Progetto in rete I.T.I.S. “L. e A. Franchetti”
Classe III F.A.S.E.
Scuola Media Statale “Dante Alighieri”
Classe IB
Le Terme di Fontecchio:
2000 anni di storia
Città di Castello
A. S. 2006/2007
INDICE DEGLI ARGOMENTI
PRESENTAZIONE p.2
CAP.1 LE TERME DI FONTECCHIO : LA STORIA p.3
1.1
1.2
1.3
1.4
1.5
1.6
1.7
Le Terme di Fontecchio nell’età romana p.4
Fontecchio tra i secoli XIII-XV p.10
Sulle proprietà delle acque termali nel 1500 p.12
Le Terme di Fontecchio nel XVII secolo p.22
Un lungo periodo di dimenticanza p.27
Tra ‘800 e ‘900 Fontecchio ritrova la sua meritata rinomanza p.28
Le Terme di Fontecchio oggi p.39
CAP. 2 ANALISI CHIMICHE E PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DELLE ACQUE DI
FONTECCHIO DAL 1860 FINO AI NOSTRI GIORNI p.46
Introduzione p.47
2.1 Analisi chimico-fisiche di Sebastiano Purgotti (1860) p. 53
2.2 Cenni sulle virtù medicinali dell’acqua di Fontecchio secondo il parere del
chimico Sebastiano Purgotti p.54
2.3 Statistica delle malattie curabili con l’acqua ed i fanghi di Fontecchio a cura
del dott. Angiolo Bini p. 55
2.4 Analisi fisiche e chimiche delle acque di Fontecchio di Bellucci,Sgarzi e
Barillaro (1936) p.56
2.5 Studio sulle proprietà terapeutiche delle acque di Fontecchio del prof.
Silvestrini del 1938 p.57
2.6 Analisi chimica del prof. M. Talenti dell’Istituto di Igiene dell’Università di
Roma (2002) p.59
2.7 Le nostre analisi (classe III FASE ITIS “Leopoldo e Alice Franchetti”) p60
2.8 Le altre sorgenti minerali di Città di Castello:sorgente del Coppo e di Buon
Riposo p.64
CAP.3 STUDIO GEOLOGICO ED IDROGEOLOGICO DELLA SORGENTE SULFUREA
DELLE TERME DI FONTECCHIO p.68
BIBLIOGRAFIA p.71
1
PRESENTAZIONE
Il presente lavoro è frutto di un progetto in rete tra l’I.T.I.S. “Leopoldo e Alice
Franchetti” di Città di Castello (PG) e la Scuola Media Statale “Dante Alighieri”di Città di
Castello (PG), nato con i seguenti obiettivi:
-
stabilire una continuità educativa e didattica tra scuole di ordine e grado diversi;
recuperare e valorizzare la storia locale altotiberina.
Affinare gli strumenti della ricerca attiva
La ricerca sulle Terme di Fontecchio e il suo territorio, che ha chiamato in causa lo
studio archivistico allo scopo di incentivare negli studenti la passione per l’indagine
storica
ha fatto emergere un ingente patrimonio di documenti unici. Tale
materiale,tradotto,trascritto e catalogato con l’aiuto degli archivisti di Città di Castello,
dott. Lorenzo Arcaleni e dott.ssa Claudia Carini, ha permesso ai ragazzi di vivere da
protagonisti le varie fasi della ricostruzione storica e di conoscere importanti peculiarità
dell’ Alta Valle del Tevere ,rafforzando il loro senso di appartenenza al territorio e il
recupero della propria identità storica,sociale e culturale.
Lo studio rivolto alle Terme di Fontecchio ha permesso inoltre di seguire un percorso
interdisciplinare : la ricostruzione storica ,seguendo il criterio logico e cronologico,ha
consentito di ripercorrere i duemila anni di storia che danno lustro e prestigio a tale
sito.L’analisi delle proprietà fisiche,chimiche e terapeutiche delle acque di Fontecchio ha
reso significativo anche l’apporto delle discipline dell’area tecnico-scientifica . L’attività
di laboratorio da intendersi,quindi, non soltanto come luogo fisico,ma come metodo della
ricerca attiva, è diventata l’elemento qualificante dell’intero percorso.
Prof. ssa Federica Barni
Prof.ssa Antonella Pirati
Prof,ssa Gabriella Meattini
2
Capitolo 1
LE TERME DI FONTECCHIO: LA STORIA
3
1.1 LE TERME DI FONTECCHIO NELL'ETA' ROMANA
L’impiego delle acque termali per idroterapia nel bacino del Mediterraneo era conosciuto
fin dai tempi antichi I Greci praticavano i bagni in acque calde e ritenevano che queste e i
vapori che sgorgavano dalla terra avessero poteri terapeutici. Lo stesso Ippocrate
incoraggiava il ricorso alle terme e nel trattato “ Uso dei liquidi” decantava le virtù delle
acque minerali e delle sorgenti calde. Se i Greci furono tra i primi popoli a conoscere e ad
apprezzare le acque termali, i Romani esaltarono questo strumento di cura e di relax
attraverso la realizzazione delle terme pubbliche che si affiancavano al balneum privato
delle dimore patrizie. Le prime terme furono create dall’imperatore Agrippa nel 25 a.C.;
si trattava di monumentali edifici che, includevano non soltanto il bagno ( “balneum”), con
piscine di acqua calda, tiepida o fredda, ma anche palestre, parchi, biblioteche, piccoli
teatri per ascoltare poesia e musica ; si trattava, insomma, di veri e propri centri
ricreativi con una importante funzione nella vita sociale. Tra le più note strutture ancora
oggi visibili nella città di Roma, possiamo ricordare quelle di Diocleziano (302 d.C.) e
Caracalla (217 d.C.), nelle quali potevano trovare posto migliaia di persone. Terme
sorsero ovunque nell’impero, su tutti i territori dotati di fonti. A Città di Castello che
divenne municipio romano con la denominazione di Tifernum Tiberinum al termine della
Guerra Sociale dell'89 a .C,scavi recenti hanno portato al rinvenimento di resti di una
struttura anfiteatrale nell'area dell'ex Fattoria Autonoma Tabacchi (F.A.T.), tra via
Oberdan , Via Borgo Farinario e via delle Santucce. E' probabile che resti di un impianto
idraulico e il ritrovamento di un mosaico a soggetto marino siano collegabili alla presenza
di un impianto termale forse pubblico 1.Di certo in epoca romana esisteva attorno alla
sorgente di acqua sulfurea di Fontecchio un edificio destinato ad uso di bagno, Ne
furono scoperti i ruderi nel 1860, mentre si eseguivano a cura del Municipio di Città di
Castello lavori murari a difesa della sorgente. Durante gli scavi vennero riportati alla luce
resti di caldaie, di vasche e condotti; tegole, embrici ed anche tre monete, una della quali
coniata per decreto del Senato, a ricordo delle vittorie di Germanico che trionfò
nell’anno 162 .
Sempre in prossimità dello stabilimento di Fontecchio, nel 1879, durante gli scavi per la
rettifica di un condotto d’acqua, si rinvennero importanti reperti di età romana: antiche
mura, un’epigrafe e una statua di donna in atto di versare acqua da un’anfora che tiene
nella mano destra. Questi avanzi, oltre a molti altri di antichi condotti, fanno concludere
che, fin dall’ epoca imperiale, le sorgenti di Fontecchio erano conosciute e utilizzate dai
1
2
P.BRACONI , La villa di Plinio il Giovane a San Giustino,Città di Castello,1999
R SILVESTRINI, Lo stabilimento idroterapico di Fontecchio, Città di Castello, 1938,p.16
4
cittadini. Della notorietà di tale impianto termale costituirebbe un’ulteriore conferma la
sua segnalazione nella carta geografica3, con la indicazione de “Le acque d’Italia di
impiego salutare”, esposta alla Mostra augustea della romanità, aperta in Roma in
occasione del bimillenario della nascita di Augusto . Scavi più recenti (1930-1988)hanno
consentito di rinvenire tracce di altri insediamenti romani a Fontecchio e
dintorni,probabilmente legati all’impiego salutare delle sue acque termali. La
frequentazione del luogo era sicuramente favorita dalla vicinanza di un’importante via
romana di collegamento con le Marche.4
Dalla ricca documentazione epigrafica di età imperiale conservata nella Sala Consiliare
del Palazzo comunale e contenente varie informazioni sulla vita economica,politica e
sociale della città,possiamo attingere ancora altre notizie sull’utilizzazione pubblica delle
acque di Fontecchio. Riguardo all’epigrafe rinvenuta nei suddetti scavi del 1879 . nel
Notiziario degli Scavi di Antichità comunicato dal socio G.Fiorelli al presidente si legge . "
… In un fondo del sig. Dott. Alessandro Mina, situato a circa 5 km dalla città ad est, in
Villa del Bagno, in luogo denominato Fontecchio, nel fare alcuni lavori per rettifica di un
condotto d'acqua si scoprì alla profondità di circa m. 1,70 un antico muro di cortina in
mattoni nel quale si scorgono gli avanzi di una nicchia di una stessa costruzione
Proseguendo lo scavo, si ebbero a rinvenire frammenti di un'iscrizione con belle lettere,
collocati verticalmente sulla base del resto della nicchia, a piè della quale sorge una
copiosa vena d'acqua...". Ricongiunti i vari frammenti, l'ispettore V. Baldeschi conclude
che l’epigrafe fa riferimento ad un Lucio Vennio Sabino, possessore di campi intorno alla
città, che donò a pubblico beneficio La fonte e l’invaso dell’acqua dalla loro proprietà fino
Nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale è conservata un’altra
alla sorgente5.
6
epigrafe , che secondo il Magherini Graziani risalirebbe al II sec A.C. ; essa è la più
importante del piccolo patrimonio di iscrizioni latine che rimangono a Città di Castello. La
citazione più importante che si fa in questo testo è quella di una “ Fabbrica del bagno”
che si trova a Tiferno Tiberino, ed alla quale viene lasciata una cospicua somma dal
personaggio del quale non conosciamo il nome( essendo la lapide mutilata all’inizio). Dove
fosse questa fabbrica del bagno, o edificio termale, non sappiamo; il fatto che la lapide
sia stata ritrovata dentro le mura cittadine, e precisamente, secondo la testimonianza
del Carsidoni “ Quasi nell’angolo di una bottega donata dal sig. Gio. Battista Badiali alla
Cappella della Madonna dei Casceri”7 non significa che questo edificio termale si trovasse
dentro la città ; infatti dentro le mura urbiche si trovava il luogo che i decurioni avevano
stabilito per la collocazione delle iscrizioni. Secondo alcuni dunque la fabbrica del bagno
3
Tale carta geografica che si ritiene sia quella pubblicata da R. SILVESTRINI in , Lo stabilimento idroterapico , cit. ,p15
Tutto il materiale di questa mostra del 1937 è stato trasferito al Museo della Romanità nella zona Eur a Roma, ma non è al
momento reperibile per lavori di ristrutturazione.
4
A. TAGLIAFERRI, Romani e non Romani nell’ Alta Valtiberina ,Città di Castello ,1991
5
MAGHERINI GRAZIANI,Storia , cit. , vol I, pp.123-124, ( appendice parte prima n. 1)
6
(vedi appendice parte prima n .2)
7
MAGHERINI GRAZIANI,Storia di Città di Castello,p161
5
Carta geografica, esposta alla mostra augustea della romanità (1937).
6
si sarebbe trovata a Fontecchio, per le attrezzature termali del quale abbiamo altre
testimonianze; secondo altri si tratterebbe di un edificio posto fuori delle mura, vicino
alla porta del prato. Comunque al di là di questa questione, è molto significativo il fatto
che a Tiferno Tiberino vi fosse un edificio termale così importante che per il suo
ampliamento fu deciso un legato di 150000 sesterzi.
Altre preziose notizie relative al periodo romano ci provengono da fonti
letterarie.L’epistolario di Plinio il Giovane in particolare offre una testimonianza
importantissima per il forte legame del celebre letterato con Tifernum che emerge da
alcune sue importanti lettere come la prima del IV libro a Fabato in cui si legge :” C’è
vicino alla nostra villa una città(il suo nome è Tifernum Tiberinum )che mi volle suo
patrono …Essa onora il mio arrivo,si affligge della mia partenza,gode dei miei onori…” La
villa di Plinio sorgeva in un colle situato nel territorio dell’attuale Comune di San Giustino,
non distante da Città di Castello (oggi tale località è chiamata Colle Plinio ) e viene da lui
stesso descritta nella lettera ad Apollinare. Si apprende da essa ,come confermano i
recenti scavi ,che la villa, in conformità con quelle che erano le caratteristiche delle
residenze signorili, era dotata di un” balneum “ .8
Ma la tradizione vuole che Plinio ,insieme agli amici patrizi che costruirono altre ville
nella zona, preferisse recarsi alle terme di Fontecchio e che , dopo il bagno alle terme,
ritornando alla sera nella sua villa,insieme ai tanti doni, consegnasse alla bellissima e
coltissima Calpurnia in un recipiente di vetro soffiato il fango e l’acqua di Fontecchio .A
sostegno di tale tradizione ci sono soltanto9 i riferimenti, presenti in alcune lettere di
Plinio a Calpurnia , ai problemi di salute della giovane donna .10Già allora, infatti, la
medicina sosteneva i salutari effetti del ricorso alle acque, provvedendo a vari tentativi
di classificazione in relazione alle caratteristiche chimico – fisiche e alle patologie (lo
confermano gli studi di alcuni medici romani come Celso e Galeno).
Molti ritengono che la magnifica statua rinvenuta durante i suddetti scavi del 1879
rappresenti Calpurnia nell’ atto di versare acqua da un'anfora che tiene con la mano
destra mentre con la sinistra sorregge un estremo della veste. La testa con grande
capigliatura arricciata è delicatamente rivolta a guardare l'acqua che sta per versare
dall'anfora. La bella statua, verso il 1920 fu acquistata da un antiquario e venduta negli
Stati Uniti .Non si sa se oggi è posseduta da un museo o da un privato.
8
“…Questa camera è molto calda in inverno,poiché il sole vi dà da ogni parte.Una stufa vi è a fianco e supplisce,se c’è il
giorno nuvoloso,immettendo calore.Dall’altra parte vi è una sala, che serve da spogliatoio.ella è assai grande e molto
dilettevole e accanto c’è la sala di acqua fredda, dove si trova un bagnatoio assai spazioso e oscuro. Se tu vuoi bagnarti più a
largo e più caldamente, vi ha nel cortile un bagno e vicino un pozzo, da cui si può cavare acqua fresca, se il calore diviene
molesto. A lato della sala del bagno tiepido,che il sole riscalda assai, ma non tanto però come quella del bagno
caldo…”Traduzione tratta da…….
9
MAGHERINI GRAZIANI Storia cit.,vol I,p 17.
10
“Cara Calpurnia,non mi sono mai tanto doluto delle mie occupazioni che non mi hanno consentito di accompagnarti
quando ti recavi in Campania per ragioni di salute…E’ proprio ora infatti che desideravo esserti vicino,per constatare con i
miei occhi ciò che hai acquistato di forze,se ti sei messa in carne…”PLINIO IL GIOVANE,Lettere ai familiari,traduzione
di L.LENAZ.BUR,Milano,1994
7
Calpurnia
Reperto Archeologico Balneo de Fontechi
8
APPENDICE CAPITOLO 1.1
Lucius Vennius Sabinus, cum
Efficace filio fontem et
conceptum aquae, suis
terminis usque ad kaput,
formae publicae
Tifernatibus Tiberinis
dono dedit.
Traduzione in italiano
Lucio Vennio Sabino, col figlio Efficace, diede in dono al popolo dei Tifernati Tiberini la
fonte e l’invaso dell’acqua dalla loro proprietà fino alla sorgente per l’abbellimento della
comunità (in questo caso forma è intesa come bellezza).
Epigrafe n° 2
Trascrizione
“…sibi et filio suo nepoti ex sextertium sexaginta milibus nummum poni iussit et ob
dedicationem earum decurionibus denarios quinos, viviris denarios ternos, plebeis
denarios binos dari iussit; item reliquit ad balinei fabricam rei publicae tifernatium
tiberinorum sextertium centum quinquaginta milia nummum quae ex sententia Aemili
Frontonis clarissimi viri rei publicae Tifernatium Tiberinorum ab Cipellis Profuturo et
Picentino heredibus et ab Arruntia Ampiana herede Arrunti Graniani numerata sunt;
heredes posuerunt: locus datus decreto decurionum.
Traduzione
“…per se stesso e per suo figlio Nepote dalla somma di 60000 sesterzi ordinò che
fossero poste e ordinò che fossero dati per la dedicazione di esse cinque denari ciascuno
ai decurioni, tre denari ciascuno ai seviri , due denari ciascuno ai plebei; ugualmente
lasciò alla fabbrica del bagno della comunità di Tiferno Tiberino 150000 sesterzi, che
secondo il parere di Emilio Frontone vir clarissimus , e poi dopo di Arrio Antonino , vir
clarissimus della comunità di Tiferno Tiberino furono pagati dai Capelli Profuturo e
Picentino eredi e da Arrunzia Ampiana erede di Arrunzio Graniano.Gli eredi posero. Luogo
dato per decreto dei decurioni.
9
1.2 FONTECCHIO TRA I SECOLI XIII-XV
La caduta dell’Impero romano, per vari fattori concomitanti, quali la distruzione degli
acquedotti da parte dei popoli barbari, l’eccessivo costo di manutenzione, nonché il
consolidarsi della religione cristiana che invitava a fuggire dalle occasioni di edonismo,
portò al declino delle terme come fenomeno culturale e sociale . Nell’Alto Medioevo la
pratica termale venne interrotta per poi riprendere gradualmente vita nei secoli
successivi , se pur limitata al solo uso terapeutico; è questo il periodo in cui l’indagine
medica sui benefici delle cure si mescola con le credenze popolari che ricollegano ad
un’acqua un particolare effetto. Ai bagni termali facevano ricorso non soltanto gli
abitanti del luogo, ma anche i pellegrini che, a partire dal 1200, seguendo gli antichi
tracciati della viabilità romana, si dirigevano verso i luoghi di culto della cristianità. Da
alcune guide duecentesche di pellegrini che dal nord Europa si dirigevano a Roma, si ha
conferma che l’attività termale a Bagno di Romagna era già ripresa: “Balneum Sancte
Mariae” o più suggestivamente “Les bains de Notre Dame” era chiamata questa località
(ora in Emilia Romagna, Km 65 da Città di Castello) dove i romei sostavano prima di
varcare l’Appennino a Passo Serra, trovandovi il conforto salutare di acque calde.
Pellegrini, poveri e frati avevano accesso gratuito; giudei e infedeli pagavano, invece,
doppia tariffa. Anche la nostra valle, attraversata da importanti strade romane (Via
Maior che collega Arezzo all’Adriatico, la Via Amerina che collegava Roma con Ravenna e
la Via Pietramala che collegava Arezzo con Urbino) tornò ad essere frequentata dai
pellegrini che alimentarono il fervore religioso delle genti altotiberine e diedero luogo
alla nascita nel nostro territorio di numerosi “ hospitales “ . Non abbiamo notizie in
merito che riguardino le Terme di Fontecchio ma si può ragionevolmente supporre che
esse fossero in questa data frequentate non solo dai pellegrini ma dall’intera
cittadinanza.In un frammento dello statuto comunale del 1273 è contenuto il divieto per
coloro che sono affetti da malattie contagiose di dimorare in città nella zona compresa
fra questa e il bagno di Fontecchio”a Balneo de Fontecchie intus versus civitatem “e ciò
per proteggere dal contagio coloro che vi si recano per bagnarsi “mulierum et puerorum
qui vadunt ad Balneum de Fontechi ad balneandum”.A coloro che avessero trasgredito
tale divieto sarebbero state comminate forti multe in denaro.Se poi qualche lebbroso
avesse osato per curarsi bagnarsi nel Bagno di Fontecchio il podestà avrebbe avuto la
facoltà di farlo bruciare vivo “in igne cremari”. Risalgono al sec. XIV gli statuti di Città di
Castello, pubblicati in raccolta completa nel 1538 dal “magister” Mazzocchi, in cui si ha un
articolo dedicato esclusivamente al bagno di Fontecchio dal quale risulta l’obbligo da
parte dei Priori, sotto pena di 25 libbre di denari, di vigilare sulla conservazione di
questo bagno e di proporre ogni anno al Consiglio dei Sessanta provvedimenti utili al suo
mantenimento dal momento se ne riconosce la pubblica utilità. Il ricorso alle acque di
Fontecchio a scopo terapeutico infatti, comportava una continua affluenza di persone sul
10
luogo, come possono attestare altri documenti che risalgono ai primi del ‘400. Il primo è
un atto notarile di ser Giovanni del fu Ser Monte in cui si fa menzione della gabella del
vino venduto al minuto dalla famiglia dei Galgani “in Fontecchio apud balneum” . ( Monti
Giovanni notaio, n. 15, prot. 1-2) Si deduce che il luogo fosse assai frequentato. Il
secondo documento è una lettera di Rocchina degli Ubaldini, figlia di Venenzio di Varano,
signore di Camerino e vedova di Ottaviano degli Ubaldini, scritta il 7 settembre del 1410
e datata dal Bagno di Fontecchio dove si trovava per cure termali (Inventario Arcaleni,
voll. 23 – 42, pag. 32, doc. 60). Ne consegue che i bagni erano così conosciuti da
richiamare visitatori anche forestieri e appartenenti a ceti nobiliari. Molto
probabilmente la nostra città non era frequentata soltanto da coloro che si affidavano
all’azione curativa dell’acqua sulfurea di Fontecchio, ma anche da studiosi delle proprietà
terapeutiche delle acque minerali. Non è forse un caso che il medico Ugolino Caccini da
Montecatini presentasse quello che può essere considerato uno dei primi trattati di
idrologia medica il “Tractatus de Balneis” proprio a Città di Castello nel 1417( Istituto e
Museo della Storia della Scienza “Terme in Toscana”). ) La considerazione di cui godeva
Fontecchio crebbe con il passare del tempo per le benefiche conseguenze riscontrate
nella cure di alcune malattie e invitò il governo cittadino ad intervenire a più riprese con
lavori strutturali di protezione, manutenzione, valorizzazione dei bagni.
Nel luglio del 1573 il Consiglio di Credenza dei Dieci decretò, dopo votazione, che fossero
avviati lavori di manutenzione e restauro del bagno, essendo pieno di virtù e giovamento
per i malati. Il marchese Giulio Bufalini, della potente ed illustre famiglia che diceva di
discendere da Lucio Furio Purpureo, console a Roma nel 558, pretendeva che il terreno
dove era situato il bagno fosse suo e ricorse al Cardinale S. Sisto, per ottenere dalla
Sacra Consulta di Roma il riconoscimento di tale possesso. Il cardinale invitò il
Governatore di Città di Castello11ad non iniziare i lavori di ristrutturazione del bagno che
il marchese riteneva di sua competenza. E’ facile pensare che il Bufalini avesse interesse
all’economia del bagno di Fontecchio, basata non soltanto sulla frequentazione dei
“bagnatori”, ma anche sulla “sua curia, case e terreni” concessi in affitto. Il Governatore
rappresentò in Consiglio di aver risposto al Cardinale e di avergli mandato la pianta del
bagno, il passo degli statuti della fine del XIV secolo, dedicato esclusivamente a
Fontecchio e le parole incise sulla lapide di marmo che si trovava nella parte bassa della
città, sostenendo che “…questo bagno è del publico et il signor Giulio né altri non ce ha a
che fare eccetto tanquam unus de populo”. Il Bufalini intentò una lite con il Comune,
adducendo a sostegno delle sue rivendicazioni il fatto che il Comune non aveva soldi per
provvedere ai lavori di “ripungo”; scrisse personalmente al Papa Gregorio XIII perché
venissero assecondate le sue richieste. Anche il Comune ricorse al Papa “ acciò
economicamente” si risolvesse la controversia intercorsa con il Bufalini, “perché questa
11
Città di Castello faceva allora parte dello Stato Pontificio e una delle sue peculiarità era quella di avere un Governatore
direttamente nominato da Roma.
11
città poverissima non ha modo di litigare”. La disputa si fece così aspra che il
Governatore di Città di Castello chiese al Pontefice di smantellare, “per la quiete di Essa
sua città et territorio”, il castello del Bufalini a San Giustino, considerandolo ricettacolo
di “banditi de la vita et altri condennati et delinquenti che alla giornata commettono
errori gravissimi”. Il Papa non acconsentì. Negli atti del Governatore si legge che il
Bufalini avrebbero dovuto restituire anche “moschette et archibusoni tolti dalla
monitione di questa città contro li ordini di sommi pontefici…”, per rendere la sua
fortezza inespugnabile a battaglia di mano”. La controversia durò fino al 10 luglio 1577,
anno in cui il Consiglio comunale ebbe dal Papa l’autorizzazione per procedere al
“riattamento” del bagno di Fontecchio per gli infermi.12
1.3 SULLE PROPRIETA’ DELLE ACQUE TERMALI NEL 1500
Nei secoli XIV e XV molti autori si dedicarono a studi idrologici. Tra le opere più
importanti, oltre al suddetto “ Tractatus de balneis” di Ugolino da Montecatini, che
espone in modo dettagliato caratteristiche ed indicazioni terapeutiche delle acque delle
stazioni termali in Toscana, ricordiamo il “De Balneis et thermos naturalis omnibus
Italiane sique totius orbi proprietatibusque eorum “ del 1440 di Michele Savonarola.
Molte stazioni termali godevano di grande considerazione presso i medici dell’epoca. Il
periodo rinascimentale segnò un’ulteriore ascesa della fama delle cure idrologiche,
soprattutto, grazie alla scoperta della stampa che favorì la divulgazione delle opere
sull’argomento. Dell’idrologia si interessarono in svariati ambiti alcuni tra i più dotti e
geniali medici dell’epoca: Bacci, Falloppio e Mercuriale e varie stazioni termali videro
crescere la propria importanza anche se le conoscenze e l’utilizzo delle acque non
progrediscono sostanzialmente rispetto al Medioevo: l’acqua rimane sempre, secondo la
teoria umorale, “un mezzo per allontanare dall’organismo umori guasti ed alterati e veleni
responsabili delle malattie”. Permangono, ma non vengono sostanzialmente approfondite,
le cognizioni e le indicazioni derivate dall’empirismo sulle azioni specifiche svolte dalle
varie acque e la stessa teoria umorale genera regole igieniche da seguire durante le cure
termali che oggi fanno sorridere, ma, si suppone, non i pazienti dell’epoca: salassi e
ventose, purganti energici e diete abbondanti.Sulle proprietà delle acque termali di
Fontecchio si conserva lo studio che Sebastiano Magi, medico-fisico d’Arezzo presentò il
2 dicembre 1586 al Gonfaloniere e ai Priori di Città di Castello. In tale “Informatione” il
Magi afferma che “ per soddisfare a molti cittadini…” si era recato in visita a Fontecchio
“ in compagnia del molto Mag.° Orelio Buoni” il 17 novembre dello stesso anno e si era
stupito per “ il sito del detto bagno, la grandezza del principio della fabbrica fatta, la
12
SILVESTRINI,Lo stabilimento , cit., pp 5 , 6.
12
quantità dell’acqua, et nel fine la sua miniera”. Tutti questi elementi lo avevano portato
alla conclusione che “tal fabbrica mai saria stata fatta se la virtù di detta acqua non
fosse stata grandissima et molto utile …”. A conferma delle sue asserzioni, cita l’epigrafe
posta nella “piazza grande della vostra città” che, oltre a testimoniare “l’antichità del
bagno di duemila anni almeno…”, ne evidenzia l’importanza tale da giustificare la
donazione ad esso di una considerevole somma di denaro . L’attenzione che la comunità
dei cittadini e le pubbliche magistrature continuarono a rivolgere sempre alla cura e al
mantenimento del bagno di Fontecchio costituirebbero, secondo il Magi, la riprova della
sua notorietà ed importanza. A questa premessa,ricca di elogi, segue nel testo l’analisi
fisico-chimica delle acque,che e fa risaltare l’assoluta empiricità del procedimento
adottato: i mezzi utilizzabili a tale scopo sono infatti secondo il medico aretino “… il
vedere,il gustare,odorare e toccare…”Il gusto e l’odorato permetterebbero di constatare
la presenza di zolfo e ferro,il tatto e la vista evidenzierebbero “ qualche minima
particella di allume .Tutto questo per vero si prova ultimamente per la distillazione…” C’è
da chiedersi però ,secondo Magi, perché le acque termali di Fontecchio siano fredde
quando l’autorità delle tesi di Aristotele induce a pensare che lo zolfo dà alle acque” che
passano per le viscere della terra
Lo spirito et calidità…”.La risposta è la seguente:”tale acqua nel passare per la miniera di
solfo piglia grado notabile di calidità,ma nel passare poi per la miniera del ferro
ultimamente tal calidità si viene in grandissima parte non solo a diminuire,ma quasi
totalmente ad annullare,e di qui viene che se ben l’acqua partecipa del solfo può essere
fredda…”. Per sostenere queste sue argomentazioni fa riferimento ad un passo del
trattato “ De Balneis” del noto fisico Andrea Bacci .Cita poi alcuni Bagni termali d’Italia
con acque la cui composizione è simile a quella di Fontecchio:il bagno della Ficoncella in
quel di Siena,quello della Villa a Lucca , e ,sempre nel senese, il bagno delle Calderelle con
acque particolarmente simili a quelle di Fontecchio.La disserzione sulla composizione
chimica porta infine a tale conclusione:”In d.a acqua esservi otto parti di ferro e due di
solfo con qualche minima particella di allume”. La presenza di questi elementi conferisce a
tali
acque
molte
virtù
mediche
:
“…serva
eccellentemente
alla
rognia,scabbia,pruriti,valabiela… et altre infermità di pelle,spargimenti di fiele,non tanto
presa quest’acqua per bocca,quanto bagnandosi di fuori…Giova mirabilmente a ostruzioni
di fegato… resolve il catarro umido nato dalla debolezza di stomaco e di fegato,corregge
eccellentemente tale debolezza… nata dall’umidità…Con il mezzo del solfo e dell’allume
temperati con d.a miniera di ferro oltre il levare ogni ardore di orina,purga le reni da
umori flemmatici, e provoca l’orina mandando fuori tali umori,renelle e pietre…Il
medesimo nelle donne resolve ogni debolezza e fiacchezza di reni…” .
Considerando con quali mezzi il fisico del ‘con lavori strutturali di protezione,
manutenzione, valorizzazione dei bagni. 500 cerchi di conoscere , misurare le sostanze
contenute nell’acqua di Fontecchio e come ragioni sulla provenienza delle medesime e la
13
loro efficacia nelle varie malattie, si può concludere che tale documento , perfettamente
corrispondente ai livelli di studio e ricerca i in questa epoca, abbia un valore più storico
che non scientifico : testimoniare lo spirito ansioso di nuove cognizioni,pieno di audacie e
contrasti, che prelude alla rivoluzione scientifica del ‘600 ,avvalorare l’importanza dello
stabilimento di Fontecchio “.Conseguenza di questa favorevole informazione fu infatti il
rifacimento del Bagno,fatto in tempi diversi a spese del Comune,conosciuta
universalmente l’efficacia delle acque di Fontecchio, per le molte guarigioni ottenute “13.
Libro degli Statuti del Comune di Città di Castello (sec. XIII)
13
LA “ INFORMAZIONE”di Sebastiano Magi ed altri documenti storici e dati scientifici sulle acque alcalino-solforose di
Fontecchio, a cura di BINO BINI ,Città di Castello,1920.
14
APPENDICE CAPITOLO 1.2
Frammento di statuto del 1273
Statuimus etiam quod nullus amalatus vel amalata moretur infra confines nec moram
faciat, habitent a Balneo de Fontechie intus versus civitatem et a Serra Pastine intus. Et
hoc dicimus pro facto mulierum et puerorum qui vadunt ad Balneum de Fontechi ad
baneandum; et teneatur potestas amalatos et eorum domus que sunt inter dictos fines
facere removeri de mense septembris sui regiminis; et quicumque aliquem leprosum vel
leprosam inter dictos fines proposuerit inso a terra solvat bannum X librarum
denariorum; et nullus retineat amalatum in domo sua in civitate vel extra, et qui
contrafecerit solvat balnum C solidorum denariorum; et siquis leprosus vel leprosa
balneavit se in balneo de Fontechi, dicimus quod potestas faciat talem in igne cremari.
Nessun ammalato si fermi dentro i confini.
Abbiamo stabilito anche che nessun ammalato/a si fermi dentro i confini ne vi soggiorni e
che risiedano fuori dal bagno di Fontecchio all’interno verso la città e all’interno della
Serra di Pastina. E questo lo diciamo per il fatto delle donne e dei fanciulli che vanno al
bagno di Fontecchio per bagnarsi; e il podestà sia tenuto a far rimuovere gli ammalati e le
loro case che sono dentro i sopraddetti confini dal mese di settembre della sua carica e
chiunque abbia messo davanti qualunque lebbroso/a dentro i predetti confini nella sua
terra paghi la multa di 10 libbre di denari, e nessuno trattenga un ammalato nella propria
casa nella città o fuori e chi faccia il contrario paghi una multa di 100 soldi di denari e se
qualche lebbroso/a si sia bagnato nel bagno di Fontecchio diciamo che il podestà li faccia
bruciare nel fuoco.1)- Archivio storico comunale di Città di Castello1, "Archivio segreto",
"Volumi", XXIV, c. 37r (ms, fine sec. XIV- inizio sec. XVI)
De Balneo de Fontecchio. Cap. LXX2
Statuimus et ordinamusa quod domini Priores populi pro tempore existentes teneantur et
debeant, pen(a) xxv lib(rarum) den(ariorum), proponere in consilio sexaginta quod placeat
dicto consilio providere, ordinare et reformare super Balneo de Fontecchiob cum dicatur
ipsum Balneum fore utile pro communi et pluribus virtutibus abundare, et quod fuerit in
dicto consilio ordinatum facere debeant executioni mandare ad dictam penam.
1
D'ora in avanti 'ASCCC'.
Il testo del capitolo si trova, fedelmente esemplato, nello statuto a stampa del 1538 (Cfr. ASCCC, Liber statutorum
palatii dominorum priorum, impressum in Civitate Castelli, per magistrum Antonium de Mazochis Cremonensem et
Nicolaum et Bartolomeum fratres de Gucciis de Cortona, [1538], c. 19r)
a
Nel testo 'erdinamus'.
b
Nel testo 'defontecchio'.
2
15
Bagno di Fontecchio. Capitolo 70.
Stabiliamo e ordiniamo che i signori Priori del popolo in carica siano tenuti
obbligatoriamente, sotto pena di 25 libbre di denari, a proporre nel Consiglio dei
Sessanta che piaccia al detto Consiglio prendere provvedimenti, ordinare e riformare sul
bagno di Fontecchio dicendo che lo stesso bagno sarà utile alla comunità e che è ricco di
parecchie virtù, e che debbano far eseguire ciò che sarà stato ordinato nel detto
Consiglio, sotto la detta pena.
2)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 139v.
Consilium credentie del 1573 lug 4
Balnei de Fontecchio opportunam reactationem cum suis virtutibus pleni et egrotantibus
munifici proponen(dam) fore, stantibus statutis et presertim cap. LXX, sub rubrica de
Balneo de Fontecchio, misso et obtento partito, decreverunt.
[…] Dopo aver votato e aver ottenuto la maggioranza, hanno decretato che bisognerà
proporre l’opportuno restauro del bagno di Fontecchio, pieno di virtù e portatore di
giovamento agli ammalati, come è stabilito negli Statuti cittadini, e in particolare al
capitolo 70, sotto la rubrica ‘bagno di Fontecchio’.
3)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 147rv.
Consilium regiminis del 1573 lug 15
Balneum de Fontecchio, cum sit virtutibus plenum et egrotantibus et infirmis valde
proficuum, manutenendum et reactandum attendentes, idcirco, auditis arengatoribus et
misso et obtento partito per secreta suffragia, nemine in contrarium reperto, prudentes
consiliarios, videlicet dominum Blanchum de Blanchis, dominum Franciscum Bectum et
dominum Ludovicum Serpolinuma, qui habeant videre, perscrutari et providere super illius
reactationem, cum omnimoda auctoritate totius presenti consilii, eligerunt, nominaverunt
et deputaverunt.
[…] Hanno posto la propria attenzione alla necessità di effettuare la manutenzione e il
restauro del bagno di Fontecchio, essendo questo pieno di buone qualità e assai salutare
16
per i malati e gli infermi, quindi, dopo aver ascoltato gli arringatori, aver messo [la
proposta] a votazione segreta e aver ottenuto l’unanimità a favore, hanno eletto e
nominato deputati i savi consiglieri, ossia il signor Blanchus de Blanchis, il signor
Franciscus Bectus e il signor Ludovicus Serpolinus, con il compito di prendere
provvedimenti per il restauro del bagno, dopo che avranno attentamente esaminato la
situazione, con piena autorità conferita unanimemente dall’attuale Consiglio.
a
Opp. 'Sirpolinum'.
4)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 150v.
Consilium credentie del 1573 lug 25
Balneum de Fontecchio reactandum esse et illius reactationem et cuncta necessaria circa
eum exequendum, obtento partito, proponi mandarunta.
a
Così nel testo.
[…] Hanno ordinato che sia proposto che il bagno di Fontecchio debba essere restaurato
e, ottenuta la maggioranza, [hanno ordinato] il suo restauro e tutto ciò che è necessario
ad eseguirlo.
5)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 153r.
Consilium regiminis del 1573 lug 30
Balnei de Fontecchio proposita reactatione, habita consultatione et auditis arengatoribus
ac misso et obtento partito, nemine in contrarium reperto, decreverunt quod deputati et
offitiales stratarum precipiant villis et hominibus earundem ut per totam diem
dominicam, obtenta licentia a domino episcopo, veniant ad extergendum Balneum
predictum et habeant auctoritatem qualem et quantam habet presens consilium et
repellant molestiam dominorum Buffalinorum et manuteneatur possessioa pro comune
omni modo meliori.
a
Nel testo 'posessio'.
[…] Dopo aver proposto il restauro del bagno di Fontecchio, avuto il dibattito e ascoltati
gli arringatori, quindi effettuata la votazione e trovati tutti favorevoli, hanno ordinato
che i deputati ed ufficiali delle strade esortino gli uomini delle ville affinché per tutto il
giorno di domenica, dopo aver ottenuto il permesso dal signor vescovo, vengano a pulire il
bagno suddetto, e [i suddetti ufficiali] abbiano quale e quanta autorità ha l’attuale
17
Consiglio e allontanino il fastidio arrecato dai signori Bufalini, e sia mantenuta la
proprietà a favore del comune, nel modo migliore possibile.
6)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 163r.
Congregatio deputatorum super rebus disgravium comunis ac particularium et
publicam utilitatem concernentibus del 1573 ago 23
Copia literarum illustrissimi et reverendissimi cardinalis Sancti Sixti super Balneo,
ostensarum magnifico domino confalonerio per magnificum dominum gubernatorem.
Copia della lettera dell’illustrissimo e reverendissimo cardinale (del titolo di) San Sisto
sul bagno, mostrata al magnifico signor gonfaloniere dal magnifico signor governatore.
[…]
Al molto magnifico signore il signor governatore de Città di Castello. Loco sigilli +
Molto magnifico governatore, messer Giulio Buffalini pretende che il terreno dove è
stato ritrovato il Bagno sia suo, et che però altri non possa mettere le mane, offerendo
di volerlo accomodare del suo per servitio publico; et perchè non saria ragionevole che,
stando il fatto così, fusse turbato nel suo pacifico possesso, imperò desidero che
v(os)s(ignoria) me ne dia informatione quanto prima, soprasedendo intanto di fare altro
nel detto Bagno, acciò non si faccia pregiuditio ad alcuno; et stia sana. Di Roma, lì XVIIII
d'agosto 1573. Al piacer di v(os)s(ignoria).
Il cardinal San Sisto.
7)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 167v.
Consilium regiminis del 1573 ago 28
Lectis litterisa illustrissimi et reverendissimi cardinalis Sancti Sixti super Balneo in hoc
registratis ad c(artam) . . . directis magnifico domino gubernatori nostro, obtentis pro
parte domini Iulii de Buffolinis, super quibus magnificus dominus gubernator loquutus est
in hanc s(e)n(tent)iam:
"Magnifici consiliarii DD. VV. scire debeant quod hoc negotium hucusque amplexus sum
totis viribus, et iam rescripsi illustrissimo cardinali et certioravi D. S. illustrissimam de
bonis iuribus huius magnifice comunitatis, ac eidem transmisi plantam Balnei, quod est
latitudinis pedum sexaginta sex et longitudinis pedum septuaginta octo cum dimidio,
extans 'fornelli delle caldare', et etiam misisse verba statutorum de Balneo loquentium
et verba in lapide marmoreo a pede platee magne huius civitatis existente, loquen(te) de
18
Balneo; et dixisse hoc Balneum esse de publico et non particularium; et extare muros
circumcirca altos tresdecim palmorum, extare spogliatoria et scioratoria aquarum, et
Iustinos (sic) non potuisse vendere res publicas, quia de publico apparent extar(e) ad
omnium commodum et utilitatem".
Cui quidem magnifico domino gubernatori predicti domini consiliarii gratias reddiderunt
et habita adinvicem super hoc matura consultatione, missoque et obtento partito per
secreta suffragia nemine discrepante, decreverunt et mandaruntb poni in mem(oria)le
oratoribus deputatis ad s(anctissimu)m d(ominum) n(ostrum)1 pro corroboratione
dictorum et expositorum per magnificum dominum gubernatorem, omni modo meliori.
a
Nel testo 'literis'.
Così nel testo.
1
Papa Gregorio XIII.
b
[…] È stata letta la lettera dell’illustrissimo e reverendissimo cardinale (del titolo di) San
Sisto sul bagno, registrata in questo [libro] a carta …, indirizzata al magnifico signor
governatore nostro, ricevuta da parte del signor Giulio Bufalini, sulla quale il magnifico
signor governatore si è espresso così: “Magnifici signori consiglieri, le SS. VV. debbono
sapere che fin qui ho trattato questa faccenda con tutte le forze e ho già risposto per
iscritto all’illustrissimo cardinale; ho informato sua signoria illustrissima sui buoni diritti
di questa magnifica comunità e gli ho trasmesso la pianta del bagno, che misura
sessantasei piedi in larghezza e settantotto piedi e mezzo in lunghezza, dove si vedono i
“fornelli delle caldare”; e ho anche inviato il passo degli statuti che parla del bagno e le
parole incise sulla lapide di marmo che si trova nella parte bassa della piazza grande di
questa città, la quale lapide parla appunto del bagno; e ho detto che questo bagno è
pubblico e non privato, e ci sono ancora i muri tutto intorno alti tredici palmi, ci sono gli
spogliatoi e le vasche14 delle acque, e ‘i Giustini’15 non hanno potuto vendere beni di
proprietà pubblica, poiché è evidente dalle ‘fonti pubbliche’ che [tali beni] sono a
vantaggio e ad utilità di tutti.
I consiglieri hanno ringraziato il magnifico signor governatore e, dopo aver avuto una
immediata consultazione sull’argomento, dopo averlo messo a votazione segreta e aver
ottenuto l’unanimità a favore, hanno ordinato e dato mandato che [quanto discusso] venga
inserito nel memoriale destinato agli oratori deputati presso Sua Santità, a
corroborazione delle cose dette ed esposte dal magnifico signor governatore, nel miglior
modo possibile.
8)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 171r.
14
‘Scioratoria’ sta a significare il luogo in cui le acque fuoriescono all’aria aperta.
Nel documento: ‘Iustinos’.
1515
19
Congregatio deputatorum ad publicam utilitatem del 1573 ago 29
Et perché si è inteso che il signor Giulio Buffalini ha fatto rumore in Consulta sì come
vedrete per la copia della leteraa del cardinale al signor governatore nostro, come
informati delle ragioni di questa comunità che questo Bagno è del publico et il signor
Giulio né altri non ce ha che fare, eccetto tanquam unus de populo, supplicarete s(ua)
s(ignoria) illustrissima et reverendissima che voglia ordinare che questo Bagno si restauri
come il signor governator nostro ha principiato et ci è infervorato, avertendovi che esso
nostro signor governatore ha rescritto a s(ua) s(antità) illustrissima le ragion nostre, del
che le dovemo tenere grande obligo.
a
Così nel testo.
9)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 63, c. 189v-190r.
Congregatio deputatorum contra Iulium Buffalinum del 1573 set 17
Beatissimo padre,
In questo suo territorio si trova un Bagno spettante al publico, antichissimo, cognominato
'il Bagno de Fontecchia', del quale se ne fa mentione in un marmo posto nella piazza di
questa sua divotissima città, et anco nelli Statuti nostri, da v(ostra) s(anti)tà confirmati,
sì come di tutto questo se n'è dato raguaglio a monsignor illustrissimo et reverendissimo
signor cardinal San Sisto, per essere che Giulio Buffalini cercasse hora molestare questa
Sua comunità nella posessioneb di questo Bagno, mentre si procurava dal signor
governator nostro la reattationec di esso, essendosi trovato con experientia questa acqua
essere a proposito a diverse infirmità, et perciò esserci concorso di molta gente; et per
non haver potuto ottenere dalla Sacra Consulta cosa alcuna, va procurando fare suscitare
una lite contra questa Sua comunità, asserendo questo Bagno esser suo, sibene desso non
ce ha ragione alcuna, sì come può aparired per le informationi mandate in mane del detto
illustrissimo San Sisto; et perché questa sua città poverissima non ha modo de litigare,
supp(li)ca v(ostra) b(eatitudi)ne ne voglia far gratia comandare che non ostante
qualsivoglia comm(endatio)ne detta, o inhibitione, stante le buone ragioni sù dette della
comunità, a noi non sia dato impedimento in detta reattatione, né molestarie da persona
alcuna.
Il sù detto Giulio Buffalini altre volte procurò essere eretta una contea in questo Suo
territorio, in uno luogo detto San Giustino, con altre ville contigue, et esso essere
investito come conte dalla felice memoria di Pio quarto; il che, sebene fu exequito, con
tutto ciò dal medesimo pontefice, come meglio informato, fu revocato et anullatof,
ordinando nel breve della rivocatione che omnia restituerentur in pristinum; et per
20
essere che in detto loco ci habbia fatta una fortezza inespugnabile a battaglia di mano,
et circundata con fossi larghissimi et profondissimi baluardi, ponti levatori, et da due
muraglie circundata, con moschettoni et archibugi aposta, tolti dalla monitione di questa
città contro li ordini di sommi pontefici, similmente si supplica che per quiete di essa Sua
città et territorio, avenga in esso vi si riduchino di continuo banditi de la vita et altri
condennati et delinquenti che alla giornata commettono errori gravissimi, sì come apareg
nelli atti della corte del signor governatore, si degni farne gratia comandare che detta
fortezza sia smantellata, et riempiti li fossi, et restituite le sù dette moschette et
archibusoni aposte tolte dalla monitione, come di sopra; con che, et genuflessi et
prostrati in terra, humilmente basamo li santissimi Suoi piedi, pregando il s(ignore) Idio
che la mantenga in quel Suo felicissimo stato. Dalla Sua divotissima et obedientissima
Città de Castello, lì XVII di settembre 1573.
a
Così nel testo.
Così nel testo.
c
Nel testo 'reattione'.
d
Così nel testo.
e
Intendi 'molestie'.
f
Così nel testo.
g
Così nel testo.
b
10)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 67, c. 180v.
1577
Balneum de Fontecchio reactandum et expurgandum esse ad infirmorum hutilitate,
obtento partito, proponi mandarunta.
a
Così nel testo
dott. LORENZO ARCALENI
Ianus - servizi archivistici e bibliotecari - soc. coop
.
21
1.4 LE TERME DI FONTECCHIO NEL XVII SECOLO
L’ “Informatione” del Magi sulle qualità e sull’efficacia delle acque di Fontecchio
influenzò senza dubbio favorevolmente l’opinione pubblica e le autorità cittadine, come
confermano i vari interventi di ristrutturazione a più riprese a spese del Comune. Negli
Annali scritti da Pompeo Longini al 13 luglio 1622, si legge: “ In Consiglio fu decretato che
si riattasse il bagno di Fontechi e si rimediasse che nelle piogge non si intorbidasse. Nei
medesimi Annali: “ A dì 6 marzo 1634 nel Consiglio di Reggimento fu risoluto che si
riattasse il bagno di Fontecchio, per mantenimento di dette acque e fu ordinato vi si
spendessero cinquanta denari della pena pagata da un contadino per aver anni sono
ammazzato un altro”.16
Negli Annali del Comune al 4 luglio 1633 si trovano Filippo de’ Conti e Scipione
Marchesani deputati al restauro del bagno: al 7 maggio e al 17 novembre del 1635 si
vedono altre deliberazioni relative allo stesso restauro.
In un foglietto volante, di mano del Certini, altro studioso di memorie castellane, è
scritto: “Mons. Camillo Pozzobonelli, nobile milanese e governatore di Città di
Castello…ebbe in somma veneratione l’acque del bagno di Fontecchi, exitò la fabbrica ed
ornato del sito e conservatione dell’acque, e se bene partito dal governo ne procurò
l’avanzamento come da questa iscritione da me veduta giacente nella piazzetta avanti il
ricettacolo dell’acque:
ILLU: us ET REVEREND:us DOMINUS
CAMILLUS POZZOBONELLUS
NOBILIS MEDIOLANENSIS
FIERI IUSSITI 163517
16
17
SILVESTRINI, “Lo stabilimento”, cit. p. 6.
G. MUZI, “Memorie ecclesiastiche di Città di Castello, vol II, p. 143.
22
APPENDICE CAPITOLO 1.4
11)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 96, c. 70r
1622 lug 13
(Consilium regiminis
XL
virorum)
De reactando Balneo Fontecchi
Facta alia propositione de decreto alias facto ab illustri hoc Regiminis Consilio super
reactatione Balnei existentis in villa Fontecchi, ob salutiferas in eo reconditas virtutes
ex multorum experientia confirmatas, et relato eiusdem Balnei pessimo statu ob non
executionem supradicti decreti, supradicti domini consiliarii ut supra in sufficienti
numero existentes ad publicam commoditatem decreverunt balneum predictum esse
condecenter et commode reactandum ad hoc ne pluviarum inundationibus perturbetur, et
hoc per secreta suffragia fuit obtentum, duobus in contrarium non obstantibus, et ita
decreverunt.
11)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 96, c. 70r
1622 lug 13
(Consiglio di Reggimento dei 40)
Restauro del Bagno di Fontecchio
Fatta l'altra proposta in merito al decreto emanato in altro tempo da questo illustre
Consiglio di reggimento e riguardante il restauro del bagno che si trova nella villa di
Fontecchio, per il fatto che in tale bagno sono nascoste virtù salutari confermate
dall'esperienza di molte persone ed essendo stato riferito il pessimo stato in cui si trova
il bagno stesso a causa della mancata esecuzione del suddetto decreto, i signori
consiglieri, presenti in numero legale, come sopra, hanno decretato che il suddetto bagno
debba essere restaurato convenientemente a pubblica utilità, affinchè non sia più
devastato dalle inondazioni causate dalle piogge; e su ciò è stata ottenuta la maggioranza
a votazione segreta, nonostante due voti contrari; e così hanno decretato.
12)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 101, c. 58v,
1633 lug 4
(Consilium regiminis XL virorum)
Super Balnei reaptationea
Facto verbo de Balneo ad publicam utilitatem et pro tuenda sanitate, misso et obtento
partito et in contrario non obstantibus et c., mandaverunt exonerari balneum extra porta
23
Sancti Egidii publicum sub provisoris cura ac ad videndum et considerandum necessaria
et opportuna quo ad re(e)dificationem et resarcimentum eiusdem et referendum,
illustrem et ad. ex(cellen)tem dominum Philippum de Comitibus et illustrem dominum
Scipionem Marchesanum eligerunt et deputaverunt.
a
Nel testo ' reapetatione'.
12)- ASCCC, Annali e Riformanze, reg. 101, c. 58v,
1633 lug 4
(Consiglio di Reggimento dei 40)
Sul restauro del Bagno
Avuta discussione in merito al Bagno a pubblica utilità e per mantenerne l'igiene, messo a
votazione e ottenuta la maggioranza, non ostante ecc., hanno ordinato che il Bagno
pubblico fuori porta Sant'Egidio venga svuotato a cura di un provveditore; per vedere e
considerare ciò che è necessario e opportuno alla riedificazione e al restauro dello stesso
e quindi riferire [al Consiglio] hanno eletto deputati l'illustre signor Filippo de Conti e
l'illustre signor Scipione Marchesani.
13)- Ibid., c. 135v
(1634 mar 6)
(Consilium Regiminis
XL
virorum)
Balnei pro reaptatione et ornamento Scuta 50 aplicantur
Habito verbo super Balneo comunitatis sit(o) in villa Fontecchi, ita et taliter devastati
quod in futurum difficillime poterit pro tuenda et recuperanda sanitate resp(icere?) per
euntes ad eum bibere nisi aliquo modo circum et supra ******, et hoc quia acqua fluens et
veniens per agros dictam acquam Balnei corrumpit et sic in maximum damnum totius
populi, unde super hoc habita matura consultatione et sollemni deliberatione, et misso et
obtento partito per secreta suffragia, duobus in contrarium non obstantibus,
decreverunt fore et esse applicanda scuta quinquaginta ***** pro reaptatione et
ornamento dicti Balnei ad publicam utilitatem [...] et hoc sub cura illustrissimorum
dominorum capitanei Bernardini Cornacchini et Petri Albezzini […].
In continenti illustrissimus et reverendissimus dominus Cammillus Pozzobonellus
dignissimus Gubernator huius civitatis ex mera eius gratia et humanitate obtulit scuta
sex ex suis propriis pecuniis pro dicto servitio et illustres domini cosiliarii, ea qua decet
reverentia, gratias ingentes agerunt, omni (melori modo).
24
13)- Ibid., c. 135v
1634 mar 6
(Consiglio di Reggimento dei 40)
Sono destinati 50 scudi al restauro e all'abbellimento del Bagno [di Fontecchio].
Avuta la discussione sul Bagno della comunità situato nella villa di Fontecchio, a tal punto
devastato che in futuro assai difficilmente - per recuperarne e conservarne l'igiene coloro che vi si recano a bere potranno averne cura (lezione dubbia), se non con qualche
limite (misura, norma, regola) intorno e sopra ******; e ciò perchè l'acqua che scorre e
che proviene dai campi inquina l'acqua del Bagno, e così con gran danno di tutta la
popolazione; per cui, avuta rapida consultazione sull'argomento e solenne delibera, messo
a votazione e ottenuta la maggioranza non ostanti due voti in contrario, hanno decretato
che debbano essere stanziati 50 scudi per il restauro e l'abbellimento del suddetto
Bagno, a pubblica utilità [...], a cura degli illustrissimi signori il capitano Bernardino
Cornacchini e Pietro Albizzini […].
Subito dopo l'illustrissimo e reverendissimo signor Camillo Pozzobonello, degnissimo
Governatore di questa città, per grazia e umanità, ha offerto se scudi dei propri denari
per detto servizio e gli illustri signori consiglieri, con decorosa riverenza, hanno
ringraziato sentitamente.
14)- Ibid., c. 237r
(1635 mag 7)
(Consilium Regiminis XL virorum)
[…] Loco illustris domini capitanei Bernardini iam electi cum illustre domino Petro
Albezzini ad balneum reaptandum, *** dicti domini Cornacchini eligerunt et deputaverunt
illustrem dominum Iacobum Trovium.
1635 maggio 7
(Consiglio di Reggimento dei 40)
Al posto 14)- Ibid., c. 237 r
del signor capitano Bernardino Cornacchini, già eletto assieme all'illustre signor Pietro
Albizzini per restaurare il Bagno, hanno eletto e deputato l'illustre signor Giacomo
Trovio.
25
15)- Ibid., c. 268r
(1635 nov 17)
[...] stante fide solidationis computorum manu domini Bartholomei Proselli, computiste
comunitatis, tenoris: "Il signor Pietro Albezzini depositario delle pene per la sanità ha
dato conto de scudi 444 e b(aiocchi) 8 1/5 pervenuti in sua mano e n'ha spesi scudi 397
1/5 come del tutto ha mostro ordini della congregatione di sanità; resta per il
compimento dell'entrata scudi 46 e baiocchi 81; li signori capitano Bernardino
Cornacchini e il sudetto Albezzini, deputati all'asetto del bagno, asegnano haver recevuto
scudi 96 e baiocchi 81 cioè scudi 46 e baiocchi 81 dal signor Pietro Albezzini depositario
sudetto e scudi 50 dal signor tesoriero. Hanno dato l'esito per la fabrica del medesimo
bagno scudi 96 e baiocchi 21, come se n'è visto ricevuto resta per pareggio dell'entrata
baiocchi 60. In fede, questo dì 7 maggio 1635. Bartolomeo Proselli computista".
15)- Ibid., c. 268r
1635 nov 17
[...] stante la fede dei conti di mano del signor Bartoloeo Proselli, computista del comune,
del tenore: "Il signor Pietro Albezzini depositario delle pene per la sanità ha dato conto
[…]”.
dott. LORENZO ARCALENI
Ianus - servizi archivistici e bibliotecari
26
1.5 UN LUNGO PERIODO DI DIMENTICANZA
I lavori di restauro del bagno, effettuati nell’arco del periodo fino ad ora esaminato,
dimostrano la continua utilizzazione a fini terapeutici delle sue acque. Poi, si verificò un
progressivo impoverimento della vena, forse per qualche sotterranea deviazione; infatti,
il Muzi, parlando del terremoto di Città di Castello del 1789 dice: “ Nella villa del bagno
circa un miglio distante dalla città, ove esisteva una sorgente di acqua sulfurea che da
qualche tempo era quasi perduta, di nuovo si riunì in copia sì grande che potrebbe esser
atta a girare una mola”18. La notizia che la sorgente rimanesse per lungo tempo
trascurata e quasi dimenticata, è confermata dal fatto che non venga più citata nelle
memorie storiche fino al secolo XIX. Dell’antico stabilimento non rimanevano che i ruderi.
18
MUZI, “Memorie” cit. p. 152.
27
1.6 TRA ‘800 E ‘900 FONTECCHIO RITROVA LA SUA MERITATA RINOMANZA
Nell’ ‘800, con l’ulteriore progredire delle scienze chimiche, fisiche e biologiche, l’acqua
minerale si delinea nella sua fisionomia moderna di farmaco complesso e irriproducibile
artificialmente. Una grandissima quantità di studi e l’attività di illustri cultori del
termalismo garantiscono un supporto scientifico alle terapie, ne ampliano i campi
d’intervento e le metodiche di applicazione. I reparti di cura degli stabilimenti termali
vengono ampliati e potenziati. La stazione termale si trasforma anche nell’architettura e
recupera, come nell’antica Roma una funzione ricreativa, dotandosi di parchi, giardini,
luoghi d’incontro e alberghi. Da centri di cura le località termali si andarono
trasformando in centri di villeggiatura e di vita mondana.
Il merito di aver saputo ridonare alla sorgente del bagno di Fontecchio la sua celebrità
spetta al dott. Ulisse Boselli, il quale, chiamato da Bologna ad occupare l’ufficio di medico
comprimario di Città di Castello, rivolse tutta la sua attenzione allo studio delle proprietà
terapeutiche di tali acque. Egli si adoperò con ogni mezzo per ottenere che venisse
commissionata dal Comune di Città di Castello al prof. Sebastiano Purgotti, luminare della
chimica, l’analisi qualitativa delle acque di Fontecchio. L’importante risultato di tali
analisi, che il professore pubblicò nel 1860 in un opuscolo intitolato “Idrologia minerale
tifernate”, non meno che gli autorevolissimi pareri dei professori Gamberoni di Bologna,
Cipriani di Firenze, mossero la rappresentanza municipale a fare ricostruire l’antico
serbatoio di questa sorgente con due grandi piscine e ad aprirvi la comoda strada che vi
conduce. Vi fu ,quindi, costruito un piccolo edificio per bagni con due tinozze, numero che
l’anno appresso si dovette raddoppiare per il sempre maggiore afflusso di visitatori locali
e stranieri. Un relazione redatta nel 1862 dal Boselli metteva in rilievo il largo consumo
che si faceva di queste acque; si calcolavano in circa 300, compresi i forestieri, coloro
che si recavano a Fontecchio da giugno a settembre, mentre molti tifernati solevano
trasportare l’acqua in città per i loro bagni, riscaldandola nelle abitazioni fino alla
desiderata temperatura. Due anni dopo, alcuni cittadini prendevano l’iniziativa di
costituire una società, per giungere in breve tempo all’edificazione di uno stabilimento
che offrisse “ più largo ed agevole rimedio a molte infermità, ed al paese un mezzo non di
spregevole di prosperità”.19 Il comitato promotore invitò cittadini ed enti a sottoscrivere
azioni da L.100 ciascuna fino ad un ammontare complessivo di L.15000 per rendere in tal
modo manifesto che “non le vane parole, non le fantastiche aspirazioni ,ma solo l’operato
zelante,energico e prudente di tutti i cittadini possono rendere felici e prospere le
città”.20La società del Bagno fu realizzata con decreto reale del 20 aprile 1864. La
costruzione dello stabilimento,progettato dall’ing. Guglielmo Calderini,avvenne finalmente
nel 1868.La “ Guida descrittiva topografica terapeutica dei bagni marittimi,minerali e
19
20
A . TACCHINI ;Città di Castello 1860-1960.La città e la sua gente ,Città di Castello,1988,p.159
Ibidem,p159
28
Scampagnata alle Terme (c. 1900-1905)
29
idroterapeutici d’Italia” così ne illustrava le qualità:”In esso vi sono tutte le comodità che
gli accorrenti vi potranno trovare e nulla vi manca di quanto può essere utile e necessario
per lo scopo cui è destinato,e né manca di quel diletto e di quelle allegrie necessarie a
passare l’allegra stagione di bagni. Vi si trova un soggiorno purissimo,un trattamento
corrispondente a qualunque delicata persona avvezza a qualsiasi agiato e delizioso vivere.
E il non esservi in quel pacifico luogo i frastuoni dei famosi bagni di Francia e di
Germania,ma sì bene la quiete solitaria e tranquilla,nella sua più gaia e semplice pastorale
bellezza,è anche questo un potente conforto e sollevamento d’animo a coloro che
veramente vogliono ristabilire le abbattute forze del corpo”21. Quanto alle virtù
terapeutiche, nella stessa guida si legge:” Quest’acqua si usa per bagno e per bevanda e
docciature ed è miracolosa nella renella, nei calcoli,nelle malattie vescicali…in tutte le
malattie cutanee,anche di più difficile trattamento di cura qual è la pellagra.Giova nelle
affezioni reumatico-artritiche,emorroidalie vascolari,e in certe condizioni morbose degli
intestini e dell’utero”.22
Per iniziativa dell’amministrazione comunale,venivano garantiti ogni anno bagni gratuiti a
circa 200 indigenti. Si accedeva a Fontecchio con una carrozza che partiva da porta
S.Egidio.Nel 1880, le tariffe per ogni bagno ammontavano a L.0,75 a persona e a L.1 in
camerino di lusso. I bagni avevano una durata di un’ora e mezza. Nel 1898 il servizio di
trasporto per Fontecchio era effettuato dall’impresa Francioni e Franchi,” con omnibus e
trams ” che partivano ogni ora.23
Il crescente interesse per l’idroterapia spinse il farmacista Angiolo Bini a fondare nel
1885 un nuovo stabilimento, con sede a pochi chilometri di distanza da porta S. Egidio,in
una palazzina sormontata dalla torre dell’ Osservatorio Meteorologico,altra realizzazione
di Bini.Con la sua attrezzatura per bagni a vapore, docce scozzesi e massoterapia, le sale
di lettura e di conversazione, l’assistenza dei sanitari locali e la possibilità di ospitare i
forestieri, lo stabilimento contribuì a sottolineare l’immagine di Città di Castello come
centro idroterapico-balneare.Quando, nel 1893,la Società Anonima proprietaria di
Fontecchio mise in vendita l’affermata stazione,Angiolo Bini l’acquistò.
Agli inizi del 1900,nel periodo estivo,gli Stabilimenti riuniti di Angiolo Bini, a Fontecchio e
presso la stazione ferroviaria, erano meta di numerosi villeggianti. Il giornale perugino
“Unione liberale”, lodando le loro virtù terapeutiche, definiva Città di Castello uno dei più
frequentati ritrovi estivi e luoghi di cura dell’ Italia centrale,per l’ospitalità,il clima , la
quiete e la gastronomia. In un’epoca in cui il salotto si affermava come”vero e proprio
epicentro della autorappresentazione della borghesia”, i due stabilimenti divennero
geniale ritrovo per allegre conversazioni o all’ombra delle piante o nella sala d’aspetto.24
Essi aprivano i battenti all’inizio di luglio.L’afflusso dei forestieri era consistente a
21
Guida descrittiva topografica terapeutica dei bagni marittimi,minerali e idroterapeutici d’Italia, Napoli,1880,pp.54-57
Ibidem
23
TACCHINI,Città di Castello, cit.,p.162
24
TACCHINI,Città di Castello, cit.,p.261
22
30
Stampa pubblicitaria dello stabilimento (1880)
Antica pianta del Bagno di Fontecchio (copia di originale forse del 1573)
31
Fontecchio e nel contempo crebbe il numero dei cittadini che prescelsero questa località
come sede delle scampagnate.La domenica,una gran quantità di automobili,ciclisti,vetture
d’ogni genere e gruppi di pedoni prendevano il via per le Terme e così, tra il fresco, il
buon vino e le buone tagliatelle,dopo un bagno di acqua solforosa”il corpo si ripulisce,le
membra si rinvigoriscono e lo spirito si allieta”25. Nel 1923 furono attuati dei lavori di
ristrutturazione,con l’ampliamento del ristorante,l’apertura di un giardino e l’impianto di
illuminazione ad acetilene.Per facilitare l’accesso ai Tifernati ,le tariffe delle camere e
del ristorante si mantennero simili a quelle degli alberghi Tiferno e Cannoniera.Nei primi
anni Venti,sempre d’estate,lo Stabilimento Bini era aperto ogni domenica per bagni
semplici. Le tariffe popolari favorirono l’affluenza e si chiedeva che un servizio talmente
utile all’igiene potesse essere esteso al periodo invernale.
Nel 1936, la proprietà idrologica degli Stabilimenti Bini passò alla Cassa di Risparmio di
Città di Castello ,che mantenne in funzione soltanto gli impianti di Fontecchio
,successivamente rilevati dall’imprenditore romano Salvatore Spinelli ,il quale, a sua volta
li cedette ad una società locale costituita da Luigi Pillitu,Giobatta Venturelli e Amilcare
Consani.
Questi passaggi di proprietà possono essere considerati la conseguenza di problemi
gestionali e finanziari che andarono acuendosi negli anni della guerra.
Ma, nell’immediato dopoguerra ,la Stazione Termale di Fontecchio riprese vigore:fu
rilevata nel 1949 dal dottor Galliano Pasqui,che avviò un articolato programma di
rilancio,con l’arricchimento e ampliamento degli impianti ricettivi -i primi tuffi in piscina i
Tifernati li fecero proprio a Fontecchio- e con proficui rapporti di collaborazione con gli
enti mutualistici nazionali.
25
“ Polliceverso”,26 luglio , 1924.
32
Cartolina d’epoca di inizio ‘900
Cartolina d’epoca di inizio ‘900
33
APPENDICE CAPITOLO 1.6
Atti del Consiglio Comunale, Volume I, 1860 nov. 22 – 1863 dic. 21
Cc.25v.-26
IV Proposta dei Consigli straordinari dei giorni 21, 26 e 27 marzo 1861:
“Costruzione dell’ultimo tronco della via del Bagno per la comunicazione del fabbricato
della acque di Fontecchio”
“… Confermata ormai dal fatto l’utilità delle acque minerali di Fontecchio ed agevolarne
l’uso, è necessario di compiere la comunicazione col fabbricato delle dette acque…”.
La Giunta, ritenuto che una simile richiesta “non possa cader d’oblio”, approva la
richiesta dei lavori apportando alcune modifiche ai capitoli (es. termine ultimo
consegna lavori, pagamenti, etc.)
Cc. 275 – 276
I Proposta –Sessione Ordinaria dei Consigli di Primavera del 11 maggio 1863
“Sulle acque del bagno di Fontecchio”
Viste le proprietà delle acque di Fontecchio, la notevole affluenza di persone e le
spese sostenute, il Municipio tifernate, pur attraversando un periodo di
“ristrettezze”, decide di finanziare la costruzione di un edificio ad uso dei bagni;
questo il passo:
“…Non ostante per altro così lusinghiere speranze non nascondo a me stesso la
effimera ristrettezza delle finanze del Municipio, che non permetterebbero
certamente l’accingersi a nuove spese; […] Ogni miglior ragione persuade per ora a
limitare l’allestimento dei Bagni al puro necessario […]. In questo intendimento
rileverete dalla perizia che vi sarà letta, che per ora si propone soltanto la erezione di
un modesto casotto fornito del puramente indispensabile per collocarvi due Bagni e
che altrsì potrebbe in seguito rimanere per fare ala di un fabbricato ben più ampio, e
conveniente. La spesa calcolata ascende a £ 872.20, paria a [*] 163.24.8, senza che vi
sia compreso l’importo del marmo pei Bagni e la relativa conduttuta dell’acqua tanto
calda che fredda. Per far fronte a questa spesa vi vien proposto di erogarvi le £ 200
stanziate e non erogate […] e la rimanente somma desumerla e stornarla dal residuo
disponibile in £ 1200 circa del fondo stanziato dal decorso anno per i lavori
straordinari di riparazione della stessa strada, che conduce alle acque minerali in
34
discorso, che nel memento, ridotta in gran parte in perfetto stato, non ha bisogno
dell’impiego di altre somme…”.
Atti del Consiglio Comunale, Volume II, 1864 mar. 3 – 1866 ago. 8
Cc. 18-19
II Proposta – Sessione Ordinaria della primavera 1864 -1ª Tornata
“Progetto del Muratore Luigi Pincardini per la costruzione di due nuovi Bagni nella
sorgente delle acque minerali di Fontecchio”
Il Consiglio Comunale esamina la richiesta inoltrata dal muratore Luigi Pincardini per la
costruzione di due nuovi bagni presso lo stabilimento di Fontecchio.
Essendo in ristrettezze economiche, e riconoscendo la necessità di costruire nuovi
bagni vista la grande affluenza di persone, il Municipio Tifernate decide di
“…permettere, che il muratore Luigi Pincardini costruisca nella sorgente delle acque di
Fontecchio a tutte sue spese, rischio, e carico, due nuovi Bagni uguali perfettamente ai
due già costruiti dal Municipio sia nei muramenti, che nelle bagnarole e mobilio, e che i
predetti dei due nuovi bagni, come dei due ora esistenti vadano a vantaggio comune,
come a carico comune debbano essere sostenute le spese tutte di custodia, e
mantenimento di cui dovrà per miglior garanzia delle parti, redigersi analogo
Capitolato, restando poi in facoltà del Municipio di poter dare acquisto in ogni e
qualunque tempo dei due nuovi bagni a stima di periti…”
Cc. 71v.-73
Proposta II – Sessione ordinaria di Autunno, Prima Tornata, Seduta del 20 Ottobre
1864
“Domanda della Società anonima per la erezione di uno Stabilimento Balneario presso
la Sorgente delle acque minerali di Fontecchio”
35
Il Consiglio esamina la richiesta inoltrata dalla Società Anonima di Fontecchio –
recentemente costituitasi ed in corso di riconoscimento legale- riguardante la
possibiltà di cedere gratuitamnete alla suddetta società la Sorgente delle Terme di
Fontecchio; la Società da parte sua si impegna a costruire a sue spese uno
Stabilimento Balneare: “…In vista di tal cessione la Società potrebbe assumenre
l’onere di impiegare per la costruzione ed impianto dello stesso Stabilimento Balneare
una somma non inferiore a Lire Quindicimila…”.
Esaminata la richiesta il Sig. Palazzeschi propone di deliberare quanto segue:
“Se piaccia cedere alla Società le acque minerali della sorgente di Fontecchio e sue
adiacenze con tutti i diritti spettanti al Municipio […], a patto che la Società stessa
eroghi nella erezione dello Stabilimento in progetto la somma non inferiore a Lire
Quindicimila, e dia principio ai lavori entro il termine di mesi sei da questa data,
autorizzando la Giunta a redigere il contratto da esser sottoposto alla omologazione
del Consiglio […]. La proposta è approvata all’unanimità per alzata e seduta.
Durante la stessa seduta “… Si propone in secondo luogo se piaccia fare acquisto per
conto del Municipio di n° 10 azioni importanti la somma complessiva di £1000. Messa ai
voti l’anzidetta proposta per alzata e seduta risulta adottata all’unanimità”.
Cc125v. - 126
Proposta I - Sessione Ordinaria di primavera, Prima Tornata, Seduta del giorno 24
Aprile 1865
“Omologazione del contratto di cessione delle acque minerali della Sorgente di
Fontecchio da stipularsi colla Società anonima”
A ratifica dell’accordo stipulato in occasione della seduta del 20 Ottobre 1864, la
Giunta propone all’esame del Consiglio i punti del contratto con la Società Anonima:
“1° Il Municipio cede, concede, enude, e trasferisce ogni suo diritto e ragione alla
Società anonima Tifernate del Bagno di Fontecchio, sita […] alla distanza di chilom.
3,271 da questa Città, segnata in mappa del Bagno col Num. Di Catasto26 ed egualmente
cede, concede e trasferisce alla detta Società ogni suo diritto, e ragione sulla
adiacente località della citata sorgente, che gli compete, e possa competere a termini
di legge.
2° Il Municipio cedente non sarà tenuto e soggetto a veruna garanzia per tutti gli
effetti corrispondenti tanto per la proprietà che per la libertà del fondo
26
Il numero non è indicato.
36
3° La società concessionaria dovrà erigere il nuovo stabilimento ad uso di pubblici
Bagni a pagamento, erogandovi una somma non inferiore a £15 mila, dando principio ai
lavori entro il termine di mesi sei dalla riportata approvazione Sovrana dei suoi
Statuti.
4° In caso qualunque di scioglimento definitivo della d.a Società, il Municipio si riserva
[…] il diritto di essere preferito nell’acquisto a qualunque altro terzo acquirente […], la
quale prelazione potrà essere sperimentata dal Municipio entro un mese dalla data
della fattagli notifica[…]
5° La Società per tutti i lavori che andrà ad eseguire per la erezione del nuovo
stabilimento e per la occupazione dei terreni necessari […], s’intenderà investita delle
stesse facoltà derivanti al Municipio in forza delle leggi vigenti sulla espropriazione
dei fondi per causa di pubblica utilità […].
Il Consiglio, esaminate e approvate le richieste della Giunta, formula la seguente
proposta:
“Vista la precedente deliberazione del 25 Ottobre […], viste ed esaminate le
condizioni e le modalità del contratto da stipularsi colla Società anonima del Bagno per
la cessione a questa da parte del Municipio delle acque minerali […], dichiara che il
termine di sei mesi stabiliti […] debba computarsi non da quella data1 ma sebbene dal
dì della riportata sanzione Sovrana degli Statuti della Società stessa, approva in ogni
sua parte ed in tutta la sua integrità l’atto di stipulazione […]
Sperimentata la votazione per alzata e seduta, sulla presente proposta, risultò
adottata alla unanimità […]”.
Atti del Consiglio Comunale, Volume V, 1876 gen 22 – 1879 dic. 12
Cc. 240v.-241 r.
Proposta 28ª – Adunanza del 29 Ottobre 1877, VI Tornata, in seconda convocazione
“Bagno di Fontecchio – Progetto di cessione al Municipio”
A causa delle precarie condizioni economiche in cui destava, la Società Anonima delle
Acque di Fontecchio decide di mettere in vendita lo stabilimento; in base a quanto
concordato in occasione della cessione delle Acque da parte del Municipio alla suddetta
1
1864, Ottobre 26 data delibera consiliare (n.d.a.).
37
società (cfr. verbale seduta del 24 Aprile 1865), lo Stesso aveva diritto di precedenza
rispetto a terzi sull’acquisto.
Il problema che ora si presentava era quello del trattamento degli azionisti che, da
parte loro, non intendevano affatto rinunciare gratuitamente alle loro quote
partecipative.
Non riuscendo a trovare una soluzione soddisfacente per entrambe le parti, il
Municipio rifiuterà la proposta di acquisto.
Di seguito si riporta la trascrizione del verbale della seduta in questione:
“Datasi lettura dell’istanza, il Sindaco riferisce che la Giunta era venuta dell’avviso di
progettare l’acquisto dello Stabilimento balneare di Fontecchio, ma al patto che gli
azionisti avessero rinunciato a qualsiasi diritto sulle loro azioni, onde il Municipio,
riavendo lo stabilimento, si sarebbe accollato la passività, subentrando pel resto nelle
ragioni della Società.
Il Sig. Mancini ritiene per fermo che gli azionisti non si risolverebbero mai a cedere le
loro azioni senza un corrispettivo ed è convinto che preferirebbero di conservare i
loro diritti sullo stabile nelle condizioni attuali.
Il Sig. Pasqui fa considerare che se gli azionisti fossero più disposti a far sacrificio
totale delle loro azioni, tuttavia il Municipio non si troverebbe mai in grado di
sobbarcarsi ad una spesa superiore a £10000 per accollarsi la passività della Società
del Bagno indipendentemente dal valore delle azioni.
Il Sig. Restori dice che la proposta della Giunta equivale ad un rigetto della domanda
della Società.
Di poi il Consiglio:
Mentre è grato alla Società del Bagno dell’offerta di cessione dello Stabilimento,
dichiara di non poterne profittare, non essendo consentito dalle attuali condizioni
delle finanze del Municipio d’impegnarsi in spese straordinarie fuori delle previsioni
del Bilancio.
Tale ordine del giorno è approvato con voti favorevoli 8, contrari 2
dott. Claudia Carini
Ianus - servizi archivistici e bibliotecari - soc. coop
38
1.7 LE TERME DI FONTECCHIO OGGI
Situato all’interno di un grande parco secolare,il moderno complesso termale-alberghiero
di Fontecchio è stato classificato nella prima categoria superiore dal Ministero della
Sanità;è perfettamente organizzato ed integrato per cure altamente qualificate e per
una piacevole vacanza.E’ dotato di sala con inalatori per aerosol,palestra di riabilitazione
respiratoria per forme asmatiche,centro per cura della sordità,ambulatori
cardiologici,neurologici,pneumologici,dermatologici,vascolari,malattie
allergiche
e
ortopedia.
Il centro di estetica è modernamente attrezzato per trattamenti del viso e del
corpo,per i quali vengono impiegati prodotti cosmetici preparati con il fango termale
dello stabilimento.
Una equipe di medici generici e specialisti,coordinata da un comitato scientifico
composto da professori universitari esperti nelle varie branche,assicura tutte le cure e
gli accertamenti previsti dalla legge in dieci ambulatori muniti di apparecchiature
strumentali moderne e complete,
Fontecchio,al quale è riconosciuto il livello qualitativo tariffario super ai sensi della
D.G.R. n. 5672 del 03/09/97,oggi,non solo conserva e potenzia il tradizionale,ma si
inserisce nel nuovo attraverso una qualificata ricerca scientifica :ne sono la prova la
convenzione,firmata con l’Università di Perugia,per la cura sperimentale di soggetti
affetti da diabete 2 e la convenzione con l’INAIL per la cura dei traumatizzati in
temporanea.
Cosa si cura :
-Artropatie di natura infiammatoria,degenerativa e dismetabolica,poliartriti
croniche,esiti di reumatismo acuto,periartriti, artrosi,artropatie uricemiche,esiti di
traumi, nevriti,sciatica , esiti di ictus.
-Malattie infiammatorie dell ‘apparato respiratorio : faringiti,tonsilliti,sinusiti,
otiti,laringiti,tracheo-bronchiti,bronchiti asmatiformi.
-Malattie dell’apparato digerente.
-Insufficienza venosa arti inferiori:varici,flebiti,tromboflebiti.
- Vasculopatie
- Esiti da ustione
-Esiti di mastectomie
39
-Centro cure di diabete 2
Come si cura:
IL reparto termale può essere considerato oggi come uno dei centri sanitari più
attrezzati fra le stazioni termali italiane completo di:piscina coperta con acqua termale
a 35°,vasca per idromassaggio a 39° con adiacente vasca fredda a 16 ,°vasca a farfalla
per riabilitazione e vasculopatie a 32°, percorsi vascolari con idromassaggio e ciottoli per
massaggio podalico,doccia scozzese , grotta.
Riabilitazione respiratoria:
Inalazioni,aerosol,humages,ginnastica
respiratoria,drenaggio
postulare,ventilazione
assistita,vibro-insufflazioni endotimpaniche .
Riabilitazione vascolare:
Idromassaggio,percorso vascolare,trattamenti all’ozono e con doccia scozzese,presso
terapia,linfodrenaggio,ionoforesi corporea .
Riabilitazione dermatologica e degli esiti di ustioni:
Fango e balneoterapia,radiazioniU.V.A. e infrarossi,massaggio connettivale, ozonoterapia,
rieducazione funzionale in palestra e piscina.
Riabilitazione delle donne operate al seno:
Linfodrenaggio,pressoterapia,idrochinesiterapia,massofisioterapia.
Trattamenti estetici:
Pressoterapia,bendaggi riducenti,linfodrenaggio,mesoterapia,trattamenti viso,maschere
facciali,diete personalizzate,sauna , grotta,idromassaggio,palestra , massaggi
estetici,terapia sclerosante.
Il complesso sanitario è convenzionato con ASL,INPS,INAIL,Ministero della difesa ed è
aperto per tutto l’anno.
Hotel delle Terme
Dispone di circa 96 camere,quasi tutte doppie,dotate di
bagno,doccia,telefono,televisore,frigobar e munite di un arredamento che rivela il gusto
della maestria dell’artigianato del legno dell’Alta Valle del Tevere .
La ristorazione è assicurata mediante due vaste sale capaci di ospitare complessivamente
600 persone,una pizzeria,una quarta saletta ornata da piante esotiche: un vero “giardino
d’inverno che può disporre di circa 60 posti a sedere. Inoltre l’hotel dispone di una sala
congressi per circa 300 posti e di un’aula polivalente solitamente impiegata per
convegni,conferenze,seminari e lezioni.
Completano la struttura numerosi ambienti per il tempo libero:bar,discoteca,sala giochi.Il
complesso ha a disposizione un grande parco ombreggiato da piante secolari ad alto fusto
e percorso da un ruscello di limpidissima acqua sorgiva.All’interno del parco trovano posto
due campi da tennis,tre campi da bocce, un campo di pallavolo,un minigolf ed altri giochi
per bambini .
40
Una grande piscina circondata da prato all’inglese assicura ore di svago e refrigerio agli
ospiti .
E’ agevole comprendere,perciò,come l’hotel Terme offra,durante l’intero anno
un’ospitalità raffinata ed una cucina genuina e ricca di numerose specialità locali e
regionali.
Antico convento dei Cappuccini
A 500 metri sopra le Terme,in un ex Convento di frati Cappuccini risalente al 1500 e
completamente ristrutturato,si trova la Beauty Farm denominata “Cappuccini
Vecchi”.Questa è dotata di una struttura ricettiva di alto prestigio con sette suite in
stile ,sale relax ,centro congressi,chiesa con cripta romanica. Sede di frequenti
conferenze e concerti è circondata da percorsi verdi su venticinque ettari di bosco
secolare ed è vicina ad una sorgente di acqua carbonato-calcica oligominerale che serve
tutto il complesso termale .Gli ospiti usufruiranno della vicina struttura termale e dei
servizi offerti dall’hotel Terme,compresi il ristorante,la pizzeria,la piscina.
La Beauty Farm propone numerose opportunità basate su una combinazione di
trattamenti di balneoterapia e fangoterapia con sedute di ginnastica in piscina o nel
parco e massaggi.
Come si arriva ;
Fontecchio Terme si trova a due chilometri ad est di Città di Castello,in provincia di
Perugia,nel versante orientale dell’ Alta Valle del Tevere.
Dista km 15 da Sansepolcro (AR),km 24 da Umbertide (PG) km 58 da Perugia,km 40 da
Arezzo.
E’ raggiungibile in automobile:uscita casello di Arezzo dell’Autostrada del Sole (A1),
proseguendo per 45 km lungo la statale n. 73,quindi lungo la statale n.221,oppure
percorrendo la superstrada E/45,uscita Città di Castello nord.
In treno:
linea Perugia – Sansepolcro ,Stazione di Città di Castello,autobus di collegamento con
Fontecchio Terme.
In pullman:
corse giornaliere da Firenze,Arezzo,Perugia e Roma.
Cosa c’è da vedere :
Le cure termali,anche a Fontecchio Terme,non tengono impegnato l’ospite per l’intera
giornata,c’è dunque la possibilità di visitare località artisticamente e turisticamente
41
meritevoli.
Città di Castello (km 3,5)con il suo duomo,i trecenteschi Palazzo Comunale e Palazzo del
Podestà,la ragguardevole Pinacoteca nel Palazzo Vitelli alla Cannoniera,i musei Burri,che
raccolgono una ricca collezione di opere dell’illustre pittore contemporaneo,cui Città di
Castello ha dato i natali,le chiese di S.Domenico e S.Francesco,il Centro Tradizioni
Popolari,ad un paio di chilometri fuori città,nella villa dei marchesi Cappelletti.
Sansepolcro:(km 17) con il Museo Civico, dove sono raccolte molte opere del celebre
pittore Piero della Francesca ,che qui nacque,il Duomo e la chiesa di S. Francesco.
Le splendide Città d’arte di Arezzo(km40),Gubbio (Km 50),Perugia (km 58),Assisi
(km 62).
42
Ingresso alle Terme di Fontecchio
Particolare del parco delle Terme di Fontecchio
43
Riabilitazione in piscina
Cura con fanghi
44
Antico convento dei Cappuccini
45
Capitolo 2
ANALISI FISICHE E CHIMICHE E
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DELLE ACQUE
DI FONTECCHIO DAL 1860 FINO AI NOSTRI
GIORNI
46
INTRODUZIONE
Poichè le acque delle terme di Fontecchio possono essere classificate come acque
bicarbonate–alcalino-solfure si riportano le proprietà terapeutiche delle:
ACQUE BICARBONATE
Le acque bicarbonate sono tra le più diffuse in natura.
Nei terreni prevalgono infatti i bicarbonati accanto a calcio, solfati, sodio e magnesio che
entrano nella costituzione minerale "di contorno" delle bicarbonate.
La loro origine è per attraversamento di rocce calcaree; i bicarbonati di calcio e
magnesio derivano dall'aggressione della componente calcarea da parte della CO2
disciolta. La CO2 deriva spesso da terreni vulcanici di cui l'Italia è ricca (origine
profonda) ma è altrettanto importante la quota atmosferica.
Le acque bicarbonate sono caratterizzate dalla presenza dell'anione HCO3- in quantità
prevalente.
Si definiscono bicarbonato-alcaline le acque nelle quali prevalgono, accanto all'anione
bicarbonato, il catione sodio e spesso il potassio e bicarbonato-alcalino terrose quelle più
ricche in calcio e magnesio.
All'interno di questa suddivisione in due raggruppamenti principali nelle acque
bicarbonate si ritrovano comunemente altri elementi (solfati, cloro, ferro, bromo, iodio,
etc.) a volte presenti in quantità sufficienti e tali da conferire alle bicarbonate
caratteristiche biologiche e terapeutiche proprie dei singoli elementi e pertanto
assimilabili a quelle di acque descritte nelle rispettive pagine.
Le acque bicarbonate sono utilizzate prevalentemente per bibita; rientrano in questa
classe molte acque da tavola a media o bassa mineralizzazione.
In terapia idropinica è necessario operare, come per tutte le classi di acque, una prima
distinzione in acque a bassa, media ed alta mineralizzazione; all'interno di questa prima
suddivisione si distinguono poi le azioni biologiche e terapeutiche dei mineralizzatori
prevalenti o presenti comunque in quote rilevanti.
Acque ad alta o medio-alta mineralizzazione sono utilizzate anche con metodiche di
crenoterapia esterna, compresa la preparazione di fanghi, inalatorie ed irrigatorie.
Azioni biologiche
L'azione delle acque bicarbonate è difficilmente schematizzabile in quanto la presenza di
altri mineralizzatori la condiziona in modo determinante. Ci sono notevoli analogie con i
meccanismi d'azione delle solfate.
47
Azione sull'apparato uropoietico
Per le bicarbonate oligominerali è evidenziata un'azione diuretica da ascrivere in parte
all'ipotonia (azione "meccanica" aspecifica) ed in parte al contenuto in mineralizzatori. In
particolare l'azione diuretica specifica è attribuibile alla presenza di metalli alcalinoterrosi che agirebbero sia a livello del parenchima renale potenziandone la funzionalità
che a livello della dinamica delle vie escretrici. In questo senso sono attive nei confronti
della diuresi anche acque bicarbonate non oligominerali ed è segnalata un'azione
protettiva nei confronti di perdite elettrolitiche che possono a volte verificarsi con
acque a minima mineralizzazione.
E' segnalata un'azione specifica delle acque bicarbonato-alcalino terrose nella
prevenzione dell'urolitiasi per la presenza di Mg++, del quale è nota l'attività di inibitore
della cristallizzazione.
E' stata evidenziata un'azione delle acque bicarbonate sugli stati iperuricemici.
Azione sullo stomaco
Le acque bicarbonate hanno spesso una reazione acida per la presenza di acido carbonico
in equilibrio con i bicarbonati ma hanno spesso una notevole riserva alcalina.
Il potere tampone è stato particolarmente oggetto di studio.
A livello gastrico e duodenale agiscono sulla componente secretiva e motoria.
La bevuta di acque bicarbonate a digiuno eleva il pH gastrico ed inibisce la secrezione per
stimolazione riflessa a partenza duodenale. Molte ricerche confermano una riduzione
dell'attività secretoria ed il minor potere lesivo sulla mucosa del secreto acido. Assunte
ai pasti l'effetto è prosecretorio.
Questi fenomeni e soprattutto la loro progressione nel corso della terapia e la
persistenza nel tempo possono essere interpretati considerando l'azione eutrofica e
protettiva sulla mucosa gastrica (esercitata soprattutto dalle bicarbonato-solfate) e
l'intervento dei mineralizzatori sui mediatori del Cervello Intestinale Autonomo.
L'effetto eccitosecretivo e l'aumento dell'acidità sono da attribuire alla presenza di ioni
calcio medianti la liberazione di gastrina ed alla CO2 libera.
Calcio e magnesio sono implicati, secondo recenti studi, nella liberazione di gastrina oltre
che di altri enterormoni.
L'impulso alla peristalsi ed allo svuotamento gastrico con acque bicarbonate è stato
evidenziato in vivo ed in vitro da numerosi Autori.
Nella pratica clinica questo dato si traduce nella conferma dell'efficacia delle acque
bicarbonate nel ridurre l'ipercloridria e gli stati irritativi della mucosa gastrica
intervenendo di conseguenza su turbe dispeptiche di varia origine.
Azione su duodeno, fegato e vie biliari
A livello duodenale le acque bicarbonate favoriscono l'azione degli enzimi pancreatici
elevando il pH verso l'alcalinità. Stimolano inoltre la secrezione esocrina pancreatica.
48
L'indice zimostenico delle soluzioni naturali bicarbonate è stato testato in laboratorio
riguardo il potere lipolitico, amilolitico e proteolitico e ne è stata affermata la
dipendenza dalla composizione chimica in elementi prevalenti ed alcuni oligoelementi.
Numerose ricerche hanno indicato nel calcio e nel magnesio dei potenziali liberatori di
colecistochinina. Sono state analizzate in particolare le azioni di alcuni elettroliti sul
Cervello Intestinale Autonomo che hanno fatto rilevare un intervento del calcio nella
liberazione di gastrina e sull'attività esocrina del pancreas con effetto di lunga durata.
Al SO4- - è imputata un'azione di liberazione di CCK. E' documentato inoltre uno stimolo
vagale sulla secrezione pancreatica esocrina che potrebbe essere ascrivibile agli ioni
calcio.
A livello dell'apparato epatobiliare le acque bicarbonate esercitano numerose azioni sulla
funzionalità epatica, sulla produzione della bile e sulla motilità delle vie biliari.
Sono noti effetti antitossici sul fegato dopo l'uso di veleni organolesivi specifici come il
tetracloruro di carbonio. Attualmente l'interpretazione più valida sembra fornita
dall'effetto antiossidante della componente solfata, protettivo nei confronti della
lesione mediata da radicali liberi.
Tali considerazioni valgono ovviamente per ogni fonte di stress ossidativo epatico (alcool,
farmaci, etc.).
Le acque bicarbonate hanno azione coleretica e colagoga. Alla componente solfata è
attribuita, in questo caso, un'importanza preponderante soprattutto in relazione al suo
potere di stimolare il vago e di determinare l'increzione di ormoni digestivi ad attività
coleretica quali gastrina e secretina.
La coleresi termale riguarda la biligenesi elettroliti-dipendente e la quota dipendente
dalla secretina. In particolare gastrina e secretina provocano incremento dell'output
biliare idroelettrolitico e aumento della concentrazione biliare di HCO3- e Cl-.
Circa l'azione colagoga è stata evidenziata la iperincrezione di CCK indotta soprattutto
dalle bicarbonato-solfate. Gli effetti della CCK sulle vie biliari possono essere così
riassunti: contrazione della colecisti, rilasciamento dell'Oddi, stimolazione della motilità
antrale con distensione della prima metà del duodeno.
Circa il contenuto in magnesio ne è da tempo affermata l'azione spasmolitica. Numerosi
sono inoltre gli Autori che attribuiscono al magnesio attività colagoga e coleretica.
Azione sull'assorbimento
Lo studio dell'assorbimento di glucidi, lipidi e protidi depone per una evidente influenza
della terapia idropinica con acque bicarbonate e bicarbonato-solfate nel determinare
incremento delle quote assorbite in soggetti affetti da insufficienza epatopancreatica.
Le attività coleretica e colagoga e lo stimolo alla secrezione pancreatica esogena sono,
come intuibile, connessi in modo fondamentale con le modificazioni indotte sui processi di
assorbimento. Inoltre le azioni sulla componente secretiva, sulla contrattilità gastrica e
duodenale e sul trofismo mucoso contribuiscono al miglioramento della funzione digestiva
49
e conseguentemente assimilativa.
A livello duodenale il tempo di transito è fondamentale ai fini dell'assorbimento e tra le
molte acque in grado di ottimizzarlo troviamo quelle a prevalente componente solfata ed
alcalino terrosa per l'azione eucinetica che favorisce il mixing duodenale.
Indicazioni in alimentazione
Come più volte accennato sono stati condotti in passato e si stanno intensificando
attualmente studi miranti ad appurare il potenziale ruolo dietetico e terapeutico delle
acque minerali in bottiglia. Per le acque bicarbonate e soprattutto per le bicarbonatocalciche ed alcalino terrose sono state individuate possibilità in ambito nutrizionale
nipiologico e pediatrico, nella dieta dello sportivo, negli stati ipertensivi e, recentemente,
nell'osteoporosi.
Nipiologia e pediatria
L'utilizzo di un'acqua bicarbonato-calcica o alcalino terrosa per la ricostituzione dei latti
formulati sembra rispondere a criteri di ottima tollerabilità e favorire la funzione
assimilativa; assicura inoltre un buon introito di calcio e di altri elettroliti, fondamentale
in età di rapido accrescimento staturo-ponderale.
Al fine di garantire un apporto ottimale di minerali è stata valutata la possibilità di
utilizzare acque a media mineralizzazione e a tutt'oggi la ricerca le indica tra le più
idonee, essendo stato escluso, a parere di alcuni ricercatori, il rischio di un apporto
(intake) elettrolitico tale da interferire con le ridotte capacità di compenso del rene
immaturo.
Nel divezzamento, con la progressiva introduzione di alimenti diversi dal latte, è stata
segnalata la possibilità di deficit di calcio in particolare nei portatori di intolleranza alle
proteine del latte vaccino. E' stato dimostrato sperimentalmente come un'acqua
bicarbonato-calcica possa contribuire all'intake raccomandato di calcio particolarmente
in questa condizione.
Riportiamo inoltre che, a parere di alcuni ricercatori, le acque oligominerali sono
maggiormente indicate in nipiologia e pediatria per il minor potere tampone che permette
un minor impegno della funzione secretoria gastrica ancora immatura.
Fisiopatologia dello sport
Nello sportivo l'apporto idrico deve essere adeguato per reintegrare il patrimonio
idroelettrolitico e per favorire un'azione contrastante gli effetti dell'accumulo dei
cataboliti della fatica. Ricordiamo come soprattutto nell'atleta agonista la prevenzione
dell'accumulo e lo smaltimento tempestivo di cataboliti acidi si oppongano a stati
dismetabolici che, anche se transitori, si traducono in traumatismi da cause endogene.
Sono noti studi sull'influenza delle acque bicarbonate nella fatica muscolare. Nello
50
sportivo e nell'atleta, tra le alterazioni ematochimiche da sforzo più rilevanti si hanno
iperazotemia, iperuricemia, aumento della lattacidemia e della piruvicoemia oltre
all'incremento di markers di danno muscolare ed epatico conseguenti ad alterazioni di
membrana (transaminasi, CPK, LDH, etc.).
Calcio e magnesio, ma anche sodio, bicarbonati e solfati, agiscono a livello delle membrane
cellulari in senso stabilizzante e l'elevato potere tampone delle acque bicarbonate è
chiamato in causa nel neutralizzare le valenze acide con minore produzione di cataboliti
ed un più rapido ritorno alla norma dei valori alterati.
Le acque bicarbonate-calciche e le bicarbonato-alcalino terrose a media mineralizzazione
determinano, durante l'esercizio muscolare, modificazioni della risposta
cardiocircolatoria e respiratoria, della massima potenza aerobica (massimo consumo di
ossigeno) e di alcune variabili ematochimiche (incremento ematico di indici ematologici di
danno cellulare). Si rivelano inoltre preventive in corso di assunzione abituale.
Stati ipertensivi
L'induzione all'escrezione di sodio sembra essere più accentuata per le acque
bicarbonate (iposodiche) a media mineralizzazione. La sodiemia non subisce variazioni
significative; non sono segnalate modificazioni rilevanti indotte sulla potassiuria e sulla
potassiemia.
Le variazioni della sodiemia, per quanto non significative, non escludono comunque che le
acque bicarbonate povere in sodio siano da considerare come possibili coadiuvanti nella
terapia dell'ipertensione.
Segnaliamo inoltre il ruolo protettivo esercitato dal calcio nei confronti degli stati
ipertensivi.
Osteoporosi
Le acque minerali calciche (con contenuto in Ca++ superiore a 150 mg/l) possono e devono
essere considerate come sorgente alimentare di calcio. Questa affermazione è
supportata da recenti contributi di ricerca circa la biodisponibilità del calcio contenuto
nelle acque minerali. Lo studio della biodisponibilità degli elementi contenuti nelle acque
minerali è tuttavia un campo di ricerca ancora quasi inesplorato verso il quale si è
assistito ad una polarizzazione degli interessi concomitante da un lato con il progredire
delle ricerche sull'importanza dei costituenti minerali della dieta e dall'altro con
l'attribuzione all'acqua minerale in bottiglia del ruolo di possibile presidio preventivo e
terapeutico.
Si è reso indispensabile appurare quale quota di calcio nelle acque minerali si renda
effettivamente disponibile per il fabbisogno organico e possa svolgere i ruoli biologici e
terapeutici ad esso attribuibili. In uno studio la biodisponibilità del calcio contenuto in
un'acqua bicarbonata, ricca in Ca++ e povera in Na+ , di cui è noto l'effetto riduttivo
51
sull'assorbimento del calcio, è stata estrapolata dal confronto con quella del latte,
alimento che rappresenta lo standard riconosciuto di buona biodisponibilità. I risultati
della ricerca hanno permesso di stabilire che:
- la biodisponibilità del calcio contenuto nell'acqua in esame è notevole: i valori di
assimilazione per l'acqua sono del 49%, per il latte 43%
- la biodisponibilità del calcio si estende agli adulti di una vasta gamma di età
- gli estrogeni e lo stato di menopausa, sebbene influenzino l'assimilabilità generale, non
intaccano quella del calcio contenuto nell'acqua minerale
52
2.1 ANALISI CHIMICO-FISICHE DELLE ACQUE DI FONTECCHIO DI
SEBASTIANO PURGOTTI (1860)
per ogni kg
Materia organica nitrogenata
0,00723 g
Protossido di ferro
0,00217 //
Acido silicico
0,00964 //
Bicarbonato di soda
0,66726 //
Bicarbonato di calce
0,06594 //
Bicarbonato di magnesio
0,02758 //
Bicarbonato di protossido di ferro
0,00144 //
Acido carbonico libero
0,10408 //
Acido solfidrico libero
0,01487 //
Solfato di soda
0,00251 //
Cloruro di calcio
0,00196 //
Cloruro di sodio
0,08042 //
-------------
Somma dei principi mineralizzatori
0,98510
Acqua tenente in soluzione inapprezzabili
dosi di ossigeno e idrogeno
999,01490 grammi
ACQUA ALCALINO-SOLFOROSA DEL BAGNO
grammi 1000,0000
//
Prof. Sebastiano Purgotti
53
2.2 CENNI SULLE VIRTU’ MEDICINALI DELL’ACQUA DEL BAGNO DI FONTECCHIO
SECONDO IL PARERE DEL CHIMICO SEBASTIANO PURGOTTI (1860)
L’acqua del bagno contiene silice ,bicarbonato di protossido di ferro e bicarbonato di
calce. Ha il vantaggio di emulare per leggerezza l’acqua distillata. Fra i suoi principali
componenti tengono il primo posto il bicarbonato di soda e l’acido solfo-idrico.La dose
di bicarbonato di soda che quest’acqua contiene risulta utilissima a facilitare le funzioni
digestive e in particolar modo l’uso interno porta grandi vantaggi nell’alleviare l’
acidità di stomaco ; lo stesso carbonato alcalino di cui l’acqua è ben ricca è utile nel
trattamento delle renelle e nei calcoli rossi costituiti dall’acido urico. Il carbonato di
soda rende l’acqua del bagno indicatissima “ a restituire alla sua normalità la crasi
sanguigna,quando per varie cause sia stata alterata. Sarà indicata perciò a modificare i
principali alteranti il misto organico,i quali sono cagione di tante disgrazie negli umori.” La
dose se non abbondante certamente non scarsa dell’acido solfidrico svolge un’azione che
coadiuva quella del carbonato alcalino . L’acqua usata per bevanda e per bagno
costituisce un ottimo rimedio nel trattamento delle reumatologie, nelle artritici,nelle
paralisi,nelle dermatosi e nelle
malattie della pelle che ne derivano , nelle
scabbie,nelle impetigini,nella pellagra . L’ acido solfo-idrico è infatti per le accennate
malattie giusto rimedio.
“All’opinione,che ripugnanza si avrà dai malati di far uso dell’acqua del bagno in discorso
per bevanda,io rispondo,che la ripugnanza cessa dopo averla per due o tre ore ingerita…
Per rapporto alle altre due difficoltà che potrebbero affacciarsi intorno all’uso dell’acqua
per bagni , difficoltà fondate 1. sul non essere veramente ricchissima di acido solfoidrico e 2. sull’essere non termale,e perciò bisognosa di essere riscaldata e per
conseguenza obbligata a perdere nel riscaldamento il gas cui debbe la sua attività,io
rimarco 1.che se certamente l’acqua del bagno è inferiore per la quantità dell’acido
solfo-idrico ad alcune acque sulfuree che ne sono ricchissime, è in pari tempo superiore a
tante altre. E perciò se accadrà certamente che per debellare un morbo, mentre delle
prime basterebbero per esempio otto bagni, dieci o dodici se ne richiederanno dell’acqua
di Fontecchio. Non fa poi ostacolo alla sua attività l’aver essa una temperatura inferiore
a quella che è necessaria per i bagni,l’acido solfidrico e una di quelle sostanze che tarda
più delle altre a disimpegnarsi dall’acqua;ai 100° l’acqua no lo ha tutto perduto se
l’ebolizione non si è per lungo tempo protratta”.27
27
S.PURGOTTI,Idrologia minerale tifernate,Perugia,1860,pp15-17
54
2.3 STATISTICA DELLE MALATTIE CURABILI CON L’ACQUA E FANGHI DI
FONTECCHIO A CURA DEL DOTT. ANGIOLO BINI (PRIMI ‘900)
Il dott. Angiolo Bini, che aveva affidata l’alta direzione dei suoi stabilimenti balneari
all’On. Dott. Angelo Celli, coadiuvato dagli egregi sanitari della città, ebbe cura di
compilare una diligente statistica delle malattie curabili con l’acqua e i fanghi di
Fontecchio e delle guarigioni ottenute. In base a tale statistica poteva asserire, in una
circolare a stampa diretta ai signori sanitari, che è ritenuto e risulta efficace il triplice
uso delle acque di Fontecchio in varie malattie, come segue:
Per bevanda – nei catarri di stomaco, degli intestini, vescicali, vaginali, nelle renelle, nei
calcoli rossi costituiti dall’acido urico, nelle acidità di stomaco, negli infarcimenti del
fegato e della milza .
Per bagno- nelle dermatosi, nella psoriasi, nelle erpeti, nell’eczema cronico, nella scabbia,
nelle reumatalgie, nelle artriti.
Per fangature- nelle artriti anche deformanti, nei tumori freddi e glandulari, nelle
paralisi, nei postumi di fratture, nella sciatica, nella gotta ecc.
E concludeva:
“Certo di rendere alla scienza medica un potente aiuto curativo, ed all’umanità sofferente
un efficace rimedio, mi sono indotto presentare anche alla S.V. questi quadri riassuntivi,
sebbene si trovino nella Enciclopedia chimica del Selmi, nella Farmacopea italiana
dell’Orosi nelle Guide alle acque minerali d’Italia del Faccia, del Rugiadi, dello Schiavardi,
e in molte altre”.
55
2.4 ANALISI FISICHE E CHIMICHE DELL’ACQUE TERMALI DI FONTECCHIO DI
BELLUCCI,SGARZI E BARILLARO (1936)
Sodio
per litro grammi 0,19009
Potassio
0,01030
Magnesio
0,02221
Calcio
0,04131
Ferro
0,00004
Cloro
0,04787
Idrocarbonico
0,66970
Solforico
0,00004
Silice
0,01936
An. Carbonica libera
0,17754
Idrogeno solforato
0,00609
Ossigeno
0,00424
Azoto
0,02292
__________
1,22398
professori Bellucci, Sgarzi e Barillaro
56
2.5 STUDIO SULLE PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DELLE ACQUE DI FONTECCHIO
DEL PROF. RAFFAELE SILVESTRINI DEL 1938
L’acqua di Fontecchio occupa uno dei primi posti per la cura di alcune malattie:
MALATTIE URICEMICHE
L‘alterazione che porta all’accumulo di acido urico nell’organismo viene indicata con il
nome di Uricemia:
la calcolosi biliare, la calcolosi renale o vescicole, certi diabeti sono tutte malattie che ne
derivano e trovano la loro indicazione terapeutica nell’acqua di Fontecchio, utilizzata per
bagni o assunta come bevanda.
MALATTIE REUMATICHE
I bagni e i fanghi di Fontecchio sono utili specialmente per il reumatismo cronico, la
poliartrite, la menoartrite reumatica cronica.
Gli artritici reumatici possono trovare allo stabilimento di Fontecchio adatta cura
inalatoria per la tonsillite e faringite cronica che si accompagnano tanto spesso all’artrite
reumatica.
ARTROPATIE DIVERSE
Oltre le artropatie di origine uricemica e quella di origine reumatica possono trovare
giovamento dalle acque e dei fanghi di Fontecchio certe artriti infettive quale l’artrite
sifilitica, l’artrite blenoragica, l’artrite dissenterica, l’artrite melitococcica, l’artrite
pnenococcica.
Fra le artriti tossiche una che trova nelle acque di Fontecchio un valido rimedio è
l’artrite Saturnina, il cosiddetto pseudoreumatismo di piombo.
MALATTIE DELLA PELLE
L’acqua di Fontecchio risulta particolarmente efficace per la cura di tutte le malattie
della pelle:”oltre tutte le manifestazioni cutanee di alterato ricambio organico,altre
manifestazioni di malattie infettive,di esaurimenti organici,d’intossicazione alimentare
possono trarre giovamento dai bagni con acqua di Fontecchio.
È a proposito di infezioni, è da ricordarsi che per la stessa cura della “lepra” fu celebrata
quest’acqua così che un’ordinanza del 1273 conservata nell’Archivio Comunale di Città di
Castello dimostra quanto si preoccupasse quel comune della difesa delle sue Sorgenti,
ricorrendo a mezzi molte energici…”
57
Il “Martori” nel suo trattato “Crenoterapia” scrive: “Nelle malattie cutanee sia
parassitarie che autotossiche si mostrano più efficaci le sorgenti sulfuree e calciche o
miste ed anche le solfuree clorurate, sorgenti da cui si svolge una notevole quantità di
gas solfidrico.”
MALATTIE DEL TUBO DIGERENTE
“Giovevolissima è la bibita dell’acqua di Fontecchio, unita al bagno in tutti quei disturbi
delle vie digerenti che sono la conseguenza d’uricemia… La ipermegalia epatica degli
uricemici, la litasi biliare nelle sue varie estrinsecazioni cliniche possono essere curate
alla sorgente di Fontecchio con bagni, in certi casi coadiuvati da doccia fredda sulla
regione della cistifellea…La stitichezza abituale, che è una malattia tanto comune trova
speciale indicazione nelle docce ascendenti con l’acqua di Fontecchio.”
MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO
Una quantità di catarri cronici delle vie aeree superiori, che sono di origine uricemica,
trovano ottima cura nelle polverizzazioni, nella cura inalatoria praticate nello
stabilimento di Fontecchio, specialmente raccomandabili nelle bronchite croniche su
fondo uricemico che sono causa d’asma e conducono i pazienti all’enfisema polmonare.
Anche catarri nasofaringei, d’altra natura, laringiti croniche dei fumatori, bevitori,
cantanti, bronchiti putride trovano giovamento con queste cure.
MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO
Trovano spesso effetti curativi in vari stazioni balneari: nevrastemici uricemici,
nevrastenici arteriosclerotici, nervosi e tossici.
I bagni di Fontecchio danno ottimi risultati nelle nevriti, specialmente in quelle con
substrato uricemico, nelle ischialgie, nelle radicoliti anche in quelle causate da certe
alterazioni lente della colonna vertebrale (morbo di Kümmel).
Si è osservato giovamento per bagni termo-minerali in malattie sistematizzate del
midollo e anche nel parkinsonismo postencefalitico.
MALATTIE DELL’APPARATO UROGENITALE
“Il rene gottoso, la litiasi renale, le cistiti traggono giovamento dal bagno e dalla bevanda.
Annessiti, metriti, parametriti di varia natura vanno a guarigione o miglioramento oltre
che con i bagni, con le irrigazioni fatte convenientemente con l’acqua di Fontecchio.”
Tratto da:R.SILVESTRINI,Sull’impiego medico dell’acqua di Fontecchio,1938,pp.17-21.
58
2.6 ANALISI CHIMICA DEL PROF. M. TALENTI DELL’ISTITUTO DI IGIENE
DELL’UNIVERSITA’ DI ROMA (2002)
59
2.7 LE NOSTRE ANALISI (CLASSE 3 FASE ITIS “L. e A. Franchetti”)
DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DELLA DUREZZA DELL’ACQUA
La durezza
Con il termine durezza dell’acqua si indica la concentrazione di Sali di calcio e di
magnesio(Sali indurenti), espressi come CaCO3.
La durezza viene espressa in p.p.m. di CaCO3 cioè esprimendo tutti i Sali indurenti come
CaCO3 in mg/l.
Molto usata è l’espressione in gradi francesi : un grado francese ( 1°F ) = 10 p.p.m. di
CaCO3 cioè 10 mg/l di CaCO3
In base alla durezza le acque vengono distinte in dolcissime (0-7°F), dolci (7-15°F), dure
(15-22°F), durissime (oltre 35°F); sono considerate potabili le acque che possiedono una
durezza non oltre 50°F.
La durezza può essere temporanea, permanente e totale.
1. La durezza temporanea è data dalla quantità di Bicarbonato di calcio e di magnesio
presente nelle acque. Il bicarbonato (solubile) viene eliminato (come CO2) con il
riscaldamento trasformandosi in bicarbonato e idrossido insolubile che precipita
Ca(HCO3)2
CO2 + H2O + CaCO3 poco solubile
Mg(HCO3) 2
2CO2 + Mg(OH) 2 poco solubile
2. La durezza permanente è data da tutti gli altri Sali di calcio e di magnesio
presenti nell’acqua che rimangono solubili (e non precipitano) anche con il
riscaldamento (solfati, cloruri, nitrati)
3. La durezza totale è data dalla somma della durezza temporanea e di quella
permanente, è dovuta cioè a tutti i Sali di calcio e magnesio.
Determinazione della durezza totale (titolazione Ca + Mg)
Prodotti chimici:
campione di acqua (100 ml)
nero eriocromo T (indicatore)
60
soluzione 0,01 M di EDTA (acido etilendiamminotetracetico)
soluzione tampone formata da NH4Cl + NH3
Attrezzatura di laboratorio:
matraccio da 1000 ml
2 becher da 250 ml
agitatore magnetico con ancoretta
buretta
asta con morsetto per buretta
Procedimento:
In questo esperimento eseguirete una titolazione: farete reagire l’EDTA, in presenza
dell’indicatore nero eriocromo T, con i Sali Ca 2+e Mg2+. Quando avviene la completa
precipitazione di questi ioni sotto forma di questi Sali complessi con l’EDTA osserverete
il viraggio dell’indicatore da rosa (quando è legato da questi ioni) ad azzurro (quando
l’EDTA gli ha sottratto tutti gli ioni).
a) Preparate la soluzione tampone a pH 10 mescolando 50g di NH4Cl in 300ml di NH3
concentrata e portata a volume nel matraccio da 1000ml
b) Ponete 100ml di acqua da analizzare in un becher con 2ml di soluzione tampone a
pH 10 (accertarsi poi con una cartina tornasole che il pH dell’acqua sia compreso
tra 10 e 11). Aggiungete una puntina di spatola di nero eriocromo T. Inseritevi
l’ancoretta e ponete il becher su un agitatore.
c) Titolate l’acqua con una soluzione di EDTA 0,01 M fino alla scomparsa del colore
rosso e il viraggio ad azzurro. Nelle condizioni indicate 1 ml di EDTA consumato
corrisponde a 1°F.
La durezza si calcola :
durezza= ml di EDTA = gradi francesi
durezza = ml EDTA x 10=mg/l di CaCO3 o p.p.m. CaCO3
In questo caso il consumo di EDTA avuto per calcio e magnesio, si attribuisce
convenzionalmente tutto al calcio (come CaCO3).
Il valore massimo consentito è di 32°F
d) Questa titolazione indica la durezza totale:
La determinazione della durezza sull’acqua di Fontecchio ha fornito il seguente
risultato: 187,8mg/l di CaCO3 = 18,7 °F
61
Determinazione dei cloruri:
Il contenuto di cloro nelle acque, sotto forma di ione cloruro, può essere
influenzato dagli scarichi urbani.
In questo esperimento per la determinazione dei cloruri, eseguirete due reazioni
chimiche, che originano rispettivamente un solido e un composto colorato.
K2CrO4 agisce da indicatore mentre AgNO3 agisce da titolante
a) Reazione tra l’acqua da analizzare e K2CrO4 e reazione di doppio scambio con
formazione di un precipitato;
b) Reazione di titolazione con AgNO3
Si deve operare in ambiente neutro o leggermente alcalino (pH tra 7 e 9)
Prodotti chimici:
campione d’acqua 100ml
soluzione 0,01M di AgNO3
soluzione diluita di K2CrO4
Attrezzatura di laboratorio
Becher da 250ml
Buretta
Contagocce
Piastra magnetica con ancoretta
Procedimento:
1. prendete 100ml di acqua da esaminare e ponetela in una beuta (se la
concentrazione degli ioni Cl- è elevata, prendete 50ml di acqua campione e
aggiungetevi 50 ml di acqua distillata).
2. Aggiungete alcune gocce di indicatore K2CrO4; la soluzione diventa gialla
3. Aggiungete la soluzione titolante di AgNO3 0,01 M mescolando costantemente
finchè il colore non vira da giallo ad arancione in seguito alla reazione:
AgNO3 + NaCl
Na NO3 + AgCl
4. dal cambiamento di colore si capisce che tutto il cloro è stato precipitato.
2Ag+ + K2CrO4
Ag2 CrO4 + 2K+
Calcolo:
Dai millilitri di soluzione di AgNO3 consumati si risale alla concentrazione del cloro
utilizzando l’equazione:
Ma x Va = Mb x Vb
62
In cui:
Ma = molarità AgNO3
Mb = molarità di Cl da trovare
Va = volume della soluzione di AgNO3 consumata
Vb = volume della soluzione contenente cloro (100ml)
g Cl- = ml AgNO3 x M AgNO3 x PM Cl
1000
Il dato va riferito a 1litro di acqua
La determinazione dei cloruri sull’acqua di fontecchio ha fornito il seguente risultato:
[Cl-] = 0,07 g/l
63
2.8 ALTRE SORGENTI MINERALI A CITTA’ DI CASTELLO : SORGENTE DEL COPPO E
SORGENTE DI BUON RIPOSO
Nel territorio di Città di Castello sono presenti altre due importanti sorgenti di acque
minerali, anche se non legate a stabilimenti balneari: la sorgente del Coppo e quella di
Buon Riposo che sono raccolte, insieme a quella di Fontecchio, nel raggio di poco più di 3
km. Ciascuna è fornita di un principio mineralizzatore dominante diverso: il nitrato di
soda per l’acqua del Coppo, vicino alla città, poco distante da Porta S:Egidio, l’acido
carbonico e il ferro per l’acqua di Buon Riposo sul pendio del monte Citerone ad ovest
della città (località Nuvole). Nel 1860 il prof. Sebastiano Purgotti in “Idrologia minerale
tifernate” insieme all’acqua del bagno di Fontecchio analizzava quella di queste altre due
sorgenti minerali di cui si riportano di seguito i prospetti.
64
PROSPETTO
Sostanze costituenti l’acqua nitrosa del Coppo
(1860)
per ogni chilogrammo
per ogni libbra romana
materia nitrogenata
0,018 grammi
0,125 grani
acido silicico
0,011
//
0,08
bicarbonato di calce con tracce
di solfato di calce
0,333
//
2,304 //
Bicarbonato di protossido di ferro
0,006
//
0,04 //
Cloruro di magnesio con tracce di
Cloruro e solfuro di calcio
0,036
//
0,25 //
Nitrato di soda con tracce di
Solfato di soda
0,542
//
3,75 //
__________
0,946 grammi
//
____________
6, 549 grani
acqua
999,054 grammi
6905,451 grani
Acqua nitrosa del coppo
grammi 1000,000 ossia
1 kilogrammo
grani 6912,000 ossia
1 libbra romana
65
PROSPETTO
Sostanze costituenti l’acqua acidulo-marziale del Buon Riposo
(1860)
QUADRO ANALITICO-QUANTITATIVO
Per ogni Kg
Per ogni libbra romana
Solfato di soda ……………………………grammi 0.0109
grani 0.075
Solfato di calce…………………………………...” 0.0014
“ 0.010
Cloruro di sodio…………………………………..” 0.0180
“ 0.125
Cloruro di magnesio……………………………...” 0.0073
“ 0.050
Cloruro di calcio………………………………….” 0.0036
“ 0.025
Bicarbonato di calce……………………………...” 0.6640
“ 4.590
Bicarbonato di magnesia…………………………” 0.0497
“ 0.344
Bicarbonato di protossido di ferro………………..” 0.0510
“ 0.353
Silice con tracce di materia organica……………..” 0.0075
“ 0.052
Acido carbonico libero…………………………...” 0.5168
“ 3.5725
Ossigeno………………………………………….” 0.0143
“ 0.099
Nitrogeno…………………………………………” 0.0630
“ 0.436
Perdita………………………………………….…” 0.0138
“ 0.0955
-------------------------Somma dei principi solidi e gassosi………grammi 1.4213
grani 9.827
Acqua pura……………………………………….” 998.5787
“ 6902.173
Acqua acidulo-marziale del Buon Riposo
Prof. Sebastiano Purgotti
66
CENNI SULLE VIRTU’ MEDICINALI DELL’ACQUA NITROSA DEL COPPO
Quest’acqua, prima ancora che venisse qualitativamente e quantitativamente analizzata
dal prof. Purgotti, era considerata eccellente acqua potabile e come tale adoperata da
alcune famiglie.In seguito agli studi chimici che ne dimostrarono le proprietà, centinaia di
cittadini vi attingevano: “specialmente nella stagione calda preferivano ad ogni altro il
passeggio verso questa fonte per rinfrescarsi con tale acqua ,che può chiamarsi
veramente deliziosa ” .28Bevuta in quantità doppia o tripla ,di quella che le naturali
esigenze richiedono ,può dispiegare la sua azione terapeutica.La sostanza medicinale
predominante è il nitrato di soda che dona all’acqua straordinarie proprietà diuretiche.
La presenza pure di un sale magnesiaco con tracce di un sulfuro alcalino le conferisce
anche una funzione purgativa. Il bicarbonato di calcio la rende indicata nel trattamento
di calcoli e renelle.In generale,per tutti i principi in essa contenuti tale acqua risulta
essere utile nelle affezione nefritiche di ogni genere e nei disturbi delle vie digestive.
SORGENTE DI BUON RIPOSO
“..Tali acque scaturiscono da un letto argilloso in varie polle dal fondo di piccole buche.La
denominazione di Buon Riposo viene alla sorgente dal trovarsi essa nei pressi del
suddetto convento di Minori Osservanti “…ove narra la pia tradizione che passando si
riposasse
l’Archimandrita
di
quella
famiglia
“Che
già
legava
l’umile
29
capestro”(Dante,Paradiso,XI)” . Accedervi , per la sua posizione in zona collinare,non è
molto agevole,ma ,nonostante ciò,alla fine dell’’800 ,dopo le confortanti analisi chimiche
del Purgotti,erano molti i cittadini che nella stagione estiva facevano uso di queste
acque.L’acqua acidulo marziale di Buon Riposo infatti era considerata particolarmente
indicata per il trattamento di amennoree,negli ingorghi del fegato,nell’ipocondria e
nelle affezioni nervose.Il Comune di Città di Castello sembrò inizialmente intenzionato
ad utilizzarla a fini termali,effettuando tutti i necessari lavori,ma il progetto non si
concretizzò.
28
29
U.BOSELLI,Guida alle acque minerali di Città di Castello,Città di Castello 1870
BOSELLI,Guida,cit.,p.41
67
Capitolo 3
STUDIO GEOLOGICO RELATIVO AL LUOGO
DELLA SORGENTE DI FONTECCHIO
68
Premessa
E’ stata effettuata un’indagine conoscitiva della sorgente sulfurea della sorgente
delle terme di fontecchio con l’obiettivo di conseguire l’acquisizione di elementi
idrogeologici utili a definire l’assetto del sistema idrotermale.
1. L’opera di captazione
L’opera di captazione della sorgente sulfurea è costituita da un “pozzo drenante” di
forma rettangolare con il quale è stata raggiunta una profondità di circa 2,4m (con
piano di riferimento il piazzale antistante la sorgente); dal punto di vista idrogeologico
con tale opera di presa sono state captate le venute principali di acqua minerale
sulfurea lontano dalla superficie, ove la contaminazione delle acque sarebbe stata più
facile, e il più vicino possibile alla culminazione della struttura tettonica attraverso la
quale le acque sulfuree vengono in superficie in modo da non perdere la quantità e le
qualità salienti dell’acqua minerale, gas compresi. L’opera di presa è stata più volte
“ritoccata”, però senza mai stravolgere la sua conformazione storica. L’assetto
morfologico dell’opera di captazione è il risultato dei numerosi lavori di manutenzione
e/o di ristrutturazione susseguitisi nel tempo. L’acqua sulfurea unita ad una forte
degassazione si manifesta dal fondo naturale della captazione composto da elementi
clastici, arenaci e marnosi saldati da calcite depostasi per il continuo flusso idrico
presente; non sono stati osservati elementi riconducibili alla presenza di un substrato
roccioso. La condizione di isolamento della sorgente dall’esterno è stata garantita, per
quanto possibile, attraverso la realizzazione di manufatti edilizi a copertura sia
dell’opera di presa vera e propria ( pozzo drenante), che le aree circostanti.
2. Valutazione della vulnerabilità della falda
La sorgente sulfurea delle TERME DI FONTECCHIO ha la sua origine primaria dalla
risalita di fluidi ricchi di gas lungo strutture tettoniche profonde (faglie); quando i
fluidi mineralizzati raggiungono la superficie in parte vanno ad alimentare la sorgente
sulfurea ma in parte vanno ad alimentare l’acquifero semiconfinato presente al
contatto tra il substrato roccioso ed i depositi alluvionali recenti. Nell’ottica di
verificare lo stato di vulnerabilità della sorgente sulfurea e della falda che la alimenta,
è stato realizzato uno studio volto a determinare:
69
l’assetto stratigrafico dei terreni prossimi alla sorgente (campagna geofisica);
il litotipo che costituisce i terreni di copertura;
la permeabilità dei terreni di copertura;
la composizione chimica delle acque della sorgente e gli altri punti d’acqua
limitrofi (piezometri, pozzi e acque superficiali);
lo schema di circolazione delle acque che alimentano la sorgente, compreso il
flusso gassoso;
lo stato dei luoghi e l’uso del territorio in relazione al rischio idrogeologico.
2.1 I piezometri
Nei pressi della sorgente sulfurea sono stati realizzati per conto della regione
Umbria tre piezometri per il monitoraggio della falda acquifera; questa rete di
monitoraggio rientra all’interno di un progetto di studio delle sorgenti minerali
presenti sul territorio umbro. I piezometri sono stati intestati per almeno 50/100
cm nel substrato roccioso.
2.2 Idrochimica delle acque
Nell’ottica di verificare l’assetto idrochimico delle acque presenti nella zona della
sorgente sulfurea sono stati prelevati alcuni campioni di acqua sui quali sono stati
misurati direttamente alcuni parametri chimici/fisici (pH, conducibilità e
temperatura), e successivamente sottoposti ad analisi chimiche per verificare
l’andamento i alcuni parametri nelle acque sotterranee e superficiali (conducibilità,
residuo fisso, nitrati, cloruri, solfati e fluoruri).
2.3 Considerazioni sulla vulnerabilità della sorgente sulfurea
Analizzando congiuntamente i risultati degli studi effettuati si ritiene che la falda
acquifera che alimenta la sorgente sulfurea di Fontecchio si trovi in uno strato di
bassa vulnerabilità rispetto agli agenti esterni, naturali antropici.
70
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