimi,minerali e idroterapeutici d’Italia, Napoli,1880,pp.54-57 Ibidem 23 TACCHINI,Città di Castello, cit.,p.162 24 TACCHINI,Città di Castello, cit.,p.261 22 30 Stampa pubblicitaria dello stabilimento (1880) Antica pianta del Bagno di Fontecchio (copia di originale forse del 1573) 31 Fontecchio e nel contempo crebbe il numero dei cittadini che prescelsero questa località come sede delle scampagnate.La domenica,una gran quantità di automobili,ciclisti,vetture d’ogni genere e gruppi di pedoni prendevano il via per le Terme e così, tra il fresco, il buon vino e le buone tagliatelle,dopo un bagno di acqua solforosa”il corpo si ripulisce,le membra si rinvigoriscono e lo spirito si allieta”25. Nel 1923 furono attuati dei lavori di ristrutturazione,con l’ampliamento del ristorante,l’apertura di un giardino e l’impianto di illuminazione ad acetilene.Per facilitare l’accesso ai Tifernati ,le tariffe delle camere e del ristorante si mantennero simili a quelle degli alberghi Tiferno e Cannoniera.Nei primi anni Venti,sempre d’estate,lo Stabilimento Bini era aperto ogni domenica per bagni semplici. Le tariffe popolari favorirono l’affluenza e si chiedeva che un servizio talmente utile all’igiene potesse essere esteso al periodo invernale. Nel 1936, la proprietà idrologica degli Stabilimenti Bini passò alla Cassa di Risparmio di Città di Castello ,che mantenne in funzione soltanto gli impianti di Fontecchio ,successivamente rilevati dall’imprenditore romano Salvatore Spinelli ,il quale, a sua volta li cedette ad una società locale costituita da Luigi Pillitu,Giobatta Venturelli e Amilcare Consani. Questi passaggi di proprietà possono essere considerati la conseguenza di problemi gestionali e finanziari che andarono acuendosi negli anni della guerra. Ma, nell’immediato dopoguerra ,la Stazione Termale di Fontecchio riprese vigore:fu rilevata nel 1949 dal dottor Galliano Pasqui,che avviò un articolato programma di rilancio,con l’arricchimento e ampliamento degli impianti ricettivi -i primi tuffi in piscina i Tifernati li fecero proprio a Fontecchio- e con proficui rapporti di collaborazione con gli enti mutualistici nazionali. 25 “ Polliceverso”,26 luglio , 1924. 32 Cartolina d’epoca di inizio ‘900 Cartolina d’epoca di inizio ‘900 33 APPENDICE CAPITOLO 1.6 Atti del Consiglio Comunale, Volume I, 1860 nov. 22 – 1863 dic. 21 Cc.25v.-26 IV Proposta dei Consigli straordinari dei giorni 21, 26 e 27 marzo 1861: “Costruzione dell’ultimo tronco della via del Bagno per la comunicazione del fabbricato della acque di Fontecchio” “… Confermata ormai dal fatto l’utilità delle acque minerali di Fontecchio ed agevolarne l’uso, è necessario di compiere la comunicazione col fabbricato delle dette acque…”. La Giunta, ritenuto che una simile richiesta “non possa cader d’oblio”, approva la richiesta dei lavori apportando alcune modifiche ai capitoli (es. termine ultimo consegna lavori, pagamenti, etc.) Cc. 275 – 276 I Proposta –Sessione Ordinaria dei Consigli di Primavera del 11 maggio 1863 “Sulle acque del bagno di Fontecchio” Viste le proprietà delle acque di Fontecchio, la notevole affluenza di persone e le spese sostenute, il Municipio tifernate, pur attraversando un periodo di “ristrettezze”, decide di finanziare la costruzione di un edificio ad uso dei bagni; questo il passo: “…Non ostante per altro così lusinghiere speranze non nascondo a me stesso la effimera ristrettezza delle finanze del Municipio, che non permetterebbero certamente l’accingersi a nuove spese; […] Ogni miglior ragione persuade per ora a limitare l’allestimento dei Bagni al puro necessario […]. In questo intendimento rileverete dalla perizia che vi sarà letta, che per ora si propone soltanto la erezione di un modesto casotto fornito del puramente indispensabile per collocarvi due Bagni e che altrsì potrebbe in seguito rimanere per fare ala di un fabbricato ben più ampio, e conveniente. La spesa calcolata ascende a £ 872.20, paria a [*] 163.24.8, senza che vi sia compreso l’importo del marmo pei Bagni e la relativa conduttuta dell’acqua tanto calda che fredda. Per far fronte a questa spesa vi vien proposto di erogarvi le £ 200 stanziate e non erogate […] e la rimanente somma desumerla e stornarla dal residuo disponibile in £ 1200 circa del fondo stanziato dal decorso anno per i lavori straordinari di riparazione della stessa strada, che conduce alle acque minerali in 34 discorso, che nel memento, ridotta in gran parte in perfetto stato, non ha bisogno dell’impiego di altre somme…”. Atti del Consiglio Comunale, Volume II, 1864 mar. 3 – 1866 ago. 8 Cc. 18-19 II Proposta – Sessione Ordinaria della primavera 1864 -1ª Tornata “Progetto del Muratore Luigi Pincardini per la costruzione di due nuovi Bagni nella sorgente delle acque minerali di Fontecchio” Il Consiglio Comunale esamina la richiesta inoltrata dal muratore Luigi Pincardini per la costruzione di due nuovi bagni presso lo stabilimento di Fontecchio. Essendo in ristrettezze economiche, e riconoscendo la necessità di costruire nuovi bagni vista la grande affluenza di persone, il Municipio Tifernate decide di “…permettere, che il muratore Luigi Pincardini costruisca nella sorgente delle acque di Fontecchio a tutte sue spese, rischio, e carico, due nuovi Bagni uguali perfettamente ai due già costruiti dal Municipio sia nei muramenti, che nelle bagnarole e mobilio, e che i predetti dei due nuovi bagni, come dei due ora esistenti vadano a vantaggio comune, come a carico comune debbano essere sostenute le spese tutte di custodia, e mantenimento di cui dovrà per miglior garanzia delle parti, redigersi analogo Capitolato, restando poi in facoltà del Municipio di poter dare acquisto in ogni e qualunque tempo dei due nuovi bagni a stima di periti…” Cc. 71v.-73 Proposta II – Sessione ordinaria di Autunno, Prima Tornata, Seduta del 20 Ottobre 1864 “Domanda della Società anonima per la erezione di uno Stabilimento Balneario presso la Sorgente delle acque minerali di Fontecchio” 35 Il Consiglio esamina la richiesta inoltrata dalla Società Anonima di Fontecchio – recentemente costituitasi ed in corso di riconoscimento legale- riguardante la possibiltà di cedere gratuitamnete alla suddetta società la Sorgente delle Terme di Fontecchio; la Società da parte sua si impegna a costruire a sue spese uno Stabilimento Balneare: “…In vista di tal cessione la Società potrebbe assumenre l’onere di impiegare per la costruzione ed impianto dello stesso Stabilimento Balneare una somma non inferiore a Lire Quindicimila…”. Esaminata la richiesta il Sig. Palazzeschi propone di deliberare quanto segue: “Se piaccia cedere alla Società le acque minerali della sorgente di Fontecchio e sue adiacenze con tutti i diritti spettanti al Municipio […], a patto che la Società stessa eroghi nella erezione dello Stabilimento in progetto la somma non inferiore a Lire Quindicimila, e dia principio ai lavori entro il termine di mesi sei da questa data, autorizzando la Giunta a redigere il contratto da esser sottoposto alla omologazione del Consiglio […]. La proposta è approvata all’unanimità per alzata e seduta. Durante la stessa seduta “… Si propone in secondo luogo se piaccia fare acquisto per conto del Municipio di n° 10 azioni importanti la somma complessiva di £1000. Messa ai voti l’anzidetta proposta per alzata e seduta risulta adottata all’unanimità”. Cc125v. - 126 Proposta I - Sessione Ordinaria di primavera, Prima Tornata, Seduta del giorno 24 Aprile 1865 “Omologazione del contratto di cessione delle acque minerali della Sorgente di Fontecchio da stipularsi colla Società anonima” A ratifica dell’accordo stipulato in occasione della seduta del 20 Ottobre 1864, la Giunta propone all’esame del Consiglio i punti del contratto con la Società Anonima: “1° Il Municipio cede, concede, enude, e trasferisce ogni suo diritto e ragione alla Società anonima Tifernate del Bagno di Fontecchio, sita […] alla distanza di chilom. 3,271 da questa Città, segnata in mappa del Bagno col Num. Di Catasto26 ed egualmente cede, concede e trasferisce alla detta Società ogni suo diritto, e ragione sulla adiacente località della citata sorgente, che gli compete, e possa competere a termini di legge. 2° Il Municipio cedente non sarà tenuto e soggetto a veruna garanzia per tutti gli effetti corrispondenti tanto per la proprietà che per la libertà del fondo 26 Il numero non è indicato. 36 3° La società concessionaria dovrà erigere il nuovo stabilimento ad uso di pubblici Bagni a pagamento, erogandovi una somma non inferiore a £15 mila, dando principio ai lavori entro il termine di mesi sei dalla riportata approvazione Sovrana dei suoi Statuti. 4° In caso qualunque di scioglimento definitivo della d.a Società, il Municipio si riserva […] il diritto di essere preferito nell’acquisto a qualunque altro terzo acquirente […], la quale prelazione potrà essere sperimentata dal Municipio entro un mese dalla data della fattagli notifica[…] 5° La Società per tutti i lavori che andrà ad eseguire per la erezione del nuovo stabilimento e per la occupazione dei terreni necessari […], s’intenderà investita delle stesse facoltà derivanti al Municipio in forza delle leggi vigenti sulla espropriazione dei fondi per causa di pubblica utilità […]. Il Consiglio, esaminate e approvate le richieste della Giunta, formula la seguente proposta: “Vista la precedente deliberazione del 25 Ottobre […], viste ed esaminate le condizioni e le modalità del contratto da stipularsi colla Società anonima del Bagno per la cessione a questa da parte del Municipio delle acque minerali […], dichiara che il termine di sei mesi stabiliti […] debba computarsi non da quella data1 ma sebbene dal dì della riportata sanzione Sovrana degli Statuti della Società stessa, approva in ogni sua parte ed in tutta la sua integrità l’atto di stipulazione […] Sperimentata la votazione per alzata e seduta, sulla presente proposta, risultò adottata alla unanimità […]”. Atti del Consiglio Comunale, Volume V, 1876 gen 22 – 1879 dic. 12 Cc. 240v.-241 r. Proposta 28ª – Adunanza del 29 Ottobre 1877, VI Tornata, in seconda convocazione “Bagno di Fontecchio – Progetto di cessione al Municipio” A causa delle precarie condizioni economiche in cui destava, la Società Anonima delle Acque di Fontecchio decide di mettere in vendita lo stabilimento; in base a quanto concordato in occasione della cessione delle Acque da parte del Municipio alla suddetta 1 1864, Ottobre 26 data delibera consiliare (n.d.a.). 37 società (cfr. verbale seduta del 24 Aprile 1865), lo Stesso aveva diritto di precedenza rispetto a terzi sull’acquisto. Il problema che ora si presentava era quello del trattamento degli azionisti che, da parte loro, non intendevano affatto rinunciare gratuitamente alle loro quote partecipative. Non riuscendo a trovare una soluzione soddisfacente per entrambe le parti, il Municipio rifiuterà la proposta di acquisto. Di seguito si riporta la trascrizione del verbale della seduta in questione: “Datasi lettura dell’istanza, il Sindaco riferisce che la Giunta era venuta dell’avviso di progettare l’acquisto dello Stabilimento balneare di Fontecchio, ma al patto che gli azionisti avessero rinunciato a qualsiasi diritto sulle loro azioni, onde il Municipio, riavendo lo stabilimento, si sarebbe accollato la passività, subentrando pel resto nelle ragioni della Società. Il Sig. Mancini ritiene per fermo che gli azionisti non si risolverebbero mai a cedere le loro azioni senza un corrispettivo ed è convinto che preferirebbero di conservare i loro diritti sullo stabile nelle condizioni attuali. Il Sig. Pasqui fa considerare che se gli azionisti fossero più disposti a far sacrificio totale delle loro azioni, tuttavia il Municipio non si troverebbe mai in grado di sobbarcarsi ad una spesa superiore a £10000 per accollarsi la passività della Società del Bagno indipendentemente dal valore delle azioni. Il Sig. Restori dice che la proposta della Giunta equivale ad un rigetto della domanda della Società. Di poi il Consiglio: Mentre è grato alla Società del Bagno dell’offerta di cessione dello Stabilimento, dichiara di non poterne profittare, non essendo consentito dalle attuali condizioni delle finanze del Municipio d’impegnarsi in spese straordinarie fuori delle previsioni del Bilancio. Tale ordine del giorno è approvato con voti favorevoli 8, contrari 2 dott. Claudia Carini Ianus - servizi archivistici e bibliotecari - soc. coop 38 1.7 LE TERME DI FONTECCHIO OGGI Situato all’interno di un grande parco secolare,il moderno complesso termale-alberghiero di Fontecchio è stato classificato nella prima categoria superiore dal Ministero della Sanità;è perfettamente organizzato ed integrato per cure altamente qualificate e per una piacevole vacanza.E’ dotato di sala con inalatori per aerosol,palestra di riabilitazione respiratoria per forme asmatiche,centro per cura della sordità,ambulatori cardiologici,neurologici,pneumologici,dermatologici,vascolari,malattie allergiche e ortopedia. Il centro di estetica è modernamente attrezzato per trattamenti del viso e del corpo,per i quali vengono impiegati prodotti cosmetici preparati con il fango termale dello stabilimento. Una equipe di medici generici e specialisti,coordinata da un comitato scientifico composto da professori universitari esperti nelle varie branche,assicura tutte le cure e gli accertamenti previsti dalla legge in dieci ambulatori muniti di apparecchiature strumentali moderne e complete, Fontecchio,al quale è riconosciuto il livello qualitativo tariffario super ai sensi della D.G.R. n. 5672 del 03/09/97,oggi,non solo conserva e potenzia il tradizionale,ma si inserisce nel nuovo attraverso una qualificata ricerca scientifica :ne sono la prova la convenzione,firmata con l’Università di Perugia,per la cura sperimentale di soggetti affetti da diabete 2 e la convenzione con l’INAIL per la cura dei traumatizzati in temporanea. Cosa si cura : -Artropatie di natura infiammatoria,degenerativa e dismetabolica,poliartriti croniche,esiti di reumatismo acuto,periartriti, artrosi,artropatie uricemiche,esiti di traumi, nevriti,sciatica , esiti di ictus. -Malattie infiammatorie dell ‘apparato respiratorio : faringiti,tonsilliti,sinusiti, otiti,laringiti,tracheo-bronchiti,bronchiti asmatiformi. -Malattie dell’apparato digerente. -Insufficienza venosa arti inferiori:varici,flebiti,tromboflebiti. - Vasculopatie - Esiti da ustione -Esiti di mastectomie 39 -Centro cure di diabete 2 Come si cura: IL reparto termale può essere considerato oggi come uno dei centri sanitari più attrezzati fra le stazioni termali italiane completo di:piscina coperta con acqua termale a 35°,vasca per idromassaggio a 39° con adiacente vasca fredda a 16 ,°vasca a farfalla per riabilitazione e vasculopatie a 32°, percorsi vascolari con idromassaggio e ciottoli per massaggio podalico,doccia scozzese , grotta. Riabilitazione respiratoria: Inalazioni,aerosol,humages,ginnastica respiratoria,drenaggio postulare,ventilazione assistita,vibro-insufflazioni endotimpaniche . Riabilitazione vascolare: Idromassaggio,percorso vascolare,trattamenti all’ozono e con doccia scozzese,presso terapia,linfodrenaggio,ionoforesi corporea . Riabilitazione dermatologica e degli esiti di ustioni: Fango e balneoterapia,radiazioniU.V.A. e infrarossi,massaggio connettivale, ozonoterapia, rieducazione funzionale in palestra e piscina. Riabilitazione delle donne operate al seno: Linfodrenaggio,pressoterapia,idrochinesiterapia,massofisioterapia. Trattamenti estetici: Pressoterapia,bendaggi riducenti,linfodrenaggio,mesoterapia,trattamenti viso,maschere facciali,diete personalizzate,sauna , grotta,idromassaggio,palestra , massaggi estetici,terapia sclerosante. Il complesso sanitario è convenzionato con ASL,INPS,INAIL,Ministero della difesa ed è aperto per tutto l’anno. Hotel delle Terme Dispone di circa 96 camere,quasi tutte doppie,dotate di bagno,doccia,telefono,televisore,frigobar e munite di un arredamento che rivela il gusto della maestria dell’artigianato del legno dell’Alta Valle del Tevere . La ristorazione è assicurata mediante due vaste sale capaci di ospitare complessivamente 600 persone,una pizzeria,una quarta saletta ornata da piante esotiche: un vero “giardino d’inverno che può disporre di circa 60 posti a sedere. Inoltre l’hotel dispone di una sala congressi per circa 300 posti e di un’aula polivalente solitamente impiegata per convegni,conferenze,seminari e lezioni. Completano la struttura numerosi ambienti per il tempo libero:bar,discoteca,sala giochi.Il complesso ha a disposizione un grande parco ombreggiato da piante secolari ad alto fusto e percorso da un ruscello di limpidissima acqua sorgiva.All’interno del parco trovano posto due campi da tennis,tre campi da bocce, un campo di pallavolo,un minigolf ed altri giochi per bambini . 40 Una grande piscina circondata da prato all’inglese assicura ore di svago e refrigerio agli ospiti . E’ agevole comprendere,perciò,come l’hotel Terme offra,durante l’intero anno un’ospitalità raffinata ed una cucina genuina e ricca di numerose specialità locali e regionali. Antico convento dei Cappuccini A 500 metri sopra le Terme,in un ex Convento di frati Cappuccini risalente al 1500 e completamente ristrutturato,si trova la Beauty Farm denominata “Cappuccini Vecchi”.Questa è dotata di una struttura ricettiva di alto prestigio con sette suite in stile ,sale relax ,centro congressi,chiesa con cripta romanica. Sede di frequenti conferenze e concerti è circondata da percorsi verdi su venticinque ettari di bosco secolare ed è vicina ad una sorgente di acqua carbonato-calcica oligominerale che serve tutto il complesso termale .Gli ospiti usufruiranno della vicina struttura termale e dei servizi offerti dall’hotel Terme,compresi il ristorante,la pizzeria,la piscina. La Beauty Farm propone numerose opportunità basate su una combinazione di trattamenti di balneoterapia e fangoterapia con sedute di ginnastica in piscina o nel parco e massaggi. Come si arriva ; Fontecchio Terme si trova a due chilometri ad est di Città di Castello,in provincia di Perugia,nel versante orientale dell’ Alta Valle del Tevere. Dista km 15 da Sansepolcro (AR),km 24 da Umbertide (PG) km 58 da Perugia,km 40 da Arezzo. E’ raggiungibile in automobile:uscita casello di Arezzo dell’Autostrada del Sole (A1), proseguendo per 45 km lungo la statale n. 73,quindi lungo la statale n.221,oppure percorrendo la superstrada E/45,uscita Città di Castello nord. In treno: linea Perugia – Sansepolcro ,Stazione di Città di Castello,autobus di collegamento con Fontecchio Terme. In pullman: corse giornaliere da Firenze,Arezzo,Perugia e Roma. Cosa c’è da vedere : Le cure termali,anche a Fontecchio Terme,non tengono impegnato l’ospite per l’intera giornata,c’è dunque la possibilità di visitare località artisticamente e turisticamente 41 meritevoli. Città di Castello (km 3,5)con il suo duomo,i trecenteschi Palazzo Comunale e Palazzo del Podestà,la ragguardevole Pinacoteca nel Palazzo Vitelli alla Cannoniera,i musei Burri,che raccolgono una ricca collezione di opere dell’illustre pittore contemporaneo,cui Città di Castello ha dato i natali,le chiese di S.Domenico e S.Francesco,il Centro Tradizioni Popolari,ad un paio di chilometri fuori città,nella villa dei marchesi Cappelletti. Sansepolcro:(km 17) con il Museo Civico, dove sono raccolte molte opere del celebre pittore Piero della Francesca ,che qui nacque,il Duomo e la chiesa di S. Francesco. Le splendide Città d’arte di Arezzo(km40),Gubbio (Km 50),Perugia (km 58),Assisi (km 62). 42 Ingresso alle Terme di Fontecchio Particolare del parco delle Terme di Fontecchio 43 Riabilitazione in piscina Cura con fanghi 44 Antico convento dei Cappuccini 45 Capitolo 2 ANALISI FISICHE E CHIMICHE E PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DELLE ACQUE DI FONTECCHIO DAL 1860 FINO AI NOSTRI GIORNI 46 INTRODUZIONE Poichè le acque delle terme di Fontecchio possono essere classificate come acque bicarbonate–alcalino-solfure si riportano le proprietà terapeutiche delle: ACQUE BICARBONATE Le acque bicarbonate sono tra le più diffuse in natura. Nei terreni prevalgono infatti i bicarbonati accanto a calcio, solfati, sodio e magnesio che entrano nella costituzione minerale "di contorno" delle bicarbonate. La loro origine è per attraversamento di rocce calcaree; i bicarbonati di calcio e magnesio derivano dall'aggressione della componente calcarea da parte della CO2 disciolta. La CO2 deriva spesso da terreni vulcanici di cui l'Italia è ricca (origine profonda) ma è altrettanto importante la quota atmosferica. Le acque bicarbonate sono caratterizzate dalla presenza dell'anione HCO3- in quantità prevalente. Si definiscono bicarbonato-alcaline le acque nelle quali prevalgono, accanto all'anione bicarbonato, il catione sodio e spesso il potassio e bicarbonato-alcalino terrose quelle più ricche in calcio e magnesio. All'interno di questa suddivisione in due raggruppamenti principali nelle acque bicarbonate si ritrovano comunemente altri elementi (solfati, cloro, ferro, bromo, iodio, etc.) a volte presenti in quantità sufficienti e tali da conferire alle bicarbonate caratteristiche biologiche e terapeutiche proprie dei singoli elementi e pertanto assimilabili a quelle di acque descritte nelle rispettive pagine. Le acque bicarbonate sono utilizzate prevalentemente per bibita; rientrano in questa classe molte acque da tavola a media o bassa mineralizzazione. In terapia idropinica è necessario operare, come per tutte le classi di acque, una prima distinzione in acque a bassa, media ed alta mineralizzazione; all'interno di questa prima suddivisione si distinguono poi le azioni biologiche e terapeutiche dei mineralizzatori prevalenti o presenti comunque in quote rilevanti. Acque ad alta o medio-alta mineralizzazione sono utilizzate anche con metodiche di crenoterapia esterna, compresa la preparazione di fanghi, inalatorie ed irrigatorie. Azioni biologiche L'azione delle acque bicarbonate è difficilmente schematizzabile in quanto la presenza di altri mineralizzatori la condiziona in modo determinante. Ci sono notevoli analogie con i meccanismi d'azione delle solfate. 47 Azione sull'apparato uropoietico Per le bicarbonate oligominerali è evidenziata un'azione diuretica da ascrivere in parte all'ipotonia (azione "meccanica" aspecifica) ed in parte al contenuto in mineralizzatori. In particolare l'azione diuretica specifica è attribuibile alla presenza di metalli alcalinoterrosi che agirebbero sia a livello del parenchima renale potenziandone la funzionalità che a livello della dinamica delle vie escretrici. In questo senso sono attive nei confronti della diuresi anche acque bicarbonate non oligominerali ed è segnalata un'azione protettiva nei confronti di perdite elettrolitiche che possono a volte verificarsi con acque a minima mineralizzazione. E' segnalata un'azione specifica delle acque bicarbonato-alcalino terrose nella prevenzione dell'urolitiasi per la presenza di Mg++, del quale è nota l'attività di inibitore della cristallizzazione. E' stata evidenziata un'azione delle acque bicarbonate sugli stati iperuricemici. Azione sullo stomaco Le acque bicarbonate hanno spesso una reazione acida per la presenza di acido carbonico in equilibrio con i bicarbonati ma hanno spesso una notevole riserva alcalina. Il potere tampone è stato particolarmente oggetto di studio. A livello gastrico e duodenale agiscono sulla componente secretiva e motoria. La bevuta di acque bicarbonate a digiuno eleva il pH gastrico ed inibisce la secrezione per stimolazione riflessa a partenza duodenale. Molte ricerche confermano una riduzione dell'attività secretoria ed il minor potere lesivo sulla mucosa del secreto acido. Assunte ai pasti l'effetto è prosecretorio. Questi fenomeni e soprattutto la loro progressione nel corso della terapia e la persistenza nel tempo possono essere interpretati considerando l'azione eutrofica e protettiva sulla mucosa gastrica (esercitata soprattutto dalle bicarbonato-solfate) e l'intervento dei mineralizzatori sui mediatori del Cervello Intestinale Autonomo. L'effetto eccitosecretivo e l'aumento dell'acidità sono da attribuire alla presenza di ioni calcio medianti la liberazione di gastrina ed alla CO2 libera. Calcio e magnesio sono implicati, secondo recenti studi, nella liberazione di gastrina oltre che di altri enterormoni. L'impulso alla peristalsi ed allo svuotamento gastrico con acque bicarbonate è stato evidenziato in vivo ed in vitro da numerosi Autori. Nella pratica clinica questo dato si traduce nella conferma dell'efficacia delle acque bicarbonate nel ridurre l'ipercloridria e gli stati irritativi della mucosa gastrica intervenendo di conseguenza su turbe dispeptiche di varia origine. Azione su duodeno, fegato e vie biliari A livello duodenale le acque bicarbonate favoriscono l'azione degli enzimi pancreatici elevando il pH verso l'alcalinità. Stimolano inoltre la secrezione esocrina pancreatica. 48 L'indice zimostenico delle soluzioni naturali bicarbonate è stato testato in laboratorio riguardo il potere lipolitico, amilolitico e proteolitico e ne è stata affermata la dipendenza dalla composizione chimica in elementi prevalenti ed alcuni oligoelementi. Numerose ricerche hanno indicato nel calcio e nel magnesio dei potenziali liberatori di colecistochinina. Sono state analizzate in particolare le azioni di alcuni elettroliti sul Cervello Intestinale Autonomo che hanno fatto rilevare un intervento del calcio nella liberazione di gastrina e sull'attività esocrina del pancreas con effetto di lunga durata. Al SO4- - è imputata un'azione di liberazione di CCK. E' documentato inoltre uno stimolo vagale sulla secrezione pancreatica esocrina che potrebbe essere ascrivibile agli ioni calcio. A livello dell'apparato epatobiliare le acque bicarbonate esercitano numerose azioni sulla funzionalità epatica, sulla produzione della bile e sulla motilità delle vie biliari. Sono noti effetti antitossici sul fegato dopo l'uso di veleni organolesivi specifici come il tetracloruro di carbonio. Attualmente l'interpretazione più valida sembra fornita dall'effetto antiossidante della componente solfata, protettivo nei confronti della lesione mediata da radicali liberi. Tali considerazioni valgono ovviamente per ogni fonte di stress ossidativo epatico (alcool, farmaci, etc.). Le acque bicarbonate hanno azione coleretica e colagoga. Alla componente solfata è attribuita, in questo caso, un'importanza preponderante soprattutto in relazione al suo potere di stimolare il vago e di determinare l'increzione di ormoni digestivi ad attività coleretica quali gastrina e secretina. La coleresi termale riguarda la biligenesi elettroliti-dipendente e la quota dipendente dalla secretina. In particolare gastrina e secretina provocano incremento dell'output biliare idroelettrolitico e aumento della concentrazione biliare di HCO3- e Cl-. Circa l'azione colagoga è stata evidenziata la iperincrezione di CCK indotta soprattutto dalle bicarbonato-solfate. Gli effetti della CCK sulle vie biliari possono essere così riassunti: contrazione della colecisti, rilasciamento dell'Oddi, stimolazione della motilità antrale con distensione della prima metà del duodeno. Circa il contenuto in magnesio ne è da tempo affermata l'azione spasmolitica. Numerosi sono inoltre gli Autori che attribuiscono al magnesio attività colagoga e coleretica. Azione sull'assorbimento Lo studio dell'assorbimento di glucidi, lipidi e protidi depone per una evidente influenza della terapia idropinica con acque bicarbonate e bicarbonato-solfate nel determinare incremento delle quote assorbite in soggetti affetti da insufficienza epatopancreatica. Le attività coleretica e colagoga e lo stimolo alla secrezione pancreatica esogena sono, come intuibile, connessi in modo fondamentale con le modificazioni indotte sui processi di assorbimento. Inoltre le azioni sulla componente secretiva, sulla contrattilità gastrica e duodenale e sul trofismo mucoso contribuiscono al miglioramento della funzione digestiva 49 e conseguentemente assimilativa. A livello duodenale il tempo di transito è fondamentale ai fini dell'assorbimento e tra le molte acque in grado di ottimizzarlo troviamo quelle a prevalente componente solfata ed alcalino terrosa per l'azione eucinetica che favorisce il mixing duodenale. Indicazioni in alimentazione Come più volte accennato sono stati condotti in passato e si stanno intensificando attualmente studi miranti ad appurare il potenziale ruolo dietetico e terapeutico delle acque minerali in bottiglia. Per le acque bicarbonate e soprattutto per le bicarbonatocalciche ed alcalino terrose sono state individuate possibilità in ambito nutrizionale nipiologico e pediatrico, nella dieta dello sportivo, negli stati ipertensivi e, recentemente, nell'osteoporosi. Nipiologia e pediatria L'utilizzo di un'acqua bicarbonato-calcica o alcalino terrosa per la ricostituzione dei latti formulati sembra rispondere a criteri di ottima tollerabilità e favorire la funzione assimilativa; assicura inoltre un buon introito di calcio e di altri elettroliti, fondamentale in età di rapido accrescimento staturo-ponderale. Al fine di garantire un apporto ottimale di minerali è stata valutata la possibilità di utilizzare acque a media mineralizzazione e a tutt'oggi la ricerca le indica tra le più idonee, essendo stato escluso, a parere di alcuni ricercatori, il rischio di un apporto (intake) elettrolitico tale da interferire con le ridotte capacità di compenso del rene immaturo. Nel divezzamento, con la progressiva introduzione di alimenti diversi dal latte, è stata segnalata la possibilità di deficit di calcio in particolare nei portatori di intolleranza alle proteine del latte vaccino. E' stato dimostrato sperimentalmente come un'acqua bicarbonato-calcica possa contribuire all'intake raccomandato di calcio particolarmente in questa condizione. Riportiamo inoltre che, a parere di alcuni ricercatori, le acque oligominerali sono maggiormente indicate in nipiologia e pediatria per il minor potere tampone che permette un minor impegno della funzione secretoria gastrica ancora immatura. Fisiopatologia dello sport Nello sportivo l'apporto idrico deve essere adeguato per reintegrare il patrimonio idroelettrolitico e per favorire un'azione contrastante gli effetti dell'accumulo dei cataboliti della fatica. Ricordiamo come soprattutto nell'atleta agonista la prevenzione dell'accumulo e lo smaltimento tempestivo di cataboliti acidi si oppongano a stati dismetabolici che, anche se transitori, si traducono in traumatismi da cause endogene. Sono noti studi sull'influenza delle acque bicarbonate nella fatica muscolare. Nello 50 sportivo e nell'atleta, tra le alterazioni ematochimiche da sforzo più rilevanti si hanno iperazotemia, iperuricemia, aumento della lattacidemia e della piruvicoemia oltre all'incremento di markers di danno muscolare ed epatico conseguenti ad alterazioni di membrana (transaminasi, CPK, LDH, etc.). Calcio e magnesio, ma anche sodio, bicarbonati e solfati, agiscono a livello delle membrane cellulari in senso stabilizzante e l'elevato potere tampone delle acque bicarbonate è chiamato in causa nel neutralizzare le valenze acide con minore produzione di cataboliti ed un più rapido ritorno alla norma dei valori alterati. Le acque bicarbonate-calciche e le bicarbonato-alcalino terrose a media mineralizzazione determinano, durante l'esercizio muscolare, modificazioni della risposta cardiocircolatoria e respiratoria, della massima potenza aerobica (massimo consumo di ossigeno) e di alcune variabili ematochimiche (incremento ematico di indici ematologici di danno cellulare). Si rivelano inoltre preventive in corso di assunzione abituale. Stati ipertensivi L'induzione all'escrezione di sodio sembra essere più accentuata per le acque bicarbonate (iposodiche) a media mineralizzazione. La sodiemia non subisce variazioni significative; non sono segnalate modificazioni rilevanti indotte sulla potassiuria e sulla potassiemia. Le variazioni della sodiemia, per quanto non significative, non escludono comunque che le acque bicarbonate povere in sodio siano da considerare come possibili coadiuvanti nella terapia dell'ipertensione. Segnaliamo inoltre il ruolo protettivo esercitato dal calcio nei confronti degli stati ipertensivi. Osteoporosi Le acque minerali calciche (con contenuto in Ca++ superiore a 150 mg/l) possono e devono essere considerate come sorgente alimentare di calcio. Questa affermazione è supportata da recenti contributi di ricerca circa la biodisponibilità del calcio contenuto nelle acque minerali. Lo studio della biodisponibilità degli elementi contenuti nelle acque minerali è tuttavia un campo di ricerca ancora quasi inesplorato verso il quale si è assistito ad una polarizzazione degli interessi concomitante da un lato con il progredire delle ricerche sull'importanza dei costituenti minerali della dieta e dall'altro con l'attribuzione all'acqua minerale in bottiglia del ruolo di possibile presidio preventivo e terapeutico. Si è reso indispensabile appurare quale quota di calcio nelle acque minerali si renda effettivamente disponibile per il fabbisogno organico e possa svolgere i ruoli biologici e terapeutici ad esso attribuibili. In uno studio la biodisponibilità del calcio contenuto in un'acqua bicarbonata, ricca in Ca++ e povera in Na+ , di cui è noto l'effetto riduttivo 51 sull'assorbimento del calcio, è stata estrapolata dal confronto con quella del latte, alimento che rappresenta lo standard riconosciuto di buona biodisponibilità. I risultati della ricerca hanno permesso di stabilire che: - la biodisponibilità del calcio contenuto nell'acqua in esame è notevole: i valori di assimilazione per l'acqua sono del 49%, per il latte 43% - la biodisponibilità del calcio si estende agli adulti di una vasta gamma di età - gli estrogeni e lo stato di menopausa, sebbene influenzino l'assimilabilità generale, non intaccano quella del calcio contenuto nell'acqua minerale 52 2.1 ANALISI CHIMICO-FISICHE DELLE ACQUE DI FONTECCHIO DI SEBASTIANO PURGOTTI (1860) per ogni kg Materia organica nitrogenata 0,00723 g Protossido di ferro 0,00217 // Acido silicico 0,00964 // Bicarbonato di soda 0,66726 // Bicarbonato di calce 0,06594 // Bicarbonato di magnesio 0,02758 // Bicarbonato di protossido di ferro 0,00144 // Acido carbonico libero 0,10408 // Acido solfidrico libero 0,01487 // Solfato di soda 0,00251 // Cloruro di calcio 0,00196 // Cloruro di sodio 0,08042 // ------------- Somma dei principi mineralizzatori 0,98510 Acqua tenente in soluzione inapprezzabili dosi di ossigeno e idrogeno 999,01490 grammi ACQUA ALCALINO-SOLFOROSA DEL BAGNO grammi 1000,0000 // Prof. Sebastiano Purgotti 53 2.2 CENNI SULLE VIRTU’ MEDICINALI DELL’ACQUA DEL BAGNO DI FONTECCHIO SECONDO IL PARERE DEL CHIMICO SEBASTIANO PURGOTTI (1860) L’acqua del bagno contiene silice ,bicarbonato di protossido di ferro e bicarbonato di calce. Ha il vantaggio di emulare per leggerezza l’acqua distillata. Fra i suoi principali componenti tengono il primo posto il bicarbonato di soda e l’acido solfo-idrico.La dose di bicarbonato di soda che quest’acqua contiene risulta utilissima a facilitare le funzioni digestive e in particolar modo l’uso interno porta grandi vantaggi nell’alleviare l’ acidità di stomaco ; lo stesso carbonato alcalino di cui l’acqua è ben ricca è utile nel trattamento delle renelle e nei calcoli rossi costituiti dall’acido urico. Il carbonato di soda rende l’acqua del bagno indicatissima “ a restituire alla sua normalità la crasi sanguigna,quando per varie cause sia stata alterata. Sarà indicata perciò a modificare i principali alteranti il misto organico,i quali sono cagione di tante disgrazie negli umori.” La dose se non abbondante certamente non scarsa dell’acido solfidrico svolge un’azione che coadiuva quella del carbonato alcalino . L’acqua usata per bevanda e per bagno costituisce un ottimo rimedio nel trattamento delle reumatologie, nelle artritici,nelle paralisi,nelle dermatosi e nelle malattie della pelle che ne derivano , nelle scabbie,nelle impetigini,nella pellagra . L’ acido solfo-idrico è infatti per le accennate malattie giusto rimedio. “All’opinione,che ripugnanza si avrà dai malati di far uso dell’acqua del bagno in discorso per bevanda,io rispondo,che la ripugnanza cessa dopo averla per due o tre ore ingerita… Per rapporto alle altre due difficoltà che potrebbero affacciarsi intorno all’uso dell’acqua per bagni , difficoltà fondate 1. sul non essere veramente ricchissima di acido solfoidrico e 2. sull’essere non termale,e perciò bisognosa di essere riscaldata e per conseguenza obbligata a perdere nel riscaldamento il gas cui debbe la sua attività,io rimarco 1.che se certamente l’acqua del bagno è inferiore per la quantità dell’acido solfo-idrico ad alcune acque sulfuree che ne sono ricchissime, è in pari tempo superiore a tante altre. E perciò se accadrà certamente che per debellare un morbo, mentre delle prime basterebbero per esempio otto bagni, dieci o dodici se ne richiederanno dell’acqua di Fontecchio. Non fa poi ostacolo alla sua attività l’aver essa una temperatura inferiore a quella che è necessaria per i bagni,l’acido solfidrico e una di quelle sostanze che tarda più delle altre a disimpegnarsi dall’acqua;ai 100° l’acqua no lo ha tutto perduto se l’ebolizione non si è per lungo tempo protratta”.27 27 S.PURGOTTI,Idrologia minerale tifernate,Perugia,1860,pp15-17 54 2.3 STATISTICA DELLE MALATTIE CURABILI CON L’ACQUA E FANGHI DI FONTECCHIO A CURA DEL DOTT. ANGIOLO BINI (PRIMI ‘900) Il dott. Angiolo Bini, che aveva affidata l’alta direzione dei suoi stabilimenti balneari all’On. Dott. Angelo Celli, coadiuvato dagli egregi sanitari della città, ebbe cura di compilare una diligente statistica delle malattie curabili con l’acqua e i fanghi di Fontecchio e delle guarigioni ottenute. In base a tale statistica poteva asserire, in una circolare a stampa diretta ai signori sanitari, che è ritenuto e risulta efficace il triplice uso delle acque di Fontecchio in varie malattie, come segue: Per bevanda – nei catarri di stomaco, degli intestini, vescicali, vaginali, nelle renelle, nei calcoli rossi costituiti dall’acido urico, nelle acidità di stomaco, negli infarcimenti del fegato e della milza . Per bagno- nelle dermatosi, nella psoriasi, nelle erpeti, nell’eczema cronico, nella scabbia, nelle reumatalgie, nelle artriti. Per fangature- nelle artriti anche deformanti, nei tumori freddi e glandulari, nelle paralisi, nei postumi di fratture, nella sciatica, nella gotta ecc. E concludeva: “Certo di rendere alla scienza medica un potente aiuto curativo, ed all’umanità sofferente un efficace rimedio, mi sono indotto presentare anche alla S.V. questi quadri riassuntivi, sebbene si trovino nella Enciclopedia chimica del Selmi, nella Farmacopea italiana dell’Orosi nelle Guide alle acque minerali d’Italia del Faccia, del Rugiadi, dello Schiavardi, e in molte altre”. 55 2.4 ANALISI FISICHE E CHIMICHE DELL’ACQUE TERMALI DI FONTECCHIO DI BELLUCCI,SGARZI E BARILLARO (1936) Sodio per litro grammi 0,19009 Potassio 0,01030 Magnesio 0,02221 Calcio 0,04131 Ferro 0,00004 Cloro 0,04787 Idrocarbonico 0,66970 Solforico 0,00004 Silice 0,01936 An. Carbonica libera 0,17754 Idrogeno solforato 0,00609 Ossigeno 0,00424 Azoto 0,02292 __________ 1,22398 professori Bellucci, Sgarzi e Barillaro 56 2.5 STUDIO SULLE PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DELLE ACQUE DI FONTECCHIO DEL PROF. RAFFAELE SILVESTRINI DEL 1938 L’acqua di Fontecchio occupa uno dei primi posti per la cura di alcune malattie: MALATTIE URICEMICHE L‘alterazione che porta all’accumulo di acido urico nell’organismo viene indicata con il nome di Uricemia: la calcolosi biliare, la calcolosi renale o vescicole, certi diabeti sono tutte malattie che ne derivano e trovano la loro indicazione terapeutica nell’acqua di Fontecchio, utilizzata per bagni o assunta come bevanda. MALATTIE REUMATICHE I bagni e i fanghi di Fontecchio sono utili specialmente per il reumatismo cronico, la poliartrite, la menoartrite reumatica cronica. Gli artritici reumatici possono trovare allo stabilimento di Fontecchio adatta cura inalatoria per la tonsillite e faringite cronica che si accompagnano tanto spesso all’artrite reumatica. ARTROPATIE DIVERSE Oltre le artropatie di origine uricemica e quella di origine reumatica possono trovare giovamento dalle acque e dei fanghi di Fontecchio certe artriti infettive quale l’artrite sifilitica, l’artrite blenoragica, l’artrite dissenterica, l’artrite melitococcica, l’artrite pnenococcica. Fra le artriti tossiche una che trova nelle acque di Fontecchio un valido rimedio è l’artrite Saturnina, il cosiddetto pseudoreumatismo di piombo. MALATTIE DELLA PELLE L’acqua di Fontecchio risulta particolarmente efficace per la cura di tutte le malattie della pelle:”oltre tutte le manifestazioni cutanee di alterato ricambio organico,altre manifestazioni di malattie infettive,di esaurimenti organici,d’intossicazione alimentare possono trarre giovamento dai bagni con acqua di Fontecchio. È a proposito di infezioni, è da ricordarsi che per la stessa cura della “lepra” fu celebrata quest’acqua così che un’ordinanza del 1273 conservata nell’Archivio Comunale di Città di Castello dimostra quanto si preoccupasse quel comune della difesa delle sue Sorgenti, ricorrendo a mezzi molte energici…” 57 Il “Martori” nel suo trattato “Crenoterapia” scrive: “Nelle malattie cutanee sia parassitarie che autotossiche si mostrano più efficaci le sorgenti sulfuree e calciche o miste ed anche le solfuree clorurate, sorgenti da cui si svolge una notevole quantità di gas solfidrico.” MALATTIE DEL TUBO DIGERENTE “Giovevolissima è la bibita dell’acqua di Fontecchio, unita al bagno in tutti quei disturbi delle vie digerenti che sono la conseguenza d’uricemia… La ipermegalia epatica degli uricemici, la litasi biliare nelle sue varie estrinsecazioni cliniche possono essere curate alla sorgente di Fontecchio con bagni, in certi casi coadiuvati da doccia fredda sulla regione della cistifellea…La stitichezza abituale, che è una malattia tanto comune trova speciale indicazione nelle docce ascendenti con l’acqua di Fontecchio.” MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO Una quantità di catarri cronici delle vie aeree superiori, che sono di origine uricemica, trovano ottima cura nelle polverizzazioni, nella cura inalatoria praticate nello stabilimento di Fontecchio, specialmente raccomandabili nelle bronchite croniche su fondo uricemico che sono causa d’asma e conducono i pazienti all’enfisema polmonare. Anche catarri nasofaringei, d’altra natura, laringiti croniche dei fumatori, bevitori, cantanti, bronchiti putride trovano giovamento con queste cure. MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO Trovano spesso effetti curativi in vari stazioni balneari: nevrastemici uricemici, nevrastenici arteriosclerotici, nervosi e tossici. I bagni di Fontecchio danno ottimi risultati nelle nevriti, specialmente in quelle con substrato uricemico, nelle ischialgie, nelle radicoliti anche in quelle causate da certe alterazioni lente della colonna vertebrale (morbo di Kümmel). Si è osservato giovamento per bagni termo-minerali in malattie sistematizzate del midollo e anche nel parkinsonismo postencefalitico. MALATTIE DELL’APPARATO UROGENITALE “Il rene gottoso, la litiasi renale, le cistiti traggono giovamento dal bagno e dalla bevanda. Annessiti, metriti, parametriti di varia natura vanno a guarigione o miglioramento oltre che con i bagni, con le irrigazioni fatte convenientemente con l’acqua di Fontecchio.” Tratto da:R.SILVESTRINI,Sull’impiego medico dell’acqua di Fontecchio,1938,pp.17-21. 58 2.6 ANALISI CHIMICA DEL PROF. M. TALENTI DELL’ISTITUTO DI IGIENE DELL’UNIVERSITA’ DI ROMA (2002) 59 2.7 LE NOSTRE ANALISI (CLASSE 3 FASE ITIS “L. e A. Franchetti”) DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DELLA DUREZZA DELL’ACQUA La durezza Con il termine durezza dell’acqua si indica la concentrazione di Sali di calcio e di magnesio(Sali indurenti), espressi come CaCO3. La durezza viene espressa in p.p.m. di CaCO3 cioè esprimendo tutti i Sali indurenti come CaCO3 in mg/l. Molto usata è l’espressione in gradi francesi : un grado francese ( 1°F ) = 10 p.p.m. di CaCO3 cioè 10 mg/l di CaCO3 In base alla durezza le acque vengono distinte in dolcissime (0-7°F), dolci (7-15°F), dure (15-22°F), durissime (oltre 35°F); sono considerate potabili le acque che possiedono una durezza non oltre 50°F. La durezza può essere temporanea, permanente e totale. 1. La durezza temporanea è data dalla quantità di Bicarbonato di calcio e di magnesio presente nelle acque. Il bicarbonato (solubile) viene eliminato (come CO2) con il riscaldamento trasformandosi in bicarbonato e idrossido insolubile che precipita Ca(HCO3)2 CO2 + H2O + CaCO3 poco solubile Mg(HCO3) 2 2CO2 + Mg(OH) 2 poco solubile 2. La durezza permanente è data da tutti gli altri Sali di calcio e di magnesio presenti nell’acqua che rimangono solubili (e non precipitano) anche con il riscaldamento (solfati, cloruri, nitrati) 3. La durezza totale è data dalla somma della durezza temporanea e di quella permanente, è dovuta cioè a tutti i Sali di calcio e magnesio. Determinazione della durezza totale (titolazione Ca + Mg) Prodotti chimici: campione di acqua (100 ml) nero eriocromo T (indicatore) 60 soluzione 0,01 M di EDTA (acido etilendiamminotetracetico) soluzione tampone formata da NH4Cl + NH3 Attrezzatura di laboratorio: matraccio da 1000 ml 2 becher da 250 ml agitatore magnetico con ancoretta buretta asta con morsetto per buretta Procedimento: In questo esperimento eseguirete una titolazione: farete reagire l’EDTA, in presenza dell’indicatore nero eriocromo T, con i Sali Ca 2+e Mg2+. Quando avviene la completa precipitazione di questi ioni sotto forma di questi Sali complessi con l’EDTA osserverete il viraggio dell’indicatore da rosa (quando è legato da questi ioni) ad azzurro (quando l’EDTA gli ha sottratto tutti gli ioni). a) Preparate la soluzione tampone a pH 10 mescolando 50g di NH4Cl in 300ml di NH3 concentrata e portata a volume nel matraccio da 1000ml b) Ponete 100ml di acqua da analizzare in un becher con 2ml di soluzione tampone a pH 10 (accertarsi poi con una cartina tornasole che il pH dell’acqua sia compreso tra 10 e 11). Aggiungete una puntina di spatola di nero eriocromo T. Inseritevi l’ancoretta e ponete il becher su un agitatore. c) Titolate l’acqua con una soluzione di EDTA 0,01 M fino alla scomparsa del colore rosso e il viraggio ad azzurro. Nelle condizioni indicate 1 ml di EDTA consumato corrisponde a 1°F. La durezza si calcola : durezza= ml di EDTA = gradi francesi durezza = ml EDTA x 10=mg/l di CaCO3 o p.p.m. CaCO3 In questo caso il consumo di EDTA avuto per calcio e magnesio, si attribuisce convenzionalmente tutto al calcio (come CaCO3). Il valore massimo consentito è di 32°F d) Questa titolazione indica la durezza totale: La determinazione della durezza sull’acqua di Fontecchio ha fornito il seguente risultato: 187,8mg/l di CaCO3 = 18,7 °F 61 Determinazione dei cloruri: Il contenuto di cloro nelle acque, sotto forma di ione cloruro, può essere influenzato dagli scarichi urbani. In questo esperimento per la determinazione dei cloruri, eseguirete due reazioni chimiche, che originano rispettivamente un solido e un composto colorato. K2CrO4 agisce da indicatore mentre AgNO3 agisce da titolante a) Reazione tra l’acqua da analizzare e K2CrO4 e reazione di doppio scambio con formazione di un precipitato; b) Reazione di titolazione con AgNO3 Si deve operare in ambiente neutro o leggermente alcalino (pH tra 7 e 9) Prodotti chimici: campione d’acqua 100ml soluzione 0,01M di AgNO3 soluzione diluita di K2CrO4 Attrezzatura di laboratorio Becher da 250ml Buretta Contagocce Piastra magnetica con ancoretta Procedimento: 1. prendete 100ml di acqua da esaminare e ponetela in una beuta (se la concentrazione degli ioni Cl- è elevata, prendete 50ml di acqua campione e aggiungetevi 50 ml di acqua distillata). 2. Aggiungete alcune gocce di indicatore K2CrO4; la soluzione diventa gialla 3. Aggiungete la soluzione titolante di AgNO3 0,01 M mescolando costantemente finchè il colore non vira da giallo ad arancione in seguito alla reazione: AgNO3 + NaCl Na NO3 + AgCl 4. dal cambiamento di colore si capisce che tutto il cloro è stato precipitato. 2Ag+ + K2CrO4 Ag2 CrO4 + 2K+ Calcolo: Dai millilitri di soluzione di AgNO3 consumati si risale alla concentrazione del cloro utilizzando l’equazione: Ma x Va = Mb x Vb 62 In cui: Ma = molarità AgNO3 Mb = molarità di Cl da trovare Va = volume della soluzione di AgNO3 consumata Vb = volume della soluzione contenente cloro (100ml) g Cl- = ml AgNO3 x M AgNO3 x PM Cl 1000 Il dato va riferito a 1litro di acqua La determinazione dei cloruri sull’acqua di fontecchio ha fornito il seguente risultato: [Cl-] = 0,07 g/l 63 2.8 ALTRE SORGENTI MINERALI A CITTA’ DI CASTELLO : SORGENTE DEL COPPO E SORGENTE DI BUON RIPOSO Nel territorio di Città di Castello sono presenti altre due importanti sorgenti di acque minerali, anche se non legate a stabilimenti balneari: la sorgente del Coppo e quella di Buon Riposo che sono raccolte, insieme a quella di Fontecchio, nel raggio di poco più di 3 km. Ciascuna è fornita di un principio mineralizzatore dominante diverso: il nitrato di soda per l’acqua del Coppo, vicino alla città, poco distante da Porta S:Egidio, l’acido carbonico e il ferro per l’acqua di Buon Riposo sul pendio del monte Citerone ad ovest della città (località Nuvole). Nel 1860 il prof. Sebastiano Purgotti in “Idrologia minerale tifernate” insieme all’acqua del bagno di Fontecchio analizzava quella di queste altre due sorgenti minerali di cui si riportano di seguito i prospetti. 64 PROSPETTO Sostanze costituenti l’acqua nitrosa del Coppo (1860) per ogni chilogrammo per ogni libbra romana materia nitrogenata 0,018 grammi 0,125 grani acido silicico 0,011 // 0,08 bicarbonato di calce con tracce di solfato di calce 0,333 // 2,304 // Bicarbonato di protossido di ferro 0,006 // 0,04 // Cloruro di magnesio con tracce di Cloruro e solfuro di calcio 0,036 // 0,25 // Nitrato di soda con tracce di Solfato di soda 0,542 // 3,75 // __________ 0,946 grammi // ____________ 6, 549 grani acqua 999,054 grammi 6905,451 grani Acqua nitrosa del coppo grammi 1000,000 ossia 1 kilogrammo grani 6912,000 ossia 1 libbra romana 65 PROSPETTO Sostanze costituenti l’acqua acidulo-marziale del Buon Riposo (1860) QUADRO ANALITICO-QUANTITATIVO Per ogni Kg Per ogni libbra romana Solfato di soda ……………………………grammi 0.0109 grani 0.075 Solfato di calce…………………………………...” 0.0014 “ 0.010 Cloruro di sodio…………………………………..” 0.0180 “ 0.125 Cloruro di magnesio……………………………...” 0.0073 “ 0.050 Cloruro di calcio………………………………….” 0.0036 “ 0.025 Bicarbonato di calce……………………………...” 0.6640 “ 4.590 Bicarbonato di magnesia…………………………” 0.0497 “ 0.344 Bicarbonato di protossido di ferro………………..” 0.0510 “ 0.353 Silice con tracce di materia organica……………..” 0.0075 “ 0.052 Acido carbonico libero…………………………...” 0.5168 “ 3.5725 Ossigeno………………………………………….” 0.0143 “ 0.099 Nitrogeno…………………………………………” 0.0630 “ 0.436 Perdita………………………………………….…” 0.0138 “ 0.0955 -------------------------Somma dei principi solidi e gassosi………grammi 1.4213 grani 9.827 Acqua pura……………………………………….” 998.5787 “ 6902.173 Acqua acidulo-marziale del Buon Riposo Prof. Sebastiano Purgotti 66 CENNI SULLE VIRTU’ MEDICINALI DELL’ACQUA NITROSA DEL COPPO Quest’acqua, prima ancora che venisse qualitativamente e quantitativamente analizzata dal prof. Purgotti, era considerata eccellente acqua potabile e come tale adoperata da alcune famiglie.In seguito agli studi chimici che ne dimostrarono le proprietà, centinaia di cittadini vi attingevano: “specialmente nella stagione calda preferivano ad ogni altro il passeggio verso questa fonte per rinfrescarsi con tale acqua ,che può chiamarsi veramente deliziosa ” .28Bevuta in quantità doppia o tripla ,di quella che le naturali esigenze richiedono ,può dispiegare la sua azione terapeutica.La sostanza medicinale predominante è il nitrato di soda che dona all’acqua straordinarie proprietà diuretiche. La presenza pure di un sale magnesiaco con tracce di un sulfuro alcalino le conferisce anche una funzione purgativa. Il bicarbonato di calcio la rende indicata nel trattamento di calcoli e renelle.In generale,per tutti i principi in essa contenuti tale acqua risulta essere utile nelle affezione nefritiche di ogni genere e nei disturbi delle vie digestive. SORGENTE DI BUON RIPOSO “..Tali acque scaturiscono da un letto argilloso in varie polle dal fondo di piccole buche.La denominazione di Buon Riposo viene alla sorgente dal trovarsi essa nei pressi del suddetto convento di Minori Osservanti “…ove narra la pia tradizione che passando si riposasse l’Archimandrita di quella famiglia “Che già legava l’umile 29 capestro”(Dante,Paradiso,XI)” . Accedervi , per la sua posizione in zona collinare,non è molto agevole,ma ,nonostante ciò,alla fine dell’’800 ,dopo le confortanti analisi chimiche del Purgotti,erano molti i cittadini che nella stagione estiva facevano uso di queste acque.L’acqua acidulo marziale di Buon Riposo infatti era considerata particolarmente indicata per il trattamento di amennoree,negli ingorghi del fegato,nell’ipocondria e nelle affezioni nervose.Il Comune di Città di Castello sembrò inizialmente intenzionato ad utilizzarla a fini termali,effettuando tutti i necessari lavori,ma il progetto non si concretizzò. 28 29 U.BOSELLI,Guida alle acque minerali di Città di Castello,Città di Castello 1870 BOSELLI,Guida,cit.,p.41 67 Capitolo 3 STUDIO GEOLOGICO RELATIVO AL LUOGO DELLA SORGENTE DI FONTECCHIO 68 Premessa E’ stata effettuata un’indagine conoscitiva della sorgente sulfurea della sorgente delle terme di fontecchio con l’obiettivo di conseguire l’acquisizione di elementi idrogeologici utili a definire l’assetto del sistema idrotermale. 1. L’opera di captazione L’opera di captazione della sorgente sulfurea è costituita da un “pozzo drenante” di forma rettangolare con il quale è stata raggiunta una profondità di circa 2,4m (con piano di riferimento il piazzale antistante la sorgente); dal punto di vista idrogeologico con tale opera di presa sono state captate le venute principali di acqua minerale sulfurea lontano dalla superficie, ove la contaminazione delle acque sarebbe stata più facile, e il più vicino possibile alla culminazione della struttura tettonica attraverso la quale le acque sulfuree vengono in superficie in modo da non perdere la quantità e le qualità salienti dell’acqua minerale, gas compresi. L’opera di presa è stata più volte “ritoccata”, però senza mai stravolgere la sua conformazione storica. L’assetto morfologico dell’opera di captazione è il risultato dei numerosi lavori di manutenzione e/o di ristrutturazione susseguitisi nel tempo. L’acqua sulfurea unita ad una forte degassazione si manifesta dal fondo naturale della captazione composto da elementi clastici, arenaci e marnosi saldati da calcite depostasi per il continuo flusso idrico presente; non sono stati osservati elementi riconducibili alla presenza di un substrato roccioso. La condizione di isolamento della sorgente dall’esterno è stata garantita, per quanto possibile, attraverso la realizzazione di manufatti edilizi a copertura sia dell’opera di presa vera e propria ( pozzo drenante), che le aree circostanti. 2. Valutazione della vulnerabilità della falda La sorgente sulfurea delle TERME DI FONTECCHIO ha la sua origine primaria dalla risalita di fluidi ricchi di gas lungo strutture tettoniche profonde (faglie); quando i fluidi mineralizzati raggiungono la superficie in parte vanno ad alimentare la sorgente sulfurea ma in parte vanno ad alimentare l’acquifero semiconfinato presente al contatto tra il substrato roccioso ed i depositi alluvionali recenti. Nell’ottica di verificare lo stato di vulnerabilità della sorgente sulfurea e della falda che la alimenta, è stato realizzato uno studio volto a determinare: 69 l’assetto stratigrafico dei terreni prossimi alla sorgente (campagna geofisica); il litotipo che costituisce i terreni di copertura; la permeabilità dei terreni di copertura; la composizione chimica delle acque della sorgente e gli altri punti d’acqua limitrofi (piezometri, pozzi e acque superficiali); lo schema di circolazione delle acque che alimentano la sorgente, compreso il flusso gassoso; lo stato dei luoghi e l’uso del territorio in relazione al rischio idrogeologico. 2.1 I piezometri Nei pressi della sorgente sulfurea sono stati realizzati per conto della regione Umbria tre piezometri per il monitoraggio della falda acquifera; questa rete di monitoraggio rientra all’interno di un progetto di studio delle sorgenti minerali presenti sul territorio umbro. I piezometri sono stati intestati per almeno 50/100 cm nel substrato roccioso. 2.2 Idrochimica delle acque Nell’ottica di verificare l’assetto idrochimico delle acque presenti nella zona della sorgente sulfurea sono stati prelevati alcuni campioni di acqua sui quali sono stati misurati direttamente alcuni parametri chimici/fisici (pH, conducibilità e temperatura), e successivamente sottoposti ad analisi chimiche per verificare l’andamento i alcuni parametri nelle acque sotterranee e superficiali (conducibilità, residuo fisso, nitrati, cloruri, solfati e fluoruri). 2.3 Considerazioni sulla vulnerabilità della sorgente sulfurea Analizzando congiuntamente i risultati degli studi effettuati si ritiene che la falda acquifera che alimenta la sorgente sulfurea di Fontecchio si trovi in uno strato di bassa vulnerabilità rispetto agli agenti esterni, naturali antropici. 70 BIBLIOGRAFIA AMONI D., Castelli, fortezze e rocche in Umbria, Città di Castello, 1999. 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